Pulcinella sciò

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Pulcinella scio’

                                            

                Pulcinella  scio’!

                

                              di  Antonello Avallone

da Antonio Petito

Personaggi

I guitti: Antonello, Mimmo, Maurizio, Franca, Teresa, Mena, Anna

Prima farsa                                         Seconda farsa

Pulcinella                                               Pulcinella       (Antonello)

Don Giovanni                                         Don Saverio    ( Mimmo)

Don Lopez                                             Carlino            (Maurizio)

Colombina                                             Giulietta       (Franca)

Teresina                                                 Nannina           (Mena)

Giulietta                                                                          (Teresa)

Gli attori entrano inscena dalla platea, dopo avere esortato il pubblico della sala che funge da spettatore-personaggio, a seguire lo spettacolo che essi vanno a rappresentare sulle tavole di un palcoscenico costruito occasionalmente sulla piazza principale del paese. Dopo questa breve scena, i guitti saliranno sul palcoscenico e canteranno la canzone Firuli’, Firula’.

ANTONELLO         Pubblico rispettabile…(pernacchia) che bellu principio….  Noi oggi siamo venuti qui in questa pubblica piazza…

MAURIZIO             Perché a piazza Garibaldi non ci volevano…

ANT             Come non ci volevano ?

TERESA       Ci volevano…

FRANCA      …ci volevano…

MIMMO        Vivi o morti…ma ci volevano.

ANT               Statte zitti, questi ancora non lo sanno quello che c’è successo ieri. Ci volevano, cari signori, perche’ noi quando recitiamo facciamo ridere e quando cantiamo poi….

FRANCA        Facimmo proprio chiagnere

ANT            E’ allusivo ?

MENA         No, è schifensivo.

ANT          Comunque torniamo a noi:  Ebbene sì, facciamo piangere ma il pianto del pubblico è un pianto dapprima..

MIMMO      …di rassegnazione…

MAURIZIO  (interpretando)…ma chiste quanno se ne vanno ?

MIMMO       … poi di rabbia…

FRANCA     Dateme nu bastone che le ‘nturzeo ‘a faccia !

MIMMO       …di sconforto

TERESA +ANNA       Jatevenne

MIMMO      …di disperazione…

MENA            Cacciateli, levatele ‘nnanze a l’uocchie mieie

ANTONELLO    Vi siete divertiti ? Signor pubblico non date retta, la gente che scende in piazza a vederci ride e piange per il divertimento, quando vi vede recitare, cantare , saltare, ballare…e l’altro giorno il pianto di cui parlavano loro è diventato per tutti gioia, gioia allo stato puro quando noi abbiano deciso finalmente…

TERESA     …di andarcene.

MAURIZIO     Sì, è vero, quando mortificati, abbiamo deciso di andarcene, allora è cominciato un forte applauso…

MENA        …un applauso fragoroso…

ANNA        ….liberatorio…

FRANCA    …purificatore.

ANT         Nun facite ‘e spiritose, la gente veramente applaudiva, e quelle mani che tutti avevano tenute fino a quel momento…

MIMMO    …sulle orecchie…

ANT           …fino a quel momento…

MENA        …tra i capille…

ANT           …fino a quel momento conserte, venivano levate…

TERESA    …dai capille…

MAURIZ    …per unirle in gesti significativi…

ANT           Bravi, bravi….

FRANCA   …vi siete decisi!

ANT            Bravi…

MENA       Se ne vanno veramente…

ANT          Bravi

TERESA+ANNA    Jatevenne tutti quanti

MIM+MAUR          E nun ve facite cchiù vede’ !

ANT           Gueh, ‘a vulite fernì, sì o no ? Non ci fate caso, signor pubblico,loro si divertono così; non dicono la verità perché sono modesti. Uh, se dovessero raccontare il successo che ha avuto ognuno di noi…

FRANCA       Non ricrederebbe nessuno.

ANT              Non ricrederebbe nessuno, brava.

MENA           E  chi ci può credere ?

ANT      …ma no, voglio dire che noi siamo gente modesta, sincera, non possiamo parlare delle nostre qualità…

TERESA       …perché non ne teniamo.

ANT        Non possiamno parlare delle nostre qualità..

MIMMO       Perché bucie nun ne sapimmo dicere.

ANT        Beh, insomma, se rifanno parlare, io voglio solamente dire che  l’altro giorno la cosa del pubblico che più mi ha colpito…

FRANCA   …è stata una pietra.

ANT          …è  stata una piet…

TERESA    Sì, perché il resto, in verità era tutta roba leggera….

MENA        Broccolette, ravanielle

ANNA        Cavolfiore, pastinache.

MIMMO      Ma veramente ‘na pietra ?

FRANCA    E sì, l’ha pigliato ccà, sulla chierica. Guardate, guardate.

MAURIZIO    E perché sulla chierica e non in fronte?

MIMMO          E già, stando in palcoscenico l’aveva ‘a piglia’ cca’!        

FRANCA        No, è che lui ha visto partire il colpo, s’è girato pe se ne fui’ e l’ha pigliato ccà.

ANT           Ma insomma , mi volete lasciar perdere, sempe scherzi vulite fa’?

MENA        Sì, è ‘o vero, lassatelo chillu poveriello, tene ancora male a’ capa.

ANT           Ma nun è ‘o vero !

FRANCA    Sanguina ancora ?

ANT            Ti ho detto che non è niente!

FRANCA     Mo vo’ fa l’uomo, stanotte nun m’ha fatto chiudere occhio, mi chiamava ogni due minuti…e mettimi un poco di acqua fresca e massaggiami la capa e po’ nu lamento pe’ tutta ‘a notte…ah ah ah.

TUTTI       (ridono)

ANT          Insomma basta…dicevo signor pubblico che la cosa che più mi ha colpito è che quando siamo arrivati in paese, tutti sono accorsi..

MIMMO      Sì, è vero, infatti uno mi è accorso dietro e m’ha scommato ‘e sanghe.

ANT        Abbiate pazienza, noi siamo tutti comici  e non perdiamo occasione per dire battute di spirito..po’  faccimme ‘e cunte io e te. Io posso solamente assicurarvi che il pubblico dell’altra piazza ci ha riempito…

MAURIZIO     ….’e pacchere

MENA             …cauce…

TERESA         …e tante mazzate.

ANT                No, non date retta signori miei, niente pacchere, niente cauce…

MAUR             …. Solo mazzate.

ANT        Solo mazz….ma che me faie dicere ? E poi basta tutti quanti, io sono il capocomico e posso parlare solamente io. A questo punto permettetemi ripresentarvi la mia compagnia. Il nostro nome è…

TUTTI       ‘E muorte ‘e famme !

ANT          Ma nun è ‘o vero !

MAUR       E’ vero, don Genna’.

ANT          Signori miei, noi siamo i comici dell’arte….

DONNE     ….senz’arte…

UOMINI     …e senza comici!

ANT           Una compagnia famosa, oserei dire quasi…

TUTTI     …affamata!

ANT        Eh, sì, giusto affamata di successo, di gloria…

TERESA   …di bistecche..

MIMM        …maccheroni…

MAUR        …spezzatino…

FRANCA    ….patanelle…

ANNA         …pollo arrosto…

MENA         …melanzane…

MIMMO        …peperoni.

ANT             Signor pubblico, oggi assisterete a due storie di Pulcinella, una più …

MAUR         …schifosa dell’altra.

ANT            Una più sfiziosa dell’altra. E non intervenire quando parlo io!

MENA      Eh, ma quello voleva aiutare.

FRANCA      Quello giustamente vedendolo in difficoltà siè permettuto di dire una parola.

ANT     Chi stava in difficoltà ?

MAU       Ma che c’entra può capitare a tutti che si dimentica una battuta, ne vogliamo fare un dramma.

TERESA     Ma sì, don Genna’, quello stava in buona fede, non vi voleva mica rubare la parte.

ANT        Chi se vo’ piglia’ la parte mia ?

ANNA     Ma mo’ no, magari un domani che voi venite a mancare..

ANT        A mancare ?  Io tengo 30 anni

FRANCA    Seh, pe’ coscia. Va buo’ nun ne parlammo cchiù, sacc’io chisto quant’è permaloso.

MENA      Ah sì, è permaloso ? (tutte le ragazze si avvicinano a Franca e tra risatine e ammiccamenti ascoltano i suoi racconti privati)

ANT      Carme’, insomma basta, dobbiamo far sapere a tutti le nostre inimicizie ? Dicevo, signori miei che oggi assisterete a due farse di Pulcinella. Nella prima vedrete un Pulcinella duellista notturno e nella seconda un Pulcinella scambiato per una vecchia e nobile signora decaduta …quella che noi chiamiamo..MADAMA  QUATTROSOLDI.

MAUR     Chi ve li deve dare ?

ANT        Che cosa ?

MOIMMO    Voi avete detto damme quattro soldi.

ANT        Ma che damme quattro solde…Madama quattrosoldi

MAUR     No, no io ho capito bene…

MIMMO    Don Genna’, c’ero presente io…

( litigano ed escono a concerto, mentre le ragazze cercano di nascondere la litigata e si preparano a cantare la canzone che introduce la prima farsa.

                                   PRIMA  PARTE

E’ buio, siamo in strada.

GIOV      Dove si sarà cacciato quell’imbecille del mio servo. Maledizione. Pulcinella! Pulcinella !

PUL         Eh!

GIOV      Seguimi !

PUL         Nu mumento che nun ce veco.

GIOV        Vieni alla voce.

PUL        Io nun veco a te comme faccio a vede’ ‘a voce ?

GIOV      (dopo averlo urtato)  Pulcinella !

PUL       Ueh, patro’, stai cca’?

GIOV      Pulcinella mi devi fare un favore: Per quanto mi è stato detto qui deve stare la casa di donna Giulietta Pianura: Va credo che sia quella, bussa e avvisala della mia venuta.Ma mi raccomando non ti far vedere, sgattaiola, serpentina, fai la biscia.

PUL        Ma io già l’ho fatta.

GIOV       Ma quando ?

PUL          Prima.

GIOV         Ma no, no, che dici, non è vero.

PUL           ‘O buo’ sape’ meglio ‘e me, che songo ‘o patrone?

GIOV         Insomma, basta, sbrigati, vai e fai la biscia.

