Quid pro quo

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QUID PRO QUO

QUID PRO QUO

Commedia in atto unico di Eugenio Maria Bortolini

SIAE - n°857875

Chi è che bussa alla porta di Bruno Lorenzini? Una camera d’albergo, una notte di visite assurde ed improbabili, un uomo medio, le sue valutazioni su sé stesso, sulla vita, sul peccato ed il perdono. Una bizzarra, ironica, amara riflessione sull’equivoco della vita e della morte. Con colpi di scena ed esilaranti battute, lo spettatore viene trascinato in un vortice di comicità…fra molti quesiti.

Personaggi

Bruno Lorenzini

Emissario

Raffaello Codone

Eva D’Adamo

Giulia Lorenzini

Gabriele

“Soltanto una vita sbagliata è interessante”

Marcello Marchesi

Sul sipario chiuso, si accende un occhio di bue in centro scena.

Dal centro esce un uomo, con indosso un lungo sudario bianco; per alcuni secondi, l’uomo tace, guardando la platea, poi inizia a declamare il suo soliloquio.

Al termine, rientrerà in palco dal centro del sipario.

“  Nel mezzo del cammin di nostra vitami ritrovai per una selva oscuraché la diritta via era smarrita.  Ahi quanto a dir qual era è cosa duraesta selva selvaggia e aspra e forteche nel pensier rinova la paura!  Tant'è amara che poco è più morte;ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.  Io non so ben ridir com'i' v'intrai,tant'era pien di sonno a quel puntoche la verace via abbandonai.  Allor fu la paura un poco quetache nel lago del cor m'era duratala notte ch'i' passai con tanta pieta.  E come quei che con lena affannatauscito fuor del pelago a la rivasi volge a l'acqua perigliosa e guata,  così l'animo mio, ch'ancor fuggiva,si volse a retro a rimirar lo passoche non lasciò già mai persona viva…”PAUSA.   Cambiando tono

  questo è ciò che ch’io vò a mostrarvi ora

di un ‘quid pro quo’ fui io, vittima ignara

che, Amleto di me stesso, costrinsemi a pensare,

se essere o non essere, un uomo da salvare.

L’occhio di bue si spegne.  Inizia un tango.

All’aprirsi del sipario, si ode il rumore di una chiave che apre una porta,

si accendono le luci in scena:

una camera di albergo con letto, comodino, armadio, portavaligie, frigo bar,

tavolinetto, seggiolina, ecc.

Entrano un cameriere/facchino, con una valigia 48 in mano, seguito da un uomo di circa 35 anni,

 in cappotto, giacca e cravatta, di modesta fattura,

 con una valigia porta campionario.

Cameriere: (appoggiando la valigia sul portavaligie) …ecco, guardi, di la c’è il bagno, qui il frigobar (lo mostra all’uomo) …le chiavi sono attaccate a quelle della camera (le porge all’uomo) …la colazione, dalle 7,30 alle 9.

Uomo (Bruno) : … grazie (da’ la mancia al cameriere)

Cameriere: …grazie a lei, buonanotte… (esce e chiude la porta)

L’uomo si guarda intorno per qualche secondo, muove qualche passo verso una quinta, fingendo di dare un’occhiata al bagno poi, tornando in camera, chiude la porta a chiave e si siede sul letto, sfregandosi gli occhi.

Si rialza, si avvicina alla valigia, la apre

BRUNO: (mentre parla, sistema le sue cose e si spoglia, lentamente) …No! No! Andiamo male… chi l’avrebbe mai detto?…ogni giorno, tutti i giorni, tutti i mesi…sempre! Una vita da zingaro… da nomade… faccio una vita da… vivo itinerante… …dice: - lei cosa fa? …Io itinero! Certe mattine mi sveglio… al buio, non ricordo dove sono… a casa mia o in un albergo? Ci devo pensare… devo concentrarmi un attimo… è incredibile… non riconosco più nemmeno il mio cuscino… un giorno, sono tornato a casa e mia moglie aveva buttato via i vecchi… adesso, uno è troppo alto, uno troppo basso, uno duro, l’altro… non trovo più l’equilibrio… a volte ne trovo di migliori negli alberghi… dovrei portarli via… spaccio di cuscini! … Bruno Lorenzini, 35 anni, rappresentante… arrestato per contrabbando di guanciali… non riconosco più l’odore di casa mia… l’odore di casa… perché è casa sua veramente… forse mia, non lo è mai stata davvero… mi sveglio la mattina già teso, nervoso… dice: - facciamo colazione? … sì, grazie, io prendo un  moment, va… e poi sono sempre stanco… e non faccio niente …cioè niente? …lavoro faccio solo quello… nient’altro… mi sveglio ogni giorno più stanco… stanco fisicamente… stanco dentro… quand’ero piccolo, mi ricordo… mi svegliavo …tardi …il sole filtrava dalla tapparella …ed aprivo gli occhi, subito… ero sveglio immediatamente …anzi …ero riposato …mi ricordo …ascoltavo i rumori della casa …il suo respiro …la sua vita, insomma …in cucina mia nonna che faceva la sfoglia… a volte cantava, anche …a mezza voce …per non disturbarmi… le arie delle operette… ‘La vedova allegra’, ‘il paese dei campanelli’…era serena …ero felice… e lo sentivo… ah, beato deserto della gioventù… nel bosco fitto dei ricordi, disordinatamente invecchio… e li ho piantati io questi alberi… E’ tanti anni che non vedo qualcuno che fa la sfoglia ...la farina, le uova… il mattarello… mia moglie ha la cultura del surgelato …e del microonde… una volta ci ha anche asciugato un paio di jeans dentro al microonde…  domani devo anche passare da Fabbri… se mi scordo è una tragedia… dice: -mi raccomando passi eh? Che se no, rimango senza… ma chi se ne frega… chi se ne frega!! …Ma poi, nella storia del mondo… per l’umanità… cosa faccio io?… vendo gusci in lattice per i telecomandi… di tutte le cose più stronze dell’occidente!! …e mi spacco la schiena per i gusci… mi dice: - guardi che lei ha una vertebra veramente compromessa… a livello lombo-sacrale… lei fa qualche sport, attività fisica? No, perché in questo caso, forse, è meglio smettere… e subito…- guardi, io sono sempre seduto in macchina… l’unica attività fisica che faccio è portare fuori il cane a urinare… e, tra l’altro, inutilmente, perché non la fai mai… perché ha freddo, dice mia moglie… ha un termostato vescicale che si blocca con la temperatura bassa… che è un problema anche quello… per il resto guido, seduto, con isoradio 103 punto 3 che mi tiene compagnia… a volte chiacchero anche con la radio… come faceva mia madre …che teneva dei veri e propri lunghi colloqui con Iva Zanicchi… ma lei non aveva le emorroidi …lei… mia mamma passava tante ore da sola… con sé stessa… io pensavo: ma come farà?… mi faceva anche un po’ pena, a volte… io invece, così pieno di vita, di amici, di donne… di distrazioni, insomma… mi dicevo: non mi ridurrò mai così… che egoista… invece di andare a far due chiacchere con lei, magari… ed invece la lasciavo vivere così… da sola… e adesso io sono nella sua stessa situazione… invece che sul divano di casa a parlare con la televisione, sto seduto in macchina a parlar con la radio… non è tanto diverso… meglio parlare con uno psicanalista che con la radio… Giulia, un giorno che stavamo litigando, me lo ha anche urlato in faccia: guardati!! Guardati Bruno!! Ci andresti a letto con te?! Con uno così?!! …tu ti devi far curare! Tu sei matto! Poi, me lo ricordo, cambiò tono… più dolce… mi fa: forse hai bisogno di un aiuto… di qualcuno con cui sfogarti… con cui parlare di quello che hai dentro… che non posso essere io… mi incazzai come una bestia… le urlai: non permetterti di darmi dei consigli… come faceva mio padre con mia madre… mio padre diceva tre o quattro volte al giorno a mia madre che era matta… che doveva farsi curare… lei alla fine ci aveva quasi creduto… ma io no… io non ho malloppi dentro da capire, esaminare, scavare… a me è tutto chiaro:… io non dovrei fare il mestiere che faccio… vivere con la donna che ho…  essere quello che sono… io interpreto un’esistenza non mia… e lo faccio anche male… sono una comparsa della mia vita… ed il protagonista è questa angoscia… questo magone …bloccato qui… costante, fedele, invincibile… sempre (guarda l’orologio e si infila sotto le lenzuola – è in boxer e maglietta) …è già tardissimo… (regola una sveglia portatile che pone sul comodino) …e domani, prima di uscire, devo anche telefonare a Pelloni… …Pelloni… lo hanno fatto anche dirigente… Pelloni… un uomo che, nella vita, ha due argomenti: i gusci di gomma e la sua aerofagia… lo chiamano ‘venti di guerra’… ogni volta che mi incontra mi fa: allora Lorenzini, come va? Vendiamo? Eh? Vendiamo… Forza Lorenzini, forza! Un po’ d’energia… che la vedo sgonfio… ma …forse ha ragione lui… che è sempre così gonfio… (spegne la abat jours)

BUIO

Per alcuni secondi, il palco rimane completamente al buio poi,

 improvvisamente, si ode bussare alla porta;

 prima con delicatezza, poi sempre più insistentemente ed energicamente.

Bruno riaccende la abat jours, è spettinato e confuso.

B: …ma chi è?!… (quasi a sé stesso) … ma che ore…? (continuano a bussare) … sì, sì… ho sentito! Un momento!… (si alza da letto e si dirige alla porta, davanti alla quale si ferma) …chi è? Ho detto!…

si ode una voce di uomo dall’esterno

Voce: …Servizio…

B: (aprendo la porta) …ma io veramente, non ho chiamato nessuno…

Entra in scena un uomo che indossa un lupetto nero ed un paio di pantaloni neri

Uomo (E): Buonasera… lei aveva ordinato del fritto?…

B (sconvolto): …del fritto?! …io stavo dormendo! Ha visto che ore sono?!… lei s’è sbagliato!…

E: …mi scusi… lei è il signor Bruno Lorenzini?…

B (sorpreso): …sì, ma… perché me lo chiede?…

E: …allora non ho commesso errori… (con aria mortificata) … almeno ora…

B (alterandosi maggiormente): …ma come non ha commesso errori!! Cosa centra il fritto con il mio nome!!?

E: …il fritto era solo una scusa per farmi aprire, signor Lorenzini…

B (basito e preoccupato): …cioè?… lei non è dell’albergo?!…

E: …no, signor Lorenzini… non lo sono…

B: …ma allora?… chi è lei?… e cosa vuole?…

E: …io sono un Emissario…

B: … un Commissario?!…

E: …no! Ho detto Emissario…

B: …ma Emissario di che?!

E: Un Emissario della Morte, signor Lorenzini… capisco che tutto questo possa risultarle po’ assurdo ed imbarazzante… ma è così…

B: …assurdo ed imbarazzante?!! …assurdo ed imbarazzante??! …ma di tutti gli aggettivi, lei mi sceglie … assurdo ed imbarazzante?!! Questa è una follia! E lei ne è il protagonista… perché senz’altro lei è un pazzo! Quindi adesso se ne vada a prendere in giro qualcun altro o sono costretto a chiamare la vigilanza dell’albergo!

