Rapina d’amore

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Ambientazione: parco di quartiere

Antonino Bottiglieri

Rapina d'amore

Primo atto

Ambientazione: parco di quartiere. Panchina al centro del parco dove è seduto un uomo piangente mentre guarda la foto dell’amata che lo ha lasciato.

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Entra Astemio con fare stanco, depresso, in mano tiene Porta Portese. Si avvicina alla panchina.

Astemio: “Posso?”

Uomo triste: alza le spalle senza guardarlo.

Astemio: “Ma se rendemo conto…so’ le otto (si sgranchisce) cioè dico tre ore de sonno. Sò troppo poche (sconsolato)”

Uomo triste:  lo guarda e i suoi occhi sembrano dire: “Ma non vedi che soffro? Non mi puoi lasciare in pace?”

Astemio: “Non è corpa mia se c’ho ‘a passione pè ‘a discoteca, è che c’ho er ballo ner sangue tipo Fred Astair. Ah! Ah! Ah!

Uomo triste:  (guarda nel vuoto)

Astemio: “L’amici mia dicono che sò uno che parla tanto!

Uomo triste: (un sì assente mentre continua a guardare nel vuoto)

Astemio: “Ar cinema mica ce posso annà, ogni vorta devo litigà cò quelli che me stanno dietro. Nun ‘o so te cominciano a fa: “schhhh, schhhh” poi sbrocco e jè rispondo male. Mmm…c’ho un mar de testa. Te credo nun solo ho dormito poco poi c’è mì madre che quanno te sveja …’na delicatezza!.Hai visto mai quei firme dove c’è lei che sveja er fijio der tipo:”(imitazione) Amore! Amore! Caro! Sono le sei ti devi alzare. Ti ho preparato una bellissima colazione”.

(Una pacca sulle spalle dell’uomo triste). Aspetta nun te distrarre. Invece voi sapè come me sveja mì madre? (Si avvicina all’orecchio dell’ uomo triste): “Ahoooo! So le otto, te voi svejààààà?”

(sobbalzo dell’uomo triste) ‘O vedi che zompi pure te? Poi dice che c’ho er mar de testa. Secondo lei nun posso dormì tutto er giorno perché chi dorme nun pija pesci. Adesso dimme,  te vojo fa ‘na domanda: ma se compro er giornale del trovalavoro a’e otto de mattina chi posso chiamà? ‘E pescherie? A vorte mì madre n‘a’ capisco. Che poi sembra facile trovà lavoro. Ma alle domande (con tono contenuto): “Lei cosa sa fare? Ha mai fatto questo? Ha mai fatto quello?” Secondo te che jè devo risponde? Er diploma…’O sai che ce fai (sconsolato). Pensa che so elettrotecnico ma a casa a tutto quello che c’è di elettrico ce pensa mì padre…che fa er barbiere. Dice te devi arrangià, allora senti questa.”cercasi aiuto barista esperto”. Ma se so esperto che devo aiutà? (esasperato) Qui tutti gli aiuti ‘i vonno esperti. Aiuto banchista. Aiuto cuoco. Aiuto magazziniere. Er cormo è successo ieri, so annato a un cantiere dove cercavano un manovale allora vado là je dico: “ E’ qui che cercate un manovale?” Quello me dice:”Si, ma lei è già stato sur cantiere?” “No veramente fino a ieri ho studiato” jè rispondo. E ‘o sai quello che me dice? ”Me dispiace me serve gente esperta”. Cioè te renni conto? Voleva un manovale esperto. Io nun j’à faccio più. Sò disperato. Ma che devo fà? Me devo ammazzà? Ma che veramente veramente”

Uomo triste: Bastaaaa! Mi ha stufato. Non me ne frega niente dei suoi problemi. Brutto ignorante che non è altro. Ignorante e insensibile ecco cos’è lei. Ma non vede che sto soffrendo? Io volevo stare solo con il mio dolore e invece ho dovuto sentire tutte queste stupidaggini. Ma chi la conosce, ma chi l’ha cercata! Lo sa cosa le dico? Lei sarà pure diplomato ma sicuramente si è dimenticato come si parla italiano. Annamo, famo, dimo (imitazione). I ragazzi come lei non troveranno mai un lavoro edificante. Addio bifolco!”

Astemio: (sbalordito) Ma vedi d’annattene. Come te chiamano Bobby Solo? Una lacrima sul visoooo (canzone). Ma dimme te che me tocca sentì. Uno vòle esse de compagnia e questo è er ringraziamento.  Oggi ho una strana sensazione, sento che è il mio giorno fortunato, me sento ottimista. Hai visto mai che è la vorta bòna  che trovo un lavoro che me soddisfa?”

(entra in scena Aurora un’amica di Astemio, amante della musica e della moda dark, studiosa di pratiche esoteriche. La sua pelle sembra non avere mai visto la luce del sole e nel suo abbigliamento spicca una sola tonalità, il nero. Astemio concentrato nella lettura degli annunci, si accorge della sua presenza solo quando Aurora gli porge il saputo)

Aurora: “Ciao Astemio.” (Astemio salta dallo spavento)

Astemio: “Me spieghi come fai a nun fa’ mai er minimo rumore? Ma che c’hai ‘e sòle de velluto?”

Aurora: (voce profonda, tetra, lugubre) “Il mio sogno è riuscire, non a camminare, bensì a lievitare.”

Astemio: “Continua così che ce stai quasi a riusci’.”

Aurora: “Posso sedermi? (Astemio con un gesto poco entusiasta la invita a sedersi) Cosa ci fai qui al parco così presto? E’ un’ora insolita per te.”

Astemio: “Stavo a cercà lavoro tramite annunci ed ero pure ottimista, dico ero perché ormai ‘sto giornale ‘o posso pure buttà, tanto. (gesti scaramantici) E te com’è che stai qua? Pure pe’ te dovrebbe esse presto”

Aurora: “Sapevo che oggi sarebbe stata una bellissima giornata di sole, ed io odio il sole. Quindi ho scelto di fare una passeggiata prima che la luce esploda nel suo accecante bagliore” (Astemio la osserva attentamente)

Astemio: “Certo che a te un po’ de sole mica te farebbe male, sei tarmente bianca che pe’ guardatte ce vonno l’occhiali da fabbro.”

Aurora: “La mia è una scelta di vita e poi è dimostrato che il sole è malato al punto che è responsabile dell’altissimo numero di  tumori della pelle. Anzi ti consiglio di fare attenzione … non si sa mai” (Altri gesti scaramantici di Astemio)

Astemio: “Hai saputo de Carletto? Ieri stava anna’ a fa’ er provino co’ ‘a Lodigiani quando è cascato dar motorino e s’è rotto ‘a gamba. Poraccio è stato proprio jellato”

Aurora: “Mi dispiace (afona).Ecco perché quando ieri l’ho incontrato era cosi su di giri,sicuramente stava andando a svolgere il provino.(sbalordimento e preoccupazione da parte di Astemio)Ma d'altronde può ritenersi fortunato c’è chi sul motorino ci ha lasciato la vita.Tu hai paura di morire?”

Astemio: “Secondo te?”

Aurora: “Sbagli!Perché non puoi aver paura di qualcosa che non conosci.Infondo la vita è solo una piccolissima parentesi rispetto a l’eternità”

Astemio: “Senti!(spazientito)Aurò,io nun te vojo caccia via, però mai messo ‘na tristezza ‘e ‘na depressione che nemmeno quando ho bucato quattro vorte n’’o stesso giorno è stata cosi forte. E poi mo sta usci’ er sole e tu devi torna’ n’’a tomba,cioè a casa,e quindi te conviene comincià a ‘viatte.”

Aurora: “Hai ragione mi ero quasi dimenticata.Comunque qualche volta possiamo uscire insieme e continuare la nostra discussione che oltretutto stava diventando molto interessante. Oppure se vuoi puoi venire a casa mia e vedere con me film dell’orrore, ascoltare l’ultimo disco degli Zombies o leggere poesie di Mortirius” (Astemio la guarda attonito)

Astemio: “Te ringrazio dell’invito, solo che sto periodo sto ’n pò indaffarato, appena c’ho ‘n po’ de tempo libero te chiamo. Ciao Aurò!! (con un tono che è un invito ad andarsene)

Aurora: “Questo non possiamo saperlo (scongiuri di Astemio). Addio” (esce di scena)

Astemio: “Addio. Addio. Che tristezza nun me va più de fa niente, me so ammorbato. De tante persone che potevo incontrà m’’è toccata proprio Mortisia. Robba che ‘a sera ‘a madre je rimbocca ‘a lapide mica ‘e coperte. E so pure sicuro che se ‘a morte ‘a vede se gratta.

Finalmente la panchina s’è liberata.‘O sai che te dico?. Primo, è scontato che dopo ‘st’inontro il lavoro nun lo troverò mai, secondo, me stò a morì dar sonno, terzo, me faccio ‘na pennica fino…mmm…mò sò ‘e nove …famo fino a ‘e dieci. Mò metto ‘a sveja ar cellulare e me faccio ‘ste dù orette. Chi m’ammazza. Dopo co’ ‘a mente fresca vedemo de trovà un lavoretto, se Dio vole… (mentre si sta addormentando) Ah…s’er monno fosse tutta ‘na discoteca.

Tutte le città illuminate cò ‘e luci stroboscopiche, musica a palla da tutti i pizzi.

E li abitanti che ballano d’à mattina alla sera.

Che ne so, i poliziotti che te chiedono i documenti mentre ballano.

A scuola i professori che spiegano a ritmo de musica e le professoresse che ballano sui banchi come cubiste.

Mi madre e mi padre che fanno ‘a break dance invece de ballà er liscio….certo vabbè sognà però questo me sembra troppo esagerato….”

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Situazione scenica: comincia la musica, pochi secondi e alle spalle di Astemio fumogeni e compaiono due cubiste ai lati della panchina ballando sfrenatamente. Entrano i genitori di Astemio con un’aria di profondo rimprovero. Astemio preoccupato rallenta il suo ballo sfrenato quasi a fermarsi quando ad un gesto delle cubiste anche i suoi genitori si lanciano in un ballo sensuale e coinvolgente. Astemio prima rimane esterrefatto. Poi felicissimo continua il suo sfrenato ballo. Le cubiste con il loro tocco magico coinvolgeranno altri personaggi di passaggio al parco.

Barbone Vecchietta con nipotina Atleta Poliziotti (entrata con aria autoritaria che scompare al tocco delle cubiste e conseguente ballo)

Alla fine della canzone tutti svaniscono tranne i poliziotti. Astemio anche senza musica continua a ballare.

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Poliziotto A: “ragazzo! Ragazzo! Cosa sta facendo!?”

Poliziotto B: “Questo mi sa che è ubriaco fradicio!”

Poliziotto A: “Ma guarda te così giovane (sconsolato).”

Astemio: (continua a cantare e a ballare)

Poliziotto A: “Allora! Ma insomma la vuole finire (lo strattona urlando)”

Astemio: “(si sveglia spaesato. Si guarda intorno ritornando finalmente alla realtà) Ma ‘ndo’ stanno tutti l’altri. C’era un sacco de gente. Se ne so’ annati tutti. Me sa che stavo a sognà (triste) me sembrava troppo bello.”

Poliziotto B: “Le sembra questo il modo di sognare? (rimprovero). Qui, in un parco pubblico. Su una panchina pubblica.”

Astemio:”(scocciato)Primo: me avete interrotto un sogno bellissimo. Secondo: Ma perché ce so’ posti dove se po’ sognà e posti dove nun se po’?”

Poliziotto A: Non risponda con questo tono! Il mio collega voleva dire che se lei stava sognando allora sicuramente stava dormendo e se stava dormendo lo faceva sulla panchina e se lo faceva sulla panchina lei o è un vagabondo o uno dei tanti ragazzi scansafatiche che invece di andarsi a trovare un lavoro passano le giornate ad oziare e ad infastidire le persone anziane e le ragazze.”

Poliziotto B: “Ma io non me la prendo con te. Io me la prendo con i tuoi che continuano a comprarti capi firmati, scarpe firmate oltre a darti i soldi per i vizi.”

(Astemio, non riuscendo a spiegare l’equivoco si arrende e si siede con le mani tra i capelli)

Uomo triste: “Ah!Ah!Ah! E giusto questa fine potevi fare. Così impari ad infastidire la gente per bene. (rivolto ai poliziotti) Mi ha offeso gridandomi: a Bobby Soloooo!” (imitazione e se ne va con passo svelto)

Pol. A: Bene, bene. Allora avevo ragione io. Tutti uguali voi giovani”

Astemio: “Non è come crede, me faccia spiegà. Io ‘stamattina so’ venu….”

Pol.A: “Sta zitto! Non voglio più sentirti! Adesso ti porto al commissariato. Intanto comincia  a darmi i documenti”

Astemio: “(terrorizzato consegna i documenti) No ar commissariato no ve prego. Io so venuto qui ar parco perché a casa non ce potevo stà. Mi padre è violento e quando comincia a menà a mi madre devo scappà de casa. Io so ‘n disgraziato ‘o volete capììì!” (urlando)

 Pol. B: “Dal tuo documento risulta che tu abiti in via De Mintis n° 8”

Astemio: “Si, si abito là” (piangente)

Pol. B: “Descrivimi tuo padre per cortesia” (con aria sospetta)

Astemio: Mio padre è uno grosso, già a vedello capisci quanto è ‘gnorante. Capelli lunghi, sul grigio e porta ‘n orecchino così lungo (indica la lunghezza) sull’orecchio destro”

Pol. B: “Il nome?”

Astemio: “(colto di sorpresa) Come scusi?”

Pol. B: Il nome. Il nome di tuo padre” (spazientito)

Astemio: “Ah si il nome di mio padre (cerca di acquistare tempo), Peppe, per gli amici Peppone”

Pol. B: ”Dici che si chiama Peppone . E se invece io ti dicessi che il vero nome di tuo padre è Cesare? (sgomento di Astemio) e che di professione fa il barbiere? E che oltretutto è una bravissima persona? Per tua sfortuna la prima volta che tuo padre mi ha tagliato i capelli avevo sette anni. Ne sono passati venticinque e ancora sono un suo cliente. Appena ti ho visto mi sembravi una faccia conosciuta. Poi quando ho letto dove eri residente ho collegato tutto.”

Astemio: “Non mi rovinate ve prego(supplica). Vabbè è vero ho mentito ma so’ coinvolto in un grosso equivoco. Lasciateme spiegà”

Pol. A: “Adesso basta! Hai parlato sin troppo! Mi stai facendo prudere la mani e guarda che se mi costringi ti faccio veramente male. Adesso seguici!”

(entra Luca ed assiste alla scena in cui è coinvolto il suo amico)

Astemio: “No! Aiuto! C’ho paura! ?Do’ me portate? Che me succederà? Voglio parlà cor mio avvocatooo!”

Pol. B: ”Ma quale avvocato. Che sei impazzito?”

Astemio: “(piangente) Ma che ne so’ nei firme fanno così”

(arriva Luca gridando)

Luca: “Eccola qui! Eccola qui! Finalmente l’ho trovata! Era convinto di non incontrarla mai più. Anche perché domani devo tornare a Parigi. E se non l’avessi trovata sarei partito con la morte nel cuore! Come posso ringraziarla? Mio eroe! Lasci che l’abbracci. “(gli salta addosso  tra lo stupore generale)

Pol. B: “Si componga per cortesia. Cosa sta succedendo qui?”

Luca: “Dovevo immaginare che lei era una guard…un poliziotto. Solo un poliziotto poteva compiere un’azione così audace e di enorme pericolo come l’ha compiuta lei!”

Pol. A: ”Adesso basta! Ma quale poliziotto! Lei ci deve una spiegazione.”

Luca: “(rivolto ad astemio) Cosa? Lei non è un poliziotto? (Astemio fa segno di no). Allora devo complimentarmi doppiamente. Lei è un cittadino esemplare. Permette che mi presenti: Anaclerio De Bonis, consigliere amministrativo della “un, deux, troi…a ninnà” società francese leader nella produzione di materassi e reti ortopediche. Voglio che sappiate che il signore qui davanti ieri mi ha salvato la vita, in particolar modo la mia vita professionale.”

Pol. B: “ Va bene, va bene, però entri nei particolari, sa com’è abbiamo una certa fretta!”

Luca: “Si certo, capisco. Come si dice? Il dovere vi chiama. Ebbene ieri è successo questo: stavo passeggiando nel parco, felice per aver strappato un contratto vantaggiosissimo per la mia azienda quando un mostro, un terrorista, non saprei altrimenti come definirlo, mi ha letteralmente strappato la mia 24 ore dalle mani. Non c’erano soldi all’interno bensì documenti per me d’importanza vitale. Allora ho cominciato a gridare con tutte le mie forze “aiutoooo, aiutoooo” (grida veramente)

Pol. A: “ Ok! Ok! Si calmi adesso per favore.”

Luca: “ Scusatemi ma solo raccontare quei momenti mi causa un’agitazione che voi non potete immaginare. Dov’ero rimasto? Ah sì. Mentre gridavo aiuto accorreva il mio eroe domandandomi cosa stava succedendo; gli ho raccontato l’accaduto e lui in men che non si dica partiva all’inseguimento del delinquente.  In lontananza sentivo rumori strani, come definirli…ah sì, da colluttazione. Quando ormai temevo il peggio vedo tornare il mio salvatore con la mia vitale valigetta. Me la consegna e va via. Ripresomi dallo spavento mi sono accorto non solo di non averlo ringraziato, ma neanche di essermi presentato. Ma oggi sono felice. Tenga! Queste sono 500.000 Lire. Le prenda, è il minimo che posso fare.”

(astemio le prende incredulo)

Pol. B: “ Senta! Mi scusi, ci può lasciare un attimo soli?”

Luca: “Certamente, certamente!”

(si allontanano con Astemio)

Pol. B: “ A me questa storia sembra incredibile (rivolto ad Astemio). A vederti tutto sembri meno che l’eroe descritto da quel gentiluomo.”

Astemio: “ Ma io ho provato a spiegavve che ve stavate a sbajià ma non me avete dato ‘a possibilità, ad un certo punto me so’ arreso.” (vittima)

Pol. A: “ Ci può fare una descrizione dello scippatore?”

Astemio: “ Guardi ve posso dì che uno alto circa un metro e novanta, du’ spalle così (allarga le braccia) sembrava un gorilla. Ar posto delle braccia  c’aveva du’ palanche. Purtoppo l’ho visto solo da dietro quindi che faccia aveva non ve lo so dì” (il pol. A prende appunti)

Pol.A: “ Cioè vi siete picchiati però l’hai visto solo di spalle? Come è possibile?”

Astemio: “ Mo’ ve spiego. Io jè so’ corso dietro. Come lo stavo pè raggiunge jè so’ sartato addosso. E quindi lui è cascato co’ la faccia per terra. Allora così come stava jè so’ montato sopra e ho cominciato a riempillo de cazzotti…tiè, tiè, beccate questo e pure quest’altro (mima la scena). Poi gli ho dato due o tre gomitate qui (indica la cervice). A un certo punto quello nonostante l’avessi mezzo massacrato se riesce a liberà e scappa. Correva tutto storto dalle botte, lo potevo raggiunge e finì ma ho preferito  riportà la valigetta ar ragazzo ch’era stato scippato.”

(i poliziotti ascoltavano  il racconto con un’espressione sbalordita)

 Pol. B: “ (rivolto al collega) E’ proprio vero che a volte le apparenze ingannano. (poi rivolto a Luca) Scusi, può avvicinarsi per cortesia?”

(Luca si avvicina)

Pol. B: “ Questa è la descrizione anche se molto approssimativa, fatta dal ragazzo, del malvivente. La conferma? Può aggiungere qualcos’altro?”

(Luca legge il blocco notes)

Luca: “ Si, si corrisponde tutto, però anch’io non sono riuscito a vederlo in viso. Mi dispiace. Mi dispiace molto.”

