IL RACCONTO DI PRISCILLA
PRISCILLA MAPPLE E IL DELITTO DELLA II C
– Intendo dire – disse Alice – che uno non
può fare a meno di crescere.
-unoforse non può – disse Dumpty
Dumpty – ma duepossono. Con un aiuto
adeguato, tu avresti potuto fermarti a sette
anni.
(LEWIS CARROLL )
Vi e mai capitato di sentirvi vecchi mille anni, avendo già
visto e vissuto tutto ciò che è possibile su questa terra, e im-
maginare tutti uguali in fila i giorni che verranno, copie sbia-
dite di un unico giorno consumato e 1ogoro?
Vi e capitato? Beh, certo non pretendo di essere la sola.
Ma io ho dodici anni. Non e un po' presto?
La mia era una classe della scuola più esclusiva della città. San-
gue nobile e ricchi plebei, aristocratici e solvibili avevano la
convogliato la miglior prole. Eppure non aveva visto la luce
nessun Blaue Reiter o via Panisperna o Parnasse, nessun mo-
vimento era nato se non quello eterno della testa delle gemel-
le Secchia che annuivano in sincronia dal primo banco. An-
nuivano sempre: qualsiasi cosa 1'insegnante dicesse, anche
"che caldo oggi", "che stronze che siete", loro erano d'ac-
cordo. (le gemelle annuiscono)
Nel banco dietro alle gemelle, stremate da due oré di pette-
golezzi e due di tema, si poteva ammirare un'altra coppia di
fanciulle, occasionalmente silenziose. A sinistra Lavinia, detta
tacchinella per la gradevolezza della sua voce, non geniale in
materie umanistiche, ma grande intenditrice di jeans e scarpe.
A destra Boba, biondastra e abbronzata, campionessa di ten-
nis, di nome intero Roberta Torroni del Aialcello, la quale a do-
dici anni aveva già al suo attivo diverse plastiche al naso.
Nel banco dietro, Io, florida e solitaria Priscilla Mapple, ge-
nio perverso, temutissima dagli inscgnanti, otto in tutté le
materie ma purtroppo senza fatica alcuna, grande lettrice di
gialli e dotata di quell'intelligenza naturale e ironica che fa
incazzare i professori specie se uomini.
Dietro di lei Maria Cristina, detta impietosamente Cro-
stina per i brufoli, alta e seria, destinata a un futuro di magi-
strata. Al suo fianco Rosabella, tredici anni di sex-appeal, mi-
nigonne di cuoio e calzine fumé, uno stuolo di pretendenti
dai dodici ai venti anni, più due bruti fuori quota.
Nella fila destra, 1'onor virile. In prima fila Saverio detto
Ciccio, detto Ridimmelo, perché non capiva mai la prima
Volta.
Ciccio – Cosa?
Nel secondo banco Giorgino figarino, elegante in com-
pleto di camoscetto, fidanzato di Lavinia, ma si dice la tradi-
sca con una quattordicenne di Firenze ramo boutiques. Al
suo fianco Éttorino Assianatis, assai biondo e ricco e cattolico
famoso per le sue cartelle di cuoio da mezzo milione.
Nel banco dietro Leopoldo Lollis, primo della classe,
esperto del ramo computer e nemico giurato di Priscilla. Al
suo fianco René la Ranocchia, lo scolaro piu raccomandato
d'Europa, occhialuto e triripetente, figlio di industria con-
serviera.
Dietro a tutti Carletto, detto il Kid. Capitatoli ameta tri-
mestre per chissà quale disguido. Teppista e autostoppista,
senza alcuna tradizione né intenzione di studio, bruno col
ciuffo, l'unico che a Priscilla piaceva, anche se non tanto da
essere un vero rivale delle meringhe.
Tutta qui la seconda C. Assenti e non rimpianti una ma-
lata e un vacanziere. Classe nuiosa, contormista e consona ai
tempi.
(tira fuori da sotto il hanco il suo album e si mise a 2isegnare.
Prof– Cosa fa la signorina? non si degna di seguire?
P– Disegnavo
Prof– Ah si? E cosa?
P– Dinosauri.
Prof– Dinosa uri?
P– Per la precisione uno stegosauro.
Prof– E posso chiederle perché?
P– Lei sta parlando di antichita e mi sono venuti in mente
loro.
Prof– Tu sai Priscilla – intono il prof – che quando c'érano i
dinosauri I'uomo non c'era?