E: …la prego, non si alteri, non urli …  lei non ha idea di che notte sto passando… signor Lorenzini…

B: …e la smetta di chiamarmi signor Lorenzini!!

E (depresso): …in effetti… vista la situazione… hai ragione… posso anche chiamarti Bruno… tanto ormai… (si va a sedere sul letto)

B (ancor più alterato): …ma tanto ormai, cosa?!! Si può sapere chi è lei e perché sa il mio nome?!! …e si alzi dal mio letto!!!

E: …Te l’ho già detto, Bruno… io sono un Emissarius Mortis… ed il perché conosca il tuo nome …beh …mi pare ovvio…

B: …ovvio?! …guardi che di ovvio qui c’è solo il fatto che adesso io la faccio sbattere dentro!!

E: Ascolta Bruno… Ascoltati dentro… Non c’è nessuna vigilanza, nessun albergo, nessun rumore… nulla! Io sono la fine, Bruno… Non lo senti?…

PAUSA

B (preoccupato, tentennante) : …se questo …se è uno scherzo… le assicuro che non è di buon gusto…

E: Se questo è uno scherzo, non hai nulla di che temere… domani mattina, puntuale, ti presenterai da …Fabbri, per l’assortimento dei gusci…

B (basito): …come… fa a sapere di Fabbri?…

E: …ma io so tutto di te naturalmente…

B: Non è possibile! E’ una truffa! Siete una banda organizzata per estorcere…

E (interrompendolo, scattoso): …ma cosa vuoi sentirmi dire di te!? …che sei stato tu, a 7 anni, a dare fuoco alla cuccia del cane del tuo vicino?! …che quella volta che rubasti quel paio di guanti ai Grandi Magazzini, lo facesti così per fare, perché in fondo non ti piacevano neanche tanto?! …o forse dovrei accennare a Stefania, la tua ambigua cuginetta, che nel buio della cantina ti insegnava i primi misteri dei sensi?! …o a quella tua assurda mania di urinare seduto, come una donna, perché hai paura che ti esca l’ernia?!… oppure…

B (interrompendolo): …basta! Basta! Per favore…ho capito! (sussurrato) …ho capito…

E: …mi dispiace… ma è finita, Bruno… la tua vita… la tua insoddisfacente vita, termina qui… Io sono il tuo fine-corsa…

B (atterrito, sconvolto): …ma come… la fine?… (pausa) …ed è così?… Cioè, si arriva così, in piena notte… all’improvviso?…

E: …quando è la tua ora, è la tua ora… Non è che ti mandano un avviso…

B: … e chi lo stabilisce quando è l’ora?…

E: …ad ogni essere umano che nasce, viene assegnata una data di scadenza…

 

B: …di scadenza?! … come una mozzarella?!…

E (riflettendo): …ma sì, volendo… proprio come un mozzarella… sì…

B (quasi a sé stesso): …3000 anni di storia dell’uomo, di filosofia, di religione, di lotte, di ideali… bruciati in un attimo dalla grande, inesorabile, sconcertante ‘metafora del latticino’…

E: …d'altronde, lo sanno tutti che, prima o poi, bisogna morire, no?…

B: Sì, ma io ho 36 anni!

E: …e allora?…

B: …ma come ‘e allora’?!! …io sono a metà della mia vita!…

E: …a metà della vita?! … e chi lo ha detto che 36 anni sono la metà di una vita?

B: …no, nessuno… però ‘nel mezzo del cammin di nostra vita’… si presume che uno abbia circa 35… 36 anni …. Anche 40! …voglio dire…

E: Non ci sono regole, Bruno…

B: …quando uno scade…

E: …scade!

B (all’unisono): …scade…  (pausa) …mi manca l’aria…

E: …sì, immagino … però, mi chiedo anche perché tu sia così angosciato… non è certo una bella vita la tua, no? …se rifletti, è meglio uscire di scena ora… non è forse meglio che la Morte ti colga vivo?…

BRUNO: …ma perché?… guarda che non mi va mica poi così male, eh?… (lentamente, mentre parla,  riordina le sue cose nella valigia e si riveste, mentre l’Emissario segue i suoi movimenti ed il suo monologo inespressivo) …No! Davvero! …ogni giorno, tutti i giorni, tutti i mesi… io vivo intensamente… viaggio tanto… conosco un sacco di gente, un sacco di città… Certe mattine mi sveglio… al buio, non ricordo dove sono… a casa mia o in un albergo? …capisci com’è intensa la mia vita?! A volte alloggio in alberghi che sono di gran lunga meglio di casa mia… mi sveglio e penso: adesso scendo e faccio colazione al buffet… cappuccino, brioches calda… yogurt ai mirtilli, pane, marmellata… l’odore del caffè… mi sveglia! Mi da energia! …e, a volte, pensa …mi sento come quando, da bambino …mia nonna mi chiamava dalla cucina: - Ninooo?.. Ninooo? Ed io a poltrire, a letto… e faccio così anche adesso …e allora mi metto ad ascoltare i rumori dell’albergo …il suo respiro …la sua vita, insomma… la gente che si muove al suo interno, che si lava… rumori di porte …qualcuno canta, anche…  è la vita che si risveglia… che freme… anche mia moglie canta… mentre cucina i suoi manicaretti al microonde… è una specialista, lei, del microonde… ed io sono uno specialista… nel mio campo, intendo… faccio l’agente di commercio di un’azienda, leader nel suo settore! …faccio parte della sua macchina commerciale… ne sono un ingranaggio… importante! …vendo quei geniali gusci in lattice per evitare le rotture dei telecomandi!! Utilissimi, eh? …e, tra le altre cose, parte integrante della nostra cultura occidentale… e poi, fondamentalmente, vedi?… sto bene, io… di salute, intendo… il fisiatra mi ha trovato qualcosa alla schiena… ma chi è oggi che non ha un po’ mal di schiena, dai!… Poi è anche colpa mia, fra l’altro… non faccio nessun sport… perché sono un pigro… un pigrone… me la godo insomma… l’unica attività fisica che faccio è portare fuori il cane… facciamo delle passeggiate all’aria fresca della sera… piacevoli anche… mi rilasso… mentre lui fa i suoi bisogni… a volte… però se lo porto dietro il campo da calcetto… lì la fa  sempre… è un orologio…  poi, non è che sia faticoso… il mio lavoro intendo dire… sto seduto… al volante… la macchina me l’ha data l’azienda… ascolto la mia radio, canticchio… a volte rispondo anche ai quiz… perché è bello interagire con la radio… ti senti in linea con un sacco di gente che t’ascolta… che sta guidando magari… come te… voglio dire: è meglio parlare con la radio che con uno psicanalista no?… almeno lì puoi vincere qualcosa… che ne so?… il cappellino, una maglietta, un CD… anche mia

madre partecipava ai quiz in TV… una volta vinse anche un set di pentole… e poi c’è Giulia… sempre così presente, così premurosa… una volta che notò ero un po’ silenzioso… schivo… mi disse che forse potevo farmi aiutare da qualcuno… ma io le dissi: - Giulia, amore …io non ho malloppi dentro da capire, esaminare, scavare… a me è tutto chiaro:…amo il mio lavoro… adoro mia moglie… insomma… sono realizzato! Ho in pugno la mia vita, capisci? E ciò che mi guida è questa energia … costante, fedele, invincibile!!… (è completamente vestito e afferra la sua valigia, fermandosi davanti alla porta) …è presto… capisci? …troppo presto …per morire…

E: … si può sapere dove stai andando?…

B (allucinato): …a telefonare al mio capo… Pelloni… gli ho trovato delle capsule di carbone vegetale che sgonfiano che è un piacere… efficacissime…

E (sconsolato): …puoi sederti cortesemente?… c’è un altro grosso problema da risolvere…

B: …‘grosso problema’?… onestamente, faccio fatica a concepire un problema più grosso di quello testé espostomi… (appoggia la valigia e si siede sul letto, sconsolato)

E: …come ti ho spiegato, noi Emissari abbiamo un elenco degli esseri umani che sono in scadenza…

B: …una bella lista! …la consultate spesso?…

E: Certo! E’ un impegno inderogabile che dobbiamo mantenere!

B: … ognuno ha i suoi impegni…d'altronde

E: …e la scadenza di ognuno di voi, non è indicata con un giorno o un ora esatta… diciamo che, noi Emissari, abbiamo una tolleranza di una settimana circa per completare il nostro lavoro… ci organizziamo… anche per evitare che si accavallino diversi impegni…

B: … che si accavallino diversi impegni?… 

E: …certo… come faccio a spiegarti?… ad esempio, la scorsa settimana avevo in scadenza due persone Stefano Ruggeri e Carlo Guermandi… e allora…

B (interrompendolo):…Carlo Guermandi?!

E: …sì, Carlo Guermandi… e allora, ti stavo dicendo…

B (interrompendolo): …Carlo Guermandi era il mio compagno di banco alle scuole medie…

E: …ah sì?…

B: …era così buono… gentile… sempre un po’ rincoglionito, a dire il vero …d’altronde lo imbottivano di antistaminici …aveva un raffreddore da fieno allergico perenne… ma …aveva la mia età… com’è morto?

E: infarto…

B (interrompendolo): Poveretto!…

E: …mentre si faceva frustare dal suo compagno…

B (interrompendolo): …di banco?!

E: …di vita…

B: …come si cambia eh? …però…

E: …perciò, per riprendere il concetto …noi Emissari dobbiamo giocare molto sugli incastri, sugli appuntamenti, sulle coincidenze, per mantenere tutto in equilibrio, tutto sotto controllo, tutto puntuale…

B: …e non sbagliate mai?…

E (sconsolato): …quasi mai…

B: …come: ‘quasi mai’ ?!…

E: …il grosso problema di cui ti parlavo prima… è proprio questo, Bruno…

B: …e cioè?…

E (preoccupato, tentennante): …come ti ho detto …la tua scadenza era prevista per questa settimana… e…

B (accorato): …e??!!…

E: …e …io …avevo deciso di farti morire a casa tua, no?…

B: …che bel pensiero gentile…

E: …e …il giorno scelto cadeva oggi …stanotte per la precisione… (PAUSA)

B (accorato): …allora?!!…

E: …e allora … appunto, stanotte dovevi morire…

B (alterandosi): …il giorno cadeva oggi!! …dovevi morire!! …perché tutti questi imperfetti?! Semmai, saresti dovuto morire oggi… o no?!!

E: …vabbé… dovevi, saresti dovuto… che importanza ha?…

B: … che importanza ha?… Mai come in questo caso il 3° periodo ipotetico o (scandendo le lettere) ‘della impossibilità’ ha un’importanza basilare per me!!! Perché continui ad esprimerti con degli stramaledetti condizionali??!!...

E (interrompendolo, quasi urlando): …perché ho sbagliato!!!

B (basito): …come??

