Quello che ci sa fare

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QUELLO CHE CI SA FARE

Titolo originale “The Knack”

Commedia in tre atti

di ANN JELLICOE

Traduzione italiana di Luciano Codignola

PERSONAGGI

Tom:     piuttosto basso di statura. Vigoroso, equilibrato e controllato nei movimenti. Parlando, usa un'estesa gam­ma di intonazioni, ritmi e volumi, molta energia e vi­talità.

Colin:    alto e poco coordinato. Esplode in accessi ver­bali, durante i quali parla a scatti, con voce monotona ed esitante. In sostanza è un tipo forte e intelligente, però insicuro. Anzi, si infuria coti se stesso.

Tolen:  già poco promettente dal lato fisico, è riuscito a svilupparsi a forza di esercizio sistematico. Il suo corpo oggi è diventato quasi come lui lo voleva. Ha una figura forte, ben piantata, e ricca di muscoli guizzanti. Tutti i suoi movimenti sono l'esibizione di un fisico ben controllato e sicuro. Parla per lo più con una scorrevolezza uni­forme e precisa, e fa uso di toni deliberatamente sagaci e sottili.

Nancy: ha più o meno diciassette anni. Col tempo diven­terà una splendida ragazza, ma la sua personalità, come la sua figura, è ancora in formazione e indistinta. Indos­sa una sottana larga a pieghine.

Commedia formattata da

ATTO PRIMO

(Una stanza, che Tom sta dipingendo. Il colore è steso sulle pareti in funzione dell'incidenza della luce. Una fi­nestra a sinistra sulla parete di fondo, e un'altra a de­stra. Il colore è più scuro dove le ombre sono più fitte, e più chiaro dove cade più luce. La pittura non è armo­niosa, graziosa o rifinita, ma deliberatamente aggressiva. In scena una scala a piuoli, un divano e due seggiole comuni di legno. Un espansore a braccia da ginnastica pende dalla porta di sinistra)

Colin                             - Ehm... io... io.

Tom                               - Fantastico. È fantastico. E straordinario. (Pausa)

Colin                             - Io...

Tom                               - È asciutta adesso?

Colin                             - Dove?

Tom                               - Dappertutto. (Colin prova col dito)

Colin                             - Si sta asciugando.

Tom                               - Bene. (Pausa)

Colin                             - Io... insomma.

Tom                               - Quel divano lo odio. (Pausa) Là forse un po' più di bianco. Più bianco. (Pausa) Qua. Come ci cade la luce?

Colin                             - Eh?

Tom                               - La luce. Va insieme. Bianco dov'è chiaro, nero dov'è scuro. E grigio in mezzo. (Pausa)

Colin                             - Oh si... si.

Tom                               - Eh? Bene. Un po' più di bianco. (Afferra il pen­nello del nero e pittura) Maledetto. (Prende uno straccio, guarda la parete, la contempla e poi incomincia a metter del nero usando lo straccio) Si? Si? (Pausa) Si?

Colin                             - Hai cambiato sistema.

Tom                               - Eh?

Colin                             - ... bianco dov'è chiaro, nero dov'è scuro.

Tom                               - Ma cosi va meglio. Mi piace.

Colin                             - Che pasticcione. Hai pasticciato tutto. Che la­voro malfatto.

 Tom                              - Io no non faccio mica il decoratore io. Ha un'altra faccia eh?

Colin                             - Un'altra?

Tom                               - Si.

Colin                             - Un'altra come?

Tom                               - Prima che ci venissi io. (Pausa) Non gli piace di certo.

Colin                             - A chi, non gli piace.

Tom                               - Gli darà sui nervi. Gli darà sui nervi a Tolen. Andrà in bestia.

Colin                             - Non è mica casa sua.

Tom                               - Dirà che è infantile.

Colin                             - La casa è mia. Sono io il padrone, è mia. (Pausa) Cos'è tutta quella roba nel corridoio?

Tom                               - Ah ah. Perché non ce l'ha avuta prima Tolen, l'idea.

Colin                             - Non ci si passa più. E io voglio portar giù il letto dalle scale.

Tom                               - Come si chiama Tolen di nome?

Colin                             - Dice che non ne ha.

Tom                               - Non ha nome?

Colin                             - Dice che non lo usa. Voglio portar giù il letto...

Tom                               - Se non lo usa...

Colin                             - ... dalle scale.

Tom                               - Uno deve avercelo...

Colin                             - Voglio portar giù il letto...

Tom                               - E portacelo! No?

Colin                             - Ma se non riesco a farlo uscire dalla porta!

Tom                               - Vuoi portar giù il letto...

Colin                             - C'è troppa roba nel corridoio.

Tom                               - Ce l'ho messa io nel corridoio.

Colin                             - C'è un cassettone contro la porta. Non si può andar fuori...

Tom                               - O dentro. Dov'è Tolen?

Colin                             - Fuori. (Pausa) Con una ragazza.

Tom                               - Oh.

Colin                             - C'è troppa roba nel corridoio.

Tom                               - E tu perché vuoi portar giù il letto dalle scale?

Colin                             - L'armadio e il cassettone. Li portiamo dentro.

Tom                               - Cosa?

Colin                             - Provvisoriamente.

Tom                               - No.

Colin                             - Cosi tiro fuori il letto dalla porta.

Tom                               - No, lo si fa entrare e uscire dalla finestra. (Breve pausa)

Colin                             - Ma l'armadio non l'hai messo fuori per dar la pittura?

Tom                               - Non lo voglio più. La stanza è meravigliosa senza.

Colin                             - Bisogna esser pratici...

Tom                               - Questo schifo...

Colin                             - Dovrai ben sederti...

Tom                               - ...perde il fondo.

Colin                             - Dovrai ben dormire...

Tom                               - C'è le sedie!

Colin                             - Non vuoi mica dormir in terra. Che sedie?

Tom                               - Per terra! Si dorme in terra! Il materasso in terra !

Colin                             - Cosa?

Tom                               - Si! Il materasso in terra. Una camera vuo­ta! Meravigliosamente vuotai Che idea! Guarda! Lassù! Che idea! (Colin si lascia cadere sbalordito su una sedia) Ti stupisci eh. (Afferra la sedia di Colin) Al muro! Via dai piedi! Via dal pavimento! Le appendo al muro!

Colin                             - Oh no!

Tom                               - Oh sì! (Butta il materasso sul pavimento) Aiu­tami! Su! Avanti! Dai una mano! Una mano! Colin! Accidenti! Che idea che ho avuto!

Colin                             - C'è troppa roba nel corridoio.

Tom                               - E tu mettila in cantina.

Colin                             - Ma se non c'è, la cantina.

Tom                               - Allora dalla a Tolen! Mettigliela in camera! Si! Dai, aiutami! Oh! Una stanza meravigliosamente vuota! E tu perché vuoi portare il letto giù dalle scale?

Colin                             - Ne voglio un altro.

Tom                               - Come?

Colin                             - Più grande. Da una piazza e mezzo. (Pausa)

Tom                               - Intanto spostiamo questo.

Colin                             - Non sarebbe meglio spostare prima il mio?

Tom                               - In cantina. Dallo a Tolen. (Fuori scena rumore di motoretta che scoppiettando si arresta davanti al por­tone)

Colin                             - Non c'è la cantina.

Tom                               - Tolen. È la sua motoretta. (Rumore di qualcu­no che tenta di aprire la porta)

Colin                             - È Tolen. Non può entrare. (Urla) Vengo! (Tom e Colin escono trascinando il divano. Entra Tolen dalla finestra. Colin compare alla finestra di sinistra e scom­pare)

Colin                             - (da fuori) Là no!

Tom                               - Cosa?

Colin                             - È andato.

Tom                               - Che strano. (Tom entra da sinistra seguito da Colin)

Colin                             - Ah sei qui.

Tolen                             - Tieni i vetri piuttosto sporchi.

Tom                               - Puliamoli.

Colin                             - Io io ho del Polivetro. (Colin esce)

Tom                               - Che roba è?

Colin                             - (fuori scena) Per pulire i vetri. (Pausa. Colin rientra con del Polivetro che offre a Tom)

Tom                               - (leggendo l'etichetta) Polivetro qua Polivetro là. (Tom stende un po' di Polivetro sulla parte inferiore della finestra)

Tolen                             - Usando acqua pura e asciugando con carta di giornale si ottiene un minor effetto elettrostatico.

Colin                             - Cosa?

Tolen                             - Una rimozione più a fondo del sudiciume. (Tom comincia a sperimentare, disegnando forme di fantasia) Ora la parte di sopra, Tom. (Tom fregando vigorosamen­te sul vetro fa un largo gesto all'insti, che ricade sull'al­tra finestra a destra, dove incomincia pure a fregare)

Tolen                             - Te ne rendi conto, Tom, che se vuoi pulire il vetro devi toglier via tutto il Polivetro? (Pausa) Questa roba bianca bisogna toglierla tutta.

Tom                               - Andiamo a portar giù il tuo Ietto eh Colin?

Colin                             - Non si può lasciar le finestre cosi.

Tom                               - Come.

Tolen                             - Non si può lasciarle cosi. "Distribuire una pic­cola quantità usando uno straccio umido, e asciugare stro­finando immediatamente."

Tom                               - Fa l'uso delle tende anzi meglio.

Colin                             - Delle tende?

Tom                               - Dovresti dargli il bianco alle tue finestre Tolen. Il bianco respinge il calore. Verrà bene quando cade l'a­tomica. (Tom esce)

Colin                             - Cosa. Cos'hai detto?

Tom                               - Verrà bene quando cade l'atomica. Verrà bene.

Colin                             - Delle tende? (Colin esce. Pausa. Tolen sta per uscire quando si odono fuori scena urti, fracassi e urla. Questo diventa il dialogo seguente)

Colin                             - (fuori scena) Non gira!

Tom                               - Si.

Colin                             - No. Dall'altra parte!

Tom                               - Cosa?

Colin                             - Bisogna smontarlo.

Tom                               - Va bene.

Colin                             - (fuori scena) Ce la fai a tirar via la testa?

Tom                               - (fuori scena) La cosa?

Colin                             - (fuori scena) La testa! Acchiappalo! Per la testa !

Tom                               - Non ce la faccio!

Colin                             - Cosa?

Tom                               - Non ce la faccio!

 Colin                            - Occhio all'intonaco. (Fracasso fuori scena) Ac­cidenti.

Tom                               - Che tipo casalingo. (Entra Colin con la testata di un letto, che appoggia al muro; fuori scena) Non è asciutto li! Scemo! (Colin l'appoggia alla scala. Fracasso fuori scena) Aiuto! Aiuto! Sono imbottigliato! (Ride) Im­bottigliato! Il piede!

Colin                             - Il cosa?

Tom                               - Il piede!

Colin                             - Il tuo piede? (Colin esce)

Tom                               - Del letto. (Altri urti, fracassi e imprecazioni fuori scena. Colin entra col piede del letto)

Tolen                             - Ha mica telefonato qualcuno?

Colin                             - Cosa?

Tolen                             - Sto attendendo messaggi da un paio di ra­gazze.

Colin                             - C'è stata una Maureen e uhm una Joan.

Tolen                             - Joan? Joan chi. (Colin resta imbarazzato) Non importa ritelefonerà. (Pausa) Temo che sia la cameriera del "Central".

Colin                             - Alice? (Entra Tom)

Tolen                             - Mi ha portato nel retrobottega stamattina.

Tom                               - E Jimmy?

Tolen                             - Credo all'oratorio.

Tom                               - Di sabato?

Tolen                             - Lei ha detto cosi. Dietro quella tenda a perle lo sapete che c'è una stanza piena di coppe d'argento. Ce n'è una quantità. E un gran sofà rosa in mezzo. Non Io sapevo che Jimmy fosse uno sportivo.

Colin                             - E chi era l'altra.

Tolen                             - Quale altra?

Colin                             - Quella che deve telefonare.

Tolen                             - Una incontrata in una cabina del telefono. (Tolen esce. Rumore fuori scena. Tolen rientra) Colin, non ti spiacerebbe spostare quel letto? Desidererei salire in camera mia.

Colin                             - Ah la base. Scusa.

Tom                               - Non ce la fai a scavalcarla? (Colin esce. Altri rumori fuori scena. Colin rientra)

Colin                             - (a Tom) Dammi una mano.

Tom                               - E perché non Tolen?

Colin                             - Eh?

Tom                               - È lui che vuol andar di sopra.'

Colin                             - Oh - io... (Colin esce. Rientra trascinando la base del letto)

Tom                               - Occhio alla pittura. (Tom aiuta Colin a siste­mare il letto)

Tolen                             - E perché porti giù il tuo letto, Colin?

Colin                             - Me ne faccio uno nuovo.

Tolen                             - Come?

Colin                             - Più grande. Da una piazza e mezzo.

Tolen                             - Come il mio.

Colin                             - Io - ehm     - ho pensato - mi pare che ce ne vorrebbe uno nuovo. Insomma - ehm - più grande. In caso - no? in caso. Mi pare che uno grande vada meglio - nuovo - è più comodo. (Pausa) Possono sempre dormirci dei miei cugini sposati. (Pausa lunga)

Tolen                             - Tu ce l'hai la ragazza, Colin?

Colin                             - No.

Tolen                             - Carol se n'è andata sei mesi fa vero?

Colin                             - Mm.

Tom                               - Ce l'hai la ragazza, Colin?

Colin                             - No.

Tom                               - La donna?

Colin                             - No.

Tom                               - Sei senza, vero?

Colin                             - No.

Tom                               - Sei senza!

Colin                             - No.

Tom                               - Sei senza! Senza! Che scemo. E cosa te ne fai di un letto nuovo.

Colin                             - Cosa ti occupi del mio letto.

Tom                               - Il tuo letto! Il letto di Colin!

Colin                             - È poco solido.

Tom                               - (attraverso le sbarre) Grr! Grr!

Colin                             - Eh! Piantala! Piantala!

Tom                               - Cigola! Si muove! Si sconquassa! Occhio! Yahù!

Colin                             - Senti.

Tom                               - Cucù!

Colin                             - Ma senti.

Tom                               - Cucù cucu!

Colin                             - Piantala. Piantala!

Tom                               - Cucù! occhio!

Colin                             - Ma piantala accidenti! (Letto e scala crollano, travolgendo Tom e Colin) Tu tu grullo. (Pausa)

Tolen                             - Ce l'avevi messa la trementina nella pittura?

