Promesse promesse

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PROMESSE, PROMESSE

PROMESSE, PROMESSE

di Neil Simon

Personaggi:

CHUCK BAXTER, impiegato di banca

FRAN KUBELIK, sua collega

MR. SHELDRAKE, capo del personale

MR. DOBITCH, capo divisione del settore Mutui e Prestiti

SYLVIA GILLHOOLEY, amica di Dobitch

EDDIE, barista

MR. KIKERBY, capo delle Relazioni Pubbliche

MR. EICHELBERGER, capo dell’ufficio Pianificazione e sviluppo

DR. DREYFUSS, vicino di Chuck

3 RAGAZZE

MR. VANDERHOF, capo dell’Ufficio Reclami

INFERMIERA

DOTTORE

MISS OLSON, segretaria di Sheldrake

MARGE, ragazza del bar

DIRETTORE DI SCENA

REGISTA

KARL, fratello di Fran

ATTO PRIMO

SCENA I

Chuck è alla sua scrivania, sta lavorando con una calcolatrice. Alza lo sguardo e si accorge del pubblico.

CHUCK - Il principale problema nel lavorare come contabile per una banca che ha 31.259 dipendenti solo negli uffici di New York è che ci si sente dannatamente insignificanti. (Si rimette a lavorare, poi si ferma nuovamente) Non che io non abbia ambizioni. Io ho ambizioni… Come vedete sono le 17 e 40 e tutti sono andati a casa alle 17 e 30, ma io sono rimasto. Mr. Sheldrake, il capo del personale, non esce prima delle 17 e 40 e penso non sia male se, passando, mi vedrà ancora al lavoro. (Sheldrake entra, gli passa davanti per andare all’ascensore) Buonasera, Mr. Sheldrake… Come sta, Mr. Sheldrake… La vedo proprio bene, Mr. Sheldrake… (Sheldrake esce) Spero di rivederla presto, ossequi Mr. Sheldrake. Se non ve ne foste accorti… sono il tipo di persona di cui non ci si accorge… Mi piacerebbe sedermi lì con voi, darmi un’occhiata e capire cosa c’è che non va. (Gira dietro la scrivania e si mette la giacca) Comunque c’è qualcuno qui intorno che ha capito che non sono solo una macchinetta calcolatrice… Come quella graziosa ragazza che lavora al bar degli impiegati: Fran Kubelik… Lei mi ha notato… (entra Fran) Oh, Miss Kubelik… ha lavorato fino a tardi stasera.

FRAN - Buonasera, Chuck. Si, avevo qualche cosetta da sistemare e… Oh, Chuck, queste sono solo scuse, mi sono fermata perché volevo vederti, non è un segreto… Sono pazzamente attratta da te e tu non mi guardi neppure… Vieni andiamo a bere qualcosa insieme…

CHUCK - (Alza una mano) Alt! Un momento! (Fran si blocca, Chuck si rivolge al pubblico) Non è vero. Non ha mai detto queste cose. Posso prendere in giro me stesso, ma non c’è motivo di mentire a voi. La verità è che in questo ufficio non c’è molto da fare, così a volte mi sogno le conversazioni… (Guarda la ragazza, poi il pubblico) Non potete biasimarmi, vero? (sospira) Quello che disse realmente fu…

FRAN - Come va, Frank?

CHUCK - Chuck, Chuck Baxter!

FRAN - Oh, già, scusi.

CHUCK - Non c’è problema. Come vanno le cose al bar?

FRAN - Bene. Non l’ho vista la scorsa settimana, è stato ammalato?

CHUCK - No, c’ero. Solo non mi ha visto. Senta, mi chiedevo, se non ha fretta di tornare a casa, se…

FRAN - Mi dispiace, ho moltissima fretta, arrivederci.

CHUCK - …non le andasse di bere qualcosa. (Al pubblico) E voi? Al momento non state facendo nulla d’importante, vero? Dopo il lavoro di solito vado a farmi un goccio da Eddie. (Le luci rivelano un bar, pieno di fumo e di gente, qualcuno balla, Chuck entra)

SCENA II

CHUCK - Ehi, Eddie. Una birra! (Eddie versa la birra che comincia a passare da una mano all’altra, sopra le teste, sempre eludendo Chuck; quando alla fine riesce ad agguantarla un cliente ci spegne dentro una sigaretta. Intanto un uomo ben vestito, sui 50, fende la folla trascinandosi dietro una ragazza)

DOBITCH - Baxter! Baxter!

CHUCK - Buonasera, Mr. Dobitch. (Al pubblico) Il capo divisione del settore Mutui e Prestiti, una persona molto importante.

DOBITCH - Chuck! Come va?

CHUCK - Bene, Mr. Dobitch. Come mai da queste parti? (Al pubblico) Ve lo dico io cosa ci fa qui: certi uomini sposati fra i 45 ed i 55 trovano le ragazze fra i 21 ed i 30 molto più attraenti delle loro mogli, ecco cosa ci fa qui.

DOBITCH - Un salto per una birra. Sylvia vorrei presentarti un giovane, promettente collega, Chuck Baxter, dell’Ufficio Contabilità. Chuck sono lieto di presentarti Miss Gillhooley dell’Ufficio… del centralino.

CHUCK - Hello.

SYLVIA - Lietissima di fare la connessione. (A Dobitch) Sono quasi le 8… andiamo o non andiamo?

DOBITCH - Calma, zuccherino, ci sto provando. (A Chuck) Baxter, posso parlarti un attimo da uomo ad uomo?

CHUCK - Ma certo Mr. Dobitch, sono felice che mi voglia considerare sotto questo aspetto.

DOBITCH - (Lo prende da parte) Ti tengo d’occhio da un po’, Baxter… Il lavoro non ti spaventa, sei un giovane ambizioso con un appartamento sulla 65a, vero?

CHUCK - Ce la sto mettendo tutta, Mr. Dobitch.

DOBITCH - E l’appartamento?

CHUCK - Si… un posticino, una camera da letto, nulla di cui valga la pena parlare.

DOBITCH - Invece mi piacerebbe parlare proprio di quello. La ragazza che è con me non si sente tanto bene.

CHUCK - Mi dispiace. Posso fare qualcosa?

DOBITCH - La verità è… che avrebbe bisogno di stendersi, per 45 minuti, un’ora al massimo

CHUCK - Davvero?

DOBITCH - Vive così lontano, in quel quartiere così stressante come si chiama Bronx

SYLVIA - Brooklyn

DOBITCH - È così lontano Brooklyn e non abbiamo un posto dove andare.

CHUCK - Per cosa?

DOBITCH - Si deve stendere…

CHUCK - Capisco Mr. Dobitch, ma io stavo giusto andando a casa. Sto imparando a giocare a tennis e Canale Tredici stasera trasmette la lezione sul rovescio…

SYLVIA - (Ad esclusivo beneficio di Chuck, ma simulando male) Ohhh, come mi sento male.

DOBITCH - Si sente male. (Le prende la mano) Ha la febbre alta.

CHUCK - (Cercando in tasca la chiave) Bene. Se pensate che non ci vorrà più di un’ora.

DOBITCH - Nelle sue condizioni, forse solo trenta minuti.

CHUCK - Ecco la chiave: 19 Ovest 65a strada, secondo piano.

DOBITCH - Non lo dimenticherò, Baxter.

CHUCK - C’è dell’aspirina nell’armadietto del bagno e del tè in cucina… e se non bastasse il mio vicino è un medico. (al pubblico) Non avevano bisogno di un medico, dell’aspirina o di qualsiasi altro dannatissimo accidenti del genere. Mr. Dobitch curò Sylvia con una delle mie bottiglie di vodka e con qualche disco. (Si sdraia su una panchina) Il giorno dopo la ragazza stava bene, ma doveva avere qualche strana malattia periodica perché si ammalò regolarmente tutti i martedì sera dell’intero mese seguente. Ma le cose si stavano muovendo. Mr. Dobitch mi presentò a Mr. Kikerby delle Relazioni Pubbliche… la qual cosa significò che dovetti passare in giro tutti i mercoledì sera mentre lui si portava il lavoro a casa… mia.

Kikerby - Forza Ginger, muoviti!

RAGAZZA 1 - Muoviti, muoviti prima mi fai fretta per venire qui, poi mi fai fretta per andar via!

Kikerby - Mi dispiace, ma stasera non posso fare tardi, ho appuntamento con mia moglie alle nove per andare dal consulente matrimoniale.

CHUCK - Dopo un altro mese non avevo ancora la mia promozione. Però Mr. Eichelberger dell’ufficio Pianificazione e sviluppo mi disse che stava cercando un giovane intelligente e volonteroso per il suo dipartimento… Anche i giovedì sera fuori di casa.

Eichelberger - Cosa ho fatto? Sono un uomo sposato con dei bambini, che razza di bestia sono? Un ipocrita, un bugiardo, un verme schifoso, ho perso ogni rispetto di me stesso.

RAGAZZA 2 - Ci vediamo mercoledì?

Eichelberger - Meglio giovedì.

CHUCK - Questa storia andò avanti per un paio di mesi. Tre sere la settimana gironzolavo come un’anima in pena da un cinema all’altro; una sera, disperatissimo, andai ad un ballo di studenti. Ora potreste chiedermi: “Non è moralmente sbagliato prestare il mio appartamento con la speranza che ciò mi aiuti nella carriera?” La mia risposta è “ Certo, ma cerco di non pensarci”. (Accende le luci, è nel suo appartamento, si guarda intorno disgustato dal casino) Dovrebbero avere almeno la cortesia di pulire… dopo. (Raccoglie alcune bottiglie vuote) Comincio a sentirmi una cameriera di un motel di quart’ordine.

DR. DREYFUSS - Hello Baxter, come va?

CHUCK - Salve Doc, riordinavo

DR. DREYFUSS - Mi chiedo come fai a stare ancora in piedi. Lo spazzino mi ha detto che l’unico posto dove raccoglie più bottiglie vuote è quel nuovo bar sulla 66a.

CHUCK - Io non bevo, è solo che ogni tanto invito qualche amico per un drink.

DR. DREYFUSS - A giudicare da quello che sento attraverso i muri si direbbe più che altro che inviti qualche amica e non solo per bere. A tre, quattro notti per settimana sarai morto entro agosto.

CHUCK - Chiedo scusa per il rumore.

DR. DREYFUSS - Ho parlato di te agli altri medici dell’ospedale. Tre di loro vogliono studiarti, quattro solo stringerti la mano.

CHUCK - Rimarrebbero delusi.

DR. DREYFUSS - Datti una calmata ragazzo, prendi qualche sonnifero.

CHUCK - Non mi sento stanco.

DR. DREYFUSS - Ma io sì! Sono sei settimane che non mi fai chiudere occhio!

CHUCK - (al pubblico) Divertente, vero? Tutti i vicini mi considerano il più grande tombeur de femmes di New York ed io passo le serate al cinema, da solo. (Prende una pillola) Almeno una notte di sonno. Suona il campanello

Vanderhof - Baxter? C.C.?

