Prova d’autore

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SOLINA PROVA D’AUTORE COPIONE

MARIO         SOLINA

PROVA D’AUTORE

COMMEDIA

IN  DUE  ATTI

REGISTRAZIONE  S.I.A.E.

Sezione D. O. R.  n° 2/4640/82

Rev. Febbraio 2018

“e se l’arte... deve sopravvivere, ciò non

accadrà in seguito alla fondazione di solenni accademie, ma

accadrà perché qualcuno riuscirà a trovare nuovamente quella

capacità di gioie e dolori a cuore aperto, e senza riserve, che

la prudenza e la previdenza hanno quasi interamente distrutto”.

                                                                 Bertrand Russel

PERSONAGGI

Ludovico  BARTOLI              Musicista

Gigliola   QUATTRINI           Astrologa

                                      

                                       ROSOLA

                                       ILIO

LA DAMA DI ILIO               (non parla)

                                         A Roma, oggi.

Una mansarda con studio e salottino. A sinistra la comune, a destra una porta che dà all’interno. Alla parete centrale una finestra. Scrivania, tavolino laterale, una grande stufa, poltrone, carrello con bottiglie, grande specchio, libreria. Regna la confusione creata da libri, spartiti e strumenti musicali. In evidenza, un leggio, locandine di spettacoli e fotografie di grandi musicisti alle pareti.  E’ l’abitazione di Ludovico Bartoli, detto Vicky. All’apertura del sipario, Vicky inforca occhialoni neri scivolati sul naso, si trova dietro il leggio e suona la chitarra.

Bussano alla porta. Vicky dapprima non sente, poi, contrariato, chitarra in mano, va ad aprire. E’ in pantofole e pigiama, avvolto in una pesante vestaglia da camera.  Entra Gigliola, avvenente coetanea di Vicky.  In mano ha una borsa di rilevanti dimensioni e un ombrello. Indossa un cappotto ed un cappellino. Squadra Vicky che calza guanti di lana, le cui estremità sono tagliate onde far emergere le falangi

VICKY (torna a sedersi, pizzica la chitarra)

Oh, sei tu? (assesta gli occhialoni)

GIGLIOLA    Io (toglie il cappello, depone borsa e ombrello). Roma è un gelo stamattina

VICKY               Che ha detto? (ansioso)

GIGLIOLA        Che ha altro da fare

VICKY          Mascalzone (depone la chitarra). Non può sciupare le suole delle scarpe... Questo perché lo rimpinzo di mance

                         (con un’enorme pelle di daino pulisce gli occhialoni)

GIGLIOLA  (toglie il cappotto, con la tremarella passa in rassegna le immagini alle pareti)  Mance? Ma di chi parli?

VICKY          Del portiere (inforca gli occhialoni)

GIGLIOLA Io, di Alina. Lei non può venire. Quando avrà tempo, restituirà  lettere,  fotografie. Insomma, tutto finito

VICKY         Mascalzona, pure lei (soffia sui polpastrelli per riscaldarli)

GIGLIOLA    Tu delle donne te ne impipi, le maltratti e poi...

VICKY           E poi?

GIGLIOLA    ...licenziamenti a raffica. Alina l’hai portata alla disperazione

VICKY           Balle! Ma che ti ha detto?

GIGLIOLA  Balle. Balle hai costruito eballe ti restituisce. Nella vita si riceve ciò che si è seminato

VICKY          Enella morte, cosa si riceve?

 

GIGLIOLA    L’estrema unzione, quella che hai beccato da Alina

VICKY (segnandosi) Nel nome del padre, della figliola (indica Gigliola) e della buon’anima di Alina. Sai che ti dico?

GIGLIOLA    Che te ne infischi

VICKY           Come hai fatto a indovinare?

         (si  gratta nervosamente sotto il guanto perforato)

GIGLIOLA     sei un libro aperto

      (Vicky sorride sbarazzino. Gigliola si sofferma sul guanto)

Cos’è quel cencio sforacchiato? Hai la pelle malata?

VICKY      sulle tastiere, col freddo, le dita non funzionano. Per essere agili vanno tenute in caldo

GIGLIOLA     mi pareva una fulminante psoriasi

VICKY       la psoriasi non avrà mai il coraggio d’aggredire la mia pellaccia (estrae un pacchetto di sigarette) Sigaretta?

GIGLIOLA     non fumo (Vicky conserva il pacchetto)

VICKY            bel cappellino, delizioso. E trovo anche te zuccherina

GIGLIOLA   attento aldiabete. Ma tanto, io, non sonozuccherina. E non sono Alina, sai? Sono...

VICKY        LOLA sei (canta sul motivo di “Cavalleria Rusticana”)  “O Lola, ca di latte hai la cammìsa”... (di botto) Mascagni! Che c’è di nuovo in quest’Italialibera e gioconda?Sono segregato con le mie cornamuse, le mie... (addita spartiti, strumenti)

GIGLIOLA     Che c’è di nuovo? Lalira cade...

VICKY           a me interessa che non cadano arpe, cetre... edollaro. Lelire cadano pure, tanto i miei cachets sono in dollari (ripulisce gli occhiali)

GIGLIOLA      c’è che... i farabutti vanno avanti e gli onesti segnano il passo

VICKY             s’ibernano (amaramente sincero)

GIGLIOLA     questa maledetta stufa non funziona (palpa la stufa, cui s’è appressata più volte).  Si muore di freddo

VICKY            ti riscaldo io

GIGLIOLA     come mi riscaldi?

VICKY         Con i fiammiferi (cerca in tasca con eccessiva macchinosità. Estrae un accendino) Meriteresti un forno a legna, ma con il gas...

GIGLIOLA    ...si muore avvelenati

VICKY      …con il gas, avremmo potuto darci da fare (rimette in tasca l’accendino)

GIGLIOLA    non mi lascio abbrustolire

VICKY          Peccato! Volevo dedicarti la sinfonia composta per Alina.  E’ già nel repertorio dell’Orchestra Sinfonica di Zurigo: anziché “Per Alina”... ”Per Lola”, per la piccola Lola

GIGLIOLA    Sì, per LORINA

VICKY        Visto che non gradisci, anziché per L’Orina... perla cacca.(in piedi collerico, grida) Eh, scusa, te la sei meritata (getta gli occhialoni, con rabbia)

GIGLIOLA    niente pietanze riscaldate

VICKY      Accetti, perlomeno, un po’ di whisky? (prende una bottiglia, gliela mostra) Col sigillo integro, vedi? Dodici anni d’invecchiamento. E’ VERGINE

GIGLIOLA    Per fortuna non è ACQUARIO o CANCRO. (ci ripensa) Quasi quasi, col freddo che fa... (si distrae palpando la stufa, spalle a Vicky) Magari, dammene un gocciolino

VICKY  (con balzo felino posa la  bottiglia sigillata; afferra una bottiglia quasi vuota, e da questa versa in un bicchiere)  Ti basta? (le recapita il bicchiere)

GIGLIOLA     Sì, basta  (Gigliola beve. Poi si volta e scorge ancora integra la bottiglia profferta) Canaglia, da una bottiglia già stappata l’hai preso. M’avevi promesso il whisky invecchiato. Non ti si può voltare le spalle

VICKY     Ti ho punito: non si danno le spalle. E poi, una bottiglia già stappata, ha whisky più aromatico; più degna cornice alla tua fragranza (cerca di far sparire la bottiglia sigillata. Non ci riesce. Mostra quella stappata) E’ la fine del mondo (annusa). Sigaretta?

GIGLIOLA    No, grazie. Senti, Ludovico, se mi stappi la bottiglia sigillata, ti consentirò di dedicarmi la sinfonia scritta per Alina

VICKY  (si gratta la testa)  La sinfonia potrebbe... esserti non gradita e io ci perdo la bottiglia. No, quella bottiglia è sacra. Me l’ha spedita la mia Vergine slava! (carezza, stringe a sé la bottiglia integra) E’ ricordo di Ljubitza

GIGLIOLA   Peccato che non lo sia di LARA: sarebbe di PURA LARA VERGINE. Mascalzone. Faccio l’ambasciatrice per dire che muori d’amore per Alina. La imploro perché torni da te, e tu ti fai spedirewhiskyda un’altra

VICKY           E ch’è proibito farsi spedire whisky?

GIGLIOLA   il whisky di Ljubitza è proibito a chi spasima per un’altra. Ma poi, questa Ljubitza, chi è?

VICKY         Vieni con me, là dentro (indica la porta interna): te lo dico su due piedi

GIGLIOLA  tu, là dentro,melo dici sopra un letto. Io là dentro, in bocca aileoni, mai

VICKY        Qui si scambia la mia casa per un circo. E poi, che c’è là dentro?

GIGLIOLA  Un provocante divano di velluto rosso, a strisce. Me l’ha detto Alina. Lì, con quella creaturafragile, consumasti il primo pasto...

 VICKY      Sì: tolsi  l’imballaggio, l’azzannai e, da quel momento, sono il Conte Ugolino delle brave ragazze

GIGLIOLA   No: su quel divano, introducesti ilPrimo movimento della dolcesinfonia iniziatica (gesto allusivo). La stordisti di baci e musica, e la battezzasti come “La divina all’ennesima potenza”

VICKY              Anche d’iniziatica t’impicci

GIGLIOLA       Lì dentro c’è un divano a strisce rosse e rosa?

VICKY              No, c’è un pianoforte, con i tastibianchi e neri

GIGLIOLA       Ma va là, ora i pianoforti sono juventini!

VICKY              Tu resta qua, ascolta

(esce dalla porta interna. Poi, ritorna bruscamente. Gigliola si guarda intorno, siede. Vicky s’invola nuovamente nella stanza interna)

Ascolta bene (urlando, fuori campo. S’irradia la musica d’un pezzo di pianoforte, eseguito con ardore e tecnicismo. Gigliola quasi è compiaciuta. La musica cessa.Vicky Rientra, trafelato)  Ti piace? (Gigliola accenna un dolce sì) E allora continuo! (esce di corsa, la musica riattacca. Quando il pezzo è finito, Vicky rientra imitando un concertista: si attilla la giacca del pigiama; aggiusta un immaginario colletto. Mentre Gigliola lo applaude, Vicky lancia in aria una pantofola, in segno di gaudio) T’è piaciuto il mio pezzo, Lola?

GIGLIOLA    Stupendo, bravo il professore Ludovico Bartoli,bravò!

VICKY (mentre raccatta la pantofola) Maestro, prego: io non sonoprofessore di solfeggio, sono “maestro” compositore, concertatore e direttore d’orchestra.  Diamopane al pane e... Vicky al Vicky

GIGLIOLA   non si potrebbe dare “pane al pane” e, alla Gigliola, un altro po’ diwhisky?

VICKY     Gradiresti un po’ di STRA-WINSKY, per caso? Igor Strawinsky:L’uccello di fuoco

GIGLIOLA   Quello invecchiato voglio

VICKY          l’uccelloinvecchiato? Alla tua età, è una vergogna! Sigaretta? (offre)

             

GIGLIOLA   Non fumo: niente volatili e niente sigarette

VICKY         sei la virtù in persona. Io neanche fumo (ripone il pacchetto). Le tengo per emergenza, se a qualcuno mancano (riprende il pacchetto; accende tre sigarette. Gigliola è allibita)

GIGLIOLA     Ma come, hai detto che non fumi

VICKY       Ho detto pure “se a qualcuno mancano”. In questo momento, mimancano e me le fumo (aspira dispettosamente da tutt’e tre le sigarette, sparacchia fumo su Gigliola)

GIGLIOLA (con tenerezza) La sinfonia m’è piaciuta. L’accetto

VICKY        Ora non mi mancano più (spegne le sigarette con fulminea meccanicità) Però, restofotofobo (inforca gli occhialoni) Certa luce abbaglia (verso gli  occhi di Gigliola)

               GIGLIOLA   E, allora, puoi intitolarmela: “Per Lola Quattrini”. Da te, sempreLola voglio essere chiamata. Dai, stappa, festeggiamo: alla salute di Lola e del Maestro Bartoli. Stappa!

VICKY            Lola, quella bottiglia è sacra. Leggi che c’è scritto

                                (la porge a Gigliola che legge sull’etichetta)

GIGLIOLA (scandisce con smorfie) “Perbrintare inzieme. A presto Ljubitza” (implorante, quasi piangendo) Ma chi è questa Ljubitza, che scrivebrindare con latieinsieme con lazeta?

VICKY (al pubblico) E non sa che lesarde a beccafico le chiamasarde aPICA-FECO ... (A Gigliola) Tu hai mai mangiatosarde a PICA-FECO?

GIGLIOLA     A che?

 

VICKY            A  PICA-FECO (annusa con languore)

GIGLIOLA     No

VICKY           Io ne ho mangiate tante! E non parliamo di quella strada a DOPPIO SCORRIMENTO che, in una recente lettera, è diventata A DOPPIO SCORREGGIAMENTO

GIGLIOLA      Impietoso

VICKY             Caritatevole

               GIGLIOLA   Ah, parli di quella straniera che ti scrisse di voler lasciare il Conservatorio per una fortecrisi diESTETICHEZZA

 

VICKY             Forse...

GIGLIOLA      Ma, insomma, questa Ljubitza chi è?

VICKY             E’ laRagazza di Sarajevo

GIGLIOLA      mi sembra il titolo di un’Operetta

VICKY (prende la chitarra. Le luci si attenuano. Un effetto luminoso su Vicky, che articola – dopo aver tolto gli occhialoni - un sottofondo)  Senti come la vedo (mentre suona):  Amore di Bosnia, /Tuffo in Imperi asburgici ed ottomani/ con te sembra più luminosa, e tutta mia Sarajevo (smette il sottofondo) Che ne pensi?

GIGLIOLA   Che la vedipiù luminosa perché hai buttato gli occhialoni.  Ma se risuscita il Maresciallo Tito, ti sbatte in galera. Alla Bosnia, lui, ci teneva. E tu gli vuoi fregare Sarajevo. (al pubblico, canzonando Vicky) Tutta sua Sarajevo! (Vicky riattacca il sottofondo di chitarra)

VICKY     …al profumo di sere totali/adorare i tuoi occhi di fiamma, le tue carni brucianti

GIGLIOLA    Bellissimo! Però in tuta d’amianto…

VICKY (sottofondo di chitarra) ...Dura la sinfonia/perché il nostro amore,/è preghiera policroma. La lirica è finita. Ti piace?

GIGLIOLA     Già finita, non ce ne sarebbe qualche altra?...

VICKY (euforico, riattacca il sottofondo) ... Ed io verrò, stasera, /nella tua terra misteriosa/in fuga sulla cavalla alata di Djerzeléz...

GIGLIOLA        Chi è questo Giggi-léz?