Tom                               - Si.

Tolen                             - Ora diventa gialla.

Colin                             - Come?

Tolen                             - La pittura ora diventa gialla.

Colin                             - Gialla?

Tolen                             - Si.

Colin                             - Non l'ho mai saputo.

Tolen                             - La trementina scioglie la biacca e l'olio di li­no filtra e fa ingiallire.

Colin                             - Oh. Dici che bisogna rifarla? (Tom si esercita all'espansore ginnico)

Tom                               - Peter ce l'ha lasciato, non è stato simpatico? (Pausa. Una ragazza si vede attraverso la finestra, men­tre passa nel corridoio. Tolen fa per uscire)

Colin                             - Dove vai. Dove... (Tolen esce) Ma come fa?

Tom                               - Finirà per consumarmi la finestra. Spostiamo il cassettone, cosi può tornare dalla porta. Non è che se le faccia proprio in strada, sai.

Colin                             - Ah no?

Tom                               - Piglia solo contatto e sospende subito per do­po... Si aumenta la collezione.

Colin                             - E come fa a trovarle?

Tom                               - Il tuo letto sta fra i piedi. Cosa bisogna farne? Cosa vuoi farne?

Colin                             - Ah, quello. Oh, cosa serve. (Tom trascina un pezzo del letto e lo appoggia a Colin) Cos'ha Tolen che io non ho? Maureen dice che ha delle caviglie erotiche. Le mie come sono?

Tom                               - Cosa vuoi farne di questo letto?

Colin                             - Pensavo di portarlo in Copp Street.

Tom                               - In Copp Street?

Colin                             - Da un robivecchi.

Tom                               - Per venderlo?

Colin                             - Direi.

Tom                               - Far soldi?

Colin                             - E perché no perché.

Tom                               - Fermo!

Colin                             - Perché no?

Tom                               - Se non cade. (Pausa) Bene. Lo portiamo a Copp Street. Quanto c'è da qui?

Colin                             - Venti minuti.

Tom                               - Venti! (Pausa lunga) Rimettilo in camera. (Pau­sa. Colin scuote la testa. Pausa. Tom apre la bocca per parlare)

Colin                             - (interrompendolo) Nel corridoio no. (Pausa)

Tom                               - Resta fermo cosi. Stai bene. (Pausa breve)

Colin                             - Rimettilo insieme.

Tom                               - No.

Colin                             - Se lo rimontiamo sta in piedi da solo.

Tom                               - No.

Colin                             - Da solo.

Tom                               - Non lo posso più vedere. (Pausa)

Colin                             - Prendi il piede. (Tom esegue svogliatamente) Ora la testa. (Idem)

Tom                               - Ma come fai a dormirci dentro? Sembra di es­sere allo zoo.

Colin                             - Come le trovi tu, le donne? come si fa per trovarne una? (Incominciando a montare il letto)

Tom                               - Tu lo sai perché i platipus ornitorinchi non si possono esportare dall'Australia cioè, i platipi?

Colin                             - Come si fa per trovarne una?

Tom                               - Tu magari credi che ti racconto una storiella scema, no?

Colin                             - Be'?

Tom                               - Perché ogni giorno mangiano tanti vermi quan­to pesano e se non ne hanno crepano di fame in un'ora e mezzo circa. È un affare piuttosto carino. Forse non sarà un bel letto ma come affare non c'è male. Si. Guar­da. Niente male. (Colin tira su il materasso) No.

Colin                             - Ma...

Tom                               - No.

Colin                             - Ma un materasso il suo posto è sul letto.

Tom                               - Non è mica un letto questo. È un oggetto. Anzi, è un traffico su ruote. Mm. Non c'è mica tanto posto qui. Devo far fuori queste sedie dal pavimento. Metti il ma­terasso in corridoio.

Colin                             - Sta meglio sul letto.

Tom                               - Benissimo. (Tom prova sul letto)

Colin                             - Cos'ha Tolen di speciale? (Tolen passa davanti alla finestra e cerca di rientrare per la porta. Entra dalla finestra)

Tom                               - Hai fatto presto. Non è andata?

Tolen                             - No. Stasera la vedo.

Tom                               - La prossima volta ti cronometro.

Tolen                             - La prossima volta vieni a vedere. (Tom prova ripetutamente l'espansore ginnico)

Tom                               - Incomincia a andare. Uff! Arrivo fino a dieci. Uff! È spaventoso!

Tolen                             - Io venti e poi...

Tom                               - Fa' vedere. (Tolen fa un gesto per significare che non è il caso di usare in quel modo la sua energia)

Colin                             - Anch'io venti.

Tom                               - Fa' vedere tu. (Colin afferra l'attrezzo e comin­cia) Se pieghi i gomiti, sfido che è più facile.

Colin                             - Quattro.

Tom                               - Tolen.

Tolen                             - Si Tom?

Tom                               - Ti pare una buona idea che Colin si compri un letto da una piazza e mezzo?

Tolen                             - Dove lo compra?

Colin                             - Nove. Da Gatesby's.

Tom                               - Plutocrate.

Tolen                             - Heal sarebbe meglio.

Colin                             - Dodici. Come?

Tolen                             - Heal ha più esperienza coi letti.

Colin                             - È caro. Quattordici.

Tolen                             - Sarà più caro ma ha più esperienza. L'esperien­za si paga.

Tom                               - Si    - ma ti pare che è una buona idea, un'idea sana moralmente che Colin si compri un letto da una piazza e mezzo se non ha la donna?

Tolen                             - Rory McBride ha un letto matrimoniale...

Tom                               - Va' avanti! Se ti fermi non vale! Cos'ha di spe­ciale Rory McBride? Chi è Rory?

Colin                             - Tu credi?

Tom                               - Avanti!

Colin                             - Credi.

Tom                               - Cosa.

Colin                             - Che dovrei prenderlo matrimoniale? (Colin si ferma)

Tom                               - Quante?

Colin                             - Ventiquattro. (Barcollando) Dov'è il letto?

Tom                               - Vuoi dire l'oggetto. (Colin crolla sul letto. Una ragazza passa e la si vede dalla finestra. Tolen esce)

Colin                             - Dov'è andato?

Tom                               - Ha visto una ragazza e le è andato dietro. (Pausa)

Colin                             - Ce l'hai una sigaretta?

Tom                               - Credevo che non fumassi.

Colin                             - Ce l'hai una sigaretta?

Tom                               - No. (Pausa) Senti Colin, ho un'altra idea per te. Per insegnar la musica ai bambini.

Colin                             - Oh...

Tom                               - Ascolta! L'idea del gesso - non era buona quella?

Colin                             - Era buonissima.

Tom                               - L'hai usata o no? L'hai usata?

Colin                             - Buona. Buonissima. Avanti, di'.

Tom                               - Tolen ci vorrebbe, maledetto lui.

Colin                             - Come?

Tom                               - Sa la musica... Ti potrebbe consigliare. Ma è un fetente, se lo lasci avvicinare ai ragazzini li spaventa. Ora senti, è un po' che ci penso. Ce l'hai il piano? Si? Accidenti, che schifo di scuola, senza neanche un piano.

Colin                             - Uno ce l'abbiamo.

Tom                               - Bene. Senti, è un po' che ci penso. Far lezione è cosi intellettualistico, e quando non è intellettualistico è autoritario di solito. Il maestro insegna tutto ai ragazzini e quello che ottiene è delle scimmiette noiose, dei piccoli automi ottusi, limitati e presuntuosi.

Colin                             - Su, va' avanti.

Tom                               - Tu pigli il piano, pigli i ragazzini, e fai un gio­co no? "Ecco, gli dici, i tasti non si guardano perché non vale."

Colin                             - Ma senti...

Tom                               - Se si guardano fra loro mentre suonano finisce che si copiano. Ora, quello che non devi è di mettere il cervello fra loro e la loro esperienza diretta. Non intel­lettualizzare! Falli entrar nel gioco! E non parlare della musica, parla del rumore.

Colin                             - Senti...

Tom                               - Perché cos'è la musica d'altro che un arran­giamento di rumore? Parlo sul serio. "Adesso, gli dici, uno viene qui e fa dei rumori sul piano." E uno finisce per venire e comincia a picchiare sui tasti, bang bang. "Bravo, dici tu, adesso un altro che venga a fare quel rumore."

Colin                             - Come?

Tom                               - Proprio quel rumore. È il primo passo. Dovran­no ascoltare per picchiare nei medesimi posti e più o meno ce la faranno perché più o meno è nel mezzo della tastiera che picchiano. E allora gli fai fare una specie di girotondo intorno al piano, tutti a fare quel rumore vedrai come si divertono. E quando li vedi un po' scal­dati, cominci a sviluppare. "Benissimo, gli dici, ora cam­biamo rumore."

Colin                             - Cambiamo...

Tom                               - ... e glielo fai fare...

Colin                             - Io non vedo a che scopo.

Tom                               - Ma senti, cosi trovano da soli un'esperienza diretta! trovano da sé tutti i principi della musica: e non avranno paura, non gli sembrerà cultura ma diver­timento. Sta' a sentire. Te, fesso deficiente, non ti piace Bartok, eh?

Colin                             - No.

Tom                               - Non te ne vantare. È che non lo capisci, hai le orecchie piene di Bach, a Mahler ti fermi. Ma dopo un paio di lezioni cosi ai ragazzini gli suoni Schoenberg, gli suoni Bartok. E lo capiscono. Sta' sicuro! Gli sembrerà rock and roll. Dio buono, dovrei fare il maestro io! Dio buono, ma sono un genio!

Colin                             - E Tolen.

Tom                               - Tolen cosa?

Colin                             - Dicevi che ci vorrebbe lui.

Tom                               - Per farci prestare i dischi,

Colin                             - Non li presta mai, non li lascia toccare a nessuno. (Pausa) È un'idea buona.

Tom                               - Bene.

Colin                             - Grazie. (Pausa) Cosa dicevi, che Tolen è un fetente?

Tom                               - Sta' attento. Ti fa impressione per un motivo solo. Davvero Colin: sesso, sesso, sesso. È tutto quello che sai dire.

Colin                             - Tu e Tolen ve la cavate benissimo.

Tom                               - Siamo più o meno tutti dei falliti sessuali.

Colin                             - Tolen non è un fallito sessuale.

Tom                               - Se ne ha bisogno per cinque ore al giorno, dice!

Colin                             - Allora non può essere un fallito sessuale. (Pau­sa) Non può essere un fallito sessuale. (Pausa) Non può essere un fallito sessuale per cinque ore al giorno. (Pau­sa) No? (Pausa lunga)

Tom                               - Quel muro non mi va. C'è qualcosa che non quadra. Che non va.

Colin                             - No? (Nancy è dietro la finestra a sinistra in fondo e si guarda intorno)

Tom                               - Mm. Colin.

Colin                             - No?

Tom                               - Colin. (Nancy scompare)

Colin                             - Cosa.

Tom                               - Niente. Come ti sembra il muro?

Colin                             - Al diavolo! Al diavolo questo muro della ma­lora !

Tom                               - Cosa gridi.

Colin                             - Non grido mica.

Tom                               - Se non mi stai a sentire. (Nancy ritorna dietro la finestra)

Colin                             - Oh - oh... oh...

Tom                               - Valle a parlare.

Colin                             - Io    - Io...

Tom                               - Dille che ora è. Fatti prestare sei pence.

Colin                             - Io io tu.

Tom                               - Cosa?

Colin                             - Tu   - per piacere.

Tom                               - Non posso mica farlo io per te.

 Colin                            - Oh... (Colin si volta. Pausa. Nancy esce. Pausa lunga)

Tom                               - Come ti sembra il muro?

Colin                             - Come? Ah - è... è... (Colin fa qualcosa di vio­lento. Pausa. Tolen entra dalla finestra)

Tom                               - T'han preso la motoretta.

Tolen                             - Cosa? (Tolen esce)

Colin                             - Chi è che gli ha preso la motoretta? (Tolen rientra)

Tom                               - Sono sicuro che te l'hanno toccata. (Pausa) Be'?

Tolen                             - Be'?

Tom                               - Quanto ci hai messo stavolta?

Tolen                             - Hai cronometrato?

Tom                               - Hai cronometrato, tu?

Colin                             - Quanto ci hai messo stavolta?

Tolen                             - Poco più di dieci minuti.

Colin                             - Dieci minuti. Solo dieci minuti!

Tolen                             - Ma davvero Colin, mi prendi per cosi rozzo, per cosi volgare da farlo in strada? Le ho dato un appun­tamento...

Tom                               - Dieci minuti? Dieci? Dieci minuti? Dieci minuti interi! Come! No! Sei in decadenza giovanotto! Non sei in forma! Ci deludi! Dieci. Ma puoi far di più! Di più giovanotto! Di più! di più di più!

Colin                             - Eh?

Tom                               - Dagli un po' d'acqua. Senti Tolen: tre! Tre! Tre! Capisci? Ho dei piani per te Tolen! Piani e progetti per te. Quattro minuti! Abbassalo a quattro. Quattro mi­nuti dal principio alla fine come i quattrocento a ostacoli.

Colin                             - Eh?

Tom                               - Sarebbe eroico! Pensaci! Una nuova specia­lità alle Olimpiadi !

Colin                             - Scherza?

Tom                               - E poi Tolen, a forza di disciplina, di allena­mento, di volontà: tre minuti e cinquantanove secondi! Tre e cinquantacinque! Tre e cinquanta! E poi un gior­no un gran giorno tre minuti secchi! Tre minuti da capo a fondo!

Colin                             - Più presto c'è più gusto?

Tom                               - Gusto? Gusto? Gusto? Cosa c'entra. Dio buono. Tu mi deludi Tolen. Davvero mi deludi! Si. Mi deludi! Uno come te, con quei vantaggi, con quelle occasioni, con quell'equipaggiamento fatto apposta per la donna! E se ci pensi un attimo alle donne Tolen, che non doman­dano altro - ne han bisogno Tolen, bisogno! Non ce la fanno più. (Piange) E con questo dono, con questo dono per questo dono per disseminarti intorno. (Pausa che gli serve a riprender controllo di sé)

Tolen                             - Mi sembra che tu sei matto.