CHUCK - Si?

Vanderhof - Salve, sono Vanderhof, Ufficio Reclami. Qualche collega mi ha parlato di te e così sono passato a salutarti

CHUCK - Molto gentile da parte sua Mr. Vanderhof. Buonasera. (Cerca di chiudere la porta, l’altro lo trattiene)

Vanderhof - Un’ora ragazzo, è tutto quello che ti chiedo, solo un’ora. Sono stato fortunato oggi.

CHUCK - La sua fortuna è finita. (cerca di chiudere) Ho appena preso un sonnifero.

Vanderhof - Non capisci, è l’infermiera del mio dentista, la vedo solo due volte l’anno, non ti seccherò più fino ad aprile.

CHUCK - Questa l’ho già sentita.

Vanderhof - Mi hanno appena strappato un dente, devo riprendermi…

CHUCK - Ed io devo pensare alla mia salute, l’ultimo mio pasto caldo è stato il mese scorso, un sacchetto di noccioline tostate.

Vanderhof - Baxter, il mese prossimo si libera un posto di dirigente di secondo livello.

CHUCK - Promesse, promesse, sono stufo e stanco.

Vanderhof - Il tuo nome è in cima alla lista.

CHUCK - Un’altra promessa?

Vanderhof - Assolutamente no, è la mia parola d’onore. (Chuck apre la porta)

CHUCK - Ok, se non è una promessa, ma ho finito i liquori, il formaggio ed i cracker…

Vanderhof - Non ti preoccupare, per un’ora non posso mangiare niente. (Vanderhof Esce sul pianerottolo e fischia. Poi torna ed aiuta Chuck ad infilarsi l’impermeabile)

CHUCK - Ma perché non andate in un motel?

Vanderhof - Nessuna ragazza seria andrebbe in un motel con un uomo che ha conosciuto tre ore prima, la casa di un amico è un’altra cosa. Non puoi infilarti questo coso fuori? Se potessi rientrare fra due ore lo apprezzerei molto. (Fuori campo) Ed ora, Miss Krelinsky, facciamo un po’ di musica mentre discutiamo del mio ponte dentario.

DREYFUSS - (Fuori campo) Mildred! Di nuovo!

CHUCK - No, non proprio non sono contento di me, ma quando sarò dirigente di secondo livello mi riscatterò! Lavorerò senza respiro fino a tardi… le cose cambieranno… cambieranno…

SCENA III

CHUCK - (al pubblico) Se ne sono andati alle tre di notte. Non venitemi vicino, sono malatissimo. (all’infermiera) Mi chiamo Baxter, vorrei vedere il dottore.

INFERMIERA - Ha un appuntamento?

CHUCK - No, solo un raffreddore del tutto inaspettato, le giuro che non sapevo che stesse per arrivare.

INFERMIERA - Si sieda, il dottore arriverà subito.

CHUCK - Lo spero, ho quasi finito lo spray per il naso, ho anche la febbre, guardi. (estrae il termometro da sotto l’ascella porgendolo all’infermiera) 39,3, per favore me lo ridia, è l’unico che ho.

INFERMIERA - Non si preoccupi, il dottore ne ha uno, ora si sieda per favore.

DOTTORE - Le toglierò la medicazione domani, Mr. Vanderhof

CHUCK - Bene, grazie dottore.

DOTTORE - Non che siano affari miei, ma la sua ferita assomiglia moltissimo ad un morso. (esce)

CHUCK - Buongiorno Mr. Vanderhof.

VANDERHOF - Buongiorno Baxter, come va?

CHUCK - Lo sa benissimo che sono rimasto seduto su di una panchina nel parco fino alle tre del mattino, in una tempesta di neve, con indosso solo un maledettissimo soprabito buono per la nebbia di Londra, non per la neve di New York.

VANDERHOF - Mi dispiace.

CHUCK - E poi ha lasciato la chiave sbagliata sotto lo zerbino, ho dovuto dormire sotto il portico della sinagoga…

VANDERHOF - Pensa alla promozione. Ho parlato con il capo del Personale. Sheldrake in persona vuole parlarti… questa mattina.

CHUCK - Se sarò ancora vivo.

VANDERHOF - Intanto, prenotami per venerdì e compra qualche nuovo disco per favore, non è facile creare l’atmosfera giusta con i canti popolari della Lituania.

CHUCK - Nessuno userà casa mia fino a quando non avrò parlato con Sheldrake!

FRAN - Scusi, c’è il dottore?

CHUCK - Buongiorno, miss Kubelik

FRAN - Salve Mr… mmm…

CHUCK - John ah no, Chuck, Chuck Baxter.

FRAN - Certo, si… come sta?

CHUCK - Un piccolo raffreddore e lei?

FRAN - Sempre il solito vecchio problema, non riesco a mangiare, non posso dormire, penso sempre e solo a te, ti sogno, spero in ogni istante che mi chiami.

CHUCK - (Al pubblico) Scusate, non lo faccio più. (a Fran) E lei come sta?

FRAN - Un leggero caso di singhiozzo.

CHUCK - Devo avere le trombe di Eustachio intasate, non ho sentito cosa ha detto. (lei singhiozza) Grazie, ora ho capito. (al pubblico) Calmo, devo stare calmo, niente panico, ma non so più che dire. (a Fran) Così soffre di un leggero caso di singhiozzo.

FRAN - Già.

CHUCK - Capisco. (al pubblico) Non riesco ad andare avanti, sono bloccato…

FRAN - A proposito, sono stata promossa alla mensa dei dirigenti.

CHUCK - Congratulazioni.

FRAN - Non ci vedremo più al bar degli impiegati.

CHUCK - A meno che io non venga promosso a dirigente, possibilità non del tutto irreale… Scusi sto per starnutire. (singhiozzo, starnuto, starnuto, singhiozzo)

CHUCK - Dovremmo fondare un’orchestrina…

FRAN - Non capisco proprio come mi sia venuto.

CHUCK - Ho letto che le forti emozioni possono a volte provocare il singhiozzo. Ha avuto qualche emozione recentemente? Mi scusi non volevo ficcare il naso…

FRAN - Non si preoccupi, no, non mi sembra.

CHUCK - (Al pubblico) Sembra a me. In ufficio gira voce che si era immischiata con un uomo sposato, ma che ora è tutto finito. Voi per favore non dite niente. (a Fran) Ascolti non sono un dottore, ma forse dovrebbe distrarsi un po’.

FRAN - Come?

CHUCK - Pensando ad altro, creandosi un nuovo interesse. (al pubblico) Io! Io! Ti prego, che sia io!

FRAN - Per esempio?

CHUCK - Me! Cioè, volevo dire, prenda un uomo come me… Ho un mucchio di interessi… Passeggiare… curiosare… ciondolare in giro… Non ha un hobby?

FRAN - Da sola non mi piace far nulla.

CHUCK - Huh… Sono sicuro che c’è un mucchio di gente che vorrebbe fare cose con lei.

FRAN - Baxter? Mr. Sheldrake vorrebbe parlarle, signorina il dottore l’attende.

CHUCK - Sentito? È valsa la pena passare due mesi camminando in mezzo alla neve.

FRAN - Bene le auguro buona fortuna e grazie per aver cercato di aiutarmi, Louis.

CHUCK - Chuck.

FRAN - Ah già… scusi, spero di rivederla alla mensa dei dirigenti. (esce)

SCENA IV

Ufficio di J.D. Sheldrake.

MISS OLSON - Prego si sieda, Mr. Sheldrake sarà subito da lei.

CHUCK - Grazie.

MISS OLSON - E mi raccomando, calma.

CHUCK - Ma io sono calmissimo… (Miss Olson sorride ed esce, entra Sheldrake) Mr. Sheldrake? Mi hanno detto che voleva vedermi, sono Baxter… (Sheldrake si siede, prende un fascicolo e lo studia) Ufficio contabilità, Baxter, C.C.

Sheldrake - (mette giù le carte, si appoggia allo schienale e studia Chuck in silenzio. Chuck si agita nervosamente) Così lei sarebbe C.C. Baxter.

CHUCK - (Con un grande sorriso) Si, signore sono Baxter. (reprime uno starnuto)

Sheldrake - È forse un raffreddore quello che abbiamo lì?

CHUCK - Dove? Ah si, non ho dormito molto recentemente.

Sheldrake - Forse dovrebbe andare a letto prima.

CHUCK - Un ottimo consiglio, grazie Mr Sheldrake, ma il fatto è che ho trovato un piccolo lavoro extra per un paio di sere alla settimana. (al pubblico) Sono fritto…

Sheldrake - Un ragazzo ambizioso.

CHUCK - Si signore, ambizioso ed abile.

Sheldrake - Leale, pieno di risorse, disponibile?

CHUCK - Si signore.

Sheldrake - (guarda ancora il fascicolo) Questo è esattamente quello che pensa di lei Vanderhof, questo è il suo rapporto. (ne mostra altri) Anche Dobitch è dello stesso parere, Kikerby sostiene che lei gli è stato d’immenso aiuto, persino Eichelberger dice che lei è particolarmente abile ed intelligente, sono tutti entusiasti di lei…

CHUCK - (al pubblico) Hanno esagerato, ora vorrà sapere perché sono così popolare.

Sheldrake - Baxter cosa la rende così popolare?

CHUCK - Ecco… veramente, forse sarà perché… non lo so.

Sheldrake - Baxter, pensa che io sia uno stupido?

CHUCK - No! No, le ho dato l’impressione di avere questa impressione?

Sheldrake - Non sono uno stupido, so tutto quello che avviene in questo immenso palazzo, in ogni piano, in ogni dipartimento, in ogni stanza.

CHUCK - (Al pubblico) Per favore non innervositevi, se non state calmi, mi innervosirò anch’io. (a Sheldrake) Ogni stanza, signore?

Sheldrake - Due anni fa lavorava per noi un certo Fowler, anche lui era molto popolare… Aveva messo su un divertente giro di scommesse, simulando le corse sui nostri computer.

CHUCK - Assolutamente inqualificabile. Ma non capisco perché me ne parla, a me non piace scommettere.

Sheldrake - Ma forse le piace qualche altro gioco. (gli urla nelle orecchie) A quale gioco sta giocando Baxter?

CHUCK - Io? Signore, io?

Sheldrake - C’è una certa chiave che fluttua da un ufficio ad un altro, da Kikerby a Vanderhof, da Dobitch ad Eichelberger e poi da capo svolazzando come una piuma nella tempesta. Lei sa a chi appartiene questa chiave?

CHUCK - (al pubblico) State vedendo una persona in un grosso casino. (a Sheldrake) Dovrei?

Sheldrake - Si.

CHUCK - (al pubblico) Visto?

Sheldrake - Al “leale, pieno di risorse, disponibile, C.C. Baxter”.

CHUCK - Mr Sheldrake, mi lasci spiegare.

Sheldrake - Tenti.

CHUCK - Ecco… due mesi fa stavo tornando a casa, mi sono fermato un attimo per bere qualcosa da Eddie e per puro caso ho incontrato un nostro dirigente che aveva un insolito problema.