PUL           Ma tu guarda, m’aggia pure sbriga’, nun me vene !

GIOV         Vai vicino a quel portone, io ti guardo da qua.

 PUL          Che patrone vizioso che tengo

COLOMBINA       Presto, don Lopez,  jettateve ‘a coppa abbiscio, ca si se ne accorge ‘a patrona io so’ licenziata e vuie site acciso.

DON LOPEZ        Ecco, mi butto. (soggetto)

PUL          Mamma mia, chi è lloco?

LOPEZ     Sappi caro servo, che tutta questa notte mi sono trattenuto nelle stanze di donna Teresina e sorpreso dalla sorella maggiore mi son dovuto buttare dal balcone !

PUL        Veramento !

LOPEZ    Sì.

PUL          E a me che me ne ‘mporta ?

LOPEZ      Ah, ma questi non è il mio servo.(via)

PUL        (al buio)  Padrone !

GIOV       Pulcinella !

PUL       Addo’ staje ?

GIOV       Qui.

PUL         (entrando a tentoni, mette la mano in bocca a Don Giovanni )

GIOV       Ah !

PUL         Ah, che schifo, so’ ghiuto c’’a  mano dint’’a na chiaveca !

GIOV       Ma questa è la mia bocca.

PUL          E che saccio, pe’ l’addore chiavica me pareva.

GIOV        Allora, cosa è successo ?

PUL           Devi sapere, padrone, che mentre ghievo truanno questa peretta matura…

GIOV        Giulietta Pianura…

PUL          …questa peretta matura che sta in pianura, aggio ‘ntiso ‘na voce ‘e femmina che ha ditto: fuggite Tutt’anpezz

GIOV        Don Lopez…

PUL          Don Lopez Tutanpezz…lascia a donna Pecorina

GIOV   …Teresina..

PUL       Teresina Pecorina… e ghiettate da ‘ncoppa a bascio.

GIOV      E poi ?

PUL         E poi io aggio ‘ntiso un tonfio abbascio, s’è accostato uno e m’ha ditto: sappi caro servo che io tutta questa notte mi sono tratteneggiuto nelle stanze di donna Pecorina, se n’è accorgiuto il suo genitorio e mi sono buttato dal balconio.

GIOV       Come, tutto questo hai sentito ?

PUL         Tutto chesto.

GIOV       Io sono nelle angustie ma persuadermi non posso che donna Teresina mi abbia tradito dopo che le inviai il mio ritratto.

PUL         Ah, ‘o ritratto che le mannaste ?

GIOV     Appunto.

PUL      Ridete, patro’.

GIOV    Perché ho da ridere ?

PUL      Quanno tu me mannaste da ‘o pittore a piglia’ ‘o ritratto isso me dicette: tu tieni na bella faccia tosta. Allora io dicette : pittame quanno è chesto. Va buono, facette isso, miettete in quinto curzio.

GIOV      Sì, mo ti ha detto Tito Livio.

PUL         No, Tittolino non me l’ha detto, ci conosciamo da poco….

GIOV       Che c’entra Quinto Curzio ?

PUL      In quinto curzio, accussì !

GIOV    In iscurcio, vuoi dire ?

PUL      Scolurcio, ‘gnorsì.

GIOV    Vai avanti.

PUL       Io mi contemplavo il ritratto e vedevo che il naso mio era più profilato del tuo, la faccia cchiù aggraziata, ‘o fronte cchiù calluso…insomma pe’ farte no piacere, tu me diste la lettera aperta pe’ metterce ‘o ritratto ‘a dinto e darla a ‘o corriere ? Io invece d’’o ritratto tuio ce mettetete ‘o mio.

GIOV     Ah, scellerato, ti voglio uccidere…Come, questo facesti ? E che avrà detto donna  Teresina nel vedere il tuo orrido ceffo?

PUL       Avrà detto che s’è ‘nnamurata ‘e me.

GIOV     Ecco l’effetto del cambio del ritratto, si sarà trovato un altro amante. Ma giacchè tu facesti lo sbaglio, tu voglio che ne porti la pena, perciò in questo momento ti ordino di portarti in casa di Donna Giulietta, e siccome ti crederanno Don Giovanni per l’anticipazione del ritratto, così dirai che tu sei Don Giovanni d’Alverado, io introdotto in casa fingendomi tuo servo di nome Pulcinella  potrò vedere se mi è stata fedele.

PUL    Vale a dire che io aggia fa don Giovanni e tu Pulcinella !

GIOV       Appunto.

PUL      Io so’ ‘o patrone e tu ‘o servitore ?

GIOV       Appunto.

PUL         E nun è cosa.

GIOV       E perché ?

PUL          E nun è cosa, patro’, perché adesso da servitore avanzo tre mesate da te, quanno po’ so’ patrone, t’aggia paga’ io a te!

GIOV        Ma questa è una finzione.

PUL          Ah, be’, se è una frizione, va buono….Ma dimme na cosa, patro’, ma tu poi sai servire ?

GIOV     Sciocco chi sa comandare sa anche servire.

PUL     Ne voglio far la prova.

GIOV     Benissimo.

PUL      Pulcinella!

GIOV    Che vuoi ?

PUL    Gueh, piezzo d’animale, a’’o patrone se dice che vuoi ?

GIOV     Hai ragione. Daccapo.

PUL    Pulcinella !

GIOV    Illustrissimo..

PUL      Si tu ce putesse mettere  anche nu poco d’eccellenza…

GIOV     Ma io non ho l’eccellenza!

PUL       E io ‘a voglio, aggio da cunto a te ?

GIOV     Benissimo.

PUL        Pulcinella !

GIOV      Eccellenza  ?

PUL        E’ pronto il cocchio ?

GIOV    Eccellenza sì.

PUL      Né, ma che d’è il cocchio ?

GIOV     La carrozza, bestia!

PUL        Tu e mammeta!…Ehi..

GIOV        Eccellenza.

PUL          Prepararmi il the, il rummo, il cioccolato, na bella pentola di brodo lesso e mettici dentro un senso di cacio cotto.

GIOV     Ma questo non si costuma, Eccellenza.

PUL        E io ‘o voglio accostuma’, aggio da cunto a te ?

GIOV      Come comanda vostra Eccellenza. Hai finito ?

PUL        Ce sto piglianno gusto.

GIOV      Senti a me adesso: per rendere la tua persona più credibile, poiché io sono un nobile, ti farò parlare francese.

PUL      A chi? Io nun saccio parla’ manco napulitano.

GIOV      Ti insegnerò io. Quando donna Giulietta ti chiederà chi siete ? Tu dirai: C’est moi.

PUL   Comme ?

GIOV     C’est moi.

PUL       Mua’, puozze schiatta’.

GIOV    Poi lei ti chiederà il tuo nome e tu dirai: je suis votre serviteur tres humble.

PUL        ‘A mamma ‘e Tummasella vo’ da ‘o servitor tre sorde.

GIOV      Ma no, non è così, basta andiamo che per istrada ti dirò il resto.

PUL     Che m’avete ‘a dicere ?

GIOV     Il resto.

PUL       Ma allora si dice resto’!

GIOV     Ma cammina, andiamo,. Chi sei tu ?

PUL       Pulcinella Cetrulo.

GIOV    No, je suis don Juani’ votre serviteur.

PUL     Gesuele  vo’ benedi’ otto secreter..

GIOV     Ma che otto secreter…

PUL       Sette secreter…(escono)

                                Scena  seconda

                                     (interno)

TERESINA        Pettegola, ti voglio insegnare la creanza.

COL                   Aiuto, aiuto.

GIUL                Che cos’è questo fracasso? Appena vi vedo cominciate a contrastarvi.

COL                  Sappiate padrona mia…

TER                  Sappiate sorella mia….

COL                  Voglio parla’ io.

TER                  Devo parlare io che sono la padrona..

COL                  So’ stata vattuta…

TER                  Mi ha offesa…

GIUL        Ma sorella mia, questo non sta bene, fate sempre cani e gatti.

TER                Ma è stata lei.

COL            All’ultimo aggio mancato io ? perché l’aggio ditto che essa s’ha da piglia’ Don Giovanni, che non lo vuole?

TER              No, non lo voglio no.

COL              La sentite ?

GIUL             Colombina va nelle tue stanze.

COL          Nelle mie stanze ..io una ne tengo e pure piccerella.

GIUL         Va nelle tue stanze, ho detto,  rispetta mia sorella e non prenderti più confidenza con lei.

COL        Vado.(a Teresina) ‘O schiatte  o crepe a don Giovanni t’he ‘a piglia’.

TER       Ma sorella mia, voi ce ne fate prender troppo a quella pettegola.

GIUL       Ma poi alla fine che ti disse quell’infelice, che ti devi sposare a don Giovanni.

TER         Sorella mia, non credo che vogliate sacrificare una povera ragazza che vi adora; io ho detto che Don Giovanni non mi piace ed io non lo voglio.

GIUL     Sorellina mia, non voglio sacrificarti, ma tu a don Giovanni lo devi prima vedere.

TER       E che necessità c’è che io lo vegga, se è tanto orrido e deforme ?

GIUL       E tu come lo sai ?

TER          Dal ritratto, guardate ! (le da il ritratto)

GIUL        ( lo guarda sottosopra)Però, me pare nu bello giovane.

TER          Ma non così, così.( le gira il ritratto)

GIUL        Madonna e quanto è brutto…Ma no, questo credo sarà stato uno sbaglio del pittore.

TER      Ciò non può essere perché i pittori cercano sempre di abbellire non già di deformare i loro ritratti.

GIUL       Basta, io ti prometto che, se vedendo don Giovanni io lo troverò brutto come nel ritratto, non te lo farò sposare.

TER        Oh, grazie sorellina mia, grazie.(la bacia ed esce)

GIUL       (guardando di nuovo il ritratto) Certo che è brutto assai.

COL       Padrona, fore ce sta don Lopez, ‘o cugino vostro.

GIUL      Ah, digli che adesso ho da fare  e non lo posso ricevere.

COL       Ce l’aggio ditto ma chillo vo’ salì afforza.

GIUL      E tu lo cacci.

LOPEZ   (entrando)  Cugina Giulietta, perché non mi volevate ricevere ?

GIUL    Ma quando  sapevi che non ti volevo ricevere, che sei entrato a fare ?

