Quanta fatica per fare un figlio!

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Quant fatica

QUANTA FATICA PER FARE UN FIGLIO!

COMMEDIA IN DUE ATTI

Autore

CAMILLO VITTICI

c.vitt@libero.it

Iscrizione S.I.A.E. N.118123

(In caso di traduzione dialettale si prega di specificare alla SIAE il titolo originale dell'opera)

PERSONAGGI

PRUDENZA                         La padrona di casa

BRIGIDA                              Ospite di Prudenza

MARTINA                            Ospite di Prudenza

CLEOFE                                Ospite di Prudenza

GELTRUDE                          Ospite di Prudenza

GIOCONDA                         Figlia di Prudenza

GIROLAMO                         Marito di Prudenza

FILIPPO                                Marito di Gioconda

La storia si svolge in casa di Prudenza e Gerolamo

La storia

Gioconda non riesce ad avere figli. Decide allora di chiedere l'utero in prestito alla Prudenza, la madre, ma, nel timore che l'intervento fallisca, rivolge lo stesso invito anche alle amiche della madre che si prestano di buon grado. Ma l'operazione dà esito positivo in tutte e così le cinque anziane si ritrovano incinte…

ATTO PRIMO

BRIGIDA:   Permesso… permesso…

PRUDENZA:   Ah, sei tu Brigida? Entra. Sei la prima. E le altre dove sono?

BRIGIDA:   Prima o poi arriveranno anche loro… Lo sai che la Martina se non è tutta leccata, spazzolata e vestita come la principessa del pisello non mette il muso fuori di casa. Poveretta, non si accorge che gli anni passano per tutti e anche lei è come noi, insomma, ancora graziose e belle da vedere, ma i vent’anni sono passati da un bel po’, e anche i trenta e i quaranta…

PRUDENZA:   E poi, gratis, mettiamocene ancora dieci o quindici, Brigida.

BRIGIDA:   Certo che quando la vedi in giro ne fa ancora girare di uomini… Muove il didietro come un’anatra. Per quello c’è poco da dire; ha davvero un bell'andar di corpo. Pensa che è restata vedova tre volte. Quando gli uomini la vedono passare, prima si voltano per vedere chi è e poi fanno le corna o si toccano in un posto che non posso dirti... Lei dice di assomigliare tutta alla Merlina Morrò, ma per me non le assomiglia nemmeno nelle orecchie. Io, invece, non ti sembra che assomigli alla Madonna?

PRUDENZA:   Quale, quella della statua dell’Assunta in chiesa?

BRIGIDA:   Cosa dici Prudenza? A quella cantante americana che fa il rock con quei vestiti eleganti e con quelle minigonne che fanno quasi vedere le mutande

PRUDENZA:   Mah, le assomiglierai nei calcagni o nelle unghie dei piedi…

BRIGIDA:   Certo, i soldi non le mancano; due pensioni, due eredità, la sua bella casa in centro… Lo sai cosa dice la gente? Che a lei piacciono gli sbarbatelli, insomma gli uomini un bel pezzo più giovani di lei. Chissà quante cose avrà da insegnare…. Proprio una nave scuola, ma non di quelle elementari… di quelle superiori! Pensa che il mese scorso, il figlio del Domenico, l’idraulico, è andato a casa sua per aggiustare un tubo…

PRUDENZA:   A chi, alla Martina?

BRIGIDA:   Non alla Martina, al suo bagno! Pensa che ha la televisione anche lì, proprio davanti al water…

PRUDENZA:   Così, se prende la diarrea, sa come passare il tempo…

BRIGIDA:   E l’asse del water ha dentro non so cosa che lo tiene sempre caldo

PRUDENZA:   E brava furba, così, prima o poi, si prenderà le emorroidi

BRIGIDA:   Tanto lei, con i soldi che ha, non va certo dal dottore della  mutua, ma va direttamente in clinica e si fa curare da un lampadario della scienza. Una volta si fa ricoverare e si fa il cechìn: il radiodramma al cuore, la puericultura alle urine, le controllano la prostica…

PRUDENZA:   Veramente a me risulta che la prostica l’abbiano soltanto gli uomini…

BRIGIDA:   Non la prostica… Coma si chiama la dentiera?

PRUDENZA:   La protesi, Brigida.

BRIGIDA:   Ecco, proprio quella cosa lì e, alla fine, per controllare se tutte le budella sono apposto, le fanno il cataclisma opaco.

PRUDENZA:   Guarda, però, che non sono i soldi che fanno felici…

BRIGIDA:   Hai ragione Prudenza, ma non puoi essere felice senza soldi…

MARTINA:   Permesso…

PRUDENZA:   Chiudi la bocca Brigida che sta proprio arrivando la Martina!

MARTINA:   Eccomi,  ci sono anch’io. Ho fatto un po’ di ritardo perchè sono passata in profumeria a  comperare il “Sogno di mezza estate”.

PRUDENZA:  Cos’è Martina? Un romanzo d’amore? Uno dell’Armony?

MARTINA:   Ma no Brigida, è un profumo, un profumo francese. E poi, oltre il "Sogno di mezza estate", molto buono è "Amami con passione", "Rosa di maggio"…

BRIGIDA:   Bella fantasia chiamarlo rosa di maggio; è in maggio che fioriscono le rose…

PRUDENZA:   Non è vero, c’è anche la rosa di Natale se è solo per quello…

MARTINA:   Che vuoi, io non ce la faccio ad uscire di casa senza essere lavata, stirata e profumata. Insomma, voglio essere come un fiore.

BRIGIDA:   Quale? Il crisantemo?

MARTINA:   No, un fiore di primavera. Non mi sentirei al mio posto, ecco… Io, però, acquisto solo prodotti di alta classe. Costeranno, sì, qualcosa, ma alla fine non ti rovinano la pelle. Prendi la ceretta, per esempio; se non è di marca ti da un’irritazione che ti prude dappertutto

BRIGIDA:   Come quando si prendono le piattole?

MARTINA:   Non lo so, perché quelle non so proprio cosa siano. E tu Prudenza che ceretta usi?

PRUDENZA:   Veramente per strappare quei quattro spuntoni che mi crescono ogni tre giorni, uso la lametta del Gerolamo, però senza dirglielo. Infatti il mattino dopo sento sempre che sacramenta

perchè nel farsi la barba si gratta la pelle e va tutto a sangue.

MARTINA:   E come profumo cosa usi? Fammi sentire… ma… questa è cipolla!

PRUDENZA:   Infatti, ho ho finito poco fa di fare la frittata al mio Gerolamo. Non capisco perché la Cleofe sia in ritardo…

BRIGIDA:   Immaginati, sarà passata dal sarto a provare un altro vestito. Pensate che non manca mai ad una sfilata di moda

MARTINA: Da quando la Cleofe è rimasta vedova va in giro come una principessa e con lo stronzo sotto il naso

BRIGIDA:   Prima però, quando era ancora in vita il suo povero marito, stava sempre rinchiusa nelle sue quattro stanze, mentre adesso sembra che sia allergica alla casa. E poi, non so se avete badato... Appena crepa un marito piangono in modo tale che la fontana della stazione è solo una spruzzatina; dopo il funerale, tutti i santi giorni vanno al cimitero vestite di nero come tanti pipistrelli con dei mazzi di fiori da fare invidia a tutte le altre tombe lì in parte. E, sotto la fotografia, ci scrivono: "La tua sposa sconsolata e distrutta dal dolore". E sulla pagina dei morti del giornale: "Resterai sempre nel mio cuore". Dopo un paio di mesi. però, incominci a vedergli un paio di etti di rossetto sulle labbra e due dita di rimmel sulla faccia per non parlare della permanente. Si tirano assieme in un modo tale che se ci fosse ancora al mondo la buonanima le salterebbe addosso come un caprone perché, prima, avevano addosso solo il grembiule e i capelli tirati assieme solo con le mollette e sul muso avevano tutti i segni delle pentole che grattavano e, al momento di andare a letto, chissà perché, le veniva tutte le sere il mal di testa.

