Quel pasticcio di nonna Carlotta

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QUEL PASTICCIO DI NONNA CARLOTTA

QUEL PASTICCIO DI NONNA CARLOTTA

I  ATTO

Si apre il sipario e nel soggiorno ci sono due persone: una donna anziana seduta in poltrona ed una ragazza seduta al tavolo.

Celeste ripone diversi libri uno sull’altro e mette le penne nell’astuccio dicendo: “Ooh! Per oggi ho finito di studiare! Adesso mi resta una sola cosa da fare”

Nonna Carlotta ripone ferri e lavoro a maglia sul tavolino accanto a sé e commenta: “Basta! Iniziano a dolermi le spalle!”

Celeste, alzandosi in piedi: “Nonna, devo andare un attimo in biblioteca”.

Nonna Carlotta: “Devi andare in enoteca? Da quando ti sei messa a bere vino?”

Celeste ridacchiando: “No, nonna in biblioteca, bi-blio-te-ca. Hai capito?”

Nonna Carlotta: “Ah, mi pareva! Una bella ragazza come te che si mette a sbevazzare tutt’a un tratto!”

Celeste, sempre ridacchiando, afferra un grosso libro dal tavolo e si avvicina all’anziana donna: “Posso fidarmi a lasciarti sola in casa per cinque minuti?”

Nonna Carlotta: “Cos’hai detto cara? Perché mugugni? Parla un po’ più forte!”

Celeste, gridando: “Ho detto che faccio una corsa a…”

Nonna Carlotta, interrompendola: “Scacci un’ orsa? Ti senti bene, amore?”

Celeste, ridacchiando e scandendo bene le parole: “No, nonna! Faccio una corsa in biblioteca e…

Nonna Carlotta, interrompendola di nuovo: “E perché mai dovresti andare a correre in biblioteca? Non ci sono più le palestre?”

Celeste, mettendole il grosso libro sotto al naso, sempre gridando: “Lo vedi questo grosso libro?”

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Nonna Carlotta: “Cosa devo farci con quel coso?”

Celeste: “Tu niente, nonna! L’ho preso in prestito in biblioteca e devo riportarlo entro le sei!”

Nonna Carlotta: “ Dunque non vai là per correre!”

Celeste, sempre ad alta voce: “No!...Allora, posso lasciarti a casa da sola?”

Nonna Carlotta: “Ma sì! Perché non dovresti?”

Celeste: “Farò in fretta. Vado e torno. Mi raccomando: tu non muoverti dalla tua poltrona”.

Nonna Carlotta: “Dici che tuona? Se c’è il temporale, cara, allora faresti meglio a non andare!”

Celeste: “No, nonna! Ho detto di non muoverti dalla tua poltrona”.

Nonna Carlotta: “Beh, piccina mia, e chi si muove? Adesso incomincia la mia ora di lettura! Sto leggendo un romanzo giallo che mi ha passato la signora Virginia del piano di sopra. E’ così appassionante!”

Celeste bacia la nonna sulla guancia: “O.k.! Allora vado”.

Nonna Carlotta: “Tesoro, prima di andare mi cerchi il mio libro, per favore? Credevo di averlo già preso, ma probabilmente l’ho lasciato sulla mensola”.

Celeste si avvicina alla mensola e afferra un volume portandolo poi indietro alla nonna. “E’ questo?”

Nonna Carlotta lo afferra: “Grazie cara!”

Celeste: “Allora vado. Ciao!” E a passo svelto esce dal soggiorno.

Nonna Carlotta si sistema gli occhiali che ha indosso ed apre il libro. “Allora, vediamo un po’….Se non sbaglio ero a pagina venti….Ecco qua: Fedora sente suona-

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re alla porta e….”

Il campanello alla porta d’ingresso suona e nonna Carlotta sussulta sulla poltrona. “Dio mio! Che spavento!...Certo che è una bella coincidenza: sto leggendo che suonano alla porta e nella realtà il campanello suona per davvero!....Celeste sei tu?”

Nel soggiorno irrompe una donna tra i cinquanta e i sessant’anni con l’aria palesemente sconvolta.

Nonna Carlotta: “Virginia, che le succede? Mi sembra alterata”.

Virginia: “C’è un ladro in casa mia!”

Nonna Carlotta: “C’è un quadro in casa sua? Santo cielo, se non ricordo male ne ha anche più di uno. Perché mai la cosa la sconvolge tanto?”

Virginia, spazientita, a squarcia gola: “Non ho detto quadro. Ho detto la-dro!”

Nonna Carlotta, spaventata: “ Davvero? C’ è un ladro?...Ma ne è sicura?”

Virginia: “Ma sì! Ero in cucina a prepararmi una tazza di tè. Mi sono girata e me lo sono trovata davanti”.

Nonna Carlotta: “Erano in tanti? Ma allora era più di uno?”

Virginia, scandendo bene le parole: “ No! Ho detto che me lo sono trovata davanti!”

Nonna Carlotta: “Davvero?”

Virginia: “Sì…Allora ho preso un tegame…”

Nonna Carlotta, interrompendola: “Davvero, è proprio un infame!”

Virginia: “Un tegame….te-ga-me, signora Carlotta. Ho preso un tegame e gliel’ho picchiato in testa”.

Nonna Carlotta: “Oh, Dio mio!” E si porta le mani alla bocca.

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Virginia, piagnucolante: “Temo che sia morto”.

Nonna Carlotta: “Ha detto dove lo porto?...Beh, credo che si debba chiamare il 118 e anche i carabinieri….Lo porteranno via loro, credo”.

Virginia, lasciandosi cadere sconsolata su di una sedia: “Penso che sia morto, m-o-r-t-o!...L’ho ammazzato!”

Nonna Carlotta sussulta e si fa il segno della croce: “Oh Gesù! Ne è sicura?”

Virginia, piangente: “Ma sì!...Non si muove!”

Nonna Carlotta: “Cosa c’entra se non piove?...Deve controllare se respira o no!”

Virginia, singhiozzando: “Nooo! Io di sopra non ci torno!”

Nonna Carlotta: “Virginia mia, a parte il fatto che ho promesso a mia nipote che non mi sarei mossa dalla poltrona mentre lei andava in biblioteca, avrei comunque qualche problema a fare le due rampe di scale necessarie ad arrivare al suo appartamento. Lo sa bene! Ho prue la stampella! Perciò, deve trovare il coraggio di tornare di sopra da sola e tastargli il polso”.

Virginia: “Nooo! Non posso toccarlo!”

Nonna Carlotta:  “Ce l’ha uno specchietto?”

Virginia: “Sì”.

Nonna Carlotta: “Allora lo prende e lo mette sotto alle narici di quell’uomo. Se lo specchietto si appanna, vuol dire che l’uomo respira, altrimenti…”

Virginia, interrompendola: “Signora Carlotta, sono un’assassina!”

Nonna Carlotta: “Una rapina? Beh, indubbiamente quell’uomo voleva rapinarla e lei si è solo difesa…Ma adesso vada su…Lasci aperta la porta d’ingresso di casa mia così può gridarmi dal pianerottolo il risultato dell’esperimento con lo specchietto”.

Virginia, balbettando: “V-va bene…A..allora vado su!”

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Nonna Carlotta: “Vada, vada. Prima si accerta lo stato di quell’uomo, meglio è”.

Virginia esce con passo incerto dal soggiorno.

Nonna Carlotta, rimasta sola, commenta: “Eh, che brutto mondo! Quando ero giovane io, si usciva di casa senza chiudere la porta a chiave e si era certi che nessuno ti rubava niente anche se si era tutti poveri. Adesso invece, non ci si può fidare di nessuno”.

Virginia (voce fuori dal palco che grida come se arrivasse davvero dal pianerottolo del piano superiore): “Signora Carlotta….sono sulla soglia”.

Nonna Carlotta, anche lei gridando: “Cerca una foglia? Ma no, Virginia mia! Cosa diamine se ne fa di una foglia? Le ho detto che per vedere se quel brutto ceffo respira, deve prendere uno specchietto”.

Virginia: “Lo vado a prendere”.

Nonna Carlotta: “La vede pendere? Che cosa? La foglia?”

Virginia, non le risponde perché è andata a prendere lo specchietto.

Nonna Carlotta, commenta: “Va bene che è un po’ confusa per lo spavento, però, capire che deve prendere una foglia invece di uno specchietto………..”

Virginia: “Ho preso lo specchietto!”

Nonna Carlotta: Ha preso un rametto? Sant’Iddio! Lasci perdere foglie e rami e prenda quel benedetto specchietto!”

Virginia, scandendo bene le parole: “Ho preso lo specchio!”

Nonna Carlotta: “Oh, finalmente!”

Virginia: “Adesso è sotto alle narici”.

Nonna Carlotta: “Le radici? Virginia, per l’amor di Dio! Lasci perdere foglie, rami e radici…Insomma, si riprenda e faccia come le ho detto”.

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Virginia: “”E’ vivo, signora Carlotta!”

Nonna Carlotta: “L’ulivo? Ma insomma, si può sapere cosa le prende?”

Virginia: “Macchè ulivo, ho detto che è vivo!”

Nonna Carlotta: “Ah, mi aveva confuso con tutto quel parlare di foglie, rami e radici!...Dunque il ladro è vivo!”

Virginia: “E adesso?”

Nonna Carlotta: “Sì, sì è decisamente un fesso per entrare in casa altrui per rubare….Adesso però, lasciamo perdere queste considerazioni….Vediamo…prima di chiamare il 118 e i carabinieri, direi che bisogna legarlo mani e piedi…ha della corda lì in casa sua?”

Virginia: “Che cosa devo fare?”

Nonna Carlotta: “Vuole pregare? Santo cielo…Le sembra il momento? Quello si potrebbe svegliare! Prima lo deve legare e poi potrà pregare!”

