Qui si fa l’Italia

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SAVERIO Ah, oijoco oj…

L’agenzia di produzione teatrale


presenta

Qui si fa l’Italia…

(Pariente lasche)

Commedia in due atti

di Mauro Palumbo e Rino Giglio

Corre l’anno 2011 e sono tante, e sono appena all’inizio, le iniziative per festeggiare solennemente i centocinquanta anni dell’unità d’Italia, avvenuta nel 1861.

In occasione di un evento così importante, gli autori sono andati a curiosare tra le pieghe meno visibili della storia del nostro Paese, scoprendo che i libri di storia su cui abbiamo studiato gli avvenimenti che portarono all’unificazione dell’Italia hanno taciuto numerosi particolari fondamentali: di fronte a loro si è parata davanti una gigantesca manipolazione, per creare il mito di un Risorgimento sociale, economico e culturale, che ha davvero poco a che vedere con la realtà dei fatti storici.

In particolare, i libri tacciono il ruolo della Mafia e della Camorra, sfruttata dai personaggi storici più importanti dell’epoca, con l’aiuto dell’ultimo Ministro dell’Interno dei Borbone, Liborio Romano (poi ministro anche sotto i Savoia), il quale affidò ai camorristi la patente di “tutori dell’ordine pubblico”. Questi malfattori approfittarono della situazione senza alcuno scrupolo e, di fatto, furono i collaborazionisti più determinanti degli avvenimenti storici che portarono all’unificazione del nostro Paese. La storia di Italia si macchia, in particolare, della connivenza con “La bella società riformata”, come veniva chiamata all’epoca la camorra, che invece di essere osteggiata, ebbe un deciso salto di qualità proprio grazie all’Unità, assicurandosi la sopravvivenza per l’intera storia del Paese che contribuì a fondare, con la colpevole compiacenza dei dirigenti dell’epoca.

Gli autori, dunque, si divertono ad immaginare una versione alternativa di come siano andati i fatti, riportando le principali vicende storiche del 1860, ad una dimensione più reale, senza super-eroi. Il risultato è una commedia esilarante che si pone l’obiettivo di smitizzare le figure storiche dell’epoca, riportandole ad una dimensione talmente umana da poter apparire grottesca. Troppi personaggi storici hanno costruito la loro fama sul sangue dei martiri e della povera gente, unici artefici di quella rivoluzione storica, dimenticati dalla storia...

Personaggi:

TORE ‘E CRISCIENZO, questore di polizia

DON LUCA, oste gay

DONNA SPERANZA Von Schwartz, moglie di Luca

ANITA, figlia di Speranza

ARAP’ISSO, figlio del guardiaporte

PORTLLOSS, figlio del becchino

TARTAGNAM, balbuziente bulimico

CARLO ALBERTI, notaio toscano

ZI-PEPPE, eroe dei due mondi

ZI-PEZZOTTO, falso eroe, interpretato da Alberti

VITTORIO EMANUELE II, re di Sardegna

ANDREINA, escort mora del re di Sardegna

JESSIEWHITE MARIO, garibaldina

ESPOSITO, scrivano-sostituto fotografo

FRANCHETTI, notaio siculo-americano

ATTO PRIMO – Qui si fa l’Italia…

PROLOGO - ‘A gente, so’ fesse…

1870. Salvatore De Crescenzo, ex capo della Bella Società Riformata, passata poi alla storia con lo pseudonimo di Camorra, seduto ad una scrivania, posta ad un lato del palcoscenico, parla con un commissario, non visibile al pubblico, negli uffici del commissariato di Napoli. Elegante, indossa pantaloni larghi alla base ed un giubbetto.

TORE ‘E CRISCIENZO   Salvatore De Crescenzo, commissà, ma chiammateme comme a tuttequante… «Tore ‘e Criscienze»… Tore ‘e Criscienze nun se pente, commissà. Se pente, chi penza che ha sbagliato… E vulesse turnà addreto pe’ cagnà ‘a storia soja… Ma je tengo n’atu destino… E napulitane fanne storia a parte… E a storia ca’tenimme, simme talmente fesse ca’ ce ha meritamme… All’epoca dei fatti je ero Capintesta d’a camorra, e da mammasantissima, quanti baiaffe, quanta cosce ‘e cavalle, quante cacafuoco aggio fatto cantà… Quanta strummele c’aggio menato… Ma sempe guardanno dinto all’uocchie ‘a carte ‘e tre, o ‘o craparo ca tenevo annante… Pe’ chelle ca’saccio’je, vuje nun me chiudite certo d’into ‘a ‘na cella, no… Dint’a nu manicomio me ‘nzerrate… Se ve facesse ‘a lista de’deputati, dei corrotti, dei traditori ca’m’hanno cercato piacere, nun abbastasse nu cucuzzone sano…. Ma tanto,Ingannapopolo ce stevano, ci sono e sempe ci sarranno ‘a chesti’pparti. Pecchè ‘a gente, so’ fesse… ‘O destino le passa annanze e nun s’accorgeno ‘e niente… E je pure fuje fesso, commissà, ca’ nun annasaje ‘o fieto d’o miccio, chella matina d’o 27 ‘e giugno d’o ’60… Me mannaje a chiammà ‘o prefetto Don Liborio in persona… E chi s’o scorda?!? Ma mica pe’m’arrestà, no… Pe’me fa questore… «Qui si fa l’Italia», dicette don Liborio… ‘Na terra strana, assaje… Nu capintesta po’ diventà questore, accussì comme nu truffatore ‘o chiammano «eroe»… ‘A gente nosta, s’ammocca tuttecose… «Ve’dongo ‘e terre, ve dongo ‘a libertà». E subbeto  e caprune ajzajeno ‘a bandiera… ‘O popolo cantava… Alluccava… Ballava ‘a tarantella… Mica sapeva ca chillu tricolore, purtava ‘o’vverde ‘e l’arraggia, ‘o janco d’a famme e ‘o’rrusso d’o sanghe d’a povera gente…  Abbastaje ‘na prumessa.  Nun ce sta niente ‘a fa… ‘A gente so’ fesse…

Flashback. La mente di Tore ‘e Criscienzo va all’ottobre 1860. Località: Purchiano di mezzo (tra Purchiano di sotto e Purchiano di sopra), a pochi chilometri da Teano.

SCENA PRIMA – In una Taverna, di cui la storia non prenderà nota

E’ il 24 ottobre 1860.  “Taverna del gallo castrato”, locanda dall’arredamento rustico: al centro, sullo sfondo, un bancone bar/reception con in bella vista le chiavi delle stanze e, nel mezzo della sala, tre tavoli tondi con sedie impagliate poste sui tavoli; a destra l’entrata principale, con accanto un appendiabiti e la scala per il piano superiore dove sono poste le camere da letto; a sinistra l’uscita di servizio, accanto ad una pedana rialzata, con una porta che cela uno sgabuzzino.Il luogo di ritrovo è gestito da un oste gay (Don Luca), da sua moglie (Donna Speranza) e dalla figlia (Anita) una ragazza dalla bellezza molto appariscente. All’apertura del sipario, Don Luca indossa una divisa bianca fatta di una blusa ed un lungo “mantesino ed è intento a rammendare il proprio cappello. Donna Speranza, donna resa ruvida e senza sogni dalla vita, veste con una gonna lunga, un copricapo che le nasconde quasi interamente i capelli ed una camicia stretta sul tronco ed ampia sulle maniche. Anita, senza copricapo e con i capelli sciolti, siede avanti al bancone, sbuffa e, distraendosi, si rifugia nei sogni, come di consueto. Nella scena, la ragazza si lamenta perché, stufa della vita di provincia, vorrebbe partire. Il padre le si oppone con fermezza,  e ovviamente delicatezza.

SPERANZA         Pavimento asciutto. (Si accorge che la figlia sbuffa e cerca di coinvolgerla per scongiurarle la noia) Cara, le tovaglie…

LUCA                   (Con fare delicato, fraintendendo il richiamo della moglie) Subito tesoro! Oggi mettiamo quelle a fiori, che quelle con i pappagallini mi hanno un po’ stufato… Che ne dici cara?

SPERANZA         Anita, tu che dici?

LUCA                   (Pausa in attesa di una risposta che non arriva) Chi tace acconsente: sciò uccellini, sciò… (Tira via le tovaglie con i volatili e va a riporle dietro a bancone)

SPERANZA         Figlia mia: non puoi startene lì, giornate intere a fissare il soffitto?!?

LUCA                   (Nascosto dietro al bancone, agita una tovaglia facendo il verso del pappagallo e spaventando la figlia) Anita!

ANITA                 Padre!

LUCA                   (C.s.) Rispondi a tua madre!

ANITA                 Smettetela di fare gli idioti!

SPERANZA         Anita: non mancare di rispetto a tuo padre! Cercava solo di farti sorridere…

ANITA                 Sono 18 anni che mi tenete chiusa in questa dannata locanda, dove le grandi questioni della vita si limitano alla scelta tra le tovaglie a fiori o quelle con i piccioni…

LUCA                   (Correggendola) Pappagallini!

ANITA                 Me ne infischio delle vostre maledette tovaglie!

LUCA                   (Sospira, sorpreso e disgustato) Aah! (Alla moglie, come ferito al cuore) Ma la senti?

SPERANZA         Anita, smettila di adoperare questo linguaggio!

LUCA                   (Luca appare concentrato sulle tovaglie, mentre le donne affrontano discorsi di più ampia portata) Come puoi parlare così: le hai ricamate tu stessa?!?

ANITA                 Appunto, una per una per 18 anni: sono colombi, non pappagalli…

LUCA                   No!

ANITA                 Sono stufa, voglio andarmene!

SPERANZA         (Sorpresa e contrariata) Coosa?!?

LUCA                   (Con lo stesso tono) Non sono pappagallini?!?

SPERANZA         E dove vorresti andare, rispondi?!?

ANITA                 Ma in una grande città, Mamma, lontano da qui. E là incontrerò il mio grande amore, lo sento…

LUCA                   A me sembravano pappagallini… perché nessuno mi avverte?!?

ANITA                 Un amore che vada oltre le apparenze e che non confonderà mai la vita con la noia, la gioia con la malinconia…

LUCA                   (Assorto nel suo dolore) I colombi, coi pappagalli…

SPERANZA         Basta con queste stupide tovaglie! Anita ha detto che vuole andar via!

LUCA                   Andarsene?!? Questa è bella: e per andare dove?!?

ANITA                 (Sognante) In cerca del mio amore…

LUCA                   Sciocchezze! A cosa serve andar via, per amore?!? (Carezzandole paternamente il capo) Anita, cara, insegui i tuoi sogni, non l’amore… Il diavoletto dell’amore  si manifesta nelle forme più strane ed inaspettate… E può raggiungerti ovunque, anche qui…

ANITA                 A Purchiano?!?

LUCA                   (Precisando) Purchiano di mezzo, tra Purchiano di sopra…

ANITA                 (Anticipandolo) E Purchiano di sotto, lo so, padre!

SPERANZA         Figlia mia, perché hai quest’ansia di cambiare?!? Tu vuoi che le cose mutino forma continuamente… Ma non sempre cambiamento significa miglioramento…

LUCA                   Anita… Non ti affannare ad inseguire l’ideale… Un giorno passerà qui davanti un uomo in carne ed ossa per cui varrà la pena impazzire a tal punto, da offrirgli la tua vita… E lo seguirai, fin anche in capo al mondo…

ANITA                 Uffa! Siamo nel 1860, il mondo intero sta cambiando… E qui, a Purchiano, la vita sembra così immobile…

LUCA                   Ti sbagli, Anita. Ho sentito dire che il regno ormai è in rivolta. In paese, stamani è giunta voce che i Borbone sono già fuggiti e che l’eroe dei due mondi sia già entrato a Napoli…

ANITA                 A Napoli?!?

SPERANZA         (Rabbuiandosi) Il generale?!?

LUCA                   Proprio lui!

ANITA                 Che emozione! (Presa dall’esaltazione) Presto vedremo passare di qui le camice rosse!

LUCA                   O quelle dei savoia… Ho sentito che il Re di Sardegna sta muovendo a sud, a capo delle sue truppe...

SCENA SECONDA – entrano i parenti laschi dei moschettieri

Un improvviso trambusto fuori dalla locanda attira l’attenzione dei presenti.

V.F.C. 1                 Al fuoco… Al fuoco…

V.F.C. 2                 Sta bruciando la casa…

ANITA                 Cosa succede?!?

LUCA                   O mio Dio… Sta andando a fuoco la casa in fondo al paese…

V.F.C. 1                 Forza con quei secchi, svelti…

V.F.C. 2                 Al fuoco… Brucia tutto…

Si aprono le porte della locanda. Don Luca interrompe il dialogo con la figlia. Entrano tre strani figuri, vestiti a mo di moschettieri.

ARAPISS              (Entrando) Fate largo brav’uomo…

PORTLLOSS         (Entrando) Premesso, collega…

TARTAGNAM     (Soffre di balbuzie) Permè… Per-meee… Per-meee…

PORTLLOSS         (Fraintende) Jo… Sette a me…

TARTAGNAM     P-permesso…?

LUCA                   Prego, messeri…

TARTAGNAM     Mbeh? C-cche se magnà?

ARAPISS              Aggie pazienza… Mo ‘a signora subbeto te’serve.

SPERANZA         Va a fuoco una casa in paese, andate a dare una mano…

PORTLLOSS         Non è necessario, brava donna…

LUCA                   E perché mai, se è lecito?

ARAPISS              E’ casa nostra…

ANITA                 Va a fuoco casa vostra e voi non fate niente, non muovete neanche un dito?!?

ARAPISS              Per forza, damigella… L’aggio appicciata je!

SPERANZA         Avete incendiato casa vostra?!? E perché, di grazia…?

TARTAGNAM     P-pecchè è struuu… Pecchè è struuu…

ARAPISS              Uè-uè?!?

TARTAGNAM     Pecchè è struuu…

PORTLLOSS         Nu poco, ave ragione…

TARTAGNAM     Perché è strumento non più necessario…

LUCA                   Un momento… Ma io vi conosco! Voi siete il figlio del guardaporte…?!?

ARAPISS              Chiamatemi pure ‘Arapiss’!

LUCA                   E voi… Voi siete il figlio del becchino!

PORTLLOSS         Portlloss… A servirvi…

L’oste fa immediati scongiuri e si defila

ARAPISS              Po’ce sta pur’isso: Tartagnam…

TARTAGNAM     Mo ce spuu… Mo ce spuu…

PORTLOSS           Mo ce spute ‘nfaccia…

TARTAGNAM     Mo-mo ce spuuuzzuliammo coccosa ?!?

ARAPISS              Brav’uomo, favorite qualcosa da mangiare, che l’amico tene ‘o sfunnolo…

LUCA                   Anita, porta qualcosa da mangiare ai signori…

ANITA                 Ma come si sono vestiti?!? Cos’è, carnevale?!?

ARAPISS              Si dà il caso, madamigella, che spetti a noi la grande eredità…

PORTLLOSS         Ebbene sì… Siamo noi…

TARTAGNAM     (A don Luca) Pa-pà… Pa-paaaà… Pa-paaaà…

LUCA                   Ma chi ti conosce?!?

TARTAGNAM     Pa-paaaà… (Sbloccandosi) Parenti laschi… (Si pone in posa plastica)

PORTLLOSS         Dei tre moschettieri… (Si pone in posa plastica)

ARAPISS              (Si pone in posa plastica) Uno per tutti…

I TRE                     (Insieme) Nu poco a tutte quante!

Lunga pausa. Poi i gestori della locanda scoppiano in una fragorosa risata.

SPERANZA         Se ho capito bene… Avete saputo di essere i diretti discendenti dei tre moschettieri e avete dato fuoco a casa vostra?!?

PORTLLOSS         Veramente, io glielo avevo detto di non farsi prendere dall’entusiasmo…

ARAPISS              (Interrompendolo) Silenzio… I moschettieri, signora, non hanno bisogno di una casa, perché vivono a corte… 

PORTLLOSS         Seh!

ARAPISS              Per difendere il Re. E per la loro missione sono pronti a sacrificare il cibo…

TARTAGNAM     (Con la bocca piena) Seh…

ARAPISS              Il nome…

PORTLLOSS         Seh!

ARAPISS              Il sonno…

TARTAGNAM     Seh!

ARAPISS              Le donne…

PORTLLOSS         Uà! Che vita ‘e’mmerda ‘sti moschettieri!

TARTAGNAM     Tu-tuuu… Tu-tuuu…

PORTLLOSS         Ojlloco ‘o treno…

TARTAGNAM     Tu-tuu, ci hai pensato bene?!?

ARAPISS              Ma certo… Ho dato un taglio netto al passato…

PORTLLOSS         No, aspè… Tu ce’ dato propeto fuoco!

ARAPISS              Ormai è fatta… Il dado è tratto!

PORTLLOSS         Già l’hanno ditto…

ARAPISS              Già l’hanno ditto?!?

PORTLLOSS         Giulio Cesare.

ARAPISS              Aah… (Pausa, poi) Il fine giustifica i mezzi…

SPERANZA         Niccolò Machiavelli…

ARAPISS              (C.s.) Carpe diem…

ANITA                 Orazio…

ARAPISS              Eppur si muove…

TARTAGNAM     Ga-galileo, ga-galilei…

ARAPISS              Non ti curar di lor, ma guarda e passa…

LUCA                   Dante Alighieri….

ARAPISS              E che marina, hanno ditto tuttecose?!? Nun se po’ dicere ‘na vrenzela ‘e parola fresca…

SPERANZA         Ma ora, senza casa, dove andrete a dormire?

PORTLLOSS         E’ quello che mi chiedo pure io…

ARAPISS              Questa locanda sarà la nostra nuova dimora… attenderemo qui il notaio Alberti, che deve effettuare la consegna dell’eredità… Dopo di che, intascati i milioni, ci presenteremo a corte…

LUCA                   E visto che siete i moschettieri del Re… Quale Re avete intenzione di difendere?!? I Savoia o i Borbone?!?

ARAPISS              Ecco… Veramente a questo non avevo pensato…

TARTAGNAM     Di-dipende…

ANITA                 Da cosa?

PORTLLOSS         Ma da chi offre di più, madamigella… Ca tenimme famme!