PRUDENZA:   Non esagerare Brigida, non saranno tutte così…

BRIGIDA:   Tutte così no, perché ce ne sono di quelle che cominciano la settimana dopo. Dopo tre mesi, passato il dolore, incassata la prima pensione, le trovi in balera perché è giusto che si debbano consolare del più grande dolore della loro vita, magari solo per un'affettuosa amicizia... D'estate, poi, non si accontentano più di fare delle gite vicino al paese o al massimo a Gatteo Mare, no, Canarie, Parma de Maiorca, Santo Domenico, Ibissa…Adesso prendono tutte l'aereoplano, ma, quando c'era ancora al mondo quel povero cristo, andavano solo in bicicletta

PRUDENZA: Dici davvero Brigida?

BRIGIDA:   Davvero? Prova alla mattina a passare verso le dieci al bar della piazza. Sono tutte lì sedute al tavolino. Non ne manca una! Il caffè allungato latte, il cappuccino, la ciaccolata, e intanto continuano a chiacchierare, chiacchierare, chiacchierare e bla bla bla, e bla bla bla e a tagliare i panni addosso alla gente. Tanto a casa non c'è nessuno che attende il pranzo. E inoltre alla sera si mettono indosso la loro tuta colorata e le scarpe di ginnastica perché si devono tutte ritrovare in palestra. Quando c'erano i loro poveri uomini si lamentavano perché dovevano lavorare tutto il santo giorno, mentre adesso, che potrebbero finalmente riposare, no, devono faticare per fare sport e per di più pagare. (Bussano)

PRUDENZA:   Zitta chiacchierona che sta arrivando qualcuno

CLEOFE:   Permesso? E’ lecito entrare?

MARTINA:   Silenzio, silenzio che arriva proprio la Cleofe.

PRUDENZA:   Guarda che è arrivata la Cleofe. Vieni avanti Cleofe. Perbacco; sempre elegante e all'ultima moda…

CLEOFE:   Scusate il ritardo, ma ho dovuto portare Tommaso a dare un’aggiustata al pelo.

PRUDENZA:   Chi è il Tommaso Cleofe? Tuo nipote? Un tuo amico? Ha la barba lunga? O i capelli spettinati?

CLEOFE:   Ma che dici Prudenza, Tommaso è il mio barboncino, tutto bianco e ricciolino. L’ho portato or ora dal canaro.

BRIGIDA:   Il canaro? Cos’é il canaro? Il maschio dei canarini?

CLEOFE:   Ma no Brigida; il canaro è colui che tosa i cani.

BRIGIDA:   Al mio paese si chiama tosacani.

CLEOFE:   Pensate ragazze…

PRUDENZA:   Grazie Cleofe, sei proprio gentile…

CLEOFE:   Di ché?

PRUDENZA:   Delle… ragazze. Qui, però, i quaranta e anche i cinquanta li abbiamo passati tutte

CLEOFE:   Ma non io. Sono solo attorno ai trenta…

MARTINA:   Sicuramente per gamba…

CLEOFE:   E ho dovuto poi andare dal veterinario perchè era indisposto.

BRIGIDA:   Chi, il veterinario?

CLEOFE:   No, Tommaso. Pensate che il dottore gli ha trovato il tartufo secco e asciutto.

BRIGIDA:   Perchè? Mantieni il tuo cane col tartufo? Io, se lo volete sapere, non l'ho mai nemmeno assaggiato. Ma non importa, tanto mi hanno detto che puzza di petrolio

CLEOFE:   Il tartufo non è altro che il naso del cane in lingua italiana.

PRUDENZA:   Guarda tu, a me piacerebbe sapere perché il naso dei cani che, dopo tutto sono animali, si chiama tartufo e il nostro… peperone!

CLEOFE:   Purtroppo gli hanno trovato addosso qualche parassita…

BRIGIDA:   Cos'è quella roba lì?

CLEOFE:   Animaletti no?

BRIGIDA:   Guarda tu; al mio paese si chiamano piattole

CLEOFE:   Anzi, bisogna che mi ricordi, nel tornare, di andargli a comperare la vaschetta e la sabbietta per i suoi bisognini.

BRIGIDA:   Pensa tu, perfino la vaschetta. E pensare che io uso ancora due vasi da notte…

PRUDENZA:   Perché due vasi da notte Brigida?

BRIGIDA:   Perché posso dire di avere doppi servizi!

CLEOFE:   Dimenticavo, dovrò anche acquistargli alcune scatole di carne, di calamari e di biscottini.

BRIGIDA:   E magari anche i pasticcini

CLEOFE:   No, i pasticcini gli sarebbero pesanti.

BRIGIDA:   Poverino, magari poi gli dovresti dare la purga o l’Amaro Giuliani…

CLEOFE:   E non vi ho detto che ha il pitigrì

MARTINA:   Poveretto, mi dispiace… E da quand'è che ha quella malattia lì? E' infettiva? Magari è come la scarlattina, il morbillo, il fuoco di sant'Antonio, la vaccinella…

CLEOFE:   Ma che dici? Il pitigrì è semplicemente il suo albero genealogico.

BRIGIDA:   Non lo sapevo che i cani dei ricchi avessero bisogno di una pianta speciale per fare i loro bisognini liquidi…

CLEOFE:  D'altronde, cosa volete, il mio Tommaso è un animale di pura razza.

BRIGIDA:   Anch'io ho a casa un bel cagnolino

CLEOFE:  Di pura razza?

BRIGIDA:   Esatto, di pura razza bastarda

GELTRUDE:   Permesso… Si può entrare?

PRUDENZA:   Ciao Geltrude. Aspettavamo solo te

GELTRUDE:   Scusatemi tutte, scusatemi tanto, ma ho dovuto passare prima dal mio parroco per vedere se aveva bisogno di qualcosa. Gli ho preparato il pranzo,  gli ho riempito il suo bravo bicchiere di vino… Sapeste com'è religioso il nostro parroco… Pensate che usa un bicchiere di alluminio che, in fondo, ha disegnata una croce. Pensate che,  dopo che gli ho riempito il bicchiere,  lui lo guarda e dice “Signore, io non posso stare senza vedere la tua croce”. E allora lo beve subito. Però,  quando il bicchiere è vuoto, esclama:  “Signore, io non sono degno di stare in presenza della tua croce”. E allora lo riempie daccapo. E va avanti così per non so quante volte. Dopo sono andata a recitare un pater, ave e gloria all'altare della Santa Agnese protettrice delle vergini per ringraziarlo di avermi mantenuta così, pura, casta e illibata per tutta la mia vita passata, presente e futura

BRIGIDA:   Quella futura? Ma se hai già più di settant'anni, cosa vuoi che ti capiti nella tua vita futura?

