Quel solito sabato

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QUEL SOLITO SABATO

Commedia brillante in due atti

per due interpreti

di Francesca Angeli   n° SIAE 137402 tutti i diritti riservati  per ogni utilizzo del testo contattare

www.francescaangeli.com

PERSONAGGI

I COPPIA

ELOISA, moglie di Ernesto.

E’ una bella donna, intelligente, colta, spigliata, sulla quarantina che, a dispetto del suo carattere così sicuro di sé, non è affatto realizzata. Ha dedicato la sua bella cultura e il suo bell’ aspetto alla carriera del marito. Rifugiatasi nel ruolo di moglie, comincia a sentirsi, senza però confessarselo, stanca, e mal pagata. Preferisce quindi riversare la sua frustrazione su “questa società”, dove le armi della cultura stanno diventando inefficaci. Ma non è tutto, Eloisa ha un’altra grossa preoccupazione: l’invecchiamento. Non accetta che, con il passare degli anni, l’ascendente che ha sempre esercitato sugli uomini, diminuisca, e pur di fugare questa terribile sensazione, cede al fascino un po’ vuoto e superficiale, di Carlo Alberto che ultimamente ha preso a corteggiarla.

ERNESTO, marito di Eloisa.

Intellettuale di sinistra, ipercritico e nevrotico. Ha un’altissima considerazione di sé che, per falsa modestia, cela con atteggiamenti defilati e sotto tono, in realtà è continuamente stupito di come gli altri non lo tengano in palmo di mano e non parlino in continuazione dei suoi libri. Dall’alto della sua intelligenza Ernesto, detesta tutti, specialmente quelli che hanno successo, secondo lui sempre immeritato. Con la moglie Eloisa ha sempre avuto una bella intesa, un’affinità spirituale sui grandi valori della vita ma, passati gli anni ruggenti della politica, e sopraggiunta la routine del tempo, il matrimonio si sta infiacchendo. Da un po’ di tempo brilla però una fiammella nella sua vita, il sogno di un riscatto: vedere il proprio libro sulla Rivoluzione d’Ottobre diventare un’importante trasmissione televisiva.

II COPPIA

MARIANNA, moglie di Carlo Alberto.

Bruttina, di buona famiglia. Appartiene a quell’alta borghesia di gentildonne ben educate che uniscono lo snobbismo all’ingenuità, i capricci alla generosità, l’improvvisa cattiveria alla disponibilità. Cresciuta dalle suore, non ha mai lavorato perché i ricchissimi genitori l’hanno mantenuta. Ultimamente, la sua vita piena di rassicuranti certezze, è entrata in crisi, spinta da una tardiva esigenza di maturità. Influenzata dal suo ambiente a la page, Marianna ha scelto di andare da un analista costosissimo e bizzarro, il Dottor Koma: suo obiettivo è far emergere finalmente la sua femminilità, e sentirsi libera. A questo percorso di maturazione il marito Carlo Alberto sembra partecipare con algido entusiasmo, lasciando la moglie alle prese con la sua improvvisa rivoluzione interiore.

CARLO ALBERTO, marito di Marianna

Carlo Alberto è un uomo preoccupato innanzitutto di apparire. Forse dotato di una sottile autoironia, non la lascia trasparire agli altri, che lo considerano uno stravagante. Elegante, assume pose studiate, parla in modo da distinguersi dagli altri. Nelle situazioni che lo richiedono, si ispira alla figura del dandy, colto,  ricco, non curante, esteta. Oscillando tra una “posa” e l’altra, Carlo Alberto è giunto alla soglia della mezza età e sta vivendo una sorta di crisi esistenziale in cui, come sua moglie Marianna, cerca un cambiamento nella sua vita. A questo scopo coltiva La Poesia come mezzo estetico di provocazione. La Poesia è l’arma con la quale difendere la bellezza e l’amore contro l’arroganza della materia, la volgarità della ricchezza, la banalità delle “cose". Vittima dei suoi strali poetici è l’opulenta Dori, mentre Musa ispiratrice della sua Poesia è la bella Eloisa, che abbagliata da tanto narcisismo, è pronta a cadere tra le sue braccia.

III COPPIA

MARCELLO,  marito di Dori

Self made man sicuro di sé, la cui piccola attività di famiglia è cresciuta negli ultimi anni senza battute di arresto. Giunto agli anni della prima maturità, Marcello unisce al successo economico quello sociale, personale e politico. Essersi arricchito anche grazie a modalità non del tutto lecite,  non gli impedisce di sentirsi completamente realizzato e soddisfatto di sé.  Con l’instancabile moglie Dori, ama tenere una esuberante vita sociale dando feste e ricevimenti in cui, anche per il gusto di un certo sfoggio, mescola amicizie vecchie e nuove, intrattenimenti di lusso con vecchi giochi di società. La sua ricchezza, mista alla certezza della benevolenza divina, ne fanno un rappresentante del calvinismo brianzolo post socialista. Con le ultime elezioni ricopre un posto di rilievo in un canale tv nazionale.

DORI, moglie di Marcello

Alleata in tutto per tutto del marito di cui ne condivide, non solo le umili origini, ma anche il progetto di finire la loro vita come magnati assoluti,  Dori ha poche ma fondamentali certezze: saper creare denaro, saperlo difendere dalla minaccia del fisco, avere un matrimonio che gode di un incessante vigore sessuale. Forse non bella, sopperisce alla sua mancanza di fascino con una personalità monolitica: nulla sembra metterla in difficoltà, Dori è una donna sempre pronta all’azione, consigliata al meglio dal suo personale e discutibile buon senso. Una sola fastidiosa questione è venuta a turbare la sua vita di opulenza e concretezza negli ultimi tempi: la finanza è stata sollecitata ad un controllo sugli affari di famiglia, mentre una serie di telefonate anonime non fa che metterla sempre più in allarme: quale dei loro amici è stato a tradirli?

I due interpreti reciteranno nelle parti dei sei personaggi e in quelle di se stessi. Qui si immagina che i due interpreti si chiamino Mario e Maria.

PRIMO ATTO

PROLOGO

(sentiamo le voci degli attori dietro il sipario chiuso)

ATTORE        No, te l’ho detto Maria: non sono d’accordo!

ATTRICE       Ma non possiamo iniziare senza dire niente!

ATTORE        No, non mi và…

ATTRICE       E’ meglio che li avvisiamo, dammi retta.

ATTORE        E se io fingessi di sentirmi male a metà del primo atto? Tu interrompi la recita e salviamo l’incasso?

ATTRICE       Ma sei impazzito? E’ un’emergenza, dobbiamo reagire, e con dignità!

 (L’Attrice e l’Attore escono in ribalta a sipario chiuso, si chiameranno tra loro con il loro vero nome)

ATTRICE       Signore e signori, buonasera.

ATTORE        Buonasera.

 

ATTRICE       Scusateci, la commedia inizierà subito, ma prima è doverosa una breve introduzione.

ATTORE        Sì,  vorremmo scusarci per un piccolo inconveniente.

ATTRICE       Un incidente di percorso che vorremmo condividere con voi, con il pubblico, perché ci     sembra giusto così. Accade sempre più spesso signori, che il teatro, quest’arte nobile, antica come l’uomo…

ATTORE        Più antica forse del mestiere più antico del mondo.

ATTRICE      Quest’arte è, ahinoi, un arte povera.

ATTORE       Sempre più povera.

 

ATTRICE       A noi bastano due tavole, un riflettore e subito è magia, siamo così pieni di immaginazione, che con un niente ma proprio… niente, potete vedere quello che non è, senza effetti speciali.

ATTORE        Sì ecco, questo mondo povero di soldi, ma ricco di fantasia, viene molto amato, ma spesso viene anche abbandonato. (scappa via, dietro il sipario) Non ce la faccio! Non ce la faccio…

ATTRICE       (da dietro il sipario) Ti prego Mario, mi avevi promesso che lo facevi e adesso dobbiamo farlo!

ATTORE       Si Maria

(tornano in scena)

ATTRICE       Dunque dicevamo, viene abbandonato, ohm non da noi, e neanche da voi mi raccomando, noi restiamo.

ATTORE        Noi siamo quelli che sono stati abbandonati

ATTRICE       Sì, dai nostri compagni, gli altri attori della commedia, quella che si recita questa sera, “Quel Solito Sabato”, è una commedia scritta per sei attori. Siamo in due perché gli altri attori se ne sono andati perché, ecco,  hanno trovato altri lavori.

ATTORE        Ben pagati! Chi è stato preso per un film…

ATTRICE      Intendiamoci, una semplice comparsata.

ATTORE        Ma trattandosi di un film di sole comparse intorno a un pupazzo animato, avevano molte scene da girare e facendo due conti …

ATTRICE       Un'altra attrice è andata a  cantare sulle navi da crociera.

ATTORE        Un buon lavoro.

ATTRICE       Ma se non toccherà terra prima di tre anni!

ATTORE        Gli altri due sono andati via perché saranno i futuri testimonial di una casa di cosmetici…

ATTRICE       Fanno le facce prima del trattamento.

ATTORE        Ma chi può biasimarli? Hanno firmato l’esclusiva!

ATTRICE       Allora siamo rimasti noi…Che volete, la commedia era già provata, dovevamo prendere o lasciare, e allora ci siamo detti…

ATTORE        Lasciamo perdere!

ATTRICE       Ma no! La facciamo io e te da soli! E così eccoci qua, abbiamo accettato la sfida. Questa sera ci vedrete in un grande cimento,  faremo da soli tutti e sei i personaggi  in scena. Per questo volevamo farvi vedere prima i personaggi, in modo che non vi confondiate.

ATTORE         E’ pur sempre una novità anche per noi, non vorremmo sbagliarci.

ATTRICE        E perché la storia si capisca e voi andiate via contenti…

ATTORE          (All’Attrice) E se andassimo via noi?

ATTRICE       Facciamo un ripassino…   Ci sono tre coppie. I primi che conoscerete sono Ernesto ed Eloisa, la coppia di intellettuali di sinistra.

ATTRICE       Eloisa è sempre stata molto impegnata politicamente, poi da quando è comparsa la prima ruga, all’impegno politico si è aggiunto quello estetico… in altre parole: da quando il marxismo è andato in crisi, lei si è iscritta in palestra! Mario fai vedere come farai Ernesto…

ATTORE        Ernesto ha condiviso con la moglie Eloisa, tutte le battaglie politiche e intellettuali sin dal liceo, e parla così: “Io non sono negativo Eloisa, io sono un coacervo di pessimismo”. Ha la “erre”, “coacervo”.

ATTRICE       Poi ci sono Carlo Alberto e Marianna. I rampolli di una ricca aristocrazia, che non sono mai cresciuti veramente.

ATTORE        Carlo Alberto, pensa di essere un poeta. Il poeta dell’antimateria.

ATTRICE       Marianna, pensa di non essere nulla.

ATTORE        Nulla.. non esagerare!

ATTRICE       Perché? Marianna è convinta di essere una nullità. Per questo segue una terapia comportamentale alla moda, quella del Dottor Koma.

ATTORE        Koma con la kappa, è di origine svedese.

ATTRICE       Marianna parla così …”Carlo Alberto, come mi sta? Ti piaccio? O ti repello? Eh? Ti repello!! vero?!”. Il Dottor Koma ha delle idee molto originali sul bello e sul brutto, ma questo lo vedremo …

ATTORE        Carlo Alberto parla così: “Come ti sta? Un incanto, no, no, davvero Marianna un incanto, stupendo! Ma perché l’ ho sposata?

ATTRICE       Infine ecco a voi i padroni di casa, Marcello e Dori. Marcello è un uomo realizzato e pieno di sé.

ATTORE        Marcello parla così: “ Eh no! cos’è sta storia che tutti mi chiedono i favori! Ci sta che fra un po’ mi vengono pure a chiedere dei soldi!” Dori è la versione femminile di Marcello:

ATTRICE       “Hai ragione, già passiamo la cena a tutti, se questa non è beneficenza!”

ATTORE        Dori e Marcello sono i padroni di casa in cui si dà la festa, la solita festa di “Quel Solito Sabato”. Sono ricchi, ricchi sfondati!

(musica)

ATTORE        Che sta succedendo?

ATTRICE       Si apre il sipario e la commedia inizia.

 (durante il cambio scena sentiamo le battute dell’Attore e dell’Attrice mentre si cambiano, se possibile possono farlo a vista)

ATTORE         E se io vado via…?

ATTRICE       E’ solo il panico da palcoscenico

ATTORE        Io voglio lasciare il teatro!

ATTRICE       Lo lascerai, ma tra due ore…

ATTORE        Hai visto il mio coniglietto di peluche?

ATTRICE       Cosa?

ATTORE        Il coniglietto, il mio portafortuna!

ATTRICE       No, non l’ ho visto.

ATTORE        Fai uno sforzo Maria! Lo sai che senza di lui non sto tranquillo in scena! Ne ho bisogno, capisci?

ATTRICE       Pensa alla parte piuttosto!

ATTORE        Ernesto non lo so fare, non era la mia parte, la critica mi distruggerà!