Pol. A: “ Non si preoccupi signore, la capiamo”

Pol. B: “Va bene! Noi adesso dobbiamo andare. Ci dispiace per la sua disavventura, ma Vi promettiamo che nonostante la scarsità degli indizi a disposizione cercheremo di acciuffare quel delinquente. Vi auguriamo una buona giornata.

(prende sotto braccio Astemio e si allontana  di qualche metro) In quanto a te mio eroe voglio dirti che oggi ti sei salvato, anche se in tutta questa storia c’è qualcosa che non mi convince, però se ti ribecco a far casino o ad infastidire le persone ti prometto che ti lascio almeno due giorni al fresco oltre che raccontare a tuo padre chi sia veramente il figlio di cui va così orgoglioso. Siamo intesi?!”

Astemio: “ (intimorito) Ce…certo signore.”

Pol. B: “ Ok! Buona giornata!”

Astemio: Buo..buona giornata signore”

Pol.B: (rivolto a Luca) “Mi scusi!”

Luca: “Mi dica egregio.”

Pol.B: “Non è un po’ troppo giovane per ricoprire un ruolo così delicato all'’interno di un’azienda?”

Luca: “Sono stato precocissimo. Con l’impegno e molto sacrificio ho bruciato tutte le tappe. Egregio tutore dell’ordine.”

Pol.B: “Prendi esempio scansafatiche che non sei altro. (rivolto ad Astemio)

(i due poliziotti se ne vanno)

(i due amici a causa della tensione accumulata si siedono stremati sulla panchina)

Astemio: “M’hai sarvato la vita. Mamma mia che smartita. Sei venuto proprio ar momento giusto. A fenomenoooo!”

Luca: “Era alto un metro e novanta, due braccia come palanche, due spalle così (allarga le braccia). Non era un uomo, era un alieno. Ma che t’è passato pè la testa? Ad un certo punto me so’ detto “Porca miseria, qui c’arrestano tutt’e due. Sei proprio inaffidabile. A proposito, non me devi da’ niente?”

Astemio: “ Perché? Che te devo da’?”

Luca: “’E cinquecento mila, non fa’ er vago, sgancia!”

Astemio: “Mamma mia! Scusa m’ero dimenticato (gli da le 500.000 Lire)  . Senti tu me devi toglie tre curiosità:

primo: come hai fatto a sape’ che stavo qui.

Secondo: So’ tre mesi che sei sparito quindi me devi dì ‘ndò sei stato.

Terzo: Ma porca miseria! Noi se conoscemo da quanno facevamo ‘a prima media e da allora che te studio. Me spieghi come fai a raccontà cavolate, a inventatte ‘e storie e fa si che ‘a gente te crede?

Me lo ricordo ancora a scola quanno ce ‘nterrogavano. Noi, che ne so, jè dicevamo che c’era morta ‘a nonna e i professori ce mettevano due più ‘a nota sur diario che doveva esse firmata dai genitori. Quanno ce annavi te invece, oltre a fatte ‘e condoglianze, ce mancava poco che se mettevano pure a piagne.  Certi nervi me venivamo”

(Luca abbraccia Astemio e scoppia in una sonora risata)

Luca: “ Tu devi sapere che per inventare ‘e storie come le definisci te, devi rispettà tre regole: fantasia, intelligenza e soprattutto non devi mai esse banale. Per esempio, me ricordo che in seconda media, a te in un anno t’erano morti cinque nonni, sei nonne, venti zie e trenta gatti, Astè, te rendi conto? Annavi a dì ar professore che non avevi studiato perché t’era morto er gatto…er gatto. (fa un gesto sconsolato)

Astemio: “E vabbè ognuno se arrangia come può. Mo stai a fa’ er professorino.”

Luca: “Non se tratta de fa’ er professorino, So sicuro che te ‘stamattina, se stavi ar posto mio, ‘o sai che te saresti inventato? Minimo che eri er figlio de Berlusconi e che dentro ‘a valigetta c’avevi ventiquattro miliardi in contanti.”

Astemio: “ Ma ‘o sai che c’hai  preso” Come me conosci bene.”

Luca: “Si bravo, così ce davano minimo dieci anni de carcere.” (sconsolato)

Astemio: “Insomma avevo capito che so’ deficiente, non c’ho fantasia e so’ pure banale. Me devi risponde a l’altre domande. Mo’ se te che stai a fa’ er vago.”

Luca: “Ok. Mi sono immaginato che stavi qua quando tua madre m’ha detto che eri uscito alle sei e mezza pe cercà lavoro. Veramente tu’ madre m’ha risposto con testuali parole (imitazione) “Ahoooo! ‘O dovete lascià perde mì fijio, me lo state a portà sulla cattiva strada, lui è uscito a ‘e sei e mezza pe cercà lavoro. Mica come voi che state  da ‘a mattina a ‘a sera ar baretto o ar parco. Guarda! Io t’avverto, dillo pure all’amici tua che se me rovinate quer bravo ragazzo ve strappo le budella e me ce faccio ‘a pajataaaa!”

Astemio: “’Na delicatezza mì madre. Non se smentisce mai. Gl’ho detto un sacco de vorte che l’amici non li deve trattà male, ma mica ‘o vole capì. Scusa Luca, sicuramente ce sei rimasto male. Lo sai che c’è? Che ‘sti telegiornali co’ ‘ste storie de pasticche, de droghe n’e discoteche l’hanno terrorizzata. A Luca te me conosci io non fumo nemmeno ‘e sigarette ma quella nu ‘o vole capì!”

Luca: “ Non te preoccupà Astè, In fondo tutti i genitori so un po’ morbosi. Dov’ero rimasto? Ah sì. Quindi dopo lo sfogo de tu’ madre vado ar baretto e non c’eri. Allora me so’ detto “Voi vede che questo se sta a fa’ ‘na pennica giù ar parchetto?” però invece de trovatte a dormì t’ho trovato a discute coi poliziotti. Poi quanno ho visto che le cosa se stavano a mette male ho deciso d’intervenì, e adesso eccome qui. Volevi sapè dove so’ stato questi tre mesi? Allora te comincio a dì che so’ un uomo finito, spacciato, rovinato. Sai, problemi di cuore.”

Astemio: “ Non so che problemi c’hai, però al giorno d’oggi co’ ‘e tecniche moderne ‘ste cose se risorveno, no te preoccupà. Però porca miseria sei stato tre mesi in ospedale, me potevi fa’ ‘no squillo. Che ne so, te venivo a fa’ compagnia.”

Luca: “ (sbalordito) Astemio, Astè ma che stai a dì! Ma quali problemi de cuore hai capito?!(fa un verso scaramantico). Sentimento, amore te dicono niente?”

Astemio: “Ho capitoo! E spiegate bene!”

Luca. “ Aste’ me so’ rovinato co’ le stesse mani mia”

Astemio: “ A Luca ma se non me spieghi, se non me racconti, anche se potessi come faccio a datte ‘na mano a risolve ‘sto problema?”

Luca: “Purtroppo c’ho paura che non me poi aiutà, non me po’ aiutà nessuno, maledetta boccaccia mia!”

Astemio: “A Luca, e parlaaaa!” (spazientito)

Luca: “Va bè, va bè mo te racconto tutto. Era maggio stavo ar corso all’angolo co’ via Frattina. Dato che me dovevo incontrà co ‘n pischello che se vendeva er motorino, ‘n’affare… pe me , ovvio.”

Astemio: “ Che t’o dico a fa’. Sòla come sei je l’avrai levato a du’ sordi, non te conoscessi!”

Luca: “ ‘A vòi sapè o ‘n’a vòi sapè ‘a storia?”(scocciato)

Astemio: “Sì, certo. E poi stai carmino, ma che te ‘a vòi sfogà con me?”

Luca: “ Non me la voglio sfogà con te. Solo che se me cominci a interrompe qui famo mezzanotte. Famme raccontà per cortesia. Insomma stavo a aspettà quando da un negozio dove un paio de scarpe costa minimo ‘na cinquecento mila, esce ‘na pischella co’tre buste cariche de robba. (sospira) c’hai presente la fatina de Pinocchio?…uguale”

Astemio: “ E chi s’à ricorda ‘a fatina de Pinocchio”

Luca: “Va be’ non è importante, sta di fatto che parto all’attacco però me dico “questa avrà speso almeno almeno du’ milioni, deve esse imballata de sordi. Qui devo escogità qualcosa” Allora je vado incontro e je faccio “la mia coscienza mi deturperebbe l’anima e la mente se permettessi che le candide braccia di una fanciulla di tale bellezza, conoscessero l’onta della fatica”

Astemio: “Uahooooooo!”

Luca: “Allora lei mi guarda e con un sorriso che avrebbe liquefatto pure er metallo più resistente me dice “Lei è un poeta o cosa?”. Sta di fatto che prendo le sue buste e l’accompagno alla macchina dove l’attendeva il suo autista. L’autistaaaa! Non so se rendo. Vabbè, sta de fatto che se salutamo e ce damo appuntamento allo stesso punto er giorno dopo. Quindi frequentandoci vengo a scoprì ch’è la fijia de ‘n costruttore romano, uno che c’ha i cantieri in tutta Italia, che abita in una mega villa a Casal Palocco, e che studia ingegneria alla Luiss.”

Astemio: “ E bravo Luca! Ecco perché sei vestito come se dovessi andà a un matrimonio. Ormai frequenti i quartieri alti. Te sei sistemato, sòla che non sei altro. Conoscendote chissà pè chi te sei fatto passà. So’ proprio curioso de sapello.”

Luca: “Gli ho detto che me chiamavo Federico Cisa ed ero figlio de Cisa quello d’e chiavi.”

Astemio: “(tira fuori un mazzo de chiavi) Non ce posso crede! Tu’ padre ha fatto pure ‘e chiavi de casa mia. Guarda. So’ tutte marcate Cisa. Federico Cisa! Ah!Ah!Ah! (ride a crepapelle) Oddio me sento maleeee”

Luca: “ Primo! Non me devi interrompe! T’ho detto. Secondo! Sei proprio insensibile, sei…sei… come se dice…ah sì un bifolco. Sei proprio un bifolco” (innervosito)

Astemio: “E so’ due. Ma che ve sete messi d’accordo ‘sta mattina?” (offeso)

Luca: “ lasciame continuà, non so’ venuto qui, pe’ litiga’. Te chiedo scusa, è che so’ disperato. Do’ ero rimasto? Ah! Sì Federico Cisa, poi gli ho pure detto che abito a Milano e vado alla Bocconi, studio meccanica e sto a Roma pe sta’ un po’ coi miei. In questi tre mesi ci siamo visti tutti i giorni. E’ per questo che so’ sparito. Il problema, è che so’ successe due situazioni, adesso inevitabili, ma che io non avevo previsto all’inizio. (numera con le dita) Ci siamo innamorati. E stasera sono invitato per il dopo cena a casa sua. Il padre me vòle conosce. Meno male che con una delle mie ho evitato la cena. Già me lo immagino er Galateo, le proforma, ‘o sai che figuraccia me sgamavano subito.”

Astemio: “Ma guarda che pure se ce vai dopo cena non cambia niente. ‘O sai er padre che te farà? Minimo un terzo grado. Te dico solo che mì padre ar ragazzo de mì sorella, quanno è venuto a casa l’ha massacrato de domande. E se pensi che mì sorella, come dote c’ha solo un conto in banca de du’ milioni, che poi so’ sordi che hai vinto due anni fa al lotto. Te pòi immaginà a te che te faranno.

Pe me sei spacciato, non c’hai scampo, mettete l’anima in pace. Quello, er padre, comincerà a entrà nei particolari. E pure se te sei un fenomeno a raccontà cavolate potrai salvatte stasera, ma poi? Quando domani il tuo bravo suocero se andrà a informà, perché lo farà, stai sicuro che lo farà, come la mettemo? C’hai pensato a questo?”

Luca: “Certo che te pe’ tirà su ‘a gente sei l’ideale. Manca solo che me rimedi ‘na corda e m’aiuti a impiccamme”

Astemio: “Senti! Io te sto solo a dì come ‘a penso! E tu lo sai che quest è la verità, che i fatti so’ questi. Però potresti fa ‘na cos’ape salvatte e uscì da ‘sta situazione.”

Luca:” dai spara!”

Astemio: “ Tu adesso la chiami e je dici…come se chiama? Che ancora nu ‘o so?”

Luca: “ Elena”

Astemio: “ Allora sentime bene, tu la chiami e je dici “Pronto Elena,  devo dirti una cosa importante, è successo un fatto che mi ha scombussolato tutto, m’è tornata sotto la mia ex. Adesso non so come comportamme. Me serve un po’ de tempo per riflette. Non so, potrà bastare un giorno, un mese, un anno, un…” “(interrotto)

Luca: “Sì. ‘Na vita. Asteeee’! Questo annava bene se de Elena non me ne fregava niente. Ma so’ innamoratooooo! Lo vòi capì, si o no? Io Elena non la voglio perde!”

Astemio: “E allora tocca escogità qualcosa pe salvà capra e cavoli. Però adesso non me viene in mente niente. Certo pure te l’hai fatto grosso er casino. Chi va avanti a forza de menzogne, prima o poi se troverà in mezzo all’impicci.”

Luca: “Io ce l’ho un piano, è per questo che sono venuto a cercatte, però me serve il tuo aiuto.”

Astemio: “Eccola là! Io ‘o sapevo. La prima vorta che m’hai detto che te serviva ‘n aiuto c’avevamo tredici anni. E ogni vorta io me trovavo in mezzo alla caciara e te invece l’hai sempre passata liscia. Te ricordi che t’avevo giurato l’ultima vorta? Che non te avrei mai più dato retta, quindi scordate de metteme in mezzo, er problema è er tuo e io più de datte un consiglio, ‘n’idea, non posso fa!”

Luca: “(mani tra i capelli, disperato) E’ finita! Se pure er migliore amico mio m’abbandona allora vuole proprio dì ch’è finita. (piangente) Io l’amo, non la voglio perde. Non la troverò mai più ‘na ragazza così bella, dolce, intelligente come lei. Ho deciso (si alza) la faccio finita. Tanto, senza de lei che campo a fa!” (si alza e fa per andarsene)

Astemio: “ Viè qua! ‘Ndo vai! Mettete a sede. Dai forza famme sentì ‘sto piano, aringrazia che c’ho er core tenero. Però t’o dico subito, se poco poco io rischio qualche cosa te pòi pure andà a ammazzà che io non te seguo.”

Luca: “(si riprende in un secondo) Allora stamme a sentì, questo è er piano. Noi sappiamo che so imballati de sordi, giusto? Quindi potrebbe anche accadè che subiscono ‘na rapina. Adesso immagina la scena. ‘Sti rapinatori imboccano dentro casa armi in pugno, (eccitato). Guarda caso proprio nel bel mezzo della riunione de famiglia. Panico totale. Questi che gridano “tutti a terra! Ar primo che se mòve je sparamo”. Il padre d’Elena che supplicando fa “Prendete tutto quello che volete, basta che non ci facciate del male” A ‘sto punto intervengo io, due capriole per terra e je sto addosso, le botte che se sprecano. So’ stato talmente veloce che quelli non c’hanno capito niente e scappano terrorizzati. Logicamente so’ incappucciati in modo che nessuno dentro casa li potrà mai riconosce. Subito dopo che so’ scappati tutti corrono ad abbracciamme ma io li allontano e je dico “devo togliermi un peso dallo stomaco. Io vi ho mentito, non mi chiamo Federico Cisa bensì Luca Alfieri. Sono un semplice ragazzo di borgata e non sono ricco. La mia è una famiglia di lavoratori onesti, ma in confronto a voi posso tranquillamente dire che non abbiamo una lira. Adesso mi odierete, ma sappiate che ho inventato tutta questa storia per amore, solo per amore. Addio Elena. Ho passato con te i momenti più belli della mia vita” ma appena me giro pe annammene il padre me ferma e me dice “No Luca! Non andartene, tu ci hai protetto da quei malviventi e quindi meriti il mio rispetto. Anche se provieni da una famiglia povera, il tuo coraggio, dettato dall’amore che provi per mia figlia, è stato eroico” Fa un respiro profondo mentre me guarda fisso nell’occhi e me fa “ Benvenuto in famiglia”. Che ne pensi?” 

Astemio: “Te sei dimenticato e vissero felici e contenti! (scettico) Vòi sapè che ne penso? Prima te volevi ammazzà, giusto? E va a morì ammazzato…a me lasciame fòri. (irato)Ma te rendi conto? A spaventà così ‘na brava famiglia. E se poi qualcuno ce crepa perché je viene ‘n infarto? A chi lo annamo a raccontà ch’era solo ‘no scherzo? I terroristi? Dove li trovi? Su ‘e pagine gialle? “Pronto è la Terroristi S.P.A.? (imita il gesto di alzare la cornetta) Buongiorno volevo, per gentilezza, tre o quattro rapinatori per questa sera, esattamente per le dieci e mezza al massimo le undici. Cosa? Ve so’ rimasti solo tre cecchini e un bombarolo? No, grazie. Me dispiace non fanno al caso mio. Comunque se un giorno me dovessero servì ve faccio ‘no squillo. Arrivederci! No per carità si figuri.” A Lucaaaaa! Non sognà che qui annamo a finì male e poi l’hai sentita mì madre. Quella te viè a cercà veramente, mica scherzava ar citofono.”

Luca: “Te stai a preoccupà inutilmente. Nessuno morirà d’infarto perché tra l’entrata in scena dei cattivi e al momento in cui io jè meno e li faccio scappà, passeranno circa dieci minuti. Praticamente ‘n’attimo. Per quanto riguarda i terroristi, a noi non servono professionisti, bastano pure tre figli de ‘na bona donna e tra l’amici nostra ce stanno, che devono solo entrà nella villa, prende le botte e annassene. Io ho pensato a Rocco er fettina. In fondo avemo fatto e’ medie insieme, te pare che non ce da ‘na mano.”

Astemio: “ Ma se quello te sta a cercà per mari e monti. Pensa che proprio ieri m’ha detto che se te trovava te faceva a pezzettini. Sta ancora a aspettà che je ridai er finto Rolex che t’ha prestato tre mesi fa. Solo che non è sparito solo er Rolex, sei sparito pure te. Pensa se te vò fa’ un favore.”

Luca: “ Senti! Chiamalo ar cellulare, fa in modo che venga qui. Dije che c’hai er Rolex e quindi che

passasse qui a ripigliarselo. Dije pure che portasse du’ amici sua perché je devi proporre ‘n affare.”

Astemio: “ Ma perché nu’ ‘o chiami tu?”

Luca: “ Ma non capisci? Se lo chiamo io quello comincia a strillà, a riempimme de parolacce e pe ripicca è capace che qui a prende er Rolex ce manna qualche amico suo, e invcece noi dovemo fa’ in modo che qui ce venga pure lui. Perché è l’unico che po’ fa’ ar caso nostro. Poi una volta che sta qui me la vedo io.”

Astemio: “E se quello ‘na vorta scoperto l’inganno mena prima a me e poi a te?”

Luca: “ E fidateee!”

(Astemio scocciato per la situazione che si sta venendo a creare compone il numero telefonico del Fettina)

Astemio: “Pronto? Ch’e Fettina?”

Voce: “Sì! Chi è?”

Astemio: “Oh! Non me riconosci mai, so’ Astemio. Come va tutto bene?”

Voce: “Asteee’! E tajaaa! Che te serve?”

Astemio: “Niente! Te volevo di’ che c’ho er Rolex tuo. Viettelo e prenne. Io sto qui ar parchetto, anzi porta pure du’ amici tua che te devo propone ‘n affare.”

Voce: “L’affare l’hai fatto te a avecce ‘n amico come quell’infamone de Luca. Perché l’hai incontrato vero? Altrimenti come fai ad avecce l’orologio mio? Je l’hai detto che se lo incontro lo scrocio?”

