Regalo di Santa Lucia

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Regalo di Santa Lucia

dramma in due tempi di

David Conati

Personaggi:

Giorgio: Impiegato, marito di Patrizia, padre di Mirko e figlio di Achille.

Patrizia: Moglie di Giorgio, madre di Mirko e nuora di Achille, casalinga.

Mirko: Figlio di Giorgio e Patrizia, studente universitario fuori corso.

Achille: Padre di Giorgio, ex inventore e imprenditore.

Natascia: Ragazza rumena amica di Achille.

Scena: Unica
Soggiorno di una casa di ceto medio con una porta che si apre sull'esterno, una che dà verso la cucina e una porta che dà verso le camere.
Arredamento semplice.
Potrebbe esserci un divano davanti ad una parete e un tavolo con alcune sedie in centro scena.
Un albero di Natale e qualche addobbo natalizio contribuirebbero a creare l'atmosfera
L'azione si svolge in diversi momenti nell'arco di due giornate.
Periodo: Dicembre 1995.

Atto 1°

Patrizia è intenta a preparare la tavola mentre aspetta che arrivi a casa il marito per l'ora di pranzo.

Giorgio: entra in scena senza dire una parola, si toglie la giacca o il soprabito, getta la 
valigia sul divano e va a sedersi a tavola.

Patrizia: Ciao, caro…Siediti a tavola che è pronto lo scruta brutta giornata oggi?

Giorgio: la guarda severo Non brutta, pessima. Pessima. E' proprio il caso di dire che la settimana è 
cominciata male e il peggio deve ancora arrivare. Siamo in ritardo con le consegne e proprio 
stamattina quattro persone hanno mandato malattia perché sono a letto con l'influenza. I clienti 
telefonano infuriati perché aspettano la merce che hanno ordinato, il capo che per questo è 
inavvicinabile…Se continua così dovrò andare io in magazzino a preparare le spedizioni. Cos'hai 
preparato di buono?

Patrizia: Riso in bianco, sai che sei in dieta, secondo lo schema del medico oggi tocca riso in bianco.

Giorgio: Ci mancava pure la dieta! Come se non bastasse la mattinata che ho appena passato.

Patrizia: Non ti scaldare, te l'ha o non te l'ha consigliato il dietologo? 

Giorgio: Si, si, anche il dietologo, mi ha tolto una delle poche soddisfazioni della vita; ma tu dimmi se io 
posso continuare a soffrire in questo modo. Mio nonno si lamentava che ai suoi tempi faceva la 
fame perché non c'era da mangiare e io invece devo fare la fame perché ce n'è troppo! Non ti 
sembra questo un paradosso o un supplizio crudele? Un conto è avere fame ma consolarsi perché si sa che non ce n'è per nessuno, un altro è aver fame, sapere che ce n'è e non poter mangiare perché qualcuno te lo vieta e poi dimmi tu se è possibile mettere a dieta una persona proprio durante le feste di Natale. E' o non è sadismo tutto questo? 

Patrizia: Giorgio è inutile che fai la vittima, se sei a dieta è perché probabilmente hai esagerato, 
semplicemente questo. Non c'è nessun accanimento o complotto nei tuoi confronti.

Giorgio: Possibile che non si possa fare una tregua?

Patrizia: Non sei in guerra, come puoi invocare una tregua. Ricorda che è per il bene della tua salute.

Giorgio: Continuando a mangiare questa roba vedrai tu che fine farà la mia salute.

Patrizia: Un po' di pazienza, per Natale farai un'eccezione.

Giorgio: Pazienza!…Fai presto a parlare tu… Vuoi dire che mi toccherà stare a regime fino a Natale?

Patrizia: affettuosa Resisti…So che ce la puoi fare.

Giorgio: sconsolato Dammi qua. 

Patrizia gli mette davanti il piatto e poi si siede davanti ad un piatto di spaghetti con le vongole.

Giorgio: Tu cosa mangi? 

Patrizia: Un insano piatto di spaghetti con le vongole.

Giorgio: Ah! E per me riso in bianco.

Patrizia: A me il riso in bianco non piace e poi scusa, il dietologo l'ha consigliato a te, io non devo stare a 
dieta. Non devi fissarti sulle apparenze, supera l'aspetto estetico dell'alimento e concentrati sulla 
sua funzione.

Giorgio: Io dovrei concentrarmi sulla sua funzione. E tu?

Patrizia: Io non sono a dieta.

Giorgio: Potresti farla per solidarietà.

Patrizia: Io per solidarietà mangio gli spaghetti con le vongole che a te non piacciono. 

Giorgio: guardando invidioso il piatto di Patrizia E… li mangi tutti?

Patrizia: Mangia il riso che si fredda.

Giorgio: Si, mi si fredda. Che bella soddisfazione. Uno lavora tutta la mattina per poi tornare a casa e 
dover soffrire in questo modo. Sei un'aguzzina, ecco cosa sei.… 

Patrizia: Giorgio piantala, non puoi continuare tutti i giorni con questa storia. Chi è stato messo a dieta 
leggera e priva di grassi tra noi due?

Giorgio: Io…

Patrizia: Allora mangia il riso che ti si raffredda.

Giorgio: Potrei almeno aggiungerci del parmigiano?

Patrizia: No. Mangia…

Giorgio: Mangia il riso…E Mirko dov'è? Come mai non è ancora tornato?

Patrizia: Stamattina doveva dare un esame…non ricordo bene di cosa. Avrà fatto tardi all'università, 
vedrai che tra poco sarà di ritorno.

Giorgio: Prima o poi io e tuo figlio dobbiamo fare un bel discorsetto.

Patrizia: Ti ricordo che Mirko è anche figlio tuo e non solo mio visto che il padre sei tu.

Giorgio: Questo non è certo.

Patrizia: Cosa hai detto scusa?

Giorgio: Stavo scherzando.

Patrizia: Ah, stavi scherzando…

Giorgio: Comunque nostro figlio sarebbe ora che si decidesse a terminare questa cazzo di Università. E' 
da una vita che lo manteniamo, non si può andare avanti in questo modo. Quanti anni ha ormai?

Patrizia: Chi?

Giorgio: Mirko.

Patrizia: Giorgio, ma cosa c'entra.

Giorgio: Rispondi… quanti anni ha nostro figlio?

Patrizia: Piantala! Perché sei tornato a casa col nervoso e sei arrabbiato col dietologo che ti permette solo 
di mangiare roba scondita non hai nessun diritto di trattarmi sempre in questo modo, e poi, visto 
che Mirko è anche figlio tuo, dovresti saperlo quanti anni ha!

Giorgio: si fa pensoso. Poi timidamente azzarda …venticinque?

Patrizia: Ventotto! Ne ha ventotto! Nostro figlio, e sottolineo nostro, ha ventotto anni.

Giorgio: Cosi tanti?

Patrizia: Si, così tanti. pausa Che razza di padre sei?! Non ti ricordi nemmeno quanti anni ha tuo figlio, e 
meno male che ne hai uno soltanto. A meno che tu non ne abbia altri in giro per il mondo.

Giorgio: Ma cosa dici!?

Patrizia: Se tu puoi permetterti di fare battute sagaci sul fatto che il padre non è certo, non puoi impedire a 
me di fare dell'ironia sul fatto che tu possa averne concepiti altri in giro per il mondo.

Giorgio: Che discorsi sono! Sai benissimo che non è così!

Patrizia: Per quello che mi racconti.

Giorgio: Patrizia smettila! Non mi sembra il caso di scherzare su questi argomenti, non in questo 
momento almeno.

Patrizia: Non è mai il momento per scherzare con te. E' evidente che non ti ricordi quanti anni ha tuo 
figlio, il che non mi sembra una cosa di poco conto, a meno che tu non dia poco peso al fatto di 
averne uno.

Giorgio: Ma scusa… Come puoi pretendere che con tutto quello che ho da fare mi ricordi anche di tutti i 
compleanni del mondo!

Patrizia: Tutti i compleanni del mondo! Tu non te ne ricordi nemmeno uno. Ecco la verità.

Giorgio: Non è vero, me li ricordo tutti i compleanni.

Patrizia: Tranne quello di tuo figlio allora!

Giorgio: Ma dai!

Patrizia: Ah si? Quando compie gli anni tua sorella Anna?

Giorgio: Non tirare in ballo i parenti adesso.

Patrizia: Non ho mica detto tua prozia Clarice, ho soltanto detto tua sorella Anna.

Giorgio: Perché tu lo sai quando compie gli anni mia sorella Anna?

Patrizia: Certo, li ha compiuti il 23 Settembre, e tua zia Clarice invece li compirà il 4 febbraio e il 
prossimo anno ne farà ottantadue.

Giorgio: Ottantadue?

Patrizia: Certo.

Giorgio: E Stefania?

Patrizia: il 6 maggio.

Giorgio: e Carlo?

Patrizia: Il 2 Agosto.

Giorgio: Ne sei certa?

Patrizia: Certissima.

Giorgio: con ammirazione Però! Ad ogni modo questo non c'entra con Mirko. Io non ho tutto il tempo 
che hai tu per ricordarmi tutto, io vado a lavorare tutto il giorno io.

Patrizia: Non cominciare con i soliti discorsi, se vuoi facciamo cambio quando preferisci. Il fatto che 
faccio la casalinga non significa che passo tutto il mio tempo sul divano ad oziare. Fare le pulizie 
o andare a stirare dai vicini non è sempre così divertente come tu credi. 

Giorgio: cambiando discorso Ventotto anni! Nostro figlio ha già ventotto anni.

Patrizia: Eh si. Il nostro bambino è cresciuto. Ti ricordi quando andava all'asilo?

Giorgio: non badando alle parole di Patrizia All'asilo?

Patrizia: Sembra che sia passato un giorno soltanto e invece, è già all'università.

Giorgio: non badando alle parole di Patrizia …a ventotto anni. Ma ti pare possibile?

Patrizia: Il tempo passa…

Giorgio: Ma ti pare possibile?

Patrizia: Certo che mi pare possibile. Siamo invecchiati anche noi, tu poi soprattutto.

Giorgio: iniziando un po' a scaldarsi Ma ti pare possibile?

Patrizia: Basta che ti guardi allo specchio.

Giorgio: Ma ti pare possibile?

Patrizia: Ti si è incantato il disco? Si può sapere perché continui a ripetere quella frase?

Giorgio: Ma ti pare possibile?