GELTRUDE:   Non si sa mai. Il demonio ci può sempre indurre in tentazione e farci sprofondare nel baratro del peccato. Ho voluto nascere vergine…

PRUDENZA:   Veramente siamo tutte nate vergini…

GELTRUDE:   E voglio morire vergine,  proprio come la gallina di stamattina

MARTINA:   Cosa centra la gallina, Geltrude?

GELTRUDE:   Stamattina di buonora mi sono incamminata per andare a messa prima quando lì in parte allo stradone non vedo un gallo che rincorre una gallina? E lei scappava, scappava, povera stella, e lui, quel bruto, continuava a rincorrerla. Fatto sta che di colpo la gallina attraversa la strada. Le arriva d'improvviso addosso una macchina e l'ha allungata sull'asfalto come una sardina. Avete capito che insegnamento?

MARTINA:   Io veramente non ho capito…

GELTRUDE:   Insomma, piuttosto di perdere la verginità, ha preferito morire! Dovrebbero farle un monumento in mezzo alla piazza del paese

BRIGIDA:   A chi, alla gallina?

GELTRUDE: Proprio; alla gallina, alla gallina vergine!

GIOCONDA:  (Da fuori, urlando) Tremate, tremate - le streghe son tornate.

PRUDENZA:   Madonna mia, è tornata

GELTRUDE:   Chi è Prudenza?

PRUDENZA:   E' quella disgraziata della figlia di mio marito

BRIGIDA:   Ma non è anche tua figlia?

PRUDENZA:   Sì,  per mia disgrazia è anche mia figlia. Ma vi giuro che ha preso tutto dal quel catenaccio di sua padre. Lui è sempre in giro a fare le manifestazioni per il partito e lei gli assomiglia tutta

GIOCONDA:  (Entrando) Mogli, zitelle - lasciate le padelle.

PRUDENZA:   Guarda Gioconda, prova a dire a tuo padre che oggi non gli preparo la cena e vedrai che madonne mi tira dietro

GIOCONDA:  Donne, reagite - più l’uomo non servite.

BRIGIDA:   Ascolta la tua mamma Gioconda, ma si può sapere cos'è tutto il casino che stai facendo?

GIOCONDA:  Non è un casino; questo è il movimento delle brigate rosa.

PRUDENZA:   Delle…? Non è per caso che hanno messo in lavatrice le brigate rosse e hanno perso un po' di colore?

GIOCONDA:  Non abbiamo niente a che fare con quelle rosse se proprio lo vuoi sapere. Noi ci battiamo per la liberazione della donna.

GELTRUDE:   Quali? Quelle in prigione?

GIOCONDA:  Peggio ancora. Di quelle prigioniere del maschio. Maschi tremate-le donne so’ incazzate.

BRIGIDA:   Io veramente Gioconda non sono poi tanto incazzata; sono tranquilla come una giornata senza vento, serena come una giornata di sole…

PRUDENZA:   Stai facendo le previsioni del tempo Brigida?

GIOCONDA:  Tranquille, serene - gli uomini in catene. Autunno, primavera-gli uomini in galera. Estate, inverno-gli uomini all'inferno.

PRUDENZA:  (Con lo stesso tono) "Gioconda, balucca, cos'hai in quella zucca – Se non la pianti adesso, ti butto giù nel cesso – Adesso so’ incazzata, ti mollo una legnata"

GIOCONDA:  Cosa dici mamma? Una legnata a me? Alla tua Gioconda? Guarda che non sono più una bambina. Non dimenticarti che sono sposata e che potrei dirlo al mio Filippo 

PRUDENZA:   Quello, poi, è ancora più buono. Dio li crea e poi li appaia… Gioconda, ascolta la tua mamma. Se vuoi continuare con quelle litanie lì, va giù in mezzo al cortile e grida quanto vuoi, ma guarda che noi adesso dobbiamo iniziare l'incontro per la dimostrazione delle padelle. Vai di là, corri…

GIOCONDA:   (Saltando) Chi non salta maschilista è! Chi non salta maschilista è! Siete forse maschiliste?

GELTRUDE:   Siete… Che cosa?…

GIOCONDA:   Maschiliste!

BRIGIDA:   Gioconda,  io sono solo una macchinista quando adopero la macchina da cucire…

GIOCONDA:   E allora saltate… Chi non salta maschilista è! Chi non salta maschilista è! (Tutte saltano goffamente e Gioconda esce)

MARTINA:   Prudenza, sei sicura cha alla tua Gioconda non manchi qualche rotellina in testa?

PRUDENZA:   A guardarla così non sembra che le manchi solo qualche rotellina, ma addirittura la testa. Da quando ha sposato il Filippo non è più stata quella di prima. Lui è il segretario della sezione del partito comunista del paese, ma proprio di quelli rossi! Pensate che in camera, al posto del crocefisso, ha il ritratto di Stalin e, sullo sfondo, la bandiera rossa. E volete saperne un'altra? D'estate, quando mangia l'anguria, vuole solo quelle che vengono dalla Romagna perchè dice che quelle sono più rosse delle nostre. E allora anche la mia Gioconda, per fare qualcosa di speciale, si è messa in testa di fare la rivoluzionaria.

BRIGIDA:   Ma abitano qui con te?

PRUDENZA:   Gli abbiamo dato un paio di stanze di sopra. Il Filippo ha detto che non era né giusto né democratico che avessimo una casa grande solo per me e il mio Gerolamo e che il comunismo dice che dobbiamo dividere tutto a metà con gli altri

GELTRUDE:   Allora, come si suol dire, ha attaccato il cappello...

PRUDENZA:   Proprio, ma se va avanti così, io, prima o poi, attacco via anche lui!

CLEOFE:   L'importante è che si amino e vivano eternamente felici

PRUDENZA:   D'accordo mi pare che vadano d'accordo. Però figli non ne hanno ancora fatto uno. Se dovesse fare un figlio forse cambierebbe anche la testa

CLEOFE:   Ci penserà l'amore!

PRUDENZA:   Veramente dovrebbe pensarci il Filippo, ma, ve lo dico in confidenza, hanno provato tante volte, ma non hanno combinato niente

BRIGIDA:   Magari è lei che non è tanto ovaiola

MARTINA:   O lui che ha le batterie un po' scariche… Pensa che l'altra mattina in bottega, mentre mi servivano lo stracchino e la mortadella, ho sentito dire che adesso c'è una pastiglia che fa svegliare tutti gli uomini, anche quelli di ottant'anni

GELTRUDE:   Al posto della sveglia?

MARTINA:  Cos'hai capito Prudenza? Insomma… quando la prendono… gli si alza la… bandiera.

GELTRUDE:  Come i soldati in caserma?

MARTINA:  Insomma… diventano focosi come un toro!

PRUDENZA: Portamene a casa un paio di etti allora che li metto nel caffè del Gerolamo dopo cena

CLEOFE:   Secondo me basterebbe un consulto da un sessuologo. Oggi la scienza fa miracoli.

PRUDENZA:   Sono andati da qualche parte… Io non ho capito molto perché quelle cose lì non esistevano ai nostri tempi… Sono perfino andati al seminario

GELTRUDE:   Dal vescovo?

PRUDENZA:   Cosa c'entra il vescovo?! Alla banca.