Tom                               - Eh Tolen, lascia andare. Rilassati. Ti capisco, sono un uomo anch'io. Capisco. Si che ti capisco. Si, assolutamente. (Pausa breve) Non ce la faresti. (Pausa breve) Non te la caveresti. A quel ritmo. (Tolen prende un'espressione di caparbietà) E chi ce la farebbe. È trop­po. E troppo in fretta. Non è umano è sovrumano. Lascia­mo andare. Siamo generosi. Io, ti capisco. (Pausa) Un momento! Senti una proposta. Ecco quello che dico io. Una volta su tre. Una su tre al tuo solito ritmo! Si Tolen: ogni tre una come piace a te. (Tolen sbadiglia e monta sul letto) È stanco. È sfinito. Ha spinto trop­po. Povero diavolo. È stanco. Povero ragazzo. Su pre­sto, presto: accappatoio! cognac! tonico! cuscino! in­fermieri! barella! siringa! infermieri! infermieri! botti­glia calda! infermieri! infermieri! infermieri! To' un pezzo di destrosio. (Nancy appare alla finestra. Tolen la guar­da. Nancy scompare) Tienti da conto! Controllati! Non strafare !

Tolen                             - Lobi ben fatti.

Tom                               - Cosa?

Tolen                             - Dico che ha dei lobi ben fatti. (Pausa)

Tom                               - Vuoi dire che hai fatto in tempo a osservarle i lobi degli orecchi?

Tolen                             - È chiaro Tom, che tu non ci credi se ti dico J che il punto, l'abilità, sono nella lentezza: cioè il lasso di tempo che uno può impiegare. La bravura è nella lentezza. È chiaro Tom, che io non mi attendo il tuo consenso. C'è poco merito Tom, e nessun talento nella cosa da tre minuti. Per quanto...

Colin                             - C'è più gusto, più lento?

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 Tolen                            - Per quanto, se lo volessi Tom, se veramente lo volessi, te ne rendi conto che ce la farei in meno di ottantacinque secondi.

Tom                               - Si.

Colin                             - Tolen.

Tolen                             - Si Colin?

Colin                             - Vorresti cioè - vorresti mostrarmi... (pausa) come... (Pausa)

Tolen                             - Dici come le trovo?

Colin                             - Si.

Tolen                             - Ti posso dire ciò di cui sono intellettualmente conscio, Colin, quella che è stata la mia esperienza. Ma da un certo punto in là è questione d'intuito. L'intuito è, per cosi dire, innato, Colin. Ci si nasce, coll'intuito di tro­var donne. È un sesto senso che si può sviluppare a forza di esperienza e di fiducia, almeno certuni, Colin, per cosi dire. Uno può svilupparselo. (Pausa) In primo luogo devi renderti conto che le donne non sono individui ma tipi. Anzi neppure tipi, diciamo donne. Desiderano arren­dersi ma non vogliono la responsabilità della resa. Ecco perché l'uomo deve dominare. In secondo luogo bisogna dire che non c'è regole fisse. L'uomo dev'essere infini­tamente scaltro: deve usare l'intuito, un intuito scaltris­simo. Se ti par necessario, per avere una donna non devi esitare a umiliarti, a strisciare, a degradarti to­talmente ai suoi piedi dico soltanto in casi di vera necessità Colin. Perché, dopotutto, che cosa importa? Se è soltanto un modo per averla. E quando l'hai avu­ta, sarà la donna a strisciare. Alla fine, Colin, è l'uo­mo che è il padrone. Insomma devi ammettere, Co­lin, che alla gente piace di esser dominata. Le piace di aver un padrone. Chiedono di essere esonerati dalla re­sponsabilità di decidere. Le si fa un piacere quando le si toglie ogni responsabilità. Al mondo, Colin, c'è i padroni e c'è i servitori. Sono pochi i veri uomini, Colin, i veri padroni. E quasi tutte le donne sono schiave. Non vo­gliono dover pensare, vogliono esser comandate. Ora per prima cosa stabilire un contatto. Immagino che non ti sarà facile come a me. Non dico il tasteggiare, della comunicazione tattile parliamo dopo. Voglio dire la sfera emotiva fra voi. Tu sei conscio della ragazza, lei è con­scia di te una vibrazione fra voi...

Colin                             - Un minuto.

Tolen                             - Si?

Colin                             - Devo dirlo cosi?

Tolen                             - Fa' con calma. (Pausa)

Colin                             - Non capisco cosa intendi per contatto.

Tolen                             - Non è facile spiegarlo. Tom, tu sapresti?

Tom                               - No.

Tolen                             - Se ti capita una volta Colin poi lo ricono­sci... E una volta stabilito questo contatto di base, è il momento di rompere la resistenza, d'incoraggiarla alla resa. La lusinga è utile: se è una donna intelligente falla sentir carina, se è carina falla sentire stupenda. Non la­sciarla mai pensare, mai sospettare che tu sei un esperto o un intellettuale. Mai serio con una donna. Se lasci che cominci a pensare, si sviluppa una reazione che non fi­nisce più. Falla ridere, falla parlare: dal riso la giudichi e dal modo come ride capisci a che punto sei. Forse sarebbe il caso di considerare il cibo adatto.

Colin                             - Il cibo adatto?

Tolen                             - Il cibo è decisivo. Il cibo è essenziale. Il corpo chiede proteine e energie e rende sostanza. Io per mio conto, con le forse insolite esigenze sessuali del mio fisi­co, ho bisogno di una dose doppia di proteine.

Colin                             - Proteine?

Tolen                             - Formaggi, uova, latte, carne. Io bevo circa due litri di latte al giorno     - pastorizzato. E mangio non me­no di mezzo chilo di filetto. Non c'è bisogno che sia di prima qualità, anche i tagli più andanti hanno valore energetico. Per esempio la culatta.

Tom                               - La culatta?

Tolen                             - La culatta.

Colin                             - La culatta. Formaggi, uova, latte, carne, cu­latta. Ce l'hai un lapis Tom?

Tolen                             - La culatta è carne.

Colin                             - Ah.

Tom                               - Ma non lo vedi cosa gli fai a questo giovinetto in crescenza? La donna non ce l'ha, e ora andrà a ingoz­zarsi di latte e carne. Piantala e facciamola finita. Senti Colin, fa' conto che questo è un piano.

Tolen                             - Un cosa?

Colin                             - Ma sta' zitto.

Tom                               - Un piano. Plonk plonk plonk.

Tolen                             - Se è un letto.

Tom                               - Che letto, è un piano, ascolta.

Colin                             - Ma io vorrei che lui mi dicesse...

Tom                               - Piantala, te ne ha dette abbastanza. Un piano, plonk. Ora fa' conto...

Colin                             - Senti Tolen...

Tom                               - Fa' conto che non mi vedi la mano...

Colin                             - Ma sta' zitto!

Tom                               - Io suono     - do fa diesis e la...

Colin                             - Tolen... (Nancy passa dietro la finestra) Io vor­rei stammi a sentire io vorrei sentire vorrei sen­tire quello che dice Tolen. Sta-stammi a sentire. Voglio s-sentire quello che dice Tolen. Cosa ti v-viene in mente che non devo sentire. Non sei mica il mio tutore tu. Io-io ne ho piene le scatole di come sono ma piene pienissime è l'ora di finirla. Voglio sentire quello che dice Tolen.,. (Passa Nancy dietro la finestra) Voglio sentire quello che dice Tolen. Voglio sapere una cosa, voglio sapere... (Nancy bussa alla porta. Pausa)

Nancy                           - Per piacere dov'è l'Associazione Cristiana del­la Giovane? (Pausa)

Tom                               - La cosa?

Nancy                           - L'Associazione Cristiana della Giovane. (Pausa)

Tom                               - Entra. Entra dalla porta. (Tom esce)

Nancy                           - Grazie. Grazie mille. (Rumore di un oggetto pesante trascinato. Entrano Nancy con una borsa e un sacco da viaggio di carta e Tom coti una valigia grande) Salve.

Tolen                             - Salve.

Nancy                           - Salve.

Colin                             - Oh, salve. (Pausa)

Tom                               - Be'. Chi l'ha vista?

Colin                             - Vista cosa.

Nancy                           - L'Associazione Cristiana della Giovane.

Tom                               - L'Associazione Cristiana della Giovane.

Colin                             - Ah, l'Associazione Cristiana della Giovane.

Tom                               - Si.

Colin                             - Io no. (Pausa)

Tom                               - Vuoi accomodarti?

Nancy                           - Be' grazie, ma ma be' grazie. (Siede)

Tom                               - Vuoi bere qualcosa magari?

Nancy                           - Oh, be', no grazie, davvero.

Tom                               - Nessun disturbo, non ci disturbi mica. Metto subito l'acqua per il tè. (Tom esce)

Tolen                             - Dice che mette su l'acqua? Se non ne ha scal­dato una goccia da quando è qui.

Tom                               - (fuori scena) Colin!

Colin                             - Si?

Tom                               - Come si accende il gas? (Pausa. Tolen comin­cia a molestare Nancy e a metterla a disagio. Ci riesce. Se possibile renderlo senza parole. Se no, inserire una frase come questa: Tolen: Un po' corta di collo. Però i capelli mica male. Entra Tom) Come si accende... (Pausa) Cosa ne dici di questo piano?

Nancy                           - Cosa?

Tom                               - Questo piano. Ti piace? Il nostro piano?

Nancy                           - Che piano?

Tom                               - Questo piano.

Nancy                           - Un piano?

Tom                               - Si.

Nancy                           - Questo non è un piano.

Tom                               - Sicuro che è un piano.

Nancy                           - È un letto.

Tom                               - È un piano, davvero, senti: ping!

Nancy                           - È un letto.

Tom                               - È un piano, vero Colin?

Colin                             - Eh?

Tom                               - Che questo è un piano.

Colin                             - Un piano?

Tom                               - Un piano.

Colin                             - Ah si, un piano. Ping.

Nancy                           - È un letto.

Tom                               - (muovendo le dita su una sponda del letto come su una tastiera di pianoforte) Ping. (Nelle ottave alte) Ping. (Basse) Ping. (Glissando) Pi-i-i-i-ng.

Colin                             - (nelle ottave medie) Ping.

Nancy                           - È un letto.

Tom                               - Un Bechstein.

Nancy                           - Un Bechstein?

Tom                               - (ottave alte) Ping    - (Medio alte) Ping. (Medio bas­se) Ping. (Basse) Ping.

Nancy                           - È un letto.

Tom                               - (sull'aria delle prime tre battute del Danubio blu) Ping ping ping ping ping.

Nancy                           - È un letto.

Colin                             - In palissandro.

Tom                               - (quarta e quinta battuta del Danubio blu) Ping ping ping ping.

Nancy                           - è un letto.

Tom                               - (idem sulla sesta, settima, ottava battuta)

Colin                             - (inserendosi sulla nona) Ping ping.

Tom e Colin                  - (quattromani all'unisono dalla decima alla sedicesima battuta) Ping ping ping ping ping          - ping ping      - ping   - ping ping ping ping ping      - ping ping.

Nancy                           - (timidamente imita) Ping ping.

Tom e Colin                  - (la incoraggiano e Nancy si unisce, sulle battute Ila, 18a, 19a) Ping ping ping ping ping          - ping ping      - ping ping. (Poi tutti e tre con grandi accordi sonori) ping ping ping ping ping - ping ping      - ping ping      - ping ping ping ping ping      - ping ping ping ping ping ping ping.

Nancy                           - Ping.

Colin                             - Ping.

Nancy                           - Ping.

Colin                             - Ping.

Nancy                           - Ping.

Colin                             - Plong.

Nancy                           - Plong.

Colin                             - Plong plong.

Nancy                           - Ping plong.

Colin                             - Plong.

Nancy                           - Ping.

Colin                             - Ping.

Nancy                           - Plong. (Pausa)

Colin                             - Plong. (Pausa)

Nancy                           - Plong.         - (Pausa)

Colin                             - Plong.

Tolen                             - Quante puerilità per un letto. (Pausa lunga)

                                     

(L'azione precedente può essere arrangiata o improvvi­sata secondo gli attori di cui si dispone, purché il senso sia il seguente:Tom e Colin attraggono Nancy nel giuoco;

Tom si ritira permettendo a Colin e a Nancy di an­dare avanti cordialmente da soli, rapporto che Tolen tronca)

Tom                               - C'è qualcuno che vuol vedere come si insegna ai leoni a star ritti su una cassa? (Pausa) Qualcuno vuol vedere come si insegna ai leoni a star ritti su una cassa? Si prende una cassa (afferra il secchio) questa può an­dare e si segnano i limiti della gabbia qui la spon­da e qui le sbarre.

Tolen                             - Come siete puerili.

Tom                               - Giovanili. Il domatore prende la frusta. Frusta? Frusta? Ne facciamo senza. E poi il leone. Ci vuole il leone... Tolen, andresti bene tu. No? Va be', Colin.

Colin                             - No.

Tom                               - Avanti, fa' il leone.

Colin                             - No.

Tom                               - Su, non sai ruggire? Il domatore prende la cas­sa nella sinistra e la frusta           - fa' finta che ci sia nella destra, affronta il leone e lo respinge verso le sbarre no? Bene. Il punto critico è quando il leone deve saltare sull'uomo se no poi è troppo tardi, no? Allora. Il domatore se ne deve accorgere. Cosi quando il leone piglia la spin­ta per saltare il domatore indietreggia e il leone, che non è più in pericolo, lascia andare le zampe e si ritrova sulla cassa. Ripetilo un po' di volte e hai insegnato al leone a star ritto sulla cassa. (Pausa)

Colin                             - E come ci arriva in quel posto?

Tom                               - Arriva cosa?

Colin                             - La cassa, se ce l'hai sempre in mano.

Tom                               - Ce la mette il domatore.

Colin                             - Quando? (Pausa)

Tom                               - Proviamo. Tu vieni e fa' il leone.

Colin                             - No.

Tom                               - Allora lo faccio io. (Prova uno o due ruggiti) Ci si sente erotico (Ruggisce).

Colin                             - Vorrei farlo io.

Tom                               - Bene.

Colin                             - Bisognerebbe ruggire dentro qualcosa.

Tom                               - Eh?

Colin                             - Migliora la risonanza. (Ruggisce dentro il secchio)

Tom                               - Ma quello è la cassa del leone.

Colin                             - Sonorità ottima qui dentro. (Colin vede la bor­sa da viaggio di carta di Nancy e l'afferra)

Tom                               - Ehi lascia stare.

Colin                             - Eh?

