Farsa
di Lucio De Felici
da COSA DITE?
Editrice Tusculum Frascati
PERSONAGGI:
Marito
Moglie
QUEL TESORO DI MIA MOGLIE
Scena: una modesta camera che fa da studio e da salotto.
All'aprirsi del sipario, la moglie sta seduta da una parte a lavorare la calza, mentre il marito, alla scrivania, sta elaborando i conti del mese.
Marito Pane?
Moglie Trentadue chili. Tremila e duecento.
Marito (scrivendo) ...mila e ...cento...
Moglie Quattrocento grammi di pecorino. Cinquecento.
Marito (scrivendo) ...cinquece... Perché cinquecento, scusa?
Moglie A centoventi lire il grammo, fai un po' il conto!
Marito Appunto per questo. Che cinquecento! Se mai, quattrocentottanta.
Moglie Ah, si vede proprio che non t'intendi di spese familiari!... Quando ti servono, caro mio, il peso lo fanno sempre un poco abbondante. Proprio per farti pagare prezzo tondo!
Marito Per quale motivo ti devono servire abbondante? Tu quanto pecorino hai ordinato?
Moglie (seccata) Quattrocento grammi.
Marito E allora? Perché te ne debbono dare di più?
Moglie Ormai fanno tutti così, Ernesto mio!
Marito Ernesto, un corno! Sei tu quella che ordina fino a prova contraria, e mi sembra che, alla fine, sei tu quella che paga, no? E allora?
Moglie Va bene. Scrivi quattrocentottanta. Basta che la pianti!
Marito (arrabbiandosi) Non lo faccio mica per le venti lire, sai? Che credi? Però, venti lire di qua, venti lire di là, in capo al mese saltano fuori le mille. E con i tempi che corrono per guadagnarsi mille lire ci vuole una giornata di lavoro.
Moglie Quattrocentottanta, scrivi quattrocentottanta! Basta che la finisci!
Marito Forse non è vero quello che dico?
Moglie Sì, sì, t'ho detto: quattrocentottanta.
Marito (dopo una pausa di riflessione) No, cinquecento! Figurati, non lo faccio mica per le venti lire! Per carità, ci mancherebbe altro!
Moglie No, no, non mi importa niente: scrivi pure quattrocentottanta.
Marito Lascia stare. Cinquecento.
Moglie Ho sbagliato? Hai dimostrato che hai sbagliato? Allora metti il prezzo giusto.
Marito Sì, brava, e le venti lire poi dove le prendi?
Moglie Non t'interessare! Tu metti quattrocentottanta!
Marito Eh, già! Io metto quattrocentottanta come se non sapessi che queste venti lire me le togli poi da un'altra parte! Credi che sia tanto sciocco?
Moglie Insomma si può sapere cos'hai questa sera? Eppure hai visto bene quello che si è mangiato, no?
Marito Pane e cipolla, per una settimana! Lo so.
Moglie (infuriata) Ah, sì, eh? Credi che sia una bella vita questa? Ventimila lire al mese per mangiare! Come deve fare una povera moglie con ventimila lire al mese, questo mi chiedo? Invece di ringraziarmi!
Marito Già adesso dovrei ringraziarti.
Moglie Sicuro, ringraziarmi. Proprio così.
Marito Avanti, meglio che andiamo avanti! Manca il sale.
Moglie C'è da impazzire! .. Sale? Due chili.
Marito (trasecolando) Due chili di sale in un mese?! Io impazzisco davvero! Come hai fatto, se hai sempre cucinato senza sale?
Moglie Ricominciamo da capo, un'altra volta?
Marito Per carità, ci mancherebbe altro. Andiamo avanti. (scrive) Che altro?
Moglie Rileggi un poco?
Marito (rileggendo) Pasta, zucchero, olio, carne, formaggio, pane, pecorino, sale. C'è tutto?
Moglie Niente affatto. Mancano le patate. Venti chili: mille lire.
Marito Venti chili? Stai dando i numeri al lotto? Quando mai ci siamo mangiati venti chili di patate?
Moglie In tutto il mese, caro mio, ce ne vorrebbero quaranta!
Marito Certo, facciamo duecento! Che dico, due quintali! Patate tutti i giorni, anche la mattina. Quante volte ti avrò detto che a te manca il senso della misura? Ancora non sei giunta al punto cui ti vorrei vedere.
Moglie Perché, non ti sembra che ci siamo già arrivati al punto che dici?
Marito (infuriato) Al punto dell'economia ancora no!
Moglie (infuriata) Al punto della fame, sì!
Marito Quando imparerai ad essere economa, mi faccio tagliare la testa!
Moglie Anche subito, se vuoi!