ATTRICE       E chi se ne frega della critica? Spogliati!

ATTORE        Eh?

ATTRICE      Togliti la calza! (l’attore esegue) Cerca il calzino!

ATTORE        Perché il calzino?

ATTRICE      Perché la commedia comincia con Ernesto in scena che cerca il calzino.

ATTORE       Non sono pronto… Calzino?… Dov’è il calzino? Aspetta…Maria!

ATTRICE      Non sono più Maria, sono Eloisa adesso!

SCENA 1

(Appaiono,  in una porzione di palcoscenico,  Ernesto ed Eloisa nella loro stanza da letto. Si stanno vestendo, lei in sottoveste canticchia mentre sceglie il suo vestito da sera, lui sta imprecando perché non trova i calzini.)

ELOISA         Ernesto che dici? Indaco? O aranciato cangiante? Aranciato… come mi sta? Mi sbatte un po’ vero? Ma sempre meglio del verde acido…

ERNESTO     (cercando i calzini) Ma dove è?

ELOISA         Allora?

 ERNESTO    Secondo me ti sta bene il nero Eloisa.

ELOISA         Il nero? Il nero è da vecchia. Sarei invecchiata secondo te? Rispondi! Per questo dici in nero..?

ERNESTO      Sei sempre uguale Eloisa, stai bene con il nero perché il nero è elegante, da che mondo è mondo. (trovando il calzino) L’ho trovato. Ma porca! Uno grigio, uno nero.

ELOISA          Nel tuo mondo è elegante, nel mio mondo è da vecchia, ma io da vecchia non  mi ci vesto…

ERNESTO      Sei una signora, Eloisa, e una signora non può vestirsi come …come…..

ELOISA          Come?

ERNESTO      Come se nulla fosse.

ELOISA          Quindi spacciata, semi morta, una donna finita, alias “Signora”. Vero? Una donna adulta è una fuori casta, intoccabile.

ERNESTO      No, una donna matura è una che non ha più dodici anni, e  tutti ci auguriamo che se ne renda conto.(sempre cercando) Si nascondono…

ELOISA         Comunque non è che faccio tutto questo per la festa, figurati! Ci sarà tutta gente insignificante come al solito…le solite chiacchiere qualunque…

ERNESTO      Senti io li metto spaiati, chi vuoi che se ne accorga? Tanto siamo tra noi.

ELOISA          E’ che non ci sono più molte cose interessanti da dire, oggi giorno, questa è la verità. Queste feste sono la sagra dell’argomento qualunque. E Dori che insiste ad organizzare questa messa in scena in nome di un’amicizia che non c’è più da anni! Questa volta glielo chiedo, così, appena dopo i convenevoli del saluto, “cara Dori”, le dirò, “ma perché ci torturi quasi ogni sabato con questo schifo di festa a casa tua? Dove siamo obbligati a complimentarci per la casa, il catering, la collezione dei Nani da giardino, tutte le nuove animazioni: il pianista, l’illusionista. Ah!  Per non parlare del gioco dei mimi!

ERNESTO     A casa di Dori e Marcello è l’unico posto al mondo, dove si gioca ancora ai mimi!

 ELOISA        E per soldi! S’è mai sentito?

ERNESTO     Sarebbe più onesto giocarseli a poker…

ELOISA          Se riuscissimo per una volta ad evitarcelo!

ERNESTO      Ed evitiamocelo.. stiamo a casa! Chi ce lo fa fare? Anche io non ho mica voglia questa sera di stare con della gente che non sa neanche chi sono, che non ha idea del percorso che ho fatto nella mia vita, le rinunce, il rigore…. Quelli neanche se lo immaginano che io sto leggendo I Diari di Yalta, capisci? Chi approfondisce oggi? Eh? Chi va a vedere cosa ha detto veramente Togliatti? Nessuno! Solo io. No, guarda questa sera non ci andiamo.

ELOISA         Non possiamo, devi parlare con Marcello a quattr’occhi.

ERNESTO     E di cosa?

ELOISA         Del libro, ora che è in televisione… Il tuo libro ha tutta la forza e la poesia per essere la base di una grande ricostruzione storico televisiva. Ci devi credere di più. Marcello è nel consiglio d’amministrazione.

ERNESTO      Guarda che io ci credo e come. Io il libro gliel’ho fatto avere con tanto di lettera autografa. Se gli interessava come ispirazione per una trasmissione documentario, con tutta la schifezza che mandano, poteva anche farmi una telefonata. Per il resto non ho nessuna intenzione di insistere. Anzi, guarda ora che ci penso… mi pento anche di averglielo mandato. Che stupido, cosa c’avrà capito della Rivoluzione d’Ottobre, uno come Marcello? Uno che ragiona per sparatorie e sesso orale?

ELOISA          In altri tempi ti sarebbero venuti a cercare,  ti avrebbero dato una cattedra all’università, con quei documenti pazzeschi sui nipotini della controrivoluzione in lingua originale. Sono straordinari. Secondo me Marcello è rimasto impressionato.

ERNESTO      Ma figurati! Ma non ti ricordi al liceo? Leggeva solo la Gazzetta dello Sport. Con qualcuno che gliela spiegava.

ELOISA          Anni di militanza e ci troviamo con il sedere per terra, l’onestà intellettuale di un povero giornalista non paga, te la fanno pagare! Io e te dovevamo andarcene, ecco la verità. Cosa c’è di valido oggi per cui valga la pena di spendere due parole?

ERNESTO     Niente.

ELOISA         Il vuoto. E’ che andrebbe riformulato il senso stesso del bello.

ERNESTO     Ma cosa vuoi riformulare…

ELOISA         Una società che ha perso la sua bellezza è una società che si priva dell’amore, tutto sta diventando prostituzione, siamo come la plebe degli Imperatori Romani: ci propinano dei gladiatori che si sbranano e siamo contenti, mentre baiadere unte agitano i fianchi voluttuosi e compiacenti. (pausa) Com’è?

ERNESTO     Non vorrai mica venire vestita così?

(Eloisa ha optato per un look molto seducente)

ELOISA        Perché no?

ERNESTO    Perché tutti capiranno che stai per lasciarmi.

ELOISA        Magari! Mi sento in forma sai?

ERNESTO     E’ carino da parte tua vivere con entusiasmo la fine del nostro matrimonio.

ELOISA         I diuretici fanno miracoli! Sei sempre lì a cercare un bagno, però sgonfiano … Ascolta tesoro..

ERNESTO     Tesoro?.. non me lo dicevi dal ’78, dalla lotta armata…

ELOISA          Vorrei che fosse una bella serata per noi, ti va? 

ERNESTO       … o dal’74, il concerto di Guccini, durante l’Avvelenata mi hai baciato ..

ELOISA           Quattro chiacchiere, il gioco dei mimi…

ERNESTO       … o nel ’93, con la caduta di Craxi…

ELOISA          E dopo i soliti convenevoli ce ne andiamo, va bene?

ERNESTO      Appunto, è la solita serata a casa di Marcello e Dori, che bisogno hai di vestirti come Bo Derek in Tarzan? (da adattare al vestito del personaggio. N.d.A.)

ELOISA         E’ incredibile come tu sia ancora geloso dopo tutto questo tempo…

ERNESTO      Non sono geloso! E’ solo che mi irrita vedere Carlo Alberto fare prove di penetrazione a distanza su di te.

ELOISA         (ride fragorosa) Carlo Alberto? Su di me? Ma sei impazzito? Ma se lo trovo insopportabile! Vanitoso, narcisista, snob… scrive delle poesie orrende. Sì,  forse mi corteggia. Ma dovresti essere contento di avere una moglie attraente e goderti lo spettacolo.

ERNESTO      E’ che avverto un certo senso di epilogo…

ELOISA         Dicevi la stessa cosa quando è caduto il muro di Berlino…

ERNESTO     Infatti.

ELOISA         Non essere sempre così negativo Ernesto.

ERNESTO      La negatività non è un difetto, ma un sistema di conoscenza, mia cara, e io non sono negativo Eloisa, io sono un coacervo di pessimismo. Non mi suicido perché sarebbe un atto distensivo.

(Lei fa un mimo: alza il pugno della mano sinistra, con l’altra mano gli soffia dei baci.)

ELOISA          Guarda qua! Cos’è? Eh? Cos’è? Difficile, vero?

ERNESTO      (osserva) Si, difficile…  Aspetta, aspetta.. “Berlinguer ti voglio bene”!

ELOISA          Secondo te loro lo capiscono?

ERNESTO      Secondo me, no.

ELOISA         Allora siamo pronti. Andiamo.

ERNESTO     Andiamo.

SCENA 2

(cambio scena. Nel frattempo i due Attori)

ATTORE         Ho fatto Ernesto. Ce l’ho fatta!

ATTRICE       Sei stato bravissimo! Adesso c’è Carlo Alberto, te lo ricordi?

ATTORE        Sì, Carlo Alberto, mi ricordo, tu piuttosto? Marianna è una parte difficile….

ATTRICE       Per come la faceva quella mezza cagna di prima…! Marianna me la bevo.

ATTORE        Non era una mezza cagna, aveva il suo talento e anche un certo fascino.

ATTRICE      Ahhh, ma allora è vero che l’avete fatta grossa in barba a suo marito…!

ATTORE       Sei gelosa?

ATTRICE      Io? Di te? Ma figurati! Questo costume mi sta malissimo, ma che taglia portava? La

                       cinquantasei? (Pausa)

ATTORE       Hai chiesto ai tecnici del mio coniglietto?

ATTRICE      E quando? Concentrati piuttosto! (lui sta entrando in scena) Ricordati la fiaschetta!

ATTORE       Come?

ATTRICE      Carlo Alberto beve dalla fiaschetta!

ATTORE        (tornando in camerino) Ah, grazie!

(In un’altra parte del palcoscenico appare Carlo Alberto, elegantissimo, sta giocando una partita a scacchi da solo e parla con se stesso. A tratti si rivolge a sua la moglie Marianna che, di là dalla porta, è impegnata nella solita lunghissima preparazione prima di uscire, Carlo Alberto nel frattempo recita poesie che compone di getto)

CARLO ALBERTO     (muove un pezzo) Scacco matto! Complimenti Carlo Alberto, hai vinto anche     questa volta. (colto da ispirazione) Essere ricchi non è più segno di distinzione, questa è la vera sconfitta! Capisci? “La materia sta ricca/ come oggetto immondo rigetto chi/  chiosando il santo tuo venire/ ardire dire re/ dell’oltre e morte, thè.”. Bella ma posso fare di meglio. ”La vita che in te spinge / dipinge e attinge, forte/ il suo robusto arbusto è/ Ma solo morti noi /saremo insieme, e /ansanti stando andando dò/”. Questa è più bella me la devo segnare.

 (Dal bagno arriva la voce di Marianna)

MARIANNA                Carlo Alberto! Ti va il prossimo fine settimana di volare a Londra per una caccia alla volpe?

CARLO ALBERTO     Marianna, cara, è stata abolita la caccia alla volpe.

MARIANNA                (Il phon si interrompe) Davvero?

CARLO ALBERTO     Sì.

  

MARIANNA                Povero zio, devono averglielo tenuto nascosto. Beh, vuol dire che metteranno ad Arcimboldo un pellicciotto.

CARLO ALBERTO     Chi è Arcimboldo?

MARIANNA                Ma il gatto, tesoro!

(Il phon ricomincia ad andare)

CARLO ALBERTO     (tra sé) Ma perché t’ho sposata? Ah si! Ma perché sei piena di soldi!! Che sbadato. (Sorseggia dalla fischetta). “Perché ti nascondi, e non rispondi? /La mia dama è morta se/ insieme a lei non sto. Non stare/ ma andare è/ più che tetro ohimè/ Finisci, finisci,  perisci, sci./ “

 (Marianna entra, indossa un vestito di pessimo gusto)

MARIANNA               Come mi sta?

CARLO ALBERTO     Come ti sta!? Ti dico benissimo. No, no, no davvero Marianna, un incanto. Stupendo! Davvero, il tuo gusto è..è…no non esagero,hai un gusto, come dire?

MARIANNA               Pessimo!?

CARLO ALBERTO    No, davvero.. un amore..

MARIANNA                Pessimo, Carlo Alberto! Pessimo! E’ la Fase A:  il cattivo gusto come campo d’attrazione.

CARLO ALBERTO     Cioè?

MARIANNA                Guarda! (mostrandogli un depliant) E’ la prima Fase del mio programma personalizzato! E questa (indicando il vestito) è la mia prima fase! Vedi, il Dottor Koma mi ha spiegato che la troppa eleganza, il troppo buon gusto con cui sono stata educata, sono i miei primi nemici, è per questo che mi sento insicura, perché la buona educazione rende rigidi e isolati. Ma se io riesco con una serie di azioni terribili e insolite a spaventare e poi abbattere il mio censore interno, posso cominciare a sperare di diventare un giorno una donna vera e indipendente!

CARLO ALBETRO    Abbattere cosa?

MARIANNA                 Il mio censore interno: la mia madre castrante piena di buon gusto! Non è interessante?

