Preghiera

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PREGHIERA

PREGHIERA

(di un uomo solo davanti al proprio io)

Di Claudio Salomoni

atto unico per 2 U (Dramma)

Un uomo entra in chiesa per cercare un appiglio nella fede.

Vorrebbe farla finita, non ricorda più nemmeno il Padre Nostro, l'incontro con un clochard gli cambierà la prospettiva e, le mille domande che pone a Dio trovano - se non una risposta - un disegno logico.

PERSONAGGI:

ANTONIO                           Un uomo di 40 anni circa, poco curato nei vestiti, con qualche chilo di troppo.

GIUSEPPE                           Il clochard, età tra i 50 ed i 60 anni, vestito di stracci, sporco.


Interno di una chiesetta, con un paio di panche, un quadro di santi sullo sfondo, candele, ed un enorme crocifisso alla sinistra.

Una chiesa di periferia, non troppo grande e poco illuminata.

Davanti al crocifisso c’è un inginocchiatoio (messo in modo che quando il protagonista s’inginocchia dia il lato sinistro alla platea) ed un porta candele con il raccoglitore delle offerte. Qualche mozzicone di candela accesa che si stanno consumando.

Entra un uomo, si guarda in giro un po’ spaesato, si fa il segno della croce.

Si sofferma davanti al dipinto poi, guardando il crocifisso si segna nuovamente, inserisce una moneta nell’apposito raccoglitore ed accende una candela.

S’inginocchia, giunge le mani ed a voce sommessa comincia a pregare.

ANTONIO                           Padre nostro, che sei nei cieli (tentenna) sia santificato il nome Tuo, venga il Tuo regno (non si ricorda più, cerca le parole) …

                                              Che schifo! Scusami Gesù, scusami tanto.

È da così tanto tempo che non entro in chiesa, che non mi ricordo più nemmeno le parole per pregare.

                                              Per di più, mi sto comportando come le persone che maggiormente odio, quelli che pregano solo al momento del bisogno.

Sì, anch’io adesso sono qui, in ginocchio davanti a Te perché ho bisogno.

                                              Ho sempre sostenuto che chi prega lo deve fare tutti i giorni, con il cuore, mai – l’ho sempre detto – mai e poi mai, pregare per bisogno.

                                              Mai mischiare la fede con il bisogno, far diventare la preghiera come uno strumento di scambio: io Ti prego se Tu mi dai.

                                              Queste sono cose che, una persona coerente, non deve fare.

La preghiera deve nascere dal cuore, deve nascere spontanea.

                                              Forse, è per questo che non mi ricordo il Padre Nostro?

                                              No! No! Non mi voglio giustificare, voglio solo dire che se uno prega con il cuore non ha bisogno di ripetere una preghiera a memoria, deve cogliere il senso, il significato profondo delle parole.

                                              Scusa ancora …

Si alza, fa un paio di passi verso l’uscita, poi ci ripensa, si fruga nella tasca ed estrae un’altra moneta. La infila nella cassettina ed accende un’altra candela. S’inginocchia nuovamente davanti al crocifisso.

ANTONIO                            Padre Nostro, che sei nei cieli … no, scusa, voglio pregare a modo mio, se non ti dispiace e, comincio con il raccontarti una storia.

                                               Sono anni che mio padre è morto, io ero un ragazzino che si credeva un uomo e, mi manca tanto, ancora adesso che sono un uomo che si crede un ragazzino. (si mette la testa tra le mani)

                                               Mio padre ha vissuto tutta la sua vita lavorando, non si è mai concesso un giorno di festa, sempre al lavoro, tutti i giorni, alzandosi sempre alle cinque del mattino.

                                               Poi una notte, qualcosa nella sua testa è saltato e, la sua vita è volata via, lasciando una moglie e due figli, di cui una – mia sorella – di soli tredici anni.

                                               Mio padre aveva 49 anni quando è morto.

                                               Quel giorno io mi chiedevo:

“Dio, dove sei?”.

Ero disperato e non riuscivo a trovare il conforto della fede e mi continuavo a ripetere

“Perché Dio ci ha fatto questo?”

“Perché si è portato via il mio papà?”

Si alza in piedi, indietreggia di un paio di passi e poi, rivolgendosi sempre al crocifisso riprende

ANTONIO                            La mia fede ha vacillato, è quasi caduta, scivolata tra le lacrime ed il dolore.

Punta il dito verso il viso del crocifisso ed alzando la voce, esasperando i toni riprende

ANTONIO                            Tu dov’eri mentre Ti pregavo di non portartelo via?

                                               Mentre mia madre piangeva disperata, dov’era il mio Dio onnipresente?

Piange

Entra un uomo, ha la barba lunga ed è vestito come un clochard, si avvicina ad Antonio da dietro e lo sente ripetere le ultime parole

ANTONIO                           Dov’eri Gesù? (singhiozza e si rimette in ginocchio)

                                               Perché hai voluto la morte di mio padre?

                                               Perché non hai ascoltato le mie preghiere?