Ecco che comincia. E allont Vivevano benissimo lo stes-
so, i dinosauri. Mangiavano spinaci, erbette o quello che c'e-
ra e non dovevano alzarsi alle sette la mattina per sentirsi
spiegare la preistoria. La imparavano da soli.
Prof– E chi di voi sa perché si estinsero i dinosauri.
Ciccio– Erano troppo grossi?
Prof– Anche. Ma non solo. Priscilla, Io sai perché?
P– Perché non c'era il WWF?
Prof– Sempre spiritosa... Dimmelo tu Lollis,
Figuriamoci. Si e acceso il juke-box.
Lollis- Dunque professore come lei saprà
ci sono diverse teorie, la piu recente sostiene
che un grosso corpo celeste, entrando in contatto con la no-
stra atmosfera...
P- (Priscilla lascio andare il capino sul banco). All'ultima ora
i minuti sembrano ere geologiche. Mancano quattro giurassi-
ci e un cretaceo alla fine. Dio, manda un corpo celeste ed
estingui i profosauri. Due ore di matematica due ore di tema
e adesso Lollis che ci riassume la Creazione. Nessuno uscirà
vivo da qui.
(suona la Campanella!)
P- O suono stupendo! Gargarismo d'angelo! O corpo cele-
ste! tutti liberi!
Lavinia– Oggi queste cinque ore loffie proprio non passavano mai.
Rosabella– Proprio da sclero, ancora un po' mo-
rivo dalla noia, vero Priscillona?
P– Non più noioso di ieri
( vede il Kid che non si è ancora alzato dal banco.
Tiene la testa appoggiata al muro, coi soliti
occhiali neri. Priscilla lo scrolla per un braccio.)
P– Ehi Kid , scampato pericolo, è finita.
Puoi svegliarti ora... Kid,
(La testa del Kid precipito sul banco con un rumore sor-
do.)
P- Il Kid è morto !
(siamo in classe alcuni minuti più tardi; priscilla parla
mentre la classe è immobile)
Alle tre del pomeriggio tutti i ragazzi erano ancora in
classe. Meno il Kid naturalmente. Non sembravano sconvol-
ti, tutt'al piu eccitati. Gli unici davvero tristi erano Priscilla e
Ciccio. (Anche il cuore abbonda nei grassi.)
Ciccio – (balbettando)Non ci credo , stamattina ci sia-
mo salutati e mi ha dato il suo solito pugno nelle palle.
P– Brutta storia (guardandosi intorno).
Giorgino– Forse e stata droga... mi sa che si drogava
Ranocchia– Yo , ho sentito il professore parla-
re con il commissario. E morto avvelenato.
Ciccio– Si e ammazzato?
Ranocchia– Questo non si sa.
Gem1– Perché non ci fanno andare via?
Gem2 – (annuendo) Via?
P– Deve dirlo il commissario.
(avanza il commissario )
Commiss- So che vorreste tornare a casa, ragazzi ,
ma prima abbiamo bisogno del vostro aiuto. Il vo-
stro compagno ha ingerito del veleno... vorremmo sapere se
qualcuno di voi lo ha visto mangiare qualcosa... lei signorina
Sabelli che era la piu vicina.
(Rosabella si sistemo i capelli.)
– No... io poi non e che guardi molto...
(Brusio. Bugiarda. Certe occhiate da murena...)
R– ... lui comunque non faceva mai merenda.
Comm– Neanche neII'intervallo?
Ciccio– No , fumava.
Comm– Fumava cosa?
Ciccio– Fumava sigarette, cioè... quelle che si
fumano...
P– Fumava delle sigarette normali, gli avrete trovato il
pacchetto in tasca, no?
Comm– E non faceva mai merenda?
P– Mai visto.
– E oggi e successo qualcosa di strano durante le lezioni?
E’ entrato qualcuno? Avete visto Carletto uscire?
Giorgino– Nessuno, siccome c'era il tema, alla terza
oranessuno ha fatto intervallo. Qualcuno è
uscito un momento, ma Carletto non mi pare...
– E non avete notato qualcosa di strano.' Di insolito.' –
disse il commissario.
Gem1– C'erano molte mosche ( Poi annuì)
Gem2– Moltissime ( Poi annuì)
Ciccio– A un certo punto hanno tirato un sasso-
lino contro il vetro, là fuori. Ce ne siamo accorti tutti.