CARLO ALBERTO     Molto… allarmante, direi.

MARIANNA                              All’inizio ci sono una serie di fasi con cui tramortirla, vedi? La Fase A è quella del cattivo gusto, ma poi c’è la Fase B: fare brutte conversazioni con chiunque, Fase C: usare la sincerità come boomerang, Fase D: Accettare atroci verità con disinvoltura, Fase E: Fare qualcosa di cui ti vergogni terribilmente, Fase F: Cercare contatti fisici fastidiosi, Fase G: (entusiasta) far emergere il nucleo femminile in modo traumatico.

CARLO ALBERTO     … Sei sicura che sia bravo questo Dottor Koma?

MARIANNA                Sicurissima! Pensa che una volta emerso il nucleo femminile in modo traumatico, il censore interno si può considerare sconfitto e abbattuto per sempre, e così si può passare alle cose veramente difficili: cambio della ruota di scorta, denuncia dei redditi, e benzina al self service, …tutto da sola, senza l’aiuto di nessuno.

CARLO ALBERTO     E quanto lo paghi a seduta?

MARIANNA                Quattrocento più IVA.

CARLO ALBERTO     (riferito al Dottor Koma) Geniale!

MARIANNA                Ogni fase raggiunta con successo ti abilita alla successiva, e io conto di farne almeno un paio questa sera, ma non si sa mai! Ci pensi? Se tutto va bene, tra una settimana potrò fare benzina da sola!

CARLO ALBERTO     Battista ci rimarrà male, vedrai!

MARIANNA                Bisogna pur mettere in conto la sofferenza dei più cari nei momenti di trasformazione!

CARLO ALBERTO     Ti sento determinata.

MARIANNA                 Grazie! Ti ricordi quando giocavamo a nascondino sullo yacht, amore?

CARLO ALBERTO      No cara, quando?

MARIANNA                Quando tu mi inseguivi assatanato per buttarmi in acqua, e io sono scappata su, su fin sotto l’elicottero e ho fatto tana…?

CARLO ALBERTO     Ahm, si cara, momenti sublimi.

MARIANNA                Quando mi hai assalita la prima volta sul veliero del papi, stavamo giocando a nascondino, ti ricordi? Tra il lusco e il brusco quasi non sapevo chi fossi…

CARLO ALBERTO     Neanche io..

MARIANNA                Ecco, io vorrei tanto divertirmi così questa sera, sai?

CARLO ALBERTO     Temo rimarrai delusa Marianna, certe emozioni sono uniche nella vita di una donna!

MARIANNA               E’ solo quel solito sabato noioso e caciarone, a casa di Marcello e Dori.

CARLO ALBERTO     Un ambiente peraltro che non è assolutamente alla tua altezza, ci saranno i soliti… Marcello, Dori, Ernesto.

MARIANNA                 Ed Eloisa,  non far finta di scordarti di lei. E’ sempre così bella.

CARLO ALBERTO      No, non ha la tua classe.

MARIANNA                Tu le piaci, si vede. Ti trova affascinante e misterioso.

CARLO ALBERTO     Non hai nulla di cui essere gelosa Marianna ti assicuro.

MARIANNA                Una mia zia si è fatta divorare dai piranha del suo acquario per vendicarsi del marito che la tradiva…

CARLO ALBERTO     Che vendetta kitsch.

MARIANNA                Pover uomo lo zio, rimase da solo con i sensi di colpa di averla spinta al suicidio. Ma non fu tutto, quando aprì il testamento, scoprì che zia aveva fatto intestare tutta la sua fortuna ai piranha che l’avevano mangiata. Ci pensi? Milioni e  milioni di dollari a dei pesci cattivissimi.

CARLO ALBERTO    E’ proprio vero che il matrimonio è pieno di sorprese...

MARIANNA               Verissimo. Io ad esempio ho capito una cosa di te che ti sorprenderà..

CARLO ALBERTO     Cosa, cara?

MARIANNA                Ho capito perché sei così infelice: tu da anni coltivi questo stupido senso di colpa nei miei confronti, perché io sono molto, ma molto, ma molto più ricca di te. Cricetino, noi due ci amiamo vero? (Carlo Alberto annuisce) Questo è importante, e basta.

CARLO ALBERTO     ”L’amore che in te spinge / dipinge e attinge, forte/ il suo robusto arbusto è/ Ma solo morti noi /saremo insieme, e /ansanti stando andando dò/”

MARIANNA                Lo vedi che sei un poeta? Tu sei ricco dentro.

(Carlo Alberto fa un mimo: Prende una posizione rigida e sbilanciandosi fa per cadere a terra come attratto dal suolo, poi nello sbilanciamento fa qualche passo e recupera l’equilibrio, riprende la posizione rigida, ma di nuovo sta per cadere a terra sbilanciandosi, e così via)

CARLO ALBERTO    Indovina! Cos’è questo?Eh? Cos’è?

MARIANNA               Non lo so…

CARLO ALBERTO     …cos’è?

MARIANNA               Aspetta…

CARLO ALBERTO    Difficile vero? Eh? Ci sei? (lui si ferma)

MARIANNA               Non capisco! Non ho capito!

CARLO ALBERTO    Era “L’insostenibile leggerezza dell’essere”!

MARIANNA               Però era difficile…!

CARLO ALBERTO    Con questo vinciamo! Sì! Sì!

(cambio scena)

SCENA  3

ATTRICE       Sei stato sublime! Peccato che non c’è la critica.

ATTORE        No, no, mi sentivo insicuro! Carlo Alberto non è il mio personaggio, adesso finalmente tocca a lui. Marcello. Ecco, la sua parrucca, la sua postura fisica, i suoi costumi…  Dori falla bene!

ATTRICE      (da Dori) Tranquillo!

(Suoni di festa, musica e voci dal salone. La scena è una sala arredata con gusto eccessivo, è la sala intermedia tra l’ingresso e il salone della festa. Marcello e Dori entrano da due ingressi diversi, sono di un eleganza costosa, che vira sul cafone)

DORI             (cominciando la battuta in quinta, rivolta agli invitati nel salone) Sì, sì, più tardi facciamo tutto, si balla si canta…anche il gioco dei mimi.. certo… (entra, sempre rivolta in quinta, il telefono ancora squilla) appena sono arrivati tutti giochiamo …(il telefono squilla, Dori entra dirigendosi a grandi passi verso l’apparecchio. Marcello si affaccia a vedere. Dori con un riflesso fulmineo alza la cornetta) Pronto? Pronto?! (hanno riattaccato)Visto? Hanno di nuovo riattaccato. Oggi è la terza volta. Controllami il telefono per favore.

(Marcello smonta il microfono della cornetta, controlla l’apparecchio, sbuffa. Di là si sentono musica e risate)

DORI              Lui sbuffa..! Guarda che dobbiamo stare attenti, non possiamo mica abbassare la guardia.

MARCELLO  Dori, microspie in casa non ce ne sono, ho fatto controllare cento volte.

                       

DORI              Non ce ne sono.. bisogna controllare di continuo, a maggior ragione oggi  che sono passati tutti, i fioristi, il catering…

MARCELLO Ti dico che è stato un caso! Non hanno prove, il telefono non c’entra niente.

DORI              Un caso, sì.. Se becco quel delinquente che ci ha denunciato .. No perché deve anche essere uno che c’ha pensato, che è andato alla finanza a denunciare per due volte, capisci? Due volte...

MARCELLO  Due volte, sì, capisco, facciamo questo discorso da un mese, comunque è escluso che ci siano dei microfoni in casa, altrimenti ci avrebbero incastrato, no? Dai è stato un caso. Deve essere uno di quelli a cui fai un torto senza neanche accorgerti, gente che non ti ricordi neanche che esiste e che a un tratto pensa: “ io questo lo denuncio alla finanza vedrai che qualcosa beccano…”. Un bastardo!

DORI             Secondo me è uno dei nostri amici.

MARCELLO Ma no… perché?

DORI              Per pura cattiveria. O per invidia te lo dico io, l’invidia fa pensare cose incredibili e assolutamente vere. A proposito, già che sono venuti cani e porci, bisogna sistemare anche qui.

MARCELLO Anche qui nell’ingresso? Non credi di esagerare? Abbiamo già nascosto tutta la roba preziosa che abbiamo nel salone! 

DORI              A me qualcosa non torna.

MARCELLO  Ho capito, ma arrivare a cambiare tutti gli arredi di tutte le stanze Dori! E’ da questa mattina che infiliamo roba in tutte le intercapedini..

DORI              Meglio prevenire che pagare! Il persiano lo arrotoliamo sotto il divano, qui mettiamo la solita stuoia dell’IKEA, e i cristalli russi li ho già messi tra le tovaglie.  Il Mondrian!! Bisogna coprirlo con il batik.

(Marcello comincia a sistemare)

MARCELLO  Ma non lo capiranno mai che è un quadro prezioso!  Non si capisce neanche che è un quadro!..

DORI              Per  me chi ci ha denunciato se ne capisce eccome…e ce l’ha su con noi perché è invidioso.

MARCELLO  Ma chi vuoi che capisca qualcosa di arte tra i nostri amici?

DORI              Carlo Alberto se ne intende.

MARCELLO  Carlo Alberto? Ma l’hai vista la moglie com’è vestita stasera? Sembra un lampadario di Murano!

DORI              Cosa c’entra….

MARCELLO  E poi scrive delle poesie da celebroleso, dài…

DORI              Questo è vero… Allora Ernesto ed Eloisa…

MARCELLO  Ernesto ed Eloisa ... Sono dei morti di fame. Cultura e pancia piena non van mica d’accordo.

DORI              Guarda noi: siamo arrivati dove siamo arrivati con il minimo di cultura indispensabile…

MARCELLO  Sai, quante volte gliel’ho detto a Ernesto ai tempi, cambia strada! Ma lui, niente, cocciuto e mi ha sempre disprezzato. Adesso però che sono in consiglio d’amministrazione mi manda un suo libro, roba che puzza di vecchio fin dalla copertina, per fare non so quale progetto. E io cosa devo fare: favori a tutti? Mi sa che tra un po’ mi viene pure a chiedere dei soldi. 

DORI              O magari ci ricatta…

MARCELLO  Certo che se è uno di loro è proprio un gran bastardo! Proprio a noi che siamo gli unici a organizzare il sabato.

DORI              Gli unici a passare la cena a tutti. Se questa non è beneficenza…?

MARCELLO  Finiscono per obbligarti a non vedere più nessuno, roba da matti. 

DORI              Finiremo barricati in casa, con le guardie del corpo sulla porta,  come quei poveracci a Beverly Hills. 

MARCELLO  Sai cosa ti dico: niente gioco dei mimi stasera.

DORI               Peccato però… è così divertente!

MARCELLO  Appunto, non se lo meritano!

DORI              Ma no, dài,  pensa a qualcosa di nuovo piuttosto così tiriam su un po’ di soldi.

MARCELLO  Di nuovo? Mica facile…(gli viene un’idea) Ah, guarda qua! (Spalanca la bocca e indica dentro)

DORI              Gola profonda! Troppo facile. Guarda questo.  (mima la camminata sulla spiaggia bollente)

MARCELLO  Carboni ardenti.

DORI              Ma va! Ma che film è carboni ardenti?  Miao! Miao! (continuando la stessa camminata)

MARCELLO Il gatto a nove code!

DORI             La gatta sul tetto che scotta! Difficile no?

MARCELLO Con questo vinciamo!

DORI              Scusa tesoro ma facendo la gatta … (gli mostra la zip del vestito aperta)

 

MARCELLO (inizia a chiuderle la zip poi cambia idea e l’agguanta)Vieni qua topona!

DORI             (ridendo) Dai Marcello! Con la festa di là, potrebbe entrare qualcuno...

MARCELLO Appunto! Ti stanno corteggiando tutti, è meglio che ti tolga la voglia…

DORI              Mi piace quando fai così..

MARCELLO  (mentre la palpeggia le sussurra lubrico) Quanto abbiamo in banca? Eh? Quanto portiamo alle Cayman?

DORI             (lussuriosa) 500.000 e spiccioli..

MARCELLO Solo? Di più di più, voglio di più…!

DORI             Possiamo liberare dei titoli, se vuoi.

MARCELLO Sì, dammi i titoli,  e voglio anche le obbligazioni..

DORI             Sì…!

MARCELLO Alzami gli interessi dai…

(Mentre Marcello continua l’opera di assedio Dori improvvisamente si blocca)

MARCELLO   Che c’è?

DORI               Ma no, dài! Quello!!

MARCELLO   Quello cosa?

DORI               Quello!

MARCELLO   Quel vaso?

DORI                E’  un  etrusco.

MARCELLO    Cosa?

DORI                Bisogna assolutamente nasconderlo! Meno male che l’ho visto!

(mentre Marcello nasconde il vaso)  

MARCELLO     Ma dove l’hai preso un etrusco?

 DORI                Mmmh….Tanto sarebbe finito nello scantinato di qualche provincia!

MARCELLO     Chiudilo a chiave! (Marcello la prende da dietro)

 (Suona il campanello. Si fermano di nuovo)

DORI                 Ecco Ernesto ed Eloisa. Vado ad aprirgli la porta.