GIUSEPPE                            Forse le ha ascoltate, ma …

Vedendo che Antonio ha avuto un sobbalzo per lo spavento

GIUSEPPE                            Scusami amico, sono entrato troppo in silenzio e ti ho spaventato

ANTONIO                            no, no! Non fa niente …

Il barbone gli si avvicina e gli porge la mano (sporca, sudicia) Antonio la stringe e poi senza farsi notare se la pulisce sui vestiti.

GIUSEPPE                            Piacere, mi chiamo Giuseppe

ANTONIO                           Piacere mio, Antonio

Attimo d’imbarazzo, nessuno sa come riprendere il filo del discorso.

ANTONIO                           Che ci fai in chiesa a quest’ora?

GIUSEPPE                            Io entro sempre in chiesa quando non c’è nessuno, amo questi posti dove il silenzio porta all’introspezione, ci avvicina al nostro io. Poi, guardami bene, non mi farebbero mai entrare di domenica, quando c’è la funzione, io sono quello che sta fuori dalla porta e chiede la carità, non quello che entra ed ascolta la parola di Dio.

ANTONIO                           Questa è la casa di Dio e, dovrebbe essere aperta a tutti.

GIUSEPPE                            Hai detto bene, amico, dovrebbe …

Poi, sinceramente, io la preferisco così, mi fa sentire più vicino al Signore, mi fa credere che la mia sola voce, salga meglio fino a lui.

Come se questo silenzio ci avvicini.

ANTONIO                            Anch’io preferisco venire in chiesa quando non c’è nessuno, ma forse è perché – in realtà – non sono poi quel gran cristiano che credo di essere.

                                               Come se venire qua fuori dagli orari mi dia comunque una parvenza di fede, mentre …

GIUSEPPE                            Se tu non avessi avuto la fede, non saresti venuto qui per cercarla.

ANTONIO                            Ti stai contraddicendo

GIUSEPPE                            No, mi spiego meglio. Tu hai solo perso il bandolo della matassa, non la fede. Sei venuto qui per chiedere aiuto a Gesù, per chiederGli di aiutarti a trovare il filo della tua vita, trovare il punto dove tu hai perso la strada

ANTONIO                            Sono combattuto, ho sempre amato tanto il mio Signore, ma spesso non mi sono comportato come un vero cristiano e, tante volte ho dubitato, tante volte …

GIUSEPPE                            Capisco … però adesso sei qui, quindi … c’è una speranza …

ANTONIO                            Non so …

Si siedono su una panca, di lato al crocifisso.

ANTONIO                            Quando sei entrato – spaventandomi – hai detto che Gesù forse ha ascoltato le mie parole ma …

                                               Che cosa intendevi?

GIUSEPPE                            Hai mai sentito la frase “le vie del Signore sono infinite”?

ANTONIO                            Sì! Milioni di volte …

GIUSEPPE                            Secondo me, Gesù ha ascoltato tutte le tue preghiere, dalla prima all’ultima, ma … la morte di tuo papà era probabilmente ineluttabile nel disegno divino.

Forse è stato un sacrificio doloroso per raggiungere un altro scopo, forse migliore o forse no, ma sicuramente c’è una logica divina anche in questo.

ANTONIO                            è un discorso un po’ troppo contorto, che disegno divino potrà mai concepire la morte di un uomo mite, un lavoratore, lasciando una bambina di tredici anni senza il proprio papà …

GIUSEPPE                            Tua sorella?

ANTONIO                           Si, aveva solo tredici anni quando è morto mio padre

GIUSEPPE                            Tu, invece?

ANTONIO                            Io avevo 23 anni, ero già fuori di casa da cinque. Mi ero già fatto la mia vita, mi ero sposato da poco più di un mese …

GIUSEPPE                            A 23 anni si è dei ragazzini e tu, ti eri già sposato, un ragazzo maturo … molto precoce …

ANTONIO                            No, non ero poi così tanto maturo.

Ripensandoci adesso, mi vedo come un ragazzino smarrito. L’unica cosa certa è che amavo la donna che ho sposato e – grazie a Dio – ancora la amo …

GIUSEPPE                            Grazie a Dio …

ANTONIO                           un intercalare …

GIUSEPPE                            No, qualcosa in più …

Giuseppe inizia a rollarsi una sigaretta

GIUSEPPE                            La morte di tuo padre, non ti ha costretto a diventare uomo più velocemente? Facendo in qualche modo da sparti acque con il tuo essere eterno ragazzino e, diventare così, uomo al cento per cento?

Antonio guarda le mani del clochard che abilmente stanno facendo nascere una sigaretta

ANTONIO                            Si, può essere, ma non credo che Dio abbia sacrificato un uomo per “farne” un altro…

Giuseppe finisce la sigaretta, la lecca per tutta la sua lunghezza e la offre ad Antonio che la rifiuta schifato

GIUSEPPE                            Perché no? (mette la sigaretta dietro l’orecchio)

                                               Probabilmente la missione di tuo padre era finita.

Dopo aver messo al mondo due figli, e portato il suo primogenito fino al matrimonio …

Lasciando a te un dna importante, non a livello chimico-biologico, ma a livello intellettuale, i valori, le fondamenta della vita, la fede.

