QUESTIONI D’AFFARI
Farsa in due atti di
JOHN CHAPMAN
e
JEREMY LLOYD
Traduzione di PAOLO CASIDDU
COSÌ IN SCENA:
PERSONAGGI |
INTERPRETI |
STANLEY BIGLEY |
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NORMAN HARRIS |
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HILDA BIGLEY |
|
ROSE HARRIS |
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KURT |
|
SVEN |
|
SABRINA |
|
VALERIE |
Epoca: la presente.
La commedia si svolge in una suite di lusso del Grand Hotel Westminster, Londra.
Primo Atto
Una sera d’inverno.
Secondo Atto
La stessa.
L’azione è continua.
PRIMO ATTO
L’azione si svolge in una suite di lusso del Grand Hotel Westminster.
Un salotto centrale con porte che conducono alle camere da letto fuori scena a destra e a sinistra. Un passaggio ad arco al centro e un corridoio che conduce fuori scena a destra alla porta del pianerottolo. A sinistra dell’arco una grande finestra dalla quale è visibile il panorama del lungofiume del Tamigi.
Mobilio elegante: un divano, una poltrona, una scrivania, un tavolino e un mobile bar.
All’aprirsi del sipario STANLEY BIGLEY è al telefono. È un uomo d’affari proveniente dall’Inghilterra settentrionale, sulla quarantina, vestito elegantemente, ed è il capo della società Bigley & Harris, una compagnia di autotrasporti di Huddersfield.
STANLEY tamburella nervosamente con le dita.
STANLEY Ah, pronto. È l’operativo voli? Non vi ho svegliato, vero? Il volo da Stoccarda è arrivato in orario? Oh... digitare uno. (Esegue) Digitare cinque. (STANLEY esegue. Si mettere a battere il tempo al ritmo della musica e a canticchiare Vivaldi) Ah. Operativo, il volo da Stoccarda è arrivato? S – T – O... ehm, carda. (Entra NORMAN HARRIS portando una busta di plastica con delle bottiglie. È più o meno della stessa età e di indole nevrotica)
NORMAN Ecco lo champagne, Stanley.
STANLEY Bene. (Parla al telefono) Arrivo confermato. Grazie. A proposito, io cambierei la musichetta perché dieci minuti di Vivaldi farebbero rimbambire chiunque. (NORMAN mette le bottiglie in frigo)
NORMAN Era l’agenzia?
STANLEY No, l’aeroporto. Volevo assicurarmi che l’aquila fosse atterrata. Mentre noi parliamo, Kurt Hoffman e Sven Uberg stanno arrivando.
NORMAN Allora, per l’amor del cielo, vai all’agenzia. Hanno insistito molto che procurassimo compagnia femminile.
STANLEY Già fatto e pagato.
NORMAN Come hai fatto a trovarle? (STANLEY prende l’elenco del telefono)
STANLEY Pagine gialle.
NORMAN Sotto quale voce?
STANLEY Beh, di certo non era sotto “Utensili per il giardinaggio”.
NORMAN Io non saprei cosa cercare. (STANLEY apre alla pagina desiderata)
STANLEY “Accompagnatrici”. Toh, ce n’è una pagina intera.
NORMAN Spero siano affidabili.
STANLEY Vorrei vedere. La British Telecom mica mette robaccia.
NORMAN Come sapevi quale scegliere?
STANLEY Non lo sapevo. Ho preso la prima che non era al completo. È venerdì, sai. Questa è la “Classic Models”. Garantisce che una sofisticata compagnia femminile arriverà alla tua porta. Si accettano carte di credito.
NORMAN Costa molto?
STANLEY E che ne so? È la prima volta che faccio un’ordinazione.
NORMAN Quante ne hai ordinate?
STANLEY Due, naturalmente, una per Kurt e una per Sven.
NORMAN Quanto?
STANLEY Settecentocinquanta sacchi. (NORMAN sospira)
NORMAN Un po’ esoso.
STANLEY Per ciascuna.
NORMAN Cosa?!
STANLEY Calmati. Qui non siamo a Huddersfield, siamo a Londra. Queste sono di alto bordo. Qua dice... (indica) “sofisticate”, e quelle sofisticate non costano poco. È un piccolo investimento quando stai facendo un affare che ci può fruttare quasi tre milioni per un parco camion. Kurt e Sven si aspetteranno il meglio che l’Inghilterra possa offrire.
NORMAN E quando paghiamo?
STANLEY Abbiamo già pagato, l’ho messo sulla tua carta di credito.
NORMAN La mia?!
STANLEY Mica posso metterlo in conto alla compagnia. Non è detraibile. Tu che sei il cassiere lo dovresti sapere. E Hilda fa le pulci a tutti i miei estratti conto.
NORMAN E se Rose sul mio vede “Classic Models”?
STANLEY Le dici che era per guidare due vecchi camion.
NORMAN Cosa non si deve fare per non andare a fondo.
STANLEY Hilda e Rose non hanno la minima idea di cosa dobbiamo passare per permettere loro questo tenore di vita. Anche adesso staranno facendo shopping fino all’ultimo minuto prima di riprendere il treno per Huddersfield.
NORMAN Non sono sicuro che siano entusiaste quanto noi all’idea di vendere tutto e andare a vivere in Spagna.
STANLEY Perché non capiscono cosa comporta avere soldi in conti all’estero esentasse.
NORMAN Beh, Rose da poco si è messa a tirare fuori ripensamenti.
STANLEY Cosa?
NORMAN Dice che non sa come affrontare il fatto di non avere niente da fare tutto il giorno.
STANLEY Hanno fatto un sacco di pratica, tutte e due: non fanno un accidente adesso.
NORMAN Rose la domenica va al corso di campanaro.
STANLEY Ci è costato un bel po’ quando hanno preso quella campana enorme con quel nome idiota.
NORMAN Il Big Tom.
STANLEY E noi siamo i big cretini che l’hanno pagato.
NORMAN Ma adesso siamo dei benemeriti della chiesa.
STANLEY Spero che le nostre preghiere ci tornino utili in questo affare. Mi sa che mi faccio un drink.
NORMAN Birra? Champagne?
STANLEY Lo champagne tienilo in frigo, lo apriamo solo quando l’affare sarà andato in porto. Voglio un whisky.
NORMAN Bene, e io che prendo?
STANLEY Tu devi restare con la mente lucida, Norman, ti prendi un succo di pomodoro come al solito. (NORMAN va al mobile bar e prepara da bere)
NORMAN Non è giusto.
STANLEY Hai maledettamente ragione. Uno dedica i migliori anni della sua vita a costruire la più grande ditta di autotrasporti dello Yorkshire e che succede? Salgono la tassa sui veicoli, il carburante, l’assicurazione, e i profitti vanno in malora.
NORMAN E non vedo luce alla fine del tunnel. È la triste realtà, Stanley, abbiamo esagerato e se questa vendita non va a buon fine non ci resta che dichiarare fallimento.
STANLEY Pensa positivo. Andrà a buon fine, e soprattutto staremo a casa sani e salvi coi piedi all’aria nella soleggiata Spagna.
NORMAN Forse è stato prematuro versare la caparra su quegli appartamenti.
STANLEY Si vendono come il pane. Il Valparaiso Hill Club è uno dei posti più chic di Marbella.
NORMAN L’abbiamo versata solo perché pensavamo di vendere ai russi.
STANLEY Fortuna che abbiamo scoperto che quei soldi puzzavano. Ma con uno svedese e un tedesco stiamo facendo affari con degli anglosassoni. Parliamo la stessa lingua.
NORMAN La loro no.
STANLEY Non siamo tenuti. Sono persone colte. (Squilla il telefono. STANLEY risponde) Bigley – oh, Hilda, siete sul treno?... Sul taxi. Ah, siete sulla strada di King’s Cross?... Qui? Perderete il treno se venite fin qui... Ah, va bene. (Si volta verso NORMAN) Ha comprato una lampada a piantana. Per la Spagna. (Parla al telefono) Potevi aspettare che arrivassimo in Spagna. Credo proprio che le vendano anche lì... Capisco, beh senti, non far fermare il taxi, lasciala al portiere all’ingresso e dopo la metto sulla Range Rover... Ciao, amore. (Riaggancia) Mica lo faranno davvero? Non lo faranno. (Squilla un cellulare) È il tuo o il mio? (Cominciano a cercare nelle valigie. NORMAN trova il suo telefono e risponde)
NORMAN È il mio. Harris... Oh, Kurt – Guten Tag – sì, bene – ah – davvero... Splendido – bene. (Spegne il telefono)
STANLEY Dove sono, sulla M4?
NORMAN No, hanno preso l’elicottero.
STANLEY Elicottero. Non badano a spese, questi europei.
NORMAN Anche noi siamo europei.
STANLEY Sì, ma noi siamo europei inglesi.
NORMAN Me la sento buona, Stanley.
STANLEY Sì, Norman?
NORMAN Sembrava molto entusiasta al telefono. Quello è convinto di fare un affare.
STANLEY E aveva ragione. Trenta autorimorchi a ottantamila sterline l’uno ci portano due milioni e quattro, esentasse. E investiti con intelligenza ci daranno un tenore di vita tutt’altro che disprezzabile.
NORMAN Più la vendita dell’autostazione a quella catena che vuole costruire un altro supermercato a seicentomila.
STANLEY Peccato che su quella abbiamo dovuto pagare le tasse, ma pazienza.
NORMAN Comunque ne siamo usciti con una piccola sommetta. Certo che se pensi a quando abbiamo iniziato vent’anni fa con un paio di furgoncini per le consegne...
STANLEY Abbiamo avuto fortuna in questi anni, ma ce lo siamo zappato. In tutta onestà, io credo che ci stiamo prendendo ciò che abbiamo meritato. Quindi, beviamoci su.
NORMAN Giusto.
STANLEY Alla dolce vita.
NORMAN Cin cin. (Bevono)
STANLEY E a tutte quelle belle lezioni di golf.
NORMAN Rose non gioca a golf.
STANLEY Non ci ha provato. Procurale uno di quei cosi giocattolo, sai no, quelli con la pallina legata al filo. Così può metterla sul balcone e giocarci finché capisce come funziona. (Fa la mossa di un lancio immaginario) Quatro!!
NORMAN Che vuol dire “Quatro”?
STANLEY È spagnolo, vuol dire “quattro”.
NORMAN Allora devono essere le “quatro” adesso.
STANLEY Perché?
NORMAN Con la pelle che ha deve stare all’ombra finché non si raffredda un po’ il sole.
STANLEY Sciocchezze. Siamo già stati in Spagna altre volte e non ho mai sentito niente del genere.
NORMAN Perché tu stai sempre a giocare a golf e non l’hai mai vista a metà giornata.
STANLEY L’avrò vista per forza.
NORMAN Sì, ma sempre sotto l’ombrellone. Non puoi tenere un ombrellone e maneggiare una mazza da golf contemporaneamente, ti dico.
STANLEY Vabbè, basta così. Comunque, discutevo con Hilda sull’opportunità di investire in una barca.
NORMAN Oh no. No, no – no.
STANLEY Ma mica subito.
NORMAN No, no, è un problema di metabolismo. Rose non riesce nemmeno a guardare i documentari sullo sbarco in Normandia senza prendere una pastiglia per il mal di mare.
STANLEY Può stare sul pontile e farci “ciao-ciao” con l’ombrellone.
NORMAN E io dovrei stare con lei finché non si abitua al posto e non riesce a trovare dove stanno tutte le cose, tipo le gallerie d’arte e...
STANLEY Il bar e il parrucchiere?
NORMAN Sì. (Squilla il telefono)
STANLEY Immagino che la corrida a Pamplona sia fuori questione. (Parla al telefono) Pronto... Oh, Hilda... State venendo qui. A fare?... (Parla con NORMAN) Devono andare in bagno. (Al telefono) No, va bene, non abbiamo ancora cominciato la riunione, ma fate in fretta. (Riattacca)
NORMAN Un po’ brusco.
STANLEY Mica le vogliamo qua quando arrivano Kurt e Sven. Se quelle donne cominciano a parlare, chi ci riesce più a farle star zitte. Capaci che dicono qualcosa che fa saltare tutto l’affare.
NORMAN Per esempio?
STANLEY Per esempio che siamo uomini disperati sull’orlo della bancarotta.
NORMAN Adesso non esagerare, Stanley. Non sono mica stupide.
STANLEY Un paio di drink e lo saranno. Non voglio correre rischi. Adesso prendi quei contratti e controlliamo che sia tutto in ordine. (NORMAN apre la valigia)
NORMAN Certo che è tutto in ordine. Questo è compito mio. (Estrae i contratti e li porge a NORMAN) Ci sono i trattini sulle “I” e i puntini sulle “T”. (STANLEY dà un’occhiata)
STANLEY Beh, almeno i nomi sono scritti giusti.
NORMAN Mancano solo le firme e la data adesso.
STANLEY Aspetta. C’è un particolare che ci sfugge.
NORMAN Quale?
STANLEY Qui dice “testimoni”. Chi farà da testimone alle firme?
NORMAN Avremo dei testimoni.
STANLEY Chi?
NORMAN Le signore che stanno venendo qua.
STANLEY Ma mica possiamo farle testimoniare. (Indica i contratti) Qua dice “professione”. Cosa ci mettono qua, puttane?
NORMAN Non hai mai detto che erano puttane.
STANLEY Non fare l’ingenuo, cosa pensi che abbiamo chiesto, una coppia di infermiere? Non possono firmare. Dovremo chiedere su al direttore.
NORMAN Non con quelle donne qua. Ne va della nostra reputazione.
STANLEY Sono per Kurt e Sven. Noi non c’entriamo.
NORMAN Lo spero. Ma le hai ordinate a mio nome. Spero che non pensino che io sia un membro partecipante.
STANLEY Certo che no. Hai addosso biancheria pulita?
NORMAN E finiscila, Stanley!
STANLEY Dobbiamo andare giù nell’ufficio del direttore per farlo firmare.
NORMAN E se non firmano prima di mezzanotte? Magari quello sarà già a letto.
STANLEY Chiamiamo il portiere e se non è disponibile esco e chiamo un poliziotto.
NORMAN Non con le puttane qua.
STANLEY Non c’è nulla di illegale. Nessuno sa chi sono o che le hai ordinate tu.
NORMAN Ma non le ho ordinate io!
STANLEY Ti manca la malizia necessaria. Lascia fare a me. (Suona il campanello. NORMAN reagisce)
NORMAN Ah! (STANLEY esce ad aprire la porta)
HILDA (Fuori scena) Che ascensore chic.
STANLEY (Entrando) E aspetta di vedere la suite. (Entra HILDA seguita da ROSE. Entrambe sono sulla trentina avanzata, avvenenti e vestite elegantemente. HILDA è vispa ed estroversa, bruna, mentre ROSE, bionda, è più riservata e ha tentato di affinare il suo accento dello Yorkshire. Porta gli occhiali. HILDA si guarda intorno)
HILDA Oh – niente male. Mi piace la tappezzeria.
ROSE Oh, no! Io non l’avrei scelta, non con quelle tende.
HILDA Mi sa che hai ragione.
STANLEY Non abbiamo tempo di ridecorare, abbiamo una riunione d’affari. (ROSE va da NORMAN e gli da un bacetto sul capo)
ROSE Ciao, tesoro!
STANLEY Avete detto al taxi di aspettare?
HILDA No, abbiamo lasciato detto di chiamarcene un altro e c’è un usciere carinissimo che dà un’occhiata alla nostra lampada, ma questo non gliel’abbiamo lasciato, non si sa mai che gli venissero strane idee. (HILDA indica la borsa della spesa di ROSE)
STANLEY Capirai.
HILDA Fagli vedere cosa c’è dentro, Rose.
ROSE No, non posso.
HILDA E dai.
ROSE Non davanti a Stanley.
HILDA Mica ci fa caso.
