Quasi quasi… ci provo anch’io!

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QUASI QUASI …CI PROVO ANCH’IO!


Commedia brillante in due atti

scritta e tradotta dal dialetto trentino

da

Gloria Gabrielli

2013

PERSONAGGI E TRAMA

1.ANGELA SALVETTI                                 moglie, impiegata alle Poste             

2.FORTUNATO SALVETTI                          marito di Angela                   

3.GIUDITTA                                                   collega dell’ Ufficio Postale 

4.DON GIULIO                                              Parroco                                  

5.            GIAN DOMENICO SCAPPOTTINI          Editore G.D.S. Reggio Emilia                      

6.            PATRIZIA                                                    Segretaria G.D.S.      

7.            FRANCO                                                      pensionato     

8.MOHAMMED                                              Corriere espresso                                                      

Sinossi

Molta gente scrive ma solo pochi hanno la fortuna di vedere i propri libri pubblicati.  È un’ impresa difficile soprattutto se non si è nessuno o non si hanno le sponde giuste. A meno che non si percorrano strade un tantino diverse! Lo sanno tutti: le vie del Signore sono infinite!

TRAMA

Angela è una donna di mezza età, sposata, impiegata alla Posta in un paesino di provincia. Diligente, seria e professionale, svolge il suo lavoro con dedizione.

Siamo nel pieno di una crisi economica generale e molti posti di lavoro saltano: nella sanità, nella scuola e anche alle Poste. Già da qualche anno si parla della chiusura di tutti quei piccoli uffici situati nei paesini più sperduti. Anche quello in cui lavora Angela. Gli impiegati verranno messi in mobilità. Le hanno proposto di trasferirsi nell’ Ufficio Centrale del capoluogo ma Angela non vuole spostarsi dal suo paese: odia l’ automobile e con i mezzi pubblici sarebbe impensabile andare e tornare ogni giorno.

Da sempre, nel tempo libero si dedica anima e corpo a scrivere: inventa racconti, fiabe e filastrocche per bambini.  L’ occasione dell’ imminente chiusura del suo ufficio diventa pretesto per buttarsi a capofitto in questa attività. Inizia a spedire i suoi manoscritti a tutte le case editrici che riesce a scovare tramite Internet. Nessuno le ha però mai risposto o pubblicato qualcosa.

Il marito Fortunato è un rappresentante di commercio. Ha due preoccupazioni: la grave crisi economica e i suoi denti che hanno bisogno urgente di essere sistemati. Conosce la grande passione per la scrittura di sua moglie e la lascia fare, mal celando però una certa personale rassegnazione, convinto che sua moglie non riuscirà mai a “sfondare”. Meglio sarebbe che si trasferisse nel capoluogo! Vivere con un solo stipendio, con due figli all' università vorrebbe dire intaccare il fondo risparmi: altro che denti nuovi! 

Angela però è caparbia e non demorde. Sa anche che una qualche “spintarella” le risolverebbe tutti i suoi problemi ma ha un carattere incorruttibile: se deve diventare famosa lo farà onestamente e solo grazie a quello che lei definisce “il dono” dello scrivere.

Un giorno Giuditta, la sua collega, le suggerisce per scherzo di fare come quella scrittrice americana (o inglese) diventata famosa per i suoi libri “sexi” o, meglio ancora,“hard”. Questa signora sembra aver accumulato una vera fortuna scrivendo quel genere di libri. Un po’ per rabbia e un po’ per gioco, Angela decide di provare. Scrive di getto qualche pagina che intitola SdiS (esse di esse) Sete di Sospiri e invia il tutto al primo editore che le viene a tiro.

Qualche settimana dopo riceve una raccomandata con la richiesta di un colloquio: quelle poche pagine sono apparse strepitose e l’ editrice della GDS intende accaparrarsi subito la frizzante scrittrice. Angela è incredula e vorrebbe lasciar perdere. Mica faceva sul serio, accidenti! Il contratto però farebbe gola a chiunque e suo marito potrebbe finalmente rifarsi i denti! L’ editrice, un' imprenditrice serissima, non sembra intenzionata a lasciarla andar via senza un contratto.

Angela firma e così iniziano per lei le prime soddisfazioni economiche: ma anche i sensi di colpa. Scrive  dietro pseudonimo senza il timore di essere scoperta: con quale coraggio potrebbe mai continuare a vivere in famiglia e, per di più, in un paesino di provincia se si venisse a sapere che tipo di scrittrice è diventata?  Una colpa talmente grande da confessare solo al proprio Parroco.

Don Giulio, la cui prima reazione non è di certo positiva, decide però di assolverla dopo aver saputo che, attraverso il suo libro, la casa editrice è stata miracolosamente salvata da un imminente fallimento, con gravi risvolti sociali. Avendo Angela fatto voto di versare, in caso di successo, una lauta somma alla Parrocchia, l' assoluzione diventa quasi d' obbligo.  

Angela continua a scrivere e a godersi il successo inaspettato finché, una mattina, si accorge che uno degli assidui lettori del suo romanzo è proprio suo marito: un integerrimo rappresentante che si era dichiarato sempre contrario sia alla lettura sia a quel genere di piaceri. Angela va su tutte le furie. Quando il caso vuole che Editrice e vice, per urgente necessità, si presentino un giorno a casa, arriva finalmente il momento della verità. E sarà proprio il Don che, chiamati a rapporto marito e collega, indorerà la pillola assolvendo una volta per tutte Angela e il suo “peccato” di certo originale!

                                                                                                          Gloria Gabrielli

Note dell' autrice.

Questa commedia è stata ideata scritta nel 2010, circa un anno prima del boom editoriale del romanzo erotico Cinquanta sfumature di grigio della scrittrice britannica E. L. James (pseudonimo di Erika Leonard). All' interno del copione si fa riferimento ad un' ipotetica scrittrice americana dal nome Jeannette Crambling Water che aveva sfondato nello stesso identico modo col della James. Come sempre la realtà supera la fantasia per cui nulla vieta di sostituire il nome della finta scrittrice Jeannette C. W. con quello di una vera E.L. James! (ricordarsi di sostituire volta per volta anche l' aggettivo americana con inglese o britannica)

1a SCENA (I atto)     Cucina, notte fonda

Angela Fortunato

Angela in camicia da notte, si è addormentata sulla sedia davanti al suo PC portatile che è ancora acceso sul tavolo: unica fonte luminosa all’ apertura del sipario.  In sottofondo si sente il russare di Fortunato, suo marito. Qualche istante dopo egli compare tutto assonnato, si dirige verso la moglie addormentata ed esegue tutte le operazioni di salvataggio del file ancora aperto. Poi carica la moglie sulle spalle.

FORTUNATO  (Col PC in mano) Ma guarda un po’: tutte le notti la stessa storia. Tanto, nessuno le legge tutte le cose che scrivi. (salvando il file, continua a parlare) SALVARE LE MODIFICHE! (Sarcastico) Modifiche!? Qui non ce ne sono modifiche:  è sempre il solito tram tram: ssi lavora, si mangia, si beve, poco a dire il vero, per via del palloncino, poi si va a dormire. Si cari, proprio così: a dormire. E si russa pure. Del resto cosa vuoi pretendere, con una che continua a scrivere, soprattutto la notte; non c’è più: ne con la mente ne col resto. (Mentre spegne il PC legge ad alta voce le istruzioni-guida visualizzate sul monitor ) Cosa vuole adesso sto computer? ARRESTA IL SISTEMA…Arrestarlo? Cambiarlo bisognerebbe! Tuta sta crisi che ci è piombata addosso, non è altro che colpa del sistema! NASDAQ, TOKYO, Bundesbank, spread: tutti lì che ravanano nelle nostre borse per cercare anche l’ ultimo centesimo incastrato nel risvolto del taschino. Razza di malandrini. (Prende la moglie sulle spalle) Vieni piccola, su, che ti porto a letto. Mannaggia se pesi! Vai a farti qualche camminata da brava se no davanti  a sto computer mi ingrassi come un vitello.

ANGELA          (mezza addormentata) Hai salvato il file (fail)?

FORTUNATO  Sì, sì. Dormi adesso che sono le tre di notte.

ANGELA          Buona notte. (Pausa) Che giorno è domani?

FORTUNATO  Sabato: “oggi” è sabato.

ANGELA          Meglio, così possiamo dormire domani mattina.

FORTUNATO  Sì, “sta mattina” possiamo prendercela con comodo. Buona notte. Ora zitta e dormi.

ANGELA          Buona notte. Vedrai che domani mattina quelli di Firenze mi rispondono.

FORTUNATO  Sì, Angela, buona notte.

                           Buio. Attimi di silenzio poi si sente ancora il russare di Fortunato.

2a  SCENA (I atto)    CUCINA, il giorno seguente, tarda mattinata.

Angela Fortunato

Sul tavolo il pc portatile come la sera precedente. In scena dovrebbe essere presente un piano cottura (gas e forno). Fortunato sta leggendo il giornale. Angela sta andando avanti e indietro per la cucina a rileggere a bassa voce un suo manoscritto.

FORTUNATO  Visto qua? Sta volta lo chiudono davvero.

ANGELA          Cosa?

FORTUNATO  Il tuo ufficio.

ANGELA          Quando? Fammi vedere (Si avvicina al marito)                                       

FORTUNATO  Entro fine anno.

ANGELA          (Getta il giornale per terra e si risiede con zelo davanti al suo PC)  Devo sbrigarmi allora.

FORTUNATO  Per trovarti un altro lavoro?

ANGELA          No, per trovare qualcuno che mi pubblichi il mio libro.

FORTUNATO  Aspetta e spera!

ANGELA          No no,  sta volta sono sicura che ce la farò. È una fiaba bellissima.

FORTUNATO  Sono tutte bellissime a sentire te. Gli editori però, non mi sembrano molto convinti.

ANGELA          Se ti dico che questa è bellissima, devi crederci. Vuoi leggerla?

FORTUNATO  Nò nò, mi fido. E poi…non sono mica un ragazzino!

ANGELA          Le storie per i bambini sono più belle di quelle per grandi.

FORTUNATO  Solo che i grandi non hanno più voglia di leggerle le tue fiabe! Peccato.

ANGELA          Peccato, proprio un peccato: se no, farei i soldi.

FORTUNATO  Appunto. Cercati un altro lavoro se no dovrai trasferirti davvero nell’ ufficio giù in città!

ANGELA          Neanche morta. Te l’ho già detto: mi fa male il pullman.

FORTUNATO  Ti comprerai una macchina. Tirerò fuori i soldi dal deposito. Vorrà dire che i mei denti…aspetteranno ancora.  (si tocca la mascella e apre un po' la bocca con delle smorfie)

ANGELA          Troppo curve, per arrivare in città ci sono troppe curve e le braccia si stancano a guidare troppo.

FORTUNATO  A schiacciare tasti sul computer però non si stancano, vero?