Se il compito di tuo padre sulla terra era questo, una volta concluso Dio lo ha richiamato a se …

ANTONIO                           potrebbe essere una spiegazione, ma non è molto consolante

GIUSEPPE                            Tu, quando preghi, parli con Gesù o preghi dicendo le preghiere che hai imparato a memoria a catechismo?

ANTONIO                            Non mi ricordo più le preghiere, è da così tanto tempo che non vado a messa che ho dimenticato persino il “Padre Nostro”.

                                               Ero entrato qui proprio per pregare, ma non ci sono riuscito

GIUSEPPE                            Posso darti un piccolo consiglio?

ANTONIO                            Dimmi

GIUSEPPE                            Secondo me, tuo padre, è molto più vicino a Gesù di te … e, dato che ti ha sempre voluto molto bene, sarà più propenso ad ascoltare le tue parole ed a portare le tue preghiere al Signore …

ANTONIO                            Non credi che sia … una forma di preghiera egoista?

GIUSEPPE                            Secondo me no, tu preghi tuo padre di farti da intermediario …

                                               Niente di strano …

ANTONIO                           Ci provo …

GIUSEPPE                            Io ti lascio solo, vado a fumarmi la mia paglia … ci vediamo tra un po’ …

Saluta con la mano, prendendo la sigaretta, portandosela alle labbra e poi uscendo.

Antonio, prende un’altra moneta ed accende l’ennesima candela

S’inginocchia e comincia a pregare ad alta voce.

ANTONIO                            Papà, lo so che mi puoi sentire …

Ti ho sentito vicino a me per mille volte, ho sentito la tua mano callosa che mi accompagnava per affrontare le decisioni difficili. Ti ho sentito vicino anche quando ho saputo che la mamma stava per morire …

Adesso ti prego, fammi capire il perché di tutto questo, fammi capire il fine del disegno, illuminami la strada …

Si alza e camminando avanti ed indietro riprende il dialogo ad alta voce

ANTONIO                            Non riesco ad essere sereno, non riesco a pensare “Dio, grazie di esistere, grazie per tutto quello che mi dai”.

Il mio pensiero più frequente è “Dio, perché mi fai tutto questo?”…

Capisci?

Sono diventato un egoista che si lamenta con Dio, che non riesce a vedere oltre al proprio naso … mi faccio schifo …

S’inginocchia nuovamente e si tiene la testa tra le mani

ANTONIO                            Sai papà, hai due nipoti bellissimi, tanto belli che sembrano dipinti, due caratteri forti, speciali a modo loro …

Il maschio è un uomo serio, era un uomo anche da bambino ed adesso che è quasi maggiorenne ancora di più.

Forse con un carattere un po’ chiuso, ma sicuramente ha le idee chiare e sa che cosa vuole dalla sua vita.

Studia, si applica a fondo in tutto quello che fa, vuole laurearsi.

Dal fondo rientra Giuseppe, si tiene nella penombra, ascolta le parole di Antonio senza interromperlo.

ANTONIO                            mentre la bimba, che ha otto anni, è fuoco vivo.

Un’anima libera, un’artista.

Dovresti vederla ballare, sempre con il sorriso sulle labbra, un piacere per gli occhi.

Ha preso quella parte d’artista che è insita nel nostro dna …

Porta colore ed allegria dovunque vada, è una gioia per il cuore.

Singhiozza sommessamente

ANTONIO                            Quanto avrei voluto che tu li vedessi, mi avrebbe riempito il cuore vedere la gioia nei tuoi occhi di nonno, l’orgoglio nel dire “i miei nipoti”.

Posso immaginare la scena e, mi spiace non averla vissuta …

Si asciuga gli occhi

ANTONIO                            Certo la mamma ti avrà raccontato.

Lei – almeno – ha potuto vederli entrambi …

Anche questo è un altro punto che non riesco proprio a capire, un'altra di quelle scelte divine che mi lasciano sconcertato …

GIUSEPPE                            posso dire una parola?

Antonio si alza e si va a sedere sulla panca, facendo segno al barbone di accomodarsi al suo fianco.

GIUSEPPE                            Come avrai notato ho l’abitudine di entrare in silenzio, spero che tu vorrai scusarmi … amico mio

ANTONIO                            Nessun problema, Giuseppe, siamo nudi davanti a Dio

GIUSEPPE                            Una citazione biblica non fa male e calza a pennello.

                                               Comunque …

                                               Come ti sei sentito a pregare attraverso tuo padre?

ANTONIO                            Mi ha fatto piangere, l’ho sentito vicino a me

GIUSEPPE                            Quando preghi Gesù non ti capita?

ANTONIO                            Si, ma non così intensamente, ho ancora il cuore in subbuglio

GIUSEPPE                            Forse perché Gesù c’è sempre e tuo padre … meno?

ANTONIO                            non lo so, non so trovare una risposta …

GIUSEPPE                            Ho sentito che parlavi di tua madre, che cosa gli è capitato?