MARCELLO     Arrivano sempre sul più bello.

(escono) (voci dalla festa: risate)

SCENA 4

      

 (le battute in corsivo sono dette in quinta N.d.A.)  (Dori in quinta mentre si cambia da Eloisa, Marcello in scena rivolto in quinta dove si suppone siano Ernesto, Eloisa e Dori)

 

            DORI              Ciao ragazzi. Ben arrivati! Mancavate solo voi!      

MARCELLO            Ciao Eloisa, ciao Ernesto!

            ELOISA         Scusate il ritardo !

MARCELLO             Eloisa, ci sono delle attrazioni questa sera ma tu le batti tutte!

            ELOISA        Dài, Non prendermi in giro Marcello..., siamo venuti solo a fare un salutino, andiamo via presto.

MARCELLO         Solo un salutino? Ma non se ne parla neanche! Dori, hai sentito?

            DORI         Ma va là.  Datemi i soprabiti.

MARCELLO         Eloisa, non ti sarai fatta così bella per scappare di corsa…?

ELOISA                (entra)  Ho messo la prima cosa che è capitata. (si ferma guardandosi intorno)     

MARCELLO         E ti è capitata bene..

ELOISA               Scusami un momento ma ho un’urgenza, vado un attimo in bagno e poi sono tutta per voi.

MARCELLO       Ma prego. Io faccio un salto in cantina  ché di là  han già esaurito le scorte

(Marcello esce, in quinta si cambia da Ernesto)

MARCELLO Allora Ernesto come andiamo, che fai di bello?

ELOISA              Ma cosa è successo qui? (riferendosi all’arredamento) Cambiato tutto…

            ERNESTO  Mah cosa vuoi.. sto lavorando a degli appunti… ma vai pure a prendere il vino Marcello.

ELOISA              Speriamo che il bagno sia libero.

(Eloisa esce dalla quinta del bagno e si cambia da Marianna)

ERNESTO          (entra)  Eloisa.. ma dove sei? Ah, in bagno, certo. Marcello mi chiedeva a cosa stavo lavorando….figurati… Un articolo sulla vita sessuale di Trockij prima che conoscesse Lenin. Me l’ha commissionato una casa editrice bulgara...ah! ah!...sbaglio o  hanno cambiato qualcosa qui? Eppure me lo ricordavo diverso.. sembra più sobrio... o stanno diventando minimalisti o temono una visita della finanza... Speriamo che almeno il buffet sia rimasto pantagruelico. Ho un certo appetito.

 (esce da una delle porte di fondo si cambia da Marcello. Dall’altra entra Marianna)

MARIANNA      (riferita al vestito) Funziona! Funziona benissimo! Mi hanno detto che sembro un lampadario di Murano! Il campo d’attrazione funziona, e io mi sento già meglio! Sembra proprio il sintomo che aspettavo: il mio censore interno si sta indebolendo sempre di più! Può essere? La mia madre castrante.. sconfitta? Così presto?

(rientra Marcello con la damigiana)

MARCELLO       Speriamo che questa basti per tutta la sera…

MARIANNA       Marcello, ho notato che in giardino ci sono una miriade di statuine con la barba!

MARCELLO       Statuine con la barba?

MARIANNA       Sì.

MARCELLO    (attraversando il palco) Ah sì! E’ la collezione dei Nani da giardino di Dori!  E’ strano che tu non l’abbia notata in tutti questi anni.

(Marcello esce e si cambia da Carlo Alberto)

(Voci della festa:

Voci 1 : Finalmente è tornato da bere!

Voci 2:  Hip Hip urrà! Viva Marcello!)

MARIANNA    Già, molto strano... E’ incredibile come questa terapia mi abbia aperto gli occhi sulla realtà! Per la prima volta riesco a vedere le cose brutte intorno a me... Ho bisogno di vedere quelle statuine da vicino! Potrebbero innescare il processo a catena del superamento delle fasi, me lo sento, potrebbero anche farmi arrivare direttamente alla fase G!! (sussulta, si spaventa di quello che lei stessa ha detto e pensato) Oh… ma cosa dico? Marcello, Marcello, mi accompagni in giardino a vedere le statuine dei nani?!

(Marianna esce da una porta del salone e si cambia da Eloisa)

            MARCELLO   Come? Certo Marianna ti accompagno volentieri…

 

CARLO ALBERTO   (entra da un’altra porta del salone cercando) Eloisa... Eloisa, sei qui? Ho visto Ernesto, quindi arrivasti, sei meco… “La materia sta ricca/ come oggetto immondo rigetto chi/  chiosando il santo tuo venire/ ardire dire re/ dell’oltre e morte, thè.” . Ho bisogno della toilette.

(esce dalla quinta del bagno, sentiamo bussare, Eloisa: Occupato!)

CARLO ALBERTO  (entra)  Eloisa! Si nasconde per farsi bella ai miei occhi! Ella m’ama, lo so, come io l’amo, è una corrispondenza di amorosi sensi.

(sciacquone dal bagno)

SCENA 5

(Carlo Alberto si guarda allo specchio intensamente, non vede Eloisa che esce dal bagno)

CARLO ALBERTO  “La vita che in te spinge / dipinge e attinge, forte/ il suo robusto arbusto è/ Ma solo morti noi /saremo insieme, e /ansanti stando andando do”

ELOISA                     Ciao Carlo Alberto.

CARLO ALBERTO  Ciao Eloisa. Hai visto? Parlo da solo. E’ il mio modo di comunicare profondamente con il mondo.

ELOISA                      Niente mi stupisce di te. Sei così diverso da noi comuni mortali…

CARLO ALBERTO   Diverso? Guardo le cose in maniera diversa. Tutti possiamo farlo.

ELOISA                       E chi ne ha il tempo? Io pervengo a mala pena a me stessa.

CARLO ALBERTO   Le cose in sé sono quelle che sono, spesso  poco interessanti, ma prova a pensare a una cosa che ti fa orrore e fanne una poesia.

ELOISA                      Poesia? No, non ne sarei capace.

CARLO ALBERTO   Prova, e farai parte della nuova setta dei “poeti dell’antimateria”.

ELOISA                      No, davvero, io non sono un artista, non chiedermi di produrre arte.

CARLO ALBERTO   La tua ritrosia è adorabile. Ti confesserò che neanche io, forse, creo arte, ma so riconoscerla, e questo è già un dono. E ti dico che l’opera d’arte in questa stanza non è certo tra i soprammobili...

(Eloisa sorride affascinata, cova qualcosa, si accende una sigaretta)

ELOISA                     Che dici, ci sarà un posacenere?

CARLO ALBERTO  (va a cercarlo) Dunque… qui no, qui no.. (Apre lo stipo, vede l’etrusco) Ecco un’umile terracotta di bassa fattura. E’ senz’altro un posacenere. (Torna verso Eloisa, la osserva). Sei diversa, Eloisa. Non mi dire che Ernesto ti fa felice?

ELOISA                     Ernesto? Sì, mi paga l’estetista.

CARLO ALBERTO   Sei una donna così libera, emancipata, indipendente. 

ELOISA                     Perché vado dall’estetista?

CARLO ALBERTO  L’amore che in te spinge / dipinge e attinge, forte/ il suo robusto arbusto è/ Ma solo morti noi /saremo insieme, e /ansanti stando andando dò/

ELOISA                     Bella.

CARLO ALBERTO  L’ho creata adesso, di getto, per te.

ELOISA                     Per me? Mi confondi..

CARLO ALBERTO  Non ti è piaciuta…

ELOISA                     Bèh, è la parte dei morti che..

CARLO ALBERTO  La poesia è il solo mezzo per sfuggire alla materia indifferente e aggressiva. Le cose sono aggressive, non senti? Ascolta... il loro ruggito è assordante! Dobbiamo sconfiggere la volgarità e rivendicare la bellezza, una società che ha perso la sua bellezza è una società che si priva dell’amore.

 (Eloisa è soggiogata, poi si scuote. Carlo Alberto prova a baciarla)

ELOISA                     No…(sfugge)

CARLO ALBERTO  Non ne hai il coraggio vero? Eppure questa sarebbe vera arte!

(dalla sala della festa chitarra e coro su l’Avvelenata)

ELOISA                    Devo andare di là.

CARLO ALBERTO Non è ancora arrivato il momento.

ELOISA                   Sì invece, Ernesto mi starà cercando.

CARLO ALBERTO Ernesto ha appena cominciato a cantare l’Avvelenata….

ELOISA                   Devi darmi del tempo.

CARLO ALBERTO   Ti darò non più del tempo che impiega un fiore ad appassire. (prende la camelia del suo smoking) Ecco la mia camelia. Tienila con te. Prometti che ci rincontreremo qui, da soli, prima che la festa finisca. Promesso?

ELOISA                     Promesso.

                                   

(Eloisa esce)

CARLO ALBERTO  Sarai mia prima che il gallo canti, Eloisa! L’arte non dà scampo. E tu lo sai bene, sei in trappola! La bellezza ti insegue, e devi fare la tua parte fino in fondo, non oseresti mai tradirla, vero? Bèh, neanche io la mia. Sono le parti che ci siamo scelti dopotutto, no? Ed è anche quello che ci rimane. “Perché ti nascondi, e non rispondi? /La mia dama è morta se/ insieme a lei non sto. Non stare/ ma andare è/ più che tetro ohimè/ Finisci, finisci,  perisci, sci./ “

SCENA 6

(Dori è entrata, porta in mano roba varia. Voci dalla festa che annunciano il prestigiatore. Squilla il telefono)

DORI                   Pronto? Pronto? (Riattacca contrariata, si accorge di Carlo Alberto) Carlo Alberto. Che ci fai qui tutto solo? Il prestigiatore di là sta per iniziare i giochi, perché non raggiungi gli altri?

C. ALBERTO      Detesto i giochi di prestigio.

                         

DORI                   C’è anche il buffet. Ti sei servito?

C. ALBERTO   Odio mangiare in piedi

DORI                Non sapevo avessi dei gusti così  difficili, però!

C. ALBERTO   E’ buffo quante cose non si sanno dei nostri più intimi amici, vero Dori?

DORI                Già…

C. ALBERTO   Io potrei non sapere molte cose di te, eppure ti conosco da anni.

DORI                E’ vero.

C. ALBERTO   E’ come nei matrimoni, c’è sempre qualche sorpresa. Sei d’accordo?

DORI                Certo! (pausa) Marianna, ad esempio, stasera c’ha un vestito davvero… sorprendente!

                          Però è in ottima forma.

C. ALBERTO   Mia moglie ha improvvisamente deciso di essere felice nella vita, cosa che io trovo di pessimo gusto, ma lei è irremovibile e il suo nuovo terapeuta, il Dottor Koma.

DORI                Chi?

 C. ALBERTO   Dottor Koma. Con la kappa. Le sta dando le istruzioni: praticamente un susseguirsi di umiliazioni e atrocità che la porteranno al caos emotivo dovuto alla scoperta di chi è lei veramente.

DORI                  E sta funzionando?

C. ALBERTO    Vedi tu stessa i risultati. E tu, niente terapia?

DORI                  Io? No.. perché dovrei andare in terapia?

C. ALBERTO     Non sei stressata tu? Niente problemi, idiosincrasie , nevrosi?

DORI                  Io? No, mi sento bene. Insomma, normale.

C. ALBERTO     Sei sicura di stare bene?

DORI                  Certo!

C. ALBERTO     Ognuno di noi, ha una vita fatta di cose belle e di cose brutte, ci sono cose che ci riempiono di soddisfazione, altre invece sono dei problemi e basta, per non parlare delle cose di cui ci pentiamo. Non credi che, passata una certa età, siamo tutti un po’ ricattabili?

DORI                  In che senso, scusa?

C. ALBERTO     Ricattabili! Tutti abbiamo cose da nascondere Dori. Credi che non me ne sia accorto? Vivo anch’io con una donna ricca e certe cose balzano agli occhi: oggetti, suppellettili, è tutto una messa in scena per nascondere altro, Dori! Perché lo vuoi negare?

DORI                  Carlo Alberto non so a cosa ti stai riferendo, io ti giuro che…

C. ALBERTO    Non ti accorgi di quanta bellezza va sprecata in questo modo?

DORI                 Non capisco cosa stai insinuando..

C. ALBERTO    Io Dori non insinuo. Io ho la certezza.

DORI                Ah!

C. ALBERTO    Vuoi una dimostrazione? (prende il vaso etrusco) Prendiamo quest’umile terracotta ad esempio. Ora Dori se questo oggetto è un semplice posacenere, io posso farmelo tranquillamente cadere di mano, giusto?

DORI                 No!

C. ALBERTO    E’ solo un vecchio posacenere.

DORI                 No! Si, è solo un vecchio....

C. ALBERTO     Oppure no, questo oggetto, questa cosa, rappresenta per te molto, molto di più. Mi segui Dori?  Vuoi metterti alla prova?

DORI                 Cosa vuoi fare?