Astemio: “ Tu non te preoccupà, viè al parco io già sto qui…t’aspetto. (e attacca preoccupato). Qui le cose se mettono male. Quello è arrabbiato come ‘na iena.”

Luca: “Sta’ tranquillo. Tu fallo venì che poi me la vedo io.”

(poco dopo si sente una musica assordante ed entrano Fettina con i suoi amici, uno di loro porta su una spalla una radio stereo di notevoli dimensioni)

 Fettina: “Ve piace ‘st’entrata? E’ ‘na canzone che ce gasa ‘na cifra, soprattutto quando c’è d’arza le mani. Come mettemo ‘sta musica li nemicic già se mettono paura. C’è venuta l’idea da quandose semo visti er firm “The warriors” i guerrieri della notte. Come se sentiva ‘sta  musica dentro ar quartiere scattava er coprifòco. Che sorpresa so’ l’occhi che me ingannano o qui davanti a me c’ho l’amichetto che m’aveva chiesto orologio in prestito e che nun m’ ha più ridato? E bravo Astemio che me l’hai portato qua. Così finalmente me posso vendicà!”

Fettina: “Ve piace ‘st’entrata? E’ ‘na canzone che ce gasa ‘na cifra, soprattutto quando c’è d’arza’ le mani. Come mettemo ‘sta musica li nemici già se mettono paura. C’è venuta l’idea da quando se semo visti er firme “the warriors” i guerrieri della notte. Come se sentiva ‘sta musica dentro ar quartiere scattava er coprifuoco.”

Astemio: “Senti Fetti’ te lo dico subito prima che nascano fraintesi. De tutta ‘sta storia in non c’entro niente, è lui che ha organizzato tutto. Pijetela co’ lui.”

Fettina: “ Ah ah ah ah! (rivolto ai suoi scagnozzi) Levamoje l’occhiali, le scarpe e pure er vestito che me po’ servì, visto che l’infamone porta la stessa taglia mia. Tranquillo (rivolto a Luca), M’ho tengo tre mesi e poi t’ò ridò…strappato è ovvio”

Luca: “A Fettì! Me pòi tranquillamente toglie tutto. In fondo l’ammetto, me so’ comportato male e quindi devo abbozzà. Però prima te voglio rinfrescà la memoria de almeno due dei tanti favori che t’ho fatto per i quali non t’ho mai chiesto niente in cambio. Te ricordi quando andavi a ballà fori? A Perugia? Tu partivi er sabato pomeriggio e tornavi la domenica verso l’ora de pranzo. Chi t’areggeva er gioco coi tuoi quando je raccontavi che rimanevi a dormì a casa mia? Co’ tutti i rischi che comportava ‘sta bugia? E le frasi d’amore che mannavi a Cristina, grazie alle quali sei riuscito a rimorchialla, che le scriveva? Se vòi posso continuà per due ore. Adesso tiè (si toglie la giacca).Pigliate ‘sto vestito e famola finita. (stizzito)”

Fettina: “(Fettina cambia atteggiamento) Ammazza come sei permaloso. Stavo a scherzà, era tutta scena. Te pare che t’annavo a levà er vestito. Viè qua, fatte abbraccià (si abbracciano). Allora? Come te butta?”

Luca: “Potrebbe andà ‘na favola se tu m’aiutassi”

Fettina: “ E’ vero che pe i favori che m’hai fatto non hai mai chiesto niente in cambio, ma ultimamente te stai a rifà. Dai dimme che te serve.”

Luca: “(gli appoggia un braccio su una spalla e si allontanano dal resto del gruppo) Adesso ti racconto tutto e ti spiego cosa mi serve da te e dai tuoi amici.

Astemio: “(porge la mano) Piacere Astemio.”

Lento: “(gli stringe la mano) No pe’ carità io bevo. Cioè non è che so’ alcolizzato però se capita per esempio ‘na birra non me tiro indietro. Ecco.”

Astemio: “Te stai a sbaja’! Astemio è proprio er nome mio.”

Lento: “ Scusa! Pensavo che me volevi di ch’eri astemio.”

Astemio: “Ma io so’ Astemio. Senti lasciamo perde. (spazientito) Come te chiami?”

Lento: “Gigi detto er Lento. Lento perché dicono che so’ lento a capì le cose. Insomma che c’arrivo tardi.”

Astemio: “Adesso capisco. (porge di nuovo al mano) Tu come te chiami o come te chiamano?”

 Secco: “Gianni ma l’amici me chiamano er Secco.”

Astemio: “(nota la mole di Gianni totalmente in contraddizione con il soprannome affibbiatogli dagli amici) A vedette non se direbbe.”

Secco: “Non secco in quel senso. Ma del tipo che sto sempre a secco de sordi, oppure che quanno uscimo  coi motorini sto a secco de benzina e poi sto a secco de ragazze, insomma sto a secco de tutto.…

(appena termina la frase Secco si sente Fettina urlare mentre torna dai suoi amici)

Fettina: “A mattooooo! Ma che me vòi vedè carcerato?! Senti! Famo ‘na cosa. L’orologio te lo regalo (fa il gesto di darglielo) così stamo a pace co’ tutti i favori che m’hai fatto. Va bene? Però tiemme fòri da ‘st’impiccio.”

Luca: “Cerchiamo de sta’ calmi e da ragionà per favore.”

Fettina: “Te stai carmo che sì! Tanto so’ io, anzi semo noi, (e indica i suoi amici) che dovemo entrà de nascosto dentro ‘a villa. Semo noi che dovemo fa’ la parte dei rapinatori. Senza dimenticà che dovemo pure fasse menà da te. A Luca! Aripijateee!”

Lento: “Io non ce sto!”

Secco: “Io neppure!”

Luca: “Ascoltatemi un attimo. Vediamo se riesco a convincervi mettendola in questo modo:

Primo! Voi sarete incappucciati così che nessuno vi potrà vedere in faccia e quindi riconoscere. Secondo! Tra quando entrate a quando scappate passeranno a dir tanto dieci minuti Terzo! Eccote cinquecento mila lire. Perché, anche se minimo, un po’ de rischio c’è.”

Fettina: “ (con un tono più conciliante) Er fatto che semo incappucciati e che la storia po’ durà massimo dieci minuti me po’ sta’ pure bene. E se quelli c’hanno un sistema d’allarme? O se c’hanno un gorilla che li protegge? Che c’ammazza de botte ar posto tuo?…E quelle fanno male.”

Luca: “Bravo! Osservazioni intelligenti. Però devi sapere che ho ottenuto da Elena le risposte alle tue domande, visto che erano le stesse che me facevo pure io. Ebbene posso, con sicurezza, ditte che quando la famiglia è in casa l’allarme è disattivato. E non c’è nessun gorilla ma un maggiordomo che fa da factotum. A ragà se rendemo conto? Un maggiordomo, già me lo immagino. Minimo c’avrà settant’anni, vestito co’ ‘a livrea che va in giro pe casa a dì (imitazione)“Cosa desidera Signore? Ha chiamato Signore?” A Fettì! Se c’hai paura de ‘n maggiordomo basta che lo dici che noi se regolamo (risata generale).”

Fettina: “(da un cazzotto in testa ai suoi scagnozzi che stavano ridendo insieme a Luca ed Astemio) Sarà pure un maggiordomo ma me spieghi come faccio a entrà nella villa senza esse visto da lui?”

Luca. “Aspettate ‘n attimo! (va dietro un albero e torna con un borsone) speravo di convincervi e quindi sono venuto già attrezzato.”

Astemio: “ A bello! Io te conosco, te non è che speravi, te eri sicuro de coinvolgece. Nel giro de ‘n’oretta è successo de tutto, sembramo attori de un copione di cui te sei er regista. E’ come se semo guidati, del tipo che famo le cose senza rispettà la nostra volontà bensì la tua.”

Fettina-Lento-Secco: “(contemporaneamente) Asteeee! Ma che stai a dì?”

Astemio: “ ’O so io che sto a dì……’O so io. Va bè lasciamo perde tanto ormai è inutile.”

Luca: “Hai finito? Posso continuà? (Astemio acconsente sconsolato) Allora ve stavo dicendo che qua dentro ce sta tutto l’occorrente. Ho pensato a tutto in modo che andamo sul sicuro. Questi so’ i passamontagna, le pistole finte (distribuisce il tutto a fettina e compagni) e infine il cloroformio pe addormentà er maggiordomo, ‘a quantità necessaria non la so, vedete un po’ voi. Fate ad occhio. E adesso conviene che facciamo ‘na prova, ‘na simulazione.

Facciamo conto che la panchina in realtà è er divano dove domani sera staremo seduti a parlà der più e der meno. Voi entrate da quella parte armi in pugno e ce minacciate. Dai! Proviamo!”

(ognuno prende il proprio posto)

Luca: “Te Aste’ sta qui accanto a me e fa finta de parlà.”

(Astemio e Luca si siedono e fingono una conversazione, poco dopo Luca grida)

Luca: “Adessooo!”

Fettina: “Mani in alto!”

(Astemio esegue tutti gli ordini)

Secco:” Tutti a terra!”

Lento: “Pancia in su!”

Luca: “(Si alza di scatto) Ma che state a dì? Ma è ‘na rapina o ‘na lezione de ginnastica? Facciamo ‘na cosa, parla solo Fettina, ok? Riproviamo. (ritornano tutti ai propri posti)”

Fettina: “Tutti a terra! E’ ‘na rapina! State boni e non succederà niente.”

Luca: “Non ve lo permetto!”

(Luca si tuffa in terra, si rialza, si rituffa, fa delle flessioni e finalmente si lancia verso il Fettina e i suoi amici simulando mosse da arti marziali molto ma molto personalizzate. Astemio assiste alla scena eccitatissimo. Salta alle spalle di Luca)

Astemio: “ Lascia perde i terroristi amici miaaa! A chi le dai ‘e botte! Mò te faccio vede io.”

Luca: “Astemiooo! Ma che stai a fa! Ma che te sei impazzito?”

Fettina: “(grida allarmato) Scappamooo!”

(Fettina fugge seguito da Secco e Lento.Anche Luca liberatosi da Astemio corre velocissimo, rimane solo Astemio alle cui spalle si avvicinano i due poliziotti precedentemente già incontrati)

Astemio: “Ndo’ state a annà? Ma che ve sete impazziti?”

Pol. A: “E bravo il nostro Astemio. (Astemio si gira di colpo impietrito dallo spavento)

Pol. B: “Ti abbiamo lasciato nemmeno un’ora fa e già ti troviamo coinvolto in una rissa. Che dobbiamo fare con te?”

Astemio: “Guardate che c’è ‘n equivoco!”

Pol. A: “ Possibile che ogni volta sei sempre coinvolto in un equivoco? Adesso basta! Mi hai stufato! Voglio sapere che erano quelli che sono fuggiti. Se li conoscevi e soprattutto perché vi stavate picchiando.”

Astemio: “State boni, mo’ ve spiego tutto. Quelli erano dei rapinatori, io non li conosco, so solo che me volevano rubà er portafoglio, quindi me so difeso e l’ho fatti scappà.”

Pol. B: “Tu non sei un eroe, tu sei un super eroe. Prima metti in fuga uno scippatore delle dimensioni di un gorilla. Adesso non uno ma quattro malintenzionati. Meriteresti una medaglia al valore. Ma siccome è da stamattina che succedono situazioni alquanto strane in cui tu, per pura coincidenza è ovvio, ti trovi sempre coinvolto è venuto il momento che ci racconti. Con le buone o le cattive (minaccioso). La benedetta verità. Ora. Se non vuoi che ti mettiamo le manette,Vie….”

Astemio: “(terrorizzato) No! Le manette nooo! (s’inginocchia)”

Pol. B: “ Appunto. Se non le vuoi è meglio che ci segui al commissariato così ci facciamo una bella chiacchierata. (prendono Astemio per le braccia ed escono).

Fine primo atto

 


Secondo atto

(classico soggiorno)

(Entrano Luca e Marcus, il maggiordomo della famiglia Cementati. Luca sembra un cane bastonato, cammina strascicando le gambe continuando ad osservare la mole gigantesca di Marcus)

Luca: “Quanto sei grosso!”

Marcus: “Mi ha chiesto qualcosa signore?” Vorrei rammentare che per ordine del sig. Cementati io sono a sua completa disposizione.”

Luca: “No! Niente pensavo a voce alta. Ammiravo semplicemente il suo fisico. Lei si trova in uno stupendo stato di forma. (con espressione disperata tasta il braccio di Marcus). Certo lei non incarna sicuramente lo stereotipo classico del maggiordomo, così aitante, voglio farvi i miei complimenti.”

Marcus: “Ho la fortuna di usufruire della palestra privata del signor Cementati. Purtroppo ho dovuto rinunciare alle gare…(sospira) mi mancano tanto.”

Luca: “(deglutisce) faceva gare di culturismo?”

Marcus: “ Non esattamente. Sono cintura nera di judo, kung fu e karate. (luca terrorizzato) da come mi sta osservando potrò sembrarle un uomo violento ma vi posso assicurare che faccio uso delle arti marziali solo in caso di legittima difesa. Non la mia s’intende. Esclusivamente quella della famiglia Cementati. Se un malintenzionato prova a far del male al signore o alla signorina sarei capace anche di staccargli la testa con le mie mani (fa il gesto).”

Luca: “(gli cedono le gambe) potrei sedermi per cortesia? Sono un po’ stanco. Oggi è stata una giornata molto pesante.(privo ormai di ogni energia si siede sul divano)”

Marcus: “Si accomodi pure, signore. Vado ad avvertire la famiglia Cementati del suo arrivo e dopo vi preparerò un cocktail che vi tirerà sicuramente su.”

Luca: “(appena esce Marcus, si alza e comincia a camminare su e giù per il salone). Lo sapevo che non poteva filà tutto liscio, boccaccia mia m’hai rovinato. (si da uno schiaffo sulla bocca) Lo sapevo, lo sapevo, so’ rovinato, so’ rovinato. Che me ‘nvento, che me ‘nvento, daje Luche’ pensa a qualcosa pe usci da ‘sta situazione, pensa, pensa. (si risiede esausto) Mamma mia quanto è grosso, quello me li sfonna e tutto pe colpa mia che l’ho messi in mezzo. Se riesco a uscì da ‘sta situazione giuro che sarò sempre sincero. Ami più bugie. Basta! Dovevo da’ retta a Astemio, la falsità non porta lontano prima o poi fai ‘na brutta fine. 8ricomincia a camminare nervosamente) Ho deciso! Mo li chiamo e jè dico da non venì che non se fa più niente (si fruga nelle tasche) No! Noooo! Er cellulareee! M’o so’ scordato  a casa (si getta pancia a terra e comincia a dare pugni al suolo) Deficenteee! Ecco cosa so’, un grande deficiente. E mo’ come li avverto quelli?”

(entra Elena con il padre stupita dalla posizione inconsueta assunta da Luca il quale come li vede entrare comincia a fare delle flessioni)

Elena: “Federico! Ma cosa stai facendo?”

Luca: “Buonasera! (si alza con uno stile da ginnasta). Niente, ingannavo il tempo con un po’ di esercizio fisico. Purtroppo il tempo per andare in palestra non riesco a trovarlo e quindi approfitto di quei pochi momenti che la giornata mi concede, come questo , appunto. (tende la mano al padre di Elena) Lasci che mi presenti Lu…Federico Cisa.”

Sig. Cem. :” Piacere! Alberto Cementati.”

Luca: “Il piacere è tutto mio. Elena mi ha parlato molto di lei e devo dirle in tutta sincerità che l’ammiro molto. Lei è un grande imprenditore, i miei complimenti.”

Sig. Cem.: “La ringrazio! Però anche suo padre non è da meno. Spero che Lei abbia ereditato la sua stessa capacità imprenditoriale.”

Luca: “Lo spero tanto anche io, il tempo sarà il miglior giudice in tal senso. Ma non vedo sua moglie. Sarei felice di conoscerla anche perché Elena mi ha parlato solo del babbo.”

Sig. Cem.: “(serio) Purtroppo non è più tra noi.”

(Luca si gira e si morde la mano)

Sig. Cem: “E’ stato un grande dolore, Ma Elena mi ha dato la forza di andare avanti, Adesso lei (guarda Elena con dolcezza) è il Bene più prezioso che ho in assoluto. (fiero) Negli ultimi mesi l’ho vista felice, su di giri, come non la vedevo da tempo. Un giorno a cena gli domandai a cosa era dovuto quel suo stato d’animo, Lei cominciò a parlarmi di questo Federico con un entusiasmo quasi esagerato. Mi ero incuriosito a tal punto che acconsentii a questo incontro. Ed ora eccoci qua. Perché non ci accomodiamo?”

(si siedono sul divano. Luca è molto nervoso e guarda in continuazione l’orologio)

Sig. Cem: “Ha altri impegni questa sera? Spero proprio di no”

Luca: “Assolutamente! Cosa le fa pensare questo?”

Sig. Cem: “Il suo continuo osservare l’orologio. Se ci sono dei problemi lo dica assolutamente, potrei aiutarvi a risolverli.”

Luca: “(pensando ad alta voce) Ce vorrebbe ‘n miracolo”

Sig. Cem: “ Scusi?”

Luca: “Dicevo ci vorrebbe un miracolo, nel senso che il mio meccanico questa mattina mi aveva assicurato che il mio Macerati sarebbe stato riparato entro e non oltre le 21:00 e che mi avrebbe telefonato se avesse incontrato dei problemi ma ahime’ ho dimenticato il cellulare a casa e quindi sto in ansia perché sia che la macchina è pronta, sia se non lo è il mio meccanico, causa la mia sbadataggine, non potrà comunque comunicarmelo.”

Sig. Cem: “Se è questo che la preoccupa può chiamare lei il suo meccanico utilizzando il nostro di telefono.”

Luca: “(euforico) Grazie! Lasci che le stringa la mano”

(Luca gli stringe calorosamente la mano e la bacia)

Sig. Cem: “Calma, calma, non ho fatto niente di particolarmente eccezionale che possa scatenare questa sua reazione.”

Luca:“Ha ragione! Forse il mio entusiasmo ai suoi occhi potrà apparire esagerato, però deve sapere che ho una zia molto anziana e come a tutte le persone di quell’età se fai una promessa, anche una sciocchezza, devi obbligatoriamente mantenerla. Il  punto è che io gli promisi una gita in Umbria, con visita ad Assisi, la partenza era stata programmata per domani mattina quindi può immaginare quanto sia importante per me sentire il mio meccanico.”

Sig. Cem: “Non avete altre macchine in casa?”

Luca: “Tutte impegnate purtroppo”

Sig. Cem: ”Capisco…Voglio farvi un regalo! Si sieda per cortesia. Cominciamo col dire che questa sua telefonata non è più d’importanza vitale. E lo sa perché? Ho deciso di prestargli, per questo viaggio, la mia Bentley del ’66, una macchina che mi invidiano in molti e di cui sono estremamente geloso. Non l’ho mai fatta guidare a nessuno ma con lei voglio fare un’eccezione (disperazione sul volto di Luca) Anche sua zia, sono sicuro, gradirà” 

Luca: “Ma veramente io…”

Sig. Cem: “Non c’è bisogno che mi ringrazi, lei è veramente un bravo ragazzo. Ascoltandola ho capito che in lei sono radicati dei buoni e sani principi come il rispetto per le persone anziane che molti giovani invece hanno dimenticato. A noi ricchi ci accusano di vivere in una realtà tutta nostra e che possiamo interagire solo con le persone dello stesso nostro ceto sociale. Ebbene! Sono felice di questa situazione. Anzi! Lo sa cosa le dico?Mi rende sereno sapere che mia figlia frequenti solo giovani di suo pari livello, sia come educazione, sia come cultura ed ovviamente come ceto sociale. Come lei d’altronde.”