Giorgino– Per la verità , quando il Kid è entrato sta-
mattina era molto palliJo... gli ho chiesto come si sentiva... e
ha detto "bene"... ma non un "bene" convinto, e poi...
P– Non la ascolti, e una balla , se le da cor-
da ci ta uno show di un'ora.
Prof– Signorina .Mapple ci risparmi le sue solite ironie
Comm– Allora, ricordate se ultima mente Carletto
aveva litigato con qualcuno? Se aveva delle antipatie.'
Tutti zitti, Ipocriti. Non andava d'accordo con nessuno il
Kid. Sopportava solo me e Ciccio. Allievo diffficile, qua-
si un disadattato, diceva il suo profilo scolastico. Io in-
tanto stavo per entrare silenziosamente in azione.
( Si chinò a raccogliere qualcosa. Gli
altri ragazzi gironzolavano nervosi. L'eccitazione stava sva-
nendo per far posto a una vaga paura. Il prof si lamentava
con il commissario.)
Prof– Sono due ore che li tratteniamo... lei mi capisce, i geni-
tori telefonano ... sono genitori importanti, questa non e una
scuola qualsiasi.
Comm– Tra mezz'ora li lascio andare. Vado a parlare con la
professoressa di italiano. (esce)
Ciccio– Priscilla, secondo te chi pensi chi sia stato... cioe anche
uno di noi pensi che possa?
P-Non era la stanchezza, Anche quando era in forma sma-
gliante parlava cosi.
P– Caro Ciccio (mettendosi le mani a cop-
pa sotto il mento in atteggiamento pensoso) – secondo te chi
di noi poteva avercela col Kid?
Ciccio– Non lo so.
P– Tutti!
C– Eh, merda!
P– Vediamo caso per caso. Le gemelle: il Kid le chiamava
le sorelle sissignore e diceva che in due non facevano un cer-
vello. Lavinia; fu lei a proporci di firmare una richiesta per
mandare via quel "cafone insopportabile". E se ricordi, il
mese scorso il Kid disse a Boba che suo padre era un arric-
chito di guerra. E Boba gli tiro una scarpa. Una scarpa firma-
ta ma sempre una scarpa. E Rosabella... la nostra vamp?
C– Forse avevano avuto un flirt e lei non voleva farlo sape-
re...
P– Elementare, Ciccio... oppure Maria C:ristina... sernpre
all'ombra di Rosabella, innamorata del Kid senza speranza: o
mio o di nessuna.
C– Eh, merda (ribaìi il Ciccio eccitato. )
P– Passiamo al settore maschi. Giorgino il figarino. Una
volta hanno anche fatto a botte, se ricordi, giù alla pallavolo.
E Ettorino? Sembrava che lo odiasse ma poi ogni tanto se lo
palpava.
(Il Ciccio fa una bocca come una carpa.)
P– E la Ranocchia? Quante pacche sulla testa si e presa dal
Kid. E si voltava e ringhiava; smettila o ti ammazzo. E Lollis?
Neanche lo guardava, penso che solo sentire il suo respiro
alle spalle lo disgustasse. E quanto a te Ciccio...
C– Io. E perché?
P– Pérché sei grasso e brutto e lui era magro e bello...
C– Allora anche tu.
P– No, io sono grassa e di eccezionale bellezza.
C– Mi stai prendendo in giro.
P– Certo ( alzandosi in piedi e stirandosi)
Cosa credi, che si ammnzzi per cosi poco?
Comm– Allora Priscilla... mi dicono che sei una ragazzina molto
sveglia... hai niente da dirmi?
Ciccio– Ha scoperto chi di noi e l'assassino?
Comm– Priscilla (risatina) spiegami perché dovrebbe
essere uno di voi.
P– Se no perché ci tenete qui? E perché avete chiuso il
portone della scuola? Non ho ancora visto uscire nessuno.
Vuol dire che avete accertato che il Kid e stato avvelenato
durante le ore di lezione, non e vero?
(Il commissario si siede stupito.)
Comm– Ebbene si. Secondo iI medico legale il veleno e stato in-
gerito in un periodo tra le undici e mezzogiorno... è un vele-
no che agisce in un'ora circa...
P– Si chiama curarina?
Il commissario impallidì.
Comm– Potrebbe essere... perché?
P– Ho letto qualcosa del genere. Addormenta poco alla
volta, in modo quasi indolore. Il Kid non si e neanche lamen-
tato, e rimasto li senza che ce ne accorgessimo. Dormiva qua-
si sempre 1'ultima ora.