E (con il magone): …perché ho sbagliato, Bruno… io… ho sbagliato… PAUSA

B (con ostentata, falsa calma): …scusa eh?… potresti essere così cortese da informare anche me… in che cosa consisterebbe il tuo errore?… (vedendo che l’Emissario ha la testa tra le mani e rimane silenzioso) …perdonami… Emissario? …Emissario?!!… (urlando) …allora?!!  Vuoi rispondermi o cosa??!!!

E: …hai ragione, certo, hai ragione … perdonami… ma vedi? …è la prima volta che mi sbaglio…

B: …anch’io è la prima volta che muoio, sai?…

E: …dunque …come stabilito… io sono andato a casa tua, stanotte…

B: …a casa mia?… Ma perché a casa?… io sono qui…

E: …infatti! Ma oggi è mercoledì …e tu, il mercoledì, sei sempre a casa, no? 

B: …beh, sì… io, di solito, alla metà della settimana, cerco di organizzarmi gli impegni per poter dormire a casa… almeno una sera… ma scusa? Questo che c’entra?…

E (alterandosi): C’entra eccome! Perché oggi è mercoledì e tu non sei a casa!!

B (alterandosi): …non sono a casa, perché hanno chiuso la provinciale 75 e per raggiungere l’azienda di Marchesi mi tocca passare per la campagna e allora non avrei fatto in tempo ad andare da… ma, accidenti!! Non ho capito perché devo giustificare con te il mio planning visite!!! Cosa sei? Un Ispettore di area??!!… PAUSA …e comunque io stasera sono qui… cosa c’entra casa mia?!!

E: … c’entra, c’entra, Bruno… perché io sono andato a svolgere il mio compito là…

B: … beh? …qual è il problema? Sei andato a casa mia e, non trovandomi, mi hai rintracciato qui…

E: …no, non è andata proprio così… perché il fatto è che… io ti ho trovato…

B: …cosa significa: ‘mi hai trovato’!?…

E (alterandosi): …insomma, Bruno, non l’hai ancora capito?!!

B (alterandosi): …ma cosa devo capire?!!!

E (urlato): …che sei cornuto!! Un cornuto! Tu sei becco! E’ chiaro?!

B (basito): …io…becco?!

E: …sì Bruno… becco… mi dispiace dover essere io a darti questa notizia, ma… è così… mi spiace, sai?... io non sopporto dare le brutte notizie…

B: …immagino, sì… col lavoro che fai…

E: … allora, ricapitolando: stanotte io sono andato a casa tua, per prelevare la tua anima. Quando sono arrivato, essendo un po’ tardi, tu e Giulia stavate già dormendo… allora, per non scioccare troppo la poveretta, ho pensato come farti decedere. Voglio dire… non volevo una morte troppo enfatica, ma nemmeno troppo silenziosa, se mi passi il termine… insomma, Giulia se ne doveva accorgere ….allora, ho optato per un infarto fulminante che, come manifestazione esterna, è rapida e modestamente impressionante… e così è andata… qualche salto sul letto, mancanza di ossigenazione e Bruno Lorenzini è passato a miglior vita… povera Giulia… dovevi vedere come ha cominciato a piangere, quando ha realizzato… come si disperava… solo che… a letto con lei, non c’eri tu…

B (che ha assunto un espressione esterrefatta): …povera Giulia??? …non volevi scioccare la poveretta??? Zoccola!! …altro che poveretta… ecco il suo nome!!

E: …ma dai, calmati… non fare il borghese qualunquista, non è questo il vero problema ora…

B (urlando): …non fare il borghese?!? …qualunquista!??!! Da quando hai bussato a quella maledetta porta non hai fatto altro che comunicarmi delle notizie sconvolgenti che avrebbero abbattuto un elefante!!… Non solo mi sei venuto a raccontare che sono ‘scaduto’, ma che oltretutto sono pure becco!! Stanotte devo morire e lascio mia moglie a sguazzare nel mio letto con uno sconosciuto… e tu pretenderesti della calma… della rassegnazione!!? …Giulia!! (prendendosi la testa tra le mani) …la mia Giulia!! …ma perché?… perché?… mi diceva: lo so che fai un lavoro pesante… che devi stare tanti giorni lontano da casa… ma grazie a questi sforzi ci costruiremo un futuro tranquillo… e vedrai che, un giorno, realizzeremo il nostro sogno…

E: …che sogno era?… se posso…

 : …comprarci una baita in montagna…

E: …carino! Con Giulia in casa a fare lo strudel…

B: …sì… ed io in giardino a fare lo stambecco!!! …e chissà da quanto mi tradiva, la falsa….

E: …6 mesi…

B: come??!!

E: …da 6 mesi.. ma frequentemente…

B: …ah ecco…ti ringrazio per la precisazione… Giulia….. (stizzito della gelosia) …ma dove, quando, con chi!!!???

E: …beh…non potrei farti certe rivelazioni… ma visto la situazione… col dottor Codone…

B: …chi??!!

E: …con il dottor Codone…

B: …e chi è ‘sto Codone?!!

E: Raffaello Codone, per gli amici ‘il Coda’…

B (interrompendolo): …il coda?…

E: …il coda, sì …38 anni, single, laureato in psicologia nel 1989, diplomato in massaggi Shiatsu nel 1993, confidente, amico, amante, nonché psicologo di Giulia da 10 mesi circa…

B: …lo psicologo di Giulia…

E: sì, in effetti anch’io ci sono rimasto… quando mi sono accorto dell’errore… onestamente, credevo che Giulia fosse meno scontata… meno banale, nella sua manifestazione di fedifraga ed invece… mi si va ad innamorare del suo psicologo… che non è molto originale, diciamolo pure… comunque, questi non sono affari miei… il problema è un altro… capisci ora?…

B: …perché hai detto ‘mi si va ad innamorare’? Lo ama?

E: Beh, diciamo che stava maturando qualcosa di concreto… d'altronde, lei è un gemelli, lui uno scorpione…

B: …il coda?…

E: …sì, uno scorpione con la luna in Venere, figurati…

B: …dove ha la coda, il Luna?… cioè.. dove ha la luna, il Coda??

E: …in Venere…

B: …e che vuol dire?…

E: …che era praticamente impossibile che non si innamorassero…. Con le stelle non si scherza…

B (sarcastico): …oltre che ad andare in giro a far morire la gente part-time, cosa fai, l’astrologo di secondo lavoro? O è un hobby? Leggi anche le carte?…

E: …che spiritoso… guarda che lo so che hai sempre canzonato quelli che credono negli astri e nello zodiaco ed invece non immagini quante verità sono scritte lassù… bisogna solo saperle interpretare… ed invece tu sei stato sempre così concreto, sempre così risolutamente oggettivo in tutto, sempre con i piedi per terra, sempre attento…

B: …guarda che l’attenzione che stai tanto criticando, avrebbe fatto bene anche a te, mi sembra ….da quello che hai combinato …

E (sconsolato): …già …e dire che al corso di addestramento ero tra i migliori…

B: ….il corso di addestramento? … ma chi t’ha addestrato a te? la Fata Smemorina?…

E: …e comunque ora non c’è tempo da perdere… bisogna trovare una soluzione! Subito!…

B: …ma dov’è il problema? …invece di aver prelevato un solo ‘scaduto’, ne porti al Principale due: (indicando sé stesso) la caciotta e il provolone… che fa anche la rima col Codone… sono anche poeta…

E (alterandosi): …ma sì, certo! Come la fai facile, tu! Codone non era in scadenza! Lui stava benissimo!

B: …fortunata la Giulia!…

E: …tu, invece, a quest’ora, saresti già dovuto essere al ricevimento!…

B: …ricevimento?… perché? Quando decedi ti festeggiano?…

E: Macché festa d’Egitto! Il ricevimento è tipo… come posso spiegarti?… il banco accettazione!

B: …come in albergo…

E: Esatto! Proprio come in albergo…

B (sogghignando): …beh certo che… chissà quante stelle ha quell’hotel, eh?… (ridacchia)

E: …questa te la potevi anche risparmiare! Tu ancora non hai capito il mio dramma! Io non posso traghettare due scaduti invece che uno!

B (interessato): …cioè, scusa, fammi capire bene… vuoi dirmi che, dal momento che hai fatto fuori il Coda?… io…non scado più?….

E (disperato): ….purtroppo credo proprio che sia così….

B (urlando di gioia): Siiiiiiii!!! Ma vai!!!! Ma Vieni!!!!!  Non sono più scaduto!! …e lo sai perché?!  …perché ciò dei ‘conservanti’ così!!! (sghignazzando) …Vivo! Vivo! Io sono definitivamente vivo!!! Guarda, ti dirò, che domani sono addirittura felice di incontrarmi con Pelloni, quel petomane!!!

E (riflettendo a voce alta): …l’unica soluzione, forse… potrebbe essere quella di prelevarti alla data di scadenza del Coda…

B (diventa serio ed interessato): …cioè? Intendi dire, farmi morire il giorno che avrebbe dovuto toccare a Codone?

E: …sì… potrei fare così… però se questa storia salta fuori… sono rovinato… (estrae un taccuino dai pantaloni e lo consulta) …vediamo… dunque Codone? Codone?…

B: … ma cosa è quel libricino?… cosa stai consultando?…

E: …dunque …ah, ecco qua! …Raffaello Codone scadrà il 15 Marzo del…

B (urlando): Noooooo!!!! Ma sei pazzo! Taci!!

E: … ma che ti prende?… Stai calmo!…

B (alterato): …ma come: che ti prende?!!! Mi hai appena detto che dovrò morire il 15 Marzo!!! Ti rendi conto!?!!!?…

E (perplesso): …e allora? …che c’è?…

B (alterandosi): …c’è che ogni anno, da stanotte, quando si avvicinerà quella data, comincerò ad angosciarmi… sarà un inferno… ed una volta superata, comincerò a contare i giorni alla rovescia fino al successivo 15 marzo!!! …no guarda… tu sei un idiota!!! Va bene?… ma guarda un po’ cosa mi doveva capitare… uno non può più neanche morirsene in santa pace, che ti affibbiano un imbecille che ti rovina la vita… cioè la morte… oh, santo cielo, non so neanche più come parlare!…

E: …va bene, dai, scusa… cerca di capire anche tu… anch’io sono un po’ confuso… perplesso… (si avvicina per consolarlo e scusarsi)

B (scrollandoselo di dosso): ...lasciami perdere, per favore! …sono stravolto… ho la nausea …c’ho un attacco di cervicale in atto… vorrei morire… (cambiando tono, accorgendosi della gaffe) … si fa per parlare eh? …chiaramente…

Si ode bussare alla porta;

Bruno e l’Emissario si guardano perplessi.

Bussano più insistentemente ed energicamente.

B (all’Emissario) : …ma chi è?!…

E: …non ne ho idea …aspettavi qualcuno?

B (sarcastico): …sinceramente no… io stanotte credevo di dormire, pensa un po’… ma ormai, da quella porta, mi aspetto possa entrare chiunque…

si ode una voce di uomo dall’esterno

Voce: …aprite!! O sfondo la porta!!!

Bruno e l’Emissario si guardano perplessi, poi Bruno, deciso, apre la porta.