Sheldrake - La ragazza che era con lui stava male.

CHUCK - La ragazza che era con lui stava male, proprio così, scottava per la febbre, aveva solo bisogno di un posticino dove…

Sheldrake - …stendersi un attimo.

CHUCK - …stendersi un attimo. Ha indovinato di nuovo! Come potevo non dargli la chiave del mio appartamento? Da allora altri dirigenti hanno avuto una serie di insoliti problemi. Forse la cosa mi è un po’ sfuggita di mano. (Spruzza entrambe le narici con uno spray)

Sheldrake - Baxter, una banca non può permettersi di tradire la fiducia del pubblico, è d’accordo? (Chuck fa strane smorfie) Non è d’accordo?

CHUCK - D’accordissimo, solo mi sono appena spruzzato nel naso del collirio, pensa mi possa far male? No vero? Uno non può accecarsi il naso.

Sheldrake - Baxter, quanti membri ha questo piccolo club della chiave?

CHUCK - Solo quattro, quattro su 31.259, possiamo essere fieri dei nostri colleghi. (respira liberamente) Ehi! Il collirio funziona molto meglio dello spray nasale!

Sheldrake - Quattro mele marce in un barile possono far marcire tutte le mele, non importa quanto grande sia il barile, questa faccenda non deve assolutamente trapelare.

CHUCK - Si fidi di me signore, chissà se le gocce per il naso fanno bene agli occhi…

Sheldrake - Dov’è?

CHUCK - Cosa?

Sheldrake - Il suo appartamento.

CHUCK - 65a ovest, ma non si preoccupi cambierò serratura e toglierò il nome dalla cassetta delle lettere, tanto nessuno mi scrive.

MISS OLSON - Scusate, Mr. Sheldrake sua moglie vorrebbe sapere se tornerà a casa per cena.

CHUCK - No. Le dica che sono costretto ad accompagnare il direttore della sede di Detroit alla partita di basket. Tornerò tardissimo.

Sheldrake - Mi dica Baxter, le piace il basket?

CHUCK - Moltissimo signore.

Sheldrake - Che ne direbbe di andare a vedere la partita stasera?

CHUCK - Lei ed io? Ma il direttore di Detroit rimarrà delusissimo.

Sheldrake - Ho altri progetti per lui… e me. Lei può avere entrambi i biglietti.

CHUCK - Molto gentile, ma pensavo di andare a casa e riempirmi di aspirine fino agli occhi.

Sheldrake - Proprio non capisce, Baxter. Io non sto regalandole quei biglietti, li voglio barattare.

CHUCK - Barattarli? Ma cosa posso avere io che voglia lei? Non riesco… (capisce ed estrae la chiave) Questa?

Sheldrake - La prossima settimana ci saranno grossi cambiamenti nell’organigramma della Compagnia… (sorride) Ora metta giù la chiave e scriva l’indirizzo.

CHUCK - (esegue ma si sbaglia e tenta di scrivere con il termometro) Secondo piano… acc… ma è il termometro. 42? È la temperatura della tasca…

Sheldrake - Calma Baxter, e si ricordi: questo sarà il nostro piccolo segreto…

CHUCK - Non è necessario dirlo.

Sheldrake - È una ragazza molto carina.

CHUCK - Non mi riguarda signore e poi quattro mele, cinque, che differenza può fare?

Sheldrake - Si sbaglia Baxter: d’ora in poi ci sarà posto solo per una mela nel canestro, giusto?

CHUCK - Giusto. (Spot su Chuck. Al pubblico) Sentite, non dobbiamo giudicarlo troppo in fretta, si fa presto a dire che è un ipocrita, io non lo farò di certo, ma voi potete fare come volete.

SCENA V

FRAN - Buonasera.

CHUCK - Buonasera… Miss Kubelik! La stavo aspettando.

FRAN - Davvero?

CHUCK - Senza singhiozzo quasi non la riconoscevo… è guarita… superati i suoi stress emozionali?

FRAN - Per ora… e lei, la sua promozione?

CHUCK - Domani, tavolo per uno alla mensa dei dirigenti. L’insalata mi piace mescolata da sinistra a destra.

FRAN - Congratulazioni.

CHUCK - Grazie… Miss Kubelik, esiste una impossibile, improbabile, remotissima possibilità che le piaccia il basket?

FRAN - L’anno scorso Oscar Robertson aveva una media di 29 punti per partita.

CHUCK - Come fa a saperlo?

FRAN - Vivo in tre camere con un padre, un fratello ed un televisore.

CHUCK - Vorrebbe vedere la nostra squadra giocare nello splendore dei suoi 10 metri?

FRAN - Stasera?

CHUCK - Si. (estrae di tasca i biglietti)

FRAN - Mi dispiace stasera non posso, ho un appuntamento.

CHUCK - Il singhiozzo… allora è una cosa seria… scusi non mi riguarda.

FRAN - Per me era una cosa seria, per lui no.

CHUCK - Deve essere pazzo…

FRAN - Ormai è finita, ma mi ha chiamata per tutta la settimana… così ci vediamo solo per bere qualcosa.

CHUCK - Chissà che bell’uomo per averla interessata…

FRAN - Non mi interessa più, tu mi interessi, mi hai sempre interessata. Ti penso sempre, ti sogno, ti desidero…

CHUCK - Ok, dacci un taglio Chuck, nessuno vuol sapere cosa vorresti sentire. (al pubblico) Voi volete sapere cosa ha detto veramente, vero?

FRAN - Si, è proprio un bell’uomo, bene è tardi, arrivederci.

CHUCK - Buonasera. (al pubblico) Ero certo che non sarebbe venuta…

FRAN - A che ora comincia la partita?

CHUCK - Alle otto, ma non è detto che la si debba vedere tutta, tutte le azioni più belle sono quelle dell’ultimo quarto d’ora.

FRAN - Ci potremmo vedere all’ingresso alle nove.

CHUCK - Perfetto, così eviteremo la ressa di chi vuol vedere tutto.

FRAN - Ci vediamo alle nove.

CHUCK - Che ne dite, non è fantastica? Le piace il basket!

SCENA VI

Tavolini di un ristorante cinese, il posto è quasi vuoto, un uomo siede solo al tavolo d’angolo. Entra Fran che, senza guardarsi intorno, va direttamente a quel tavolo.

Sheldrake - Fran, Fran come stai?

FRAN - Bene, Mr. Sheldrake.

Sheldrake - Mr Sheldrake? Non mi chiamavi Jeff?

FRAN - Jeff è scomparso, non so dove sia finito, forse si è nascosto da qualche parte…

Sheldrake - Dammi il soprabito.

FRAN - Non mi fermo molto.

Sheldrake - Si è vero, non mi faccio vivo da due mesi… devo aspettarmi due uova in faccia?

FRAN - Sto aspettando la salsa.

Sheldrake - Mi manchi, tutte le notti provavo a chiamarti, cominciavo a comporre il tuo numero… poi a metà riattaccavo.

FRAN - Infatti sentivo delle interferenze, posso avere una sigaretta?

Sheldrake - Non ti ho mai vista fumare.

FRAN - Nuovo look, più vecchia, più saggia…

Sheldrake - Devi fare più esercizio, non puoi accendere il filtro.

FRAN - Già, se non te ne fossi accorto rivederti mi rende dannatamente nervosa.

Sheldrake - Me ne sono accorto e mi fa piacere, sei sempre più bella Fran.

FRAN - Grazie… e la famiglia?

Sheldrake - Ti disturba se ti faccio qualche complimento?

FRAN - Lo fai meglio di chiunque altro. Cos’hai in mente?

Sheldrake - In questi giorni non ho fatto altro che pensare a te.

FRAN - Carina come recita di Natale.

Sheldrake - (Le abbranca un braccio) Dannazione Fran, guardami!

FRAN - (Si divincola come morsa da un serpente) Che reazione ti aspettavi? Abbiamo passato un’estate sempre insieme ed ora sono due mesi che mi eviti!

Sheldrake - Nessuno di noi due voleva che le cose arrivassero a quel punto… ti ricordi la nostra prima sera, siamo rimasti qui a parlare fino alle due di notte.

FRAN - Come due ragazzini innocenti.

Sheldrake - Perché fai sembrare ipocrita tutto ciò che dico?

FRAN - Mr Sheldrake, non reciti, lo fa male. Cosa vuoi? Perché mi hai telefonato?

Sheldrake - Volevo vederti… parlarti… ricominciare.

FRAN - Abbastanza onesto, ma… spiacente… la prossima estate vado in campeggio.

Sheldrake - Siamo a novembre, forse riesco a farti cambiare idea, Fran non voglio passare un altro giorno senza vederti.

FRAN - Ma la cosa è già sistemata. Ora lavoro alla mensa dei dirigenti. Sono passata da “Ti amo” a “Come sono le scaloppine oggi?”

Sheldrake - Se davvero pensi ciò prendi la porta ed esci subito, prometto che non ti seccherò più, altrimenti calmati ed ascoltami. Ho qualcosa da dirti. (Fran lo guarda, poi fa un cenno d’assenso) Qui non possiamo parlare, andiamo da qualche altra parte.

FRAN - No, ho un appuntamento alle nove.

Sheldrake - Importante?

FRAN - Non molto, ma ci andrò in ogni caso. (Fran sempre più nervosa si specchia in un portacipria)

Sheldrake - Usi ancora il mio regalo di compleanno.

FRAN - Dovevo restituirtelo? Dammi un’altra sigaretta per favore, non so più dove mettere le mani.

Sheldrake - Eccoti il pacchetto, io devo fare una telefonata.

FRAN - Salutami tua moglie (Sheldrake la guarda, decide che rispondere non ha senso, poi esce. Fran si guarda a lungo nello specchietto. Spot su Chuck che sta aspettando Fran un po’ rabbrividendo)

CHUCK - Sarà il traffico… oppure avrà qualche problema a liberarsi di Mr. Singhiozzo… Quasi quasi mi dispiace per quel povero ragazzo… O forse sono stato troppo precipitoso? Non dovevo forzarla così! Forse preferiva guardare la partita alla tv… Voi che ne pensate? Sono le 11 meno 10… (luci sul ristorante)

Sheldrake - (tornando al tavolo) Tommy ha l’influenza, nulla di serio…

FRAN - Bene, mi fa piacere che a casa tutto vada bene.

Sheldrake - Lo sai che non è così, ti ricordi che abbiamo parlato del mio divorzio? Oggi ho chiamato il mio avvocato, la faccenda procede.

FRAN - Non ti ho mai chiesto di abbandonare tua moglie.

Sheldrake - È una mia decisione, è quello che voglio.

FRAN - Ne sei sicuro?

Sheldrake - Ne sono sicuro, ma solo se mi dirai che mi ami ancora.

FRAN - Sai che è così.

Sheldrake - (con un sorriso di trionfo) Non ne ho mai dubitato. Vieni.

FRAN - Aspetta, ho un appuntamento.