Virginia: “Lo devo legare? ! Che pretesa!!”

Nonna Carlotta: “Pregare in chiesa! Ma sì se vuole potrà pregare là! Ma adesso pensi a legarlo!”

Virginia: “Ma se si sveglia?”

Nonna: “Una veglia? Ma sì potrà anche fare una veglia oltre che pregare! Ma adesso, per carità vuol decidersi a legare questo furfante?”

Virginia: “O.k….Ho preso la corda…Però mi tremano le mani”.

Nonna Carlotta: “ No…Non domani! Deve legarlo adesso, accipicchia!”

Virginia: “Come devo fare?”

Nonna Carlotta: “Non può assolutamente rimandare! Deve farlo subito! Giri la corda

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saldamente e facendo più giri, intorno alle mani e poi faccia un nodo bello stretto. Quindi faccia la stessa cosa con i piedi”.

Virginia: “Mi ci vorrà parecchio”.

Nonna Carlotta: “Macchè, non le serve un secchio!...Forza su, non tergiversi e si sbrighi!”

Virginia, lamentosa: “Non mi riesce!”

Nonna Carlotta: “Quale pesce? Ma di che sta cianciando?”

Virginia: “No! Nessun pesce! Ho detto che non-mi-rie-sce! Ha capito?”

Nonna Carlotta: “Che cosa? E’ saporito? Ma dico io, Virginia mia, le sembra il momento di mettersi a mangiare? Posi subito quel pesce e leghi il malvivente!”

Virginia. “Non ci riesco! Torno giù da lei!”

Poco dopo Virginia ricompare sul palcoscenico. “Non ce l’ho fatta a legarlo!”

Nonna Carlotta: “Per forza! Si è messa a mangiare il pesce! Se era fritto si sarà unta le mani e così la corda è diventata scivolosa!”

Virginia, confusa: “Ma di che pesce sta parlando?”

Nonna Carlotta: “Ma di quello che mangiava lei poco fa, naturalmente!”

Virginia: “Oh che macello!”

Nonna Carlotta: “Era nasello? Insomma Virginia! Non m’interessa di che pesce si tratta! Dico io, mettersi a mangiare con un ladro in casa!”

Virginia, lasciandosi cadere sul divano: “Oh, che sorda!”

Nonna Carlotta: “Ha qui la corda? Perché se l’è portata appresso? E’ lui che doveva legare, non me!”

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Virginia: “Sono sfinita!”

Nonna Carlotta: “E’ pentita? Eh ci credo! Non ha voluto neanche provare a fare come le dicevo!...Andiamo di sopra va’! Ci penso io a legarlo per bene!”

Virginia, dubbiosa: “Ma…le due rampe?”

Nonna Carlotta: “Le gambe? Beh, se gli leghiamo mani e piedi, credo che sarà sufficiente!”

Virginia, ad alta voce: “Ho detto le ram-pe! Le rampe di scale. Non saranno troppo per lei?”

Nonna Carlotta”Ce la farò! Non si preoccupi!”

Virginia: “Mi prenda sottobraccio”.

Nonna Carlotta: “Oh su, non dica che si sente uno straccio! Si faccia forza!”

Virginia sbuffa e prende a braccetto nonna Carlotta.

Le due donne insieme escono dal soggiorno.

Le luci si spengono per poter cambiare velocemente la mobilia sul palco e quando si riaccendono le due donne rientrano in scena.

Al centro del palco, steso a terra c’è un giovanotto privo di conoscenza.

Nonna Carlotta, sbuffando per la fatica di aver salito le due rampe di scale: “Ahhh! E’ giovane il nostro ladro!”

Virginia: “Perciò è forte!”

Nonna Carlotta: “Quale morte? Non abbiamo già stabilito che è ancora vivo?”

Virginia: “Come lo legherà?”

Nonna Carlotta: “Ma no che non annegherà! Non c’è acqua in giro!...L’agitazione la

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fa straparlare, mi sembra!...Avanti, su! Mi dia quella benedetta corda che lo lego!”

Virginia le tende la corda.

Nonna Carlotta poggia la stampella al muro; poi afferra la corda e prova a legare le mani del giovanotto, ma non ci riesce. “Accipicchia! Dovrei abbassarmi, ma la mia schiena non me lo permette. Temo, Virginia, che lei dovrà alzare le braccia del giovanotto alla mia altezza così che io possa riuscirci”.

Virginia arretrando di qualche passo. “No! Non lo toccherò di nuovo!”

Nonna Carlotta: “Oh, per la miseria, Virginia! Questo qua è un ladro, ma non ha la lebbra! Avanti! Gli alzi quelle braccia o giuro che le mollo un ceffone, benedetta donna! Mi sembra isterica!...Faccia finta di essere l’eroina di uno dei libri gialli che ama così tanto!”

Virginia si avvicina al giovanotto.

Nonna Carlotta: “Oh! Metta le mani sotto le ascelle e lo tiri su, così posso afferrargli le braccia”.

Virginia:” No. Non lo farò!”

Nonna Carlotta: “Un falò? Ma dico, è matta? Vuol dargli fuoco? Allora sì che lo ucciderebbe!”

Virginia, spazientita: “Non capisce una parola! Ma si metta l’apparecchio!”

Nonna Carlotta: “Ancora con questo secchio! Che accidenti vuole farci?”

Virginia alza le mani in segno di resa: “Basta! Mi arrendo!”

Nonna Carlotta: “Come, lo vendo? Vuol vendere il secchio? E a chi?...Cielo mi sta confondendo!...Mi alzi questo benedetto ladro, una volta per tutte!

Virginia obbedisce, non senza fatica e nonna Carlotta gli lega le mani.

Nonna Carlotta, soddisfatta:“Ecco fatto! Adesso gli deve alzare le gambe”.

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Virginia: “Anche quelle?”

Nonna Carlotta: “Sono belle? Come fa a dirlo? Indossa i jeans….e ad ogni modo, le sembra il caso di mettersi a guardare le gambe dei giovanotti alla sua età?”

Virginia: “E infatti non li guardo!”

Nonna Carlotta: “E’ un po’ in ritardo? Eh sì, amica mia…Direi che lo è almeno d’una ventina d’anni”.

Virginia: “Oh che casino!”

Nonna Carlotta: “E’ carino?”  Guarda con attenzione il giovanotto e poi aggiunge: “Ma sì, certo che è carino…Ma Virginia, sorvolando sul fatto che è un ladro, per età potrebbe benissimo essere suo figlio!”

Virginia scuote il capo e in silenzio afferra i piedi del giovanotto e li alza.

Nonna Carlotta li afferra e ci lega attorno la corda strettamente. Poi commenta: “Voilà!...Il ladro è legato a dovere….Adesso ci vuole un bavaglio da mettergli sulla bocca perché non vorrei sentire i suoi improperi quando si riprenderà!”

Virginia: “Che ne dice del tovagliolo lì sul tavolo?”

Nonna Carlotta: “Un bel figliolo? Ma sì Virginia, sì! Che è un bel figliolo ne convengo, ma non perda la testa su! E’ una donna matura!”

Virginia, andando a prendere il tovagliolo: “Ma io non lo guardo!”

Nonna Carlotta: “E’ sardo? E da cosa lo capisce, scusi?”

Virginia: “Oh, mannaggia!

Nonna Carlotta: “Dalla faccia?” Squadra di nuovo il giovanotto e poi dice: “A me sembra più nordico…Forse è straniero!”

Virginia mette bruscamente il tovagliolo in mano a nonna Carlotta.

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Nonna Carlotta: “Gli alzi la testa, per favore”.

Virginia, obbedendo svogliatamente: “Si sbrighi, perbacco!”

Nonna Carlotta: “Polacco? Sì…Potrebbe anche essere…L’aria da slavo, un po’ ce l’ha!”

Virginia: “Ma perché ingarbuglia tutto?”

Nonna Carlotta: “Turco?...No, no…E’ troppo chiaro!” Ciò detto gli lega il bavaglio intorno al viso.

Virginia lascia cadere il giovanotto sul pavimento, con poco garbo.

Proprio in quel momento, il poveretto comincia a riprendere conoscenza mugugnando un lamento da dietro il bavaglio.

Virginia grida indietreggiando.

Nonna Carlotta: “Un po’ di contegno, cara! Era ovvio che prima o poi si sarebbe ripreso!”

Virginia: “Chiamo prima il 118 o…?”

Nonna Carlotta, interrompendola: “E’ un sempliciotto? Da cosa lo deduce…Io direi di no…Dev’essere piuttosto scaltro se fa il ladro d’appartamenti!”

Virginia, sbuffando e scandendo bene le parole: “Ho chiesto se devo chiamare il 118 o i carabinieri!”

Nonna Carlotta: “Sì, sì…Il 118 chiamiamolo pure e in quanto ai forzieri, chi sono? Fanno parte di qualche nuovo ramo dell’arma?...Si chiamano loro adesso in caso di furti?”

Il giovanotto si mette faticosamente a sedere, sempre mugugnando da dietro il tovagliolo.

Virginia corre spaventata verso il telefono e compone un numero. “Pronto?  Carabi-

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nieri? Ho catturato un ladro che cercava di rubare in casa mia….Come? Sì…l’indirizzo, certo! Via dei fiori 7. terzo piano…Appartamento sulla sinistra del pianerottolo”.

Nonna Carlotta, rivolta al giovanotto: “Non si vergogna, grande e grosso com’è ad entrare nelle case delle povere donne indifese a rubar loro quei quattro soldi che hanno?”

Giovanotto: Mugugna lamentoso e si dimena inutilmente.

Nonna Carlotta: “E’ inutile che si dimeni in questo modo, sa? Ho avuto un cugino marinaio che mi ha insegnato come fare i nodi a dovere! Non riuscirà mai a slegarsi!”