Nancy                           - Oh non importa. (Colin vuota la borsa che contiene fra l'altro una copia di "Honey". Si mette la borsa vuota in testa e gira ruggendo)

Tom                               - Si! Si! Si! Si! Si! Si! (Colin ruggisce a Tom che ruggisce pure, e poi a Nancy. Nancy ride, un po' ec­citata e un po' spaventata. Colin le ruggisce ancora e lei scappa. Colin le brancola dietro ma lei lo evita ridendo) Stai bene colla borsa in testa, dovresti portarla più so­vente.

Colin                             - Un momento. (Si toglie la borsa dal capo e fa due buchi per gli occhi. Se la rimette e insegue ruggendo Nancy. Tolen si toglie il foulard di seta e lo fa schioc­care come una frusta)

Tolen                             - Il domatore lo faccio io.

Tom                               - Cosa? Benissimo.

Tolen                             - Pronti? (Pausa. Tolen avanza verso Colin fa­cendo schioccare la sua "frusta", e compiacendosi dell'identificazione. Colin ruggisce e Tolen si eccita sempre di più) Indietro          - indietro tu     - indietro tu     - indie­tro indietro tu bestiaccia bestiaccia bestiaccia indietro indietro! (Nancy si trova presa fra i due. Grida e scappa. Tolen raccoglie "Honey". Pausa)

Tom                               - Ma ci pensi cosa potresti fare con una frusta vera Tolen. O uno knut. Pensaci.

Colin                             - (si toglie la borsa) Cos'è successo? Dov'è an­data?

Tom                               - Ha lasciato le valigie.

Fine del primo atto

ATTO SECONDO

(La stanza è quieta. Tom sta pitturando tranquillamen­te e ogni tanto si ferma per riflettere. Colin ha la borsa di carta in capo e si sente disinvolto e in vena di novità. Qualunque cosa l'attore improvvisi andrà bene, anche se probabilmente Colin si sente come un uccello esotico: sta su un piede, salta su una gamba sola, canta da gallo; e magari adopera l'espansore ginnico in qualche modo nuovo. Dopo una pausa lunga)

Tom                               - Cosa stai pensando? (Pausa)

Colin                             - Non sto pensando. (Pausa)

Tom                               - Eh? (Pausa)

Colin                             - Non sto pensando.

Tom                               - Guarda!

Colin                             - Oh.

Tom                               - Ah... (Pausa) Questo posto mi lusinga. (Pausa. Colin si toglie la borsa di carta)

Colin                             - Mi ricordo la prima volta che vidi questa via.

Tom                               - Northam Street?

Colin                             - Queste vie qualsiasi (pausa) il senso dello spazio che danno è fantastico. (Pausa) Quando sono vuote sono come         - splendide, come splendori che vanno a pezzi         - (pausa) e c'è il senso di dell'inverno, colla nebbia           - ro-romantiche ! D'estate calde e      - indif­ferenti. E il sabato: d'estate, col sole alto e i ragazzini che corrono e le donne che chiacchierano sai i pet­tegolezzi e gli uomini che lustrano la moto e (si ec­cita) gente sinistra, pericolosa cioè no colle luci basse senza sole basse basse : è stupendo ! E la mat­tina presto, al principio dell'autunno ci ho camminato tanto in queste strade da solo sai, completamente so­lo cosi tranquillo, cosi... cosi... (Telefono fuori scena) Sarà per lui. Sarà per Tolen. (Colin si rimette la borsa in testa e riprende la rivista. Tom esce. Il telefono smet­te di suonare. Pausa. Nancy appare alla finestra e non vede Colin. Nancy la scavalca e va verso le valigie. Colin la vede. Nancy vede lui e rimane inchiodata. Pausa. Dalla finestra entra Tolen. Pausa. Tolen si toglie il foulard di seta. Nancy si dà istericamente alla fuga. Un turbine di movimenti durante il quale il letto viene capovolto, con Nancy prigioniera dietro il letto, mentre Colin e Tolen chiudono tutte le uscite. Entra Tom da sinistra. Pausa)

Tom                               - Colin, togliti quel sacco di testa.

Colin                             - Eh?

Tom                               - Toglilo. (Colin esegue) Sistemiamo il Ietto. (Tom si mette ai piedi del letto) Tolen? (Tom e Colin mettono a posto il letto) L'hai poi trovata l'Associazione Cristiana della Giovane?

Nancy                           - No.

Tom                               - Com'è l'indirizzo?

Nancy                           - Ce l'ho qui. (Gli tende un pezzo di carta)

Tom                               - Martin's Grove W. 2. Dov'è Martin's Grove?

Colin                             - Non lo so. Guardiamo la pianta. (Colin esce. Pausa)

Nancy                           - Grazie.

Tolen                             - Prego.

Nancy                           - Oh, grazie.

Tolen                             - Non c'è di che. (Entra Colin con la carta stra­dale)

Tom                               - Come si usa?

Colin                             - L'indice.

Tom                               - Eh?

Colin                             - In fondo.

Tom                               - Vedo.

Tolen                             - Arrivi adesso dal treno no?

Nancy                           - Si.

Colin                             - James Park, James Square, gira gira. Ah Map-perton, Marlow.

Tolen                             - E dalla parte...

Tom                               - Martin's Grove W.2. J.4 73. Dove siamo?

Colin                             - A pagina 73.

Tolen                             - è la prima volta che vieni qui?

Nancy                           - Qui?

Tolen                             - A Londra.

Nancy                           - Oh si. (Tolen e Nancy ridono) .

Colin                             - Quadrato J.4.

Tom                               - Che stampa piccola.

Tolen                             - Hai delle sopracciglia cinesi.

Nancy                           - Eh?

Tolen                             - Sopracciglia cinesi. Un arco puro. Delicato.

Nancy                           - Io?

Tolen                             - Se hai Io specchio te Io mostro.

Nancy                           - Oh.

Colin                             - Gira dall'altra parte.

Tom                               - Eh?

Colin                             - Gira. Cosi.

Tolen                             - No? Molto carino.

Nancy                           - Oh.

Tom                               - Ecco. (Pausa) Trovato.

Nancy                           - Eh? Oh, grazie.

Tom                               - È vicino. Cinque minuti. (Nancy è occupata con Tolen) Ti ci portiamo. Ti ci portiamo noi.

Nancy                           - Oh. Oh grazie. (Pausa) Be' adesso dovrei an­dare...

Tolen                             - Come ti chiami?

Nancy                           - Nancy. Nancy Jones. E tu?

Tolen                             - Tolen.

Nancy                           - Tolen? Tolen cosa?

Tolen                             - Tolen.

Nancy                           - Tolen, oh capisco, come Dalida.

Tolen                             - Scusa?

Nancy                           - Dalida.

Tolen                             - Dalida?

Nancy                           - Come Dalida: solo Dalida, e basta.

Tolen                             - Per cortesia mi vuoi dire di cosa stai par­lando?

Nancy                           - Non la vedi? Canta. È una cantante.

Tolen                             - Alla televisione?

Nancy                           - E alla radio. È il nome o il cognome? (Pausa) Be'? E il nome o il cognome?

Tolen                             - è un soprannome.

Nancy                           - E il nome?

Tolen                             - Non Io uso mai. Non ce l'ho.

Nancy                           - Come sarebbe?

Tolen                             - Preferisco farne senza.

Nancy                           - Perché?

Tolen                             - Non lo uso. Non ho nome. Non l'uso mai.

                                      - (Tolen si scosta. Pausa. Poi le ritorna vicino. Nancy a disagio si fa in là) Cosa succede? Cos'è che non va? Qual­cosa che non va?

Nancy                           - No.

Tolen                             - Cos'hai che sei nervosa?

Nancy                           - Io no.

Tolen                             - Si direbbe.

Nancy                           - Io nervosa. Perché?

Tolen                             - Si.

Nancy                           - Oh...

Tolen                             - Si?

Nancy                           - Niente.

Tolen                             - Cos'hai?

Nancy                           - È che... che...

Tolen                             - Be'?

Nancy                           - è che...

Tolen                             - Sei un po' nervosa eh? Un po' tanto. Perché non ti levi il soprabito?

Nancy                           - Perché no.

Tolen                             - Su avanti, levatelo.

Nancy                           - Non voglio.

Tolen                             - E perché no?

Nancy                           - No. (Colin esce) È che... che...

Tolen                             - Si? (Pausa)

Nancy                           - Cosa mi guardi.

Tolen                             - Io?

Nancy                           - Si.

Tolen                             - E come ti guardo?

Nancy                           - Io non so io...

Tolen                             - Come ti guardo?

Nancy                           - Io...

Tolen                             - Be'?

Nancy                           - Mi sento...

Tolen                             - Come?

Nancy                           - Non so... mi sento,..

Tolen                             - Ti senti strana eh... su racconta... avanti... di'... di'... (Nancy si sposta, Tolen ride)

Tom                               - Qual è l'edificio più spaventoso di Londra?

Tolen                             - Cosa vuol dir spaventoso.

Tom                               - Piantala, Tolen.

Tolen                             - Occupati degli affari tuoi.

Tom                               - È una che non sa niente.

Tolen                             - Sa quello che vuole o anzi che vorrà.

Tom                               - Non direi che sei il tipo giusto per la sua prima esperienza.

Tolen                             - È un essere umano libero. Come fai a dire quello che ha bisogno? Quanti anni hai Nancy?

Nancy                           - Diciassette.

Tolen                             - Lo vedi. (Pausa) E poi non è quello che si di­ce il mio tipo. Ne ho già avuto abbastanza per oggi. Sta­vo passando il tempo, è più chic.

Tom                               - Tu lo sai cosa succede alle ragazze sole a Lon­dra, eh?

Nancy                           - Si... no... io...

Tom                               - Va' piuttosto alla Protezione della Giovane.

Nancy                           - No.

Tom                               - C'è l'indirizzo in ogni stazione, nei gabinetti per signora.

Nancy                           - Oh... io...

Tolen                             - Cosa ne sai?

Nancy                           - Ora dovrei andare... proprio... (Entra Colin con un vassoio col tè pronto. C'è anche del latte in una bottiglia)

Colin                             - Quei maledetti affari nel corridoio. Li devi togliere.

Tom                               - Qui non ce li voglio.

Colin                             - E io non li voglio in corridoio.

Tom                               - Qui non ce li voglio.

Colin                             - Quando si affitta una camera ammobiliata si prendono anche i mobili.

Tom                               - Non quelli.

Colin                             - Cos'hanno che non vanno?

Tom                               - Qui non ce li voglio. Mettilo sul letto. Portali al robivecchi.

Colin                             - È roba mia, non vorrai vender la roba mia.

Tom                               - Sei tu che vendi il tuo letto.

Colin                             - Non vorrai vender la roba mia.

Tom                               - Allora mettiamoli sul pianerottolo.

Tolen                             - Davanti alla mia porta? Direi di no.

Tom                               - Dentro la tua porta.

Colin                             - Oh. Pigliamo il tè. (Si versa il tè)

Tolen                             - Qual è l'edificio più spaventoso di Londra?

Colin                             - L'Ospedale per bambini di Great Ormond Street. (Pausa)

Tom                               - Cosa?

Colin                             - L'Ospedale per bambini di Great Ormond Street.

Nancy                           - È giusto. È vero. Ha detto benissimo.

Colin                             - Ah? Lo pensi anche tu? (Tolen tocca Nancy)

Tom                               - Tu lo sai perché l'elefante è fatto a quel modo? Be', c'era una volta una specie di animaletto porcino, eh, che aveva due grossi denti davanti che sporgevano. Comunque c'è dei vantaggi a esser grossi... no, si può far fuori alberi e piante... come i cavalli...

Tolen                             - Questo è piuttosto incoerente, da parte tua,

Tom                               - Grazie. Allora l'animale cresceva e gli è venuta una mascella grande e grossa, enorme, con cui racco­glieva la vegetazione. Una mascella enorme: due metri e passa, te l'immagini! grande come una porta! Ora una mascella di due metri significa una certa difficoltà a far marciare il cibo dalla parte davanti a quella di dietro...

Tolen                             - Biscotti?

Tom                               - ... cosi dovette cominciare a adoperare il lab­bro di sopra per spingere la roba.

Colin                             - Ma non c'era del cioccolato?

Tom                               - L'ho mangiato io. Allora il suo labbro supe­riore cominciò a svilupparsi. Si sviluppò tanto che co­minciò a far lui tutto il lavoro e la bestia non si curò più di adoperare la mascella da due metri. Ora, come sai, l'organo che non si usa si atrofizza e cosi la mascella cominciò a deperire... (A Tolen) Con questo non dico che tu...

Nancy                           - Tè?

Tom                               - Ma i due dentoni davanti...

Nancy                           - Ancora del tè?

Tom                               - ... rimasero. Cosi abbiamo un animale con una mascella superiore straordinariamente lunga e due denti davanti enormi. Abbiamo l'elefante. Tutto qui. Si, grazie. (Tolen tocca il braccio di Nancy)

Nancy                           - Ti piace? È nuovo.

Tolen                             - Dovresti pitturare subito il muro se no si chiazza.

Tom                               - Cosa?

Tolen                             - Si asciuga a macchie.

Tom                               - Si. Buona idea.

Tolen                             - Volevi vedermi?

Colin                             - Eh?

Tolen                             - Va be'.

Colin                             - Vederti?

Tolen                             - Ora vedi.

Colin                             - Ma cosa...

Tolen                             - Sta' a vedere.

Colin                             - Cosa vuoi fare?

Tom                               - Calma Colin. Calma.

Tolen                             - Ora vedi.

Tom                               - Nancy! (Arrabbiato) Dovresti andare dove t'han detto. (Tolen prende "Honey" e si butta sul letto)

Nancy                           - Ci vuoi qualcosa, dietro la testa?

Tolen                             - C'è un cuscino in corridoio. (Nancy esce e tor­na col cuscino) Perché non mi guardi?

Nancy                           - Non posso.

Tolen                             - Perché non puoi?

Nancy                           - Io... io...

Tolen                             - Cosa.

Nancy                           - Mi viene da ridere.

Tolen                             - Perché?

Nancy                           - Sei tu che mi fai ridere.

Tolen                             - Perché?

Nancy                           - Sei tu.

Tolen                             - Sono io?

Nancy                           - Si.

Tolen                             - Io?

Nancy                           - Si.

Tolen                             - Guardami, ridi! Su! Guardami, ridi, guarda­mi, su, guardami, ridi, guardami, guardami. (Nancy ri­de. Si ferma. Lui sta per baciarla)

Nancy                           - No, no.