ANGELA          No, anzi: mi rilasso i polpastrelli. Lo sai che amo scrivere, non è una novità

FORTUNATO  Lo sanno cani e porci a dire il vero. 

ANGELA          Qualcosa da dire?  Sono invidiosi del fatto che io ho idee e loro no? 

FORTUNATO  Sono tutti lì che aspettano che tu riesca a pubblicare qualcosa per fare un buffet a tue spese. E di andare a finire anche in televisione. La gente al giorno d’ oggi non aspetta che di andare in TV! 

ANGELA          Cero che l’ organizzo un buffet se divento famosa. Tutti gli invito: se non altro per far loro rabbia. Gli riempio la bocca di tramezzini con la maionese, le olive e le acciughe, così se ne stanno zitti e la smettono di prendermi in giro.

FORTUNATO  Devi capirli Angela. Non è da tutti passare le notti a scrivere, le domeniche a correggere e le ferie a rileggere quello che uno ha scritto! Siamo diventati lo zimbello del paese ormai. Non ti vedono più in giro. A volte mi chiedono se sei ammalata o…se sei scappata con qualcun’ altro! 

ANGELA          Inventati una scusa.

FORTUNATO  Le ho già usate tutte. Mi vergogno a dire che non sei capace di staccarti da quella tastiera, come i ragazzini da facebook (feisbuc).

ANGELA          Abbi fede Fortunato. Tu, che hai un nome così belleo, così azzeccato!   

FORTUNATO  Se parli della signora Fortuna, temo che sia davvero cieca dalla nascita. Guardami bene (spalanca la bocca davanti alla miglie) da quanti anni è che vorrei rifarmi i denti? Pensi che se avessi avuto solo un pochino di fortuna non avrei la bocca come Brad Pitt e George Clooney?

ANGELA          Abbi fede: vedrai che la dea fortuna non è lontana: sta solo aspettando il momento giusto per apparire

FORTUNATO  Cambiamo discorso che è meglio: cosa si mangia oggi per pranzo? 

ANGELA          Aspetta che accendo il computer e cerco una ricetta.  +

FORTUNATO  Noo! Lascialo spento te ne prego: quando ti siedi davanti a quell’ aggeggio, in un modo o nell’ altro non combini più niente.

ANGELA          Va bene. Guardo cosa c’ è nel frigo. (Parlando da dietro alla quinta) Mmm poco o niente. (Riappare) Andiamo da Piero in trattoria? Con quello che costano gli alimentari in negozio, conviene andare quasi tutti i giorni a mangiar fuori.

FORTUNATO  Ogni scusa è buona per non metterti davanti ai fornelli!   

ANGELA          Non è il mio forte. Ma se vuoi un piatto di pastasciutta, te la faccio volentieri.   

FORTUNATO  Pasta scotta con un goccio d’olio crudo? Come i carcerati? Disgustoso! (si alza) Andiamo da Piero in trattoria, ché la Quaresima è finita da un pezzo.

ANGELA          Con i denti che ti ritrovi, altro che pasta scotta: passati, brodini e semolino! 

FORTUNATO  Dai dai adesso, non esagerare! (Sognante e nostalgico la cinge con le braccia) Quanti anni sono passati da quando entravo, sentivo un delizioso profumino e mi chiedevo: (mima la scena): spezzatino, brasato o stracotto?

ANGELA          (Sognante anche lei, ancora fra le braccia del marito) Tanti anni. Bei tempi. Anche i tuoi denti erano belli allora. (Si divincola, tornando al suo problema)  È il finale che mi frega: mi porta via tanto di quel tempo…L’ inizio e la fine di una storia devono essere perfetti!

FORTUNATO  Anche della nostra storia l’inizio è stato eprfetto: ora siamo alla fine. Sta andando tutto a catafascio.

ANGELA          Che dente avvelenato oggi il mio maritino!

FORTUNATO  È la fame Angela, la fame: sai bene che quando ho fame straparlo.

ANGELA          (Gli dà un bacio e fa una piroetta) Vedrai che un giorno o l’ altro la tua mogliettina ti sorprenderà! (si avvicinano alla porta)

FORTUNATO  Stai facendo un corso di cucina?

ANGELA          Ma pensi solo alla pancia tu? Guarda che bisogna nutrire anche lo spirito!

FORTUNATO  A quello ci penseranno i preti!

BUIO.

3° SCENA (I atto)    UFFICIO POSTALE, qualche giorno dopo.

Angela Franco Giuditta

DIETRO AL BANCONE, ANGELA PARLA AL TELEFONO. NELL’ UFFICIO NON C’ È ANCORA NESSUN CLIENTE. DOPO QUALCHE ISTANTE ENTRA UN VECCHIETTO UN PO’ SORDO: FRANCO. ALL’ USCITA DI FRANCO ENTRA TRAFELATA LA COLLEGA DI ANGELA: GIUDITTA. HA IN MANO CARTE, SCARTOFFIE E GIORNALE. ANGELA LO PRENDE E LO SFOGLIA. SI FERMA POI  SULLA PAGINA DELLA CULTURA DOVE UN TITOLONE PARLA DI UNA SIGNORA AMERICANA DIVENTATA FAMOSA CON I SUOI LIBRI SUPERSEXI CHE HANNO LETTERALMENTE CONQUISTATO I LETTORI STATUNITENSI.

ANGELA          (Concentratissima sul foglio su cui sta scrivendo; squilla il telefono) Pronto, ufficio postale di................(Pausa) Sì, siamo ancora qui. (Pausa)Sì…ho visto anch’ io ieri sul giornale….lo so. (Pausa ) Piano piano li chiudono tutti  questi uffici. (pausa)  (Pausa) Eh caro, non siamo mica noi a decidere: fosse per me non lo chiuderei di certo. (Pausa) Sì, sì oggi siamo aperti fino all’ una. Arrvederci. (Riprende a scivere) Dunque…Il bambino non voleva trascorrere le vacanze a casa dello zio. Non gli era mai piaciuto il modo in cui lui … egli … esso…in cui il fratello di suo padre lo guardava. Punto. Decise quindi…(Vede entrare un signore) Buongiorno signor Franco! Ero qua che l’ aspettavo. È arrivata la sua pensione. Venga qua.

FRANCO          Sul sofà? No no, preferisco stare in piedi grazie!

ANGELA          Ecco la sua pensione!

FRANCO          (Si guarda attorno) Confusione? Ma se non c’è in giro nessuno? Ammetta ammeta, su: questa mattina si è fatta un goccetto la nostra signora Angela! 

ANGELA          Ma cosa dice signor Franco. Tenga: firmi adesso. 

FRANCO          Chissà come faremo quando lo chiuderanno questo ufficio. Ci sarà qualcuno che me la porta su la pensione vero?

ANGELA          Stia tranquillo.  Non è l’ unico a de avere questo problema1

FRANCO          A cena? Vuole portarmi fuori a cena?

ANGELA          Se non ci sono io ci sarà la signora Giuditta.

FRANCO          Ma non aveva detto che voleva andare in pensione?

ANGELA          La Giuditta? No, ama troppo questo lavoro. Non lo lascerebbe nemmeno per tre milioni di euro!  

FRANCO          La Giudita al neuro?

ANGELA          No! Non dica scempiaggini!

FRANCO          Ah scusi. Di cosa stavamo parlando?

ANGELA          Niente signor Franco, niente. Ora gli devo dare la sua pensione. Firmi qua (gli porge penna e foglio): tre volte dove che le ho fatto le crocette.

FRANCO          Le tette? (Sorridendo come un bambino) Vuole farmi vedere le sue tette? Bella questa, a un vecchio come me, sordo e mezzo cieco!  .

ANGELA          Quanta pazienza con questi anziani! Le crocette, qui, ecco, vede?

FRANCO          (Firmando più volte) Si spende di più di inchiostro di quello che si prende in busta.

ANGELA          Ah caro mio: qua, per ogni centesimo che prendi, devi firmare almeno almeno quattro volte: come per farsi il segno della Croce. (fa il segno della croce)

FRANCO          La voce? Le do una pastiglia, eco qua. (Rovista in tasca per tirarne fuori una pastiglia  ) Miracolose! Vedrà che la voce le ritorna come prima… più di prima… t’ amerò!!!  (Tossisce per lo sforzo poi palpa  la busta)Ora vado a offrire da bere ai miei amici giù al bar. 

ANGELA          Piano con l’ alcol voialtri.

FRANCO          Tanto io non guido più. Se faccio una sbronza, male che vada cado a terra aìe schiaccio un paio di lumache e qualche formica.

ANGELA          Quello è vero. Il problema del bere ce l’ hanno soprattutto i giovani che prfima bevono poi si mettono alla guida. Corrono come i matti e poi…è troppo tardi.  

FRANCO          Petardi? Sì, è verissimo. I ragazzi a Carnevale fanno un chiasso infernale. Il mio cane si nasconde sotto al letto e dalla paura, ci rimane tre giorni senza mangiare. 

GIUDITTA       (Entra trafelata) Buongiorno signor Franco, sempre arzillo?

FRANCO          Morbillo? (Si tocca la faccia) No, no: l’ ho già passato da bambino. Questi brufoli sono l’ effetto della cioccolata! (In disparte) Son goloso signora Giuditta! (Esce) Saluti!

GIUDITTA       Arrivederci! Scusa sai Angela, ma c’ era un traffico in città. Si vede che oggi è venerdì. Al venerdì le persone sono come le formiche prima dell’ inverno: continuano a correre avanti e indietro, dentro e fuori dai negozi: neanche avessero paura di morir di fame. To, guarda: hanno già iniziato anche coi saldi.  (Le mostra il giornale

ANGELA          (Apre il giornale e, come di consueto, va alla pagina della cultura mentre continua a parlare con la collega) A dire il vero ho gli armadi pieni. Più che comprare dovrei decidermi a vendere un po’ di roba.   

GIUDITTA       È il problema di tutti sai? Continuiamo a comprar su di tutto e di più e poi non facciamo che mettere le solite cose. 

ANGELA          Mi è da anni che di saldi non ne voglio più sentir parlare. (Si mette a leggere in silenzio ma con estrema attenzione un articolo)

GIUDITTA       Lo so bene. Mi ricordo perfetttamente, lo scorso anno, cosa mi aveva detto tuo marito. (Angela non le risponde: è concentrata) Ehi, mi stai ascoltando?

ANGELA          Sì, sì…mio marito. Cosa ti aveva detto mio marito?