Entra in scena, con impeto, un uomo, che indossa unicamente un sudario bianco

Guarda Bruno in faccia e poi, evitandolo, si dirige, con decisione, verso l’Emissario.

E (quasi tra sé): … oh diamine!…

Uomo (alterato): Ahh!! Eccoti qui! Proprio tu!! Credo che tu mi debba delle spiegazioni! O no?

E: …non c’è proprio niente da spiegare! Ormai quello che è successo è cosa fatta. Non si può tornare indietro, te l’ho già detto! …è inutile insistere…

Uomo (adirato e minaccioso): ….maledetto!! …non credere di cavartela così, sai?!! Brutta canaglia!!  

B (sarcastico): …un altro cliente insoddisfatto?… perché non apri un ufficio reclami?… (ridacchia)

E: …c’hai poco da sghignazzare tu, sai? Questo qua, è il Codone…

B: …il Coda?!…

Coda (perplesso): …come fai a sapere il mio soprannome?  (teso) … nessuno mi chiama così! …lo permetto solo alle persone con le quali condivido le cose importanti!…

B: …ah bé, allora faccio parte del gruppone… io con te condivido la moglie, vedi un po’ tu…

C (perplesso): …come la moglie?!… tu sei …Bruno?…

B: …in carne ed ossa… anzi, per essere precisi: in corna ed ossa!…

C: …è inutile che fai lo spiritoso …era la cosa più ovvia che ti tradisse …con un omuncolo come te, Giulia non ci stava a dire niente…

B (ironico) …sì, sì… comunque questo …omuncolo stasera torna a casa sua …invece il Coda va …al ricevimento….

C (scattando adirato all’E.): …io non vado da nessuna parte!! Io ne ho diritto e voglio tornare dov’ero!!!

E: …a letto con sua moglie?

C (urlando): macché a letto!!! Vivo, per Diana!! Io voglio la mia vita! La vita di cui ho diritto. Non voglio perdere niente. Tutti gli anni mesi, i mesi, i giorni che mi restano….

B: …fino al 15 marzo…

E (scattando): …silenzio!

C: …perché il 15 marzo?

B: …è il giorno in cui morirai…

C (angosciato): …e chi te l’ha detto?…

B (indica l’E.): …lui! …ha consultato l’agendina…

C: …che agendina??…

E (urlando): Basta!!!! (gli altri ammutoliscono) …Basta! …sta diventando una farsa…  ed invece è un dramma… sul quale riflettere, fare considerazioni, analizzare …con obiettività ….poi, prendere decisioni… con determinazione, con  fermezza ….ed io non cosa fare… (scoppia in lacrime)

B e C guardano perplessi l’Emissario che singhiozza

B : …e questa sarebbe la Morte? … la nera Signora che, spietata, con la lunga falce, miete le sue vittime…  siamo a posto!… assomiglia a mio cugino Atos… un coglione che, a 50 anni, ha vinto al SuperEnalotto 10 miliardi, poi s’è accorto di avere usato la schedina per scriverci dietro la lista della spesa… pane, aceto, carta igienica, carote…. piangeva più o meno così (indicando l’Emissario)… forse lui ululava di più…

C : … a me invece ricorda un mio paziente che, anni fa, venne da me, disperato, perché riusciva solo a fare l’amore ascoltando a tutto volume le canzoni di Mino Reitano… solo che abitava in un condominio di anziani, che appena sentivano la musica cominciavano a battere nel muro, a telefonare, chiamavano i carabinieri… insomma, una disperazione…

E (singhiozzando): …sì, sì, canzonatemi pure… come se voi non aveste mai commesso errori… voi…

B : …ma certo, che discorsi!  tutti hanno fatto errori… però tu stanotte hai combinato proprio un bel casino…

C : …ma parla per te, scusa … io posso dire di non aver mai fatto grossi sbagli nella vita… mi sono laureato a pieni voti a 25 anni, ho subito esercitato.. con successo, ho una bella casa, una bella macchina, un ventaglio di donne, di classe, che farebbe invidia ad un sultano, una vita che non stento a definire…

B (interrompendolo) : …sei sposato?!

C (cambiando tono tra l’imbarazzato e l’amareggiato) : …beh… no… cioè, ora non più…

B (sarcastico) : …quindi lo sei stato?..

C (riflessivo): …sì…sì…. In effetti…forse le avrei potuto dare di più… esserle più vicino… dimostrami più tenero, meno irreprensibile… sempre così oggettivo, così logico… è stato il mio mestiere a rendermi così spietatamente analitico… così… mentre risolvevo i problemi degli altri… non mi sono quasi accorto del mio… (con amarezza) …che stupido… quando me ne sono reso conto, ormai…  ho cercato di recuperare… in tutti i modi… lo seguita, pregata, supplicata!! …e invece… Ma io sentivo di avere ancora tanto da dire, da dare, da regalare!!! Mi sentivo un vulcano dentro!!

B (sarcastico): …e così sei venuto a fare il ‘Vesuvio’ in casa mia…

C (scattando, quasi orgoglioso): ..Giulia aveva bisogno di me!

B: …del vulcano?…

C: …di un uomo!! Uno vero! Ma ti rendi conto di che razza di uomo eri?! Di che vita le facevi fare?

B: .. ma perché parli al passato? Ti ricordo che io stasera torno a casa… a dormire nel mio letto… cambio le lenzuola, ma dormo nel mio letto…

C: …e ricomincerai a condurre la tua misera vita da mediocre…

B (deciso): No! …non più… quello che è successo qui stanotte… per quando assurdo ed incredibile, mi ha fatto capire molte cose… di me… della vita… non è importante quello che fai, quello che sei.. come vivi, insomma… l’importante è avere un ideale… lottare per esso, difenderlo… e cercare di perserguirlo.. in ogni modo… poi, forse non ce la fai… non lo raggiungi… ma almeno ci hai provato… questo solo, ti rende degno di essere chiamato uomo…

C: …e tu ce l’hai questo ideale… questo obiettivo, intendo?

B: …sì… ma non ho mai lottato per raggiungerlo… adesso mi rendo conto che ho sempre aspettato pigramente, come seduto al ciglio della mia vita… attendendo che mi passasse davanti l’occasione giusta, il famoso treno da afferrare al volo e via, via, via… allora non mi sarei più fermato, non sarei più sceso, sempre di corsa sempre più su… allora sarei diventato quello che ho sempre voluto essere…

PAUSA

C: … che cosa?!

B: …un cantante… una pop star!

C: … per un attimo credevo parlassi seriamente…

B: …ma io parlo seriamente!! Io sarei una brillante pop star! Saprei come muovermi, come conquistare il mio pubblico, come stupirlo, come ammaliarlo… con l’energia della mia musica saprei diffondere gioia e spensieratezza nelle persone, le farei sentire libere … vive!! Altro che gusci per i telecomandi!! Quella sarebbe stata la mia vita! …ma ormai… ormai è troppo tardi, caro Codone… ormai quel treno è già passato.. ed io sono rimasto al binario, fermo, con la mia valigia, di gusci, tra le mani… e nessuno mi darà mai più l’occasione..

E: …non è mai troppo tardi..

C: …sì… detta da te, ‘sta frase, è proprio credibile… 

E: …vedete.. questa notte… in questo momento voi siete come… ‘sospesi’… in transito, cioè… né di qua, né di la’, intendo… per questo dico che qui, ora… tutto sarebbe possibile…

C: … cioè, cosa intendi dire? Che lui potrebbe essere un cantante?!

E: …sì… che ci vuole?

B (alterandosi leggermente): …ma come ‘che ci vuole?!’…Ci vorrebbe un palcoscenico, un pubblico, degli strumenti, la mia band!!!!

E: …ma Bruno… se ti concentri bene.. hai tutto quello di cui hai bisogno… (indicando) …questo è il palcoscenico… quello il tuo pubblico, i tuoi fans…

C (incredulo): …ma cos’è sta pagliacciata?!…

E: …non è una pagliacciata, Raffaello, guarda il pubblico (indicando il pubblico in sala), avverti la tensione, l’elettricità del palcoscenico??! (Mentre parla, si ode il crescere dello scroscio degli applausi ed le urla dei fan come ad un concerto dal vivo) La senti?? Ne percepisci l’energia, la carica??! …..Ora lui è una grande pop star e noi… noi potremmo essere il coro…i suoi ballerini

C (con secca decisione): … ma assolutamente no! Figuriamoci se io mi presto a fargli da ballerino… ci mancherebbe altro…

Parte la musica di “salirò” di Daniele Silvestri.

Immediatamente Bruno entra nel personaggio e comincia un buffo balletto cantando la canzone.

L’Emissario comincia a ballare e Codone, suo malgrado, lo segue in un improbabile balletto, accompagnando l’esibizione fino al suo concludersi.

(Da prevedersi un incursione di Bruno in platea, mentre canta e fa ballare il pubblico).

Al termine del pezzo musicale, mentre l’Emissario e Codone si ricompongono,

Bruno scoppia a piangere per l’emozione, la gioia e corre ad abbracciare l’Emissario.

B (abbracciando l’Emissario): …grazie, grazie, grazie, amico mio!! …è stata la più grande emozione della mia vita… per una volta.. per una volta almeno posso dire di essermi sentito veramente grande, potente..mitico…. (con enfasi, al pubblico)… e grazie anche a voi!!! Siete unici!! Dio vi benedica!!

C (con ironia): …ma con chi stai parlando, invasato?

B (come ridestandosi da un illusione): ...ma come?… (scorato e disilluso) … è già finito?..

C: …chiaro che è già finito!… guarda che è incredibile! …qui si sta decidendo chi vive e chi muore e lui vuol fare un concerto…

B: …ma non capisci il mio dramma… la tragedia??!!

C: … cosa?

B: …io ho sbagliato vita!… l’ho sprecata, Raffello… buttata… usata per qualcosa che non ha senso…

C: …se la metti così sai quanti l’hanno sprecata?…

B: …cioè?

C: … ma sì, dai… chissà quanti impareggiabili attori lavorano, che ne so, in un cantiere, o quante ugole d’oro fanno i ragionieri in un’aziendina di provincia, o quanti medici eccezionali, magari per una banalità, si ritrovano a lavorare in banca.. e così via di errore in errore… di spreco in spreco, come diresti tu… eh…se tutti potessimo scegliere cosa fare, seguire completamente i nostri istinti, le nostre aspirazioni, i nostri sogni… allora sì che sarebbe bello… allora sarebbe tutto più dolce… armonico… Ti sei mai chiesto quanta gente dice di essere felice… guardandoti negli occhi, poi!?… anzi… guardandosi allo specchio? Poca! Molto poca, Bruno. E se sei tra quei pochi… tra quei pochissimi fortunati… bé allora, Bruno, ti devi già sentire un grande, potente, mitico…come dicevi prima…PAUSA …io, nel mio lavoro… ne sento tante di queste storie… tante persone che vengono da me a parlarmi dei loro problemi, delle loro illusioni, delle sconfitte…. E sono tanti sai… tanti…senza contare tutti quelli che se li tengono dentro, i propri malloppi… e non li raccontano mai a nessuno… a volte neanche a se stessi…mai… PAUSA… vengono da me a cercare consolazione… da me … e mi vedono come la loro guida.. maestro di consigli… di vita… l’uomo completo… realizzato…. io… che volevo fare il pompiere…

B: …bè, tu sei comunque una persona arrivata, no? Cioè, voglio dire…

C: …arrivata dove!… eh, Bruno?… Dove?…. vivo tra l’ambulatorio e l’ospedale, sempre con l’odore di disinfettante nelle narici, la luce dei neon degli ambulatori, le sale d’aspetto che sanno di riviste spiegazzate e di colpi di tosse, con la musica delle sirene delle ambulanze come colonna sonora,  senza un orario, senza un Sabato, una Domenica, a volte neanche Natale, niente…niente mai!!! Senza una famiglia… un figlio… Sempre con il mio bel camice bianco, candido, che copre la coscienza, dietro al quale recito la parte del (scandendo, sarcastico) D O T T O R E!! Il Dottore! Hai capito, Bruno? (in crescendo) ….Mi scusi dottore, mi ascolti dottore, mi aiuti dottore, sto male dottore, ma va al diavolo …dottore!!!! Basta, basta!!! (scoppia in lacrime)

B (all’Emissario): …scusa, ma lui, non doveva essere quello realizzato, felice, della sua vita…?

