Questi fantasmi

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Pasquale Lojacono

QUESTI  FANTASMI

Un grande camerone d'ingresso che disimpegna tutte le camere di un antico appartamento.

Per la vicenda che mi accingo a narrare, la disposizione scenica d'obbligo è la seguente: due lati del boccascena, tra il proscenio e l'inizio delle due pareti, formando l'angolo per la prospettiva del pubblico, e non offenderne la visibilità normale, fanno corpo a sé due balconi che, s'immagina, fanno parte dell'intera distesa del piano.

Lo stile di essi è decisamente “Seicento” Alla parete di sinistra e a quella di destra, due porte che danno accesso nelle altre camere.

L'ingresso comune è in fondo a destra. Dalla parete di sinistra, a circa un metro dalla porta, in linea orizzontale, parte   un'altra parete che, quasi al centro del palcoscenico, forma l'angolo e va a chiudersi diagonalmente, con la parete di fondo, accanto alla porta d'ingresso.

Su quest'ultima parete, un altro vano con porte di legno grezzo lascia vedere i primi due gradini di  una scalinata che si perde in quinta e che porta sul terrazzo. Infatti, da un finestrino  “ad occhio “ che si troverà sulla parete di fondo a sinistra, quella che parte in linea orizzontale da sinistra a destra, è possibile vedere e controllare chi sale e che scende dalla terrazza.

Sparsi per la scena, vi saranno alla rinfusa ogni sorta di masserizie: cesti di stoviglie, Utensili da cucina, candelieri, involti grandi e piccoli e qualche mobile. Insomma, dal disordine e dalla varietà degli oggetti s'indovina che un nuovo inquilino sta effettuando la presa di possesso dell'appartamento stesso. All’alzarsi del sipario, la camera è completamente buia. Dopo poco, si ode dall'interno un rumore di passi e s'intravede una tenue luce di candela.

Raffaele : (di dentro)  Per favore stai davanti,... Bravo, così: tu cammini avanti, e io ti faccio luce di dietro. Abbiamo sempre fatto così per portare la roba, io deve stare sempre di dietro é meglio che te lo metti bene in testa.

Entra un facchino recando due sedie, una valigia e molti cappelli da uomo, infilati l'uno nell'altro, che a stento riesce a reggerli in equilibrio sulla testa.

Raffaele :, (che lo segue a breve distanza, gli grida): Adesso apro il balcone !... (Avanza incerto e preoccupato verso uno dei due balconi. Dopo pochi passi si ferma e si volta repentinamente al facchino) Tu però non  andartene eh ! (il tono della sua voce è anormale) Ma che hai paura ? Entra dentro... (Il facchino avanza di qualche passo). Bravo. E soprattutto non andartene... (Finalmente si è avvicinato al balcone di destra e lo apre: la scena si illumina a giorno) Oh ! finalmente, la luce ! (Apre l'altro balcone) (Il facchino ha poggiato tutto in un angolo della scena e fa per andare. Quasi irritato investendolo). E dove vai ?...

Facchino: Vado a prendere l’altra roba!

Raffaele :  E bravo e io resto qui da solo !.... Ma cosa hai ? fretta ? Adesso sale il tuo collega, lui resta qua e tu scendi !

Facchino E l'armadio? Come faccio a portarlo da solo? Quello pesa due quintali.

Raffaele : Allora aspettiamo la signora !  Quando lei viene noi scendiamo (all'ingresso entra l'altro facchino recando altre valige, una scopa, uno spolverino e qualcosa d'altro)  Metti qua per terra  (Il secondo facchino esegue) Cos’altro c’é rimasto la sotto ? (I facchini si preparano a scendere)

Raffaele :  Ah ma allora non avete capito!  Se voi scendete scendo anch’io! E invece non posso lasciare la casa aperta perché sono io il responsabile!

Facchino: Allora che facciamo qui si perde tempo! 

Raffaele : Perché se guadagni del tempo cosa te ne fai ? lo mangi il tempo ? e se perdi del tempo sei ridotto sul lastrico ?  Ho detto aspettiamo che venga qualcuno, io resto qua con quel qualcuno e voi andate a prendere l’armadio 

Facchino: (al 2° facchino) Allora aspettiamo (I due facchini si siedono). Ma voi perché non volete rimanere qui da solo ?

Raffaele :  Questi sono affari che non vi riguardano! Se lo volete sapere soffro di solitudine va bene !

Gastone : . (Sui trentaquattro anni. Simpatico, gioviale, ma di cattivo umore. Arrogante. Entra dal fondo e si rivolge a Raffaele.) Scusate, ci sono altri piani, sopra? -

Raffaele : Nossignore: sopra c'è il terrazzo.

Gastone : Ma non c’é un portiere in questo palazzo !? Ho domandato informazioni a una donna che stava sul portone, ma non mi ha saputo spiegare niente.

Raffaele : Una donna con tutti i capelli bianchi?

Gastone : Già.

Raffaele :  Quella è mia sorella: non fateci caso è scema.

Gastone : È scema e la mettete a guardia del palazzo?

Facchino Allora, noi andiamo a prendere l'armadio. (I due fanno per andare).

Gastone : Io me ne vado subito.

Raffaele : (gridando ai facchini) Aspettate! Non avete sentito che il signore  se ne va subito? (I due siedono di nuovo)

Gastone : E’ questo è il nuovo appartamento che ha preso in affitto Natalino Lolli? Raffaele : Precisamente.

Gastone : E lui non c'è?

Raffaele : Nossignore. L'appartamento l’ha affittato da quasi due mesi , i mobili sono già arrivati, ; la camera da letto, la stanza da pranzo, il salotto;........ ma non si decide mai di venirci a dormire. Oggi ha mandato quest'altra roba e m'ha fatto dire che stasera, finalmente, piglierà possesso della casa,

Gastone :con la moglie ?

Raffaele : (seguendo un suo pensiero) La moglie... già.

Gastone : E ha mandato molti mobili? Roba di valore? E questo é un palazzo nobiliare? Ohe! Vi siete mangiato la lingua?

Raffaele : Questo è un palazzo del Seicento... e quello che lo fece costruire, a quell'epoca, contava  più di un re. Quando gli veniva in mente faceva la guerra a qualcuno che gli era antipatico....... Avete visto il grande cortile?... Lo fece costruire per una damigella che era la sua amante... E come era bella !... E siccome il suo desiderio era di possederla per tutto l'anno, ogni giorno in una camera differente, il palazzo ha trecentosessantasei camere.

Gastone :  : Ma l'anno è di trecentosessantacinque!

Raffaele : Per via del bisestile !.. Questo palazzo ne ha visto di tutti i colori.

Gastone :  : Palazzo storico.

Raffaele : Altro che storico! Questo  la storia l’ha fatta !

Gastone : E adesso, quest'appartamento qua, l'ha preso in affitto questo Natalino Lolli

Raffaele : Ve l’ho detto, ha messo a posto la camera da letto, la camera da pranzo, il salotto, la cucina e questo ingresso Questo è un appartamento di diciotto stanze !

Gastone : Accidenti e quanto paga al mese?..

Raffaele : Questo non ve lo so dire.

Gastone :  Bene me ne vado ripasserò domani o dopodomani  (allunga dei soldi a Raffaele) Tu comunque informami quando vengono.

Raffaele : (intascando il denaro) Sarà fatto, signore.

Gastone : Arrivederci (Parlando tra sé e avviandosi) Diciotto camere... palazzo antico... Io glielo dicevo   “Lo perdi Lo perdi! “ (Esce per la comune).

Facchino: (come per dire: « sbrighiamoci ») Signor Raffaele !

Raffaele : Lo so , lo so ma insomma un po’ di pazienza... (Gira per la scena, si sofferma a rovistare in un cesto, ne tira fuori dei fazzoletti colorati e delle cravatte. Osserva il tutto) Questa é roba buona... (Facendo attenzione di non farsi scorgere dai facchini, intasca qualche cravatta e fazzoletti. Poi disinvolto) Vediamo un po’ se arriva qualcuno ! (Si affaccia al balcone a sinistra). Aspettiamo (Scorge e saluta rispettosamente, verso il pubblico, il prof. Santanna, che abita un appartamento del palazzo di fronte). professore I miei rispetti !. (Rimane in ascolto per quello che gli sta dicendo il professore) Come ?  No oggi prende possesso dell'appartamento. E, secondo me, domani se ne va. Non  potrà resistere. (Rimane in ascolto) Stanotte? (Rimane in ascolto.) Una luce? Dove ? Ah, proprio su  questo balcone qua? (Rimane in ascolto.)  Anche su quell'altro? (Indica quello di destra) E pure sul terrazzo? Certo che se lo dite voi, chi lo può mettere in dubbio. E la testa di elefante, da quanto tempo non la vedete? (Rimane in ascolto.) Da venti giorni? E il fumo? Ieri sera? Pure con  le scintille? E il guerriero, non si è fatto più vedere, il guerriero? (Ascolta per concludere) Per me gli faccio la consegna dell'appartamento, gli faccio tutte le raccomandazioni che mi ha detto di fargli il padrone di casa, e  scendo.

Facchino: (vedendo arrivare Natalino) E’ arrivato il signore ! (l’ altro facchino si alza.)

Natalino entra dall'ingresso. E un uomo sui quarantacinque anni. Ha un viso tormentato, forse per la continua ricerca di una svolta, d'una soluzione che gli permetta di vivere un po' di vita tranquilla e di offrire a sua moglie qualche agio. Ha lo  sguardo irrequieto dell'uomo scontento, ma che non si è dato per vinto. Insomma, i guai non lo sorprendono mai. È sempre pronto al  “ punto e a capo “.Di colorito pallidissimo. Veste senza ricercatezza ma pulito. Porta con sé, e la stringe fra l'avambraccio destro e il petto, una gallina. Da un dito della stessa mano, mediante un giunco, pende un melone. Sotto l'altro braccio, un fascio di diversi bastoni e due ombrelli. Agganciata al mignolo della mano sinistra ciondola una gabbietta con dentro un canarino verdone. Il suo passo è incerto, cauto, guardingo, come quello di Raffaele il portiere all'inizio dell'atto. Rivolgendosi facchini:

Natalino :  E voi cosa fate qua ? avete lasciato l’armadio sul portone, il carretto abbandonato ....E io  giù ad aspettare che voi sendiate ... avevo voglia di stare ad aspettare

Facchino: Non se la prenda con noi! E’ stato il signor Raffaele che non ci ha voluto far scendere ! Diceva che non voleva rimanere solo !

Natalino : Che esagerazione ! E dov’é adesso questo Raffaele?

Facchino: Là sul balcone (Lo indica). (chiamando) Raffaele, signor Raffaele.

Raffaele : Subito  (Poi al professore) Permesso. (Rientra) Oh benvenuto signor Lolli. (Alludendo agli oggetti portati da Natalino). Date a me.

Natalino : (appoggiando la gabbietta sul tavolo e porgendo il melone a Raffaele) Prendete questo  (Raffaele esegue). 

Raffaele : Vi siete deciso, finalmente.

Natalino :  E questa gallina dove la metto ? Io l’avevo detto a mia moglie, accendiamo l’acqua e mangiamola ! ma lei no, no, mi sono affezionata, neanche fosse un cane !

Raffaele : Date a me la mettiamo sulla terrazza

Natalino : Si ma legatela bene se no scappa, questa bestia ha il diavolo addosso !.

Raffaele : (prende la gallina dalle mani di Natalino) Vieni qui che andiamo in villeggiatura (si accorge che la gallina ha cessato di vivere).. Ma... questa  gallina é morta!

Natalino : È morta? Ma cosa dici ? Fammi vedere. (Osserva la gallina).

Raffaele : È ancora calda, la sentite? Questa é morta da un paio di minuti

Natalino : Appena sono entrato in questa casa. Brutto segno

Raffaele : Non vi impressionate per così poco. Voi la portavate sotto braccio e evidentemente avete stretto un po' troppo

Natalino : È probabile. Ma mi sembra strano perché per strada cantava che mi sembrava Caruso,  bene vuol dire che la mangeremo

Raffaele : (con un senso di schifo) E voi vi mangiate una gallina morta?...

Natalino : Perché invece tu te le mangi vive ? 1

Raffaele : No, ma voi siete un signore e so che i signori se non vedono uccidere i polli non li mangiano.

Natalino :Quando non si conosce il motivo del decesso. Ma quando si sa come è morto!  Il volatile è deceduto ,per asfissia indipendente dalla sua volontà. È stato un infortunio. Insomma domani mi faccio un brodo. Adesso l’appendo fuori dal balcone così sta fresca... ci sarà un chiodo ! (esce fuori al balcone di destra e cerca il chiodo) :Si, eccolo qui. { attacca la gallina) stai qui stanotte, così domani sarai più tenera. (Copre con un panno).

Raffaele : E la signora quando viene?

Natalino : Fra poco. Stava mettendo a posto le ultime cose, stava discutendo con la padrona della casa che abbiamo lasciato. Che ne so diceva che abbiamo consumato troppa acqua... che abbiamo lasciato aperto il gas .....per tre camere e cucina , senza bagno, ricavate dal suo appartamento .... l’avevamo sempre addosso e poi aveva il coraggio di chiederci cinquemila lire al mese...esclusa la guardiania ..!