Patrizia: Si.

Giorgio: La ripeto perché ancora non mi capacito…

Patrizia: Di cosa? 

Giorgio: Che a ventotto anni uno debba ancora stare con i genitori e fare il mantenuto! Ecco cosa mi 
sembra impossibile.

Patrizia: sospira …Giorgio, Mirko va all'università…

Giorgio: Bella scusa! E ti pare possibile che a ventotto anni lo dobbiamo ancora mantenere noi?! Ti pare 
possibile che uno come tuo figlio…

Patrizia: Nostro figlio.

Giorgio: Si…si…d'accordo. Nostro figlio. Ti pare possibile che "nostro figlio" fino adesso non abbia mai 
lavorato un giorno solo in vita sua? Eh, dimmi, ti pare possibile?

Patrizia: Sta ancora studiando.

Giorgio: A ventotto anni?! Io alla sue età avevo già un figlio di sei anni ed ero stufo di guadagnarmi da 
vivere.

Patrizia: Tu non hai fatto l'università.

Giorgio: Non ho fatto l'università perché non c'era nessuno che mi avrebbe mantenuto per farla.

Patrizia: E vorresti negare a tuo figlio questa cosa solo perché tu non ne hai avuto la possibilità? Sei un 
bell'egoista.

Giorgio: Egoista io? Chi sta mangiando il riso in bianco tra noi due?

Patrizia: Non tirare in ballo il riso in bianco. Sei un egoista perché hai invidia che tuo figlio, nostro figlio, 
abbia le possibilità che non hai avuto tu. Ma dove è finito il tuo senso paterno? Dove il senso di 
orgoglio per la tua stirpe che si evolve!

Giorgio: Io ce l'ho ancora il senso paterno. Solo che non mi sembra giusto che la mia stirpe, come dici tu, 
si evolva solo sulle mie spalle e non mi sembra nemmeno giusto come "nostro figlio" si sta 
comportando. Ecco cosa non mi sembra giusto!

Patrizia: Sta studiando e ha pure una bella media. 

Giorgio: E quanto gli manca per finire?

Patrizia: Possibile che non sai neppure questo?

Giorgio: No, non lo so. Non me lo ricordo, non ricominciamo con i giochetti di memoria adesso.

Patrizia: Gli mancano pochi esami…

Giorgio: Quanti?

Patrizia: Sei…Otto forse.

Giorgio: Otto esami? Mio dio! Gli mancano ancora otto esami! Ci toccherà mantenerlo direttamente fino 
all'età della pensione. Otto esami, per la media di due esami all'anno, perché non mi sembra che 
riesca a darne di più, fanno altri quattro anni di università. Ecco come fa il governo a combattere 
la disoccupazione, tenendo la gente a scaldare i banchi di scuola fino all'andropausa! Hai capito i 
furbi di Montecitorio! Lotta alla disoccupazione la chiamano. Una bella strategia. Uno se va a 
scuola fino a quarant'anni non è disoccupato, e anche se è mantenuto dalla famiglia allo stato non 
gliene frega niente, anzi è più contento perché l'importante è abbassare il tasso di disoccupazione 
tanto gli studenti non rientrano nel numero dei senza lavoro. Bella strategia! applaude

Patrizia: Comunque Mirko è molto bravo. Ha la media del trenta, dovresti esserne fiero.

Giorgio: Con l'età che si trova dovrebbe avere la media del trentadue! E intanto… io pago!

Patrizia: Spiritoso! 

Giorgio: Come posso essere spiritoso con quello che mi dai da mangiare. Cosa c'è per secondo?

Patrizia: Lattuga scondita e stracchino.

Giorgio: Ma nemmeno all'ospedale.

Patrizia: Non la vuoi?

Giorgio: No.

Patrizia: Se hai finito di mangiare spreparo.

Giorgio: Mi faresti un caffè?

Patrizia: iniziando a riassettare la tavola Scordatelo. Il medico te l'ha proibito.

Giorgio: Già, mi ha proibito anche questo. Non c'è proprio pericolo che ti sfugga nulla?

Patrizia: Ho scritto tutto in una lista che ho appeso alla credenza in cucina.

Giorgio: Efficientismo impeccabile. Cosa è arrivato per posta?

Patrizia: sempre intenta a riordinare Guarda tu stesso.

Giorgio: si alza e prende alcune buste da un ripiano Bollette, conti da pagare. Che belle notizie! E io…

Patrizia: …Pago!

Giorgio: C'è poco da prendere in giro. Chi paga secondo te?

Patrizia: Tu, certo, paghi tu…. Ah… A proposito, mi sono scordata di dirti che ha chiamato tuo padre.

Giorgio: Ha chiamato mio padre?

Patrizia: Te l'ho appena detto.

Giorgio: Quando?

Patrizia: Ora.

Giorgio: Non prendermi in giro; quando ha telefonato?

Patrizia: Poco prima di pranzo.

Giorgio: E perché non me lo hai detto prima?

Patrizia: Perché te l'ho detto adesso! …e poi non volevo guastarti l'appetito.

Giorgio: Capirai che appetito. E cosa voleva? 

Patrizia: Non so. Ha detto che passava stasera a trovarci.

Giorgio: Fantastico! Ci mancava pure questa. Chissà cosa avrà in mente.

Patrizia: Non mi ha detto nulla.

Giorgio: Sarà qui perché gli risolva qualche grana come al solito.

Patrizia: Non essere prevenuto, in fondo è sempre tuo padre.

Giorgio: Si, ma ti ricordi l'ultima volta che ci siamo visti?

Patrizia: No.

Giorgio: Ahia, la tua memoria perde colpi…

Patrizia: Forse non ero presente alla vostra discussione.

Giorgio: Già, tu no, ma io si. Bella discussione. Alla fine gli ho prestato sei milioni che non mi ha più 
restituito.

Patrizia: Non sapevo che non te li avesse ancora restituiti.

Giorgio: Non solo, ti ricordi quella volta che mi ha chiesto di fargli da prestanome per quell'affare che poi 
si è rivelata una bidonata e sono diventato matto a correre dietro agli avvisi di pagamento fasulli 
che mi arrivavano da tutte le parti; o quella volta che gli ho prestato l'auto e dopo due mesi mi 
sono arrivate sei multe, dico sei multe, per eccesso di velocità e con tanto di fotografia, da 
altrettante località sparse in giro per la penisola? Conservo ancora tutte le foto.

Patrizia: E' stato molto tempo fa, le cose potrebbero essere cambiate. Dagli un'altra possibilità. Non essere 
sempre così pessimista.

Giorgio: Fai presto tu a dire pessimista. So solo che quando arriva mio padre c'è da aspettarsi qualche 
sorpresa.

Patrizia: Magari ha solo intenzione di restituirti i soldi.

Giorgio: Di sua spontanea iniziativa? Non ci crederei nemmeno se lo vedessi.

Patrizia: In fondo dopodomani è Santa Lucia…Chi lo sa magari ha pensato di farti una sorpresa…

Giorgio: E tu alla tua età credi ancora a Santa Lucia?

Patrizia: Perché no?! Perché non dovrei più crederci?

Giorgio: E cosa vorresti che ti portasse?

Patrizia: Non saprei… Non ho ancora scritto la letterina…

Giorgio: ammiccante Io un'idea ce l'avrei…

Patrizia: Giorgio…

Giorgio: cerca di farla sedere sulle sue ginocchia Il medico non mi ha prescritto anche quel tipo di 
digiuno…

Patrizia: Potrebbe rincasare Mirko da un momento all'altro…

Giorgio: A ventotto anni non credo che si scandalizzerebbe, non ti pare?

Patrizia: Che ne sai tu?! In fondo siamo sempre i suoi genitori e lui è il mio bambino…

Giorgio: Nostro…

Patrizia: Nostro…

Si sente la chiave che gira nella toppa. 

Patrizia: Ecco, cosa ti dicevo?!

Patrizia si alza di scatto mettendosi a riordinare. Entra Mirko.

Mirko: Ciao a tutti.

Giorgio: Thò! Guarda guarda chi si rivede. ironico Bentornato!

Attraversa la scena e va diretto verso la cucina.

Patrizia: Ciao Mirko com'è andata?

Giorgio: Già, vorresti avere la bontà di informare il tuo sponsor sui tuoi risultati scolastici?

Patrizia: Giorgio! Che discorsi fai?!

Giorgio: Come sarebbe che discorsi faccio?! Sono o non sono il suo sponsor? A Mirko Quando ti presenti 
a lezione o quando dai un esame potresti indossare una maglietta con scritto sopra "paga papà", 
almeno mi faresti un po' di pubblicità positiva e la mia immagine di padre verrebbe rivalutata 
agli occhi della gente.

Mirko: Perché, cos'ha la tua immagine di padre che non va? E poi chi credi che paghi gli studi ai miei 
compagni di corso? Comunque se è questo che vuoi facciamo un contratto, tu procurami la 
divisa e io la indosserò nei tempi e nei modi concordati…

Patrizia: Smettetela adesso.

Mirko: Riaffacciandosi dalla cucina Chi è che sta male?

Patrizia: Perché?

Mirko: Hai fatto il riso in bianco…

Giorgio: Lascia perdere il riso adesso. Dicci piuttosto com'è andato l'esame stamattina.

Mirko: Insomma…

Giorgio: Che significa "insomma"?

Mirko: Insomma… 

Giorgio: Insomma?

Mirko: Insomma! 

Giorgio: Non mi risulta che insomma sia un voto. O forse adesso ci si laurea con la media 
"dell'insomma", o del "così così"? 

Mirko scuotendo le spalle va verso la camera ed esce di scena

Giorgio: Mirko ti vuoi fermare perdio?! A Patrizia Bel modo di educarlo. Non sta nemmeno ad ascoltare 
suo padre. A Mirko fuori scena E' questo il rispetto che ti hanno insegnato a scuola? Tanti anni 
di istruzione e questo è il bel risultato? Parole al vento, parole al vuoto! Come parlare ai muri, ma almeno i muri quando c'è l'eco ti danno soddisfazione perché almeno ti rispondono. Quello è persino peggio di un muro.

Patrizia: Giorgio un po' di pazienza. E' appena tornato da scuola.

Giorgio: Tu con me non hai tutta quella pazienza quando torno dal lavoro, e visto che questa opportunità 
lui non l'ha avuta per grazia divina ma grazie ai suoi genitori, desidererei avere un po' più di 
soddisfazione e di rispetto e non essere trattato come complemento d'arredo.