LOPEZ    Perché ho da parlarvi di premura. Sedete !

GIUL       Bravo, mo fa pure ‘o padrone in casa mia.

LOPEZ    Cugina Giulietta ho bisogno della vostra protezione.

GIUL        Tanto quando si ha bisogno, allora si va dai parenti, quando poi non se ne ha bisogno allora non si curano. Basta, sono tua cugina, sei figlio di mio zio e voglio aiutarti. Dimmi ciò che ti occorre.

LOPEZ      Cugina Giulietta, sappiate che io in Cremona amoreggiavo con Donna Anna, sorella di quel don Giovanni di Alverado cui ho inteso volevate dare mia cugina in isposa e trovandomi a parlare con lei una notte sotto la finestra, fui sorpreso da un altro suo fratello, il quale, avendomi aggredito, io con un sol colpo di spada lo stesi muto al suolo.

GIUL     Ed ora che cosa vorresti ?

LOPZ       Ho inteso che i parenti del defunto vogliono fare su di me vendetta, per cui vengo a rifugiarmi in casa vostra, implorando aiuto, soccorso, protezione.

GIUL       Non posso negarti che mi verrebbe il pensiero di abbandonarti al loro furore, ma poiché sei sangue mio non lo faccio. Rimani qui in casa mia, che si vedrà al meglio come rimediare. (bussano) Colombina, vai a vedere chi è.

LOPEZ    Cugina cara, io tanto ve ne ringrazio e spero che per vostro mezzo…

COL    (entrando) Allegrezza padrona mia. E’ arrivato don Giovanni.

GIUL       Don Giovanni, presto rivada ad incontrarlo.

GIOV      Riverisco questi signori. Madama…(le bacia la mano)

COL       (tra sè)  Che bellu giovane !

GIUL     Oh, riverito don Giovanni.

GIOV      Perdonate, don Giovanni io non sono, ma bensì Pulcinella suo umile servo.

GIUL     E lassa ‘a mano allora. E dov’è il vostro padrone ?

GIOV     Sta salendo le scale.

GIUL     Presto don Lopez, corri da mia sorella e fa che qui si porti a ricevere lo sposo.

LOPEZ     Vado.(esce)

GIUL        Oh, che giorno di felicità è mai questo per me, mi sto per liberare di una sorella.

COL    (tra se’)  Che bellu giovane che è stu servitore, se mme volesse, io co’ tutto ‘o piacere m’’o spusarria.

GIOV     (tra se’)  Quella giovane mi guarda con una certa intenzione. Se è così potrei scoprir terreno circa la condotta di donna Teresina.

COL     Padrone mio.

GIOV      Servo suo.

COL     Vuje site ‘nzurato ?

GIOV     Maritato, non signore.

VCOL    Che peccato ! Nu giovane comme a vuje a nun ave’ mugliera.

GIOV      Mah, che volete…

COL       Vuie site cammariere ?

GIOV      Sissignore.

COL         Io pure so’ cammarera.

GIOV        Me ne consolo.

COL        E si vuje me vularisseve pe’ mugliera….oh, marame’, avite ditto ca me vulite ?…oh, che faccia tosta che tenite, bene mio, me so’ fatta rossa rossa.

GIOV     Io nun aggio parlato proprio. Non dubitate, buona giovane, che vi prometto appena don Giovanni avrà sposata la vostra padrona, voi sarete sposa di Pulcinella.

PULC      (entrando)     Ehi, staffieri, cocchieri, palafrenieri, caraffe e bicchieri e tutt’e cose ca fernettero aiere.

GIUL       (entrando dall’altro lato) Favorite, cavaliere. Vorrei sentir da voi il vostro nome.

PUL       Comme ?

GIUL       Insomma, presentatevi, chi siete ?

PUL        Ah, mua’, ca tu puozza schiatta’ :

GIUL      Ma che dice ?

GIOV      Padrone, la signora vorrebbe sentire il vostro nome.

PUL      Don Juani’

GIUL    Oh, che bel nome ! Don Giovanni…ma io già vi ho conosciuto.

PUL      Padro’, già m’ha riconosciuto, è meglio ca ce ne jammo.

GIOV     Smettila e continua a parlare

PUL     Gesuele vo’ benedì otto secrete’.

GIUL    Ah, sì, ho capito.

PUL      Ma che ha capito, un anema d’’o pere ‘e vruoccole ? Ma voi chi siete, la serva di casa ?

GIUL     Ma che dite io sono la sorella della sposa !

PUL       E va molto male’.

GIUL     Perché ?

PUL    Perché entra un cavaliere mio pari e non si fa trovare la tavola priparato.

GIOV     Non esagerare !

GIUL    Quando sarà tempo sarete servito.

PUL     (guardando  Colombina) Ah, e chi è codesta piccola pipistrella ?

GIUL    Costei è la fantesca.

PUL    Ah, elefantessa si chiama, ma è sicca sicca !

COL     So’ la serva, signo’ .

PUL    E se siete la serva io sono un caprio febbricitante che vuole fare un ircocervo.

TUTTI    ridono.

GIUL    Pulcinella!

GIOV+PUL     Signora !

GIUL     Io chiamo il servo non voi.

PUL      E che saccio (a Giov.) Tu n’ata vota rispunne primma.

GIUL     Che ha detto il vostro padrone ?

GIOV    Ehm…ha detto che vuole vedere la sposa(entrano Ter. E Lopez)

GIUL    Eccola, per l’appunto.

PUL   Un’altra pipistrella.

GIUL   Avanzati, sorella cara, ecco lo sposo tuo. Inchinati, fagli un complimento.

TER       Serva sua. (tra sé) Cielo e quant’è brutto

PUL    Padrona mia.(tra sé)  Terra e quant’è bbona.

GIUL    sediamo, signori miei. (solo Pul. resta in piedi)

PUL    Patro’ !

GIOV    Che vuoi ?

PUL   Don Giua’, chillo è Tutanpezz, chillo ‘e stanotte

GIOV    Fingi e fallo alzare, perché quello è luogo tuo.

PUL     Quello è  luogo mio ? io aggio sta assettato llà ? Che faccio, l’accido ?

Giov    Ma no, usa un mezzo termine.

PUL      Ueh, bestia, susete ‘a lloco !

LOPEZ    Come ?

GIOV      Cretino, ho detto un mezzo termine

PUL    Mezza bestia…

LOPEZ     Ma che dite ?

GIOV    Imbecille, una scusa qualunque.

PUL    Scusate, signoro, sapete voi di balo ?

LOPEZ     Di ballo ? Che domanda, sicuro.

POUL    E conoscete il nuovo valzer che è asciuto ?

LOPEZ   Mah, veramente non saprei.

PUL    E adesso ve lo fa vedere mua’. (soggetto)

LOPEZ    Ma questo…

(tutti ridono)

GIUL   Ah, ah, non importa cugino, mettetevi qui, vicino a me.

PUL   (gioca con Teresina) Pipistrella mia…

GIUL    E così, come vi ha portato il viaggio ?

PUL      Non c’è male’ .

GIUL     Come dite ?    Ho parlato cianfrese.

GIUL   Ma a quel che vedo voi possedete più di una lingua.

PUL    Sì, specialmente le lingue di passero

GIUL   Ma se non sbaglio, voi non siete nativo francese ?

PUL   No, io songo proprio d’’a Calabria de’ francise.

GIUL    Ma comme, mo ce sta pure ‘a Calabria dei francese. Embe’, io a chisto nun ‘o capisco.

PUL   Non esagerare, piantala adesso.

TER     E quell’orrido ceffo deve essere mio marito ?

PUL     (gioca con Teresina)

LOPEZ   (a Giulietta) Cugina, voglio domandargli che ne pensa dell’uccisore   di suo fratello.

GIUL    Siate prudente.

LOPEZ        Don Giovanni !

PUL            (gioca con Teresina)

LOPEZ        Don Giovanni  !

PUL           Don  Giua’, ve stanno chiammanno.

GIOV         Rispondi, cretino.

LOPEZ       Don Giovanni, un parola.

PUL           Ma che buo’, io tengo che fa c’’a pipistrella.

LOPEZ     Vi prego, una parola.

PUL          (va da lui)  Che t’accorre ?

LOPEZ      Qual città vi fu patria ?

PUL   (interdetto va da don Giovanni e così fa sempre ) Né, patro’, chillo vo’ sape’ quanno fu citato pateto.

GIOV   Avrà detto: qual città vi fu patria !

PUL      Seh !

GIOV    Cremona, non lo sai tu, bestia.

PUL      Tremmone, non lo sai tu bestia. (torna da Teresina) E mi riposo…Pipistrella, pipistrella

LOPEZ    Don Giovanni !….Don Giovanni…

PUL         Don Giuva’, ma che si’ surdo ?

GIOV       Muoviti, bestia.

PUL          Ah, songh’io? Che c’è ?

GIOV     Un’altra parola.

PUL         E nun m’’o putive dicere tutto assieme ?

LOPEZ      Avete avuto mai altri fratelli ?

PUL         Avete avuto mai altri fringuelli… volatili….

GIOV       Ah, digli che uno.

PUL         Un volatile(da Lopez) Ah, digli che uno. E mi riposo, mi riposo…pipistrella, pipistrella….

LOPEZ      Don Giovanni !

PUL      Ueh, ma tu ‘o ssaie che m’hai rotto tre corde e la quarta poco tene ?

LOPEZ    Una parola.

PUL        Un’altra parola ?…Tutanpezz va a piez a piez…Che t’accorre ?

LOPEZ      Ditemi, che ne fu mai di questo vostro fratello ?

PUL          Dove ce l’hai questo fringuello ?

GIOV    Oh, rimembranza funesta ! Digli che fu ucciso.

PUL       Dint’’a nu piatto ‘e menesta, che tu fusse acciso. Mi riposo, mi riposo.

LOPEZ     Don Giovanni !

PUL   Ah…

LOPEZ       Né si è mai saputo…

PUL    Ciao…

LOPEZ   ...chi fu l’uccisore di vostro fratello ?

PUL    Ma che me ne preme a me chi ha ucciso stu fringuello.

GIOV      Ma che stai combinando? Basta, rispondigli per le rime, ti suggerisco io e digli quel che io ti dirò.