Raffaele : A proposito, signore... poi ci mettiamo d’accordo per la mia paga

Natalino :  Sì, sì,  avremo il tempo di parlarne

Raffaele :   Ma visto che siamo qui , perché non ne parliamo subito.  Non é che io ci tenga in modo particolare ai soldi, ma quello che mi spetta lo vorrei !

Natalino : Non ci tieni, ma i soldi li vuoi!

Raffaele : (a parte)Accidenti che testone !... Signore ... io veramente non ci tengo, perché non ci tengo; ma se proprio non ne vuole parlare adesso ...

Natalino : Non preoccuparti se ho detto che ne parleremo, ne parleremo !

Raffaele : Oh, a proposito di  “ne parleremo”, devo farvi qualche ambasciata del padrone di casa, diverse  ambasciate e raccomandazioni.

Natalino : E anch’io ti devo parlare.

Raffaele : (rivolto ai facchini). Allora non vi siete riposati abbastanza... andate a prendere l’armadio !

Facchino: Pronto ! Anzi, signore, siccome sono le tre e mezza ed é da questa mattina che siamo digiuni andiamo a berci qualcosa poi portiamo su l’armadio

Natalino : Basta che facciate presto ! :

Facchino: Non dubitate (Esce dall'ingresso col compagno).

Natalino : Dunque, Raffaele , io ti devo parlare seriamente.

Raffaele : Dite.

Natalino : Siedi. (E siede a sua volta).

Raffaele : Grazie (si siede di fronte).

Natalino : (dopo una piccola pausa, durante la quale ha fissato negli occhi Raffaele) Raffaele, io non sono un pazzo!

Raffaele : Signore, e chi ha detto questo?

Natalino :Lasciami parlare. Se sono venuto ad abitare qua, ho le mie ragioni. E se invece che diciotto le camere fossero state trentasei, settantadue, ci venivo lo stesso. Raffaele, io conosco il mistero di questa casa, so tutto dei fantasmi, degli spiriti, delle luci  dei rumori di catene (seriamente, convinto, non nasconde la gravità del caso) so anche del guerriero e della testa di elefante !.. Si, insomma, tutte  quelle fesserie che dice la gente..

Nella vita ho tentato tutto, i mestieri più umili: ho fatto anche  l'impresario teatrale... Tutto: non mi è  mai riuscito niente. Sono sposato e devo dare da mangiare a mia moglie e a me   La vita é dura e nessuno ti da una mano ...ogni tanto qualcuno.. per dire “io ti ho aiutato” .. Poi ti saluta e non se ne parla più. Perciò è meglio contare solo sulle proprie forze. Il proprietario, questa casa me l'ha  affittata  gratis...... per cinque anni. Evidentemente prima avrà fatto i salti mortali  per affittarla ma non ci è riuscito.

Raffaele : Lo so, l'ha rinnovata, ci ha speso un sacco di soldi... ha sparso la voce ai quattro angoli della terra .. Niente, niente non l’ha voluta nessuno.

Natalino : lo ho fatto i miei calcoli. Se ci posso rimanere, come ne sono sicuro, perché assolutamente non credo a quello che si dice, metto i mobili in tutte le diciotto camere e ci faccio una  pensione. Tu capisci con quello che si guadagna oggi, con questo genere di lavoro, faccio la vita del signore... A mia moglie non ho detto niente, altrimenti non ci sarebbe venuta ad abitare. Certamente, il proprietario mi ha messo delle condizioni che io osserverò scrupolosamente..

Raffaele :  E per forza signore Perché io sono stato incaricato dal proprietario in persona di farle rispettare.  Questo vi volevo dire, altrimenti perdo il posto anch’io. (Come un avvertimento che non ammette replica) Un'ora la mattina e un'ora la sera vi  dovete affacciare a tutti i balconi dell'appartamento per far vedere alla gente che abita di fronte che la. ,casa è abitata. I balconi sono sessantotto.

Natalino : Sessantotto ma c’é da morire !

Raffaele : E allora ? Questo é l’accordo ! (Ripigliando il tono di prima) La mattina, per lo meno da due o tre balconi di ognuno dei quattro lati del palazzo, dovete battere quattro cinque tappeti. La gente sente il rumore, vi vede, e si mette l'animo in pace.

Natalino : Si, questo me lo aveva detto  il proprietario... Il problema é che io di tappeti non ne ho !

Raffaele : Che problema c’è ?  Ve ne comprate o ve ne fatte prestare uno e battete sempre lo stesso da dodici balconi !.

Natalino : Non è necessario che sia proprio un tappeto, può essere anche un paltò

Raffaele : E poi dovete fischiare o cantare: insomma farvi vedere allegro : la gente deve vedervi ridere al balcone

Natalino : Così mi prendono per  scemo! Cantare forse .... uno sereno di spirito probabilmente canticchia fuori al balcone, senza dare nell'occhio.

Raffaele : E poi la cosa più importante: caso mai foste costretto a scappare per la paura, non dovete mai dire a nessuno quello che avete visto e sentito in questa casa.

Natalino : Si, ma non ti preoccupare:  io non scappo !

Raffaele : Per favore non ditelo ! Qui nessuno ha saputo resistere. Chiunque ha voluto fare il coraggioso , dopo  quattro, cinque giorni é dovuto scappare come una lepre...

Natalino : Addirittura ! l'ingenuità della gente, certe volte, è veramente commovente. Ma così ....tanto per sapere.... tu hai visto qualche cosa? Quali sono le manifestazioni degli  ... diciamo ... spiriti?  Non é che io ci creda, per carità , ma sai... Non ti nascondo che un poco preoccupato sono...

Raffaele : Signore, ma se quando siete entrato eravate tanto teso che avete strozzato la gallina !

Natalino : Che c'entra, non ci ho badato. Dunque, tu puoi dire di avere visto qualche cosa?

Raffaele : (accenna di si col capo) Si signore  Oh non é che vi voglio impressionare, ma la leggenda vuole che una damigella, amata e riamata perdutamente da un grande di Spagna... se la intendeva  insomma, come si dice... se la faceva con un pallido e nobile cavaliere dai modi gentili e generoso gesto. Il grande di Spagna, Rodriguez Los De Rios, quando ebbe odorato che c’era puzza di bruciato ......

Natalino :  Insomma... mangiò la foglia,..

Raffaele : Si insomma scoprì gli  amanti, come si può dire in fragrante

Natalino :  :Sì erano due pagnottine... fragrante... flagrante !

Raffaele : Si insomma quello li.....ebbene li uccise proprio nella camera dov'erano stati trovati a fare le porcherie...

Natalino : E questa camera si trova in questo palazzo?

Raffaele : In questo appartamento per la precisione , ma non si sa qual è.

Natalino : Potrebbe essere anche questa?  (Raffaele approva). Ma cosa facevano le porcherie nell'ingresso, con tante camere... ?

Raffaele : Non possiamo sapere, a quell'epoca, come si usava...

Natalino : Va bene , ma tu hai visto qualche cosa?

Raffaele : Io no, perché non sono mai entrato solo dentro a questa casa..... E poi dopo la lezione che ebbe la mia povera sorella.... Mia sorella era un fiore quando fummo assunti come portieri. E avete visto adesso cosa é diventata?

Natalino :  No.  Che cosa é diventata?

Raffaele :  Dovete sapere  che di solito andava a stendere il bucato sul terrazzo. Non era mai successo niente, ma una mattina sentimmo certi strilli ! Cosa possa dirvi quando salì era bella e intelligente quando scese aveva tutti i capelli bianchi ed era diventata scema !.

Natalino : Scema?

Raffaele :  Beh proprio scema no ..... Un poco cretina. Insomma, più cretina di prima.

Natalino : Ma allora era già cretina?

Raffaele : No, ma è una donna.

Natalino : Perché, le donne sono cretine?

Raffaele :   No cretine no....ma insomma si sa non sono uomini... Quando racconta il fatto di quella mattina, a un certo punto perde la parola e non si capisce più niente.

Natalino : Ma il fatto lo racconta?

Raffaele : Si, racconta tutto il fatto, ma non si capisce niente. Qualche parola...

Natalino : Allora  falla venire, fammici parlare per vedere se posso ricostruire.

Raffaele : Adesso scendo e ve la mando. Si chiama Cesira. Basta, noi siamo d'accordo. Ricordatevi le raccomandazioni e tanti auguri...

Natalino : E..te ne vai?

Raffaele : Beh signore dovete abitare voi in questa casa non io !!

Natalino : Già, io devo abitare qua. No dicevo te ne vai perché .....volevo mettere questo canarino fuori dal balcone Qua, (indica il balcone di sinistra) ecco se mi ricordo bene qua c’era un chiodo... (Prende la gabbia ed esce fuori al balcone di sinistra. Dopo aver piazzato la gabbietta al suo posto) ecco così va bene (scorgendo il professore) Buona sera!  (rivolgendosi a Raffaele) Chi è?

Raffaele : E’ il  professor Santanna. Fa lezione gli  studenti; dà ripetizioni in casa. È vedovo e s'è sposato un’altra volta. Ha una piccola proprietà qui sui colli Un fratello in America. e  ha il diabete. (Parlando al professore e mostrandogli Natalino) Il nuovo inquilino... (Natalino fa un cenno di saluto) Speriamo bene... .

Natalino :(al professore che gli avrà fatto gli auguri) Grazie, professore.

Raffaele :  Quello là vi potrebbe raccontare tutto quello che vede dal suo balcone .. luci...scintille ... una testa d’elefante....  un guerriero !

Natalino : . E chi è sto guerriero?

Raffaele :   E un guerriero antico con le piume sul cimiero , la sciabola sguainata, il mantello bianco  e la tromba e passeggia sopra il cornicione del palazzo. Adesso non si vede più da quando é finita la guerra

Natalino : Perché l’hanno congedato ?

Raffaele : (quasi rimproverandolo) Non scherzateci sopra signore. Qui succedono cose da matti !  Per esempio voi state bello tranquillo in casa e fuori sentite piovere, tuonare, lampi e tempesta, freddo e neve   un diluvio universale! Allora andate a vedere , aprite la finestra ed invece fuori c’é il sole!... Oppure, che ne so’, ..una mattina vi svegliate con la casa inondata dal sole.. allora vi preparate ad uscire mettete un vestito leggero, le scarpe bianche  uscite dal palazzo e invece giù acqua come fosse il diluvio universale ! Basta, basta io adesso scendo . (Al professore) Con permesso...

Natalino : (al professore)  Con permesso. (E tutti e due rientrano).

Raffaele : (avviandosi per la comune) Allora io vi mando mia sorella. (Fa per andare poi 3torna) Ah, dimenticavo la cosa più importante ,a scanso di equivoci e responsabilità: badate che qua sparisce qualunque cosa. Voi lasciate un cappello e dopo un pò non lo trovate più; fazzoletti, cravatte e non le trovate più !. E specialmente la roba di mangiare, quella poi sparisce così  (soffia) E se poi sparisce qualche oggetto di valore, badate che io non voglio storie. (Diventando d'improvviso serio e minaccioso) E non vi permettete di andare a denunciare il furto... sarebbe peggio. Qui si tratta di fantasmi e quelli non scherzano !  Vi danno schiaffi, calci e botte in testa. Mentre scendete le scale, per esempio, pam..  sentite una spinta, e andate a battere con la faccia contro il muro    Non denunciate i furti che avverranno in questa casa... perché se no è peggio per voi !. Siamo intesi? (Ridiventa gentile, ossequioso)  Con permesso, signore  (Esce per la comune)

 Natalino, rimasto solo, comincia a girare per la camera. Un po' fischietta, un po' ride fra sé. Mette a posto qualche tavolo, qualche sedia. Appare, però, preoccupato; di tanto in tanto, di scatto, si volta su se stesso, come se qualcuno, alle spalle, lo avesse richiamato. Poi con un sorriso melenso ricomincia a ciondolare per la scena. Appare sempre più preoccupato. Infatti, a un certo punto, esaltandosi nella sua stessa fantasia, comincia a correre per la stanza passando le mani sul vestito dal suo vestito, come se lo spolverasse, Specialmente  sul  didietro della giacca, come se qualche cosa di invisibile lo trattenesse  nella corsa. Finalmente, ansante e congestionato trova scampo esce fuori sul balcone di sinistra, richiudendo violentemente dietro di sé la porta a vetri, in modo da determinare un rumore fragoroso. Evidentemente questo suo agire deve aver messo il panico anche al professore Santanna, il quale avrà chiesto, spaventato, cosa mai sia accaduto, e quali visioni spaventose abbia avuto Natalino.

Natalino : Niente, professore... niente... (Ride nervosamente e gesticola sproporzionatamente alla calma che dimostra) Proprio niente... Calma completa. Sono tutte sciocchezze Adesso batto i tappeti!

Cesira entra dalla comune e guarda intorno come per cercare qualcuno È una donna di quarantacinque o cinquanta anni, ma ne dimostra settanta Veste da popolana trascurata. I capelli, scomposti e arruffati, sono completamente bianchi. Dopo aver guardato intorno per un poco si rassegna all'attesa e prende posizione accanto ai gradini: del terrazzo, assumendo una posa statica, come se un fotografo avesse pregata di posare per lui.