VICKY  (fra sé)  Qui fanno a gara a chi storpia di più. (corregge) Djerzeléz Aljia èil Gran Sultano, bambina mia

GIGLIOLA        Ah, il parente  che ti ha iniziato agli Harem intercontinentali

VICKY        (riattacca  il sottofondo) ...Per questo viaggio/qualcuno mi darà una mano. /Tu corrimi incontro:/sono alle porte di Sarajevo (cessa il sottofondo). E ora basta (depone la chitarra, scappa verso la stanza interna, esce)

GIGLIOLA   Più sono artisti, più sono pazzi (verso il punto dal quale è uscito Vicky). Porta nel sangue i micidiali guizzi di Brancati, la malia d’un Rosso di San Secondo e, nella musica, la dolcezza di Bellini. Ah, Vicky, Vicky, arte distillata da sicilianissime radici. Tu le hai superate con disinvoltura. Io, ancora, ne resto schiacciata. Da tua madre, nordica, hai preso la crudezza, il cinismo; da tuo padre, gli aromi di quell’Isola. E così, dalle tue musiche, viene fuori un tripudioincrociato col quale sbaragli i concorrenti. Mattatore. Quest’uomo non sa quanto fa male a chi gli capita intorno

VICKY (rientra saltellante. Sbatte due coperchi d’alluminio, fissati ai manici da uno spago. Li usa come piatti d’una banda. Compie più giri della stanza) Za-za-zaa! Zaa-za-za! (canta a tempo di marcia) Fra poco avrò la lettera... da Sarajevo avrò!

GIGLIOLA  Pazzo, smettila, questa non è musica, è fracasso. Proprio tuviolenti la musica, dammeli (gli toglie i coperchi, li ripone) MaestroBartoli… (in dolce rimprovero) Ludovico...

VICKY        Mi arrendo (va in un angolo, caccia fuori un violino, lo imbraccia. Attorno a Gigliola suona una musica toccante, vibrata, che poi fa scadere in mazurca)

GIGLIOLA  Sarajevo è tutta archi. Ora ci aggiungiamo pure l’arco del violino! Basta!

VICKY         E io taglio! Bisognatagliar corto nella vita

(estrae un paio di forbici, taglia le corde del violino, le mostra penzolanti)

GIGLIOLA    Cesoiatruccata da forbici?

VICKY           No, spago truccato da corde di violino 

GIGLIOLA    E come hai suonato?

VICKY           PRE-REGISTRATO: comepre-vistoopre-pagato

GIGLIOLA (angosciata) Di Sarajevo? Straniera? E come vi capite, come comunicate? (Vicky ripone il violino con le corde penzolanti)

VICKY     Non ti preoccupare, il mezzo c’è… (Bussano alla comune. Vicky  introduce Rosola, una trentacinquenne mal vestita: un’autentica virago dall’incedere militaresco. Inforca occhialini antiquati, porta una borsetta in una mano e, nell’altra, un sacchetto di plastica gonfio di gomitoli, dal quale fuoriescono ferri per lavorare a maglia. Calza scarpe con legacci alle caviglie) Che dicevo? (indica Rosola, la presenta) C’è il mezzo: Rosola Fioriti, valorosaslavista dell’Università di Roma. Slavistaconsumata

ROSOLA (acida)  consumatissima... neitacchi, da quando si fa avanti e indietro fra casa Bartoli e la Posta Centrale (getta  borsetta  e  sacchetto  sopra  una  poltrona, squadra Gigliola in malo modo)

GIGLIOLA  (porge  la mano) Molto lieta, Gigliola Quattrini

VICKY  (cerca di far rompere il ghiaccio alle due) ... Più Gigliola chequattrini. Però è un fiore di ragazza. Ci conosciamo da bambini, ci leganocomuni origini

 (noncurante della mano tesale, Rosola estrae ferri e gomitoli, siede in poltrona, sferruzza)

GIGLIOLA    molto comuni: solo che, mio padre, chiuse la carriera da minatore in Belgio. Suo padre, la chiuse dabarone al Policlinico di Roma:comuni, comunissime. (indica Vicky) Lui ha munto il capezzolo dei più grandi, per un destino chiamato FAMA, io quello d’una Musa chiamata... Fame. E ci continuo a mungere, visto che fra me e la Fame c’è un rapporto  ossessivo. E   lui,    invece:     a    Roma,    dal    grande    MALEDETTI   LEONARDANGELI,   per   colorirsi   in

composizione e pianoforte. A Berlino, per impugnare col verso migliore la bacchetta, dal grandissimo VON  KARAVAN...

VICKY    Sì, VON ROULOTTEN! (a Gigliola) Al capezzolo di tua sorella ho munto, quella con le tette intercambiabili! (le scaglia  contro un  guanto)

ROSOLA    Il guanto è lanciato: la sfida è cominciata

GIGLIOLA  Miasorellaèmaschio. Se hai munto quel capezzolo, c’è da stare  freschi:dobbiamo pensionarti

ROSOLA    Lui, dicontributi, ne  ha versati  tanti alla Previdenza dei Talami. Ora, con quest’exploit, gli daranno il massimo della pensione

VICKY      Che c’è di male? Il maschio è in latente moto transessuale

ROSOLA (imitando uno strillone) Esclusiva dal New York Times: “Il famoso  direttore d’orchestra, Ludovico Bartoli, ha fondato laLega dei Transessuali”

VICKY    Ma, dico io: un pover’uomo passa la vita amungere partiture e figliole leggendarie, e poideve trovarsi schiaffato in una convulsa orgia di... Ma lasciatemi in pace. Figuriamoci, allora, se vi rivelassi che ad un tizio, ieri, proprio in questa casa,gli ho tirato una... (corre in un angolo e mostra una sega alle due donne, che gli hanno voltato le spalle e si sono isolate)

GIGLIOLA    ...Una...  Che cosa? (senza voltarsi)

VICKY           Una sega, una sega

GIGLIOLA    A posto siamo!

ROSOLA    Altraesclusiva “Sensazionale da Roma: il noto compositore Vicky Bartolitirapure seghe”

VICKY       Certo! Doveva accorciarmi quell’angoliera: invece di due centimetri, ne ha segati quattro. Sono uscito dai gangheri. Non ci ho visto più dagli occhi e... GLI HO TIRATO LA SEGA

ROSOLA       Come? (ancora isolata, senza voltarsi)

VICKY           Con le mani 

GIGLIOLA    Certo, mica si tirano coi piedi (c.s.)

VICKY           Gli ho sfiorato i capelli. Per fortuna il brav’uomo s’è scansato e…

GIGLIOLA  Rosola, rettifica dal New York Times: “Il noto musicista Vicky Bartolitira seghe soltanto allaclasse operaia”

ROSOLA      andrà in Paradiso con tutte le scarpe e le calzette. (Le donne si voltano, dandosi una smanacciata in testa alla scoperta dell’attrezzo che Vicky tiene ancora in mano)

GIGLIOLA   A proposito diorigini, lo sai il tuo nome perché è famoso, oltre che per il grande Ludovico VAN BEETHOVEN?

VICKY        Sì: perché “Ludovico è dolce come un fico”... (depone la sega)

GIGLIOLA    Per quel Ludovico Vernagallo, spasimante di donna Laura...

VICKY      Ah, sì: Ludwig VAN VERNAGALLEN, il Joan Sebastian Bach di Sicilia: “Toccata”…

ROSOLA    ...efiga

VICKY       con funerale a dodici cavalli

ROSOLA   “La Baronessa di Carini”, uccisa nel Castello,per amore...

VICKY         ...dell’uccello

ROSOLA   per amore. Solo per amore, Vicky, nel dicembre 1563 (sferruzza più nervosamente)

GIGLIOLA   Ma non sieteslavista, voi?

ROSOLA    Slavista, a servirvi. Esicilianista...quando mi sconfinfera. Le Lettere non hanno frontiere (sferruzza)

VICKY         Rosola ha approfondito lo studio dei grandi amatori. A proposito, lo sapete che in questi giorni è stata fatta la classifica delle grandiamatrici? Sì. Terza: Cleopatra; Seconda: Lucrezia Borgia; Prima: Rosola

 ROSOLA     Accostamenti irriguardosi. Protesto in nome di prestigio e dignità

VICKY          E io, in nome di Lucrezia Borgia e di Cleopatra

GIGLIOLA   Io per conto di Beatrice e Padre Dante! Ma la vogliamo smettere? Non si può iniziare un discorso che subito si passa da Vernagallo a Carlo di Valois

ROSOLA  Vi dimostro che non sono soltanto slavista: Carlo di Valois venne comepaciere...

VICKY         …e cadde sulsedere  (disappunto di Rosola e Gigliola) Solo voi dovete pavoneggiarvi? Faccio il poeta

GIGLIOLA    E iofaccio la schedina: ma non azzecco mai un tredici

ROSOLA    Comunque, siete entrambi di siciliane origini, abbiamo capito. Piacere (squadra Gigliola, concede un inchino) E insistete col Totocalcio. Insistete.

VICKY   Rosola, abbi rispetto. Lola è un personaggio:Madame Philosophie noi la chiamiamo. E’ laureata in filosofia, ma per sbarcare il lunario scrive oroscopi sui giornali. E’ famosa in tutta Italia. (a Gigliola)  Birbona, cosa hai scritto, per il tuo Segno,nell’oroscopo di ieri? (prende il giornale, legge con enfasi) “Diffidate delle vecchie conoscenze e contate sulle vostre capacità. Delusione nel campo degli affetti, ma non demoralizzatevi”

ROSOLA  Mai demoralizzarsi!  (sferruzza nervosamente)

VICKY (getta il giornale. A Gigliola) E su quello di oggi? (prende un altro giornale. Legge) “Molta comprensione da parte di una persona finora non valutata come merita. Flirts e imprevisti”

ROSOLA (a Vicky)  Agli oroscopi tu ci credi?

VICKY    “Flirts e imprevisti”. Questa è simpatica, eh, Lola?

GIGLIOLA  (distratta)  Sì, senz’altro, una simpatica ragazza (sorriso a Rosola)

VICKY (a Gigliola) Chi? Ma quale?

ROSOLA (acida)    Quella di Sarajevo

GIGLIOLA      Per carità, con Sarajevo finiamola. Io della signorina Rosola parlavo

ROSOLA     Le sono grata. (corre alla sua borsetta)  Ho tradotto tutto (estrae una lettera e legge traducendo) “MOJ DRAGHI LIUBAV”: mio caro amore. (Vicky cerca di bloccare Rosola, che sfidante prosegue) “MUSIKA I SVETLOST OD MOJ SRZOST”: musica e luce del mio cuore. In slavo fa rima baciata, in italiano non la fa... Ma presto potrà farla

 VICKY     Basta, Rosola, basta! I fatti degli altri, così, in piazza! Abbi pazienza!    Tu ne hai pazienza?

ROSOLA  Io ho fretta. Fra venti minuti comincia la lezione e non ho macchina. Questi maledetti meccanici (ripone gomitoli e ferri nel sacchetto)

VICKY     T’accompagno io, per carità! Corro a vestirmi. E, lungo il tragitto, vai traducendo. Ci stai, Rosoletta? Lungo il tragitto...

ROSOLA (consegna a Vicky il sacchetto)  Riporre fuori tiro. E attento: se sfili un solo punto, ti tiro il collo come un gallinaccio

VICKY   Tutti a PICA-FECO mi vogliono conciare (prende il sacchetto) Agli ordini, qui si esegue a tamburo sbattente (studia dove conservare il sacchetto. Esce, lo porta nella stanza accanto. Rientra)  Tutto fatto! (si struscia le mani come se avesse manipolato oggetto polveroso. Sulla spalla reca un estensore, lo impugna ed armeggia)

GIGLIOLA   Dunque, si tradurrà lungo il tragitto: qua si scoprirebbero gli altarini. Vero, professoressa?

ROSOLA (squadra Gigliola) E la signorina ti legge la mano? (a Vicky, che fa ginnastica con l’estensore). Oppure ti legge il cuore?

VICKY            Per  il mio cuore ci vuole il laser. Ma tu non mi pianterai: mi sbrigo e ce la svigniamo (una carezzina a Rosola. Esce dalla porta interna)

GIGLIOLA     Chi l’ha scritta quella lettera? (perentoria)

ROSOLA        Segreto professionale (stizzosa)

GIGLIOLA     Vicky Bartoli vi paga? E’ un incarico ufficiale?  (Rosola non risponde)

                         Da quando gli traducete lettere slave?

ROSOLA    Da slavista consumata, vi rispondo con un proverbio balcanico: “Moglie e buoi dei paesi tuoi”

GIGLIOLA     Ma questo è un proverbio italiano

ROSOLA (più nemica)  Appunto, ma calza anche per pretendenti slave: le donne, dovunque le pigli, sono tutte abbindolanti

GIGLIOLA    E voi cosa siete? (entra Vicky, che ha seguito la diatriba)

VICKY         ...Italiana è, italiana  (occhiate a Gigliola, imploranti di non inimicarlo con Rosola)

 ROSOLA    Italiana, italianissima! Anzi, triestina: ostrega! (in marcato triestino)

VICKY (imita la cadenza triestina)  La xé de Trieste, ciò! La xé tutta una luganiga. Ora dobbiamo scappare però, salsicce a parte. Rosola ha premura. (a Gigliola) Vado e torno. Aspettami qua

ROSOLA (a Vicky, fiscale)  Ancora con quel pigiama? Finora dove sei stato?

VICKY (mortificato) In bagno (Gironzola. Poi, contro Rosola) Ma che siamo a scuola? “Scusi, Maestra, posso andare in gabinetto?”, a labbra tremanti, con la mano alzata (imita lo scolaro che chiede permesso con due dita)

ROSOLA    “Con la mano alzata”, che proprietà di linguaggio! (sferzante) Un uomo, quando alza le mani, significa  che si arrende

VICKY          Non è il mio caso. Sono andato al cesso, e basta

ROSOLA   Come vedi, la xé sempre una RITIRATA. Ti sei arreso: chi va in RITIRATA s’arrende

VICKY    Bene, in futuro, per farti contenta, anziché chiedere un chilo di OCCHIATE, al pescivendolo chiederò un chilo di SGUARDI

ROSOLA    Anche qui c’è la differenza: si richiedono SGUARDI quando si vuole che il pesce non lanci occhiatacce, ma languidi SGUARDI d’intesa. Fossi il pesce, però, non ti lancerei sguardi: ti esploderei certe occhiatacce, da fulminarti su due piedi

 VICKY        Su due pinne, semmai, Professoressa... (a Gigliola) LOLA, sento puzza di sguardi (indica Rosola). Tu, la senti? Lo SGUARDO puzza sempre dalla testa (annusa Rosola al capo)

GIGLIOLA   Me ne vado. Io sento puzza di luganighe (alludendo a Rosola). E, poi, col tuo stra-whisky, sono già ubriaca. Ma, soprattutto, non digerisco...

ROSOLA      gli Uccelli di fuoco?