GIUDITTA       Un giorno gli avevo chiesto se poteva interessarti andare a Verona. Avevo sentito dire che laggiù vendevano sottocosto. Lui però mi aveva detto che tu in quel momento non eri interessata che alla storia che stavi scrivendo e che eri in un certo club… 

ANGELA          Nel “clou” (klu), si dice! Nella parte più importante! Sì, mi ricordo: è stato l’ anno scorso. Ero presa con quella fiaba di quella bambina (inizia a raccontare la trama) - bambina … aveva già tredici anni - e voleva a tutti i costi farsi il  piercing (pìrsin) e suo padre voleva riempirla di botte perché  diceva che non capiva niente e lei gli rispondeva che i tempi erano cambiati e che era lui che non capiva niente - cioè, no gli diceva proprio “niente”, usava ben altri termini: ma tanto per capirsi insomma.

GIUDITTA       Angela? Non vorrai mica raccontarmi tutta la storia che stavi scrivendo l’ anno scorso e che nessuno ti ha pubblicato?   

ANGELA          “Ancora” nessuno per piacere. Ci vuole pazienza in queste cose. Sai quanti anni passano da quando si ha un’ idea al momento in cui te la vedi bella e stampata in libreria? 

GIUDITTA       No che non lo so; e non lo voglio sapere. Io quella volta là volevo solo andare per negozi a Verona, punto e basta. Quest’ anno non ho intenzione di comprare proprio niente per cui se hai voglia di scrivere scrivi. Del resto io sono vecchia e vedova e non ho mica intenzione di risposarmi sai? Neanche morta. E adesso scusa sai ma vorrei sedermi: sciò, lasciami la sedia che è tutta la mattina che corro avanti e indietro, ho le caviglie che assomigliano a due mortadelle. Su, vai a prenderti un caffè, via! ( Giuditta sloggia seccamente Angela e poi si accascia. Il giornale è ancora aperto sulla pagina della scrittrice americana diventata famosa per i suoi libri “hard”. Angela fa per uscire dall ‘ufficio) (In tono ammiccante) Angela, hai visto qua? Sta scrittrice si che ne vende di libri! 

ANGELA          Di cosa parli?

GIUDITTA       Di questa americana: Jannet Cramblin Uoter o come diavolo si pronuncia. “Americani impazziti:vendite alle stelle dell’ ultimo successo della scrittrice. I suoi libri HARD vanno letteralmente a ruba:  “Sex and happinness” vale a dire Sesso e felicità. La signora Jeannette, commessa in un negozio di calzature chiuso per fallimento, aveva intrapreso qualche anno fa la via della scrittura per far fronte alla difficile congiuntura economica. Nel giro di soli due anni è già al suo secondo best seller.” Provaci anche tu Angela, non si sa mai!

ANGELA          Giuditta? Sei uscita di senno tutto di colpo? Hai mai letto le cose che scrivo io? Roba seria, fiabe per bambini e ragazzi, con una certa morale.  

GIUDITTA       Non metto in dubbio; intanto eprò nessuno li vuole leggere.

ANGELA          Prima devo trovare qualcuno che me li stampa, poi vedremo

GIUDITTA       Vedremo. Appunto.

ANGELA          Appunto.

GIUDITTA       Mi sa tanto che della tua morale la gente se ne fa un baffo!

ANGELA          Lo so bene: al giorno d’oggi vanno di moda le sciocchezze. Ma io vorrei tanto scrivere di ecologia, benessere, rispetto per l’ ambiente…  

GIUDITTA       Allora... devi dargliela a qualcuno!

ANGELA          (Scandalizzata) Cosa?

GIUDITTA       Angela, non fare l’ ingenua. 

ANGELA          Giuditta oggi straparli. Non ti fa bene a te la città: ti corrompe! (Scandalizzata) Vado a prendermi un caffè che è meglio. Poi faccio un salto a casa a stirare la camicia di Fortunato che stasera deve partire. Ci vediamo.    (Esce)

GIUDITTA       Saluti (riprende a timbrare e legge ciò che Angela stava appuntando prima)Il ragazzo non voleva trascorrere le vacanze…non vende, non vende!

BUIO

4a SCENA (I A)        CUCINA, sera dello stesso giorno.

Angela Fortunato Giuditta

ANGELA HA IL GREMBIULE E STA SPADELLANDO. LEGGE UN LIBRO DI RICETTE E INSERISCE UN PO' A CASACCIO SVARIATI INGREDIENTI NELLA PENTOLA. DOPO QUALCHE ISTANTE ENTRA SUO MARITO.

FORTUNATO  Caspita, Angela: cambia il tempo!

ANGELA          Prenditi l’ ombrello.

FORTUNATO  Ma no, dicevo per il fatto che stai spadellando. Devo proprio essere in partenza per vederti alle prese con i fornelli? Fai apposta allora! 

ANGELA          No, faccio le prove per quando torni!

FORTUNATO  (Sbirciando nella pentola) Questo è sugo di pomodori freschi. Quando torno, un bel piatto di spaghetti pomodoro e basilico! Dove li hai presi?

ANGELA          Giuditta me ne ha portata una cassa e allora faccio un po’ di sugo, se ci riesco. A che ora hai il treno? 

FORTUNATO  19:37 , salvo ritardi naturalmente.

ANGELA          Hai prenotato un cuccetta?

FORTUNATO  No no cuccette, con la puzza di piedi degli altri. Sta volta non ho badato a spese:Wagon lit , così sto in pace e domattina mi risveglio bello e riposato.

ANGELA          Ma … sul treno uomini e donne viaggiano assieme o separati come all’ ospedale?

FORTUNATO  Sei gelosa? (La abbraccia affettuosamente sbaciucchiandola) Hai paura che qualche bella bionda mi salti addosso?

ANGELA          Non si sa mai. Con tutte quelle lì del nord, del sud, dell' est e dell’ ovest che se ne vanno in giro per l’ Italia in cerca di avventure, non mi sorprenderebbe affatto!

FORTUNATO  Angela (mettendosi in ginocchio, con enfasi): sarò fedele fino al martirio! Ahi, che non mi venga un crampo! (Faticando ad alzarsi) Lo sai che sono un tipo serio; non farei mai certe cose. Chiedi anche a mia madre se non ci credi.   

ANGELA          Lo so, lo so: è delle donne che non mi fido. Se vogliono sanno rivoltare come un calzino anche il maritino più fedele! È questione di attimi!

FORTUNATO  Angela (la guarda intensamente negli occhi): guardami bene negli occhi: ventidue anni fa, quando ci siamo sposati, non l’ ho mica fatto per forza, o per fare un piacere a te, o per interessi: l’ ho fatto perché ti amo.  (la bacia; sulla soglia appare Giuditta)

ANGELA          Lo so che ti trascuro ultimamente con tutto il mio scrivere.

GIUDITTA       (Dà un colpetto di tosse e sussurra) Permesso?

FORTUNATO  Angela? Dubiti forse di me?(Con enfasi) Io sono superiore a queste cose puramente carnali! (Le dà un altro bacio poi si stacca) Vado a prepararmi. (Si volta e finalmente vede Giuditta) Ciao Giuditta.

GIUDITTA       Mi sembri sulle spine: sei di fretta?

FORTUNATO  Ho il treno fra mezz’ ora: devo andare a Roma per lavoro.

GIUDITTA       Ah sì, che smemorata: me l’ aveva detto Angela sta mattina in ufficio. Viaggi di notte allora? Quanto ti fermi.

FORTUNATO  Un paio di giorni. Scusami ma devo proprio andare. 

GIUDITTA       Vai vai. (Va verso i fornelli) Che profumino! Stai cuocendo i miei pomodori? Fa ben il bagnomaria dopo!?

ANGELA          Bagno? No no, una doccia veloce. Ho da finire una storia.

GIUDITTA       Parlavo dei vasetti. Che ignorante che sei tu in cucina!

ANGELA          Ma di cosa parli?

GIUDITTA       Si fanno bollire i vasi con il coperchio –nuovo, sia chiaro-. Si tiene la fiamma bassa e quando fanno “s’cioc” si spegne e si lascia lì tutto, che si raffreddi. Ricordati di metteerci dentro anche degli dìstrofinacci, così i vasi non si rompono urtando l’ un con l’ altro.   

ANGELA          Tutto questo ambaradan per due vasetti di sugo? Meglio comprarlo in negozio! 

GIUDITTA       Ho capito: ci penserò io più tardi, tranquilla.

ANGELA          Meglio: divento idrofoba al solo pensiero.

GIUDITTA       (Porgendole una busta) Tieni questa: l’ hai dimenticata in ufficio stamattina. 

ANGELA          (Prendendola e leggendo il mittente) Puoi buttarla. (La lancia e Fortunato,  rientrando, la afferra al volo )

GIUDITTA       Sei matta? Non butto via lettere degli altri (la dà a Fortunato che è rientrato in quel momento)

FORTUNATO  Angela, viene da una casa editoriale famosa: magari è la volta buona.

GIUDITTA       Appunto!

ANGELA          È una raccomandata?

GIUDITTA       No.

ANGELA          Apritela voi se volete. So già cosa vi è scritto. (Fortunato la apre e assieme a Giuditta leggono mentre Angela ne declama ad alta voce il contenuto come l’ avesse letto ormai mille volte)

ANGELA          Carissimo/a scrittore/trice

                                   le inviamo la presente per comunicarle che la nostra commissione esaminatrice ha ritenuto non idoneo alla pubblicazione  lo scritto da Lei inviatoci. Troverà senz’altro una maggiore soddisfazione rivolgendosi ad un altro editore.

                                               Un cordiale saluto.

                                               Pinco Pallino, Tizio Caio o Sempronio

GIUDITTA       (Volendo fare la pignola ) Qui però non c’ è scritto “maggiore soddisfazione”,  parlano di “adeguata soddisfazione”.

ANGELA          (Strappando la lettera davanti a tutti) Hai voglia di prendermi in giro? È andata buca anche sta volta (Si accascia sulla sedia desolata) Continua ad andarmi buca. Mescola quel sugo da brava, che non si attacchi

GIUDITTA       Non prendertela Angela. Me l’ hai detto tu stamattina che ci vogliono anni prima di trovare qualcuno cui piacciono le tue fiabe. Non demoralizzarti. 

FORTUNATO  (Ridacchiando) Angela, vuoi un consiglio? Fai anche tu come quella scrittrice che c’ era oggi sul giornale…quella americana avete letto? C’era scritto…

ANGELA          (Saltandogli su) L’ hai letto anche tu di quella put…(soffoca un improperio)

GIUDITTA       Penso che quell’ articolo lo abbiano letto in tanti: era grande un’ intera pagina. 

ANGELA          Tutta la pagina della Cultura.

FORTUNATO  La famosa “cul-tura”!

GIUDITTA       (ridacchiando) Io non me ne intendo ma penso che il sesso sia un argomento che tira, sempre! 

FORTUNATO  (Sogghignando) Tira tira!

ANGELA          Tira cosa? Ridete voialtri , ridete. Ci sarebbe da piangere. I valori come  l’onestà, la sincerità, i sentimenti, gli ideali, il buon gusto non contano più nulla. (Sempre più concitata) Alla gente interessano solo cose sconce, scnìandali, tradimenti, carneficine, incesti, omicidi…

GIUDITTA       Il mondo di oggi è fatto così, vuoi cambiarlo?