Colin                             - Ah!

Tolen                             - Idiota. Stupido. (Pausa)

Tom                               - Ti piace la mia stanza?

Nancy                           - Cosa?

Tom                               - La mia stanza.

Nancy                           - Oh! Cosi cosi. Non c'è tanto da sedersi.

Tom                               - Siediti sul piano.

Nancy                           - (irritata) Oh!

Tom                               - Ingombrano la stanza cosi sono costretto a metterle sul muro.

Nancy                           - Che cosa?

Tom                               - Le seggiole. Sul muro.

Nancy                           - Cosa? Oh non importa.

Tom                               - Per toglierle dal pavimento. Cos'ho detto che ti turba Tolen?

Tolen                             - Cosa vuoi che mi turbi di quello che tu puoi dire. (Pausa) Perché cerchi motivazioni razionali ai tuoi impulsi infantili?

Tom                               - Ti do noia?

Tolen                             - Mi fai sorridere.

Tom                               - Oh! Gli do noia. Si che gli do noia. Sta' attento a non perdere il controllo. Bene. Al lavoro. Dammi un altro po' di tè Nancy.

Nancy                           - Con chi credi di parlare?

Tom                               - Oh. Scusa.

Nancy                           - Non è il caso. (Gli dà il tè)

Tom                               - Grazie.

Nancy                           - (a Tolen) Ne vuoi ancora?

Tolen                             - No. (Nancy si versa del tè. Pausa lunga) Be­nissimo. È tutta tua.

Colin                             - Eh?

Tolen                             - Tocca a te.

Colin                             - Cosa? A me?

Tolen                             - Si. (Pausa lunga)

Colin                             - Com'è il porto di Cardiff, grande?

Nancy                           - Cosa?

Colin                             - Com'è il porto di Cardiff, grande?

Nancy                           - E lo chiedi a me?

Colin                             - Gallese. Cioè... no... non vieni dal Galles?

Nancy                           - No.

Colin                             - Per via del nome... Jones.

Nancy                           - Dove avete detto che è l'Associazione Cristia­na della Giovane?

Colin                             - Oh, Martin's Grove. Devi prendere l'auto­bus 27, scendi in fondo a Church Street e vai a destra finché...

Nancy                           - E lontano?

Colin                             - Prego?

Nancy                           - £ lontano?

Colin                             - No, non tanto.

Nancy                           - Bene. Vado.

Colin                             - Cosa?

Nancy                           - Vado. Ho detto che vado. E quanto a te. Quan­to a te signor signor signor cognome. Signor senza no­me. Quanto a te. Quanto a te... (Tolen ride) Quel "Ho­ney" è mio. Dammi il mio "Honey".

Colin                             - Ti ci porto io. Ho detto che ti ci porto io.

Tolen                             - Vuoi la tua rivista? (Essa arretra. Tolen la se­gue. Essa non può più arretrare e gli dà uno schiaffo. Egli la bacia)

Tolen                             - Hai visto? Non è mica difficile. (Nancy scop­pia in lagrime)

Tom                               - Quand'è cosi. Ho bisogno della stanza, Tolen.

Tolen                             - Attendi qualcuno?

Tom                               - Forse.

Tolen                             - Uomo o donna?     - (Pausa) Sei omosessuale?

Tom                               - No. Grazie lo stesso. (Tolen esce)

Colin                             - Che gusto ci provi a sfotterlo?

Tom                               - Se l'è presa eh? Ma ora si calma. Ah ah! Adesso va a suonare dei dischi e a far delle telefonate. Davvero Colin, che disordine, se venisse a trovarci la Regina. E questo muro, questo nauseante muro eterno, è enorme, non finirà mai. Non ne posso più. Ecco. (Dà a Colin un pennello)

Colin                             - Eh? Cosa me ne faccio? (Tom dà a Nancy un pennello)

Tom                               - Soltanto l'orlo, la parte semplice, quella non creativa, quella che non ha bisogno di genio.

Colin                             - Vuoi che pitturiamo il muro?

Tom                               - La parte bianca, quella che scoccia. Non ne posso più.

Colin                             - Sei cosi pigro.

Tom                               - Attaccatela. Attaccatela.

Colin                             - E pasticcione.

Nancy                           - Si! Si! Si davvero! (Attacca il muro) Tu ah ah! Tu! (Mugolando fra i denti) Si! Um hm uni hm!

Tom                               - Che cara ragazza. Tesoro. Ecco. Cosi va bene. (Tom esce)

Colin                             - E qui?

Tom                               - (fuori scena) Qui dove?

Colin                             - L'orlo.

Tom                               - (fuori scena) Vicino alla finestra?

Colin                             - Si.

Tom                               - (entrando) Cosi va bene. (Entra Tom con un lenzuolo che drappeggia intorno a Nancy. Lei si leva la giacchetta e gliela dà) Ah si, cosi va bene. Più presto ser­vi! (Pausa) Elefanti. (Pausa) Gli indiani tengono gli ele­fanti come noi le vacche. Mi viene in mente quanto sarà grande una mammella di elefantessa. Dio buono, ve la immaginate come oscilla sibilando! Lo sapete che nei pri­mi Walt Disney c'erano delle mucche e il censore fece tagliar via le mammelle, cosi finirono per metterci dei reggipetti... Le vacche del Jersey portano il reggipetto, le vacche del Jersey portano il reggipetto, è sicuro. C'è qualcosa di storto, le vacche non dovrebbero portare il reggipetto. Gli esseri umani si, per via della stazione eret­ta. C'era un tempo che si camminava anche noi a quat­tro zampe, e penzolavano giù, dritte... ma ora che si sta in piedi le si obbliga a uno sforzo terribile... (Nancy ride) Andiamo andiamo. È vero.

Colin                             - Oh...

Tom                               - Eh?

Colin                             - Non ti dar tante arie.

Tom                               - (a Nancy) Ehi! (A Colin) Io non mi do delle arie.

Colin                             - Certo.

Tom                               - (trattenendo Nancy) Colin dice che mi do delle arie.

Colin                             - Ma certo che te le dai.

Tom                               - No.

Colin                             - Certo. Finiscila di schiaffare quella tinta.

Nancy                           - Mi piace, schiaffarla.

Colin                             - Fai degli schizzi.

Nancy                           - E allora?

Colin                             - Cola tutto.

Nancy                           - Cosa importa. Cosa importa.

Colin                             - Cosa ti ecciti.

Nancy                           - Sei tu che parli. Io ti sto a sentire.

Colin                             - Ma guardatela. Guardatela.

Tom                               - La vedo.

Nancy                           - E allora.

Tom                               - (avviando Nancy verso un punto della parete di­stante da quello che lui sta pitturando con cura) Oc­chio... si... brava... e adesso... cosi va bene... più a si­nistra.

Nancy                           - Che differenza c'è fra un elefante e una cas­setta postale?

Colin                             - Che né l'uno né l'altra vanno in bicicletta.

Nancy                           - Lo sapevi!

Colin                             - Cosa? Cosa?

Nancy                           - Che arrivo più in alto di te.

Colin                             - (alzando il braccio) Chi l'ha detto.

Nancy                           - Si che ci arrivo.

Tom                               - Non mi do delle arie, io.

Colin                             - Cosa? No che non ci arrivi.

Nancy                           - Si.

Colin                             - No.

Tom                               - Io...

Nancy                           - Si.

Tom                               - ... delle volte...

Nancy                           - Guarda...

Colin                             - Non ce la fai... cioè...

Nancy                           - Arrivo più in alto di te...

Colin                             - Accidenti!

Nancy                           - Cos'hai?

Colin                             - Mi cola tutto giù dal gomito. Oh.

Tom                               - Coli da tutte le parti. C'è uno straccio in cu­cina. (Colin esce. Telefono fuori scena. Pausa. Entra Tolen)

Tolen                             - È per te.

Tom                               - Uomo o donna?

Tolen                             - Donna. (Esce Tom. Tolen si muove per aiutare Nancy a levarsi il lenzuolo. Lei lo evita) Nessuno ha intenzione di violentarti.

Nancy                           - Oh!

Tolen                             - Le ragazze non si violentano se non lo vo­gliono.

Nancy                           - Oh.

Tolen                             - Mi dispiace di... di quello che è successo.

Nancy                           - Non...

Tolen                             - È stato goffo... molto...

Nancy                           - Non importa.

Tolen                             - È perché c'erano loro... voglio dire la gof­faggine.

Nancy                           - Ah si?

Tolen                             - Più o meno, più o meno.

Nancy                           - Oh.

Tolen                             - Non mi credi?

Nancy                           - Non lo so. Io...

Tolen                             - Ti prego...

Nancy                           - Io...

Tolen                             - Ti prego di credermi.

Nancy                           - Non importa.

Tolen                             - Si che importa, importa moltissimo. (Pausa) A me m'importa moltissimo. (Pausa) Come sei carina. Che viso dolce, che dolcezza. Scusa?

Nancy                           - Non ho detto niente, io.

Tolen                             - Cosa stavi pensando?

Nancy                           - Pensavo che usi solo il cognome perché...

Tolen                             - Perché?

Nancy                           - Perché credi di essere speciale cosi. Cosi la gente ti crede speciale.

Tolen                             - Come.

Nancy                           - Confuso, ecco, ti ho confuso. (Pausa. Nancy ride provocandolo e corre via. Tolen l'acchiappa senza bisogno di correrle dietro. Pausa. La bacia)

Tolen                             - Ss... ss... Vieni... vieni su... su dalle scale...

Nancy                           - Oh... oh...

Tolen                             - Su in camera mia...

Nancy                           - Oh... oh... no...

Tolen                             - Ti piace la musica? Ho dei dischi sopra... te ne suono qualcuno. (Entra Colin)

Colin                             - Be', ora si continua... oh... Dove andate? Fuo­ri? Dall'Associazione Cristiana della Giovane? Vengo anch'io.

Tolen                             - Cosa?

Colin                             - Vengo anch'io.

Tolen                             - Dove?

Colin                             - A cercare l'Associazione Cristiana della Gio­vane.

Tolen                             - Cosa?

Colin                             - All'Associazione Cristiana della Giovane. (Pausa)

Tolen                             - Perché non te ne vai.

Colin                             - Eh?

Tolen                             - Perché non ci vai tu all'Associazione Cristia­na della Giovane.

Colin                             - Be', ci venite anche voi no? (Tolen è esaspe­rato) No... anche voi...

Nancy                           - Oh...

Colin                             - Su andiamo...

Nancy                           - Io no... io...

Colin                             - Per piacere...

Nancy                           - E le valigie?

Colin                             - Le valigie?

Nancy                           - Non posso andar senza.

Colin                             - Ci pensa lui.

Nancy                           - Lui chi?

Colin                             - Lui.

Tolen                             - Io?

Nancy                           - Dove stai andando?

Tolen                             - Sto andando fuori.

Nancy                           - Ho voglia di far due passi.

Colin                             - Anch'io.

Nancy                           - E le valigie?

Colin                             - Tu resti qui.

Tolen                             - E perché?

Colin                             - Potresti restar qui.

Tolen                             - E perché?

Colin                             - Cosi guardi le valigie.

Tolen                             - Lo faccia lui.

Colin                             - Lui chi?

Tolen                             - Tom.

Colin                             - Se è di sopra. Non possono restar qui?

Nancy                           - Ne ho bisogno all'Associazione della Giova­ne. (Tolen si muove. Nancy lo segue)

Colin                             - Andiamo all'Associazione della Giovane.

Nancy                           - Tu vieni...

Tolen                             - All'Associazione della Giovane?

Colin                             - Allora, andiamo tu e io.

Nancy                           - Allora...

Colin                             - Allora...

Nancy                           - Io non ne ho mica tanta voglia...

Colin                             - Se hai detto di si.

Nancy                           - Io?

Colin                             - Si.

Nancy                           - E le valigie?

Tolen                             - Perché non le porti tu?

Colin                             - Io?

Tolen                             - Se vai all'Associazione della Giovane, perché non le porti tu?

Colin                             - Andiamo a far due passi.

Nancy                           - E le valigie?

Tolen                             - Le porti tu.

Colin                             - Lei!

Tolen                             - Si.

Colin                             - Lei non le può portare.

Tolen                             - Se le ha già portate. Le ha portate fin qui.

Colin                             - Lei non le può portare.

Tolen                             - Le porti tu.

Colin                             - Io voglio le mani libere. (Pausa. Entra Tom. Tolen fa per uscire)

Nancy                           - Dove vai?

Tolen                             - Oh in qualunque posto. Vieni?

Nancy                           - Vuoi che venga?

Tolen                             - Se vuoi.

Colin                             - Andate all'Associazione della Giovane?

Tolen                             - Forse.

Colin                             - Vengo anch'io.

Tolen                             - E le valigie? (Colin afferra le valigie)

Colin                             - Vengo anch'io. (Tolen e Nancy escono)

Tom                               - Resta con loro, Colin.

Colin                             - Eh?

Tom                               - Stagli dietro. (Colin esce. Tolen e Nancy si ve­dono passare al di là della finestra, seguiti subito da Co­lin. Tom esce. Rumori di trascinamenti e di colpi. Entra Tom molto soddisfatto, smonta il letto e lo trascina via. Rumori di colpi. Tom rientra esausto. Beve del latte. Esce col vassoio. Tolen e Nancy passano dietro la fine­stra. La porta non si apre. Tolen e Nancy entrano per la finestra. Stanno ridendo molto)

Tolen                             - La porta è bloccata ancora?

Tom                               - Ho spostato qualche cosa.

Tolen                             - E se lo spingi sotto... ale! (Nancy ride) e so­pra... ale! (Nancy ride) Ora vediamo te. (Colin entra dal­la finestra)

Tom                               - Cos'hai, il mal di mare?

Colin                             - Piantala. (Colin si mette il sacco di carta sulla testa. Nancy è piuttosto isterica. Tolen la lavora a baci e risate. Tom accentua l'atmosfera battendo il ritmo sul letto o sulla scala, e canticchiando)

Tolen                             - Noi andiamo a suonare dei dischi. (Tolen e Nancy escono. Tom non ritma più. Pausa. Un gran ru­more fuori scena. Entra Tolen)

Tolen                             - Chi ha messo quella roba sulle scale?

Tom                               - Oh, sono bloccate?

Tolen                             - Non posso andare in camera mia.