Mirko ricompare in scena cambiato d'abito dalla testa ai piedi. 

Giorgio: Dico… Ma perché ti sei cambiato?

Mirko: Mi aspettano in centro, devo trovarmi con un po' di gente. 

Patrizia: a Mirko Non ti fermi a mangiare un boccone?

Mirko: No mamma. Vado di fretta. A Patrizia Posso avere un po' di soldi?

Patrizia: Si tesoro, prendili pure, sai dove sono. Comportati bene e mi raccomando rincasa presto.

Mirko prende i soldi e sta per andarsene. Giorgio lo osserva esterrefatto.

Giorgio: Senti un po' signor Pico della Mirandola, o mio bel principino se preferisci. Vorrebbe "Vostra 
Grazia" essere così gentile da informare i propri genitori su come è andato il suo esame 
Stamattina, o dobbiamo aspettare il messo che ce lo comunichi preceduto da uno squillo di 
trombe?

Mirko: Papà, ma ti senti bene?

Giorgio: Mi sento benissimo! Vuoi rispondere si o no?!

Mirko: sulla porta Ho preso ventitré… Ma l'ho rifiutato perché mi rovinava la media. Ciao!

Esce.

Giorgio: a Patrizia Cosa ha fatto?

Patrizia: Lo hai sentito anche tu…

Giorgio: allibito Ha rifiutato un ventitré…

Patrizia: Poverino…Gli rovinava la media.

Giorgio: Poverino?! Gliela rovino io la media! Lo ha rifiutato perché gli rovinava la media! Se è così 
preoccupato di prendere voti alti perché non si è applicato di più? Non deve fare altro tutto il 
giorno. Invece, invece si diverte, va in centro lui, si cambia sei volte al giorno e poi il signorino 
rifiuta un ventitré perché gli rovina la media! …E adesso si può sapere dov'è andato?

Patrizia: Non lo so.

Giorgio: Non lo sai?! Che razza di madre sei!

Patrizia: Potrei rivolgerti la stessa domanda. Non credo che tu sappia dov'è andato, eppure eri qui 
presente!

Giorgio: Con tutti quei soldi.

Patrizia: Sono solo pochi spiccioli.

Giorgio: Spiccioli? Di carta?! Ma dove andremo a finire! E tu che lo accontenti sempre?! No, no. Non si 
può andare avanti così, bisogna assolutamente che facciamo un bel discorso io e lui.

Patrizia: Lascialo fare, si sta costruendo un futuro.

Giorgio: Si! Però per costruirsi il suo futuro lui sta rovinando il mio presente!

Patrizia: Giorgio non esagerare. 

Giorgio: No, non sto esagerando.

Patrizia: Non ti sopporto quando fai questi discorsi, vieni a casa mezz'ora per mangiare ed è tutta una 
polemica. Meno male che poi te ne torni a lavorare perché se ti avessi tutto il giorno trai i piedi 
non so proprio come andrebbe a finire! Non ti va bene quello che cucino, non ti va bene che 
venga a trovarci tuo padre, non ti va bene come si comporta nostro figlio…

Giorgio: Su, non fare così adesso… Non ti volevo riprendere. guardando l'orologio. Accidenti devo già 
scappare. Continueremo il nostro discorso più tardi.

Patrizia: Si, si va bene.

Giorgio si prepara 

Giorgio: Ciao amore.

ed esce di scena.

Patrizia: Uff! Meno male che se n'è andato. Oggi non ne potevo più di sopportarlo. Va bene che è lunedì 
ma… ancora un po' e sarei esplosa.

Finisce di riordinare, si prepara ed esce anche lei.
Stacco. Stessa scena qualche ora più tardi.
Patrizia rientra con alcune borse, si sistema un po'. 
Suonano alla porta.

Patrizia: Eccomi, arrivo.

Apre la porta ed entrano in scena Achille con Natascia, visibilmente pallida e con le occhiaie. 

Achille: Buonasera Patrizia. 

Patrizia: Buonasera! Che bella sorpresa! Avanti, accomodatevi pure.

Achille: Ti presento Natascia. Natascia questa è mia nuora Patrizia di cui ti ho parlato.

Patrizia: a Natascia Piacere.

Natascia: ricambia il saluto Piazere.

Achille: Giorgio non è in casa?

Patrizia: No, ma dovrebbe rientrare a momenti. Volete accomodarvi intanto?

Achille: Grazie, grazie. Fa cenno a Natascia di sedersi sul divano. Secondo me quel ragazzo lavora 
Troppo, o meglio, si fa sfruttare troppo. E il mio nipotino dov'è?

Patrizia: E' fuori anche lui ma stasera dovremmo essere tutti a casa. Posso offrirvi qualcosa intanto?

Natascia: Per me un bicchiere d'acqua grazie.

Patrizia: Niente più?

Natascia: No grazie.

Patrizia: ad Achille E per lei?

Achille: Per me nulla. Ero passato a salutare Giorgio ma visto che non c'è, magari ripassiamo più tardi.

Patrizia: Perché non vi fermate per cena?

Natascia: No…

Achille: Se insisti…

Patrizia: Insisto.

Achille: Allora grazie. 

Patrizia: Così avrete modo di parlare con calma e di raccontarci un po' di cose. A Natascia Lei non è 
Italiana?

Natascia: No. 

Patrizia: Non ha un bell'aspetto, è sicura di sentirsi bene?

Natascia: Si, si. Sono solo stanca.

Arriva Mirko e interrompe la conversazione.

Mirko: attraversando la scena e dirigendosi verso la cucina Ciao a tutti!

Achille: Mirko!

Mirko: riconoscendo la voce si ferma Nonno! Gli va incontro Come stai?

Achille: Benone! Lascia che ti presenti Natascia. Natascia questo è mio nipote Mirko. Mirko, Natascia.

Mirko: Piacere.

Natascia: Piacere.

Achille: a Mirko Allora, ragazzone,…Che mi racconti di bello?

Mirko: Non saprei… Cosa ti racconto?

Achille: E' una vita che non ci vediamo, avrai qualcosa da raccontare. Cos'hai fatto in tutto questo tempo?

Mirko: Cosa vuoi, faccio sempre le solite cose, studio…

Achille: Bravo. E come sta andando l'università?

Patrizia: Ha la media del trenta!

Mirko: Dai mamma!

Achille: Complimenti! A Natascia Hai sentito? E' un piccolo genio!

Natascia: Bravo, si vede che è un ragazzo sveglio.

Achille: Si, si vede…Bravo. E, dimmi, la fidanzata ce l'hai?

Mirko: Si e, se volete scusarmi, dovrei raggiungerla perché adesso mi sta aspettando.

Patrizia: Ma… Come, non ti fermi con noi a cena stasera?

Mirko: Mamma…

Achille: Perché non fai salire la tua ragazza, così ce la presenti.

Patrizia: Non sarebbe una cattiva idea. Potresti fare questa cortesia a tuo nonno, tanto più che non l'hai 
mai fatta conoscere nemmeno a me e a tuo padre.

Mirko: Magari dopo… esce di scena dalla parte delle camere da letto.

Patrizia: Mirko! Scusatelo ma è sempre pieno di impegni.

Achille: Figurati, alla sua età è comprensibile. Dovreste essere orgogliosi di lui.

Patrizia: Si, abbastanza. Guardando Natascia Anche lei è piuttosto giovane, quanti anni ha?

Natascia: trentasei…

Patrizia: Gliene davo almeno dieci di meno.

Natascia: Grazie.

Patrizia: Si figuri!

Natascia: Dammi pure del tu.

Patrizia: Va bene, se preferisci.

Achille: Natascia è venuta con me in Italia per lavorare e mandare qualche spicciolo a casa.

Patrizia: La sua famiglia dov'è?

Natascia: Mia famiglia in Romania ma là non c'è lavoro per tutti e allora io preferito trasferire me qui in 
Italia. Poi trovato Achille così gentile. Mi ha portata in macchina così non fatto lungo viaggio da 
sola per arrivare qui.

Patrizia: Capisco…

Mirko ricompare nuovamente cambiato d'abito 

Mirko: Mamma, potresti…

Patrizia: Si… sai dove sono. Non ti sembra di esagerare però?

Mirko: Mamma! 

Achille: Allora non ci fai conoscere questa ragazza?

Patrizia rassegnata fa cenno a Mirko di prendersi quello che gli serve.
Mirko prende i soldi e poi si avvia alla porta.

Mirko: Ora devo andare, magari ci si vede dopo. Ciao a tutti!

Achille: Ciao.

Natascia: Ciao.

Patrizia: Non fare tardi!

Mirko esce

Achille: Guardando Natascia Eh… Beata gioventù!

Patrizia: Intanto io preparo la tavola.

Natascia si alza per darle una mano.

Patrizia: Se è stanca è meglio che si riposi.

Natascia: No, mi sento meglio adesso. Lasci che la aiuto. 

Patrizia: Va bene. Se vuoi che ti dia del tu, però tu devi fare altrettanto.

Natascia: Come?

Patrizia: Lascia che ti aiuti.

Natascia: si sforza di ripetere Lascia che ti aiuto.

Patrizia: …ti.

Natascia: …to. Lascia che ti aiuto.

Patrzia: Va bene.

Achille: Si, brava, dai una mano. Non affaticarti troppo però.

Le donne escono verso la cucina e Achille si alza e si avvicina al cassetto ma quando sta per aprirlo. Arriva Giorgio.

Achille: Giorgio, eccoti finalmente!

Giorgio: Si guarda attorno un po' spaesato. Ciao….

Achille: Che hai, non sei contento di vedermi?

Giorgio: Non ti aspettavo così presto.

Patrizia: Uscendo dalla cucina accompagnata da Natascia Ciao Giorgio. Gli va incontro e lo libera dalla 
valigetta.

Achille: Sono arrivato prima del previsto. Lascia che ti presenti Natascia. A Natascia Vieni qui a 
conoscere mio figlio. Lui è Giorgio. 

Natascia: Si avvicina Piacere.

Giorgio: Distrattamente Piacere. A Patrizia Si può sapere cosa sta succedendo?

Patrizia: Ho invitato tuo padre e Natascia a fermarsi per cena e loro hanno accettato.

Achille ha un'espressione innocente

Giorgio: Ma guarda che caso! Scommetto che avrai dovuto faticare le mitiche sette camicie per 
convincerlo.