STANLEY La tensione mi sta uccidendo.
HILDA Dà qua. (HILDA prende la borsa, ne estrae una sottoveste e la mostra) Era ridotta.
NORMAN Sì, di misura. Ti sta almeno?
ROSE Certo che mi sta.
NORMAN È un pochettino “diafana”.
ROSE Mi ha convinto Hilda a prenderla.
HILDA Le ho detto che è l’ideale per le calde e umide notti spagnole. (La posa su una sedia)
ROSE (A NORMAN) Se non ti piace la cambio.
NORMAN Oh, no. Ti ci vedo benissimo dentro.
ROSE Davvero?
NORMAN Sì.
STANLEY Affacciati alla finestra e ti ci vedranno tutti dentro.
HILDA Stanley, non essere volgare.
ROSE Hai l’aria distrutta, Norman.
NORMAN Davvero?
ROSE Sì, tesoro.
NORMAN Beh, è quest’affare, sono davvero sotto tensione.
ROSE Posso suggerirvi in tal caso di non guidare stanotte? Dormite in questa suite.
NORMAN No, non possiamo!
STANLEY No, vedete, ci staranno il signor Hoffman e il signor Uberg qui stanotte. È per questo che abbiamo preso questa suite.
HILDA Ne vale la pena, spero.
STANLEY Ne vale la pena! Grazie a questo affare ce ne andremo da Huddersfield alla Costa Del Sol.
ROSE Ho letto che ieri lì c’era un caldo da crepare. Non mi sorprenderei se la gente cascasse giù come mosche.
NORMAN Non se hanno il condizionatore e l’ombrello. Se hai quelli allora starai bene come a casa nostra.
ROSE (Pausa) Allora perché ce ne andiamo?
STANLEY Perché dobbiamo vendere la nostra compagnia all’estero, e tenere i soldi all’estero così non ci facciamo schiacciare dal fisco.
ROSE Ma allora perché vendere?
STANLEY Prima o poi dovrai saperlo. Stiamo perdendo quattrini a palate.
HILDA No.
NORMAN Sì.
ROSE Non ce l’avete mai detto.
HILDA Non ci dicono mai niente.
ROSE Per forza avete quell’aria distrutta. C’è qualcos’altro che dovremmo sapere?
NORMAN No, niente.
ROSE Non nascondere le cose. Me lo diresti, vero?
NORMAN Certo che te lo direi.
HILDA Adesso capisco, Rose, perché hai passato quel brutto quarto d’ora da Harrods poco fa con la carta di credito.
NORMAN Carta di credito?
ROSE Volevo comprare una borsa. Ho dato il numero della carta di credito e sembra che abbiamo appena speso millecinquecento sterline.
NORMAN Ah sì?
ROSE Sì.
HILDA Per cosa li hai spesi?
NORMAN (A STANLEY) Per cosa li ho spesi?
STANLEY Non te lo ricordi?
NORMAN (Disperato) No, certo che no!
STANLEY Ha pagato la suite.
ROSE Oh, beh, questo spiega tutto.
HILDA No, per niente. Se ti hanno addebitato millecinquecento sterline per una notte ti hanno fregato. Stanley, andiamo a parlare col direttore.
STANLEY No, non era per una notte, era per due in caso non riuscissimo a sistemare tutto oggi. Ma naturalmente se ci si mette d’accordo oggi avremo un rimborso.
HILDA Sono sempre settecentocinquanta sterline a notte. È uno sproposito. Non abbiamo mai pagato più di quattrocento ovunque siamo andati.
NORMAN Sì, ma vedi, ci sono gli extra.
HILDA Per esempio?
NORMAN Ehm... (Guarda STANLEY)
STANLEY Frutta, fiori, una vista sul Big Ben.
NORMAN Riscaldamento centralizzato.
STANLEY E riscaldamento centralizzato.
ROSE Non è possibile che facciano trecentocinquanta.
NORMAN Più il bagnoschiuma e le cuffiette da doccia.
ROSE Io telefono al direttore. (ROSE va al telefono. NORMAN la ferma)
NORMAN No, lascia stare!
ROSE Ma perché sei così nervoso?
STANLEY È quest’affare, Rose, siamo sul filo del rasoio.
ROSE Non avevo idea che le cose andassero così male.
HILDA Senti, Stanley, non vogliamo rovinarci la vita per i soldi, non ne vale la pena. Se non riuscite a concludere lasciamo perdere la Spagna. Mi sta benissimo anche un appartamentino a Bournemouth.
ROSE Ci vive mia zia Peggy lì.
STANLEY Io e Norman abbiamo messo gli occhi sulla Spagna, e Dio volendo andremo a stare lì, e con un bel po’ di contanti in banca. Altro che andare a seppellirsi a Bournemouth con o senza tua zia Peggy.
HILDA Possiamo fare qualcosa per aiutarvi?
STANLEY Sì. Cercate di non fare altri acquisti mentre andate alla stazione. (Squilla il telefono)
HILDA Dev’essere il portiere per dirmi che ha trovato un taxi, cosa non facile con questo tempo. (Solleva il ricevitore) Pronto chi parla? La Classic Models... Oh, per essere un taxi ha un suono un po’ antiquato... Prego? Le signore hanno disdetto? No, non abbiamo disdetto... Sabrina e Valerie hanno disdetto. (NORMAN resta a guardare come un baccalà) Sicuro di non avere sbagliato stanza? Sì, trentatré. Ma chi è precisamente che avrebbe richiesto la compagnia di Sabrina e Valerie? Il signor Harris – capisco. (STANLEY si asciuga il sudore dalla fronte) E otterrà un rimborso?... L’importante è quello. Sì, glielo dirò senz’altro, a lui e al suo compare. (Riattacca il ricevitore)
ROSE Chi era?
HILDA Era, Rose, un’agenzia di accompagnatrici che informava che Sabrina e Valerie sono impossibilitate a rispettare il loro impegno con il signor Harris.
ROSE Un’agenzia di accompagnatrici? Ci deve essere un errore.
HILDA L’errore è stato che abbia risposto io al telefono.
ROSE Ci deve essere un altro signor Harris.
HILDA Non un altro signor Harris che otterrà un rimborso di millecinquecento sterline sulla carta di credito.
NORMAN Non è quello che credi.
HILDA È quello che so. Tuo marito ha ordinato una coppia di puttane, cara.
NORMAN Non sono stato io. È stato lui.
ROSE (A STANLEY) E le hai messe sulla carta di credito di Norman.
STANLEY Non sono per lui e non sono per me.
HILDA Raccontacene un’altra.
STANLEY Norman è testimone. Abbiamo ricevuto un fax da Kurt Hoffman e Sven Uberg che chiedeva compagnia femminile per la sera.
NORMAN Ho qua il fax.
STANLEY Prendilo. Faglielo vedere così si rimangeranno tutto. (NORMAN lo prende dalla valigia e indica)
NORMAN Ecco qua. In fondo alla pagina. (ROSE si mette gli occhiali sulla punta del naso)
ROSE Fa’ vedere... “e si procurino cortesemente due signore per la cena eccetera... E se si giungerà ad un accordo vi sarà rimborsata ogni spesa extra affrontata per questa richiesta. PS: Se possibile, una bionda e una bruna”. Beh – ci crederesti?
HILDA Sì, ci credo. Si leggono di queste cose nei giornali.
ROSE Ma non ti aspetti che le combini tuo marito.
STANLEY Noi non abbiamo combinato niente, cretina...
HILDA (Rapida) Stanley!
NORMAN E non vengono nemmeno, quindi non c’è nulla di cui preoccuparsi.
HILDA No, adesso no, ma cinque minuti fa sì. Sfido che hai detto di non disturbarci a salire.
ROSE Aveva assolutamente bisogno di incipriarsi il naso.
STANLEY E ancora non l’ha fatto. È laggiù. (Indica la porta)
HILDA Mi era completamente passato di mente. (Fa per andare, poi subito torna indietro) Il fatto è che se io non avessi risposto al telefono non avremmo saputo quello che stavate combinando.
STANLEY Stavamo solo provvedendo ad esaudire una richiesta da oltremanica.
ROSE Mi meraviglio di te, Norman.
NORMAN Anche io.
STANLEY Io disapprovo questo genere di cose quanto voi, ma se serve a oliare gli ingranaggi dell’azienda e se fa la nostra salvezza finanziaria allora ben venga. Questa è normale amministrazione d’affari al giorno d’oggi. Hai presente Gerald Walters al circolo, mi stava raccontando che l’ultima volta che era a Tokyo per la conferenza sulla lana, la prima notte si sono ritrovati sei geishe che sventolavano i ventagli.
ROSE Ma mica Gerald Walters?
STANLEY Sì.
ROSE Ma è nel nostro corso di campanari.
STANLEY E che c’entra?
ROSE Lo guarderò sotto una luce diversa ora.
STANLEY Non c’è nulla di male, i giapponesi si divertono così.
NORMAN Sai come si dice, “paese che vai...”
HILDA Ah, sì? E se vai in città?
ROSE E in campagna?
STANLEY Erano solo degli innocui appuntamenti per Kurt e Sven per sistemare l’affare.
HILDA E hanno offerto gli stessi servizi anche a voi?
STANLEY No.
NORMAN (Contemporaneamente) Sì.
HILDA Cosa?
STANLEY Sì.
NORMAN (Contemporaneamente) No.
HILDA Beh – dunque?
STANLEY Naturalmente, essendo noi importanti uomini d’affari ci è stato proposto.
NORMAN (Perplesso) Ah sì? Io non l’avevo sentito.
STANLEY Voglio dire, ci è stato suggerito, ma essendo io un uomo felicemente sposato ho detto di no.
ROSE (A NORMAN) E tu cosa hai detto?
NORMAN Io ho detto di sì.
ROSE Norman!
NORMAN Ho detto “Sì, anche io sono felicemente sposato”.
HILDA Io non so a cosa credere.
STANLEY Perché non prendi per buona la mia parola?
HILDA Non credo che valga granché, la tua parola! (Schiocca le dita) Hai fatto le cose di nascosto.
STANLEY Più allo scoperto di così! Ti avrei detto delle ragazze.
HILDA Non l’avresti fatto se non avessi risposto a quel telefono.
STANLEY Non avresti risposto se non fossi dovuta andare in bagno.
HILDA Oh, accidenti, è vero. (Fa per andare di nuovo verso la camera, poi si ferma e si volta) E un’altra cosa –
STANLEY Ancora...
HILDA Io e Rose non ce ne andiamo di qui finché questo contratto non è firmato e sottoscritto.
ROSE Ah no?
HILDA Ma non capisci? Appena noi giriamo la schiena, quelli si precipitano al telefono a ordinarne altre due!
ROSE No, non lo farebbero!
HILDA Lo farebbero.
NORMAN Non lo faremmo. Sono tutte impegnate. Stanley le ha provate tutte.
HILDA Ah sì?
NORMAN Beh, vedi, è venerdì, è la loro serata di lavoro!
STANLEY E stai zitto!
HILDA Sei un bel mascalzone, sei.
STANLEY Falla finita.
HILDA Non ci posso credere... Ti sei messo a chiamare ragazze dicendo che erano per Norman.
STANLEY Non ho mai detto che erano per Norman.
HILDA Hai forse detto che erano per te?
STANLEY No. Ho detto che due rispettabili uomini d’affari, uno tedesco e uno svedese, hanno richiesto per la cena la compagnia di due signore eleganti e affascinanti.
ROSE Una bionda e una bruna.
STANLEY Non mi ricordo se ho specificato. Per farla breve, noi volevamo due signore con la giusta classe.
ROSE Non credo che troveresti molte signore di classe che facciano certe cose.
STANLEY Al contrario, ho letto che alcune rispettabili vedove e persino donne sposate arrotondano lo stipendio passando un pomeriggio con un gentiluomo solo.
NORMAN Ce ne sono tantissime.
HILDA Presto potrebbero essercene altre due.
ROSE Io credo che nessuna signora sposata farebbe una cosa del genere a Huddersfield.
HILDA Hai fatto caso che la signora Holroyd chiude sempre le tende della camera da letto il pomeriggio?
ROSE Mi ha detto il farmacista che ha un’emicrania terribile.
STANLEY Non voglio sembrarvi affrettato, ma noi qua dobbiamo tenere una riunione, una questione di vita o di morte, che potrebbe riguardare il futuro di tutti noi, e voi ve ne state a confabulare dell’emicrania della signora Holroyd delle mie scatole.
NORMAN Mi sa che sta venendo anche a me.
HILDA Allora vi consiglio di prenotarci le stanze prima possibile. E fate in modo di prenderle su questo stesso pianerottolo.
STANLEY Se proprio insisti.
HILDA Su, fallo adesso. Prendi il telefono.
STANLEY Perché non lo fai tu?
HILDA Perché io devo andare in bagno. (Si volta per andare. STANLEY prende il telefono)
STANLEY (In ascolto) Occupato. (HILDA si volta nuovamente)
HILDA Ma guarda. Beh, fai un salto di sotto e fallo al banco.
STANLEY Oh, senti, perché non ti metti i miei pantaloni, ordini la stanza e fai tutto tu?
HILDA Non credere che non potrei farlo. Tu ed io ci faremo una bella chiacchierata quando torniamo a casa.
STANLEY Tu continua così e forse a casa non ci torno per nulla. Tu non mi parli così davanti ai nostri amici.
NORMAN (Cercando di essere d’aiuto) No, nn c’è problema, non ti preoccupare per noi.
STANLEY Mi preoccupo per me. Su, Norman, prendiamo queste benedette stanze.
NORMAN Non possiamo usare la mia carta di credito.
STANLEY Le mettiamo in conto alla società.
NORMAN Con quale voce?
STANLEY “Personale in missione”. (Escono)
ROSE Ma che faccia!
HILDA Avevi avuto qualche sentore di questo?
ROSE Delle accompagnatrici?
HILDA No, del fatto che gli affari vanno a rotoli.
ROSE No, mi ci devo ancora abituare.
HILDA Insomma, negli ultimi anni non ci è mai mancato nulla. Io non ce la faccio a tornare al punto di partenza.
ROSE Stanotte non dormiremo chiedendoci se l’affare va in porto o no.
HILDA Una si abitua al proprio stile di vita, ci conta, no? E da un giorno all’altro ti manca la terra sotto i piedi.
ROSE E quei begli appartamenti a Marbella? Se non possiamo pagarli perdiamo la caparra.
HILDA Non ero molto entusiasta finora, ma il pensiero di perderli mi deprime ancora di più. Forse siamo state troppo severe con i nostri maritini?
ROSE Beh, tu sì. A me dispiace quasi per Norman, stava facendo tutto per il mio bene, perché vuole che io sia felice.
HILDA E se vogliamo essere giusti, lo stesso vale per il mio Stanley. Non avremmo mai saputo della crisi che stavamo affrontando se non fossimo salite qua. Secondo me era destino.
ROSE No, cara, era il bagno.
HILDA Oh, signore, sì! (Si precipita al bagno) Deve essercene uno qua. (Esce dalla stanza a destra)
ROSE Sbrigati! Ci devo andare anche io!
HILDA (Fuori) Prova l’altra!
ROSE Va bene. (Esce dalla stanza a sinistra)
KURT (Fuori) Grazie, prendiamo noi le valigie. (Entra KURT. Abbronzato, attraente, sulla quarantina e vestito con abiti costosi. Il suo accento lo rende ancora più affascinante. Porta una sacca da viaggio)
SVEN (Fuori) Kurt, hai monete?
KURT Col taxi, il portiere e il facchino sono rimasto senza. Digli che gli diamo la mancia quando ce ne andiamo.
SVEN (Fuori) Grazie per l’aiuto. (Entra SVEN. È altrettanto brillante, attraente e sulla quarantina) Bella stanza!
KURT Ho bisogno di bere. Tu? (Va al mobile bar)
SVEN Una birra.