Tom                               - Oh, non puoi? (Entra Nancy)

Nancy                           - Come, l'armadio è sulle scale... e il letto... le scale sono bloccate... (Tolen l'afferra) Oh mi fai male!

Tom                               - Ferma. Fermati.

Nancy                           - Lasciami! Lasciami! Lasciami! (Si libera ma non prima che Tolen le abbia fatto male e l'abbia profon­damente spaventata) Non mi toccare! (Tom e Colin cer­cano di confortarla ma riescono solo a eccitarla) Lontano! Sta' lontano! Mi senti! Lontano! Non mi toccare!... Tu... tu... tu... non mi toccare! Non mi toccare. Va bene? Va bene?... E ora, ora... ora... cosa vorresti? che cosa, eh? Eh? Che cosa... cosa vuoi da me? cosa vuoi? cosa vai cercando eh? cosa t'è venuto in mente? cosa eh? Che cosa vuoi... tu... tu... tu... Dritto! Dritto! Il signor... tu... Dritto! Il signor Drittissimo! Ti credi di essere... di essere. Ti credi di essere in gamba, ti credi di essere tanto in gamba. Ti credi... tu... ti credi di essere in gam­ba... Te lo credi eh signor Dritto... braghe... braghe stret­te! Signor Braghe Strette! Signor Braghe Tirate! Ti cre­di di essere... ti credi... Te lo faccio vedere io... te lo fac­cio vedere io signor Braghe Strette. E non venirmi più vicino capisci? E non venirmi più vicino... non venirmi più vicino capisci? venirmi vicino! Te lo faccio vedere io signor Braghe Strette! Braghe Strette! Si! Si! Fatti sotto! Fatti sotto! Fatti sotto! Su! Su! Su! Su! Su! (Tolen ride e se ne va. Nancy geme e sviene. Colin la sostiene al vo­lo mentre cade)

Colin                             - È svenuta!

Tom                               - Meno male che c'era qualcuno ad acchiapparla.

Fine del secondo atto

ATTO TERZO

 (A sipario chiuso un gran rumore di urti e fracassi, misto a grida e urla. Il sipario si apre. Colin sta sorreg­gendo Nancy come un sacco di patate. Tom e Tolen stan­no finendo di montare il letto)

Tom                               - Dagli una botta! Cosi... ale! Uno specialista in letti, ecco cosa sei Tolen! Un grande specialista! Beno­ne. Si è ancora svegliata?

Colin                             - Svegliata?

Tom                               - È sempre fuori gioco?

Colin                             - Fuori gioco?

Tom                               - Quanto sei duro. Di qua.

Colin                             - Io sarò duro ma questa pesa.

Tom                               - Non mollarla. Ora che abbiamo sgombrato que­sto dal corridoio tu Tolen puoi andartene in camera tua. Lei la mettiamo qui a riposare. Issala piano... non cosi!

Colin                             - Hai detto issala.

Tom                               - È svenuta... svenuta... non si può difendere. (Mettono Nancy sul letto)

Nancy                           - Oh... ohimè... ohimè... mi viene... mi viene...

Tom                               - Da vomitare? (Nancy annuisce) Non qua. (Co­lin tira fuori il secchio. Tom dà un colpo alla porta e l'apre) Il gabinetto. (Nancy esce seguita da Tom. Pausa. Tolen va alla porta di sinistra. L'apre e ascolta un atti­mo, poi chiude la porta e la barrica con una seggiola in­castrata sotto la maniglia)

Colin                             - Cosa stai facendo?

Tolen                             - Non voglio che m'interrompano Colin. Non voglio che Tom m'interrompa. Ho qualcosa da discutere con te, Colin.

Colin                             - Ah è cosi... Ma questa è la stanza di Tom.

Tolen                             - Questa è la tua stanza, Colin, la stanza tua. Sei tu il proprietario. La casa è di tua proprietà dunque questa camera è tua, non di Tom. Tocca a te di dire di chi è questa camera Colin. Chi ha da viverci dentro.

Colin                             - Si, probabilmente hai...

Tolen                             - C'è qualcosa che vorrei discutere con te Co­lin. Un'idea che ho avuto.

Colin                             - Oh?

Tolen                             - Mi ascolti bene Colin? È importante per te.

Colin                             - Oh?

Tolen                             - Tu lo sai che hai bisogno di aiuto Colin. Tu lo sai no?

Colin                             - Mm.

Tolen                             - Adesso dimmi Colin, quante donne hai mai avuto?

Colin                             - Mm...

Tolen                             - Due donne. Solo due. E hai cominciato tardi vero Colin? Molto tardi. Non prima dell'anno scorso. E Carol ti ha lasciato da quanti mesi?

Colin                             - Mm...

Tolen                             - Da sei mesi. È cosi no? Due donne in due an­ni. Qualcuno di noi ne ha di più in due giorni. Ora io sono in grado di aiutarti, tu lo sai, no?

Colin                             - Mm...

Tolen                             - Ho una proposta da farti Colin. Una pro­posta che troverai interessante e che ti aiuterà molto. (Pausa) Come ti è noto, Colin, io dispongo di un certo numero di amici. Uomini. E loro ti possono essere d'aiuto Colin, come io ti posso essere d'aiuto. Penso specialmente a Rory McBride.

Colin                             - Oh.

Tolen                             - Rory McBride è un uomo, Colin, un uomo in gamba, un uomo dotato, un uomo che io rispetto. Egli co­nosce molte cose Colin. Rory McBride faceva certe cose a tredici anni che tu non fai neppure adesso, cose che non sai neppure che esistono.

Colin                             - Che tipo di cose?

Tolen                             - Ci arrivo subito Colin. Ma prima voglio esporti la mia proposta. Ora, come ti è noto, dispongo di un certo numero di ragazze fisse. Lo sapevi anche tu no?

Colin                             - Mm.

Tolen                             - Ragazze fisse Colin. Donne che mi faccio rego­larmente. E anche Rory McBride dispone di un certo nu­mero di ragazze fisse. Forse non arriva proprio alla quan­tità mia ma insomma quasi. Ora: di recente Rory ed io ci siamo trovati a parlare a scambiarci delle idee e siamo rimasti d'accordo che sarebbe utile se ci vedessimo un po' più sovente... anzi se cominciassimo a vivere in­sieme.

Colin                             - Oh?

Tolen                             - Si Colin... anche nella stessa casa... potremmo scambiarci le donne.

Colin                             - Oh?

Tolen                             - Scambiarci le donne.

Colin                             - Oh !

Tolen                             - È chiaro che Rory si rende conto che, in qual­che modo, potrebbe essere pericoloso per lui. Può perderne qualcuna. Comunque, Rory sa benissimo, alla lunga, che è lui che profitterà della combinazione: imparerà molte cose Colin dalle donne che sono state con me.

Colin                             - (assentendo) Mm.

Tolen                             - Adesso questa è la proposta che ho in mente. Io prenderò in considerazione l'opportunità di farti entra­re nel giro.

Colin                             - Oh !

Tolen                             - Si, Colin. Tu hai molto da imparare e io vo­glio darti una mano. Sento che meriti di essere aiutato. Io ti farei venire a stare con me e Rory, e usare delle no­stre donne. Penso che per te sarebbe una buonissima scuo­la Colin.

Colin                             - Oh si.

Tolen                             - Sarebbe un privilegio per te, un gran privilegio.

Colin                             - Oh certo, ne sono convinto.

Tolen                             - Ero sicuro che te ne saresti reso conto. E sono sicuro che Rory sarà d'accordo Colin. Glielo doman­derò io.

Colin                             - Credi che accetta?

Tolen                             - Se glielo dico io Colin, accetta. (Pausa) E ora quello che io propongo Colin, è che Rory venga a stare in questa casa.

Colin                             - Mm?

Tolen                             - Qui dentro.

Colin                             - Oh...

Tolen                             - Cos'è che non va Colin?

Colin                             - Ma non c'è posto tu e io e...

Tolen                             - C'è questa stanza Colin. La stanza che avevi da­to a Tom. (Pausa) Ricordati che la stanza è tua. Sei tu il proprietario. Rory potrebbe avere questa stanza e... (Tom grida fuori scena e picchia la porta) Rory McBride ha una cinese Colin, flessuosa, molto carina, andrebbe be­nissimo per te.

Colin                             - Cinese?

Tolen                             - È solo questione di esperienza. Naturalmente non sarai mai tanto...

Colin                             - ... bravo come...

Tolen                             - ... me, ma insomma...

Colin                             - ... insomma...

Tolen                             - non lo metto in dubbio...

Colin                             - ... credi davvero...

Tolen                             - Sicuro!

Colin                             - Cinese! (Entra Tom attraverso la finestra)

Tom                               - Cosa diavolo credete di fare? Cosa diavolo bar­ricate la porta Tolen? Ve lo siete scordato che è camera mia? (Tira via la sedia dalla porta)

Tolen                             - Oh no Tom, questa camera è di Colin.

Tom                               - Cosa? Cosa sta succedendo qui? (Rumori su dal­le scale. Urla) Finiscila! Cosa diavolo sta facendo quella adesso? Dov'è la sua borsa? Vuole la sua maledetta borsa. Ve lo dico io che è andata in folle del tutto. (Grida fuori scena. Tolen attraversa la stanza)

Tolen                             - Non sei capace di controllare le tue donne Tom? (Tom esce. Tolen ritraversa la stanza) E una tedesca.

Colin                             - Tedesca! (Colin attraversa la stanza imitando Tolen)

Tolen                             - Su la testa Colin. Su la testa! Non alzare il mento! Dentro la pancia. Curva un po' le braccia ai go­miti       - non cosi tanto           - ecco cosi. Devono oscillare libe­ramente... E non insieme! Su la testa! Moto! Moto! Moto! Moto! Sentitelo venire dalle spalle Colin, dal torace! Dalle budelle! Dai reni! Più reni! Più budelle giovanotto! Reni! Reni! Su! Su! Su! Su! Su la testa! Autorità Colin! Sen­titela gorgogliare dentro! Autorità! Su la testa! Autorità! Autorità!

Colin                             - Autorità.

Tolen                             - Autorità! Su! Su! Su! Su! Autorità!

Tom                               - (fuori scena) Ti diamo una tazza di tè e poi...

Nancy                           - (fuori scena) Tè!

Tom                               - (fuori scena) Tè.

Nancy                           - (fuori scena) Non lo tocco neanche. (Entra Nancy avvolta in una coperta)

Tom                               - Per amor di Dio facciamole un po' di tè.

Nancy                           - Non lo tocco neanche. Ma cos'è?

Tom                               - Cos'è cosa.

Nancy                           - Questo.

Tom                               - L'abbiamo portato dentro cosi ti puoi un po' sten­dere. Stenditi.

Nancy                           - Chi ve l'ha chiesto.

Tom                               - Tu.

Nancy                           - Non dir parolacce. (Colin cammina avanti e indietro) Tu non mi fai andar su quell'affare te lo dico io. Rimontarlo apposta per tentare una ragazza. Nasconderlo nei corridoi. Schiaffarlo di qua e di là. Ma cosa credete che sono? Eh? Eh? Mi sentite? Mi sentite quello che dico? (Nancy mostra i denti e ringhia verso Colin. Egli resta temporaneamente sconcertato poi la ignora e riprende a camminare su e giù) Un invito chiaro se volete saperlo. Se volete saperlo! Lo volete sapere? Lo volete... su... (Pausa) Una bella situazione. Oh si davvero. Bella davvero, tipi di viziosi, immorali, criminali, ecco, assolutamente criminali. Bisognerebbe dirglielo, qualcuno dovrebbe. Adesso gli te­lefono, gli telefono. Alla polizia al commissariato alla que­stura uno due uno due uno due. (Vede Colin che sta mar­ciando su e giù) Uno due uno due. (Ripete uno due uno due quanto ci vuole. Colin afferra il ritmo e i due comin­ciano a eccitarsi. Nancy incomincia a batterlo. Colin fa dei grandi passi e urta e si fa male. Nancy si calma tem­poraneamente)

Tom                               - Un bel ritmo che hai preso Colin.

Colin                             - Dici davvero?

Tom                               - Bellissimo.

Colin                             - Me lo ha mostrato Tolen.

Tom                               - Davvero?

Colin                             - Conferisce autorità.

Tom                               - Come?

Colin                             - Autorità.

Tom                               - Ah. Fallo ancora... ah. (Colin mostra il ritmo poi Tom attacca)

Colin                             - Devi marciare con le budelle.

Tom                               - Eh?

Colin                             - Con le budelle.

Tom                               - Oh capisco. Capisco capisco. Il secchio!

Colin                             - Eh?

Tom                               - Come elmetto. Il secchio! Il secchio! Scattare! Non farmi aspettare! Il secchio!

Colin                             - Oh. (Colin fa un balzo, afferra il secchio e lo porge a Tom che glielo mette in testa)

Tom                               - Adesso ti mostro che cosa è l'autorità Colin. Mol­to più imponente di un sacco: l'elmetto: rude, brutale. (Tom comincia a battere un ritmo in 4/4 e a cantare l'Horst Wessel Lied) Ra ra ra ra, ra ra ra ra, marsch! Marsch! Marsch! Avanti! Ra ra ra ra. (Nancy entra nel ritmo 4/4) Marsch! Avanti! Marsch! Prendi, Mira, Spara, Centra! Prendi, Mira, Spara, Centra! Passo! Passo! Passo! Passo! Stritola col tacco! Frantuma col tacco! Sieg Heil! Sieg Heil! Sieg Heil! Ah! (Colin si toglie il secchio dal capo) Cosa succede? Cosa ti piglia? Non ti va? Credevo che ti piacesse. A Tolen gli piace, no Tolen? A Tolen gli piace.

Colin                             - Tolen non fa cosi.

Tom                               - Non a voce alta forse, ma il senso è quello. È più buffo forse, no Tolen?

Colin                             - Taci.

Tom                               - E tu guardagli le scarpe, a Tolen. (Pausa. Nancy salta su e giù)

Nancy                           - Grrr.

Tom                               - (trascurando Nancy e parlando a Tolen) Quan­do morirò potrei reincarnarmi in un anemone marino. Que­sto non implica un diverso atteggiamento verso la morte. Solo verso gli anemoni marini. Un anemone marino coi capelli all'umberta morirebbe di fame. (Pausa) Hai le orec­chie rosse. A forza di pulsare sono diventate rosse e blu. No sto esagerando. Solo una, quella più vicina a me. (Pau­sa) Il cavallo bianco che sta al Parco potrebbe essere una zebra sincronizzata colle rotaie. (Tolen fa per andarsene. Tom sembra soddisfatto)

Nancy                           - Se l'hai fatto tu io non lo tocco.