Achille: Se sei ancora in collera con me per quei sei milioni Giorgio…

Giorgio: Ma figurati! Ho almeno mezza dozzina di buoni motivi per essere in collera con te…

Achille: Sempre il solito esagerato! Allora posso tenermeli?!

Giorgio: Cosa?

Achille: Quei sei milioni.

Giorgio: Non pensarci neppure!

Patrizia: A Natascia Vieni con me che andiamo a preparare la cena.

Giorgio: Anche per me?

Patrizia: Vedremo, se te lo meriti.

Patrizia e Natascia escono di scena dalla parte della cucina.

Achille: Alludendo alla risposta di Patrizia C'è qualche problema?

Giorgio: Oltre a te nessuno. E' solo che sono a dieta… Guardandolo Ne avresti bisogno anche tu!

Achille: Io sono perfettamente in forma. La gente non fa altro che parlare della linea come se fosse l'unico 
problema che la affligge; chi ha mai detto che questa linea non possa essere curva? E poi tu lo sai 
che se gli affari vanno male il corpo… 

Achille e Giorgio: insieme …non deve soffrire.

Giorgio: Si, lo so e a giudicare dal tuo aspetto i tuoi affari devono andare piuttosto male.

Achille: Non mi lamento.

Giorgio: Cosa vuoi da me?

Achille: Nulla. Ero venuto qui per restituirti i tuoi soldi, ma se non ti fa piacere vedermi me ne vado.

Giorgio: ironico No, anzi, resta e fai come fossi a casa tua. alludendo a Natascia Lei chi è?

Achille: Un'amica. 

Giorgio: Non è di qui, ha un accento straniero. E' slava?

Achille: E' Rumena. 

Giorgio: Un'amichetta estiva.

Achille: Non capisco l'allusione.

Giorgio: Era una battuta. Estiva nel senso che viene dall'est.

Achille: Ah! Non ti facevo così spiritoso.

Giorgio: E come l'hai conosciuta?

Achille: E' una storia lunga.

Giorgio: Non ti preoccupare, abbiamo tutta la serata. Comincia pure, ti ascolto.

Achille: Sai che avevo aperto una maglieria in Romania, vicino a Galati…

Giorgio: No, non lo sapevo.

Achille: A cosa credi che mi servissero i tuoi soldi?

Giorgio: Non lo so, e non lo voglio sapere.

Achille: Allora è tutto.

Giorgio: Come sarebbe a dire tutto? E la ragazza?

Achille: Mi hai appena detto che non ne vuoi sapere.

Giorgio: Non voglio sapere cosa ne hai fatto dei soldi, il resto mi interessa.

Achille: Come ti dicevo avevo aperto una maglieria vicino a Galati, grazie anche ai sei milioni che mi 
hai prestato sono riuscito ad avviare l'attività. Purtroppo però le cose non sono andate come 
previsto e sono dovuto tornare in Italia. Là non è proprio l'Eldorado che molti sognano. Non c'è 
manodopera qualificata, la gente non ne ha molta voglia di rompersi le scatole e soprattutto non 
ci sono soldi, si fa fatica a sbarcare il lunario… sai il popolo era abituato che tutto quello 
di cui aveva bisogno glielo forniva il governo, così… Bah! O è diventato tutto più difficile o 
forse non ho più l'energia di un tempo. Ormai non sono più un ragazzino. Quando avevo la tua 
età mi lanciavo in imprese azzardate e se andavano male mi rimettevo subito in sesto ma ora… 

Giorgio: Sei tornato qui, perché?

Achille: Te l'ho detto, sono venuto per restituirti i soldi che mi hai prestato.

Giorgio: Non è da te. Conoscendoti deve esserci qualcosa sotto.

Achille: Ma via Giorgio, da quando sei diventato così sospettoso?

Giorgio: Da quando mi hai portato quella giacca di montone che la prima volta che l'ho indossata sono 
stato denunciato da un negoziante a cui era stata rubata e la polizia voleva arrestarmi per 
ricettazione. 

Achille: Te la prendi per così poco? Io non lo sapevo che era rubata.

Giorgio: Bel giro di amici che hai. E hai sempre avuto…

Achille: Sei sempre il solito polemico. Col tempo sei cambiato, ma in peggio. Poi comunque non ti 
hanno arrestato.

Giorgio: No, mi hanno solo sequestrato il montone.

Achille: Te la prendo per così poco? Te ne regalerò un altro.

Giorgio: No grazie, non ti disturbare!

Achille: Cosa vuoi che sia. Dopodomani è Santa Lucia, è l'occasione giusta. Una volta ti piacevano i 
regali.

Giorgio: Sarà almeno trent'anni che non mi fai un regalo di Santa Lucia, e se la provenienza è quella del 
famoso montone…

Achille: Come sei permaloso!

Giorgio: E' stato molto imbarazzante. Mi hanno persino perquisito tutta la casa per accertarsi che 
non fossi io che custodivo tutto il carico. Infine come se non bastasse mi hanno anche messo il 
telefono sotto controllo…

Achille: E tu come lo hai scoperto?

Giorgio: Me lo ha detto un amico che lavora in questura…

Achille: Allarmato E ce l'hai sotto controllo anche adesso?

Giorgio: No, ora non più, almeno credo.

Achille: Rassicurato Vedi? Di cosa ti preoccupi allora? Prima o poi tutto si sistema.

Giorgio: Sarà, ma non mi convinci.

Achille: Smettila, sono solo passato a salutarti. 

Giorgio: Comunque non hai finito la storia.

Achille: Di chi?

Giorgio: Di lei.

Achille: Lei chi?

Giorgio: Svetlana…

Achille: Ah…Natascia!

Giorgio: Si, volevo dire Natascia, lei cosa ci fa qui?

Achille: Non ha parenti e nessun posto dove andare. Quando ho chiuso la ditta non potevo lasciarla in 
mezzo ad una strada. Ho pensato di portarla con me e di trovarle un lavoro da noi. 

Giorgio: E' in regola?

Achille: Che razza di domanda è?

Giorgio: E' una domanda a cui tu potresti rispondere.

Achille: Quanto sei pedante. Sembri un funzionario dell'ufficio immigrazione, e poi a te cosa importa, 
non ti ho mica chiesto di assumerla, no?

Giorgio scuote la testa perplesso mentre le donne rientrano con alcuni vassoi.

Patrizia: E' pronto in tavola.

Giorgio: Posso mangiare anch'io?

Patrizia: In via del tutto eccezionale.

Giorgio: Allora non tutto il male viene per nuocere… a Patrizia Mirko dov'è?

Patrizia: E' uscito.

Giorgio: Ma come, anche stasera? Non ha visto che c'era qui suo nonno?

Patrizia: Si, lo sapeva ma è voluto uscire lo stesso.

Giorgio scuote la testa.

Achille: Dovresti essere orgoglioso di quel ragazzo. Sento che farà strada.

Giorgio: Se lo senti tu stiamo freschi.

Patrizia: in tono di rimprovero Giorgio! A tutti Volete accomodarvi?

Siedono a tavola.

Giorgio: Ad Achille Toglimi una curiosità, vi conoscete da molto?

Natascia: Più o meno.

Achille: Qualche mese. Te l'ho detto, lavorava per me nella ditta che avevo aperto in Romania.

Patrizia: Non sapevo che avesse aperto una ditta anche là.

Giorgio: Si, ma è già chiusa.

Patrizia: Come sarebbe?

Achille: Una storia triste…

Giorgio: Un'altra impresa fallita. 

Patrizia: Per cambiare discorso Allora Natascia ti piace l'Italia?

Natascia: Si, ma ho visto poco. Siamo arrivati solo stanotte.

Giorgio: Da dove?

Achille: Direttamente dalla Romania. Abbiamo viaggiato ininterrottamente per due giorni attraverso i 
Balcani.

Giorgio: A Natascia Così tu sei Rumena…

Natascia: Si. Di un paesino vicino a Galati… 

Patrizia: E avete viaggiato tutta la notte in auto per tornare in Italia? Sarà stato faticoso.

Natascia: Credo di si, però io dormito tutto il viaggio. Achille sicuramente stancato tanto. Ha sempre 
guidato lui, io non ho patente.

Patrizia: Sei stata ancora in Italia?

Natascia: No, prima volta questa, io in Italia.

Patrizia: Però parli bene l'italiano, dove lo hai imparato?

Natascia: Me lo insegnato Achille quando lavoravo per lui. Achille sempre così gentile.

Giorgio guarda Achille.

Giorgio: Come mai tutta questa fretta di tornare? Sembra quasi che tu sia scappato…

Attimo di silenzio imbarazzante

Achille: Senti Giorgio volevo chiederti un favore.

Giorgio: Eccolo! Senti tu papà, qualsiasi sia la domanda la risposta è no.

Patrizia: Giorgio! Lascialo parlare.

Achille: A Patrizia Grazie. A Giorgio Vedi? Tua moglie almeno è più ragionevole.

Giorgio: E' ingenua.

Patrizia: Offesa Perché dici questa cattiveria?!

Giorgio: Non è una cattiveria, ma una constatazione. Se sei disposta ad ascoltarlo stai certa che troverà il 
modo di convincerti.

Achille: Non ti ricordavo così diffidente nei miei confronti.

Giorgio: Lo sono diventato con l'esperienza. 

Patrizia: A Giorgio Comunque sia credo di essere in grado di saper valutare e saper decidere qualsiasi sia 
la richiesta di tuo padre.

Giorgio: Come preferisci. Io però ti ho avvisata.

Patrizia: A Giorgio Antipatico! Ad Achille Dunque?

Achille: Guarda prima Giorgio poi prosegue. Siamo arrivati stasera stessa dalla Romania, quando vi ho 
chiamato avevo appena passato la dogana. 

Patrizia: Siete appena arrivati quindi.

Achille: Si. Il fatto è questo, è piuttosto imbarazzante ma… ci servirebbe un letto per stanotte.

Giorgio: Non potreste andare in albergo?

Patrizia: Giorgio!

Achille: No.

Giorgio: Perché no?!

Patrizia: Giorgio perché sei così inospitale?

Giorgio: Io non ho detto di no. Voglio solo sapere perché non possono andare in albergo… E' una 
questione di soldi?

Achille: Che discorsi sono…Giorgio tu mi offendi…

Giorgio: Solo perché ti ho fatto una domanda.