KURT Non troppa, però. Dobbiamo avere la mente lucida per la riunione.
SVEN Secondo me chiedono troppo.
KURT Sono sicuro che possiamo farci abbassare il prezzo.
SVEN Bigley è un osso duro.
KURT Concentrati su Harris. È lui quello debole.
SVEN Speriamo che almeno abbiano trovato delle ragazze decenti. Mica vorremo passare tutta la notte a litigare per quei camion del cavolo. (KURT vede la camicia da notte e la solleva con le dita)
KURT Questo promette bene.
SVEN Oh! Devono essere già qui. (Bevono le birre)
KURT Gente di parola. Mi pare un buon segno.
SVEN Io ho chiesto esplicitamente una bionda e una bruna.
KURT Hai qualche preferenza?
SVEN Beh, sì, io preferisco le bionde, purché l’insieme sia apprezzabile.
KURT Per me va bene.
SVEN Questo momento è sempre emozionante. Quando ti chiedi cosa ti capiterà. (Entra HILDA e vedendo gli UOMINI resta sorpresa)
HILDA Oh, chiedo scusa. Non sapevo che foste già arrivati. Voi dovete essere i signori che stiamo aspettando.
KURT E tu devi essere una delle signore che noi stiamo aspettando.
HILDA Prego? (KURT solleva la camicia da notte)
KURT Per caso questo oggettino sporcaccione è tuo?
HILDA No, è della mia amica.
KURT E dimmi, è bionda per caso?
HILDA Beh, sì, in effetti lo è.
KURT (A SVEN) Ti sta girando bene, eh?
HILDA Me la dia. Devo darle qualche spiegazione.
KURT Non c’è bisogno di nessuna spiegazione.
HILDA No, ma forse la mia amica vorrà darvela lo stesso. (Entra ROSE)
ROSE È così comodo quel letto... (Si ferma vedendo gli UOMINI) Oh, chiedo scusa.
HILDA Lascia perdere i letti, abbiamo un problema. Stavo giusto dicendo loro della tua camicetta che hai lasciato in giro per errore.
ROSE Oh, vi chiedo scusa, non doveva stare là.
SVEN Ma nessun problema. Posso sapere il tuo nome?
ROSE Rose.
SVEN Io sono Uberg. Sven Uberg. (Le bacia la mano)
ROSE Lei deve essere quello svedese.
SVEN Sì.
HILDA (A parte) Ti devo parlare un momento.
KURT (Indicando HILDA) E come si chiama questa incantevole creatura?
ROSE Questa è Hilda.
KURT Hilda. È un diminutivo di Hildegard?
HILDA Ehm... No.
KURT No importa. Io ti chiamerò Hildegard. Una volta ho conosciuto una Hildegard che aveva delle belle gambe – come le tue.
HILDA Io ho...? – Lei ha...? Cioè –
ROSE Vero che sono galanti?
HILDA Sì, ma devo comunque parlarti.
KURT (A HILDA) A proposito, io mi chiamo Kurt.
HILDA Kurt, sì, molto carino. Però ora credo di dovervi dire qualcosa su me e Rose. Noi non siamo quelle che voi pensate.
KURT Oh, quindi avete delle sorpresine in serbo per noi. Sono sempre felice di sperimentare.
HILDA Oh, cavolo. (KURT guarda l’orologio)
KURT Si sta facendo tardi. Dateci un istante per farci una doccia e rinfrescarci. Prende la valigia) Io prendo questa stanza. (Esce)
SVEN Per me va bene.
ROSE Mi piace il nome Sven.
SVEN davvero?
ROSE Non si sente spesso. L’unico che ho conosciuto in realtà si chiamava Svengali.
SVEN (Ride) Svengali, mi sa che non era svedese.
ROSE Sa, riusciva a ipnotizzare le ragazze.
SVEN Caratteristica degli Sven. (Toglie lentamente gli occhiali a ROSE, glieli porge e le lancia uno sguardo seduttore. Esce con la valigia, lasciando ROSE a guardare come un coniglio ipnotizzato)
HILDA (Afferra ROSE) Cosa stai pensando?
ROSE Cosa ho detto?
HILDA Smettila di prenderli in giro.
ROSE Volevo solo essere gentile.
HILDA Sì, ma tu non sai che quelli credono che noi siamo le puttane dell’agenzia.
ROSE Sabrina e Valerie?
HILDA Sì!
ROSE Io ho detto che mi chiamo Rose.
HILDA Non sanno come si chiamano.
ROSE Ma noi mica sembriamo puttane! Questo abito l’ho preso da Harvey Nichols.
HILDA Con settecentocinquanta sterline a notte, quelle si possono permettere Harvey Nichols.
ROSE Cosa ti fa pensare che ci abbiano prese per quelle?
HILDA Perché prima che entrassi tu quello aveva in mano la tua camicia da notte e diceva che era contento di vedere che erano arrivate le “dame di compagnia”.
ROSE Perché non gli hai detto la verità?
HILDA Stavo per farlo quando sei piombata tu.
ROSE Beh, appena tornano chiariamo tutto. È facile capire come hanno fatto a sbagliarsi. Ovviamente aspettavano due signore molto eleganti. Sarà una bella delusione per loro quando chiariremo l’equivoco. Era discretamente ossequioso riguardo alle tue gambe.
HILDA Discretamente? Senti... Era molto ossequioso. Un uomo di mondo. Si capisce da come è vestito.
ROSE Io ci ho rinunciato con Norman.
HILDA Avremo qualcosa da raccontare al circolo quando torneremo.
ROSE Credo che non dovremmo raccontarlo.
HILDA Perché no?
ROSE Non è che ci sia molto da vantarsi.
HILDA Non vedo l’ora di vedere la faccia di Stanley quando gli dirò che un uomo come Kurt mi ha preso per una femme fatale.
ROSE Tu non sei una femme fatale, cara, sei un bocconcino da settecentocinquanta sacchi. Mi chiedo se sia tutto compreso.
HILDA Questo non lo sapremo mai.
ROSE Intendo “tutto” compreso, Hilda. (KURT ricompare con un asciugamano attorno alla vita e una bomboletta di deodorante in mano. Fa bella mostra del suo fisico bronzeo)
KURT Prima di cominciare la serata credo di dovervi mettere a parte dei fatti nudi e crudi.
HILDA Penso che noi dovremmo metterla a parte dei nostri.
KURT Ogni cosa a suo tempo. Vedete, siamo qua per contrattare con due noioso uomini d’affari inglesi del Nord che stanno cercando di venderci dei veicoli. Sono due mattoni, ma cercate di ridere se fanno una battuta e badate che i loro bicchieri siano sempre pieni. Poi, non appena li avremo ridotti ai minimi termini, ce ne sbarazziamo e diamo inizio al divertimento. (Spruzza il deodorante sotto le braccia, si allontana l’asciugamano dallo stomaco e dà una spruzzata nelle zone basse. Poi esce per la sua stanza)
HILDA L’hai sentito? Due noiosi uomini inglesi del Nord.
ROSE Che faccia! Tu non diresti mai che il mio Norman è noioso, vero?
HILDA (Lieve pausa) No – tranquillo, forse.
ROSE Ha i suoi momenti.
HILDA Non ne dubito. E hai sentito quella cosa dei bicchieri sempre pieni. Vogliono farli sbronzare per concludere l’affare a basso prezzo.
ROSE Che loschi.
HILDA Che mi venga un accidente se permetto che freghino così i nostri maritini.
ROSE Come facciamo a impedirglielo?
HILDA Restando in questa suite, cenando e comportandoci come se fossimo quelle che pensano loro.
ROSE Le belle di notte?
HILDA Questa notte sì. Quel penny che ho speso probabilmente ci ha fruttato un patrimonio.
ROSE Mi dispiace. Non ce la faccio. Non è nella mia natura.
HILDA Mica penserai che è nella mia natura?
ROSE No, certo che no, ma tu sei più espansiva di me, tu hai il fisico per farlo.
HILDA Sciocchezze. Non sei tu che reciti in una compagnia dilettante?
ROSE È diverso, non sei te stessa, stai recitando una parte.
HILDA Ed è quello che stiamo facendo. Non ti dimenticherò mai in quella recita natalizia, quando facevi la parte della vamp.
ROSE Adesso che mi ci fai pensare ho avuto una buona recensione nello Yorkshire Evening Post. (Entra STANLEY)
STANLEY È inutile, le stanze dell’albergo sono tutte prenotate. Norman vi sta cercando un taxi.
HILDA Non serve.
STANLEY Sì che serve. Non vi voglio qua quando arrivano i nostri amici della Baltic Transport.
HILDA Ho una notizia per te, amore, sono già qui. (STANLEY si guarda attorno)
STANLEY Dove?
ROSE Si stanno dando una rinfrescata nelle loro stanze.
STANLEY Spero che non ci rimarranno troppo male quando diremo loro che non abbiamo compagnia femminile.
HILDA Oh, ma loro ce l’hanno.
STANLEY Non mi dire che se le sono portate loro.
HILDA No, ne hanno trovate due.
STANLEY Dove?
HILDA Qui, in questo albergo.
STANLEY Che fortuna. Le avete viste?
HILDA Sì, e le hai viste anche tu.
STANLEY Come sono?
HILDA Ti diamo un aiutino. Rose, facci una delle tue pose. (ROSE si lascia sprofondare sul divano e solleva leggermente la gonna)
ROSE (Posa da Mae West) “Vieni a trovarmi qualche volta”
STANLEY Smettila, Rose. Che diavolo succede?
HILDA Te lo dico io. Quegli uomini sono entrati qui e ci hanno scambiate per le ragazze dell’agenzia.
STANLEY Impossibile.
HILDA Te lo do io l’“impossibile”!
STANLEY Voglio dire, è un insulto, no?
ROSE E perché? Loro si aspettano due donne attraenti e probabilmente non sofisticate e brillanti come me e Hilda, ma per quanto ne sanno questo è un di più.
STANLEY Se non dovessimo fare affari con loro li sbatterei fuori.
HILDA Begli affari.
STANLEY Cosa vuoi dire?
HILDA Prima che potessimo chiarire chi siamo in realtà, ci hanno spiattellato i loro progetti su come vogliono far andare la riunione.
STANLEY E come?
HILDA Vogliono farvi bere un sacco e farvi sbronzare, così possono ribassare il prezzo.
ROSE E riempirvi i bicchieri è compito nostro.
STANLEY Che bastardi.
HILDA Appunto. Quindi noi dobbiamo essere scaltri quanto loro e fare ubriacare loro.
STANLEY Hilda, ragiona. Con tutta la buona volontà di questo mondo, chi crederà mai che voi diete quel tipo di donne? Non riuscireste a reggere. Avete esattamente l’aspetto di due normali casalinghe.
HILDA Hai mai visto una normale casalinga camminare così? (Cammina ancheggiando esageratamente)
STANLEY Solo quelle che hanno bisogno di un trapianto di fianchi.
HILDA Ti pentirai di aver detto questo.
STANLEY Mia moglie non si sprofonda sul divano dicendo “Vieni a trovarmi qualche volta”.
ROSE Hai detto che le ragazze erano solo eleganti compagne per uomini soli ad una cena d’affari, non hai parlato di corpi sventolanti.
STANLEY Le eleganti compagne non stanno spaparanzate sul divano a dire “Vieni a trovarmi qualche volta”.
ROSE Volevo solo dimostrarti che so essere sexy.
STANLEY Se ti danno questo per settecentocinquanta sterline, tu costi troppo.
HILDA Stanley, non essere maleducato. Rose ha avuto un’ottima recensione nello Yorkshire Evening Post quando ha fatto la stessa cosa.
STANLEY Se le fanno una buona recensione anche per questo uscirà in Notizie del Mondo.
HILDA Classico. Sei tutto fumo e niente arrosto. Quando si tratta di tirare fuori gli attributi, come in questo caso, te la fai sotto. Ringrazia che ci siamo noi a darti una mano.
STANLEY Va bene, ti concedo che ci avete dato un bell’avvertimento per quella cosa del bere, quindi staremo sobri.
ROSE Fammi preparare la scena mentre state lì a discutere. Io guardo Sven negli occhi e mentre sarà totalmente ipnotizzato gli riempirò il bicchiere.
STANLEY Hai intenzione di metterti gli occhiali?
ROSE Certo che no.
STANLEY Allora verserai tutto sul tavolo, sei cieca come un pipistrello. (KURT entra in pantaloni ma senza camicia)
KURT Mi porteresti una birra, Hildegard?
STANLEY Chi è Hildegard?
HILDA Io. È il mio nome d’arte.
KURT Oh, salve, Stanley, arrivo subito, ci metto un secondo. A proposito... Le ragazze, scelta eccellente. Sofisticate, mature. Altro che quelle bambocce di Stoccarda. (Esce)
HILDA Quali bambocce?
STANLEY Non stavano con noi, stavano con loro.
HILDA Ti si sta allungando il naso. (Fa la sua camminata sexy per prendere la birra e poi va verso il bagno)
KURT Hildegard!
HILDA Arrivo, Kurt. (Esce)
STANLEY Credo che forse il nostro matrimonio sia in crisi.
ROSE Ci sono un sacco di bambocce alla base del problema. (SVEN compare sulla porta)
SVEN Arrivo tra un minuto, mi si è staccato un bottone dalla camicia!
ROSE Non ti preoccupare, te lo cucisco io. Ci deve essere l’occorrente lì.
SVEN Grazie, cara. (Esce. ROSE sgattaiola verso la porta)
STANLEY È solo un bottone, non scaldare i motori. (ROSE esce e NORMAN entra dal pianerottolo)
NORMAN Non c’è un taxi neanche a pagarlo oro, ma il portinaio mi ha detto che sono arrivati i nostri soci d’affari.
STANLEY Esatto. Adesso ti devo dare una buona notizia e una cattiva notizia.
NORMAN Oh, qual è la buona notizia?
STANLEY Abbiamo trovato due dame di compagnia.
NORMAN Vai avanti. Qual è la cattiva notizia?
STANLEY Siamo sposati con loro.
NORMAN Come?
STANLEY In nostra assenza Kurt e Sven hanno scambiato le nostre mogli per due bocconcini da millecinquecento sterline.
NORMAN Impossibile. Non Rose, di sicuro.
STANLEY Anche Rose.
NORMAN Perché non hanno chiarito l’equivoco?
STANLEY Stavano per farlo, ma prima che arrivassero in fondo è venuto fuori che la Baltic Transport Company ha lasciato trapelare il fatto che sperano di fregarci istigando le ragazze a farci sbronzare.
NORMAN Tipico degli stranieri.
STANLEY E molto nobilmente le nostre mogli sono pronte a sacrificarsi.
NORMAN Rose accetterebbe mai.
STANLEY Non ci contare troppo. Cinque minuti fa era abbarbicata sul divano a fare la Mae West della situazione!
NORMAN È tremendo!
STANLEY Sì, non è molto bello, te lo dico io.
NORMAN No, voglio dire, per me lei lo fa solo il giorno del mio compleanno.
STANLEY Spera che non sia il compleanno di Sven.
NORMAN Dov’è?
STANLEY Là dentro con tua moglie.
NORMAN E dov’è Hilda?
STANLEY Là dentro con Kurt. A proposito, tieni presente che sta lavorando col suo nome d’arte, Hildegard.
NORMAN Ce n’è abbastanza per darsi al bere.
STANLEY No, non devi! È quello che vogliono loro. Dobbiamo restare sobri.
NORMAN Non posso permettere che mia moglie si umili.
STANLEY Norman, sono in gioco le nostre stesse vite ora. Sei disposto ad affrontare nuovamente la povertà?
NORMAN Potrei affrontare la ricchezza sapendo quello che ha dovuto fare mia moglie per raggiungerla?
STANLEY Non ha fatto un cavolo, ha solo cucito un bottone.
NORMAN Dove?