Comm– Aspettiamo le analisi... potrebbe essere, e cosa altro
puoi dirmi?
P– Che siete nella merda. Il Kid non e uscito di classe in
quell'ora, quindi lo ha preso qua dentro. Secondo voi Io ha
fatto di proposito?
Comm– Pensiamo di si. Suicidio.
P– Invece no (sbadigliando)
Comm– Mi stai prendendo in giro?
P– Se lo crede, come non detto.
Comm– no, continua...
(Il prof cammina su e giù p0er la classe, agitatissimo )
P– D'accordo. Lei prima mi ha chiesto se oggi avevo nota-
to qualcosa di strano. Vede, io a scuola mi annoio molto...
Comm– Non capisco cosa c'entra.
P– Commissario, se un lago e tranquillo e uno ci butta una
pietra, tutti lo notano, no?... cosi se uno si annoia ogni picco-
la cosa che accade, ogni cosa che rompe la noia... pluf... ti
colpisce.
Allora, oggi nel lago di noia sono cadute, anzi accadute
due cose, e proprio durante le ore del tema. Primo: il Kid per
tutta la prima ora non ha scritto. Faceva finta. L'ho guardato
due o tre volte e leggeva un giornalino.
Comm– Guardi sempre in giro durante il tema?
P– Lo finisco in venti minuti. Poi lo correggo un po' per
tar finta di lavorarci ancora. Cose di noi genii. Non penso che lei
possa capire...
Comm– Vai avanti (in tono scocciato)
P– Invece oggi c'era qualcuno che scriveva a velocita dop-
pia del normale, come se avesse una gran fretta... e non è uno
che lo faccia abitualmente.
Comm– Cosa significa?
P– Commissario mi meraviglio di lei. Se i1 Kid non scrive e
un altro scrive in fretta, si puo supporre che 1'altro sta scrivendo il
tema del Kid.
Comm– Beh, si. Si puo supporre.
P– Si puo! Poi e successa un'altra cosa... il sassolino alla
finestra... e vero, l'hanno tirato ma non da fuori, da dentro...
eccolo qui, l'ho trovato poco fa...
Comm– E cosa vuol dire questo sassolino?
P– Perché uno tira un sassolino contro una finestra, com-
missario? Per attirare 1'attenzione. Magari perché tutti guar-
dino li e non da un'altra parte. Tutti abbiamo guardato verso la
finestra e forse da un'altra parte stava succedendo qualcosa...
Tutti in coro– Cosa?
Comm– cosa succede mentre tutti voi guardate la finestra colpita dal sassolino?
P– Che qualcuno passa il tema al Kid.
Comm– Va bene... ma questo non e un delitto!
P– No, commissario. Ma se quel qualcuno e 1'ultima per-
sona al mondo che lei si aspetterebbe, uno che non aveva
nessun motivo per farlo? Cosa penserebbe?
Comm– Che è strano.
P– Un altro sassolino nello stagno... e proprio da qui ho
iniziato 1'indagine... li per 1i non ho notato il passaggio del
tema, ma ho notato che "qualcuno" continuava a scrivere a
gran ritmo... e io penso che se noi guarderemo il suo tema
sarà visibilmente scritto in fretta, ma non sarà lungo... poi
dalla quarta ora anche il Kid ha cominciato a scrivere a tutta
birra...
Comm– Va bene. Ma non esiste il reato di copiatura.
P-(Priscilla annuì)Vuole per favore mandare a chiamare la bibliotecaria?
Bibb(entrando subito di colpo) Eccomi qui! E’ già, infatti stavo origliand… cioè insomma eccomi.
(Priscilla contabulo con Iei. Quando la donna uscì, Priscilla
aveva sul volto un'esprcssione di trionfo. )
Comm– E adesso?
–Vuole convocare la Ranocchia…pardon ,l’alunno Rovelli
Renato ?
(ll super raccomandato arriva, pallido e torvo).
P– Posso farti una domanda Ranocchia?
R– A te non rispondo, vipera.
P– Allora riferirò le domande al commissario e te le farà lui…
(Ranocchia sgr~no gli occhi.)
R– Cosa i vuoi sapere?
P– Hai mai copiato, Ranocchia?
R– IO? Ma cosa ti salta in mente…
P– Visto che ti sei messo in banco col primo della classe...