PUL    Chisto m’ha seccato, sa’ ?

GIOV    Cavaliere…

PULM   Cammelliere…

GIOV     Cavaliere….

PUL    Cavaliere…

GIOV    Io ho molto a cuore…

PUL      Io ho molte sore…

GIOV     ..no..

PUL        …frate…

GIOV      ..ma no…

PUL    …zie, cugnate, nunnarelle…

GIOV      Ho molto a cuore…

PUL        Ho molto a cuore…

GIOV     La memoria di mio fratello…

PUL       Il fringuello di suo fratello…

GIOV    Tuo fratello.

PUL     Mio fratello purtroppo nun teneva  ‘o fringuello  …

GIOV    No, mio suo, mio tuo

PUL       No mio suo, mio tuo

GIOV      No…

PUL        Mio mio, mio miao, miu’ miu’…se po’ sape’ ‘e chi è stu frate ?

GIOV      Tuo, bestia!

PUL        Oh, mio, bestia.

GIOV       E se sapessi io…

PUL    :::E senza lessi io…

GIOV    …nun pozzo fa ‘o brodo

PUL       …nun  pozzo fa ‘o brodo.

LOPEZ    Ma che dite, don Giovanni, voi siete pazzo. Io voglio sapere se si è mai saputo chi fu l’uccisore di vostro fratello.

GIOV    No, perché se don Giovanni saputo l’avesse, avrebbe compita su di lui la sua  vendetta.

LOPEZ        E che c’entri tu, vil servo a rispondere ?

GIOV     Son servo, è vero, ma fedele ed affezionato al mio padrone, e non posso vedere oltraggiato il suo onore né la sua persona.

LOPEZ    Io non mi degno teco altercare ! Ebbene, don Giovanni, sappiate

                   che io fui di vostro fratello l’uccisore ed io l’amante di vostra sorella.

PUL           Tu?

LOPEZ      Io

PUL        E a me che me ne preme ?

GIUL        Ah, imprudente !

LOPEZ     Ed ecco che in questa casa io vi sfido a duello.

PUL        A chi ?

GIOV      Accetta, accetta.

PUL    Che accetto, ‘e muffe ‘e mammeta.

GIUL              Ebbene io vi assegnerò una sala per duellarvi: sorella ritiriamoci, e voi, don Giovanni, giacchè siete stato sfidato, accettate il duello.

PUL        No, no….

GIOV      Ho detto accetta.

PUL       Se proprio non potete fare a meno di me, accetto.

GIUL      A più tardi.

PUL         …tardi. Patro’, ma come ve viene ‘ncapa ?

LOPEZ      Ebbene, Don Giovanni, vi aspetto tra dieci minuti, nella stanza

che donna Giulietta deciderà per il nostro duello.

PUL            Dieci minuti ?

LOPEZ       Dieci minuti .

PUL                        Non si può fare qualche minuto prima ?

LOPEZ      Dieci minuti. Addio, don Giovanni. (/esce)

PUL           Patro’,  levame sta castellana ‘a cuollo…

GIOV          Come ?

PUL            Pigliate don Giuanne tuo, ca io me piglio Pulecenella mio.

GIOV         Ma che dici ?

PUL                     Ueh, ma tu vuo’ ca chillo m’accide ?

GIOV         Ti dirò tre ricordi acciocché tu possa salvarti. Offendi per difenderti, difenditi per non essere ucciso e portami la risposta.                  

PUL           Uhm…e si chillo m’offenne pe’ non me fa’ difendere, m’accide per non essere acciso..chi t’’a porta ‘a risposta ?

GIOV                   Sciocco, credevi tu che io volessi compromettere il mio onore con la tua balordaggine ? Ecco come devi fare per essere sicuro. Appena verrà don Lopez tu mostra coraggio, poi domandagli come uccise il suo nemico. Egli dirà certamente allo scuro; allora fa smorzare i lumi, ritirati, che io mi avanzo e combatto in vece tua.

PUL                     Oh, mo va buono: Ma, oh…tu nun avesse ‘a veni’ ?

GIOV         Non dubitare.

PUL           M’avisse ‘a fa murì a me pover’ommo ?

GIOIV        Non v’è timore! Anzi,poiché devo correre a casa a prendere un’altra spada per me, posso portarti anche un’antica arma della  mia cara  sorella  lasciatala dal marito, la cerbottana, o un pugnale che è più piccolo. Quale vuoi ?

PUL           Puortame chella cerbottana ‘e soreta.

GIOV            Comunque se io dovessi tardare, ti insegno qualche piccolo trucco per affrontare Don Lopez.

PUL           Come per affrontare Tuttanpez ? Avite ditto che ce penzate vuie !

GIOV          Sì., ma se dovesse arrivare prima di me, quando tu ti dovessi trovare in difficoltà tu dirai: Alt, punta in terra.

PUL    Che d’è ?

GIOV    Alt, punta in terra, la spada ! Capito ? Dirai:alt, punta in terra.

PUL           Allora se io mi trovo in difficoltà dico…

GIOV         Alt, punta in terra !

PUL                      …ah, ecco…

GIOV         Alt, punta, in terra! Alt, Punta in terra

PUL           Patro’, nun è che poi lui si spaventa e mi more prima ?

GIOV         Ma che si spaventa, cammina, andiamo…alt

PUL           Alt

GIOV         ..Punta in terra…Alt, punta in terra.

                                SCENA  TERZA

GIUL                   Ecco, cugino, cimentatevi qui con il vostro avversario, che poi sarà mia cura di fare che il tutto riesca a lieto fine.

LOPEZ         Che ha inteso dire mia cugina, che il tutto debba riuscire a lieto fine? Io non capisco, ma don Giovanni non viene?

Che volesse fuggire? …No, sento rumore            

PUL                     (entra tremando)  

LOPEZ      Avanzatevi, don Giovanni, ma perche’ tremate?

PUL                     Io?,…Io?   Io tremo?  No,    quella e’ una tattica strategica

LOPEZ      Perche’ vi guardate attorno timido e sospettoso?

PUL                     ‘Nce vulesse mo’ che chillu diavolo e’ padrone nun avess’’a veni’!

LOPEZ      Don Giovanni!

PUL                     Si?

LOPEZ      Noi dobbiamo duellarci

PUL                     Si, si.

LOPEZ      Avete a dirmi qualche cosa prima di batterci?

PUL                     Come no, io aqggia parla’ per tre quattr’ore ‘e seguito, che non ci resterà neanche il tempo  pe ‘ffa o’ duello.

LOPEZ      Parlate e sbrigatevi.

PUL                     Un momento.Tutanpezz, nuje mo’ pecche’ vulimme mettere ’a sanita’ nostra a questione? Invece ‘e fa’’o duello ch’ e’ spade,  dammece quatte pugni  ‘ncoppa all’uocchie, trasimmocene ind’a ‘na taverna e ‘la’ ce facimme scennere ‘a collera  abbascio  cu  ‘na bona magnata.

LOPEZ      Io non so quel che dite, a noi.

PUL                    Aspe’, e comme vaje ‘e pressa. E nun vuo’ primma farme vede’ ‘o pietto?

LOPEZ      Avete ragione, ecco il mio petto. C’e’ qualcosa che non va ?

PUL                     Gnorsi’.

LOPEZ      E che cosa?

POUL        ‘A cammisa, e’ nu poco sfattulella.

LOPEZ      Lasciatemi vedere il vostro.

PUL                     Nu mumento, ma che cos’e’? Ecco qua, pozzo allatta’ quatte crieature. E’ vi’  chille quanno mmalora vene!

LOPEZ      A noi !

PUL                    Alt,punta ‘nterra.

LOPEZ       Perche’?

PUL                     Che saccio? Così m’ha detto  ‘o  padrone.

LOPEZ      Che c’e’, dunque?

PUL                     Devo fare una domanda.

LOPEZ      Avanti, parlate.

PUL                     Come ….

LOPEZ      Come?

PUL                     Come…

LOPEZ      Come?

PUL                     Cosa?

LOPEZ      Come cosa?

PUL                     Cosa come?

LOPEZ      Voi avete detto come e allora io ho risposto : come cosa? Che c’entra cosa come?

PUL                     No, no, non confondiamo, io mi ricordo bene che sono entrato in questa stanza e voi avete detto: ho mal di testa, non voglio duellare.

LOPEZ      Ma niente affatto

PL                       No, no,c’ero presente io, voi avete detto: per favore, rimandiamo questo duello, tanto che io mi sono meravigliato…

LOPEZ      Don Giovanni, voi avete detto che volete parlarmi, ebbene  parlate una buona volta.

PUL                     E va bene, se volete così. Dicevo: come …come ucc… tro…lo?

LOPEZ      Ma  che dite?

PUL                     (forte) Come uccideste mio fratello?

LOPEZ      Ah, lo uccisi allo scuro.

PUL                     ‘ E  mammeta. E allora siccome il sangue vostro mi fa un po’ schifo, fate spegnere i lumi

LOPEZ      Voi … voi siete lo sfidato e avete diritto a scegliere

PUL                     Io chi sa che me credevo che me vuleva fa’

LOPEZ      Servi, si spengano i lumi (SI ESEGUE) A noi

PUL                     Si, veniamo a noi, Tutanpezz, che ne dite ‘e na bella partitella a rubamazzo?

LOPEZ      Basta, tirate fuori la spada.

PUL                     Uhm, che sbadato, oggi sono venuto senza.

LOPEZ      Smettetela di infastidirmi, questa cos’e’?

PUL                     Uh,la spada….e chi ce l’ha messa qua?(soggetto spada)

LOPEZ      Allora, don Giovanni, saluto.

PUL                     Come?

LOPEZ      Saluto.

PUL                     Anch’io,Tutanpezz,grazie di tutto e salutame a soreta. (Lo bacia)

LOPEZ      Che schifo, il saluto con la spada.

PUL                     Ah, con la spada. Ciao,Tutanpezz.

LOPEZ      Ma basta, DonGiovanni, il saluto con la spada, cosi’

PUL                     Cumm’ e’ sto fatto? E’ simpatico, famme pruva’ pure a me.

LOPEZ      Ora basta, non ho più  pazienza, in guardia.

COMBATTONO A SOGGETTO

PUL                     Alt, punta ‘nterra, punta ‘nterra….