ARAPISS              Ehm… Si… Abbiamo fame d’onore…

TARTAGNAM     Fa-fame, assaje…

ARAPISS              Andate a preparare qualcosa… Sapremo ricompensarvi… A voi, brav’uomo… Lasciateci soli…

LUCA                   Senz’altro… Speranza, Anita, preparate le stanze ai signori moschettieri…

SPERANZA         Ma questi hanno l’aria di non avere addosso neanche uno scudo…

LUCA                   (Interrompendola, ed abbassando la voce per non farsi sentire dai tre uomini) Dicono di attendere una grossa eredità… E poi, meglio assecondare questi pazzi… Sarebbero capaci di incendiare anche la nostra locanda…

SCENA TERZA – I tre hanno un piano

Il personale della locanda si allontana. I tre uomini si siedono al tavolo centrale.I moschettieri, una volta seduti, parlano di un piano criminale, anche se sgangherato ed improvvisato, rivelando al pubblico l’abitudine ad attività losche.

ARAPISS              Sempre la figura dei morti di fame, dovete fare?!?

PORTLLOSS         Aggie pazienza… Chelle ce vene accussì buono! Nuje over ce puzzammo ‘e famme… ‘Na mezza proprietà sgarrupata tenevamo e tu ce dato pure fuoco… Natu’ppoco e ce tocca impegnà pure ‘o carretto!

TARTAGNAM     A proposito… Co-coo… Co-cooome paghiamo il co-conto?!?

PORTLLOSS         Tarattattà, je ‘a veco nera… Stavolta, ‘na bona mazziata nun ci ‘a leva nicsiuno…

ARAPISS              Ecco fatto! M’aggio purtato l’auciello d’o malaugurio appriesse!

TARTAGNAM     Tiee… Tieeè…

ARAPISS              Appunto: tiè! Tiè!

TARTAGNAM     (Indicando, a sorpresa, Portlloss) No. Tiene ragione lui!

PORTLLOSS         ‘E visto?!?

ARAPISS              Come sarebbe: tiene ragione lui?!?

TARTAGNAM     Chi-ecci-siaaà… Chi-ecci-siaaà…

ARAPISS              Chi aggia accise?!? N’aggia accise a nisciuno!

TARTAGNAM     Che-cci-siaaà… Che-ci-siamo venuti a fare qua?!?

ARAPISS              E che lengua, ca tiene, Tartagnam!

PORTLLOSS         Rispondi… Che siamo venuti a fare?

ARAPISS              Ma quante volte ve l’aggia dicere?!? Attenderemo qui il notaio Alberti… E una volta intascato il danaro dell’eredità, faremo vita da signori…

TARTAGNAM     Cu-cu… Cu-cuuu…

PORTLLOSS         Se fatta ‘ll’ora: va te cocche!

TARTAGNAM     Cu.cu. Cu chella faccia?!?

ARAPISS              Je chesta tengo!

PORTLLOSS         E se il notaio tardasse ad arrivare?!?

ARAPISS              E qui vi volevo… Metteremo in atto il piano sicondo…

PORTLLOSS         Ma pecchè, ce steva nu piano primmo?!?

TARTAGNAM     Chiò-chiooò… Chiò-chiooò…

PORTLLOSS         (Con risentimento) ‘Nè, miezu scè…?

TARTAGNAM     Chiò-chiooò… (Sbloccandosi) E chi’o’ssape!

ARAPISS              Ora vi metto a parte del piano… Tu statte zitto e nun me spezzà ‘a parola…

PORTLLOSS         Sta bene…

ARAPISS              Oggi assalteremo la diligenza che passa in paese…

PORTLLOSS         Allora, nun è cagnato niente?!?

ARAPISS              Zitto… Nun me spezzà ‘a parola… Consideratelo un saluto alla vecchia vita… Stavolta, però, assalteremo la diligenza con i soldi… Soldi veri… La diligenza del Vaticano…

PORTLLOSS         Ma je ‘a teng pe’ malagurio…

ARAPISS              Zitto… Tartagnam guida ‘o carretto… Je faccio ‘o palo…

TARTAGNAM     Ma-ma…

ARAPISS              No, tu‘o palo nun ‘o puo’’ffà… Pe’tramente che faje ‘na segnalazione, ce miette n’ora ‘e meza e a nuje ce arrestano a tuttequante ‘mparanza…

TARTAGNAM     E va-vaaa… Va buò….

ARAPISS              Tu, Puortlloss… Tu ca’si’o’cchiù curaggiuse… Tu ca si chille ca’tene ‘o’ffierro… Te miette annanze ‘e cavalle d’a diligenza, caccie ‘a sciabola e allucche ‘fremma’, ‘fremma’… Fremma ‘a carrozza ‘o accide a tuttequante…

PORTLLOSS         Ca’ sciabola?!?

ARAPISS              Zitto… Nun me spezzà ‘a parola… Na’vota ca se so’fermate ‘e cavalle, tu t’avvicina ‘a carrozza… Cu’na mano arape ‘a porta… E cu’n’ata mano…

PORTLLOSS         Ma je…

ARAPISS              Zitto! Nun me spezzà ‘a parola… Se nun vonno scennere d’a carrozza, cu chell’ata mano piglie ‘o ribotto e spare‘ncielo… Spara, nun avè appura, spara… Spara!

PORTLLOSS         (Scoppia, sbattendo il cappello sul tavolo) Spara, spara… Cu ‘na ‘mano teng’a sciabola, cu chell’ata arape ‘a porta, cu’chell’ata piglio ‘o fierro… Ma quanta sfaccimme ‘e mano tengo?!? E po’ spara… Comme sparo, ca’nun tengo manco ‘na palla?!?

TARTAGNAM     Na-naaa… Na-naaa… Na-naaa…

PORTLLOSS         Ma te pare ‘o mumento ‘e cantà?!?

TARTAGNAM     Na-naaa… (Sbloccandosi) Natu piano nun ce sta?!?

ARAPISS              Comme, piano uno… Restiamo qua ad aspettare il notaio Alberti, con l’eredità, senza fa niente… (Si rilassa, ponendo i piedi sul tavolo)

PORTLLOSS         Mo’saccummencia a ragiunà… (Imita l’amico, ponendo i piedi sul tavolo)

TARTAGNAM     S-sta bene… (Imita l’amico, ponendo i piedi sul tavolo)

ARAPISS              (Allunga una gamba al centro del tavolo) Tutti per uno…

I TRE                     (Insieme, riunendo una gamba al centro del tavolo) Nu poco a tutte quante!!

SCENA QUARTA – Tore ‘e Criscienzo annuncia, arriva Zi-Peppe

Rientra l’oste, con un vassoio sul quale sono adagiati tre boccali. L’uomo li porge ai tre.

LUCA                   Ho pensato che i signori volessero rinfrescarsi…

ARAPISS              Bravo, oste… Qua dobbiamo festeggiare…

TARTAGNAM     A-checc… A-checc…

PORTLLOSS         (A don Luca) Ce l’ave cu vuje…

TARTAGNAM     (Sbloccandosi) A che cosa brindiamo?

ARAPISS              All’eredità… Alla porta, aperta avanti a noi dal fato…

TARTAGNAM     Sta bene…

PORTLLOSS         (C.s.) E quanno Dio arape ‘na porta, ‘nzerra sempe nu purtone… (Brinda da solo buttando il contenuto in faccia a Tartagnam. Cambiando tono, perplesso) C’aggio fatto?!?

Si aprono le porte della locanda. Entra Tore ‘e Criscienzo, il questore di polizia. Sebbene sia un funzionario pubblico, ha atteggiamenti austeri, da camorrista. I presenti non lo conoscono ed ironizzano sulle sue affermazioni iniziali.

TORE’E’CRIS.      E’ permesso…?

LUCA                   Prego, accomodatevi…

TORE’E’CRIS.      ‘Cca dinto, chi comanda?

LUCA                   Io…

TORE’E’CRIS.      Ora non più… Il comando passa al sottoscritto…

Ilarità generale dei 3, che da parte continuano a bere e rumoreggiare fino a quando il misterioso avventore non rivela la propria identità

ARAPISS              E’ arrivato ‘o figlio d’a madonna…

TARTAGNAM     Ah, ah, ah…

PORTLLOSS         Salute…

LUCA                   Ma voi, chi siete…?

TORE’E’CRIS.      Je so’Tore’e Criscienzo…

I presenti ammutoliscono e si irrigidiscono, venuti a sapere dell’identità dell’uomo. Tarattattà, intento a bere dal boccale, sputa in aria, vaporizzandolo, il sorso che ha appena compiuto.

PORTLLOSS         (Piano, al compagno)  E capito chi è?!?

ARAPISS              (C.s) ‘O capintesta da’ Bella Società Riformata…

TARTAGNAM     Ma-maaa…

PORTLLOSS         Ma, che cosa?!?

TARTAGNAM     Ma-maaa-mma d’o Carmine…

TORE’E’CRIS.      Ma che tiene, ‘o scartello?!?

LUCA                   A cosa devo l’onore di avervi qui?

TORE’E’CRIS.      Vuje tenite cammere…?

LUCA                   Si, e sono tutte libere, tranne una occupata dai signori, qui presenti…

TORE’E’CRIS.      Una camera sarà a mia disposizione… Più tardi verrà una persona mia a richiederla… E vuje… (Si avvicina ai tre e li squadra dalla testa ai piedi)  Ca’tenite a faccia tosta ‘e me ridere ‘nfaccia… A chi appartenite?!?  

I tre si guardano incapaci di rispondere alla domanda dell’uomo, malcelando il timore e la paura

TORE’E’CRIS.      Aspettate… Nun dicite niente… Aggio capito tuttecose… Massoni?!?

ARAPISS              Dipende…

PORTLLOSS         Lui, un poco massone me pare…

TARTAGNAM     Io?!?

ARAPISS              Statte zitto…

TORE’E’CRIS.      ‘O sapevo… So’state allertate tutte quante… Sono il questore di polizia di Napoli…

PORTLLOSS         (Piano, all’amico, che lo zittisce con una gomitata) Azz, ‘a fatto carriera…

TORE’E’CRIS.      Vengo per preparare l’arrivo ‘e zi Peppe…

PORTLLOSS         E quella, la famiglia è importante…

ARAPISS              Ah, e lo zio è in viaggio di piacere, signor questore ‘e criscienzo?!?

TORE’E’CRIS.      (Scaraventa a terra la sedia) Non è il momento di scherzare… Se state qua è perché avete saputo tuttecose, dell’incontro… (Ammicca accertandosi che l’oste non senta)

ARAPISS              (Prontamente) Ohè…  Comme!

PORTLLOSS         E se no, perché stavamo qua?!?

TARTAGNAM     Gi-già…

TORE’E’CRIS.      Mieze a sti quatte mura fetente si farà l’Italia… Zi Peppe s’adda vedè ‘ccà, co’savoiardo chiù tarde…

ARAPISS              E capito?!? A zi Peppe ce piaceno ‘e biscotte…

TORE’E’CRIS.      M’arraccumanno… Acqua in bocca… Se no…

PORTLLOSS         S’annozza zi Peppe...

TORE’E’CRIS.      (Scaraventa in aria il tavolo, alzandosi) Ma vuje me vulite sfottere?!?

ARAPISS              Nuje?!?

PORTLLOSS         Assolutamente…

TORE’E’CRIS.      Vuje site tanta massune, ma je ve faccio tanto nu massone a tutte quante… (Fa un gesto inequivocabile con le mani)

PORTLLOSS         Per carità, questò…

ARAPISS              Jamme belle, Guagliù… Acqua in bocca...

I tre fanno un sorso di liquido e rimangono con la bocca piena, fino all’uscita del questore.

TORE’E’CRIS.      Oste. Accà addò stammo?!?

LUCA                   Purchiano di mezzo, tra Purchiano di sopra e Purchiano di sotto…

TORE’E’CRIS.      Sta bene.. Je mo v’aggia lassà: me chiamma ‘a società…

SCENA QUINTA – Il notaio fa sfumare i sogni dei moschettieri

Tore ‘e Criscienzo è uscito. I tre deglutiscono e sospirano sollevati

LUCA                   Speranza, Anita… Venite qui, per favore…

SPERANZA         Eccoci caro…

ANITA                 Cosa c’è padre…?

LUCA                   E’ stato qui il questore di Napoli…

SPERANZA         Il Questore?!? Che voleva?

LUCA                   Che gli riservassi una camera, per zi-Peppe…

ANITA                 E chi è stu zi-Peppe?!?

LUCA                   Non lo so, figlia mia… Ma, per scomodarsi il questore, deve essere una persona molto, molto importante… Dicono sia un eroe. Sicuramente, sarà uno famoso!

ANITA                 Una persona famosa, nella nostra locanda?!? Che emozione…

LUCA                   Facciamo in modo che sia tutto pronto… Anita, tu va a prendere un secchio d’acqua…

ANITA                 Corro, padre…

LUCA                   Speranza, va a preparare la stanza accanto a questi signori…

SPERANZA         Vado caro… (Esce)

Anita prende il secchio vuoto vicino alla porta e fa per uscire fuori, ma dietro la porta appare una persona distinta, con accento toscano. E’ il notaio Alberti. Tra la ragazza e l’uomo si crea un certo imbarazzo, perché entrambi si attraggono.

ALBERTI              (Dopo una breve esitazione, si leva il copricapo e comincia a parlare dolcemente alla ragazza che ha davanti) Oh, madamigella… Volete essere così cortese da indicarmi la locanda del Gallo castrato?

ANITA                 I suoi occhi ci stanno giusto appunto guardando attraverso…

ALBERTI              Oh, non badate alla mia sbadataggine e vogliate perdonare i miei occhi, distratti dalla magnificenza delle vostre grazie…

ANITA                 (Arrossendo) Quale abile adulatore siete, mio signore…

ARAPISS              Don Lu’, chillo sta facendo ‘o frenello ca’ figlia vosta…

LUCA                   Anita, l’acqua…

ANITA                 Oh, si, si, vado subito…

ALBERTI              Chi è mai quella gentile creatura?

LUCA                   Mia figlia… Cosa desiderate?

ALBERTI              (Prontamente) Una camera!

LUCA                   Di questo passo, avremo il pienone… Voi siete…?

ALBERTI              Sono il notaio Alberti…

ARAPISS              Fermi tutti: è arrivato ‘o Notaio!

PORTLLOSS         Finalmente, notà… Saluta il signor notaio…

TARTAGNAM     Bo-boo… Bo-boo…

PORTLLOSS         Che buò?!?

TARTAGNAM     (Sbloccandosi) Bo-Boonasera!

ALBERTI              Voi siete le persone che avevo provveduto ad avvertire e con cui avevo appuntamento…?

ARAPISS              Siamo noi, notà…

PORTLLOSS         ‘E pariente lasche de’tre moschettieri…

ALBERTI              Salute a voi, e lasciate che vi corrisponda i miei più sentiti complimenti…

ARAPISS              Comm’o dice bello! Qualcosa da bere al notaio, offriamo noi…

PORTLLOSS         Notà, vi piace il vino?

ALBERTI              E certo che mi piace…

PORTLLOSS         (Con enfasi) Presto, ‘o meglio vino al notaio… Offre lui… (Indicando l’amico balbuziente)

TARTAGNAM     Ma-Maa…

ALBERTI              Grazie tante, veramente gentilissimi…

LUCA                   Vi favorisco subito…

ARAPISS              Notà, avrete fatto un lungo viaggio…

ALBERTI              E’ stato lungo e tortuoso…

ARAPISS              Sarete affamato…

PORTLLOSS         Notà, vi piace la carne?

ALBERTI              Come no…

PORTLLOSS         (Con enfasi) Jamme bello, ‘a meglia carne al notaio… Offre sempre lui…

TARTAGNAM     Ma-Maa…

ALBERTI              Grazie davvero, non so come ringraziare voi altri.

LUCA                   Vi favorisco immediatamente… (Posa il vino ed esce)

ARAPISS              Notà siete stanco, è vero…?

ALBERTI              Un pochino…

PORTLLOSS         (Con enfasi, c.s.) ‘A meglia stanza p’o notaio… Offre ancora lui…

TARTAGNAM     Ma-Maammt!

ALBERTI              No, grazie, preferisco mangiare un boccone, prima di ritirarmi in camera a riposare… (Ha osservato il balbuziente che, da quando è entrato, non ha mai smesso di masticare cibo) Scusate, ma è bulimico?!?

PORTLLOSS         No, è napulitano…

ARAPISS              Notà, dopo questo lungo viaggio vi ci vuole una bella vacanza…

ALBERTI              Magari, giovanotto, magari… Come vorrei poter potere smettere di lavorare e ritirarmi vita natural durante… Sapete qual è il mio sogno?

TARTAGNAM     No…

ALBERTI              Caprera…

PORTLLOSS         Caprera?!?

ALBERTI              E’un’isola…

ARAPISS              La famosa isola delle Capre…

PORTLLOSS         Ma che dici, ignorante… L’isola di Caprera… Nelle Puglie!

ALBERTI              Veramente, nelle Sardegne…

PORTLLOSS         E va buò, sempre estero è…

TARTAGNAM     E’-bee… E’-bee…

PORTLLOSS         Embè?!?

TARTAGNAM     E’ bella, notà?

ALBERTI              Ah, dicono che sia un piccolo angolo di Paradiso…

PORTLLOSS         A proposito ‘e paradiso… L’eredità, notà?!?

ALBERTI              Ah…

TARTAGNAM     L’avee- l’avee…

ALBERTI              Che fa, prega?!?

TARTAGNAM     (Sbloccandosi) L’aveete portata?!?

ALBERTI              Certo, l’ho qui con me, in borsa… (Apre la borsa e cerca qualcosa)

ARAPISS              Uè-uè, va a chiudere a porta…

Tarattattà va a chiudere la porta della locanda. Intanto e rientrata Anita, con un secchio d’acqua e don Luca con le cibarie

TARTAGNAM     Su-suuuu… Ssss… Subito…

ARAPISS              E meno male… Notà, voi avete fatto il viaggio da solo, con tutta l’eredità?!?

PORTLLOSS         (Fingendo di preoccuparsi gli passa un bicchiere) Con tutt’e malandrini che ci stanno in giro?!?

ARAPISS              (Come l’amico) Lo sapete quanti mariuoli ci stanno?!?