Sheldrake - Hai detto che non era importante. Vieni. (escono, spot su Chuck)

CHUCK - Forse le ho attaccato il raffreddore… Ecco io sto qui e lei è a letto con la febbre e poi sono sicuro che non abbiamo perso nulla d’interessante. (mentre si sentono i boati e gli evviva dei tifosi)

SCENA VII

VANDERHOF - Sei riuscito a parlare con Baxter?

DOBITCH - Non si smuove. Niente chiave, niente appartamento. Niente di niente. E ha ancora un pacco dei miei cracker preferiti.

VANDERHOF - Il porco sta usando il suo appartamento per soddisfare le sue egoistiche pulsioni.

DOBITCH - Cielo! Cosa faremo?

VANDERHOF - Niente panico!

DOBITCH - Potrei usare la macchina, ma la mia infermiera è alta 1 e 80 e io ho un’utilitaria, non staremmo per niente comodi, forse potremmo noleggiarne una.

VANDERHOF - Ho già telefonato, non noleggiano auto per la notte.

DOBITCH - Ho un amico che ha un negozio di liquori con un bel retro, potremmo tentare con quello.

VANDERHOF - Ma stasera era il mio turno, che devo fare?

DOBITCH - Fatti una camomilla e vai a letto. (Chuck entra nella mensa dei dirigenti. È vestito molto meglio, va al suo tavolo con affettata dignità, saluta gli altri con lievi e regali cenni della mano: ora è Dirigente di Secondo Livello. Dalla cucina entra Fran in divisa, porta uno sherry a Chuck)

FRAN - Buon pomeriggio, Mr. Baxter.

CHUCK - Buon giorno.

FRAN - Un aperitivo prima di mangiare?

CHUCK - Grazie, lei ha un’ottima memoria.

FRAN - Non per tutto.

CHUCK - La partita? Non se ne preoccupi gliel’ho già detto ieri.

FRAN - Non avrà aspettato fuori tutta la notte?

CHUCK - No. Un quarto d’ora… argomento chiuso… a meno che… è impegnata giovedì sera? Di solito io sono libero.

FRAN - Io di solito no.

CHUCK - Bene, allora è tutto. (Fran annuisce mentre arrivano gli ex beneficiari dell’appartamento che lo circondano)

DOBITCH - L’aperitivo è secco abbastanza per te, amico?

VANDERHOF - Gran bel tavolo.

DOBITCH - Buon cibo, posate argentate…

VANDERHOF - Questa è vita!

CHUCK - Si, posso ritenermi moderatamente soddisfatto. (sorseggia il suo aperitivo)

DOBITCH - Hai avuto quello che volevi, Baxter, tutto quello che volevi: successo, potere, denaro, sicurezza, realizzazione.

VANDERHOF - Ma ti sei dimenticato una cosa importante.

CHUCK - Cosa?

DOBITCH - La gratitudine.

CHUCK - Ma certo! Non voglio sembrare ingrato, che ne direste di una bella fetta di torta?

VANDERHOF - Non prenderci in giro! Non stuzzicare l’ira di dirigenti di primo livello.

CHUCK - Ragazzi, prima di tutto il mio appartamento è proprietà privata, non terreno pubblico di caccia. Non capisco cosa succeda alle persone che arrivano alla vostra posizione.

DOBITCH - Non devi capirci! Aiutaci! (spot su C che avanza verso il pubblico)

CHUCK - In un certo senso mi erano simpatici… sparavano le ultime cartucce. (si sposta lievemente di lato verso Sheldrake che è seduto su di una sdraio) Buon giorno, Mr. Sheldrake sapevo che l’avrei trovata qui sulla Terrazza.

Sheldrake - Sto diventando troppo rosso?

CHUCK - Non per me, lei ha quel tipo di pelle che si abbronza magnificamente.

Sheldrake - Ha avuto la sua promozione. Non mi aduli. Lei mi piace, Baxter, ma capiamoci bene: abbiamo raggiunto un accordo che soddisfa entrambi, ma questo non vuol dire che siamo diventati amici per la pelle. L’ho messa sulla scala, ma i prossimi passi li deve fare da solo. Ho una vita privata, ma non posso trascurare i miei obblighi verso la Compagnia.

CHUCK - E li assolve benissimo. Ero venuto solo per restituirle qualcosa.

Sheldrake - A me?

CHUCK - O meglio alla sua ragazza, chiunque ella sia, era sul divano. (gli porge il portacipria d’oro di Fran) Lo specchio è rotto…

Sheldrake - Lo so, me lo ha tirato dietro, per fortuna l’ho schivato, danni?

CHUCK - Solo un piccolo buco in un quadro di Van Gogh appeso alla parete, ho raccolto tutti i pezzi. se vuole provare a metterli insieme…

Sheldrake - Baxter, la invidio.

CHUCK - Me? Perché?

Sheldrake - La sua vita è semplice, uno scapolo che può avere qualsiasi storiella senza fare promesse che non potrà mai mantenere senza nessuna complicazione.

CHUCK - Se lo dice lei signore. (al pubblico) Tutti mi invidiano. Tranne me.

SCENA VIII

FRAN - (appare, si guarda intorno, entra Miss Olson lievemente brilla, con in mano un bicchiere pieno) Mi scusi, dove si tiene il party di Natale?

MISS OLSON - Un piano sotto.

FRAN - Grazie. (fa per uscire)

MISS OLSON - Ehi! Ma lei non è il direttore della filiale di Detroit?

FRAN - Scusi?

MISS OLSON - Sono Miss Olson, la segretaria di Mr. Sheldrake.

FRAN - Lo so.

MISS OLSON - Quattro anni fa ero il direttore della filiale di Kansas City.

FRAN - Non capisco.

MISS OLSON - So cosa stai passando dolcezza… Ho seguito la stessa strada dai week-end al mare al tavolo al ristorante cinese.

FRAN - Proprio non capisco di cosa stia parlando. (tenta nuovamente di andarsene)

MISS OLSON - Su zuccherino, so tutto, sono molto perspicace ed ascolto le sue telefonate. (beve) Non bevevo prima di incontrare Jeff, ora fumo anche e sono ingrassata… Ecco perché ora sei tu il nuovo direttore della filiale di Detroit.

FRAN - Io…

MISS OLSON - Va tutto bene ragazza, non ti preoccupare, sei in buona compagnia, gli piacciono solo le più belle… Miss Rossi, Miss Kock, Miss Hoya, potremmo fondare un club e ritrovarci ogni anno per la cena sociale… Oppure se aspettiamo le prossime riusciremo a noleggiare un charter per fare le vacanze tutte insieme.

FRAN - Le assicuro che…

MISS OLSON - Che razza d’attore! Se la nostra storia fosse durata due giorni ancora mi avrebbe venduto anche una delle sue assicurazioni. Ma tu amore la comprerai… insieme alla solita immondizia sul suo divorzio, devono solo arrivare le carte, sulla sua infelicità coniugale, sulla sua vita impossibile senza te… Poi fra qualche mese dirai quello che ti sto dicendo io a qualche bella centralinista. (prende la mano di Fran) Vuoi un consiglio? Baratta il suo portacipria d’oro con un paio di buone scarpe ed esci di corsa dalla sua vita. (guarda il bicchiere) Ora scusami, ho bisogno di un’altra dose.

SCENA IX

La festa di Natale, festoni, un albero decorato musica, alcune coppie danzano Dobitch ferma Chuck.

Dobitch - Hai letto il mio biglietto? Le chiavi della mia Jaguar e la mia carta di credito per tutte le vacanze di Natale.

CHUCK - Ok, Mr.Dobitch, tutto quello che vuole, mi ha preso al momento giusto.

Dobitch - Bene, lascia la chiave sotto lo zerbino, sarò lì alle quattro.

CHUCK - Ha visto in giro Miss Kubelik? (Lei entra) Non importa, percepisco la sua presenza. Benvenuta! Qualcosa da bere?

FRAN - (occhi lucidi, un filo di voce, morale sotto i tacchi) No, grazie.

CHUCK - Qualcosa non va?

FRAN - No, solo che qui c’è troppa gente.

CHUCK - La pensiamo allo stesso modo. (le prende un braccio) Venga, voglio mostrarle qualcosa. (passano accanto ad una coppia che si sta baciando) Devono essere ubriachi quei due, sono sposati da un mucchio d’anni. Miss Kubelik, voglio il suo parere spassionato. (le mostra un cappello nuovo) L’ho comprato una settimana fa, ma non ho avuto ancora il coraggio di metterlo. (lo indossa e si mette in posa) Mi hanno detto che è di moda per i dirigenti di secondo livello. (lei lo guarda ma forse non lo vede) Non le piace? Ok, ho capito, sembro Bogart in Casablanca… Va bene, lo regalerò ad un amico dottore.

FRAN - No mi piace, è di classe.

CHUCK - Davvero? Sicura che non mi faccia sembrare Al Capone?

FRAN - Mi piace molto come le sta.

CHUCK - Non si direbbe.

FRAN - Mi scusi, ma oggi è la mia giornata no.

CHUCK - Probabilmente passerò il pomeriggio in giro, sicura di non aver bisogno di supporto morale?

FRAN - (Non ha nemmeno sentito) Sarà meglio che torni in mensa, si chiederanno dove sono finita.

CHUCK - (sta ancora pavoneggiandosi) E se lo portassi un po’ più all’indietro?

FRAN - Ottima idea. Ecco si guardi. (gli porge il suo portacipria)

CHUCK - Si, probabilmente è molto meglio così. (si guarda e la voce gli muore in gola Fran nota la sua espressione disperata)

FRAN - Qualcosa non va?

CHUCK - Lo specchio… è rotto.

FRAN - Lo so… mi vedo esattamente come mi sento. (suona il cellulare di Chuck, lui non lo sente, restituisce il portacipria quasi come in trance) Il suo telefono.

CHUCK - (Risponde) Si? (lancia un’occhiata a Fran) Se non le dispiace, è personale.

FRAN - Buon Natale. (lui annuisce, lei esce)

CHUCK - (ogni parola gli fa male) Si, Mr Sheldrake… Non ho dimenticato… L’albero è decorato ed in frigo c’è lo champagne… Si signore, grazie, anche a lei. (ripone il telefono, poi si blocca un attimo, il cappello nuovo ancora in testa, poi si siede lentamente e si prende il viso fra le mani)

SIPARIO

ATTO SECONDO

INTERMEZZO

Quando il sipario si apre, in scena ci sono Antigone, Mirandolina e Lady Macbeth che appaiono alquanto sconsolate.

ANTIGONE - Non ha funzionato…

LADY MACBETH - Molte insidie abbiamo tramato, ma per fortuna o forse aiuto di maggiori potenze, tutte sono state sventate: l’abominevole spettacolo continua ed il rumore giunge che molto piaccia.

MIRANDOLINA - Non potresti smetterla di parlare così? Cominci a darmi su i nervi… Ma quello che mi irrita di più è veder come si comporta quella gatta morta, come si chiama, Frin, Fren, Frufru? Donne moderne! Disprezzano il nostro secolo, ci dicono schiave degli uomini, poi loro corrono come burattini impazziti legate ai fili dei maschi; indegne del vero sesso forte!