LOPEZ      Che c’e’ ancora?

PUL                     (RIALZANDOSI) All’ anema  ‘e mammeta, chillu canchero ‘e padrone dice punta ‘nterra , punta ‘nterra, ma chisto nun se ferma mai!

LOPEZ      Allora, perche’ mi avete fermato?

PUL                     Tutanpezz,  vuo’sape’  ‘a  verita’? Io si nun m’arrabbio nun pozzo duella’. Dimme pecche’ c’appiccicamme,  cosi’ per venirti incontro po’ essere che m’ infumo, e t’accido. Vide che ce vo’ pe’  piglia’  tiempo, e chillu  ‘mpiso che nun vene!

LOPEZ      Ebbene, io uccisi vostro fratello.

PUL                     Embe’? Tanto poteva essere che isso accideva a te ed era lo stesso. Tutanpezz, che vai dicendo? ‘Ncoppa a chesto nun me pozzo piglia’ collera.

LOPEZ      Amoreggiai con vostra sorella.

PUL                     E allora? Essa nun se fosse fatta amoreggia’?

LOPEZ      Ma voi non vi sdegnate?

PUL                     E che bbuo’sdegna’, Tutanpezz? Pe’  na fesseria

LOPEZ      (PIANGENTE) Dunque non ci batteremo?

PUL                     Ma no, io so’ fatto accussi’, non so’ tanto facile ad arrabbiarmi

LOPEZ      Ma io avevo preparato la spada …

PUL                     Oi ccanno, oi’, c’e’ rimasto male, e io ‘o sapevo, sti’ cavalieri vonno fa’, vonno fa’, e po’ … Tutanpezz….

LOPEZ      (SI SCHERMISCE)

PUL                     Tutanpezz,  nun facite accussì, sentite a me, facciamo in questo modo, dimme quattro maleparole, che cosi’ po’ essere che me ‘nfoco e t’accido. Vi’ che ce vo’…vi’ che ce vo’…

LOPEZ      (rincuorato)  Ebbene, don Giovanni, voi siete un vile.

PUL                     Nu vile, sissignore.

LOPEZ      Un melenso.

PUL           Sfelenso e mmiezzo.

LOP                    Un codardo.

PUL                     Coda de lardo ! A noi !  (combattono)

PUL                     Alt, alt, ponta ‘nterra, ponta ‘nterraaa.

LOPEZ               Che c’e’

PUL                     Tu comm’è ditto ?

LOPEZ      Che siete un codardo         

 PUL                    Uh, io avevo capito coda de lardo, no, no, codardo va buono.

LOPEZ      Ma don Giovanni, voi non vi alterate mai ?

PUL                     E comme m’aggia alterà si tu dice sempre ‘a verità.

LOPEZ      Non ho più sofferenza, a noi ! (combattono)

PUL           Ma tu lo sai con chi combatti ?

LOPEZ      Lo so.

PUL           Combatti con…Don Giovanni !

LOPEZ      Lo so, non gridate.

PUL           Tu lo sai chi è… don Giovanni !

LOPEZ      Lo so.

PUL           Ma tu non sai il valore di… Don Giovanni ! ( escono combattendo e ricompaiono Lopez e don Giovanni.

COL   (di dentro) Rumore di spade. Mo vengo, mo vengo.

(scompaiono Lopez e Giovanni e tornano Lopez e Pulcinella)

COL           Uh, e vuie che facite ?

PUL           (lazzi con la spada)

LOPEZ     Ci stiamo duellando.

PUL           Sto accedendo stu scarafone.

COL           Don Giua’  e  lassateme vede’ nu poco.

PUL           Vi’  che golìo è venuto a chesta.  Vattenne figlia mia.

LOPEZ      Ritirati Colombina, che don Giovanni vuole combattere allo scuro

COL           Embe’, comme vulite vuie. (esce, combattono come sopra)

COL           (di dentro) N’ata vota mo, n’ata vota mo. Mo vengo.

LOPEZ      Ritirati Colombina.

COL           Don Giua’, lassateme vede’ nu poco.

PUL           Vattenne.

COL           N’anticchia.

PUL           Ma te ne vuo’ ì o no.

COL           Eh, comme site arraggiuso, pe’ na cosa ‘e niente.

LOPEZ      Ho detto ritirati Colombina.

COL           (uscendo) Eccome ccà, me ne vaco, me ne vaco.

LOPEZ     Don Giovanni, voi siete uno spadaccino instancabile.

PUL          Sì, me lo dicono tutti.

LOPEZ      A noi !

PUL           N’ata vota (idem, ma questa volta entrano tutti e tre gli uomini)

GIUL          (entrando con lume seguita dalle altre) E così, signori miei, che vedo ?

LOPEZ      Qual tradimento ?

GIUL          Due contro uno.

GIOV         No, io solo ho combattuto con Don Lopez.

PUL           Sì, ma io l’ho stancato.

GIUL          Don Giovanni !

PUL           Gueh,  vulite  sape’ ‘a verità ? Tutanpezz, tu cu vuie chi cancaro vulive combattere ?

LOPEZ      Con don Giovanni.

PUL           E don Giuanne chisto è isso: io songo Pulecenella, il suo servitore.

GIUL          Come ?

TER           Che sento ?

COL           Oh, marame’ !

GIOV         Ebbene, giacchè il mio servitore mi ha scoperto, sì, seppiatelo pure, io sono don Giovanni d’Alverado, questi è Pulcinella, mio servitore, da me fatto fingere la mia persona per spiare i passi di donna Teresina.

GIUL          Ah, don Giovanni, voi !

GIOV         (a Lopez) Volete tornare al duello ?

LOPEZ      No, don Giovanni, se mi perdonate.

GIUL          Sì, perdonarvi egli deve. L’avervi ucciso un fratello non fu che una disgrazia. Don Giovanni, voi sposerete mia sorella, don Lopez darà la mano a vostra sorella.

COL                       Ma chisto mo’ è nu tradimento. Vuie m’avite promesso…

GIOV         Io ti promisi che quando don Giovanni sposava donna Teresina, tu avresti sposato Pulcinella..

COL           E ch’aggia fa’, me contento.

PUL           E famme stu favore.

GIOV         Quando dunque è così, non mi resta che domandare all’amabile Teresina se ella ancora mi vuole.

TER           Sì, a voi ero inclinata, non già a quel brutto babbuino del vostro servo.

COL           Ueh, chillo mo è maritemo, statte attenta a come parli, ca babbuino c’’o         pozzo dicere solamente io.

PUL           Mille grazie per il babbuino e mille grazie a questo rispettabile pubblico che ha assistito a questa bella…

MIMMO      …schifezza.

ANT                    Come schifezza ?

MAUR        Fetenzia.

ANT                    Ma questa è un’opera d’arte

MIM           Seh, l’opera d’arte, n’atu ppoco cu  chella spada me cecava n’uocchio!

MAU                    A te ? A me nella scena del duello, m’ha pestato ‘e piedi quatte o cinche vote.

FRANCA            E con me allora ? Avete sbagliato pure due battute don Genna’ !

ANT                    Io ho sbagliato ‘e battute ?

TER           Eh, chiedetelo al suggeritore.

ANNA        E’  ‘o vero, pure io me ne so’ accorta, è stata proprio ‘na schifezza, don Genna’. (tutti parlano commentando a voce alta)

ANT                    Gueh…..’a vulite fernì, sì o no ? Questi grandissimi maleducati…Avite ditto nu cuofano ‘e bucie. Io aggio sbagliato ‘e battute, eh ? E allora chella, (indica Mena) quanno parla me pare na zampugnella.

MENA        Io…Io sembro na zampugnella(piange  con voce a zampugnella)

   (LE RAGAZZE SI AVVICINANO CONSOLANDOLA)

FRANCA       Genna’, certo ca tu tiene certi modi gentili, chella ‘a guagliona è accussì sensibile, ce dice certi ccose ?

ANT                    Ah, mo vuo’ vede’ ca songh’io ? Piuttosto fernitela, nun me facite fa sti figure nnanze ‘o pubblico. Scusate, signor pubblico, questi sono degli alfabeti scapestrati, aggiate pacienza, è gente scostumata.

TER           E già, pecchè isso ha studiato a Pariggi.(tutti ridono)

ANT                    Nossignore, nun aggio studiato a Pariggi, ma nun tengo la vostra ignoranzità (tutti ridono)  Scusate signori, la prossima volta vi prometto che vengo solo, nun me porte appresso chesti quatte disgraziate.(reazione di tutti) Passiamo…passiamo dunque alla seconda storia di Pulcinella, Madama Quattesolde.

MAU          N’ata vota.

ANT           Che è stato ?

MIM                     Avete detto n’ata vota: ma damme quatte solde

TUTTI        E’ ‘o vero, è ‘o vero.

FRAnca     Sì, stavota l’aggio ‘ntiso pur’io.

MENA        Don Genna’, voi siete il primo a sbagliare e po’ dicite agli altri! (tutti parlano)

ANT            E sì, sì, ho sbagliato, ma ho sbagliato a pigliarve ‘n compagnia a tutte quante, vi giuro che il prossimo anno faccio la compagnia da solo.

MAU          Gesù, ve facite compagnia da solo ?

MIM            E comme ve facite cumpagnia, si state sulo. (tutti ridono e parlano a voce alta)

ANT           Insomma, vulimmo accumencia’, o vulimmo fa sape’ ‘e fatte noste a tutte quante ?

MIM                     Ma accumenciammo, nun accumenciammo, facite chello ca vulite vuie, primma nce luammo stu pensiero, megl’è.

FRANCA            Sì, facimmo ampressa che a me me fanno male ‘e piede.

MENA                 A  te , io li tengo tutti gonfi.

TERES      Tiene i piedi gonfi, ma se non hai fatto niente.

MENA            Niente, aggia fatto ‘a nnamurata.

ANNA        E già, chella ‘a ‘nnamurata giusto cu  ‘e piede l’ha fatta.  

TER                    Pe’ quelle quattro battute che hai detto.

FRANCA   Ueh, piccere’, lassate  sta ‘a guagliona, saranno state pure tre ‘e battute, ma chella proprio cu vuie ‘e piede l’ha ditto.(ridono)

MENA        Ueh, vaiassa

FRANCA   Vaiassa a me, pienza a chella cutrettola ‘e mammeta.(litigano e si accapigliano a soggetto mentre gli uomini cercano di dividerle)

BUIO….SIOPARIETTO MUSICALE.            