Natalino, dopo essersi ripreso , saluta col gesto il professore e, con molta cautela, spinge i le imposte per rientrare. A tre passi dal balcone si accorge della presenza di Cesira. Lo spavento gli ferma il grido in gola e cade a sedere su di una sedia. Poi si alza e con passo svelto raggiunge l'altro balcone e fulmineamente Cesira si stacca dal suo posto come la figura da una tela antica, si avvicina al balcone di destra e, con gesti scomposti e discontinui, come il suo pensiero, invita Natalino

Natalino ::  Che  cosa vuoi? Chi sei?

Cesira :  La sorella del portiere. Avete bisogno? (E ride un po' ebete). Breve gioco grottesco che si protrarrà fino a quando Natalino ha capito che si tratta di Cesira, la sorella del portiere e non di un'anima dannata

Natalino : (rientrando in camera) Ah sei  Cesira, eh? Cesira..  e dillo subito no!.

Cesira :  Sì sono Cesira dite... (Ride come prima).

Natalino : Tu sei la sorella del portiere. .Cesira (come per assentire e negare insieme) L’ avevo capito subito ....

Cesira (come sopra) Eeeh!...

Natalino : Basta, io ti ho mandata a chiamare per avere qualche notizia, per sapere qualcosa sullo spirito che sta nell’appartamento

Cesira  (È l'unica cosa di cui s'interessa, capisce subito e si dispone !a raccontare tutto ciò che  ha visto)  Io come al solito venivo a battere i panni dal balcone (indica) e salivo per la scala (la indica) Come ogni settimana ..al Sabato .. non stavo molto bene .. alla notte non avevo potuto dormire perché avevo come una musica che  mi suonava nella testa.

Natalino : Una musica ?

Cesira  : Una musica che veniva da molto lontano...leggera, leggera,  fatta tutta da violini ... io salivo le scale con questa musica continua che mi seguiva, e pensavo chissà dove suonano, forse nella chiesa qui vicina. E con questa musica sempre nelle orecchie arrivai fino a questo piano. Io non ho mai avuto paura dei morti, tant’è che quando voglio prendere un po’ d’aria vado a fare un giro al cimitero e poi mamma é già morta, il babbo é morto ...forse mi mettono paura il babbo e la mamma ?   Allora mi metto a battere i panni quando ad un tratto vedo un uccellino e gli dico  “che bell’uccellino,  cosa fai di bello ?” Quello improvvisamente senza alcun motivo emette un grido lacerante  (i suoi occhi diventano fissi e inespressivi assumendo il pauroso sguardo dell'ebete. Non parla più. Per esprimersi emette dei suoni scomposti e dei mugolii bestiali. Il racconto diventa incomprensibile e terrificante. Mentre grida, si agita indicando ora l'ingresso, ora il terrazzo. Lo spavento di Natalino è al colmo quando Cesira, sempre gridando, scappa come se avesse vissuto ancora una volta la scena raccapricciante di quel maledetto giorno. Natalino , preso dal terrore, decide di scappare anche lui. Comincia a raccogliere cappelli ombrelli valige, riuscendovi a stento. Quando sta per raggiungere la porta d'ingresso s'imbatte con i facchini che trasportano l'armadio.)

Facchino:  Ecco vieni su... piano.. non farlo battere... Signore dove volete metterlo ? (Natalino rinfrancato dalla presenza dei facchini si riprende. calcola le dimensioni del mobile, e quelle de1e pareti, e decide per quella di fondo a sinistra)

Natalino : Qua, qua... credo che qui stia bene.

Facchino: Signore mio, quattro piani, per poco non morivamo!

Raffaele : (dal fondo con pacchi e valige) La  signora! (Introduce Maria) Entrate, signora e benvenuta in casa vostra

(Maria entra con  borsa, pacchetti ed una piccola valigetta. È una simpatica giovane sui un po' triste, forse perché stanca, non ha voglia di parlare.

Maria : (a Natalino) La camera da letto dov'è?

Natalino : (indica la prima a sinistra) Questa.

Maria : Va bene.

Facchino: Buona giornata e tanti auguri. (Esce dalla comune seguito dal compagno). Raffaele : Signore, posso andare?

Natalino : Se ho bisogno, ti chiamo. (Natalino esce per la prima a sinistra).

Raffaele, rimasto solo, si guarda intorno, poi va difilato al balcone di destra, stacca la Gallina dal chiodo e se la porta via. La scena rimane vuota. È il tramonto ormai. Dal balcone di sinistra la luce esterna invade tutta la stanza di un nutrito riverbero rossastro, mentre un ultimo freddo raggio di sole indora l'armadio nel  centro. Pausa durante il lento movimento di luci. Improvvisamente, come per incanto, i due battenti dell'armadio si aprono lentamente e contemporaneamente. Illuminata dal sole appare la figura di un giovane sui trentasei anni. Cautamente, il Giovane scende dal mobile, con in mano un mazzo  di fiori. Si orienta, poi li dispone in un vaso, deponendolo poi al centro del tavolo. Sempre cautamente e lentamente, come un automa, prende ancora dall'armadio un pacco legato con dello spago dorato,  disfa il nodo e completata l'operazione, tira fuori dal pacco un magnifico pollo arrosto, lo colloca in un piatto che trova a portata di mano, depositando il tutto nel cassetto di un mobile qualunque. Sempre lentamente rientra nell'armadio richiudendo dietro di sé i battenti.

Natalino : (dalla sinistra, seguitando a parlare con sua moglie) lo scendo, vado a prendere un pacco di candele... Se no  stasera restiamo al buio perché la luce non l’hanno ancora attaccata... (Si avvia verso la comune. Scorge i fiori, ne rimane sorpreso. Parlando verso sinistra alla moglie) Maria... Maria.

Maria : (dall'interno) Che vuoi? 

Natalino : Hai portato fiori, tu?

Maria : (di dentro) Fiori? No !

Natalino : (seguendo il suo pensiero) Vuol dire che mi hanno preso in simpatia... Mi accolgono con i fiori. Vado a comprare le candele. (Fa per andare, poi torna, guarda il balcone) Una bella giornata... c’é sole...allora (Prende un ombrello ed esce per la comune). (L'armadio si riapre. Questa volta senza esitazione, anzi con sveltezza il giovane di prima ma più disinvolto)

Maria :  (dalla sinistra, credendo di parlare ancora a suo marito) Ma quali fiori?

Alfredo :: (mostrandoli) Questi.

Maria :  (un po' sorpresa, malce1ando un'intima gioia) Mio marito dov'è?

Alfredo ::   È uscito, è andato a comperare le candele

Maria : Come hai fatto per salire?

Alfredo :: Ho preso l'ascensore. Ho dato mille lire ai facchini e mi sono chiuso dentro l’armadio .

Maria : Pazzo ! Ma non avevi detto che per due giorni non dovevamo vederci, col cambiamento di casa ?

Alfredo :: E non  dovevo portarti almeno due fiori per darti il benvenuto nella casa nuova?

Maria :   Alfredo, ma tu mi vuoi veramente bene ?

Alfredo :: Non ti rispondo, non meriti una risposta (piccola pausa). E perché allora sono qui !? Tanti rischi, tanti pericoli. Perché? E perché, da un anno e mezzo ho abbandonato mia moglie, i figli... 

Maria :   Onestamente dimmi , quante volte ti ho consigliato di tornare in te, di tornare  alla tua casa... 

Alfredo :  Sì molte volte, ma solo per metterti la coscienza in pace !per non fare peccato... Perché  la società ha deciso che é peccato seguire il proprio istinto e andare dove ti porta il  sentimento !  Anche tu però sei venuta da me di nascosto, mi desideravi , poi ne hai fatto un caso di coscienza e credendo di metterti a posto con la coscienza mi ha detto “Alfredo smettiamola”, torna a casa tua dai tuoi figli !. Vedi Maria io rispetto le tue idee però tu conosci le mie. Non é colpa nostra, ce lo hanno detto e ce lo hanno predicato, che le cose si fanno di nascosto ! Ma i miei progetti non cambiano ! E se é vero che non possiamo cambiare da un momento all’altro tutto l’ordinamento sociale ti garantisco però che cambieremo quello del nostro mondo. Con mia moglie ho già parlato chiaro, i figli sono già grandi e se andranno per la loro strada !  Pagherò tutto quello che c’é da pagare per essere venuto meno ad un contratto, un pezzo di carta che quando viene firmato é come una condanna a morte .. una catena per tutta la vita !    Ipocriti ! Se io dico : “Non posso andare avanti così” mi rispondono :“ e lo raccontate a noi ?”  “Ma nemmeno mia moglie ce la fa più a vivere con me” “ E a noi cosa ce ne importa” “Allora io l’ammazzo” “Meglio !” mi dicono    “Ma io posso impazzire in questa situazione “ “Ci sono i manicomi, gli infermieri, i guardiani anche loro devono vivere!  E allora io pago, pago; e tu vieni via con me!

Maria : E mio marito?

Alfredo :: Tuo marito ! Mi hai detto che vuole fare una pensione, bene gliela metteremo su! Gli faremo la dote ! (Guardandosi intorno) L'ambiente si presta. Questa potrebbe diventare una bella sala di soggiorno... Un radiogrammofono, in questo posto, con un magnifico corredo di dischi, , ci starebbe proprio bene. Una biblioteca, tavoli con riviste , giornali... Il telefono... Il telefono si può mettere qua (indica un posto della scena). Quel finestrino non va molto bene... ma togliendo gli sportelli, mettendoci una cassetta di misura con delle piante grasse... si, si può rimediare. I clienti arriveranno senz’altro, clienti che arrivano , clienti che partono, movimento di denaro... e tuo marito si persuaderà che in fondo é meglio così. Se poi non vuole assolutamente condividere questa idea, e preferisce rendersi vittima del suo stesso egoismo, si spara e così ha risolto il problema e ha finito di soffrire. D’altra parte che cosa ci stanno a fare i cimiteri ?Anche i becchini, anche i falegnami, anche le agenzie  di pompe funebri con tutti i loro direttori di devono vivere ! Quando sarà il momento tu glielo dirai; ma proba bilmente te lo dirà lui, che preferisce essere  il direttore di una  pensione  che non abitante del cimitero (Pausa) E  adesso mi vuoi fare un regalo?

Maria : Dimmi.

Alfredo :: Tu non hai mangiato.

Maria : Ho fatto colazione stamattina.

Alfredo :: Lo sapevo che non avresti avuto il tempo di pensarci. Bene questo pollo é ancora caldo, mangialo. (Poggia il piatto sul tavolo) Ti ho portato anche un pacchetto di dolci. (Si avvicina all'armadio Contemporaneamente dalla comune entra Natalino con il pacco di candele semiaperto)

Natalino : Ecco le candele.

(Alfredo non ha via di uscita, si ferma come per mimetizzarsi con l'armadio Maria rimane impietrita.)

Natalino : Il candeliere dovrebbe essere qui. (Lo trova fra gli oggetti ;in una cesta) Eccolo qua. (con il candeliere in mano  si avvicina al tavolo. Scorge Alfredo. Non crede ai suoi occhi non vuole parlante alla moglie. Alfredo rimane immobile. Natalino vede il pollo. Il suo pensiero corre subito alla gallina che aveva appeso alla finestra Lascia il candeliere sul tavolo e corre al balcone Non trova la gallina e rimane stupito della trasformazione. Vorrebbe parlare, scorge ancora Alfredo. Vorrebbe accendere la candela, non ci riesce. Dopo due, tre tentativi, finalmente, I'accende. Cerca di distrarsi, siede di fronte a sua moglie.)

Natalino : Candele steariche non ce ne erano, solo, queste. (Guarda di nuovo Alfredo che è sempre li impalato. Cerca di distrarsi, sperando che la prossima volta che guarderà, la visione scompaia) È un pollo arrosto questo?

Maria : (dice un timido:) Si... è un pollo arrosto! (Si alza ed entra in camera).

Natalino : guarda di nuovo verso l'armadio. Questa volta Alfredo muove verso la comune a passo lento. Natalino  lo segue sgomento. Quando Alfredo giunge sul limitare dell'uscio accenna un piccolo sorriso a Natalino  e un lieve inchino che Natalino ricambia e, sempre lentamente, Alfredo scompare. Dissipando ormai qualsiasi dubbio sulla natura della visione, e valutandone la prodigiosa realtà, si sente mancare. Tremante di spavento, impallidisce fino all'inverosimile, balbetta qualche cosa d'incomprensibile e, sedendo lentissimamente, come per non agitare nemmeno minimamente l'aria che lo circonda, comincia a segnarsi ripetutamente, assumendo l'aspetto dell'ispirato, dell'asceta, del predestinato. Di colui che ha visto il fantasma.


Atto secondo

La stessa scena del primo atto, ma completamente rinnovata.

L'arredamento è cambiato Tutto nuovo zecca. La stanza presenta, ormai, tutti i caratteri di una sala di soggiorno una pensione, non di lusso, ma decorosa. Qualche tavolo con sopra riviste, uno  scrittoio, telefono, tappeti. Lungo il corridoio di ingresso, è stata distesa una guida un velluto grigio con i bordi rossi. Il tutto disposto secondo la descrizione di Alfredo  durante la scena con Maria del primo atto. Anche il finestrino ha subito la trasformazione.

Natalino , beatamente seduto fuori al balcone di sinistra, ha disposto, davanti a sé un’altra sedia con sopra una guantiera e una piccola macchinetta da caffè napoletana, una tazzina e un piattino. Mentre attende che il caffè sia pronto, parla col suo dirimpettaio  prof. Santanna.