E: …il problema sai qual è, Bruno? E’ che voi uomini non siete mai contenti davvero. Quando avete una cosa, ne desiderate subito un’altra… e quando raggiungete l’altra, ne volete un’altra ancora… da piccoli volevate il triciclo, poi la bicicletta, il motorino, la macchina, poi la macchina più grossa, poi quella ancora più grossa… poi quella piccolina…

B: …come? Di nuovo piccolina?

E: …sì.. per quelli che abitano in centro…però poi costa come una grossa eh? …non ti preoccupare… PAUSA…mai contenti… mai sazi… (inizia a parlare, quasi senza fare pause) …Prima tutta quella fatica per studiare, a sudare dietro ai banchi di scuola… quanti libri, quanti compiti in classe… per il fatidico diploma… poi? Di nuovo depressi… non trovo lavoro… nessuno mi vuole, cosa ho studiato a fare?… poi, finalmente ti assumono… e allora? …quel lavoro fa schifo, è faticoso, il capo è un’idiota, un bastardo…la mensa è uno scandalo!…. ma come non mi danno i buoni pasto?… e le vacanze? Perché non posso farle in quel periodo, che c’è già un caldo..? E dove si va in ferie quest’anno? …ho fatto una coda per venire qui di 6 ore e adesso piove!… Poi l’albergo è rumoroso… ma quanto si spende poi?!… Domani è già Settembre … bisogna aspettare il prossimo Natale… ma cosa diavolo regaliamo alla zia quest’anno che c’ha tutto, quella donna?!… poi c’è un freddo, che andare in giro… il 31, cosa facciamo come l’anno scorso a morire d’inedia?… al ristorante ti danno da mangiare male e ti costa come una figlia femmina… non ho tempo di respirare!… ma quando vado in pensione, recupero… ma quanto ti danno? Niente! …ho perso 10 anni di contributi!! C’ho un nervoso che mi scoppia la testa!! …ho mal di stomaco… ho mangiato troppo, ho mangiato male, ho mangiato in fretta, ho mangiato freddo… sono stanco, vado a letto…. Ma non ho mica sonno!

B (riflettendo): …siamo davvero così stupidi?…

E: …superficiali direi…un po’ ‘leggerini’, se capisci cosa intendo…e comunque, mai contenti… mai! … a volte, ti confesso che venirvi a prelevare, dà anche una certa soddisfazione… sì perché,  mi sembra di svolgere anche una sorta di… missione umanitaria… finalmente vi sollevo dal peso di vivere… e invece?… macché… non siete contenti neppure in quel momento… vi attaccate ostinatamente a ciò che avete sempre così aspramente criticato… dite una cosa, ma ne pensate un’altra… o meglio, credete di volere una cosa, quando invece è qualcos’altro che desiderereste… forse questa è la verità….

C: …la verità è che ci si deve accontentare… godere delle piccole cose che si hanno… apprezzare le cose che ci circondano… le piccole soddisfazioni di ogni giorno… ci si deve accontentare….

B: …accontentare?!! Accontentare?! …e perché? Perché mi dovrei accontentare?! Io non mi voglio bastare! Io voglio combattere per ottenere di più, migliorarmi. Crescere!

C (sarcastico): .. infatti vedo che bei risultati! …Ricordati: La felicità è desiderare ciò che si ha…

B: Certo, d'altronde i negri hanno il ritmo nel sangue…

C: …ma cosa centra scusa?!

B: …niente, ma non ho mai potuto sopportare quelli che parlano con i proverbi… e soprattutto gli ipocriti che predicano bene e razzolano male… accontentarsi è da miseri…

C: …è da saggi! Ti ripeto!

E: …ma smettetela di battibeccare come due comari! Sono due modi di pensare che non troveranno mai nessun punto in comune… E poi comunque, voi uomini non vi siete mai saputi accontentare… forse non è nella vostra natura… da sempre… fin dalle origini…

Si ode bussare alla porta;

I tre personaggi si guardano perplessi.

Bussano più insistentemente ed energicamente

 

E (perplesso): …e adesso chi può essere?!….

B (sconsolato e ironico): …ma cosa ne so… qui sembra di essere in una puntata di Domenica in… (apre la porta, dalla quale entra un’anziana signora, con una mela in mano ed indossante una lunga parrucca bionda un po’ arruffata, vestita con un lungo sudario bianco, con applicazioni di enormi foglie di fico che le nascondono le pubenda.)

EVA: …è permesso?… Buonasera… Scusate l’intromissione… non volevo interrompervi, perché ho sentito che facevate dei discorsoni…cose da uomini, insomma… mi scusi (porge la mela a Bruno, che la afferra, perplesso)…mi regge un attimino?… Volevo fare una domanda…

E (alterato): …Eva! Riprenda subito quel frutto, per favore! Non le sembra di aver già combinato abbastanza pasticci??

Bruno e Codone (si guardano attoniti poi, all’unisono): …Eva!!!???

Eva: …proprio io!... per servirvi!... (all’Emissario)… chi sono questi due bei giovanotti?

B (all’Emissario): …ma…Eva… è così?...

Eva: …perché? …cosa c’è che non va?...

B: …no, niente, però… diciamo… io me la sono sempre figurata più….

Eva: …più??!

B: …più…. Giovane… che ne so…

Eva: …ah, ragazzino….ma ne son passati di anni, sai!!… e di figli….vorrei veder te, carino…

E: Signora, per favore, sia comprensiva… guardi, qui abbiamo un problema e non è il caso di…

C: …ma quindi la signora è proprio …Eva?! …quell’Eva…..Eva d’Adamo, voglio dire?...

Eva: Bè… cosa vuol dire Eva D’Adamo?!!

C: …sì, cioè… Eva, della famosa …coppia Adamo ed Eva?...

B: …ma sì! …la famosa coppia!...adesso son due cabarettisti… ecco a voi…

C: …ma no, intendevo dire… Eva la donna… la compagna… l’altra metà della mela di Adamo…

E (interrompendo): …lasciamo stare le mele, per carità!....

Eva (intervenendo): sì… la donna!... la compagna!... magari!....

B: …come, magari?...

Eva: …magari! Ripeto…

E: …Signora, per favore…

Eva (alterandosi) …no, per favore, l’ho detto io a lui tante volte… ma qui non si è tirato su mai niente!!...

E: oh, santo Dio!..

B: …bè, signora, proprio niente niente, direi di no… eh?...

Eva: …niente! Se le dico niente è così! …vuole che non lo sappia io?... Adamo non è mai stato una gran aquila eh? Adesso poi c’ha un andropausa, poveretto, che lo ammazza…

C: …sì, d’accordo, ma da giovane…

Eva: …ma cosa? Cosa?!.... mi ricordo, poveretto che, (porge la mela a Codone che la afferra con un certo imbarazzo)… scusi eh?, regge un attimo?... (rivolto a Bruno) …dicevo….all’inizio, quando qui era tutto un cantiere, faceva una fatica ad orientarsi… non si ricordava mai come si chiamavano le cose… le confondeva… quando parlava, non sembrava neanche normale… sembrava uno straniero… Mi diceva: com’è che si chiama questo… e quello… e quell’altro?... chiedi a qualcuno…. Ma chiedi a chi?!, gli rispondevo… ci siam solo io e te, zuccone!!... non possiamo mica disturbare sempre Lui… solo una cosa gli era entrata in testa, come un chiodo: Mela!!... (mostrandola ai presenti)…Ah quella sì che non se la dimenticava mai… gli era venuto questo terrore per la mela… una mania!....

E: …a proposito, Signora, vuole riprendersi la mela?... e tu?... (a Codone che tiene ancora tra le mani il frutto) …non credi che sia meglio ridargliela?...

C: …sì, ma… (la porge, timoroso ad Eva)

Eva: ..grazie caro…. Dicevo che l’unica cosa che aveva chiarissima era ‘sta mela…

B: …bè… proprio tutti torti non aveva…

Eva: … mo cosa! …ma la mela non c’entrava!... era solo un simbolo così… per dire… io gli dicevo: vieni, Adamo, vieni con me, che andiamo dietro al cespuglio che ti spiego una cosa… allora lui trovava mille scuse: ho male al cocomero… ed io a dirgli, testa! Adamo, si chiama testa, non cocomero… oppure: mi fa male la costola…. Tante di quelle storie per ‘sta costola.. che lo so solo io… poi, quando alla fine lo riuscivo a convincere… appena vedeva la mela… mi si bloccava… e non c’era più niente da fare… un disastro…

C: va bene… comunque, una volta, qualcosa avrà pur combinato, no?...

Eva: …ma no! …se ti dico di no!?.... vuoi che non me lo ricorderei?....

B: … No scusi signora, se insistiamo… ma qualcosa dovrà pur essere successo…. Se no… il peccato originale… dove sta?!...

Eva: … ma cosa c’entra il peccato originale?...

C: …come: cosa c’entra?!... il peccato originale, il primo, quello commesso, appunto all’origine, no?!...

Eva:  no, ma lì c’è un errore…. C’è sempre stato un errore…

E (intervenendo)… signora Eva, per favore, già qui stanotte c’è una gran confusione… se poi, anche Lei… si mette a complicare ulteriormente…

B (interrompendolo con fermezza) …Taci un attimo!... lascia parlare la Signora, che, se mi permetti questa storia del peccato originale che non è tale mi interessa un pochetto…

Eva: …dicevo…(mentre parla, porge la mela a Bruno che la afferra distrattamente)… scusi eh?, regge un attimo?... (rivolto a Bruno) …il peccato… non è ‘originale’ perché è successo all’origine… ma perché è stato… diciamo, un po’ particolare, ecco… un’originalità…

B e C (all’unisono): …un’originalità??!!

B (accorgendosi di avere la mela in mano) …oddio! La mela!... (la lancia verso Codone che la afferra, ma gliela rilancia subito, come se scottasse)

C: …no! Io non la voglio più!...