ANTIGONE - (ammirata) Il tuo autore doveva essere un tipo davvero originale.

LADY MACBETH - Questi discorsi, a nulla ci portano. Ancora le nostre trame dobbiamo affinare. (consulta il copione) Se male non interpreto, questo sdrucito scartafaccio, Chuck entrare ora dovrebbe del tutto ubriaco. Forza sorelle! Con la magia della finzione e dell’apparire, davvero confondiamo la sua mente. Lo spettacolo, per forza, dovranno interrompere. (in coro recitano)

ANTIGONE, MIRANDOLINA e LADY MACBETH - E l’uomo Chuck chiamato

nella nebbia s’aggiri smarrito

come un barile vuotato e riempito

confonda il tempo e lo spazio

l’iniziato ed il finito. (escono con un rombo di tuono. Buio. Il sipario si apre sulla prima scena del secondo atto: il Bar. Al bancone Marge; le cameriere sono Antigone, Lady Macbeth e Mirandolina. Chuck dovrebbe essere già in scena ma non c’è. Marge comincia ad innervosirsi, sorride al pubblico e chiama)

MARGE - Chuck, Chuck! (sempre più forte) Chuck vieni, mi sento così sola. (silenzio, nulla accade) Chuck, caro, vorrei che tu fossi qui. (verso le quinte) Per l’inferno, vieni fuori! (il direttore di scena viene catapultato in scena truccato da Chuck alla meno peggio)

DIRETTORE SCENA - (recitando penosamente la parte di Chuck ubriaco) Salve sono Chuch, Chuck Baxter.

MARGE - Chi?

DIRETTORE SCENA - Non è questa la battuta… come rispondo? (va verso le quinte e ne viene ributtato fuori) Ah… mmh… boh? Sì… La delusione con Fran è stata così forte che mi sono fatto fare la plastica facciale; non sopportavo più la mia vista. (intanto Chuck è entrato, lui davvero sbronzo marcio, vestito in parte con un costume settecentesco. Il direttore di scena e Marge non sanno che fare. Marge si riprende dallo stupore e dice al direttore di scena)

MARGE - Mr. Ludwig, lei ha sempre voglia di scherzare. (il direttore di scena scappa fuori di corsa. Marge a Chuck) Chuck come stai bene; hanno fatto bene a darti il primo premio alla festa in costume della banca.

CHUCK - Si donne, sempre di più dirò male di voi, sì, voi ci fate del male. (Marge lo interrompe con precipitazione)

MARGE - Ok, ok, è meraviglioso che tu ora sia qui, possiamo parlare di noi? Domanda, sei sposato? (nessuna risposta, Chuck si è addormentato in piedi con il mento reclinato sul petto e russa. Marge gli dà un potente pestone sui piedi. Chuck, urlando, saltella per tutto il palco) No, probabilmente non sei sposato ed avrai i genitori in Ohio… (entra la regista anche lei in costume del ‘700, Marge non crede ai suoi occhi)

REGISTA - Salve cara, sono Miss Samuelson, sono venuta a riprendere il mio caro collega Chuck. (Lo spinge fuori dalle quinte) Alla premiazione della festa manca solo lui, spero si sia comportato bene con lei; con un bel caffè forte si riprenderà subito… (esce e si chiude il sipario. Da fuori) La rappresentazione de “L’appartamento” riprenderà immediatamente. La performance cui avete appena assistito ha vinto il primo premio al festival del teatro sperimentale di Gorgonzola.

SCENA I

CHUCK - (è seduto al bancone di uno squallido bar, completamente ubriaco. Al pubblico) Eccomi qua. Dio solo sa dove… a trangugiare questa schifezza. Ma cosa diavolo mi aspettavo? Che fosse una pura intatta rosa in mistica attesa di qualcuno che la cogliesse? E quel qualcuno volevo essere io… Si, mi aspettavo proprio questo… Non vi voglio parlare più… Vi telefono la prossima settimana… Anzi mi sono rimasti 22 dollari. (li lancia) Voglio 22 dollari di applausi… poi andate a quel paese…

MARGE - (con un ampio sorriso) Ciao! Tutto solo?

CHUCK - (guarda Marge poi il pubblico) Pare…

MARGE - Capita, anch’io sono sola.

CHUCK - Come mai?

MARGE - Un tipo dalla risposta pronta! Cerco solo di essere amichevole… Il mondo è già abbastanza brutto…

CHUCK - Non me lo dire.

MARGE - Come ti chiami?

CHUCK - (si toglie il cappello) Baxter, C.C. Baxter. (lo rimette)

MARGE - Marge McDougall… un nome abbastanza insignificante…

CHUCK - (la squadra da capo a piedi) Non hai nulla d’insignificante, Marge.

MARGE - (compiaciuta guarda il suo bicchiere) Già vuoto?

CHUCK - Ragazzo! Altra sbobba! Qui!

MARGE - Come sei gentile, ma non dovevi… (al barman) Una vodka doppia. (a Chuck) Non vorrei ti fossi fatto un’idea sbagliata di me. Non sono una di quelle…

CHUCK - Mai passato per la mente.

MARGE - Mi piace fare amicizia, bere qualcosa e fare quattro chiacchiere e basta… Voglio dire, non ho intenzione di andare da nessuna parte con nessuno.

CHUCK - Brava ragazza.

MARGE - Perché, hai un posticino da queste parti?  Solo per amore della conversazione, non che mi interessi…

CHUCK - Nessuno ti ha mai detto che sei molto elegante?

MARGE - (ammorbidita) Grazie… ti piace? È un regalo del mio ultimo marito.

CHUCK - Ah… vedova.

MARGE - Non sono proprio certissima di essere vedova, ma quando non hai più notizie di tuo marito da 22 mesi non c’è più ragione di tenere l’arrosto in caldo. Salute! (beve d’un fiato)

CHUCK - Due anni sono lunghi da passare in solitudine.

MARGE - Non mi sembra d’aver detto di averli passati in solitudine! In ogni caso non ti far venire strane idee nella tua bella testolina.

CHUCK - Così mi trovi carino eh, Marge?

MARGE - Ti attacchi a tutto… Quello che ho detto non aveva la minima implicazione sessuale, non che non abbia qualche volta considerato sottintesi di quel tipo, ma sono ancora tecnicamente in stato di vedovanza… così devo andarci piano…

CHUCK - Un’altra vodka?

MARGE - Trovi sempre argomenti persuasivi… (fa un gesto per un altro bicchiere) Domanda: sei sposato?

CHUCK - Risposta: no!

MARGE - Genitori? Fratelli?

CHUCK - In Ohio.

MARGE - La vigilia di Natale deve essere brutto aggirarsi tutto solo per una casa vuota.

CHUCK - Ho detto di non essere sposato, non di avere l’appartamento vuoto.

MARGE - Non che faccia differenza, come ho detto prima non ho la minima intenzione di andarci caro Mr. Baxter, anche se usi il dopobarba che preferisco.

CHUCK - Ti piace?

MARGE - Il mio primo marito lo usava a litri… era un tipo molto virile… si radeva quattro volte al giorno, non che tu non sia virile… a modo tuo… io suppongo tu lo sia… ma sarà il cappello… tu me lo ricordi, se ricordo bene.

CHUCK - Ma lui non è qui.

MARGE - Già.

CHUCK - Ed io sono “abbastanza attraente”.

MARGE - Già.

CHUCK - Questi sono fatti che non possiamo ignorare, Marge…

SCENA II

L’appartamento di Chuck, al buio tranne una lama di luce che arriva dalla cucina ed il riverbero delle decorazioni dell’albero di Natale. Raggomitolata in un angolo, Fran piange piano con ancora indosso soprabito e guanti. Sheldrake cammina nervosamente su e giù, sul divano ci sono il suo cappotto ed il cappello oltre che molti pacchetti, sul tavolo una bottiglia e due bicchieri pieni.

Sheldrake - Su Fran smettila, non puoi continuare a star lì piangendo. Ascoltami, so di non essermi comportato bene con te, ma quando si è sposati da dodici anni non ci si può sedere a tavola dicendo “Helen per favore lo zucchero ed il divorzio” e poi ora non è il momento adatto, i ragazzi sono a casa da scuola per le feste… ho anche i suoceri in visita. Santo Cielo, Fran! mi vuoi ascoltare? Smettila di piangere!

FRAN - Posso ascoltarti piangendo.

Sheldrake - Non è da te fare così, sei sempre così allegra. Stare con te è divertente.

FRAN - Salve sono l’Idiota Felice.

Sheldrake - Ma io non…

FRAN - È la verità, rido facilmente… Mi sono fatta un mare di risate oggi con la tua segretaria. Ricordi? Il direttore della filiale di Kansas City.

Sheldrake - È questo che ti preoccupa? Miss Olson? È storia vecchia!

FRAN - Ma lei mi ha aggiornata scrupolosamente su Miss Rossi, Miss Koch, Miss Hoya… Come ti regoli, Jeff? Ordine alfabetico o un piano per volta?

Sheldrake - Dannazione! Ma non capisci che nessuna di loro significa qualcosa per me? Solo tu Fran…

FRAN - (cerca un fazzoletto nella borsetta) Sai che sto scrivendo un libro? Le storie d’amore possono essere molto divertenti. Capitolo primo. (pulendosi gli occhi) Mai mettersi il mascara se sei innamorata di un uomo sposato.

Sheldrake - È la vigilia di Natale… non litighiamo.

FRAN - Buon Natale. (gli tira un pacchetto)

Sheldrake - Cos’è.

FRAN - Una sciarpa, l’ho fatta durante le sei sere alla settimana che non ti vedo.

Sheldrake - Se fosse possibile non ti lascerei mai… Anch’io volevo comprarti qualcosa, ma di questi tempi non si sa chi si può incontrare in un grande magazzino… (tira fuori dalla tasca un biglietto di banca) Ecco 100 dollari… comprati qualcosa. (lei non si muove, lui le mette i soldi nella borsetta un attimo di silenzio ed immobilità, poi Fran comincia a sfilarsi i guanti. Sheldrake guarda nervosamente l’orologio) Fran sono le sette e un quarto e stasera non posso assolutamente perdere il treno, devo andare a casa e decorare l’albero…

FRAN - Pensavo volessi quello per cui hai pagato.

Sheldrake - (reagisce con rabbia) Non dire mai più una cosa del genere. Non essere volgare.

FRAN - 100 dollari non sono volgari.

Sheldrake - (l’abbraccia con tenerezza) Non volevo ferirti…

FRAN - Perdi il treno Jeff. (Sheldrake si affretta ad indossare il cappotto ed a raccogliere i suoi pacchetti)

Sheldrake - Vieni?

FRAN - Vai avanti, mi fermo un attimo… devo restaurarmi il viso.

Sheldrake - Non dimenticare di spegnere le luci… Ci vediamo la prossima settimana.