Virginia intanto compone un altro numero di telefono: “Pronto, 118? Ho colpito alla testa con un tegame un ladro che mi è entrato in casa…Ho già chiamato i carabinieri, ma forse c’è bisogno anche di voi…Sì…via dei fiori 7…Terzo piano…Appartamento sulla sinistra…Come?...Sì, sì ha appena ripreso conoscenza e sembra anche arrabbiato….Fate presto!”

Nonna Carlotta, rivolta a Virginia: “Ma lo sa, Virginia che questo giovanotto mi sembra di conoscerlo?...L’ho già visto da qualche parte, ma non ricordo dove!”

Il giovanotto mugugna di nuovo e si di mena ancor di più.

Virginia, spaventata: “Non lo tocchi, né gli rivolga la parola!”

Nonna Carlotta: “Come dice, Virginia? Gli occhi, se sono nocciola?...Perchè lo vuol sapere? Crede di averlo già visto anche lei?”

Virginia, ignorando le sue parole: “Forza, carabinieri!!!”

Nonna Carlotta: “Forse ieri? Dove, cara? Dove l’ha visto ieri?”

Il giovanotto, contorcendosi sul pavimento, cerca di alzarsi in piedi.

Le due donne arretrano gridando, ma lui non riesce nel suo intento e ricade sul pavimento.

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Nonna Carlotta, sollevata: “Gliel’ho detto! Sono brava con i nodi”.

Il giovanotto le fissa mugugnando agitato.

Nonna Carlotta: “Abbiamo fatto bene a mettergli il bavaglio! Chissà se no che improperi ci avrebbe lanciato!”

Virginia: “Ci può giurare!”

Nonna Carlotta, sorpresa: “Ci manda a cagare?...No, no! Secondo me ci sta dicendo anche peggio, amica mia!”

Il giovanotto mugugna ancora più forte, cercando di catturare l’attenzione delle due donne che però continuano imperterrite a parlare tra di loro.

Virginia: “Almeno arriverà l’ambulanza?”

Nonna Carlotta: “Come dice? Se continuerà ad oltranza?...Fa niente! Lo lasci pure dire, tanto noi non lo capiamo!”

Il giovanotto rincara la dose di mugugni.

Virginia, con angoscia: “Senta che lamenti!”

Nonna Carlotta: “Cara, perché mi dice: “Conta fino a venti?”…A che scopo?”

Virginia: “Non ho detto contare!”

Nonna Carlotta: “Non lo vuole ascoltare?...Ma tanto se non capisce quello che dice!”

Virginia: “Oh che situazione!”

Nonna Carlotta: “Vuole la traduzione?...Ma glielo’ho appena detto! Questo tipo qui sta dicendo solo un mucchio d’improperi nei nostri riguardi!”

In quel momento suona il campanello alla porta d’ingresso.

Virginia esclama: “Dio ti ringrazio!” e va ad aprire.

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Fa ingresso in soggiorno il signor Guerretti, professore di matematica in pensione.

Lo precede Virginia che, con fare agitato, gli dice: “Venga, venga professore! E’ entrato un ladro in casa mia. Io l’ho picchiato con un tegame e poi ho chiesto aiuto alla signora Carlotta per legarlo…Venga a vederlo…E’ proprio qui!”

Professor Guerretti, estraendo gli occhiali dalla giacca ed inforcandoli sul naso: “Beh, vedo che l’avete legato bene”.

Nonna Carlotta, interviene: “Come dice? Se si è tagliato le vene?  E come poteva farlo, di grazia, con le mani legate?”

Virginia, rivolta al professore: “Non ribatta, per favore! Non so perché, ma la signora Carlotta oggi non ha i suoi apparecchi acustici alle orecchie”.

Professor Guerretti: “Capisco…Quindi è sorda come una campana!”

Nonna Carlotta: “Come dice, professore?  Chi gli porta una banana?...Comunque non mi sembra il caso…Per fargliela mangiare bisognerebbe togliergli il bavaglio”.

Giovanotto, fissando il professore, mugugna agitatamente.

Professor Guerretti: “Forse sarebbe il caso di sentire cos’ha da dire a sua discolpa questo ladro!”

Virginia: “La signora Carlotta dice che sta solo proferendo un mucchio di parolacce!”

Il giovanotto, si agita sempre più.

Professor Guerretti: “Forse, voi due signore potreste spostarvi in un altro locale e lasciare me a sentirlo”.

Nonna Carlotta: “Cosa state dicendo voi due? Non capisco una parola”.

Professor Guerretti: “Vorrei ascoltare il giovanotto”

Nonna Carlotta: “Gli vuol dare un gianduiotto?...Quindi era lei prima che voleva dargli una banana!!! Mi chiedo perché senta questo gran bisogno di nutrire il ladro!”

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Il giovanotto mugugna ancora.

Professor Guerretti, scandendo bene le parole: “Voglio…far…parlare….il….giova-

notto”.

Nonna Carlotta: “Non glielo consiglio, sa! Chissà che razza di parolacce ci lancerebbe!”

Professor Guerretti: “Lei lasci la stanza”.

Nonna Carlotta: “ Non ha importanza?...Certo che ne ha!....Questi giovani d’oggi sono tutti sboccati!”

Il campanello alla porta d’ingresso suona nuovamente e poco dopo sul palco appare una donna sulla quarantina.

Silvana: “Sono venuta a vedere che cosa sta succedendo qui….Si sente un tale baccano da casa mia!”

Virginia, a fior di labbra: “Eh figurarsi se non arrivava lei!”

Silvana: “Beh? Avrò bene il diritto di sapere perché fate tutto questo casino e non mi lasciate vedere in pace “Amore al vento”, la mia soap opera preferita!”

Nonna Carlotta: “Mi pareva strano che non fosse ancora arrivata lei!”

Silvana, sarcastica: “Potrei dire lo stesso! Dove c’è lei, c’è sempre il caos!”

Nonna Carlotta: “Cosa c’entra il Laos, adesso!”

Silvana, ancor più sarcastica: “Ah, pure senza gli apparecchi”.

Nonna Carlotta: “Quale purè per i vecchi?...Da mandare in Laos? Perché?”

Silvana, snobbante: “Oh che confusione! Meglio che la ignori!”

Nonna Carlotta: “C’è un tifone? Dove? In Laos?”

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Silvana, spazientita: “Stia un po’ zitta!”

Nonna Carlotta: “In soffitta? Ci sono davvero dei vecchi del Laos nella soffitta del nostro condominio?”

Silvana, sbuffando: “Ma questa è fusa!”

Nonna Carlotta: “Quale cambusa? Silvana, non faccia confusione! La cambusa si trova sulle navi!”

Silvana, si allontana da nonna Carlotta facendo un cenno con la mano e si avvicina al giovanotto che ancora mugugna seduto per terra. “Guarda un po’ cos’ abbiamo qui! Perché è legato come un salame?”

Il giovanotto si agita furiosamente e Silvana arretra di un passo.

Professor Guerretti: “Stia indietro, Silvana! Il giovanotto è un ladro”.

Silvana, interessata: “Davvero? L’avete preso con le mani nel sacco?”

Virginia, in tono secco, rivolta a Silvana: “Non ha una soap opera d’andare a vedere?”

Silvana, ironica: “No! Ormai mi avete fatto perdere la puntata…E poi, voglio proprio vedere come va’ a finire questa di storia!”

Virginia: “Fino a prova contraria, questa è casa mia e decido io chi va e chi resta!”

Nonna Carlotta: “Ma insomma, che cosa state dicendo tra tutti? State parlando di questi vecchi del Laos? Se davvero sono in soffitta, bisogna fare qualcosa. Mica si possono lasciare là!”

Silvana: “Ma di che sta farneticando?”

Nonna Carlotta: “Sta pure nevicando?...Siete sicuri? Allora farà freddo in soffitta!”

Virginia: “Signora Carlotta, dove sono i suoi apparecchi?”

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Nonna Carlotta: “Lo so che sono dei vecchi! A maggior ragione non si possono lasciare in soffitta”.

Virginia, sorridendo suo malgrado e scandendo bene le parole: “Non ci sono vecchi in soffitta”.

Nonna Carlotta, sollevata: “Ma allora perché Silvana andava cianciando di loro e del Laos?”

Silvana: “Se l’è inventato lei il Laos! Io non so neanche dove sta!”

Nonna Carlotta: “Cos’ha detto? Non ho capito una parola!”

Silvana: “Appunto”.

Nonna Carlotta: “Defunto? Chi?”

Il giovanotto mugugna di nuovo e si agita.

Silvana, fissandolo: “Uhh! Sembra proprio arrabbiato! E ha l’aspetto malvagio!”

Il giovanotto emette altri mugugni di protesta.

Professor Guerretti, rivolto a tutte le donne: “Se andate di là in cucina, un attimo, io provo a togliergli il bavaglio e sento cos’ha da dire”.

Silvana, fissando il professore con aria rapita: “Oh che uomo coraggioso è lei!”

Virginia, a fior di labbra: “Certo che a questa le si fanno proprio tutti gli uomini! Basta che indossino i pantaloni e respirino!”

Silvana, fissandola in cagnesco: “Come dice, scusi?”

Nonna Carlotta: “Insomma, fate capire anche a me cosa dite? E sono pure stanca. Vorrei tanto sedermi!” Ciò detto afferra la stampella che aveva appoggiato al muro.

Virginia, rivolta a nonna Carlotta: “Il professore vuol parlare al ladro”.

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Nonna Carlotta: “Il professore vuole fare un quadro? Adesso? Non mi sembra proprio il caso! Potrà farlo domani!”

Silvana, rivolta a Virginia: “Cielo! La porti via!”

Nonna Carlotta: “La farmacia?...Il ladro sta male?....Comunque ormai l’ambulanza dovrebbe arrivare!”