Marito Questo vorresti!
Moglie Non dire sciocchezze!
Marito Certo.
Moglie Sicuro.
Marito Proprio.
Moglie Domani.
Marito Ma vattene.
Moglie Ah!
Marito Ih!
Moglie (dopo una pausa) Sai che ti dico? Da domani andrai tu a fare la spesa. Vedremo cosa sarai capace di combinare!
Marito Sicuro. Da domani andrò io a fare la spesa e tu andrai a fare l'usciere al Ministero della Difesa.
Moglie Credi forse sia difficile fare l'usciere al Ministero della Difesa? Me ne mangio mille di uscieri! Come se fare l'usciere fosse un lavoro, poi!
Marito (infuriatissimo) Così, per te non sarebbe neppure un lavoro, il mio! Non farei niente tutto il giorno, io? Per te fare l'usciere è come lavorare la calza o cucinare un piatto di spaghetti...
Moglie Potresti trovare piuttosto un posto serale, un lavorino di poche ore.
Marito Ma fammi il piacere, non dire fesserie! Trovalo tu, se sei capace, un posto serale di poche ore! Credi sia come trovare marito?
Moglie Ma se non hai provato mai?..
Marito E neppure ci proverò. È una pazzia!
Moglie Ecco, mi fa rabbia: la tua indolenza, la tua inerzia! Quel rinchiudersi in se stessi nel pregiudizio... nel pregiudizio di considerare una pazzia di trovare un posticino serale di poche ore! Sei un fannullone, ecco quello che sei, un fannullone!
Marito (tragicamente) Siamo arrivati! Al fannullone siamo arrivati! Come sempre. Non esiste un discorso tra noi che non si concluda diversamente. Sei un fannullone!
Moglie Vorresti negarlo?
Marito Per carità! Tanto... l'ultima decisione l'ho presa quando mi sono sposato, poi, per quanto abbia voluto, non ho deciso più!
Moglie (calma) Leggi un poco, piuttosto. Vediamo se manca ancora qualcosa.
Marito (leggendo) Pasta, zucchero, olio, carne, formaggio, pane, pecorino, sale e patate...
Moglie Manca ancora l'insalata!
Marito Quanta?
Moglie (satanica) Te ne sei mangiata quanta ne mangia una pecora: venti chili! Eh, lo so, è ancora poca! Ma penserò ad aumentare la dose.
Marito Non fare dello spirito insensato! Quanto hai speso?
Moglie Seicento.
Marito (scrivendo) ...cento. Tiriamo pure la somma. In tutto... diciottomila cento quaranta.
Moglie Hai visto? Ho addirittura risparmiato di fronte all'altro mese!
Marito Ti dispiace, vero? Dillo, dillo che ti dispiace! Che avresti speso il doppio magari! Che mi avresti mandato scalzo! Dillo! Mi vorresti vedere dalla mattina alla sera come un mulo! E tu, invece, darti alla bella vita!
Moglie (piangendo, tragicamente) Ingrato! Vuoi farmi impazzire! Vuoi farmi morire...
Marito (incalzando) La bella vita vuoi fare tu! Sì, sì, dillo chiaramente! La signora vorresti fare mentre il marito tira la carretta. Basta, qui bisogna finirla una buona volta! Basta!
Moglie Meglio che me ne vado! Con te oggi non ci si può ragionare! (Esce piagnucolando).
Marito (urlando per farla andar via) Sicuro, proprio così: è il marito quello che sgobba! Non c'è nulla da piangere, tanto non mi commuovi!.. (Passeggia nervosamente urlando, poi ad un tratto si ferma, guarda dal buco della serratura ed attende che la porta di casa si chiuda) È uscita! Finalmente!
(Corre quindi al telefono, compone frettolosamente un numero) Sei tu, Vincenzino? Sono riuscito, sai, a liberarmi di mia moglie per qualche ora! Quanto è stata cara, sapessi! Pensa che quest'oggi mi voleva portare al camposanto! Io le ho spiegato garbatamente che potevamo andarci un altro giorno. Mi ha lasciato subito via libera senza neppure protestare. Allora ci vediamo subito. Prenota pure due biglietti per Roma-Lazio. Subito, sì... Un salto e sono da te...
Moglie (sopraggiunta poco prima ha ascoltato l'ultima parte del discorso) Non preoccuparti, caro! Se vuoi, te la do io la partita di calcio
(E lo prende a calci rincorrendolo per la scena. Poi il marito fugge, mentre la ... moglie dalla porta gli grida)
Preparati pure, amore! Quest'oggi si va insieme al Camposanto a visitare i parenti defunti. Forse ti farà bene... C'è anche mia madre! Le dirai un requiem aeternam!...