Tom                               - Eh?

Nancy                           - Non lo tocco.

Tom                               - Fatto cosa?

Nancy                           - Il tè.

Tom                               - (a Colin) Faresti meglio a farne un po'.

Colin                             - (di cattivo umore) Oh.

Tom                               - Vuoi che ti racconti una storia? (Colin esce) Lo so che vorresti che ti raccontassi del canguro. Il canguro, mi senti. No? Ora naturalmente lo sai anche tu che il can­guro piccolo vive nella tasca della madre. Lo sai no? Avanti compromettiti.

Nancy                           - Oh va bene.

Tom                               - Non c'è da essere tanto prudenti. È la pura ve­rità. Tutte le mie storie sono vere se non dico il contrario. Be', il piccolo del canguro nasce che è lungo più o meno cinque centimetri, e appena è nato comincia ad arrampi­carsi dentro la tasca della madre. E come fa ad arrampi­carsi? Non importa, si fa strada nel pelo... (Colin entra di pessimo umore, posa il vassoio ed esce) Quando entra dentro la tasca il piccolo del canguro trova un solo capez­zolo, ma grosso e solido. Solo uno. Il piccolo ci si attacca e il capezzolo cresce cresce cresce finché non è diventato come un pomo della porta dentro alla sua bocca. E in quel modo il piccolo del canguro rimane per quattro mesi, quat­tro mesi, quattro mesi filati. Che razza di succhiata pre­potente. Non è interessante? Non t'interessa come aspetto del comportamento degli animali capace di influire anche sul comportamento umano? Non ti fa stupire davanti alla grande famiglia di cui Dio ci ha fatto parte? Oh bene... (Pausa)

Nancy                           - Cos'è successo?

Tom                               - Cos'è successo quando?

Nancy                           - Lo sai quando.

Tom                               - No, non lo so.

Nancy                           - Lo sai quando. (Entra Colin colla teiera. Versa il tè in silenzio. Ne offre una tazza a Tolen e va con una tazza verso Nancy) Che cos'è?

Colin                             - Eh?

Tom                               - Tè.

Nancy                           - Non ne voglio. Non lo tocco neanche. Ci ha messo dentro qualcosa.

Colin                             - Eh?

Tom                               - Messo dentro qualcosa?

Nancy                           - Certo, ci ha messo dentro qualcosa.

Tom                               - Non far la scema.

Nancy                           - Non lo tocco.

Tom                               - Ma...

Nancy                           - No.

Tom                               - E cosa doveva metterci? Non c'è assolutamente niente dentro. Niente del tutto. Guarda eh. Zucchero! (Pausa)

Nancy                           - Lo zucchero mi piace.

Colin                             - Due.

Nancy                           - Cosa?

Colin                             - Due pezzi.

Nancy                           - Io due.

Colin                             - Lo so. (Nancy prende il tè e beve. Pausa molto lunga)

Nancy                           - Sono stata violata. (Pausa) Si, violata.

Tolen                             - Prego?

Nancy                           - Hai sentito benissimo.

Colin                             - Io no.

Nancy                           - Sono stata violata. (Tolen sogghigna aperta­mente)

Colin                             - Cosa!

Nancy                           - Sono stata... proprio dopo che... quando sven­ni... là vicino a... prima che mi alzassi... quando svenni. Sono stata violata. (Tolen sogghigna)

Colin                             - Ma quando dice...

Nancy                           - Lo sono stata, sei stato tu...

Colin                             - Ma davvero vuol dire. Ma sul serio...

Tom                               - E se no cosa?

Nancy                           - Violata. Violata. Sono stata...

Colin                             - Ma...

Nancy                           - Violata.

Colin                             - Ma se nessuno...

Nancy                           - Violata.

Colin                             - Ma no che non lo sei stata.

Nancy                           - Si che lo sono.

Colin                             - Ma se nessuno...

Nancy                           - Violata.

Colin                             - Ma se siamo stati qui tutto il tempo, tutti !

Nancy                           - Huh!

Colin                             - E tu lo sai.

Tolen                             - Un'immaginazione vivace, ecco il suo guaio.

Nancy                           - Eh?

Colin                             - Oh?

Tom                               - Occhio.

Tolen                             - Non datele retta.

Nancy                           - Eh?

Tolen                             - Ignorarla.

Nancy                           - Cosa? Una violenza?

Tom                               - Occhio Tolen.

Nancy                           - Violenza! Io.

Tolen                             - È chiaro, cerca di attirar l'attenzione.

Nancy                           - (un po' insicura) Oh!

Tolen                             - Ha elaborato la fantasia che l'abbiamo violata. Prima perché vuole che la pigliamo sul serio e poi perché realmente le piacerebbe di essere violentata.

Nancy                           - Eh?

Colin                             - Non ti dispiace di ripetere.

Tolen                             - Quando dice che l'abbiamo violentata esprime una fantasia. Ha elaborato questa fantasia perché realmen­te lo desidera, di essere violentata: vuol essere al centro dell'attenzione. Le due motivazioni sono, in un certo senso, identiche. Questa fantasia che l'abbiamo violentata serve a soddisfare nello stesso tempo le due motivazioni.

Colin                             - Oh.

Nancy                           - E cosa vuol dire "elaborato"?

Tolen                             - Inventato.

Nancy                           - Oh no. Oh no. Proprio no. Io lo so, oh si. Io mi sento come... Lo so, ho si. Volete che non lo sappia io. Voi vi siete divertiti e... e... là! È stato là! Vi siete divertiti e ora io mi sento strana, debole, mi sento male. Lo so io, non avete mica da fare con... Non sono mica una stupida sapete... Una scema... Violata! Me l'hanno fatta! Violata! Me l'avete fatta! Aiuto aiuto aiuto! (Alla finestra, ripe­tendo ad libitum)

Tolen                             - Chiudi la finestra. (Tolen va verso Nancy, che si scuote e ricomincia a gridare più forte)

Nancy                           - Aiuto! (Tolen l'afferra e le chiude la bocca)

Tom                               - Tienla ferma.

Colin                             - Attento che morde.

Tolen                             - Chiudi la finestra. (Colin chiude la finestra e Tolen lascia andare Nancy)

Nancy                           - Non volete che mi metta a gridare giù in stra­da no?

Tolen                             - Non vogliamo turbare la quiete pubblica.

Nancy                           - Avete paura che mi sentano e vi mettano dentro.

Tolen                             - Non intendo di espormi a contestazioni con dei questurini.

Nancy                           - Siete preoccupati. Avete paura. Siete spaventati. Ma io parlerò! Parlerò!

Colin                             - Eh?

Nancy                           - Alla polizia. All'Associazione Cristiana della Gio­vane. Vi denuncio. Eccolo. Eccoli. Tutti quanti. Glielo dirò come mi avete violentato - come          - glielo dirò. Ai poli­ziotti. All'Associazione della Giovane!

Tom                               - Uff!

Nancy                           - Con tutti i dettagli orribili! Tutti i fatti schi­fosi ! News of the World ! La tv ! Servizio completo ! Violen­za! Violenza! Aspettate! Farete dieci anni!

Tom                               - Dice sul serio.

Tolen                             - Vuol attirare l'attenzione.

Colin                             - Ma che cosa dice?

Tom                               - Dice che dirà a tutti che l'abbiamo violentata. Bene. (Pausa) In questo caso bisogna che la violentiamo.

Colin                             - Eh?

Tolen                             - Com'hai detto?

Tom                               - In questo caso bisogna che lui la violenti.

Nancy                           - Non ne voglio sapere, un'altra volta.

Tom                               - Tu vuoi che stia tranquilla.

Tolen                             - Ma io non dico mica di permetterle di farmi rischiare...

Tom                               - (tagliando corto) Bene. Tu dici che fa questa sce­na perché desidera di essere violentata.

Colin                             - Be'?

Tom                               - Be', se vuol davvero che stia tranquilla deve vio­lentarla. Se è vero quello che dice lui - e forse lo è - non c'è altro da fare per contentarla.

Colin                             - Ma se la violentiamo diventa il centro dell'at­tenzione, ecco cosa!

Tom                               - Proprio. E tu cosa dici?

Nancy                           - Violenza !

Tom                               - Tu cosa dici, Tolen. (Pausa)

Tolen                             - L'idea è tua. Perché non la violenti tu?

Tom                               - Perché mi piace quando grida per strada. (Pausa)

Tolen                             - Colin?

Colin                             - Cosa, io? Oh no. Non potrei. (Pausa)

Nancy                           - Violenza!

Tolen                             - Non sono mai stato con una donna sotto mi­naccia e tanto meno sotto costrizione. O perché la donna me lo chiedesse. O avessi da comprarne il silenzio. E non voglio cominciare adesso.

Tom                               - Avanti, violentala. (Pausa) Su, non ti far pre­gare! (Pausa) Oh su, violentala, deciditi. (Pausa) Vediamo come te la cavi. (Pausa)

Nancy                           - Aiuto! Aiuto!

Tolen                             - E taci! (Nancy esplode, girando intorno alla stanza)

Nancy                           - Ai! Ai! Ai! Ai! Ai! Ai! (Ad libitum)

Tolen                             - Non la lasciar...

Tom                               - Su! Su!

Tolen                             - ... avvicinare...

Colin                             - Cosa?

Tolen                             - Chiudi la porta !

Colin                             - Uffa!

Tolen                             - La porta!

Tom                               - La porta? La porta?

Colin                             - La porta? (Comincia la caccia. Infine Nancy esce dalla porta per errore. Colin sbatte la porta e la chiude)

Tolen                             - Il portone. Il portone! Va' giù nel portone! Co­lin! (Colin salta dalla finestra. Colpi sul portone fuori sce­na. Colin rientra)

Colin                             - Non può. È bloccato. (Pausa)

Tom                               - Ora è tranquilla. Cosa le succede? (Pausa) Ha fracassato il gabinetto. Potrebbe...

Tolen                             - I dischi! (Tolen si precipita verso la porta ma non riesce ad aprirla)

Tom                               - Il cricco! Il cricco!

Tolen                             - Il cricco?

Colin                             - Il cricco? Il cricco!

Tom                               - Il cricco!

Tolen                             - Il cricco!

Colin                             - Il cricco ! (Tolen riesce ad aprire la porta)

Nancy                           - (fuori scena) Dieci anni pigliate! L'ergastolo! (Entra Nancy a piedi nudi. Ha indosso la sottana a questo modo: il braccio destro nell'apertura, mentre la fascia le corre sopra la spalla destra e sotto il braccio sinistro. Sotto è vestita) Vi sbattono dentro! In galera! Vi sistemano! Lasciate fare a loro! Aspettate! Vi denuncio! (Pausa)

Tom                               - Magari non è il modo come di solito si mette una sottana, ma è sempre più grande di un due pezzi.

Colin                             - Non è un due pezzi.

Nancy                           - Vi cito per paternità!

Tom                               - Ma ascolta Nancy.

Nancy                           - Tutti quanti siete!

Tom                               - Nancy.

Nancy                           - Non dirmi Nancy.

Tom                               - (mentre Nancy gli risponde ad lib.) Senti cara. Sta' zitta un minuto. Te lo assicuro, non ti abbiamo vio­lentata. Ma un minuto ascolta, ci fai girar la testa, lasciaci pensare un minuto. Voglio dire, tu sei una ragazza ragio­nevole Nancy, una ragazza intelligente, lasciaci parlare un momento fra noi      - da ragazza ragionevole, intelligente,

 razionale                       - parlare un minuto solo fra noi. Senza urlare e senza scappar via da tutte le parti.

Nancy                           - È un tranello.

Tom                               - No che non lo è. Prometto. Pace per un minuto.

Nancy                           - Va bene. Vi do un minuto.

Tom                               - Uno solo non basta.

Nancy                           - Due minuti.

Tom                               - Cinque.

Nancy                           - Tre.

Tom                               - D'accordo.

Nancy                           - Tre minuti di numero. Poi ricomincio a urlare Datemi un orologio.

Tom                               - Va bene. Colin.

Nancy                           - E se barate lo sfascio.

Colin                             - Oh, dico io.

Tom                               - Avanti Colin. (Colin le dà il suo orologio da polso)

                                      - (Questa scena è organizzata in 4 sezioni:

la sez. (1°) Introduzione. I tre parlottano fra loro.

2" sez. (2°) Tom comincia a vedere l'elemento umori­stico della situazione e decide il proprio atteggiamento. An­che Tolen decide il proprio.

3a sez. (3°) Colin decide che l'atteggiamento di Tolen è quello buono.

4a sez. (4°) Colin è sospinto in un'azione forsennata) (1°)

Tom                               - Dunque Tolen.

Tolen                             - La situazione è chiarissima.

Colin                             - Per me niente affatto.

Tom                               - Tocca a te violentarla.

Tolen                             - Per favore calmati Tom.

Nancy                           - (mentre gli altri si consultano) M'han violata, m'han violata m'han violata lata lata m'han violata, m'han violata, m'han violata. (Bis)

Tom                               - Su, avanti.

Tolen                             - Siamo a un punto morto.

Colin                             - Quella crede che l'abbiamo violentata.

Tom                               - Si è convinta da sola.

Tolen                             - Ha voluto convincersi per attirare l'attenzione e perché lo desidera.

Tom                               - È decisissima a denunciarci.

Colin                             - Oh certo, certo.

Tolen                             - E Tolen questo non lo vuole.

Colin                             - No no.

Tom                               - Ma non vuole neanche fare l'altra cosa.

Colin                             - E allora come ce la caviamo? (Pausa)

Tolen                             - Bisognerebbe farla vedere da un buon specia­lista.

Colin                             - Cosa?

Tolen                             - Un medico. Se è vergine.

Tom                               - Ci vuole un perito.

Tolen                             - Questo ci mette a posto.

Colin                             - E se non lo fosse? (Pausa)

Tom                               - Se non lo fosse potrebbe dire che l'abbiamo vio­lata noi e sarebbe un guaio provare di no.

Tolen                             - Dev'esserlo, vergine.

Tom                               - E perché, deve?

Tolen                             - Basta guardarla.

Nancy                           - Due minuti sono passati. Ancora uno.

Tolen                             - Ma è ovvio che è vergine.