C. ALBERTO     Riuscirai a rinunciare alla semplice, assordante materia, di cui è fatto questo mero “oggetto”, una “cosa”?

DORI                 Cosa vuoi dire?

C. ALBERTO    Sei pronta a vedere se in questo involucro di donna alberga ancora un’anima?

DORI                 Carlo Alberto non lo fare! Per favore!!

(Carlo Alberto lascia cadere il vaso. Dori si precipita e lo prende al volo, se lo stringe al petto)

C. ALBERTO    Visto? Povera Dori… Attaccata alla roba come una cozza allo scoglio!

(esce)

 

DORI                  E’ stato lui! E’ stato lui! (ripone il vaso con cura) Ha fatto dei riferimenti, ha detto della cose, è stato lui…. E’ chiaro, questi sono degli avvertimenti! Quale sarà la sua prossima mossa? Vuole vendicarsi di qualcosa, ma di cosa? Marcello, devo trovare Marcello. Marcello!

SCENA 7

(voci e musica dalla festa poi squilla il telefono,  appena pronto Marcello si precipita a rispondere)

MARCELLO      Pronto? Pronto? (pausa) Chiunque tu sia, sei un bastardo, hai capito? Un Bastardo!! Sei un bastardo! (attacca)

(entra Marianna affannata)

MARIANNA       Ah, Marcello meno male! Credevo di essermi persa, non ti trovavo più…!

MARCELLO       Ma no.. cioè, sì, è che ho sentito il telefono squillare e...

MARIANNA       Chissà quanto mi avrai chiamata …

MARCELLO       Infatti…

MARIANNA       Ma io ero così presa, è davvero una collezione… incredibile! Mi offri qualcosa? Quello verde va bene. Mi stavi dicendo prima che ci perdessimo …?

MARCELLO       Sì, dicevo… che è stato il sogno di Dori sin da quando era bambina questo di avere un’intera collezione di Nani da giardino, così glieli ho regalati per il nostro anniversario.

MARIANNA      Oh Marcello, che pensiero romantico! A volte basta così poco per far felice la persona che amiamo…vero?

MARCELLO      Poco… si fa per dire, con quello che mi sono costati!

MARIANNA      Davvero? Ma sono di plastica…!

MARCELLO      Sono fatti in Cina, ma pensati a Gardaland! Paghi il design, no?!  Non c’è niente da fare: le cose più sono belle, più costano!

MARIANNA      E’ proprio vero…

(pausa)

 

MARCELLO      Abbiamo deciso insieme dove metterli, non so se hai notato: il Nano cinese è vicino alla pagoda, il Nano pescatore è alla fontana dei pesci, il Nano siciliano dietro la grata.. Quelli sparsi è perché non abbiamo ancora capito chi sono….

MARIANNA      C’è anche un nano meccanico che si muove veramente!

MARCELLO       Ma no! Quello è un nano vero! E’ il cingalese che ci cura il giardino. Ho fatto i salti mortali per trovarlo… Dori era impazzita dalla felicità, tanto che ho pensato, non sarà mica per quella storia sui nani che … eh??! (fa il gesto sui nani corti di statura ma lunghi di membro. Ride fragorosamente, Marianna cerca di ridere, ma è imbarazzata) Emh… gliel’ ho fatto trovare per Natale…

MARIANNA       L’ Istituto di Suore Leonine dove sono stata educata ha sempre considerato Babbo Natale come un extra comunitario rispetto alla Befana.

MARCELLO      Bèh, in effetti non hanno tutti i torti.

MARIANNA      Rimane comunque un mandriano Norvegese. Non credi?

MARCELLO      E pensare il successo che ha avuto! E’ la Befana che ha sbagliato marketing, allora! Ah Ah...

(Pausa)

MARIANNA      (di getto) Tu mi hai sempre considerata una repressa vero?

MARCELLO       Sì!….Cioè.. No! Si…! Non lo so, direi un po’ legata, ecco. Ma questa sera, ad esempio, ti trovo in gran forma!

MARIANNA      E’ un momento delicato della mia vita, anch’io coltivo un sogno, sai?

MARCELLO      Ah sì? Quale?

MARIANNA      Quello di abbattere il mio censore interno.

MARCELLO      Cos’è? Una roba brutta…?

MARIANNA      Sì, bravo, è bruttissima….ma così brutta che.. tu non hai idea, non so se ce la farò mai ad abbatterlo … (si abbatte)

MARCELLO       Marianna, su, non fare così, tutto si risolve, vedrai che ce la farai ad abbatterlo… Marianna, che bel nome. Marianna. Da dove viene? Una trisavola? Forse una principessa?

MARIANNA      In un certo senso. Mi madre era una fan di Sandokan, e io sarei la Perla di Labuan.

MARCELLO      Ah, mi sembrava…

(pausa)

MARIANNA      Marcello, stiamo avendo una brutta conversazione, vero?

MARCELLO      Ne ho sentite di peggio…voglio dire, non è poi tanto male….

MARIANNA      No, no, credimi, è una bruttissima conversazione. Non aver paura di dirlo, a me fa piacere sai?

MARCELLO      Se ci tieni…

MARIANNA      Ci tengo eccome!

MARCELLO      E’ veramente brutta!

MARIANNA      Sì , sì!!

MARCELLO      Bruttissima! E’ la più brutta della mia vita!

(Marianna rimane assorta)

MARCELLO      Qualcosa non va? Ti senti bene?

MARIANNA      (pensando a voce alta) Col vestito e i nani di Dori ho già superato la fase A…

MARCELLO      Cos’è la fase A?

MARIANNA      Adesso siamo in piena fase B…

MARCELLO      Sarebbe?

MARIANNA       E mi sento molto ma molto vicino alla fase C sincerità come boomerang, e D accettare atroci verità con disinvoltura…

MARCELLO       Ma cosa stai dicendo?

MARIANNA       Tu Marcello sei fantastico, davvero, sto pensando che con te stasera, potrei fare passi da gigante… Grazie a te potrei far emergere il mio nucleo femminile in modo traumatico proprio questa sera!

MARCELLO       Non mi dare responsabilità Marianna perché ho già i miei problemi da risolvere…

MARIANNA      Tu non devi fare nulla Marcello, devi solo essere te stesso, al resto penserò io… Devo solo verificare che la prassi sia corretta, e poi ci rivediamo qui.  A più tardi… Sandokan! (esce)

MARCELLO      A più tardi…Perla di Labuan.

SCENA 8

(squilla il telefono, Marcello si precipita a rispondere)

MARCELLO    Bastardo! Sei un bastardo se ti becco… pronto? Mamma!? Ciao mamma… ma no, non ce l’ho con te... ma figurati! E’ uno scherzo con un amico… un bastardo, sì. Capita, no? Il mondo ne è pieno! Sì, sì,  me lo hai già raccontato, sì. Babbo gli spezzò le gambe, sì mamma, zio era un bastardo in effetti, sì. Ma erano altri tempi! Si potevano fare certe cose! Mi senti? Adesso tutto è più complicato mamma!! (cambiando discorso) Senti.. mi senti?! Come vanno gli acciacchi?  No mamma, non ti posso portare alle Cayman lo sai, lo so che il caldo ti fa bene, ma non posso portarti.. no, mamma, Dori non c’entra niente, è una mia decisione, davvero, no, mamma, smettila! Ne parliamo un’altra volta, ve bene? Ti porto a cambiare l’apparecchio, sì, lo facciamo tarare. Sì, ciao mamma, non sento più scusa.. scusa.. ciao, ciao…. (attacca)

(entra Eloisa, vede Marcello)

ELOISA            Ciao Marcello. Di là Carlo Alberto insiste per cantare un madrigale! Sai le idee si Carlo Alberto?! Mi rifugio un po’ qui con te, posso?

MARCELLO    Ci mancherebbe Eloisa, è un piacere.

ELOISA            Allora, finalmente quattro chiacchiere. Come stai?

MARCELLO    Benone direi! E’ il mio momento, Eloisa!

ELOISA            Ascolta Marcello io vorrei parlarti di una cosa, senza troppi convenevoli, con l’amicizia che c’è tra noi. 

MARCELLO    Ma certo Eloisa, ci mancherebbe, con l’amicizia che c’è tra noi.

ELOISA            Si tratta di Ernesto. Io non capisco perché, ma è restio a parlarti di quel suo progetto, del suo libro. Hai presente? Quello sulla Rivoluzione d’Ottobre. Tu sai quanto Ernesto sia coscienzioso e ti sarai reso conto che ha fatto un lavoro immenso e illuminante. Io di te mi fido Marcello,  siamo sempre andati d’accordo, certe cose ti interessano e come!, e  certe cose è ora che vadano valorizzate, specialmente in questo momento. Allora pensavo, pensavamo, tutto questo meraviglioso lavoro di Ernesto, non potrebbe diventare la traccia per un sequel di puntate documentario tipo “la grande storia”? No perché c’è una documentazione audiovisiva dietro pazzesca e anche filmati rari, non ti sto neanche a dire, una bomba… Che ne dici?

MARCELLO    Eloisa francamente io il libro di Ernesto non l’ho letto. Scusami ma se dovessi leggere tutti i libri che mi mandano… ora poi che sono in consiglio di amministrazione. Certo la Rivoluzione d’Ottobre, è un grande argomento, un po’ fuori i temi di rete ma … perché Ernesto non me ne ha parlato personalmente?

ELOISA           Beh, tu lo sai com’è Ernesto, sulle sue cose è riservato.

MARCELLO    No Eloisa, scusami, ma la sua non è riservatezza. Ernesto è sempre stato un coraggioso a suo modo, altroché, lo sappiamo bene. No. Franchezza per franchezza, secondo me Ernesto ha sempre avuto un difetto e questo atteggiamento me lo conferma: Ernesto si sente superiore.

ELOISA           Assolutamente no!  Marcello, credimi, non è come sembra.

MARCELLO    Io, lo sai, lo stimo molto, è sempre stato più avanti di noi. Mi ricordo sin dal liceo lui leggeva di quei libroni, Nietzsche, Popper, Marcuse. Noi balbettavamo in confronto a lui, e voi ragazze eravate a dir poco ipnotizzate. Eh? Quante ti hanno invidiata Eloisa, con quel fidanzato politico e intelligente!

ELOISA            E’ vero. Sono stati bei tempi. Quante cose abbiamo condiviso.

MARCELLO    E no, no. Io non andavo bene, le ragazze come te non mi guardavano. Lo so che mi consideravate lo scemo del gruppo, sai? Si capiva perfettamente.

ELOISA           Ma no, avevamo interessi diversi….

MARCELLO    Sai Eloisa ti confesso una cosa:  Ernesto non solo ancora oggi non  mi stima, ma ti dirò di più, mi disprezza.

ELOISA            Ma, ma come puoi pensare questo di Ernesto!? Siete amici da tanto tempo. Siamo amici da tanto tempo.

MARCELLO    Appunto, è da sempre che penso questo. Ora ce lo possiamo dire Eloisa, ora che abbiamo passato il guado: voi eravate da una parte e io da un’altra!

ELOISA            Cosa c’entra adesso buttarsi nei ricordi… nessuno ci ha impedito di rimanere amici, vedi? Siamo qui tutti insieme.

MARCELLO    Voi gli intelligentoni e io il coglione che pensava a fare soldi, tanto voi comunisti i soldi ce li avevate eccome.

ELOISA            Forse … ma questo non ci ha impedito di interessarci al mondo, alle persone, agli altri…

MARCELLO   “Vieni anche tu Marcello? Ma dai, fregatene per una volta del negozio, di papà e del lavoro arretrato..!!Ma quand’è che ti emancipi? Se venissi al collettivo capiresti un sacco di cose.”

ELOISA            Eravamo dei ragazzi e sognavamo un futuro migliore.

MARCELLO    Dai Eloisa, ammettilo. Il mondo era dalla vostra parte e adesso è dalla mia!!

ELOISA            E va bene! E’ così. Il mondo è dalla tua, è vero Marcello, sì, ce l’avete fatta! Avete vinto voi!! Cosa vuoi che ti dica? Che siamo stati degli illusi? Che eravamo dei sognatori? Che tutti i nostri sogni si sono infranti?! Sei contento? Saremo stati anche indottrinati, sicuri fin troppo di noi e dei nostri “collettivi per l’occupazione”… Ma eravamo sinceri, veri, appassionati…!

MARCELLO    Eravate arroganti e lo siete ancora.

ELOISA           Arroganti? Forse.. Ma noi abbiamo lottato in prima persona per il divorzio, l’aborto, per i diritti sindacali, il diritto a crescere istruiti! Noi abbiamo smosso le acque, interrotto millenni di immobilismo! Abbiamo fatto la galera, ci siamo fatti picchiare nella piazze dalla polizia, per dare a tutti una società migliore! Abbiamo perso? Forse. Comunque abbiamo combattuto ad armi pari. E se mi stai dicendo che ad armi pari vince il migliore, accetto la sconfitta, ma non mi accusare di averti impedito la guerra, perché non è vero!!