ANTONIO                            Come ti ho detto prima, mio padre è morto giovanissimo, aveva solo 49 anni.

                                               Mia madre era una donna dalla forza straordinaria, l’ho vista barcollare solo quando è morto mio padre, gli è mancato l’appoggio, il sostegno di tutta la vita.

                                               Era una giovane vedova, di soli 44 anni, con una figlia piccola e mille difficoltà economiche.

                                               Si è rimboccata le maniche ed ha lavorato ancora di più.

GIUSEPPE                            Che lavoro faceva?

ANTONIO                            L’ambulante, vendeva fiori e piante.

GIUSEPPE                            non era certamente un lavoro leggero.

ANTONIO                            Come ti ho detto era una donna molto forte.

GIUSEPPE                            Continua …

ANTONIO                            per fartela breve, gli anni passano tra mille difficoltà, mia sorella cresce, si fidanza e – finalmente – decide di sposarsi.

GIUSEPPE                            Bene …

ANTONIO                            A novembre mia madre va al pronto soccorso per un dolore alle gambe, una banale flebite, ma sai a 59 anni … può capitare …

GIUSEPPE                            certo …

ANTONIO                            Invece, la ricoverano ed il primario mi manda a chiamare.

                                               Arrivo nel reparto ed il dottore mi prende in disparte e, schiettamente mi dice “ questa donna ha solo due mesi di vita”

GIUSEPPE                            Accidenti

ANTONIO                            mi è crollato il mondo addosso, mia madre mi stava aspettando nella camera … come potevo guardarla negli occhi e mentirle?

Scoppia a piangere appoggiando la testa sulla spalla di Giuseppe

GIUSEPPE                            queste sono menzogne che si dicono per amore

ANTONIO                            Sì, lo so, ma non è stato facile.

Ho fatto ricorso a tutta la mia capacità “interpretativa” ho messo in scena il figlio che diceva “non è niente di grave, mamma. Dobbiamo solo fare degli altri esami perché c’è una piccola macchia sul fegato e non si fidano, vogliono essere più sicuri”.

                                               Le stesse parole che ho ripetuto poi a mia sorella.

GIUSEPPE                            invece cosa aveva?

ANTONIO                            un tumore al pancreas con metastasi diffuse

GIUSEPPE                            il peggior tumore, quello con la percentuale maggiore di mortalità

ANTONIO                            Infatti, eravamo a novembre e, dalle parole del dottore, mia madre sarebbe dovuta morire a febbraio

GIUSEPPE                            un colpo tremendo

ANTONIO                            Non potevo mentire a mia sorella e, poco alla volta, gli ho detto la verità, sapevo di farla soffrire, ma dovevo dirglielo

GIUSEPPE                            Mi sembra giusto

ANTONIO                            il matrimonio era fissato per giugno

GIUSEPPE                            A già, il matrimonio di tua sorella

ANTONIO                            voleva rimandarlo, annullarlo, ma l’abbiamo convinta – o si è convinta da sola – che era giusto celebrarlo in ogni caso

GIUSEPPE                            tua madre … (tentenna) … come stava?

ANTONIO                            Ti ho detto che era una donna dalla forza straordinaria, a giugno mia madre c’era ancora e stava anche discretamente bene.

                                               Ha lottato contro il tumore fino al matrimonio di mia sorella, poi lentamente, si è lasciata andare ed è morta a fine agosto …

GIUSEPPE                            dieci mesi invece che i due pronosticati

ANTONIO                            La guardavo spegnersi, soffrendo … e pregavo Dio di portala via velocemente, di fare finire tutta quella sofferenza, pregavo Dio tutte le volte che guardavo mia madre su quel letto d’ospedale.

GIUSEPPE                            ti capisco …

ANTONIO                            poi quando è morta, ho chiesto ripetutamente a Dio “perché?”

                                               Mille volte, milioni di volte “perché?”

                                               Perché farla morire così giovane

                                               Perché farla soffrire così tanto

                                               Perché, perché, perché

GIUSEPPE                            e Dio cosa ti ha detto?

Antonio guarda negli occhi Giuseppe, scuote la testa

ANTONIO                            niente! Dio si è dimenticato di me

GIUSEPPE                            sai, ti potrà sembrare banale, soprattutto detto da uno come me, ma – credimi – Dio non si dimentica mai di nessuno, mai.

                                              

ANTONIO                            Non ho mai sentito la sua voce, o il suo tocco su di me …

GIUSEPPE                            Ascoltami, io sono uno che vive alla giornata, mi vedi no?

                                               Alla mattina mi alzo e ringrazio il Signore perché anche oggi posso vivere un’altra giornata, a mezzogiorno ringrazio il mio Dio se ho da mangiare e da bere, alla sera lo ringrazio nuovamente per il cibo e, prima di andare a dormire per la giornata che mi ha concesso di vivere …

ANTONIO                            sei ottimista, nonostante tutto

GIUSEPPE                            Guarda che la mia condizione l’ho voluta io, non mi è capitata, vivo così perché è quello che voglio … questa sera lo ringrazierò per averti incontrato, tutto è nel Suo disegno e quindi anche il fatto che io e te siamo qui a parlare sotto l’immagine di Gesù crocifisso.