ANGELA          IO vorrei che la gente si accorgesse che c’ è qualcos’altro di interessante oltre al sesso.   (Un attimo di silenzio poi, per sdrammatizzare il dialogo Fortunato prende la parola)

FORTUNATO  Ora calmati, dai. Fra un po’ devo prendere il treno e non voglio andarmene con te in queste condizioni. (Cercando di calmarla) Dai, su, torna a mescolare il sugo.

GIUDITTA       Comunque Angela, se può consolarti, qua nelle nostre zone c’è ancora un po’ di moralità, giusto Fortunato?

FORTUNATO  Certo. Non si può adesso vedere tutta questa corruzione. In America (Inghilterra) è diverso: sono tutti più… come dire… liberi…allegroni …su questo argomento. In Italia abbiamo la Città Santa, il Santo Padre.

GIUDITTA       la gente ha ancora timore di andare all’ inferno, anche se non te lo dicono. 

FORTUNATO  In Trentino poi, siamo seri, dai su queste cose.  Abbiamo anche avuto il Concilio qui a Trento nel millecinquecento: sarà servito anche quello a non farci diventare peggio delle bestie! Ti pare

ANGELA          (Rassegnata e un po’ rincuorata) Dai che ti accompagno alla stazione. Andiamo. (Spinge il marito fuori dalla porta)  

GIUDITTA       Ciao Fortunato. Comportati bene! Da bravo Trentino!

5a SCENA (I A)        Cucina, come all' inizio. Notte.

Angela

SCENA  COMPLETAMENTE MIMATA. IL COMPUTER E' SUL TAVOLO. 

LA SCENA SI APRE NELLA PENOMBRA, CON ANGELA INDECISA E AGITATA, SEDUTA DAVANTI AL SUO PC. SI ALZA, ACCENDE LA LUCE, SBIRCIA IL GIORNALE ALLA PAGINA DELLA CULTURA, RILEGGE L’ ARTICOLO DELLA SCRITTRICE AMERICANA, SBUFFA, LO RICHIUDE,  LO BUTTA PER TERRA, SPEGNE LA LUCE, SPEGNE IL COMPUTER ED ESCE COME PER ANDARE A LETTO. DOPO QUALCHE ATTIMO DI ASSOLUTO SILENZIO, RIAPPARE CON UN ATTEGGIAMENTO DECISAMETNE DIVERSO: VA AL COMPUTER, LO ACCENDE E SI METTE A SCRIVERE. I suoi occhi brillano di entusiasmo.

I MOMENTI DI SCRITTURA FRENETICA SARANNO ALTERNATI AD ALTRI IN CUI SI ANGELA “CREA” CON LA FANTASIA LE SCENE E INVENTA I DIALOGHI. QUESTI MOMENTI POSSONO ESSERE VIVACIZZATI FACENDOLA ALZARE E CAMMINARE A DX E A SX, GESTICOLANDO, ABBOZZANDO GEMITI VARI E SPEZZONI DI FRASI, SENZA MAI CADERE NELL’ OVVIO O NEL VOLGARE. LA SCENA ANZI DOVRÀ AVERE UN TAGLIO IRONICO: IN FONDO LEI STA SCRIVENDO PER SCHERZO!

ALCUNE FRASI POSSONO ESSERE QUESTE

“L’ uomo la rincorse e iniziò a strapparle i vestiti…

La fanciulla in cuor suo aveva da tempo sognato di incontrare quell’ uomo. Ora il momento era arrivato. Ormai sentiva la sua mano…

Gemiti di piacere invadevano la stanza …illuminata ormai dalle prime luci dell’ alba…

Il ragazzo tremava per l’ eccitazione quando ad un tratto…”

FRA UNA FRASE E L’ ALTRA QUALCHE INTERCALARE DI ASSENSO TIPO “Bello, sì, sto chi ‘l va bem” OPPURE DI DISSENSO “ Nò, sta frase l’ è meio cambiarla”

SUL FINIRE DELLA SCENA LE LUCI SI ALZERANNO PIANO PIANO PER ANNUNCIARE L’ ALBA. 

LA SCENA POTRA' TERMINARE CON LA STANZA LETTERALMENTE  INVASA DA FOGLI STAMPATI.

Fine 1° attO


II ATTO

1a  SCENA     UFFICIO DELL’ EDITORE.

Editore Segretaria Angela

SCRIVANIA, SEDIA GIREVOLE, POLTRONCINA O SEDIA PER OSPITE, COMPUTER, LIBRI VARI. L’ EDITORE È SEDUTO ALLA SCRIVANIA E STA LEGGENDO. SUONANO ALLA PORTA. SE SI HANNO LE ATTRICI, SI INSERISCE IL SEGUENTE DIALOGO, SE NON SE NE HANNO,  SI PARTE CON ANGELA CHE SI PRESENTA DIRETTAMENTE ALLA PORTA.

SEGRETARIA (Entrando) Scusi se la disturbo ma qui fuori c’ è una signora.

EDITORE         Come si chiama?

SEGRETARIA Non me lo vuole dire!

EDITORE         (Terrorizzato) Che sia la vecchia segretaria? No! Quella no, la prego! Sarà qua per gli straordinari. Le dica di pazientare ancora un po’. Siamo al verde, al verde, lo sa anche lei.

SEGRETARIA No, no, stia calmo. Sembra una delle tante scrittrici in cerca di fortuna. Mi ha dato questo (gli consegna un manoscritto). Le dico di ripassare?

EDITORE         (Saltando in piedi dall’ emozione) Perbacco, vado io! (Si precipita alla porta e conduce per mano elegantemente Angela nel suo ufficio) Signora, venga la prego, si accomodi. Ma che splendore, che classe, che donna. (Alla segretaria) Patrizia, ci porti qualcosa da bere…              

SEGRETARIA Cosa?

EDITORE         Faccia un po’ lei, che ne so io, del caffè, un po’ d’ aranciata, dello spumante, un tè?

ANGELA          Solo un po’ d’ acqua se non le dispiace. (Fra sé) Me vegn a mancar el fià fra ‘n poc.

EDITORE         Porti dell’ acqua e un caffè per me, grazie Patrizia. (Esuberante) Che gioia, che emozione vederla in carne ed ossa. Lei non sa quanto ho atteso questo incontro. Lei non sa quante volte io…

ANGELA          El se calma n’ atimo Sior … no me ricordo.

EDITORE         (Facendole un elegantissimo baciamano) Mi scusi, Gian Domenico Scappottini, G.D.S., noto editore di Reggio Emilia. Lei invece è Angela. Lo so, come potrei non saperlo. Angela: un nome celestiale, dolce e leggero; con le sue ali farà volare tutti i miei lettori! 

ANGELA          Signor Gian Domenico: (alzandosi in piedi e piazzandosi davanti a lui) el me varda bem: som tuta na roba – mi scusi – sono tutt' altra persona rispetto a quello che pensa lei. Non ho niente a che fare con quel genere di donna lì.

EDITORE         (Estasiato, noncurante di ciò che Angela ha appena detto) Me-ra-vi-glio-sa! Posso chiamarla Engi. (Fra sé) Mmm, potrebbe essere il suo nome d’ arte Engi la Duss: Angela la Dolce…

ANGELA          (Furiosa) Engi la duss en corno!

EDITORE         Che caratterino però questo dolcissimo angelo.

ANGELA          Signor Gian Domenico, io sono venuta fin qui, in incognito naturalmente, perché voglio essere chiara fin da subito.

EDITORE         Sta parlando del contratto, eccolo qua: le dia un’ occhiata e poi firmi. Sarà un successone! Ho esperienza in campo editoriale. Conosco i gusti della gente. Lei farà concorrenza a quella tale americana: la Jeannette Crambling Water (Gianet Cramblin Uoter). Me lo vedo già l’ articolo sul giornale.

ANGELA          Sulla pagina della cultura.

EDITORE         Certo: comprerò tutta la pagina della cultura per farle una presentazione coi fiocchi. Venderemo centinaia di migliaia di copie. Poi andremo anche in Austria, in Francia, in Germania: se le sognano loro scrittrici come lei!

ANGELA          Signor Gian Domenico! Io non firmo un fico secco!

EDITORE         (Cadendo dalle nuvole) Come non firma? Non le bastano i ventimila euro per l’acquisto dei diritti su tutte le sue opere? Ventimila all’ anno per cinque anni! (Chiama trafelato l’ ufficio amministrativo) Pronto, a quanto possiamo arrivare per l’ acquisto dei diritti delle opere della signora Angela Salvetti?

ANGELA          Ssst. (Guardandosi in giro) Parli sottovoce che non ci sia qualcuno che mi conosce!

EDITORE         Trentamila? Ok.(Riattacca e cambia senza esitare la cifra sul contratto)Vanno meglio trentamila? Ora firmi qua qua e poi qua. (Le dà la penna)

ANGELA          Ma…cos’ è  la questione dei diritti sulle mie opere?

EDITORE         Tutto quanto lei scrive, da qui a cinque anni, sarà di mia proprietà. Oltre a ciò a lei naturalmente andrà il 50% delle vendite dei libri, che non è poco, si fidi. Gli editori sono pieni di scrittori pronti a sganciare di tasca propria migliaia di euro pur di veder stampato il loro scritto! Un editore però non è un istituto di beneficenza! Se non vuole andare in rosso deve farsi pagare almeno le spese editoriali da tutta questa marea di presunti scrittori di chissacché!

ANGELA          Cose da pazzi! Io non la sapevo mica tutta sta faccenda.

EDITORE         Chi li compra tutti quei libri che raccontano storie normalissime, banalissime, noiosissime e con tanto di morale che regalano ricette per essere onesti, bravi e buoni?

ANGELA          Cosa? E io dovrei pagare l’ editore per stampare il mio libro?  Non ne ho mai spediti di soldi io! Ecco perché nessuno mi rispondeva!

EDITORE         (Avvicinandosi a lei) Il suo genere però fa eccezione: lei fa eccezione Signora Angela …ah…non vedo l’ora di vederlo sugli scaffali delle librerie: ho già pensato al colore della copertina: rosa e celeste, delicato come i sospiri che faranno i lettori quando assaporeranno con ardore le pagine da lei scritte. Ha firmato?

ANGELA          (Arrabbiata, si alza e batte i pugni sul tavolo) Io non voglio scrivere nessun libro di questo genere!

EDITORE         Engi!

ANGELA          Basta! Io scrivo fiabe e racconti per ragazzi. Guardi qua ( tira fuori un plico di dattiloscritti che scaraventa sulla scrivania): se vuole pubblichi questi.