Luca: “La ringrazio, lei è molto gentile. Però non farei di tutta l’erba un fascio perché ci sono famiglie, anche se non Benestanti, che comunque educano i propri figli in maniera esemplare”

Sig. Cem: “Lei mi sta parlando sicuramente di casi eccezionali.

Luca: (si alza) “Prima che continui questa nostra discussione altamente interessante, vorrei usufruire del telefono per sentire il mio meccanico. Perché nonostante la sua gentile concessione faccia si che il problema non rimanga più tale, io mi sento in dovere di rispettare l’accordo preso ovvero che l’avrei contattato per avere notizie.”

Sig. Cem: “Si accomodi pure il telefono è sul quel mobile all'angolo” (Luca si dirige verso il telefono e contatta il Fettina)

Fettina:  “Pronto?!”

Luca: “Fettì so’ Luca. Senti nun se fa più niente, preso dall’ansia nun me so’ regolato. Stamo a fa’ ‘na sciocchezza, qui annamo a finì male.”

Fettina: “Ma come! Eri tutto gaggio stamattina. Mo’ che è successo?”

Luca: “Nun posso sta’ tanto al telefono Fettì! Damme retta lascia perde, ce stanno delle situazioni che hanno reso tutto più pericoloso.”

Fettina: “Tipo?”

Luca: (accortosi che gli altri hanno notato la sua agitazione, fa un ampio sorriso di circostanza) “Tipo che er maggiordomo nun è come m’o immaginavo io. Calcola che è alto du’ metri ed è cintura nera de ‘n sacco de cose, quello co’ ‘na mano te mena e co’ quell’altra se fa ‘a barba.”

Fettina: “Qual è il problema?”

Luca: “ma come qual’è il problema!!”

Fettina: “Chi so’ io?”

Luca: “A Fettì nun è er momento de fa’ l’indovinelli.”

Fettina: “Io so er Fettina. Er Fettina sa esse leone cor più debole e volpe cor più forte. Sta tranquillo andrà tutto bene.”

Luca: “Allora posso sta’ tranquillo?”

Fettina: “T’ho detto de sì! A proposito deve durà tutto dieci minuti come semo rimasti d’accordo, non un minuto di più.”

Luca: “Ok adesso te devo lascià. A tra poco.” (Luca torna al suo posto sul divano.)

Sig. Cem: “Risono problemi l’ho vista alquanto agitata.”

Luca: “Ci sarebbero stati senza la sua enorme cortesia. Pensi che il meccanico si era dimenticato che la consegna della macchina doveva avvenire questa sera e quindi la riparazione è ancora lontana dall’essere terminata. Ma adesso torniamo a noi. Dove eravamo rimasti?”

Sig. Cem: “Alla sua considerazione alquanto contestabile, ovvero che anche nella plebe ci sono famiglie capaci di educare esemplarmente i propri figli. Guardiamo in faccia la realtà! Questi giovani, abitanti della periferia, sono assolutamente privi di cultura, non conoscono il senso dell’estetica. Ha mai visto come si vestono?…Aberrante! Ha mai sentito come parlano?…Orrendo! Esportano il coattismo in tutta Italia e ne sono anche orgogliosi!!… Raccapricciante! E chi ne fa le spese? I romani da dieci generazioni come me che per niente al mondo vogliono essere accomunati a questi animali in cattività. Questi giovani coatti e ignoranti sono buoni solo per essere presi a soggetto per quei comici che adesso, ahime’, vanno tanto di moda.”

Elena: “Scusate se mi intrometto nella discussione, ma il tuo discorso papà suona troppo oltranzistico, quasi razzista. Forse se…”(la frase viene troncata dal padre)

Sig. Cem: “Gradirei il tuo silenzio figlia adorata perché sei troppo giovane per poter esprimere un pensiero a riguardo. La tua mente, vista l’età, è piena di quei principi universali estranei alla realtà che viviamo. La società è un enorme campo di battaglia dove il rispetto per il prossimo, l’uguaglianza, l’aiuto ai più deboli sono ideali sicuramente fuori luogo. Per vincere bisogna essere egoisti, seguaci del “morte tua vita mea” amanti non del prossimo ma solo di se stessi e dei propri interessi, che poi si traducono in tre punti fondamentali (numera con le dita): i soldi, l’azienda e la famiglia. (Luca lo guarda esterrefatto) seguendo questi principi il successo sarà assicurato.”

Elena: “Non sono assolutamente d’accordo con te papà!” (irritata)

Sig. Cem: “non è un problema, tu crescerai e l’esperienza ti farà ravvedere. D’altronde, e concludo, se i giovani saranno la futura forza lavoro a chi spetterà il compito dirigerli? Chi avrà il bastone del comando? Vi rispondo io. Li dirigeranno manager preparati. E da dove vengono questi alti dirigenti? Anche qui vi rispondo io. Dalle nostre ricche famiglie ed il cerchio così si chiude. E’ d’accordo con me sig. Luca?”

Luca: “Certo che sono d’accordo con lei! Però, penso bisogna pur convenire che per i giovani provenienti da famiglie non agiate se non addirittura povere è molto difficile scalare la vetta che porta al successo. E’ come un sfida tra un motoscafo e una barca a remi, la quale, è costretta pure ad affrontare un mare in perenne burrasca.”

Sig. Cem: “ (guardando con sospetto Luca) Scusami ma non capisco”

Luca: “Ma come non capisce! Ma è tanto facile, non ci vuole certo una scienza! (si alza in piedi di scatto muovendosi   nervosamente. Accortosi di aver reagito scompostamente cerca di rimediare tornando immediatamente a comportarsi in maniera affabile) Scusatemi ma sono molto impulsivo. Spero di non avervi offeso (dispiaciuto)”

Sig. Cem: “In un certo modo lei…” (interrotto da Elena)

Elena: “Figurati! Anzi se continuassi mi farebbe molto piacere. Stavi trattando un argomento molto interessante”

Luca: “Posso?”

Elena: “Ma certo! Figurati. Qui ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero. Spero (sguardo di sfida al padre)”

Sig. Cem: “Per me non ci sono problemi”

Luca:”A parte la metafora di prima, io volevo semplicemente dire che per il figli di Berlusconi è facile assumere incarichi prestigiosi in Mediaset, così per il figlio di Benetton, così per me (fa un gesto con la mano come dire “non succederà mai”) così per sua figlia eccetera. Potrei continuare all’infinito. La stessa cosa non si può dire per un figlio di un fabbro o di un muratore con tutto il rispetto per questi mestieri. Nel senso che a tanti giovani determinate porte non verranno mai aperte. Questo è il mio pensiero.”

Sig. Cem: “Ah! Ah! E’ proprio uguale a mia figlia. Adesso mi spiego tutto il suo entusiasmo verso la sua persona. Ha mai fatto questo discorso a suo padre? Rimarrebbe sicuramente scandalizzato sentendo queste scemenze. Il suo è un ragionamento da plebeo, mi dispiace ma devo proprio dirvelo.”

Luca: “Ha parlato Cesare Augusto!” (voltandosi per non farsi sentire)

Sig. Cem: “Come ha detto scusi?”

Luca: “Dicevo che anche io per molti di questi giovani provo disgusto, però sono convinto che non sono tutti uguali. Comunque è inutile fossilizzarsi su questo argomento. L’esperienza è dalla sua parte e sicuramente avrà ragione lei.” (appena termina di parlare Luca, si sente bussare ed entra Marcus con un atteggiamento mortificato, imbarazzato)

Marcus: “Scusatemi signori se ho interrotto la vostra discussione, non era sicuramente nella mia volontà ma di la c’è il signorino Benedetto De Carolis con un regalo per la signorina Elena. Gli ho chiesto gentilmente di attendere in attesa di ricevere istruzioni a riguardo”

Elena: “Tu sapevi che era mio desiderio non ricevere visite questa sera.”

Marcus: “Io sono consapevole di questo, anzi, ho provato a comunicare il suo desiderio al signorino De Carolis ma lui mi ha risposto che io sono un semplice, insignificante, ritardato di un maggiordomo e che il rifiuto della sua presenza, e quindi del regalo, vuole sentirselo comunicare direttamente da lei”

Elena: “E’ solo un superbo! Meschino! Uno stupido! Non voglio vederlo. E’ capace di rovinare l’armonia creatasi in questa serata. Digli…(interrotta dal padre)”

Sig.Cem: “Elena! (autoritario) Non capisco questo tuo atteggiamento soprattutto nei confronti di un bravissimo ragazzo quale è Benedetto. Oltretutto si è presentato con un regalo per te e non sarebbe sicuramente educato rifiutare la sua compagnia.”

Elena: “Ma…” (interrotta)

Sig. Cem: “Basta! Decido io! Marcus! Fai entrare il Benedetto e visto che ci sei chiedigli anche scusa “ (ira di Elena)

Marcus: “Come desidera lei signore. Eseguo.”

Luca: “Sono curioso di conoscere questo ragazzo. Deve essere tanto simpatico” (ironico)

(Entrano Marcus e Benedetto il quale si presenta con un atteggiamento esageratamente cordiale)

Benedetto: “(si dirige verso il divano) “Buonasera Sig. Cementati” (gli stringe calorosamente la mano mentre per un attimo guarda con disprezzo Luca) “Buona sera anche a te Elena, sei stupenda”

Elena:“Grazie” (freddo)

Sig. Cem.: “Vorrei presentarti Federico Cisa un amico di Elena.”

Luca: (prontamente gli porge la mano) “E’ un piacere conoscerti.”

Ben: (Lo guarda con disprezzo e gli stringe la mano molto freddamente) “Piacere Benedetto Ludovico Maria della Mentina” (i due si guardano in cagnesco)

Sig. Cem:“Scusatemi ma vi devo lasciare un attimo soli. Torno subito” (esce di scena)

Ben: “Chi dice che la perfezione non esiste evidentemente non ha incontrato la tua magnifica figura”

Luca: (Osservando schifato l’atteggiamento di Benedetto) “Però avrà sicuramente incontrato la tua!” (Risatina di Elena)

Ben: “Come dici?”

Luca: “Niente! Confermavo i tuoi complimenti.” (Falsamente cordiale)

Ben: (Porgendo il pacco regalo ad Elena) “Tieni! Questo è per te! Spero sia di tuo gusto” (smorfie e gesti di Luca alle sue spalle)

Elena: “Ti ringrazio sei molto gentile. Lo aprirò più tardi.”

Ben: (Irritato) “ Ma Come! Non sei curiosa? Se non riconoscessi lo considererei un atteggiamento maleducato. Ma sono sicuro che tu non lo vuoi aprire per non mettere in imbarazzo…Perdonami mi sono  dimenticato il tuo nome” (rivolto a Luca)

Luca: (prima di rispondere osserva Benedetto dai piedi alla testa) “Volevo rammentarti che i miei, persone degne, mi hanno insegnato che dare le spalle è altamente maleducato. Con questo non voglio asserire che tu lo sia. Sicuramente eri distratto dalla bellezza di Elena. Comunque il mio nome è Federico Paolo Roberto Falcao, quest’ultimo si pronuncia Falcon” (tende di nuovo la mano)

Elena: (intuendo che l’atmosfera sta diventando elettrica interviene per portare un po’ di calma).”Perché non ci sediamo? Vediamo cosa mi ha regalato Benedetto!” (Si siedono ed Elena Comincia a scartare il regalo) “Ma è bellissima!” (Da una scatola molto elegante estrae una collana) “Benedetto sei il solito esagerato. Non conosci le mezze misure”

Luca: (Si alza in piedi ) “Ma è bellissima!! Che spettacolo! Quanto sarà costata? Penso che tuo padre abbia speso un occhio della testa. (si risiede) Elena! Io se fossi in te chiamerei subito il padre per ringraziarlo (Benedetto guarda Luca pieno di odio). Perché tu ancora non gestisci soldi tuoi, giusto? Perché studiando non puoi permetterti di lavorare, giusto? E quindi hai chiesto i soldi a tuo padre. Dimmi se non ho indovinato.”

Ben: (si alza e si mette di fronte a Luca. Si alza anche Luca) “ Sono io che ho indovinato. Appena ti ho visto ho capito che avevo di fronte. Un narciso. Un esaltato mentale, uno che ricrede di essere l’unico a possedere l’intelligenza. Il tuo scopo è dissacrare tutto quello che gli altri fanno in modo che la gente possa apprezzare solo quello che fai tu. (Elena si mette tra i due allontanandoli).

Luca: “Lo sai che ti dico? Che hai proprio indovinato tutto,dovresti Fare lo psicologo! (litigioso)

Ben: “Deficiente!”

Elena: “Adesso basta! Fatela finita! Comportatevi da persone educate per cortesia” (irata)

(Entra Marcus)

Marcus: “Scusate se interrompo la vostra discussione signori”

Elena: “Non ti preoccupare Marcus (Luca e Benedetto si continuano a guardare in cagnesco) Hai qualcosa da comunicarmi?”

Marcus: “Si signorina. Suo padre la desidera nel suo studio”

Elena: Digli che sarò lì tra un attimo”

Marcus: “La vuole urgentemente”

Elena: (rivolta a Luca e Ben.) “Dovrò assentarmi per un po’. Spero che vi calmiate entrambi, confido nella vostra intelligenza”

Luca: “Non ti preoccupare cara, approfitteremo della tua assenza per un chiarimento definitivo (ambiguo) e vedrai che quando tornerai troverai due amici per la pelle”

Ben: “Convinto tu!” (stizzito)

Elena: “Benedetto, ti prego” (supplicante)

Ben: OK! Ok!”

Elena: “Grazie. Adesso sono più tranquilla. Andiamo Marcus” (escono Marcus ed Elena)

(Luca e Benedetto si siedono distanti sul divano)

Ben: “Sei così scaltro nel parlare ed offendere quanto scarso nella scelta dei vestiti. Sicuramente il tuo non è un capo firmato. Il mio invece è Valentino.” (snob)

Luca: “E da dove si capisce che è Valentino? Oltre alla qualità del tessuto ovviamente?”

Ben: “Ma dall’etichetta ovviamente.” (Si alza il colletto della giacca per farla vedere) “Questo vestito costa circa 3 milioni.”

Luca: “Posso vedere l’etichetta?”

Ben: “Perché non ti fidi? Osi pensare che sia un falso? Come ti permetti?”

Luca: “Non mi permetterei ami. E’ solo semplice curiosità. Comunque non sei obbligato”

Ben: “Non ho alcun problema” (si toglie la giacca e gliela lancia) “Rifatti gli occhi”

Luca: “Bellissima giacca. Veramente i miei complimenti. D’altronde per valere tanti soldi.” (La guarda accuratamente, ammirato) “Voglio farti una domanda. Senza questa etichetta la giacca avrebbe lo stesso valore? Nel senso che il tessuto perderebbe la qualità?”

Ben: Non è la qualità del tessuto che conta. Ma è la firma il vero valore, è lei il marchio che ti distingue. Io ho tutto firmato”

Luca: “Pensavo, mentre parlavi, quanto poteva valere il mio vestito se avesse questa etichetta. Sicuramente il doppio. Una misera etichetta e la magia è fatta.” (mentre  parla è concentrato sulla giacca di Ben.)  “E allora lo sai che ti dico? Anzi, lo sai cosa faccio? Magiaaaaa !” (strappa l’etichetta dalla giacca di Benedetto)

Ben: “Ma….cos….stai fac…. Tu sei completamente pazzo” (esterrefatto)

Luca: (si alza in piedi) “Non sono pazzo. Sono semplicemente libero. TU invece sei uno schiavo. Tu sei schiavo dell’apparire come tutte le persone che ti circondano. Come il sig. Cementati e come in futuro La povera Elena. A voi servono le belle case con mobili firmati. Pavimenti firmati. Voi vi vestite firmati, le scarpe firmate. Gli occhiali firmati tutto ciò che vi circonda è firmato. Apparire, apparire per nascondere l’essere. Questo è il vostro problema.

Ben: “Il nostro mondo è anche il tuo. Povero sciocco!. Ah! Ah! “ (risata sarcastica)

Luca: “E’ qui che te sbaji. Io nun faccio parte de ‘sto schifo. O mejo avrei voluto. Ma so’ stato un fesso. Ve vedevo come fortunati, come persone felici, ar punto de volevve imità come fanno tanti poracci che se comprono ‘e imitazioni per potevve assomijà, come ‘orologio che porto ar polso adesso. Pervio v’ho visto da vicino, E ‘o sai che te dico?Artro che persone fortunate, artro che persone felici. Voi state impicciati cor cervello. Ecco come state. Aripijateve, non ve se po’ guardà”

Ben: (tramortito dallo stupore) “Ma… ma…. Ma come parli? Cos’è questo romanaccio odioso. E poi perché ti vuoi differenziare in questo modo da noi? Ho capito! La tua è una farsa. Tu non sei figlio di …” (interrotto da Luca ormai fuori di senno)

Luca: “De chi? De CISA? Ma chi ‘o conosce a ‘sto CISA. IO so’ er foglio de Arvaro er carpentiere e ne so pure orgoglioso. Perché non m’ha mai potuto comprà ‘a robba firmata però m’ha  dato ‘n’educazione coi contro fiocchi a differenza della tua.”

Ben: “appena torneranno dirò tutto al sig. Cementati e godrò come un matto a vedere la faccia di quella sciocca di Elena mentre Marcus ti butta fuori a calci nel sedere” (perfido)

Luca: “E’ qui che te sbaji perché a dijelo sarò io, però ar momento opportuno. Prima deve succede ‘na cosa. E te garantisco che Elena non la perderò pure se so’ fijio de ‘n carpentiere.”

Ben: “Se pensi che aspetterò i tuoi comodi ti sbagli di grosso figlio fi un operaio edile”

Luca: “Ma guardate, sei più farso de ‘na bilancia de ‘n cocomeraio”

Ben: “Che bello sapere di poterti distruggere” (perfido)

Luca: “Tu non solo c’hai più complessi der concerto der primo maggio, ma me sà che c’hai pure un gelone ar posto der core”

Ben: “stai tremando vero?”

Luca: “No’ stò a tremà! Me sto a trattene pe’ non passatte a sveja”

Ben: “Adesso ti permetti pure di minacciarmi? Nella situazione in cui ti trovi non so fino a che punti possa convenirti”

Luca: “Hai ragione perché nun ce sedemo ‘n’attimino?”

Ben: “Non voglio sedermi accanto a un poveraccio comete!” (stizzito)

Luca: “E sta’ seduto!! “ (Luca prende Ben. Per la camicia e lo fa sedere con forza accanto a lui. Poi se lo tira a se portandoselo ad un palmo dal naso) “Adesso stamme a sentì, scrondo!! Io ormai nun c’ho niente da perde” (si alza si dirige verso la porta del salone la chiude a chiave e torna con questa in mano, da Benedetto)

Ben: “Cosa vuoi fare?” (intimorito)

Luca: (si siede vicinissimo a Ben.) “Ora ti spiego. Come te stavo a di’ prima, per merito tuo, io ormai non c’ho più niente da perde e quindi me vojo levà ‘na soddisfazione. Te vojo smontà pezzo pe’ pezzo”

Ben: “Tu non stai Bene. Devi curarti” (impaurito)

Luca: “Bravo! Io non sto Bene. Io sono malato d’amore, ar punto de potemme tranquillamente rovinà. Ora tu c’hai due possibilità. La prima è che stai zitto e la verità a Elena me la fai di’ a me nei tempi e nei modi che io preferisco. E te prometto che ‘sta sera se saprà chi sono veramente. La seconda possibilità è che tu non accetti e quindi io adesso te smonto pezzo pe’ pezzo. Anzi mo’ t’elenco quello che te farò.:

-Primo!! Te strappo l’occhi e te li metto in bocco, così poi vede’ le stupidaggini che dici.

-Secondo!! Te do ‘na pizza in faccia che pe’ restaurartela nun bisogna chiamà un chirurgo plastico ma direttamente Michelangelo.

-Terzo!! Te do ‘n cazzotto in bocca ch’er dentista tuo pe’ ringraziamme me manda li cesti de natale pe’ dieci anni consecutivi.