PORTLLOSS         Voi non sapete la concorrenza…

ARAPISS              (Tossendo) Cough… Cough…

PORTLLOSS         E’ cos’e niente… Diritta vene, storta va…(Cambiando tono, perplesso) C’aggio ditto?!?

ARAPISS              Notà… (Italianizzando il dialetto) Vi siete arrisicato!

ALBERTI              Capirete… A chi volete che interessino questi certificati. Pezzi di carta di un ordine militare, estinto oltre cento anni fa…

TARTAGNAM     (Lunga pausa in cui i tre si guardano, poi) E che-cheee… E che-cheee…

PORTLLOSS         E che-caaa…

TARTAGNAM     (Sbloccandosi) E che-chesto è tutto?!?

ARAPISS              Neanche un lascito?!?

ALBERTI              Nessuno, eh-eh... (Fa un sorso dal calice ed un ammiccamento ad Anita)

PORTLLOSS         ‘Na meza proprietà…?!?

ALBERTI              Niente… Assolutamente niente! Eh, eh…

ARAPISS              (Toglie il bicchiere dalle mani del notaio, prima che questi faccia un altro sorso) Neh, notà, che ce sta a ridere?!?

PORTLLOSS         E basta cu sta carne, notà… V’essa fa male?!?

SPERANZA         Caro, di là è tutto pronto… (Scorge il notaio e si agita improvvisamente)Oh, mio Dio, non è possibile… Sei tu?!? Peppiiii… (Sviene)

Panico ed agitazione nella locanda, per il malore della moglie di Luca. Donna Speranza viene presa al volo prima che stramazzi a terra.

LUCA                   Speranza…?!?

ARAPISS              Se sente male…

ANITA                 Mamma…

LUCA                   Anita… I sali, presto!

PORTLLOSS         (Al notaio) Avete visto che avete combinato Peppì…?!?

ALBERTI              E chi lo conosce codesto Peppì?!?

ANITA                 Perché, non vi chiamate Peppe…?!?

ALBERTI              Assolutamente no, io sono il notaio Carlo Alberti…

LUCA                   Speranza, dimmi qualcosa…

ANITA                 Oddio… Non risponde…

ALBERTI              State calma, signorina… (Abbraccia la ragazza)

ARAPISS              E state calmo pure voi notà…

LUCA                   Non mi abbandonare…

PORTLLOSS         Non vi preoccupate, tanto è roba da niente… Mo subito si riprende…

LUCA                   E’ medico…?!?

TARTAGNAM     No…

ANITA                 E come fate a dirlo?!?

PORTLLOSS         Se sape… La speranza è l’ultima a morire…

ARAPISS              Te cecasse n’uocchie…

PORTLLOSS         (Cambiando tono, perplesso) C’aggio ditto?!?

SPERANZA         (Rinvenendo) Dove sono?!?

ANITA                 Rinviene…

LUCA                   Cara, che succede?!?

SPERANZA         E’ lui!

ANITA                 Non è in se…

SPERANZA         Mi ha trovato…

LUCA                   Vaneggia… Portiamola a letto…

ANITA                 Si, padre… Dateci una mano…

ALBERTI              Ci penso io…

SPERANZA         No, lui no!

ARAPISS              Aggiate, pazienza notà, ca chesta vene meno n’ata vota… Ci pensa lui…

TARTAGNAM     Te-teee… Te pareva…

Luca, Anita e Tarattattà portano fuori Speranza a braccio. Luca rientra quasi subito per chiedere spiegazioni sull’accaduto

ARAPISS              Nun ce pare ‘o notaio, eh…?!?

PORTLLOSS         Notà, ma che l’avite fatta a chella femmena?!?

ALBERTI              Io?!? Nulla…

ARAPISS              Jamme ca’a nuje ‘o putite dicere…

LUCA                   (Al notaio, rientrando) Sono certo che mi darete una valida spiegazione… Cos’ha fatto a mia moglie?!?

ALBERTI              Non l’ho mai vista prima, lo giuro… Non so cosa sia potuto accadere…

ARAPISS              Ma pure, vuje… Jate giranno cu stu barbone, a gente se’mpressiona…

LUCA                   Comunque, visto come avete sconvolto mia moglie, non posso darvi ospitalità, mi dispiace…

PORTLLOSS         Ci dispiace assaje, pagate il conto e andatevene…

ALBERTI              Ma non doveva offrire lui…

ARAPISS              Coi soldi dell’eredità… Ma visto che soldi non ce ne sono… Ve ne putite je…

ALBERTI              Ma ho bisogno di ricovero, almeno per questa notte… Mi dispiace per la reazione di vostra moglie, ma io non ne so nulla, credetemi… E’ la prima volta che vengo qui, nel Regno delle due Sicilie… Ho fatto un lungo viaggio per giungere a Purchiano… Sono sfinito. Lasciatemi dormire qui, vi prego…

LUCA                   E sia, ma domani mattina all’alba ve ne dovrete andare…

ALBERTI              Farò come volete…

LUCA                   Venite, vi mostro camera vostra…

SCENA SESTA – Intanto, il Re di Sardegna è poco distante

Rientra Tarattattà. Arapiss lo richiama esaltato. Il balbuziente va a sedersi con gli altri e mette i piedi sul tavolo, proprio sotto il naso di Portlloss

ARAPISS              Forza venite qui… Che c’avimma preparà…

TARTAGNAM     A che-che co-cosa?

PORTLLOSS         (Vede l’amico che annusa nell’aria) Che d’è?!?

ARAPISS              Lo sentite questo odore inconfondibile?!?

PORTLLOSS         E comme no… Chiste s’adda lavà ‘e piedi…

TARTAGNAM     Ooo-overo? !?

ARAPISS              Nonsignore… Io parlo dell’inconfondibile odore del danaro!

PORTLLOSS         (Annusando nell’aria) Ma pecchè, ‘e sorde fetene ‘e piede?!?

ARAPISS              Avimma penzà a comme rapinà zi-Peppe…  Addà sta buono carico… E nuje…

TARTAGNAM     (Sposta distrattamente un’altra volta un piede verso l’amico, che protesta) ‘O scaaa… O-scaaa… O-scaaa…

PORTLLOSS         ‘O scarpone feta…

TARTAGNAM     (Sbloccandosi) ‘O scaricammo!

ARAPISS              Zitto, ca se’ sente…

TARTAGNAM     (Vede l’amico che annusa nell’aria) Se-sente?!?

PORTLLOSS         Se sente assaje, leva stu pede ‘a sotto ‘o naso e va te lave…

ARAPISS              Agge pazienza, spostate nu poco ‘o lata ‘accà, pecchè chiste è delicato… Ce danne fastidio ‘e’ ppuzze…

TARTAGNAM     (Cambiando posto, mal volentieri) ‘A pa-parlato proo-fumino…

PORTLLOSS         Vuje state dimenticanno ca zi-Peppe, è persona d’o questore… ‘O questore, è anche capintesta d’a camorra… Stavolta, nun se tratta sulo ‘e ‘na mazziata… Si uno sgarra c’o capintesta, a capa in testa nun ‘a tene chiù…

ARAPISS              Chille se crede ca’ nuje simme Massone… Male che va’, darà la colpa alla Massoneria…

PORTLLOSS         Sarrà, ma je nun a veco ‘bbona…

Si apre la porta di servizio della locanda. Entra un’avvenente donna mora.

ARAPISS              Je, invece, a veco propeto’bbona… Ma bona assaje!

ANDREINA         Sua maestà, Vittorio Emanuele II di Savoia è di stanza fuori al paese …

TARTAGNAM     Su-suuu… Su-suuu…

PORTLLOSS         Su che non è niente, su… (Dà una pacca sulla spalla dell’amico balbuziente)

TARTAGNAM     (Sbloccandosi, grazie al gesto dell’amico) Sua maestà?!?

ANDREINA         Esattamente… Il Re di Sardegna spetta un cenno dalla locanda per intervenire all’incontro…

ARAPISS              Bene, madamigella, dite a sua Maestà che lo verremo a chiamare al più presto…

TARTAGNAM     Vi chiaaaà…

PORTLLOSS         Uè…

TARTAGNAM     Vi chiaaaà…

PORTLLOSS         Uè-uè…

TARTAGNAM     Vi chiaaaà…

PORTLLOSS         Nun fa ‘o scostumato…

TARTAGNAM     (Sbloccandosi) Vi chiameremo noi…

ANDREINA         Ma voi chi siete, di grazia?!?

PORTLLOSS         Permettete… Portlloss!

ARAPISS              Arapiss!

TARTAGNAM     Tartagnam…

PRTLLOSS            Simme ‘e pariente lasche de’tre moschettieri…

ANDREINA         Come?!?

ARAPISS              Ehm… Massoni, madamigella! Massoni…

ANDREINA         Naturalmente, capisco…  Allora vado, aspetto un segno… (Esce)

PORTLLOSS         Ma tu ‘e capito?!? La damigella aspetta un segno… (Fa per seguirla) E lasciamolo questo segno…

ARAPISS              (Trattenendolo) Te vuò sta fermo?!? Vuò fa a persona seria?!? T’o vuò mettere ‘ncapa ca mo sì moschettiere…

PORTLLOSS         Aveva ragione papà…

ARAPISS              A proposito ‘e che…

PORTLLOSS         Era meglio ca me ‘mparavo schiattamuorte…

LUCA                   (Rientrando) Ah, signori cari… Ancora qui?

ARAPISS              In che senso don Luca?!?

LUCA                   Una volta chiarito che non c’è nessuna eredità, mi aspettavo che avreste lasciato la locanda…

PORTLLOSS         Prima di tutto, non è vero che non c’è nessuna eredità, ma abbiamo ottenuto ben tre, dico tre, pezzi di carta… Secondo, se ce ne’usciamo di qua, addò jamme ca’ chille ha appicciato ‘a casa?!?

LUCA                   Allora, potete rimanere qui…

ARAPISS              Bene…

LUCA                   A patto che abbiate come pagare la vostra stanza…

TARTAGNAM     (Tossendo prontamente, sorpreso dalla richiesta dell’oste) Cough, cough…

PORTLLOSS         Ca’ditto?!?

LUCA                   Che c’è, si sente male?!?

ARAPISS              Ma certo, buon uomo, non abbiate timore… Mettete pure l’animo in pace…

PORTLLOSS         Ca’nun vedite ‘nu centesimo…

TARTAGNAM     (Tossendo, c.s.) Cough, cough…

PORTLLOSS         C’aggio’ditto?!?

LUCA                   Voi avete bisogno di un dottore…

ARAPISS              Ce vulesse nu buono miedeco, ma pe’tutt’e duje…

SCENA SETTIMA – anche Zi-Peppe è pronto per l’incontro

Si aprono le porte della locanda. Entra urlando un’avvenente donna, che indossa una camicia rossa attillata, con un’evidente scollatura sulla parte anteriore. E’ accompagnata dal questore. La donna ha in mano un’asta con una bandiera italiana. I tre moschettieri sobbalzano. Tarattatà, fugge con il boccale tra le mani, Portlloss si butta sotto il tavolo dov’erano seduti, Don Luca si avvinghia ad Arapiss. Accorre anche  Anita. Tarattattà appare notevolmente attratto dalla Garibaldina ed in sua presenza, non tartaglia più, guarendo temporaneamente dalla propria balbuzie.

JESSIE                   (Entra cantando) All’aaarmi…

PORTLLOSS         (Rifugiandosi, per la paura, sotto al tavolo) Mamma d’o Carmine mije…

ARAPISS              Chè stato?!?

JESSIE                   All’aaaarmi!

ANITA                 Che succede?!?

JESSIE                   Si scopron le tombe, si levano i morti, i martiri nostri son tutti risorti…

LUCA                   (Affacciandosi dal bancone del bar) E voi, chi siete?

TORE’E’CRIS.      (Entrando)            La signorina è persona mia…

ARAPISS              Ojlloco, zi-Peppe!

PORTLLOSS         A me, me pare chiù zia Peppina…

TORE’E’CRIS.      E vuje che ce facite sotto ‘o tavolo?!?

TARTAGNAM     Meno male ca sì ‘o chiù curaggiuse!

TORE’E’CRIS.      Vuje nun m’a cuntate justa… Voi siete quelli del Re?!?

I tre si guardano perplessi. Poi Arapiss interviene

ARAPISS              E come, no?!? Noi siamo i moschettieri del Re…

TORE’E’CRIS.      E jamme bello, jatelo a piglià… Accà’ffore sta zi-Peppe che aspetta…

TARTAGNAM     Andiamo… (Incamminandosi deciso verso l’uscita di servizio)

ARAPISS              (Seguendolo) Andiamo…

PORTLLOSS         (Seguendo gli altri, a sua volta) E andiamo! (All’amico) Ma addò ci abbiammo?!?

Entra un fotografo, che sistema un cavalletto nella stanza

ESPOSITO            Che dito, signor quistoro, questo lo metto qua?

TORE’E’CRIS.      Nonsignore, mettetela da quest’altra parte, se no state contro luce… Ma che razza ‘e fotografo site?!?

ESPOSITO            Aggiato pacienzo, io non è che tenco tanta esperienza co’lla fotocrafia…

JESSIE                   Lui è il compagno Esposito, lo scrivano…

TORE’E’CRIS.      E se po’ sapè che facite cu sta machina fotografica, Espo’, arrotondate?!?

ESPOSITO            No, è che il fotocrafo ufficialo l’hanno fatto secco a Reggio Calabbrio, pace all’anima sua… Ed io mi sono offertuto come sostituto volontario…

TORE’E’CRIS.      Mo ho capito…

ESPOSITO            Aspettate che prento quacche appunto… (All’oste) Scosato… Come si chiamma la locanda?

LUCA                   (Effemminato) La locanda del Gallo Castrato…

ESPOSITO            State pazzianto…?

LUCA                   No, è questo il nome della locanda… Il gallo castrato…

ESPOSITO            Non vi offendeto… (Appuntando su un taccuino) Locanta del Callo castrato…

TORE’E’CRIS.      Eh, ‘o callo ‘e trippa… Giovanotto, voi siete scrivano? E dovete appuntarvi solo le cose importanti…  E ricordate che cosa è importante e cosa no… Quello che la gente deve e non deve sapere…  Lo decido io… Scancellate…

ESPOSITO            Ma è il luoco dell’incontro…

TORE’E’CRIS.      Vi ho detto scancellate…

ESPOSITO            Va buono… Come voleto voi, scancello. Abbasta che sua eccellenzo non si piglio collera…

TORE’E’CRIS.      Jamme bello, non perdiamo altro tempo… Fate accomodare l’eroe…

ESPOSITO            Vaco… Uè, uè… Fatelo trasire…

JESSIE                   Sua eccellenza il dittatore del Regno del Sud… L’eroe dei due mondi…

LUCA                   O mio dio, non ci posso credere…

SCENA OTTAVA – la storiografia crea i falsi miti e gli pseudo-eroi

Entra zoppicando l’eroe dei due mondi, malfermo e alto non  più di un metro e sessantacinque. Mentre lo scrivano, appunta prontamente tutto ciò che dice il dittatore, di tanto in tanto, lo immortala in pose eroiche. Il generale che appare visibilmente, miope, con problemi di udito ed un’evidente zoppia, ha un carattere decisamente irascibile.

ESPOSITO            (A mo di fotografo da Matrimonio) Generalo, guardato qua… Sto qua… Ma no così, ducio, stato fermo… Non lo fato muovere… Tenetelo fermo e sorrideto… Beno, ora i parenti… Questò, mettetevi puro voi…

TORE’E’CRIS.      Ma che l’ha pigliate pe’nu matrimonio?!?

ESPOSITO            Stringetovi beno… Fatto… E ora l’oste della locanda… Venite…

LUCA                   Troppo onore… (Si butta tra le braccia di Esposito)

ESPOSITO            Ma mico addosso a mico?!? Cosa fato? Scendetemi da cuollo… In posa con gli altri… Uno, duo, treo… Fatto…

ZI-PEPPE              Gli sponsor, giovanotto…

Jessie passa al generale una serie di prodotti. Con ciascuno di questi oggetti, Garibaldi fa una foto, in posa plastica

JESSIE                   Allora… Biscotti Garibaldini…

ESPOSITO            Fermatovi così… Fatto!

JESSIE                   I cerini di Zi-Peppe…

ESPOSITO            Benissimo, ducio…

JESSIE                   Tonno camicia rossa…

ESPOSITO            Ancora uno…

JESSIE                   Lucido per stivali, Garibaldissimo…

ESPOSITO            Così… Bravo… Sorrideto… E ora tutti inzieme, foto di gruppo…

TORE’E’CRIS.      E no, giovanotto, mò ci’avita fa sta quiete… Calmatevi nu poco…

ESPOSITO            Ma quel altro fotocrafo così faceva…

TORE’E’CRIS.      E chille perciò l’hanno sparato, siente a ‘mme…

LUCA                   (Al generale, con delicatezza) Saluto in voi il liberatore del Regno delle due Sicilie…

ZI-PEPPE              Salutate l’uomo sbagliato, brava donna…

TORE’E’CRIS.      Don Peppì, è un uomo… E’l’oste della locanda…

ZI-PEPPE              Siete il padrone di codesto ricovero?

LUCA                   Si, generale… Vogliate perdonarmi se le mura che vi accolgono sono troppo piccole in raffronto alla vostra grandezza…

ZI-PEPPE              (Infervorandosi, senza motivo) Costui insinua che sono basso?!? (Si scaglia contro l’oste, mantenuto a fatica dal questore) Ve la vedrete con me…

TORE’E’CRIS.      Ma no, don Peppì…

ZI-PEPPE              Costui mi prende per i fondelli…

TORE’E’CRIS.      Mica voleva dire che siete basso…? E’ vero don Lu…?

LUCA                   Non mi permetterei mai, di offendere il signor generale…

ZI-PEPPE              Volevo ben dire… Badate che ho spedito persone a lavorare nei miei campi di cotone in Brasile per molto meno… Io non sono affatto basso, vero Jessie?

JESSIE                   No, duce… Siete… Regolare!