Natalino :  : A noialtri, italiani, toglieteci tutto ma questo poco di riposo in terrazza... Io, per esempio, a tutto rinuncerei  tranne a questa tazzina di caffè, presa tranquillamente qua, fuori in terrazza, dopo quell'oretta di sonno che uno si fa dopo mangiato. Però  il caffè me lo devo fare io stesso, con le mie mani. Questa è una macchinetta per quattro tazze, ma se ne possono ricavare anche sei, e, se le tazze sono piccole, anche otto... quando vengono gli amici... d’altra parte il caffè costa così caro... (Ascolta, poi)  Mia moglie queste cose non le capisce È molto più giovane di me, sapete, e la nuova generazione ha perduto queste abitudini che, secondo me, sotto un certo punto di vista, sono la poesia della vita; perché, oltre a farvi occupare il tempo, vi ;danno pure una certa serenità di spirito. nessuno potrebbe mai prepararmi un caffè come me lo preparo io, con lo stesso zelo... con la stessa cura... Capirete che, dovendo servire me stesso, seguo le vere esperienze e non trascuro niente... Sul becco... lo vedete il becco? (Prende la macchinetta in mano e :indica il becco della caffettiera) Qua, professore, dove guardate? Questo... (Ascolta) Vi piace sempre di scherzare... No, no... scherzate pure... Sul becco io ci metto questo cappellino di carta... (Lo mostra) Sembra  niente,  ma questo cappellino ha la sua funzione... E già, perché il fumo denso del primo caffè che esce, che poi è il più carico, non si disperde. Come pure, professore, prima di versare l'acqua, bisogna farla bollire per tre o quattro minuti, per lo meno, prima di versarla, vi dicevo, nella parte interna della capsula bucherellata, bisogna cospargervi mezzo cucchiaino di polvere appena macinata. Un piccolo segreto ! In modo che, nel momento in cui sale, l'acqua, in pieno bollore, già si aromatizza per conto suo. Professore, anche voi vi divertite qualche volta, perché, spesso, vi vedo fuori in terrazza che fate  la stessa cosa. (Rimane in ascolto) Sì, sì anch’io. Anzi, siccome, come vi ho detto, mia moglie non  collabora, me lo tosto da me... (Ascolta) Anche voi, professore?... Fate bene... Perché, quella, poi, è la cosa più difficile: indovinare il punto giusto di cottura, il colore...: color manto di monaco. È una grande soddisfazione, ed evito pure di arrabbiarmi, perché se, per una dannata combinazione, per una mossa sbagliata, sapete... vi scappa di mano la cuccuma,...e si mescola il caffè con i fondi insomma, viene uno schifo... siccome l'ho fatto con le mie mani e non posso prendermela con nessuno, mi convinco che è buono e me lo bevo lo stesso. (il caffè ormai è pronto) Professore , il caffè è pronto. (Versa il contenuto della macchinetta nella tazza e si dispone a bere) Ne volete un po’... Grazie. (Beve) Accidenti, questo si che é un caffè... Vedete quanto ci vuole poco per rendere felice un uomo: una tazzina di caffè presa, tranquillamente, qui fuori... con un simpatico dirimpettaio... ;perché voi  siete simpatico, professore... (Seguita a bere) Adesso mezza tazzina la conservo,  e me la bevo tra una sigaretta e l'altra. (Accende la sigaretta. Al professore che gli avrà rivolta qualche domanda) Come?... Non ho capito (Rimane in ascolto) Aaah... sì, sì... Niente, professore l’avevo detto : sciocchezze. Non ho mai creduto a questo genere di cose, se no non ci sarei venuto ad abitare

Oramai sono sei mesi che sto qua, qualche cosa avrei dovuto vederla. (Ascolta ) Cosa  vi posso dire... Non metto in dubbio quello che voi mi dite, ma, in questa casa, posso garantirvi che regna la tranquillità. Tutto quello che voi vedete sul terrazzo, sul cornicione, in terrazza... a me proprio non mi  risulta. Quello che posso dire, invece, è che, da quando sono venuto ad abitare qua, i miei affari si sono sistemati,  questa casa mi ha portato fortuna,  se poi  avessi richieste di camere, la pensione potrebbe già funzionare, ma fantasmi, è proprio il  caso di dire: neanche l'ombra! (dalla comune entra il portiere portando dei giornali) Signore il giornale... (Guarda intorno, non vede nessuno e ripete più forte) Signore il giornale.... (Natalino  al professore)  E’ il portiere che mi porta i giornali. Permesso. (Entra nella stanza) Fammi vedere. (porgendo i giornali) In tutti e due c’é l’annuncio. (leggendo l'annuncio che lo riguarda)

« Pensione Lolli. Massima comodità e pulizia, camere da letto con acqua corrente in cucina.  2 camere da bagno. Via Tribunali 176. Prezzi modici Proprietario e gestore Natalino Lolli». Io non capisco... Si fosse presentato un cane! Tutti i mediatori, tutte le agenzie sono state informate: niente, nessuno !

Raffaele :Signore ma voi non dovete avere fretta . L’annuncio sul giornale l’avete fatto mettere da appena  tre giorni ! e poi non dovete scordare che su questa casa c’é una leggenda, e prima che la gente non ci pensi più e si metta l’animo in pace ne deve passare del tempo  !. Ma voi li battete i tappeti ?

Natalino :  E non mi avete sentito sembravo una contraerea ! E non mi avete sentito quando cantavo “ e lucean le stelle”

Raffaele : Ah, eravate voi ? Avete una bella voce, però ad una certa ora smettetela perché qui abitano quattro impiegate che devono andare a lavorare !

Natalino : E io cosa ci posso fare ! Il padrone di casa mi ha detto di farlo e io lo faccio !.. La gente deve sapere che io ci abito e ci sto bene... Ma con  tutto questo, niente nemmeno un cliente !...

Raffaele : Dovete avere ancora un po' di pazienza

Natalino : Già, ma io sono arrivato con l'acqua alla gola. Hai visto quante spese ho fatto E se non incomincio a vedere il frutto di quello che ho seminato, finisce che vado a chiedere l’elemosina!...

Raffaele : Come no... certo che di spese ne avete fatte !  ma   a proposito di spese, vi avrei portato la lista di quelle che ho fatto questa mattina ......Una bottiglia d’olio, la carne la verdura e le ricordo il resto di quella di ieri: milleduecentosettanta lire!

Natalino : (osservando il conto che gli porge Raffaele) Qua non si può più andare avanti  Milleduecento settanta lire per mangiare un giorno e mezzo !

Raffaele : Mattina e sera, però.

Natalino : Lo so, ma è sempre una esagerazione. (compreso in un suo pensiero) Adesso te li do, o meglio vedo se te li posso dare... (Si avvicina a una vestaglia che si troverà attaccata a un attaccapanni in un  punto della scena. Rovista in una delle tasche) Oh, guarda in questa tasca non avevo guardato bene ! (Tira fuori dei biglietti da mille) Tremila lire... altri spiccioli... Raffaele , io non dico niente a nessuno perché, io per il primo, ho interesse di sfatare la  leggenda... Il professore qui dirimpetto fa sempre delle domande , vorrebbe sapere......, da me non esce una parola, ma é vero  ! Io non ci volevo credere, ma mi sono dovuto convincere... Non sento  rumori, non mi fanno dispetti , manifestazioni sinistre, niente; ma solo cose buone , sì. Si vede che mi hanno preso i simpatia.

Raffaele : (un poco equivoco) Può darsi!

Natalino : Per esempio, spesso, io entro in una camera ed ho la netta  sensazione di sentire un uomo dietro di me che si nasconde  in un'altra... 

Raffaele : (sornione) Signor Natalino, un uomo che si nasconde l’ho visto anch’io, Specialmente quando voi uscite...

Natalino :  Allora é vero Raffaele ?

Raffaele :  Sì

Natalino :  All’inizio, le prime volte gli domandavo, Dove andate? e glielo domando ancora Ma quello si ferma e mi guarda come se mi volesse dire “Ancora non hai capito dove vado?”. E entra   Tanto è vero che adesso non domando più niente.... (Convinto) E’ vero , é vero.

Raffaele : Come no !.

Natalino : (indicando la vestaglia)  Hai visto quella vestaglia

Raffaele : Certo

Natalino :  : Raffaele, quella non è una vestaglia: è una miniera... Quello che ci vuoi trovare ce lo  trovi. Come? La sera, quando rientro in casa me la infilo. Metto le mani ;in tasca e trovo biglietti da dieci, da cento, da mille... Tanto è vero che io la vestaglia l’ho appesa là e guai a chi me la tocca ! Me la metto, soltanto, quando me servono un po' di soldi

Raffaele : Che bella cosa. Come mi piacerebbe avere una vestaglia come quella !

Natalino : Però adesso sono un po' preoccupato, perché vista la facilità con cui mi arrivano soldi, mi sono un po' sbilanciato. Per mettere su una pensione, con un certo decoro, ho fatto costruire tre camere da bagno, ho dato un anticipo, ma non ho idea di dove prenderò i soldi per pagare il resto.

Raffaele : Semplice, guardate nelle tasche della vestaglia !

Natalino : Ci ho guardato , e come ... ma là ci ho trovato sempre spiccioli.

Raffaele : E allora guardate  dentro i mobili della cucina, nella stufa, dentro il letto della signora !!

Natalino : Ma figurati se non ho guardato dappertutto, niente e allora che devo fare ? Aspetto. Chi ha pagato l’altra roba, pagherà anche questa!. Basta, ma tu quanto avanzi? -Raffaele : Avevamo detto milleduecentosettanta. .

Natalino : Queste sono duemila lire, dammi il resto

Raffaele : Pronto. (Prende del danaro e prepara il resto).

Natalino : Precisamente.

Raffaele : (conta il danaro e lo poggia sul tavolo) Ecco a voi.

Natalino : E queste sono le duemila lire. (Le poggia sul tavolo)

Raffaele : E per stasera non vi serve niente?

Natalino : E’ meglio che parliate con la signora

Raffaele :  Va bene , farò così (Approfittando di un momento di distrazione di Natalino , destramente intasca le settecentotrenta lire) Più tardi vengo a parlarle

Natalino : (si è accorto del giuoco e lo asseconda) Benissimo. (Si avvicina a Raffaele, in modo da nascondere le duemila lire che sono sul tavolo e poterle avere a portata di mano) Caso mai se ho bisogno prima .ti chiamo. (Riesce a prenderle e le intasca).

Raffaele :  Non fatevi scrupoli

Natalino :   Come no! (Si allontana da lui).

Raffaele :  Con permesso. (Fa per prendere i soldi) E le duemila lire?..

Natalino : E il mio resto?

Raffaele : Signore, io l’avevo messo qui... (Indica un punto del tavolo, battendovi la mano).

Natalino : E io le duemila lire, le ho messe qui.

Raffaele : (che ha mangiato la foglia) Allora come si spiega che non ci sono più? !

Natalino : A me lo chiedi?

Raffaele : (insiste sicuro del fatto suo) Beh signore io le duemila lire non ce le ho in tasca!

Natalino : Eh che ci vuoi fare ? Scherzi di fantasmi!

Raffaele : (masticando amaro) Eh già forse il fantasma ha messo il  resto nella mia tasca e le duemila lire nella vostra Signor  Natalino, provate a vedere se per caso in tasca vostra ci sono duemila lire!.

Natalino : Si,  ma se tu prima non guardi nelle tue tasche se il fantasma ci ha messo il resto, le duemila lire non saltano fuori!

Raffaele : (rodendosi il fegato) :È vero?... Va bene... (Frugandosi in tasca, fingendo meraviglia)  Oh guarda il resto é proprio qui , oh per quanto uno possa essere preparato a questi scherzi dei fantasmi eppure ci si rimane sempre meravigliati !... (Mostrando le settecentotrenta lire) vedete?... E’ incredibile,  dalla tavola i fantasmi me li hanno messi in tasca.

Natalino : Ma guarda un po' che scherzi , fammi vedere !. (Prende dalle mani di Raffaele i soldi e li intasca) Bene Raffaele , arrivederci

Raffaele : Mi scusi signore, ma non potrebbe controllare se per caso i fantasmi hanno messo nella vostra tasca le mie duemila lire !?

Natalino : E come no, certo che dopo questa prova ! (Rovistando nelle tasche) No, non c’é niente

Raffae1e : (non ha nessuna intenzione di sottostare al tiro di Natalino) Adesso non scherziamo , signor Natalino, ho visto tutto!

Natalino : Ah sì e che cosa hai visto ?

Raffaele : Ho visto che le duemila lire stavano sopra la tavola

Natalino : E poi?

Raffaele : (fuori di sé) E poi , e poi sono sparite!

Natalino : E allora anche il mio resto era sparito?

Raffaele : (esasperato, ma con senso di giustizia) Ma poi il resto é ricomparso... ! mentre le duemila lire non si sono più viste.

Natalino :  E cosa ci vuoi fare  ? Spariscono tante cose qui ;cravatte, fazzoletti, asciugamani... le lenzuola?...e io non dico mai niente come mi hai consigliato  Anche una frittata é sparita una volta!... Perfino un melone, ti ricordi il melone che avevo quando sono arrivato... sparito !