B: …ma perché la devo tener io?!

E (quasi urlato): ..ma cosa fate!! ….giocate a Palla Stregata, con quella mela?! … datela a Eva… (rivolgendosi a Eva)… e lei, Signora!! Per favore, la tenga lei!!..

Eva (riprendendo la mela, con noncuranza): …allora, come vi dicevo, il zuccone…

C (interrompendola): …chi?!...

B: …Adamo…

C: …ah….

Eva: …ogni volta che eravamo lì, diciamo…tra di noi… in intimità, insomma… gli prendeva l’angoscia della mela… e la mela di su, e la mela di sotto e la mela di qua e di là… ed io: ma assaggiala ‘sta mela, Adamo, che ti passan le paure… fidati… assaggiala, assaggiala ti dico, zuccone!!

C: … e lui?...

Eva: …e lui?!... niente! Niente!... irremovibile!... allora io un giorno ho avuto un’idea… sono andata a raccogliere una bella banana, un arancia, una pera, delle fragole, un bel limone… poi ho tagliato tutto a pezzettini… mela compresa… e gliel’ho data… un successone!!! Poveretto! … dovevate vederlo che spasimi! Dammene ancora, e ancora!...

B: …cioè, praticamente... il peccato originale …. È una macedonia??!!!

Eva: …ah, il nome non lo so… però come peccato è stato proprio originale, eh?...

C (riflessivo): … quindi… tutte le volte che vado in pizzeria… faccio peccato…

B: ..perchè?...

C: …dopo la pizza, prendo sempre la macedonia…

B: … passa al proffiterol…

Eva: …poi, secondo me, non è poi neanche stata la macedonia a farlo arrabbiare… quanto la poesia…

B e C (all’unisono): …la…!!???

Eva: …la poesia….

E: … Signora la prego, lasciamo perdere anche la poesia….

B: …ma di che poesia parla?...

Eva: …di quella che avevo scritto, durante la creazione… ma così… per burla… per ridere…

E: …sì… sai che risatone ci siamo fatti!...

Eva: ..bè a me sembrava tanto spiritosa…

E: …sì, tanto spiritosa che c’ha cacciato tutti da là….

C: …ma, insomma, si può sapere come faceva, questa poesia?!...

Eva (eccitata): ah allora!... bisogna vedere se me la ricordo tutta, eh?...

E: …signora?... è proprio necessario?...

Eva: …me la richiedono… mi è richiesta!... anche per avere un giudizio…

E: …mi pare che un Giudizio Lei l’abbia già avuto….

Eva: … allora…dunque … come vi dicevo… all’inizio c’era un po’ di confusione, no?... tutte cose nuove… ogni giorno nascevano piante, animali… cose mai viste, chiaramente… e…secondo me… (quasi sottovoce, a mò di confidenza)… alcune erano belle… ma altre… erano riuscite un po’ così… fatte un po’ in fretta e furia….

E: …ma cosa sta dicendo??!… in fretta e furia!!!… ancora con questa storia!.... (a Bruno e Codone)… il problema è che non è l’età… è sempre stata così….

Eva: …e allora, io, un giorno… così… per scherzo, come vi ho detto… ho composto questa poesia… che io trovo originalissima… però non è piaciuta….

E (alterandosi): …Signora, senta!!! …non abbiamo tempo per….

Eva (interrompendolo):…va bene, va bene! Allora faceva così (a Bruno, porgendogli la mela) …me la regge?...

B (con decisione): …No!!

Eva: 

Diciamolo,

il rinoceronte cos’è?

Non gli è riuscito

bene.

(In sei giorni, non si può fare tutto.)

E brutto!

E la giraffa?

Con la schiena che va in salita?

E la jena

con quelle gambette cortine dietro

mentre il canguro

ce l’ha troppo lunghe?

La frettaaa!

Ecco il guaio.

Eppure aveva tutta

l’eternità avanti a sé,

per far con comodo

un paio

di universi, se voleva.

Non parliamo dell’ippopotamo.

Se io fossi l’ippopotamo imprecherei.

Ma che si tratta così

una creatura?

La natura

non dovrebbe andare a simpatie.

La colomba, il leone,

la donna, li ha fatti

abbastanza bene

ma il rinoceronte!

Io credo che il “naso”

dell’elefante

l’abbia fatto senza convinzione

lo stesso giorno

del collo della giraffa

e della lingua del formichiere.

Voleva fare una cosa lunga

ma non aveva le idee chiare.

Poi gli venne fuori il serpente.

Ecco quello che voleva,

quello che aveva in mente!

Sei giorni insomma

Son pochi

Per tutto un universo

 E tu povero rinoceronte

Ci sei andato di mezzo.

Consolati

Pensando a questo qua:

la foca non l’ha finita

e il pinguino

l’ha lasciato a metà.

PAUSA

…allora?!... com’è?... bella, no? ...simpatica….

B: …originale….

Eva: …io poi ero venuta qua perché stavo cercando Adamo… che è tutto il giorno che mi è sparito, che chissà dov’è andato ad imbucarsi… non è che è passato di qui? (appoggia la mela sul comodino)

B (sarcastico): …no signora, Adamo di qui non è ancora passato, ma può darsi che più tardi… sa, c’è un andirivieni in questo porto di mare che…

Eva: …ah, ma sono preoccupata eh?… molto…sa, esce la mattina, con le commissioni che gli do da fare e si perde… sempre la stessa storia… si figuri che l’altro giorno l’ho trovato dal macellaio, davanti alle costolette (si segna la costola) di maiale, in lacrime… poveretto… e dire che era anche un bell’uomo da giovane, distinto, con un portamento….

E (quasi urlato): …Signora!!!

Eva: ….va bene, va bene…adesso devo proprio andare… grazie di tutto… arrivederci a presto (accenna ad uscire)

B: …’a presto’, speriamo proprio di no…

E: …Eva!… la mela! (indicandogliela)

Eva: …ah sì, grazie, molto gentile… (prende la mela dal comodino) …arrivederci…di nuovo! (esce di scena dalla porta della camera)

PAUSA

C: …quindi adesso salta fuori che anche il peccato originale è stato tutto un errore…

E: …non è stato per niente un errore!… ciò che era stato proibito non è stato rispettato… quindi avete peccato!… e questo conferma che l’uomo non si contenta mai… ha una cosa e ne vuole un’altra… sempre!…

B: …ma scusa… è normale desiderare!… è il sale della vita!… senza aspettative, senza desideri, non avrebbe senso niente… non ci sarebbe gusto… come puoi pretendere che si affoghino le pulsioni… gli istinti?! … sai Marchesi cosa diceva? – Cari, cari istinti, sempre vivi, mai sopiti, non mi abbandonate, per carità di… uomo! Fatevi ricordare da soli… con un morso alle reni… un lampo nella rétina, un formicolio al punto giusto. Amen! …tutto sarebbe piatto, scontato… lo stimolo…dove sarebbe lo stimolo?

E: …se quello stimolo di cui parli, vi viene solamente peccando allora, a maggior ragione, siete condannabili…

B: …sì però è facile parlare così… qui tutto viene letto come tentazione… come peccato!! …Le cose belle della vita o sono proibite o fanno ingrassare…eh!

C: …bella questa! …è tua?…

B: …bè, sì…

E: …no! …non è tua… è di Oscar Wilde… vedi che sei anche bugiardo… ed oltretutto hai peccato anche di presunzione…

B: …no, niente Raffaello… non abbiamo speranza… qui qualunque cosa, ti fregano…

E: …ma chi vi frega?… non ce ne sarebbe nemmeno la necessità… fate tutto da soli…

B (quasi stizzito): …ah sì?… bè allora, sai cosa ti dico?! … che io non ritengo per niente di essere condannabile!!

C: …già…neanch’io!…

B: …io nella mia vita non ho commesso peccati così gravi da dover temere il giudizio! C’è gente che si dovrebbe preoccupare ben più di me!… tipo lui!… (indica Codone)

C: …Come io?! …

B (quasi urlato): …io ho sempre cercato di comportarmi secondo una giusta morale… caro mio! Lavoro come un somaro …e ONESTAMENTE! …solo per poter pagare il mutuo della casa e concedermi una vacanzina una volta l’anno… cerco di essere rispettoso con tutti, di osservare le regole, di rigare dritto…e, a volte è dura…molto dura!… ma lo faccio, per me…per Giulia… PAUSA… (con tono pacato) …quale sarebbe il mio peccato?…

L’Emissario rimane silenzioso, mentre le luci nella stanza si abbassano,

 fino quasi a far cadere la scena nell’oscurità.

B (spaventato): …cosa?! ..cosa sta succedendo?

Improvvisamente si accende un occhio di bue su Giulia che entra laterale alla scena e,

 mentre riflette a voce alta, riassetta il letto e riordina la stanza.

L’occhio di bue la segue per tutto il monologo.

B e C (all’unisono): …Giulia!…

Entra in scena, da una quinta laterale, una donna di 35 anni circa, con aria indaffarata,

con un vestito da casa, sciatto; porta due federe per cuscino in mano

che sostituirà a quelle sul letto, sul quale si siederà a riflettere, sino quasi al termine del monologo.

Giulia: …ecco! … (con tono malinconico e seccato) …poi devo lavare i vetri… fare la lavatrice, la spesa, andare a pagare la bolletta… chiamare l’idraulico… l’assicurazione… (con sarcasmo amaro) …proprio una brava donnina di casa… non che credessi di fare la principessa… però…almeno credevo che saremmo stati in due… come una coppia…come marito e moglie… come due che si amano… e invece… sono qui… da sola… come sempre… come mille giorni fa… a dividere tutto questo con nessuno… sono sposata…dovrei essere tranquilla… la mia vita la passerò con l’uomo che ho scelto… e invece… a volte mi sembra di perdere tempo… come se dovessi ancora trovare… e sento che gli anni corrono via… mi sfuggono… mi ritrovo a pensare come una single… da sola… a passeggiare da sola… a comprare i regali di Natale da sola… a parlare dei miei problemi…da sola… e tutto sempre così…da tanto…da troppo!... a volte ho fatto anche finta di avere degli impegni… degli appuntamenti…ed uscivo, anche se non ne avevo voglia… anche se poi, mi ritrovavo a passeggiare come una stupida al parco… da sola… PAUSA