GIGLIOLA   prego, le salsicce

ROSOLA (a Gigliola)  a me sembra che luganighe non ne abbiate mai provate

VICKY        e, a quel che pare, mai ne proverà

ROSOLA    la salsiccia fa male al pancino

VICKY      ma il salsicciotto fa bene. Basta. (a Gigliola) Tu resta qua. Ti lascio due rotocalchi inglesi: parlano dei miei ultimi successi (reperisce due riviste, gliele consegna)

GIGLIOLA (lascia cadere le riviste) Inglese non ne so. E da dove capisco se t’hanno riservato applausi o pernacchie?

ROSOLA    dalle fotografie, se siete perspicace

VICKY        fotografie non ce ne sono

ROSOLA    allora dalle un vocabolario

VICKY        No, io provo a darle un bacio

                (appioppa a Gigliola un bacio sotto un orecchio)

GIGLIOLA (divincolandosi) Va, va via. Gli sdilinquimenti non mi piacciono. Va via (strizza l’occhio a Vicky, compiaciuta del bacio, in un attimo di distrazione di Rosola, che stava raggiungendo la comune) Belfagor, alla larga

ROSOLA (torna sui suoi passi)  Con la mia incallita esperienza di slavista, vi cito un altro proverbio di quelle parti: “Chi non apprezza non merita”. Voi, questo sdilinchimento, non lo meritate

VICKY(a Rosola, strizzando l’occhio a Gigliola) Brava, noi ora andiamo.  La Gigliola studierà il proverbio e, se saprà meritare, si farà trovare qua. Io mi cambio in un attimo:Belfagor è ultrarapido, come la spuma da barba(ESCE precipitandosi nella stanza interna)

ROSOLA      Quest’uomo voi l’amate?

GIGLIOLA   Chi?

ROSOLA      Belfagor, la spuma da barba

GIGLIOLA   E voi?

ROSOLA      Comincio

GIGLIOLA   cominciamo entrambe…

ROSOLA      state attenta a non combinar frittate, ciò!

GIGLIOLA  Io a stento butto giù la pasta  (Vicky rientra con un cappotto a tre quarti sotto il quale indossa un paio di pantaloni scuri e un maglione rosso sgargiante. Ha, sulla testa, uno scolapasta d’alluminio, impugna un mestolo)

VICKY       Ci avete ripensato? Che avete deciso? (a Rosola) Spaghetti e l’Università al diavolo?!

GIGLIOLA    Ma che combini?  (cerca di sequestrargli mestolo e scolapasta)

VICKY (sfugge, volteggia. Usa come casco lo scolapasta e come cloche il mestolo) Sono il comandante dellaPattuglia Acrobatica. Volo nei cieli della vita, e faccio mille acrobazie per non tracollare

ROSOLA       sembri la pubblicità d’una minestra

GIGLIOLA    metti un filino di prezzemolo in bocca e avremo un brodo di marca

ROSOLA(indica Vicky)Concarne di maiale il brodo è ributtante. Andiamo, incosciente, ci aspetta unacorrida in mezzo al traffico

(Vicky depone scolapasta e mestolo. S’inchina a Rosola, tenendo i pizzi del cappotto. Scopre i pantaloni, che appariranno sovrastati dal sacchetto che Rosola gli aveva consegnato, trasformato in mutandine, al quale Vicky ha collegato un paio di bretelle. Il musicista le pizzica come corde di contrabbasso. Rosola, testa fra le mani per lo smarrimento, stigmatizza la buffonesca pantomima)

GIGLIOLA (a Vicky)Ma che hai combinato?

VICKY(mostra le mutande) Mutandine per scolaretti. Se, per caso, la signora Maestra (indica Rosola) non mi desse il permesso d’andare in bagno... si limiteranno i danni. Mutandine a provadi pipì!

ROSOLA  Aprova di bombe la tua scemenza ce l’hai collaudata. Togliti quel sacchetto. Ora, i gomitoli dove li metto?

(Gigliola va da Vicky, inizia a togliergli la bardatura) Combina sempre guai

GIGLIOLA   Ludovico...(con svenevole compiacimento)

ROSOLA  (scatto di gelosia)  Ludovico, sempre lui, la Prima Donna!

VICKY      Laprima donna si chiamava Eva. Il cognome però non lo ricordo

ROSOLA  Perbacco: BARTOLI! Era tua sorella, ciò! Eva Bartoli! E come poteva chiamarsi?

GIGLIOLA  Vicky, dai, pensi solo a scherzare! Rosola ha fretta... (Vicky si riassesta e restituisce il sacchetto a Rosola)

ROSOLA (respinge il sacchetto)  Portalo alla slava, ciò!, dato che se la fa addosso quando ti vede. E, ora, sull’arena

VICKY   Lola, noi andiamo atorear, ciò !

(piglia Rosola sottobraccio, improvvisa un motivo spagnolo e passi da torero, batte i tacchi, finge castagnetas alle mani) Ta-ta-ta-ta, ta-ta-ta! Olé! (s’inchina a Gigliola. Va verso la comune seguito da Rosola)

GIGLIOLA  Toreador, ritorna vincitor (sconsolata)

ROSOLA (a Vicky) Ma tu la patente ce l’hai?

VICKY    Ho ilbrevetto per gli aeroplani (indica scolapasta e mestolo). In un modo o nell’altro,atterreremo sull’Università (a Rosola)Fuerza, mujer, anda, anda!  (Rosola e Vicky escono dalla comune)

GIGLIOLA   Anda, anda... e maledetto chi mimanda. Ma io, qui, che ci faccio in questa città tentacolare? Sfido la metropoli e trovo solo guai (si dà pugni in testa)  Mi darei pugni in testa, mi darei... A casa, Lola, a casa devi tornare. Ho cercato di far da cemento, ma non ce l’ho fatta. Non solo non ce l’ho fatta, ma pure... quando ho avuto certezza che Alina non ama più quest’indemoniato, mi sono buttata a darle il cambio. Vicky, coda di satana sei. E io, difficile a cascare, con te ci sono cascata (squilla il telefono, va a rispondere) ...in Conservatorio? No, all’Università! (pausa) Non sapevate che insegnasse all’Università. Ma no, Belfagor è uscito con un’amica. (pausa) Va bene, va bene, richiamate. Arrivederci  (riappende la cornetta).

C’è un freddo cane (stropiccia le mani). Fredda la casa, freddo il paese, vivere è diventato un tormento. Ora, pure l’austerità: c’è chi gozzoviglia e chi deve risparmiare. (trema per il freddo) Nel mio profondo Sud dovevo rannicchiarmi!... Professorucolo di provincia, con Socrate dovevo starmene. Anda, anda! Bisogna prendere il coraggio a due mani. Accettare le sconfitte è coraggio. Tornare alla propria terra, che è la vera madre. Dirle: madre, ho sbagliato. Sono tornata. Ho scoperto più fango lasciandoti, più fango. Cercavo l’impronta di Atene nell’eternaRoma, e le fogne ho trovato. Gli acquedotti, costruiti per lavare facce e mani sporche, in frantumi li abbiamo ridotti: sono destinati al turismo, non ai lavacri. Ma io me ne scappo (indossa il cappotto, mette in testa il cappellino, va davanti allo specchio, si scruta) Farabutto: un gesto, una moina, e l’inferno ti scatena (rumori di chiavi alla serratura. Poi, a Vicky, che entra dalla comune)  Così presto? E Rosola?

VICKY           l’ho caricata sul tram: io non mi lascio ARROSOLARE. E tu, con quel cappello

GIGLIOLA    me ne vado  (Vicky le strappa il cappello)

VICKY (l’avvinghia)  tu stai qua

GIGLIOLA   Lasciami, villano. Il messaggio te l’ho recapitato: Alina non tornerà mai più. Hai capito?Mai (gridato contro un orecchio di Vicky)

VICKY (tenendosi l’orecchio) Eeh! L’udito io ce l’ho buono

GIGLIOLA  ma non riuscirai a sentire le sfumature di questo “mai”

VICKY         riuscirò avederle, perlomeno: scrivilo sopra un pezzo di carta

GIGLIOLA (estrae un’agendina dalla borsetta, una penna. Scrive tre volte la parola “mai”, gli appiccica l’agenda sugli occhi)

VICKY  (prende l’agenda, legge)  MAI, MAI, MAI: M’HAI rottole scatole

                          (getta l’agenda, toglie, a forza, il cappotto a Gigliola)

GIGLIOLA   Bruto! (lieta per l’assedio di Vicky) 

VICKY          Cassia!

GIGLIOLA   preferiscol’Appia con gli aghi dei suoi pini...

VICKY       A proposito di aghi, m’è caduto un bottone dalla camicia del frac. Potresti attaccarmelo?

GIGLIOLA   Te l’ho già attaccato

VICKY       Ma no! (con gioia stupita. Va di scatto nell’altra stanza, torna con la camicia in mano, esibendola) Ma che m’hai attaccato? Il bottone è qua (mostra il bottone)

GIGLIOLA (dolce, sicura di sé)  Te l’ho giàattaccato (prende il bottone che Vicky ha in mano) Questo è un altro

VICKY       Birbante! (ha compreso il doppio senso)Madame Philosophie, stavolta m’hai fregato

GIGLIOLA  Dammi un ago (studia dove cucire il bottone )

VICKY (imitando un’aria rossiniana, canta)  Datemi un ago! (cerca in un cassetto, estrae una scatoletta, la apre) Qui non c’è ago! Dove sarà? (dopo averlo cercato invano) Mettila qua (ripone la scatoletta nel cassetto) Qua-a-a! A-a-ha! Za-za!

(squilla il telefono. Risponde) Sì! Vuol venirmi a trovare il Sovrintendente alMaggio Fiorentino? Se ha lucido per scarpe, può venire senz’altro (blocca il telefono)

GIGLIOLA   dai sovrintendenti ti fai pulire le scarpe: siamo all’apice!

             (Vicky annuisce soddisfatto) Ma gli aghi, insomma, dove stanno?

VICKY          Sull’AppiaAntica, al chilometro dei romantici

GIGLIOLA   Andiamo   (prende il cappello, si avvia verso la comune)

VICKY          Andiamo  ( la sospinge verso la camera interna)

GIGLIOLA  No, lì dentro no. Lìc’è unpiano troppoforte, potrebbe intonare il concerto della mia resa...

VICKY          Il pianoforte? No, ti sbagli: là dentro c’è un giradischi,giuro

GIGLIOLA        solo bugie sai confezionare

VICKY         ebbi il culto per la verità. E da quel culto appresi che mentire è necessario. Ora sperimento come farla venire a galla senza farmi male (gironzola, fischietta)

GIGLIOLA   Carogna: allora, prima, non eri tu a suonare. Il concertoper me era un disco, non eri tu al pianoforte

VICKY          Al pianoforte ero io, ma il pezzo è registrato. Un disco: copia di me stesso. Vicky Bartoli in duplicato. Con la carta carbone sì, ma con le mie mani

GIGLIOLA   Usi la carta carbone pure per suonare. Sei un angelo con faccia sporca e coscienza nera. T’imbratti coiduplicati

VICKY            I duplicati, i centuplicati! Io parlo di suoni

GIGLIOLA    e io... disonate. Con le donne ilcopista dell’amore fai

VICKY           Io amo ancora Alina. Vai, corri a dirglielo. Lei ritornerà, deve tornare (gironzola, fischietta più nervosamente)

GIGLIOLA    Sei un mostro di crudeltà. E non girarmi intorno, e non fischiare

VICKY           Perché?

GIGLIOLA  Perché... (aggiusta il tiro) perché, latormenti ancora,non cessi ditormentarla. E tormentarsi,perAlina, è un guaio. Per tutti è un grosso guaio

VICKY         Pare che anche tu faccia di tutto per dimostrarlo (Gigliola annuisce). Sai che ti dico?’ Non tormentarti. Io continuo ad amare Alina, ma tu mi piaci. E, più di te, mi piace la slava

GIGLIOLA   Bestia. Ronzino infame

VICKY          Non hai detto che la mia musica ti piace?

GIGLIOLA   Mi è sempre piaciuta, e lo sai

VICKY     Andiamo ad ascoltarla. Un po’ di musica per riappacificarci

GIGLIOLA   Musica artificiale?  

VICKY          Te la daròdal vivo... (lancia un fischio e le gironzola intorno)

GIGLIOLA   Dal vivo? E come, sul GIRA-FISCHI? (indica Vicky che fischia e le gira intorno)

VICKY             No,sul divano (Gigliola  prende l’ombrellino, medita d’andar via)

GIGLIOLA   A proposito, l’hai ascoltato il disco di quel giovane trombettiere canadese?

VICKY (intonando il motivo di Lilì Marlene)  “O trombettiere, stasera non suonar, una volta ancora ti voglio salutar”... Quello non è trombettiere. L’ho ascoltato. Quella tromba sembra il guaito d’un cane. Ma farà molta strada il tuo protetto. Che resti in Italia, diventeràPrima Tromba. Insista con le raccomandazioni, basta che abbia la furbizia di tosarsi. E’ il paese dei furbi l’Italia. Gli toglieremo il guinzaglio, gli metteremo un frac, e lo ritroveremoPrima Tromba

GIGLIOLA   Ma dove?

VICKY         Al Bar Pinguino, qui sotto, all’angolo. Madame Philosophie, basta con le prediche sociali. Andiamo sul divano?

GIGLIOLA   Ma io che gli dico?

VICKY         Ai divani non si parla. Ah!, al canadese digli che non ho avuto tempo

GIGLIOLA   E quando m’assedierà con più telefonate?

VICKY        sempre la stessa cosa devi dirgli. Quando un artista ha talento, gli si scopre subito. Quando si tergiversa...

GIGLIOLA   ...vuol dire?

VICKY          che non ha il genio di Mozart  o che so io...

GIGLIOLA   ...del Maestro Bartoli, Belfagor in arte venatoria

VICKY      per l’appunto, imboschiamoci sul divano che Alina non vuole più sfiorare

(Gigliola si finge riottosa, poi depone cappello, cappotto, ombrellino e si lascia trascinare. Entrambi escono dalla porta interna. Un pezzo di pianoforte s’irradia. Bussano alla porta. Vicky esce in mutande, scarmigliato. Il sottofondo musicale continua a basso volume. Va ad aprire la porta, Rosola ENTRA) E tu qua?

ROSOLA   Io qua (ascolta in cagnesco la musica, indica cappello e ombrellino di Gigliola, sofferma lo sguardo sulle mutande di Vicky ) …ma non credevo di dovere assistere ad una “sonatina a quattro mani”

VICKY    “A quattro mani” suonano i principianti. Sentivamo un po’ di musica lì dentro:il giradischi, io, ce l’ho di là

ROSOLA   e il voltastomaco, io, ce l’ho di qua. Manca solo, in bella mostra, l’altro paio di mutande: il reggiseno è già sul limitare (indica la porta interna, Vicky raccatta il reggiseno e ritorna, con il reggiseno in alto, stretto fra due dita)Mediterraneo: MARE NOSTRUM. Pesce deiMari del Sud!