                          

SECONDA PARTE

NANNINA       Me faccio meraviglia che è già tarde e Carlino nun se vede ancora ! Stu fatto nun me persuade ! Faceva tanto ‘o spasimante cu  mme, e ppo’ me trascura ‘e chesta manera ? Eh, gatta ce cova, forse ‘o signorino starà occupato per qualche altro amoretto..starò in guardia e si me riesce..

CARLINO           Nannina mia, scusame si aggio tardato: diversi amici m’hanno trattenuto e pirciò so’ venuto nu poco tardi. Brava! Stamattina ti trovo più simpatica del solito..Ma che d’è, nun rispunne ?

NAN                    Ma che vuo’ che dicesse. Ascolto e rido.

CAR           Ridi? E perché ?

NAN                    Pecchè vai facendo ‘o spasimante co’  tutte ‘e femmene.

CAR           Ma no, ti inganni ! Forse ‘o miette in dubbio ca te voglio bene ?

NAN                    Comme vuo’ bene all’ate.

CAR                    Ma le altre non sono Nannina.

NAN                    Sì, ma io non sono una stupida, e perciò…

SAV          Ah, v’aggio ‘ncucciato finalmente!…Birbantella, te voglio…

NAN          Zio mio….

SAV                    Ma che zio e zio..e tu n’ato impertinente che sì, ti permetti di venire a fare l’amore con mia nipote prima che arrivasse mammeta con la quale io debbo sposare.

CAR                    Sissignore, avete ragione ed io posso assicurarvi che oggi stesso arriverà mia madre da Milano, la quale mi ha scritto che viene appositamente per sposare con voi e per darmi il consenso che io sposassi vostro nipote.

SAV            Sì, ma fino a quando mammeta  nun  arriva, nun ce mettere ‘o pede dint’’a casa mia, si no piglio nu bastone e ve rompo l’ossa a tutte duje.

NAN                    Caro zi zio, ‘ncopp’ a chesto ve dico ca si papa’ quanno murette m’affidaie a vuie e ve cunzegnaie ‘a dote mia, nun me dicette ca vuie m’aviva proibì di maritarmi. Dunque io ve dico ca me voglio mmaretà e ca nun voglio sta cchiù sotto la vostra schiavitù! Nce simmo capite ? Perciò penzatece buono a chello che facite.(via)

SAV                    E quanno mai chesta m’ha parlato accussì ?.. Ma la colpa è tutta tua..

CAR                    Ma vedite

SAV                    Nun ce sta che vede’.  t’aggio ditto puortame a mammeta, famme dì da essa che me vuo’ bene e io te faccio spusa’ a  mia nipote(per andare)

CAR             Ma io…

SAV                    Puortame a mammeta, puortame a mammeta, puortame a mammeta. (via)

CAR                    Ma vedete che vecchio ostinato!..Ma io tanto aggia fa che debbo  conquistare il cuore di Nannina mia. Mo m’annasconno int’’a sta stanza e quanno Nannina sta sola, uscirò.(via)

GIUL          Bello gio’, lassateme ‘n pace, si no me metto allucca’ e chiammo gente.

PUL           Niente, niente, nun te lasso; persuadate na vota e pe’ sempre che tu hai ‘a essere ‘a mugliera mia, oppure mi farai commettere nu sasiccio.

GIUL          Io nun saccio comm’avite potuto pigliarve l’ardire ‘e sagli’ fino a ccà ‘ncoppa.

PUL                     Tu si’ sagliuta e io so sagliuto appriesso;’a fortuna ha voluto c’’a porta steva aperta e me so’ ammuccato pure io. Ti voglio sposare capisci ? Tu cu vuie mme farai ‘a fortuna toia, perché iotengo na bona summetella; ‘o         patrone mio        è morto e mi ha lasciato dommene e padrone ‘e tutta ‘a robba soia e pirciò voglio vede’   ’e trua’ mugliera.

GIUL          Va buo’, po’ ne parlammo. Pe mmo’ lassateme sta’.

PUL           Ma che vai truanno ccà ? A chi appartiene sta casa?

GIUL          Chesta è ‘a casa d’o tutore mio, ‘o quale ogge se sposa, e siccome ‘a bonanema  ’e patemo gli rimanette ‘a dote mia ‘n mano, so’ venuta pe’ cercarle ‘e farle capi’ che sarria tempo ‘e maritarme pur’io.

 PUL          Uhm !

GIUL          Che d’è ?

PUL           Miettete in prospettiva e lasseme te smiccia’…

GIUL          Ah, chisto veramente è curiuso.

PUL           Hai un bell’individuo sai, le tue attrattive e sottrattive sono molto ristorative.

GIUL          Ma che dicite, io nun ve capisco.

PUL           Mo ve faccio capì…Guaglio’, tu sì bona assaje.

GIUL          (ride)

PUL           A chi si’ figlia?

GIUL          So’ figlia a un marinaro ‘o quale è morto, e mo sto cu  fratemo ca fa ‘o Cicerone ….

PUL           …. Io te facesse pure Muzio Scemola …..

GIUL          E vuie chi site?

PUL           Io sono Don Pulcinella Cetrulo, negoziante di papocchie, ho tanto oro che ne pozzo fa un anellino, magno, bevo, me spasso e ghietto ‘e denare comme fossero lupine …

GIUL          E mo perché site venuto a sto paese?

PUL           Ero venuto a Pozzuoli per divertirmi e pe’ vede’ le Ciento Cammerelle; ma mo ne faccio almeno, carina, perché in te c’è gabinetto, camera e cucina.

GIUL          Aggio capito, stateve buono.

PUL           Aspetta ! E mo me lasse accussì? Siente a me, tu sì freccecarella, bellella e cianciusella, fa na resella a Pulecenella; io so accensibile, po’  essere ca me coglie, che mi prendi, e alla prima occasionessa , da pacchianella addiventerraie na cetrolessa.

GIUL          (E pure stu giovane nun me dispiace. Tentammo.)

PUL           Che me rispunne, cara carella , carogna?

GIUL          Quanto site malizioso!

PUL           E tu quanto sì mariola.

GIUL          Vuie site graziusello.

PUL           E tu si traseticcia cchiù ‘e na suglia, che dice, me vuo’ bene?

GIUL          Pe mo’ basta! Chi sa, sperate …. Arrivederci.

PUL           Embe’, me lasse accussì: ne’ vedovo, ne’ zitello, ne’ ‘nzurato …

GIUL          A n’atu ppoco ce vedimmo.

PUL           Quaglia mia settembrina.

GIUL          Nasello ‘e pappagallo

SAV           (di dentro) Gaetano, Gaetano ….

GIUL          Uh, sta venendo don Saverio, chillo signore co ‘o quale aggia parlà, pe carità, nun ve facite vedè. Aspettateme abbascio.

PUL           No, io nun te lasso.

GIUL          Pe’ carità, jatevenne. (lo spinge fuori ed escono insieme)

SAV           (entra) Gaetano, Gaetano, addò sarà ghiuto stu stupedo ‘e servitore, pure chist’ato ‘nce vuleva dint’a casa mia pe me fa fernì ‘e perdere ‘a capa …. Gaetano …. Gaetano…..

NAN           (entra) Zì zì, vuie che chiamate a Gaetano?

SAV           No, stongo chiamanno a soreta! I’ sto alluccanno ‘a tre ore, chesto che cos’è?

NAN           Chilo nun ce sta.

SAV           Comme nun ce sta?

NAN           Si, ‘o puveriello nun se senteva buono e io l’aggio fatto ì a cuccà ‘a casa soia.

SAV           (arrabbiato) Al solito! Aggio ‘a fa corte nuova pure pe’ Gaetano, chisto nun fa p’’a casa mia, mo manno subito a d’’o senzaro e me faccio mannà n’ato servitore, anze vaco a scriverlo io stesso nu biglietto per farlo sollecitare. (via)

NAN           Vi’ cumme sta arraggiato … capisco la ragione, il signor zio me vuleva fa restà vecchia zitella.

CAR           (entrando) Si, ma io farò l’arte d’’o diavolo per ingannarlo, perché ti voglio troppo bene.

NAN           Che! Tu stai n’ata vota ccà? Si te vede zì zio.

CAR           Che me mporta ‘e isso! Io te voglio dicere ….

GIUL          (di dentro) E’ permesso?

NAN           Cielo mio, vene gente, nasconditi.

CAR           Si, m’annasconno.

NAN           Avanti … chi è?

GIUL          (fuori) Buongiorno, signurì.

NAN           Gueh, Giulie’, si tu, che ti occorre?

GIUL          ‘O zio vuosto ce sta?

NAN           E pecché ‘o vaie truvanno?

GIUL          So venuta a darle na bona notizia. Aggio truato no marito bello, ricco e aggraziatiello, e siccome saccio c’’o zio vuoto è prossimo a spusarse, accussì colgo l’occasione pe le dicere ca me voglio ammareta’  pur’io.

NAN           E zì zio che c’entra mmiez’a stu fatto?

GIUL          Siccome quanno pateme murette l’affidaie ‘a dota mia, io nce l’aggio venuta a cercà.

NAN           Nun solo tene affidata ‘ dota mia, ma pure ‘a toia!

GIUL        Mo ‘o capitale è accresciuto perché io nun m’aggio pigliato maie l’interesse. Nun voglio perdere tempo … diciteme addo’ sta.

NAN           Dint’’o studietto.

GIUL         Allora permettete signori’. (esce)

NAN            Carli’, jesce, vattenne, ca si vene zi zio e te trova, chi ‘o vo’ senti’

CARL         Esco, ma tornerò…statte bbona. (bacia la mano)

NAN            Vattenne, pe’ carità.

CAR           Pienzame, sa (incontra Pulcinella)

PUL           Ccà nun ce sta !

CARL+NAN      Ah.

PUL                     E che avete visto l’urso !

NAN                    Che vulite vuie ccà ?

PUL                     Vaco truanno na bella pacchianella che è sagliuta      ccà ‘ncoppa.

CAR                    Ma sapete voi che qua sopra uomini non ne possono  entrare ?