MARCELLO    (fa per replicare me viene interrotto dall’Attrice che, a sorpresa, continua)

ELOISA            Ecco il fiume. / E’ grave rischio attraversarlo. / Sulla sponda stanno due uomini./ Uno la passa a nuoto, l’altro/ esita. Audace è dunque il primo,/ vile è l’altro? Di là dal fiume/ gli affari chiamano il primo./ Vinto il rischio, sale il primo/ sulla sponda conquistata/ e respira./ Pone il piede sul possesso,/ mangia nuovo cibo / Ma dal rischio approda l’altro/ ansimante al nulla./ E’ indebolito: nuovi pericoli/ lo attendono. Sono coraggiosi entrambi?/  Sono entrambi saggi?/ Ahimé!/ Dal fiume insieme superato/ non escono vincitori in due./ « Noi » e « io e te » / non è lo stesso./ Noi riportiamo la vittoria/ e tu vinci me./

SCENA 9

(l’Attore nel frattempo è andato a prendere il copione sfogliandolo)

ATTORE       (la interrompe) Scusate un attimo! E questo cos’era?

ATTRICE      Un monologo tratto da  “L’eccezione e la regola”. Brecht.

ATTORE       Lo so che è Brecht, peccato che qui Brecht non c’entra niente!

ATTRICE       Come non c’entra? E’ una contaminazione che esprime alla perfezione il “sentimento del passato” di Eloisa.

ATTORE        Il “sentimento del passato” di Eloisa sul copione non c’è!

ATTRICE       Siamo liberi anche di improvvisare. O no?

ATTORE        No. Andare a soggetto non era negli accordi.

ATTRICE       Ma siamo attori, dobbiamo appropriarci della scena.

ATTORE        Benissimo! Se tu fai come ti pare anche io allora faccio di testa mia.

ATTRICE       Non ho fatto semplicemente di testa mia, secondo me quel monologo spiega bene il rapporto conflittuale e perverso di Marcello con Eloisa.

ATTORE        Non c’è nessun rapporto perverso tra Marcello ed Eloisa.

ATTRICE      Marcello ha sempre amato Eloisa e…

ATTRICE      Marcello non è innamorato di Eloisa.

ATTRICE      Sicuramente lo era. Questo il testo lo lascia intendere benissimo: 

ATTORE       Ma cosa dici?

ATTRICE       Marcello ha subito delle vessazioni erotiche e politiche da Eloisa e da tutto il suo ambiente, e ora vuole inconsciamente vendicarsi ottenendo delle prestazioni sessuali.

ATTORE        Ma dove l’hai visto??! Marcello non vuole ottenere nessuna prestazione sessuale da Eloisa, semmai è lei che fa di tutto per portarselo a letto e ottenere quello che vuole. E comunque se devi continuare a fare come ti pare, sai che ti dico? Fatti la tua commedia che io me ne vado! Ma senti un po’.

ATTRICE      Ma dove vai? Dove?

ATTORE        Vado via! Già mi sto facendo in quattro, fuor di metafora, per far contenta la signora che ha aspirazioni di belle critiche per la grande impresa di portare in scena la commedia tutta noi, e adesso, devo pure sorbirmi i tuoi monologhi brechtiani, senza neanche essere avvisato. Ma per chi mi hai preso? Eh?  Per il “Capocomico” che usavi a tuo piacimento come e quando ti pareva? Mi dispiace. Io me ne vado. Addio.

ATTRICE       Mario non dirai sul serio? Parliamone, mettiamoci d’accordo, ti prego. Non puoi  lasciarmi così a metà! Qui deve entrare Ernesto …

ATTORE        Me ne frego di fare la parte di quel cornuto!

ATTRICE      Cornuto… ma che c’entra? Ernesto è un uomo fallito che…

ATTORE       Che la moglie fa bene a cornificare vuoi dire? Me ne vado….

ATTRICE       Mario, fallo per il pubblico….(al pubblico) Scusate, riprendiamo subito, è solo  un piccolo cedimento nervoso.

ATTORE       (al pubblico) No, no, non è un piccolo cedimento nervoso, è un crollo nervoso di enormi proporzioni. Scusate, arrivederci.

ATTRICE       E io che faccio?

ATTORE       Arrangiati!  (esce)

ATTRICE       Mario ragiona, non hai neanche i soldi per la cena, aspetta almeno l’incasso! Aspetta…. (al pubblico) Signori .. Intervallo. (esce) Mario, aspetta….!

(Sipario)

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

SCENA 1

ATTRICE      (entra a grandi passi, la mani dietro la schiena,  si mette al centro del palco rivolgendosi alla sala) Mario! Lo so che sei in sala, me l’ hanno detto le maschere.  (pausa) Tanto ti hanno ritirato la patente e non puoi andare da nessuna parte, credi che non lo sappia? E tu i treni li odi, quindi …(pausa) Mario questa è l’ultima volta che ti chiamo: torna a recitare la commedia,  finiamo insieme quello che abbiamo iniziato insieme… per favore! (pausa) E va bene. Mi ci hai costretta, ho fatto una cosa che non avrei mai voluto fare! (mostra con una mano il coniglietto di peluche imbavagliato, e nell’altra un paio di forbici pronte a tagliarlo) Mario, lo riconosci? E’ il tuo coniglietto porta fortuna, quello che cercavi da giorni, ti ricordi? Se lo vuoi rivedere intero, torna in palcoscenico e finiamo questa benedetta commedia! Altrimenti Mario, sarò costretta a tagliargli prima un pezzetto d’orecchia, poi una zampina, poi parti sempre più grandi, sempre più grandi, sempre più grandi, sempre più grandi…. (sta per tagliare)

SCENA 2

ATTORE       (dalla sala) No! Ferma!! Ferma! Non lo fare…

ATTRICE      Torni a fare la commedia?

ATTORE       Torno, torno! (Si avvicina la palco) Dammi il coniglietto!

ATTRICE       Prima sali in palco!

ATTORE        No, tu prima dammi il coniglietto! (L’attrice lo nasconde di nuovo dietro la schiena) E va bene!Posalo delicatamente sul proscenio…(L’attore sale in palco) Posa le forbici… dagli una carezza…. Allontanati…(l’attrice esegue tutti i comandi, l’attore abbraccia il coniglietto dopo avergli tolto il bavaglio) E’ stato veramente sleale da parte tua premeditare un gesto del genere…

ATTRICE       Non avevo scelta: a situazione estrema e estreme precauzioni! (pausa) Allora? Ricominciamo?

ATTORE       (scuote la testa) Non lo so…

ATTRICE      Cosa c’è ancora?

ATTORE       (sbotta) Non lo so… Dovevamo fare Pirandello!

ATTRICE      Pirandello?

ATTORE        Pirandello.

ATTRICE      Ancora?

ATTORE        Una cosa sicura. Triste, ma sicura.

ATTRICE       Eh no, Mario! Il pubblico ha il diritto di vedere una volta tanto una commedia nuova, diversa, di cui non sappia già a mena dito la trama, i personaggi, i colpi di scena, e come va a finire.

ATTORE        A me invece piacerebbe tanto sapere come va a finire tutta questa storia…

ATTRICE        E allora.. cosa aspettiamo?

ATTORE         E va bene….!

(escono, musica, voci della festa)

SCENA 3

MARIANNA     (entra e va al telefono cellulare, compone un numero) Dottor Koma? Sì, sono Marianna. Scusi se la disturbo a quest’ora, ma nella mia tariffa è compresa l’opzione call center. Senta io mi trovo al solito sabato qui da quei due amici di cui le ho parlato, sì, quelli un po’ cafoni. Ecco Dottore io mi trovo nell’eccitante situazione di poter affrontare direttamente la Fase G!! Cosa faccio? Vado avanti? Come dice?... Le fasi precedenti non le ho fatte tutte, tutte, tutte ma... si, lo so che devo farle tutte, tutte, tutte, ma vede nel caso di questa persona, che poi è proprio il padrone di casa, sì quello un po’ cafone, ecco… non so se va bene lo stesso, ma potrei sommare tutte le fasi insieme! No, le assicuro che è possibile! Con lui potrei avere E contatti fisici terribilmente fastidiosi, F fare cose di cui mi vergognerei moltissimo, e quindi far emergere il nucleo femminile in modo traumatico e raggiungere così la Fase G! Capisce?  E le fasi mancanti potrei spostarle in coda. Come dice?…Ah, Non posso fare le fasi tutte con la stessa persona? Sicuro? Nessuno è in grado di reggere a tanto.. lei dice? Ma, vede, in questo caso Marcello era davvero perfetto…No, no, certo, non si arrabbi, sì… capisco… va bene… meglio non esagerare… non devo avere fretta, …sì, lo so, con calma…sì Dottor Koma, non si preoccupi. Farò come lei dice. Per stasera sospendo. Arrivederci. (attacca) Col cavolo che sospendo. Sapevo che ci sarebbe stato qualche problema…. Eppure Marcello era perfetto per la Fase G…! Questa è un occasione sprecata me lo sento! Forse non mi capiterà mai più…! E poi mi sento così informa questa sera che potrei farcela….non posso mollare adesso! Non posso mollare adesso! Coraggio Marianna, si tratta solo di fare la fase C con il primo che incontro, senza pietà. Chiunque egli sia!

SCENA 4

(entra Ernesto mangiando con voracità un piatto del buffet e osservando l’arredamento)

ERNESTO        Ciao Marianna!

MARIANNA    (tra sé) Sincerità come boomerang… sincerità come boomerang…

ERNESTO        Perché non vai di là? Stanno facendo un vecchio gioco socialista: ruba fazzoletto.

MARIANNA    Preferisco stare qui con te, Ernesto.

ERNESTO        Ma cosa te ne importa di stare con un vecchio intellettuale solitario?

MARIANNA    (di getto) Ernesto, tu mi hai sempre considerato una repressa vero?

ERNESTO        Io? No! Si! Non lo so, sei una molto ricca, tutto qua.

MARIANNA    Tu sei molto invidioso dei soldi altrui, vero?

ERNESTO        Invidioso? Io?! Ma figurati cosa me ne importa dei soldi a me. Io ho altro a cui pensare…

MARIANNA    Invece ne soffri, e si vede.

ERNESTO        Soffrire? Di cosa?

MARIANNA    Che non sei nessuno.

ERNESTO        Forse non sarò Lev Tolstoj ma Jaqueline Kennedy mi scuserà se non sono all’altezza.

MARIANNA    (cattivissima) Tu sei molto peggio di Carlo Alberto!

ERNESTO        Questa poi! Figurati..

MARIANNA    E sei anche presuntuoso! Scrivi libri che nessuno legge! Sei un fallito! E tua moglie ti tradisce!

ERNESTO       (pausa) Ho capito. Di là stanno facendo il giochino della sincerità vero? E allora tu sei venuta qui, a fare la tua penitenza. E allora senti: tu sei una donna immatura e inetta Marianna, i tuoi soldi e i tuoi privilegi non ti salvano, tu sei condannata alla dipendenza! E se mia moglie dovesse tradirmi la cos ti riguarderebbe, quindi…

MARIANNA    Mio marito mi è infedele? Non mi scompongo. Accettare verità atroci con disinvoltura. Grazie, Ernesto, mi hai fatto fare anche la fase D! Marcello! Marcello! Dove sei? (esce)

SCENA 5

(Ernesto solo)

ERNESTO     (sbotta) Il “tradimento”? E’ un problema borghese! E pensi di sconvolgermi con le tue rivelazioni? Povera Marianna! Il “tradimento” è un problema di chi pensa di “possedere” l’altro. Ma io non ho di questi “pruriti”. Eloisa ha una relazione con Carlo Alberto?Lo dicevo io… E lei negava…Ma che si accomodi, che si senta libera! Io la capisco. Anch’io mi tradirei, un uomo come me va cornificato, è una razza a cui fa bene soffrire. Noi nelle sofferenze d’amore diventiamo creativi, scriviamo cose sublimi, Catullo… Leopardi… Majakowskij…Guccini.

(Eloisa entra e si dirige verso il bagno)

ELOISA          Sai se il bagno è libero?

ERNESTO      (di getto) Sono un fallito vero?

ELOISA          Ma cosa dici?

ERNESTO      Sono un fallito e tu mi tradisci con Carlo Alberto, quel celebroleso!

ELOISA          Ernesto che ti prende? Tu non hai mai preso queste cose sul serio..

ERNESTO      Dimmi la verità!!

ELOISA          Non è da te avere di questi atteggiamenti aggressivi e maschilisti.

ERNESTO      Smettila di trattarmi come al liceo, Eloisa. Io non voglio essere diverso dagli altri, io voglio essere come tutti, voglio essere felice per cose stupide e banali. Capisci? Praticamente tutti i miei compagni di liceo sono diventati qualcuno, e io che ero il migliore, che mangiavo in testa a tutti, che già a vent’anni capivo Wittgenstein… sono diventato un marito qualunque, che la moglie cornifica con un demente! (pausa) Carlo Alberto non è migliore di me!

ELOISA         Non parlo con un ubriaco. (fa per andarsene)

ERNESTO     (La trattiene) Non mi girare le spalle mentre ti parlo!