Raffaele : (spazientito, come se avesse ragione lui) E voi pensate ancora al melone?...Non capisco poi perché ogni tanto tirate fuori questa storia !

Natalino :  : E le forbici?......e un bellissimo paio di scarpe gialle... adesso per esempio sono rimasto senza il cappello !

Raffaele : Ma insomma dove volete arrivare ?

Natalino : Da nessuna parte , Raffaele, Ma se le duemila lire sono sparite, non devi prendertela con me , ma con i fantasmi !

Raffaele : (rassegnato) E va bene... (Minaccioso) Io me ne vado. (Si avvia per la comune) Un fantasma che fa sparire duemila lire a un pover uomo come me ! A che punto  siamo arrivati ! Significa non avere scrupoli.... Significa proprio che.... il fantasma é un imbroglione ... e questo siete, signor fantasma! (Esce per la comune borbottando).

Maria dalla sinistra. Entra silenziosa, prende una rivista, vede il marito e fa per rientrare.

Natalino : (osservandola, dopo una pausa)Maria, ma si può sapere che hai?... Se non sei contenta, dimmelo, parla. Non è meglio che ne parliamo? (Maria non lo degna nemmeno di uno .sguardo)

Maria :: Credi che sia meglio parlarne  ? (Siede vicino al tavolo).

Natalino :  Maria, io non ti nascondo mai niente. Ti dico sempre tutto. Meno, s'intende, certe incertezze, certi progetti che io stesso giudico strampalati .e che devono pesare solamente su me. E faccio male. Sì, faccio male; perché se avessi il coraggio di confidarmi mi sentirei più libero, più calmo, più sicuro. .

Maria E parla, allora.

Natalino : Io! Ma sei tu che dovresti parlare. D'altra parte cosa ci vuoi fare? La vita é difficile Maria. Se cominciamo a pensare troppo finisce che ci facciamo delle idee sbagliate... Specialmente nel matrimonio, succede quasi sempre cosi... «Chissà mia moglie cosa pensa di me... » « Chissà mio marito cosa pensa di me... » « Chissà perché ha fatto questa cosa...» Basterebbe invece domandare: « Allora, dimmi perché l’hai fatto ». Si chiariscono le cose e si va avanti.  E invece subentra l'orgoglio: « Io mi sento superiore...» :« No, io sono superiore » « Se non mi parla per primo io non gli parlo ! »   E via di questo passo, i rapporti si raffreddano, nasce la sopportazione reciproca, l'insofferenza... e persino l'odio, Maria... E io posso anche capire: l’orgoglio,  ma tu addirittura ti sei chiusa come un riccio. Parla, Maria, parla... Aiutami con un tuo sguardo, non dico sempre... ma una volta ogni tanto.

Maria :  : Cosa vuoi che faccia ? Ci siamo sposati, cinque anni fa, fidando sulle tue speranze di riuscire e vincere, come dicevi tu. Queste speranze ci hanno aiutato a vivere, Dio lo sa come, fino ad oggi. Tu dici che io non parlo... E ringrazia  Dio! Ti seguo, faccio quello che vuoi Ma che vita stiamo facendo?... Questi soldi da dove vengono?... Questi mobili, in casa, chi li ha messi ?

Natalino :  : E a te che te ne importa?

Maria :  Come che me ne importa?... La gente fa domande

Natalino : E perché la gente deve sapere i fatti nostri? Si capisce che non ne parlo. Non sono cose che si dicono... No se ne devo parlare... E nemmeno con te... specialmente  con  te... Ah per questo sei di malumore?... Ah l’avevo capito!... Maria , tu ti vuoi spiegare troppe cose! Già, non saresti poi una donna!. Sei gelosa vero ?... Non fare la sciocca, Maria. Tu deve pensare una cosa sola: « Mio marito non è scemo”

Finalmente siamo riusciti a metterci un poco a posto.. Come? Non ha importanza... Finalmente... c'è un'anima buona che ci aiuta, e speriamo che ci aiuti sempre di più in l’avvenire. Tu sei felice, io sono contento: tiriamo avanti;

Maria :  Ma, allora, tu mangi e zitto?... (nauseata, non contenendosi più) Ma tu che uomo sei?... (Incalzante) Che razza di uomo ho sposato?... (Gridandoglielo in faccia) Ti arriva un radio grammofono, con un corredo di dischi che non finisce mai, e tu te lo tieni senza chiedere niente?... Il mobile-bar... e tu zitto. Una bella mattina, così , come per incanto, ti trovi  una cucina completa, nuova di trinca... fai una mezza risatina da idiota, quale sei, e zitto... (Fuori di sé)  Natalino  sono arrivati mobili per cinque camere da letto! E tu: (imitandolo goffamente) « Uuuh... guarda  se c’é anche un anello di brillanti.. se ci sono cinquantamila lire nel cassetto... credi alla bacchetta magica? E allora crediamo anche  a Babbo Natale, alla Befana, alla gallina che faceva le uova d'oro !... Perché non metti la calza attaccata al camino , la notte?... Già, non ti serve vero? tu attacchi la vestaglia!... È lo stesso. In fondo per me sarebbe comodo... Ma é  il mio orgoglio di donna, l'amor proprio che ad un certo punto si ribella... All’inizio mi illudevo e dicevo: «Va bene, questo forse non l'ha gli sarà sfuggito... non ci avrà pensato... Ma tu, sistematicamente, qualunque cosa arriva, lo trovi giusto, logico. Io, poi, domando: Ma chi é che paga? e tu cosa mi rispondi “Che t'importa... Io sono contento, tu sei felice... C'è un'anima buona che ci aiuta..”. Ma se  tu sei arrivato a questo punto, che niente più ti fa impressione, io no. Io me ne vado. Io,   per i fatti miei, e tu con la gente come te... (Si alza e va verso il balcone di sinistra).

Natalino : Ma è ridicolo, Maria, scusa se te lo dico: è ridicolo.... (Parlando va verso il balcone di destra e, vedendo il professore, con un risolino convenzionale) Professore... (rientra e facendo un gesto di fastidio) Quello là sta sempre alla finestra !... (alla moglie) In fin dei conti, poi, se c'è uno che dovrebbe domandare spiegazioni, permettimi di dire, quest'uno dovrei essere io. È naturale. E dal momento che io non te ne chiedo, l'incidente è chiuso!  (Maria con un moto di fastidio siede di nuovo vicino al tavolo) Non ti preoccupare per me, per come entrano i soldi :in casa  non si va in galera per questo. La gente?... Lasciala parlare. Diranno che io sono un farabutto, maligneranno magari, sul tuo conto... e va bene... a poco a poco non ci penseranno più e buonanotte. L'accordo deve essere tra noi due. Tu devi pensare che se io sto zitto, ho le mie brave ragioni...Lo so bene chi paga, conosco bene la fonte di questi soldi ma non posso parlare.... Non mi conviene. Mi sono informato presso persone che si sono trovate in situazioni simili e tutti mi hanno detto  “ Mi raccomando tacete, se no finisce tutto!”  Mettitelo bene in testa Maria, se qui mi metto a parlare  chiaro, tu non resti più  con  me, te ne vai...  scappi.

E io non possa perdere questa comoda situazione ... Tu credi che potevamo :continuare a vivere di miserie, di privazioni, di stenti, volendoci bene come Giulietta e Romeo... io desiderando un vestito e tu un paio di calze di nylon?... Dopo 6 mesi di attesa, sempre delusa, per via che non si è avverata quella tal cosa , perché Tizio non ha mantenuto la promessa del posto che mi aveva fatto intravedere.... Con la pancia vuota Maria si perdono anche i sentimenti .....Giulietta e Romeo dovevano essere ricchissimi, se no dopo tre giorni si pigliavano per i capelli ... Non stare ad ascoltare le chiacchiere... Adesso chissà perché ci arriva un po' di benessere e invece di essere contenta , la Signora Maria si ribella ! Ma fammi il piacere! E guarda, t'avverto: non  torniamo più sopra a questo argomento e non facciamo più delle storie perché io voglio campare bene. Voglio mangiare , bere , voglio vestire bene. Non voglio stare li a contare le sigarette ... alla Domenica voglio anche il dolce !. Eh no, cara...qua devono arrivare delle altre cose.. (gridando come per farsi sentire) Cosa crede di avere fatto quello là?... deve fare ancora meglio ... .Adesso mi servono duecentomila lire... E me le deve dare .... Le voglio !!..... Tu sei una donna che vale, devi vivere bene e non ti puoi contentare tanto facilmente. E lasciamo questi discorsi, queste sciocchezze che non approdano a niente. Io scendo, torno fra mezz'ora. Vado all'Agenzia per vedere se ci sono novità per la pensione, prima che venga a piovere... (Si avvicina a uno dei balconi per fare delle previsioni) Mi pare che venga a piovere (Si avvia per la comune) Chi paga .. i soldi da dove vengono ?... Ma perché indagare? Perché voler entrare in cose che non ci riguardano.. Lasciamo correre e Tiriamo avanti... (Esce per il fondo).

Maria : (nauseata, quasi piange) Che uomo! Che vergogna!

Alfredo :: (affacciandosi dal finestrino della parete di fondo a sinistra e accendendo una sigaretta) .Finalmente. Non credo che avrai più dubbi sul modo di pensare e sui sentimenti che spingono  quell'individuo. (Scende le scale interne ed entra nella stanza) E tu non ci volevi credere... Quando te lo dicevo io cambiavi discorso. Io capivo che ti dava fastidio e cercavo di rispettare i tuoi sentimenti: ma la cosa, scusami, è talmente sporca!

Maria : Ti prego, Alfredo. Cerca di capire e risparmiami almeno l'umiliazione...

Alfredo :: (avvicinandosi a lei, tenero) .Umiliare te? Ma neanche per sogno, Maria mia. Voglio, solamente, farti capire  che le mie idee non erano del tutto sbagliate e che, soprattutto, i miei progetti sono più che logici, per cui metterli in pratica non è più un nostro diritto, ma un  dovere.

Maria : (come per convincerlo dell'assurdo) Alfredo... per favore

Alfredo :: Ma cosa aspettiamo ancora ! Posso forse lasciarti nelle mani di questo sfruttatore? Ti dico sinceramente che non me la sento. Quando lui parlava, io sentivo tutto da quel finestrino... e ti giuro che, ad un certo punto mi é montato talmente il  sangue alla testa che ho pensato  « Adesso scendo e lo meno... » « E non è finita ... adesso dice mi servono duecentomila lire... le deve trovare ... me le deve dare ! Sta fresco, se pensa che io tiri fuori duecentomila lire! gli do duecentomila cazzotti sul muso !..Ascoltami   é tutto pronto   Scappiamo insieme ...

Maria :  Alfredo , ma tu credi che sia facile. Tu sei sposato ... Io sono sposata... Ce ne andiamo insieme?... E poi che succede?... O tua moglie, o mio marito chiamano la polizia, ci fanno sorprendere e ci fanno arrestare Proprio cosi. La polizia... e finisce il romanzetto.

(I due si voltano a guardare Gastone che è entrato un po' prima, si é fermato al .finestrino in osservazione della scena e ha ascoltato il dialogo. Alfredo lo ha riconosciuto e  rimane malissimo. Maria, al contrario, non comprende né immagina chi possa essere il nuovo arrivato. Intanto, Gastone scende le scale ed entra nella stanza. Silenziosamente si avvicina Alfredo e interviene deciso)

Alfredo : Bada, non offendere la signora se no ti piglio a schiaffi.

Gastone : Lascia stare gli schiaffi, Alfredo . Pensiamo, invece, alle cose serie. Io sono già abbastanza nervoso e ho un mal di testa  fuori misura!  Già, un mal di testa di stanchezza.. per una nottata che non dimenticherò più finché campo   Ed é  per colpa tua. Perché  sono stato sette giorni in campagna da tua moglie per farle un poco di compagnia.  E  quella  casa è piena di bestie  :Stanotte alzo il lenzuolo: una lucertola a letto, grossa così.. Allora  ho chiuso le due finestre e la porta, per ammazzarla con la scopa,  le ho dato una gran botta, convinto di averla uccisa... e invece niente non sono stato capace di trovare la lucertola morta. Porta e finestre erano  chiuse... Ho messo la camera sottosopra: niente. Non ho chiuso occhio tutta notte perché avevo paura che ritornasse... Mi pare quasi di sentirmela  addosso.

Alfredo : Ma come hai fatto ad entrare in casa da quella scala?

Gastone : Quelle non sono le scale del terrazzo?

Alfredo : Certo.

Gastone : E dal terrazzo, scavalcando un piccolo muretto e attraversando un passaggio pensile, non si va a finire nella camera al quinto piano del palazzo accanto, che hai preso in affitto per poter vedere più comodamente la signora?

Alfredo : E a te chi l'ha detto?

Gastone : Tua moglie.

Alfredo :Armida?

Gastone :Armida.

Alfredo :E come l'ha saputo?