FRAN - (con amarezza) Ho disegnato un piccolo cuore rosso accanto a tutti i giovedì.

Sheldrake - Non sarà sempre così… lo sai, ti amo.

FRAN - Non ne ho mai dubitato. (Si avvicina per baciarla, ma lei gira il viso) Attento… rossetto. (Sheldrake la guarda per un attimo poi esce, Fran si siede sul divano e piange, prende dal tavolo un fazzoletto di carta e nota un flacone di pillole lo prende e si siede di nuovo. Buio. Alla porta si sentono arrivare Chuck e Marge)

CHUCK - Ancora un attimo e saremo in Paradiso.

MARGE - Non so ancora se posso fidarmi di te.

CHUCK - Nemmeno per un attimo.

MARGE - (Marge ride poi barcolla) Ehi! Non spingere!

CHUCK - (Chuck trova finalmente le luci) Ti piace?

MARGE - Non devo affittarlo, una sola stanza…

CHUCK - Nel caso te lo stessi chiedendo, il letto è di là.

MARGE - Non perdi tempo tu!

CHUCK - Niente preliminari… Per tua informazione Mrs. McDougall, sei caduta nelle spire di un assatanato maniaco sessuale.

MARGE - Non essere così sicuro di te stesso.

CHUCK - Perché non porti tutta la tua stupenda mercanzia di là a prendere il ghiaccio mentre io metto su un po’ di musica?

MARGE - Vorrei la smettessi di essere così affascinante, comincio ad avere cattivi pensieri. (Chuck si toglie cappotto e cappello, si accorge della borsetta di Fran e la va a nascondere sotto il divano, ora nota la figura raggomitolata su di esso, è Fran profondamente addormentata; Chuck la scuote)

CHUCK - Bene, Miss Kubelik. Tempo scaduto… La direzione dell’hotel gradirebbe che lei liberasse la stanza! Ora! (nessuna reazione) Lei mi piaceva… Mi piaceva un sacco, ma ora tra noi tutto è finito. Fuori! Fuori! (la scuote ancora più forte) Su svegliati. Se vuoi dormire vai a casa tua. (Chuck nota qualcosa nel pugno stretto di Fran, è il flacone di sonnifero vuoto) Mio Dio! (per un attimo rimane paralizzato poi la scuote ancora di più) Fran! Fran! (la testa di Fran si reclina come quella di una bambola rotta, Chuck corre al telefono inizia a comporre un numero poi cambia idea in quel momento torna Marge)

MARGE - Il tuo freezer non funziona bene… dovresti cambiarlo. (Chuck la ignora e corre fuori) Ehi! Non ho detto proprio adesso! (torna in cucina)

CHUCK - (si sente Chuck bussare alla porta del dottor Dreyfuss) Albert! Presto! C’è una ragazza nel mio appartamento, ha preso dei sonniferi, non riesco a svegliarla.

Dreyfuss - Mio Dio! Prendo la borsa e arrivo. (Entrano contemporaneamente Chuck dall’esterno e Marge dalla cucina)

MARGE - Guarda cosa ho trovato! Champagne!

CHUCK - (la prende per un braccio e la sospinge alla porta) La festa è finita, fuori.

MARGE - Non capisco.

CHUCK - Muoviti!

MARGE - (Si libera) Non essere manesco.

CHUCK - Emergenza. Ci vediamo il prossimo Natale.

MARGE - (Fran geme, Marge la vede) Cos’è quello? Da dove salta fuori? (entra il dottore e si dirige verso Marge)

CHUCK - Non questa! L’altra! (Dreyfuss corre verso Fran)

MARGE - Che succede qui? Chi è tutta questa gente? Ho capito! È un’orgia!

CHUCK - Vorresti essere così cortese da andartene! Ora!

MARGE - Un’orgia, la vigilia di Natale. È la cosa più disgustosa che io abbia mai visto.

CHUCK - (le mette in mano dei soldi) Ecco, per il taxi, vai a bere alla mia salute, vai!

MARGE - (prende i soldi) avrei dovuto capirlo subito… appena ti ho visto con quel cappello che eri un pervertito.

CHUCK - La porta è questa. (la spinge fuori, si sentono le sue urla svanire lentamente)

MARGE - Pervertiti, sporchi pervertiti c’è un’orgia al secondo piano! (Chuck va accanto al dottore che sta esaminando le pupille di Fran)

CHUCK - Si riprenderà?

Dreyfuss - Quante pillole c’erano nel flacone?

CHUCK - Undici.

Dreyfuss - Aiutami. (a fatica trascinano la ragazza verso il bagno)

CHUCK - Cosa farai?

Dreyfuss - Le svuoterò lo stomaco di tutta quella porcheria… se non è troppo tardi. Intanto tu prepara del caffè nero e… prega. (le luci si spengono. Sono passati quindici minuti, il dottore e Chuck hanno messo Fran sul divano, Dreyfuss sta preparando una ipodermica)

Dreyfuss - Belle vene… ma tu le conosci già, vero? (Chuck non risponde, ha lo sguardo lievemente allucinato e non ha capito. Il dottore inietta)

Dreyfuss - Mi vuoi dire che è successo?

CHUCK - Non so… non ero qui… Volevo dire, avevamo litigato… prima niente d’importante… un litigio da innamorati.

Dreyfuss - Un battibecco da 11 pillole.

CHUCK - Non immaginavo che…

Dreyfuss - E l’altra squinzia quando l’hai agganciata? Prima o dopo?

CHUCK - Non l’avrei fatto se avessi saputo che era ancora qui.

Dreyfuss - Sai Baxter, per essere un bastardo hai un mucchio di classe. (Prende a schiaffi Fran che geme e reagisce seppur debolmente)

CHUCK - (Con enorme sollievo) Guarda respira!

Dreyfuss - Un’ora più tardi avresti trovato un bel regalo di Natale, dammi quel caffè e poi apri le finestre… questo posto puzza di delusione. (il dottore cerca di far bere il caffè alla ragazza che tossisce) Come si chiama?

CHUCK - Fran, Kubelik.

Dreyfuss - Ascolta Fran, sono un dottore. Hai preso troppi sonniferi. Mi capisci? Forza, fai attenzione. (la schiaffeggia ancora)

CHUCK - Dottore, non farle male.

Dreyfuss - (aggrotta la fronte) Detta da te direi che si tratta di una battuta schifosa. Fran sai dove ti trovi? Di chi è questo appartamento?

FRAN - (debolissima) Non so…

Dreyfuss - E lui lo conosci Fran chi è? Guardalo!

FRAN - Mr. Baxter…

CHUCK - Buongiorno, Miss Kubelik.

Dreyfuss - Mister, Miss quante formalità per un suicidio.

FRAN - Cosa fate qui? (Chuck guarda il dottore come dicendo “È ancora fuori di zucca”)

CHUCK - Non ricorda, eravamo al party insieme…

FRAN - La festa… Miss Olson.

CHUCK - (a Dreyfuss) È il motivo del nostro litigio… Miss Olson… l’altra ragazza che era qui…

Dreyfuss - Dovresti scrivere la sceneggiatura di una telenovela.

FRAN - Sono così stanca, per favore lasciatemi dormire.

Dreyfuss - Non stanotte ragazza. (la scuote) Su Fran, apri gli occhi. (a Chuck) Aiutami, ora arriva la parte difficile.

CHUCK - Che vuoi dire?

Dreyfuss - Lei deve camminare un paio d’ore, io devo stare attento a non farmi venire un infarto. (solleva Fran) Va bene, ora andiamo a fare una bella passeggiatina… intorno al tavolo. (a Chuck) Hai intenzione di startene lì impalato, flagello delle donne?

CHUCK - Che devo fare?

Dreyfuss - Prendile l’altro braccio. In questi paraggi è pericoloso camminare da soli… (Chuck prende l’altro braccio. Cominciano a camminare mentre le luci lentamente si spengono. Cinque ore dopo, dalle finestre comincia a filtrare la luce dell’alba, Fran dorme sul divano il dottore e Chuck siedono completamente esausti sulle poltrone, le gambe schiantate, nessuno dei due sembra avere la forza di parlare)

Dreyfuss - Se ti facessi pagare il mio onorario a chilometro ora sarei un uomo ricco.

CHUCK - Comincia a tornarle il colorito sul viso, vero?

Dreyfuss - Se di solito è verde, si… ma ormai ne è uscita. Per le prossime 24 ore continuerà a svegliarsi e riaddormentarsi, poi le verrà un mal di testa mostruoso e il tutto sarà seguito da una monumentale depressione perché l’abbiamo salvata… Incolla le porcellane. Tento di alzarmi in piedi. (combatte per sollevarsi)

CHUCK - Tutto bene?

Dreyfuss - Avrò bisogno di protesi per il resto della mia vita… Dammi un’altra tazza di quel repellente caffè.

CHUCK - Non so cosa avrei fatto senza di te.

Dreyfuss - Probabilmente avresti agganciato una terza ragazza ed io avrei dovuto fare una lavanda anche a Miss Olson. (prende carta e penna) Come si scrive il suo nome?

CHUCK - Di chi?

Dreyfuss - Di questa… perché ne hai un’altra in cucina?

CHUCK - Kubelik con due K.

Dreyfuss - Dove abita?

CHUCK - Non dovrai segnalarlo…

Dreyfuss - Mai sentito parlare di rapporto alla polizia?

CHUCK - Ma non ne vale la pena… è stato un incidente…

Dreyfuss - È scivolata e le pillole le sono cadute in bocca?

CHUCK - Aveva bevuto troppo… non sapeva cosa stava facendo. Non ha lasciato il solito biglietto… credimi non parlo per me.

Dreyfuss - (beffardo) Neanche per sogno!

CHUCK - Pensa a suo padre… i colleghi… guardala… non è bellissima?

Dreyfuss - Bene, come dottore non posso dimostrare che non è stato un incidente…

CHUCK - Grazie.

Dreyfuss - (riordina le sue cose e le rimette in borsa) Voi giovani d’oggi non vi preoccupate per niente di chi potete ferire… Vi basta soddisfare il vostro egoismo, ma la vita non funziona in quel modo, credimi… (esce chiudendosi la porta alle spalle, Chuck copre Fran con una coperta, poi al pubblico)

CHUCK - Forse dovrei commentare il suo comportamento… Mettersi con un uomo sposato, tentare il suicidio, ma sappiate che lei è la ragazza migliore ch’io abbia mai incontrato. (va al tavolo e compone un numero al telefono compare Sheldrake che risponde al telefono a casa sua)

Sheldrake - Si?

CHUCK - (a bassa voce) Sono io, Mr Sheldrake, Chuck Baxter, mi dispiace disturbarla, ma è successa una cosa importante. Sarebbe bene se venisse subito qui…

Sheldrake - La mattina di Natale? Che è successo?

CHUCK - Preferirei non dirlo al telefono, ma… quella festa… capisce quello che voglio dire… ha preso un flacone intero di sonniferi.

Sheldrake - Cosa?