STANLEY In camera da letto.
NORMAN Era un bottone di pantalone?
STANLEY Ma a chi frega niente?
NORMAN A me!
STANLEY Stai esagerando. È solo un bottone.
NORMAN Adesso magari è un bottone, ma tu lo sai cosa si aspetteranno adesso quegli uomini dalle nostre mogli.
STANLEY Basta che dicano che hanno mal di testa.
NORMAN È vero. Finora ha sempre funzionato. (Entra SVEN)
SVEN Stanley, ciao.
STANLEY Come va, Sven?
SVEN Che piacere vedere te e Norman. (Si stringono le mani)
NORMAN Ciao.
SVEN Che porcheria sta serata.
NORMAN Eh?
SVEN Tutta questa pioggia, con in più il traffico è una bellezza. L’unica è un elicottero. Beviamoci qualcosa.
STANLEY No, per noi niente, grazie.
SVEN Ma che dite, stasera bisogna festeggiare.
STANLEY Va bene allora, firmiamo e festeggiamo.
SVEN Credo che Kurt abbia qualche piccola correzione da suggerire sul prezzo.
STANLEY Ah sì, beh, ne parleremo. Chiamalo così ne discutiamo.
SVEN Non c’è fretta, abbiamo tutta la notte. E a proposito di notte, ci avete procurato delle signore deliziose.
NORMAN Sì, eh?
SVEN Il meglio che offre la piazza, direi.
STANLEY È proprio un complimento, vero, Norman?
NORMAN Caspita.
SVEN Quella che ho io, la bionda, Rose, l’avete scelta personalmente?
STANLEY No, non l’abbiamo mai neanche vista, vero, Norman?
NORMAN No.
STANLEY Abbiamo solo telefonato ad un’agenzia e abbiamo detto che volevamo il meglio che avessero.
SVEN Beh, sulla brunetta non posso pronunciarmi, ma la mia Rosie è veramente insolita.
NORMAN In che senso?
SVEN Non è solo una bella bamboletta, ma fa cose speciali.
NORMAN Speciali!?
SVEN Prima mi ha cucito un bottone e poi mi ha trovato un buco nel maglione.
NORMAN Davvero.
STANLEY Che gentile, eh, Norman?
SVEN Che cambiamento rispetto a quelle più giovani. Anche se è più matura si vede che ha un fuoco che brucia dentro.
STANLEY Speriamo che non faccia scattare l’allarme antincendio, eh, Norman?
NORMAN Già.
SVEN Dovete conoscerla. (Chiama) Rosie! Vieni qui assieme a noi. (A STANLEY e NORMAN) Quando la vedrete ditemi quanto la trovate carina in una scala da uno a dieci. Onestamente, io le darei otto più. (SVEN mostra otto dita. ROSE entra con il maglione che sta cucendo)
ROSE Un attimo di pazienza, Sven, sto finendo.
SVEN È ora che ti presenti ai nostri soci d’affari.
ROSE Ci metto un istante. (Esce, mordendo il filo) Che ne dite?
NORMAN Oh, nove, assolutamente. (NORMAN mostra nove dita)
SVEN Stanley?
STANLEY Oh... (STANLEY mostra cinque dita)
NORMAN (Offeso) Solo? Cinque?
STANLEY È solo per come si presenta. Ma immagino che la “prestazione” sarà da dieci.
SVEN Ti informerò. Credo che le sue siano acque profonde. È costata molto?
STANLEY Sì, ma non ci pensare. È il nostro regalino, vero, Norman?
NORMAN Sembrerebbe proprio. (Entra ROSE)
ROSE L’ho rimesso nella valigia sopra i maglioni a “V”.
SVEN Grazie, sei meglio di una moglie. C’è un detto in Svezia: devi avere una moglie in cucina e una puttana a letto.
STANLEY (Ride) Molto divertente. Su, Norman, dov’è il tuo senso dell’umorismo? (NORMAN fa una risata finta)
SVEN Rosie, vieni a conoscere il signor Bigley e il signor Harris.
ROSE Chi è dei due?
STANLEY Io sono Stanley Bigley, e questo è il mio socio, Norman Harris.
ROSE Piacere, signor Bigley.
STANLEY Piacere.
ROSE Il signor Harris?
NORMAN In persona.
ROSE Oh, lei è quello che ha fatto l’ordinazione.
NORMAN Abbiamo ordinato entrambi, ma era la mia carta di credito.
ROSE Che carino. Ha già usato l’agenzia prima?
NORMAN No!
STANLEY È la prima volta.
ROSE Lei deve essere un monellaccio, vero?
NORMAN No! (NORMAN le afferra la mano) Parola.
SVEN Ehi, Norman, giù le mani, questo bel biscottino è mio. Tu aspetta che arrivino le tue.
ROSE Ne ha ordinato un paio anche lei?
NORMAN No!
STANLEY Rose! Come può dire una cosa del genere. Noi siamo sposati.
ROSE E che differenza fa?
SVEN Infatti. Sono sposato anche io.
ROSE Felicemente?
SVEN Chi può dire cosa sia la felicità? All’inizio sì, ma dopo qualche anno, un paio di bambini, la passione cala e la vita diventa un po’ noiosa.
ROSE Me l’immagino.
SVEN Ma in Svezia, gli uomini si ritrovano assieme e ci divertiamo un mondo. Io faccio parte del circolo degli “Uomini di ferro”.
STANLEY Golf?
SVEN Gli “Uomini di ferro” si alzano alle sei del mattino, si spogliano nudi, si tuffano nel lago, nuotano per quattro chilometri, si arrampicano e corrono per venti chilometri, poi salgono in bici e tornano a casa.
ROSE Sempre nudi?
SVEN No, abbiamo i pantaloncini sotto il sellino. Poi scommettiamo su chi riesce a bere più Schnapps senza piombare a terra.
STANLEY E serve a qualcosa questo club?
SVEN Altroché! Il vincitore riceve in premio il cappello dell’Uomo di ferro.
NORMAN Ah, se lo merita eccome.
SVEN Io l’ho vinto per tre volte.
STANLEY Ti credo sulla parola.
SVEN Non mi credere sulla parola, ne ho uno in valigia. È una prova della mia forza, e sulle donne fa sempre impressione. Lo metto alle feste e le donne mi cadono ai piedi. Quando sei un “Uomo di ferro” non puoi fare più senza. (Esce in camera da letto)
ROSE Vero che hanno una vita attiva in Svezia?
NORMAN Non devi sembrare dozzinale, Rose.
STANLEY Deve recitare la sua parte.
ROSE Credevo che l’avessi capito, tesoro.
NORMAN Lo stai istigando. (Entra KURT con HILDA)
KURT Rose si è presentata ai signori?
STANLEY Oh, sì, molto affascinante...
KURT Non avete conosciuto Hildegard.
HILDA Non ho ancora avuto il piacere.
STANLEY Sono lieti di sentirlo.
KURT Questi sono il signor Bigley e il signor Harris.
HILDA Oh, signor Harris, lei è quello che...
NORMAN (Tagliando corto) Che ha fatto l’ordinazione, sì.
KURT Avete mai lavorato assieme voi due prima?
HILDA Oh, sì, ci siamo anche scelte un nome di squadra.
KURT Che nome?
HILDA Il... ehm... il “Dream Team”.
STANLEY La squadra dei sogni?
KURT Splendido! Magari qualche sogno mio lo farete diventare realtà.
HILDA Dipende da che sogni hai.
KURT Ce n’è uno che avrei sempre voluto realizzare.
STANLEY Oh! (Preoccupato) Vuoi condividerlo con noi?
KURT No. Ma lo condividerò con Hildegard. (A HILDA) Posso sussurrare?
HILDA Sono tutta orecchi. (KURT le sussurra qualcosa all’orecchio. HILDA spalanca gli occhi. Poi KURT finisce di parlare) Ci vuole il fisico per farlo.
ROSE Cosa? Cos’era?
HILDA Preferisco non dirlo.
KURT Lei fa parte della squadra. Magari piacerebbe anche a lei.
HILDA Non credo.
ROSE Lascia decidere a me.
NORMAN No, Rose. Meglio che non sappia. È molto timida.
KURT Che ne sai? Non l’hai mai vista prima.
STANLEY È vero.
NORMAN Beh... Sembra timida.
KURT L’apparenza timida è ciò che la rende così desiderabile.
ROSE Oh, Kurt, grazie. Dimmi Hildegard, cosa s’è inventato? (HILDA le sussurra qualcosa all’orecchio) Meglio tu di me.
HILDA Certo è da raccontare.
KURT Vuoi fare un giro di prova, Hildegard?
STANLEY Calma, Kurt, prima le cose importanti, prima il dovere e poi il piacere. Dobbiamo firmare un contratto. Puoi provare più tardi.
KURT Benissimo, versa da bere.
NORMAN Non per me, grazie.
KURT Sciocchezze. Non mi fido di un uomo che non beve. Riempiamoci i bicchieri.
HILDA Verso io?
KURT No, no. Sven ha portato degli Schnapps.
NORMAN Non penso che mi andrebbero a genio.
ROSE Magari lui è uno di quelli che non riescono a bere a stomaco vuoto.
KURT E allora riempiamogli lo stomaco. Cosa mangiamo?
STANLEY Ce lo facciamo portare qua. Ho ordinato cibi freddi, spero vi piacciano.
KURT Digli di portarli su adesso.
STANLEY Bene. (Va al telefono) È un assortimento, sai no, salsicce, vol-au-vents, tartine.
KURT Magari le nostre signore sono vegetariane.
NORMAN No, non lo sono.
KURT Come lo sai?
NORMAN Voglio dire, non è possibile. Guarda quant’è grossa quella. (Indica HILDA)
HILDA Parli tu che hai lo stomaco che ti penzola sopra la cintura.
STANLEY Guarda che non vi abbiamo pagate per essere sgarbate. (Al telefono) Servizio in camera? Potete mandare su la cena adesso...
KURT Chiedi un po’ d’uva...
STANLEY Oh. (Al telefono) Potreste mandarci un po’ d’uva? Tu vuoi niente, Norman?
NORMAN Budino di prugne.
STANLEY Potreste portarci del budino di prugne?
KURT (A HILDA) Magari mi sdraio sul letto e tu mi imbocchi.
HILDA Col budino di prugne?
KURT No. Con l’uva.
STANLEY Ne porti un grappolo grande. Grazie. (Riattacca il telefono)
HILDA Ti piace farti viziare, eh?
KURT E sarò nudo, avrò addosso solo il lenzuolo.
HILDA Tu e le tue fantasie. E poi cosa ti inventerai?
STANLEY Non incoraggiarlo.
KURT Visto? Ti ho fatto ingelosire.
STANLEY Beh, magari, solo un pochino.
KURT Peccato che non ne abbiate ordinate un paio anche per voi.
STANLEY È un pensiero che mi viene in mente in continuazione.
NORMAN Solo che non possiamo, perché siamo sposati.
KURT Com’è tua moglie?
NORMAN Oh... ehm... ehm... beh... eh... eh...
ROSE Che c’è, te ne sei dimenticato?
NORMAN No.
KURT Bionda, bruna, grossa, piccola?
NORMAN No, no, più o meno una via di mezzo, ma molto carina, molto domestica.
ROSE Domestica?
NORMAN Brava in cucina, prepara i pranzetti e la frutta sciroppata. Recita in una compagnia amatoriale e si impegna molto con la chiesa.
KURT Sembra la tipica moglie. Il tipo giusto da avere in casa.
NORMAN Oh, sì, è il tipo giusto da avere in casa. Non un granello di polvere.
ROSE E com’è a letto?
NORMAN (Dopo una pausa) Molto comprensiva. (Entra SVEN con due bottiglie di Schnapps. Porta un cappello a forma di coppa per il budino, fatto di cuoio rosso, con delle corna su entrambi i lati)
SVEN Gli Schnapps! La bevanda dell’“Uomo di ferro”, e il cappello che vinco per l’occasione.
ROSE Molto seducente. Mi piacciono le cornine.
STANLEY Non soffri il solletico, Rose?
ROSE Io non ti ci vedo come “Uomo di ferro”.
SVEN Tieni Stanley, provalo. (Lo mette sulla testa di STANLEY) Ecco! Ti cambia completamente la personalità.
STANLEY Vuoi dire che se andassi a una festa le ragazze svedesi mi si getterebbero ai piedi?
HILDA Secondo me è più facile che si gettino dalla finestra. (KURT le da una pacca sul sedere)
KURT (Ridendo) Mi piacciono le donne che hanno senso dell’umorismo. Era buona questa, vero?
STANLEY Ho sentito di meglio.
SVEN Sappiamo che gli inglesi ridono molto di se stessi.
HILDA Certi sono costretti. (STANLEY si toglie il cappello)
STANLEY Grazie, Sven. Credo stia meglio a te. (KURT sta versando gli Schnapps)
KURT Coraggio, è ora di una bevuta prima di sistemare finalmente l’affare.
NORMAN Pensavo che fosse sistemato. Avete i contratti da settimane.
HILDA Contratti di cosa?
STANLEY Stiamo vendendo la nostra società a Kurt e Sven.
HILDA E che tipo di società è?
STANLEY Trasporti.
HILDA Trasporti. Che suono affascinante, vero, Rose?
ROSE Sì, tutti quei bei camionisti con le braccia pelose. Sembrano così forti, quasi degli dei, seduti nell’abitacolo, quando ti fanno l’occhiolino.
NORMAN Non lo fanno a te, spero.
ROSE A volte.
KURT È una piccola ditta di Huddersfield, la Bigley e Harris.
HILDA Ma mica “quella” Bigley e Harris?
KURT Ne hai sentito parlare?
HILDA È molto grossa. Si vedono i loro camion dappertutto.
KURT Davvero?
HILDA Sì.
SVEN Ne hanno solo trenta.
HILDA Allora devono essere molto occupati perché li vedi dappertutto. (Gli UOMINI hanno tutti un bicchiere di Schnapps)
KURT Beviamo all’affare adesso. Sursum corda.
SVEN Skol.
KURT Prosit.
GLI ALTRI. Cin cin! (TUTTI fanno tintinnare i bicchieri)
NORMAN Avrei dovuto mettere il cappello da “Uomo di ferro”. Basta quello a farti perdere la testa.
SVEN Un paio di queste e non sentirai più nulla.
NORMAN Grazie per l’avvertimento.
HILDA Di sicuro starà chiedendo una fortuna, signor Bigley.
STANLEY Non più del suo valore, un prezzo equo. Ottantamila ad autorimorchio.
SVEN Noi pensavamo ad una cifra un po’ più bassa.
ROSE Un altro drink, “Uomo di ferro”. (ROSE gli riempie il bicchiere)
KURT Riempi gli altri, Hildegard. (KURT le da l’altra bottiglia) Danne uno a Stanley.
HILDA Avanti, signor Bigley, partecipi alla festa. (STANLEY mette una mano sul bicchiere)
STANLEY No, amore, grazie.
HILDA Insisto! (Gli fa vedere che mette il pollice sulla bocca della bottiglia)
STANLEY Oh... Va bene, allora, riempi!
HILDA Fammi vedere come riesci a berlo tutto d’un fiato. (STANLEY finge di bere e fa il gesto di barcollare leggermente)
STANLEY È roba buona.
KURT Rose, servi anche il mio amico Norman.
HILDA (Rapida) Lascia, faccio io.
ROSE Nessun problema, Hildegard, so quello che faccio.
HILDA Basta un “pollice”, non so se mi capisci.
ROSE Non sono mica scema. (SVEN prende la bottiglia a ROSE)
SVEN Dai qua, faccio io. (SVEN versa abbondantemente da bere per NORMAN e per sé) Skol!
NORMAN Skol. (Bevono) Phuuu! (NORMAN gli tiene la testa) Ca-skol.
STANLEY Stai bene, Norman?