VICKY  Sì, squalo delle Filippine! (si balocca col reggiseno) Ha fatto bene a gettarlo. La mia musica allarga il cuore: poteva scoppiarle da un momento all’altro. Per carità, morire in tenera età per lo scoppio del ventricolo. Tu, piuttosto, non avevi lezione all’Università? (Gigliola appare dall’interno, getta uno sguardo sfidante a Rosola e Scompare lasciando la porta più aperta. Farà fugaci apparizioni sulla soglia per captare ciò che dicono Vicky e Rosola)

ROSOLA (torvamente allusiva) Iventricoli bassi, tu fai scoppiare. Ci ho ripensato. Sono tornata per palesarti una parte di traduzione soppressa... sbagliata. Anzisoppressa. (di botto, con crudeltà) Ljubitza aspetta un figlio. Tutte caine le donne, abbindolanti, ciò!

VICKY     No, non facciamo scherzi, ma che dici?Ciò!  Tu, lo slavo, lo conosci bene o tiri ad indovinare? Ljubitza aspetta un figlio. (stravolto) Ma da chi?

ROSOLA  Ora è bella, da chi! Anzi, traducendo meglio, si arguisce che ha fretta disposarti

                                     (Gigliola fa capolino, poi si ritrae)

VICKY (quasi piange) LaRagazza di Sarajevo dice così?

ROSOLA   sì, proprio così (verso la porta perché Gigliola ascolti)

VICKY      chiamate il prete

ROSOLA (trepidante) Per sposarti?

VICKY          No: per un’altraestrema unzione

ROSOLA     Ah, certo, certo

GIGLIOLA (entra. Finge di non aver sentito. Canticchia, aggiustandosi) Toh, chi si rivede! (a Rosola) Vi manca un orecchino: l’avete dimenticato in Cattedra?

ROSOLA    Perché non controllate voi, piuttosto, se non avete seminato qualche indumento ad ansa?  (indica il reggiseno)

GIGLIOLA   Oh, che sbadata! E’ mio, forse

ROSOLA      Certo:mio non è  (Gigliola raccatta il reggiseno e lo depone nella propria  borsa)

GIGLIOLA   Noi, a questo punto, non abbiamo più nulla da celare, è vero Vicky?

                            (ostentatamente, a Vicky ancora in mutande, si stringe a lui)

VICKY       No,a questo punto, per carità (sguardo alla borsa nella quale Gigliola ha deposto il reggiseno)

ROSOLA      E neppure io. (crudelmente, a Gigliola) Questo bellimbusto ha deciso di sposare una slava. E’ una giovane concertista di pianoforte. Abita a Sarajevo e si sta perfezionando a Parigi per farsi poi lanciare dal Bartoli in Italia

VICKY          in un burrone io lalancerei, altro che in Italia...

ROSOLA       e Vicky aspetta un figlio

GIGLIOLA    Certo, da me 

ROSOLA       Non da voi, da un’altra

GIGLIOLA    allora non sono affari miei

VICKY         sono affari miei, e che affari! (Rosola gli getta un’occhiataccia) Miei... e di Rosola

GIGLIOLA    Di Rosola?

ROSOLA     Sì, per proprietà transitiva: lui, prima, ama in italiano e poi io, tutto quest’amore, lo traduco in slavo

VICKY            visto?  Rosola c’entra

ROSOLA    Tu scherzi, ma, d’ora in poi, non tradurrò più niente. Missive, ambasciate, basta

GIGLIOLA   Non sono affari miei. Io me ne vado (cantilenando) Arrivederci  (prende borsa, ombrello, fa per uscire)

VICKY (implorante) Non l’avresti un minutino?

GIGLIOLA    No, stallone ingravidante

VICKY           in mutande mi lasci?

ROSOLA       lurido stallonis mutandarius

GIGLIOLA    Vado. By, by (va alla comune dove, non vista, indugerà)

ROSOLA (verso la comune)  Sei un fetente: ami Alina, e cavalchi la sua amica. Cerchi di conquistarne una, e ne metti incinta un’altra (Gigliola si ripresenta)

VICKY            Hai dimenticato qualcosa?

GIGLIOLA    No: sono tornata indietro anch’io (occhiataccia su Rosola per alludere al suo ritorno anticipato) 

VICKY       Hai dimenticato il reggiseno?  (lo cerca intorno con finto imbarazzo).  Comunque, siedi lì, ti prego (Gigliola siede, resta in cappotto e cappellino, giocherella col reggiseno, ora estraendolo, ora riponendolo in borsa)

ROSOLA (a Gigliola)  In casa d’altri, il cappello si toglie. Oh, Vicky, Vicky! Quando deciderai di far funzionare il cervello? Per ora ti funziona un solo arnese

GIGLIOLA    a bacchetta gli funziona

VICKY    Ora dovetebuttarci il malaugurio? Ringraziamo Iddio che lo fa funzionare a dovere

ROSOLA    Tu, Ludovico, hai bisogno di una donna... di una donna come... (sta per dire “come me”)

VICKY        Sì, lo so,come Alina. Però lei, di me, non vuole più sentirne. E io, per dispetto, me la spasso con le più belle stanghe che incontro: bianche, nere, mulatte,Stelle d’Oriente...

ROSOLA   Ora pure la Massoneria! Si ficca dappertutto, pur di avere guai. (a Vicky) E io... per punirti, traduzioni niente

                                 (dopo un sospirone, Gigliola finge d’addormentarsi)

VICKY        Ma no, Rosola, via... (la carezza, Rosola perde le staffe)

ROSOLA    Sì, sì, bambino, amore mio (cerca di baciarlo sulla bocca, lo avvinghia)

GIGLIOLA  (destandosi)  Attenti allewalchirie, Ludovico!  (si riassopisce)                                              

ROSOLA    Un onore sarebbe!

VICKY        Non ha studiato Wagner. Compatiscila, Rosoletta

ROSOLA  Morire diwalchiria è un onore. Un Ludovico eroe, prescelto  dalleVergini-Messaggere ed essere condotto a morire...

VICKY      ...il più tardi possibile... (fa gli scongiuri)

ROSOLA  ...nelCastello Celeste di Odino, dove banchettano gli eroi.Gli eroi, capite?, amorevolmente accuditi da noi walchirie. NelCastello Celeste ti porterebbe la tua walchirina

VICKY   per ora ho scelto una villetta in Normandia: a Dauville, dove io banchetto accuditoda una servetta delle Isole di Capo Verde. E mi è costata un occhio della testa pure quella

ROSOLA   Chi, la serva?

VICKY       La villa, la villa! Tutt’e due, veramente

ROSOLA (fatalona) E allora, viste le forti spese, tu baciami: io non costo niente, stringiti forte a me, bambino mio (avvinghia Vicky)

VICKY        Ma chebambino! Ahiii! Mi fai male (si divincola)

ROSOLA    Tu mi respingi

VICKY    quando mai, soffro di reumatismi (cerca di camuffare la ripulsa, si contorce, massaggia i reni). Porto la fascia elastica. Gigliola, vero, tu me l’hai vista?

GIGLIOLA    ma sì che te l’ho vista (destandosi a malapena)

ROSOLA    tu gli hai visto ben altro!... (s’appressa Vicky, lo massaggia) Amore, anzi... dolore mio!

VICKY (respingendola)  ildolore è tutto mio: m’hai stritolato. Così si danno i bacini? Rosola!...

ROSOLA  Come si danno? Stringiti a me, dimostra quanto ami la tua Rosola, concupiscimi. Come si danno i bacini?

VICKY       Così! (le dà un bacetto sulla fronte)

ROSOLA   Che schifo!

VICKY       A chi lo dici!

ROSOLA   Ora devi promettere che su Alina metti una pietra sopra, e che questachiromante la mandi via

VICKY       Chi?

ROSOLA   Questa chiromante:  Madame Philosophie...

VICKY       laChiromante serve a veder chiaro nella mia vita

ROSOLA   Io, io, al tuo fianco, saprò metterti in riga. Quella è un’addormentata, vedi? Dorme. Io sono tutta pepe: per te ardo. Ardo, io (esaspera la concupiscenza)

VICKY       Sono convinto. Però rispondiamo a Ljubitza. Aspetta un figlio, e non so che pesci pigliare

GIGLIOLA   Qualunque pesce, purché non siano SGUARDI... (indica Rosola)

VICKY          Ti rendi conto, Rosola, che Ljubitza aspetta un figlio

ROSOLA      L’aspetto anch’io

VICKY          E ch’è un’epidemia?!

ROSOLA      l’aspetto, sì, da tanti anni

VICKY          ma non è dinove mesi il tempo stabilito?

ROSOLA   Sì. Ma io l’aspetto da quando ti vidi dirigere per la prima voltal’Orchestra dell’Oratorio. Dolce, sperduto, salisti sul podio, prendesti la tuabacchetta...

VICKY       ...e ti misi incinta! Devo cambiare fornitore:bacchettecome queste sono un pericolo

ROSOLA      Vicky, non scherzare. Parliamo sul serio

VICKY    no, telefoniamo alla Ditta ORFEO. Che ritiri dal commercio quellebacchette.(gridando) Ma dico: con tanti fustacchioni che a Roma circolano,  proprio me, voi, dovete fare impazzire? Non voglio vedere più nessuno. Capito? Tutte fuori dai piedi (la sospinge verso la porta. Gigliola si ridesta)

ROSOLA        mi butti via. Sei convinto?

VICKY            convintissimo

ROSOLA (stizzosamente pacata) Hai perso la traduttrice

GIGLIOLA      E hai vinto un terno al lotto (a Vicky)

ROSOLA     L’hai voluto tu. Con Ljubitza t’arrangi. Le scriveraiin musica, anzichéin cirillico

VICKY (infantilmente) Perché, tu, a Ljubitza, incirillico scrivi?

ROSOLA     Certo

VICKY        Allora, resta qua. Chi ha detto di non amarti?

ROSOLA     tu

VICKY      Io? Io no, per carità. Io, dal primo momento che ti ho visto, là, tra la folla, al mio primo concerto, mentre emergevi, leggiadra fra tutte, quando presi la bacchetta in mano...

ROSOLA    …avresti voluto farmi un figlio, bello come mamma e papà

VICKY      più come te, amore mio (la stringe a sé. Rosola toglie i suoi occhialini)

ROSOLA    Amore mio! (si avvinghiano, Gigliola finge di dormire)

VICKY      Sapessi com’è bella Rosoletta quando mette gli occhiali (glieli inforca); prende la penna (gliela fa impugnare sopra un notes) e scrivein cirillico. E che cosa scrive? “Cara Ljubitza, tu aspetti un bambino... Io, invece, aspetto tante bambine, belle o racchie che siano, ma ne aspetto tante”... (stringe sempre più la mano di Rosola che forzatamente trascrive)

ROSOLA   Ma che fai? Mi fai male. Non stringere così, mi stritoli!... (Vicky estrae un pettine tascabile, avvolto in carta velina)

VICKY    Per farmi perdonare, solo per te, interpreterò un pezzo del divino Ciaikowsky: Concerto opera n° 5, per CORNO (indica il pettine), OBOE (indica Gigliola) e CARTA VELINA! (indica una Rosola di “carta velina” che ancora si massaggia la mano. Attacca il pezzo. Gigliola si ridesta e, con Rosola, intona lo stesso motivo.)

ROSOLA   a questo punto, (indica tutti) facciamoper orchestra e pettinino. Una volta, i pettini si fabbricavano con verocorno,ora sono in misera bachelite: deisuccedanei, come le donne per Vicky! Povera umanità, violentata dalla plastica

VICKY        la violenza ha tolto al mondo la gioia di vivere

ROSOLA   guarda chi lo dice! (esibisce la mano dolorante)

VICKY      dobbiamo restituirgliela  (emette due suoni col pettine)

ROSOLA   sì, col pettinino...

VICKY     no, con la bachelite. (infatuato) Con l’arte, prima di tutto, professoressa Rosola Fioriti. Con l’oboe, per esempio (indica Gigliola). Perché agli accenti dell’oboe si addicono ilcandore, lagrazia innocente: Berlioz, Trattato di strumentazione

ROSOLA   invece, per Quasimodo, l’OBOE (con astio indica Gigliola) è sommerso. E quell’oboe “gelido risillaba gioia di foglie perenni, non mie, e...

GIGLIOLA      ...smemora”. Smemora, è vero

ROSOLA         insomma: tempo perso! Rose non colte

VICKY             Oh, foresta della memoria, foresta della fantasia...

ROSOLA        non sa resistere alrichiamo della foresta. (a Gigliola) Comunque, tu e Vicky, fate una bella coppia

VICKY           sì, TarzaneCita! (indica sé come Tarzan e Gigliola come Cita, imita la scimmia)

ROSOLA      sempre modesto! E, invece, Tarzanèlei. Proprio lei...

VICKY         la tua rivale abbonda in ormoni maschili

ROSOLA     abbonda in forza. Come quella dell’oboe: sommersa

VICKY         a  Quasimodo preferisco Debussy

ROSOLA  …era amico di D’Annunzio, sfido io! Da consumata slavista,mi permetto rievocare quel sublime sporcaccione cosa scrisse di Debussy

GIGLIOLA   lo scrisse in italiano o in cirillico?

ROSOLA    l’arcidiavolo Gabriele D’Annunzio scrisse di Debussy “Ci sono attimi, fra la vita e la morte, colorati da uno spirito che non  è  la  gioia  e  il dolore...

VICKY  (continuando la citazione) ...nascosti dove non può  ritrovarli se non l’indovino errante.Ehanno la loro cadenza nella musica di Debussy” (bussano  alla  porta.  Vicky  e  Rosola,  estasiati,  non sentono)

GIGLIOLA     a proposito di  Debussy: da  consumata italianista,  faccio presente che hanno DEBUSSIATO alla porta

                           (Vicky va ad aprire, rientra con un telegramma)

ROSOLA (strappandoglielo) La solita cocotte? (apre il telegramma, lo legge) “Confermiamo... prova et concerto come prestabilito... Firmato, Orchestra Filarmonica Zurigo”  (restituisce il telegramma a Vicky)

VICKY      Quella cocottedella Filarmonica! (sventola il telegramma) Sì, però noi stavamo scrivendo... (assedia Rosola)

GIGLIOLA  …alle bambine... ”belle e racchie”  (finge di riaddormentarsi)

 

ROSOLA     e ne aspetti tante: eravamo arrivati lì

VICKY        ora continua però: (detta) “Ma voi mi state fagocitando e ho deciso di non farmi più rompere le scatole”

ROSOLA      Bravo! Piuttosto: in slavo, rompere le scatole come si traduce?