GELTRUDE:   Io non ho tanta esperienza di queste cose, ma non ho mai saputo che i bambini si andassero a comperare in banca…

PRUDENZA:   Ecco, adesso  mi viene la parola; alla banca del seme.

MARTINA:   Per fare?

PRUDENZA:   Prendi un seme…

GELTRUDE:   Di anguria? Di melone?

PRUDENZA:   Non contare stronzate Geltrude. Un seme di uomo!

GELTRUDE:   Allora è vero che i bambini nascono sotto le verze…

PRUDENZA:   La vuoi smettere di confondermi o no? Allora, dove sono arrivata?

GELTRUDE:   Ai semi di melone.

PRUDENZA:   Prendono il seme di un uomo, lo mettono assieme ad un uovo…

MARTINA:  Di gallina o di piccione?

PRUDENZA:   Di una donna, ignorante!

GELTRUDE:   Io non mi sono mai accorta di fare le uova…

PRUDENZA:   Insomma, per dirla chiara, da quell'impasto lì salta fuori un bambino. Chiaro no?

GELTRUDE:   A me mica tanto, ma, per quel poco che so, una volta i figli si facevano in un altro modo…

PRUDENZA:   Ascoltate donne; andiamo avanti o no con la dimostrazione?

BRIGIDA:   Forse è meglio, altrimenti arriva l'ora di cena e siamo ancora qui a chiacchierare.

PRUDENZA:   Allora sedetevi tutte dove volete che io incomincio con la dimostrazione. (Le donne si siedono a semicerchio. Toglie da uno scatolone del padellame. Una padella la pone sul tavolo) Adesso vi mostro un prodotto miracoloso. Allora… Questa si chiama padella friggi-lento. E' in acciaio inaffondabile…

CLEOFE:   Sarà inossidabile Prudenza…

PRUDENZA:   Il tecnico della società mi ha detto così, ma magari mi sbaglio. Io con l'italiano non sono mai andata molto d'accordo. Dove sono arrivata? Ah, in acciaio i… insomma, quella cosa che ha detto la Cleofe. E' forte ed è tutta di un pezzo. Prendila in mano Martina.

MARTINA:   (Fatica a sollevarla) Cosa c'è dentro? Il piombo? (La restituisce)

PRUDENZA:   No, tutto acciaio inaffondabile! Pesa sette chili e cento grammi. E pensate che la garanzia è di novantanove anni. Ditemi voi se si può trovare una padella come questa

BRIGIDA:   Ma sei sicura Prudenza che per spostarla da una parte all'altra della cucina non ci voglia la carriola?

PRUDENZA:   Macchè carriola! Al massimo ti fai aiutare da qualcuno. Ma non è tutto qui. Adesso viene il bello. Dovete sapere che ha un fondo speciale che non brucia nemmeno se sotto ci accendete la fiamma del gas…

GELTRUDE:   Vuoi vedere che adesso dobbiamo scaldarla con il fiato come il bambino nella grotta di Betlemme?

PRUDENZA:   Forse non mi sono spiegata bene. Il fondo è così grosso che non potresto bruciarlo nemmeno con la fiamma ossidrica. E' composto da ottantadue strati. Infatti, udite udite donne, il cibo cuoce lentamente, lentamente, lentamente… Insomma, per fare un uovo al burro ci vogliono almeno due ore e venti minuti

BRIGIDA:   Sicchè, per fare un uovo al burro per pranzo, bisogna accendere il gas almeno alle nove e mezzo del mattino…

PRUDENZA:   Brava Brigida; hai visto che meraviglia?

MARTINA:   E per cuocere il coniglio?

PRUDENZA:   In otto ore è bell'e pronto!

CLEOFE:   Io dovrei far cuocere la pasta al Tommaso…

PRUDENZA:   La metti dentro alle sette del mattino e alle otto di sera è pronta

CLEOFE:   Ma il mio Tommaso mangia anche al mattino.

PRUDENZA:   Non c'è problema. La metti sul fornello la sera prima. Ve l'ho detto, è proprio una meraviglia delle meraviglie, a quello che l'ha inventata dovrebbero dare il premio Mòbel. Adesso, però, vi mostro un'altra novità. Sturate bene le orecchie e aprite bene gli occhi perché devo farvi vedere… Rullino le tombe! Squillino i tamburi! Signore mie… eccola qui!

MARTINA:  Cos'è quella cosa lì Prudenza?

PRUDENZA:   E secondo voi cos'è questa?

GELTRUDE:   A me sembra una caraffa.

PRUDENZA:   E invece è una caraffa

GELTRUDE:  E io cos'ho detto?

PRUDENZA:   Ma questa non è una caraffa qualunque, questa è semplicemente speciale! Si chiama brocca anti tracimamento.

GELTRUDE:  E' di cemento?

PRUDENZA:   No, vuol dire che se per caso tu la riempi fino in cima, ammettiamo di acqua, e stai chiacchierando con qualcuno e non te ne accorgi che è piena o devi portarla da una parte all'altra della cucina, l'acqua non uscirà mai dal bordo.

CLEOFE: E' veramente un aggeggiucolo miracoloso. Ma come avviene che l'acqua non deborda?

PRUDENZA:   Semplice e generale, volevo dire… geniale. Qui sotto, proprio all'altezza del collo, c'è una fila di buchi che, quando la caraffa è quasi piena, fanno in modo che l'acqua esca da lì e non raggiunga mai il bordo. Allora? Vi ho fatto colpo?

BRIGIDA:  Veramente il colpo deve averlo preso in testa quel tale che ha inventato quella meraviglia lì

PRUDENZA:   Perché? Tu cos'avresti fatto per non fare uscire l'acqua dal bordo?

BRIGIDA:   Come minimo il buco gliel'avrei fatto sul fondo, e bel grosso, così eri sicura che l'acqua dal bordo non sarebbe mai uscita. E avresti ancora qualcosa del genere da mostrarci Prudenza?

PRUDENZA:   Un sacco di cose!

BRIGIDA:   Per esempio?

PRUDENZA:   Il coltello senza la lama per non tagliarsi le dita, la forchetta senza i denti per non bucarci le mani, una bottiglia di piombo che pesa otto chili per far smettere gli uomini di bere…

GIOCONDA: (Entrando)  Eccole ancora tutte qua per procurarsi gli attrezzi per sfamare gli uomini di casa, sfruttatori, padroni, parassiti e approfittatori della schiavitù e sudditanza della donna.

GELTRUDE:   Tu, Gioconda, guarda che io di uomini non ne ho. Io ho solo il mio prevosto.

GIOCONDA:   Sotto la tonaca c'è sempre un uomo.

GELTRUDE:   Io sotto la tonaca non ho mai visto cos'ha, ma ti assicuro che non è nè… cos'hai detto Gioconda?

GIOCONDA:   Sfruttatori, padroni, parassiti e approfittatori della schiavitù e sudditanza della donna.

CLEOFE:   Cara la mia Prudenza ormai si è fatto tardi e il mio Tommaso starà attendendo il suo pasto serale e pertanto chiedo venia e me ne devo andare.

PRUDENZA:   E la padella? E la caraffa? E la forchetta senza denti?

CLEOFE:   Domani ne parliamo e stanotte saranno al centro dei miei pensieri. Buona serata a tutte. (Esce)

MARTINA:   Veramente devo scappare anch'io. Anch'io vi chiedo… Cos'ha detto la Cleofe che voglio parlare anch'io l'italiano bene come lei?