NORMAN Credo di sentirmi bene. Meglio del solito.
SVEN Ti facciamo diventare un “Uomo di ferro”.
NORMAN Credo che potrei cavarmela con il nuoto e con la corsa ma di “buidare la guici” non sono tanto sicuro.
KURT Ma che dice?
HILDA Mi sa che prima mangia qualcosa meglio è.
SVEN Allora, facciamo sessantamila ad autorimorchio e poi possiamo mangiare, bere e fare i ragazzacci.
STANLEY Mi dispiace, ma quella cifra non posso accettarla. Avevamo detto ottanta. È ottanta.
SVEN Sessanta.
KURT Sessanta.
STANLEY Ottanta! Norman? Digli quanto vogliamo. (NORMAN leva il bicchiere)
NORMAN Quello lì. (STANLEY gli strappa il bicchiere di mano)
STANLEY Vuol dire ottanta. Vero?
NORMAN Vero?
STANLEY Certo che sì.
SVEN Sono sicuro che possiamo convincerlo ad accettare un po’ meno. (NORMAN prende un bicchiere)
NORMAN Va bene. Facciamo la metà. (STANLEY gli porta via il bicchiere)
STANLEY Concentrati. Stiamo parlando di cifre adesso.
NORMAN Ne ho presi solo due. (Suona il campanello) A-ha! Devono essere le cibarie! Scusatemi. (Va alla porta)
STANLEY Ricordati di dare la mancia al cameriere.
NORMAN (Pomposo) E quando mai. Gli darò denaro sonante, e se mi sento molto generoso magari gli do cinque sterline nuove di zecca. (Esce per la porta)
KURT Mi sa che il tuo signor Harris è una bella incognita.
STANLEY MI sa che ha bevuto una bella incognita.
HILDA Si pentirà quando tornerà a casa.
ROSE Ah, di sicuro. (Ricompare NORMAN)
NORMAN Stanley? Preparati.
STANLEY Com’è, appetitosa?
NORMAN Molto.
STANLEY Ce n’è abbastanza per tutti?
NORMAN Più che abbastanza! Sono Sabrina e Valerie.
HILDA, ROSE e STANLEY Sabrina e Valerie? (Entrano SABRINA e VALERIE. Sono due ragazze piuttosto imponenti. SABRINA è inglese e VALERIE è australiana. Fanno un gesto allegro agli UOMINI)
SABRINA e VALERIE Ciao ragazzi!
S I P A R I O
FINE PRIMO ATTO
SECONDO ATTO
Stessa scena. L’azione è continua.
SABRINA Sera a tutti. Abbiamo avuto qualche piccolo casino.
NORMAN Oh davvero?
SABRINA Quando siamo andate all’appartamento del tizio, questo si era fatto un’overdose di Viagra e adesso è in cura intensiva. E allora ho detto alla mia amica Valerie, visto che tanto siamo in giro, facciamo un salto in albergo e vediamo se i due signori hanno bisogno di un po’ di compagnia.
HILDA I due signori sono già a posto, grazie.
SABRINA Oh, papera, non farti rivoltare le mutande, sempre se le porti, s’intende.
ROSE Modera le parole, prego. Ci sono degli uomini.
KURT Non preoccupatevi per noi. A noi non dispiace un po’ di pepe nella conversazione.
SABRINA Chi di voi ragazzacci ha chiesto due signore?
NORMAN e STANLEY Lui.
SABRINA Sull’ordinazione c’era scritto signor Harris.
NORMAN Sono io.
ROSE È sposato. Ha cambiato idea.
VALERIE Dicono tutti così. Ma noi gliela facciamo subito cambiare di nuovo.
NORMAN Sì.
ROSE Mollalo, grazie.
VALERIE Che è, roba tua?
SVEN No, questa signora sta con me. (KURT dà a HILDA una pacca sul sedere)
KURT E questa è mia.
VALERIE Allora mi pare proprio che manchino due ragazze.
KURT Perché non hai detto che ne avevi ordinate altre due, Stanley?
STANLEY Non le avevo ordinate. Ne abbiamo ordinate solo due, ma ci hanno detto che avevano disdetto.
HILDA Magari è stato quando avete ordinato noi.
STANLEY Sì, è vero, sì!
ROSE E per puro caso passavamo in zona.
SABRINA Vi fate gli alberghi, eh?
ROSE Oh, sì.
VALERIE Non è facile entrare nelle stanze senza farvi beccare.
ROSE Non abbiamo avuto quel problema, vero Hildegard?
HILDA No. Di solito quando vedono una donna sofisticata non la fermano.
ROSE Ma vi avranno chiesto qualcosa, credo, no?
SABRINA Oh, sì. Abbiamo detto che avevamo un appuntamento con il signor Harris.
VALERIE Scusi il ritardo, signor Harris. Le darò del tempo extra.
NORMAN Oh, sì.
STANLEY (Ridacchiando) Questa sarà da vedere.
SABRINA Come ti chiami, ragazzaccio?
STANLEY (Compassato) Io sono il signor Bigley.
SABRINA Eh, esagerato. Come ti chiami di nome?
STANLEY Stanley.
SABRINA Bene Stan, io sono Sabrina, quindi sembra che tu sia mio per stanotte.
HILDA Non corriamo troppo. Voglio dire, a ciascuno il suo. Io ho messo gli occhi su Stanley dal momento che è entrato qua dentro.
KURT Oh, Hildegard, non ti fai mettere sotto. Mi piace. (KURT abbraccia HILDA, con le mani sul sedere di lei)
HILDA Non adesso, Kurt. E non qui. (Gli sposta la mano)
VALERIE Da che parte è il bagno?
KURT Ce n’è uno lì. Usa il mio.
SABRINA Vengo con te. Mi devo aggiustare i collant. (SABRINA e VALERIE escono assieme, nella stanza a destra)
SVEN Sembra che ci divertiremo un mondo.
KURT Beh, signor Harris, penso che trascorrerai una calda notte tropicale.
NORMAN È un bel bocconcino, vero?
ROSE Troppo per te.
NORMAN Forse hai ragione.
KURT Voi inglesi. Io non riesco a capire come avete fatto a vincere la guerra. Dov’è il vostro spirito di Dunkerque?
STANLEY (Alzando il bicchiere) No, sto a posto così, grazie.
HILDA Non è questione di coraggio, è solo che certi uomini sono più il tipo materno, hanno bisogno di costruire un rapporto di confidenza.
STANLEY Questo è sacrosanto.
KURT Non vedo proprio che tipo di problemi potreste avere con Sabrina. Sembra la cavallona più peperina che abbia mai visto...
STANLEY E mi si offre su un piatto d’argento! Se non fossi sposato...
KURT Sarebbe uno spreco terribile. Ha proprio l’aria di chi si divertirebbe a maneggiare un uomo vero.
SVEN Magari un “Uomo di ferro”?
KURT No, Sven, per una volta pensavo a me stesso.
SVEN Ti presto il mio cappello.
KURT Su di te sta bene. Ma mi sa che al mio stile non si addice. Quella Sabrina è una Valchiria degna di Wagner. Wunderbar.
HILDA (Piccata) Secondo me, è dozzinale. Mi meraviglio che un uomo distinto come te possa essere attratto da un essere così volgare.
STANLEY A me è sembrata ineccepibile.
NORMAN Anche a me.
ROSE Nessuno ha chiesto la vostra opinione.
HILDA Vedi, Kurt, tu sei straniero, quindi il tuo orecchio non coglie le sfumature del nostro accento. Sai, io e Rose parliamo quello che si dice “l’inglese standard BBC”. Ma Sabrina, molto francamente, è proprio di bassa lega.
KURT Non è venuta qua per parlare.
NORMAN È venuta per fare baldoria.
HILDA Non con te, Norman.
KURT Non essere così autoritaria. Sei proprio una donna autoritaria.
HILDA Non è vero!
STANLEY Sì, invece. (HILDA si volta verso di lui)
HILDA Cosa hai detto?
STANLEY Beh, cioè... La prima impressione che dai è quella di essere un po’ brusca. Io cercherei di addolcirmi se fossi in te, altrimenti non ti chiamiamo più.
HILDA Tu aspetta solo che ti metta le mani addosso...
KURT Ah, adesso sappiamo come farla scaldare. Basta minacciarla e di colpo è pronta ad entrare in azione.
SVEN Prima di trovarci in una brutta situazione, possiamo stabilire che quelle ragazze le pagate voi, come queste?
HILDA Eh, no!
KURT Hai proprio una personalità dominatrice.
SVEN Magari è brava a dominare.
KURT È per questo che sei rinomata?
ROSE No, veramente lei è rinomata per il suo budino alla Yorkshire.
KURT Cosa?
ROSE Budino alla Yorkshire. Nessuno lo sa fare come lei.
SVEN Affascinante. Ma io voglio ancora sapere, queste ragazze extra, chi le paga?
STANLEY Non vedo perché debba toccare a noi.
KURT Sven, andiamoci io e tu a trattare con Sabrina e Valerie.
SVEN Con permesso.
STANLEY Figuriamoci, fate come se foste a casa vostra.
KURT Siamo a casa nostra, ricordate?
SVEN Chissà se Sabrina e Valerie sanno fare il budino alla Yorkshire.
ROSE Ne dubito. Ci vogliono anni di pratica. I miei si sgonfiano sempre a metà cottura.
SVEN Mi sa che non assaggeremo budino alla Yorkshire. (KURT e SVEN escono)
HILDA Beh, questo sì che è un bel pasticcio. (A STANLEY) Colpa tua.
STANLEY Mia?
HILDA Dovevi sbattergli la porta in faccia.
STANLEY Dovevo sbatterla in faccia a voi.
HILDA Ma senti questa. Dopo che veniamo qui a salvarvi la pellaccia e io mi faccio anche palpeggiare da un uomo che ha più tentacoli di una piovra.
STANLEY Raccontala a qualcun altro. L’hai istigato tu.
HILDA Non è vero! Non posso farci nulla se ho dei feromoni biologici che eccitano la sua libido.
STANLEY Io non li ho mai notati.
HILDA Non li puoi vedere, è un’aura. È nella natura – è quello che ti ha attratto in me quando ci siamo conosciuti – i feromoni.
STANLEY Sciocchezze... Quello che mi ha attratto in te erano i tuoi pantaloncini da ciclista mentre pedalavi per Hinchcliff Hill.
HILDA Io non ti ho mai visto.
STANLEY Io stavo nella Mini Minor dietro di te. Ero così vicino che riuscivo a leggere la marca.
HILDA Raleigh?
STANLEY No. Marks e Spencer.
ROSE Lasciate stare i ferro-ormoni, cosa facciamo con quelle due orribili ragazze?
NORMAN Non sono affatto orribili, sono molto carine.
ROSE Se fossi sobrio non lo penseresti. Non per disprezzare, ma le hai viste le scarpe?
HILDA Sì! Dio mio!
ROSE Sembrano gli zatteroni di Minni. Che fascino!
NORMAN (Ridacchiando) Non preoccupatevi, se li levano subito.
ROSE Io non so che gli è preso, a Norman.
STANLEY Mezza pinta di Schnapps, se vuoi saperlo. Adesso, Norman, cerca di rimetterti in sesto, sei un ragioniere, sei tu che devi fargli i conti cifre alla mano.
NORMAN Sono perfettamente in grado di gestire le cifre. Non è difficile vendere ottanta camion a trentamila ciascuno, o no?
STANLEY No, quello lo può fare qualunque cretino. Quello che è più difficile è vendere trenta camion a ottantamila ciascuno.
NORMAN E chi è che li vende?
STANLEY Noi! Almeno, questo prima che ti mettessi a recitare “Giorni perduti”.
ROSE Era Ray Milland, vero?
HILDA Sì, ha perso i capelli da giovane, vero?
STANLEY Li perderemo tutti i capelli, se non gli facciamo firmare questo maledetto contratto.
ROSE Tu li stai già perdendo.
HILDA Non dare la colpa a noi, sei tu la mente, noi siamo qua solo come accompagnatrici.
STANLEY Sembra che siate in sovrannumero.
NORMAN Perché non sgattaiolate via adesso, e prendete il treno delle 10:18?
ROSE E vi lasciamo qua con quelle due squillo?
NORMAN Non sono per noi.
ROSE C’è il tuo nome sulla comanda.
STANLEY Ma quelle se le pagano di tasca loro. Noi non c’entriamo nulla.
HILDA E se vi invitano ad unirvi ad un’orgia?
NORMAN Beh, allora è diverso.
ROSE È proprio quello che dico io. Quindi il treno delle 10:18 scordatelo! (A HILDA) Vedi quant’è facile portare Norman sulla cattiva strada.
HILDA Stanley non lo seguirebbe per molto, te lo dico io.
STANLEY Donne di poca fede. Adesso le cose cambiano, eh? Come pensate che ci sentissimo io e Norman vedendovi prese a pizzicotti sul sedere da quei due?
HILDA Stavamo lavorando per voi.
ROSE Non sembra abbiano molta fretta di mettersi al lavoro.
HILDA Non per vantarmi, ma Kurt sì. Quello che mi ha sussurrato all’orecchio non erano cose da niente.
ROSE Intendevo il contratto, Hilda.
STANLEY C’è sempre un momento psicologico in cui sai che sono pronti a firmare. Speriamo che quelle due ragazze non li sfiniscano. Ma almeno voi due siete al sicuro, starete con noi, così non dovrete subire l’umiliazione di farvi pizzicare il sedere. Non da loro ad ogni modo!
HILDA E con questo cosa vuoi dire?
STANLEY Io e Norman dovremo farlo, per salvare le apparenze. Ricordatevi che dovete far parte del gioco.
ROSE Com’è che ho iniziato come elegante dama di compagnia e adesso finisce che faccio parte del gioco?
NORMAN Stai solo fingendo.
STANLEY Insomma, voglio dire che non dovete spaventarvi se cominciamo a fare i galletti con voi.
HILDA Spaventarci? Anzi, sarà un bel cambiamento, no, Rose?
ROSE Beh, Norman non è mai stato un galletto.
STANLEY Beh, stanotte gli conviene esserlo.
NORMAN Abbiamo deciso chi sta con chi?
STANLEY Prego?
NORMAN Beh, potremmo rendere il tutto più realistico se facciamo un bello scambio.
ROSE Cosa ti viene in mente?
NORMAN Il problema è che ogni volta che faccio il galletto ti viene sempre da ridere.
ROSE Non posso farci niente. Questo fa delle smorfie così buffe.
NORMAN Con Hilda forse potrei fare il galletto.
HILDA Sei proprio un’incognita.
ROSE In questo caso, non ti dispiacerebbe se permetto a Stanley qualche licenza?
NORMAN No, fair play, per favore. Vieni, Hilda, siediti sulle mie ginocchia.
STANLEY Hai un po’ di fretta, per caso?
NORMAN Dobbiamo fare un po’ di pratica. Rose, fai la stessa cosa con Stanley. (HILDA si siede sulle ginocchia di NORMAN) Come va? Comoda?
HILDA Se sposti le chiavi della macchina sto meglio.
NORMAN Ce le ho nel cappotto.
HILDA (Perplessa) Oh. (ROSE si siede in grembo a STANLEY)
ROSE E su, Stanley, cerca di far sembrare che mi desideri.
STANLEY Lo sto facendo. Ti sto lanciando il mio sguardo da “andiamo a letto”.
ROSE Oh. (Lo fissa negli occhi) Stai pensando a cose di sesso?
STANLEY Perché?
ROSE Ti stanno diventando le pupille grandi grandi.
STANLEY Perché hai bloccato la circolazione del sangue in questa gamba.
ROSE Scusa. Mi siedo su tutte e due. Resisti finché mi metto comoda. (Si dimena un po’) Meglio?
STANLEY Un po’. (Entrano KURT e SABRINA)
SABRINA Affare fatto.
STANLEY Oh, bene. Sei pronto per firmare, Kurt?