SEGRETARIA Permesso? Ecco qua. Dove lo appoggio? (Appoggia il vassoio poi rimane ad ascoltare)

EDITORE         (Scostando il plico con sufficienza per far posto al vassoio) Più avanti signora Angela, queste cose più avanti. Ora voglio “Sete di sospiri”. Quando l’ ho letto sono andato in estasi. Ho ringraziato tutti i Santi del Paradiso, anche se, ammetto,  non sono molto praticante. Con questa pubblicazione lei mi permette di proseguire con la mia attività di editore! Non sarò costretto a chiudere, non  dovrò licenziare più nessuno! I miei dipendenti sono al sicuro per un bel po’ adesso! Grazie Angela, grazie (altro ossequioso baciamano)

SEGRETARIA (Sgranando gli occhi, con ammirazione) Lei è la nuova scrittrice hard? (Stringendole la mano con calore) Piacere, Patrizia. Ho letto anch’ io il suo racconto: strepitoso, eccitante, conturbante! Senza tuttavia essere volgare. (Felice) Abbiamo festeggiato l’ evento la settimana scorsa.

ANGELA          Festeggiato cosa?

EDITORE         Il successo editoriale!

SEGRETARIA (Prendendola un po' in disparte) Le spiego io: un mese fa qui, tirava aria da funerale. Non c’ era un solo autore che potesse farci guadagnare qualcosa. Il signor Gian Domenico, che è un vero galantuomo, aveva dato fondo a tutte le sue risorse economiche pur di salvare l’ azienda ma anche queste erano finite.

ANGELA          Mi dispiace davvero ma io…

SEGRETARIA Quando è arrivato il suo scritto, il Signor Gian Domenico,  dalla gioia si è messo a piangere. Le assicuro che non l’ avevo mai visto così. Continuava a dire: “Siamo salvi siamo salvi;  legga Patrizia, legga qua”. Io ho letto e, ammetto, aveva ragione: lei ha del talento per questo tipo di racconti e deve deve assolutamente aiutarci. Non si faccia scrupoli. Firmi quel contratto e vada a casa felice. Se non sa che farsene dei soldi, li dia in beneficenza! Ma firmi subito che le banche stanno facendo la voce grossa! (Uscendo, declama e mima con passione, assieme all' editore, la scena) A me è piaciuta da morire quando la ragazza prende di sorpresa Valerio alle spalle, gli strappa la camicia, gli slaccia la cintura e poi…

EDITORE         Patrizia, la prego.

SEGRETARIA Ho capito, vado. (Da dietro le quinte) Splendido, eccitante, meraviglioso.

ANGELA          (Mettendosi la faccia fra le mani) Non è possibile!

2a SCENA (II A)       IN CHIESA

Don Giulio Angela

Inginocchiatoio e una sedia su cui Don Giulio sta seduto appena si apre il sipario. ENTRA ANGELA TRAFELATA, SI INGINOCCHIA E COMINCIA A PARLARE. 

ANGELA          Don Giulio! Don Giulio. Non so da dove iniziare. È successa un’ indecenza, una vergogna, un’onta che non so nemmeno se troverò le parole per dirglielo.

DON GIULIO  (Come per ricordarle la formula) Sia lodato…

ANGELA          Sia lodato Gesù Cristo. Mi scusi.

DON GIULIO  Sempre sia lodato.

ANGELA          Sia lodato, sia lodato. Sono così agitata.

DON GIULIO  Preferisce andare di là in sagrestia?

ANGELA          (Sedendosi sulla sedia noncurante e rifacendosi il segno della Croce) No no, va bene qua. Don Giulio! Don Giulio.

DON GIULIO  Mi dica dunque.

ANGELA          Ho da confessarle una cosa brutta e cattiva. Guardi qua. (gli dà l’ articolo di giornale che tesse le lodi della nuova scrittrice hard italiana .) Legga, legga.

DON GIULIO  (Il Don inizia a leggere facendo ogni tanto dei  brevi commenti di assenso-dissenso, mugugni vari ed esclamazioni di sorpresa, mentre Angela attende il verdetto seduta, con la testa fra le mani o altro atteggiamento dimesso) Che indecenze! Dove abita quest’ anima dannata?

ANGELA          Ce l’ha di fronte.

DON GIULIO  (Con fare indagatore) Quella che è venuta ad abitare di rimpetto alla Canonica? 

ANGELA          No no. Ce l’ha di fronte in questo momento.  

DON GIULIO  (Balzando in piedi, si insegna più volte) Madre Santissima signora Angela cosa mi sta dicendo? Non è possibile!

ANGELA          Don Giulio, sono venuta qua apposta per confessarmi, non per raccontagli frottole.  Se le dico che sono io, deve credermi sulla parola.

DON GIULIO  Santi del Paradiso: ero ben al corrente che era una mezza scrittrice ma non pensavo che scrivesse questo genere di sporcherie! 

ANGELA          Infatti di solito scrivo tutt’ altro. Questo è stato solo un errore, uno scherzo del destino.  

DON GIULIO  Quasi quasi sarebbe meglio andare in sagrestia: mi sentirei più sicuro anch’io. Mi sembra che abbia il diavolo in corpo oggi. (Si alza e punta il dito come per scacciare il demonio) Vade retro Satana!

ANGELA          Non mi cacci via, la prego, non ho mica ucciso nessuno!

DON GIULIO  Peggio. Questa roba qua è peggio!

ANGELA          Adesso si calmi che le spiego tutto: ha una mezzoretta di tempo?

DON GIULIO  A dir la verità avrei d’ andare a confessare anche a (***): sa bene che da due anni a questa parte ho ben quattro parrocchie da gestire. (Risedendosi) Va be’, sta volta aspetteranno: di fronte alle emergenze. Un’ anima così sporca era da   tempo che non la incontravo.

ANGELA          (Piagnucolando) Se mi parla ancora così non le racconterò più niente.  

DON GIULIO  No no, signora Angela: adesso vuoti  il sacco e niente scherzi. Non può mica confessare un peccato a metà. È ben vero che Nostro Signore è paziente: ma io no Forza. Si faccia un altro segno della Croce e parli.  (si insegnano entrambi)

ANGELA          Da dieci anni in qua mi era venuta la passione della scrittura: scrivevo cose serie, per bambini e ragazzi. Scrivevo di giorno e di notte ma che mi venga un colpo se ho mai trovato nessuno disposto a pubblicare i miei scritti.

DON GIULIO  E questo lo sanno tutti in paese. Avanti, su.

ANGELA          Qualche mese fa, per la rabbia e un po’ anche per scherzo a esser sincera, mi sono detta: “Se le fiabe non piacciono a nessuno, quasi quasi ci provo anch’io!! 

DON GIULIO  A fare cosa?

ANGELA          A fare come quella scrittrice americana diventata famosa per via dei suoi libri ...piccanti:  si ricorda? (gli porge un altro articolo ben ripiegato) Guardi qua le americane cosa combinano!

DON GIULIO  (Riconsegnandole subito l’ articolo ancora piegato) No, no non serve: mi ricordo benissimo di averlo letto (imbarazzato) …cioè…volevo dire …di averne sentito parlare. Allora?

ANGELA          Il giorno in cui era uscito l’ articolo sui giornali, continuavano a prendermi in giro tutti: mio marito, la Giuditta. Mi dicevano: guarda lì l’ americana, quella sì che fa i soldi! Dai, buttati anche tu Angela! E giù risate alle mie spalle! (Sospira e rallenta il ritmo) Quella notte mio marito era via per lavoro e io non riuscivo a dormire così mi sono messa a scrivere qualche sciocchezza di quel genere, che in gergo si chiama hard: una sciocchezza dietro l’altra, così, come mi venivano in mente. Ho spedito tutto a un editore e poi non ci ho più pensato. (si mette la testa fra le mani e tace).

DON GIULIO  Venga al dunque da brava.

ANGELA          Un mese dopo mi arriva una raccomandata: apro la busta e leggo. Ho preso un colpo. L’ editore mi voleva conoscere! Aveva deciso di pubblicare tutte le sciocchezze che avevo scritto. Anzi, siccome il mio stile piccante, ma raffinato ed elegante gli piaceva tantissimo, voleva che scrivessi una specie di collana: una serie hard completa, per tutte le età: dai diciotto anni in su. 

DON GIULIO  Gli avrà ben detto di no!?

ANGELA          Certo che gliel’ho detto. 

DON GIULIO  (Soddisfatto) Allora è fatta: ha peccato, si è pentita e io la assolvo così posso andare a confessare a (***).

ANGELA          No no, non è finita qui. L’ editore e la sua segretaria hanno iniziato a insistere e a parlarmi della loro azienda che a causa della crisi stava chiudendo.  

DON GIULIO  Che sarebbe stato meglio!

ANGELA          No Don Giulio, qui si sbaglia. In quell’ azienda ci lavorano una trentina di persone, con la famiglia e tutto il resto: due ragazzi disabili nel reparto rilegatura, una ragazza giovane con un bambino da crescere, tre stranieri onesti e lavoratori: la collana “Sete di sospiri” sarebbe stata una vera boccata di ossigeno per tutte quelle persone: nessun licenziamento, capisce?

DON GIULIO  (Sospirando) Quindi…gli ha detto di sì.

ANGELA          Gli ho detto che andava bene, ma solo per quel libro: niente collane né braccialetti. 

DON GIULIO  (Sospirando intento a cercare una soluzione) A sto punto… il suo… più che un vero peccato …si potrebbe considerare…un atto di carità cristiana. Ecco ecco! (Rassicurato e deciso) Bene bene. Ego te absolvo in nomine Patris et filiis et Spiritus Sanctus. (***). (Recita la formula in italiano o latino e poi esce dal confessionale e si avvia). Saluti!

ANGELA          Amen. (Rincorrendolo) Don Giulio! Volevo dirle …

DO GIULIO     Avrei fretta.

ANGELA          (Con entusiasmo). Ha visto sul giornale? Il mio libro sta andando a ruba. L’ editore mi ha chiamato e mi ha detto che ha potuto pagare anche gli straordinari a tutti i suoi operai. È una gran bella cosa questa, vero?

DON GIULIO  Non dubito. Non posso che essere contento. Signora mia: le vie del Signore sono infinite! Saluti (Si avvia)

ANGELA          Don Giulio? La penitenza!? 

DON GIULIO  Faccia un’ offerta per la chiesa che stiamo tinteggiando. 

ANGELA          Per quello non si preoccupi. Metà della somma prevista dal mio contratto andrà tutta in beneficenza. (Il Don fa una faccia soddisfatta e interessata) Avevo fatto un voto dieci anni fa: scrivere, per me, è un dono speciale di Nostro Signore.

DON GIULIO  La parabola dei talenti!

ANGELA          Esatto; e i talenti vanno fatti fruttare al meglio. (Con entusiasmo)  Senta Don Giulio, mi piacerebbe tanto che venisse ristrutturato quel bel capitello in fondo alla via: ogni volta che ci passo vicino…è in condizioni davvero pietose. 