Silvana, con fare insinuante: “Avete chiamato l’ambulanza? Come mai?”

Virginia, arrabbiata: “La cosa non la riguarda!”

Nonna Carlotta: “Chi è questa sarda?...La complice del ladro? Allora, Virginia, aveva ragione lei, prima! Il ladro è proprio sardo, non polacco!”

Virginia, rivolta a nonna Carlotta: “Andiamo in cucina!”

Nonna Carlotta: “E’ sua cugina? E dov’è? Qualcuno l’ha vista scappare?”

Virginia, prendendola sottobraccio e scandendo bene le parole: “Andiamo in cucina!”

Nonna Carlotta: “A far che?”

Virginia: “Così si potrà sedere”.

Nonna Carlotta: “Ma non voglio bere!”

Virginia: “Sedere, signora Carlotta! Sedere!”

Nonna Carlotta: “Ah, sì…Mi siedo volentieri, ma non berrò niente, grazie….E il professor Guerretti?”

Virginia: “Lui resta col ladro”.

Nonna Carlotta: “Ancora con questo quadro? Ma perché lo vuole fare proprio adesso?”

Virginia, sempre scandendo le parole: “Non qua-dro! La-dro! Signora Carlotta! Il professore resta col la-dro”.

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Nonna Carlotta: “Ah! A far che?”

Virginia: “Vuole ascoltarlo”.

Nonna Carlotta, spaventata: “Vuole pestarlo? Mio Dio questo poi no! E’ pur sempre un essere umano!” E rivolgendosi al professore gli dice: “Professore, non lo picchi, per cortesia! Lei non è un tipo violento!”

Professor Guerretti: “E chi lo vuol picchiare!”

Nonna Carlotta: “Vuol fischiare? Chi? Il ladro? Perché?”

Professor Guerretti, rivolta a Virginia: “La porti via, per amor del cielo!”

Virginia, prendendo nonna Carlotta sotto braccio: “Andiamo in cucina”.

Nonna Carlotta, dubbiosa: “Non so se è opportuno lasciare il professore solo col ladro….Se davvero vuol pestarlo!”

Silvana, in tono sornione:” Resterò io a vegliare sul suo operato, non si preoccupi!”

Nonna Carlotta: “Che cos’ha detto?”

Virginia, arrabbiata: “Che resta col professore”.

Nonna Carlotta, allarmata: “Gli presta il compressore? Per fare che? Lo vogliono torturare?...Io non lo permetterò!”

Virginia, trascinando con sé una nonna Carlotta recalcitrante e scandendo bene le parole: “Nessuno torturerà nessuno! Andiamo in cucina”.

Le due donne escono di scena.

Silvana soddisfatta, rivolta al professore: “Finalmente soli!” e gli posa una mano sul braccio.

Professor Guerretti ritraendosi, in tono burbero: “Donna! Che diamine sta facendo?”

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Silvana: “Mi godo il nostro insperato tete a tete!”


Professor Guerretti, ancor più burbero: “Controlli i suoi ormoni! Ho cose più serie a cui pensare”.

Il giovanotto, cerca di attirare l’attenzione di entrambi, ma inutilmente.

Silvana, avanzando verso il professore, in tono accattivante: “Lasci stare quello lì! Tanto è legato e non può andare da nessuna parte…Noi due invece, dedichiamoci a cose più interessanti”.

Professor Guerretti, arretrando e andando a finire contro il muro: “La vuole smettere di fare la vamp? Non è credibile con indosso quel vestito dozzinale”.

Silvana, risentita: “Vestito dozzinale? Ma lo sa quanto costa questo vestito? L’ho comprato in una boutique!”

Il giovanotto cerca di mettersi in piedi di nuovo, ma ricasca a terra.

Professor Guerretti, rivolto a Silvana: “Lo vede? Mi sta facendo perdere tempo! Vada di là in cucina anche lei. Io devo interrogare il giovanotto”.

Silvana, capricciosa: “Non è giusto! Prima mi fa gli occhi dolci e poi mi tratta a pesci in faccia”.

Professor Guerretti, visibilmente sorpreso: “Io le avrei fatto gli occhi dolci? Quando, se è lecito saperlo?”

Silvana: “Ieri sera, quando ci siamo incontrati sulle scale…Ero assieme alla mia amica, ma lo sguardo che lei mi ha lanciato, caro professore, non mi è di certo sfuggito!”

Professor Guerretti: “Lei è tutta matta! Probabilmente non avevo i miei occhiali indosso e così ha scambiato il mio sguardo da miope per qualcosa d’altro!”

Silvana: “No, no! Lei non m’inganna. So di piacerle e ora glielo dimostro”. Ciò detto, la donna si avventa sul professore che lancia un urlo.

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In scena rientra nonna Carlotta, inseguita da Virginia, ma prima che quest’ultima riesca a fermarla, lei dà un colpo in testa a Silvana con la propria stampella.

Silvana cade a terra tramortita.

Professor Guerretti, agitato: “Cos’ha fatto, signora Carlotta?”

Nonna Carlotta: “Beh, non è chiaro? Silvana la stava aggredendo e io l’ho salvata! Chi l’avrebbe mai detto che fosse in combutta con il ladro?”

Professor Guerretti, lamentoso: “Ma non lo è!”

Nonna Carlotta: “Come no? Allora perché la stava aggredendo?”

Professor Guerretti: “Mi abbracciava!”

Nonna Carlotta: “La minacciava? No, no caro mio! Era ben oltre le minacce! Era passata all’attacco!”

Virginia, sarcastica fissando il professore:“ Eh sì, Silvana era proprio passata all’attacco!”

Professor Guerretti, tossicchia imbarazzato, guarda Silvana stesa ai suoi piedi. “Forse dovremmo metterla sul divano!”

Nonna Carlotta: “Cosa dite? Oggi parlate tutti a voce bassa! Avete tutti il mal di gola?”

Virginia: “C’è Silvana da spostare”

Nonna Carlotta: “Acqua piovana da spostare? Dove e perché?”

Virginia: “No, signora Carlotta, Sil-va-na! E’ da mettere sul di-va-no”.

Nonna Carlotta:  “Sì, certo. Però forse prima bisognerebbe legare anche lei, visto che è complice del ladro!”

Professor Guerretti sbuffando: “Madonna, aiutaci tu!”

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Nonna  Carlotta: “La gonna è sul blu?...La gonna di chi?”

Professor Guerretti, sempre più esasperato: “Oh Gesù!”

Nonna Carlotta: “Ma sì! Che è blu l’avevo capito! Ma di chi è? E poi cosa c’entra col fatto che bisognerebbe legare Silvana per impedirle di fuggire quando rinviene?”

Prima che il Professore o Virginia possano ribattere, due carabinieri irrompono nel soggiorno con le pistole puntate sui presenti e gridano in coro: “Alt! Fermi tutti!”

Il professor Guerretti sussulta.

Virginia si mette a gridare e cade a terra svenuta.

Nonna Carlotta spaventata, alza le mani in alto lasciando cadere a terra la stampella.

Il sipario si chiude mettendo fine al primo atto.

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II  ATTO

Il sipario si apre. Nel soggiorno ci sono due donne a terra, prive di conoscenza: Virginia e Silvana.

A poca distanza da loro, seduto per terra, ancora legato, il giovanotto mugugna disperatamente da dietro il bavaglio.

Nonna Carlotta è ancora in piedi con le mani alzate e il professor Guerretti le sta accanto, ma senza le mani alzate.

Maresciallo dei carabinieri, rivolto a nonna Carlotta ed il professor Guerretti: Sono il maresciallo Quintifiore e vi ordino di dirmi che diamine state combinando qui dentro!”

Professor Guerretti: “Abbiamo preso un ladro”.

Nonna Carlotta sussurra: “Sst! Professore! La pianti con questo quadro! Le sembra il momento di pensarci?”

Maresciallo Quintifiore: “Ladro? Quadro? Qualcuno si decide a parlare?”

Intanto, l’altro carabiniere si è chinato sulle due donne e le sta esaminando mentre il giovanotto legato cerca rumorosamente di attrarre la sua attenzione.

Maresciallo Quintifiore voltandosi nella direzione del giovanotto: “Stia un po’ in silenzio lei! Verrà anche il suo turno! Ora voglio sentire cos’hanno da dire questi due!”

Professor Guerretti: “E’ meglio che parli io! La signora Carlotta qui è un po’ dura d’orecchi!”

Nonna Carlotta, gli sussurra: “Perché gli sta dicendo anche dei vecchi in soffitta?

Maresciallo Quintifiore ancora più confuso: “Vecchi? Quali vecchi in soffitta? Li avete sequestrati? Ma che accidenti mi state combinando qui dentro?”

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Professor Guerretti, rivolto a nonna Carlotta: “SSt! Lasci parlare me! Non vede che con ogni parola che pronuncia,  ingarbuglia le cose sempre più?”

Maresciallo Quintifiore, rivolto a nonna Carlotta: “Mi parli un po’ di questi vecchi in soffitta, per favore!”

Professor Guerretti, intromettendosi: “Non c’è nessun vecchio…”

Maresciallo Quintifiore, interrompendolo bruscamente: “Lei taccia! Lasci parlare la signora!”

Professor Guerretti: “Ma le dico che…….!”

Maresciallo Quintifiore: “Zitto! O le giuro che l’arresto all’istante!”

Nonna Carlotta, in tono esitante: “Sembra che ci siano dei vecchi del Laos in soffitta a cui, non so perché, si doveva dare del purè”.

Maresciallo Quintifiore, rivolto all’altro carabiniere: “Appuntato Cavilli, come stanno le due donne?”

Appuntato Cavilli: “Sono ancora prive di conoscenza, maresciallo”.

Maresciallo Quintifiore: “La donna che era già a terra quando siamo entrati qua, le sembra in pericolo di vita?