-Quarto Te pijo l’orecchie e te arzo come la coppa dei campioni.

-E pe urtimo te gonfio tarmente tanto e tefacio l’occhi tarmente neri che se te amgni pure le foje de bambu’ er WWF te scambia pe’ ‘n panda”

(Benedetto ad ogni minaccia di Luca si allontana da lui fino a rannicchiarsi in fondo al divano)   

Luca: (si alza) “Adesso comincio. Ah ! Dimenticavo! Te consiglio de fatte la mappa de li denti perché mi te l’immischio. (Luca si avvicina con fare minaccioso a Ben.)

Ben: “Ok! Ok! Non sdirò nulla! Te lo prometto. Aspetterò che sia tu a dirlo quando lo riterrai opportuno. Ma non farmi del male.” (terrorizzato)

Luca: (pensa a voce alta) “Capirai, io non ho fatto del male a nessuno in vitamina. Menomale che ‘a recita è riuscita” (rivolto verso il pubblico, fa un gesto liberatorio)

Ben: “Cosa hai detto?”

Luca:” Ho detto che m’hai fermato appena in tempo perché ormai te stavo pe’ partì!” (si sente bussare alla porta)

Voci: “Aprite! Aprite! Perché vi siete chiusi dentro?”

Luca: “Arrivo! Arrivo! (si dirige di corsa verso la porta e la apre) (entrano Elena con il padre entrambi portano un vassoio, lei con un dolce, lui con i bicchieri)

Elena: “Ma cosa succede?”

Luca: “ Niente! Ho chiuso la porta per provare la chiave e mi sono dimenticato di riaprirla. Sai com’e’, deformazione professionale (impacciato). Vero Benedetto?”(con un tono che obbliga ad una risposta affermativa)

Benedetto: “Vero! Vero!”

(Elena ed il padre si avvicinano al divano dove sta seduto Benedetto. Luca li segue)

Sig. Cem: Ma Benedetto!! Tu hai un colorito che mi preoccupa, sei bianco cadaverico. Ti senti Bene??” (dietro Luca fa il gesto di alzare la coppa)

Ben: “Be… Benissimo signore. Abbiamo approfittato della vostra assenza per conoscersi meglio e posso tranquillamente dire che Luca è un ragazzo dalle molteplici qualità”

Luca “Anche tu sei un ragazzo eccezionale”

Elena:(sbalordita) “E’ incredibile come avete fatto amicizia in così breve tempo”

Sig. Cem.: “Bando alle ciance! Mettetevi comodi, è arrivata l’ora di assaggiare il dolce che ha fatto per voi mia figlia e gustare un cocktail di mia invenzione. Volete sapere come l’ho chiamato? Ricchezza!!

( Luca fa un’espressione come ad indicare che se lo aspettasse)

(Si siedono tutti, e rimangono in silenzio mentre mangiano una fetta di torta e sorseggiano il cocktail tranne Benedetto)

Luca: “Mmmm Questo dolce è buonissimo. Complimenti Elena e questo cocktail Sig. Cementati è meraviglioso. Lo sa cosa Le dico? Mi ricorda un po’ Lei. Sì. Forte, deciso, ma allo stesso tempo molto amabile”

Sig. Cem: Lei m’imbarazza con tutte queste lusinghe, lei sa come compiacere le persone. La vedo Bene come procacciatore di clienti. Avrebbe un futuro luminoso”

Elena:(Si accorge che Ben. Per tutto il tempo non ha proferito parola oltre a non aver assaggiato nulla. Ma ciò che più la preoccupa è il suo sguardo perso nel vuoto) “Benedetto io mi sto preoccupando. Sono convinta che tu non stia per niente Bene. A parte il colorito, non hai detto una parola e questo non è da te.”

Ben: “Non posso parlare. Il panda e il wwf, le orecchie e la coppa campioni i miei denti e il dentista che regala cesti di natale. (parlando come in uno stato di trance)

Elena:“Papà lo vedi anche tu? Bisogna chiamare un dottore immediatamente. Benedetto sta veramente male.” (allarmata)

Sig. Cem:” Va Bene Elena adesso avverto Marcus”

Luca: Ma non è niente! Può darsi che sia una reazione al cocktail. Probabilmente l’ha bevuto completamente a digiuno. Succede”

Elena:“Ti posso assicurare che non è questo il motivo. Non l’ho visto bere nulla. Papà ti prego! Fai venire qui il dottor Morti”

Luca: “Come si chiama!Morti? E’ affidabile?”

Sig. Cem: “E’ uno dei migliori specialisti d’Italia. (suona un campanello insistentemente) Non capisco perché Marcus ritardi così tanto. (Si sente un grande frastuono e un secondo dopo entra Marcus barcollante ridotto in uno stato cencioso)

Marcus: “Sign…sign… io non ho potuto far … null …  (crolla in terra)

Elena:“(tra los tupore generale) Marcus!”

Luca: “No! No! Non ci posso credere. Ma come hanno fatto. (meravigliato)

(Elena corre da Marcus cercando di farlo riprendere)

Sig. Cem: “Come hanno fatto chi?!” (terrorizzato)

Luca :“Non ho detto come ma cosa gli hanno fatto” (eccitato)

(un istante dopo entrano tre malviventi con passamontagna e fucili)

Mal. A: Fermi tutti! Che nessuno si muova! (panico generale) Lei! (rivolto ad Elena) Torni con gli altri immediatamente! Tu! (rivolto a malv. B) Lega questo gorilla in modo che non ci crei più problemi e spostalo in quell’angolo. Voi (rivolto a Luca e co.) Seduti!” (TERRORE)

Sig. Cem: Cosa volete da noi? Come vi permettete di entrare in casa mia in questo modo? Prendete, anzi rubate quello che vi serve e andatevene. Qui non teniamo soldi quindi vi dovete accontentare degli oggetti che ci sono” (Luca è l’unico ad essere calmo e rilassato. Anzi fa trasparire un sorriso di compiacimento e ammirazione mentre stringe a se Elena)

Mal. A: “Ah! Ah! Ah! Cosa mi tocca sentire »  (I complici ridono con lui e smettono ad un suo comando)

Ben: (ripreso dallo stato comatoso in cui si trovava) “Io non c’entro nulla (isterico) Io non faccio parte di questa famiglia. Li conosco appena. Lasciatemi andare! In cambio vi do questa. (tira fuori una carta di credito) E’ di mio padre, lui, non sa che ce l’ho io. E una golden card, ovvero una carta di credito illimitata. L’ho presa di nascosto dal suo portafoglio per comprare una collana. La collana se vi serve ce l’ha lei” (indica Elena)

Elena:“Mi fai schifo!”

Sig. Cem: “ Ma Benedetto! Cosa stai facendo!! Ed io che pensavo …”

Luca :“ Sì certo! Questi sarebbero i futuri dirigenti? Coloro a cui questa nazione si dovrebbe affidare?”

Mal. A: “Adesso basta con questo teatrino!! Silenzio! Tu!! (Rivolto a Benedetto) Dammi questa carta di credito (Benedetto ubbidisce) Bene! Bene! Una golden card. Sei un bravo ragazzo”

Ben: “Pensavo che…” (interrotto bruscamente)

Mal. A: “Tu prendi uno dei migliori vestiti dal guardaroba del nostro gentilissimo padrone di casa. Poi esci e fatti il giro delle migliori gioiellerie, compra il più possibile e poi torna immediatamente qui. Cerca di non destare sospetti”

Ben: “Posso andare?”

Malv. A: “Tu non vai da nessuna parte e se non ti siedi e stai zitto t’imbavaglio come il maggiordomo. (Benedetto sprofonda sul divano) Cosa aspetti? Vai!!”

Luca:(appena il malv. B si appresta ad eseguire l’ordine, si alza Luca) “Fermo! Tu non vai da nessuna parte. Adesso basta!”

Elena:“ Luca no! Non fare l’eroe”

Luca: “Non ti preoccupare cara, questa è gente purtroppo che si è vista troppi film polizieschi e adesso non si sta regolando. Questa messinscena si è protratta fin troppo per le lunghe. (i tre malviventi si guardano esterrefatti) Senti un po’ a capetto de periferia ma che te sei messo in testa”

Elena:“Ma come parli”

Luca:“Nun te preoccupà che co’ l’ignoranti e l’infami, che nunrispettono l’accordi bisogna comunicà col linguaggio che je s’addice. (poi rivolto di nuovo al maviventi) Mo se nun volete che ve pisto come l’uva ve consijo de damme qu’a carta de credito e annavvene, perché, tra parentesi, già avete avuto e a me la gente esosa nun m’è mai piaciuta”

Sig. Cem: “Ma quali accordi? Cosa hanno avuto? Io non ci sto capendo nulla. E poi Le consiglio di smetterla con questo eroismo gratuito. Ci sta mettendo tutti in serio pericolo. Sentite! Ditemi cosa volete e facciamola finita”(rivolto ai malviventi)  

Luca: “Stia zitto Lei, per cortesia altrimenti qui non si esce più da questo casino” (stizzito)

Sig. Cem: “Non ti permettere si usare questo tono con me! (offeso) Nessuno ha mai osato tanto”

Malv. A: “ Allora oserò io! Stai zitto  e fai terminare il discorso al nostro eroe. Comincia quasi ad interessarmi”

Luca “ Ma ‘nvedi che me tocca sentì. Mo ‘sti zozzi se so’ messi pure a parlà italiano. Comunque ve consiglio de annavvene altrimenti pe riconosceve devono prenne l’impronte digitali”

Elena:“Adesso basta!! Luca ti prego (supplichevole) fondevi dimostrargli nulla. Adesso siamo convinti del tuo coraggio. Siediti accanto a me e ascoltiamo le richieste di questi malfattori” (guarda il trio con uno sguardo sprezzante)

Malv. A: “Imbavagliate e legate tutti tranne lui, il rambo della situazione (i compari eseguono) Prendendo Bende e una corda dai propri zainetti) Adesso amico mio non ci sarà più nessuno che interromperà  il nostro interessante scambio di opinioni (perfido). Prima stavi asserendo che avresti picchiato a me e ai miei amici, da solo, senza nessun aiuto. (i due compari ridono per poi smettere ad un gesto del loro capo) E hai detto questo nonostante risulti evidente che siamo armati. Lodevole. Veramente lodevole”

Luca: “Perché me state a fa questo. De che ve state a vendica’. Perché nun la famo finita? Pensavo che per fatto d’orologio s’eravamo chiariti”

Malv. A: “Io pian piano a forza di sentire queste frasi strampalate sto convincendomi che tu sei fuori di testa, anche perché solo un matto potrebbe reagire così di fronte a delle armi puntate”

Luca: (stanco e deluso) “Sentite! Se me volevate fa ‘no scherzo devo ammette che v’è riuscito proprio Bene. (si avvicina al malv. A tranquillamente, sposta di lato il fucile puntato verso di lui (grida sommesse dalle persone sedute sul divano) a Fettì (sussurrando) qui se nun la fate finita er piano va in malora e io so’ rovinato. Io adesso ritorno ‘do stavo prima ve dico de gettà le armi e annavvene, voi ve rifiutate, quindi ve vengo addosso e ce scappano ‘e botte: è normale che a rimettece dovete esse’ voi. Dopodiché scappate gambe in spalla. E’ semplice”

Malv. A: “Secondo me (sempre sussurrando) così come l’hai impostata tu è poco veritiera. Facciamo che quando ci chiederai diriporre le armi noi lo faremo. Però subito dopo ti sfideremo a batterci a mani nude, tu accetterai e da questo punto il piano continuerà come da piano stabilito. Cosa ne pensi?”

Luca: “Me piace. Me piace. Allora cominciamo”

Malv. A: “prima però devo avvertire i miei amici del cambiamento di programma”

Luca:“Ok! Ah! Senti Fettì, a proposito de cambiamenti, mica te riconosco. Sembra che c’hai n’antravoce. Poi parli tutto preciso. Me stupisci”

Malv. A:” Le cose o si fanno Bene o non si fanno per niente”

Luca: “Sei proprio un fenomeno. Ma come te chiamano Jack Nikolson?”(si allontana) (mentre il malv. A si avvicina ai suoi compari) 

Malv. A: “Ragazzi questo stà proprio male, pensate che mi ha chiamato Fettì. Fettì! Chissà cosa sta a significare. Potrei dedurre che intendesse Fettina ma anche se fosse non mi aiuta certo a capirne il nesso. A meno che … ho trovato!! Non è assolutamente matto! Stà solo perdendo tempo in attesa di qualcuno qualche evento eccezionale. Passando per uno squilibrato è convinto di passarla liscia e contemporaneamente tenerci impegnati. Adesso che ho capito ci sbarazzeremo di lui e poi continueremo il nostro piano recuperando il tempo perduto. Non conosco il motivo razionale di questa proposta, ma lui vuole lo scontro fisico e poi mi ha chiesto di fuggire una volta che ci ha sconfitto, io ho assecondato le sue richieste però noi non fuggiremo anzi lo pesteremo di santa ragione, poi lo legheremo insieme agli altri. Anche se sono convinto che le sue sono solo frottole. Per quanto possa spacciarsi per squilibrato non avrà mai questo coraggio.”

Luca: “Alloraaaaaa! Ma che jè stai a raccontà ‘a trama de Via cor Vento. Forza!! Gettate le armi e annatevene così nessuno se farà male”

Malv. A: “ Noi accantoniamo le armi (le appoggiano ad un angolo della stanza) ma non ce ne andremo. Perché non ci fai cambiare idea tu?” (minaccioso)

(parte la musica di Missione Impossibile. Luca s’infila un paio di occhiali scuri e parte all'’attacco avendo, per suo stupore, terribilmente la peggio. Elena con sforzi inutili cerca di liberarsi per soccorrere Luca. I tre cattivi se la ridono spassionatamente)

Luca: “Ve state a divertì?! (ridotto in uno stato pietoso con ilvestito strappato in più punti) Stavolta però ve meno veramente …. Caricaaaaa!! (riparte all'’attacco ottenendo lo stesso risultato precedente sconfitto e umiliato si allontana dirigendosi verso il divano barcollando volgendo lo sguardo verso Elena) Perdoname nun doveva anna’ così … nun doveva anna’ così”

Malv. A: (prima che Luca stramazzi a terra malv.A lo sorregge in maniera tutt’altro che amichevole) Spero che adesso la finirai di fare il buffone (alle spalle di malv. A succede un fatto eccezionale e inaspettato altre due persone col viso scoperto da un passamontagna arrivano con passo felpato alle spalle dei compari di malv. A, gli poggiano con forza una pezza sul volto e i due si accasciano a terra) Legate questo pagliaccio insieme con gli altri!!” (si gira per ripetere l’ordine accorgendosi del fatto stranissimo accaduto alle sue spalle. Preso da un enorme stupore puntandogli contro una pistola nascosta dietro la schiena si fa scudo con Luca) E voi da dove siete usciti?”

Fettina: (comparendo dietro i quattro e facendosi avanti) “Veramente ‘sta domanda te la devo da fa’ io! Perché, se er sòla qui presente nun ve l’ha detto, ar posto vostro ce dovevamo stà noi. Però er furbo ha fatto er doppio gioco e ha chiamato voi. Ecco perché m’hai fatto ‘a telefonata. Ce volevi convince a non venì in modo che ‘sti bacarozzi prendessero il posto nostro. Ce ‘o potevi di’ subito che nun te fidavi de noi.”

Luca: “Io nun ho chiamato nessuno! Ma se ero convinto che loro eravate voi. Pensa che me stavo arrabbià perché nun stavano a rispettà l’accordi. Asp… Aspetta n’attimo ma se loro nun so’ voi e quindi voi nun siete loro …. Voi chi siete No! No no no!! Aiutooooo! Me vonno ammazzaaaaaa! Ce stanno a fa’ ‘na rapina!! Chiamate la poliziaaaa!” (tenta di liberarsi dal malv.A il quale, estrae una pistola e puntandogliela gli intima di calmarsi)

Malv.A: “ Adesso mi spiego il tuo comportamento irrazionale. Non eri un matto. Eri semplicemente tranquillo, convinto che noi fossimo i tuoi scagnozzi. D'altronde non posso biasimarti visto che non capita tutti i giorni che due bande che non hanno legami tra loro organizzano una rapina lo steso giorno,alla stessa ora, e oltretutto nella stessa villa. Ti sei dimostrato geniale nell’organizzazione del colpo, infiltrandoti nella famiglia per studiare nei minimi particolari la logistica e i vari sistemi di allarme rendendo così il compito più facile ai tuoi scagnozzi” (Luca nega sconfortato)

Luca: “Ahimè! So’ rovinato. Ma quale colpo ma quali scagnozzi, noi non avemo mai rubato in vita nostra … manco ‘na caramella. (disperato) Ma che non vedi in che casino se semo messi? Semo solo dei poveri fessi e gnoccoloni. Ecco che semo, mannaggia a me mannaggia!!”

Fettina: “A bello!! Parla pe’ te! Ce sarai te  fesso. Vedi da nun offende »

Malv. A : “ Bastaaaaa! (isterico) Non ce la faccio più !! Mi sembra divivere un incubo, Prima questo che fa il matto (da uno strattone a Luca). Poi arrivate voi! Col passamontagna, armati, fate fuori due dei miei come se niente fosse, vi spacciate per dei principianti e adesso vi mettete a litigare come dei mocciosi. Vi prego ditemi ch’è un sogno. Ditemi che non è vero”

Lento: (tira fuori una merendina dalla tasca del giubbotto e masticando) “No! Nun è un sogno è tutto vero. Noi nun semo delinquenti doveva esse ‘na messinscena pe aiutà Luca a svortà co ‘a pischella(indica Elena) Infatti ‘ste pistole so’ finte l’avemo comprate da Rocco Giocattoli perché era quello che le faceva de meno. Se nun ce credi mo t’o dimostro”

Malv.A: “Non ci provare o il tuo amico farà una brutta fine”

Lento: “Allora sparo al lui!” (rivolto verso Fettina) (spara a salve) “Hai visto?”

Fettina: “A te se te fanno ‘a TAC scoprono che c’hai er teschio disabitato. Te devi sta attento a bagnatte ‘a capoccia senno’ te se gonfia ‘a segatura” (tono e sguardo assassino)

Lento: “Ma perché c’ho de….” (interrotto da Secco)

Secco: “Tu c’hai tre bacarozzi dentro ar cervello: due giocano a racchettoni e uno fa l’arbitro”

Malv.A : “Ah! Ah! Ah! Non ci posso credere. Uno impiega dei mesi per organizzare un colpo, progettandolo nei minimi particolari, e poi quando arriva il fatidico giorno un gruppo di deficienti riesce a rovinare tutto. Quando nel mio ambiente si spargerà questa notizia per me sarà finita. Avete distrutto la mia reputazione. Che voi siate maledetti! Le vostre armi sono finte, ma purtroppo lamia no!”

Luca:“A bello stai carmino, nun famo scherzi!E’ ‘na vita che aspetto da vede’ ‘a Roma in coppia campioni. E mo’ che c’è annata devo morì?” (panico tra le persone imbavagliate sul divano) A Fettì fa quarcosa! A Fettììììììì. C’ho pauraaaa!”

Fettina: (Lento e Secco terrorizzati si riparano dietro di lui) ma che te pensi che s’ammazzi lui ‘a notizia che sei ‘n fallito nu esce uguale?”

Malv. A: (avanza tenendo stretto Luca portandosi davanti al divano dove siedono terrorizzati Elena, il padre e Benedetto) “Lo sai che hai ragione? Allora farò una strage così non ci saranno testimoni”

Luca:“A Fettìììì. E’ meglio che non fai niente. Fa conto che prima stavo a scherzà!!!!”