KURT Dopo. Ci stavamo mettendo d’accordo sul prezzo.
STANLEY Soddisfacente, spero.
KURT Londra sta diventando molto cara.
SABRINA Ne varrà la pena. E poi noi facciamo sempre pagare di più per un’orgia.
HILDA Orgia?
ROSE Noi non le facciamo. Noi siamo eleganti dame di compagnia.
SABRINA Ma perché non le rispedite a casa queste? Scommetto che sono dilettanti.
HILDA e ROSE Dilettanti!
SABRINA Se fossi in voi, andrei ad adescare i passanti a King’s Cross.
HILDA Come ti permetti!
KURT Ti prego, non essere così scortese con queste due affascinanti signore.
HILDA Grazie, Kurt.
KURT Se dobbiamo passare del tempo assieme, dobbiamo essere amichevoli – in certi casi, molto amichevoli. (Suona il campanello)
STANLEY Vai tu, Norman?
HILDA Vai tu. Norman sta comodissimo così. (STANLEY si alza)
STANLEY Scusami, Rose.
ROSE Non è che avete ordinato altre ragazze?
STANLEY Non essere ridicola.
NORMAN Spero che sia la mia cena. Lo stomaco reclama.
HILDA Ah era lo stomaco? Pensavo stesse succedendo qualcosa da quelle parti.
STANLEY (Fuori scena) Grazie, faccio io. No! Non entri! Ho detto di no! Siamo in riunione. (STANLEY riappare con un carrello ristorante, con delle ribalte laterali. Il vassoio è carico di cibarie. Le ribalte laterali sono rivolte all’ingiù)
KURT Ah, finalmente! (A SABRINA) Vai e fai venire qui gli altri.
SABRINA Sembra buono. Io sto morendo di fame, non sono riuscita a mangiare. Sono in giro tutto il pomeriggio. (Esce)
KURT Non voglio sembrarti irriconoscente, Stanley, ma quelle ragazze, benché molto attraenti, non hanno la classe di queste due.
STANLEY Sono d’accordo.
HILDA Sì, è d’accordo.
KURT Quindi, dato che siamo gli ospiti, noi scegliamo per primi, e tu e Norman potete fare il primo giro con le due bambolotte là.
STANLEY Non precipitiamoci. Dopo che avrete mangiato e bevuto un po’ magari avrai cambiato idea.
KURT E perché dovrei?
HILDA Si vede che è un gentiluomo, ha buon gusto.
KURT Voi siete proprio il tipo di compagne che si possono presentare ovunque. Io ho in programma una crociera per aprile, da Roma a Capri e poi alle isole greche. Ti andrebbe? Sono solo due settimane.
HILDA Ma non sei felicemente sposato?
KURT No, io sono felicemente divorziato.
HILDA Posso portare la mia amica Rose?
KURT Chiedi a Sven, la barca è sua.
HILDA È allettante, vero?
ROSE Aprile? Beh, darò un’occhiata all’agenda e vedrò come sono messa con le prenotazioni. Capri, è dove viveva Gracie Fields. Mia madre aveva tutti i suoi dischi. È stata sepolta lì.
STANLEY Tua madre?
ROSE No. Gracie Fields. (Entrano SVEN e VALERIE. SVEN si sta abbottonando la camicia. VALERIE adesso porta una gonna corta, stivali di pelle di leopardo, una cintura scoperta e una giacchetta discinta) Che hai combinato, Sven?
SVEN Ho il torcicollo, Valerie mi ha fatto un massaggino.
ROSE Potevi chiedere a me.
VALERIE Avrai la tua chance più tardi, stella.
STANLEY C’è un bel rifornimento di cibarie qui. Servitevi! (TUTTI si servono)
KURT Vedo che c’è l’uva, Hildegard. Ricordati che mi devi imboccare. (STANLEY prende un grappolo)
STANLEY Sempre se ne rimane.
SABRINA (A VALERIE) Non imboccano neanche noi di solito.
VALERIE Se ne rimane un po’ chiediamo un sacchetto per il cane.
SVEN Facciamo un brindisi. Avete tutti un bicchiere, sì?
ROSE Sì.
SABRINA E a me non ne date uno?
KURT Sì. Ma prima bevi!
VALERIE Ne avete, champagne?
STANLEY Quello lo conserviamo per dopo, per festeggiare il nostro affare.
VALERIE Fatelo adesso allora, così ci beviamo il gazosino.
STANLEY Buona idea. Che ne dici, Kurt?
KURT Se accettate di abbattere il venti per cento, firmiamo adesso.
STANLEY Niente da fare.
KURT Niente gazosino.
VALERIE Non fate i taccagni. Cos’è il venti per cento tra amici?
NORMAN Circa trecentomila sterline.
SABRINA Cacchio, si fanno cifre grosse qua. (A VALERIE) Mi sa che abbiamo chiesto troppo poco.
VALERIE Oh, mica siete spacciatori, vero?
KURT Certo che no.
HILDA Hanno l’aria degli spacciatori?
VALERIE Lui sì. (Indica NORMAN)
ROSE Ha solo bevuto un po’, tutto qui. Si occupano di trasporti, autorimorchi.
NORMAN Noi vendiamo e loro comprano.
SVEN Un brindisi! Un brindisi dalla Scandinavia. “Deen Skol. Meen Skol alla Vacca Skol!”
SABRINA Sembra una parolaccia.
SVEN Ho detto “Alla vostra salute, alla mia salute, alla salute di tutte le belle donne! (TUTTI bevono un sorso)
VALERIE Cavolo! Un paio di questi e mi salta il reggiseno.
NORMAN Dagliene subito un altro.
SABRINA Dritto in bocca, sulle gengive, stomaco attento, arriva... (Bevono)
ROSE Mi sa che non sono tagliata per gli snapps.
KURT Schnapps.
ROSE Ah sì?
HILDA Somiglia al lucido francese. Deve essere un gusto che si acquisisce col tempo.
KURT E io ti aiuterò ad acquisirlo.
HILDA Stai cercando di condurre questa ragazza sulla cattiva strada?
KURT Sì. Cominci a sentirti cattiva?
HILDA Di certo non mi sento me stessa.
KURT Magari dovresti sdraiarti un attimo.
HILDA Magari, giusto un attimo. (KURT la prende in braccio e la porta verso la stanza da letto)
KURT Stanley, porta l’uva.
STANLEY Se non ti dispiace preferirei di no.
HILDA Fa’ come ti ha detto!! (KURT porta HILDA fuori scena, seguito da STANLEY con l’uva)
SABRINA Adesso capisco come lavora. Molto professionale, vero?
VALERIE Sì, c’è sempre da imparare dalle anziane.
SABRINA Bene. A chi tocca adesso?
NORMAN Io cedo facilmente.
ROSE Anche io.
SVEN Allora tocca a me... Ambarabà ciccì coccò... Questo bel fusto a chi lo do... (Finisce su SABRINA e sceglie ROSE) Ci vediamo dopo. (Mentre ROSE esce tra le braccia di SVEN, comincia a cantare)
ROSE “Amore mio non piangere se me ne vado via...”
SABRINA Come ha fatto?
VALERIE Non lo so... Peccato, era proprio carino. (Entra STANLEY)
STANLEY Ho appena visto un lato di Hilda che non avevo mai visto prima.
NORMAN È già spogliata?
STANLEY Dov’è Rose?
NORMAN Se l’è appena portata via Tarzan.
VALERIE Beh, fortunelli, vi è rimasto il meglio.
NORMAN Sì, credo.
SABRINA Cosa si prova ad avere una coppia di ninfette che stanno per saltarvi addosso?
STANLEY La prima cosa che mi viene in mente è apprensione.
SABRINA Vedrai, non è qualcosa che troverai a casa tua con tua moglie.
NORMAN Come lo sai che siamo sposati?
SABRINA Si vede. Avete il tipico aspetto di chi si fa tiranneggiare dalla moglie.
STANLEY Posso assicurarti, signorina...
SABRINA Sabrina.
STANLEY Sabrina, siamo entrambi uomini felicissimamente sposati, vero, Norman?
NORMAN Dopo qualche anno dimentichi quant’eri felice.
SABRINA Allora perché ci avete fatte chiamare?
VALERIE Si sentivano frustrati. Volevano pascolare un po’ dove l’erba è più verde. (VALERIE mette un braccio attorno a NORMAN) Sei mai stato... in Australia?
NORMAN Mai più vicino di così.
STANLEY Il punto è che vi abbiamo ordinate non per noi, ma per intrattenere i nostri soci d’affari. Quelli volano molto in alto, e si aspettano questo tipo di cose, e quando avete disdetto dovevamo trovarne altre due, ma dato che avete ripristinato l’impegno ci ritroviamo come dire... in sovrannumero.
SABRINA Ma allora cosa volete?
STANLEY Se non avete troppa fretta, possiamo fare due chiacchiere e consumare questo bel pasto.
SABRINA Oh, beh, un cambiamento ogni tanto non fa male. Di cosa vuoi parlare? (TUTTI stanno in piedi attorno al carrello delle vivande e si servono)
STANLEY Qualunque cosa. Ehm... Vuoi rompere tu il ghiaccio, Norman?
NORMAN Va bene. Che avete fatto di bello oggi?
STANLEY Che tatto, Norman.
SABRINA Non critico mai i miei clienti.
STANLEY Meno male. Quando non lavorate avete qualche hobby?
SABRINA Oh, sì. Io sto seguendo lezioni di cucina.
STANLEY Ah sì?
SABRINA C’è un gruppo molto simpatico.
VALERIE Vuole che vada anche io, ma io devo stare a casa il più possibile, sapete... Il piccolo Duane.
NORMAN Quanti anni ha il piccolo Duane?
VALERIE Ne fa quattro a dicembre.
NORMAN Ma quindi sei sposata?
VALERIE No, è stato un figlio dell’amore. Fu quando la squadra inglese di cricket venne a Sydney per il campionato del mondo.
NORMAN Quattro anni fa? Abbiamo perso, vero?
STANLEY Di che squadra era il padre?
VALERIE Quella che ha perso, ma non vi posso dire chi era.
STANLEY No, capisco bene.
VALERIE Ma ha sbagliato un passaggio vitale.
NORMAN Un po’ maldestro allora.
VALERIE (Ridendo) Puoi ben dirlo.
SABRINA A me piace più il calcio. Io tifo il Chelsea, perché hanno gli stranieri più carini. Voi chi tifate?
STANLEY Io e Norman preferiamo il rugby, ma le mogli non sono molto interessate.
VALERIE Beh, a questo porta il matrimonio, addio indipendenza.
NORMAN No, nel nostro caso non abbiamo rimpianti, vero, Stanley?
STANLEY No, sono tanto premurose con noi.
SABRINA Da quanto siete sposati?
STANLEY Quasi vent’anni.
SABRINA Vi hanno sposato per i soldi?
STANLEY Dio santo, no. Non ne avevamo.
NORMAN Avevamo appena iniziato la nostra attività e ci è andata bene in seguito. Abbiamo lavorato duro all’inizio perché i primi anni i camion li guidavamo noi, per tutto il paese.
VALERIE E le mogli le lasciavate a casa?
NORMAN Certo.
VALERIE E che ne sai che mentre eravate via loro non si divertivano?
NORMAN Lo so e basta.
STANLEY Vedi, con certe donne sai che ti puoi fidare. Non guarderebbero mai un altro uomo. (Fuori scena si sente HILDA che lancia un grido di eccitazione. Seguito da una risata. STANLEY resta inchiodato) Ehm... dove eravamo?
SABRINA Parlavamo di mogli fedeli.
STANLEY Oh, sì.
VALERIE Io potrei essere fedele, se fossi sicura di avere un uomo fedele. Timorato di dio, un buon cristiano. Voi ci andate in chiesa?
NORMAN Tutte le domeniche.
VALERIE Tu saresti il mio tipo di uomo.
NORMAN Davvero?
VALERIE Oh, sì. E sta’ sicuro che avresti avuto una moglie assolutamente fedele.
NORMAN Molto carino da parte tua. Posso aggiungere che mi sarei considerato fortunato a trovare la felicità con te e il piccolo Duane. Ma il destino ha deciso altrimenti e devo ringraziare che ho un matrimonio che non mi ha mai dato un solo momento di preoccupazione. (Si sente la voce di ROSE dalla stanza da letto)
ROSE (Fuori scena, ridendo) No, Sven, adesso tocca a te metterti il cappello.
SABRINA Questi svedesi, possono andare avanti tutta la notte, sapete.
NORMAN Tutta la notte?
SABRINA Beh, quassù arriva pochissima luce. Non vale neppure la pena di alzarsi dal letto. (Si sentono altri tumori e voci concitate di ROSE e SVEN)
NORMAN Credi che sia tutto a posto?
SABRINA Basta che non crepi prima di firmare quel contratto.
NORMAN Come, basta che non crepi?
SABRINA Beh, può succedere, ma sarebbe davvero una coincidenza incredibile, due in un giorno.
NORMAN Mi sa che vado a dare un’occhiatina. (Si dirige verso la camera da letto. STANLEY lo trattiene)
STANLEY Non farlo, Norman. Potresti agitarti. (Si apre la porta della camera e compare ROSE con il cappello da “Uomo di ferro”, con solo un corno)
ROSE Scusate, qualcuna di voi signore ha un’aspirina?
NORMAN (Sussurrando a STANLEY) Oh, ha il mal di testa.
VALERIE Ne ho io qua.
STANLEY Correggimi se sbaglio, ma quel coso non aveva due corna?
ROSE Ah sì?
NORMAN Sì.
ROSE Avete proprio ragione. Ne ho tolto uno per punizione. Dov’è quell’aspirina?
VALERIE Ecco qua.
NORMAN Ricordati che ti sentirai meglio dopo averne prese un paio.
ROSE Non è per me, è per Sven. (Esce in camera da letto)
NORMAN Beh, io vado a casa ad aspettare in fondo alle scale.
STANLEY Cosa sembrava con quel cappello. (Entra HILDA con un asciugamano intorno alla vita e un turbante)
HILDA Ci serve altra uva.
STANLEY A cosa ti serve quel turbante?
HILDA Oh, sai, stiamo dando sfogo alle nostre fantasie. Lui è Antonio ed io Cleopatra, ed è appena tornato da Roma.
VALERIE Cacchio, che fantasia.
STANLEY L’uva è finita. Budino di prugne va bene lo stesso?
HILDA Non è così stravagante. Si accontenterà delle banane.
STANLEY Banane?
SABRINA Se ti serve aiuto diccelo.
HILDA No, è soddisfattissimo della sua piccola “Cleopatra”.
STANLEY Digli di levare le mani dal tuo aspide.
HILDA Non essere volgare. (Esce con le banane dentro una coppa d’argento)
VALERIE Vuoi un po’ di formaggio?
STANLEY No, grazie. Mi è passato l’appetito. (NORMAN si siede sul divano. VALERIE lo raggiunge)
SABRINA Non possiamo tentarvi in nessun modo?
STANLEY Beh, ad essere sinceri, credo che la risposta sia sì.
KURT (Fuori scena, gridando) ...E adesso ci facciamo un viaggio sul Nilo. (Gridolino di piacere di HILDA)
SABRINA Ti piacerebbe?
STANLEY Mi è venuto in mente.
NORMAN Stanley, pensa a tua moglie.
STANLEY Lo sto facendo. (SABRINA dà a STANLEY una fetta di crostata)
SABRINA Tieni, caro. Prendi una salvietta, così non ti sporchi la camicia.
STANLEY Grazie. (STANLEY si siede sulla poltrona. SABRINA si siede sul bracciolo della poltrona) Ti dispiace se ti metto un braccio attorno ai fianchi?
SABRINA Senti, Stanley, se sei il tipo che penso io, non dobbiamo fare qualcosa di cui poi ti pentiresti.
STANLEY No, non lo farò.