Achille: E' una domanda a cui non ti posso rispondere ora. Devi fidarti.

Giorgio: Alterandosi No. No. Questo no. Puoi dire quello che vuoi, chiedere quello che vuoi ma non puoi 
chiedermi di fidarmi. Di fidarmi di te soprattutto. Vuoi che ti rinfreschi la memoria?

Patrizia: A Natascia Meglio se ce ne andiamo di là.

Giorgio: No, no restate pure. 

Patrizia: Non ho nessuna voglia di assistere a una discussione che non mi riguarda.

Giorgio: Ti riguarda invece, perché se lui si stabilisce sotto questo tetto anche solo per una notte, anche tu 
sei responsabile della sua presenza qui. Potresti essere incriminata per favoreggiamento. 

Patrizia: Giorgio! Ma cosa dici?!

Achille: Se la cosa ti disturba così tanto lascia perdere. Anzi, sai cosa ti dico? Me ne vado subito. Si alza
Estrae il portafoglio Tieni, avevo preparato questo assegno per restituirti i soldi che mi avevi 
prestato. Lo mette sul tavolo. A Natascia Andiamo. Abbiamo abusato anche troppo della loro ospitalità.

Natascia si alza dal tavolo fa due passi e poi sviene.

Patrizia: Mio dio si è sentita male.

Achille: Natascia!

Giorgio resta fermo.

Patrizia: Giorgio fai qualcosa!

Giorgio: Cosa…

Patrizia: Chiama un'ambulanza.

Achille: No! Fermo! E' stato un mancamento causato dalla stanchezza.

Patrizia: Ad Achille E' meglio se chiamiamo un medico.

Natascia si riprende lentamente.

Achille: No, credimi. Vedete, sta già meglio. Ha solo bisogno di riposare, ha fatto un viaggio faticoso e 
probabilmente non ci è abituata. Lascia solo che si riprenda e ce ne andiamo subito.

Patrizia: A Giorgio Non possiamo lasciare che se ne vada in questo stato.

Giorgio: E cosa proponi allora?

Patrizia: Prepariamo un paio di brande di là, una sistemazione di fortuna ma sarà sempre confortevole.

Giorgio: Va bene. Per stanotte potete restare. Però mi dovrai spiegare ancora diverse cose.

Achille: Grazie. Ti darò tutte le spiegazioni che vuoi e anche il minimo disturbo possibile.

Escono tutti lasciando Giorgio solo in scena. 

Giorgio: prende l'assegno che era rimasto sul tavolo e lo nasconde nel cassetto Già, il minimo disturbo… 
Speriamo che come il solito non sia una brutta sorpresa.

Sipario

II° atto

Stessa scena il mattino successivo.
Patrizia è affaccendata in soggiorno, entra Mirko.

Patrizia: Buongiorno. Sei tornato a casa tardi stanotte? Non ti ho sentito rientrare.

Mirko: Ciao mà, no, non sono tornato tardi. Sono stato in giro a vedere i banchetti di Santa Lucia e poi 
siamo andati a festeggiare in un locale… Come mai il nonno è ancora qui?

Patrizia: Erano stanchissimi per il viaggio e quindi tuo padre ha voluto che si fermassero a dormire.

Mirko: Chi, papà? Non ci credo! 

Patrizia: E' vero.

Mirko: Sarà…Mi stupisce che papà sia diventato improvvisamente così ospitale. Lei chi è?

Patrizia: Una ragazza Rumena.

Mirko: Sembra giovane. Come mai sta col nonno?

Patrizia: Lui le ha dato un passaggio per venire a lavorare in Italia.

Mirko: Il nonno?!

Patrizia: Cosa c'è di strano, si vede che era di strada.

Mirko: E…Che lavoro sarebbe venuta a fare?

Patrizia: Che ne so io …Un lavoro…quello che troverà…Tu piuttosto invece non hai mai pensato a 
trovarti qualcosa da fare?

Mirko: Io, e perché?

Patrizia: Tuo padre dice che sarebbe ora che anche tu cominciassi a guadagnarti qualcosa.

Mirko: Mà, io sto frequentando l'università, che cosa vuole da me mio padre? Sto facendo meglio che 
posso, ho una media altissima eppure non fa altro che rimproverarmi.

Patrizia: Vorrebbe un po' più di riconoscenza, che ne so, vorrebbe vedere che ti impegni diversamente.
Per esempio, è proprio necessario che ti cambi di vestito ogni volta che esci?

Mirko: Vorresti che andassi in giro tutto sporco o in disordine?

Patrizia: Non ho detto questo, ho detto solo che potresti evitare di cambiarti tutte le volte che esci e poi 
scusa Mirko, sinceramente, dove li spendi tutti quei soldi che ti do?

Mirko: Quali soldi?

Patrizia: Ieri ti sei preso dal mio portafogli due banconote da cinquantamila lire. Si può sapere dove le hai 
spese?

Mirko: Te l'ho detto, sono stato a vedere le bancarelle e ho acquistato qualche regalino.

Patrizia: Tuo padre non lo sa ma se per caso viene a sapere quanto spendi alla settimana ti spedisce subito 
in fabbrica.

Mirko: E' stato un caso; Santa Lucia non viene mica tutte le settimane! E poi tra poco sarà Natale, mi sto 
portando avanti con i regali.

Patrizia: Va bene… Io però vedo solo che ogni settimana hai una scusa diversa per spendere…

Mirko: Cosa devo fare allora? Non posso mica chiudermi in casa a fare la muffa finché non finisco 
l'università e mi trovo un posto di lavoro!

Patrizia: No. Ti chiedo solo di essere più responsabile e attento a come spendi i soldi che ti do. Ecco tutto.

Mirko: Va bene …

Entrano in scena Achille e Natascia.

Achille. Buongiorno.

Natascia: Buongiorno.

Mirko: Ciao nonno. A Natascia Buongiorno.

Patrizia: Buongiorno. Dormito bene?

Achille: Benissimo.

Patrizia: a Natascia Stai meglio stamattina?

Natascia: Bene grazie. E' passato tutto. Probabile che era un po' di stanchezza. E' stato un viaggio tanto 
lungo e prima volta che io fa viaggio così lungo lontano da mio paese. Forse io soffro un po' di 
male di macchina.

Patrizia: Comunque va meglio oggi?

Natascia: Si. Molto meglio. Grazie. 

Achille: A Mirko Dove sei stato ieri sera? Ti abbiamo aspettato per mangiare il dolce ma non tornavi più.

Mirko: Sono stato in giro e non mi sono reso conto dell'ora.

Patrizia: Gradite un po' di caffè, l'ho appena fatto.

Achille: Si grazie.

Patrizia: Natascia?

Natascia: Anche per me si, grazie.

Si siedono. Patrizia va in cucina.

Achille: a Mirko Non vai a scuola oggi?

Mirko: Si, più tardi però…

Patrizia rientra con il caffè; durante la scena lo sorseggiano tutti tranne Natascia. Mirko addenta qualche biscotto e ne offre anche a Natascia che li rifiuta facendo cenno che ha lo stomaco appesantito.

Achille: A Patrizia Senti Patrizia, ti volevo chiedere un altro piccolo favore…Se posso.

Patrizia: Si?

Achille: Per oggi volevamo lasciare qui i bagagli; torneremo a prenderli stasera. Dobbiamo vedere alcune 
persone per sistemare delle pratiche.

Patrizia: Li lasci pure, non danno nessun fastidio. Anzi, facciamo così, visto che oggi anch'io devo uscire 
per fare compere potrei lasciarle una copia delle chiavi di casa.

Achille: Sei molto gentile, sicura che non ti disturba?

Patrizia: Assolutamente. Nessun problema.

Achille: Giorgio non sarebbe d'accordo.

Patrizia: Non c'è bisogno che Giorgio lo venga a sapere.

Achille: Sei una cara ragazza, perché non mi dai del "tu" come fanno tutti gli altri…

Patrizia: …No. Non ne sono capace. Mi sembrerebbe di mancarle di rispetto.

Achille: Rispetto. Cos'è il rispetto?! C'è gente che anche se usasse il "voi" appena apre bocca saprebbe 
comunque mancarti di rispetto. Non credo che tu se usassi un tono confidenziale arriveresti a 
mancarmi di rispetto.

Patrizia: Credo di no. La cosa però mi sembrerebbe un po' forzata.

Achille: Forzata?…Fai come preferisci. Comunque grazie di tutto. Noi andiamo a prepararci.

Achille e Natascia escono di scena per prepararsi e così Patrizia.
Mirko si avvicina al cassetto dove la madre ha nascosto il portafogli e prende alcune banconote da diecimila lire, trova anche l'assegno, lo mette in tasca. Poi in fretta richiude il cassetto.

Mirko: Alla madre fuori scena Allora io vado! Ciao mamma, ciao a tutti, ci vediamo più tardi. 

Mirko esce; subito dopo entra in scena Achille che rovista nel cassetto ma non trova ciò che stava cercando.
Entra Patrizia che si è organizzata per far compere, prima di uscire però dà una chiave ad Achille.

Patrizia: Ecco, queste sono le chiavi del portone del palazzo e queste della porta d'ingresso.

Achille: Grazie ancora. Non sai quanto mi sei d'aiuto in questo.

Escono tutti.

Stessa scena un paio d'ore dopo. 
Patrizia rientra trafelata e molto nervosa. Si toglie la giacca, va a rovistare nel cassetto dove solitamente tiene il portafoglio.
Entra Mirko.

Mirko: Ciao mamma.

Patrizia: A Mirko Senti un po', per caso stamattina hai preso tu trentamila lire dal mio portafoglio?

Mirko: Titubante Nno. 

Patrizia: Bugiardo! Come ti sei permesso?

Mirko: Ma cosa ti prende?

Patrizia: Come ti sei permesso, dimmelo, avanti! Non c'è bisogno di mentire, è evidente che sei stato tu. 
Forse che non ti do abbastanza quando me lo chiedi? Se ti servivano dei soldi in più potevi 
dirmelo, non prenderteli di nascosto come un volgare ladro. Ti ho forse negato qualcosa, avanti, 
rispondi, ti ho forse mai negato qualcosa? Io ti ho sempre difeso quando tuo padre diceva che ti 
stavo viziando troppo, e tu ripaghi la mia fiducia in questo modo? Prendendo i soldi di nascosto 
dal mio portafogli!?