VICKY       scassare gli zebedei si dice. Si usa una perifrasi: “Tutte vie”, oppure “Sciò, sciò”

ROSOLA    Tutte via! Sciò!Bravo,solo con la tua Rosola rimani. Ela tua Rosola, da questo momento, decide di amarti follemente

VICKY      E il tuo Vicky, da questo momento, decide di metterti nel mazzo di quelle da rinchiudere nel serraglio. Vattene. Mi avete esasperato. Sposerò Ljubitza, glielo manderò a dire in italiano, in romanesco, in veneziano, ma glielo farò capire

ROSOLA (piange)  No, non andare a Sarajevo, non lasciarmi, io ne morirò

VICKY       va bene, rimandiamo i  funerali. Ma vattene via  

ROSOLA   no, no. Un tradimento è stato   (Vicky va a prendere i due coperchi)

VICKY  (canta con voce di basso, alternando colpi di piatti) Tradimentooo!  (ad ornare la frase musicale, sottovoce) Mi-re-fa-re-laaa!(colpi di piatti) Tradimentooo! (piatti al cielo, si butta in ginocchio, fa gran frastuono con gli attrezzi. Gigliola va asequestrarglieli, li getta in un angolo)

GIGLIOLA    i  timpani mi hai perforato

VICKY           io li ho già perforati da un pezzo

ROSOLA   alzati! (Vicky si alza di scatto, fa a Rosola un saluto militare) Un tradimento mio è stato, mio(Vicky scatta per raggiungere i piatti. Rosola fa da scudo per evitare che li prenda) Non è il momento di scherzare. Ho tradito la tua fiducia, confesso. Nella traduzione ho fatto una pastetta. Ljubitza ha scritto soltanto che attende te a Sarajevo. Che ha preso cinque giorni di ferie. Che vogliono offrirti un contratto per due concerti, quest’estate, in Bosnia (Vicky, con balzo felino, si catapulta sui piatti, soppianta Rosola, li impugna)

VICKY    (alternando il canto con colpi di piatti)

Andiamo, nella lontana Bosnia andiamo. Con ràckja e salèp danzeremo/. Tu corrimi incontro a Sarajevo/dove un amore trovo e un figlio allevo

ROSOLA    ho cercato di sottrarti alle grinfie di Ljubitza. Ma tu un testardo sei

VICKY       e tu sei una birba. Per farti perdonare, traduci questo telegramma per Ljubitza

                     (prende il notes, porge la penna. Rosola è rassegnata, Vicky detta)

Raggiungerò Bosnia post concerto Zurigo. Stop. Gradirei tua presenza a Zurigo per poi trasferirmi con te at Dauville. Aristop.Prenota stanza matrimoniale a Sarajevo. ALT

ROSOLA   ci hai ripensato? Non ci vai?

VICKY     no, ci vado di corsa. Non facciamo scherzi, qui si telegrafa sul serio: Alt è come Stop

ROSOLA (affranta)   ... e  STOP è come ALT

(Vicky articola la dettatura, senza che la voce si ascolti. All’improvviso, smette  di  dettare  e  dirige  un’ideale orchestra: un pezzo di musica sinfonica s’irradia. Gigliola  esce dalla porta  interna, recupera i pantaloni di Vicky e rientra con l’indumento in mano. Si pone accanto a Vicky che dirige imperterrito. Cerca di scuoterlo, ma Vicky,  estasiato, non si accorge di Gigliola. Ad un più vigoroso strattone, Vicky le dà retta. La musica va al minimo)

GIGLIOLA   Non dimenticare i...

VICKY       ...i pantaloni? Sì, vammeli a prendere (Gigliola ride e nasconde i pantaloni dalla vista di Vicky)

GIGLIOLA    ...non dimenticare i saluti.

ROSOLA   che sbadata! I saluti, Vicky, i saluti dobbiamo mettere. Con una postilla,che... “chi la fa, l’aspetta”

VICKY     sì, i saluti, che maleducati. Pensaci tu, Rosola. Non voglio fare la figura del burino: sapessi, in Jugoslavia, quanto tengono ai saluti!

(la musica torna ad alto volume. Vicky sembra che voli e, mentre incalza nella direzione dell’invisibile orchestra

                                                CALA  LA  TELA

SECONDO  ATTO

Stessa scena del primo atto. All’apertura del sipario Vicky, in  elegante  spezzato,    sospinge  una valigia, la  depone  in  primo  piano.  Sulla  valigia,  un’esagerata etichetta MR.  BARTOLI – ROMA - ITALY”. Vicky, come un invasato, cerca di dare ordine. Prende un violino predisposto nella custodia, lo depone accanto alla valigia. Stessa operazione compie con una chitarra. ENTRA nella stanza interna e rientra con un clarino. Gli oggetti appaiono come un ammasso. Bussano alla porta. Vicky, da un cassetto prende il passaporto, lo depone sopra la valigia. Bussano un’altra volta, Vicky va ad aprire ed entra Gigliola

GIGLIOLA  (glaciale)  Ciao

      (veste con ricercatezza, reca in mano una borsa grande ed alcune riviste)

VICKY           Oh, Lola  

GIGLIOLA    in viaggio ti potrebbero servire (gli consegna le riviste)

VICKY           Grazie (le dà un bacetto, depone le riviste sulla valigia)

GIGLIOLA    Sono venuta per augurare buon viaggio, non per prendere caramelle               (passa in rassegna bagagli, ambiente)

VICKY           Se non vuoi cariarti i denti, puoi andare

 (bussano alla comune. Vicky si precipita ad aprire: ENTRA Rosola con un sacchetto ed un  foglietto in mano. Li sbandiera a Vicky)

ROSOLA     ricevuta del telegramma al Sultanato

VICKY         Oh, Rosola, siedi, grazie. Si parte, Rosola, si parte!

                     (arraffa la ricevuta, la controlla. Gigliola in poltrona sfoglia una rivista)

ROSOLA  (disfatta) Si parte! (sguardo sugli strumenti ammassati)

VICKY             il clarino a Zurigo serve, o lo lascio?

                                      

ROSOLA         A Zurigo il cervello serve. Un clarino si trova dovunque

                                    (Vicky mette da parte il clarino)

VICKY       pure una chitarra si trova dovunque (elimina la chitarra, la deposita accanto al clarino)

ROSOLA        E il violino a che serve?

                  (Gigliola frigge per l’interessamento di Rosola)

VICKY     serve per le serenate. (alterato) Ma dovrò pure averlo uno strumento, se all’improvviso debbo controllare qualche pezzo

ROSOLA   qualche pezzodi... che? Lo strumentoche mamma-ti-fece è sufficiente.E poi, a Sarajevo, si suona laBALALAIKA

VICKY        se sfotti ancora, mi porto un contrabbasso

ROSOLA    per tebastano i campanelli elettrici, ciò! Suoni alla porta e le morose ti franano addosso

VICKY (canzonando, in triestino) Ciò!I campanelli elettrici! (suonano al campanello della porta) Funzionano, ciò!  Siamo o non siamo “Il paese dei campanelli”? Ostrega!    (va ad aprire. Ritorna intascando un biglietto)

GIGLIOLA   Chi era?

VICKY          Era  l’Esattore  delle  tasse. Piuttosto tu, Rosola, hai portato le protesi?

GIGLIOLA   Quali protesi? Qualcuno, finalmente, t’ha spaccato qualche zanna?

ROSOLA      Le ho portate, te le ho messe sulla sedia! (le indica. Vicky  si  precipita  e  ritorna stringendo  al  petto  un  sacchetto  dal  quale  fuoriescono due apparecchi gessati,  lunghi circa  cinquanta centimetri. Li estrae ed infila un apparecchio al braccio destro e l’altro al braccio sinistro)

VICKY      Perfetto! Bisognava chiudere la parte finale: le dita restavano vulnerabili

GIGLIOLA       ti hanno fratturato le manine, porco d’un can

VICKY              Ma quale fratturato!

 

ROSOLA          Prevenzione (lapidaria)

VICKY           Esatto. Quando viaggio, le infilo. Se c’è un cozzo, preservo gli arti che, per me, sono i ferri del mestiere. Come si dirige con un braccio o con le dita rotte?

GIGLIOLA      Dove arriva il fanatismo dei  musicanti!D’ora in poi, pure io voglio preservarmi. Mi farò costruire una protesi per non rompermi...

VICKY         ...le balle

GIGLIOLA  ...veramente, l’anima: di questi tempi - tutti - le anime abbiamo fragili

ROSOLA     Per arti spirituali,il nostro ortopedico non prepara attrezzi

                      (Vicky sfila i due apparecchi,  li coccola, poi li depone sulla valigia) Vicky, se non avessi fatto il direttore d’orchestra, che avresti fatto?

VICKY        Il direttore didattico

                     (va a battere a tempo, stizzosamente, le dita sulla testa di Rosola)

ROSOLA    (mentre le dita battono) Che tempo è questo?

VICKY        Tempo di marcia

ROSOLA     Di marcia?

VICKY         Più marciadi te! Superi la mela

ROSOLA      Chi è questa Mela?  (risentita, gelosa)

GIGLIOLA   Qualche formosa strimpellante in cerca di successo...

VICKY     E’ già famosa, già entrata nella storia. E’ la melache fece peccare Adamo: la ME-LA PAPPO

ROSOLA      Ecco: quand’è donna, se la pappa

GIGLIOLA  Un guinzaglio per SULTAN (addita Vicky. Poi consegna a Vicky una bottiglia, che estrae dalla borsa)

VICKY     Cos’è, cicuta per questo malacarne? (depone la bottiglia sul tavolino)Grazie da parte diZaccaria, diavolo di prima categoria. Rosola, ammira: CICUTA DEMONIACAL

GIGLIOLA   prego, champagne. Volevo brindare per salutarciin pompa magna, visto che le bottiglie per te sono sacre

VICKY            Come le vacche indiane

GIGLIOLA     No: slave  (indica il posto dov’è piazzata la bottiglia spedita da Ljubitza)

 

VICKY            Qua? Brindare qua?

GIGLIOLA     No, là  (indica la stanza interna)

VICKY           Ah, già: qui si deturperebbeil tappeto con lo champagne.Là,  invece, c’è un divano sempre disposto a farsi strapazzare

GIGLIOLA  (fa notare l’imbarazzante presenza di Rosola) Già, quello rosso, a strisce. Ma possiamo rimandare al tuo rientro, lo champagne può aspettare

ROSOLA     O si brinda ora,o si perde la piazza: Ora... o mai più!(sadica, rotea nervosamente gli occhi e i pollici delle mani unite)

VICKY           E’ il titolo d’una sceneggiata?

ROSOLA      No, è la cronacad’un idillio: slavo e incombente (estrae  dalla borsetta  uno specchietto, fa scivolare un biglietto d’aereo per terra. Gigliola lo raccoglie, lo esamina)

GIGLIOLA  Un aereo giusto per il 17? Ed è purevenerdì. Vorresti partire divenerdì 17? Di chesegno sei, Rosola?

ROSOLA (afferra il biglietto)  DelSegno dellePellacce. Prima di tutto, io non credo a queste frottole. E poi... èlui che deve volare(indica Vicky, gli consegna il biglietto) Io l’ho solo comprato: “Ambasciatore non porta pena”. Anzi, “non porta catastrofe”. Li faccia lui i conti con gli astri (Rosola e Gigliola si guardano in cagnesco)

VICKY              DueArpie mi sembrate

ROSOLA    Frullato di Serpi all’arsenico. Chi pratica lo zoppo, impara a zoppicare...

GIGLIOLA     Eppure, una volta, feci un oroscopo...

VICKY         …l’ho letto. Diceva che gli aerei schiantano solo nell’equinozio di primavera. Noi siamo alsolstizio… Ma questi problemi non mi sfiorano

ROSOLA      Certo, solo belle pupe lo sfiorano. Di tutto il resto se ne infischia: lamalerba non secca mai

VICKY     No, laMalerba usa Ferri e Accessori grossi come melanzane primaticce (da un cassetto estrae un ferro di cavallo al quale è legato un vistoso corno rosso. Sfrega il ferro su di sé, su biglietto e valigia.  Alla  fine  dell’operazione, compiuta  in celerità, con enfasi) Non è vero, ma ci credo! Dicono che dueArpie, messe insieme, hanno sempre portato scarogna, soprattutto quando unaporta champagne e l’altranon porta catastrofe (squadra entrambe. Bussano alla porta. Vicky apre. Si  presenta  Ilio, un quarantenne calvo, magro, distinto, biondiccio. E’ avvolto in un mantello nero, ha una cravatta a farfalla, ma è a torace nudo. Indossa sandali, senza calze. Alla mano destra reca una borsa, alla sinistra una  valigia, che deposita lungi dalla vista degli astanti)

ILIO             Buongiorno. M’introduco e m’intrometto un po’ bruscamente. Credo, comunque, a buon diritto: sono il suogemello (indica Vicky)

ROSOLA      Gemellodei polsinidel mio trisavolo

VICKY       Guardi che sono figlio unico. Lei sbaglia. La signora del piano di sotto ha fatto un parto gemellare (fa per accomiatarlo)

ILIO      Niente piano di sotto. Per confermare il nostro grado di parentela, comincio col darti del tu, mio caro Vicky (tutti, interdetti, squadrano Ilio in malo modo)

VICKY  (ad Ilio, con  avversione)  Sentite, non ho tempo da perdere, sono in procinto di partire per Zurigo: domani ho la prova generale d’un concerto

ILIO     Mi sembrate un po’ perplessi. Esco pure sullePagine Gialle: lettera G., categoria...

ROSOLA          ...dei lestofanti

ILIO    Non mi credete? Mondo boia, qui si rinnegano i fratelli. Ma desidero mostrarvi un particolare (apre la borsa): Vicky fa ginnastica con l’estensore? Anch’io la faccio (estrae un estensore identico a quello di Vicky, lo mostra). Come lor signori possono costatare, è identico all’estensore che Vicky tiene in quel cassetto (va al cassetto, estrae l’estensore di Vicky, fa penzolare in mano e mostra gli estensori identici) Volete un’altra prova? Ecco (apre il mantello. Appare, incollato sul torace, un gran foglio bianco sul quale sono stampate righe di pentagramma con, al centro, una corona a tre pizzi. Su ciascun pizzo una nota musicale) Anch’io, come Vicky, sono tutt’uno con la musica,me la porto in petto

VICKY (scrutati i disegni sul petto) Mi sembrava ilmanifesto della “Fenice”

ILIO     Né Fenice, né Politeama, mondo boia: soloregalità della musica! (batte un dito sulle note della corona)

GIGLIOLA   Regalità della polmonite. Con quel petto di fuori, siete a rischio

ILIO              ...Sono il Sovrano della musica: unRe, ecco

VICKY     ma quale re. Tutt’al più, un fa bemolle con questa pelata vi si può concedere (gli accarezza la testa)

GIGLIOLA    un pagliaccio sembrate (mentre Ilio mostra il petto per meglio convincere) E, se voi siete un re, io sono Greta Garbo

ROSOLA    Reofa-bemolle, diteci chi siete, non s’irrompe così in casa d’altri

VICKY        Come vi chiamate?

ILIO            Mi chiamo Ilio...