ANTONIO                            Il disegno spesso mi sfugge

GIUSEPPE                            Prova a vedere le cose sotto un’altra luce, prova a vedere il bicchiere mezzo pieno e non al contrario, fai uno sforzo insieme a me.

Giuseppe tira fuori il tabacco e si rolla un’altra sigaretta, con calma, con mosse studiate e precise

ANTONIO                            Da dove cominciamo?

GIUSEPPE                            Da tuo padre, cos’è cambiato nella tua vita con la sua morte?

ANTONIO                            Probabilmente in quel momento la vita mi è stata buttata in faccia con violenza, come uno schiaffo.

                                               Quando ho appoggiato le labbra sulla fronte fredda di mio padre il mondo si è fermato, le gambe hanno faticato a ritrovare l’equilibrio perso.

È stato un pugno nello stomaco che mi ha tolto il fiato, mi ha lasciato interdetto per giorni.

Comunque, analizzando freddamente la cosa, forse è stato l’episodio boa della mia vita, fino a quel momento vissuta con la spensieratezza del ragazzino e poi, di colpo, “ecce omo”

GIUSEPPE                            Potrebbe essere una spiegazione, la morte di tuo padre per far nasce l’uomo Antonio

ANTONIO                            dieci mesi dopo sono diventato padre …

GIUSEPPE                            Dovevi essere uomo per poter fare il padre …

Si alza, mostra la sigaretta e fa segno “vado a fumare”, ed esce

Antonio accende un’altra candela, s’inginocchia davanti al crocifisso

ANTONIO                            Papà, forse quell’uomo ha ragione, forse la tua morte mi ha aiutato a crescere.

Scuote la testa

ANTONIO                            ma quanto male mi ha fatto? Quanto?

Si mette le mani sul viso

ANTONIO                            Adesso parlo con te come mai sono riuscito a fare quando eri in vita, anche se non mi rispondi, sento che mi sei vicino, ti sento qui accanto a me, sento spesso i tuoi consigli e, ti rivedo in tanti piccoli gesti dei miei figli …

ANTONIO                            Sai, (il tono è dolce) il grande è schizzinoso com’eri tu, uguale identico a suo nonno e, la piccolina ha delle espressioni che ho già visto altre volte, sul tuo viso e su quello di mia sorella … un segno di continuità fantastico

ANTONIO                            Per di più, guardami, guarda questo tuo figlio che era un nuotatore, un atleta ed ora, con la mia pancetta prominente, sono sempre più vicino alla tua immagine … sono la tua continuità

Rientra Giuseppe

ANTONIO                            Ad un matrimonio un tuo cugino mi ha abbracciato e mi ha detto “Antonio, guardando te rivedo tuo padre” … questa frase mi ha riempito d’orgoglio e poi, mi ha fatto pensare che ti ho sempre visto come un cicciotello pancione … (ride) … ed ora sono uguale e te …

GIUSEPPE                            finalmente un sorriso, sono contento

ANTONIO                            Si, il primo sorriso della giornata

GIUSEPPE                            Ti va di continuare ad analizzare il disegno divino?

ANTONIO                            certo, proseguiamo

Si siedono vicini sulla solita panca

GIUSEPPE                            Con la morte di tua madre, cos’è cambiato nella tua vita?

ANTONIO                            non saprei, è stata anche quella una botta tremenda, anche se diluita in dieci mesi, ma vedere propria madre spegnersi tra il dolore e le sofferenze è una cosa tremenda

GIUSEPPE                            e tua sorella?

ANTONIO                            Si è dimostrata più forte di quello che pensavo, l’ho sempre vista come una ragazzina, un po’ infantile, dolcissima

GIUSEPPE                            quanti anni avete di differenza?

ANTONIO                            Dieci anni

GIUSEPPE                            La sorellina, l’hai sempre vista come la tua piccola sorella

ANTONIO                            Si, chiaramente.

                                               Quella sorella tanto desiderata, che quando è nata mi ha fatto piangere perché l’ostetrica non voleva farmela vedere.

                                               Pensa che vedendomi piangere disperato – commossa – è andata a prendere mia sorella e me l’ha messa in braccio.

                                               Ero un bambino felice, l’ho gridato al mondo che era nata mia sorella.

GIUSEPPE                            Siete molto legati …

ANTONIO                            no … o meglio, non lo siamo mai stati tantissimo, dieci anni di differenza sono tanti. Io avevo 18 anni, sono uscito di casa per fare il militare e per vivere la mia vita e lei era solo una bambina di 8 anni, troppa la differenza.

                                               Poi, anche in questi anni, c’è sempre stato un grande affetto, ma sempre un po’ legato … non so come spiegartelo

GIUSEPPE                            Tu le volevi bene ma lei era come intimidita dal fratellone …

ANTONIO                            Esatto, analisi perfetta …

GIUSEPPE                            quindi …

ANTONIO                            La malattia di nostra madre ci ha uniti, avvicinati, in un modo splendido.