ZI-PEPPE              Vuoi dire che sono come tutti gli altri?!? (Si scaglia contro la donna, mantenuto a fatica dal questore) Ora ti do una lezione…

TORE’E’CRIS.      Un momento generà… Vuje accussì m’allungate ‘e braccia… ‘A guagliona mica voleva offendere…

JESSIE                   Assolutamente no, mio duce… Dicevo, in magnificenza, siete regolare…

ZI-PEPPE              Volevo ben dire…

LUCA                   E poi, se mi è concesso, il vino buono sta nella botte piccola…

ZI-PEPPE              Botte piccola?!? Allora, io sarei corto e chiatto! (Si scaglia contro l’oste, mantenuto a fatica dal questore) Ti faccio vedere io…

TORE’E’CRIS.      Calmatevi …

ZI-PEPPE              Che insolente…

TORE’E’CRIS.      Voleva farvi un complimento, Don Peppì …

LUCA                   Scusate, generale…

ZI-PEPPE              Badate che ho passato per le armi civili inermi per molto meno…

LUCA                   Non era mia intenzione offendervi…

ZI-PEPPE              Lo credo bene…

TORE’E’CRIS.      Don Peppì, calmatevi, voi accussì ve facite nu fegato tanto…

ESPOSITO            Non ci facito caso… Quello, il signor Calibardo, s’è fatto viecchio…

ZI-PEPPE              Chi è?!?

ESPOSITO            E’ un  pucurillo permaloso…

Il generale si scaglia contro lo scrivano, mantenuto a fatica dal questore

ZI-PEPPE              Ora ti aggiusto io…

TORE’E’CRIS.      N’ata vota?!?

ZI-PEPPE              Io sarei permaloso?!?

TORE’E’CRIS.      ‘O state ‘nzuffanno, ma però…

ZI-PEPPE              Badate, giovanotto, che ho fucilato fotografi volontari per molto meno…

TORE’E’CRIS.      Aggio ditto je, è meglio ca’ ve state zitto…

ESPOSITO            Scosato, ducio, mi è scappato…

TORE’E’CRIS.      E nun v’o facite scappà chiù… ‘O si no ‘a chisto chi ‘o mantene…

ESPOSITO            No, ‘ccellenza… Metto via il cavalletto…

LUCA                   (Entrando) Volete una mano? (Allunga una mano sul posteriore di Esposito)

ESPOSITO            Non la voglio la mano...

LUCA                   Ma io lo dico per voi… Quelle sono tre gambe… io prendo quella di mezzo…

ESPOSITO            Lasciato stare il cavalletto! A si no v’o scasso ‘ncapa…

LUCA                   Eeh! Che modi! Io lo facevo per voi…

SCENA NONA – ese lo storico incontro non si fosse tenuto a Teano?

Rientrano i tre moschettieri, con l’accompagnatrice del Re, Andreina. Il momento è storico. Si stanno per incontrare a Purchiano il futuro Re d’Italia e l’eroe dei due mondi. Di quest’incontro, nulla diranno i libri di storia, che registreranno direttamente l’incontro ‘ufficiale’ sulla strada di Borgonovo – Ponte di San Nicola, presso Teano.

ARAPISS              Eccoci di ritorno…

PORTLLOSS         Accomodatevi Maestà…

I tre scorgono il generale al centro della scena e si avvicinano a lui, scambiandolo per il notaio. Il balbuziente, in presenza della garibaldina Jessie, non la perde mai di vista, guarendo per impeto d’amore dal proprio difetto di pronuncia   

ARAPISS              Neh, notà… Ma che d’è sta cammisa rossa?!?

ZI-PEPPE              L’avete con me?

PORTLLOSS         Overo, che v’ate mise ‘nguollo?!? Mettiteve n’ata cosa, nun facite ‘o ridicolo…

ZI-PEPPE              Ridicolo?!? Io sarei ridicolo?!?

ESPOSITO            Ojlloco, mo parte n’ata voto…

ZI-PEPPE              (Si scaglia contro i tre, mantenuto a fatica dal questore) Ti faccio vedere io chi è ridicolo…

TORE’E’CRIS.      Calmatevi, generale… Vuje, accussì, ve facite venì ‘na cosa…

ZI-PEPPE              Badate che ho fucilato bambini per molto meno…

TORE’E’CRIS.      A voi… Vi presento zi-Peppe… Aliàs, il dittatore del Regno del Sud, il generale…

ARAPISS              Giu-giuu…

PORTLLOSS         Ga-gaaa…

TORE’E’CRIS.      Questi tre sono i massoni…

ZI-PEPPE              Massoni?!? Allora, dovreste saperlo, giovanotti… Indossiamo una camicia rossa affinché, in battaglia, il nemico, quando ci ha ferito, non si accorga del sangue che ci scorre addosso…

ARAPISS              Bella, a verità, bella… E ‘o cazone marrò?!?

PORTLLOSS         Accussì ‘o nemico, in battaglia,  nun sape quanno se cacano sotto…

ZI-PEPPE              (Si scaglia nuovamente contro i tre, c.s.) Lasciatemi… Massoni insolenti… Jessie, che mi faccio sotto io?!?

JESSIE                   Sarà capitato qualche volta di notte…

ZI-PEPPE              Che c’entra, quella è la prostata… In battaglia ?!?

JESSIE                   Ah, Mai! In battaglia, mai…

ZI-PEPPE              Avete condotto il Re?

TARTAGNAM     Certo…

ANDREINA         Sua Maestà, Vittorio Emanuele II di Savoia…

TORE’E’CRIS.      Uè, a voi, lasciateci soli…

Entra il Re di Savoia. Don Luca ed Anita escono, guardandolo incantati. Fanno per uscire anche i moschettieri, ma il questore li ferma.

LUCA                   Contenta?!? Tu che dicevi che non succede mai nulla…

ANITA                 Un re ed un dittatore nella nostra locanda… Non ci posso credere…

TORE’E’CRIS.      (Ai tre moschettieri) Voi no… Voi dovete rimanere!

ARAPISS              Scusate eccellè, quello voi avete detto uscite…

TORE’E’CRIS.      Ai locandieri… (Tra se) Ma che razza‘e massune so’ chisti ccà?!?

Rimasti soli da sguardi indiscreti, il Re ed il dittatore si lasciano andare a modi senza particolare etichetta. Esposito si cambia di posto con Jessie, per avvicinarsi al generale ed annotare ogni cosa. La donna appare distratta dagli sguardi appassionati di Tartagnam

RE                         Caro Giuseppe… Te piaxe sempre a fygassa (Molla una pacca sul sedere di Andreina)

ZI-PEPPE              Ma certo… Io però preferisco le bionde… (Molla una pacca sul sedere dello scrivano, scambiandolo per quello di Jessie)

ESPOSITO            Uè-uè, ducio… Se n’e juto chillo, accumminciate vujo?!? (A Jessie, avvicinandola al generale) Piccerè, vedeto chiste che vo’…

ZI-PEPPE              Vittorio, vecchio porco, come te la passi?

RE                         M'atasto se ghe son…

Ride con Andreina e gli altri, fino a fermarsi di colpo, zittendo immediatamente i presenti. Jessie si distrae nuovamente, lasciandosi trasportare, a sua volta, da una simpatia verso Tartagnam

RE                         Non ci posso credere, vecchio puttaniere, ce la fai ancora?!?

ZI-PEPPE              Le infallibilità muoiono, ma non si piegano…

TORE’E’CRIS.      Chesta è bella… (Allo scrivano, energico) Scrivi…

ESPOSITO            Va buono‘ccellè…

Ride con Andreina e gli altri, fino a fermarsi di colpo, zittendo immediatamente i presenti   

RE                         E’stata dura arrivare a cavallo fino a Napoli?

ZI-PEPPE              A cavallo?!? Per carità, Vittorio, la mia artrosi non lo permetterebbe…

TORE’E’CRIS.      (Allo scrivano, c.s.) No, no… Chest’nun’o scrivere…

RE                         Allora, di grazia, sarai giunto in carrozza?

ZI-PEPPE              Carrozza? Dio ce ne scansi e liberi… Troppi scossoni… La schiena mi avrebbe dato i tormenti…

RE                         Peppino, si può sapere come diavolo sei arrivato?!?

ZI-PEPPE              Treno, Vittorio bello, treno… Molto più comodo…

ESPOSITO            (Appuntando) Treno…

TORE’E’CRIS.      Che treno?!? Scrivi a cavallo…

ESPOSITO            Ma veramento…

TORE’E’CRIS.      (Minacciando) Aggio ditto cavallo!

ESPOSITO            (Appuntando repentinamente) Cavallo…

ZI-PEPPE              Il questore è stato così gentile da venirmi a prendere alla stazione… A proposito… Ti presento Salvatore De Crescenzo…

Salvatore De Crescenzo si avvicina al Re, si leva la coppola e si inchina. Lo scrivano resta attento ad appuntare scrupolosamente tutto il dialogo

TORE’E’CRIS.      L’onorata società, si onora di salutare sua maestà…

RE                         La vostra fama è giunta fino a corte… Grazie per aver permesso, che il generale giungesse sano e salvo fino a Napoli…

TORE’E’CRIS.      Diamo il giusto merito anche gli Scurmi fitusi… Condivido con i picciotti siciliani l’onore ed il privilegio di aver servito la vostra causa…

RE                         Sono io, che mi onoro di fare finalmente affari anche con voi…

TORE’E’CRIS.      Voi mi lusingate, maestà…

RE                         Con l’imminente unità getteremo le basi per una collaborazione florida, che duri nel tempo… Vederete!

TORE’E’CRIS.      E io vi ringrazio fin da ora, maestà… La società che rappresento continuerà a mettere i suoi servigi a vostra disposizione…

ESPOSITO            Ho scritto tutto, ‘ccellè… Una pagina intero!

TORE’E’CRIS.      Ah, si?!? E taglia ‘a pagina, o se no te taglio ‘a capa…

RE                         A proposito di affari, Peppino… E’ arrivato il momento di parlare di soldi… Accomodati… So che il tuo genio militare male si approccia a discorsi riguardanti il vile danaro…

ZI-PEPPE              Infatti…

RE                         Credo, tuttavia, che sarebbe opportuno facessi una lista delle spese sostenute…

ZI-PEPPE              Già fatto… Jessie… Dove sei?!? (Ha la ragazza a fianco, ma la cerca altrove)

JESSIE                   Duce, sono qui…

ZI-PEPPE              Tu devi rimanere accanto a me…

JESSIE                   Si, mio generale…

ZI-PEPPE              Se no io che ti pago a fare? Su… Prendi la noticina e porgila a sua maestà…

JESSIE                   Subito, duce…

La ragazza prende la lista e la srotola davanti al Re. E’ una lista lunghissima che contiene nel dettaglio tutte le spese sostenute per la spedizione dei mille

PORTLLOSS         Aspita… Nun è ‘na lista… E’na ‘Si loca’…

ARAPISS              Statte zitto, ca ‘o fatto se fa interessante…

RE                         Grazie… Andreina…

ANDREINA         Si, maestà…

RE                         Pensaci tu…

ANDREINA         Date a me, sire…

RE                         Caro Giuseppe … Ti conosco da anni… So bene che tu, nelle tue gloriose imprese, insegui onore e gloria, e non le magnificenze del danaro…

ZI-PEPPE              Infatti…

RE                         Ti frequento da tempo… Tu disdegni i soldi e rifuggi argenti e ori…

ZI-PEPPE              Infatti…

RE                         Tuttavia, io, ritengo opportuno quantizzare, a costo di andare contro la tua volontà, un premio, per aver proceduto così brillantemente alla conquista del sud Italia, per conto dei Savoia…

Lunga pausa nel quale il Re ed il generale sono faccia a faccia, guardandosi negli occhi.

RE                         Cinquecentomila lire torinesi…

Arapiss sputa il contenuto del boccale che sta bevendo

ZI-PEPPE              Dieci  milioni!

Portlloss sviene, per l’emozione, ma viene sostenuto dai due colleghi

PORTLLOSS         C’a ditto?!? (Sviene)

RE                         (Scoppia in una fragorosa risata) Ah, ah, ah… Hai voglia di scherzare, Peppino?!?

ZI-PEPPE              Affatto, dieci milioni, se sua Maestà vuole che gli consegni il Regno del sud e diventare l’unico Re dello stivale, altrimenti… Proseguirò dritto su Roma e proclamerò la Repubblica libera del sud Italia…

RE                         Ma è inaudito! Non erano questi i patti… Questo è un ricatto!

ZI-PEPPE              Che paroloni… Io lo chiamerei equo indennizzo! Le spese sono state davvero tante…

RE                         (Ad Andreina, prendendole la lista da mano) Dà qua… Due piroscafi, due equipaggi completi, quattro escort… Ma questo è un salasso… Dove pensi che possa prendere tutto questo danaro?!?

ZI-PEPPE              Vittorio, hai idea di quanti danari abbiamo trovato nelle casse del Regno di Napoli?

RE                         Veramente, no…

ZI-PEPPE              Circa… 450 milioni!

Tutti restano pietrificati dall’esorbitante cifra confidata dal generale. Portlloss, rinvenuto da poco, sviene nuovamente. Nessuno lo regge, stavolta, ed il moschettiere piomba lentamente a terra, scomparendo dietro al bancone

PORTLLOSS         C’a ditto?!? (Sviene nuovamente)

RE                         Non è possibile… Circa venti volte le riserve del Regno di Sardegna…

ZI-PEPPE              In monete d’oro e d’argento…

RE                         Devo pensarci… Ci vedremo domani, qui, alla stessa ora…

ZI-PEPPE              Vorrà dire che qui aspetterò… E portate il danaro…

RE                         Andreina, andiamo…

ANDREINA         Si, maestà…

SCENA DECIMA – L’Italia si sarebbe fatta lo stesso, ma a caro prezzo

Il Re Vittorio Emanuele II esce, con la sua accompagnatrice.

TORE’E’CRIS.      Oste… Allora siamo d’accordo… Voi rimarrete qui fino a domani…

LUCA                   (Rientra velocemente con la figlia Anita) Eccomi, eccellenza… Mi desiderate?!?

TORE’E’CRIS.      Io?!? Ma meglio ‘na curtellata dint’a panza… Ci vedremo domani… Andiamo. (Esce, portando con se Esposito)

ZI-PEPPE              Accompagnatemi in camera, brava donna…

LUCA                   Vi prego, generale, statemi dietro… (Tra se, uscendo) Sto sognando, il generale dei generali nella mia locanda…

ZI-PEPPE              Jessie, precedimi…

La ragazza inizia come di consueto l’inno di Garibaldi. Questi, durante l’azione di Jessie, incrocia lo sguardo di Anita e le fa una carezza sul viso. Anita, imbarazzata, segue don Luca, precedendo il generale e la bionda

JESSIE                   (Esce cantando) All’aaarmi…

PORTLLOSS         (Spaventandosi per l’urlo improvviso della ragazza) Puozza passà niente…

TARTAGNAM     (Estasiato dalla ragazza) Che temperamento…

JESSIE                   All’aaaarmi!

TARTAGNAM     Che delizia…

JESSIE                   Si scopron le tombe, si levano i morti, i martiri nostri son tutti risorti…

SCENA UNDICESIMA –  Da una parte il Re, dall’altra l’eroe dei due mondi

Al termine dell’incontro, don Luca è apparso visibilmente esaltato. La sua locanda resterà nella storia per l’incontro di due personalità così famose. I tre moschettieri, rimasti soli, organizzano il piano d’azione

TARTAGNAM     E’ la donna più bella che io abbia mai visto…

ARAPISS              Ma che d’è chisto, nun cacaglia chiù?!?

PORTLLOSS         Ma comme è possibile?!?

TARTAGNAM     Uh…

Tarattattà si spaventa e va a sedersi al tavolo. Gli amici lo seguono con interesse

ARAPISS              No, nun te spaventà… Ho sentito dire che questi difetti possono anche andare via….

PORTLLOSS         Overo?!?

ARAPISS              A volte per un po’ di tempo… Basta avere una spinta… Che saccio je?!? Una grande motivazione…

TARTAGNAM     Mi-miiii… Mi-miii…

ARAPISS              (Rammaricandosi) N’ata vota?!?

TARTAGNAM     Mi-miiii… Mi-miii…

PORTLLOSS         Ma chi ‘o sape a stu Mimì?!?

TARTAGNAM     Mi-mii… (Prende per il bavero Portlloss, guardandolo negli occhi) Mi sono innamorato!

PORTLLOSS         (Liberandosi dalla stretta dell’amico) Me dispiace, ma cu’mme acchiappe ‘e pale…

TARTAGNAM     G-gee… Ge-ggè…

ARAPISS              Chi?!?

TARTAGNAM     Ge-ggè… Ge-ggè…

PORTLLOSS         Gennaro?!?

TARTAGNAM     Ge-ggè… Ge-Jessie!

ARAPISS              Ora ho capito! L’amore per la ragazza gli ha sciolto la lingua…

PORTLLOSS         Si, ma pecchè mo ‘ncacaglia n’ata vota?

ARAPISS              Questo non lo so… Forse, ‘o scioglimento funziona solo quando la ragazza è presente…

PORTLLOSS         Giusto… E’nu fatto curioso assaje!

ARAPISS              Ma ora basta perdere tempo… Dobbiamo organizzare il piano…

PORTLLOSS         Quale piano?

ARAPISS              Un piano vero, stavolta… Il piano per impadronirci dei soldi…

PORTLLOSS         No, stavota nun me faje fesso! Nun te stongo a sentì… E’ troppo pericoloso…

ARAPISS              E invece no… Sarà il colpo più facile che metteremo a segno… (Portando una mano al capo) Tengo tutto’ccà…

PORTLLOSS         Chille è ‘o guaio…

ARAPISS              Statemi a sentire… Non vi siete scocciati ‘e fa sta vita?!? Nun ve site sfastriate ‘e ve arrangià tutte e sante juorne?!? E mendicà pe’nu tozzo ‘e pane… E s’accuntentà ‘e guardà ‘e femmene ‘e’llate… E fa fessa ‘a gente pe’quatte mullechelle?!? Basta! Je voglio magnà ‘a meglia carne, voglio bevere ‘o meglio vino… Voglio le donne più belle per noi… Le case più lussuose, per noi… E’ sorde che starranno dint’a chesta locanda, spettano a nuje… Ce state?!?