ROSOLA  Che nome bello avete,mondo boia! Almeno per le grandi occasioni potevate sceglierne uno più decente (Vicky sottrae il proprio estensore ad Ilio e lo fa  penzolare in una mano) Che so... Domitillo, Eustachio

ILIO     Spiritosa! Mi chiamo Ilio e basta. Se avete da ridire, protestate con nostro padre. Ma non siete in tempo: siamo orfani, io e Vicky (strappa l’estensore a Vicky, se lo mette in mano accanto al suo) Zuzzurellone, sta’ fermo

GIGLIOLA    Vicky, è vero? I tuoi genitori sono morti, o tua madre è ancora viva?

(Vicky si scuote dalla contemplazione degli estensori in mano ad Ilio, li prende, li pone ai bordi del cassetto aperto, in modo che si noti l’identicità dei due attrezzi)

VICKY   Morti, sì: entrambi  (stupore di Rosola e Gigliola)

ILIO       E se non bastasse, vedete quella valigia del miogemello? (indica la valigia di Vicky, la solleva) Ebbene, cosa c’è scritto? “Mister Bartoli-Roma-Italy” (i tre constatano) Guardate, adesso, quella mia (va alla sua valigia) A parte stessa foggia e colore medesimo,voilà: cosa c’è scritto? (trasporta la valigia accanto a quella di Vicky e fa apparire l’identica scritta girando la propria valigia)

C’è scritto “Mister Bartoli-Roma-Italy”,mondo boia!

VICKY   ...Mondo boia, veramente, non c’è scritto

ILIO       e, come se non bastasse...

VICKY (imita un imbonitore) E, come se non bastasse, mi voglio rovinare...          (fortemente canzonatorio verso Ilio)

ILIO    ...come se non bastasse, e senza rovinarmi, eccovi due PIATTI, identici a quelli che il miogemello è solito SCOZZACCHIARE  (estrae dalla sua valigia due coperchi, fissati ai manici con lo spago, identici a quelli già deposti da Vicky sul mobile. A Gigliola) Signorina, può confermare a quest’incredulo uditorio che il mio Vicky, con identici piatti, ha scozzacchiato al suo cospetto?

GIGLIOLA    Li ha SCOZZACCHIATI. Sì, sì... (canzonante, ma allibita)

ILIO        E, mondo boia, controlli pure lei, signorina, sono identici? (mette in mano a Rosola i coperchi estratti dalla valigia. Prende i coperchi di Vicky, li esibisce in comparazione)

VICKY         Ragazze, è una congiura? Rosola, Gigliola, vi siete coalizzate? Troppe coincidenze, ora, pure i coperchi...

GIGLIOLA    Noi?... I coperchi?

ROSOLA       da povero diavolo di complemento, io sono abilitata solo alle pentole

VICKY           birbaccione, confessate, prima che...

ILIO              Niente minacce, io non ho complici. La mia incursione è autonoma. Mi sono precipitato perché, in casa di mio fratello, qualcosa non gira a dovere (squadra tutto e tutti, poi a Vicky)  Qui si vaa rotoli!

VICKY         Sì, usiamo troppacarta igienica. Il mio fornitore non fa che dirmi: “Lei,  Maestro, con tutti questirotoli, spende quanto un Collegio di suore”

ILIO             Spiritoso, mio fratello

VICKY         Eh?

GIGLIOLA (a Vicky)  Parla con te

ROSOLA    (a Vicky)  Con te parla

VICKY        Lo sento

ILIO            Qui non sisente proprio

ROSOLA    Ora siamo pure sordi

ILIO      In questa casa, c’è troppo chiasso. (Gridando) Si grida troppo. (indica Vicky) E la sua voce nonsi sente: dal frastuono è accoppato il mio gemellino

VICKY (disperato, grida alle due) Si fa troppo chiasso. Non alzate la voce

ILIO  (eccitato)  Me lo rovinate. Con questo fragore, m’impazzisce. Vicky ha bisogno di silenzio. In questo spregiudicato Vittoriale c’è troppo casino. (rapito) “Qui non c’è idillio, né quiete, né silenzio… Qui non si gusta alcuna confortevole bellezza”

ROSOLA   Volponi, Paolo Volponi…

VICKY       volponi autentici traccheggiano in questo Vittoriale. Che lenze!

ILIO        Sante parole, gemellino. Mestoli e scolapasta sul mobile-bar; coperchi e pentole in poltrona (li raccatta, li depone accanto alla valigia). Un’intera batteria da cucina! Questo non è il tempio d’un musicista:sembra la pubblicità d’una minestra

ROSOLA  questa casa pare l’industria dei dadi di brodo

VICKY  (alle due, a squarciagola)  Mi fate impazzire con questi dadi. Ma che volete da me? (ad Ilio) E che vuoi tu, che t’impicci pure dei pentolini?

ILIO               Io sbarazzo

GIGLIOLA  (ad Ilio) Andate al sodo, dite cosa volete

ROSOLA   Se siete suo fratello, siate carino. Ma più che fratello, una iena sembrate

ILIO (spiega)  Qui... necessitano dei “distinguo”

VICKY           e allora, distinguete. O girate i tacchi

ILIO  (dolcemente, a Vicky) Non trattarmi così, noi siamogemellini. E, poi, chiamami col mio vero nome. Ilio è un terminativo per restare ignoto. Ma tu puoi chiamarmi col mio vero nome. (supplicante)  Chiamami Giovanni

ROSOLA      Sì,  Giovanni  il  Ballista!  Tanto,  solo  balle  raccontate

ILIO           Voi chiamatemi Ilio, invece(a Gigliola e Rosola). Capito? Io sono Giovanni solo per Vicky

GIGLIOLA   Io me ne vado, ecco. Si viene per un saluto e spunta il Fantasma.Vita cane!

ROSOLA       Noi ce ne andiamo (con toni e gesti di Gigliola)Vita cane

GIGLIOLA    Ce ne andiamo

ROSOLA       Sì:ce ne andiamo  (c.s.)

VICKY      Non fate leSorelle Matamé. Ora che c’è da stare vigili, battete in ritirata. E fate pure le cocorite

GIGLIOLA    Non siamo a caccia di matti,noi...  (indica Ilio)

 

ROSOLA       Non cacciamo matti,noi...

ILIO       Ma sietea caccia, e come! Però, questa, non è una Riserva. E, se lo  fosse,  è  Riserva  proibita.  Io  ve  la proibisco,Sorelle Matamé

VICKY  Scusate, voi siete del Ministero dell’Agricoltura, o fate il guardiacacciaa domicilio?

ILIO      Vicky, Vicky, con quello che ti brucia sulla pelle, t’ostini a fare spirito. Prima che tu parta per Sarajevo...

GIGLIOLA         Non doveva partire per Zurigo? (a Rosola)

VICKY (ad Ilio)   Ma come fate a saperlo? 

ROSOLA (da inquisitore)  Come lo sapete?

ILIO      Del miogemello so tutto, io... (a Vicky) Prima di partire, devi mettere ordine in te. Punto primo: dallaRagazza di Sarajevo aspetti un figlio e potrebbero essere due. Nella nostra famiglia, c’è  spiccata  tendenza  ai  parti gemellari

GIGLIOLA   come al piano di sotto

ROSOLA    ...due frignolini, mamma mia! (inorridendo) No. No, Vicky

VICKY      nonostante il bando allaRagazza di Sarajevo, Ilio, cominci a piacermi, sai? (Rosola s’apparta, mani al viso)

ILIO       Punto secondo: Alina. Con Alina muori ancora d’amore e ti peli. L’hai messa incinta, e altri due pargoli nessuno te li leva. Contiamo almeno quattro bimbi in nurseria

ROSOLA    certo: due più due fanno quattro, se la matematica non è un’opinione

ILIO            e se le fecondazioni non alzano il tiro

VICKY        Vigliacchi

ILIO     Poi, questaorrendaWalchiria (indica Rosola) - e siamo al terzo punto -   fotografa il tuo pensiero in cirillico e non trovi il coraggio per mandarla a farsi... fotografare. Devi opporti al suo ricatto epistolare

ROSOLA       Vicky, mio Vicky, ti ho ricattato, io?

VICKY         No, per carità, Rosola mia. E’ un mascalzone quest’Ilio. Un mascalzone sei, non sembri mio fratello

GIGLIOLA   Allora siete fratelli: ha ragione lui

ROSOLA      Confessa, orsuvvia (pateticamente tragica)

VICKY          Orsuvvia, confesso

ROSOLA   cercati una nuova traduttrice. Non tradurrò più niente

ILIO      E sapete mio fratello quanto se ne impipa. Comunque, bando alle ripicche, e piazza pulita!

GIGLIOLA  (addolorata) Piazza pulita!

ILIO        proprio così, mia pretendente cognatina. E comincio proprio da te

                  (Gigliola rivolge sguardi d’interrogazione a Vicky. A Gigliola)

Parlate con me, per mio fratello rispondo io: sono una parte del suomedesimo.  Per ora Vicky èl’ombratenuedi se stesso. Io sono laluce. Lui ribolle di sogni, io sono il frigorifero...

ROSOLA     così stiamo freschi

ILIO              sì, raffreddo i bollori di Vicky

GIGLIOLA se volete accendo il frigorifero. E’ spento, Vicky l’ha sbrinato in vista della partenza

ILIO             meglio aumentare i gradi al congelatore

ROSOLA   Fate, fate pure. Accendete, aumentate gradi. Tanto, qui, non si traduce più. E messaggi ad Alina non se ne portano. Gigliola, è vero?

GIGLIOLA    Sì, da oggi,Ambasciate chiuse per protesta

ILIO       Vero? Protestate  contro  questo bellimbusto, che non ha coraggio di dirvi: “Non intendo più intrattenere rapporti amorosi con voi. Chiudete le baracche. Tornate all’ovile. Pure Alina, pure Ljubitza. Pure Genoveffa”  (indica Rosola)

ROSOLA   Uuuh!  (esce la lingua ad Ilio, gli si fa contro)

VICKY       No, Ljubitza no. Giovanni, Ilio, come ti chiami, Ljubitza non si  tocca

ILIO    e invece vanno spedite tutte a quel paese perché il mio gemello non le ama. Non sanno amare gli artisti. Lui non ama né Alina, né Ljubitza, né te (indica Gigliola). Né Rosola. (affrontandola con scherno) Te poi!

VICKY (a Rosola) Genoveffa, parla con teil signore

ROSOLA (a muso duro, con lingua di pezza, contro Ilio) “Te poi”... E che sono la peste?

ILIO   siete più della peste, tutte. Quelle nominate, quelle in formalina, e le altre cinquecento in lista d’attesa

ROSOLA    Ha fatto l’inventario, le ha contate

ILIO      sì, le ho contate. E, tanto per intenderci, non faccio ilguardiacaccia a domicilio (a Vicky)

ROSOLA   lavora alle dogane

VICKY      ma no, soffre d’insonnia. E invece di contar pecore, conta le amanti dei musicisti

ILIO   Puttaniere, zitto. Sì, più della peste siete, voi, e tutte le pie donne con le quali il mio Vicky intrattiene rapporti IPER-AMPLESSUALI. E’ uncavallo da monta mio fratello o, se volete, un GALLO SGALLINATORIUS. Ma, di amarle, non se ne parla. Vicky amasolo me. Ami solo me, Vickino, è vero?

GIGLIOLA     A questo siamo arrivati?

ROSOLA     Che tempi xé questi! Ora diràchexé un incestod’Autore

ILIO (stizzosamente) Non èin-ce-sto...

ROSOLA    Nooo: IN-PANIEREelxé

ILIO    Amarese stessi non è lubrico. Queste membra che potete toccare, toccate pure (alle donne, prende le loro mani per farsi palpare), sono il suose stesso. Siamo all’Ora della verità. Un artista ama solo l’Arte e isuoi strumenti. Ognuno di questi strumenti, donne per prime, fornisce ilpretesto per celebrare gli ideali, sfiorare abissi

ROSOLA     Trombone (ad Ilio)

ILIO       Ocarina! Anch’io ovviamente sono un Artista. Stiamo scrivendo un’operainsieme, io e Vicky, e attorno non vogliamo rompiballe. Siamo gelosi noi artisti. Siamo un frullato di gelosia e d’egoismo. Io sono geloso di Vicky. Mi limito a lui, per il momento

VICKY    Ilio forse si approssima alla realtà

ILIO        Avete visto? (pagliaccescamente)Ordunque, orbene...

GIGLIOLA   ...Or basta. Perché, tutti e due, ci state prendendo per i fondelli

ROSOLA      Pei fondelli, mi state prendendo, ecco

VICKY   non esageriamo, Rosola. Il guaio è che nessuno ti è transitato da quelle parti. Sapessi, in quei paraggi, che feste s’organizzano!

ILIO            Mondo boia, che feste!

ROSOLA    Vicky sei uno sporcaccione

ILIO        Orbene, dicevamo, che lui e voi, siete alla resa dei conti. E ora me la squaglio, visto che sono a posto con la mia coscienza

GIGLIOLA    Fai bene,sporcaccione. Dio mio, “sporcaccione” gli ho detto”? Ma sì, se sonogemelli, “sporcaccione” vale per tutt’e due

VICKY            Non potresti restare giusto il tempo...

GIGLIOLA  ...per cacciarci con più brutalità? Ma no, ce ne andiamo coi nostri piedi

ROSOLA (a Gigliola) Sei proprio decisa a mollare? La pagliacciata delgemello potrebbe essere una tagliola per farci fuori. O permettere alla prova il nostro attaccamento. (Ilio prende  la sua valigia per andarsene. Vicky lo trattiene)

GIGLIOLA (a Rosola) Vedi? Vuole che Mondoboia non se ne vada. Chiunque sia, Ilio ha offerto il ritratto più verace del Maestro: Ludovico il centro del mondo si sente. E’ uno sporco egoista

ROSOLA  (a  Vicky)  Tesoruccio, sei un egoista che non usa il sapone?

ILIO    Inutile franfricchiare (crudelmente). Io vado via (afferra valigia, borsa ed Esce)

GIGLIOLA  Sono sconcertata

VICKY      Ssst! Non sentite che impazzano le note del silenzio? Questa tromba imponente non la sentite? (mani sulla bocca, imita forma e suono della tromba, esegue le prime note del “Silenzio”)

GIGLIOLA   Qui si risolve tutto a colpi di trombetta

ROSOLA     si trincera nel Silenzio per confonderci le idee (contro Vicky)

VICKY (a Rosola) Tu non puoi capirmi. Mettiti da parte (la isola. Poi, a Gigliola, teneramente accanto) Lola, tu puoi capirmi, invece

GIGLIOLA      Che c’è da capire se hai scelto il silenzio?

VICKY          Tu scrutami mentre mi c’inabisso. Lontano dal gracidare collettivo, nel silenzio, io riesco a palpare la mia intima disfatta, contraltare al grido di vittoria con cui il pubblico mi dispensa celebrità. Mi credete un epulone e sono un mendicante

ROSOLA      Ma se ti senti un padreterno

VICKY          più famosi si è, più si è vinti

ROSOLA      e nel silenzio possiamo denudare quanto cerchiamo di occultare col clamore quotidiano...