Malv. A: “Vi consiglio di unirvi a questa bella ex famigliola subitolo!!” (sempre più isterico)

(un istante dopo un altro colpo di scena, da dietro il divano gridando) “Lascia perde l’amici miaaaaa!!” (sbuca Astemio che stava addosso al malv.A al quale, cadendo in terra, sfugge la pistola. In men che non si dica gli sono tutti sopra in un parapiglia generale. Luca e i suoi amici cercano d’immobilizzare malv.A che si agita come un ossesso)

Fettina: “T’ofaccio vede’ io se semo deficienti”

Lento: “Noi semo invincibili. Semo come i cinque moschettieri”

Secco: “ A fagiano! Guarda ch’erano quattro”

Lento: “Erano cinque”

Fettina: “Mo’ ve pijo a schiaffi a due a due finchè nun diventino dispari. Ma ve pare questo er momento de litigà?”

Luca: “A ragà rimediamo ‘na corda, così ‘o legamo”

(un istante dopo Astemio scorge a terra la pistola caduta precedentemente al malv.A che nel caos generale era sfuggita agli altri. Ci si avventa, la raccoglie e comincia ad esultare puntandola inconsapevolmente verso tutte le persone presenti nel salone. Panico! Luca e i suoi amici si appiattiscono a terra ogni volta che la pistola è puntata verso di loro. Anche quelli sul divano. Con le grida soffocate dalle Bende che gli cingono le bocche, si gettano a terra”

Astemio: “ L’ho presaaa! Aho è’na pistola verà!”

Luca:“ Astè non giocà! Po’ esse pericolosa”

Fettina: “Oh quella spara pe’ davvero mica pe’ finta come ‘e nostre”

Astemio: “E ‘do’ ‘a metto?”

Fettina: “ Er più lontano possibile. Pure ar piano de sopra basta che nun ‘a maneggi, che te vedo pericoloso”

(ennesimo colpo di scena. Entrano i due soliti poliziotti armi in pugno)

Pol.A: “Fermati! Getta la pistola!”

Astemio: “Che fortuna! Ma chi v’ha mannato. Sete arrivati proprio ar momento giusto. Dovete arrestà quei due che stanno a dormi’ e quello che stà sotto l’amici mia. So’ dei grossi delinquenti, pensate ch’er capetto (indica il malv.A) voleva fa ‘na strage ma ni je l’avemo impedito” (mentre parla si dirige verso i poliziotti)

Pol. B: “ Non una parola ed un passo di più!! Getta la pistola o sparo!”

Astemio: “Carmo, carmo la poso subito (poggia la pistola a terra e prova a togliersi il passamontagna)

Pol. B: “Fermo!! Non muoverti o mi costringi a sparare e guarda che nonscherzo dirigiti con le mie mani alzate verso quegli altri balordi. (Luca e i suoi amici compreso il malv. A visto il trattamento riservato ad Astemio rimangono seduti in terra senza sapere cosa fare o dire) Lei venga qui (rivolto a Luca il quale non sa cosa fare)  Devo farLe i miei complimenti. E’ stato molto coraggioso ad affrontare questi ladri anche se sinceramente mi sembra incredibile visto che erano tutti armati. (nel frattempo il pol.A slega e libera dagli imbavagli i tre poveretti sul divano, i quali stentando a riprendersi dallo spavento corrono nell’angolo della stanza dove si trova Marcus ancora svenuto slegandolo a sua volta,. Poi ammanetta i due malviventi privi di sensi e si affianca al collega puntando la pistola verso il gruppo di persone ai piedi di Luca)

Pol.B: (visto che Luca nonsi muoveva) “Allora!! Cosa aspetta?

Sig. Cem: (ripresosi dallo spavento) “No! No! Lui è un delinquente come gli altri. Anzi è addirittura il loro capo. Arreaatteloooo!! (al sig. Cementati viene un attacco di isterismo rischiando lo svenimento)

Pol. B:” Che novità è questa adesso?” (con un tono meno conciliante del rpecedente)

Luca: “Mo’ a spiegattelo è ‘na parola … ce vorrebbe er terzo atto (esausto). Comunque loro … (indica i suoi amici e istantaneamente viene interrotto dal sig. Cementati)

Sig. Cem: “Delinquente!! Ecco cosa sei! Approfittarsi così di una ingenua ragazza”

(Luca è imbarazzatissimo)

Elena:“Papà smettila!! Sono scioccata da tutti gli eventi che si sono succeduti questa sera, ma questo non mi impedisce di essere convinta che Luca non sia un delinquente. (poi si rivolge a Luca supplicandolo) Vero Luca? Ti prego dimmi che è vero”

(luca la guarda con tenerezza, afflitto da enormi sensi di colpa)

Sig. Cem: “Ma come riesci anc….”(interrotto)

Pol. B: “Silenzio!! Non contribuite a confondermi ancor di più le idee per cortesia! (rivolto a Luca) E’ vero quello che sostiene il sig. Cementati, ovvero che Lei è il capo della banda? Risponda!!” (spazientito)

Sig. Cem: Come osa non credermi. Pensa che io sia un bugiardo? Che abbia delle visioni? Questo nonVe lo permetto!!” (rivolto al pol. B)

Pol. B: (ignorando il sig. cementati si rivolge di nuovo a Luca) “Allora!! Vuoi paralre si o no??”

Luca: (sconfortato, imbarazzato, privo di forze) “Ve… veramente no”

Pol. B : “No cosa!!”

Luca: “No, non so’ er capo della banda de questo (indica il malv. A). So’ er capo …cioè no proprio er capo… so’ quello che ha organizzato … cioè io sto co’ loro (indica i suoi amici) però non so’ er capo. Je ho chiesto solo un favore. Perché …” (interrotto bruscamente)

(Elena sviene soccorsa dal padre)

Pol. B: (continuando a puntare, imitato dal collega, la pistola con fare minaccioso) “Ho capito tutto. (apparentemente tranquillo e accondiscendente)

Luca: “Meno male (sollevato) Pensavo che me stava a considerà veramente un ladro de ville. Comu…” (di nuovo interrotto)

Pol. A: “Tutti sdraiati! Pancia a terra! Braccia distese lontano dal corpo!”

(tutti eseguono gli ordini tranne Luca che sembra non capire)

Luca: “Noo, ve state a sbaja’, loro non c’entran….” (interrotto)

Pol. A: “Anche tu!”

Luca: (sbalordito) “Ioooo! Ma guarda….” (interrotto)

Pol. A: “Immediatamente!” (Luca esegue l’ordine)

Astemio: A Fetti’! Parla. Di’ qualcosa qui annamo a fini’ male!” (terrorizzato)

Fettina: “E che devo d’. Tanto è inutile. Questi mo se credono Mel Gibson e quell’altro der firm Arma Letale. Mo’ tanto ce portano in questura e li Luca chiarisce tutto!!” (minaccioso)

Pol. B: “Silenzio!! Prendi le corde sul divano, legali a gruppi di quattro mentre io li tengo sotto tiro” (rivolto al pol. A il quale esegue l’ordine impartito)

Luca: (legato insieme ad Astemio Fettina ed il malv. A) “A raga’ me dispiace proprio tanto. E’ tutta corpa mia. Ma non ve preoccupate racconterò tutto me prenderò la responsabilità e ve toglierò da ‘st’impiccio”

Astemio: “Pur de nun affrontà mi madre chiederò ‘e ‘rgastolo” (sconsolato)

Pol. B: (dopo che il pol A termina l’operazione) “Adesso raccogli tutte le armi e portale in macchina. Poi da li chiama la centrale e chiedi dei rinforzi. Voi! (rivolto al gruppo del sig. Cementati) seguitelo.”

(Benedetto sorregge Elena, mentre il sig. Cementati fa la stessa cosa con Marcus. I cinque escono di scena. Il pol. B, pistola sempre puntata, si ritrova solo con Luca e company)

 Pol. B: “Bene, bene.  Ci sono alcune cose che voglio chiarire altrimenti divento matto. Allora. E’ ovvio che in questa sala deve essere successo qualcosa tra di voi. Qualcosa di grave al punto da creare un dissidio. Talmente forte da farvi arrivare addirittura allo scontro fisico. Un comportamento questo, scusate se mi permetto, da veri principianti.”

Malv. A: “I principianti sono loro e non io. Lo hanno anche ammesso. Il mio piano invece era perfetto”

Pol. B: “Oh di questo ne riparleremo in questura con più calma. Invece una cosa che voglio sapere subito è perché ti sei presentato, a differenza dei tuoi compagni, in abiti civili ed a volto scoperto. (rivolto a Luca) E’ un atteggiamento ardito ed illogico … Ma aspetta un attimo, tu hai un viso conosciuto, dove ti ho visto? Probabilmente qualche foto segnaletica. No! No! Ho proprio la sensazione di averti conosciuto. Ma in quale occasione? E dove? (si avvicina arma in pugno, a Luca) No! Non ci posso credere!! Questa mattina! Al parco! Lo scippo! Tu! “ (sbalordito)

Luca: “Io, io”

Astemio: “Se prima me facevi leva’ ‘sto coso, che me sta a squaja’ er cranio oltretutto, avresti riconosciuto pure me”

Pol. B: “Ma questa voce mi è familiare (si avvicina ad Astemio e gli toglie il passamontagna rimanendo scioccato dalla sorpresa) No! No!”

Astemio: “Si! Si! Una bella sorpresa, vero?”

Pol. B: “Tu sei il figlio di …” (interrotto)

Astemio: “De Cesare er barbiere. M’avete fermato du’ vorte ‘sta mattina e per poco me stavate a porta’ pure ar commissariato”

Pol. B: (rivolto a Luca) “”Tu sei … eri il famoso rappresentante di materassi, la valigetta rubata. E bravi i miei attori, veramente bravi. E Tu? (rivolto al vero capo della banda) vediamo chi sei tanto ormai mi devo spettare di tutto (gli toglie il passamontagna) No! (tra entusiasmo e sbalordimento) non ci posso credere! Il famoso Ascanio De Santis, il più furbo, il più sfrontato, il più sfuggevole quindi il più ricercato ladro di appartamenti d’Italia ! Devo proprio ammettere che oggi è il mio giorno fortunato. Riceverò encomi ed elogi a non finire e forse pure una promozione” (felicità)

Fettina: “E me pare giusto, noi famo er lavoro e lui se pija i complimenti. Certo ch’è proprio strana ‘a vita. Lui sui giornali e noi ar gabbio”

Pol. B: “Ti consiglio di chiudere il becco se non vuoi peggiorare la tua situazione (si sentono sirene in lontananza) ecco i rinforzi adesso andremo a fare una bella chiacchierata in modo dichiarare i molti punti oscuri che contornano questa faccenda”

Fine secondo atto


Terzo atto

(stanza essenzialmente ammobiliata, una scrivania, un armadietto, ed una panca dove Luca, Astemio, Fettina, Secco, Lento, attendono di conoscere quale sarà il proprio destino)

Fettina: “So’ tre ore che stamo dentro ‘sta stanza, se fosse affacciato qualcuno, che ne so a chiedece se c’avemo sete, fame, neppure ‘e bestie se trattano così; ma nun te preoccupa’ che er primo che entra me dovrà senti’”

Secco: “Ho fame, sto a morì credo che me stà a venì ‘na crisi d’astinenza. Già sento che me se stanno a girà l’occhi. So prossimo ar collasso” (simula un malore)

Astemio: “Cioè, forse c’aspettono 20 anni de carcere e pure se non ce li dovessero da’ sicuramente ce ne aspetteranno altrettanti de botte. Chiunque in questa situazione penserebbe, che ne so, a come spiegallo ai genitori, alla figuraccia che faranno quei poracci, ar futuro che più nero de così non se po’, e invece lui a che pensa? … a magna’, cioè ve rendete conto? Questo pensa a ma-gna-ree. A Secco vatte a fa’ ‘na passeggiata ch’è meglio. Nun te sputo senno’ t’anprofumo”

Fettina: “Astemio c’ha ragione, stavolta j’appoggio. Me spieghi come fai a magna’ così tanto? Sei tarmente secco che se te metti vicino a ‘na macchina te scambiano pe’ l’antenna de ‘a radio. Ma do’ lo metti tutto quello che magni?”

Secco: “M’ha detto er dottore, quando mi madre preoccupata me c’ha portato, che quello che magno lo brucio subito. Ecco perché nun me ‘ngrasso”

Astemio: “Mo se spiega perché tu’ padre ha fatto er cesso in cemento armato”

(risata generale. Solo Luca mantiene un atteggiamento serio, distaccato, sembra non considerare il clima spensierato che regna nel resto del gruppo)

Lento: “Ho letto un libro che a quelli che vanno in carcere pe’ ‘a prima vorta l’altri carcerati je fanno ‘e peggio cose, tipo sevizie, scherzi pesanti, qualcuno c’ha pure lasciato ‘e penne (tutti si girano a guardarlo). Perché me guardate così?”

Fettina: “Tu c’hai er cervello tarmente piccolo che pe’ cambia’ idea devi fa’ manovra”

Lento: “Perché c’ho detto?”

Fettina: “Mo’ se parli ‘n antro po’ te do ‘na cricca in faccia che te ‘ncrino com’er Titanic” (fa il gesto di dare un pugno)

Lento: “Qui democrazia zero. Fra ‘n po’ neanche se potrà respirà” (scocciato)

Astemio: “ Ecco bravo nun respirà armeno te se levamo da torno”

Secco: “Ho fameeeee!”

Luca: “Bastaaaa! Fatela finita, non ce la faccio più a sentivve. Possibile che non ve rendete conto in quale casino se semo ficcati?”

Fettina: “ Te nun devi proprio parla’ e tanto meno arza’ la voce, perché in questo casino nun se semo ficcati bensì c’hai ficcato. (Luca disperato si mette le mani nei capelli) Robba che sur vocabolario alla voce cantastorie mica c’è ‘a spiegazione. C’hanno messo direttamente ‘a foto tua”

Astemio: “ A raga’ famola finita è inutile che se pistamo tanto ormai nun serve a niente anzi secondo me sarebbe meglio esse uniti in questo momento”

(entra il pol. B e i ragazzi si stringono uno all'’altro timorosi di cio’ che potrebbe accadergli)

Pol.B: (si siede sulla scrivania) “Bene, bene. Scusate l’attesa ma come sapete ho dovuto interrogare il De Santis, ci ha messo un po’a cedere ma poi usando le maniere forti (li guarda dritti negli occhi e i ragazzi si stringono ancora di più) ho ottenuto quello che volevo sentire”

Lento: (alza la mano) “Posso fare una domanda?”

Pol.B: “Le domande le dovrei fare io ma per questa volta faccio un eccezione. Dimmi pure”

Lento: “Nell’interrogatorio avete pure usato scariche elettriche ad arto vortaggio? No perché se nun l’avete fatto ve lo consiglio, l’ho visto in un firm e ve garantisco che funziona”

Pol.B: “Grazie del consiglio, allora userò questo sistema per interrogare voi” (violento scappellotto di Fettina a Lento mentre gli altri lo guardano minacciosi) Cominciamo col dire che interrogando il De Santis è emerso che tra voi e lui non c’è nessuna connessione e fin qui ci siamo. Ora voi dovrete dirmi cosa ci facevate nella villa della famiglia Cementati conciati in quel modo, a differenza di te (indica Luca). Volevate rapinare la villa o rapire il padrone? Tu eri il fidanzatino, non ufficiale, della signorina. Me lo ha confermato lei.” (Luca si alza di scatto)

Luca: “Come sta? Si è ripresa un po’ dallo shock?”

Pol.B: “Seduto! Ho detto che le domande le faccio io!! (riprende a parlare in tono conciliante) Come dicevo tu eri il suo fidanzato e, strana coincidenza, i tuoi amici entrano con passamontagna ed armi in pugno nella villa proprio la sera in cui ti trovavi anche tu e tutta la famiglia Cementati al completo riunita per fare la tua conoscenza. E poi la sceneggiata di ieri mattina, com’era il motto? 1, 2, 3 ?”

Luca: “A ninna’” (arrendevole)

Pol.B: “A ninna’. Devo complimentarmi per la tua fantasia. E la rissa più tardi dove hai lottato per difendere il tuo portafoglio? (rivolto ad Astemio). Qui gatta ci cova. Perché sia ieri mattina al parco che la sera nella villa i protagonisti siete sempre voi cinque? C’è un collegamento? Voglio da voi la risposta a queste domande. Sono le tre del mattino e prima che sorga l’alba vorrei andare a casa anche perché per causa vostra, è stata una giornata molto pesante. Ah! Dimenticavo! Prima che iniziate a raccontarmi volevo informarvi che i vostri genitori sono già stati contattati, sono giù in sala d’attesa”

Astemio: “In poche parole m’avete già condannato alla pena de morte “ (sconsolato)

Pol.B: “ Forza! Chi di voi è disposto a raccontarmi tutto?”

Luca: “Io so’…” (interrotto)

Pol.B: “ Di te non mi fido! Già abbiamo constatato la tua capacità a raccontare frottole. Tu!” (rivolto ad Astemio)

Astemio: “Io?”

Pol.B: “ Si tu! Forza!” (deciso)

Astemio: (guarda i suoi compagni i quali fanno cenno di assenso) “Per prima cosa vorrei dire che noi nun semo assolutamente dei delinquenti, in vita nostra nun avemo mai fatto niente de male, certo, nun semo degli angioletti ma nemmeno ladri de ville”

Pol.B: (sorridendo questa volta in maniera benevola) “Be’ visto com’eravate abbigliati e visto le armi che possedevate non si direbbe”

Secco: “Erano finte!” (alterato)

Pol.B: “ Non quella trovata in mano ad Astemio!” (deciso)  

Secco: “Non era nostra!”

Pol.B: “La impugnava Astemio!”

Secco: “Vabbe’ allora c’hai ragione te, che te devo di’”

Pol.B: “Modera il tono della voce ed il linguaggio. Tu ti credi un furbo, un coraggioso, tu non hai paura di nessuno, vero?”

Secco: “Te sei sbajato … Io so’ un fesso” (sguardo rivolto a Luca)

Pol.B: “Allora ok! Diamo per scontato che siete dei bravi ragazzi e quindi come tutti i giovani per bene avete la sana abitudine di fare irruzione nelle ville armati  e con il volto coperto da un passamontagna, giusto Astemio?”

Astemio: “Se Lei mi consente de raccontà i fatti come so’ successi forse ce considererebbe diversamente” (spazientito)

Pol.B: “Ok spara ”

Astemio: “Il mio amico Luca non se faceva vede’ nel quartiere da un sacco de tempo. S’è fatto rivede’ ieri mattina travestito da rappresentante de materassi pe’ tiramme fare da quella situazione co’ Lei e ‘r collega Suo. Quando ve ne siete annati m’ha raccontato ch’era sparito perché stava a frequentà ‘na pischella dei quartieri arti, anzi, ce s’era addirittura fidanzato. Però era sorto un grande problema in quanto la famiglia, cioè er padre de lei, lo voleva conosce e quindi l’aveva invitato per il dopocena alla villa e questo doveva avveni’ ieri sera. Adesso Lei me dirà, e ‘mbè ‘ndo’ sta er collegamento coi casini che so’ successi? Come Lei ha potuto notare co’ la storia der rappresentante de materassi Luca è un fenomeno a ‘nventasse ‘e storie e a calasse in tutti i ruoli possibili e immaginabili. Lui se avesse fatto ‘a ‘ttore a quest’ora stava a “La notte degli oscar” accanto a Marlon Brando, solo che ‘nvece de fa’ l’attore professionista ha scelto de fa’ er casinaro professionista ner senso che ogni vorta che je’ vie’ ‘n’idea se trovamo in mezzo ai casini, cioè, più che artro me ce so’ sempre trovato io che ‘o bazzico da ‘na vita. E in questo caso pure loro. (indica Fettina e soci). Io je’ l’avevo detto che era troppo rischioso e che ce saremmo annati pe’ le piste” (interrotto)

Pol.B: “Dove sareste andati?”