GELTRUDE:   Tenia.

MARTINA:   Ecco, vi chiedo tenia e scappo a salti inverso alla mia casa. Ciao a tutte. (Esce)

BRIGIDA:   E anch'io mi unisco a ella e in quattro e quattr'otto ribatto dalle parti di dove sono venuta. Ciao ragazze. (Esce)

GELTRUDE:   Quasi quasi mi stavo dimenticando che il mio prevosto deve aver già finito le confessioni del primo venerdì del mese e magari sarà già in canonica ad aspettarmi. Devo andare a preparargli il suo bicchiere, quello con la croce, e a riscaldargli la pasta e fagioli. Ciao neh, la pace sia con voi. (Esce)

PRUDENZA:   E le mie padelle? Cosa ne faccio delle mie padelle?

GIOCONDA:   Insomma mamma, usale per fare la cena al papà. Le hai viste le tue amiche? Tutte di corsa a casa perché i maschi devono essere serviti. Non ci capiamo proprio più…

PRUDENZA:   Veramente sono io che non capisco più la mia Gioconda. Guarda che se sono scappate è solo perché tu le hai fatte scappare con i tuoi proclami. Fa un figlio, da retta a me, che ti passeranno tutti i grilli che hai in testa

GIOCONDA:   Mamma…

PRUDENZA:   Che c'è?

GIOCONDA:   E' proprio di questo che vorrei parlarti...

PRUDENZA:   Della testa?

GIOCONDA:   No, del figlio

PRUDENZA:   Sei… incinta Gioconda?

GIOCONDA:   Magari… Il medico della clinica dove sono stata la settimana scorsa mi ha detto che, se  voglio avere un figlio,  bisognerebbe che… che…

PRUDENZA:   Ti si è incantato il disco Gioconda? Bisognerebbe… che cosa?

GIOCONDA:   Bisognerebbe che… dovresti rimanere incinta tu

PRUDENZA:   Dovrei… Che cosa? Forse non ho capito bene l'ultima parola…

GIOCONDA:   Dovresti rimanere incinta tu

PRUDENZA:   Guarda Gioconda, forse sarà stata colpa mia che non ti ho spiegato bene come succedono certe cose. Allora… Quando l'ape vola e si posa su un fiore…

GIOCONDA:   Mamma, guarda che la storia dell'ape che va sul fiore la conosco già. Il fatto è che il… pistillo c'è, ma è la parte femminile che non c'è

PRUDENZA:   E cosa vuol dire?

GIOCONDA:   Vuol dire che io non posso avere figli e dovresti aiutarmi tu

PRUDENZA:   Gioconda, sei scema? Tu vorresti che io andassi assieme al tuo Filippo… e fare le corna a tuo padre!

GIOCONDA:   No, non è proprio così…

PRUDENZA:   Se devo darti una mano e devo rimanere incinta…

GIOCONDA:   In questo caso non sarebbe solo la mano, ma l'utero, ma solo in prestito

PRUDENZA:   Quelle padelle di prima hanno brillato troppo e devono avermi fatto un brutto effetto. Mi sembra di essere diventata sclerotica e rincoglionita di colpo. Vorresti dire che…

GIOCONDA:   …Che ti facciamo mettere dentro qualcosa del Filippo e qualcosa di me e tu fai nascere il bambino

PRUDENZA:   Io continua ad essere sclerotica e rincoglionita. Io pensavo che quelle cose le facessero solo in America…

GIOCONDA:   E adesso si può fare anche da noi

PRUDENZA:   Ma cosa dirà tuo padre?

GIOCONDA:   A lui è meglio non dire niente per ora

PRUDENZA:   Va beh che tuo padre è un po' orbo e che lo specialista oculare gli ha detto che è presbitero, ma prima o poi vedrà che mi cresce qualcosa e non potrò dirgli di certo che ho mangiato troppa pastasciutta…

GIOCONDA:   Mamma, promettimi di farmi questo favore e io ti prometto che farò tutto quello che vuoi tu

PRUDENZA:   E se con me non attacca?

GIOCONDA:   Allora non mi rimane altro che gettarmi dal ponte del fiume perchè il mio Filippo non me lo perdonerebbe più

PRUDENZA:   E se provassi a chiederlo anche alle mie amiche?

GIOCONDA:   Insomma mamma, è una cosa un po' delicata. Ma se vuoi provare…. Certo, le probabilità aumenterebbero…

PRUDENZA:   Certo che un piacere potrebbero anche farmelo. Magari gli regalerei la padella cuoce-lento… Io provo a dirglielo, ma non lo so se accetteranno di mettere il loro utero a tua disposizione

GIOCONDA:   Mamma, guarda che il desiderio di maternità è comune a tutte le donne

PRUDENZA:   Ma la vedresti la Geltrude a presentarsi dal suo parroco con la pancia grossa? Quello, come minimo, la scomunica subito…

GIOCONDA:   Tu prova lo stesso, mamma; dopo tutto rappresenterebbe la felicità per la tua Gioconda…

PRUDENZA:   Ma tu, mi prometti di cambiare la testa?

GIOCONDA:   Ebbene sì, te lo prometto.

PRUDENZA:   Anche di piantarla con le stronzate delle brigate rosa?

GIOCONDA: Anche di piantarla con le stronzate delle brigate rosa.

ATTO SECONDO

GEROLAMO   Allora, è pronto l'uovo al burro o devo saltare il pranzo e aspettare che venga l'ora di cena?

PRUDENZA:   (Da dentro) Fatto; devo solo aggiungere il sale, una fetta di sottiletta e l'opera è finita

GEROLAMO   Io non ho mai visto a mettersi a preparare l'ovo al burro al mattino per essere pronto per il pranzo. E provare ad usare ancora le padelle di ferro come faceva quella santa donna di mia madre? Dove sono, dove sono andate a finire le donne di una volta?

PRUDENZA:   Guarda Gerolamo che adesso siamo nel duemila e tutte le cose cambiano

GEROLAMO   Per me le uova sono ancora come quelle di una volta. O sono diventate moderne anche le galline e per fare le uova usano una macchinetta elettronica? Guarda che le uova escono ancora dallo stesso posto di duemila anni fa'

PRUDENZA:   (Compare sulla porta con la padella in mano e con una grossa pancia) Pronti!

GEROLAMO   (Inizia a mangiare) Guarda tu; tutte le volte che ti vedo con quella pancia mi chiedo da che parte è venuto quel figlio lì

PRUDENZA:   Tu bello, se le uova sbucano ancora come duemila anni fa, si vede che anche lo spirito santo fa ancora il suo lavoro come duemila anni fa'

GEROLAMO   Per me questa storia puzza di bruciato…

PRUDENZA:   Deve essere l'uovo; devo averlo dimenticato nella padella mezz'ora di più

GEROLAMO   Siediti qua Prudenza e ascoltami un minuto. Non è che da queste parti sia passato qualcuno…, non so, l'idraulico per esempio, un marocchino a vendere i tappeti o, magari, quello che viene a leggere il contatore dell'acqua?

PRUDENZA:   Gerolamo, stai dando i numeri? Guarda che io non ho mai ceduto alle tentazioni nemmeno quando ero nel fiore degli anni. Guarda che qui c'è solo la mano del Gerolamo.