Tarattattà, dopo una lunga pausa, sguaina la spada e la pone in alto

TARTAGNAM     Tu-tutti pe-per uno…

PORTLLOSS e ARAPISS      E uno per tutti…

ARAPISS              I Savoiardi da una parte, i Garibaldini dall’altra… E noi in mezzo…

PORTLLOSS         Schiacciati…

ARAPISS              E po’ vide… Qui, o si fa l’Italia, o si fa la fame…

Sipario.

Fine I atto


ATTO SECONDO – Qui si fa l’Italia…

SCENA UNDICESIMA – Tanto si sa… Chi vo’fottere, vene futtuto!

Tore ‘e Criscienzo continua il suo interrogatorio con il commissario, nel 1870.

TORE ‘E CRISCIENZO      Chi vo’sfottere, vene sfottuto… E chi vo’ fottere, vene futtuto, commissà… ‘A gente ‘e Napule nun ‘o vo’capì… E con la filosofia ca’’cca’ nisciuno è fesso, facimme a gara a chi mette ‘a coppa a fesseria…  A proposito ‘e fesse, torniamo a nuje, commissà… No, non vi offendete… Chi s’offende è fetente e fatica ‘o spazzamento… Ve sto cuntanno ‘a verità d’a storia, pe’comme ‘a saccio je… Le vicende d’Italia, ridotte a volgari dispute da cantinieri, abbascia ‘a ‘na taverna… Je l’aggio visto…  Aggio guardate ‘e fondamenta fradice ca’tene stu palazzo… A quei tempi ‘a Bella Società Riformata era forte, ma non abbastanza da resistere a n’esercito qualunque… E tiempe ‘e mo’, la stessa Onorata Società è invulnerabile… Indipendentemente d’a chi cummanna.  Quanno nu papa è muorte, se ne fa n’ato… Pecchè’a politica, è diventata l’assicurazione ‘ncopp’a vita d’a camorra. E viceversa… Ma che v’e dico ‘a fa sti cose…? Tanto vuje già ‘e sapite… Vuje me state a sentere pecchè vulite sapè che fine hanno fatte ‘e sorde ‘e zi-Peppe…? Allora assettateve, ca ve fernesche ‘e cuntà comm’e juto ‘o fatto… Era passata ‘na notte, ma nisciuno, dint’a chella taverna, era riuscito ‘a piglià suonno. Fuje ‘na notte strana, commissà… Chi penzava,  chi smaniava, chi faceva ammore…  ‘O juorno appriesso facetteme l’Italia… 

SCENA DODICESIMA

E’ il 25 di ottobre del 1860. Il notaio parla con trasporto ad Anita. I due hanno trascorso assieme una notte d’amore, romantica ed appassionata, travolti dall’inequivocabile colpo di fulmine che li ha colpiti. Anita scopre il notaio aprendo la porta di servizio

ANITA                 Ancora qui?!? Voi siete pazzo?

ALBERTI              Si, pazzo, pazzo di voi, Anita…

ANITA                 Se è vero il bene che dite di volermi, dovete andarvene… Se mio padre scoprisse che vi ho raggiunto in camera, stanotte, sarei perduta…

ALBERTI              Che strano, io mi sentivo perso finché non mi avete raggiunto…

ANITA                 Adoperate le parole, così come un arciere le frecce… Come fate a colpirmi sempre?

ALBERTI              Punto dritto al vostro cuore…

I due si danno un bacio appassionato. Entra Donna Speranza, la madre di Anita, che sorprende i due in un atteggiamento inequivocabilmente amoroso

SPERANZA         Anita, cosa diavolo stai facendo?!?

ANITA                 Madre…

ALBERTI              Possiamo spiegarvi…

SPERANZA         Io non credo proprio…

ANITA                 Io lo amo…

SPERANZA         Non fare la sciocca…

ALBERTI              Signora è vero e, quanto è vero iddio, io contraccambio il suo amore…

SPERANZA         Andatevene, prima che mio marito vi cacci fuori a calci…

ANITA                 Madre!

SPERANZA         Anita, fai silenzio… Non capisci che è per il tuo bene? Non lascerò che tu subisca il mio stesso destino… Forza, vai in camera tua…

ANITA                 Ma io…

SPERANZA         (Dura) Adesso!

ANITA                 Ti odio!

La ragazza scoppia in lacrime ed esce correndo

SPERANZA         Avete già rovinato la mia vita, in passato…

ALBERTI              Io?!? Ma se non v’ho mai visto prima?!?

SPERANZA         Ora mi avete messo contro mia figlia… Sarete contento, immagino…? Anita! (Esce, chiamando la figlia)

ALBERTI              Come ho fatto a rovinarle la vita, che non la conosco mica?!? Questa deve essere pazza…

SCENA TREDICESIMA

I tre moschettieri entrano e trattano con rinnovata cortesia il notaio. Hanno intenzione di coinvolgere l’uomo nel piano ordito per accaparrarsi i soldi destinati al generale. Tarattattà porta con se, sotto al braccio, una camicia rossa ed un pantalone marrò

PORTLLOSS         Sta ‘llà oj?!?

ARAPISS              Notaio carissimo…

TARTAGNAM     Che… Che-che piacere…

PORTLLOSS         Avevamo paura di non rivedervi più…

ALBERTI              In effetti, stavo andando via, mio malgrado… Arrivederci…

I tre si precipitano a fermare il notaio

TARTAGNAM     No-no…

ARAPISS              Ma addò jate?!?

TARTAGNAM     No-Notaio!

PORTLLOSS         Fermateve nu mumento…

ALBERTI              Credetemi se vi dico che resterei qui, presso la mia dolce Anita, per sempre…

ARAPISS              Embè?!?

TARTAGNAM     Appu-punto!

PORTLLOSS         Tratteneteve…

ALBERTI              No, non posso… I suoi genitori vogliono che lasci la locanda in questo maledetto istante… Addio!

ARAPISS              Uè-uè…

PORTLLOSS         Acchiappa ‘o notaio!

TARTAGNAM     Fe-fermo!

ALBERTI              Cosa c’è ancora?

ARAPISS              Notà, vi piacerebbe restare ancora in questa locanda?

ALBERTI              Certo… Ho mille buoni motivi…

PORTLLOSS         Oeh, noi ne abbiamo dieci milioni!

ARAPISS              Statte zitto…

PORTLLOSS         C’aggio ditto?!?

ALBERTI              Ma come si fa…?

ARAPISS              Semplice… Vi daremo… Un’altra identità…

TARTAGNAM     Eh?!?

PORTLLOSS         Che ne pensate?!?

ALBERTI              Non ho capito un tubo…

ARAPISS              Ci spieghiamo meglio… Si dà il caso che in questa locanda, stanotte, abbia dormito  in incognito niente popò di meno che, l’eroe dei due mondi…

ALBERTI              Il Generale?!?

PORTLLOSS         Propri’isso…

ARAPISS              Prova camicia…

TARTAGNAM     Su-subito!

Tarattattà allunga la camicia rossa che ha tra le mani all’amico, che la avvicina al notaio, porgendogliela sotto il mento

ARAPISS              Come volevasi dimostrare… Notà, voi ed il generale siete due gocce d’acqua… Identici!

TARTAGNAM     Uh-u…

Il verso ripetuto dell’amico balbuziente mette in allarme i moschettieri, che si nascondono disordinatamente

PORTLLOSS         Ojlloco’oj…

ARAPISS              Fuje-fu… 

Ormai al riparo, chiedono spiegazioni all’amico

ARAPISS              Ch’è stato?!?

TARTAGNAM     Uh-u… Uguali!

PORTLLOSS         Puozza passà niente…

ARAPISS              Je che lengua…

ALBERTI              Voi dite che io somiglierei al grande generale?!?

ARAPISS              Proprio così… Anche se avete lo stesso viso, la stessa corporatura, la stessa barba… Certo, qualche differenza c’è… Voi siete più giovanile, mentre lui…

PORTLLOSS         Sta ‘nguajato!

ARAPISS              Te vuo’ sta zitto?!?

PORTLLOSS         C’aggio ditto?!?

ARAPISS              Il piano è questo… Più tardi, in questa locanda, ci sarà un incontro importante assai. Il Re, Vittorio Emanuele II, consegnerà il denaro al generale… Approfittando della vostra somiglianza, noi rapiremo il vero zi-Peppe e voi prenderete parte all’incontro, in modo da intascare i soldi al posto suo… Facile facile, no…?

ALBERTI              Se ho capito bene… Io, il notaio Carlo Alberti, dovrei rendermi complice di un sequestro di persona e di una truffa aggravata ai danni del Re di Savoia?!?

TARTAGNAM     Che-chesto è tu-tutto!

ALBERTI              Ma che vi siete ingrulliti?!? Qui, se ci va bene, ci fucilano…

ARAPISS              Notà, quante storie… Voi cercate un modo per continuare a vedere la figlia dell’oste? E noi ve lo stiamo offrendo…

ALBERTI              Ma siete sicuri che nessuno si accorgerà dello scambio di persona?!?

ARAPISS              E noi qui che ci stiamo a fare?!?

PORTLLOSS         Ah, je chesto nun ‘o’ssaccio…

ARAPISS              Vi prepareremo noi, notà…

ALBERTI              Ci pensate voi?

ARAPISS              State tranquillo… Allora…?

ALBERTI              (Lunga pausa) E sia!

ARAPISS              Aah…

PORTLLOSS         E bravo ‘o notaio…

ALBERTI              Ne ho fatte di pazzie, per amore, ma questa le supera di certo tutte …

ARAPISS              Notà, andatevi a cambiare in questo ripostiglio…

PORTLLOSS         Vi chiameremo noi per l’addestramento…

ALBERTI              Come fossi un cane…

ARAPISS              Fate presto, notà…

ALBERTI              Aspetto una vostro cenno… (Esce, chiudendo la porta dietro di se)

ARAPISS              Benissimo, il notaio l’abbiamo convinto: la prima parte del piano, è fatta… Passiamo alla seconda parte… Bisogna procedere ora, che non c’è nessuno…

SCENA QUATTORDICESIMA

Il questore entra e comincia a tramare per far si che il generale non faccia saltare i piani dell’onorata società. Tore ‘e Crescienzo cerca la collaborazione dei ‘massoni’

TORE’E’CRIS.      (Entrando) Buona mattinata…

ARAPISS              Buongiorno, signor questore…

TORE’E’CRIS.      (Al balbuziente) Avete visto zi-Peppe?

TARTAGNAM     Chi-chi?!?

TORE’E’CRIS.      Zi-Peppe…

TARTAGNAM     (Dissimulando) Ah, No-no…

TORE’E’CRIS.      E vuje, l’avite visto?

PORTLLOSS         Il vecchio, o il nuovo?!?

ARAPISS              Cough, cough…

PORTLLOSS         C’aggio ditto?!?

ARAPISS              Voleva dire, l’eroe dei due mondi… Il vecchio e il nuovo mondo…

TORE’E’CRIS.      Insomma, se po’sapè zi-Peppe addò sta?

ARAPISS              E’in camera sua, signor questore… Dice che non si alza mai prima di mezzodì…

TORE’E’CRIS.      Vorrà dire che qua l’aspetto… (Si siede al tavolo)

TARTAGNAM     Ah!

PORTLLOSS         E mo comme ‘a mettimme nomme?!?

TORE’E’CRIS.      (Chiamando) Oste… (Si siede al tavolo) Gradite qualche cosa da bere?!?       

ARAPISS              Grazie, pecchè s’è seccata tutta ‘o cannarone…

PORTLLOSS         Grazie assaje, signor questore…

TARTAGNAM     Pu-pu… Pu-pu…

LUCA                   Il bagno è in fondo a destra… (Indica)

TARTAGNAM     (Sbloccandosi) Pu-pure a me…

LUCA                   Buon giorno, signor questore…

TORE’E’CRIS.      Favorite nu poco de’gnostia...

LUCA                   Per scrivere?!?

TORE’E’CRIS.      No, pe’veppere!

ARAPISS              Jamme bello: purtate coccoccosa ‘a bevere…

LUCA                   Subito vi servo… (Esce)

TORE’E’CRIS.      Allora, faciteme sentì… ‘O re che dice?

TARTAGNAM     Boh…

PORTLLOSS         E chi ‘o’ssape?!?

TORE’E’CRIS.      Comm’è, nun sapite niente?!? Che facite ‘e massune cu’mme?!?

ARAPISS              No, i miei colleghi vogliono dire che sua maestà è assai volubile… Cambia spesso idea.

TORE’E’CRIS.      Aggio capito, saccio chiù cose je ca’vuje… Mo’ve conto tuttecose…

LUCA                   I signori sono serviti…

TORE’E’CRIS.      Grazie assaje. Mo jatevenne, facitece parlà…

LUCA                   Come volete, signor Questore…

TORE’E’CRIS.      N’appostacane de’mieje…

ARAPISS              Chi?

TORE’E’CRIS.      N’appostacane… Comme v’aggia spiegà, ‘na sentinella.

PORTLLOSS         E dicite sentinella...

TORE’E’CRIS.      ‘Na sentinella mia, ammacchiata addreto ‘a ‘na tenda, ha smicciato’o Re…

TARTAGNAM     Ah…

ARAPISS              Voi che dite?!?

PORTLLOSS         Annanze a tutte quante?!?

TORE’E’CRIS.      Ma che cosa?!?

ARAPISS              Questa sentinella prima ha macchiato una tenda e poi ha appiccato ‘o’Rre…

TORE’E’CRIS.      Ma che avite capito?!? Ammacchiato, annascunnuto addreto a ‘na tenda…

TARTAGNAM     Aah…

TORE’E’CRIS.      Ha smicciato, comme v’aggia dicere? Ha spiato ‘o’Rre.

PORTLLOSS         E dicite spiato… 

TORE’E’CRIS.      Chesta sentinella ha sentuto‘o’Savoiardo abbaccaglià ca’Bardascia soja…

ARAPISS              Veramente?!? Tu ‘e capito?

TARTAGNAM     N-no!

ARAPISS              Manc’je..

TORE’E’CRIS.      Ha sentuto ‘o’Rre ca’parlava segretamente ca’ prostituta soja…

PORTLLOSS         Aah… E parlate chiù facile, questò… (Indica l’amico balbuziente) Si no, chiste nun capisceno…

TORE’E’CRIS.      ‘O savoiardo ha ditto ca’zi-Peppe è nu bazzeriota e ca’, si tira troppo ‘a corda, si seguita ‘a fa ‘o gaggio, ce manne’e ferrare, accussì addiventa auciello ‘ngaiola Allora ‘o fecato’a otto, doppo l’alluppamento, è corzo addu me pe’me putà‘a Marrocca…

PORTLLOSS         (Lunga pausa in cui i tre si guardano smarriti) Po ‘e massone fosseme nuje?!?

ARAPISS              Questò, chisto nun ha capito niente…

TARTAGNAM     Ma pe-pecchè, tu?!?

TORE’E’CRIS.      Aggie capito… ‘O’Rre, dice ca’don Peppe è nu mercante ambulante, e se fa ancora ‘o sciocco, ce manda ‘e carabinieri per arrestarlo e metterlo in carcere. Sentenno chesto, la sentinella, dopo l’appostamento, mi è venuto subito a portare la spiata…

ARAPISS              Mo si…

PORTLLOSS         Ma prima in che lingua l’avete detto?

TORE’E’CRIS.      Che lengua e lengua?!? E’ ‘o gergo…

ARAPISS              Ah, è ‘o gergo? Pareva n’ata lengua, questò…

TARTAGNAM     Pa-paa… Pa-paa…

TORE’E’CRIS.      Ma chi te sape?!?

TARTAGNAM     Pa-pareva italiano!

TORE’E’CRIS.      E chi ‘o cunosce st’italiano?!?

PORTLLOSS         ‘Aspita, ‘cca tutte quante vonno fa l’Italia e nisciun sape l’Italiano!

ARAPISS              Statte zitto…

TORE’E’CRIS.      Comunque, signori massoni, nuje nun putimmo permettere ca’chella capa’e chiuovo ‘e zi-Peppe, manna all’aria tuttecose… Qui, l’Italia si deve fare… E s’adda fa pure ambresso. Stanno in ballo troppi interessi, troppe pressioni…

PORTLLOSS         Troppi danari…

TORE’E’CRIS.      Veco ca’ce simme capito! Granelle assaje… Allora simmo d’accordo?

TARTAGNAM     Si-si…

PORTLLOSS         Si-si cazz ca’ngarra ‘na parola!

TARTAGNAM     Si-sissignore…

ARAPISS              Non vi preoccupate, questò, a zi-Peppe lo facciamo ragionare noi…

TORE’E’CRIS.      Cari massoni: ‘a primm’ambasciata ce l’aggia fa je… Sperammo solo ca’se sose ambresso, pecchè tengo che fa…

ARAPISS              Ah, quindi ve ne dovete andare? E non assistete all’incontro?

TORE’E’CRIS.      Torno chiù tarde co’Rre. Stavota ‘o vaco a piglià je…

PORTLLOSS         Come volete voi, questò...

SCENA QUINDICESIMA

Entra in scena Jessie, urlando come al solito

JESSIE                   (Cantando) All’aaarmi…

PORTLLOSS         (Sorpreso dall’urlo improvviso della ragazza) Chi è?!?

TARTAGNAM     (Estasiato dalla ragazza) Jessie…

JESSIE                   All’aaaarmi!

PORTLLOSS         Nun ve preoccupate, questò… E’a sveglia…

JESSIE                   Si scopron le tombe, si levano i morti, i martiri nostri son tutti risorti…

Entra in scena zi-Peppe. Il questore si intrattiene prima di andare via, per parlare con il generale

TORE’E’CRIS.      Don Peppì, ben alzato…

ZI-PEPPE              Buona giornata signor questore… Jessie, resta pure in camera…      (Ingannato dalla propria vista) Mi intrattengo un po’giù con il questore e le suore…

JESSIE                   Come volete, mio duce…

PORTLLOSS         Ma addò l’h ARAPISS a viste ‘e capepezze?!?