…era un uomo diverso… brillante, pieno di vita, di interessi… era… stimolante, ecco… appena l’ho conosciuto, ho creduto che fosse lui… il mio lui… addirittura affascinante… ci siamo guardati tutta la sera… corteggiati con gli occhi… con le mani… con il cuore… c’era… io sentii che c’era… l’intesa che forse non avevo mai avuto con nessun altro….il suo entusiasmo era travolgente… mi portava via… da tutto… la passione… ecco cosa c’era… passione…. Forte, intensa… totale…. E io avevo bisogno di questo… ed io ho pensato che potesse darmela… per sempre… PAUSA…. Poi è tutto cambiato… velocemente… improvvisamente… è tutto… come crollato… si raffreddato… è diventato triste… cupo… come il nostro rapporto… si è chiuso in sé stesso… a lacerarsi… a soffrire… a tormentare la sua e la mia vita… è diventato tutto un problema… anche parlare… anche guardarsi… e vivere… e da allora non è mai più rifiorito nulla… nulla… a volte… mille volte mi sono chiesta perché sono qui… perché ho continuato…mi sono ostinata… ho sofferto…lottato… e pianto… quanto ho pianto… per che cosa… per cosa… ed ora… devo solo guardare avanti… posso solo guardare avanti… seppellire tutto… ma è sempre lì… e, a volte, torna come un conato… poi… ho capito che forse era meglio vivere così… distaccata… oltre… salvando Giulia… quella vera, dietro uno scudo… un riparo fatto di risate non sempre allegre… di vacanze tristi… di recite…ed oggi …quando ci si incontra… quasi per caso… ormai siamo due sconosciuti che condividono la stessa casa…lo stesso bagno… ma non la stessa vita… ci siamo allontanati …abbiamo cambiato gusti, idee, desideri… e lo abbiamo fatto ognuno per proprio conto… senza confrontarci… senza discutere … senza  amarci… oh, non che mi aspettassi rose e brillanti… ma ogni tanto… solo ogni tanto… avrei voluto risentire quella sensazione… quella complicità che mi ha fatto illudere che, sì… sarei stata felice… sarebbe stato lui, il mio futuro… e invece… lentamente.. sempre un po’ meno… sempre meno…fino all’ultima goccia…all’ultima lacrima, su un deserto che ho smesso di chiamare amore da troppo tempo… non si parla più… abbiamo una comunicazione così minima e sterile che ogni volta potrebbe essere preceduta da un ‘pling plong’: sono arrivate le rate della macchina da pagare… ‘pling plong’: è finito lo yougurt, ricomprarlo…  ‘pling plong’…. L’ultima volta che abbiamo parlato, guardandoci negli occhi è perché era morta mia zia… due anni fa… ora, ogni volta che proviamo a intavolare un discorso che non sia una comunicazione di servizio, alla fine, finiamo sempre per discutere… no, discutere: litigare!… arriviamo ad urlarci in faccia cose che non credevo di poter pensare… ci attacchiamo sui massimi sistemi, poi… su tutto… su qualunque cosa… siamo cambiati… altre voglie… altre aspirazioni, sapori… almeno avessi avuto un figlio… neanche quello mi ha voluto dare… chissà perché?… diceva: non mi sento maturo… non sono in grado…. Non sarei un buon padre… tutte queste premure rivolte a qualcuno ne nemmeno esiste… perché non si domandato se è un buon marito, intanto?… non ci ha mai riflettuto sopra… perché?… una volta l’avevo quasi convinto… poi, invece…è tutto sfumato nel nulla… ‘mi dispiace…non ce la faccio’…solo così, m’ha detto… ed intanto gli anni volano…  ed io rassetto la casa… e lui è fuori in albergo… ma qual è l’obiettivo?!… tutto questo per cosa, per chi?! Stiamo costruendo qualcosa che non ha senso in un modo che non piace a nessuno dei due… e allora?… dai Giulia, lascialo!… lascialo!… che futuro è questo?…. me lo sono ripetuta tante di quelle volte da aver la nausea…poi… chissà… forse gli anni… gli anni passati insieme che, malgrado tutto ti radicano.. ti bloccano… che stupida inutile pigrizia!… una pigrizia ottusa che mi ha bloccato qua… in questo limbo di vita… al limite del razionale… senza un orizzonte… un’illusione di cambiamento…in attesa di un domani che sento vuoto come il mio cuore…  poi, un giorno è arrivato Raffaello… bè, in verita sono andata io da lui… me l’aveva consigliato Arianna…’è uno psicologo coi fiocchi!! Bravo da morire! …e poi, è anche un gran bell’uomo!… uno sciupafemmine!!’ …Raffaello… il playboy, l’ammaliatore… il dottore che fa strage di cuori!… ed alla fine ci sono cascata anch’io …ci sono voluta cascare…ho costruito un finto, povero amore… un amore di consolazione… fatto di esagerate carezze… di coccole da minorenni che però, in bocca a noi, sanno di scaduto…forse anche un po’ di falso…ma utili… ecco sì… utili… anzi, funzionali, direi quasi… comunque meglio di prima… comunque meglio di niente… forse anche lui aveva bisogno… chissà?… forse ci ha creduto anche Raffaello in questa cosa, nata così… per noia… per disperazione… perché anche lui è vuoto… e tutte le sue donne sono solo un palliativo… inutile…e immaturo, di sfuggire ad una vita vuota… fatta di facili conquiste, che non ti lasciano niente… se non un po’ di profumo sul cuscino… d'altronde anche per me Raffaello ….è solo il suo dopobarba… e quando mi giro dall’atra parte…non lo sento più……PAUSA……..e l’amore?… l’amore?… amore ormai è una parola che non riesco più a pronunciare, senza che mi suoni un po’ falsa…quasi…cinematografica, ecco.. e dire che io c’ho sempre creduto tanto!… con tanta forza…con tutta la mia anima… io volevo amare!! Lo volevo davvero!!….Io….vorrei…. (mette in piega un lembo di lenzuolo e poi si dirige verso un uscita laterale fino ad uscire di scena)

 L’occhio di bue si spegne e si riaccendono le luci della stanza d’albergo,

illuminando nuovamente la scena.

Bruno e Raffaello, che silenziosi, hanno ascoltato il monologo di Giulia,

 hanno entrambi un’espressione scorata e profondamente affranta

Dopo qualche secondo di silenzio, riprende il dialogo.

E (osservando per qualche istante i due, silenziosi): …davvero un bel quadretto ha dipinto di voi due… non trovate?…

Inizia una serie di battute e controbattute che, alternativamente, saranno pronunciate

da B. e C.  in modo sempre più incalzante.

B (con stizza): …stupida!… ecco cos’è…ed irriconoscente oltretutto!!

C(con lo stesso tono di B.): …essere minimizzato così… senza alcuna oggettività…

B: …con tutta la fatica che ho fatto per cercare di smussare le diversità dei nostri caratteri…

C: …quando l’ho trovata era disperata ed io le ho riacceso una luce di speranza…

B: …le ho fatto capire cosa significava essere donna…

C: …anch’io…

B: …tutti i compromessi ai quali sono sceso, per lei…

C:….aveva un bisogno di aiuto, disperatamente…ed io gliel’ho dato…

B: …come uomo…

C: …..come medico…

B: …come fratello…

C: …e come maschio!!…

B: …pensavo di averle ampiamente dimostrato il mio valore…

C: ….e adesso, sentirmi paragonato ad un dopobarba, è incredibile……

B: …usare la scusa del figlio, poi…

C: …inaccettabile!…….

B: …come tutta questa storia della solitudine…

C: …non mi sono mai sentito così offeso!…

B: …perché? …io, invece, quando guido…ho compagnia, forse io??!…

C: …con tutte le donne che avevo!…è inaudito…

B: …a forza di guidare mi sono ridotto uno straccio…

C: …avevo un’energia, e delle risorse che bastava scegliere…

B: …sempre a telefonare al dottore con un nuovo disturbo…

C: …una telefonata e via!… Tra le braccia di Emanuela …di Natascia

B: ..c’ho mal di schiena… mal di testa…

C: …nel letto di Roberta … di Michela

B: …un po’ d’emorroidi… la prostata…

C: … affogato dai baci di Monica… di Sara… di Luana!!

B: …intossicato dai residui di Moment… Sinflex…. Aulin…

Breve PAUSA riflessiva

C: …un dopobarba!!!…

B: …pling plong!!…

Il bussare alla porta in modo energico e cadenzato interrompe bruscamente il dialogo;

B. e C. si guardano perplessi, mentre l’Emissario, chinando il capo in atteggiamento remissivo,

 si accinge ad aprire.

B (vedendo l’atteggiamento mesto dell’Emissario): … dove vai?…

E (con amara rassegnazione): …ad aprire…

C (timoroso): …aprire… chi?…

E: …non lo intuite?… lo sapete anche voi chi è… (sta per aprire la porta)

B (accoratamente): …aspetta!… aspetta un attimo!…

E: …non c’è più niente da aspettare…è il tempo!… (apre la porta)

B: …no, no! Aspetta, aspetta…davvero!.... non è il tempo… non ancora… chi… chi lo dice che uno non possa cambiare all’ultimo momento, che non possa riveder le proprie posizioni, le proprie idee…. come dire… il proprio punto di vista…  c’è sempre il tempo di riscattarsi , no?... anche voi… anche noi… noi tre… abbiamo sbagliato, sì, d’accordo… però chi non lo fa, almeno una volta?... è normale, no?… è… umano… è… perdonabile ecco… ecco la parola… perdonabile…

E: …ma non ti rendi conto che stai sbagliando anche adesso?.... quante volte hai promesso di cambiare nella tua vita?... quante volte, di fronte alle difficoltà, ti sei detto: questa è l’ultima… l’ultima… lo giuro… se stavolta mi va bene… e non importava su chi o a chi lo stessi giurando…. a chi stessi facendo quelle promesse… non importa… perché ti sei ritrovato ancora… e ancora a fare lo stesso discorso…gli stessi propositi …vuoti… gli stessi stupidi… sterili giuramenti… non è così?... non è così Bruno?... chi sei tu… per pensare di essere perdonabile?.... (Apre la porta)

Dalla porta entra un personaggio in completo di lino avorio,

 con un cappello panama in testa ed un elegante bastone da passeggio.

Al suo ingresso, l’Emissario assume un aria ossequiosa e quasi si inginocchia;

 gli altri personaggi, si guardano, perplessi.

E (tentennante): … Gabriele, io…

Gabriele (determinato) …taci!

B: …ma chi è?...

C: …ma guarda che sei proprio limitato… ma scusa, se lo contestualizzi… mi pare chiaro… logico…mi sembra addirittura ovvio… è qui per giudicarci…. si chiama Gabriele… chi vuoi che sia?... l’uomo del monte?...

G: …la vostra presunzione è pari alle vostre colpe!...

E: …lascia che ti spieghi, Gabriele… la situazione…

G (interrompendolo): …in quale modo potresti spiegarti? …o meglio: giustificarti… perché è in questo che siete maestri… non è vero? Per tutto il tempo siete rimasti qui solo per cercare una fuga… una… giustificazione, appunto… Peccate e vi preparate subito una scusa… vi create una ragione per perdonarvi… come siete magnanimi con voi stessi!... Ma se poi, a sua volta, per caso, siete chiamati a giudicare… (all’Emissario)… mi sto riferendo a te… beh… allora diventate inflessibili… determinati…quasi spietati… molte volte giudicate e condannate anche quando sapete di non poterlo fare… e lo sapete, di non poterlo fare… mai! …. PAUSA…  Perciò, io ti condanno, Emissario… ti condanno per la tua presunzione cieca… per esserti arrogato il diritto di un giudizio al quale tu, per primo, dovevi sottoporre te stesso… giudicare… condannare… questa notte tu non hai fatto uno sbaglio… ma sei tu stesso ‘lo sbaglio’… colui che pronuncia la formula di giustizia… deve essere egli stesso giusto!! Questo è il responso che ti riguarda e che condanna tutti i giudici miseri come te!