DON GIULIO  Lo so cara Angela, ma per quello lì ce ne vogliono parecchi di …(fa il segno dei soldoni con la mano)  

ANGELA          Guardi che il mio contratto non è niente male! (gli bisbiglia la cifra nell’ orecchio)

DON GIULIO  Santi del Paradiso, si potrebbe tinteggiare anche la canonica (Angela gliene bisbiglia un’ altra) capitello e scalinata nuova davanti all’ entrata! (Le stringe vigorosamente la mano) Un atto di carità cristiana! (Fa per uscire poi fi ferma) Suo marito sa qualcosa di tutta questa faccenda?

ANGELA          No no, nessuno sa niente. Solo io e lei, ma in confessione! Ora vada che la aspettano. 

DON GIULIO  (Guarda l’ orologio poi esce) Santi Numi che tardi!

A discrezione si può continuare con Angela ancora inginocchiata, capo chino e il Don che rientra piano piano facendola trasalire.

DON GIULIO  Non è che per caso ha con sé una copia del suo libro? 

ANGELA          Per lei?

DON GIULIO  Beh, tanto per capire veramente la “gravità” del suo “peccato”. 

ANGELA          Don Giulio… si è fatto tardi. Sia lodato.

DON GIULIO  Sempre, sempre.

Buio

Musica

3a SCENA (II ATTO)          UFFICIO POSTALE, qualche giorno dopo.

Giuditta Fortunato Angela (Corriere)

GIUDITTA       (Sta timbrando a tutto spiano pacchi, riviste, e buste) (Con stizza) Io non so cosa sia successo da qualche tempo a sta parte: continua ad arrivare roba e la signora Angela si è presa un’ altra settimana di ferie. (Sempre più stizzita) Non vedo l’ ora di andare in pensione. Sono stanca di starmene dietro a questo bancone. (Entra  il marito di Angela) Oh ciao Fortunato. È tornata dalle ferie tua moglie?

FORTUNATO  No cara. Era così stanca che aveva bisogno di farsi un breve soggiorno in una beauty farm. 

GIUDITTA       (Sempre timbrando energicamente) Ci vorrei andare anch’io in una beauty farm, dato che sono a pezzi tanto quanto la tua cara mogliettina, anzi: anche di più. Non ho mai visto una tale confusione in questo ufficio. Altro che chiuderlo: una succursale dovrebbero attaccarci!  (Prende la busta che Fortunato tiene in mano) Dai a me: raccomandata?

FORTUNATO  Sì, grazie.

GIUDITTA       (Consegnandogli il tagliando) Ricevuta di ritorno?

FORTUNATO  (Agitatissimo) No no no, grazie. Non è niente di importante: se la ricevono bene se no, pazienza. Casca mica il mondo!  

GIUDITTA       Va bene. Tutto a posto Fortunato? Mi sembri un po’ sulle spine.

FORTUNATO  In realtà...dovrei metter dentro anche la ricevuta del versamento. Ecco il cedolino.

GIUDITTA       (Lo prende e controlla) Non è a tuo nome, lo sai bene questo, vero?

FORTUNATO  (Sudando freddo) Sì..sì... è un mio collega di lavoro.

GIUDITTA       (Lo squadra un po') Non per sapere i tuoi affari, sia chiaro ma, dato che mi sembri un po’ sottosopra oggi, vorrei essere sicura che tu non metta dentro la ricevuta sbagliata ché poi mi prendo pure la colpa io. (fa le operazioni di versamento vedendo la causale bofonchia). Abbonamenti! Abbonamenti! Abbonamenti, abbonamenti: quanti abbonamenti a libri che ho fatto ultimamente.

FORTUNATO  Siamo a metà giugno: aria vacanziera.

GIUDITTA       E poi parlano di crisi!

 

FORTUNATO  Quant’ è?

GIUDITTA       Certo che il tuo collega si fa servire per bene: è in ferie anche lui che devi fargli tutto tu?

FORTUNATO  (Cercando scuse su scuse) Ma no...siccome sa che Angela lavora qua, mi aveva chiesto un piacere. Dato che Angela non c’è…ho dovuto venire io in persona.  

GIUDITTA       Di’ pure al tuo collega che ti deve dare cinquantuno e sessanta in totale: per versamento e bollettino. (Timbra vigorosamente e passa la ricevuta a Fortunato)

                   Se non si ha una persona che possa fare il corriere, la scena si apre già col pacco messo in mezzo alla scena, quasi ad ingombrare il passaggio. Quando entrerà Fortunato, Giuditta gli chiederà aiuto per spostarlo. A quel punto cadrà aprendosi. (passare al dialogo alternativo <*>)

CORRIERE      Dove metto questo?

GIUDITTA       (Spaventata da tutta quella merce da smistare) Madre Santissima!

FORTUNATO  (Si avvicina al corriere e lo aiuta a spostare il grosso pacco)  Aspetti che le do io una mano. (La scena dei due che spostano qua e là il pacco deve diventare una sorta di pantomima)

GIUDITTA       Lo metta in un angolo, ecco là.

CORRIERE      Qua? (fa per appoggiarlo al centro)

GIUDITTA       No no: là in fondo.

CORRIERE      Essere molto pesante signora. Qua?(fa per appoggiarlo in un angolo)

GIUDITTA       No no, forse meglio dall’ altra parte.

CORRIERE      Lei mi fa perdere tanto tempo signora. (Si sposta dal lato opposto) Eco qua: ora deve firmare (lascia il pacco a Fortunato mentre prende           carta e penna)

FORTUNATO  No no, non me lo lasci tutto a me Mohammed. Pesa! ( mentre Giuditta firma la ricevuta, Fortunato barcolla poi fa cadere il tutto: ne escono una decina di libri incellofanati ma che fanno intravedere la copertina rosa e azzurra della collana SETE DI SOSPIRI. )

CORRIERE      (Facendo spallucce) Lei già firmato, io no colpa, io no tempo per raccogliere. Ciao! (Esce lasciando i due, in piedi davanti al mucchio di libri).

                           <*> Dialogo alternativo

GIUDITTA       Prima di andare via, potresti invece darmi una mano a spostare quel pacco?

FORTUNATO  (Si avvicina al pacco e lo solleva) Sì, sì. Dove lo metto?

FRANCO          (Entra e si affretta ad aiutarlo) Aspetta  che vi aiuto io!

GIUDITTA       No signor Franco, no. Pesa troppo.

FRANCO          Un malloppo? Allora sono arrivato giusto in tempo. Ecco ecco. (Barcollano nello spostare il pacco che si rovescia facendo cadere i libri per terra) Scusate.

FORTUNATO  (barcolla e fa cadere il contenuto che si riversa per terra) No no, colpa mia, scusate.  Adesso l’aiuto io. (Si inginocchiano entrambi)

FRANCO          Sembrava più leggero a vederlo.

GIUDITTA       (Piegandosi, ne prende uno) La carta pesa, noi alla Posta lo sappiamo bene.Sete di sospiri (guarda il destinatario) Guido Giovannelli…abita di fronte a me; (ne raccoglie un altro) Sete di sospiri…Vittorio Marchesoni…il marito di Francesca (ne raccoglie un altro) Casa Editrice G.D.S. Reggio Emilia…(Sorpresa ma certa di aver capito tutto) quella dell’ abbonamento del tuo amico…

FRANCO          C’ è anche il mio?

GIUDITTA       Signor Franco?

FRANCO          Sì, Sete di sospiri. Al circolo pensionati se lo strappano di mano.

GIUDITTA       (Raccogliendone un altro) Ecco qua, questo è il suo: Franco Benedetti.

FRANCO          Grazie. Devo pagare?

GIUDITTA       No no, ha già pagato quando l’aveva ordinato: come il tuo amico, vero Fortunato?

FORTUNATO  (Imbarazzato) Dev’ essere proprio un bel libro.

GIUDITTA       Non certo fiabe per bambini.

FORTUNATO  No, decisamente.

GIUDITTA       (Apre una pagina qualunque e inizia a leggere ) “Quella notte in sogno Dorotea gli apparve di spalle: i lunghi capelli color ebano le nascondevano il corpo sinuoso, perfetto. La ragazza si voltò e il vento le scostò i capelli lasciandola completamente (sottovoce e con enfasi) nuda.” (Silenzio)

FORTUNATO  Cosa significa color ebano?

GIUDITTA       (Secca) Capelli neri, significa, asino! Nuda, sai cosa vuol dire, o devo fartelo vedere io?

FORTUNATO  Devo andare. Glielo dico bene al mio collega. Altro che rivista di viaggi. Un grande sporcaccione è.  Non mi sarei mai aspettato da un tipo come lui; (indica il mucchio ) nemmeno da tutti questi qua comunque. 

GIUDITTA       Diglielo diglielo. Che non sia per questo che ha mandato te. Vigliacco pusillanime. (Dopo che è uscito, lo richiama) Com’era la faccenda dei Trentini gente seria?  

FORTUNATO  Aria vacanziera?(voltandosi si imbatte in Angela rientrata dalla vacanza) Ops, ciao, sei tornata?

ANGELA          (Raggiante) Sì sì, ora sto meglio. Ci voleva proprio un po’ di Wellness (beauty farm) Qua tutto bene? (Vede il mucchio per terra) Ma, cos’ è tutta sta mercanzia? Si è scaricato un TIR?  Che diavolo… (raccoglie un libro, sbianca e inizia a barcollare)

FORTUNATO  Angela, che succede? Giuditta, porta una sedia!

ANGELA          (Si accascia le braccia del marito e/o sulla sedia mentre Giuditta le fa aria con il suo libro) Dev’ essere l' effetto del bagno turco…o della sauna finlandese…tutto quel caldo, quel sudore…mi sembra di sentirmelo ancora addosso…

            BUIO

4a   SCENA (II ATTO)        CUCINA

Fortunato Angela Giuditta Editore Segretaria Don Giulio

Mattino. In cucina non c è nessuno. Si sente il gallo, gli uccellini che volano. Dopo qualche istante entra FORTUNATO, in pigiama, scalzo. Guarda l' orologio sbadigliando e si accorge che sono già le nove e mezzo. Di lì inizia il suo andirivieni dalla quinta ogni volta con un indumento in più che indossa a scena aperta.

FORTUNATO  (Vestendosi frettolosamente) Madre santissima, sono già le nove e mezzo! Ma non è suonata la sveglia questa mattina? Stupida di una sveglia…l’ avevo detto che bisognava cambiarla; fatta in Cina sez’ altro. Porca mseria, dov’ è la cintura …la camicia, i calzini – bè, metterò quelli di ieri. Angela? Non ha suonato la sveglia. Alzati. Mettimi su un caffè per piacere. Hai preso un’altra settimana di ferie per caso? È la terza volta in due mesi questa! M sembra che ci hai fatto l’abitudine alle settimane nelle beauty farm.  (Entra Angela assonnata, nell' atto di indossare un' elegante e lussuosa vestaglia di seta) (Le dà un bacio) Mmm bella questa vestaglia di seta. Nuova? Io vado! (Le dà un altro bacio)

ANGELA          Dai sciocco. Vado a farti un caffè.