Mirko: Mamma, calmati!

Patrizia: Calmarmi?! Non mi sono mai vergognata tanto in vita mia, avevo fatto i miei conti e anche tutta 
la spesa, ero già arrivata alla cassa e stavo per pagare quando mi sono accorta che mi erano 
sparite tre banconote da diecimila lire che ero sicurissima di avere perché me la ha date ieri la 
signora Fraselli… Come hai potuto?! Come?!

Mirko: Potrebbero avertele rubate al supermercato.

Patrizia: Rimettendo il portafogli al suo posto e richiudendo la cerniera della borsa? Non dire fesserie!

Mirko: Ma perché ce l'hai con me? Cosa ti ho fatto io?

Patrizia: Lo sai benissimo quello che hai fatto.

Mirko: No, non lo so.

Patrizia: Sei stato tu. Hai preso di nascosto i soldi dal mio portamonete ecco cosa hai fatto. Credevi che 
non me ne sarei accorta? A cosa ti servono tutti quei soldi eh? Si può sapere dove li spendi? Io 
devo farmeli bastare, ci devo fare la spesa. Come pensi che reagirà tuo padre quando glielo 
dirò?!

Mirko: Non sono stato io…

Patrizia: Perché, perché, perché?! Perché ti ostini a negare l'evidenza. Perché ti stai comportando così? Da 
quando va avanti questa storia? Avanti, dimmelo.

Mirko: Non ne so nulla di questi storia. Perché incolpi me? 

Patrizia: Chi vuoi che incolpi?! In questa famiglia siamo solo noi tre e tuo padre non viene certo a 
prendermi i soldi dal portafoglio. Vattene in camera tua adesso. Lasciami pensare in pace.

Mirko: Mamma ti giuro che di questa cosa non ne so nulla…

Patrizia: Vattene di là! Subito.

Mirko esce di scena. Patrizia si siede a pensare. Arriva Giorgio.

Giorgio: Allora, se n'è andato?

Patrizia: assente Chi?

Giorgio: Mio padre… Vede che la tavola non è ancora apparecchiata Com'è, non si mangia oggi? Poi 
guarda nuovamente Patrizia Cosa è successo? Sembri sconvolta.

Patrizia: Sono andata al supermercato a fare la spesa come al solito e quando è stato il momento di pagare 
ho aperto il portafoglio e mi mancavano trentamila lire. 

Giorgio: Come è possibile scusa?

Patrizia: Non lo so…

Giorgio: Sei sicura di non averle date a Mirko?

Patrizia: Sicura.

Giorgio: Le avrà prese senza chiedertelo.

Patrizia: E' quello che ho pensato anch'io ma quando sono tornata a casa e l'ho messo alle strette perché 
confessasse ha negato tutto come se cadesse dalle nuvole.

Giorgio: Hai guardato nel cassetto? Potrebbero esserti uscite dal portafoglio. 

Patrizia: Certo. Ho guardato nel cassetto e non ho trovato nulla.

Giorgio: Rovista a sua volta nel cassetto. E' sparito!

Patrizia: Cosa? 

Giorgio: L'assegno. Lo avevo messo qui dentro ieri sera.

Patrizia: Quale assegno?

Giorgio: Quello che mi ha dato mio padre per restituirmi il prestito che gli avevo fatto.

Patrizia: Non sapevo che fosse lì e non ci ho fatto caso. Non so dirti se quando sono uscita c'era o non 
c'era.

Giorgio: Dov'è Mirko adesso?

Patrizia: In camera sua.

Giorgio: Chiamalo. Vediamo di chiarire questa storia.

Patrizia torna con Mirko che stavolta non si è cambiato.

Giorgio: Dunque, sembra che ci sia un problema a quanto pare.

Mirko: Qualsiasi cosa sia io non ne so nulla.

Giorgio: Tua madre dice che gli sono spariti dei soldi e in più manca anche un assegno che avevo messo 
ieri sera in questo cassetto.

Mirko: Io non ho preso nulla senza dirlo. Non sono stato io. Io non ne so nulla ne dei soldi che mancano 
ne di questo assegno scomparso.

Giorgio: Che razza di discorsi fai. Chi altri potrebbe essere stato?

Mirko: Non vivo solo io sotto questo tetto. 

Patrizia: Cosa vorresti dire.

Mirko: Guardati attorno. Chi c'è oltre a noi in questa casa, e da quando sono cominciati tutti i casini?

Giorgio: Spiegati meglio.

Mirko: Non sono il solo ad avere le chiavi di casa…Le ha anche qualcun altro mi pare. A Patrizia 
Potrebbero essere tornati prima che tu uscissi e averti preso i soldi dalla borsetta. Come 
pure aver preso questo assegno dal cassetto.

Giorgio: Cosa vorresti dire?

Patrizia: A Giorgio Ho dato io le chiavi a tuo padre, ha lasciato di là i bagagli e mi ha detto che sarebbe 
tornato più tardi a prenderseli. Siccome non sapevo a che ora sarei tornata gli ho dato quelle di 
scorta.

Giorgio: A Mirko Attento a non usare questa notizia come alibi a tuo favore. Anche la diffamazione è un 
reato, e usarla per discolparsi di una colpa evidente è un modo meschino di comportarsi.

Patrizia: Mirko, da te non me lo sarei mai aspettato. Questa volta mi hai proprio delusa.

Mirko: Mamma, ti giuro…

Giorgio: Smettila! Non c'è bisogno che giuri. Ora tornatene di là che io e tua madre dobbiamo discutere 
della cosa.

Mirko: No. Non puoi dirmi quello che devo e non devo fare. E' ora di finirla. Non sono più un bambino.

Giorgio: Bravo! Visto che non sei più un bambino allora è ora che trovi il modo di mantenerti i tuoi 
Capricci, perché a questo punto non sono più disposto a finanziarti e perciò da noi non avrai più 
una lira.

Mirko: Non è giusto! Finire l'università è un mio diritto!

Giorgio: Finire l'università! Quanto tempo hai avuto per finirla? Da quanto avresti dovuto finirla? 
E com'è che non l'hai ancora terminata?

Mirko: Che discorsi fai, non posso mica chiudermi in clausura fino alla fine degli studi.

Giorgio: Vorrei un po' più di impegno da parte tua.

Mirko: I miei risultati scolastici sono un segno evidente…

Giorgio: Balle! Se per avere la media del trenta devi metterci il doppio del tempo la tua media non mi 
interessa proprio! Dammi un termine preciso, non possiamo mantenerti vita natural durante. Ad 
ogni modo l'università è una cosa, i vizi, i capricci, i vestiti alla moda e le serate in discoteca 
sono un'altra.

Mirko: Questa è la tua ultima parola?

Giorgio: Si. Vattene in camera tua che tua madre e io dobbiamo prendere una decisione.

Mirko: No. 

Prende la sua giacca ed esce.

Patrizia: Mirko!

Giorgio: Se esci adesso da quella porta non azzardarti più a mettere piede in questa casa.

Mirko: Se è questo che vuoi, visto che devo imparare a mantenermi, tanto vale che lo faccia in tutto e per 
tutto.

Sbatte la porta e se ne va.

Patrizia: E adesso?

Giorgio: Non preoccuparti, tornerà. Appena si troverà senza soldi e senza saper dove andare vedrai che 
non tarderà a farsi rivedere facendo finta di nulla.

Patrizia: Sono preoccupata. Dici che ha ragione?

Giorgio: Indagheremo. E se sarà così, mio padre dovrà darmi una spiegazione anche di questa faccenda.

Patrizia: Pensi che potrebbe essere stato tuo padre a prendere i soldi e l'assegno?

Giorgio: Non so cosa pensare. Se lo ha fatto ha avuto comunque un bel coraggio; però non riesco a 
pensare a una cosa del genere… Soprattutto a stomaco vuoto.

Patrizia: Adesso ti preparo qualcosa… Allora riesci a pensare che potrebbe essere stato nostro figlio?

Giorgio: Non so, magari lo ha fatto per gioco, magari per scherzo, magari …Che ne so.

Patrizia: Magari è stata la ragazza…

Giorgio: Chi, Natascia?

Patrizia: Se fosse una tossicodipendente e avesse rubato i soldi per comprarsi la "roba"? Cosa ne 
sappiamo di lei? Cosa ne sa tuo padre? Per quello che so potrebbe benissimo essere stata lei. Non 
ti è sembrato strano il fatto che si sia sentita male ieri sera? Secondo te non potrebbe essere stata 
una crisi d'astinenza? In fondo non ti pare strano che abbiano fatto tutto il viaggio di corsa per 
arrivare qui oggi? Poi tuo padre si comporta in modo un po' misterioso, potrebbe averla portata 
in Italia per metterla in una comunità.

Giorgio: Tu pensi?

Patrizia: Potrebbe essere…

Giorgio: C'è un solo modo per verificare questa cosa.

Patrizia: Quale?

Giorgio: I bagagli, hai detto che li hanno lasciati qui.

Patrizia: Sono di là… Non avrai per caso intenzione di rovistare tra le loro cose?

Giorgio: Non vedo altra soluzione. Magari se troviamo qualche altra prova potremo scagionare Mirko.

Patrizia: Credi che tuo padre non si accorgerà di questo? Cosa potrebbe pensare?

Giorgio: Pensi quello che vuole ho bisogno di sapere.

Patrizia: Non sarebbe meglio che gli parlassi prima?

Giorgio: Prima controlliamo, se non c'è nessuna prova non ci sarà motivo per avviare nuove discussioni.

Patrizia: Sono un po' in apprensione per Mirko.

Giorgio: E' per questo che dobbiamo farlo. 

Patrizia: Non sono sicura che sia una bella mossa…

Giorgio: Andiamo.

Giorgio e Patrizia vanno nelle camere. Contemporaneamente dalla comune entrano Achille e Natascia con dei pacchetti.

Achille: Non è ancora tornato nessuno. 

Natascia: Achille sono stanchissima. Non mi sento molto bene.

Achille: Siediti un po' sul divano intanto che io porto di là questa roba.

Prima però Achille si avvicina al cassetto dove Giorgio aveva nascosto l'assegno e si mette a rovistarlo. Nello stesso istante dalla camera escono Giorgio e Patrizia

Giorgio: Che sorprende Achille intento a frugare nel cassetto. Bene bene, eccoci qua.