Gastone : Ma tu credi che poiché mia sorella sta sempre zitta o quando parla dice sempre di sì, sempre tranquilla, sottomessa, credi che sia stupida?... L'hai voluta segregare a Bellaria  con la scusa che i figli dovevano fare i bagni. I bagni sono finiti dal mese di settembre, siamo già ad  ottobre !  ci è andata, ci è rimasta... ma tu credi proprio che vada tutto liscio? Ti sbagli. Armida non si rassegna e soffre più di quanto possiamo pensare noi. Ti ha messo un investigatore privato alle calcagna e conosce ogni tuo passo, ogni tuo respiro. Alfredo , lei ha una pianta completa di  questo palazzo e dell'appartamento che tu hai preso in affitto ! Se non ti ha fatto sorprendere fino ad oggi, devi ringraziare me che sono riuscito a convincerla di non fare scandali di non peggiorare la situazione. E soprattutto  perché, in fondo, povera donna, spera sempre in un tuo ritorno. Guarda... È diventata che non la si riconosce più E anche  i figli perché risentono delle sofferenze della madre. Costretti a vivere in una casa di campagna, senza comodità... Per prendere un poco d'acqua  devono andare al pozzo.. L'altra notte poi é stato un inferno : svenimenti, crisi di nervi, si voleva avvelenare... Se tu sapessi quello che é successo !. E’ caduta di colpo per terra e si é rotta la testa, sangue dappertutto con i figli che strillavano... L’ho dovuta portare da un medico ... Non ti dico le peripezie per trovarne uno, in un paese e a quell'ora della notte. Io ti voglio bene, lo sai, e ti sono più amico che cognato . Senza pregiudizi, anzi, spesso ci siamo divertiti  insieme. Anche  io sono sposato, anch’io ho avuto le mie avventure, ma queste cose non le capisco!

Alfredo : E’ vero tu sei un’altra cosa ... ma tua sorella, scusa se te lo dico, è una donna impossibile. Non possiamo andare avanti così, Gastone, non possiamo. A parte il fatto  che, in quindici anni di matrimonio, mi ha sempre torturato con la gelosia...

Gastone :  : Sentiamo che altro c'è...

Alfredo :: Tutto e niente, Gastone  Cose da niente , di cui certe volte, mi vergogno io stesso. Quando la sposai ero studente in un piccolo paese. Sai, da giovane si hanno  certe idee... Lei era figlia di un ottima famiglia... Il padre un egregio maestro di musica... pensai che non c'era neanche da fare paragoni con una donna di una grande città. Piano piano, invece , la sua mentalità venne fuori. Niente di male ma, certe cose, Gastone, non le sopporto. Veste male, anzi malissimo. E’ fissata di avere una bella voce, e pretenderebbe la mia complicità nel chiederle di cantare quando viene gente a casa o quando andiamo  insieme a casa d'altri. Vedi, sembrano cose puerili, ma hanno la loro importanza. Poi è noiosa, assillante; gelosa...

Gastone : é vero, questo è vero... Io glielo detto mille volte: «'Fai attenzione non scocciare sempre tuo marito... Lascialo !in pace... Lo perdi! Lo perdi! 

Alfredo :E m'ha perduto, Gastone, ti giuro che mi ha perduto. Io a casa non ci torno.

Gastone : Ma non dire sciocchezze. E i figli?

Alfredo : Ai  figli non farò mancare niente!  Ci mettiamo d’accordo, qualunque cosa, non bado a cifre... Basta che finisca qui.

Gastone : E già, tu cosi, credi di liberarti di una famiglia: una moglie e due figli. E si capisce... Tu hai una posizione finanziaria invidiabile e puoi permetterti questo ed altro. Però, ricordati, che tutto ha un limite, che stai spendendo come un pazzo, che questa donna (indica Maria) ti porterà alla rovina.

Maria : Non posso rispondervi perché sono dalla parte del torto: vi dico solamente di moderare i termini, altrimenti mi costringerete a mettervi alla porta.

Gastone : Non c'è ne bisogno, perché vi garantisco che non vedo l'ora di uscire da questa casa. (Al cognato) In quanto a te, ti accorgerai un giorno quale genere di donna hai avvicinato.

Alfredo :Gastone, modera i termini.

Maria : Voi non potete sapere niente sul mio conto, non avete il diritto di giudicare. Gastone : No, io so tutto e vi giudico: vostro marito è uno sfruttatore e voi siete una  mantenuta !!.

Alfredo :: (gridando) Basta !. (A Maria, che è scoppiata a piangere) Tu, vattene in camera. (A Gastone) E tu è meglio che te ne vai se no finisce male... (Maria accompagnata da lui entra nella prima a sinistra) Non ho bisogno di un  tutore. Io faccio quello che mi pare e non permetto a nessuno di immischiarsi nelle mie faccende. Fammi il piacere, vattene perché ci dai fastidio. (Esce a sinistra seguendo Maria).

(entraNatalino :)

Gastone : (commiserandolo) Povero te, povero imbecille! (Natalino lo guarda indifferente 

Gastone : Con quale coraggio vi presentate nel mondo dei vivi? Nel mondo degli uomini veri, onesti?... Non sentite l'orrore di voi stesso? È triste, è veramente triste dover constatare che un essere fatto di carne ed ossa possa rimanere indifferente a tutte le porcherie che gli sono intorno. Siete un uomo da niente... Rispondete...

Natalino : (dalla comune, vedendo Gastone diventa cauto, guardingo. Non riesce a capire se vede o stravede) Ma siete un  uomo, voi?

Gastone : E lo mettete in dubbio?

Natalino : (perdendo la pazienza e gridando) Ma voi chi siete?

Gastone :  : Chi sono, non ha importanza. Ho fatto un'apparizione in casa vostra, ma sparisco subito. Ma so cosa siete voi !

Natalino  rimane perplesso, comincia a credere di intravedere e lo guarda fisso con un mezzo sorriso.

Natalino : Mi conoscete?

Gastone : Perdío  se vi conosco! Siete uno schifoso !

Natalino : Ma spiegatevi meglio.

Gastone : Meglio di come mi sono spiegato? E come avrei potuto definirvi meglio? Voi non vedete perché non volete vedere, e quando vedete, fate finta di non vedere.

Natalino :  : Voi avete detto che avete fatta un'apparizione e che dovete sparire... Siete uomo o fantasma?

Gastone : E avete anche il coraggio di scherzare... Fate finta di non capire ....Ma già, non vi conviene: la cosa è troppo sporca.

Natalino : (esasperato) Ma quale cosa?

Gastone : Non lo sai?... E già, fai finta di non sapere niente ! Ma io voglio aver il piacere di dirtelo in faccia, almeno mi cavo una soddisfazione . Può anche darsi che, sentendotelo dire apertamente, ti si risvegli un poco di orgoglio, se te ne é rimasto. I soldi che tu spendi sono maledetti da anime innocenti...

Natalino : (sempre più convinto) Lo vedete che siete fantasma...

Gastone : Sai perché puoi fare le spese che fai e condurre la vita che conduci?... Perché mio cognato... e te lo voglio proprio dire: mio cognato... (Non finisce di parlare. Si ferma, come per incanto, con l'espressione e col gesto che accompagnava l'ultima parola. Fissa con gli occhi nel vuoto con uno sguardo di spavento come per una visione terrificante.  tutto un attimo. Poi comincia a fare una specie di danza orientale, ridendo come se qualcuno lo solleticasse. Nel contempo emette un grido lacerante, cercando di colpire con tutte e due le mani qualche cosa che corre e cambia di posto sul suo corpo. Poi con danze e piccole piroette e gridolini  esce per il fondo a destra.)

Natalino : ( terrorizzato e divertito insieme)E cosa può aver mai visto ? (Scappa a sua volta per la prima a destra).

Contemporaneamente, seguita da due ragazzi, maschio e femmina, di dodici e di quattordici anni, e da due vecchi, entra dalle scale del terrazzo una donna sui quarant'anni. il suo  passo è lento, inesorabile, deciso. Veste un sobrio completo di colore scuro. Porta un cappellino calzato male, appena poggiato sulla testa Per via di una ferita che ha nel bel mezzo della fronte, medicata da un quadratino di garza e una croce di al collo. Il suo pallore terreo, i suoi occhi arrossati dal sonno, il suo incedere da sonnambula formano un insieme di tristezza rassegnata e di amor proprio offeso. Non ha perduto, pertanto, la dignità. La ragazza veste di bianco pure le calze, pure le scarpe sono bianche. Porta un fiocco verde all'estremità della treccia striminzita. E’ vestita come vestono i morti in Sicilia  Pallida e magra come un chiodo. Triste per natura, assente per debolezza. Il maschio, invece, è tarchiato e panciuto. Troppo basso per i suoi dodici anni. Pantaloncini corti e giacca di colore incerto. Ha un tic nervoso: di tanto in tanto spalanca gli occhi e muove la testa allungando il mento come per raggiungere, con esso, l’omero della spalla destra, ripigliando poi fulmineamente il suo aspetto normale. I due vecchi, una donna e un uomo vestono in nero un po' all'antica.  Il  tragico corteo si è fermato in fondo con le spalle alla porta di ingresso. Inesorabile attende. Il ragazzo non può contenere il suo tic. Inframmezzato da brevi pause, ne è preso due o tre volte. In lontananza il tuono. Natalino entra dalla prima a sinistra, scorge il gruppo, torna sui suoi passi e scompare. Dopo poco esce di nuovo. E, come nella scena del primo atto quando aveva visto il fantasma, cerca di essere disinvolto. Con passi lenti, incerti attraversa la scena e prende posto al lato sinistro di essa. Il gruppo è sempre fermo lì, statico. Egli allora con voce tremante domanda:

Natalino : Chi siete?

Armida : (con tono di voce opaco) Signore, voi in me non vedete una donna, in queste figure non vedete una famiglia... Voi vedete cinque fantasmi !

Natalino : (rassicurato dalla dolcezza di voce di Armida) Accomodatevi.

(Fuori il temporale comincia con tuoni sinistri e lontani, proprio nel momento in cui Armida comincia a muoversi.

Armida : (accettando di buon grado l'invito) Grazie.

(Tutti prendono le sedie e siedono a loro volta.) Io sono morta un anno e mezzo fa. Natalino : Ah è recente ! (Tuono in lontananza).

Armida : Queste due figure di adolescenti... (Li mostra) Pulisciti il naso, tu... (Col fazzoletto pulisce il naso alla femmina) E tu... (al maschio che in quel momento e in preda al tic) smettila, controllati... Lo fai apposta... (A Natalino) È uno spirito di contraddizione... Queste due figure di adolescenti, vi dicevo, sono due morticini. (Tuono più forte.)

Armida : (Tragica per la sua freddezza) Io fui uccisa mentre amavo, nell'istante in cui le vibrazioni del mio cuore, del mio animo, dei miei sensi... capitemi, toccavano l'acme della completa, capitemi, completa felicità...

Natalino : Proprio in quel momento?... Che peccato!

Natalino : Voi siete la damigella!

Armida : Fui una damigella! (I due vecchi fanno un lamento come un rimpianto) La mia vita era tutto un sorriso, ignara del male, :propensa al bene... Fiori e musica fu la mia esistenza... (I due vecchi si lamentano con un rimpianto. Armida si alza e canta una romanza. Dopo il canto, tuono più forte.)

Armida : (si siede e risponde, parlando a Natalino) Mai ombra di peccato sfiorò l'animo mio... (Al  ragazzo che è ripreso dal tic) Stai fermo se no ti do una sberla che ti faccio uscire il sangue dal naso! Dunque... (Non ricordando ciò che diceva, con tono normale a Natalino) Che stavamo dicendo? ;

Natalino : (che è fisso a guardare il ragazzo) Signora non mi ricordo neanch’io

Armida :  Allora siete sordo.

Natalino : (indicando il ragazzo) No é che guardavo lo spiritello... (Ricordando) Ah, che la vostra vita  era tutta un sorriso... ,

Armida : (riafferrando il filo del discorso) Sì,si ma adesso tacete.. (Riprende il tono melodrammatico di prima) Mai ombra di peccato sfiorò l'animo mio. Ero fiorente, giovanile... ma dopo un anno e mezzo di morte continua...

Natalino : (reggendosi la testa con le mani) Ma guarda un po' parlare con i fantasmi come tra persone viventi di questa terra..... E il nobile cavaliere?

Armida : (rannuvolandosi d'improvviso)  E’  morto ! E fu lui a volerlo. Cosa voleva? Cosa cercava? Cosa altro potevo fare per lui? Non gli facevo mancare nulla... (Commossa) Gli piacevano tanto le tagliatelle al ragù...

Il vecchio : Carogna!

Natalino : Ah...  usavano anche allora?

Armida : E come no ! Gliele facevo con le mie mani... Mi venivano i dolori ai polsi. Mi diceva Armida al mercato sono arrivati i peperoni e Armida faceva i peperoni ripieni. .« Armida, sono arrivate  le melanzane». E Armida :faceva la «parmigiana»... lavavo il vestito, facevo la piega ai pantaloni, il fazzoletto in tasca tutto a puntino, come  piaceva a lui... schifoso, lurido, maiale! E adesso di notte non rientra, e mi lascia , povera sconsolata, sola, con questi poveri spiriti (indica i figli). Che ti possano uccidere! Dice che io lo scoccio... Che tu possa passare duemila guai al minuto. Lo scoccio, lo scoccio?

Natalino : Sarà una impressione.

Armida : Perché sono premurosa, grandissimo fetente! Perché mi piglio cura di te, grandissimo schifoso! Si capisce, per lui è comodo. Mi ha lasciata sola con questi due poveretti  (indica di nuovo i ragazzi)... e se l'è squagliata! E io?... Io!... Quale vantaggio mi ha dato questa unione? Prima il purgatorio, poi l'inferno... perché io sto all'inferno... Natalino : Adesso si spiega!