Astemio: “Per le piste, ner senso che ce saremmo messi nei guai. Però lei deve sapè che Luca c’ha ‘n’artra capacità che è quella de esse convincente. Io nun lo so come fa ma alla fine ottiene sempre quello che vole, te faccio due esempi pe’ fatte capi’. Lei deve sapè che lui c’ha ‘na barboncina simpaticissima de nome Camilla. Du’ anni fa è scappata de casa mentre stava in calore e pe’ disgrazia s’è accoppiata co’ ‘n bulldog inglese, te dico che so’ nati cinque scrondi.” (interrotto) 

Pol.B: “Scrondi?”

Astemio: “Sì scrondi, cioè degli esseri che se je’ dici brutti je’ fai un complimento, ‘n antro ar posto suo se sarebbe disperato anche perché tenelli nun era possibile a causa dello spazio. Vendeli idem, e regalalli uguale. Lei ar posto Suo che cosa avrebbe fatto?”

Pol.B: (pensa) “Certo è una situazione incresciosa … Ho trovato! Li avrei consegnati a qualche  associazione di volontari che avrebbe provveduto alla loro sistemazione”

Astemio: “Quei cuccioli, oltretutto dolcissimi, ce se sarebbero invecchiati ar canile, altro che sistemazione.”

Pol.B: “Ok mi arrendo. Luca cosa ha escogitato questa volta?”

Astemio: “Se tenga forte…. Hia Ooh Leee Shi Su, nome de l’unica razza del Tibet orientale, allevata esclusivamente dai monaci locali e considerata sacra. Al mondo non esistono altri esemplari in quanto non esportata. (tono molto serio) … venduti ‘na cocuzza, un milione a cucciolo;

prezzo de favore.”

Pol.B: “Questa da noi si chiama truffa. (si sforza di rimanere serio) E poi quei poveri cuccioli quando i padroni hanno saputo la verità chissà che fine hanno fatto”

Astemio: “In effetti, quando hanno saputo la verità, è successo er finimondo, però alla fine i cuccioli so’ entrati nei cuori dei padroni proprio grazie alla loro dolcezza. E poi er motto de Luca era: cane regalato spesso abbandonato, cane super pagato… ce pensi du’ vorte.”

Pol.B: (scoppia in una fragorosa risata seguito a ruota da tutti gli altri ad esclusione di Luca. Poi si riprende e con un gesto delle mani intima il silenzio) “Nessuno vi ha dato il permesso di ridere! Questa, se ancora non l’avete capito, è una caserma di polizia (si asciuga le lacrime). Continua!” (rivolto ad Astemio)

Astemio: “E poi l’artro esempio che serve a favve capi’ è stato quando la madre, che nun je’ la faceva più, l’ha portato da ‘o psicologo. Sta de fatto che erano passate du’ ore e Luca ancora nun usciva dallo studio der dottore. Allora la madre s’è fatta coraggio e ha aperto la porta, facendo capolino pe’ vede’ che stava a succede li dentro; e lo sa cosa s’è trovata davanti l’occhi?”

Pol.B: “Sentiamo”

Astemio: “ ‘o strizza cervelli sul lettino che je’ stava a raccontà li fatti sua e Luca che lo ascoltava tutto serio dandoje pure i consigli.” (Lento si sganascia dalle risate cadendo dalla panca mentre il Pol.B ed i suoi amici lo guardano attoniti)

Lento: (riprendendosi a fatica) “Nun ce posso crede, n’ho mai visto ‘no psicologo che lavora ar contrario. Lui sul lettino e te su ‘a sedia. O mamma! Me sto a senti’ male”

Astemio: “ Oh, te mai ‘na vorta che capisci er senso dei discorsi” (lento, circondato da sguardi minacciosi, assume un atteggiamento serioso)

Luca: (silenzioso e sottomesso fino a quel momento sbotta) “Cioè famme capì, je’ devi raccontà tutta ‘a storia de ‘a vita mia o dije come so’ annatii fatti? No perché se dovemo fa’ casca’ l’artarini de tutti noi altro che l’alba, qui ce stamo du’ giorni”

Astemio: “Veramente io … “ (interrotto dal pol.B)

Pol.B: “ Io ho capito cosa vuole dirmi Astemio,tu hai usato la tua astuzia e la tua capacità di persuasione per convincerli ad aiutarti a fare il colpo alla villa.Loro sono stati talmente plagiati da te che non sono riusciti a ribellarsi a quest’atto criminale.Tu sei l’unico responsabile di quanto e’ accaduto(rivolto a Luca).Giusto Astemio?E’ questo che hai cercato di dirmi?”

Luca: “Io?”

Astemio: “Veramente io non volevo dire proprio questo.Io….”

 Fettina: “Senta!A tenente Colombo forse…(interrotto)”

Pol.B: “Fai ancora lo spiritoso e ti mando in galera per oltraggio a pubblico ufficiale! Hai capito!” 

Fettina: “Stavo a scerza’. E’ proprio permaloso nun ve se po’ di niente.”

Pol.B: “Non capisci che nella vostra situazione c’è poco da scherzare? Che vi siete cacciati in un guaio molto serio? Avanti! Cosa volevi dirmi”

Fettina: “Ve volevo di’ che Astemio è uno che se prolunga talmente tanto nei discorsi che poi alla fine, dopo du’ ore che ‘o stai a senti’ te viene sempre da domandaje “Aste’ che me voi di’? Qual è ‘a conclusione?”

Pol.B: “Quindi?” (stanco)

Fettina: “Vorrei spiegavve io come so annati i fatti, anche perché senno’ qua ce stamo du’ giorni. (guarda Astemio) Luca ha rimorchiato Elena facendose passa’ pe’ Federico Cisa er figlio de quello de’ ‘e chiavi. E le cose stavano a anda’ bene fino a quando er padre de Elena l’ha invitato a casa sua pe’ conoscelo. Sta di fatto che Luca, convinto ch’er signor Cementati avrebbe scoperto la falsa, c’ha chiesto di aiutarlo. Come? Organizzando una finta rapina. Quindi noi entravamo nella villa spacciandoce pe’ dei delinquenti e lui ce menava e ce faceva scappa’ a gambe levate così da diventa’ ‘n eroe in modo da pote’ racconta’ la verità e esse comunque accettato. Solo che quando stavamo pe entra’ avemo sentito un gran casino dentro al salone quindi me so’ affacciato e ho visto i veri rapinatori, cioè in quel momento nun lo sapevo anzi ero convinto che erano artri amici de Luca che stavano a fa’ il lavoro ar posto nostro. Siccome avevo rinviato un’uscita co’ ‘na pischella pe’ fa’ er favore a Luca, nun c’ho visto più e so’ intervenuto.”

Pol.B: “Accorgendovi dopo un po’ dell’errore di valutazione è quindi nata una colluttazione nella quale, per vostra enorme fortuna, avete avuto la meglio.”

Lento: “ J’avemo fatto capi’ che co’ la banda der Fettina nun se scherza” (spavaldo)

Pol.B: “Non si scherza? Ma non capite che ci sono stati una serie di eventi fortuiti? E solo grazie a questi siete ancora vivi? Come la chiamata di un anonimo alla centrale insospettito da quattro figure losche che davanti all'’ingresso della villa gridavano, litigando, chi dovesse entrare prima, chi dovesse parlare per primo eccetera?”

Fettina: “V’’o dicevo da nun litigà, che stavate a fa’ troppo rumore.” (rivolto ai suoi compagni)

Pol.B: “E meno male che siete dei principianti, e che avete insospettito quel cittadino, altrimenti noi non saremmo intervenuti.”

Astemio: “Ma scusi! Lei ce continua a di’ che senza de voi sarebbe andata a fini’ male, ma non s’è accorto che due de quelli l’avevamo sdraiati e a quell’altro er De Laurentis …” (interrotto)

Pol.B: “De Santis”

Astemio: “Vabbe’ quello. Lo stavamo a pista’ come ‘na zampogna? Cioè pure se nun foste intervenuti voi l’avevamo belli che ‘mpacchettati.” (pacche sulle spalle dagli amici in segno di compiacimento)

Pol.B: “E tu sai che mentre stavate immobilizzando il De Santis i suoi scagnozzi da un momento all'’altro sarebbero rinvenuti e vi avrebbero ucciso? Visto che come sonnifero avete usato un miscuglio dall’odore orripilante, che non so esattamente da cosa sia costituito, però dall’effetto poco duraturo?” (interrotto)

Luca: (rivolto a Fettina) “Ma che è ‘sto miscuglio de che sta’ a parla’? Non avete usato er cloroformio come eravamo rimasti d’accordo? E ‘sto miscuglio do’ l’avete preso?”

Fettina: “Er testa a pera (guarda Lento) arrivati sotto la villa, s’è accorto de essese dimenticato er cloroformio. Ormai stavamo li, mica potevamo torna’ indietro! Quindi avemo preso un po’ de benzina dar motorino der Secco” (interrotto)

Secco: “Un po’?! Tutta me dirai!” (ancora scocciato per il sopruso)

Fettina: “E poi visto che er magnone (indica Secco) doveva anna’ ar bagno, insomma doveva scarica’ rifiuti solidi, questi l’avemo  diluiti … “

Pol.B: “Basta! (schifato) Grazie della spiegazione.Ho capito non c’è bisogno che continui. La storia da voi raccontata, comunque, era come me la immaginavo io, grazie anche alla confessione del De Santis e da quello che è emerso dagli interrogatori della signorina Elena e del Benedetto. Soprattutto da quest’ultimo (guarda Luca il quale è colto da un grande imbarazzo); solo che a me interessava anche la vostra versione.” 

Fettina: “Cioè vuol dire che quando è entrato qui già sapeva che eravamo innocenti? E nonostante tutto s’è divertito a mettece l’ansia e a facce spaventà a morte?” (prossimo all'’attacco isterico)

Pol.B: “Innocenti non lo siete di sicuro, questo dipenderà dal sig. Cementati nel senso dalla sua volontà di esporre o no una denuncia nei vostri confronti. E dipenderà anche da voi … e da me.”

Luca: “In che senso scusi.”

Pol.B: “Mettiamola così! Il sig. Cementati è convinto che voi siete una banda di malviventi e sarà molto difficile fagli credere il contrario. Io non ho mai creduto a questa accusa e la nostra chiacchierata ha dissolto i pochi dubbi che avevo…” (interrotto)

Astemio: “Perfetto!! Quindi Lei andrà dal Cementati e gli spiegherà la situazione in modo che ritiri la denuncia, e così tutti vissero felici e contenti.”

Pol.B: “ In effetti potrei anche farlo, però c’è un piccolo problema che dovremmo risolvere qui in questa stanza”

Secco: “Che problema?”

Pol.B: “Nel commissariato io ed il mio collega, dopo l’arresto del De Santis, siamo considerati degli eroi, al punto che già comincia a girare la voce di una nostra possibile promozione, con tutti i benefici che questa comporterà. E’ ovvio che nessuno sa che in effetti il grosso del lavoro, anche se per pura coincidenza, l’avete svolto voi  facendoci trovare la banda del De Santis fuori combattimento”

Fettina: “Può arrivare al punto? Tanto ho già capito dove vole parà”

Pol.B: “Il punto è questo. Il caso lo sto gestendo io e quindi si possono aprire due scenari. Il primo è che voi promettete di non raccontare a nessuno, tanto meno ai giornalisti , quello che è avvenuto nella villa. Vorrei puntualizzare che quando dico a nessuno intendo proprio nessuno, ed io prometto di andare dal Cementati e convincerlo a ritirare la denuncia.”

Secco: “E come farà a convincerlo?”

Pol.B: “Raccontandogli la verità ed aggiungendo che, appena si saranno calmati gli animi, sarete disposti a ritornare nella sua villa per ufficializzare le vostre scuse”

Astemio: “E ai nostri genitori che ce stanno aspettà pe’ massacracce che je racconterai?”

Pol.B: “Loro li ho convocati senza spiegargli effettivamente il motivo. Confidavo in un consiglio da Luca visto la sua estrema fantasia”

Fettina: “E se invece nun accettamo e raccontamo la nostra verità?”

Pol.B: “Partendo dal fatto che la vostra verità prevede comunque l’entrata coatta in una proprietà privata, il possesso di un’arma, vostra o no sempre di possesso si tratta, disturbo della quiete pubblica e danni morali e fisici visto lo spavento che avete causato alla povera famiglia Cementati e sempre tenendo conto del fatto che rimane la “vostra” verità, nel senso che attualmente non si è presentato nessun testimone a vostro favore.Io credo che per voi sarà molto difficile dimostrare che le impressioni del Cementati siano sbagliate. Ragazzi!Apriamo gli occhi,qui c’e’ il Cementati che vi considera una banda di malfattori trovatosi per pura coincidenza in concorrenza con un’altra banda,idem Ascanio De Santis al quale avete distrutto mesi,anzi,anni di programmazione per quanto riguarda il colpo. E poi devo aggiungere che entrambi, per motivi diversi, se potrebbero avere Luca tra le mani lo ridurrebbero in poltiglia.Ora in un ipotetico confronto ci troveremo davanti alla vostra versione dei fatti rispetto alla loro. Ascanio e’ un professionista delle rapine e non ammetterà mai di essere stato fregato da degli stupidi ragazzini in vena di sciocchi scherzi,lui vi reputa dei professionisti e sarà molto difficile convincerlo del contrario.Il signor Cementati e’ un industriale stimato e rispettato e la sua parola varrà sicuramente più della vostra, ed io sarò costretto ad attenermi a quello che ho visto all'’interno della villa.Vi lascerò soli un po’ di tempo per riflettere sulla mia proposta confidando sul vostro buon senso. Tornerò fra un quarto d’ora.Pensateci bene. (esce)

Fettina: “Io nun ce sto! Infondo il lavoro l’avemo fatto noi, potremmo diventà famosi e andà su tutti i giornali e in tutte ‘e trasmissioni, ovviamente a pagamento. V’ ‘o ‘mmaginate ‘e pischelle che c’avremo? In tutte ‘e discoteche l’attrazione saremo noi.”

Lento: “Ogni vorta che ce sarà d’acchiappà ‘n’ assassino o un mafioso ‘a polizia ce chiamerà a noi. E ogni vorta je risorveremo er problema”

Astemio: “E’ arrivato Charles Bronson er giustiziere d’a notte. A raga’ nun  continuamo a mettese nei guai, qui, come se movemo avemo commesso comunque dei reati quindi c’è poco da fantasticà.”

Luca: “Il tenente è stato molto chiaro, anche se intraprenderemo ‘na battaglia pe’difende i nostri diritti e la verità verremo sicuramente sconfitti. Noi nun contamo niente e quindi nun c’avemo scampo, è meglio salvà er salvabile anche perché l’unico che potrebbe aiutacce, visto che sa la verità, è Benedetto l’amico de Elena ma su de lui nun conviene nemmeno speracce. Io v’ho messo in mezzo ai guai e io ve devo convince a lascià perde e accettare ‘a proposta che c’hanno fatto.”

Fettina: “E a Elena nun ce pensi? Hai fatto tanto pe passà da eroe e mo’ che c’hai ‘a possibilità accanni? Io nun te capisco.”

Luca: “Ormai Elena l’ho persa, avete sentito pure voi er padre che me vole fa’ se me prende. Certo se ce penso me verrebbe voja de ammazzamme pe’ quanto l’amo ma adesso, ripeto, pe me è importante convinceve a lascià perde e uscì puliti da ‘sta storia.”

Astemio: “Io so’ d’accordo co’ te (rivolto a Luca) però pure se mo’ stai a fa’ er serio, ed è ‘a prima vorta che succede da quando te conosco, devi cercà de trovà l’urtima calla pe sarvamme dall’ira de mi’ madre.”

Luca: “Non ve preoccupate ho già trovato una storia da consigliare al tenente per tenere buoni i nostri.”

Lento: “Ma se noi raccontamo la verità, il tenente non può testimoniare a nostro favore visto che c’ha creduto? Perché tutti ‘sti problemi? Io non capisco.”

Sscco: “Bentornato a Lentooo! ‘do sei stato fino a ‘desso? Ma nun l’hai sentito quello che c’ha detto ‘a guardia?”

Tutti: (in coro) “Buonasera!”

Fettina: “Lascia perde Lento, torna nel tuo mondo sperando che non dai fastidio pure la.”

Astemio: “E te Se’ (rivolto a Secco) che ne pensi?”

Secco: “Io voglio annammene da qua, voglio anna’ a casa, voglio compramme er Corriere d’o sport e ‘nammelo a legge ar parchetto. Insomma pe me questo è soltanto un brutto sogno, me voglio svejà e non ricordamme più niente.”

Fettina: “Insomma sto in minoranza a quanto ho capito. E vabbè! Potevamo diventà famosi e invece continueremo a esse dei pinchi pallini qualsiasi, contenti voi.”

(entra il pol.B)

Pol.B: “Allora? Cosa avete deciso?”

Luca: “Abbiamo accettato la Sua proposta.”

Pol.B: “Perfetto! Un comportamento da persone intelligenti il vostro, in questo modo tutti saremo ricompensati. Voi manterrete la fedina penale pulita, e alla vostra età e per il vostro futuro vi posso assicurare che è fondamentale, mentre io riceverò la mia agognata promozione. Adesso andrò a farmi una bella dormita e domani in mattinata andrò a parlare con il sig. Cementati. Ah! Dimenticavo. Come dovrò giustificare la convocazione dei vostri genitori ed il vostro fermo?”

Luca: “Je dica che siamo stati coinvolti in una rissa e che tutto è successo per motivi nobili in quanto siamo intervenuti in difesa di una ragazza che stava subendo dei maltrattamenti da alcuni balordi.”

Lento: “A mi’ madre je dica che quando uno de questi ha provato a scappà co la macchina io je so’ zompato sur tetto e nonostante questo, con testacoda e inchiodate da paura, ha provato a famme cadè. So riuscito a fallo sbandà e  mandallo a sbatte contro un palo.”

Secco: “Si poi te sei levato i vestiti e sotto c’avevi un mantello rosso co’ ‘na tuta blu e sur petto ‘a lettera esse.”

Lento: (mentre il pol.B assiste divertito alla discussione) “Me sa c’ho esagerato.”

Luca: “Me sa!”

Pol.B: “Adesso vi dovrò salutare, tra un po’ verrà a chiamarvi il mio collega e vi condurrà dai vostri. Sinceramente devo ammettere che, nonostante tutto, è stato un piacere avervi conosciuto. Siete dei bravi ragazzi ed anche molto simpatici, spero che tutto quello che è successo vi sia servito da lezione  in modo che in futuro eviterete qualsiasi tipo di bravata. Mi farò vivo il giorno che andrete dal Cementati per porgergli le dovute scuse. Buona fortuna.”

Cambio scena

(un mese dopo i cinque amici rispettando una prassi che si svolge quotidianamente si ritrovano sulla panchina del parco a fare la consueta rassegna stampa a sfondo monotematico visto che le notizie vengono prese da una sola testata sportiva – corriere dello sport – ed i commenti riguardano solo le due maggiori squadre capitoline. Si apre il sipario con i cinque seduti sulla panchina con il quotidiano sportivo aperto a nascondere il viso. Tranne Luca, il quale è l’immagine vivente della tristezza e della depressione; la sua lunghissima barba è un segno inconfutabile dello stato d’animo che lo pervade)

Fettina: “i Campioni dell’Italia siamo noi!”

Secco: “Nun ve se sopporta più co’ ‘sta canzone, prima o poi ve se dovrà consumà ‘sto disco.”

Lento: “A ‘Se’!”

Secco: “Che vòi?”

Lento: “Sei proprio d’’a Lazio.” (risate degli altri)

Secco: “A Lento!”

Lento: “Che vòi?”

Secco: “Evapora.” (risate)

Lento: “Ma che stai a rosicà?”

Secco “Io nun sto a rosicà però se me prendi in giro ancora ‘a Lazio te stacco ‘n braccio e te lo metto pè cravatta” (risate)

Astemio: “Sei proprio un puzzone a secco.”