Appuntato Cavilli: “No, maresciallo”.

Maresciallo Quintifiore: “Vabbè! Allora non spostiamo né lei né quella che è svenuta al nostro arrivo. Piuttosto telefoni al 118 così che vengano soccorse entrambe da mani più esperte delle nostre”.

Professor Guerretti, intervenendo: “Credo che il 118 sia già stato chiamato”.

Maresciallo Quintifiore: “Ah, bene!” E rivolto all’appuntato: “Mi vada un po’ a controllare questa benedetta soffitta…pare che ci siano nascosti degli anziani rifugiati del Laos…Senz’altro si tratta di immigrati clandestini. Mi chiedo come li abbiano fatti arrivare qua!”

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Appuntato Cavilli, mettendosi sull’attenti: “Comandi!” e lascia il soggiorno.

Professor Guerretti: “Maresciallo, scusi, ma…”

Maresciallo Quintifiore: “Silenziooo! Decido io chi parla e chi no!”

Il professor Guerretti, tace, visibilmente offeso.

Maresciallo Quintifiore rivolto a nonna Carlotta: “E ora, in quanto al quadro……”

Nonna Carlotta:” Sì, sì, quello là è proprio un ladro e l’ho legato io!”

Maresciallo Quintifiore: “Non ho detto ladro, ho detto qua-dro!”

Nonna Carlotta: “Ah sì, il professore si è messo in testa di fare un quadro proprio oggi!”

Maresciallo Quintifiore: “Cosa c’entra il quadro con i vecchi del Laos?”

Nonna Carlotta. “Come dice scusi? I vecchi fanno caos? Dove? In soffitta?”

Maresciallo Quintifiore: “La smetta! Qui le domande le faccio solo io!”

Nonna Carlotta, confusa: “Come dice, scusi? Non ho capito!”

Maresciallo Quintifiore, spazientito, esclama: “Lei, signor Ortazzi! E’ ancora lì all’ingresso?”

Una voce maschile da fuori palco esclama: “Sì, sono qui!”

Maresciallo Quintifiore: “Venga dentro, per favore!”

Nel soggiorno entra un giovanotto dall’aria nervosa.

Maresciallo Quintifiore, indicando nonna Carlotta: “E’ questa la donna che ha visto colpire il suo collega col tegame?”

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Signor Ortazzi, squadrando nonna Carlotta attentamente: “”No, era meno anziana!”

Nonna Carlotta, rivolta al signor Ortazzi: “Macchè! Io non sono veneziana. Non ho mai visto Venezia in tutta la mia vita!”

Maresciallo Quintifiore, rivolto a nonna Carlotta, esclama: “Zitta, per cortesia!” E rivolto al signor Ortazzi: “Lì, sul pavimento, ci sono due donne stese a terra. Mi dica se ne riconosce una”.

Signor Ortazzi, spaventato, rivolto al maresciallo Quintifiore: “Non mi dica che le ha uccise!”

Maresciallo Quintifiore: “Non faccia l’isterico, per cortesia! Le pare che ucciderei due donne? Una era già a terra e l’altra è svenuta quando ci ha visto arrivare….E adesso, faccia come le ho detto!”

Signor Ortazzi, avvicinandosi alle due donne, riconosce Virginia ed esclama: “Eccola! E’ lei! E’ lei che ha colpito Filippo col tegame!” Poi si accorge del giovanotto che mugugna, seduto e legato come un salame ed esclama: “Filippo! Sei vivo! Dio sia lodato!” E fa per raggiungerlo.

Maresciallo Quintifiore, intervenendo: “Fermo! Non si avvicini al suo collega fino a quando non lo decido io!”

Signor Ortazzi si ferma all’istante.

Maresciallo Quintifiore, rivolto al signor Ortazzi: “Adesso, con calma, mi ripeta la sua versione dei fatti!”

Signor Ortazzi: “Gliel’ho già detto in caserma! Non appena Filippo è entrato nella cucina di quella donna isterica, lei s’è voltata e gli ha dato un tegame in testa. Io ero qui nel soggiorno…Ho visto la scena e sono scappato via prima che colpisse anche me!”

Professor Guerretti, non riuscendo a trattenersi: “E che cosa ci siete entrati a fare in casa della signora Virginia, se è lecito saperlo?”

Maresciallo Quintifiore: “Sileeenzio! Ho detto  che  l’unico che  fa  le  domande  qui

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dentro, sono io!”

Signor Ortazzi, rivolto al professor Guerretti, in tono sarcastico: “Suppongo che abbia

legato lei Filippo come un salame…E mentre lo legava, proprio non l’ha riconosciuto? E’ Filippo Foreffari, accidenti!”

Professor Guerretti, altrettanto sarcastico: “A parte il fatto che non l’ho legato io, il giovanotto, comunque no! Perché dovrei conoscerlo?”

Signor Ortazzi: “Miseriaccia! Ma non la guarda proprio più nessuno la televisione?”

Nonna Carlotta, confusa: “Ma cosa state dicendo? Parlate più forte! Voglio capire anch’io!”

Maresciallo Quintifiore, arrabbiatissimo: “Sileeenzio! Adesso mi avete davvero scocciato! Il primo che parla ancora senza il mio permesso, giuro che finisce davvero agli arresti!”

Nonna Carlotta: “Eh?”

Professor Guerretti, afferrandole un braccio: “SSt!”

Maresciallo Quintifiore, rivolto al signor Ortazzi: “Quindi lei è scappato via quando il suo collega è stato colpito col tegame”.

Signor Ortazzi: “Certo che sì! Filippo era stramazzato a terra. Pensavo che quella pazza isterica lo avesse ucciso e temevo che avrebbe ucciso anche a me…Così ho tentato di chiamarvi col mio cellulare, ma era scarico. Così sono corso da voi in caserma per denunciare la cosa!”

Nonna Carlotta, sussurrando al professor Guerretti: “Cosa stanno dicendo?”

Maresciallo Quintifiore, a nonna Carlotta: “Zitta, ho detto!” E rivolto al signor Ortazzi: “Allora, perché lei ed il suo collega siete entrati nell’appartamento della signora?”

Signor Ortazzi: “Filippo ed io lavoriamo per la trasmissione televisiva di Canale Rosso: ‘Un appuntamento per te”. E guardando tutti i presenti nel soggiorno chiede: “Possibile che nessuno di voi sappia di che trasmissione sto parlando?”

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Filippo, mugugna dal suo angolo.

Maresciallo Quintifiore: “Zitto anche lei! Ho detto che, a tempo debito, avranno tutti la possibilità di dire la loro, così forse riusciremo a venire a capo di questa baraonda!” Poi, rivolto al signor Ortazzi: “Continui!”

Signor Ortazzi: “Alla segreteria della trasmissione arrivano lettere di persone che cercano di rintracciare o contattare qualcuno e quelle più interessanti vengono prese in considerazione. Dopo di che, il mio collega ed io andiamo appunto a casa della persona che deve essere rintracciata o contattata e le mostriamo la lettera….Cioè, Filippo le mostra la lettera ed io riprendo tutto con la telecamera”.

Professor Guerretti, intervenendo suo malgrado: “Chi è che vuole contattare la signora Virginia?”

Maresciallo Quintifiore, in tono secco: “Ho detto che…”

Professor Guerretti, alzando le mani ed interrompendolo: “Che fa lei le domande…Sì, sì ho capito! Sto zitto!”

Signor Ortazzi: “Devo continuare?”

Maresciallo Quintifiore: “Prego!”

Signor Ortazzi: “La lettera che era arrivata in redazione e che riguardava la signora Virginia Finetti, era interessante e così Filippo ed io abbiamo deciso di venire qui da lei per parlargliene. Abbiamo suonato il campanello alla porta d’ingresso, ma nessuno rispondeva anche se la porta non era chiusa a chiave, ma solo socchiusa. Così abbiamo deciso di entrare. Filippo è entrato per primo…Io mi sono attardato un attimo e quando sono entrato a mia volta, l’ho visto in cucina mentre veniva colpito dalla donna con quel tegame”.

Maresciallo Quintifiore: “E invece di correre in suo soccorso, ha pensato bene di darsela a gambe!”

Nonna Carlotta, ad alta voce: “Insomma, si può capire qualcosa di quello che si dice qui?”

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Maresciallo Quintifiore: “Ultimo avvertimento!”

 Nonna Carlotta: “Quale avvenimento?”

In quel momento, l’appuntato irrompe nel soggiorno e si rivolge al maresciallo Quintifiore: “Sono stato in soffitta, maresciallo. Non c’è nessuno, là!”

Maresciallo Quintifiore: “Li avran fatti sparire!”

Nonna Carlotta: “Chi han fatto patire? I vecchi del Laos?”

Maresciallo Quintifiore, rivolto a nonna Carlotta, in tono duro: “Dove li avete portati?”

Nonna Carlotta: “Si sono ammalati? Eh ci credo! Se sono rimasti in soffitta! Non è un posto sano in cui stare!”

Professor Guerretti: “Stia zitta, per amor di Dio! Ci sta mettendo nei guai, non lo vede?”

Maresciallo Quintifiore, rivolto al professor Guerretti: “Allora? Mi volete dire dove avete nascosto questi extra comunitari?”

Professor Guerretti: “Non c’è mai stato nessun extra comunitario nascosto in soffitta…E’ tutto un malinteso…La signora Carlotta è un po’ sorda e ha male interpretato i discorsi che sono stati fatti prima che voi arrivaste qui!”

Maresciallo Quintifiore, rivolto al professor Guerretti: “La smetta di mentire!”

Nonna Carlotta: “Che si son fatti patire questi poveri vecchi, l’abbiamo capito. Ma chi? Chi è stato?”

Professor Guerretti spazientito, rivolto a nonna Carlotta: “Stia zitta, benedetta donna!”