ELOISA          E non mettermi le mani addosso in questo modo! Sto facendo di tutto per il tuo libro, cercando di essere carina con tutti per sopperire alla tua totale carenza di simpatia e conversazione, Marcello vuole parlarti, lo farò io per te, perché sei già troppo ubriaco per farlo!

ERNESTO     Andiamo a fare la rivoluzione in Nicaragua Eloisa! Combattiamo i Contras! Ci pensi? La nostra vita avrebbe di nuovo un senso…

ELOISA         Sei molto teso per il tuo libro Ernesto, lo capisco, ma...

ERNESTO      Farei qualunque cosa per avere un po’ di successo..

ELOISA         Come hai detto?

ERNESTO     Che farei qualunque cosa per avere un po’ di successo.. Io non ne posso più di non essere nessuno, di fare libri che nessuno legge. Non sarò neanche uno “stimato pensatore di nicchia del passato”. Nessuno farà una tesi su di me tra cento anni, perché? Perché non sono neanche bravo! Ho bisogno di fare televisione Eloisa.

ELOISA         Tu devi essere impazzito!

ERNESTO     Voglio i miei quindici minuti di popolarità. Io voglio un po’ di successo… Che male c’è?

ELOISA         Chiunque può avere successo Ernesto,…la volgarità, la banalità del successo. Ma se l’ hai sempre detto anche tu!? Il prestigio, quello sì, che è di pochi. Io voglio piacere a pochi, ma giusti. Io voglio essere apprezzata da un élite! Noi dobbiamo essere superiori al successo tributato dalla massa, e dobbiamo farlo per la massa stessa, è dura, ma è così! Dobbiamo essere forti, dobbiamo andare avanti da soli, a noi comunisti della massa non ce ne deve importare niente! Capisci? Lo facciamo per loro! Ma se sei sempre stato tu il primo a dirlo!

(Dalla sala della festa irrompe “Siamo i Watussi”)

ERNESTO      Tutti possono cambiare…

ELOISA          Ernesto, c’è un limite al compromesso!

ERNESTO      Quale compromesso? Io voglio solo essere riconosciuto per strada!

(esce, poi Eloisa va urgentemente in bagno)(La musica cresce)

SCENA 6

(Si vede Marianna che insegue un piede di Marcello nel corridoio dietro le porte del salottino)

MARIANNA      Ti prego solo un attimo!

MARCELLO      Ma no Marianna, per favore…io ti devo parlare…

MARIANNA      Un attimo solo! Togliti le scarpe, dài..

MARCELLO      Ma devi proprio toccarmi la pianta dei piedi?

(entrano)

MARIANNA      Sì, sì, è indispensabile…! Credimi!

MARCELLO      Non possiamo fare due chiacchiere con calma?

MARIANNA      Non ti preoccupare arriveremo presto al sodo… poi parliamo quanto vuoi.

MARCELLO     Va bene. Vuoi toccarmi i piedi? (si toglie le scarpe e i calzini) Mi fai un bel massaggio, giusto?

MARIANNA      Se preferisci sotto le ascelle…

MARCELLO      No, no, i piedi vanno benissimo (si stende sul divano  poggiando i piedi sul grembo di Marianna)  E’ una tecnica orientale vero?

MARIANNA      Sono pur sempre la Perla di Labuan, ti ricordi? (Marianna non ha ancora il coraggio di toccarli)

MARCELLO      Cos’è, non vanno bene…?

MARIANNA      Come? No, no, vanno benissimo!

MARCELLO      Vedi Marianna,  negli ultimi mesi sono successe delle cose strane, ad esempio ci sono arrivate una serie di telefonate anonime che ci hanno dato modo di credere che una persona a noi molto vicina volesse danneggiarci..

(Marianna prende coraggio e si infila con foga un alluce in bocca dandogli un mozzico)

MARCELLO      Ahh! (ritira il piede) Ma sei impazzita? Mi hai fatto malissimo!!

MARIANNA       E contatti fisici fastidiosi, F qualcosa di cui mi vergogno terribilmente. E ora, possiamo procedere.

MARCELLO       Sicura? Possiamo procedere?

MARIANNA       Assolutamente.

MARCELLO      Ecco, ricevendo queste telefonate anonime, abbiamo pensato “chi sarà quel bastardo?”: un amico, un conoscente, un parente, un collega di lavoro, o i cingalesi che curano il giardino. Ma poi Dori, ha avuto una conversazione con Carlo Alberto questa sera e …ma cosa stai facendo?

(Marianna spogliandosi avanza verso di lui)

MARIANNA      La Fase G!

MARCELLO      Marianna per favore, la finanza ci è piombata in casa! Capisci? Io voglio sapere se Carlo Alberto è quel bastardo che..

(Marianna gli si offre)

MARIANNA      Prendimi Sandokan!

MARCELLO      Ma neanche per idea!

MARIANNA      Prendi la tua Perla di Labuan!

MARCELLO      Ma lascia stare…

MARIANNA      Cogli la tua Perlina!

MARCELLO      Grazie, non faccio complimenti…ma…

MARIANNA      Sono tua!

MARCELLO      Marianna… ho appena mangiato…

(Marianna gli salta  addosso)

MARIANNA      Sono tua! Sono tua! Sono tua! Sono tua!...

MARIANNA       (ad un tratto con lo sguardo fisso) Ahhh!

MARCELLO       Cos’hai?

MARIANNA       (in preda ad un’allucinazione) E’ qui!

MARCELLO       Chi?! Kabir Bedi?

MARIANNA       La “madre castrante piena di buon gusto” riemerge violentemente e mi impedisce di accoppiarmi. (con la voce da bambina) Non ho fatto niente di male, Mamma! (impersonando la madre che punta Marcello con ostilità) Rifiuta con sdegno l’orrendo amante, rifiuta con sdegno l’orrendo amante, rifiuta con sdegno l’orrendo amante…

MARCELLO       Marianna! Marianna ferma! Così mi fa impressione! Ferma! Signora castrante, scusi! Per favore! La smetta! (alla cieca afferra il vaso etrusco e glielo spacca in testa, poi si accorge)Oh no! L’etrusco! Cosa dico a Dori adesso?

MARIANNA      Come? Cos’è successo?

 

MARCELLO      A me lo chiedi. Se non lo sai tu.

MARIANNA      Ah sì, mi ricordo, ero vicina, ce la stavamo per fare la fase G….

MARCELLO      Per fare cosa?

MARIANNA      (imbarazzata) Eh…la fase G!

MARCELLO       Scusami Marianna, secondo me, da amico, sarebbe meglio se ti facessi vedere da un  bravo esorcista…!Abbi pazienza, vado un attimo a vedere a che punto è la festa di là, eh? Salutami quella simpaticona di tua madre!  (esce)

SCENA 7

MARIANNA      (disperata) Mia madre?!!! Lo sapevo.. lo sapevo!! Lo sapevo che sarebbe arrivata!! Andava tutto troppo bene… (cattivissima) Maledetta! Maledetta! Maledetta madre castrante! (rivolta all’ipotetica immagine della madre) Non potevi farmi arrivare alla Fase G?! (digita nervosamente un numero di telefono) Ho bisogno del Dottr Koma…. la prego risponda…

VOCE OFF         (musica) Qui Dottor Koma on line, il vostro servizio notturno di assistenza. (musica)

                            Se siete un uomo digitate UNO, se siete una donna digitate DUE, se avete dei dubbi attendete in linea, un nostro operatore sarà lieto di parlarvi il prima possibile. (musica)

(Marianna digita)

VOCE OFF         Se avete problemi con una o due fasi digitate UNO, se avete problemi con più di due fasi digitate DUE, sei avete fallito la fase più impegnativa digitate TRE, se invece desiderate parlare con un nostro operatore digitate QUATTRO. (musica)

MARIANNA      Voglio un operatore…! (digita)

VOCE OFF         Spiacenti, il traffico telefonico sulle nostre linee prevede un tempo di attesa di…. quarantacinque minuti. (musica)

MARIANNA      Oh, no! Cavolo…

VOCE OFF         Se avete problemi con una o due fasi digitate UNO, se avete problemi …

MARIANNA      Io, io… ho fallito la fase più impegnativa… sì! Tre, va bene il tre! (digita)

VOCE OFF         Se pensate di aver fallito la fase più impegnativa dovete chiedervi: ho fatto davvero tutto, tutto, tutto il possibile per realizzarla? (pausa, la musica si interrompe) “Si” o “No”? (pausa) “Si” o “No”?

MARIANNA      Come? Ah, sì…

VOCE OFF         Avete detto “Sì”?

MARIANNA      Sì!! Sì!

VOCE OFF         Se avete detto “Sì”, volevate sicuramente dire “No”. (musica) Quindi il vostro è un problema di sincerità! Ma non disperate, potete ricominciare dalla Fase C senza passare dal via. (musica) Usate la sincerità fino a quando intorno a voi non avrete fatto terra bruciata. (musica) Solo allora potrete passare alla Fase successiva. Buon lavoro.(musica)

MARIANNA      Può ripetere scusi? Ehi? Pronto? (digita qualche numero) Allora ricomincio dalla Fase C?!

VOCE OFF         (musica) Qui Dottor Koma on line, il vostro servizio notturno di assistenza…

MARIANNA      (attacca) E va bene! Allora … sincerità fino in fondo! Nessuna pietà! E terra bruciata sia!!

(esce risoluta) (Dalla sala della festa una canzone di Guccini “Cyrano”, appare Marcello)

MARCELLO      Ma bravo il compagno Guccini! Ma io non ci credo più compagno! Mi senti? Tu parli bene ma hai fatto i miliardi con le canzoni! E noi? Noi che siamo rimasti sulle barricate? Non ci credo più compagno Guccini! (esce)

SCENA 8

    (entra Eloisa, è successo qualcosa che l’ha stordita)

ELOISA           Ma come si permette Marianna? Quarantacinque anni!! M’ ha dato la mia età, davanti a tutti! Nessuno mi ha mai dato la mia età! Si sarà visto che ci sono rimasta male? Stupida io, devo avere dei problemi di insicurezza. “Si vede che fai di tutto per portarli bene Eloisa”. Quella cretina, grassa, repressa...! Attenta piuttosto a passare sotto le porte! (Entra  Carlo Alberto barcollando)  Carlo Alberto..!

C. ALBERTO    Eloisa, aiuto...

ELOISA            (Sostenendolo verso il divano) Cosa ti è successo?

C. ALBERTO    Sono esausto Eloisa... Sono fuori di me!

ELOISA             A chi lo dici? Ma cosa ti è successo?

C. ALBERTO   Non so se ... di là stanno facendo delle cose orribili.. cantano una canzone di un cantante avvinazzato del secolo scorso…

ELOISA            Fuori di te, per questo?

C. ALBERTO   Dimmi almeno tu qualcosa di interessante ti prego, perché la noia sta raggiungendo il disgusto e l’indignazione mi sovrasta a tal punto che ... Parlami di poesia, tu sola puoi, tu che sei la bellezza, tu devi!  Parlami della camelia...

ELOISA           Di cosa?

C. ALBERTO  Della camelia.

ELOISA          Ah! La camelia! (estrae dal reggiseno il fiore appassito)

 (Inizia un lento d’epoca.)

C. ALBERTO  Spegniamo tutte le luci!

(La luce si abbassa, i due ballano)

ELOISA          Questa sera mi sento come ad una festa del liceo, ti ricordi?

C. ALBERTO  Perfettamente…il semaforo, il ballo della scopa, il gioco della bottiglia..

ELOISA           E’ incredibile come siamo rimasti gli stessi, non trovi? (pausa)  Tu mi trovi cambiata?

 

C. ALBERTO  Oh, sì. Sei stupendamente cambiata Eloisa…

ELOISA          Ah sì? In che senso?

C. ALBERTO  Ti confesserò una cosa. Ho sempre avuto un debole per te, ma ho aspettato con pazienza che gli anni passassero.

ELOISA           Che sciocco…e perché?

C. ALBERTO   Perché non sopporto le ragazzine, che hanno quell’insopportabile odore di fresco e sbagliano i congiuntivi, che ridono, ridono, ridono, ma non hanno mai messo un reggicalze e non sanno niente del tradimento… Io adoro le donne con esperienza, stile, che hanno vissuto, che si concedono ai desideri mentre gli anni passano, la pelle si fa soffice, le forme cedono, e appaiono queste prime bellissime rughe sul collo, queste adorabili zampine di gallina al lato degli occhi… il tempo Eloisa è poesia pura! Tu, donna ad un passo dalla prima vecchiaia, qui voglio coglierti, nel tuo momento migliore!

ELOISA           Ti presento mia nonna! (esce)

C. ALBERTO  Come? Ma perché?! “Non sarà mia più. Ne’ qui, ne’ li. E io per sempre persa ti avrò. Persa per perduta parca pensante. (Eloisa rientra per prendere la borsa che ha dimenticato.) Morta.”