La consapevolezza di essere rimasti soli ci ha legato in un modo bellissimo.

Sono felicissimo del rapporto che ho con lei adesso.

GIUSEPPE                            Quindi la morte di vostra madre ha fatto da collante tra fratello e sorella

ANTONIO                            Sicuramente …

GIUSEPPE                            potrebbe essere questo – secondo te – il motivo, il disegno?

ANTONIO                            Non poteva trovare un modo meno crudele?

GIUSEPPE                            Guardala dal Suo punto di vista

indica il crocifisso come per dare più peso alle proprie parole

GIUSEPPE                            Per noi la morte è la fine, ma per Dio è l’inizio, è il momento del riavvicinarsi al Padre, il ritorno al creatore

ANTONIO                            Mentre si stava avvicinando la fine per mia madre, io mi attaccavo alla fede, come una cozza sullo scoglio

GIUSEPPE                            Che brutto paragone …

ANTONIO                            Era per dare il senso della cosa, ero attaccato alla fede con forza, con le unghie. La fede come unica strada, come unica spiegazione per non impazzire dal dolore

GIUSEPPE                            Dio che accoglie a braccia aperte tua madre e lei che riabbraccia il marito dopo anni, un’immagine un po’ troppo onirica ma efficace

ANTONIO                            Mi ha aiutato ad “accettare” la fine, questo pensiero mi è stato di conforto

GIUSEPPE                            Quindi, riassumendo, il rapporto con tua sorella che si è rinsaldato e una consapevolezza verso la fede

ANTONIO                            sì … forse

GIUSEPPE                            Forse?

ANTONIO                            non ho più quella consapevolezza, quella spinta verso la verità assoluta che ha solo chi crede realmente, basta poco per farmi vacillare, la mia è una fede costruita su un castello di sabbia

GIUSEPPE                            Cosa ti ha spinto, qui, oggi, a chiedere aiuto a Gesù?

ANTONIO                            Cosa ti fa pensare che sia qui per chiedere aiuto?

GIUSEPPE                            Perché il novanta per cento delle persone prega solo quando ha bisogno di aiuto

ANTONIO                            è vero, ho sempre odiato quel tipo di preghiera, non l’ho mai sopportata

GIUSEPPE                            ma ti sei piegato anche tu sotto il giogo del “prego per chiedere”

ANTONIO                            si, hai ragione, lo ammetto

GIUSEPPE                            ti ho detto prima, parlando di me, che io prego sempre per ringraziare, non per chiedere.

                                               Non dico mai “mio Dio dammi del cibo” ma “grazie mio Dio per il cibo che mi hai donato”.

È una differenza fondamentale.

Tu hai mai pregato per ringraziare il Signore?

ANTONIO                           No, credo proprio di no …

GIUSEPPE                            Nemmeno quando sono nati i tuoi figli?

ANTONIO                            Si, ho alzato gli occhi al cielo ed ho detto “grazie mio Dio, grazie”

GIUSEPPE                            non proprio una preghiera, ma meglio di niente …

ANTONIO                            lo so che non sono un buon cristiano …

GIUSEPPE                            Io non ho detto questo, tu sei meglio di tanti altri, per molti aspetti e, peggio di tanti altri per altri aspetti …

ANTONIO                            sii più chiaro

GIUSEPPE                            Per esempio, stai parlando con me, fingi di non accorgerti della puzza che i miei vestiti emanano, mi tratti come una persona normale.

                                               Io sono quello che non si vede, quello che all’uscita dalla chiesa la gente scosta schifata, quello che dorme con una coperta di cartoni e mangia solo quando qualcuno gli lascia qualche avanzo, ma tu mi tratti da uomo.

                                               Grazie, di questo ti devo ringraziare e, questo fa di te un buon cristiano …

                                              

ANTONIO                            io non vado a messa da una vita, non mi confesso da vent’anni, non faccio la comunione da non so quanto tempo …

GIUSEPPE                            Si, questo fa di te un pessimo cristiano, ma … spesso preghi, da solo, a casa tua … vero?

ANTONIO                            Si, mi capita di farlo

GIUSEPPE                            questo fa rialzare le tue azioni …

ANTONIO                            Anche se non ricordo più il Padre Nostro?

GIUSEPPE                            Quella preghiera dovresti saperla, è la preghiera che ci ha insegnato Gesù

ANTONIO                            hai ragione … basterebbe così poco …

GIUSEPPE                            in ogni modo, l’importante è pregare, non sono importanti le parole, ma il cuore

ANTONIO                            Questo lo penso anch’io, la preghiera deve nascere dal cuore, non dal bisogno

GIUSEPPE                            ma qualche volta capita che una pecorella smarrita entri in chiesa e chieda aiuto …

ANTONIO                            si, (china la testa)  … capita

GIUSEPPE                            sai, Antonio, la fede a volte si manifesta in modo strano, magari nelle parole di un senza tetto come me, puoi trovare la via …

ANTONIO                            è più facile trovarle attraverso te …

                                               … sai, la storia della cruna dell’ago e del cammello …

GIUSEPPE                            si … anche se io non sono sempre stato così, sono cambiato e cresciuto, contemporaneamente ho perso tutti i beni materiali guadagnando in spiritualità …

ANTONIO                            hai voglia di raccontarmi la tua storia?