MOGLIE - (f.c.) Jeff che c’è? Qualcosa non va?

Sheldrake - (copre il telefono) Uno dei nostri dipendenti ha avuto un incidente, nulla d’importante. (al telefono) È grave?

CHUCK - È stata per un po’ sul filo del rasoio, ma ora ne è fuori… Ho pensato sarebbe meglio che lei fosse qui quando si risveglierà.

Sheldrake - Certo, vorrei… ma proprio non mi è possibile… problemi con il dottore?

CHUCK - No, è un mio amico ed ho tenuto il suo nome fuori da tutta la faccenda… stia tranquillo, signore non avrà grane.

Sheldrake - Lo apprezzo molto Baxter.

CHUCK - Lei mi conosce: leale e pieno di risorse…

Sheldrake - Se c’è bisogno di qualsiasi cosa… medicine… pagherò tutto.

CHUCK - Bene, le metterò sul conto insieme allo champagne… vuol lasciare un messaggio per Miss Kubelik?

Sheldrake - Un messaggio?

CHUCK - Lasci stare… arrivederci signore. (riappende e la luce su di lui si spegne, ma rimane su Sheldrake)

Sheldrake - Arrivederci Baxter… ho realmente molto appre… (si rende conto che Chuck ha riattaccato, mette giù anche lui si ferma un attimo poi esce. Più tardi, quel giorno, Fran si sveglia; entra Chuck)

CHUCK - Buongiorno… anzi sarebbe meglio dire buonasera. Ha dormito tutto il giorno… Nevica.

FRAN - Non credo che riuscirò a sopportare il rumore.

CHUCK - Sta per arrivare il caffè…

FRAN - Non sapevo che questo fosse il suo appartamento… mi dispiace…

CHUCK - Le dispiacerà ancora di più tra poco: faccio il peggior caffè del mondo.

FRAN - Perché non mi ha lasciata morire?

CHUCK - Ehi! Che razza di discorsi sono questi? Ha avuto un altro lieve stress emotivo ed invece del singhiozzo ha preso qualche pastiglietta di sonnifero. (Le sprimaccia il cuscino, entra Dreyfuss)

DREYFUSS - Novità?

CHUCK - Nessuna, riposa.

DREYFUSS - Mi riferivo a te. Pensavo di trovare sei ballerine nude. (a Fran) Buonasera, si ricorda di me?

FRAN - Lei mi ha schiaffeggiata l’altra notte.

DREYFUSS - Non potevo fare altro… in ogni caso è stato un piacere, questo polso non mi piace.

FRAN - Sono viva. Questo non la rende felice? Cosa le devo?

DREYFUSS - Per le sue cure nulla… le mie non se le può permettere.

FRAN - Ma certo che posso, sono ricca. Devo avere 100 dollari qui da qualche parte, dov’è la mia borsa? Ecco, li prenda dottore sono il mio prezzo per questi giorni.

DREYFUSS - Li usi per comprare uno stock di minestre in scatola. Lei ha bisogno di cibi caldi ed assoluto riposo.

FRAN - Quello che voglio è di essere lasciata in pace. Arrivano tutti quando non vuoi nessuno.

DREYFUSS - Vergogna. Si vergogni di essere così giovane, così bella e così sciocca. Io sono un medico generico, se vuole commiserazione vada da uno psichiatra.

CHUCK - È solo molto stanca.

DREYFUSS - Nessuno sopporta più nulla, come dico sempre a chi ha i calcoli: vivici insieme qualche giorno, passeranno.

FRAN - (Con un debole sorriso) Molto poetico dottore.

DREYFUSS - (simulando un attacco di cuore) Non ci posso credere ! Quello che vedo è forse il pallido fantasma di un sorriso? Bene non lo lasci giacere lì, lo partorisca… Mi regali uno splendido, sano, vitale sorriso. Me lo deve per tutta la strada che mi ha fatto fare l’altra notte.

FRAN - Mi spiace, non riesco a fare di meglio.

DREYFUSS - Passerò di nuovo più tardi. (esce. Chuck guarda Fran che restituisce lo sguardo)

FRAN - Ha intenzione di stare tutto il giorno a guardarmi?

CHUCK - Chiedo scusa, sarà l’infermiera che è in me. Sa giocare a ramino?

FRAN - Non bene.

CHUCK - Bene adoro giocare con un principiante che ha 100 dollari. Un centesimo a punto? (mentre giocano)

FRAN - Perché si deve amare?

CHUCK - Credo nessuno lo sappia.

FRAN - Ho letto in una rivista di fantascienza che un giorno tutti i sentimenti saranno eliminati.

CHUCK - Ci vorrà ancora molto tempo…

FRAN - Forse mi ama davvero, ma non ha il coraggio di dirlo a sua moglie.

CHUCK - È la spiegazione giusta.

FRAN - Lo pensa davvero?

CHUCK - Ne sono sicuro.

FRAN - Io no… sono così confusa… Chuck, lei è una brava persona cosa devo fare?

CHUCK - Come mio ponderato consiglio personale direi di non scartare un altro Re. (Fran volta la testa e si rimette a piangere piano, Chuck la copre con una coperta, Dobitch suona alla porta)

Dobitch - Amico, sono le quattro non dovresti essere al cinema?

CHUCK - (Tenta di tenerlo fuori) Cosa vuole? Non potete entrare.

Dobitch - Ma che dici? Ho prenotato per le quattro, non ricordi? (riesce ad entrare e vede Fran) Bene bene chi l’avrebbe mai detto…

CHUCK - Non ha sentito quello che ho detto Mr Dobitch? Fuori!

Dobitch - Sai una cosa amico? Gestisci questo posto come le ferrovie… non sei capace di mantenere gli impegni… Porterò Sylvia al parco…

CHUCK - (a Fran) Non si preoccupi, dirò in ufficio che era nei paraggi ed è scivolata sulla neve… Sarà la peggior bugia che io abbia mai detto.

FRAN - Ma anche la più poetica… Se avessi un minimo di sale in zucca, Mr. Baxter, mi dovrei innamorare di una persona dolce come lei.

CHUCK - (al pubblico) Ok, gli do un taglio… altrimenti vi faccio impazzire.

FRAN - Ho detto qualcosa di sbagliato?

CHUCK - Uhau! Lo ha detto veramente! (spot su di lui, al pubblico) Avete sentito anche voi! Non potete negare! Ha detto che se avesse buon senso dovrebbe innamorarsi di me. Capisco che lo ha detto dopo aver tentato di suicidarsi per un altro, ciò mi mette in una posizione lievemente… lievemente… accidenti non trovo la parola! (Buio. Luce) Non vorrei sembrare indelicato, ma ha deciso cosa dire alla sua famiglia, su quanto è successo?

FRAN - Il problema sarà mio fratello. Ha un carattere facile a prendere fuoco.

CHUCK - Se avrà bisogno d’aiuto, me lo dica.

FRAN - Come mai una persona come lei non è sposata?

CHUCK - C’è stata una ragazza a cui volevo chiederlo, si chiamava Bertha Gosseman. Ero tanto innamorato che pensavo fosse bello persino il suo nome.

FRAN - Che successe?

CHUCK - Sposò Robert Mangarassian, il mio migliore amico; il giorno delle loro nozze tentai il suicidio.

FRAN - Lei?

CHUCK - Volevo impiccarmi in soffitta, la mia sorella minore mi salvò.

FRAN - Tagliò il cappio?

CHUCK - No, voleva assistere… la sua presenza mi imbarazzava troppo.

FRAN - Ama ancora Bertha?

CHUCK - Da quando si è trasferita in Canada, ha avuto sei figli ed è ingrassata 15 chili i miei sentimenti si sono un po’ raffreddati… Ma lei mi manda una torta alla frutta ad ogni Natale, la mangeremo per dessert e poi sa cosa faremo?

FRAN - Andiamo a tagliare le gomme dell’auto di Sheldrake?

CHUCK - No, finiamo quella partita a ramino. (suonano alla porta) Perché non voglio approfittarmi di lei, (apre) come ho fatto ieri sul divano.

FRAN - Karl!

CHUCK - Suo fratello? Buongiorno!

KARL - (Karl entra minaccioso) Vestiti, ho l’auto dabbasso.

FRAN - Come hai fatto a trovarmi?

KARL - Ero venuto a trovarti in ufficio e qualcuno mi ha detto che eri qui, chi è questo?

CHUCK - Mi chiamo Baxter, Mr.Kubelik, C.C. Baxter, ma lei mi può chiamare Chuck. Posso chiamarla Karl? No… Euhm… Vorrei dirle…

KARL - Prendi i tuoi vestiti e andiamo.

CHUCK - Dove? Ah, i suoi vestiti. (indica Fran) Gradisce un caffè? O una fetta di torta alla frutta?

KARL - Ti consiglio di star zitto. Hai ancora tutti i denti perché mi fido di mia sorella. Se lei mi dirà che qui non è successo niente per me sarà sufficiente.

FRAN - Non è successo niente.

KARL - Sei mia sorella?

FRAN - Non è successo niente.

KARL - Mi basta.

FRAN - Prendo le mie cose. (Fran va in bagno, Chuck tenta di sfuggire allo sguardo sprezzante di Karl)

CHUCK - Posso dire una cosa? Sua sorella è proprio fantastica… No, no… penso d’aver detto la cosa sbagliata. (entra Dreyfuss)

Dreyfuss - Come sta?

CHUCK - Io sto benissimo dottore.

Dreyfuss - Intendevo Miss Kubelik.

KARL - Cosa c’entra Miss Kubelik?

Dreyfuss - Chi è lei?

KARL - Il fratello, e lei chi è?

Dreyfuss - Il suo dottore. (indica Chuck) Il suo dottore… un dottore.

KARL - Perché ha avuto bisogno di un dottore?

Dreyfuss - (fa un passo indietro) Ahhh… diglielo tu il perché.

CHUCK - Torta alla frutta. Troppa torta alla frutta.

Dreyfuss - (il dottore annuisce) Una dose eccessiva!

CHUCK - L’hanno mandata dal Canada, e questa è una brutta annata per le torte di frutta canadesi.

Dreyfuss - Una delle peggiori.

CHUCK - Al diavolo! Ha avuto un incidente.

Dreyfuss - Cose che succedono.

KARL - Che genere di cose?

CHUCK - Le ha fatto una lavanda gastrica.

KARL - Perché?

FRAN - (Fran esce dal bagno) Avevo preso dei sonniferi, ma ora è tutto a posto. Andiamo.

KARL - Non finché non ho capito cosa è successo qui. Perché avevi preso quella porcheria?

CHUCK - Colpa mia. L’ho piantata in asso. (sorride a Fran poi si gira verso Karl) Sta per prendermi a pugni, vero?

KARL - Ci puoi giurare. (Karl tira un pugno allo stomaco di Chuck che si piega in due per il dolore)

FRAN - Karl! (Karl finisce il lavoro colpendo Chuck alla mascella, il colpo lo manda gambe all’aria attraverso la stanza fino a sfasciarlo sul divano) Lascialo!