Secco: “Te sta’ zitto che c’hai ‘na fiatella  che ogni vorta che te vai a confessà er prete mette er record d’apnea.” (risate)

Astemio: “Senti chi parla! Roba che te lavi co’ la saponetta ar pecorino.”

Luca: “La famo finita per favore! (con la voce che sembra provenire dall’oltretomba) Io nun dico che me dovete consolà e stamme vicino, come avrebbero fatto dei veri amici. Però almeno fate silenzio in segno de rispetto per il mio dolore.”

Fettina: “A Luca è un mese che te stamo a consolà però te nun ce pensi proprio a ripijatte; che dovemo fa’? Infondo i dolori ce li avemo avuti tutti.”

(entra il pol. B e approfittando del fatto che nessuno si è accorto della sua presenza si ferma ad ascoltare quello che si dicono i ragazzi)

Secco: “A me s’è rotto er motorino e mi’ padre m’ha detto che lo riparerò quanno c’avrò li sordi, il che vo’ di’ che se nun trovo un lavoro rimango a fette fino ar prossimo Giubileo.”

Lento: “ Mi’ madre ha preso appuntamento dar dottore pe famme da’ ‘na cura de fosforo.”

Secco: “Era ora!”

Astemio: “Mi padre me vole manna’ a fa’ er sordato volontario.”

Fettina: “Io domani attacco ai mercati generali. E me rode non tanto perché devo arzà tonnellate de frutta, o perché me devo svejà all'’alba ma me rode perché nun era questo che volevo dalla vita.”

Pol.B: (decide di intervenire) “Buongiorno ragazzi!” (i cinque saltano dallo spavento e dalla sorpresa)

Fettina: “Mamma mai! C’hai fatto salì er core sui capelli!”

Pol.B: “Mi dispiace non volevo spaventarvi.”

Fettina: “Non ho detto che m’hai spaventato.” (torna in sé)

Pol.B: “Ok! Ok! E’ tanto che non ci si vede. Come va? Tutto bene?”

Secco: “ A Lei sicuramente va tutto bene! Sa com’è, se semo informati e avemo saputo c’ha fatto carriera. A noi invece va come sempre.”

Astemio: “Da schifo”

Pol.B: “Io non sarei così pessimista se fossi in voi.”

Astemio: “Nun ce giurerei.”

Pol.B: Ma luca non è con voi? Speravo di incontrare anche lui.”

Fettina: “Motivo?” (sospettoso)

Pol.B: “Devo comunicarvi una notizia che interessa voi ma in particolar modo Luca.” (Luca con gesti esagerati fa capire ai compagni che non vuole farsi riconoscere)

Astemio: “Luca oggi non è venuto, però se ce la dice a noi è uguale tanto poi stasera lo vedemo.”

Pol.B: “Dovrete comunicargliela prima visto che la notizia è che il sig. Cementati in questo mese ha completamente estinto la rabbia che aveva nei vostri confronti, anche grazie alla mia mediazione, e quindi ha deciso di incontrarvi tutti questa sera alle 21:00. (si sofferma ad osservare Luca) Ma noi ci siamo già visti?” (Luca nega vistosamente con il capo)

Fettina: “Sicuramente l’avrà visto sotto qualche portico dove se mette de solito a dormì. E’ un povero disgraziato che ogni tanto quanno viene qui ar parco noi je famo compagnia.”

Pol.B: “Poveretto. Tieni. (gli da 10 mila lire) Comprati qualcosa da mangiare. (Luca prende i soldi e ringrazia) Ora devo andare, forse ci vedremo questa sera anche se non vi posso dare al certezza assoluta. Sapete il mio nuovo incarico è molto impegnativo. Però prometto che farò il possibile. Avvertite Luca e salutatemelo.” (esce di scena)

Astemio: “Ed alla fine è arrivato il momento di tornare in quella casa. Io sarò imbarazzatissimo dopo quello che è successo, non so voi.”

Luca: “Io nun vengo nemmeno se me ce portate a forza. Non riuscirei a reggere lo sguardo di Elena.”

Fettina: “E invece ce dovemo anna’. Primo! Perché in fondo nun c’ha denunciato equindi è er minimo che potemo fa’. Secondo! Perché se ce pensamo bene in tutto quello ch’ è successo noi c’avemo avuto ‘na parte importantissima e quindi potemo presentasse a testa alta.”

Luca: “Sempre se Marcus er maggiordomo nun ce la stacca.”

Astemio: “Io sono d’accordo col Fettina, mettemolo a votazione. Chi pensa che è giusto annacce arzi la mano.” (Luca rimane il solo a non alzarla)

Fettina: “Me dispiace Lu’ devi veni’ co’ noi, non te preoccupà, te staremo vicini. Però datte ‘na lavata, fai tarmente schifo che quanno te farai ‘a doccia saranno ‘e verruche a mettese ‘e ciavatte. E poi ne ‘a vita nun se po’ mai sape’. E’ capace che Elena te vede tutto bello ‘ncipriato e ce casca ‘n’artra vorta. Hai visto mai! Certo che se te presenti così manco ce fanno entrà.”

Astemio: “A raga’ ve devo lascia’. Allora se vedemo alle nove fuori dar Cementati, cercamo de entrà tutti insieme.” (esce di scena)

Lento: “Devo anna’ . Passate a pijamme a casa sennò è capace che me dimentico.” (esce di scena)

Secco: “Me ne vado pure io. Vado da mi’ cugino adije se me po’ prest’ i sòrdi pe aggiusta’ er motorino”

Fettina: “Ma se po’ sape’ quanti sordi je devi da’ a tu’ cugino?”

Secco: “Boh! Ho perso er conto. Bella raga’. A stasera” (esce)

Fettina: (si alza) “E noi invece ‘o sai che famo? S’annamo a fa’ ‘na steccata comei vecchi tempi. Come ‘a vedi?”

Luca: “Nun me va. Grazie”

Fettina: E dajee!!”

Luca: “No grazie Fetti’ nun me va.”

Fettina: “Fa’ come te pare, comunque se vedemo stasera e vedi da nun dacce buca.” (esce di scena)

BALLETTO (e cambio scena)

(Stesso salotto descritto precedentemente, questa volta sul divano seggono imbarazzati Luca e soci. In piedi accanto a loro c’è Marcus immobile come una statua)

Astemio: “Veramente una bella casa. E tanto che lavora qui?” (rivolto a Marcus il quale non risponde)

Secco: “Oh guarda che se sei arrabbiato con noi basta che c’o dici senza fa’ l’offeso.” (Marcus volge molto lentamente lo sguardo verso Secco il quale, intimorito, cerca aiuto dai propri compagni)

Luca: Non ce vòi nemmeno di’ perché semo stati convocati? Sai se er Cementati me vòle ancora distrugge? Se Elena me odia tarmente tanto che m’ha già dimenticato?”

Lento: “ E’ capace pure che s’è messa cor signorino Benedetto. T’o immagini che pezzo che te farebbe? (Luca si rattrista mentre gli altri riempiono di scappellotti Lento. In quel momento entra il sig. Cementati e questo fa ricomporre il quintetto il quale sta per alzarsi ma un gesto di Cementati glielo impedisce)

Sig. Cem.: “Bene! Bene! Eccoci di nuovo qui tutti insieme. Puoi andare (rivolto a Marcus). Oggi ho l’onore di vedere in viso il resto della compagnia visto che nella precedente occasione eravate coperti da quegli orribili passamontagna. Mentre il tuo ce l’ho stampato bene in mente … purtroppo. (rivolto a Luca), il quale è colto da un enorme imbarazzo). Ma cosa hai? Non ti riconosco più. Dov’è finita la tua baldanza? Certo che hai subito una notevole metamorfosi. Veramente notevole. (si siede su di una vicina poltrona). Gradite qualcosa da bere? (i cinque fanno cenno di no) Ragazzi! La lingua l’avete ancora o è stata smarrita?”

Fettina: “E’ che noi se vergogniamo ‘na cifra dopo quello che avemo combinato”

Astemio: “Abbiamo un sacco de sensi de colpa”

Lento: “Io c’ho paura che lei ce ripensa e ce fa’ mena’ dar gorilla travestito da maggiordomo”

Secco: “Io veramente più che bere vorrei magna’ quarcosa se non disturbo”

(disappunto dei compagni)

Sig.Cem.: “Nessun disturbo appena avremo terminato la nostra serena conversazione le garantisco che la cucina sarà a sua completa disposizione”

Secco: “Grazie è molto gentile”

Sig.Cem: “Si figuri!E lei Signor Federico Cisa non ha niente da dirmi?”(rivolto a Luca mentre i compagni di questi si trattengono dal ridere)Ma lo sa che lei possiede una dialettica ed una fantasia fuori dal comune?”

Luca: “Si lo so.Me lo dicono in tanti:”(sottomesso)

Sig.Cem: “Il signorino Federico possiede o possedeva,visto che sicuramente non lo incontrerò mai più,un ottima conoscenza dell’italiano ed una galanteria a dir poco ammaliante.La possiede anche lei? Comunque devo ammettere che il fu Federico Cisa mi era molto simpatico.”

Luca: “Mi sono diplomato con ottimi voti ed i professori mi dicevano che possedevo una intelligenza fuori dal comune.”

Sig.Cem: “Utilizzata per cattivi propositi” (metidabondo)

Lento: “Pure a me dicevano che avevo un grado d’intelligenza fuori dal comune.Nel senso che in tutto er comune de Roma non c’era nessuno con un grado basso come er mio:”(Cementati sorride con fare sincero)

Fettina: “Me sa che non ce sta in tutto l’universo” (Astemio da una gomitata a Fettina)

Luca: “Mi scusi se mi permetto ma non ho capito il senso della vostra domanda.”

Cementati: “Allora arriviamo al motivo di questa vostra convocazione. Io sono stato molto inquietato con voi e soprattutto mi sono sentito tradito dal comportamento di Luca, effettivamente se ti avessi avuto tra le mani subito dopo il fattaccio non so cosa ti avrei fatto. Però i l tempo aiuta a riflettere ed ho cominciato a vedere quello che è accaduto, ma soprattutto che mi è accaduto, con un’ottica diversa. In questo devo ammettere che mi ha aiutato molto il nuovo commissario De Giorgi, che voi avete avuto il piacere di conoscere in diverse occasioni. (guarda Astemio). La vostra azione è stata terribilmente stupida e scellerata, poteva avere degli effetti tragici e devastanti. Io, come Luca già sa, ho perso mia moglie da non molto tempo ed il pensiero che Elena, il mio unico amore attualmente, deve la sua integrità alla vostra, e ripeto, stupida azione mi ha fatto ravvedere su molte idee che mi ero creato, su di voi ed in generale sulla vita. Adesso mi spiego anche la tua astiosa reazione di fronte alla filippica tenuta da me in quella triste serata e per questo mi scuso con te. (rivolto a Luca) ed indirettamente con i tuoi amici. (smarrimento dei ragazzi) Il commissario De Giorgi, con un’invidiabile sincerità, mi ha anche informato del modo in cui ha ottenuto la promozione. Senza la vostra complicità non ce l’avrebbe mai fatta.”

Secco: “Veramente c’ha quasi obbligato a collaborà.”

Sig.Cem: “Sono a conoscenza di tutto. Come vi ho detto è stato molto sincero, sta di fatto che sia lui che la mia famiglia abbiamo giovato indirettamente della vostra … pazzia!? Si penso che questo sia il termine più appropriato. Quindi sono arrivato alla conclusione che anche voi in qualche modo doveste ricevere una forma di ricompensa. Come? Quale? Queste sono le domande che mi sono posto questa notte al punto che non sono riuscito a prendere sonno. Il commissario De Giorgi mi ha fatto un resoconto dettagliato di ognuno di voi, in cui è emerso che non stante le apparenze siete dei bravi ragazzi, provenienti da famiglie oneste e lavoratrici. Queste notizie confortanti aggiunte alla proposta fattami da un amico questa mattina hanno fatto si che trovassi la risposta alle mie domande. Ebbene visto che questo mio amico mi ha proposto l’acquisto di una discoteca nel centro di Roma, ho deciso di accettare e di affidare la gestione a voi quattro.”(indica gli amici di Luca i quali si guardano esterrefatti) 

Secco: “Che ce lo po’ ripete più lentamente per cortesia in modo da ave’ la certezza che avemo sentito bene?”

Sig.Cem: “Allora mettiamola così. Ci mettiamo in società, io compro la discoteca ricavando il 60% dei profitti e voi penserete alla gestione dividendovi il 40%. Vi sembra equo?”

Astemio: “Se è un sogno ve prego de nun svejamme stavolta.”

Lento: “Se ‘sta cosa va in porto prometto che vado a fa’ ‘o yoga pe’ ‘a concentrazione.”

Secco: “Potrò rida’ i sordi a mi’ cugino e aggiustà il motorino.”

Fettina: “Io rifiuto!” (sbalordimento generale)

Sig.Cem: “Perché scusi? La proposta non è di suo gradimento?”

Fettina: “Ammazza se lo è! Però non è di mio gradimento er fatto che Luca rimane fòri.”

Astemio: “Preso dall’entusiasmo non c’ho pensato. Scusa Luca. (mortificato) Pure io non accetto senza Luca.”

Lento: “Io me sa che me so’ perso un po de passaggi. Nun ce sto a capi’ niente.”

Secco: “Tanto ormai me so’ abituato a anna’ a fette. Pure io non accetto!”

Luca: “A raga’ non fate gli stupidi. Accettate ‘sta proposta, io m’arragerò. E’ pure giusto che paghi solo io.”

Gli amici in coro: “Nun se ne parla proprio, o tutti o nessuno.”

Sig.Cem: “La lealtà che avete fra di voi è commovente. Ed è un’altra lezione che mi avete dato. Ma per quanto riguarda Luca avevo pensato anche a lui. Per prima cosa lo iscriverò all'’università, dove potrà scegliere il ramo che preferisce, e gli manterrò gli studi fino alla laurea. Poi quando vorrà e ne avrà il tempo potrà lavorare nella mia società immobiliare ricevendo una proficua percentuale per ogni appartamento venduto e visto le capacità che ti ritrovi sono sicuro che avrai un bel gruzzoletto il giorno della laurea. (la notizia sembra lasciare indifferente Luca mentre gli amici lo abbracciano festosi) C’è qualcosa che non va Luca? Pensavo che fosse un’ottima proposta. Avanti! Qual è il problema?”

Fettina: “A Luca nun ce stanno i problemi, ma te rendi conto che proposta t’ha fatto?” (gli amici confermano il pensiero del Fettina)

Luca: (si alza in piedi) “La ringrazio per l’offerta Lei è molto generoso e devo ammettere che anche io sono stupito dal suo cambiamento. Ma l’unica notizia che mi avrebbe reso veramente felice era la possibilità di scusarmi con Elena e dirle che tutto quello che ho causato l’ho fatto solo per amore ed anche se lei avesse deciso di non amarmi più mi sarei accontentato del suo perdono. Ma visto che Elena non è presente devo quindi dedurre che non vuole più vedermi.  Io adesso non ho più la forza ne la volontà sia di studiare che di vendere appartamenti.” (si dirige verso l’uscita incurante delle suppliche dei suoi amici)

Sig.Cem: “Luca! Aspetta!”

Luca: “Mi dispiace non ho più niente da aggiungere.”

Sig.Cem: “Ma io si! Fermati!”

(Luca si ferma e si volta verso il Cementati) 

Sig.Cem: “Mia figlia non è più la stessa da un mese a questa parte, non fa altro che piangere. E’ stata afflitta da mille dubbi ma non sono bastati a scalfire l’unica certezza che aveva, ovvero che il tuo amore per lei è sempre stato sincero.” (interrotto)

Lento: “Ce pòi giurà! ‘O doveva vede’ com’era ridotto fino a stamattina. C’aveva ‘na depressione tarmente forte che je s’erano ammosciati pure i lobi de’e ‘recchie.” (scappellotti da parte dei compagni)

Sig.Cem: “Ma questa certezza non basta, lei vuole che tu sia sempre sincero e vuole da te una promessa solenne in tal senso… veramente lo vorrei anche io.”

Luca: “Se fosse qui sarebbe la prima cosa che farei. (sorpresa delle sorprese: Elena, silenziosamente, entra e si avvicina a Luca, ignaro di averla alle sue spalle. Lento sta per fare una delle sue famose uscite, bloccato appena in tempo dal Fettina) Ma la realtà è questa ed è inutile in questo  momento guardarsi alle spalle, quello che è stato è stato, adesso devo pensare a quello che sarà”

Sig.Cem: “Io non sono d’accordo. Io ti consiglierei invece di voltarti e guardare alle tue spalle.” (Luca sembra non capire ma accetta il consiglio. La sua reazione alla vista di Elena è un misto di imbarazzo, stupefazione, felicità e l’unione di queste sensazioni si traduce in una forte forma di ebetismo. I due si guardano intensamente ma rimangono distanti)

Luca: (guarda il sig. Cementati aspettandosi un cenno di assenso che immancabilmente avviene, quindi si avvicina ad Elena e prende le sue mani) “Ti ho fatto soffrire molto, ed ho messo in pericolo la vita tua e dei miei amici a causa delle mie menzogne e della mia superficialità. Ti prometto solennemente che questo non accadrà più e ti chiedo infinitamente scusa. Non chiedermi di rimanere amici … io ti amo e soffrirei troppo ad averti vicino. Ti sei fidanzata con Benedetto?”

Elena: (sorride dolcemente) “Non l’ho più voluto vedere da quella fatidica serata”

Luca: “Beh! Questo non mi dispiace visto la persona. Però nonostante tutto se dovessi incontrarlo porgigli le mie scuse e digli che tutte quelle minacce erano solo un modo per impressionarlo; io non ho mai fatto male ad una mosca.”        

Elena: “Quali minacce? Non capisco.”

Luca: “Lui capirà non preoccuparti. Bene! E’ giunto il momento di salutarci (guarda i compagni sgomenti) Oh! A raga’! Nun ve fate sfuggi’ ‘st’occasione. A Fetti’  li affido a te. A Lei un doppio ringraziamento (rivolto al Cementati) per avermi dato la possibilità di chiarirmi con Elena e per tutto quello che sta facendo per i miei amici.”

(entra il pol.B dirigendosi verso il Cementati)

Pol.B: “Scusate il ritardo! (si guarda intorno dubbioso) Hei! Ma cos’è questa aria da funerale?”

Luca: “E’ arrivato proprio al momento opportuno (rivolto al pol.B)  Ringrazio anche Lei, non sono stupido al punto di non capire che in tutto quello che sta succedendo c’è anche il suo zampino. Grazie di cuore. Addio Elena (la guarda intensamente, le bacia la mano e si dirige mogio verso l’uscita)

Elena: “Luca! Luca!”

Luca: “Si?”

Elena: “Come al solito hai parlato solo tu senza darmi la possibilità di aprire bocca e di esprimere un mio parere. Avvicinati, voglio dirti una cosa che ho in mente da quando sono entrata. (Luca si avvicina lentamente, fermandosi vicinissimo di fronte ad Elena. I due si guardano intensamente) Abbracciami stupido! (Luca rimane sbalordito al punto che no sa cosa fare)  

Luca: “Io?”

Secco: “Se vòi l’abbraccio io.”

Luca: (guarda i suoi compagni e poi Elena) Veramente io pens …” (interrotto)

Fettina: “Me sembri come ‘n’ovo de Pasqua  sotto l’arbero de Natale.”

Lento: “Stai a fa’ er fregnone”

Astemio: “Ma che vòi ‘na spinta?”

(Luca spronato dai suoi amici stringe intensamente  Elena a se. Lento emozionato da tanto romanticismo abbraccia Fettina che lo respinge sdegnato, il Cementati ed il pol.B si stringono calorosamente la mano e il sipario si chiude con questa scena felice)

Fine