Maresciallo Quintifiore, rivolto al professor Guerretti: “Ha capito che sta rischiando grosso?”

Nonna Carlotta: “Stanno in un fosso? Chi? Quei poveri vecchietti? Ma non erano in

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soffitta?

Il Professor Guerretti lancia un’esclamazione esasperata e si lascia cadere sul divano.

Celeste, entra trafelata nel soggiorno mentre esclama: “Signora Virginia, la nonna è qui da lei?” Poi vede i due carabinieri e sussulta. “Che cosa succede qui?”

Maresciallo Quintifiore, interviene: “Le domande le faccio io! Chi è lei, signorina? Mi declini immediatamente le sue generalità”.

Celeste, spaventata: “Mi chiamo Celeste Sparvieri”. Poi vede nonna Carlotta e indicandola, aggiunge: “Sono la nipote di quella signora lì!”

Maresciallo Quintifiore, fissandola con sospetto: “Lei ne sa qualcosa di questi vecchi del Laos che sarebbero stati nascosti nella soffitta del condominio e poi spostati in una fossa…Confessi! Siete coinvolti in questo traffico di esseri umani?”

Celeste, agitata: “Vecchi del Laos in soffitta? Ma sta scherzando?”

Nonna Carlotta, rivolta a Celeste, con aria serafica: “Cara, tu hai sentito dire qualcosa di alcuni vecchietti che vivono in soffitta e si sono ammalati?”

Celeste, rivolta a nonna Carlotta: “Ma cosa dici, nonna?” Poi si accorge di Virginia e Silvana, stese sul pavimento, prive di conoscenza e del giovanotto legato come un salame ed esclama: “Ma che diamine sta succedendo qui dentro?”

Maresciallo Quintifiore rivolto a Celeste: “Non faccia la finta tonta! Con quell’aria da furbetta….Mi sa che c’è lei a capo dell’organizzazione del traffico di esseri umani!”

Celeste, indignata: “Lei è tutto matto! Sta farneticando!”

Maresciallo Quintifiore: “Stia attenta a come parla, signorina! Un’altra parola e l’arresto per oltraggio a pubblico ufficiale!”

Nonna Carlotta, rivolta al maresciallo Quintifiore: “Che cosa sta dicendo a mia nipote, si può sapere?”

Maresciallo Quintifiore, rivolto a nonna Carlotta: “Stia zitta, una buona volta!”

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Celeste, arrabbiata: “Le sembra il modo di rivolgersi ad una persona anziana?”

Maresciallo QUintifiore, rivolto a Celeste: “Non mi insegni come mi devo rivolgere alle persone indagate, per cortesia!”

Celeste, confusa: “Persone indagate?....Di che? Io proprio non capisco!”

Nonna Carlotta, rivolta a Celeste: “Cosa dici cara?”

Professor Guerretti, ridacchiando istericamente: “Eh, Celeste! La tua nonna ci ha incasinato per bene! Non so perchè oggi non abbia gli apparecchi acustici alle orecchie, ma ti posso dire che capendo Roma per toma, ci ha messo nei pasticci!”

Celeste: “Gli apparecchi devono essere riparati…Per questo non li porta!”

Nonna Carlotta: “Come, cara? I vecchi devono essere separati perché sono sotto scorta?”

Celeste: “Ma quali vecchi, nonna?”

Nonna Carlotta: “E rieccoci coi secchi!.....Ci manca solo che il professor Guerretti torni a dire che vuol mettersi a fare un quadro proprio adesso….Con quel ladro qui in casa della signora Virginia! Hai visto cara come l’ho legato bene? Mio cugino mi ha insegnato a fare i nodi con la corda…Solo non capisco: abbiamo chiamato i carabinieri…e il 118 perché la signora Virginia aveva colpito il giovanotto in testa che così era svenuto…L’ambulanza non è ancora arrivata….E poi si arrabbiano se si parla di malasanità…E in quanto ai carabinieri, certo sono arrivati, ma continuano a parlare e parlare invece di portare via il malvivente e Silvana….perchè sai, roba da non crederci, Silvana era d’accordo col ladro e poco fa stava aggredendo il professore!”

Celeste: “Mi scoppia la testa…Non capisco di cosa parli, nonna!”

Professor Guerretti, dal divano: “E allora, siamo in due!”

Celeste: “Chi cavolo è questo ladro?”

Nonna Carlotta: “Sì, il quadro! Il professore ne ha parlato anche a te?”

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Maresciallo Quintifiore: “D’accordo! Adesso zitti tutti! Credo d’iniziare ad avere il quadro della situazione!”

Nonna Carlotta: “Il quadro è alla stazione? Quale? Non quello del professor Guerretti, credo! Non l’ha ancora fatto!”

Maresciallo Quintifiore: “I due giovanotti della trasmissione televisiva vengono a casa della signora…della signora…. “ E si volta verso il signor Ortazzi.

Signor Ortazzi, intervenendo: “Virginia Finetti”.

Maresciallo Qintifiore: “Sì…La signora Finetti…”

Celeste: “Quale trasmissione televisiva?”

Signor Ortazzi: “’Un appuntamento per te’ su Canale Rosso…Lo conosce?”

Nonna Carlotta: “Il fosso? Quale? Quello dove sono stati portati i poveri vecchietti?”

Maresciallo Quintifiore: “Silenziooo!...Fate parlare me, per favore!...Dunque, dicevo che i due giovanotti, sono arrivati a sorpresa….Hanno suonato, ma nessuno è venuto ad aprire e siccome hanno trovato aperta la porta….”

Nonna Carlotta: “E’ morta? Chi?...Silvana? Cielo! Non credo di averla colpita così forte con la stampella…Ma del resto, mica potevo lasciarle aggredire il professore!”

Celeste, allarmata: “Cos’hai fatto, nonna?”

Nonna Carlotta: “Lo so che Silvana è una donna, ma cos’altro potevo fare?”

Maresciallo Quintifiore: “Silenzioooo! Lasciatemi continuare!...Allora…dicevo che la porta era aperta e lei, signor Ortazzi è entrato nell’appartamento poco dopo il suo collega….In tempo appunto per vedere che la donna che qui risiede lo ha colpito col tegame…Poi è scappato via e….

Signor Ortazzi, interrompendolo: “Certo che sono scappato! Avrei dovuto farmi colpire anch’io, insomma!”

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Maresciallo Quintifiore: “Taccia!”

Nonna Carlotta, preoccupata: “Qualcuno vuole dirmi se Silvana è viva? Non voglio avere morti sulla coscienza, anche se si tratta di malviventi!”

Maresciallo Quintifiore, rivolto a Celeste: “La porti fuori dal soggiorno, per cortesia!”

Celeste, rivolta a nonna Carlotta: “Vieni nonna! Qui si mette male!”

Nonna Carlotta: “Chi si sente male?”

Celeste: “Poi ti spiego!”

Nonna Carlotta: “Diego? E chi è questo Diego?”

Celeste: “Non c’è nessun Diego, nonna!”

Nonna Carlotta: “Un impiego? Che impiego? Lo cerca questo Diego? Allora non si sente male?”

Professor Guerretti dal divano: “Basta, per favore!”

Nonna Carlotta: “Vuol fare il dottore?...Ma da dove salta fuori questo Diego, dunque? E la laurea per esercitare la professione medica ce l’ha?...Anche se proprio non capisco cosa c’entra adesso questo!”

Maresciallo Quintifiore: “Signorina! Porti sua nonna fuori di qui o giuro che la faccio portare via dall’appuntato!”

Celeste, quasi trascinando la nonna per un braccio: “Vieni, nonna!”

Nonna Carlotta: “Quale gonna?....Ma perché coi discorsi saltate così di palo in frasca? Stavate parlando di questo Diego che si sente male però vuol fare il dottore ed ora salta fuori una gonna…Per non parlare del professor Guerretti a cui viene la mania pittorica proprio oggi!”

Celeste conduce fuori dal palco la nonna quasi di forza.

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Nonna Carlotta, lamentosa: “Ma perché mi tiri così cara, che cosa ti prende?”

Professor Guerretti, dal divano: “Che casino! Che casino! Che Dio ci aiuti!”

Maresciallo Quintifiore soddisfatto, rivolto al signor Ortazzi: “Allora, si stava dicendo poc’anzi che lei è scappato via e….

Signor Ortazzi: “E dai ancora con questo scappare!”

Maresciallo Quintifiore, ignorandolo: “E poi è venuto da noi dicendoci di correre qui perché il suo collega era stato aggredito da una donna con un tegame…Noi abbiamo deciso di venire perché prima che lei arrivasse in caserma, avevamo comunque ricevuto una telefonata in cui ci si chiedeva di correre allo stesso indirizzo che lei ci ha fornito poco dopo. Al telefono però dicevano di aver catturato un ladro e quindi volevamo capire quale delle due versioni fosse quella giusta!”

Professor Guerretti sarcastico, balzando in piedi dal divano e parandosi davanti al maresciallo Quintifiore: “E nell’incertezza, siete entrati qui dentro con le pistole spianate ed avete fatto svenire la povera Virginia!”

Maresciallo Quintifiore, altrettanto sarcastico: “Lei non assuma quell’aria da galletto combattente con la cresta alzata, sa?  Deve ancora chiarire la sua posizione!”

Professor Guerretti, risentito: “E’ presto fatto! Il mio appartamento è proprio sopra a quello di Virginia. Ho sentito uno strano trambusto e quindi sono sceso a vedere cosa stesse succedendo!”

Il giovanotto legato ricomincia ad agitarsi forsennatamente, mugugnando a più non posso.

Maresciallo Quintifiore voltandosi nella sua direzione: “Buono! Ho già detto che arriverà anche il turno suo!” Poi si rivolge di nuovo al professor Guerretti: “Quindi ha aiutato a legare il giovanotto laggiù?”