Achille: Evidentemente in imbarazzo Ciao, Giorgio. Ciao Patrizia. Credevo che non ci fosse nessuno.

Patrizia: Buongiorno.

Natascia: Ciao.

Giorgio e Patrizia fanno un cenno di saluto.

Giorgio: Ad Achille Hai perso qualcosa?

Achille: Chi, io?!

Giorgio: Non stavi rovistando nel cassetto? O, forse mi sono sbagliato.

Achille: No… non stavo rovistando…

Giorgio: Per caso stavi cercando il tuo assegno?

Achille: Se te l'ho dato ieri sera.

Giorgio: Si ma non c'è più e…Che mi dici di questo? Mostra un sacchetto con della polvere bianca.

Achille: Dove l'hai trovato?

Giorgio: Indovina. Cos'è questa roba, non è forse tua? O è della tua amica.

Natscia: Achille cosa sta succedendo?

Achille: Qualcuno ha frugato nei nostri bagagli.

Giorgio: Mi meraviglio di te papà, come se non bastasse ti sei messo addirittura nel commercio degli 
stupefacenti adesso?

Achille: Giorgio! Cosa ti viene in mente?

Giorgio: La partenza di corsa, la tirata in automobile attraverso i Balcani, la misteriosa richiesta di 
ospitalità… Ora è tutto chiaro cosa sei venuto a fare in Italia, e io che come al solito avevo 
completamente bevuto tutta la storia del maglificio chiuso per fallimento. 

Achille: Ti assicuro che quella storia è vera…

Giorgio: Già, vera come quella che mi avevi fatto credere quella volta che sostenevi che ti avevano rubato 
la macchina e invece te l'avevano semplicemente sequestrata perché non pagavi le rate. Tu menti 
sempre, è più forte di te. Devi mentire per giustificare i tuoi errori, perché hai l'illusione, come 
un bambino colto in fallo, che la bugia ti proietti in un mondo immaginario dove è veramente 
successo quello che racconti. Ma in questo mondo sono solo fandonie! E scommetto che lei 
indica Natascia non è nemmeno senza familiari come mi hai fatto credere da Buon Samaritano 
quale ti definisci. Chi è, la tua complice? Il tuo contatto?

Natascia: Achille cosa sta dicendo?

Achille: Giorgio tu stai vaneggiando…

Giorgio: Vaneggiando? Tu credi? E come ti spieghi la presenza di questa roba nella tua borsa?

Achille: Primo, chi ti ha dato il permesso di rovistare nella mia borsa e secondo, chi ti ha detto che quella 
roba è droga?

Giorgio: E cosa potrebbe essere? Bianca, impalpabile… E lei? Come mai lei ieri sera si è sentita male?
E' stato un episodio di crisi di astinenza? Come mai non hai voluto che chiamassimo un medico? 
Come mai lei è senza documenti? Glieli hai sequestrati tu? Vuoi darti anche al traffico di 
prostitute adesso? Scusa ma ti preferivo quando eri un imprenditore fallito. Fallito ma onesto.

Achille: Ma come ti vengono in mente certe idee? Stammi a sentire bene adesso, brutto stupido che non 
sei altro! Cosa ti fa pensare che quella sia cocaina e che io abbia portato qui Natascia per farla 
lavorare sulla strada? Credi davvero che possa essere caduto così in basso?

Giorgio: Non ho detto che lei sia d'accordo. La droghi per spingerla a prostituirsi.

Achille: Giorgio stai delirando. Smettila. 

Giorgio: Bastardo! Gli si avventa contro.

Achille: Trattenendolo Fermati! Quella non è droga, è una polvere antiemetica. Una medicina che mi ha 
dato un erborista.

Giorgio: Vuoi proprio che mi beva anche questa?

Achille: Non devi berla tu.

Giorgio: Infuriato Non scherzare adesso!

Achille: Ti assicuro che è vero.

Giorgio: A che cazzo serve una polvere antiemetica?

Natascia: Mi sento male….

Giorgio: …e ti pareva!?

Achille: A lei serve…

Giorgio: Per le crisi di astinenza!

Achille: Ma cosa dici!?

Patrizia: Smettetela, questa donna sta male…Dobbiamo fare qualcosa.

Giorgio: Adesso chiamo l'ospedale così chiariremo questa storia una volta per tutte.

Achille: No. Giorgio ascolta. Lascia stare, non c'è bisogno di nessun medico e Natascia non è in preda a 
nessuna crisi d'astinenza. Credimi le cose sono ben diverse… Per favore Patrizia aiutala a 
stendersi su un letto.

Patrizia: E se questa muore?

Achille: Non muore, fai come ho detto io per favore.

Patrizia: Credo che dovremmo avere diritto ad una spiegazione visto che siamo coinvolti in questo 
pasticcio.

Achille: Non c'è nessun pasticcio.

Giorgio: Ah, perché a te sembra normale portare una sconosciuta in casa mia che non fa altro che stare 
male.

Achille: volete starmi ad ascoltare, perdio!

silenzio

Achille: Per favore Patrizia, aiutala a stendersi un po'. Vi spiegherò tutto. Promesso.

Patrizia: A Natascia Vieni, ti accompagno di là.

Natascia: Con un filo di voce Grazie.

Patrizia accompagna Natascia fuori scena.

Giorgio: Dunque?

Achille: Credimi, Giorgio, le cose non sono come sembrano.

Giorgio: E come sarebbero le cose secondo te?

Achille: Sono diverse da quello che sembrano. Io non sono uno spacciatore e Natascia non è una ragazza 
venuta qui per prostituirsi.

Giorgio: Mi piacerebbe crederti.

Achille: E' la verità Giorgio.

Giorgio: Si fa presto a dire "la verità". Ma che cos'è la verità? Quello che sembra, quello che crediamo, 
quello che ci fa comodo credere o è quello che non vorremmo mai sentirci dire?

Achille: Ti metti a fare il filosofo adesso?

Giorgio: No, è solo che io non voglio finire in galera perché una donna è morta a casa mia…

Achille: Ti ripeto che è tutto sotto controllo.

Giorgio: Ah ah ah! Quante volte ti ho sentito dire questa frase e poi… No, non ti posso credere. Che 
motivo avrei per essere tranquillo.

Achille: Non volevo dirtelo ma… Natascia sta male perché è incinta.

Giorgio: Di tutte le balle che potevi inventarti questa è la più grossa.

Achille: Ti giuro che è la pura verità.

Giorgio: E tu cosa c'entri in questa storia? Non ha un fidanzato, una madre, una sorella che la possano 
aiutare? Devi sempre farti carico di tutti i problemi del mondo perché non hai mai voluto 
veramente vedere i tuoi! E' sempre stato così, in qualunque situazione sono sempre stati più importanti gli altri, quello che pensavano, quello che dicevano, i suggerimenti che davano. E per aiutare gli altri, anche se non sai nemmeno chi siano non hai mai esitato a incasinare la vita alla tua di famiglia.

Achille: Sono io la sua famiglia…

Giorgio: Smettila di dire cazzate! Da quando in qua saresti tu la sua famiglia, non mi risulta che tu abbia 
adottato una figlia rumena.

Achille: sapevo che non avresti capito, per questo volevo tacere.

Giorgio: Se non ho capito spiegati meglio.

Achille: E' meglio che ti siedi.

Giorgio: Sto benissimo in piedi. Grazie.

Patrizia rientra.

Patrizia: Si è addormentata.

Achille: Grazie.

Giorgio: Hai sentito la novità?! Sembra che la ragazza stia male perché è incinta.

Patrizia: Lo supponevo…

Giorgio: Lo supponevi?! Possibile che in questa casa io sia sempre l'ultimo a sapere le cose?

Patrizia: Giorgio calmati, non ho detto che lo sapevo, ho detto che lo supponevo, il che è diverso.

Giorgio: Se avevi quest'idea potevi anche dirmelo non ti pare?

Patrizia: E' stata una sensazione che mi è venuta adesso, quando si è sentita male, come potevo dirtelo.

Giorgio: Si può sapere perché te ne vai in giro per l'Europa a raccattare ragazze madri e poi le porti qui?
Cosa siamo noi la casa della giovane? Il pio rifugio per ragazze sole? Ti sei messo a lavorare per 
qualche centro di recupero o per qualche Organizzazione Non Governativa? Perché l'hai portata a casa nostra?

Achille: Lei non è sola. E non è neppure una ragazza madre.

Giorgio: Ah si, ma se hai detto tu stesso che non ha nessuno. Il padre dov'è?!

Achille: Giorgio, il padre sono io.

Giorgio: Di Natascia?

Patrizia: Del figlio di Natascia…

Achille: A Patrizia Sapevo che sei molto più sveglia di lui…a Giorgio Esattamente. Sono il padre del 
figlio di Natascia.

Giorgio: Porca miseria che notizia! Siede sul divano. Poi ad Achille Di tutte le novità questa è proprio 
l'ultima che mi sarei aspettato…ma in fondo da te ci si deve aspettare di tutto. Ne sei sicuro?

Achille: Si.

Patrizia: E in quanto è?

Achille: A Patrizia In meno di tre mesi. A Giorgio Sei contento adesso? Io volevo che lei restasse in casa 
tutto il giorno ma ha voluto accompagnarmi a fare il biglietto aereo per domani.

Giorgio: Che significa?

Achille: Domani mattina devo tornare in Romania a recuperare alcuni suoi documenti che nella fretta di 
partire ho lasciato là.

Patrizia: Per questo non volevi portarla in ospedale. 

Achille: Già, è senza documenti e quindi non vorrei che la rispedissero a casa per immigrazione 
clandestina.

Giorgio: E accusassero te di favoreggiamento.

Achille: Possibile che non puoi fare a meno di trovare un motivo per accusarmi di qualcosa?

Giorgio: Ma dico io, devi essere impazzito. Come può esserti venuta in mente una cosa del genere?

Achille: Lei non poteva più stare là così l'ho portata in Italia e domani torno in Romania a recuperare tutti 
i suoi documenti. Nessuno sa che è partita con me.

Giorgio: E l'assegno?

Achille: Te l'ho restituito, no?

Giorgio: Non c'è più. E poi come spieghi il fatto che ti ho sorpreso a rovistare in quel cassetto?

Achille: Va bene. Lo ammetto. Avevo intenzione di riprendermelo ma non l'ho trovato.

Giorgio: Non ti credo.