SABRINA Butteresti via vent’anni di fedeltà, solo per un momento di eccitazione fisica. E non voglio essere io la responsabile di questo. Vedi, io so di esercitare questa attrazione fatale per gli uomini. Non è colpa mia se sono bella e sexy. Anzi, può essere uno svantaggio. Non sai mai se un uomo vuole solo portarti a letto o se ha sentimenti più profondi.
STANLEY Penso di avere entrambi.
VALERIE Quello che dice Sabrina è verissimo, dovresti prendere esempio dal tuo amico Norman. Io e lui siamo seduti accanto. Credo proprio che mi consideri un bel bocconcino, ma non sta pensando a questo, sta pensando a sua moglie.
NORMAN Ah sì? Oh, certo! Ma è un po’ come essere nel giardino dell’Eden, sono fortissimamente tentato.
VALERIE Oh, Norman, credo che tu stia per deludermi.
NORMAN Oh no, certo che no! (NORMAN la afferra. Suona il cellulare di VALERIE)
VALERIE È il mio o il tuo?
SABRINA Il tuo.
VALERIE Resta lì, stella. (Risponde al cellulare) Oh, pronto, signora Maclean. No, non mi ha disturbato... Gliel’ha data la cioccolata calda? Oh, è meglio che lo vesta... Ciao angioletto mio! No, mamma non può tornare ancora, è assieme a dei signori... Ci vuoi parlare? Aspetta... (A NORMAN) Parla un po’ con il piccolo Duane.
NORMAN Preferirei di no...
VALERIE Cantagli una filastrocca. Ne saprai qualcuna.
NORMAN Oh, ne so una. (Prende il cellulare di VALERIE) Sei lì, Duane? Bene.
“La signora Guff
Seduta sul pouf
Mangiava la quagliata
E ad un tratto spaventata
Vide un grande ragno che
Stava seduto sul bidè, e...” Duane?... Duane?... Calmati! (Porge il telefono a VALERIE) Sta piangendo come una fontana.
VALERIE (Al telefono) Non piangere, tesoro... Non ti preoccupare, non c’è nessun ragno... Se prometti che vai a dormire ti canto una canzoncina. Sei pronto?
“Piccino mio riposa,
Piccino fai la nanna,
È dolce come una rosa
Quando guarda la sua mamma
Ha gli occhi così blu
Ti fa pensare che il paradiso
È lì dove sei tu”.
Duane?... Duane? (VALERIE si volta verso NORMAN, che si sta asciugando una lacrima. Spegne il cellulare e lo mette via) Mi sa che ha funzionato.
NORMAN Dove eravamo prima che squillasse il telefono?
VALERIE Ci stavamo conoscendo a livello spirituale. Mi stavi dicendo quanto sei fedele a tua moglie.
NORMAN Ah sì?
VALERIE Come si chiama?
NORMAN E... Ehm... Signora Harris.
VALERIE Il nome di battesimo.
STANLEY Rosalind.
NORMAN Rosalind.
VALERIE Che bel nome. È fortunata ad avere un uomo come te. Magari un giorno incontrerò un uomo come te. (NORMAN spalanca le braccia)
NORMAN L’hai già incontrato!
VALERIE Ma sei sposato.
NORMAN E se divorzio?
VALERIE Perché pensi al divorzio se sei così felicemente sposato?
NORMAN Non ci avevo mai pensato fino ad ora.
VALERIE Vuoi dire che il mio bel corpo caldo ha riacceso qualcosa che prima era sopito?
NORMAN Beh... Adesso che lo dici...
SABRINA Non c’è niente di cui vergognarsi. E tu, Stan, tutto regolare?
STANLEY Beh, io, ehm, penso di sì, più o meno.
SABRINA Più “meno” che “più”.
STANLEY Non credo di volerne discutere, non è una cosa importante.
SABRINA Mi sembri un po’ intimidito.
STANLEY No, vedi, è che dopo qualche anno di soddisfazioni non ci pensi più tanto, vero, Norman?
NORMAN No. Certe volte ti accontenti di un po’ di uova e pancetta.
VALERIE Questa è una delle cose più tristi che abbia mai sentito.
STANLEY Una delle cose più tristi che abbia mai sentito.
NORMAN Resta tra noi.
SABRINA Secondo me avete bisogno tutti e due di risvegliare la vostra vita sessuale. E anche se siete riluttanti, sono certa che io e Val potemmo farvi questo favore, vero? (VALERIE guarda l’orologio)
VALERIE Non dovrebbe essere una cosa lunga.
NORMAN Bene, allora, affare fatto.
VALERIE Quella cravatta sembra molto formale, perché non te la togli? Lascia fare a me... (Scioglie la cravatta a NORMAN)
SABRINA (A STANLEY) Perché non ti togli la giacca?
STANLEY Sì, fa un po’ caldo in effetti. (SABRINA gli mette le braccia attorno togliendogli la giacca. La vicinanza di lei lo eccita)
VALERIE Adesso ti sbottoniamo la camicia.
NORMAN Piano, mi fai il solletico.
VALERIE Mi sa che il solletico ti piace.
NORMAN Forse.
VALERIE Vediamo dov’è che ti piace di più. (VALERIE lo insegue e NORMAN striscia a quattro zampe dietro il divano. VALERIE lo raggiunge. Evidentemente lei sta seduta sopra di lui, si vedono la testa e le spalle di lei sopra lo schienale del divano)
NORMAN Oh, Valerie, no!
VALERIE Quando dicono “no” vuol dire “sì”. (Scompaiono alla vista. STANLEY si solleva e viene respinto sulla poltrona da SABRINA)
STANLEY Sei più forte di quanto sembra.
SABRINA E non hai visto nulla ancora. (Sbottona la giacchetta e mostra un reggiseno piuttosto striminzito)
STANLEY (Impressionato) Santa Filomena!
SABRINA Che ne pensi di queste?
STANLEY Non se ne trovano molte al chilo.
NORMAN (Nascosto dietro il divano) Aiuto!
VALERIE Non hai bisogno di aiuto.
NORMAN La mia cintura, Stanley!
STANLEY Arrangiati. Ho gli occhi occupati. (SABRINA compie col corpo delle delicate spirali mentre si leva la gonna. VALERIE e NORMAN sono nascosti)
SABRINA Come puoi immaginare, ogni tanto faccio un po’ di lap dance.
STANLEY Ah sì?
SABRINA Non sei mai stato in un locale di quel genere?
STANLEY No.
SABRINA Sono molto di moda.
STANLEY Posso capire il perché.
SABRINA Mi levo tutto fino al perizoma.
STANLEY Sì, beh, ogni cosa a suo tempo. (Suona il telefono della suite) Oh cavolo! Puoi rispondere tu, Norman? (La testa di NORMAN compare da dietro il divano)
NORMAN Sono leggermente impossibilitato al momento.
STANLEY (A SABRINA) Non ti dimenticare a che punto eravamo. (Risponde al telefono) Sì... Sì... Oh. (Copre il ricevitore) È la signora Clitheroe per Rose...
NORMAN Dille che è occupata.
STANLEY Dice che è urgente. (NORMAN va alla camera dea letto, tirandosi su i pantaloni. Bussa alla porta) Rose? C’è tua madre al telefono.
VALERIE Chi è, la maîtresse?
STANLEY La maîtresse, sì.
NORMAN Rose!
VALERIE Non dovrebbero chiamare quando sei con un cliente. Fammici parlare un secondo. (Va a prendere il telefono)
NORMAN No! (ROSE entra con addosso un grande asciugamano da doccia)
ROSE Che c’è?
VALERIE È la tua agenzia. Un’altra prenotazione.
ROSE Come? (NORMAN ammicca a ROSE mentre le passa il telefono)
NORMAN È la signora Clitheroe.
ROSE Oh. (Al telefono, a voce alta) Sì, sono io, Rose. Sì, sono ancora qui... Ho detto che sono ancora qui! (Agli ALTRI) Sorda come una campana. (Al telefono) Sono ancora qui! Stiamo facendo compagnia ai clienti stranieri... Beh, se Violet non sta bene prendo io il posto suo, basta che non mi diate quel Big Tom. Ho già dato! Ti chiamo quando torno a casa. Arrivederci. (Riattacca il telefono)
VALERIE Quant’è grosso questo “Big Tom”?
ROSE È un amante del sadomaso. Un armadio. Ce ne vogliono quattro per lui. E se sbagli i tempi, ti ritrovi sul soffitto.
SABRINA Quanto fate pagare per questo?
ROSE Nulla. È puramente volontario.
VALERIE Vuoi dire a gratis?
ROSE Sì. La domenica mattina si sente per tutta Huddersfield. (Entra KURT dalla camera da letto, con addosso un lenzuolo a mo' di toga, con HILDA tra le braccia)
KURT Altri Schnapps per la “Regina del Nilo”.
STANLEY Vacci piano.
HILDA Mettimi giù, “Antonio”.
STANLEY Tutto bene?
HILDA Te lo dico io, c’è un caldo da morire in Egitto. (KURT vede improvvisamente SABRINA mezza nuda)
KURT Mein Gott. Può essere che questa sia la mia “Nefertiti”?
SABRINA Se è compreso nel prezzo sì. (KURT porta SABRINA in camera da letto)
KURT Non ci sono per un po’. (STANLEY gli blocca la strada)
STANLEY Non ci sarai per sempre. Tu con “Nefertiti” non vai da nessuna parte finché non firmi alle nostre condizioni.
KURT Va bene. Settantamila.
STANLEY Ottanta o niente da fare.
KURT E che cavolo. Ottanta.
STANLEY Affare fatto.
KURT Convinci Sven e firmiamo. (KURT va verso la camera da letto con SABRINA) Non vedo l’ora di vedere le piramidi alla luce della luna.
SABRINA Birbante! (KURT e SABRINA escono)
STANLEY Rose, amore, ti dispiace tornare da Sven e dirgli che il suo socio ha acconsentito a firmare il contratto se lui è d’accordo? Il che significa che devi cavargli un altro dieci per cento.
ROSE Non credo di farcela a mettere di nuovo quel cappello.
STANLEY Se ti raddoppiamo la parcella lo fai?
ROSE Non è quello. È qualcosa di inconscio.
NORMAN Che gli hai fatto?
ROSE Tutti quegli Schnapps.
STANLEY Deve mettere il suo nome su quel contratto. Se è schiattato non può farlo.
VALERIE Se la raddoppiate a me la parcella ve lo resuscito io in un baleno. (VALERIE esce nell’altra stanza)
NORMAN Se c’è qualcuno che può farlo è lei.
ROSE Oh, e tu come lo sai?
NORMAN Beh, insomma, è allenata a questo genere di cose. Ce l’ha detto lei, vero, Stanley?
STANLEY Sì, poverina, è ragazza madre. Non deve essere facile.
NORMAN Non con il piccolo Duane a suo carico. È un bambino terribile.
HILDA Tutto per spillarvi altri soldi. Una storia strappalacrime. Tipico.
NORMAN Oh, no. Ci ho parlato.
HILDA E come?
NORMAN Ha chiamato la baby-sitter dicendo che non riusciva a farlo dormire.
STANLEY Allora Norman gli ha raccontato una storia dove c’era un grosso ragno e gli ha fatto venire gli incubi.
ROSE Non ho mai sentito tante cretinate in vita mia.
NORMAN È la verità.
ROSE E perché ti sei tolto i pantaloni per raccontargli le favolette?
STANLEY Se li era già tolti.
ROSE Come hai potuto?
STANLEY Io non so cosa avete combinato voi due, ma noi qua combattevamo nelle retrovie. Quelle erano pagate per intrattenere, e siccome sono due professioniste non volevano deluderci.
NORMAN Sai, lo fanno con coscienza il loro mestiere.
STANLEY Così come sono certo che voi avete fatto il vostro.
HILDA Come ti permetti?
STANLEY Sebbene solo temporaneamente.
HILDA Non posso parlare per Rose, ma io in quella stanza ho lottato per difendere il mio onore.
ROSE Non è stato facile per me. E quel cappello da “Uomo di Ferro” se l’è meritato davvero. (Suona di nuovo il telefono della suite. STANLEY risponde e lo porge a ROSE)
STANLEY Speriamo che sia di nuovo tua madre.
ROSE Pronto? Oh, sì... (Agli ALTRI) È il portiere. (Al telefono) Prego?... La polizia vuole parlare con il signor Bigley e il signor Harris?... Come è possibile?... È scoppiata una conduttura dell’acqua... Una Range Rover, sì... Oh, no... (Agli ALTRI) Devono fare degli scavi nella strada, quindi la polizia dice che se non scendete con le chiavi la portano via.
STANLEY Oddio. Andiamo Norman, sistemiamola subito.
NORMAN Dov’è la mia cintura? (ROSE solleva da terra la cintura di NORMAN)
ROSE Per caso è questa?
NORMAN Oh, guarda. Le chiavi chi ce le ha? (NORMAN prende la cintura e comincia a infilarsela nei pantaloni)
STANLEY Nel mio cappotto. (Prende le chiavi dal cappotto)
HILDA Non dovete andarci tutti e due.
STANLEY Magari bisogna spingere.
NORMAN Non c’è rimasto molto nella batteria.
ROSE E nella tua c’è rimasto qualcosa?
NORMAN Bada come parli, donna. (STANLEY e NORMAN escono per il pianerottolo)
ROSE Nessuno mi ha mai parlato così. Non so che gli sia preso.
HILDA Stanley sembrava un po’ scontroso, considerato quello che abbiamo passato.
ROSE Oh, lo so. (Si siedono sul divano)
HILDA Sono diversi i continentali, vero?
ROSE Oh, un altro mondo.
HILDA Ma rispettosi.
ROSE Era focoso lui?
HILDA Sì, ma in modo molto gentile. Mi sono sentita corteggiata.
ROSE (Ridacchiando) Anche io mi sono fatta corteggiare da Sven.
HILDA Oh, su, Rose, questo non è da te.
ROSE E Kurt? Era romantico?
HILDA Oh sì! Ha tolto dalla valigia tutti i suoi maglioni a “V”, erano rossi, e li ha messi attorno alla abat-jour. E l’atmosfera nella stanza è cambiata totalmente. Non puoi immaginare quanto sia importante il gioco di luci. Sembra tutto così diverso.
ROSE Beh, per iniziare sarebbe meglio più oscurità.
HILDA C’era.
ROSE Ma potevi vedere tutto lo stesso?
HILDA Oh, benissimo. Sai, Stanley, dio lo benedica, non avrebbe mai pensato una cosa del genere.
ROSE No, Norman è uguale. Abbiamo solo gli orologi che si oscurano.
HILDA Come si è manifestata l’immaginazione di Sven?
ROSE Beh, è stato un po’ come un assalto. E quando si arriva alla biancheria intima è molto veloce.
HILDA Con la sua o con la tua?
ROSE La mia, ovvio. Quando si è tolto la sua non ho visto. È uscito dal bagno come mamma l’aveva atto.
HILDA A quattro zampe?
ROSE No, nudo come un verme. Ovviamente aveva il cappello in testa.
HILDA Oh, allora ha un po’ di buone maniere?
ROSE Oh, sì.
HILDA Vai avanti.
ROSE Poi è successa una cosa strana. Mi sono sentita una mano sulla schiena e prima di accorgermene il mio reggiseno era a terra.
HILDA No!
ROSE Sì, e mi ha fatto un sacco di complimenti. È bello quando qualcuno ci fa caso, no?
HILDA Sì, Kurt ha notato un piccolo neo. Io me ne ero completamente dimenticata, è proprio un puntino sulla schiena, proprio in basso. Da quella parte... (Si toglie l’accappatoio)
ROSE Oh, sì, vedo. (ENTRAMBE, senza rendersene conto, sono con le gambe scoperte)
HILDA L’ha baciato. È stato molto dimostrativo, Kurt. Gli piace iniziare lentamente, poi ha fatto una cosa con l’uva che non pensavo fosse possibile.