Professor Guerretti: “Niente affatto. Era già legato!”

Maresciallo Quintifiore: “Mi vuole dire quindi che davvero l’ha legato quella logorroica donna anziana che grazie a Dio, è appena uscita dal soggiorno?”

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Professor Guerretti: “Beh, l’ha sentita no? Non l’ha detto lei stessa quando parlava con la nipote pochi minuti fa?”

Maresciallo Quintifiore: “Bah!....Sarà….Parliamo adesso dell’altra donna stesa lì per terra priva di conoscenza”.

Professor Guerretti: “Silvana”.

Maresciallo Quintifiore: “Precisamente! La logorroica vecchietta ha detto di averla colpita perché stava aggredendo lei…Perché quella donna la stava aggredendo? Mi spieghi un po’, dato che abbiamo appurato che il giovanotto legato là dietro non è un ladro e quindi quella donna non può essere una sua complice”.

Professor Guerretti: “Silvana non mi stava aggredendo…cioè,  in un certo qual modo sì, ma…”

Maresciallo Quintifiore, spazientito: “Insomma, la stava aggredendo sì o no?”

Professor Guerretti, imbarazzato, alquanto sottovoce e velocemente: “Stava cercando di abbracciarmi”.

Maresciallo Quintifiore: “Come ha detto? Parli a voce più alta, non bisbigli!”

Appuntato Cavilli: “Ha detto che la signora lo stava abbracciando, signor maresciallo”.

Maresciallo Quintifiore, all’appuntato Cavilli: “Appuntato! Ne abbiamo appena persa una che si intrometteva continuamente nei discorsi, non si metta a fare il suo supplente, per cortesia”.

Appuntato Cavilli, battendo i tacchi  e mettendosi sull’attenti: “Comandi, signor maresciallo”.

Maresciallo Quintifiore, rivolto al professor Guerretti: “Perché la signora Silvana stava cercando di abbracciarla?”

Professor Guerretti, brusco: “Che ne so? Fatela rinvenire e chiedetelo a lei!”

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Un trambusto proviene da fuori palco e in soggiorno ricompare nonna Carlotta, con stampella al braccio che esclama: “Venga, venga! Le donne svenute e il ladro legato sono qui!”

Dietro di lei corre Celeste che cerca invano di agguantarla.

La ragazza è seguita da un uomo che tiene una valigetta da medico in una mano.

Maresciallo Quintifiore, spazientito: “Eccola che ritorna!” E rivolgendosi a Celeste: “Signorina! Non le avevo detto di tenere sua nonna lontana da qui?”

Celeste: “Ho provato a fermarla, ma è arrivata la guardia medica e…”

Il medico della guardia medica intanto ha seguito nonna Carlotta, corre accanto alle due donne svenute e si china a controllarle. Poi si rivolge al maresciallo Quintifiore: “Che cos’è successo qui? Cos’è successo alle due signore?” Prima però che il maresciallo possa rispondere, interviene nonna Carlotta.

Nonna Carlotta: “Le ambulanze erano tutte già impegnate, così hanno mandato questo signore da solo”.

Il medico della guardia medica, specifica: “Sono un dottore”.

Nonna Carlotta: “Perché chiede a me dove ho dolore? Non sono io quella da visitare, ma quelle due!”

Maresciallo Quintifiore, rivolto al dottore: “Non replichi, per favore! Si affretti a fare quel che deve fare, altrimenti qui non la finiamo più. Le daremo poi le eventuali spiegazioni”.

Nonna Carlotta, rivolta al maresciallo Quintifiore: “Come dice, scusi?”

Celeste: “Nonna, torniamo in cucina”.

Nonna Carlotta: “Celeste, perché dici: ‘Chiamiamo la cugina?’ La cugina di chi?”

Professor Guerretti, rivolto al maresciallo Quintifiore: “Senta…Non ce la faccio più! Mi sta venendo il mal di testa e…”

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Nonna Carlotta, interrompendolo: “Sta venendo alla festa? Chi è

questa cugina di cui parla Celeste?E poi a quale festa, scusate?”

Professor Guerretti lanciando un sospiro di esasperazione, rivolto al maresciallo Quintifiore: “Se ha bisogno di me, mi trova nel mio appartamento, al piano di sopra!”

Maresciallo Quintifiore: “No! Nessuno si muove da qui fino a quando tutti i presenti saranno stati interrogati!”

Appuntato Cavilli, rivolto al maresciallo Quintifiore: “Signor maresciallo, il giovanotto legato sta scalpitando…Forse adesso potremmo sentire anche lui, così poi ci resteranno solo le due donne svenute”.

Il maresciallo Quintifiore sta per rispondere, ma la signora Virginia lancia un gridolino mettendosi a sedere e guardandosi attorno con aria spaurita. Vede i due carabinieri e lancia un nuovo grido.

Maresciallo Quintifiore, rivolgendosi alla signora Virginia: “Non svenga di nuovo, è un ordine!”

Signora Virginia: “Che cosa è successo?”

Maresciallo Quintifiore, in tono brusco:” Siamo qui appunto per appurarlo. Lei mi dica, ha colpito il giovanotto là dietro col tegame?”

Signora Virginia, lamentosa: “Sì. L’ho fatto!...Del resto, lui è entrato di soppiatto in casa mia, con l’intento di rubare! Io mi sono solo difesa!”

Il giovanotto legato e imbavagliato, mugugna arrabbiato.

Il Maresciallo Quintifiore gli lancia un’occhiata torva, poi si rivolge all’appuntato Cavilli: “D’accordo! Lo sleghi e gli tolga quel bavaglio! E’ arrivato il momento di sentire cos’ha da dire”.

Non appena il giovanotto è libero dalle corde e dal bavaglio, balza in piedi ed esclama furente: “Questo è un condominio di pazzi! Ve lo dico io!”

Maresciallo Quintifiore: “Si dia una calmata o le rimetto il bavaglio personalmente!”

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Il giovanotto: “Aspetti che in trasmissione dica a tutti che io, Filippo Foreffari, sono stato colpito con un tegame da una donna isterica, legato come un salame da un’altra e tenuto in ostaggio da questa banda di matti per tutto questo tempo, senza darmi la possibilità di difendermi!”

Nonna Carlotta, ad alta voce: “Ma perché diamine quel carabiniere ha liberato il ladro? L’avevo legato così bene!”

Filippo Foreffari, indicando nonna Carlotta con un dito: “Ecco, quella lì è la più matta di tutti!”

Celeste, in tono risentito, rivolta a Filippo Foreffari: “Mia nonna non è matta! E’ solo sorda!”

Maresciallo Quintifiore: “Silenziooo! Zitti tutti!”

Filippo Foreffari, sempre più furente: “Nooo! Sono già stato in silenzio forzato fin troppo! Adesso ve lo dico io chi è il responsabile di tutto questo casino: l’uomo che ci ha scritto la lettera alla segreteria della trasmissione, chiedendoci di contattare quella pazza isterica ! (E indica la signora Virginia). “Sulla lettera c’era indicato un numero di cellulare da chiamare in caso di bisogno! Il mio collega ed io volevamo chiamarlo dopo aver contattato l’isterica donna!” Ciò detto, estrae dalla tasca dei pantaloni il telefonino e compone un numero.

Il professor Guerretti, intanto, mentre Filippo Foreffari parla, indietreggia verso l’uscita del palco, ma prima che riesca ad andarsene, il rumore di una suoneria arriva dalla tasca della sua giacca. Gli occhi di tutti i presenti si fissano increduli su di lui, tranne quelli di nonna Carlotta.

Nonna Carlotta: “Perché guardate tutti il professore? Cosa sta succedendo?”

Celeste, prendendo la nonna sottobraccio e battendole la propria mano sulla sua: “Non adesso, nonna!”

Nonna Carlotta: “Perché dici che è un fesso, Celeste?”

Filippo Foreffari, ridendo sarcastico: “Sì. Per una volta, quella donna ci ha azzeccato! Quel professore è proprio un fesso!”

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Professor Guerretti, risentito rivolto a Filippo Foreffari: “Ci vada piano con le parole, giovanotto!”

Filippo Foreffari: “No, invece! Quel….quell’uomo ha finto fino ad ora di non sapere niente di tutta la faccenda! E quando il mio collega, Ortazzi, ha parlato della trasmissione e di qualcuno che voleva contattare la donna isterica, lui ha finto di cascare dalle nuvole e non sapere nulla, chiedendo con finta innocenza chi volesse contattarla!”

Signor Ortazzi: “Sì, sì! E proprio vero!”

Professor Guerretti, in tono nervoso: “Vi sbagliate! Non sono io che vi ho chiamato per contattare Virginia!”

Filippo Foreffari: “Ah sì? Allora poco fa, il suo cellulare suonava per pura coincidenza dopo che io ho composto un numero col mio!”

Professor Guerretti: “D’accordo! Sono colpevole! Sì, ho scritto io alla segreteria della trasmissione ‘Un appuntamento per te”.

Nonna Carlotta: “Qualcuno vuol spiegarmi cosa sta succedendo? Nessuno parla come si deve, oggi!”

Signora Virginia, confusa, rivolta al professor Guerretti: “Professore? Perché ha scritto a quella trasmissione per contattarmi? Le bastava scendere le scale e venire qui di persona!”

Professor Guerretti, fissandola imbarazzato: “Non è chiaro?”

Nonna Carlotta, intromettendosi, spazientita: “E chi è questo Alvaro, adesso? Da dove salta fuori? Oggi si continua a parlare di persone non presenti qui! Prima, i vecchi del Laos, poi quel Diego che vuol fare il medico, dopo ancora una cugina chissà di chi e adesso, per finire in bellezza, questo Alvaro? Cosa vuole anche lui?  Tutti nel nostro condominio arrivano!”