PUL                     E  pecchè vuje nun site ommo ?

CAR                    No.

PUL                     E allora sarà neutro.

Sav                                        (entrando e vedendo Carlino) Lupus in fragola! Ma come te l’aggia dicere ca si nun me porte ‘a mammeta ccà nun c’hai ‘a veni’ ! Ah, che veggo ! Un altro uomo ! Dateme nu volpino, nu bastone, na varra ‘e fierro.

PUL                    Che bellu principio !

CAR                    Don Save’, calmatevi, nun ve pigliate collera..

Sav                     Ma che calmarmi, io te voglio accidere.

CAR                    Ma voi vi ricordate l’ordine che mi avete dato ?

SAVComme nun m’’o ricordo ! T’aggio ripetuto centinaia di volte che non intendo ammettermi in casa mia si nun me puortemammeta.

CAR          Ed io non ho mancato al mio dovere !…Eh, sì, vi confido un segreto, ma per pietà non mi tradite.

Sav            Che segreto ?

CAR                    Voglio un giuramento da voi.

SAV                    Parola d’onore che mantengo il segreto.

CAR                    Ebbene…siccome…siccome oggi è l’ultimo giorno di carnevale, mia madre per fare uno scherzo è venuta…èvenuta..è venuta vestita ‘a ommo e mi ha imposto di non farvelo sapere.

SAV                    E mo addo’ sta?

CAR                    (indicando Pulcinella) Ecco … ecco là mia madre.

SAV                    Ah! Che bellu piezz’’e femmina! (si avvicina)

PUL                     Neh, chilo me guarda fisso e s’accosta.

SAV                    (dolcissimo) Non vi scostate.

NAN                    (a Carlino) Neh, Carlì, che d’è?

CAR                    Zitta! …. Tu devi sapere …. (Parlano sottovoce)

SAV                    Vuie … già … site ommo.

PUL                     Eh, accussì me pare.

SAV                    Site venuto ccà pe fa’ amore, non è vero?

PUL                     (prima interdetto, poi … ) Aggio capito, chiso parla d’’a pacchianella. Vedite, io nun sapevo ca vuie teniveve gelosia ‘e ffigliole.

SAV           Che c’entra chesto. Io so’ geloso ‘e ll’ate, ‘e vuie no.

PUL           Me fa piacere.

SAV           (malizioso) Io poi con voi ….. quell’affare resta fatto.

PUL           Già l’affare …. Qua affare?

SAV           Io faccio l’ammore cu vuie. (sdolcinato)

PUL           Cu mme? E te spigne nu pigno!

SAV           (fa per reagire)

CAR           (a Saverio) Per carità, fingete!

SAV           Haie ragione. (come prima) Addio, amabile ospite, disponete a vostro piacere della mia casa, di quanto io posseggo. Che piacere! Per la contentezza che site arrivata voglio fa na magnifica festa, una sontuosa cena pe’ stasera. Oh, permettete che vi baci la mano … (esegue) Oh, che caldo, che fuoco! …. Oiné, e quanto si’ bbona! (esce)

PUL           Ma che cancaro dice chisto?

CAR           (parla sottovoce con Nannina)

PUL           Ne’ ma che è stato?

CAR           Eh, già, eh. E chi ne sape niente?

PUL           Bella figlio’, ‘o sapisseve vuie ‘e che se tratta?

NAN           Io nun ne saccio niente! (esce)

PUL           Ccà s’è mbrugliata ‘a faccenna … io nun ne capisco niente cchiù! Chilo m’ha chiamato bbona!

GIUL          Che veco! Vuie state n’ata vota ccà?

PUL           Sto ccà, ma mo me ne scappo.

GIUL          Comme, ve ne ghiate! E l’ammore, l’affetto, ‘a passione?

PUL           Si, io te voglio bene, ma jammuncenne ‘a ccà!

GIUL          E pecché? Io aggio parlato cu don Saverio, l’aggio ditto ca m’aggio truato ‘o marito ca site vuie, e isso m’ha risposto ca ve vo’ conoscere.

PUL           Ma chi è stu don Saverio? Fosse chillu pazzo che aggio ‘ncontrato poco fa?

GIUL          Qua pazzo? Chilo è n’ommo che tene ‘e cervella bbone. Anze, faciteme ‘o favore, mettiteve dint’a chella stanza, e quanno ve chiamo tanno ascite.

PUL           Tu vide si nun ce scappano ‘e mazzate. (esce)

SAV           Io nun ce pozzo penzà! Che femmina stravagante! Venì vestita ‘a ommo!

GIUL          Don Save’, io ve sto aspettanno.

SAV           Gueh, Giulie’, stai cca? Allora mi hai detto che vuoi la dote, ma si sicura ca chillo che te spose è nu buono giovane e non te sciupa tutte cose?

GIUL          Vuie che dicite, chillo è nu bravo giovane, anze, mo v’’o faccio vedè.

SAV           Ma che l’he purtato cu te?

GIUL          Sissignore. Bellu gio’, ascite.

PUL           Eccomi qua.

SAV           E questi è il futuro tuo marito?

GIUL          Che ve ne pare?

SAV           (ride)

GIUL          Signo’, vuie pecché ridete?

PUL           E che tene ‘a rirere chisto?

SAV           (trattenendosi) (a Giulietta, piano) Giulietta mia, chilo nun è ommo, chella è femmina vestita ‘a ommo; è vedova e se chiama donna Ceccia Straseccia, mia futura sposa e sta vestita ‘a ommo pe farme nu scherzetto. (ride)

GIUL          Vuie che dicite?

SAV           La verità! Ma ti raccomando di non dirle niente, perché chella se crede ca io nun ne saccio niente. (a Pulcinella) Ma comme! A vuie ve prude ‘a capa ‘e chesta manera? Che faceta …

PUL           Pecché che aggio fatto?

SAV           Nonsignore, io dicevo: che faceta ….

PUL           Ma che ghiate facendo vuie piuttosto ….

SAV           Ah … ah, che simpatica …. Ah, ah, che faceta, che ghiate facendo …  ah,ah,ah che donna, che simpatica. (esce)

PUL                     Io te l’avevo detto che chilo è mezzo pazzo. Beh, accussì nun me dicite niente?

GIUL                       E che v’aggia dicere, signora mia.

PUL                     Signora ?! Ccà nun ce sta nisciuna femmina.

GIUL                   Nun ve mettite scuorno ? Site femmina vecchia e ghiate cuffianno ‘e figliole che s’hanno ‘a mmareta’. Chiesto nun se fa.

PUL                     Chi è femmina vecchia ?

GIUL                   E’ inutile ca fingite, perché io aggio saputo tutte cose da ‘o sposo vuosto, cioè da chillo che fra tre giorni v’ha da spusa’.

PUL                     Maritemo, ma tu stesse ‘mbriaca ?

GIUL                   Nun ve mettite scuorno, site vedova e mamma ‘e figlie.

PUL                     Mamma ‘e figlie!Tu che cancaro stai accucchianno ?

VCAR                 Mamma’, gli abiti sono pronti per vestirvi da sposa.

PUL                     E io stu figlio addo l’aggio cacciato ?

GIUL                   Che ne dicite mo ? E’ chisto ‘o figlio vuosto ? Vuleva fa ‘a semplice, sta vecchia fanatica, ma chello che vuliveve fa a me, ‘o farranno a vuje ! Ca puozze passa’ tante guaie pe’ quanta arena ce sta a  mmare, ca puozze campa’ tre ghiuorne ma a parti’ dall’ato ieri. Tu vide che va facendo.(via)

CAR                    Mamma mia !

PUL                     Tu qua mamma me vai cuntanno ! Chi l’ha conosciuto mai a pateto ?

SAV                     Spusella mia aggraziata, è venuto ‘o parrucchiere,. Ve vulite fa ‘e riccie ?

NAN                    Permettete cara zia di baciarvi la mano ?(esegue)

PUL                     Uh, puveriello a me ! Cca’ ‘a voce comune! Fusse veramente femmena e nun me ne fosse addunata ?

SAV                     Dunque spusella mjia, vulimm’j a prepara’ tutto p’’o matrimonio ?

CAR                    Un momento, don Save’, ricordatevi che mi avete promesso di farmi sposare vostra nipote se portavo mia madre, e siccome anche mia madre è contenta di questo matrimonio, così…

SAV                     Così sarà fatto. Giacchè lo vuole la mia cara sposa, io acconsento e datevi la mano.

CAR                    Nannina, eccoti la mia destra.

NAN                    E chesta è ‘a mia.

PUL                     Alto là, nun ve muvite.

SAV                     Che cos’è ?

PUL                     (a Carlino) Io a te che te so’ ?

CAR                    Mamma.

PUL                     Dunque io so’ mamma e devo mammiare, tu si’ figlio e devi figliare.

CAR                    Come ?

PUL                     Io non do il mio permesso a questo figlio di…madre vedova di sposarse.

CAR                    Ma voi…

PUL                     Nun sento : Si tu te spuse a chesta, io ti maledico...pe’ quanto latte t’aggio dato.

NAN                    Ma cara zia…

PUL                     Nun ce sta zia che tengo.

SAV                     Via fatelo per me !

PUL                     (vezzosa) Sì, lo faccio per te, spusillo mio, ma faciteme ascì a piglia’ nu poco d’aria.

SAV                              Che bisogno ci sta riuscire ? Affacciatevi alla finestra, tenimmo pure na bella loggia.

PUL                     No, io voglio scennere mmiezz’’a via.

SAV                     Ma non conviene, io aggio fatto chiudere tutt’’e porte per non farvi vedere…sino’ finisce la sorpresa quanno jammo a spusa’.

PUL                     (tra se’) Se l’he posto ‘ncapa che so’ femmena.

SAV                     Mo voglio farvi mettere in forza, aggio ordinato nu bello pranzo a ‘o cuoco…Anze, Nannina, Carli’, jate a vede’ si tutto è pronto.

CAR                    Subito.

NAN                    Subito (a Carlino)  E comme se fa mo ?

CAR                    Lascia fare a me, ci penso io ad aggiustare tutto. (via)

SAV                     Mo ca stammo sule, permettete che ve dongo nu vaso ‘coppa a chella bella manella ?

PUL                     E ricreate.