GEROLAMO   Guarda Prudenza che qui non si tratta solo della mano…

PRUDENZA:   Solo della mano… no, ma di un bicchiere di vino… sì. Per forza non ti ricordi; quella sera sei venuto a casa ubriaco fradicio e me l'hai fatta…

GEROLAMO   Io però non me lo ricordo…

PRUDENZA:   Per forza, quando uno è ubriaco non si ricorda di certo quello che fa

GEROLAMO   Perchè? Io per esempio cosa avrei fatto?

PRUDENZA:   Cosa avremmo fatto, secondo te, quando abbiamo messo al mondo la Gioconda?

GEROLAMO  Un bell'affare no di certo. Basta vedere le idee che ha in testa… Tutta sua madre… Allora sentiamo; cos'avrei fatto?

PRUDENZA:   Siccome non eri tanto sicuro sulle gambe, ti sei inciampato sulla sponda del letto e mi sei caduto addosso e guarda qui cosa mi hai combinato

GEROLAMO   Ma se per fare un altro figlio abbiamo provato almeno mille volte…

PRUDENZA:   Non esagerare Gerolamo, sarei contenta se quelle mille volte fossero state almeno… dieci… Anzi, almeno una all'anno

GEROLAMO   Non esagerare tu Prudenza invece. Guarda che mi ricordo bene che nel settantadue sono state due volte…

PRUDENZA:   Per forza, è stato quell'anno che il farmacista si è sbagliato e che ti ha venduto quel ricostituente che di solito danno ai cavalli.

GEROLAMO   Io però continua a dirti che qui c'è qualcosa che non quadra. E' possibile che alla tua età…

PRUDENZA:   Perchè? Cosa vorresti dire della mia età?

GEROLAMO   Insomma, guarda che, a dividerti in tre, potrebbero saltar fuori tre ragazze già in età di moroso. Volevo dire, è possibile che alla tua età si possa ancora fare un figlio?

PRUDENZA:   E allora sarà stato un virus!

GEROLAMO   Sì, il virus del mal di panza che ti mette la donna in gravidanza

PRUDENZA:   Perchè? Non avrai per caso dubbi su di me, neh, Gerolamo?

GEROLAMO   Su di te… no, ma su di me… sì. Sto pensando quando l'abbiamo fatto l'ultima volta quest'anno Prudenza…

PRUDENZA:   Te l'ho detto; eri ubriaco fradicio…

GEROLAMO   Allora, se basta una ciucca, ne farò una per sera fino a quando riuscirò una volta o l'altra ad accorgemi quando farò qualcosa…

PRUDENZA:   Ad ogni modo io sono arrivata agli otto mesi e fra trenta giorni sarai padre ancora una volta

GEROLAMO   Allora, se è un maschio lo chiamerò… Santino

PRUDENZA:   Perchè Santino?

GEROLAMO   Come suo padre… Spirito…Santo! E se sarà una femmina…

PRUDENZA:  Santina…

GEROLAMO  No, Colomba. Ancora una volta come suo padre…

PRUDENZA:   Guarda Gerolamo che io leggo sempre l'oroscopo sul giornale e ha detto che era normale che mi capitasse questa cosa

GEROLAMO   Allora leggimelo.

PRUDENZA:   Guarda qua. Per i nati sotto il segno della Vergine…

GEROLAMO   Proprio il tuo…

PRUDENZA:   Se siete incinte probabilmente prima o poi dovrete partorire. Possibilità che vi nascano due gemelli in una volta sola.

GEROLAMO   Òsti, spero proprio che si sbagli!

PRUDENZA:   Evitate di farli nascere a cavallo di capodanno altrimenti nasceranno in due anni diversi e, per l'anagrafe, avranno un anno di differenza.

GEROLAMO   Òsti, a questo non ho mai pensato. Prova a leggere cosa dice di me

PRUDENZA:   Per i nati sotto il segno dello Scorpione… Proprio il tuo! Domani la giornata sarà di ventiquattro ore; vi sveglierete, chi un po' più presto, chi un po' più tardi. Alcuni di voi non si sveglieranno affatto e trapasseranno senza accorgersene nel mondo dei più. (Gerolamo fa le corna) Se però per voi non è ancora ora di morire, domani il vostro cuore continuerà ancora a battere. Tutti abbiamo un cuore, forse anche voi. Appoggiate l'orecchio sul vostro petto e sentirete il suo ritmico pulsare. Se riuscite a fare questo e non avete un lavoro recatevi presso il più vicino circo equestre. Buone possibilità di assunzione.

GEROLAMO   Per me tutti quelli che scrivono l'oroscopo sul giornale devono essere tutti matti Ci vuole una bella fantasia ad inventare delle stronzate simili

PRUDENZA:   E guarda che non è finito… Domani almeno una volta nell'arco della giornata andrete al gabinetto. E fin qui niente di preoccupante. Ma se soffrite di stitichezza prendete un lassativo, fatevi un clisterino o spingete un po' di più. Ricordate di rimettetevi i pantaloni prima di uscire di casa.

GEROLAMO   Guarda Prudenza, chiudi subito quel giornale che io ho già dei grossi pensieri…

PRUDENZA:   Dove, sotto la cappella della testa?

GEROLAMO   No, nella tua pancia…

BRIGIDA:  Permesso?

GEROLAMO   Venite avanti.

BRIGIDA:   (Entra anche lei col pancione) Buongiorno a voi tutti

GEROLAMO   Mah, com'è questa storia? Anche tu Brigida? Cosa ti è successo? Non vorrai dire che è caduto addosso qualcuno anche a te…

BRIGIDA:   Perchè? Cosa ci sarebbe strano? Non hai mai visto una donna in stato interessante?

GEROLAMO   Certo che le ho viste… Ma l'interessante sarebbe sapere com'è successo. Anche tu non hai più vent'anni. Ma si può sapere come… l'hai tirato assieme?

BRIGIDA:   Neh Gerolamo, fammi capire, vorresti forse sapere i miei particolari intimi? E la privàci… dove la metti la privàci?

GEROLAMO   Ma se non hai mai avuto nemmeno uno straccio di moroso…

BRIGIDA:   Basta anche solo un'affettuosa amicizia. L'amore può far questo e altro.

GEROLAMO   Questo l'ha fatto di sicuro. Ma… di che mese sei?

BRIGIDA:   Ottavo mese

GEROLAMO  Anche tu? Anche tu come la mia Prudenza?

BRIGIDA:   Anch'io come la tua Prudenza.

PRUDENZA:   Non ascoltare quel catenaccio qui Brigida. Dimmi invece, hai fatto gli esami del sangue?

BRIGIDA:   Tre giorni fa'. Allora… Il test di gravidanza è uscito positivo…

GEROLAMO   Ah, perchè per sapere se una donna è incinta si deve aspettare fino all'ottavo mese… Non è un po' tardi?

PRUDENZA:   Zitto tu che di queste cose non sai proprio niente!

GEROLAMO   Ha parlato l'ostetrica ginecologica, professoressa in gravidologia.

BRIGIDA: Mi hanno trovato solo la sbirulina alta, un po' di polistirolo nel sangue, ma i globi bianchi, rossi e verdi sono tutti apposto

GEROLAMO   Se è una femmina bisognerà chiamarla Italia…

BRIGIDA:   Ah, dimenticavo, mi hanno trovato qualche piastrella nel sangue

GEROLAMO   …e se sarà un maschio farà di sicuro il muratore. Guarda che non si chiamano piatrelle, ma pilastrine.