GIUSEPPE                            brevemente, per non tediarti …

ANTONIO                            va bene, ti ascolto

GIUSEPPE                            Facevo il tornitore in una ditta medio-grande, le mie otto ore, con la mia tuta blu.

Iscritto al sindacato, qualche idea politica tiepida.

La mia vita scorreva lenta e piatta.

Poi un giorno mentre sto lavorando un pezzo al tornio, nei trucioli di ferro che si sono formati sul terreno vedo il volto di Gesù …

ANTONIO                            il volto di Gesù … mi hai fatto venire in mente una cosa, te la racconto appena finisci …

GIUSEPPE                            va bene, quindi, stavo dicendo … vedo il volto di Gesù e, al momento, penso che sia solo un gioco di luce e la stanchezza.

                                               Il giorno dopo, rivedo ancora il volto di Gesù su un’altra catasta di trucioli.

                                               A questo punto, capisco che è un segnale, una chiamata.

                                               L’indomani mattina mi sono licenziato, ho preso questi vestiti e me ne sono andato.

                                               Ogni tanto entro in una chiesa, guardo il volto di Gesù e lo ringrazio …

ANTONIO                            Lo ringrazi? Di cosa lo ringrazi?

GIUSEPPE                            Di avermi aperto gli occhi, di avermi indicato la via …

ANTONIO                            Come San Francesco

GIUSEPPE                            La povertà come soglia per avvicinarsi a Dio, l’abbandono del bisogno materiale, del desiderio di possedere, per riaprire le antenne che sono nel nostro cuore, quelle che captano la voce del Signore

ANTONIO                            Capisco, si ho capito perfettamente. Anche se io non credo che sarei capace di fare come te, sicuramente ti ammiro molto …

GIUSEPPE                            Mi stavi dicendo che, parlare del volto di Gesù ti ha fatto venire in mente una cosa, raccontamela, dai …

ANTONIO                            si, una cosa curiosa che avevo nascosto in un angolo della memoria.

                                               Quando mio padre è stato male la prima volta, per emorragia cerebrale, l’hanno ricoverato all’ospedale e, bombardato con la morfina per lenirgli il dolore

GIUSEPPE                            Emorragia cerebrale … cavolo, una cosa grave

ANTONIO                            Si, ma quella volta l’hanno operato e si è salvato, è morto cinque anni dopo

GIUSEPPE                            Non tutti escono da quel tipo di intervento

ANTONIO                            infatti, questo episodio che ti sto raccontando secondo me è correlato

GIUSEPPE                            Dimmi

ANTONIO                            quando sono andato a trovare mio papà all’ospedale, l’ho trovato sereno, nonostante il dolore immenso che aveva, era rilassato.

Ho pensato all’effetto della morfina, ma poi lui mi ha detto : “sai Antonio, ho visto Gesù … “

                                               “hai visto Gesù, papà? “ chiesi “e dove”

                                               “li, sul muro” m’indicò una parete bianca

“mi ha fatto vedere tutte le spine che aveva in testa e, mi ha detto, non lamentarti, io ho sofferto di peggio per tutti voi”

“papà, sei sicuro?” pensavo ad un effetto della droga

“è l’unica certezza che ho, in questo momento” mi rispose

GIUSEPPE                            Non hai pensato, magari, che la sopravvivenza di tuo padre sia stato una specie di miracolo?

Come se Gesù avesse detto “no, è troppo presto, deve passare dell’altro tempo, prima di richiamare quest’uomo”

ANTONIO                            Mi ci stai facendo pensare tu, in questo momento

GIUSEPPE                            Vedi, hai fatto una piccola analisi della tua vita ed hai trovato il disegno di Dio in tutte le tue cose.

                                               Sei ancora intenzionato a chiedere aiuto o, vuoi cambiare la tua preghiera ringraziandoLo?

ANTONIO                            Devo ringraziare Dio di averti mandato qui, parlare con te mi ha fatto capire mille cose, ha messo sotto altra luce tutta la mia vita.

GIUSEPPE                            Non sono così importante

ANTONIO                            Sai perché ero entrato in chiesa questa sera?

GIUSEPPE                            Hai voglia di spiegarmelo?

ANTONIO                            si, credo che te lo devo …

                                               Ci sono molte cose in questo momento della mia vita che non vanno come vorrei …

                                               Ci sono mille pensieri che mi schiacciano e, spesso ho pensato di farla finita …

                                               Questa sera, entrando in chiesa, volevo chiedere un aiuto, un ultimo tentativo di raddrizzare la mia vita, in caso contrario …

GIUSEPPE                            ti saresti tolto la vita …

ANTONIO                            si …

GIUSEPPE                            La vita è il dono più grande che abbiamo, il suicidio è solo un gesto egoista e vile

ANTONIO                            vile?