ZI-PEPPE              Cosa vi spinge qui a quest’ora del mattino…? L’incontro è fissato per il pomeriggio…

TORE’E’CRIS.      Don Peppì, vi debbo parlare…

ZI-PEPPE              Sono tutto orecchi… Dite…

TORE’E’CRIS.      Voglio sapere come avete intenzione di regolarvi con il Re, per quanto riguarda la faccenda dei soldi…

ZI-PEPPE              Questi sono affari che non vi riguardano…

TORE’E’CRIS.      E invece no… Mi riguardano e come… Se siete riuscito ad arrivare fino a Napoli è solo perché avete avuto l’appoggio della Bella Società Riformata… Chesto nun v’o scurdate maje, don Peppì…

ZI-PEPPE              Non dimentico il vostro aiuto e vi ringrazio del vostro prezioso appoggio, ma sono abituato a trattare secondo coscienza ed in piena autonomia…

TORE’E’CRIS.      Siete abituato troppo bene… Qua, al meridione, a nuje ci’o ‘mparano ‘a piccerille… Nessuno fa le cose liberamente, da queste parti…

Salvatore De Crescenzo caccia un coltello nascosto nel bastone che adopera come ornamento per camminare.

ZI-PEPPE              Mi state minacciando?!?

TORE’E’CRIS.      Assolutamente… Vuje me vedite cu stu tagliente ‘mmano… Ve’mpressiunate?!? Io vi sto difendendo dal male che potete farvi con le vostre stesse mani…

ZI-PEPPE              Io non mi lascio intimidire da voi… Io sono padrone del mio destino…

TORE’E’CRIS.      E no… Vuje site ‘o padrone a casa vosta… Ma ‘o destino ‘a chesti parte ‘o mettimmo a votazione… Neh, chi ‘a vo fa l’Italia?!? (Alza la mano e si guarda attorno)

I tre moschettieri alzano immediatamente la mano, per timore

TORE’E’CRIS.      ‘On Peppì, avite visto?!? Meglio d’e prebbiscite faveze c’avite fatte vuje!

ZI-PEPPE              Insolente, ti faccio vedere io…

TORE’E’CRIS.      Vulite fa ‘a carta ‘e tre cu’mme… E jamme belle, famme vedè quante ‘a’vale…

Prende a schiaffi ed immobilizza con un agile mossa zi-Peppe. Poi lo risparmia e seguita a parlare, mentre il generale, mantenendosi il collo, siede su una sedia

ZI-PEPPE              Ma siete impazzito?!? Fermatevi, di grazia…

TORE’E’CRIS.      Vedimme se mo’riuscite a ragiunà… Vuje ve state  vendenno l’Italia grazie al sottoscritto… E allora, ‘e sorde de’Savoiarde, l’avita spartere cu’mme… ‘A mità ‘e chelle ca’ ve danno…

ZI-PEPPE              Questo è un vile ricatto… Voi che razza di questore siete?!?

TORE’E’CRIS.      Chesta, è ‘a Camorra! Don Peppì… L’arte ‘e truvà ll’oro miez’e perucchie… Chesta è ‘a società ca’rappresento… E mo’che state facendo l’Italia avita scegliere… ‘O tenite ‘o stommaco e ce combattere… Oppure, visto che a quanto pare, ve servimmo: ce tenite ‘ncopp’o stommaco.…

ZI-PEPPE              Non vi riesco a capire…

TORE’E’CRIS.      E’ giusto, voi siete forestiero, come vanno le cose da queste parti non lo sapete… Non potete saperlo… Camorra sta per ‘Capo della morra’… La morra, don Peppì, è un gioco di strada, che si fa con tante persone… E quando assaje persone pazzeano è facile ca’ se fanne questioni, e che il gioco diventa scorretto… Il capo della morra regola il gioco ed impedisce ca’chi pazzea, se fa male... A Napoli tutti quanti sanno che sono io a cummannà ‘o juoco…

ZI-PEPPE              Non ho mai incontrato un criminale spavaldo come voi… Voi siete un fuorilegge e lo dite così apertamente?!? Lo sanno tutti?!?

TORE’E’CRIS.      ‘A Camorra non si rinnega… Si mostra… Ma che Momma Schiavona, v’aggia spiegà tuttecose?!? Napoli, è una città sovrappopolata… ‘Na folla ‘e gente, don Peppì, troppa… Perzone ca’ spontano pe’tutte parte, comme ‘e funge… E si uno ‘e’lloro ave n’idea, nu poco per emulazione, nu poco pecchè ‘o rieste d’a folla penza… ‘‘E che so’chiù strunz e chille?!?’’… Subbeto stu cristiano tene dieci perzone addreto ca’aveno ‘a stessa penzata… Mo’, se uno per strada non si accorge che io sono un camorrista, mi può mancare di rispetto, e allora io sono costretto a dargli ‘na coltellata… Se no a me chi mi rispetta più?!? L’aggia accidere o, si me sta simpatico, l’aggia ferì in modo grave… Se invece uno mi riconosce, evita e fa quistione… Ecco pecchè vaco giranno cu sti cazune larghe, stu giubbetto curto curto, sta cullana d’oro e chisti brillocche ‘vicine ‘e deta… Si nun facesse accussì, ogne vota che jesse passianno miez’a via, con la posizione che occupo, ‘essa fa’ ‘na strage… Vuje site forestiero… A voi nun ve faccio niente perché questo non lo potevate sapere… Ma però, mo’o sapite… E si facite n’atu sbaglio, ve scose annante ‘a dinto ‘a fore e addreto… (Ai tre moschettieri) Penzatece vuje. Facitelo arraggiunà… Je mo v’aggia lassà: me chiamma ‘a società… (Esce)

SCENA SEDICESIMA

I tre moschettieri mettono in atto il piano. Sostituire il generale con il notaio, approfittando della sorprendente somiglianza tra i due uomini

PORTLLOSS         Bella jurnata, non è vero?

TARTAGNAM     Be-bella…

ARAPISS              La giornata ideale per fare l’Italia…

ZI-PEPPE              E’ inutile che proviate a convincermi… Io non mi smuovo di un millimetro…

ARAPISS              Generà, ma noi mica vogliamo convincervi…

ZI-PEPPE              A no?!?

ARAPISS              Noo… Voi siete più duro del granito… Siete sopravvissuto a tante battaglie… Anzi, venite ‘accà: cuntatece nu poco’… Com’è che vi siete fatto male la mano,  generà?

ZI-PEPPE              La mano?!? Febbraio 1832. Ero sul mar Nero! Fu il mio primo combattimento…

PORTLOSS           ‘O ciaccajeno ‘e subbeto…

ARAPISS              Statte zitto…

PORTLOSS           Tanto ‘a ccà nun ce sente… (Cambia lato per porre la domanda) A proposito, generà. Come mai da quel orecchio non ci sentite?

ZI-PEPPE              L’orecchio?!? Settembre 1837. Ero a Gualaguay… Una maladetta palla sotto l'orecchia sinistra,che  dopo aver traversato diametralmente il collo, si era collocata sotto la destra, a mezzo pollice dalla cute… Fu necessaria un’operazione alla cervice.

TARTAGNAM     Ed il br-braccio?!?

ZI-PEPPE              Il braccio?!? Sempre 1837.

PORTLOSS           Annata fortunata…

ZI-PEPPE              Repubblica di Montevideo, in sud-america… Nel 1839, invece, fui ferito alla testa, in Brasile…

PORTLLOSS         ‘O vulevano bene assaje, in sud-america…

ARAPISS              E la gamba?

ZI-PEPPE              La gamba?!? 1848. Prima guerra di indipendenza…

ARAPISS              Generà, ma dopo tutto quello che avete passato ancora non vi siete scucciato ‘e fa sta vita…? Pecchè nun ve pigliate ‘e sorde e ve ritirate?

ZI-PEPPE              Giammai! Non esiste vita migliore di quella che conduco… Piuttosto, voi altri, considerate l’idea di dare un senso alla vostra, di vita: arruolatevi nel mio esercito…

PORTLLOSS         Quant’è la paga?

ZI-PEPPE              Non offro né paga, né quartiere, né provvigioni. Offro fame, sete, marce forzate, battaglie e morte…

PORTLLOSS         ‘A chiii?!? Generà, facitece sta quiete…

ARAPISS              Senza offesa, generà, preferiamo rimanere massoni…

TARTAGNAM     Se-senza dubbio!

ZI-PEPPE              Peggio per voi, giovanotti… E’vero, sono pieno di cicatrici… Ma ormai nulla mi fa più paura… Tanto meno la Camorra…

ARAPISS              Aeh… Don Peppino non vo’fa carte… Tene ‘a capa tosta… (Ha un cenno di intesa con i due amici) Tosta assaje…

Portlloss e Tarattattà vanno a prendere qualcosa dietro al bancone

ZI-PEPPE              E giammai cangerò: a costo della mia stessa vita…

ARAPISS              Non dovete fare così, generale, se no voi dalla brace andate a finire, in padella…

ZI-PEPPE              Semmai, volevate dire che dalla padella, si casca nella brace…

ARAPISS              E no, ho detto proprio padella…

ZI-PEPPE              Padella ?!?

Si affaccia prima Portlloss e molla una padellata sulla testa del generale, poi Tarattattà e fa altrettanto. Infine, zi-Peppe sviene ed Arapiss lo prende al volo, tra le proprie braccia

PORTLLOSS         E uno…

TARTAGNAM     E d-due…

ARAPISS              E tre! Dateme ‘na mano, ca chiste ‘è piccerillo, ma magna…

PORTLLOSS         (Dando una mano all’amico) E ‘o chimmano l’eroe dei due mondi… L’eroe dei due quintali, l’essena chiammà…

TARTAGNAM     Do-doo… Do-dooo…

PORTLLOSS         Ma te pare ‘o mumento ‘e cantà?!?

TARTAGNAM     (Sbloccandosi) Do-dove lo mettiamo…

ARAPISS              Qui, nel ripostiglio! Presto, prima che ci veda qualcuno…

PORTLLOSS         E’ ’na parola…

Rientra don Luca, attratto dal rumore metallico delle padellate. I tre nascondono zi-Peppe sotto un tavolo e dissimulano. Poi, con una scusa, allontanano l’oste, che rientra più volte, costringendo i tre a nascondere ripetutamente il corpo di zi-Peppe

LUCA                   (Entrando) Cos’è stato quel rumore…?

PORTLLOSS         Quale rumore?

LUCA                   Quel rumore metallico di poco fa, lo avete udito anche voi…?

ARAPISS              Ah, quel rumore… Erano le campane del mattino!

TARTAGNAM     A-ap-roposito… La co-colazione?!?

LUCA                   Scusate se non abbiamo ancora servito la colazione, ma abbiamo un problema con nostra figlia… Anita si è chiusa in camera e non vuole uscirne più.

ARAPISS              Ah, e dovete stare vicino a vostra figlia… Uh! Mi pare che vi ho sentito chiamare…

LUCA                   Vado, con permesso… (Esce)

TARTAGNAM     P-prego…

LUCA                   (Rientra velocemente) Io, però non ho sentito nulla…

PORTLLOSS         Ma come, voi sentite le campane del mattino e non sentite la voce di vostra figlia?!?

LUCA                   Vado a controllare… (Esce, per poi rientrare ancora) Se occorre qualcosa, chiamatemi…

PORTLLOSS         Don Lu, ve sta chiamando vostra figlia…

LUCA                   Si, vado… Anita…

SCENA DICIOTTESIMA

I tre moschettieri istruiscono il notaio, in vista dell’incontro con Vittorio Emanuele II

ARAPISS              Notaio, dateci una mano a sistemarlo…

ZI-PEZZOTTO     Sant’iddio, mica l’avrete ammazzato…?

PORTLLOSS         No, solo una botta in testa…

TARTAGNAM     Du-due…

ZI-ALBERTI         Io ho paura, non si potrebbe mandare tutto all’aria?

ARAPISS              Troppo tardi notà, ormai siete in ballo… Piuttosto, ora dovete fare in modo di non farvi riconoscere…

ZI-PEZZOTTO     L’è mica facile…

PORTLLOSS         Primma cosa, luvateve chesta cadenza toscana se no ve sgamano immediatamente…

ZI-PEZZOTTO     Che c’ho, l’accento toscano io…

ARAPISS              Appena appena, notà… Dovete sforzarvi di parlare mezzo genovese e mezzo siciliano…

ZI-PEZZOTTO     Come sarebbe?

PORTLLOSS         Una parlata autoritaria…

ARAPISS              Comunque, come parlate parlate, l’importante è che pronunciate frasi di portata storica…

PORTLLOSS         ‘E dice appriesso appriesso, notà…

ARAPISS              Seconda cosa, da questo momento vi chiameremo don Peppino, chiaro…?

PORTLLOSS         Intesi, notà?

ARAPISS              Allora je parlo tedesco? Questo vale per tutti. Nun ‘o chiammamme chiù notaio…

PORTLLOSS         E va buò… M’è scappato.

ARAPISS              E vide e nun t’o fa scappa chiù… Terza cosa, notà… (Guarda storto Portlloss) Oj, me faje ‘mbruglià pure  a’mme! Terza cosa: l’andatura… Tartagnam, faje vedè comme cammina zi-Peppe…

 TARTAGNAM    E’ fa-facile… C-così…

Il balbuziente comincia ad imitare l’andatura di zi-Peppe

ZI-PEZZOTTO     Ditemi che lo imita male. Mica cammina davvero così?!?

PORTLLOSS         No, quello cammina proprio così… E nun ve scurdate ‘e fa ‘o tic. (Imita il tic)

ZI-PEZZOTTO     Pure?!?

ARAPISS              E indossate questi occhiali, il generale ci vede pochissimo…

ZI-PEZZOTTO     Che diamine. Costui è un caso umano…

ARAPISS              Jamme bello, ‘on Peppì, facite vedè comme camminate…

ZI-PEZZOTTO     (Zoppicando) Va bene, così…?

ARAPISS              Dovete zoppicare nu poco ‘e chiù…

ZI-PEZZOTTO     (Accentuando la zoppia) Così?

ARAPISS              Ancora di più. Esagerate.

ZI-PEZZOTTO     No, non ci riesco… Si rinuncia, va.

PORTLLOSS         Mo vi diamo una mano noi… (Estrae la rivoltella dalla cintola) A quale coscia l’aggia sparà…?

TARTAGNAM     Si-siinistra.

ZI-PEZZOTTO     (Zoppicando per evitare la gambizzazione) Aspettate… Così, va bene, no…?

TARTAGNAM     Oh, mo si…

PORTLLOSS         Siete proprio lui…

ARAPISS              Avete visto che quando vi impegnate, ‘e’ccose ‘e facite?

ZI-PEZZOTTO     Sarà la suggestione, ma in questi panni sento che mi si rimescola il sangue… Mi sento davvero un grande condottiero…

PORTLLOSS         Buono, state trasenno dint’o personaggio… Addirizzate nu poco ‘a lengua, accussì site propeto vuje…

Entrano concitati don Luca e a figlia

ANITA                 (Entrando) Basta, ho deciso, me ne vado…

LUCA                   (Seguendo la figlia) Anita fermati, cerca di ragionare… (Intravede il generale) Oh, generale, ben alzato…

ANITA                 Buon giorno, generale…

LUCA                   Spero che la notte trascorsa nella nostra umile dimora sia stata di vostro gradimento…?

ARAPISS              Don Peppì, rispondete…

ZI-PEZZOTTO     Ah, l’avete con me? (Distratto dalla ragazza) Non ho chiuso occhio.

LUCA                   E’stato scomodo?

ZI-PEZZOTTO     No, dicevo, non ho mai chiuso occhio meglio di stanotte…

LUCA                   Mi fa davvero piacere, generale…

ARAPISS              Don Luca, è tutto pronto? Jamme bello, che l’incontro è imminente…

LUCA                   Si, aiutatemi con gli ultimi preparativi…

ARAPISS              Forza, ragazzi… Nu poco apper’uno…

MOSCHETTIERI  Nu poco per tutti… (Escono)

SCENA DICIANNOVESIMA

Rimasto solo con Anita, il finto zi-Peppe, dopo un primo gioco di domande iniziale,  rivela alla ragazza la sua vera identità

ZI-PEZZOTTO     Signorina… Ho sentito poc’anzi che avete intenzione di lasciare questo luogo…

ANITA                 Si generale…

ZI-PEZZOTTO     E perché mai, di grazia…?

ANITA                 Per seguire l’uomo che amo, fino in capo al mondo… (Fa per uscire) Vogliate scusarmi, devo andare…

ZI-PEZZOTTO     Fermatevi. Se ora varcate quella porta vi comporterete da sciocca. Siete sicura che il vostro uomo farebbe altrettanto con voi?

ANITA                 Credo di si…

ZI-PEZZOTTO     Credere non basta… Occorre avere certezze quando è in gioco la propria vita… Prendete me. Io combatto per la libertà del mio paese… E per questo, a ragione, vi dico. Qui si fa l’Italia… O si fa l’amore…

ANITA                 Come avete detto?

ZI-PEZZOTTO     (Piano, alla ragazza) Sono io…

ANITA                 Carlo, amore mio. Siete voi?!? Che ci fate con questi abiti addosso?!? Se vi scoprono vi faranno fucilare… 

ZI-PEZZOTTO     Credetemi, per starvi accanto… E’ un rischio che, vale la pena correre.

I due si baciano appassionatamente

ZI-PEZZOTTO     Davvero avreste mollato ogni cosa per seguirmi?

ANITA                 Senza alcun dubbio. Avrei mollato tutto, per restare aggrappata a voi… Ma ora vi ho trovato. Fuggiamo insieme, presto…

ZI-PEZZOTTO     Aspettate, non siate così impaziente…

ANITA                 Ma, cosa vi prende?

ZI-PEZZOTTO     Mia cara, ragionate. Abbiamo l’occasione di scappar via con un tesoro… Una montagna di danaro… Più di quanto riusciate a contarne in una vita. Devo solo seguitare ad interpretare la mia parte ancora per un po’. Reggetemi il gioco,  non tradite il mio segreto, vi prego…

ANITA                 E per quanto avete intenzione di continuare questa farsa?!?

ZI-PEZZOTTO     Il tempo di farmi consegnare il denaro di zi-Peppe, poi fuggiremo insieme…

ANITA                 Promettetemelo…

ZI-PEZZOTTO     Ve lo prometto…

I due stanno per baciarsi nuovamente, ma un urlo interrompe il loro idillio

JESSIE                   (Affacciandosi) Aaah…

ZI-PEZZOTTO     Chi è, ancora vostra madre?

ANITA                 No, è la compagna del generale…

JESSIE                   Mio duce, come avete potuto farmi questo…?