CLEOFE:   E' permesso?

GEROLAMO   Venite avanti!

(Entrano Cleofe e Martina, entrambe col pancione)

CLEOFE:   Oh qual piacere incontrare le mie amiche predilette.

GEROLAMO   (Massima sorpresa) Prudenza, non sarebbe opportuno che io vada alla mutua a farmi dare un'occhiata dallo specialista oculare?

PRUDENZA:   Per quale ragione Gerolamo? Stai diventando orbo?

GEROLAMO   Orbo no, ma non so perché, ma oggi continua a vedere donne con la pancia

PRUDENZA:   Perchè? Dopo tutto ce l'hai anche tu la pancia…

GEROLAMO   Sì, ma quelle che vedo io sono ben più grosse, gonfie e rotonde…

PRUDENZA:  Insomma, se sono incinte per forza devono avere la pancia gonfia…

GEROLAMO   E ditemi un po' madamigelle, non sarete di otto mesi anche voi…

MARTINA:   Bravo Gerolamo, vedo con piacere che di queste cose te ne intendi. Esattamente di otto mesi; otto mesi io e otto mesi la Cleofe…

GEROLAMO Otto mesi la Prudenza e otto mesi la Brigida… Altro che virus qui… E' un'epidemia! E deve essere scoppiata di colpo otto mesi fa'! Io non capisco più niente…

PRUDENZA:   Ma se è una vita che continuo a dirti che non capisci niente! E meno male che adesso incominci a capirlo davvero. Meglio tardi che mai!

CLEOFE:   (Entrando) Che gaudio, che felicità rivedere le mie amiche predilette così prospere,  così accresciute…

GEROLAMO   Così piene…

PRUDENZA:   Come stai Cleofe?

CLEOFE:   Come una mammina in dolce attesa! Come una puerpera dal fisico prorompente. Come una donna in amore con lo spirito che si libra sopra il cielo.

GEROLAMO   Sarà meglio che ti fermi sulla terra perchè, con quella pancia lì, rischi di cadere…

PRUDENZA:   E tu Martina?

MARTINA:   Guardami. Ammirate tutte che premaman mi sono comperata. Proprio all'ultima moda. Oh dio, mi è costato una cifra, ma il commesso me l'ha garantito almeno ancora per altri dieci anni o almeno per altre quattro gravidanze

GEROLAMO   Così l'ultimo figlio ti nascerà quando avrai novant'anni… E invece di fare un figlio farai un nipote

PRUDENZA:   E il bambino si muove?

MARTINA:   Se sapessi i calci che mi da…

GEROLAMO   Per forza, sta protestando…

MARTINA:   Per che cosa?

GEROLAMO  Perché, quando nascerà e aprirà gli occhi, invece di trovare una mamma troverà una nonna. Il problema, però, è quello che non troverà un padre

MARTINA:   Guarda che il padre prima o poi salterà fuori

GEROLAMO   Certo, basta andare al mercato a comperarlo… Magari un giocatore della Iuventus…

PRUDENZA:   Perchè un giocatore della Juventus?

GEROLAMO   Beh, se incomincia già da adesso a tirare i calci…

GELTRUDE:   Permesso…

GEROLAMO   Chi c'è ancora? Il congresso delle befane? Speriamo che questa non sia incinta. Venite avanti

GELTRUDE:   (Entra anche lei col pancione) Guardatele qui, son davvero tutte qui le mie amiche…

GEROLAMO  Geltrude, anche tu!

GELTRUDE:   Anch'io… che cosa?

GEROLAMO   Anche tu con la pancia per aria?

GELTRUDE:   Vedi, se ti dico che è un foruncolo scommetto che non ci credi…

GEROLAMO   Hai capito quel sant'uomo del nostro prevosto? Però non si direbbe che quasi a ottant'anni…

PRUDENZA:   Non contare delle stronzate Gerolamo! Ma se sta in piedi solo per miracolo…

GEROLAMO   E siccome lui di miracoli se ne intende, sempre per miracolo avrebbe potuto…

GELTRUDE:   E invece non ha potuto un bel niente!

GEROLAMO   Allora, se non riesce a stare bene in piedi, ti sarà caduto addosso come è capitato a me con la Prudenza…

PRUDENZA:   Non ascoltarlo Geltrude che fra un po’ gli cadrà il cervello dalla testa, ammesso che l'abbia

GEROLAMO   E allora sarà stato il curato…

PRUDENZA:   Ma se sono almeno dieci anni che il curato non c'è…

GEROLAMO   Allora il sacrestano

GELTRUDE:   Ma se gli tremano le mani e non riesce nemmeno ad accendere le candele…

GEROLAMO   Guarda Geltrude che per certe cose non si usano le mani…

PRUDENZA:   Smettila sacrilego e pensa ai tuoi affari

GEROLAMO   Guarda Prudenza che almeno una di queste donne qui è affare proprio mio, visto e considerato che in questa sala parto c'è anche mia moglie

GIOCONDA:  (Entra col Filippo) Guardatele qui, guardatele qui tutte le mie mamme putative. E guarda che c'è anche il mio papà

GEROLAMO   Sta attenta che adesso io sarei san Giuseppe…

GIOCONDA:   Veramente il padre putativo non saresti proprio tu, ma il mio Filippo

FILIPPO:   Guardala qua la mia suocerina d'oro, fammela toccare questa pancia…

GEROLAMO   Tu, Filippo, e provare a togliere le mani dal banco?

FILIPPO:   Neh, signor Gerolamo, guardi che, dopo tutto, è roba mia…

GEROLAMO   D'accordo che voi comunisti volete fare a mezzo di tutto, specie se non è roba vostra, ma guarda che lì tu non centri proprio niente. Guarda che il Gerolamo, quando vuole, è come un gallo

FILIPPO:   Magari quando, dopo avergli tirato il collo, viene spennato. E fatemela toccare ancora questa pancina d'oro

GEROLAMO   Gioconda, cosa centra il Filippo? Non vorrai per caso dirmi che è stato il tuo Filippo a mettere incinta quella tribù di matte…

GIOCONDA:   In un certo senso… sì

GEROLAMO   Guarda che io di sensi io ne conosco solo uno. Vieni qui vicino a me Prudenza… Guardami bene nelle palle degli occhi Prudenza…. E' stato il Filippo anche con te?

GIOCONDA:   In un certo senso… sì

GEROLAMO   Lascia parlare tua madre, chiacchierona! Prudenza, da te non me lo sarei mai aspettato… Adesso capisco… Non è l'artrosi cervicale che mi fa abbassare la testa quando cammino, ma il peso di un paio di corna di almeno due quintali e lunghe almeno due metri…

PRUDENZA:   Gioconda, non ti sembra ora di spiegare tutto a tuo padre?