FORTUNATO  Non ho tempo. (Le si piazza davanti, le apre la vestaglia e osserva con attenzione anche la camicia da notte) Anche questa qua è nuova. Te l’avevo regalata io o fa ancora parte della tua dote? 

ANGELA          (Richiudendosi la vestaglia) Le ho comprate io! Le mie erano tutte consumate.

FORTUNATO  ( Sfiora ancora una volta il tessuto di seta) Stoffa e fattura di prima qualità, senti che morbida. Hai vinto al Lotto o…hai un amante?

ANGELA          Oh!? Vai o non vai a lavorare? Non avevi detto che quest’ anno volevi rifarti tutti i dentiI soldi non vengon su dal terreno come le zucchine!  (Canticchiando, esce) Chi non lavora, va in malora! 

FORTUNATO  Sì sì vado. Santo cielo che ritardo: non mi è mai capitato (esce).

QUALCHE ISTANTE DOPO, CON ASSOLUTA CALMA, ANGELA ACCENDE LA RADIO , ENTRA ED ESCE DI SCENA FELICE E SPENSIERATA MENTRE SI SENTE LA NOTIZIA DEL SUCCESSO DI QUESTO ORMAI FAMOSO LIBRO SETE DI SOSPIRI, SCRITTO DA UNA MISTERIOSA SCRITTRICE ITALIANA CHE STA SUPERANDO LA FAMA DELLA COLLEGA AMERICANA. CON UNA TAZZA DI CAFFÈ IN MANO, LA MUSICA RIPRENDE MENTRE ANGELA VA VERSO IL COMPUTER, SI SIEDE, LO ACCENDE, SORSEGGIA. MENTRE ASPETTA CHE IL PC SI ACCENDA , alza, va ad aprire la finestra, respIRA L’ ARIA MATTUTINA, SI GUARDA ALLO SPECCHIO (O, SE NON C’ È, VERSO IL CENTRO DEL PALCO) SODDISFATTA DEL SUO NUOVO LOOK. FA QUALCHE PANTOMIMA CON ARIA DA DIVA. POI, CANTICCHIANDO, ESCE E RIENTRA CON UN CUSCINO. GLI TOGLIE LA FEDERA, LO SPRIMACCIA E LO VA AD ARIEGGIARLO FUORI DALLA FINESTRA; VA A PRENDERE L' ALTRO CUSCINO, FA PER TOGLIERGLI LA FEDERA, SENTE QUALCOSA CADERE PER TERRA. GUARDA, RACCOGLIE E TRASALE.  DAL CUSCINO DEL MARITO NE E' USCITA UNA COPIA DEL SUO LIBRO SETE DI SOSPIRI!

ANGELA          Brutto maiale! Per forza che la mattina ti addormenti. (Osservando il suo libro) Guarda qua: INVESTIMENTI A LIUNGO TERMINE, rivestito con una foderina di un libro di economia!  Se lo viene a sapere sua madre…  (Concitata, muovendosi qua e là, imita la vocina della suocera) È davvero un bravo ragazzo il suo Fortunato, quasi immacolato, a sentir lei. (Suonano al telefono. Angela risponde) Ciao Giuditta. (Pausa) Sì, sono ancora a casa. Oggi avrei preso un altro giorno di ferie…(sorpresa) due corrieri? Ancora? Va be’, ci penserò io. Domani però. Scusa sai ma oggi…sono davvero indaffarata. Ciao. (Effettua un’ altra chiamata, a suo marito, con voce ferma) Fortunato, sì, sono io: volevo chiederti una cosa …lo metto nella libreria il libro di “economia” che stai leggendo, o lo rimetto sotto al cuscino dove l’ ho trovato? (Guardando il telefono che tace) Ha chiuso la chiamata, il maiale! (Si prepara il caffè, poi legge qualche pagina) To’, guarda: è arrivato a pagina cento e quindici. Ha sottolineato anche una frase! (La legge) E che frase! È  proprio vero che non si finisce mai di conoscere fino in fondo una persona (rimettendosi a leggere si rilassa piano piano e arriva a sorridere) Però, brava sta scrittrice! Guarda guarda: anche questa gli è piaciuta! (legge un altro passaggio “piccante”)Non avrei mai detto del mio Fortunato!

FORTUNATO  (Entrando trafelato qualche istante dopo) Angela?! Ti spiego tutto.

ANGELA          Già qui? Ma non dovevi andare a (***)?

FORTUNATO  Cliente perso: non vedendomi arrivare, se n’è andato. Il grossista più serio che avevo.  (Toccandosi la mandibola) Addio denti. Sono sul lastrico: in tutti i sensi. (Accasciandosi su una sedia )

ANGELA          (Minacciando un pugno) Denti? Ho il sospetto che in Croazia dovrai farti anche la mandibola perché un pugno te lo assesto davvero adesso.

FORTUNATO  Dai Angela. Dov’ è?

ANGELA          Cosa?

FORTUNATO  Il libro.

ANGELA          (Si alza, libro in mano e ne legge il titolo) Sete di sospiri? Quello tanto di moda in questo periodo, vero?

GIUDITTA       Permesso? (Entra senza accorgersi di Fortunato) La porta era aperta...posso? Angela?  (Vedendola proprio  accanto alla porta) Che bel completino che indossi.  (toccandolo) Seta pura. Bello davvero.

FORTUNATO  Me l’ ha prestato il mio collega.

GIUDITTA       Il completino?

ANGELA          Bel maiale anche lui?

GIUDITTA       Scusa  Fortunato. Credevo fossi già al lavoro. Chi sarebbe il maiale?

ANGELA          Ma che tu avessi preso in mano uno dei miei scritti: come l’ avrei voluto! (Facendogli il verso) Non mi piace leggere, lo sai! Ipocrita!  Bugiardo!

GIUDITTA       (Mostrando delle chiavi) Ti ho portato le chiavi dell’ ufficio: le avevi dimenticate. Quanti giorni di ferie hai preso sta volta?

ANGELA          (Senza nemmeno ascoltarla) Allora ha ragione l’ editore! È solo una questione di “cosa” si scrive. Non è la voglia o una questione economica: alla gente piace “quella” roba lì! Molto probabilmente perché non la sanno più fare!  (alludendo all’ età che avanza).

FORTUNATO  (Sorpreso della perspicacia della moglie) Angela?

GIUDITTA       Ho il sospetto che qua nessuno mi ascolti. Sono forse arrivata in iun brutto momento

ANGELA          No no Giuditta, è ora che anche tu sappia che mio marito è un emerito porco! (mettendosi proprio davanti alla finestra, declama a gran voce) 

GIUDITTA       Di certo non è il solo: quei due corrieri stamattina hanno portato un’ altra vagonata di libri “hard”.(Pausa)  Ma cosa significa esattamente hard?

FORTUNATO  Roba dura, spinta, osè!

GIUDITTA       Me lo immaginavo. Comunque, dev’ essere proprio brava quella scrittrice!

FORTUNATO  Proprio in gamba, sì sì!

ANGELA          Grazie!

GIUDITTA       Di cosa?

ANGELA          Niente niente.

GIUDITTA       Ma sarà Italiana o Francese?

FORTUNATO  Engi la Duss? No, no: italianissima!

GIUDITTA       Sembrerebbe franceseperò!

FORTUNATO  (Prendendo il libro) No no. Qua c’ è scritto che è uno pseudonimo.

GIUDITTA       Ah, ecco: pensavo fosse il suo nome di battesimo!

FORTUNATO  (Leggendo nel risvolto di copertina) Si dice esattamente che sia “Una rivelazione della scrittura italiana, un talento di questo genere di letteratura che sta prendendo piede anche in Italia”

GIUDITTA       Bene bene bene: sono proprio contenta: adesso le americane si daranno una bella calmata. (Con una punta di orgoglio femminile) Pensano sempre di esserci superiori!

ANGELA          Una curiosità: se io avessi intenzione di mettermi a scrivere quel genere di libri, cosa ne direste?  Sareste contenti? Vi immaginate? Pensa che bei buffet!

FORTUNATO  Angela? Cosa dici? Tu, scrivere quella roba lì? (Con tono paterno) Continua a scrivere come hai sempre fatto, da brava. Certe cose bisogna lasciarle scrivere a chi lo sa fare. Quella Engi dev’ essere proprio una…

ANGELA          (Sprezzante) Una cosa? E tu che le leggi tutte quelle cose, chi saresti tu? Me lo spieghi?

FORTUNATO  (Sospirando) Uno cui piace sognare e lavorare di fantasia, tutto qua!

ANGELA          Anche a me paice lavorare con la fantasia, più di te ad esser sincera.

FORTUNATO  (In tono saccente da chi pensa di poter dare una lezione di vita) Angela! È tutto un gioco sai? Vero Giuditta?

GIUDITTA       (Non volendo impicciarsi) Fra moglie e marito non mettere il dito.

ANGELA          Appunto: quasi quasi mi metto anch’ io a scrivere quel genere di libri visto e considerato che sono in procinto di essere licenziata e ho bisogno di un altro lavoro. 

FORTUNATO  (Un po’ arrabbiato)Angela? (Con  determinazione) Bisogna “saperle” scrivere certe cose.

GIUDITTA       (Vedendo l’ aria che tira se la squaglia) Io vado, saluti! Le chiavi sono lì! (esce ma rientra accompagnando, ignara, l’ editore che si precipita in casa trafelato)

EDITORE         (Da dietro le quinte) Signora Angela? Angela? Abita qui la signora Angela?

GIUDITTA       Sì sì…ma…è ancora in vestaglia…non so se…

EDITORE         (L’ editore entra senza badare a Giuditta e si avvicina ad Angela; il tono è quello commerciale ) Venga in ufficio la prego. Ieri è arrivata la traduttrice tedesca: è dura come un mulo e vuole sapere esattamente tutti i particolari se no ha detto che molla tutto!

ANGELA          Sì sì, arrivo. Vado a cambiarmi. (Esce di scena )

EDITORE         (Scartando una caramella) Scusatemi dell’ improvvisata ma dato che la signora Angela non mi rispondeva al telefono ho preso un taxi e sono venuto fin quassù. Ero preoccupato. Sono  così capricciose le scrittrici moderne! 

SEGRET           (Entra e dà in mano a Giuditta le caramelle che il suo capo era intento a mangiucchiare) Gli editori invece sono molto golosi, troppo golosi. 

EDITORE         Sì, lo so, ma sono così nervoso e eccitato! Dobbiamo risolvere la questione della tedesca!