In quel momento Silvana si riprende lamentosa e pian piano si mette a sedere toccandosi la testa. “Ahi! Cosa mi è successo?”

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Nonna Carlotta, rivolta al maresciallo Quintifiore: “Ecco! La complice del ladro si è ripresa e scommetto che adesso libererà anche lei!”

Silvana rivolta a nonna Carlotta, scioccata: “Io complice del ladro? Ma che cosa s’inventa, signora Carlotta?”

Nonna Carlotta: “Come dice, Silvana? Sta inveendo contro di me?”

Maresciallo Quintifiore: “Silenziooo!”

Nonna Carlotta: “Gaudenzio? E chi è? Non ci capisco più niente! Diego, una cugina chissà di chi, Alvaro e adesso pure Gaudenzio!”

Celeste esasperata:”Oh nonna!”

Nonna Carlotta, rivolta a Celeste: “Una donna? C’è anche una donna? Chi è dunque? La cugina? Ed è con questo Gaudenzio?”

Maresciallo Quintifiore, rivolto all’appuntato Cavilli: “Appuntato, porti quella signora fuori di qui! Subito!”

Appuntato Cavilli, sull’attenti: “Comandi, signor maresciallo!” Si avvicina a nonna Carlotta e la prende per un braccio: “Venga con me, signora!”

Nonna Carlotta, strattonando il braccio, si libera dalla presa dell’appuntato e in tono offeso ribatte: “Ma come? Lasciate libero un ladro e la sua complice e portate via me? Sarebbe questa la giustizia italiana? Ecco perché andiamo male! Io non ho fatto niente e non mi farò portare in prigione!”

Celeste, rivolta all’appuntato Cavilli: “Lasci! La porto io”.

Nonna Carlotta: “Come? Tu mia nipote, vorresti portarmi in prigione?”

Prima che Celeste possa rispondere, Silvana esclama: “Alla casa di riposo bisogna portarla quella!”

Maresciallo Quintifiore: “Baaastaaa! Mi avete scocciato tutti quanti!....Visto che tutto questo casino è successo per dei puri malintesi, io  e  l’appuntato  ce  ne  torniamo  

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in caserma!”

Filippo Foreffari, allibito: “Come? Io sono stato colpito e lei non intende punire quella donna isterica?”

Maresciallo Quintifiore: “Se proprio vuole, venga in caserma e sporga denuncia…Le consiglio però di pensarci bene perché a sua volta potrebbe essere denunciato per intrusione in quanto è entrato in casa d’altri senza essere invitato”.

Nonna Carlotta: “Celeste, vuoi davvero portarmi in prigione?”

Celeste: “No, nonna! Nessuno andrà in prigione”.

Nonna Carlotta: “Chi ha ragione? Il carabiniere che vuole arrestarmi? Perché dici così?”

Medico della guardia medica, avvicinandosi a Filippo Foreffari: “Mi lasci dare un’occhiata alla sua testa”.

Virginia, alzandosi in piedi, si avvicina al professor Guerretti: “Allora, professore? Perché ha contattato quei due della trasmissione ‘Un appuntamento per te’?”

Silvana, balzando in piedi e fissando arrabbiata il professor Guerretti: “Che cos’ha fatto, professore?”

Professor Guerretti: “Lei non s’impicci, Silvana!”

Nonna Carlotta: “Perché fa i capricci Silvana?...E poi, visto che è complice del ladro, perché i carabinieri non l’hanno portata via? E anche il ladro è rimasto qui! Adesso cosa facciamo?”

Silvana, sarcastica: “No. Prima mi sbagliavo! Questa va portata al manicomio, non alla casa di riposo!”

Signor Ortazzi, rivolto al medico della guardia medica: “Dottore? Il mio collega come sta? Posso portarlo via? Sono stanco di stare in mezzo a questo caos!”

Nonna Carlotta: “Ancora si parla di quelli del Laos?”

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Professor Guerretti, rivolto alla signora Virginia: “Senta…Cosa ne dice se andiamo giù al bar a berci un caffè, così le spiego perché ho contattato quelli della trasmissione?”

Signora Virginia: “Adesso?...E lascio tutte queste persone qui in casa mia?”

Silvana, arrabbiata, parandosi davanti al professor Guerretti con le mani sui fianchi: “Non mi dica che preferisce quella sottospecie di mummia incartapecorita ad una donna come me!”

Nonna Carlotta, rivolta a Celeste: “Guarda, cara! Silvana sta nuovamente cercando di aggredire il professore! Bisogna fermarla!” Ciò detto, avanza con la stampella alzata.

Silvana indietreggia gridando spaventata: “L’ho detto io: quella è tutta matta!”

Celeste abbassando la stampella di nonna Carlotta: “No. Non lo aggredisce, nonna!”

Nonna Carlotta: “Come dici? Lo ferisce? Sì, se non la fermiamo!”

Maresciallo Quintifiore avanza verso nonna Carlotta e le leva bruscamente la stampella di mano: “Questa la prendo io! Se colpisse qualcun altro, dovrei arrestarla per ferimento tramite corpo contundente!”

Nonna Carlotta: “Perché mi chiede se ho la patente? Non serve per usare la stampella! Me la renda!”

Maresciallo Quintifiore,  brusco: “La stampella la tengo io!”

Nonna Carlotta, rivolta a Celeste: “Ma in che lingua parla questo? Non lo capisco!”

Maresciallo Quintifiore, rivolto all’appuntato Cavilli: “Venga appuntato! Sono veramente stanco di tutto questo! Torniamo in caserma”. Ciò detto si volta verso Celeste e le mette in mano la stampella di nonna Carlotta e le dice: “La rendo a lei, ma badi bene che sua nonna non la usi mai più come arma o ne risponderà personalmente!” Poi lancia un’occhiata torva verso la signora Virginia e il professor Guerretti che si fissano negli occhi ed esclama un vago “Buona sera!”

Appuntato Cavilli, rivolto al gruppo: “Buona sera!” ed esce a sua volta dal palco.

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Medico della guardia medica: “Beh, anch’io me ne vado!...Arrivederci!” E lascia il palco.

Nonna Carlotta, rivolta a Celeste: “Ma come? Non mi arrestano più?”

Silvana commenta: “Questa è proprio fusa!”

Nonna Carlotta: “Mi hanno chiesto scusa? Ah, volevo ben dire io!”

Silvana spalanca le braccia e sbuffa. “Vado via anch’io visto che qua mi si da della ladra e vengo scavalcata da vecchie  cariatidi vestite di scuro! Chi non mi apprezza, non mi merita!” E lanciando un’occhiata sprezzante in direzione della signora Virginia e del professor Guerretti, esce dal palco a testa alta.

Filippo Foreffari, rivolto al signor Ortazzi: “Vieni, andiamocene anche noi!” Si rivolge al professor Guerretti e gli dice: “E lei, badi bene di non scrivere mai più alla segreteria della nostra trasmissione!” Esce del palco senza salutare, seguito dal signor Ortazzi, che si limita invece a fare un cenno del capo alle persone rimaste nel soggiorno.

Celeste, vede la signora Virginia ed il professore che si fissano. Allora, rivolta a nonna Carlotta: “Lasciamoli soli!”

Nonna Carlotta: “Lasciamo che voli?” Chi il ladro? Ha già preso il volo, tesoro mio! E anche Silvana!...Proprio non capisco perché!”

Celeste: “Torniamo a casa, dai!”

Nonna Carlotta, però non la sta ascoltando, ma sta fissando la signora Virginia e il professor Guerretti che si guardano: “Che cos’hanno quei due?” chiede.

Celeste: “Eh, l’amour!”

Nonna Carlotta. “L’abat-jour?...Celeste, cosa diamine c’entrano adesso le lampade?...Ti ho chiesto cos’hanno quei due!”

La signora Virginia ed il professor Guerretti, tenendosi a braccetto, sorpassano Celeste e nonna Carlotta ed escono dal palco, senza accorgersi della loro presenza.

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Nonna Carlotta allibita: “Perché mai si guardavano come due pesci lessi?”

Celeste, ridacchiando, prende la nonna sottobraccio e portandola verso l’uscita dal palco le dice: “Un giorno di questi scriverò davvero un saggio su di te e lo intitolerò: Quel pasticcio di nonna Carlotta!”

Il palco si chiude.

FINE

Autore: Mariadonata Ciceri                             e-mail:    donata.ciceri@alice.it

Registrazione S.I.A.E. (Sezione  D.O.R.)  -  Protocollo nr. 125/14)

 

Quel pasticcio di nonna Carlotta

SINOSSI

La signora Virginia Scopre nel suo appartamento un giovanotto che ritiene essere un ladro e lo mette k.o. con un tegame. Poi scende dalla vicina in cerca d’aiuto e consiglio, temendo di averlo ucciso. Però, la vicina, signora Carlotta, che è quasi completamente sorda, quel giorno non porta i suoi apparecchi acustici che sono in riparazione. Questo dà origine ad una serie di equivoci che fanno aggravare la situazione sempre più, mano a mano che entrano in scena alcuni abitanti del condominio, i carabinieri ed altri personaggi. Tutto si risolve quando si scopre che il giovanotto scambiato per un ladro è in realtà il presentatore di una trasmissione televisiva che doveva contattare la signora Virginia da parte di un ammiratore segreto, la cui identità sarà svelata nel finale.

Personaggi:

- Nonna Carlotta: abitante del condominio

- Celeste: nipote di nonna Carlotta

- Signora Virginia: abitante del condominio

- Professor Guerretti: abitante del condominio

- Silvana: abitante del condominio

- Maresciallo Quintifiore: carabiniere

- Appuntato Cavilli: carabiniere

- Filippo Foreffari: conduttore di una trasmissione televisiva

- Signor Ortazzi: collaboratore di Filippo Foreffari

- Dottore della Guardia Medica