ANITA                 No, ci deve essere un equivoco… Lui, in realtà, è…

ZI-PEZZOTTO     Innamorato di un’altra donna…

JESSIE                   Vi ho seguito tra mille peripezie, mille difficoltà, mille scalmanati che non ci lasciavano mai soli… E voi così mi ripagate?

ZI-PEZZOTTO     Fatevene una ragione… Non vi amo.

JESSIE                   Ma, duce, la nostra storia…?

ZI-PEZZOTTO     Finita.

Jessie esce di scena, in lacrime. Rientrano i tre moschettieri

ARAPISS              Don Peppì, tenetevi pronto… E’ turnato ‘o’Rre, insieme ‘o questore.

PORTLLOSS         Signorina, ve ne putite je…

ANITA                 Generale, permettete… (Fa per uscire, avendo un cenno di intesa con il proprio innamorato)

ZI-PEZZOTTO     Prego, madamigella…

ARAPISS              Don Peppì, m’arraccumanno. Badate a quello che dite…

ZI-PEZZOTTO     Sissignore… Lo credo bene!

TARTAGNAM     Pa-parlate po-poco…

ZI-PEZZOTTO     Ho capito, che mi so’ngrullito?!?

PORTLLOSS         Facite ‘na cosa: nun parlate proprio! Parlate a gesti…

ARAPISS              Ma che cosa? Parlate il giusto… Lasciate il segno. Poi, m’arraccumanno, nun ve facite fa d’o Rre…

PORTLLOSS         Chille è nu volpone…

ARAPISS              Voi non cedete… Contrattate… Fatevi dare tutti i dieci milioni, fino all’ultimo centesimo…

PORTLOSS           Avete il manico, dalla parte del coltello… C’aggio ditto?!?

SCENA VENTESIMA

E’ imminente il nuovo summit, tra il Re di Sardegna ed il finto zi-Peppe

TORE’E’CRIS.      Oste, favorite ‘a chesta parte!

LUCA                   (Entrando) Buon giorno, signor questore…

TORE’E’CRIS.      (Rivolto verso fuori) Giovanotto… Aggiate pacienza, ma addò jate cu’sta cascia?!? Trasite… (All’oste) A vuje, datece ‘na mano…

ESPOSITO            (Entra traballando, portando a fatica una voluminosa cassa) Nu mumento, questò… Me stanno ascenno ll’uocchie ‘a fore… Dove la debbo mettero?

TORE’E’CRIS.      ‘Ngopp’o tavolo…

LUCA                   Aspettate… Vi aiuto io… (Allunga una mano sul posteriore di Esposito)

ESPOSITO            Voi non mi doveto toccaro...

LUCA                   Ma io vi stavo sostenendo…

ESPOSITO            Mi sostenco benissimamento da solo! Inteso?!?

LUCA                   Come siete permaloso, lo facevo per voi…

TORE’E’CRIS.      Accomodatevi, maestà… Zi-Peppe sta aspettanno…

Entra Re Vittorio Emanuele

ANDREINA         (Annunciando) Sua Maestà, Vittorio Emanuele II di Savoia…

TORE’E’CRIS.      Jatevenne mo: nun vulimme essere disturbate…

LUCA                   Come volete voi, signor questore…

ARAPISS              Maestà…

I tre moschettieri si inchinano di fronte a sua Maestà

RE                         Comodi… Peppino… La storia ci chiama… Dobbiamo scegliere: qui si fa l’Italia, o farò una carneficina… Sappi che il mio esercito è schierato ed aspetta solo un cenno per intervenire… Le tue camicie rosse saranno spazzate via...

ESPOSITO            (Appuntando) Qui si fa l’Italia, o si muore…

Si ode un rumore, un mugolio, proveniente dallo sgabuzzino in cui è nascosto il vero zi-Peppe. Il Re interromperà il suo ragionamento, distratto dalla situazione.

RE                         Ti dico subito che la tua richiesta risulta essere particolarmente onerosa, e non possiamo assolutamente soddisfarla… Ma cos’è questo rumore, di grazia?!?

ARAPISS              (Dissimulando) Sarà un topo di campagna…

PORTLOSS           Sicuramente! Qua siamo pieni…

TARTAGNAM     Ci-ci penso io… (Prende una padella ed entra nello sgabuzzino)

Il lamento proveniente dal ripostiglio si interrompe allorché si ode il rumore metallico di un colpo di padella

TARTAGNAM     (Rientrando) Tu-tuu… Tu-tuutto a posto…

PORTLLOSS         ‘O surece è sistemato…

ARAPISS              Continuate maestà…

ZI-PEZZOTTO     Io…

RE                         Peppino… Prima che tu possa dare una risposta positiva o negativa, voglio farti cosa gradita nell’offrirti, in omaggio alle tue gloriose gesta militari nel Regno del sud, l’isola di Caprera…

ZI-PEZZOTTO     Zio bonino: ha detto Caprera?!?

Si ode nuovamente uno strano mugolio, proveniente dallo sgabuzzino in cui è nascosto il vero zi-Peppe. Il Re si interrompe di nuovo.

TARTAGNAM     A-Aspettate… (Prende ancora la padella ed entra di nuovo nello sgabuzzino)

PORTLLOSS         (A parte, al notaio) ‘On Peppì, stateve zitto che se n’accorgene…

ARAPISS              Nun ve facite fa… Faciteve da‘tutt’e sorde!

Si odono ancora più rumori metallici, ravvicinati, ed il lamento proveniente dal ripostiglio si interrompe

TORE’E’CRIS.      Ma quanti zoccole ce stanno?!?

TARTAGNAM     U-uuuh…

TORE’E’CRIS.      Parecchie?

TARTAGNAM     U-una…

PORTLLOSS         Nun trova pace, però…

ARAPISS              Sarà ‘na zoccola vecchia…

RE                         Non dici niente, eh Peppì? Sei un osso duro…

ZI-PEZZOTTO     Veramente, io…

RE                         Allora, in aggiunta alla proprietà dell’isola, ho pensato di elargirti un vitalizio, dell’ammontare di circa…

Il Re si interrompe di nuovo. Si ode ancora il mugolio dallo sgabuzzino. Spazientiti, i tre moschettieri si precipitano repentinamente nel deposito, armati di padelle, ferri da stiro e vassoi. Si moltiplicano i rumori metallici, mentre il mugolio scompare.

ARAPISS              N’ata vota?!?

PORTLLOSS         E mo basta, mo…

TARTAGNAM     (Rientrando) Tu-tuu… Tu-tuutto a posto…

TORE’E’CRIS.      Facimme ambresso ca’dint’a stu schifo ‘e locanda se pigliano’e malatìe…

ARAPISS              (Al notaio) ‘E sorde, ‘e sorde… Faciteve da’tutt’e sorde…

RE                         Ricapitolando… Avrai l’isola di Caprera, un vitalizio… E quella cassa… 5 milioni di lire torinesi…

PORTLLOSS         (Al notaio) E’ nu zuzzuse, chille ‘e sorde ‘e ‘ttene… Facite a faccia tosta…

RE                         Mbeh?!? Che ne dici?!?

Dopo una lunga pausa, tende la mano al Re

ZI-PEZZOTTO     Saluto in voi, il Re d’Italia…

RE                         Ed io saluto il mio miglior amico…

TORE’E’CRIS.      Scrivete!

ESPOSITO            E’importanto?!?

TORE’E’CRIS.      E certo! Oste, venite a’ccà, facite ambresso…

ARAPISS              (Al notaio) ‘O doppio, vi dovevate far dare il doppio!

ZI-PEZZOTTO     In verità… M’a aveva già convinto quando mi ha regalato Caprera!

LUCA                   Mi ha chiamato, signor questore…?

TORE’E’CRIS.      Sissignore… Da bere per tutte quante… Dobbiamo festeggiare…

LUCA                   Cosa se è lecito?

TORE’E’CRIS.      Avimme fatto l’Italia…

Tripudio generale. I presenti si complimentano tra loro. Rientrano Anita e Don Luca, che sembra il più esaltato di tutti. Poi Garibaldi accenna a voler parlare. I presenti fanno silenzio

LUCA                   (Precipitandosi a prendere da bere) Non posso crederci… Nella mia locanda si è scritta la storia…

ZI-PEZZOTTO     Se permettete… (Tutti fanno silenzio) Adesso, mi ritiro a Caprera…

TORE’E’CRIS.      Scrivete!

ESPOSITO            Va beno!

RE                         Peppino, prima che tu possa ritirarti al tuo meritato riposo, credo che sarà bene organizzare un incontro sul campo… Sai, per la Storia…

TORE’E’CRIS.      Nonsignore… Chesto nun ‘o scrivere!

ESPOSITO            Come voleto…

RE                         Ci incontreremocon i rispettivi eserciti sulla strada di Borgonovo, al Ponte di San Nicola, presso Teano. Tra mezz’ora… Che ne dici…?

ZI-PEZZOTTO     Obbedisco!

TORE’E’CRIS.      Signate, signate… E pigliate buone l’indirizzo…

ESPOSITO            Va beno…

Rientra l’oste, dando da bere a tutti. Prende la parola il Re.

LUCA                   Nella storia. Purchiano è entrata nella Storia…

RE                         Molto bene… Affideremo la guardia della cassa con i denari, al fidato Oste della locanda…

LUCA                   Troppo onore, maestà…

RE                         Noi tutti, adesso… Garibaldini, Savoiardi, Massoni e ufficiali di polizia… Andremo alla ‘parata’ di Teano… Signori, mi raccomando a tutti: nessuno dovrà mai sapere degli incontri intercorsi tra di noi, prima di quello che verrà ricordato come l’incontro ufficiale… Per sicurezza, bruceremo le foto…

ESPOSITO            Sta beno… Tanto erano una chiavico…

RE                         Verificheremo le testimonianze scritte…

TORE’E’CRIS.      Consideratelo già fatto…

RE                         E cancelleremo per sempre dalle mappe il nome di questa cittadina…

LUCA                   Cancellare Purchiano?!?

RE                         Esattamente…

LUCA                   Ma Purchiano di sotto, Purchiano di mezzo, o Purchiano di sopra?

RE                         (Pausa) Tutt’e tre!

LUCA                   (Si accascia su Esposito) Aah…

ANITA                 Padre!

ESPOSITO            Che c’è, non si sento beno?!?

RE                         Andiamo…

I presenti seguono il Re. L’omofobico Esposito, sempre infastidito dalle avance di Don Luca, appare ora sinceramente preoccupato delle condizioni di salute dell’uomo e cerca di rianimarlo, con l’aiuto della figlia

ESPOSITO            Lo dobbiamo stennero…

ANITA                 Portiamolo di qua…

ESPOSITO            Andate voi annanzo: io vi secuto…

ANITA                 Venite, da questa parte…

ESPOSITO           Andate chiano…

SCENA VENTUNESIMA

Entra Donna Speranza sente una lamento provenire dallo sgabuzzino, poi sente bussare, infine, apre la porta e scopre zi-Peppe legato, imbavagliato e visibilmente frastornato. La donna decide che è il momento di fare una rivelazione importante. gli rivela che è lui il vero padre di Anita.

SPERANZA         (Entra chiamando la figlia) Anita… Dove sei finita? (Ode dei rumori e si avvicina allo sgabuzzino) Ma cosa diavolo…?!? (Apre la porta svelando zi-Peppe) O mio Dio, Peppì:

ZI-PEPPE              Speranza?!? E tu che ci fai qui?!

SPERANZA         Io ci vivo, da vent’anni.

ZI-PEPPE              Venti anni? E’ passato così tanto tempo?!?

SPERANZA         Piuttosto, dimmi: chi ti ha ridotto così?!?

ZI-PEPPE              Sono stati quei tre manigoldi… I massoni!

SPERANZA         Massoni?!? Ma chi? Quei tre disgraziati vestiti da moschettieri?!?

ZI-PEPPE              Esattamente… Li farò fucilare!

SPERANZA         Ma quelli non sono massoni…

ZI-PEPPE              Non sono massoni?!?

SPERANZA         No, sono tre poveri cristi…

ZI-PEPPE              Beh… Li farò fucilare lo stesso!

SPERANZA         Non sei cambiato per nulla: sempre il solito caratteraccio…

ZI-PEPPE              Immutabile, nel mio incedere… Raccontami di te, Speranza, hai dei figli?

SPARANZA         Una, Anita…

ZI-PEPPE              Bel nome… Una femmina, dunque… Ed è bella come la madre?!?

SPERANZA         Per sua fortuna, si…

ZI-PEPPE              E quanti anni ha, la donzella…

SPERANZA         Quasi venti…

ZI-PEPPE              Allora è una signorina… Quasi venti, hai detto?!?

SPERANZA         Si, Peppì… E’ tua figlia!

ZI-PEPPE              Mia figlia… Ma perché non mi hai fatto sapere niente…?!?

SPERANZA         E come?!? Tu ti sposasti poco dopo e partisti per il sud-America…

ZI-PEPPE              Dov’è la ragazza?

SPERANZA         Non ne ho idea… Stavo giusto cercando lei, quando ho trovato te…

ANITA                 (Entrando) Mamma, sei qui? Papà è svenuto e non riusciamo a rianimarlo…

ZI-PEPPE              Quale papà?!?

SPERANZA         Tu non c’eri e mi sono rifatta una vita…

ANITA                 Mamma, tu conosci il generale?

SPERANZA         Si, l’ho conosciuto una ventina di anni fa…

ZI-PEPPE              Biblicamente… Ehm! Volevo dire in Chiesa, ci conoscemmo in Chiesa…

SPERANZA         Anita, siedi: ti devo parlare…

ANITA                 Ma papà è di la privo di sensi…

SPERANZA         Quello che è di la non è tuo padre…

ANITA                 Mamma, cosa dici? Sei impazzita?!?

SPERANZA         No, figlia mia… E’ lui tuo padre!

ANITA                 Ma non è possibile…

SPERANZA         Volevo dirtelo, ma gli anni passavano… E tu… Ti sei così affezionata a Luca, che non ho trovato più il coraggio per farlo… Ma se l’ho tenuto segreto, è stato per te…

ANITA                 Per me?!?

SPERANZA         Si: per non farti soffrire.

ZI-PEPPE              Vieni qui! Abbraccia tuo padre… Figlia mia!

ANITA                 (Esce correndo) Ti odio!

Anita fugge via piangendo

ZI-PEPPE              Come fa a odiarmi, se non la conosco?!?

SPERANZA         L’aveva con me… Ed ha ragione di farlo.

ZI-PEPPE              Non ti preoccupare, Speranza… La ragazza è sconvolta, ma accetterà l’idea vedrai…

SPERANZA         Avrei dovuto dirglielo, povera figlia mia…

ZI-PEPPE              Non fartene una colpa, volevi solo proteggerla…

SPERANZA         Peppì, sapessi com’è stato difficile crescerla da sola… (Si abbraccia con zi-Peppe, che nell’abbraccio allunga una mano morta) Quando venni a sapere del tuo matrimonio, mi crollò il mondo addosso. Ero una ragazzina sola, incinta… (Allontana l’uomo, infastidita dalle sue avance) Venni qui a Purchiano e trovai ricovero presso questa locanda. Il gestore, ascoltando la mia storia, si intenerì a tal punto che volle che restassi qui... Insieme avremmo finto di essere i genitori naturali della piccola Anita… Ma cosa c’è qui dentro?!? O mio Dio! Cos’è tutto questo danaro?!?

ZI-PEPPE              Devono essere i quattrini che mi manda il Re di Savoia per indurmi all’obbedienza... Prendili tu, Speranza!

SPERANZA         Io?!?

ZI-PEPPE              Si, non vivrai più nelle privazioni… Non dovrai più fingere, Speranza, ora che sono qui… (L’abbraccia c.s.)

SPERANZA         Peppì, leva le mani di dosso. E poi, tu qui non puoi restare…

ZI-PEPPE              Ma perché, di grazia?

SPERANZA         Te l’ho detto: c’è un altro uomo nella mia vita…

ZI-PEPPE              Ho lottato per mare con intere flotte. Ho battagliato in terra contro guarnigioni, interi eserciti… Posso ben lottare con un uomo solo, per una donna… Ora che so la verità, non voglio perderti di nuovo… Io ti sempre amata, Speranza, dal primo giorno che ti ho vista…

SPERANZA         Anche io non ho mai smesso di pensare a te, in tutti questi anni…

Zi-Peppe abbraccia un’altra volta con intenzione la donna

SPERANZA         Peppì! Ma che ne sarà di Luca?!? Ha cresciuto Anita come fosse sua figlia… Come faccio a dirglielo?!? E’così sensibile… Ne morirà di certo!

SCENA VENTIDUESIMA

Entra Luca, seguito da Esposito

LUCA                   Speranza… Ti devo parlare!

SPERANZA         Luca?!?

ZI-PEPPE              Tuo marito?!?

LUCA                   Speranza… Questa farsa non può più andare avanti… Non posso più far finta di essere tuo marito…

SPERANZA         Ma Luca… Io posso piegarti…

LUCA                   Sono innamorato di un’altra persona!

SPERANZA         Cosa?!?

LUCA                   Non dire nulla, Speranza: ti prego! (Ammicca ad Esposito) Il diavoletto dell’amore mi ha scovato e mi impone di seguirlo… (Dà la mano ad Esposito) Fuggirò via: resta tu nella locanda… E’ tua. Ho sempre badato io al tuo mantenimento e voglio che non manchi nulla a te ed Anita. La ragazza è grande: non ha più bisogno di un padre, specie di un padre finto… Quanto a me… Inizia oggi, una nuova vita! Sarò deriso, disonorato, perseguitato forse… Ma non mi importa. Il mio grande amore mi sosterrà… E sarò capace di sopportare con ogni pazienza le ingiurie di coloro che vorranno divertirsi alle mie spalle. Di tutti coloro che ignorano la vera natura di questo amore… Che sarà il tepore, la dolcezza, la luce di tutte le mie ore…

SPERANZA         Tieni, Luca… Questi soldi spettano a te!

LUCA                   Ma, io… Non posso…

ZI-PEPPE              E’ il nostro regalo di nozze… (Fraintendendo, chiede anche ad Esposito) Contenta, signora?

ESPOSITO            Veramento tanto!