ELOISA           Vedi? Perché ti ostini a voler sedurre delle donne vive? L’obitorio sarebbe molto più pratico… (esce)

SCENA 9

C. ALBERTO   Dèi del cielo!! Perché questa tortura?!!  (si appoggia sbattendo, sulla parete dove è appeso il quadro. Così facendo il batik cede da un lato svelando il Mondrian) Toh, guarda! Che evento curioso, l’hanno coperto, chissà perché!   (Guarda  le cose con attenzione, si gira intorno annuendo, come se avesse un sospetto che sta divenendo sempre più una certezza. Si china sotto il divano, si rialza) Toh, il tappeto persiano. Ho capito… Ho capito! Coprono il Mondrian, nascondono il tappeto persiano, hanno fatto sparire i cristalli russi… Si vergognano! Si sono convinti anche loro che la materia assordante e aggressiva, va sconfitta! Marcello e Dori si vergognano della loro opulenza!  (si guarda intorno) Per questo Dori prima era così… evasiva. Ma certo! Ora solo vedo, io che prima non avevo capito nulla, e ho inveito contro quell’umile coccio! Mentre lei meschinetta, tremava, forse voleva spiegarsi, dirmi… ma era confusa! Io l’aiuterò, io solo posso aiutarla, sì, a diventare pensiero puro, arte, anti materia, racchiusi in un una donna ad un passo dalla prima vecchiaia… Io devo scusarmi devo, recuperare il tempo perso, devo …

(entra Dori)

DORI               Carlo Alberto ascolta....

C. ALBERTO   Dori! Carissima, meravigliosa creatura, divina! Lascia che io possa almeno baciare il palmo della tua mano in segno di scusa.

DORI             Ah, mi chiedi scusa. Allora sei stato te. (si allontana) 

C. ALBERTO   Io non sapevo, non potevo immaginare che mentre noi mangiavamo al tuo desco, tu, nobile donna, avevi intrapreso il difficile viaggio verso la redenzione.

DORI                Eh?

C. ALBERTO    “Io solo capirti e/ consolarti e/ aiutarti posso/ Non nasconderti più/ virginea vestale nelle/ tue antiche vesti” Dori, lascia che ti stringa in un abbraccio, te che ti offri alla vita pura, finalmente senza veli!

DORI               Vuoi che mi spogli?

C. ALBERTO   Come?

DORI                Dico, in cambio del tuo silenzio vuoi che mi spogli? Guarda che lo faccio volentieri, mi scarica l’ansia. Una volta l’ho fatto anche per un capitano della finanza, m’ha fatto uno scontone…

C. ALBERTO   Tu offriresti la tua beltà ignuda ai miei cinque sensi? …. Oh… “Dori d’oro/ Dorata dama d’amata sponda rinata/ è l’alma tua, non può/ essere fraintesa ma / appesa la verità sorprende/ evade e pende e dèe e dèi /e dée dare al duo due dì dà/ Forse”. Dunque?

DORI                Dunque, un momento: prima mi dici perché ci hai denunciato alla finanza.

C. ALBERTO   Come? La finanza? Vuoi dire quelli vestiti grigio topo?  Perché avrei dovuto?

DORI                In nome dell’ antimateria, no?

C. ALBERTO  (ride) Non riconosco a nessuno “Stato” il potere di estorcermi dei soldi. Io sono un anarchico monarchico.

DORI                Quindi non sei stato tu!

C. ALBERTO    Lo giuro sull’antipoesia!

DORI                 Peccato!

C. ALBERTO   Cioè?

DORI                No, voglio dire,  mi ero quasi abituata all’idea… e invece, pensa un po’,  sei dei nostri!

C. ALBERTO   Secondo me dovrebbero erigere un monumento agli evasori fiscali. Solo grazie ai loro risparmi possiamo sopravvivere allo sperpero della democrazia.

DORI                Siamo dei benefattori, altroché! Cominci a piacermi Carlino….

C. ALBERTO   Non ci saranno mai più ne’ Michelangelo ne’ Leonardo e sai perché? Perché c’è la democrazia! (la stringe a sé)

DORI                 Carlino non fare così che sono sensibile a certe cose…!

C. ALBERTO    La democrazia uccide l’arte, l’arte ha bisogno di monarchi illuminati, di mecenati liberi….

DORI                Dai… che è tutta la sera che mi è rimasta la voglia…

C. ALBERTO  La democrazia nell’arte non esiste….

DORI               Così mi farai esplodere il bustino!

C. ALBERTO  Bustino, hai detto?  Non dirmi che hai anche il reggicalze!

DORI                Certo che ce l’ho. Perché, la tua Marianna non lo usa?

C. ALBERTO   Ce ne vorrebbero quattro...

DORI                 Vieni con me che ti faccio vedere tutto l’ambaradan…!(si avviano attorcigliati)

C. ALBERTO    Dove andiamo a nasconderci?

DORI                Vieni, dietro il nano negro, in fondo al giardino, nell’appartheid…

(la musica sale)

SCENA 10

(Ernesto ed Eloisa appena pronti entrano)

ELOISA        Questa fasta fa schifo Ernesto, sono distrutta, andiamo a casa.

ERNESTO     Dovrai pazientare ancora qualche minuto, cara…

ELOISA         Non ne posso più di tutta questo egocentrismo! Una noia mortale.

ERNESTO     Ho intenzione di parlare a Marcello del mio progetto.

ELOISA         (pausa)  Che vuol dire…del “tuo”progetto?

ERNESTO     Voglio cominciare a sollevarti dal peso della mia timidezza Eloisa. Ti sono grato di avermi aiutato fino adesso, ma d’ora in poi voglio badare a me stesso, in tutto e per tutto.

ELOISA          (incredula) Stai cercando di farmi fuori…

ERNESTO       Farti fuori.. che vuol dire? Tu sei mia moglie.

ELOISA          No, non sono solo tua moglie, sono anche quella che si è sbobbinata chilometri di interviste in russo, ho organizzato dai traduttori ai correttori di bozze, e questo solo per questo ultimo libro, perché per tutti gli altri ho fatto anche da dattilografa….

ERNESTO     Questo lo so benissimo…

ELOISA         Per non parlare delle relazioni con gli editori. Non credo di dovertelo spiegare, ma le tue ambizioni hanno invaso completamente la mia vita!

ERNESTO      E’ proprio questo il punto Eloisa:  perché non cominci a camminare con le tue gambe? Abbi il coraggio di coltivare un tuo sogno, un sogno autonomo dal mio, e lasciarmi libero, senza starmi addosso...

ELOISA          Io ti sto addosso? Io ti sto addosso??! Tu hai sempre avuto bisogno di me, non io di te! Io ho sempre portato sulle mie spalle tutto il peso!

ERNESTO      E perché lo hai accettato? Eh?  Perché hai accettato di farlo per tutto questo tempo se ti pesava? Potevi fare altro che caricarmi delle tue aspettative!

ELOISA         Tu m’hai spinta in tutto questo, perché più ti senti fallire più sogni i tuoi quindici  minuti di popolarità! Ma me lo merito, avrei dovuto lasciarti arrancare nelle difficoltà e pensare solo a me stessa!

ERNESTO     Te lo dico io perché l’hai fatto: per disamore, e allo stesso tempo per la sconfinata ammirazione di te stessa!

ELOISA          Vuoi che coltivi un mio sogno? Non ne ho… Ma comunque, se è così allora va, divertiti pure da solo, che bisogno hai di me?

ERNESTO      Perché non vuoi che io abbia successo?

ELOISA         Francamente Ernesto.. a me del tuo successo non me ne importa niente!

ERNESTO      (fa per uscire, si ferma) Bisogna saper guardare avanti Eloisa, mai fermarsi, mai! (esce. d.d.) Marcello carissimo… volevo proprio parlarti…

SCENA 11

ELOISA           Guardare avanti! Non sono io il gambero Ernesto! Comunque se vogliamo essere banali, se vogliamo buttare all’aria anni di lavoro, sono d’accordo! Eccoti servito: non solo non m’importa niente del tuo successo, ma neanche del tuo libro, e se proprio lo vuoi sapere neanche della crisi del marxismo me ne importa un fico secco!! Io sto invecchiando, è questa la verità, e l’unica cosa che vorrei veramente in questo momento.. è farmi un meraviglioso lifting…

(entra Marcello)

MARCELLO    Eloisa carissima, ho appena parlato con Ernesto, che caro ragazzo! Ha speso parole di vera ammirazione per me, avevi ragione… Ernesto è cambiato, è diventato malleabile, ragionevole, gli ho assicurato che farò di tutto per farlo entrare in televisione.

ELOISA           Sei davvero generoso Marcello, grazie…!

MARCELLO   Figurati, con l’amicizia che c’è tra noi. Solo bisogna avere un po’ di pazienza con la crisi di lavoro che c’è in giro… comunque mi sono impegnato per fargli fare almeno la parte del ranocchio nello spazio bambini delle cinque...okkey?

ELOISA           Lo spazio bambini…!?

MARCELLO    E’ l’unico spazio rimasto libero…

ELOISA            Ed Ernesto cosa ti ha detto?

MARCELLO    Mi è sembrato entusiasta! Per il prossimo anno si vedrà, magari ha successo…

ELOISA            Bèh Marcello, sai che ti dico? E’ davvero una vera carognata! Complimenti! Ma contenti voi!

(fa per andarsene)

MARCELLO    Ma cosa fai?

ELOISA           Io? Mi dissocio, e basta! Grazie tante di tutto!! (esce)

SCENA 12

MARCELLO   (la guarda uscire, poi scuote la testa) Non c’è niente da fare, certi comunisti non cambieranno mai! Arroganti fino in fondo! Vai a dare una mano agli amici…cosa c’è che non va nella parte del ranocchio? Non capisco.. cosa voleva che facesse? Mao Tse Tung? Nello spazio bambini?

(entra Marianna)

MARIANNA    Eccoti Marcello... ti cercavo. Volevo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me..!

MARCELLO    Ringraziarmi? Ma figurati..

MARIANNA    Sto facendo passi da gigante, sai? Entro questo week end avrò finito di fare terra bruciata intorno a me, praticamente non avrò più amici, non è fantastico? Sto procedendo a grandi passi…!

MARCELLO    Se sei contenta …

MARIANNA    Quindi il prossimo sabato sarò prontissima per fare la fase G con te! Ci pensi? Ma ti prometto: questa volta niente intrusioni castranti!

MARCELLO   Preferirei evitare del tutto se fosse possibile...

MARIANNA    Ascolta io prendo la macchina e provo a fare benzina da sola, non dire niente  a Carlo Alberto, tanto sta recitando poesie al Nano negro in fondo al giardino, è molto ispirato, lo lascerei tranquillo..

MARCELLO    Va bene, come vuoi..

MARIANNA   Allora, al prossimo sabato.. Sandokan..! (esce)

SCENA 13

MARCELLO   Povera Marianna, deve essere caduta in una di quelle sette a caccia di miliardarie. Quelli lì le drogano con idee assurde, tipo che essere nati ricchi è una sfiga, e che è meglio essere poveri…  Secondo gli succhieranno tutta l’eredità!

DORI              (Rivolta alla festa) Lasciate pure i soldi lì… nella sacchetta.. sì.. bravi.. bravi.. (entra, rivolta a Marcello) Ho dovuto fare la colletta anche questa sera, ma ti pare?! Ma è possibile che ogni sabato fanno fuori un servizio? Altroché beneficenza…

MARCELLO   Su dai, che questa sera ci è andata anche bene. Sono rimasti in molti di là?

DORI              Mah..quattro gatti.. Ernesto attaccato alla bottiglia…Oh, e C. ALBERTO? E’ andato via senza salutare?

MARCELLO  Ma no …sta recitando poesie nell’apartheid… ! ah ah..

DORI              Sai cosa ho scoperto? Non è lui che ci ha denunciati. Anzi, è dei nostri.

MARCELLO  Hai capito! Chi l’avrebbe mai detto!? Sembra deficiente e invece…

DORI             Guarda, questa sera ho avuto occasione di conoscerlo meglio e non lo trovo per niente stupido, sembra… ma ha detto delle cose così intelligenti.. io non saprei ripeterle ma….. a tratti mi è parso persino affascinante!

MARCELLO  Dori, se non ti conoscessi come le mie tasche, penserei che te e C. ALBERTO….

DORI              E con chi? Con Carlo Alberto? Ma te lo immagini? Ah! Ah!

MARCELLO Ah! Ah!  Carlo Alberto ! Ah! Ah!

DORI             Ehhh, bella serata..!

MARCELLO Eh sì, davvero bella!

DORI             Peccato solo che non abbiamo fatto il gioco dei mimi.

MARCELLO Avremmo vinto noi….

DORI             Lo faremo il prossimo sabato, dai!

MARCELLO Che dici, tesoro? Andiamo avanti con questa storia del Sabato sera?

DORI             Ma sì è così divertente….e poi è bello vedere un po’ di amici ogni tanto…

MARCELLO    Hai ragione Dori …

DORI                E poi si dice no? Chi trova un amico, trova un tesoro!

(squilla il telefono, pausa, si guardano, buio. sipario)(sugli applausi gli attori esultano)

 (alla seconda chiamata,  lei si gira svelando il coniglietto imbavagliato dietro la schiena)

FINE