Tom                               - Non vedo perché, non vedo proprio.

Colin                             - Non vedi cosa?

Nancy                           - Finito?

Tom                               - No.

Nancy                           - 90 secondi.

Colin                             - Occhio all'orologio.

Nancy                           - - Violentata!

Tolen                             - Non ti eccitare tanto Colin.

Colin                             - È il mio orologio.

Tom                               - Se la tua posizione è questa, non c'è altro che trattare. Apriamo le trattative!

Tolen                             - Trattare!

Tom                               - Trattare.

Tolen                             - Trattare con una donna? Mai.

Tom                               - Allora cosa proponi?

Tolen                             - Autorità.

Colin                             - Oh?

Tolen                             - Autorità.

Colin                             - Ah!

Tolen                             - In ogni rapporto con la donna l'uomo deve agi­re con prontezza e autorità. Magari con la forza, se ne­cessario.

Colin                             - La forza?

Tom                               - La forza?

Tolen                             - La forza. (3°)

Tom                               - Io non posso ammettere la forza e tantomeno la brutalità.

Tolen                             - Negoziare, mai.

Tom                               - Calma, calma.

Nancy                           - 60 secondi.

Tolen                             - La forza.

Tom                               - Negoziare. Parlamentare.

Tolen                             - Negoziare con una donna...

Tom                               - Calma.

Tolen                             - Mai. La forza!

Colin                             - Lui è...

Tolen                             - La forza. La forza.

Colin                             - per...

Tom                               - Calma, calma, calma.

Tolen                             - la forza, la forza. Negoziare mai.

Colin                             - per... per...

Tom                               - La brutalità no!

Colin                             - la forza!

Tolen                             - Negoziare mai! Eh?

Colin                             - La forza! La forza!

Tom                               - Oh!

Colin                             - La forza! La forza! Nei rapporti con la d-d-d-d-donna...

Nancy                           - Quaranta secondi!

Colin                             - ... dddonna l'uomo deve agire con prontezza e autorità.

Tolen                             - La forza.

Colin                             - La forza.

                                      - (4°)

Tom                               - Negoziare parlamentare.

Tolen                             - Autorità.

Tom                               - Trattare.

Tolen                             - La forza.

Colin                             - La forza.

Tom                               - No no trattare trattare!

Colin                             - La forza.

Tolen                             - La forza.

Nancy                           - Venti.

Tom                               - Trattare trattare.

Tolen                             - No no, la forza.

Colin                             - Si! Si! Si! Ha ragione!

Nancy                           - Dieci secondi ancora.

Colin                             - La forza. (// resto precipita e si accavalla man mano che l'eccitazione cresce)

Tolen                             - La forza.

Tom                               - Trattare.

Nancy                           - Otto.

Colin                             - La forza.

Tolen                             - Trattare mai.

Tom                               - Calma.

Colin                             - Ha ragione, ha assolutamente...

Tolen                             - La forza.

Nancy                           - Quattro.

Colin                             - L'uomo...

Nancy                           - Tre.

Colin                             - ... deve...

Nancy                           - Due.

Colin                             - ...usare...

Nancy                           - Uno.

Colin                             - ... la forza. (Breve pausa) Taci ! Ora taci... Capi­to? Tu parli perché... Fermezza! Mano ferma! Una bella sculacciata! Vuoi vedere... Io sono stato qui tutto il tempo capisci? Tutto il tempo. Nessuno ti ha violato. Nessuno. Io io so. Piantala di frignare. Io lo so. Sono stato qui tutto il tempo.

Nancy                           - Ah.

Colin                             - Sono stato qui tutto il tempo. Lo posso provare, provare, testimoniare. Io non ho visto nulla. Non sei stata violata. Io lo so. Sono stato qui tutto il tempo.

Nancy                           - Ah.

Colin                             - Dunque piantala e rivestiti. Rivestiti. Piantala, piantala, piccola sciocchina... Sciocchina pasticciona. Non sei stata violata, lo posso dire io. Sono stato qui tutto il tempo.

Nancy                           - Tu!

Colin                             - Tutto il tempo!

Nancy                           - Ma sei stato tu! Sei tu che l'hai fatto!

Colin                             - Tutto il tempo... Eh?

Nancy                           - Tu! Tu! Tu! Tu! Tu! È lui! È stato lui! Mi ha violata! È stato qui tutto il tempo. È lui che lo dice! È lui! Si è stato lui!

Colin                             - Eh?

Nancy                           - Sei stato tu. Tu. Sei stato tu. Ti denuncio.

Colin                             - Io!

Nancy                           - Tu.

Tom                               - Lui !

Colin                             - Io!

Nancy                           - Si, lui. Sei stato qui tutto il tempo.

Tom                               - Dice che sei tu. Che sei stato tu.

Colin                             - Io.

Nancy                           - Certo che sei tu. Piglierai dieci anni.

Colin                             - Io, io? Io! Oh no. È spaventoso.

Nancy                           - Tu!

Colin                             - Stai facendo un errore spaventoso.

Nancy                           - Oh no, no davvero, sono stata qui tutto il tempo.

Colin                             - Oh, oh, ma sei... Diteglielo voi. Diteglielo voi, Tolen... Diteglielo... che non sono stato io. No proprio no, davvero...

Nancy                           - Ho la testa sul collo.

Colin                             - Lo capisco ma...

Nancy                           - È cosi, sei tu. Sei stato tu.

Colin                             - Ma... ti assicuro... Davvero...

Nancy                           - Neanche per idea... Sei stato tu... È stato lui, oh si.

Colin                             - No no ma sul serio... Vuoi dire... Io?

Nancy                           - È questo, commissario, è questo qui... Questo. Ce l'ha le manette? Manette. E quest'altro. Bene. Di qua, di qua, avanti, avanti marsch.

Colin                             - No! Tolen... Tom... Per favore. Io davvero no... davvero io no.

Nancy                           - Ah!

Colin                             - Io mai, proprio.

Nancy                           - I vestiti!

Colin                             - Che vestiti?

Nancy                           - Me li hai strappati di dosso.

Colin                             - Strappati io... Oh no.

Nancy                           - Sparpagliati in terra.

Colin                             - No.

Nancy                           - Eccoli qua.

Tom                               - Prova evidente.

Colin                             - Oh ma io no.

Nancy                           - Con quella faccia: chi lo direbbe, chi lo pen­serebbe.

Colin                             - Oh, proprio?

Nancy                           - Nessuna ragazza lo penserebbe neanche.

Colin                             - Oh?

Nancy                           - Ma al disotto...

Colin                             - Disotto cosa?

Nancy                           - Libidinoso.

Colin                             - Oh no... Proprio...

Nancy                           - Colle zanne che gocciolano sangue.

Colin                             - Oh.

Nancy                           - E le ossa delle vittime nascoste in cantina.

Colin                             - Ma se non ce n'è qui di cantina. No! No! Dav­vero no, non sono stato io, non sono stato io. Io non ti ho violato... Non lo farei mai... Insomma... ma è spaventoso! Io ! ... Ma tu davvero credi che io?

Nancy                           - Di certo.

Colin                             - Davvero credi che io possa?

Nancy                           - Sì.

Colin                             - Proprio davvero?

Nancy                           - Aspetta fino a domenica: che lavoro fai?

Colin                             - Eh? Il maestro.

Nancy                           - Un maestro di scuola violenta... Violenta... vio­lenta... Nancy Jones!

Colin                             - Oh!

Nancy                           - Gli scolari della... della...

Colin                             - Scuola Media di Tottenham...

Nancy                           - ... Scuola Media di Tottenham non avrebbero mai creduto che sotto il bell'aspetto del loro alto biondo maestro dagli occhi azzurri si nascondeva il cuore di una fiera, avida del sangue di vergini innocenti... Mai l'avrebbe­ro creduto. Aspetta fino a domenica, il Sunday Pictorial!

Colin                             - Oh, dico io, me. Io. Io. Oh dico. Oh. Oh. Credi sul serio...

Nancy                           - Cosa?

Colin                             - Che ho un bell'aspetto?

Nancy                           - Be'... Virile magari, piuttosto che bello. E forte.

Colin                             - Oh.

Nancy                           - Oh si, proprio. E che belle mani.

Colin                             - Oh. Oh, oh... Sei... sei occupata stasera?

Nancy                           - Cosa?

Colin                             - Sei occupata stasera?

Nancy                           - Oh!

Colin                             - Cioè scusa, no, volevo dire. Voglio dire che non ti ho violata, proprio no, oh insomma. Guarda, per me è lo stesso, andare al cinema o far due passi o bere qualcosa, o qualunque cosa, davvero. Ho sempre pensato che sei davvero... Cioè... Oh Dio... Ma proprio lo credi che sono stato io? Cioè io non lo sono stato, però mi piacerebbe... Cioè mi piacerebbe portarti al cine.

Nancy                           - Be' direi che sarebbe piuttosto... Dopo quello che è successo...

Colin                             - Ti prego.

Nancy                           - Be'.

Colin                             - Il cine o un'altra cosa.

Nancy                           - Dici?

Colin                             - Oh certo.

Tolen                             - Tutto questo lo trovo divertente.

Tom                               - Lo immaginavo.

Tolen                             - Ridicolo.

Tom                               - Ho sempre ammirato il tuo talento umoristico.

Colin                             - Eh?

Tom                               - Ben fatto. Molto bene. Te la cavi benissimo Colin. Molto meglio del grande Tolen.

Tolen                             - Questo incompetente sessuale.

Colin                             - Eh?

Nancy                           - Che incompetente. Cos'è, l'incompetente?

Tom                               - Un buono a nulla.

Nancy                           - Buono a nulla? Ma è meraviglioso, mi ha anche violato.

Tolen                             - Nessuno ti ha violato.

Nancy                           - Certo che si.

Tolen                             - Nessuno ti ha violato e tu lo sai.

Nancy                           - Lui mi ha violato.

Tolen                             - Niente affatto.

Nancy                           - Si.

Tolen                             - E certamente non...

Nancy                           - Si.

Tolen                             - ...non lui. Se non sa neanche cosa sia, una donna.

Nancy                           - Mi ha violato.

Tolen                             - Dice sempre: Com'è il porto di Cardiff? Non ce la farebbe.

Colin                             - Cosa?

Tolen                             - Garantito.

Colin                             - Cos'hai detto?

Nancy                           - Mi ha violato.

Tolen                             - Certo che se lo aiutassero se la caverebbe me­glio... Ha bisogno d'aiuto lui. Gambe arcuate, male arrem­bato, bolso... Basta guardarlo.

Colin                             - Eh?

Nancy                           - È virile.

Tolen                             - Io domando com'è possibile...

Nancy                           - Di bell'aspetto.

 

Tolen                             - ... dico io.

Nancy                           - Meraviglioso, straordinario.

Tolen                             - Gli ci vuole quattro mesi di lavori forzati per portar a letto una ragazza.

Nancy                           - È stato lui, sei stato tu, non è vero?

Tolen                             - Questo fesso.

Nancy                           - Diglielo tu.

Colin                             - Lavori forzati?

Tolen                             - Levati dai piedi.

Nancy                           - Si, e tu taci.

Tolen                             - Uno stupratore... Lui!

Nancy                           - Violenza, violenza.

Tolen                             - Quel pulcino.

Nancy                           - Violenza.

Tolen                             - Quanto sei stupido. Fai ridere.

Nancy                           - Violenza. Violenza.

Tolen                             - Probabilmente impotente. (Tom comincia a bat­tere un chiodo nel muro a circa due metri e mezzo d'al­tezza. Egli picchia apposta in modo da scandire il ritmo seguente)

Colin                             - E perché no?

Tolen                             - Cosa?

Colin                             - Perché io no?

Nancy                           - Violenza, violenza.

Colin                             - Perché io no. (A Tom) Sta' fermo. (A Tolen) Incompetente sessuale! Lavori forzati! (Nancy comincia a far chiasso girando per la stanza, mentre Colin, parlando con gli altri, le corre dietro)

Nancy                           - Violenza enza enza enza enza enza. (Tom pic­chia il martello)

Colin                             - (a Tom) Piantala. (A Tolen) E tu senti...

Tom                               - Violenza!

Nancy                           - Aiu-uuuuuuuu-to !

Colin                             - Non ti posso rispondere che i-i-i-insulti. Insulti. Insulti. (A Tom) Piantala. (A Tolen) La violenza, forse che io? Che non posso? Certo che si... Cioè che potrei... (A Tom) Piantala! (A Tolen) E ora mettiti bene in testa... (A Tom) Piantala! (A Tolen) Che non sono incapace.

Nancy                           - Aiu-iu-iu-iu-iu-iu-iu-iu-iu-iu-iu...

Colin                             - (a Nancy) Davvero, non l'ho fatto, davvero, non lo farei mai... (A Tom) Piantala, sta' fermo. (A Nancy) Mi piacerebbe... Cioè... (A Tom) Piantala! (Nancy adesso sta emettendo una specie di guaito permanente. Tom comincia a battere un altro chiodo su un altro muro) Piantala, pian­tala. Mettitelo in testa, in testa in testa. Piantala. Ce la fa­rei, si ce l'avrei fatta se volevo. Violarla. Piantala. Ma non l'ho voluto. Dici che non potrei. Piantala. Io... io. Pian­tala! Piantala! Sta' a vedere! (Colin incomincia a dar la caccia a Nancy per la stanza) Lascia che... che... che l'ac­chiappi. Sta' a vedere. Sta'... sta'... Adesso vedi. Adesso ti faccio vedere. Oh-oh-oh-oh-oh.

Nancy                           - Oh-oh-oh-oh-oh. (Caccia a ostacoli coi mobili)

Colin                             - Oh-oh-oh-oh.

Nancy                           - Oh-oh-oh-oh.

Tolen                             - Se non ce la fai neanche a prenderla Colin, cosa vuoi violarla. Penso proprio che sei completamente incapace di farti una donna Colin. Sta' a vedere come si fa.

Colin                             - Se la tocchi... (afferra il vassoio e fa volare le tazze) ...ti ammazzo! (Pausa molto lunga. Tolen lascia an­dare Nancy, che si avvicina a Colin. Una ragazza passa al di là della finestra. Tolen ride silenziosamente ed esce dalla finestra. Tom issa una seggiola su un chiodo nel muro)

Tom                               - Cosi. Magnifico. (Issa una seconda seggiola) Cosi. (Tom esce)

 

FINE