E (contrito): …così sia….

C (intervenendo): …aspetta Gabriele… aspetta a giudicarmi… io… io ammetto la mia colpa… a volte sono stato cinico… freddo… forse anche… spietato… con le donne che ho… con le quali ho avuto a che fare… le ho corteggiate… le ho ammaliate… prese in giro… e buttate via… ridendone con gli amici magari… riempiendomi di un assurdo orgoglio… che, solo adesso, capisco ha fatto soffrire… piangere e … ha causato del dolore… dolore che io non ho mai neanche preso in considerazione… ormai l’obiettivo era raggiunto… le avevo fatte mie… erano le mie piccole vittorie… vittorie su una vita che non mi ha mai soddisfatto… piccole rivincite… atti di orgoglio… per sentirmi vivo… Gabriele… perché io sono solo.. lo sono sempre stato… e tutte le volte che trovavo una donna che si innamorava di me… e ne ho trovate tante, sai?... tante… sì perché… io sono sempre stato molto fortunato in amore…

G: … e infatti questa è la tua colpa… Raffaello… avere cacciato l’amore… averlo deriso.. a volte… sdegnato… canzonato… te le ricordi, Raffaello… te le ricordi, tutte le volte che hai visto negli occhi delle tue donne quella luce?... ecco.. proprio quella luce che hai allontanato, soffocato… spento … era la tua salvezza… era l’amore, Raffaello…. Perciò…. PAUSA …io ti condanno, Raffaello… ti condanno per la tua aridità… per la sterilità nella quale hai fatto vivere il tuo cuore… la tua anima… la tua vita… Questo è il responso che ti riguarda e che condanna tutti gli sterili amanti… come te!

C (affranto): …così sia….

G (rivolgendosi a B): … e tu, Bruno?... tu che hai cominciato a giustificarti prima ancora che giungessi?... sei ancora convinto di avere argomenti per confutare la tua posizione?...

B (tentennante): …ma io… dicevo solo che… a tutti si da una seconda possibilità… no? …e allora… pensavo che magari… rivedendo le proprie posizioni… sì perché… stanotte… mi sono reso conto che… dipende soprattutto da come uno vede se stesso… da come si valuta… intendo dire… da che tipo di valori parte per giudicare la sua vita… per dare un senso alla propria esistenza… un tempo ero un’ottimista… poi non è che mi sono trasformato in pessimista… però… ecco mi sento un …realista ben informato… e tu sai com’è la vita… è dura… faticosa… amara, a volte… però… adesso capisco che la cosa che devi sempre avere chiara è un valore… ecco sì… un valore al quale attaccarsi e trovare la forza per trainare tutto il resto… ed io… ed io ho… Giulia… sempre attenta, sempre presente… sulla quale contare… sempre… forte e determinata nei momenti difficili… e dolce in quelli teneri… Giulia…la mia Giulia…

G: …la donna che hai avuto.. era pronta a lottare fianco a fianco con te… ma tu le hai fatto capire una cosa che non avrebbe mai immaginato: quando una donna è capace di amare un uomo fino alla disperazione… può anche odiarlo allo stesso modo… tu le hai insegnato ad odiare, Bruno… a disprezzare il suo ‘valore’…   Perciò…. PAUSA …io ti condanno, Bruno… ti condanno per l’ottuso giudizio negativo che hai sempre dato alla tua vita, per le gocce di amarezza che, giorno dopo giorno, hanno corroso l’amore che poteva accompagnare tutta la tua esistenza…  Questo è il responso che ti riguarda e che condanna tutti ciechi irriconoscenti… come te!

B: …e se io?...

E (interrompendolo bruscamente): Bruno!!!

B (con amaro rammarico): …va bene… così sia…

Gabriele apre la porta ed esce di scena.

 Le luci della stanza vacillano e si ode in lontananza il rumore di temporale

 e di tuoni che si avvicina.

Le luci in scena cambiano; predomina il rosso, il giallo intermittenti, con momenti di blu intenso.

 I tre personaggi sono fermi, come pietrificati, tranne Bruno che continua a guardare in alto.

Si intensificano i tuoni e, contemporaneamente, i toni scuri di luce,

 fino a momenti di buio totale della scena.

Improvvisamente in scena rimane solo Bruno che si dirige verso il proscenio.

 Un occhio di bue si accende, inquadrandolo, mentre i tuoni ed i fulmini imperversano

 con un gioco di luci dietro di lui.

 

B (quasi urlando per sovrastare il rombo del temporale e del vento): …io ho chiesto solo un’altra possibilità… solo una!! (come accorgendosi del pubblico in sala)… e anche voi… sì voi tutti che mi state guardando… non giudicatemi!…abbiate pietà… abbiate pietà di me (si alza, l’occhio di bue si spegne, e si dirige verso il centro della scena, come fosse sballottato da un forte vento)

Si intensificano ulteriormente i tuoni e, contemporaneamente, i toni scuri di luce,

 intervallati da lampi, fino a momenti di buio totale della scena, che diventano sempre più frequenti, fino al buio totale, solo spezzato dal rumore della tempesta.

Lentamente, in crescendo, fino a sovrastare il temporale, il cui rombo decresce fino a cessare, un impulso elettronico di sveglia elettronica continua a trillare per alcuni secondi nel buio della scena.

Improvvisamente, Bruno accende l’abat jours sul comodino vicino al letto, rimane per qualche istante confuso, con i capelli arruffati,  mentre la sveglia continua a trillare e poi la spegne.

Bruno rimane silenzioso e rintronato per qualche secondo,

strofinandosi gli occhi e guardandosi intorno.

 Poi scende da letto e, barcollando, accende la luce della camera.   

B (guardandosi intorno): …vivo… vivo… (trasalendo)… tutto un equivoco… la seconda possibilità!... (accorgendosi dell’orario dalla sveglia)  …Dio com’è tardi!... (comincia a rivestirsi velocemente, continuando a riflettere a voce alta) …la seconda possibilità….Giulia!... (Afferra il telefono sul comodino e compone un numero, mentre si annoda la cravatta e si infila la giacca).

(Mentre attende le risposta, si pettina)… Rispondi… dai rispondi!... dove sei?!... (Riaggancia il telefono, afferra il cappotto, la 48 ore e la valigia porta campionario. Sta per uscire e, già sulla porta, mentre da l’ultima occhiata alla stanza si accorge della mela, posata sul tavolinetto. (l’occhio di bue illumina la mela)

Per alcuni istanti rimane ad osservare la mela. Poi si avvicina ad essa, la afferra.

Le luci della stanza si spengono e l’occhio di bue illumina Bruno.

B (in posa classica, declamante, con la mela in una mano e la valigetta nell’altra, tace per alcuni secondi, guardando la mela): …Essere o non essere: il dilemma è questo. Se sia più nobile tollerar le percosse e gli strali d’una sorte oltraggiosa, oppure levarci a combattere tutti i nostri triboli e risolutamente finirli?? Morire, dormire… null’altro. E col sonno, dar termine agli affanni dell’animo e delle altre infinite miserie che sono l’eredità della carne. Così la coscienza ci rende codardi; così l’incarnato della risolutezza impallidisce, roso dalla riflessione… Morire, dormire… Dormire? Sognare, forse??.... macché: Vivere!! (morde la mela con decisione).

BUIO – Musica

SIPARIO

SCHEDA TECNICA

QUID PRO QUOdi Eugenio Maria Bortolini

Pos. SIAE: n°857875

Genere    : commedia
Atti           : 1

durata     : 120 min.

SINOSSI

Chi bussa alla porta di Bruno Lorenzini?

Una camera d’albergo, una notte di visite assurde ed improbabili, un uomo medio, le sue valutazioni su sé stesso, sulla vita, sul peccato ed il perdono. Una bizzarra, ironica, amara riflessione sull’equivoco della vita e della morte.

Con colpi di scena ed esilaranti battute, lo spettatore viene trascinato in un vortice di comicità…fra molti quesiti.

PERSONAGGI

Bruno Lorenzini

E’ un uomo triste, ‘grigio’ come gli abiti che indossa. Lavora, come rappresentante, per un’azienda che produce gusci in lattice per i telecomandi. Odia il suo lavoro, non ama la donna che ha sposato e si sente una comparsa della sua stessa vita. L’incontro con l’Emissario, che è venuto a prendere la sua vita, lo farà riflettere e rivedere, in una luce completamente opposta, tutte le sue posizioni. Il personaggio oscilla tra momenti di riflessione amara e momenti di istrionica comicità ed auto-ironia che lo rendono una figura profondamente affascinante e tormentata.

Emissario

Non è la Morte, ma solo un suo mandatario. Il suo modo goffo e pasticcione di eseguire il suo ingrato compito, lo rende un personaggio di irresistibile comicità, in contrasto paradossale con il ruolo del quale è investito. E’ il motore della vicenda che si anima proprio grazie ad una serie continua di quid pro quo, da lui innescati. 

Raffaello Codone

Vittima di un ennesimo errore dell’Emissario, è l’antagonista di Bruno. E’, infatti, l’amante di Giulia, moglie del Lorenzini; la sua sicurezza e spavalderia si rivela però solo una maschera che nasconde una completa mancanza di valori. Lo scambio dialettico con Bruno diventa occasione per confrontarsi, confutarsi, confessarsi ed analizzare i propri obiettivi. Crea insieme a Bruno uno strano bizzarro e comico rapporto di amico/nemico.

Eva D’Adamo

E’ proprio l’Eva della Genesi: ma gli anni passano per tutti, così, ora, è un’anziana, arzilla e smaliziata vecchietta che irrompe nella camera e che, grazie alla sua indole turbolenta, semina confusione e scompiglio tra gli altri personaggi. La sua presenza è fonte di gags continue che, come un fuoco d’artificio, sconvolge tutte le teorie ed i dogmi comunemente accettati.

Giulia Lorenzini

Tramite il suo lungo, drammatico monologo, tutti i personaggi (ed anche il pubblico), hanno modo di riflettere sulla condizione di una  coppia in crisi. Le incomprensioni, le divergenze caratteriali, i piccoli, grandi dispetti che un rapporto senza amore sopporta, forse solo per inerzia, per abitudine, vengono messi a nudo con spietata vividezza.

Gabriele

Figura risolutrice e giudice della condizione di tutti i personaggi, si impone come spietato arbitro delle miserie di ognuno. La sua decisione è inconfutabile: ogni personaggio viene, da lui, descritto e giudicato con spietata oggettività e drammatico realismo.

SCENOGRAFIA

Tutta la scena gioca sul contrasto di colore nero/bianco: anche tutti i personaggi sono vestiti di nero o di bianco, a parte il protagonista che indossa abiti grigi. La scena è sostanzialmente spoglia e rappresenta una camera di albergo con un letto, il comodino ed un appendiabiti da una parte e un tavolinetto, con una seggiola, dalla parte opposta.

Tutte le pareti della stanza sono nere, e contrastano fortemente con l’oggettistica, tutta bianca. Una porta centrale bianca è l’ingresso della stanza ed il passaggio tra reale e surreale.