ROSE Mi fai trasalire.
HILDA Mi viene da ridere.
ROSE Non dobbiamo ridere. Siamo puttane.
HILDA Continuo a dimenticarmelo, mi sto divertendo così tanto.
ROSE Anche io. (Entra VALERIE)
VALERIE Beh, questo è un lavoro ben fatto. Sono riuscita a riportarlo in vita e ha accettato il dieci per cento extra.
ROSE Come hai fatto a convincerlo?
VALERIE Un trucco del mestiere. Avete notato che c’è sempre un punto in cui un uomo non sa dire di no?
ROSE Hai proprio ragione.
HILDA E quegli uomini d’affari del nord?
ROSE Oh, sì, come si chiamano?
HILDA Stanley, vero?
VALERIE E Norman la furia.
ROSE Furia?
VALERIE Non all’inizio. Sai, soffriva di molte inibizioni. Si vede che è sposato da vent’anni con la stessa donna.
ROSE E questo che c’entra?
VALERIE Si annoiano, dimenticano il romanticismo.
ROSE Succede a molti uomini.
VALERIE Io dico le mogli. Norman dice che la moglie va a letto con i bigodini.
HILDA Ma io non ho mai...
VALERIE Chi vorrebbe andare a letto con un radiotrasmettitore?
ROSE Magari lei ha dei bei capelli morbidi e sperava di avere una bella acconciatura per il giorno dopo.
VALERIE Non serve a nulla. Lui sarà al lavoro. La notte è l’ora del sesso per le coppie sposate. Per noi sono ventiquattro ore al giorno.
HILDA Chissà come facciamo.
VALERIE Almeno abbiamo un lavoro che ci dà delle soddisfazioni. Avreste dovuto vedere la faccia di Norman.
ROSE Quando?
VALERIE Quando l’ho attaccato al divano dicendogli cosa avevo in mente per lui.
ROSE Me lo posso immaginare. (Entra SABRINA con i capelli raccolti in due trecce piuttosto approssimative)
KURT (Fuori scena) Torna qua. (Canta un brano di Wagner, sempre fuori scena. SABRINA chiude la porta)
SABRINA Ti devo fare i complimenti, Hildegard. Per come guida il sesso dovrebbero dargli la patente.
HILDA Ancora su di giri, vero?
SABRINA Eccome.
HILDA Sempre “Marco Antonio”?
SABRINA No. Abbiamo lasciato l’Egitto e siamo passati all’opera. Mi ha atto le trecce, mi ha dato una spazzola e mi ha detto che ero “Brunilde” in non so che cosa di Wagner.
VALERIE E lui cos’era, tesoro?
SABRINA Lui si è messo in testa la ciotola della frutta e ha detto che era “Sigfrido” e che adesso faceva il “cerchio”.
VALERIE Spero tu gli abbia fatto pagare di più per il canto.
ROSE (A HILDA) Mi sa che te la sei cavata con poco.
HILDA (A SABRINA) E durante tutto lo spettacolo, quell’altro signore, quel... ehm... Stanley, vero?
SABRINA Oh, quello. È stata una faticaccia. Ho fatto alcune delle mie avance migliori per lui. Mi sono sdilinquita davanti al suo naso e lui niente, non ha battuto ciglio.
HILDA Certi uomini hanno una forza di volontà incredibile. Soprattutto se sono felicemente sposati.
SABRINA Non è forza di volontà. L’ho già visto. È segno che hanno una moglie autoritaria e un’altra donna nemmeno la guardano... Altrimenti si beccano una bella lavata di testa. Immaginiamo per ipotesi che fossimo tutti felicemente sposati, anziché far parte tutti del gioco, un po’ di trasgressione non ci avrebbe dato fastidio, vero Hildegard?
HILDA Finché ci divertiamo...
SABRINA E ai nostri mariti non diremmo nulla.
ROSE Non ci sarebbe motivo di inquietarli.
VALERIE Il nostro è il miglior mondo possibile. Possiamo averlo se lo vogliamo. (KURT entra cantando come un tenore d’opera, con la fruttiera rovesciata sulla testa e una gonna addosso)
HILDA Come ti sei conciato?
KURT Siamo solo a metà dell’opera.
HILDA Per questo facciamo l’intervallo.
ROSE Il tuo amico Sven ha acconsentito al prezzo pieno per quei camion.
KURT Oh, beh, qualcuno deve averlo reso molto felice.
ROSE È stato un concorso di sforzi, vero, Valerie?
KURT Oh, una cosa a tre.
VALERIE Sì.
ROSE Io l’ho iniziato e lei l’ha finito.
KURT Gott in Himmel, voglio tutti i dettagli. (KURT corre verso la camera di SVEN) Quando torno, facciamo un quartetto.
VALERIE Con Sven e noi due o tu e tre di noi?
KURT Prendo tutte e quattro. (Esce, chiudendo la porta)
HILDA Il suo problema è che ha l’occhio più grande della pancia.
SABRINA Senti, finché pagano facciamo parte del gioco, no?
VALERIE Io ci sto. Per un’orgia faccio pagare un centone di extra. Tu, Hildegard?
HILDA Ehm... no. Noi quelle non le facciamo più. Può sfuggire la situazione di mano.
VALERIE E quando vi mettete in quattro a tirare quel “Big Tom”?
HILDA Prego?
ROSE Le ho detto del mio passatempo per la domenica.
HILDA Domenica?
ROSE Quello che faccio per il vicario, lo sai.
HILDA (Perduta) Ma mica il reverendo Smollett?
ROSE Lo sai. (Cerca di fare un gesto dimostrativo mimando l’atto di tirare su e giù una lunga corda)
SABRINA Cacchio, per forza lo chiamate “Big Tom”. (Entrano STANLEY e NORMAN)
STANLEY Non ci credereste i guai che abbiamo passato. La batteria era a terra. Abbiamo dovuto spingere fino a un garage.
NORMAN Ne stanno mettendo su una nuova, ma a Londra ti spennano.
HILDA Tra una cosa e l’altra, questa serata sta diventando piuttosto costosa per voi.
STANLEY Come mai?
VALERIE Hai promesso che mi raddoppiavi la paga se convincevo Sven a rivedere le sue idee sul prezzo.
STANLEY E lui?
VALERIE Ha cambiato idea.
NORMAN Benissimo. Ottimo lavoro.
VALERIE Beh, non posso prendermi tutto il merito. Una parte puoi darli a Rose, è lei che l’ha messo sulla buona strada.
STANLEY Buon per te, Rose. A quanto pensi che ammonterà? (Prende dalla tasca un rotolo di banconote da cinquanta sterline)
VALERIE Facciamo trecento e a Rose ci penso io.
SABRINA Ma non lo dire alla tua agenzia.
ROSE Non mi sogno nemmeno.
HILDA Beh, allora, siamo giusti fino in fondo. Chi è stata a convincere Kurt, per iniziare?
STANLEY Prego?
HILDA Finanziariamente parlando, ho socializzato ben oltre il mio dovere. (STANLEY e NORMAN si accorgono improvvisamente che le loro mogli hanno le cosce scoperte, e sono indistinguibili dalle “accompagnatrici”)
STANLEY Lo sai cosa sembri?
NORMAN (Gli dà una gomitata) Certo che lo sanno.
STANLEY Oh, sì. Devo proprio dire che Rose fa le pulizie benissimo.
NORMAN (Fiero) Sì, vero?!
ROSE Grazie del complimento.
NORMAN Io capisco benissimo cosa hai trovato in Hilda.
STANLEY Per me non sarebbe un problema, ma lo vedono tutti.
HILDA Saziatevi la vista perché sta per finire. (Si rimette la gonna)
SABRINA Vorrei essere sicura come te. Ma hai già deciso di ritirarti?
HILDA Strano che tu lo dica. Noi ci speriamo, vero, Rose?
ROSE Sì, abbiamo versato una caparra su un paio di appartamentini a Marbella. (Si rimette l’asciugamano)
SABRINA Ve lo meritate. Siete nel giro da molto, immagino?
ROSE Quando abbiamo iniziato?
HILDA Circa vent’anni fa.
VALERIE Deve essere grandioso poter puntare i piedi impunemente. (KURT appare sulla porta della sua stanza con SVEN)
SVEN La mia testa. Adesso, prima di firmare il contratto, mi sono perso qualcuna di voi ragazze?
SABRINA Io e Hildegard.
STANLEY Conservale per dopo. Prima firmiamo questo contratto.
HILDA Conservarmi per dopo? Per chi mi hai preso, per un “After Eight”?
STANLEY Non volevo offendere. Norman, prendi i contratti. (NORMAN va alla sua valigia)
NORMAN Ci servono dei testimoni. Chiamo il direttore? (STANLEY indica le DONNE)
STANLEY Sì, se vuoi fargli venire un infarto.
NORMAN Allora siamo bloccati.
KURT Perché? Abbiamo quattro testimoni.
STANLEY E che mettiamo dove dice “professione”? Mica puoi mettere “puttane”.
HILDA Come ti permetti? Noi siamo accompagnatrici.
ROSE Di alta classe.
STANLEY Alta classe o no, tu e la tua amica non potete firmare coi vostri nomi.
SVEN Io scopro sempre che queste ragazze fanno altri lavori. Sai, cameriere... veterinarie...
KURT Hildegard, fai qualche altro lavoro?
HILDA No, io e Rose siamo a tempo pieno.
VALERIE Questa lo fa pure la domenica. Ma se vuoi sapere di me, io sono un’istruttrice di aerobica diplomata.
STANLEY Questa è una sorpresa.
NORMAN (Sorridendo) Non per me. Ma va benissimo.
KURT E la nostra bella Sabrina?
SABRINA Metti “centralinista”.
HILDA Dove lo fai?
SABRINA All’agenzia, quando sono a corto di personale.
VALERIE Ovvero molto spesso.
STANLEY Va bene. Andiamo avanti. (Procede) Te lo dico io, Kurt, state facendo un affare.
KURT Te lo dico io, Stanley, lo so.
HILDA Volete scusarci un istante mentre io e Rose ci vestiamo?
SVEN La notte è ancora giovane.
HILDA La notte forse, ma io sono esausta.
ROSE Scusami, Sven. (HILDA va alla stanza a destra e ROSE in quella a sinistra)
KURT Volete che versiamo il denaro in qualche conto estero?
NORMAN Certo. Sta proprio qui il punto. Risparmiamo una bella percentuale di tasse e voi non ci perdete nulla.
KURT Benissimo. Io e Sven firmiamo, se qualcuno ha una penna.
STANLEY Ecco una penna, Sven.
SVEN Grazie. (Prende la penna e firma)
KURT Ragazze, voi state guardando?
SABRINA Certo.
KURT Bene. Io sto firmando e come testimoni voi firmate qui, con nome, professione e indirizzo. (SABRINA guarda il contratto)
SABRINA Oh, Val, guarda queste cifre... migliaia.
VALERIE Certa gente fa soldi facilmente. (VALERIE e SABRINA firmano)
SVEN Ma allora vi ritirate davvero?
NORMAN Sì, ce lo meritiamo. Abbiamo lavorato sodo, vero, Stanley?
STANLEY Bisogna lasciare finché si è ancora abbastanza giovani da godersi la vita.
NORMAN E le nostre mogli sono d’accordo. (Entra ROSE, vestita)
ROSE Su cosa sono d’accordo le vostre mogli?
NORMAN Sono felici di sapere che passeremo molto più tempo a casa.
ROSE Non ci contare troppo. (Entra HILDA)
HILDA Qualcuno ha visto i miei collant?
STANLEY Non gridate tutti assieme.
KURT Ah, sì. (Estrae dalla tasca i collant di HILDA) Tieni. I nodi puoi disfarli dopo.
HILDA Questo pezzo non me lo ricordo.
STANLEY Pure.
KURT E dov’è che vi ritirate?
STANLEY Portiamo le nostre mogli a Marbella.
HILDA Che fortuna.
NORMAN Stiamo comprando due appartamenti al Valparaiso Hill Club.
SVEN (Ridendo) Valparaiso Hill Club?
NORMAN Lo conosci?
KURT Lo conosco? È nostro. Quando portate le vostre mogli ci piacerebbe conoscerle.
HILDA Cosa? Oh signore.
ROSE È vostro!
SVEN Conosciamo tutti quelli che bisogna conoscere. Possiamo introdurvi nella società.
ROSE Società?
HILDA Oh no!
KURT Oh sì!
SABRINA Non è che magari ci scappa qualche soggiorno omaggio per noi?
KURT Siete sempre le benvenute finché ci siamo noi.
SABRINA Non ti preoccupare, Stan, se per caso ci incrociamo e c’è tua moglie, non ci siamo mai visti. D’accordo?
STANLEY Molto gentile, Sabrina, lo apprezzo davvero. Ma ripensandoci, potremmo tornare al piano B.
NORMAN Quale piano è?
STANLEY Paghiamo tutte le tasse, restiamo in Inghilterra e facciamo le vacanze a Bournemouth.
KURT Beh, deciditi. L’affare è fatto, e il prossimo impegno sulla mia agenda è di fare naufragio sull’isola del Cocco. (Prende la mano a VALERIE)
VALERIE E io ho delle belle noci di cocco. (KURT e VALERIE escono)
SABRINA Ehi, bello Svenda, vuoi svendere un po’ di tempo con me?
SVEN Perché no? Hai mai passato la note con un “Uomo di ferro”?
SABRINA No, ma la speranza è l’ultima a morire. (Escono nella camera di SVEN)
STANLEY Allora, vi vergognate?
HILDA No, perché?
STANLEY Stavate bighellonando in questa stanza mezze nude.
ROSE Ma smettila, eravamo in lingerie.
STANLEY Cosa avete fatto con quei due uomini?
HILDA Ti dico questo. Non hanno messo le mani dove noi non abbiamo voluto.
ROSE Garantisco io.
NORMAN Ho sempre saputo che di te potevo fidarmi, amore.
STANLEY Quindi non è successo nulla?
HILDA Non abbiamo nulla di cui vergognarci.
STANLEY Perché io e Norman eravamo preoccupati per voi.
HILDA Qualunque marito che si rispetti lo sarebbe stato. E ora, andiamo a prendere la macchina.
STANLEY Prima del viaggio mi mangio un po’ di budino di prugne. Sto morendo! (Prende la fruttiera e va a sedersi sulla poltrona)
HILDA Non c’è tempo. (Gli prende la fruttiera e la mette sul tavolino vicino alla sedia)
ROSE Ci fermiamo in una stazione di servizio e prendiamo un hamburger con patatine.
HILDA Portate la macchina qui davanti.
NORMAN La strada è in senso opposto.
ROSE Allora portala sul retro. Usa l’immaginazione. Voi uomini certe volte siete proprio tonti. (TUTTI sono in piedi pronti ad andarsene)
STANLEY Non così tonti. Abbiamo i contratti firmati.
HILDA È quello che volevate.
STANLEY Lo era finché non ti ho vista nei panni di Hildegard. (Le dà una gomitata) Non vedo l’ora di ritirarci.
NORMAN Anche io.
HILDA In tal caso, meglio che vi mettiamo a dieta multivitaminica.
STANLEY Bene. Da oggi si va a letto presto e ci si alza presto!
NORMAN Se ce la facciamo.
HILDA Peccato per la Spagna.
STANLEY Non ci pensare, amore.
ROSE In realtà mi sento sollevata, se pensi al genere di persone con cui andremmo a mescolarci. Te l’immagini, invitare lì quelle due puttane.
HILDA Non c’è dubbio, c’è molto da dire a favore di Bournemouth.
ROSE Ci si addice – noi siamo più raffinati.
HILDA Lo siamo sì. Abbiamo classe, noi. (Getta i collant nel budino di prugne)
NORMAN Si può ben dire che la prova sta nel budino!