GIUSEPPE                            Si, scappare dalla vita è solo vigliaccheria

ANTONIO                            ma ci vuole coraggio per farlo

GIUSEPPE                            ce ne vuole di più per vivere, quando i problemi ci sembrano così grandi che non vediamo il domani

ANTONIO                            si, ma … la disperazione ti porta a pensarci …

GIUSEPPE                            tu ci hai pensato, poi sei entrato in chiesa per chiedere aiuto

ANTONIO                            si

GIUSEPPE                            Sei ancora intenzionato a toglierti la vita?

ANTONIO                            no

GIUSEPPE                            vedi, Dio ti ha ascoltato

ANTONIO                            Dio mi ha mandato te, tu mi hai ascoltato

GIUSEPPE                            Ho camminato per tre ore prima di entrare in questa chiesa, credi che Dio mi abbia guidato?

ANTONIO                            non lo so, ma di certo l’averti incontrato mi ha cambiato la prospettiva

GIUSEPPE                            Bene, sono davvero contento.

                                               Ora ti saluto, amico mio, torno sui miei passi, la vita continua…

ANTONIO                            Spero di rivederti presto, Giuseppe

GIUSEPPE                            se, per molte persone io sono invisibile, tu hai il cuore aperto per vedermi

Saluta, si mette i guanti con le dita bucate e se ne va

Antonio lo guarda uscire, poi accende l’ennesima candela, si inginocchia davanti al crocifisso e comincia a pregare

ANTONIO                            Padre nostro,

che Sei nei cieli,

sia santificato il Tuo nome,

venga il Tuo regno,

sia fatta la Tua volontà,

come in cielo e così in terra,

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

e rimetti a noi i nostri debiti

come noi li rimettiamo ai nostri debitori

e non c’indurre in tentazione

ma liberaci dal male.

Amen

Appena finisce la preghiera si sente una voce.

Antonio non sa chi stia parlando, si alza spaventato, anche se la voce sembra quella di Giuseppe

VOCE                                    Allora, era solo nascosto dentro di te il Padre Nostro

ANTONIO                           chi c’è?

Antonio si guarda in giro, non riesce a capire da dove viene questa voce

VOCE                                               Non cercare in giro, ascolta solo il tuo cuore

Antonio alza gli occhi verso il crocifisso e si rimette in ginocchio

ANTONIO                           No, non è possibile

VOCE                                               come, Antonio, non credi più nemmeno al tuo cuore?

ANTONIO                            Il mio cuore mi dice che Gesù mi sta parlando, ma la mia mente mi continua a ripetere che non è possibile

VOCE                                    Quante volte, hai chiesto un segno?

Quante volte hai pregato per avere delle risposte?

ANTONIO                           Tante volte, Signore

VOCE                                               Ora ti faccio una domanda io …

ANTONIO                           si, Ti ascolto

VOCE                                               Quante volte hai sentito dire che Dio è in ogni cosa del creato?

ANTONIO                           Tante volte, Signore

VOCE                                    La tua vita è un dono importante, Antonio, non te lo dimenticare mai, nemmeno quando verrai chiamato per raggiungere i tuoi genitori.

Non dimenticarti di vivere ogni giorno ringraziando Dio per il dono che ti ha fatto.

Non dimenticarti di ringraziare Dio per tutto quello che ti ha donato.

ANTONIO                            Mio Signore, quel clochard mi ha aperto gli occhi, mi ha aiutato a capire che sono un uomo felice, che la mia tristezza era provocata da una visione contorta della realtà, sono cambiato grazie a quell’uomo

VOCE                                    Adesso vai, Antonio, ma ricordati che tante volte, Dio ti è seduto vicino e tu, piccolo uomo, nemmeno te n’accorgi …

ANTONIO                            ma allora … cavoli …

Antonio in quel momento capisce che il clochard non era quello che sembrava, si fa il segno della croce ed esce dalla chiesa con un’espressione di gioia negli occhi.

Dalla penombra, dietro al crocifisso esce Giuseppe, guarda verso l’uscita e poi, verso la platea

GIUSEPPE                            Dio è in ogni cosa del creato ed oggi, mi ha aiutato a far tornare sulla retta via un povero cristiano dal cuore puro.

Si siede sulla panca e comincia a rollarsi la solita sigaretta

                                               Pensate che fargli credere di aver parlato con Dio sia stata una cattiveria?

                                               Io credo di no, penso che Antonio vedrà sempre la vita in modo corretto, sempre il bicchiere mezzo pieno.

                                               Il dolore fa parte della vita, non si può imputare a Dio tutto quello che di brutto ci succede e dimenticarci di Lui per tutte le cose belle di cui ogni giorno godiamo.

                                               Il mio piccolo trucco, lo ha aiutato a trovare la fede che era solo, come dire, “impolverata” dentro di lui.

La sigaretta è pronta, la mette al lato della bocca

GIUSEPPE                            Vado a fumare una paglia … perché in fondo la vita è come una sigaretta:

“Si consuma in fretta e spesso fa molto male”

Saluta ed esce di scena

FINE