R– Senti, bellina. Se lo vuoi sapere quando ci sono i compiti
io e Lollis mettiamo dei libri in mezzo, così non ci viene
neanche la tentazione... contenta adesso?
P– Lo sapevo ma volevo la conferma. Quindi tu non vedi
mai cosa Fa Lollis.
R– E lui non vede mai cosa faccio io
P– Non sa cosa perde. Me lo chiami, per favore?
(Ranocchia andò quasi di corsa in fondo all'aula e riferì. Il
primo della classe arrivò. Non un capello fuori posto. Si se-
dette rigido e sospettoso. Aveva visto l'ascendente che Pri-
sci1la aveva sui commissario. )
P– Ciao Lollo.
L– Non mi chiamare cosi.
P– Dottor Lollis, il tuo ultimo compito di matematica tré
giorni Fa non era un granché...
L– E a te cosa interessa.?
P– Voglio dire, strano da nove di media passare a un sette,
così...
L– Può capitare.
P– A te non dovrebbe capitare... Mi aveva molto stupito
quel voto... quasi come il sette che aveva preso il Kid.
L– Vedi?(sorride) delle volte va bene e delle volte
va male.
P– E perché lo hai fatto copiare?
L– Tu sogni!
P– Via.' Scommetto che se andassimo a rivedere i due com-
piti gli errori sono più o meno gli stessi.. non potevi far pren-
dere un nove al Kid, se ne sarebbero accorti... allora ti sei sa-
crificato... magari gli hai anche indicato dove cambiare qual-
cosina.
L– Non e vero... io non passo mai i compiti.
P– E io dico di si. Ho ripensato a quel compito, Lollis...
per uno come te era inammissibile fare quegli errori... e non
eri stupito né deluso quando hai preso sette... ora ricordo
bene... sai, i sassolini nello stagno...
L– I cosa,'
P– Niente. Cosi, hai deciso di aiutare il Kid... e di fargli an-
che il tema. Ti ho visto oggi, hai pedalato a scrivere per due
ore quando normalmente te la cavi in poco piu di una... sei
un orologio Lollis... e allora perché ti sei messo a cambiare
gli orari?
L– Stai farneticando, Commissario, non
mi dica che devo ancora risponderle.
Comm– Si che deve.
L– Non hai prove.
P– E vero, prove non ne ho... voglio dire, due compiti di
matematica quasi uguali e un tema scritto molto in fretta
sono una cosa strana per te Lollis ma". ci vorrebbe, che ne
so, la brutta copia del tema passato al Kid... oppure...
(La bibliotecaria arriva in quel momento con un volume:
era un libro di chimica per I'Università.)
P– Quanto hai in scienze Lollis?.
L– Nove.
P– Beh certo, se leggi dei libri cosi sei dieci anni avanti a
noi – rise Priscilla – so che sei molto piu bravo di me in scien-
ze... e che tuo zio e un famoso biologo.
L– Come lo sai?
P– mte lo hai detto tu. Ti vanti spesso delle tue parentele,
dottor Lollis. Ecco un altro sassolino che mi e tornato in
mente. Due settimane fa tu leggevi questo libro, nell'inter-
vallo in giardino. Allora non mi sembro strano. Anch'io mi
porto a scuola Poe e la zia Agatha... lo hai preso in prestito
dalla biblioteca della scuola, vero?
L– Lo sai benissimo. E allora? L'ho regolarmente richiesto.
P– Certo, certo – disse Priscilla sfogliando il libro con non-
curanza – e un libro dove si parla molto di veleni, no? guarda
qui, c'e un intero capitolo. Li tieni bene tu i libri, Lollis...
sembra nuovo... Anzi, guarda caso, e nuovo. E un'edizione
di quest'anno... sei generoso Lollis... prendi in prestito i libri
vecchi e ne riporti dei nuovi!
(Lollis comincio a tormentarsi nervosamente gli occhiali. )
L– Che cosa vorresti dimostrare?
P– Lollis'. Non c'era nessun motivo perché tu aiutassi il
Kid. Non sei il tipo. Non hai mai aiutato nessuno e piuttosto
che farti copiare una riga mureresti il banco. Odiavi il Kid,
percio, se l'hai aiutato, avevi un piano. Hai guadagnato la sua
fiducia offrendogli il compito di matematica. Poi gli hai pas-
sato il tema. E lo hai ucciso!
(Lollis si alzo in piedi pallidissimo.)