VICKY    Io volevo, per il mio popolo, che un odore di pulito germogliasse. Roma, invece, confeziona la sconfitta  degli ideali, e sono un latitante...

ROSOLA     no, sei patetico

VICKY         l’Europa è patetica, offre solo dolore

ROSOLA     il dolore,per gli altri. Per te, soldi e successo

VICKY        Io aspiro a una povertàfrancescana: SORELLA L’UNA (indica Gigliola), FRATELLA L’ALTRA (indica Rosola)

ROSOLA (svenevole) Francescano mio, ciamami CHIARA, per intonarti meglio

VICKY  Intoniamo, tanto è il mio mestiere. Però, mi ritrovo lo stesso clandestino in un Paese dove avevo dato tanti colpi di zappa perché questa terra rifiorisse e, invece, custode del silenzio mi sono consacrato

ROSOLA  ...sì, in un convento di Clarisse d’osservanza molto stretta, coscia lunga e seni procaci

GIGLIOLA (si stringe a Vicky) Anch’io nel silenzio ho messo a punto un estenuante inseguimento per starti a fianco, e tu l’hai equivocato per menefreghismo…

VICKY   ...quel silenzio fa schiantare come tubero sopraffatto da una terra innevata che lo uccide

ROSOLA   Però, Vicky, tu non sai curarle le piante. I tuberi d’unletto caldo hanno bisogno, d’unletto che bolle...

VICKY       …sì, d’una solfatara!

ROSOLA   “Se non bruci d’amore, molti moriranno di freddo”: Mauriac, il freddoloso Mauriac l’ha scritto. (Guardinga, sottovoce, per farsi sentire solo da Vicky) Stiamo rischiando di bruciarci. Ora la pappina scotta, bisognerebbe raffreddarla

VICKY    Ma sempre spiantati siamo. Guardate pure quest’altra (indica Rosola), che scalda e raffredda pappine come una balia scrupolosa. E a furia di minestrine ho capito di che pasta siamo fatti. Hanno ragione gli aztechi: Noi non crediamo, abbiamo paura. 

ROSOLA    Ora pure gli aztechi! Dio, per questi fottuti intellettuali abbi clemenza

VICKY        e qui casca l’asino!

ROSOLA    attento a non farti male…

VICKY      gli asini cascano e si rialzano sempre. Noi, al contrario, dopo le cadute restiamo immobili. Non varchiamo la porta dell’avvenire...

ROSOLA   Non trovate le chiavi? Scavalcate il muro di cinta!

GIGLIOLA Abbiamo paura di deromanizzarci. Rintanati in catacombe, vegetiamo su miti di cartapesta

ROSOLA       Mona de romanesimo!

GIGLIOLA  Cagòni siamo, in preda ai ciarlatani del potere, gli unici profeti nei quali crediamo

VICKY           prego, facciamo finta di credere...

GIGLIOLA    facciamo finta, ma trucidiamo i Valori

ROSOLA     Stop! Ragazzotti, sproloquiate da un bel pezzo. Madame Philosophie, avete ecceduto (estrae un minuscolo magnetofono, lo esibisce) La bobina non ne può più

VICKY        Come m’assomiglia!

 

GIGLIOLA (scatta per requisire il magnetofono)  Siamo alle soglie del ricatto, questa è un’intercettazione bell’e buona (Rosola schiva l’assalto)

ROSOLA    essere intercettati talvolta è una fortuna

VICKY       può salvare dal carcere o valere una crociera (Gigliola è interdetta, Rosola se la ride) Comunque, posso dirti che lascio per sempre l’Italia (a Gigliola)

ROSOLA   A lei soltanto lo riveli, carogna?, dalla mia vita esci di soppiatto

VICKY       io, in Italia, ci tornerò solo da Matusalemme

ROSOLA  avevo sognato che mi facessi un bel bebè. Quando farai ritorno, sarò in climaterio

VICKY      Ma te lo faccio subito un beee... bee! (imita il belato, poi furente) Un popolo di pecore siamo: eccolo il bee-bee. In Normandia, vivrò nella speranza che siano  spazzati i ciarlatani che ci hanno lasciati nudi e rintronati

GIGLIOLA  per lottare, non per paura devi partire (gira nervosamente intorno a Vicky. Poi, con accennate moine)  Vicky, portami con te

ROSOLA      Portala con te  (con euforia canzonatoria)

VICKY      Lolita, coi tuoi guizzi spietati m’hai fatto sentire un pezzente. Ora chiedi di portarti con me. Per offrirti che cosa?

ROSOLA (a Gigliola)  Tu l’hai fatto sentire un pezzente. Ha occhi soltanto per te. Vedi?

GIGLIOLA     Io cerco soltanto di fuggire. Meglio andarsene. Qui non si conclude un fico secco

VICKY      ho scelto di tacere. Così nessuno potrà sputarmi addosso fichi inteccheriti (1)

ROSOLA     sei un vigliacco, pure se parli fiorentino. Negli ultimi trent’anni, l’intellettualismo non ha alzato un dito, ha prodotto solo inerzia salottiera! Ma deve cambiare perché deve cambiare

GIGLIOLA    Sì, deve cambiare. Vili, mummie solidali, conniventi, (grida) parlo ai bellimbusti dell’Europa intera: abbiamo permesso il trionfo dei pigmei

VICKY           ...anziché costituire il locomotore della sapienza

GIGLIOLA  E che fai, m’imbecchi? Non ho bisogno di suggeritori, lo so quanto siamo spregevoli. (fa le boccacce a Vicky) Uuh, m’imbecca! Comandanti del Vascello-fantasma, mi fate schifo! E, in questo Vascello, per prima mi ci metto

VICKY             Europa degli spiriti!

ROSOLA         … e delle fiche inteccherite

GIGLIOLA (a Vicky) Se non mi vuoi, vattene, parti. Accattoneggia all’Operà, al Metropolitan. Prego, Maestro (fa il gesto di mettere in mano una moneta a Vicky, che ha una reazione di rifiuto)

VICKY            E che siamo in chiesa?

GIGLIOLA   Ah, già, l’obolo del singolo non tu l’accetti, pretendi il tributo delle masse. Ma un mendicante resti. Vai, accaparrati altri castelli, perché i tetti grigi di Dauville, di St. Malo ancora non ti sono sufficienti

(bussano alla porta, Vicky va per aprire, ma già Ilio ha fatto ingresso, procede lentamente, sotto il suo mantello appaiono QUATTRO GAMBE: davanti quelle di Ilio, e dietro altre due)

ILIO (rotea, nell’indice della mano, una chiave di compensato, esageratamente grande, color ruggine. Trascina un enorme quadro che effigia un porporato e nel quale predomina il colore rosso) Ho bussato solo per discrezione. Come potete costatare, io qui ho libero accesso (mostra la grande chiave)

VICKY    bastardo, questo catorcio non è la chiave di casa mia

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(1)In fiorentino secchi, intirizziti

ILIO               Altro che! E’ la chiave di volta, mondo boia. E saluta mamma, piuttosto (indica dietro il mantello) E’ raffreddata, l’ho coperta per bene, onde proteggerla anche dai tuoi spifferi stomachevoli

VICKY           Ci sembravate un dromedario. Che dico? Un dinosauro…

ROSOLA       El xè un mostro in piena regola!

VICKY           In piena tegola, el xè, e ce ne accorgeremo...

ROSOLA       El xè  a quattro zampe e a due teste

ILIO    Prego, a tre teste: le due teste di noi gemelli, e quella di mammina (fa apparire la donna. E’ di bassa statura, ha i capelli lunghi. Indossa un cappellino. Reca un grosso anello con pietra rossa sull’indice della mano destra. A passetti insicuri e sguardo assente, negli spostamenti tasta il percorso. Occhi su punti fissi, non percepisce la presenza delle persone e degli oggetti) Una sua (indica la testa della donna emersa) e due nostre (indica la propria testa e quella di Vicky)

VICKY     Mamma, tu sei mamma, è vero? Ma se sei morta da tempo... Come mai qui, con questo freddo?

LA MADRE      rotea la testa, fa un sorriso e un gesto significante “eppure sono qui”

GIGLIOLA (a Rosola)  La madre? Oh, Cielo!

LA MADRE  senza parole, a gesti spiega la sua venuta, fa comprendere che sta controllando l’ambiente

ROSOLA (scruta la madre. Sbigottita) Ora, pure questa  (ad Ilio) Ma...

ILIO (prevenendo Rosola) Mamma sta dicendo ch’è felice di rivedere quel coglioncello di Vicky

VICKY (ad Ilio)  proprio coglioncello ha detto? (la madre annuisce con un tenero sorriso)

LA MADRE    passa in rivista le suppellettili, le tasta. Poi carezza Vicky, accenna qualche parola col movimento delle labbra e senza voce

ILIO (a Vicky)  La mamma ha detto che ti trova bene, ma che la casa è un po’ in disordine...

ROSOLA     Lestofante, la smetta

 

VICKY         Mondoboia, la smetta (equivocamente redarguendo)

ROSOLA     entra senza permesso, con ciavi de cioccolata, e ci prende per i fondelli

ILIO       Ciavi de cioccolata!? Ma qui si danno i numeri. Bronzo fuso, prego, constatare (s’appressa alle donne per la verifica)

ROSOLA     Che chiavone, caspita!

ILIO             Sono o non sono chiavoni Vicky e Ilio?

ROSOLA     Voi non siete ILIO, siete TRIVIO 

ILIO              casomai, BIVIO…

VICKY        Quella però, è proprio mia madre, Lola. E quello (indica Ilio) è il mio gemello...

ILIO             Mondo boia, fossi un capitello dorico?

 

ROSOLA    Con i fronzoli che usate, siete corinzio

ILIO      Fate meno sfoggio, e meditate sull’introduzione della sacra Effige                    (esibisce il quadro del porporato)

GIGLIOLA   Chi è quest’altro? (addita  l’effigiato)

ILIO              Nonostante il predominio dei rossi, è CELESTINO

GIGLIOLA   Quello del Gran rifiuto? (La Madre annuisce)

VICKY           Oh, “Gran Dio, benedici l’Italia”...

LA MADRE  benedice tutti con tre dita. Sull’indice destro fa spiccare l’anello dalla pietra rossa. Indugia a benedire Gigliola

ROSOLA (mette in movimento il quadro, come se Celestino corresse) Per viltà, se la dette a gambe levate, ostrega! (a Gigliola) Ma tu, figliola cara, prima di compiere il rifiuto,  medita!

GIGLIOLA (atterrita. Grida) Basta, adesso! Vivi che tacciono, calvi che tiranneggiano, morti che strabenedicono! Mi state incenerendo (Rosola si fa accanto a Gigliola per sedarla)

ROSOLA    Volete la sua testa? A che prezzo?

ILIO          prezzo stracciato: TRE TESTE al prezzo di UNA (nel frattempo, La Madre     attira Rosola, la nasconde sotto il mantello di Ilio)

VICKY       ...come coi panettoni, dopo l’Epifania

ILIO            Dopo l’Epifania, Gigliola!

VICKY        Lola, Epifania vuol dire “apparizione” (la Madre le strizza l’occhio)

LA MADRE  (batte le mani, fa apparire Rosola la cui apparizione la Madre indica quale prodigio)

ILIO     ... e LA BEFANA è apparsa in mezzo a noi (indica Rosola) Qui, si è tutti di parola!

GIGLIOLA (grida) Qui, si è tutti una pazzia. Che senso hanno queste farse?

 

LA MADRE      a gesti invita la combriccola a non esagerare. Accarezza Gigliola

ILIO                 Mamma ha detto che lei...

GIGLIOLA   ho capito, non c’è bisogno d’intermediari. Ma, insomma, questa donna non parla, sul più bello benedice, e…

ROSOLA     …e usa il traduttore pure lei. (a Vicky) In questa famiglia, senza traduttori non si vive

ILIO (ostile)     Mona de traduttòr, silenzio! (Con sguardo torvo. Poi inizia a gesticolare, articola le labbra. Simultaneamente, è messa in onda la registrazione della VOCE DI ILIO, amplificata e riverberata, che dice, in sintonia coi gesti) “Non siamo graditi, ci state scacciando, madre e figlio”

ROSOLA    anche questo ha perso la favella. Ma fuori campo parla. Queste canaglie sono organizzate a menadito

GIGLIOLA     ...Terrificante!

ROSOLA       ... el xè uno schianto, el  xè!

 

GIGLIOLA    Vicky, siamo venuti ad un commiato, o a una seduta spiritica? Devi spiegarci

ROSOLA         sarà l’esperimento di un’Operetta

ILIO (voce registrata,  mima) “Non è un’Operetta. Mamma, andiamo” (s’appressa alla madre, le offre il braccio). “Andiamo, non hanno capito” (Rosola, Gigliola, Vicky si guardano esterrefatti). “Ci troviamo asserragliati in una torre dove è inutile sprecare fiato”

ROSOLA (improvvisamente gesticola, articola le labbra: perde anche lei la favella. E’ messa in onda la VOCE DI ROSOLA che, in sintonia con le parole che saranno trasmesse, mima)

“Anch’io vi lascio. E’ silenzio quando i propri occhi son muti all’altrui core. Lo diceva un poeta, Gigliola, è vero?” (Gigliola annuisce. E’ disperata)

ILIO (sulla soglia della comune, voce registrata) “E’ vero, verissimo”

(Rosola, Ilio, la madre si porranno, inerti, alle spalle di Gigliola e di Vicky)

VICKY            Lolita bella, su noi stasera è sceso un fitto silenzio

GIGLIOLA     Sciopero delle favelle! E così la finiamo, per Dio

(guarda l’orologio) S’è fatto tardi. Devi raggiungere l’aeroporto: ti restano dieci minuti (concitata s’appressa alla valigia, porge a Vicky il cappotto)

ILIO (voce registrata)  “Noi andiamo, e vi lasciamo soli con le vostra fisime” (cede il passo alla madre, a Rosola. Ilio, la Madre, Rosola ESCONO dalla comune)

GIGLIOLA   sagra di matti o fantasmi in défilé? Dimmi ch’è uno scherzo...

VICKY          E’ uno scherzo che dice sul serio. Ho deciso di dedicarmi al teatro, e il primo lavoro l’ho imperniato su di te. Stasera, con Rosola, Ilio e con una madre silenziata, abbiamo recitato alcuni brani della commedia in cui il protagonista circuisce Lola Quattrini... Lola Quattrini, come te, si chiamerà la protagonista della commedia, se mi darai il consenso

GIGLIOLA      E’ stata una mess’in scena...

VICKY       E’ una mess’in scena, ma anche un presagio: voglio sposarti. E ti ho preavvisato con fragorose antifone

GIGLIOLA    Qual è il titolo?

VICKY     La Torre del Silenzio. Finora, abbiamo fatto le prove a casa, ma presto  le inizieremo in teatro

GIGLIOLA    Hai tratto qualche spunto dalla tua Costellazione…

VICKY           già: i Gemelli

GIGLIOLA    E la storia di Rosola è vera?