SAV                     Io ho già pensato a tutto: questa notte dormirete con mia nipote, domani poi che sposerete ve cuccate cu mme.

PUL                     Sapete, io so’ femmina, non prendiamo equivoci.

SAV                     Si capisce, anzi, per farvi stare in compagnia, faccio resta’ pure a Giulietta, accussì vuie ve cuccate mmiezo, mia nipote da una parte e Giulietta dall’ata.

PUL                     Proprio accussì. Quanno po’ se scummogliano ‘e zelle, tanto siente.

SAV                     Ed ora, spusella mia, permettimi un pochino, quanto vaco a vede’ si tutto è pronto per il pranzo.(resta)

PUL                     E quando te ne vaie ?

SAV                     Tra poco… e tra poco volerò nelle tue braccia quale amoroso uccellino. Pio, pio, pio, pio.(esce)

PUL                     Vuie  vedite a me che me succede.

CAR                    (entrando) Psss…psss

PUL                     N’ata vota chisto mo ? Che c’è bello ‘e mamma?

CAR                    Amico, ora che siamo soli, devo confidarvi perché vi ho fatto fingere donna. Dovete sapere che don Saverio non voleva farmi entrare dentro questa casa per fare l’amore con la nipote, se io non avessi prima portato mia madre che egli vuole sposare.

PUL                     Ed  io che c’entro ?

CAR                    Se non mi ascoltate ! Io allora, per ingannarlo, ho detto che voi siete la mia genitrice …ma voi non lo siete !

PUL                     Davvero ?

CAR                    Sì!

PUL                     Ma puozze murì la vigilia di Natale.

CAR                    Non mi credete ?

PUL                     Che non sono vostra madre ?

CAR                    Ma no, che è questo che voleva mio zio! Però noi, da questo inganno dobbiamo trarne un partito.

PUL                     Abbasta che stu partito nun me fa perdere ‘a partita.

GIUL                   (spiando) Che stanno dicendo ?

CAR                    Dunque seguitate a tenere nell’inganno don Saverio, e con la vostra autorità di madre…

PUL                     Chi ?

CAR                    Eh, voi no ?

PUL                     Ah, già, io so’ madre

CAR                    Dicevo, con la vostra autorità di madre, tanto dovete fare che mi dovete far sposare Nannina mia…e quando poi sarà combinato il  tutto, voi avrete da me un largo guiderdone.

PUL                     E che d’è stu guiderdone ?

CAR                    Voglio dire un bel regalo.

PUL                     Ah, aggio capito.

CAR                    Dunque seguitate a fingervi femmina, assecondate il mio progetto e non  dubitate di nulla. (via)

GIUL                   (tra se’) Ah! Birbante, allora chillo è ommo. Mo v’acconcio io, voglio fa’ na bella pazzia si me riesce.

PUL                     Tu vide quante guaie che sto passanno! E mo solo chesto ce mancava: ‘e perdere l’umanità !

SAV                     (inginocchiandosi ai piedi di P.) Mia adorata sposa!

PUL                     Mamma mia bella. Vì che paura m’aggio pigliato

SAV                     La tavola è pronta, se volete venire.

PUL                     Beh, almeno me faccio na magnata. (a lui) Ti pare sposillo mio, io tengo na lopa ca mo moro.

SAV                     E ghiammo  !

NAN                    Zì zì, dal porto è venuto Nicola e ha portato sta lettera con gran premura.

SAV                     Damme ccà…(legge) Ah, tradimento. Presto dateme  ‘na  mazza, ‘na spada, nu cannone…

NAN                    Zì zì, che è stato ?

PUL                     Aggio già fernuto ‘e mangia’

SAV                     Nipote mia, siente : (legge) “ Caro sposo, sono sbarcata in questo momento dal legno, quindi vi prego di unirvi a mio figlio e venirmi incontro. Sono la vostra sposa Ceccia Straseccia.”

NAN                    Che sento !

PUL                     Don Save’, potrebbe essere un falso. Va trova chi è che ha scritto stu biglietto ‘

SAV                     E voi chi siete ?

PUL                     Don Save’ a disposizione, io so’ quello che vulite vuie.

SAV                     Allora site nu ladro, nu mariuolo.

PUL                     Gueh, moderate i termini…caso mai mariuola.

SAV                     Ah, e io v’aggio baciato pure ‘a mano !

PUL                     Quanno l’he fatto però t’è piaciuto !

Sav                      Ah, che te voglio accidere.

PUL                     State..mannaggia mammeta.

VOCI DI DENTRO               Evviva gli sposi, evviva gli sposi.

SAV                     Hai ragione che sta venendo ‘a sposa.

GIUL                   (travestita e camuffando la voce) Dov’è il mio caro sposino?

SAV                     Sto qua, sto qua, zuccariello mio.

PUL                     Vi’ che banderuola stu don Saverio.

GIUL                   Voi siete il mio sposo ? Quanto si’ brutto !

SAV                     Oh !

PUL                     Chi lascia la via vecchia per la nuova…

GIUL                   Ma che ho da fare: la parola è data ed ad onta della vostra orrida bruttezza, pure vi sposerò.

SAV                     Chesta che sta accucchianno ?

GIUL                   Soffrirò per qualche tempo; ma poi, siccome mi sono sbrigata del primo, del secondo e del terzo, così mi leverò di torno anche voi.

PUL                     T’ha già preparato ‘o funerale.

GIUL                   Accostatevi. (vede Pulcinella) Oh, cielo, che vedo ?! L’ombra del mio marito morto! Povera me !

SAV                     Nu muorto, n’ombra ?

GIUL                   Puverella a mme! ‘E muorte vanno cammenanno.

NAN                    Misericordia

PUL                     Mo so’ muorto pure ? Vuie che cancaro ‘e mamma vosta vulite ‘a me ?

GIUL                   Ombra terribile, sparisci! Sei venuta apposta dall’inferno per assistere alle mie nozze…

PUL                     Ma come io…

GIUL                   Sei venuto forse per intossicarmi, per trascinarmi nell’abisso ?… Ebbene mi trascinerai con il mio complice.

TUTTI FUGGONO A SOGGETTO SUL PALCOSCENICO

CAR                    Che sono questi strilli ? Che vedo, mamma’ ! Capisco, siete rimasta sorpresa d’aver trovato qui chi aveva preso il vostro posto. Ma io non potevo tradire il segreto, perché mio padre (indica Pulcinella) me l’aveva proibito.

TUTTI                 Vostro padre ?

PUL                     (con voce femminile, poi correggendosi) Sì, sapite io songo ‘o pate..cioè ‘a mamma…

SAV                     Se po’ sape’ se site ‘o pate oppure ‘a mamma ?

PUL                     Io ancora l’aggia sape’.

SAV                     Site ‘o marito o ‘a mugliera ?

PUL                     Dipende.

SAV                     Come dipende ? Site ‘o marito o ‘a mugliera?

PUL                     Eh…io songo ‘o marito…

SAV                     ‘O marito ?

PUL                     …no, ‘a mugliera…

SAV                     ..‘a  mugliera ?

PUL                     ‘O pate d’’a mugliera…

NAN                    ‘O pate ?

PUL                     Cioè ‘a mamma…

CAR                    ‘A mamma ?

PUL                     Cioè, nu pate teneva due figlie e tre mamme, un giorno ‘o marito femmena d’’a mugliera maschio d’’o pate neutro...Ma vuie che vulite ‘a me ?

SAV                     Insomma site vivo o muorrto ?

PUL                     Tu qua muorto me vaie cuntanno ?

GIUL                   Caro marito, perdoname.

PUL                     Aggio turato na mugliera non volendo.

GIUL                   E voi don Save’, permettete che mio figlio sposi vostra nipote ?

SAV                     Per voi io acconsento.

GIUL                   Allora spusateve.

NAN                    Carlino mio bello.

CAR                    Nannina mia.

GIUL                   Ed ora perdonateme ‘a pazzia che v’aggio fatto(si scopre)… pecchè io songo Giulietta.

TUTTI                 Che !

GIUL                   Aggio fatto chesto pe fa spusa’ ‘a signorina c’’o ‘nnammurato suio ca tanto vo’ bene.

SAV                     Che scuorno! Si se sape stu fatto, io addo’ vaco a mettere ‘a faccia ?

PUL                     Io un’idea ce l’avrei.

SAV                     Si te piglio…

GIUL                   E mo’ m’avite ‘a cunzegna’ ‘a dote pecchè io me voglio spusa’ a chilo bellu giovane ca m’è venuto sempe appriesso.

SAV                     Sì, sì, faccio tutto quello ca vulite, a patto che nun facite sape’ niente a nisciuno ’e  chello che è succieso.

GIUL                   Non dubitate.

PUL                     Saverio, Saverio, te piaceva ‘a pullastrella

SAV                    Si nun ‘a fernesce…

PUL                     Ah, finalmente, pacchianella mia,me te sposo.

GIUL                   Dateme ‘a mano.

PUL                     Stenneme sta sgranfia.

TUTTI RIMANGONO IMMOBILI E IMBARAZZATI.

ANNA                 (appare carponi per terra ) Don Genna’ !

ANT                    Chi è ?

ANNA                 Don Genna’, è finita.

ANT                    Piano, non suggerire così forte. (recitando) E’ finita…

ANNA                 Don Genna’, è finita.

ANT                    E l’ho detto, suggerisci appresso.

ANNA                 No, è finita, manca l’ultima pagina del copione.

ANT                    Uh, maronna, e mo comme se fa ?

ANNA                  Non lo so, vi potrei dire il finale della commedia di prima..

ANT                     Ma che c’entra…(agli altri) Presto, improvvisate un  finale, forza, aiutatemi, datemi una mano, mo accumencio io…Ehm…finita è la commedia, nun c’è più niente a fare…

TUTTI                 ..finita è la commedia, non c’è più niente a fare…

ANT                    Grazie per l’aiuto, avite ditto chello che aggio ditto io…Pubblico rispettabile…

TUTTI                 …Isso, per fame la scrivette…

ANT                              Per fama… per fama e per onore e mi costò credetemi moltissimo sudore. E si pe’ fingere simme ghiute a viento  ‘npoppa…sperammo ca sta cummedia…

TUTTI                 …nun ghiesse sotto e ‘ncoppa.

CANZONE FINALE E FINE DELLA COMMEDIA.