Comm– Piano signorina, piano, at-
tenta a quello che dici.
P– Io sto sempre molto attenta ( e sventola
do un foglio) – guarda il tuo tema di oggi Lollis, corto corto e
scritto con la biro.
L– Dove lo hai preso?
P–Mi sono permessa di perquisire la borsa del professore
di italiano ( ghigno Priscilla) Allora, come mai non hai usa-
to la tua bella stilografica.?
L– (quasi piangente e rabbioso) Perfida, mio padre
ti denuncerà.
Comm– Priscilla, ora stai esagerando vorresti per tavore dirmi come lo avrebbe ucciso?
P– Col tema.
L– Tu sei pazza.
P– Con la brutta copia del tema. Hai mescolato la curarina
all'inchiostro della stilografica. Hai scritto il tema per il Kid.
Prima gli avevi detto: io te lo passo, ma giurami che dopo
aver copiato distruggerai il foglio... e da che mondo e mondo
e che scuola e scuola le brutte copie compromettenti si di-
struggono in un solo modo: mangiandole.
Comm– Continua
P–Non è difficile immaginare cosa è successo. Tu dici al
Kid: te lo passo solo se giuri di mangiare subito la brutta co-
pia, se no non ti passo più niente. Con un tipo come te, certo
il Kid non si stupisce della richiesta. Fai la prova col compito
di matematica. Una velina sottile, quei fogli che ti ho visto
usare spesso. E il Kid manda giù.E anche con il tema obbe-
disce... e ingoia il veleno.
L– Dimostralo.'
P– Dov'è la tua bella stilografica Lollis? Perché alla prima
ora 1'avevi, te 1'ho vista.
L- (balbettando)– Non la trovo più... credo di averla persa.
P– Ma guarda... l'ordinatissimo Lollis perde la stilografica
e non si preoccupa, non la cerca, non chiede se qualcuno I'ha
vista! Io invece credo che la troveremo la stilografica, forse
giù in giardino, sotto una finestra... quella la in fondo, dove
stavi appoggiato prima.
(II commissario si avvicina alla finestra)
L– E spiegami un'altra cosa, Lollis, perché hai preso un libro
vecchio dalla biblioteca e ne hai riport.ato uno nuovo? Te lo
dico io, Lollis. Dammi un tuo libro: vedi, e tutto sottolineato,
tu hai questa mania,
se no non riesci a studiare... e non sarebbe stato bello ripor-
tare indietro un libro dove erano sottolineate le parti che ri-
guardavano i veleni!
(Lollis china la testa. Ansima leggermente.)
P– Cosi se non ti basta il tema, il libro, Li stilografica, dicia-
mo che se con l'autopsia troveranno della carta nello stoma-
co del Kid, questo particolare assumerà un nuovo aspetto.
Non penseranno solo che era la sua merenda preferita. E di
sicuro troveranno della curarina nella casa di tuo zio. E se
vuoi che continui...
(il commissario guarda giù in sala ed esorta uno spettatore ad allungargli una penna stilografica che si trova a terra)
P– Sei fortunato, hanno trovato la tua stilografica!
L (piangendo)– Stronza, stronza, hai rovinato tutto.
(Priscilla da le spalle alla sala)
Comm– Ma perché?
(Lollis non risponde.)
P– Immagino sia per quella storia della media dei voti, no?
quella per cui facevi tutti i giorni i calcoli sul tuo diario.
L– Si, senza il Kid potevamo essere i miglio-
ri della scuola... avevo fatto bene i conti... senza i suoi tre e
quattro avevamo la media migliore. Con lui in classe non
avevamo nessuna speranza di andare al concorso nazionale.
Comm– Quello delle classi modello?
L– Si, lui... non c’entrava niente con noi...
cosa serve studiare tanto se poi un cialtrone qualsiasi ti rovi-
na tutto... innervosiva i professori, faceva perdere tempo...
eravamo una così bella classe...
(Il commissario fece una carezza a Priscilla.)
Comm– Devo dire che in un primo momento erav amo proprio
indirizzati verso 1'ipote.si del suicidio... Beh. certamente
dopo avrremmo avuto dei sospetti.
P– Non ne dubito
Comm– Grazie di tutto.( stringendo 1a mano a Priscilla)
Beh, signorina... sarei contento di avere una figlia come
te... sebbene... no, non ne sono proprio sicuro.
P– E più o meno quello che pensa il mio papà!!.