VICKY       Vera, vera. (riprendendosi dall’abbaglio) Ma quale vera, fa parte della commedia

GIGLIOLA    hai proprio intenzione di lasciare l’Italia?

VICKY           No, io resto qui. E chi si muove!? L’Italia è una pacchia per noi artisti

GIGLIOLA    E gli artisti della tua commedia, saranno gli stessi di stasera?

VICKY       Ilio impersonerà Ilio e la madre sarà interpretata dalla stessa attrice apparsa sotto il mantello (va alla comune)  Venite, ragazzi  

(ENTRA Ilio che si disfa del parrucchino col quale ha finto d’essere calvo: appariranno capelli fluenti. Poi ENTRA la madre, saluta col cappello, toglie la sua parrucca. ENTRA Rosola, che avanza ammiccante. Vicky, con un cenno, chiama a sé Ilio. Lo presenta a Gigliola come il capocomico presenta un attore al pubblico) Virgilio Placidi, attore e regista, detto Ilio pure nella vita  (Ilio s’inchina a Gigliola)

GIGLIOLA (ad Ilio, d’ora in poi VIRGILIO PLACIDI) Ha detto Virgilio? (va a palparlo) Siamo sicuri che siete vivo? Perché Virgilio è morto da tempo, è seppellito a Napoli. Non vorrei ch’è risuscitato per tenere bordone alle pasquinate del Maestro Bartoli…

ILIO  no,no, avete sentito bene: Virgilio, risuscitato per dare qualche consiglio sulla stesura definitiva… della Quattrini ( fa il gesto d’una persona stesa al suolo)

GIGLIOLA  ho capito, da queste parti si risuscita per stendere figliole. Siete straordinario, caro Virgilio

ILIO        Virgilio è stato famoso per le passeggiate nell’Aldilà. Con voi, invece, noi inneggiamo alla gioia di vivere…

GIGLIOLA    Siete tutti bravi, complimenti!

VICKY (presenta la madre a Gigliola) Ed ecco Tamara Belli, attrice e scenografa. Ho sempre sostenuto ch’è più deliziosa quando tace e parla coi pennelli. Sul palcoscenico farà silenzio, ma curerà la scenografia (la madre, ora Tamara Belli, s’inchina a Gigliola)

LA MADRE      sorridente annuisce, sottolinea che attua la consegna del silenzio

GIGLIOLA   Brava. Ma brava! (alla Belli, che raggiunge Ilio)

VICKY          E, dulcis in fundo...  (indica Rosola, che cambia passo, movenze, dismette gli occhialini e sveste i panni che la rigonfiavano)

GIGLIOLA   ...Rosola Fioriti, consumata slavista! (tutti ridono)

VICKY       Ma quale Rosola Fioriti! Ecco a voi Tecla Aloisi, costumista, nata a Fiesole

ILIO               allieva del Savonarola...

VICKY   …anziché Tecla, chiamata TEGLIA, perché agghinda sformati paradisiaci. E imita i dialetti con l’abilità d’un giocoliere

GIGLIOLA   Oh, Dio, neppure questa è Rosola. Né di Trieste, né consumata slavista. Ragazzi, siete dei guitti favolosi (divertita, Rosola avanza, s’inchina a Gigliola. Poi raggiunge i colleghi già schierati) Mondo boia, che attrice! Come finirà la commedia? (a Vicky) 

VICKY     nel finale il protagonista, il Vicky, dirà alla sua ragazza: “Non riusciamo ad amare noi artisti: siamo tarati per amori oltre misura. E quando quel di più non riusciamo a darlo, cominciano i guai, perché da noi si esige il superamento d’ogni limite”

ROSOLA (senza più inflessione triestina) Questa è la rappresentazione d’una favola: è la tua favola, Gigliola

ILIO   (avanza di scatto, s’inginocchia con  la grazia d’un ballerino, offre una rosa rossa a Gigliola)  Da parte di mio fratello

GIGLIOLA      Davvero. Una favola… (carezzando la rosa) Grazie

ROSOLA         Mona de fior! (scherzando smorfiosamente) 

VICKY            però noi artisti non sappiamo amare, Lola. Tu rischi di cavalcare un amore che per me è una contraddizione: è sempre stata un’affannosa corsa verso la Libertà

GIGLIOLA     Cercherò di tirarti le briglie o di volare con te

VICKY            Ma tu... mi ami, allora?

GIGLIOLA    No, non ti amo. Ma ti sposo lo stesso: per punirti. Non puoi vivere sempre a briglia sciolta.

VICKY       Non siamo nati per sposarci, noi artisti. Eppure, troviamo chi ci sposa (addita Gigliola). Né siamo nati per amare, tentiamo di amare. Metti in conto che scomparirò quando irresistibili richiami mi condurranno da Baccanti senza scrupoli, ma che subito ritornerò ad aprire la porta di casa con una chiave grande quanto quella che ho messo in mano ad Ilio, e che poi fuggirò nuovamente  per  ghermire l’Inafferrabile

ROSOLA     il brivido tu dai (con marcata teatralità)

VICKY         senza brivido non c’è poesia: le nostre creazioni sono a caro prezzo 

ROSOLA     vi pagano profumatamente

VICKY         potremmo rivedere i conteggi…

ROSOLA (recita la parte) Io cerco soltanto un uomo che sia uomo (Gigliola annuisce)

VICKY         e qui non vai sul sicuro. (verso Gigliola) Vedi: non si nasce uomini e artisti. Si nasce artisti. Per noi l’uomo non esiste. (esita) Eppure esiste. Quell’uomo vive come un padre, nell’ombra, per pascere una figlia fagocitante. Predilige questa figlia: l’Ispirazione

ILIO             a noi, portabandiera dell’Ispirazione, va riservato il Cielo

ROSOLA     qui si lottizza, giù le mani dal Paradiso!

ILIO (ostentatamente recitando) E si ha un bel dire quando ci rinfacciano l’avventurismo...

VICKY    …e invece, l’avventura è l’officina per il nostro prodotto celestiale. L’Eterna Avventura noi rappresentiamo

ROSOLA ( imita i toni di Gigliola)

C’è da divorziare prima ancora di prenderti, altro che sposarsi, Vicky!

VICKY (a Rosola, ma concretamente a Gigliola) Ma tu mi sposerai perché tutti amiamo il brivido. Senza questo incessante scoccare di scintille, non si darebbe vita ai capolavori.

ROSOLA    in tanti pretendiamo questo brivido…

VICKY    …ma qualcuno deve pagare il conto. E chi ci capita paga un prezzo altissimo.  Beh, tutto questo il mio lavoro vuol esprimere, a te per prima (a Gigliola). Ma voglio pure affermare che non mi rassegno allo sbracamento

GIGLIOLA   il tuo è uno slalom su precipizi

VICKY     Prima del via puoi ritirarti. Fingi un infortunio. Puoi dire: debbo ritirarmi, non è colpa mia, è colpa degli scii. Terra di tutti e terra di nessuno sono io

GIGLIOLA  Terra bruciata sei. Ma rischio lo stesso: questa volta il cappio te l’infilo

VICKY    E allora  (imitando lo starter) ... pronti... (alza pollice e indice a mo’ di pistola) Via! (imita l’abbassamento d’una bandiera. Come podisti ai nastri di partenza, Ilio e la madre scattano e raggiungono Gigliola e Vicky)

GIGLIOLA   Una PROVA D’AUTORE sarà la mia vita al tuo fianco...

VICKY        Finalmente! Dalla tua bocca volevo sentirlo. Sappi, però, che io sono sposato. Sì, ho una moglie gelosissima e due figli ossessivi

GIGLIOLA    Cribbio!

VICKY        La moglie si chiama Arte, la figlia Ispirazione, il figlio Istrionismo. E siamo una famiglia molto unita

GIGLIOLA   Mi hai messo il batticuore, stavo per cascarci...

VICKY         La Prova è riuscita, ragazzi.  (a Ilio, Rosola e alla madre schierati)  Venite avanti, salutate Sua Maestà l’Amore, inchinatevi a Lola

                  (i tre avanzano, salutano Gigliola, inchinandosi come attori al pubblico)

Non così, così no. Questo è un finale da commedia. Io dicevo di salutarla come quando un amico nella realtà presenta la nuova fidanzata

ROSOLA       La nuova?

VICKY           che sbadato: l’antica fidanzata

GIGLIOLA    Quella bambina illusa mille volte...

VICKY         ...e mille volte ricorteggiata. Ma sì: tanto, è una pseudo-pochade la commedia che ho scritto

ROSOLA         E pseudopochade è pure la vita... La vita di tutti non è altro!

    (Ilio, la madre, Rosola si stringono a Gigliola che, all’improvviso, guarda l’orologio)

GIGLIOLA (a Vicky) Hai perso l’aereo. E’ fallita la prova al capezzolo slavo

VICKY   Tutto calcolato. C’è un altro aereo, in tempo per preparare la valigia e partire con me 

ROSOLA         Vicky ha intenzione di non lasciarti più

GIGLIOLA      Promesse di marinaio…

VICKY             Prova d’autore, prego. Madame Philosophie, prova generale

GIGLIOLA      E le musiche? Ci saranno anche musiche, vero?

VICKY             Tu sarai La Musica (abbraccia Gigliola e la bacia)

GIGLIOLA   Tutto qui? Pare che finalmente ti ho messo il cappio. Ma una scazzottata, un colpo di pistola non ce l’hai messi? Per la cassetta, sono indispensabili

VICKY        io sono un musicista della latinità, non lo sceriffo della  TEXANERIA

ILIO             Mio fratello è idealista

VICKY     Avanti ragazzi, movimento! Il teatro è azione. Avanti con l’attrezzo principe (Ilio scatta, si reca nella stanza interna, ne rientracon una scala a forbice. Rosola e la madre si piazzano ai lati. Ilio sale sulla scala e dal tetto sgancia un’enorme cornice, che ricadrà al centro della scena. Ilio scende dalla scala. Vicky si piazza dietro la cornice in posa napoleonica e darà l’impressione d’una foto d’altri tempi. Dall’alto del riquadro pende un cappio. Vicky vi infila la testa e lo stringe alla sua gola. Il tutto con calibrata vorticosità)

GIGLIOLA  Perbacco! Ho detto cappio, e il cappio domina la scena (indica Vicky al capestro)  Sono troppo prevedibile per te. No, Vicky?

VICKY          (annuisce)

ILIO              In un matrimonio il cappio è scontato...

VICKY         Ragazzi, ora protesi, prego

   (Ilio e la madre prelevano un apparecchio gessato, lo infilano a Vicky nel braccio destro)

GIGLIOLA  Che organizzazione!

ROSOLA     e che attrezzeria!

VICKY (a Ilio, alla madre) La scala mettetela in risalto (i due regolano la posizione della scala dietro la cornice, come sfondo a Vicky, che prende la posa d’un ritratto)

ILIO (indica Vicky, fa da cicerone a ideali turisti) ...E qui, in questa sala, il Maestro Ludovico Bartoli, genio sinfonico dell’Italia, raffigurato sullo sfondo della Scala (indica la scala a forbice) 

ROSOLA (indica l’apparecchio gessato) ...con un PRESERVATIVO METACARPO-MANIACALE

ILIO             ...mentre preservandosi dirige l’orchestra in occasione

 

VICKY        del più grosso infortunio che gli sia capitato

ILIO             in occasione, cioè, del suo matrimonio con donna Gigliola  Quattrini...

ROSOLA     ...la famosa Lola del poema sinfonico a lei dedicato...

GIGLIOLA  ...opera in onore d’una concertista slava, poi smistata alla sottoscritta al Mercato dell’Usato

VICKY  (goffo, da dietro la cornice) ...andante con brio, ma non troppo. Maestro concertatore e direttore d’orchestra Ludovico Bartoli. Orchestra della SCALA-MOBILE ITALIANA (indica l’attrezzo). Maestro del Coro a bocca chiusa: Tamara Belli (la indica). Tecnico del suono interiore: Virgilio Placidi (indica Ilio, che da un magnetofono fa partire, a basso volume, la musica d’una sinfonia)

ILIO      Prova generale diretta da LUDOWIKEN VON BARTOLOVEN, il quale, per oggi, non ha più nulla da escogitare

VICKY  (chiama a sé Gigliola e, con l’arto ingessato, dirige un’orchestra invisibile, mentre Ilio ha maggiorato il volume della sinfonia) ...e che questa commedia deve pur concluderla (musica ad alto volume. Mentre Vicky dirige il brano, parte il sipario che viene bloccato da Ilio)

ILIO (fa cessare la musica. A Vicky)  Ahò, abbiamo dimenticato il pezzetto aggiunto ieri (riconduce il sipario alla massima apertura)

VICKY     è vero, datemi la spada (la madre prende un raffazzonato spadone di legno, lo porge a Vicky, che abbandona la cornice, trasferisce sotto l’ascella sinistra l’ingessatura e impugna, nella mano destra, il buffo spadone. Rosola si semi genuflette) Rosola, ti nomino regina dell’Istigazione nell’immenso ring della rottura, cui questo balordo mondo  ogni giorno ci destina (le consegna l’ingessatura, le tocca la spalla con la spada.

Poi, ad Ilio semi genuflesso, imponendogli la spada) E nomino te, Ilio, mio sosia interiore, specchio del mio io. (Alla madre) E te, madre perenne: radice della saggezza ed emblema dei senza parola. (a Gigliola, che si schermisce) E nomino te mia compagna. Ti porto da sempre, sei nelle mie radici: forza, rifugio e perdizione (La madre, Ilio, Rosola si sono rialzati)

ILIO             C’è chi rimesta nelle tragedie

VICKY         io rimesto nella gioia

ROSOLA     … ottimismo smodato, ciò! (con i suoi antichi toni di censura)

VICKY         E finalmente, trombe e corni squillate

ILIO            ma non fate fracasso perché, al piano di sotto, dormono due fringuelli nati da vero parto gemellare

ROSOLA     salutiamo sua maestà la Modestia (addita Vicky)

VICKY     sì, modestia a parte, nomino me Uragano del Sogno e Favola del Sublime. Ma, anche, Servitore della Poesia. D’una Poesia con la p grande quanto un grattacielo, in un Regno che a tutti offre, come sta offrendo a te (indica Gigliola), questo Quadrifoglio  (indica Rosola, Ilio, la madre, se stesso: ciascuno reca in mano un grosso petalo d’un verde sgargiante, rigido, preso di nascosto, e che ora tutti esibiscono, onde formare un grande quadrifoglio, al centro del quale fanno ricadere Gigliola)

ROSOLA    è d’un verde perenne

ILIO            strappato ad un terreno che più si contrasta e più si fertilizza

ROSOLA   perché, in un mondo dove la speranza cola a picco…

ILIO            … più siamo sopraffatti

ROSOLA    … più il suo germoglio mette radici

 

VICKY      e, se qualcuno cerca di sbarazzarsene, altri giardinieri faranno quadrato con la puntualità del ritorno dei mattini

                                                CALA  LA   TELA