Armida : (riprendendo) Mi aspettavo il paradiso, ma il paradiso non è mai venuto.

Natalino : E mai verrà, perché dite troppe parole cattive !

Armida : Prima  la nostra vita era stata un tormento. Mi toccava di vederlo di nascosto, notte tempo, sempre col batticuore. C'era il divieto: in casa mi proibivano di vederlo... Natalino : Scusatemi, ma  aveva ragione.

Armida : Chi, aveva ragione?

Natalino : Come chi ? Il signore, Il grande di Spagna... .

Armida : (che non capisce si adira perché pensa di essere presa in giro) Il Grande di Spagna?

Natalino : (s'inginocchia, appoggia i gomiti sulla sedia con il volto tra le mani) Per favore non mi fate niente...

Armida : Siete Natalino Lolli, è vero? :

Natalino : Come posso nasconderlo a voi che siete nel mondo della verità?...

Armida : (con sufficienza) So tutto, e posso conoscere tutto. Natalino Lolli so che tu sai, ma non voglio crederlo, sarebbe mostruoso... E se non sai, apri gli occhi. Tu solo puoi salvarci e darci pace

Natalino : (per non urtare la suscettibilità , in tono bonario)  Ma anche voi fare certe....porcherie ! (vedendo che quelli si risentono alle sue parole) Io poi che ne so io ... Per favore cercate di sparire perché devo andare a dormire.

Armida : Mi accorgo che voi volete scherzare, che vi divertite a prendermi in giro. E potete, voi signore, dileggiare un insieme tanto pietoso?... (Si avvicina  al ragazzo che è in preda al tic e, senza tralasciare il tono e continuando il suo discorso, gli dà uno schiaffo. Il ragazzo traballa, poi si riaggiusta sul suo posto) Non sentite tenerezza per queste creature che furono anch'esse miraggio di carezze paterne?... (Tutta la famiglia piange. D'improvviso Armida cambia tono, assume quello di un presidente di corte d'Assise che deve leggere il dispositivo di una sentenza al condannato)

Armida : Natalino Lolli! Salvaci, Natalino Lolli. Con un gesto, con un ritorno di coscienza, tu puoi salvare queste anime in pena... (Tutti a mano stesa lo implorano) Tu puoi: fai resuscitare questa famiglia...

Natalino : Ma io non sono il Padreterno, come faccio?

Il  vecchio Fateci resuscitare!

Natalino : Posso far dire delle Messe, posso fare dell'elemosina

Armida : (insistente) Tu  puoi. Mostrati a tua moglie quale sei.....e se persiste, uccidila.  Tutti : Oh no, no, no !!!(tornano verso destra e con le  mani levate fanno gruppo)

Armida : Sì, se la uccidi saremo salvi tutti.( Tuono e scarica elettrica)

Alfredo :: (al termine del tuono entra nella stanza come il tuona stesso, investendo Armida :) Finalmente ! Finalmente ti sei scoperta. Tu saresti l'anima buona, tutta religione, casa, chiesa e carità cristiana?  Sei una vipera, ecco cosa sei! Vuoi la tragedia Un cadavere dovrebbe esserne il punto esclamativo ! (Tuono e scarica elettrica). Natalinoincantato gira da una parte all'altra della scena osservando ora l’uno ora l'altra. Il tutto gli dà l'impressione di uno spettacolo fantastico. Per vedere meglio sale sulle sedie, sui tavoli: assiste come uno spettatore che ha pagato il biglietto.

Armida : Sei qua, lo sapevo, nobile cavaliere che vaghi indisturbato...

Alfredo : Sì e vagherò sempre. È la mia condanna! (piangendo)

Ragazzi : Papàaa! (Si aggrappano a lui, ma i due vecchi li riprendono vicino a loro).

Armida : E’ per queste creature che sparirò, volevi un cadavere ebbene un cadavere  ci sarà! (Prende una bottiglietta dalla borsa e mostra a tutti il pugno chiuso) Arsenico!

Gastone : (precipitandosi verso Armida, seguito dai due vecchi, .Alfredo e i ragazzi) No... no !

Armida : (sfugge cercando un posto indisturbato per ingerire il veleno)... ecco il cadavere...

Gastone la raggiunge e insieme ad Alfredo, ai due ragazzi che piangono con le bocche spalancate, e ai due vecchi fanno gruppo in un punto della scena impegnando una strenua lotta per evitare il peggio. Sono preghiere, imprecazioni, braccia tese verso il cielo. E di tanto in tanto formano dei gruppi allegorici simili a quelle oleografie che presentano in atteggiamenti diversi, le anime del purgatorio. Il temporale è imminente. Le scariche elettriche si susseguono a ritmo accelerato. Cesira e Raffaele che alle grida sono accorsi, sono fermi verso il fondo. Cesira, grida come un ossesso  e con ossessione si affanna a rifare la scena di quando vide il fantasma sul terrazzo. Natalino , ormai atterrito, non riesce più a seguire le apparizioni, sconvolto trova scampo fuori da uno dei balconi, chiudendo dietro di sé i battenti e spiando

Una lavandaia, una cameriera che si trovavano a passare dalla scala di servizio ai gridi sono apparse anche loro e commentano l'accaduto. Un cuoco si è affacciato al finestrino. Il temporale assume caratteri apocalittici.

Alfredo ::   Basta mi hai seccato !  Hai avvelenato i migliori giorni della mia vita. (Gridando) Vai all’inferno... all'inferno !...

Gastone : (dal finestrino del terrazzo) Anch’io te lo dicevo... te lo dicevo... Lo perdi... Lo perdi!... (Rientra e poco dopo scende nella stanza. Natalino  per vedere meglio sale sul divano e con gesti fa capire al pubblico che l'apparizione è scomparsa.)

Natalino : È sparito ! Sta per piovere

Alfredo :  Armida, smettila Perdío !

Raffaele : Signore preghiamo la Madonna!

Armida : Maledetta anima mia! Maledetta... (E ripete come una ossessione) Maledetta. . Maledetta ! Maledetta ! Sì, mi perde! (In preda ad una crisi isterica si agita e grida disperatamente) Non ne posso più... Non ne posso più! Distrutta, annientata! Follia... Follia... (Spingendo i due figli verso Alfredo) Ecco prendili !!

Gastone : (riesce a strappare il veleno dalle mani di Armida e rivolgendosi a Maria che in questo momento appare sul limitare dell'uscio di sinistra e vi rimane ferma) Lo vedete, signora... lo vedete. Siete contenta?... Lascia questa casa, Alfredo, torna in te! Te lo ordino.

I ragazzi : papàaaa!...

Maria rientra. Armida ormai è svenuta e la trasportano a braccia Alfredo e Gastone, Attraverso la comune seguiti dai parenti. Ora gli scrosci di acqua investono Natalino, il quale cerca ripararsi alla meglio, non osando di rientrare in casa. Il temporale è al suo culmine. Data la conformazione della scena e la funzione dei due balconi, il pubblico deve avere la sensazione di trovarsi allo scoperto come Natalino stesso.

Natalino spia nell'interno della camera e si ritrae spaventato nel frattempo  scorge il prof. Santanna, naturalmente si preoccupa di mostrarsi disinvolto, di buon umore)

Natalino : Tutto calmo, professore, tutto tranquillo ! ( Intanto all’interno gridano e gesticolano come anime dannate. Si rivolge di nuovo al professore con risate isteriche e cantilena  infantile) Ah... ah... ah... Non è vero niente, professore: ah. ah... ah... Non è vero! I fantasmi non esistono, li abbiamo creati noi, siamo noi i fantasmi... Ah. ah... ah... Intanto il temporale continua e quelli che litigano, nell'interno della camera, sempre gridando giungono sul limitare dell'uscio di ingresso, Natalino per mostrarsi sempre più disinvolto canta: Ah... l’amore che fa fa'...

Atto terzo

La stessa scena degli altri atti. Si nota, solamente, un poco di abbandono e di disordine. Mancano i mobili. Il  radio-grammofono non c'è più. Anche il mobile-bar, è scomparso. La biblioteca è vuota. L'apparecchio telefonico è stato staccato di recente: si notano, infatti, i fili tagliati e ripiegati all’insù, nonché i buchi irregolari dell'intonaco praticati dai chiodi e dai rampini estratti di fresco. È sera inoltrata, quasi le otto e mezzo. La camera è illuminata da un lume di candela. Sono passati due mesi. All'alzarsi del sipario, seduti accanto al tavolo centrale, si trovano Maria e Gastone :, l’uno di fronte all'altro.

Gastone : (continuando un discorso già iniziato) L'ho dovuto accontentare. Capirete, ormai sono circa due mesi che è ritornato con la moglie e i figli, che conduce una vita tranquilla... Voi pure siete stata tanto buona ad agevolare il suo ritorno in famiglia... Di questo ve ne sono veramente grato e non trovo le parole per ringraziarvi, anche a nome di mia sorella che si è convinta, finalmente, di essersi trovata di fronte ad una signora... Però mio cognato si comporta come un pazzo! Io sono un uomo e certe cose le capisco. Povero Alfredo... si è immalinconito, è diventato apatico, qualunque cosa gli si chiede , dice sempre di sì, ma senza convinzione, senza entusiasmo. Ieri sera mi ha detto che voleva vedervi... Me lo ha chiesto con delle parole così commoventi che io non sono stato capace di  negarglielo...

Maria :  Non potevo fare in altro modo

Gastone : Ve l'ho detto: una santa, siete una santa! E... vostro marito?

Maria :  E’ più agitato che mai. In certi momenti mi fa paura. E’ pieno di debiti. Ha già venduto diversi mobili. La pensione, forse, avrebbe anche potuto rendere, perché incominciava a venire qualcuno; ma sapete, manca parecchia roba. L'uomo che ci aveva dato  le camere da bagno... le ha smontate e se le  é riprese. e mio marito é  un periodo che non lo capisco più!

Gastone : Io invece lo capisco benissimo signora, sono disgrazie!

Maria : Stasera mi ha detto che deve partire... Oggi ha preparato la valigia, ha fatto dei telegrammi...

Gastone : E dove deve andare?

Maria :   Mah, e chi lo sa. Noi, in  passato, parlavamo raramente fra noi, ma, ora, addirittura non ci guardiamo in faccia. Ha detto, solamente: «devo partire, devo rintracciare un amico...!

Gastone : Non vorrà rintracciare Alfredo e chiedergli dei soldi ?

Maria :  : Nooo, a questo punto non credo che arrivi.

Gastone : E chi ve lo assicura?... Un uomo come lui!... (Riprendendosi) Oh, scusate...  Maria : (abbassando gli occhi) No, niente.

Gastone :  : Del resto è meglio, se parte è meglio. Così non c'è pericolo di un cattivo incontro. Allora: signora come vi ho detto, Alfredo stasera vi vuol vedere. La camera  che aveva preso ce l’ha ancora. Stasera dorme là.  Anche mia sorella l'ha capito, ma sono stato proprio io a consigliarla di far finta di non aver capito. A che ora parte vostro marito?

Maria : Alle nove, almeno cosi mi  ha detto.

Gastone : Bene, vuol dire che Alfredo alle nove, nove e dieci, scende. L'accompagno anch’io, cosi evitiamo che gli vengano strane idee... Così si calma e troverà la forza di andare avanti un altro poco di tempo.

Maria : Già, e io?

Gastone : E... anche  voi! Che ci volete fare?... Sono disgrazie! Chi in un modo, chi in un altro: ognuno ha la sua croce...

Maria : Voi pure vi lamentate?

Gastone : Io, no... Mia moglie ed io andiamo discretamente d'accordo. Ma sa perché?... Perché io sono paziente e sempre pronto a mille compromessi. D'altra parte, povera figliola, cosa si può godere della vita?! Inchiodata in un letto...

Maria : E perché?

Gastone : Eh, signora mia, ve l'ho detto: ogni casa, una croce! Sono otto anni che mia moglie è paralizzata.

Maria : Oh!... È giovane?

Gastone : Trentuno... trentun anni!

Maria : Povera signora!

Gastone : Certo, mi fa pena... Che cosa non farei  per rivederla in piedi, perché, voi capite, il suo stato incide pure sul suo umore... Non vuol vedere nessuno, sempre in camera, in penombra... a stento dice qualche parola... Ma che ci posso fare? Mi sono abituato a vivere solo, e a trentacinque anni mi sono inaridito come un sughero. Non avrei mai pensato... Come siamo diversi da quello che sembriamo... E come le aspirazioni o il nostro carattere devono  subire modifiche non appena l'esperienza della vita ci mette a contatto della realtà. A me, per esempio sarebbe piaciuta una donna allegra, che facesse conversazione, amante dei divertimenti, gite, viaggi... La compagna, insomma, che riempie di vita la nostra vita... E invece... Ma io parlo con voi, vi dico certe cose...

Maria : Dite, dite. Se avete bisogno di parlare fatelo, vi farà .bene... Lo farei tanto volentieri anche io...

Gastone : Grazie. Qualche volta, se permettete, vi verrò a trovare... Se non vi sarò di disturbo...

Maria : Anzi...

Gastone : E ci racconteremo le nostre pene.