Zi-Peppe, che non era riuscito a mettere a fuoco la figura di Esposito, credendolo una donna, resta perplesso sentendo una voce maschile

LUCA                   Ma sei sicura?

SPERANZA         Fa come dico, io… Addio Luca, ti auguro ogni felicità…

Speranza e Luca si abbracciano. Si abbracciano anche Esposito e Zi-Peppe, che, come al solito, allunga le mani. Resta con le mani sul petto di Esposito fino a quando questi non risponde con uno schiaffo

ESPOSITO            Ue-uè… (Molla uno schiaffo a zi-Peppe) Ti ho dato l’amicizia, no la confidenzia…

LUCA                   Addio Speranza, addio generale…

ZI-PEPPE              Buona fortuna…

Esposito e Luca escono portando via la cassa con il denaro.

ZI-PEPPE              Ed ora che facciamo?

SPERANZA         Non so… In verità, si sarebbe liberato un posto da marito…

ZI-PEPPE              Speranza amatissima… Consideratemi pure, per l'avvenire, come cosa vostra! Venite con me… Seguitemi! (Dà una craniata nell’anta della porta) Fatemi la cortesia: andate avanti voi…

Zi-Peppe prende per mano Speranza e va verso la propria stanza. Esce Jessie, con la valigia già pronta. Zi-Peppe la affronta

JESSIE                   (Affacciandosi) Aaah…

ZI-PEPPE              Jessie… Perdonami. Sono innamorato di un’altra donna!

JESSIE                   Un’altra?!?

ZI-PEPPE              Si: un’altra!

JESSIE                   Porco… (Dà uno schiaffo a zi-Peppe) Anche con la madre adesso…

ZI-PEPPE              Fa più feriti l’amore, che l’amor di patria… (Esce)

Zi-Peppe e Speranza vanno in camera. Jessie, valigia alla mano, va al tavolo a sedersi, piangendo. Entrano i tre moschettieri ed incrociano la ragazza

SCENA VENTITREESIMA

I tre moschettieri tornano per impadronirsi del denaro, ignari che la cassa è già stata portata via dall’oste. Il Questore li ha seguiti e li sorprende sul fatto.

ARAPISS              Facite ambresso… Muviteve…

PORTLLOSS         Ma tu vaje sempe ‘e presso?!?

TARTAGNAM     E va-va…

ARAPISS              Ue-ue…

TARTAGNAM     E va-va… Va chiane…

PORTLLOSS         E t’ha trattato…

TARTAGNAM     (Vede Jessie a tavolo che piange e le si avvicina) Madamigella… Cosa affligge il vostro cuore, di grazia.

ARAPISS              Ma che d’è, nun tartaglia chiù?!?

PORTLLOSS         Chisto, sicondo me, fa ‘o cacaglio pe nun je ‘a Guerra…

JESSIE                   Niente che valga la pena. Ho donato il mio cuore ad un ingrato…

TARTAGNAM     Credetemi… Se lo avessi io, il vostro cuore, lo terrei al riparo da qualsiasi cosa…

La ragazza si calma e sorride.

ARAPISS              Uè, basta fa ‘e farenell: avimma fa ambresso… Piglia a cascia…

Si voltano e non vedono più la cassa con il denaro.

PORTLLOSS         Fermi tutti! Addò sta ‘a cascia?!?

ARAPISS              Vide buono, stesse accà dreto?!? A te, vuò dà ‘na mano a cercà?!?

TARTAGNAM     Subito! Permettete, madamigella…

PORTLLOSS         Forse don Luca ne sa qualcosa…. Don Luca! Addò state?!?

ANITA                 (Entrando) E’ inutile che urlate… Don Luca non verrà…

ARAPISS              A nuje poco ce ‘mporta… Signorina, proprio qua, sul bancone, ce steva ‘na cascia!

ANITA                 Scomparsa… Insieme a mio padre…

PORTLOSS           Don Luca s’ha fatto ‘e sorde?!?

ANITA                 Proprio così, a quest’ora sarà già lontano…

ARAPISS              ‘O ‘ssapevo! E’ nu schifo dint’a stu Paese: non se po’avè nu poco  d’iniziativa, ca te fanno ‘ncopp’o tiempo!

PORTLLOSS         Jamme bello, ca forse ‘o riuscimmo ‘a ‘ncuccià…

I tre fanno per uscire dalla locanda, ma vengono fermati dall’arrivo improvviso del Questore.

TORE’E’CRIS.      (Entrando) Addò jate, accussì ‘e pressa?!?!

ARAPISS              Questore carissimo…

TARTAGNAM     Beh, ecco noi…

PORTLLOSS         Avimma fa nu servizio urgente, con permesso…

TORE’E’CRIS.      Fermi tutti! Adesso voi vi fermate e mi spiegate alcune cosucce…

ARAPISS              Se possiamo, con piacere…

PORTLLOSS         Si ma facimme ambresso che dobbiamo sucutare a don…

ARAPISS              (Molla una gomitata all’amico) Statte zitto!

TORE’E’CRIS.      Aggie chiesto informazioni sul vostro conto, ma nisciune ve sape… Questo perché ‘o siete massoni veramente, o perché siete tre pecore zoppe, ca’me vonne fa fesso!

ARAPISS              (Cercando di dissimulare) Noo! Comme ve vene in mente?!?

TORE’E’CRIS.      Allora a chi appartenite?!? Alla Carboneria?!?

TARTAGNAM     No!

TORE’E’CRIS.      Alla Giovine Italia?!?

PORTLLOSS         No!

TORE’E’CRIS.      Allora… Alla Gran Loggia di Inghilterra?!?

ARAPISS              Può darsi…

TORE’E’CRIS.      Mo’m’avite sfastriate! (Prende per il bavero Tratagnam) Chi è il tuo Architetto Supremo?!?

TARTAGNAM     Essa… Essa! (Indica Jessie)

TORE’E’CRIS.      Che ce trase a guagliona?!?

TARTAGNAM     Tene certe Architette, questò…

TORE’E’CRIS.      Ma allora me vulite sfottere?!? E faciteve ‘na resata annante a stu tagliente! (Caccia il coltello)

ARAPISS              Fermateve questò! Che vulite fa?!?

TORE’E’CRIS.      Nun ve ‘mpressiunate… Je voglio sulo arraggiunà! (Molla un ceffone a Portlloss, che cade a terra) Parla, a si no t’accide!

PORTLLOSS         No, nun saccio niente…

ARAPISS              Tutti per uno… (Passa una padella a Tartagnam )

TARTAGNAM     E uno per tutti! (Molla una padellata in testa al questore)

TORE’E’CRIS.      (Intontito e sorpreso) Mamma d’o Carmine…

TARTAGNAM     Fermo dove siete! (Imbracciando la padella a mo di fioretto)

TORE’E’CRIS.      Ma vuje chi site?!?

ARAPISS              E va bene Questò! Ora vi spiegiamo ogni cosa… Giù la maschera… Nuje simmo’e pariente lasche d’e tre moschettieri…

PORTLLOSS         Ci siamo finti Massoni per mettere le mani sui soldi di zi-Peppe… Ma ci è andata male: l’oste ha preso la cascia ed è fuggito coi denari…

TORE’E’CRIS.      Vuje che dicite?!?

ARAPISS              E’ così: ci avete sorpreso mentre tentavamo di raggiungere don Luca, che ormai sarà lontano…

TORE’E’CRIS.      Se n’è fujuto che sorde mije?!? Ma vuje vedite a stu fetente!

PORTLLOSS         ‘E sentuto?!? ‘O cavallo ca’chiamma recchie longhe ‘o ciuccio! C’aggio ditto?!?

TARTAGNAM     E mo, Questò… Ce avita lassà: turnate ind’a scumma d‘a società!

TORE’E’CRIS.      Miei signò je mo vaco a sucutà all’oste… Ma con voi il discorso non finisce qua… Parola d’onore!

Il Questore, dopo aver smascherato i finti massoni, va all’inseguimento di Don Luca, l’omosessuale che lo ha messo a quel servizio a tutti

SCENA VENTIQUATTRESIMA

In conclusione… Il finto zi-Peppe torna per prendere i soldi. Trova un altro tesoro, Anita, che fugge con lui, a Caprera. Il vero Zi-Peppe, invece, sceglie di restare per sempre nella locanda

PORTLLOSS         Sentito?!? Non finisce qua! Chesta è ‘a vota bona che c’accideno…

JESSIE                   Beh, io vado…

TARTAGNAM     Jessie aspetta: primm’e murì, un ultimo desiderio (La bacia, poi la ragazza esce)

PORTLLOSS         Putesse partì?!? Potremmo cercare fortuna da un’altra parte… Eh?!?

ARAPISS              Lasciare il giardino d’Europa?!? Che assurdità! Nessuno ha mai dovuto lasciare Napoli per andare a cercare fortuna altrove!

ZI-PEZZOTTO     (Entrando, di corsa) Anita!

ANITA                 (Entrando) Carlo, amore mio…

ZI-PEZZOTTO     Ah, voi siete qua… E la cascia?!?

PORTLLOSS         Notà, se venite per i soldi, avite  fatte tarde!

ZI-PEZZOTTO     Io vengo per un altro tesoro… (Bacia la ragazza)

ARAPISS              A proposito… (Va ad aprire lo sgabuzzino) E zi-Peppe che fine ha fatto?!?

ANITA                 E’ di la, in camera da letto, con mamma…

PORTLLOSS         E capito a zi-Peppe: sta tutt’acciaccato, ma coccosa funziona ancora!

ZI-PEZZOTTO     Anita, è il momento di fuggire… Andremo a Caprera e li resteremo insieme, per sempre!

ANITA                 Andiamo, amore mio…

 

SCENA VENTICINQUESIMA

I tre moschettieri, rimasti soli, discutono tra loro

PORTLLOSS         ‘Mbeh?!? Che facimme?!? Corriamo appresso a don Luca?!?

ARAPISS              No, tanto è inutile…

PORTLLOSS         Allora che se fa?!?

ARAPISS              Per prima cosa, ‘a fernimme cu sta pagliacciata! (Si toglie il cappello ed i paramenti da moschettiere)

TARTAGNAM     Co-cooo… Co-cooo…

PORTLLOSS         Ojlloco, mo’fa l’uovo!

TARTAGNAM     Co-coosa fai?!?

ARAPISS              M’aggio sfastriato!

PORTLLOSS         ‘E che cosa?!?

ARAPISS              Me so scucciato ‘e fa ridere ‘a gente! Pecchè guagliù, guardammo ‘nfaccia ‘a realtà: nuje comme brigante, comme moschettieri, comme uommene… Nuje facimme ridere! Chesta è ‘a verità…

PORTLLOSS         E nun t’arraggià sempe… Meglio ridere, che chiagnere…

Entra un nuovo notaio, Franchetti, in tutto e per tutto uguale al vecchio, ma con accento (siculo-americano).

FRANCHETTI     Permesso…?

ARAPISS              Accomodatevi…

FRANCHETTI     Buonasera a lor signori. Il notaio Franchetti sono…

TARTAGNAM     Ma-maaa…

PORTLLOSS         Ma sti notare so’ tutte tale ‘e quale?!?

ARAPISS              Forse sarrà una famiglia…

FRANCHETTI     Sono qui per consegnare alcuni certificati di parentela…

PORTLLOSS         Mo’accummenciammo n’ata vota?!?

TARTAGNAM     Ma chi-chi, ma chi-chi cercate?!?

FRANCHETTI     Cerco tre fratelli che sono attesi in america per cominciare a fare spettacoli in un quintetto comico…

ARAPISS              Notà, ma siete venuto, o vi hanno mandato?!?

FRANCHETTI     I signori Gummo e Zeppo mi diedero l’incarico di cercare i loro tre fratelli: io cerco Chico, Harpo e Gaucho Marks…

I tre si guardano e, dopo un attimo di pausa ed un cenno di intesa

ARAPISS              Li avete appena ritrovati!

FRANCHETTI     Non ci posso credere: voi siete?!?

PORTLLOSS         Questo è il vostro giorno fortunato!

FRANCHETTI     Seguitemi: c’è un piroscafo pronto a partire per le americhe…

TARTAGNAM     Ja-jaaaa… Ja-jaaaa…

PORTLLOSS         Ma che sì, tedesco?!?

TARTAGNAM     Ja-jaaaammuncemme notà!

FRANCHETTI     Miii, e chi l’avrebbe mai detto: trovati li ho… (Esce)

PORTLLOSS         Allora, si parte?

ARAPISS              Certo Chico: saremo i primi emigranti del Sud Italia, della storia…

PORTLLOSS         Comme vuò tu, Harpo!

TARTAGNAM     Facciamo i co-cooo… I co-coo…

PORTLLOSS         I cocomeri?

TARTAGNAM     I co-comici?!?

ARAPISS              E pe’forza, Gaucho mio: nuje facimme ridere!

Si chiude il sipario.

EPILOGO – Tu, a chi appartiene?!?

1870. Salvatore De Crescenzo, è alla fine del suo colloquio, seduto alla scrivania, negli uffici del commissariato di Napoli. Il suo racconto parte allegro, per diventare amaro sul finale.

TORE ‘E CRISCIENZO      Nun ce facite caso, commissà, me vene a ridere… Che tiempe. Quantu brodo ce steva p’azzuppà. A Napule, nun traseva ‘na cassa, pe’mare ‘o pe’ terra senza che fosse castigata… A ogni varco, se diceva «E’ roba ‘e zi Peppe»… E nisciuno ciatava… E che d’è sta faccia?!? Parite nu pachiochio doppo a nu scartiloffio… E faciteve ‘na risata, che Momma Schiavona avite passate?!? Ve pare ca’ je putevo maje immaginà che jeva ‘a fernì accussì?!? Ca se smuntavano l’industrie piezz piezze, pe’ s’e purtà a Torino?!? Che la grandezza d’Italia l’avesseno fatta  ‘ngopp’e spalle e l’emigrate?!? Ca’e Borbone erano ‘na chiavica, ma ‘e Savoja erano peggio?!? A proposito… Vuje, a chi appartenite, Don Libò?!? Site Ministro de’ Borbone, ‘o site liberale?!? Je ancora v’aggia ‘nquadrà… Vuje site Legge, o fuorilegge… Site Prefetto, e arruolate, comme commissari, dint’a Guardia cittadina, tutt’e dudece capintrito d’a camorra… Vuje che juoco facite?!?... Je v’aggio capito… Don Liborio Romano appartene ’o partito d’a pagnotta, che cagna comme cagna ‘o viento. E che abbasta ca’ mantenite ‘a capa ‘ngoppo ‘o cuollo, ‘a seggia sotto ‘o mazzo, tutt’o riesto nun ce passa manc’… Manco p’a capa… Aggiate pazienza, je parlo ‘nfaccia… E’ nu difetto che tengo ‘a piccirillo… E si a trentatré anne m’anne fatto capintesta è pecchè nun aggio maje perzo ‘o vizio… A tutte chille ca’me so’state annanze, l’aggio addimanato,  «A chi appartiene?!?».  Quanta guappe ‘e cartune accamuffato a omme pusitivo, aggio ‘ncuntrato… «A chi appartiene?!?».  E subbeto se squagliavano… Je ca’nun sapevo leggere e scrivere, sapevo leggere dint’all’ uocchie e chi me steva ‘annanze, nun aggio capito ‘o riesto ‘e niente… Nun aggio capito, ca pe’sta buono a stu munno, nun s’adda avè culore, appartenenza… Pecchè chiù ‘a menesta è ‘nzipita, chiù ‘a gente se l’ammocca… Chiù te saje vennere, chiù t’accattano… L’omme campa assaje meglio, si nun tene sapore… Senza offesa, eh, don Libò… Vedite a me… A differenza ‘e vuje, a chi appartengo…?!? Appartengo a chille can un ponne mettere ‘a capa ‘ngoppo’o cuscino… ‘A chille ca’ se portano ‘ngopp’a coscienza ‘o destino ‘e nu popolo, ‘e ‘na terra… Je son’a guardia ca’l’ha nchiusa dint’a ‘na cella e che ha jettato ‘e chiave… ‘A mano che ha sfregiata ‘a faccia ‘e chillu bellu meridione, era ‘a mia… Don Libò… Nuje simme ‘e giudice che l’hanno condannata…

FINE

GLOSSARIO

Abbaccagliare                  (Parlare in segreto)

Allappare                         (Pedinare)

Allitterato                         (Colui che sa leggere e scrivere)

Ammacchiare                   (Nascondersi/nascondere)

Annasare                          (Fiutare)

Appostacani                     (Sentinella)

Auciello 'ngaiola              (Detenuto)

Baiaffa                              (Pistola)

Bardascia                          (Prostituta)

Bazzeriota                        (Mercante ambulante)

Broro                                 (Guadagno)

Cacafuoco                        (Rivoltella)

Capintesta                        (Capo supremo)

Capintrito                         (Capo rione)

Carta ‘e tre                       (Prepotente)

Contaiuolo                        (Contabile)

Coscia ‘e cavallo              (Fucile automatico)

Craparo                            (Uomo d’omertà)

Cucuzzone                       (Anno di carcere)

'E cancelle                         (Carcere)

Fecato a otto                     (Confidente)

Ferraro                              (Carabiniere)

Frieno                                (Codice, regolamento)

Gaggio                              (Sciocco)

Granelle                            (Denari)

Ingannapopolo                 (Deputato)

M'atasto se ghe son          (Mi tocco per rendermi conto se sono vivo)

Mammasantissima           (Capintesta della camorra, quando funge da presidente del tribunale della onorata società)

Marrocca                          (Spiata)

Momma Schiavona          (Madonna di Montevergine)

 ‘Ngnostia                         (Vino rosso)

Pachiochio                        (Derubato)

Paglietta                            (Avvocatuccio)

Paranza                            (Famiglia, cellula di camorristi. A Napoli erano dodici, una per quartiere.)

Pecora zoppa                   (Truffatore)

Ricuttaro                           (Protettore di prostitute)

Scartiloffio                        (Truffa. Furto con destrezza)

Smiccià                             (Sbirciare)

Strummolo                        (Trottola, usata spesso per scegliere il sicario)

Te piaxe a fygassa            (Ti piace la focaccia)

Tagliente                           (Coltello)

Vavusiello                         (Magistrato)

Zumpata                           (Duello con coltello)