Dreyfuss - Me lo dica se ha intenzione di rifarlo. Vorrei che mia moglie vedesse.

FRAN - Addio idiota. (lo bacia sulla guancia con calore)

KARL - Andiamo!

Dreyfuss - (Chino su di lui) Sai Baxter, se avessi altri tre clienti come te nel palazzo non avrei bisogno di lavorare all’ospedale.

SCENA III

Sheldrake - (nel suo ufficio, sta esaminando delle carte, chiama) Miss Olson. (nessuna risposta… più forte) Miss Olson! (la segretaria entra con un foglio in mano a cui è allegato un assegno. Sheldrake è seccato) Dove si era cacciata?

Miss Olson - Mi scusi, stavo finendo questo… deve firmarlo. A proposito, devo dire all’amministrazione di detrarre un giorno dalla paga di Miss Kubelik? Oggi non si è presentata. Qualche virus, non crede?

Sheldrake - Non so cosa lei stia insinuando, ma io ho passato questi due giorni con la mia famiglia. In ogni caso, non sono cose che la riguardino.

Miss Olson - Giusto, battere a macchina, archiviare e prenotare in qualche motel. Ah già, ora si è trasferito sulla 65a.

Sheldrake - È tutto, Miss Olson.

Miss Olson - Sa cosa le potrebbe succedere un giorno o l’altro? Avrà esaurito le ragazze della compagnia e dovrà dedicarsi ai computer… Sarà molto scomodo Mr. Sheldrake.

Sheldrake - Le feste sono passate, dovrebbe imparare a controllarsi, beve troppo.

Miss Olson - Fino ad ora mi ero detta che in fin dei conti ero ben pagata, ma non posso sopportare l’idea che quando dirà a Fran che tutto è finito quella ragazza aprirà il gas, non è fatta di cemento come me.

Sheldrake - Ora ho una riunione, finiremo questa conversazione dopo.

Miss Olson - Se la diverte parlare da solo, perché io non ci sarò. Mi sono fatta un regalo di Natale, mi sono licenziata e lei ha appena firmato la mia liquidazione.

Sheldrake - È tutto quello che ti dovevo.

Miss Olson - Oh… nel caso ti stia preoccupando che qualcuno possa dire qualcosa dei tuoi affarucci a tua moglie… ho un consiglio gratis per te… preoccupati.

SCENA IV

CHUCK - (Luci su Chuck, siamo al ristorante cinese, mostra al pubblico un biglietto) “Vorrei vederla alle cinque. Ristorante Cinese. J.R. Sheldrake”. Bene, probabilmente mi darà sue settimane di ferie come premio per il mio comportamento leale e soprattutto dannatamente silenzioso su quanto è successo la vigilia di Natale. Ma anch’io ho qualcosa da dirgli, volete sentire? (tossicchia per schiarirsi la voce) “Mr. Sheldrake a quanto pare lei si trova in una posizione difficile, direi inestricabile… Ebbene per risparmiarle ulteriori fastidi, visto che evidentemente non vuole più Fran e che io la voglio, sono deciso a strappaglierla dai tentacoli…” Si, mi piace… “inestricabile”. (si gira e va verso il tavolo a cui Sheldrake l’aspetta) Felice anno nuovo, Mr. Sheldrake.

Sheldrake - Buongiorno Baxter, si sieda, prende qualcosa?

CHUCK - No grazie. Sto andando ad una festa.

Sheldrake - Qualcosa di divertente?

CHUCK - Se le piacciono i medici di mezza età… Ce ne sono alcuni desiderosi di incontrarmi. Bene Mr. Sheldrake… visto che lei si trova in una posizione inestricabile…

Sheldrake - Ma non lo sono, non più. Se fosse stato in ufficio stamattina mi avrebbe visto arrivare con due grandi valigie.

CHUCK - Si trasferisce signore?

Sheldrake - Al mio Club per qualche giorno, ho rotto con mia moglie.

CHUCK - Definitivamente?

Sheldrake - È divertente quello che può fare una telefonata di una ex segretaria gelosa ad un matrimonio che durava da dodici anni.

CHUCK - Mi dispiace.

Sheldrake - Così posso riprendermi Fran per sempre… Ma non voglio mostrarmi ingrato per quanto hai fatto la vigilia di Natale: che ne diresti di due settimane di vacanza?

CHUCK - (svuotato) Grazie, non me lo sarei mai aspettato.

Sheldrake - Vedrò Fran più tardi. Voglio chiederle di sposarmi.

CHUCK - Non credo le debba augurare buona fortuna conoscendo i suoi sentimenti per lei signore. Sono certo sarete felici insieme.

Sheldrake - Mi fa piacere quello che mi dici anche perché non devo aver fatto una bella figura l’altra sera al telefono. Avrai pensato che ero un bastardo di prima categoria.

CHUCK - Non mi compete giudicarla.

Sheldrake - Sii sincero.

CHUCK - Va bene. Ho pensato che era un bastardo di prima categoria.

Sheldrake - Non ti biasimo, ma non potevo fare altrimenti, avevo le mani legate.

CHUCK - Poteva utilizzare i piedi.

Sheldrake - Battuta infelice, ma non me la prendo… Siamo stai tutti sotto pressione in questi giorni.

CHUCK - Grazie signore, e a quando il lieto giorno?

Sheldrake - Non so…

CHUCK - Tra un mese, un anno?

Sheldrake - Ho detto che non lo so. Sai per queste cose…

CHUCK - Ci vogliono mesi.

Sheldrake - Ci vogliono mesi.

CHUCK - Migliaia di dannati dettagli.

Sheldrake - Esatto, un mucchio di stupidi dettagli.

CHUCK - E nel frattempo non sa dove portare Miss Kubelik ed avrebbe bisogno del mio appartamento.

Sheldrake - Non posso portarla al mio Club ed è l’ultima notte dell’anno, gli alberghi sono pieni. Solo per stanotte…

CHUCK - (porge una chiave) Ecco qui, Mr Sheldrake.

Sheldrake - Grazie… Ma, Baxter! È la chiave sbagliata, questa è quella del bagno dei dirigenti di secondo livello.

CHUCK - Esatto, ho finito di utilizzarlo.

Sheldrake - Che diavolo dici?

CHUCK - Non porterai più nessuno nel mio appartamento.

Sheldrake - Ma io ci voglio portare Miss Kubelik.

CHUCK - Specialmente lei!

Sheldrake - Un momento Baxter, sono stato leale con te, la tua promozione l’hai avuta ed ogni volta che mi davi quella chiave con una mano con l’altra raccoglievi qualche bel premio.

CHUCK - Mi rifiuto di lavorare per qualcuno che promuove una persona il cui unico merito è quello di avere un appartamento da quattro soldi, specialmente quando si tratta di una ipocrita opportunista ed egoista prostituta come me. Addio e Felice Anno Nuovo! (esce correndo al pubblico) Non farò mai più un errore come questo! È una promessa! Cielo! Ancora quella parola!

SCENA V

CHUCK - (nel suo appartamento, sta imballando le sue cose. Al pubblico) Bene, entro pochi minuti me ne andrò, non penso avremo occasione di rivederci… Siete stati molto gentili e pazienti… Ho pagato l’affitto anche per le prossime due settimane, se vi serve un posto per… Sapete dov’è la chiave. (continua il suo lavoro. Entra il dottor Dreyfuss)

Dreyfuss - Ciao Baxter, ti stiamo aspettando alla mia festa, porta con te del ghiaccio. (sussurra) A chi tocca stasera?

CHUCK - Tranquillo dottore, sono solo.

Dreyfuss - La notte di Capodanno? Non prendermi in giro. Tempo un paio d’ore e mi chiamerai per un’altra… visita a domicilio.

CHUCK - Non ho ghiaccio, ho sbrinato il frigo… Vuoi una bottiglia di champagne?

Dreyfuss - Non basta per sbronzarsi. Vieni da me Baxter, c’è uno psichiatra, un cardiologo ed un ginecologo, vista la tua attività frenetica sono tutte specializzazioni utili.

CHUCK - Grazie, ma appena finito trasloco.

Dreyfuss - Traslochi? Stanotte? E dove andrai?

CHUCK - Non lo so, l’unica cosa di cui sono certo è che debbo andar via.

Dreyfuss - A mia moglie dispiacerà molto… movimentavi l’ambiente.

CHUCK - Dottore se non ci dovessimo più vedere… grazie per aver salvato quella ragazza.

Dreyfuss - Basta… era proprio graziosa, forse un po’ sventata, ma molto graziosa. Come le vanno le cose?

CHUCK - Sai come sono le donne… vanno, vengono… Forza dottore, tiriamo il collo a questa bottiglia… brindiamo ai bei vecchi tempi. (Il tappo salta con un botto fragoroso, Fran si precipita dentro)

FRAN - Mio Dio! Mr Baxter! (vede Chuck ed il dottore con i bicchieri in mano e si blocca)

CHUCK - Miss Kubelik… che succede?

FRAN - Niente, ho sentito un’esplosione ed ho pensato… ho pensato che potesse aver fatto qualcosa di orribile.

CHUCK - Tipo?

FRAN - Andar via senza telefonarmi.

CHUCK - Io sto lasciando la città e non vedo perché dovrei chiamarla.

FRAN - Provi.

CHUCK - Cosa?

FRAN - Mi chiami.

CHUCK - Pronto? C’è Miss Kubelik? Vorrei parlarle per favore… (Sono uno davanti all’altra, come in trance, del tutto ignari del dottore che sta proprio in mezzo a loro e dice)

Dreyfuss - È per lei.

FRAN - Chuck, sei tu?

CHUCK - Volevo solo dirti addio ed augurare a te e Sheldrake tutta la felicità di questo mondo.

FRAN - Deve esserci la linea disturbata, non ho capito cosa hai detto…

CHUCK - Mr. Sheldrake mi ha detto che ti avrebbe chiesto di sposarlo.

FRAN - Lo ha fatto.

CHUCK - Cosa gli hai risposto? (pausa il dottore guarda prima Chuck, poi Fran)

Dreyfuss - Dannazione! Non riesco a sopportarlo! Cosa gli ha risposto?

FRAN - Di colpo ho capito una cosa importante: io e Sheldrake non abbiamo nulla in comune. Non gli piace il basket.

CHUCK - No?

Dreyfuss - Come si potrebbe sposare qualcuno a cui il basket non piace? (a Chuck) Mi fa piacere che tu non traslochi più, ormai mi sono abituato a te. (a Fran) Buon Anno Nuovo! Ho detto… (nessuno lo considera, esce assolutamente disgustato, ma contento. Fran prende un mazzo di carte siede e comincia a mescolarle mentre Chuck la guarda)

CHUCK - Ti amo Fran.

FRAN - Parla più forte, vuoi la Regina di Cuori?

CHUCK - (Si siede e taglia il mazzo) Ho detto, miss Kubelik, che sono follemente innamorato di te.

FRAN - Ho sentito. Ora taci e dai le carte.

SIPARIO