GIOCONDA:   Filippo, dillo tu a  papà. Dopo tutto questa cosa l'abbiamo ideata assieme…

FILIPPO:   Allora, signor Gerolamo… Deve sapere che noi, io e la Gioconda, non riuscivamo a tirare assieme un figlio…

GEROLAMO   Bastava dirlo a me e vi avrei spiegato come si fa

PRUDENZA:   Ha parlato il Rodolfo Valentino, lo stallone della Maremma,  il lavandin lover, il macio italiano …

FILIPPO:   Ma no, queste cose siamo capaci anche noi di farle, ma le nostre cellule non riuscivano ad incontrarsi e allora…

GIOCONDA: Allora le abbiamo unite in un laboratorio e le abbiamo inserite nell'utero della mamma e, per avere ancora più probabilità che si riproducessero, l'abbiamo fatto anche con tutte le sue amiche che si sono prestate per amicizia e per compassione

GEROLAMO   Allora vorresti dire che il figlio che nascerà d tua madre sarebbe mio figlio, ma anche mio nipote, insomma io sarei il padre, ma anche il nonno. Madonna mia che confusione! Fammi capire bene… Allora sarebbe il figlio e anche il nipote di tua madre… E in questo modo voi diventereste genitori di cinque figli assieme che, però, non sono nemmeno gemelli… Io dico che voi due, e anche tutte voi mammine in dolce attesa, siete semplicemente matte! A me queste tecniche moderno fanno proprio schifo!

GIOCONDA:   Certo papà che adesso nasce un altro problema, anzi, una bella frittata

GEROLAMO  Perchè, non basta tutto questo casino! Adesso mi aspetto proprio di tutto e non mi meraviglierei più di niente. Sentiamo; cos'è questo nuovo problema e questa frittata?

GIOCONDA:   La frittata è che… Diglielo tu Filippo…

FILIPPO:   No, diglielo tu Gioconda…

GEROLAMO   Se volete vado a vedere su frate Indovino e facciamo più in fretta

PRUDENZA:   Allora?

GIOCONDA:   Allora… mamma… Io sono… Insomma… Sono incinta!

TUTTI:   E' incinta…?

FILIPPO:   Sì, la Gioconda è incinta. Ha fatto l'esame stamattina ed è risultato positivo

GEROLAMO   Qui di positivo c'è che, dopo i cinque figli di queste cinque matte, è arrivato anche quello che fa sei. Una bella frittata, non hai torto, e di sei fette!

GIOCONDA:   E adesso cosa facciamo Filippo?

FILIPPO:   E adesso cosa facciamo Gioconda?

BRIGIDA:   Incominciamo allora a mettere le carte in tavola. Io vi devo confessare una cosa, un mezzo imbroglio insomma. Quando ho visto che alle mie amiche incominciava a crescere la pancia e a me non succedeva niente… allora, per non essere meno delle altre e non voler mostrare che non ero capace a combinare qualcosa anch'io, mi sono messa sotto questo… cuscino (Si toglie da sotto il cuscino). E adesso sarà un bel problema spiegare a tutti come ho fatto ad abortire a otto mesi…

GIOCONDA:   Dirai che hai avuto una gravidanza immaginaria…

GEROLAMO   E così i gemelli sono diventati cinque. Certo che sono ancora tanti…

CLEOFE:   Beh, una cosa la devo confessare anch'io. Io non sono andata al laboratorio per l'innesto dell'embrione. Come sapete il mio unico figlio è e rimane Tommaso, il mio adorato cagnetto. Insomma, se proprio lo volete sapere… (Stessa operazione)

GEROLAMO  E quattro! Però sono ancora tanti… Geltrude, dimmi la verità, non è per caso che anche tu…

GELTRUDE:   (Stessa operazione) Se lo volete sapere io il cuscino me lo mettevo soltanto quando venivo da voi. Cosa mi avrebbe detto il mio prevosto se mi avesse visto con questa panciona? Non avrei certo potuto dirgli che era stato lo spirito santo… Lui di quelle cose se ne intende parecchio e non so se ci avrebbe creduto. Primo, mi avrebbe licenziato sui due piedi; secondo, mi avrebbe sputtanato dal pulpito come fossi una Maddalena… E la gente, cosa avrebbe detto la gente?

MARTINA:   Ah certo che siete delle belle e brave amiche. Io al tuo posto Prudenza non le guarderei più nemmeno nel muso

PRUDENZA:   Allora vuol dire che… Almeno tu…

MARTINA:   Che almeno io… Perchè appena io e loro no? D'accordo che io sono la più bella, che io mi vesto alla moda, che uso il "Sogno di mezza estate"… Ma che io non avessi potuto continuare ad indossare i miei vestiti che mi sono costati un occhio della testa… Questa non riuscivo davvero a digerirla… E allora…

PRUDENZA: E allora?

MARTINA: E allora questa storia non mi è piaciuta per niente,  punto e basta (Stessa operazione)

GEROLAMO   Tre, siamo arrivati a tre! Fra un po' dovremo chiamare un ragioniere per tenere i conti

PRUDENZA:   Belle amiche che ho. Appena io mi sono sacrificata per la mia Gioconda…

FILIPPO:   …e per il tuo Filippo.

GEROLAMO   Chissà perché a me non pensa mai nessuno…

GIOCONDA:   Allora mamma…

PRUDENZA:   Allora una bella madonna! Io ci sono andata in quel laboratorio lì. Mi hanno fatto un sacco di esami del sangue, delle urine, mi hanno provato la febbre nel rettile, mi hanno fatto le filobus nelle braccia, mi hanno fatto l'ecologia epatologica al fegato, il melodramma al cuore per vedere se avevo la vagina pecoris, l'esame delle vene per vedere se avevo la circonvallazione apposto e poi mi hanno rovistato da tute le parti, soprattutto… lì! Però, cari i miei ragazzi… non è attaccato un bel niente. (Stessa operazione) Pronti, questo Gerolamo è il frutto dello spirito santo che non ha funzionato neanche un po'!

GEROLAMO   Altro che ragioniere; qui ci vorrebbe uno che ha la laura in economia e commercio. Allora io ti sarei caduto addosso, neh Prudenza? Probabilmente ti devi essere tirata in parte di colpo… Complimenti, complimenti a tutte; bell'imbroglio che avete tirato assieme. E chi è stato imbrogliato? Il Gerolamo, la Gioconda e il Filippo.

GIOCONDA:   Dai, ragazze, non guardatevi come cani arrabbiati. Dopo tutto è meglio così. In questa casa arriverà una bella creatura che assomiglierà tutta a me, al Filippo e alla mia mamma

GEROLAMO   E io chi sono? Guarda che, dopo tutto, un po' dovrei centrare anch'io… E come lo chiameresti il tuo piccolino?

FILIPPO:  Io avrei pensato a Stalino o Lenino.

GEROLAMO   Già che ci sei chiamalo Cremlino. E se è una femmina?

FILIPPO:  Come primo nome Bandiera e secondo nome Rossa.

GEROLAMO   E se per fossero due gemelli. Magari maschio e femmina?

FILIPPO:  Una Falce e uno Martello!

GEROLAMO   Certo che a te la fantasia non manca…

FILIPPO:   Vorrà dire che le madrine di battesimo…

GEROLAMO   Come del battesimo? Voi comunisti non credete a queste cose…

FILIPPO:  Il partito è una cosa, ma la famiglia è un'altra! Allora, le madrine del battesimo saranno la Cleofe, la Martina, la Brigida e la Geltrude.

GEROLAMO   Allora tutte le cose si sono messe apposto. Però , vi prego, non tirate più assieme di queste stronzate.. Guardate che tutta questa storia, volere o volare, ha una bella morale. Date retta a me; lasciamo fare alla natura che, senza tanti imbrogli, mette apposto tutto e che sarà sempre quella che dirà sempre l'ultima parola. Insomma ragazzi, zucca e melone… alla sua stagione!