Maria : Proprio cosi......................

Gastone : Basta, io me ne vado e vi ringrazio sempre, anche a nome di mia sorella. (Si alzano. Maria gli stende la mano che, Gastone, trattiene nella sua)

Maria : Arrivederci.

Gastone : Vedo  tutta la sofferenza del vostro cuore. Non posso fare niente per voi?

Maria Grazie. Certe volte basta una parola. Grazie. (Quasi piangendo esce per la sinistra).

Gastone : (la segue con lo sguardo, poi si avvia dicendo tra sé) Povera donna!... (Esce per le scale del terrazzo).

Natalino : (dall'interno con voce alterata a Raffaele che lo segue) Raffaele, ti ho pregato, devi seccare sapessi che nervi ho già per conto mio ! (Fuori seguito da Raffaele)

Ogni volta che rientro mi consegni una carta, una citazione, con una faccia che non esprime niente, no anzi che esprime gioia, come se ti facesse piacere. Se io rientrassi dieci volte al giorno per tutte le dieci volte mi daresti una citazione nuova. Tu le porteresti via dalle Procure pur di darmele !

Raffaele : (arrogante, spazientito) La mettete così, ah va bene allora vuol dire che anziché consegnarvele me le mangio !...Io vi do le citazioni, ma se me le portano io ve le do. Sapete cosa faccio adesso prendo questa citazione , la faccio benedire e la trasformo in biglietti da mille lire   Oggi, per esempio, è venuto un’ altra volta quello dei bagni !. E voi vi fate negare (Gesticola come rivolgendosi ;a persone che lo ascoltano e che gli danno ragione) Io faccio il portiere ...sto sulla porta e le piazzate le fanno a me !

Natalino :  : Ma tu gli hai detto che deve tornare domani?

Raffaele : Perché domani non succede la stessa storia ?  Quello là ha messo sottosopra tutto il palazzo per trovarvi ... E io poi mi vergogno a vedere queste cose  Voi avete detto che stasera dovete partire, bene e quando quello domani torna cosa gli dico ?

Ma io non capisco, il telefono ve l'hanno tolto, la luce ve l'hanno tagliata... vi hanno staccato l'acqua... dentro la vestaglia non trovate più niente... E che cosa aspettate? Lasciate la casa e andatevene!

Natalino :.: Queste sono cose che non ti riguardano! .. Nella vestaglia non  ho trovato più niente da quella sera delle anime dannate . E da quella sera non si è visto più? Chi? Il fantasma . Il nobile cavaliere. lo so che era lui che provvedeva ! Per questo  parto. (Chiamando  verso la sinistra) Maria !

Maria (entrando) Cosa vuoi?

Natalino : Io parto. Una cosa urgente che, forse, può risolvere la nostra posizione. Domani spero di essere già di ritorno quindi, rimarrai sola per poco. Parto con una macchina di amici. La valigia mi serve, caso mai fossi  costretto a rimanere fuori. (Prende una valigia che sarà in scena) Ti saluto. (Maria non lo degna di uno sguardo) Maria, ti  saluto. Non mi auguri nemmeno buon viaggio, non mi dai un bacio? Maria (allontanandosi da lui) Maria : stammi bene

Natalino : Stammi bene anche te , Maria...

Maria siede vicino al tavolo.

Natalino :   :Maria :... come ci riduciamo... Che tristezza... Come finisce tutto l'entusiasmo, tutto l'amore. Mesi e mesi senza scambiare una parola, un pensiero... E pensare che quando uno esce gli può capitare qualsiasi cosa  Può finire sotto un’automobile, un camion, prendersi una revolverata così per sbaglio. C’é il pericolo di non rivedersi più! E invece  niente, non siamo capaci di dirci altro... E da quanto tempo non ti sento parlare... Te ricordi Maria quando facevamo l’amore?  Anche allora non parlavamo per timidezza, ma con gli occhi ci dicevamo tante cosa. E io mi sentivo goffo vicino a te, perché mi sentivo niente in confronto a te ....E quando uno si sente niente, tutto diventa più facile, più piacevole... Per qualunque cosa si trova il rimedio: anche la morte in quei momenti diventa bella! Si scherza, si ride, senza quel preconcetto di superiorità... E invece no, adesso dobbiamo tenere il punto. E, forse, ci portiamo un cuore gonfio di amarezza, di tristezze, di tenerezze, che, se solamente per un attimo, riuscissimo ad aprire l’uno con l'altro... Ma niente... Deve restare chiuso ... Poi ad un certo punto si perde anche la chiave e chi la trova più! Noi abbiamo perso la  chiave, Maria... (Si avvia triste).

Raffaele : (offrendosi) Le porto la valigia..

Natalino :  Non ti preoccupare me la porto io... Che tristezza, Maria! (Esce per la comune).

Raffaele : Signora, io ho capito. Quando lui parla di una chiave, non é una chiave reale, quella che usiamo per le porte... Lui ha fatto, come posso dire , un corrispettivo di assistenza sociale fra la chiave vera e la chiave che non è vera che sarebbe poi quella vera. Succede che un certo punto , fra marito e moglie nasce quella noia, che uno dice: “Mah, chissà qual’é la verità ... veramente si potrebbe.. si ma chi ne ha voglia lasciamo andare “. Dipende, dipende da tante cose. Un po’ perché: ti vedo oggi, ti vedo domani, ti vedo domani l’altro...mi sveglio e ti vedo ...ci vediamo a Natale, ci vediamo a Pasqua... Viene quell'abbondanza di sazietà  di vedute che poi uno dice e basta vederci ! Sì, è vero, c’é anche il fatto che il bene di prima non é più così ..diciamo.. sostanzioso, ma la donna non lo capisce. La donna vorrebbe sempre quelle attenzioni di quando uno sta nel momento della focosità! E allora  la donna s'intristisce, voi le parlate e quella non vi risponde, che è la cosa peggiore. La buonanima di mia moglie faceva lo stesso. Ma io insistevo a farla parlare, perché le volevo bene. Quando vedevo che le pigliavano quei momenti  di taciturneria, la pigliavo a sberle Certe volte le davo certe legnate però dopo parlava... Eh povera donna! Mi ricordo che quando le buscava, mi abbracciava e mi baciava e le lacrime si mescolavano con i baci e con il sangue che scendeva dal naso  ... Anche a Voi per esempio, farebbe bene buscarne un po’.. Vi uscirebbe un po' di sangue dal naso e gli vorreste bene  più di prima

A questo punto, Natalino , cercando di non farsi scorgere dai due, attraversa il fondo da destra a sinistra.

Raffaele :Basta così signora, adesso scendo. Se avete bisogno di qualche cosa chiamatemi, .anche se non mi sento tanto bene... e che dolori, io sto bene d’estate ma appena viene l’inverno comunque chiamate, per qualsiasi cosa , chiamate (Esce per il fondo).

Maria prende il lume di candela ed esce per la sinistra. La scena rimane buia. Natalino, dopo pausa durante la quale i raggi lunari hanno investito i due balconi, entra dal fondo camminando sulla punta dei piedi. Spia, per un attimo, nella camera di Maria; si avvicina cauto al balcone di sinistra, lo apre ed esce fuori, curando di richiudere i battenti dietro di sé, con la stessa cautela come li ha aperti. Apre la valigia, tira fuori una coperta colorata e la spiega, ripiegandola a metà sulla ringhiera e vi si rannicchia dietro per non farsi scorgere dagli abitanti degli stabili di fronte. Dalle scale del terrazzo entra Alfredo, e Gastone : lo segue.

Gastone : Mi raccomando, sbrigati... non mi fare far tardi che mia moglie mi sta aspettando... Si é accordata con le sue  amiche per andare a teatro... lo  sai, che quella non resiste una sera in casa... e io la devo sempre accompagnare. Se vuoi venire pure tu... (A un gesto negativo di Alfredo) Be', comunque fai presto... (Via per il terrazzo).

Non appena Gastone : è scomparso, lentamente si avvicina alla camera di Maria e la chiama a fior di labbra

Alfredo : Maria.. .

(Maria dopo poco entra. La scena è illuminata solamente dal riverbero di luna che entra dal balcone)

Alfredo ::. (a frasi smorzate ma ben chiare) : Non posso parlare ... Mio cognato ci sorveglia. Cerca di capirmi subito: ho provveduto a tutto... Automobile, soldi... tutto! mettiti un paltò e torna subito qua.

Maria : (smarrita come in un sogno) Ma Alfredo...

Alfredo : Vai Maria, vai fa presto...

Maria : (decide come una liberazione) Sì vengo  (Esce per la prima a sinistra).

Alfredo guarda, anzi sorveglia la porta del terrazzo. Poi, attraversa la scena, si avvicina al balcone di destra e distrattamente vi esce fuori.

Natalino riconoscendo nella figura di Alfredo, illuminata dalla :luna, quella del fantasma del primo atto, vince con tutte le sue forze il timore che lo invade e scoppia in un pianto dirotto comico e tragico insieme, cade in ginocchio, con la faccia a terra. Alfredo si ferma perplesso non riuscendo a comprendere dove l'altro voglia parare ,

Natalino :  : Sto tremando come una foglia   Il cuore... il cuore... Dio non fermarmi il cuore proprio adesso !!(preme con tutte e due le mani il cuore. Piano piano si riprende e comincia a parlare) Ho fatto finta di  partire sperando che di notte ti avrei, finalmente, rivisto. lo sapevo... lo sapevo che non mi avresti abbandonato. Quando venni in questa casa mi dissero che c'erano i fantasmi, ma io non ci credevo... e ti chiedo  perdono. Adesso ci credo... perché ti vedo, ti parlo.

E  sono contento. Perché adesso mi sento forte e la forza mi dà fiducia, speranza.

La casa me la diedero gratis perché nessuno la voleva più. Non dissi niente a mia moglie per non spaventarla. Infatti tu ti facesti vedere  solo da me, da lei no. In seguito mi hai aiutato, mi hai messo su la casa, soldi quanti ne volevo... Ma poi, da un momento all'altro, sei sparito e mi hai lasciato privo di tutto. Tu mi hai procurato  un tenore di vita di vita che da solo non posso sostenere: Aiutami!... Con una somma di danaro posso mandare avanti la pensione che già cominciava a funzionare... Tu sei un'anima buona e non puoi capire... Non ho mai potuto regalare a mia moglie un bracciale, un anello, nemmeno il giorno del sua compleanno. Non sono mai, riuscito a mettere insieme i soldi per portarla al mare. Certe volte le ho dovuto negare un paio di calze di nylon... E se tu sapessi quanto è triste, per un uomo, nascondere la propria umiliazione con una risata, una barzelletta. Il lavoro onesto è doloroso e misero... e non sempre si trova. E allora sento che la perdo, la perdo ogni giorno di più... E io non posso perderla ! Maria è la mia vita!... E tu capisci che non ho il coraggio di dirglielo... perché il coraggio te lo dà il danaro... e senza danaro, si diventa timidi, paurosi. . . senza danaro si diventa delle carogne ! La perdo !... Perché, ad un certo punto, il bene, l'amore, di tanto in tanto, deve, per qualunque donna, trasformarsi in :una pietra preziosa, in un oggetto d'oro, in un vestito bello... in biancheria di seta vera... si no la  perdi... .l’amore finisce e muore ! Con un altro uomo, con uomo vivo come me, non ne avrei mai parlato, ma con te sì,  tu sei un altra cosa. Tu sei al disopra di tutti i sentimenti che ci condannano a non aprire i nostri cuori l'uno con l'altro: orgoglio, invidia, superiorità, finzione, egoismo, doppiezza... Con te non ne sento. Parlando con te mi sento più vicino a Dio e mi sento piccolo, piccolo ...... mi sento una nullità... e mi fa piacere sentirmi una nullità, cosi posso liberarmi del peso del mio essere che mi opprime!...

(Si abbandona , Alfredo ha ascoltato a testa bassa, senza muoversi, inchiodato allo stipite del balcone. Ora comincia a parlare come a se stesso)

Alfredo : Grazie. Hai sciolta la mia condanna. Io fui condannato a vagare in questa casa fino a che un uomo non mi avesse parlato come mi stai parlando tu. Guarda sul tavolo, guarda sul tavolo! (Quasi repentinamente rientra nella camera. Prende dalla tasca un pacco di biglietti da mille ed esce per la comune.)

Poco dopo Gastone scende dalla porta del terrazzo e segue Alfredo verso il fondo.

Natalino : (si alza dalla ringhiera e guarda verso l'altro balcone) sparito. (Entra nella camera, guarda sul tavolo e trova il pacco di biglietti da mille lire. Invaso dalla gioia, con l'ansietà di vedere qualcuno e raccontare esce fuori nel balcone di sinistra. Fortunatamente scorge il prof. Santanna) Professore, professore, avevate ragione voi... I fantasmi esistono... Come mi avevate consigliato voi. Vi ricordate, quando stamattina ci siamo incontrati?  Ho fatto finta di partire, sono tornato e mi sono nascosto là fuori... Pensavo di restare tutta la notte, invece si è mostrato subito. Ci ho parlato... Mi ha lasciato una somma di danaro... (Mostra i biglietti). Guardate... Però dice che ha sciolto la sua condanna, che non comparirà mai più... (Ascolta) Come?... Sotto altre sembianze?....È probabile... chissà.

F I N E