GIUDITTA       (Guarda le caramelle poi ne scarta una) Ultimamente anch’ io sono molto nervosa. (Sottovoce) Fortunato, chi sono questi due tócchi?

FORTUNATO  Ne so meno di te!

EDITORE         (Porgendo la mano a entrambi) Mi scusi, scusatemi: Editore Gian Domenico Scappottini, G.D.S. Reggio Emilia!

FORT. e GIUD.         (Strabiliati, scandendo bene le parole) Gian…Domenico…Scappottini… G.D.S. Reggio Emilia?

EDITORE         In persona.

SEGR                (Eccitatissima) Gliel' ho detto che stiamo diventando famosi! (Stringe la mano a Fortunato) Io sono la sua segretaria, Patrizia, tanto piacere. Siete i domestici?

FORTUNATO  (Con stizza) Fortunato, “marito” di Angela!

EDITORE         Super-fortunato! Con una moglie così!

GIUDITTA       (Dandogli la mano) Giuditta, “collega” di Angela.

SEGR                (Sorvolando sulla gaffe) Davvero tanto piacere!

EDITORE         (Eccitatissimo) Piacere, piacere, piacere! Sì, col piacere si rinasce! In tutti i sensi.

SEGR                Scusateci se vi portiamo via ancora per qualche giorno Angela ma è davvero urgente.

EDITORE         (Concitato) Non ci stiamo dietro, non ci stiamo dietro.

SEGR                (All' editore) Non si agiti adesso. Spiego tutto io, si calmi. (Prende il  marito sottobraccio. L' editore si avvicina a Giuditta per rubarle una caramella) Vede, signor Fortunato, abbiamo un grosso problema, sia con la Germania che con la versione francese. E in più ci vogliono anche in Spagna! Capite?

FORTUNATO  Che avevamo problemi con la Germania lo sapevano tutti ma…gavévem problemi co la Germania i lo saveva tuti, a dir el vero.

SEGR                Ancora qualche mese di duro lavoro e poi...

GIUDITTA       (Avvicinandosi per dare una caramella anche a lui) Ma dimmi Fortunato, tua moglie s’è messa in politica?  (Fra sé) Ecco perché ultimamente non si vedeva più in ufficio a lavorare!   

FORTUNATO  Perché, alle Poste, si lavora?

GIUDITTA       Certo più che in Parlamento!

EDITORE         Basterebbero un centinaio di pagine ancora. (Parlando verso le quinte dove Angela si sta cambiando) Lo so che sarà una fatica incredibile signora Angela: lei ha già fatto tanto ma vedrà che fra qualche mese potrà prendersi una bella vacanza a Capo Verde, che va tanto di moda!

SEGR                Per Natale quel tipo di libri non tira.

EDITORE         È fermo, moscio. E così avremo tempo per dare un’ occhiata all' altro materiale!

SEGR                Quello che ci aveva portato la prima volta, ricorda?

FORTUNATO  Ma? Cosa diavolo state farfugliando?

EDITORE         (ad Angela, rientrata, pronta per uscire) Ma lui... sa? Loro ..sanno?

ANGELA          Stavo cercando  di dirglielo.

EDITORE         Non ora, la prego. Non c' è tempo, non c' è tempo!

SEGR                Il taxi è giù che aspetta!  (Si ferma quando vede il Parroco che sta entrando in quel momento ) Sia lodato Gesù Cristo. 

DON GIULIO  (Entrando, dà un’ occhiata intorno poi si avvia subito verso la finestra) Permesso? Scusate ma la porta era aperta. Sono venuto a vedere se va tutto bene. Mi hanno chiamato i vicini di casa dato che avevano sentito un po’ di baraonda quassù.  Bisogna chiuderle le finestre quando si trattano affari personali! (si affaccia, o va dietro le quinte dove si presume ci sia una finestra e grida al capannello di gente fermatosi ad ascoltare) Andate a casa vostra adesso che chiudo. Sciò, via, sgomberare. (Tutti in camera si precipitano a vedere) Allora, tutto a posto?

DON GIULIO  (porgendo la mano allo sconosciuto) Don Giulio, Paroco di (***)

EDITORE         Gian Domenico, Editore della signora Angela.

DON GIULIO  (Battendogli una mano sulla spalla) Ah, ecco! Salve! Grazie sa, di tutto.

FORTUNATO  Grazie? Ma…

EDITORE         Si figuri!

FORTUNATO  Potrei sapere di cosa state parlando? Sembra che qua tutti sappiano le cose e io, che sono il padrone di casa…l’ unica cosa che ho capito è che in un modo o nell’ altro mia moglie ne è coinvolta. 

ANGELA          (Sottovoce ) Don Giulio, spieghi lei la storia del libro a mio marito e a Giuditta: devo andar giù dall’ editore: è urgente. È venuto apposta a prendermi.  

DON GIULIO  D’ accordo. (Un po’ in disparte) Senta Angela, ci sarebbe da sistemare la Cappella qua sopra la Madonna del Monte…posso fare affidamento? 

ANGELA          Chiami pur subito gli artigiani! (Uscendo) Torno venerdì! (Dà un bacio a suo marito) Ascolta bene Don Giulio. Ti chiamo stasera. Ciao Giuditta.  (dà un bacio anche a lei)

GIUDITTA       (Rincorrendola, sottovoce) Ma…no è mica il tuo amante quello lì? Ritornerai, vero

ANGELA          Ascolta anche tu il Parroco (Esce con l’ editore)

                           IL SEGUENTE BREVE DIALOGO CHE PRECEDE LA SCENA MIMATA SUCCESSIVA, DOVRÀ ESSERE RECITATO VELOCISSIMAMENTE CON IL DON IN PIEDI AL CENTRO DEL PALCO, FORTUNATO da una parte e GIUDITTA dall' altra.

FORTUNATO  Chi è quella gente?

GIUDITTA       Come ha fatto a conoscerla

FORTUNATO  È un galantuomo quelli lì?

GIUDITTA       Cosa vuole da lei?

DON GIULIO  Calma calma calma. (Caccia a sedere Fortunato) Tu siediti qua e tu (a Giuditta) là. Ora vi spiego.

FINALE

LE LUCI SI ABBASSANO LEGGERMENTE. PARTE UNA MUSICA DI SOTTOFONDO. IL DON PRENDE UNA SEDIA E SI PIAZZA IN MEZZO AI DUE, DI FRONTE AL PUBBLICO.  LA SCENA È COMPLETAMENTE MIMATA. IL DON PRATICAMENTE MIMA  TUTTA LA FACCENDA E I DUE ASCOLTATORI DEVONO COMPORTARSI  COME SE STESSERO ASCOLTANDO: CI SARANNO DEI MOMENTI IN CUI SI METTONO LA MANO SULLA BOCCA IN SEGNO DI STUPORE, ALTRI IN CUI SI ALZANO ESTERREFATTI, ALTRI IN CUI SONO CONSENZIENTI, ALTRI IN CUI SCROLLANO IL CAPO. IL DON DOVRÀ GESTICOLARE CON TRASPORTO E, NONOSTANTE NON VENGA DETTA UNA SOLA PAROLA, DOVRÀ SEMBRARE TUTTO VERO. POI SI ALZANO LE LUCI PER LE BATTUTE FINALI.

DON GIULIO  Avete capito ora come stanno le cose?

GIUDITTA       (Sognante, col fazzoletto in mano) Che lieto fine!

FORTUNATO  (Alzandosi) Ma guarda te, mi ritrovo ad essere il marito della scrittrice più famosa d’ Italia senza nemmeno saperlo. (Preoccupato poi illuminato) Ecco tutta quella seta, le scarpe, i vestiti, le borsette, le parrucchiera…

DON GIULIO  (Alzandosi) Fortunato! Che nome azzeccato! 

FORTUNATO  (Giù di morale) Beh, insomma. Non è mica tanto facile digerire tutta sta faccenda: una scrittrice hard in casa. Cosa dirò a mia madre? E ai vicini di casa?

GIUDITTA       Quelli li zittisci con le pizzette, i tramezzini e un buon vinello! (IL PEZZO CHE SEGUE E’ FACOLTATIVO; SI PUO’ PASSARE DIRETTAMENTE AL *)

FRANCO          (Entrando col libro in mano) Vinello?

GIUDITTA       Ma allora ci sente bene!

FRANCO          Ho messo l’ apparecchio! (mostrando l’ orecchio)  Guardi qua. Una meraviglia!

FORTUNATO  Finalmente si è deciso! Come mai?

FRANCO          Fra un attimo le spiego. Prima vorrei sapere cosa significa questa parola.

FORT UNATO (prende in mano il libro di Franco, poi, imbarazzato, dà uno sguardo a Giuditta e al parroco) Mmm, mmm, cose spinte...

FRANCO          Ah ecco ecco. Bene bene. (Si schiarisce la voce) Ero dunque venuto per chiedere Giuditta in sposa.

GIUDITTA       Signor Franco!

FRANCO          Che c’è di male? C’ è già il prete, il testimone e …(indica il libro) tutte le istruzioni!

DON GIULIO  Adesso si sieda e continui a leggere signor Franco, che devo finire il discorso.

Torniamo a noi. Dicevo…(si prosegue poi dallo stesso punto)

(*)

DON GIULIO  (Vedendo Fortunato un po’ abbacchiato) Su su caro, hai ben sentito prima cosa ha detto l’editore?

FORT. E GIUD         Che ha detto?

DON GIULIO  Si sta avvicinando il Natale e quel genere di libri…

GIDITTA          Non tira. Sì sì, mi ricordo: ha detto che è moscio.

DON GIULIO  E così pubblicherà le sue fiabe!

FORTUNATO  (Fa qualche passo, poi si illumina toccandosi la mandibola) Denti d’ oro allora!

Buio

 

FINE

A chi vorrebbe

ma non può,

a chi potrebbe

ma non vuole

e a chi non sa

che pesci pigliare!

Il presente testo è frutto della fantasia dell’ autrice. Ogni riferimento a fatti o persone realmente vissute è puramente casuale.

Legenda:

(***) Simbolo in cui inserire il nome del paese/città a discrezione del/la regista.

Tabella del totale (approssimativo) delle battute dei vari personaggi di QUASI QUASI PROVO ANCA MI

1. Angela                               

146

2. Fortunato                       

100

3. Giuditta                               

78

4. Parroco                               

45

5. Editore                                 

33

6. Segretaria 

18

7. Pensionato                         

16

8. Corriere

05

Come si può notare, per realizzare questo testo serve senz’ altro un’ attrice con esperienza e buona memoria: Angela è in scena pressoché durante tutto lo spettacolo. Anche il marito Fortunato dovrà essere un attore che sappia sostenere una parte importante.

Codice siae              899455

opera prosa            QUASI QUASI PROVO ANCA MI

sottotitolo                Peripezie di una scrittrice di provincia

Autore                      Gloria Gabrielli