Achille: Preferisci perquisirmi? Fai pure se questo ti rende più tranquillo. I miei bagagli li hai già 
controllati. Fai, fai pure. Sono qui…

Giorgio: Lascia perdere! Ma… non potrebbe essere stata la ragazza?

Achille: Ti sembra che possa mettersi a rovistare in casa di altri? E poi lei non credo abbia visto dove lo 
hai nascosto. Se ricordi bene stava male ed è stata accompagnata a letto. 

Giorgio: Allora può essere stato solo Mirko.

Patrizia: Non posso credere che nostro figlio sia un ladro.

Giorgio: Mi rendo sempre più conto che di nostro figlio sappiamo molto poco.

Patrizia: E cosa vuoi fare adesso?

Giorgio: Non so… Dobbiamo risolvere questa faccenda; e pensare che non gli abbiamo mai fatto mancare 
nulla. Che bisogno ha di prendere i soldi di nascosto?

Patrizia: Non so cosa pensare…

Giorgio: Ad Achille Se io avessi voluto fare l'università, tu mi avresti appoggiato?

Achille: Cosa c'entra questo adesso…

Giorgio: E' un dubbio che mi ha sempre afflitto.

Achille: I tempi erano diversi. Non avevo la disponibilità economica che hai tu e poi diciamocelo 
Sinceramente, tu non sei mai stato una cima.

Giorgio: Allora è per questo che non mi hai permesso di continuare gli studi?

Achille: Non volevo che andando avanti prendessi delle grosse delusioni. In fondo, Giorgio, c'è chi è 
portato per il lavoro e chi per lo studio. Tu sei sempre stato poco portato per le attività 
intellettive. Sei uno che deve muovere le mani e non è un difetto questo.

Giorgio: In parole povere mi stai dicendo che sono un mulo.

Achille: No. Un mulo è uno che lavora senza usare la testa e senza badare a quello che fa. Tu sei un uomo 
pratico, concreto, per questo sei riuscito a mettere su una bella famiglia.

Giorgio: Bella famiglia!

Achille: Senti, quando torno potremo terminare questo bel discorso. Intanto potresti portarmi all'aeroporto 
domani mattina?

Giorgio: Va bene ma…Natascia?

Achille: Dovreste badare a lei fino al mio ritorno, così poi potrò regolarizzare la sua posizione.

Giorgio: Come puoi chiedermi una cosa del genere?

Achille: Sono passato a prendervi un pensierino per Santa Lucia. Per me vi chiedo questo piccolo regalo, 
domani è il tredici, per il quindici dicembre sarò di ritorno. 

Giorgio: A Patrizia Tu cosa dici?

Patrizia: Senti, se è per un paio di giorni…

Giorgio: Ad Achille Sapevo che prima o poi ci avresti messo nei casini. Te ne vai lasciandomi una 
sconosciuta in casa, clandestina e incinta per giunta.

Achille: Non è una sconosciuta, è la madre di tuo fratello…

Giorgio: Questa poi! Non voglio sentire una cosa simile. Ma non ti vergogni alla tua età?

Achille: Ci vogliamo bene. Perché dovrei vergognarmi. In fondo sono un uomo libero da molto tempo. 
Da quando tua madre mi ha lasciato.

Giorgio: Per forza, lanciandoti in mille imprese al limite dell'assurdo mettevi a repentaglio continuamente 
la stabilità economica della nostra famiglia.

Achille: La vita dell'imprenditore è fatta di rischi. Adesso sto cercando con Natascia di rimediare. Mi 
serve però un po' di aiuto da parte tua.

Giorgio: Non sei cambiato per nulla. Tu hai sempre bisogno di qualcuno che porti a termine quello che 
inizi e non riesci mai a concludere.

Patrizia: Giorgio penso che possiamo fargli questo favore…

Giorgio: Un po' tardi per rimediare, non ti sembra?

Achille: Dov'è finito lo spirito natalizio?

Giorgio: Quale spirito natalizio, io lo odio il Natale. 

Patrizia: Giorgio la chiama "la sagra degli acquisti"…

Achille: Una volta però ti piaceva quando ti facevano i regali.

Giorgio: Una volta, una volta… Una volta era bello farsi i regali. Adesso anche se volessi regalare 
qualcosa a qualcuno se non è un regalo costoso o inutile non lo apprezzano nemmeno, e poi cosa 
credi che sia lo spirito natalizio? Proprio lo scorso anno sono rimasto a piedi la vigilia di Natale 
perché la macchina non mi segnava la riserva e non avevo nemmeno i soldi per fare 
carburante… Quanti benzinai credi che abbia trovato disposti a farmi credito per lo spirito 
natalizio? Nessuno. Sono rincasato tardi, Patrizia non mi ha creduto e così abbiamo trascorso la 
vigilia a litigare.

Patrizia: Giorgio, ti sembra questo il momento di tirare fuori certi discorsi?!

Achille: Io non ti chiedo nessun regalo. Chiedo solo di poter affidare Natascia a delle persone di cui mi 
fido.

Patrizia: In fondo non ci costa nulla…

Giorgio: Solo un paio di giorni.

Achille: Promesso…

Esce di scena dalla parte delle camere (va a prepararsi i bagagli)

Giorgio e Patrizia soli…

Giorgio: Vorrei capire dove ho sbagliato.

Patrizia: Con chi. Con Mirko o con tuo padre?

Giorgio: Un po' con l'uno e un po' con l'altro.

Patrizia: Hai solo cercato di fare del tuo meglio. Se le cose sono andate diversamente da come speravi è 
anche colpa del destino oltre che del vostro carattere diverso. Se però ora tuo padre vuole 
riprovare non è giusto che sia tu ad impedirglielo. 

Giorgio: Non posso però nemmeno dire che lui mi abbia spianato la strada.

Patrizia: E' acqua passata.

Giorgio: Va bene. Ma con Mirko come facciamo?

Patrizia: Vedrai che ci sarà una buona ragione per giustificare il suo comportamento.

Giorgio: Speriamo che sia una buona ragione davvero.

Entra Mirko visibilmente distrutto. Vede i genitori e fa per andare verso la camera da letto ma la madre lo ferma.

Patrizia: Mirko…Non è meglio che ne parliamo?

Giorgio: Calmo Sappiamo che l'hai preso tu l'assegno.

Patrizia: Se hai qualche problema siamo qui per aiutarti…

Mirko: Non è così semplice.

Patrizia: Perché non ce ne vuoi parlare?

Mirko: Non saprei nemmeno da dove cominciare.

Patrizia: Perché non cominci dal principio? 

Mirko: E va bene. L'assegno l'ho preso io. E così pure i soldi. Ma mentre i soldi li ho usati l'assegno 
invece è scoperto, me lo hanno detto questa mattina in banca.

Giorgio: Come sarebbe a dire?

Mirko: Mi sono informato presso lo sportello della filiale in cui il nonno ha il conto corrente. E' scoperto. 
A vuoto.

Giorgio: Non è possibile. Fa per chiamare Achille ma Patrizia lo ferma.

Patrizia: Aspetta. Questa cosa la risolverai dopo. A Mirko Tu però, perché lo hai preso?

Mirko: Dovevo dei soldi a una persona…

Giorgio: Perché?

Mirko: Li ho persi…

Giorgio: Li hai persi? Come sarebbe a dire li hai persi!

Mirko: Un debito di gioco. 

Giorgio: Di quanto?

Mirko: Quasi quattro milioni… 

Giorgio: Cosa?! Ma come…

Patrzia: Aspetta!

Mirko: L'assegno non l'avrei tenuto tutto, avrei pagato il debito e il resto lo avrei riportato a casa. Poi in 
qualche modo avrei risolto anche questa cosa. Ma ora non so proprio come fare. Scusatemi, devo 
andare di là va in camera sua.

Giorgio: Ha preso tutto da suo nonno…Quello poi! Voleva pagarmi con un assegno scoperto! 

Patrizia: Forse era per questo che rovistava nel cassetto e voleva riprenderselo. Non dirgli che lo sai, 
aspetta. Affrontiamo un problema alla volta. Domani ha detto che deve tornare in Romania, 
quando tornerà gli farai un discorso chiaro.

Giorgio: D'accordo. Ma con Mirko, come la mettiamo?

Patrizia: Sembra sincero. Dagli una possibilità per riscattarsi.

Giorgio: Guarda il calendario Stanotte è la notte di Santa Lucia. Ora saprei cosa chiedere in regalo per 
quest'anno. Chissà se saprebbe accontentarmi.

Patrizia: Chissà…potrebbe stupirti.

Mattino dopo. Mirko è in soggiorno che sta studiando, entra Achille con i bagagli in mano e il padre che lo segue per accompagnarlo. Poco dopo entra Patrizia che si è alzata per preparare il caffè.

Achille: a Mirko Sei già in piedi?

Mirko: Si. Stanotte non riuscivo a dormire e così ho deciso di alzarmi a studiare. Dove vai?

Achille: Me ne torno in Romania per un paio di giorni.

Mirko: Perché?

Achille: Devo sistemare alcune cose…

Mirko: E Natascia?

Achille: Resta qui coni tuoi genitori.

Mirko: Preso da un'idea improvvisa Posso accompagnarti? Ho bisogno di cambiare aria…

Achille: Se i tuoi genitori sono d'accordo.

Mirko: Sono maggiorenne, non ho bisogno di autorizzazioni.

Achille: Ma magari hai bisogno dei soldi per il biglietto.

Mirko: Mamma, posso andare col nonno? 

Patrizia: Non so se sia una buona idea.

Mirko: Mettila così, quest'anno per Santa Lucia lasciami partire col nonno, quando torno prometto che mi 
troverò un lavoretto per pagarmi gli studi.

Patrizia: Chiedilo a tuo padre, se lui è contento e ci sta per me puoi andare.

Mirko: A Giorgio Tu che dici?

Giorgio: Se lo prometti sinceramente…

Mirko: Sinceramente. Promesso. Posso andare ora?

Giorgio: Va bene… Magari ci farà bene un po' a tutti…Svelto però, che devi fare il biglietto ed è meglio 
che ci sbrighiamo.

Mirko: Fantastico! Va a prepararsi la valigia.

Patrizia: Ad Achille Sicuro che non sarà di peso?

Achille: Sicuro. Devo solo andare in un paio di uffici…Stai tranquillo, è in buone mani. Al nostro ritorno 
festeggeremo Natale con tutta la famiglia riunita. Poi sparirò senza darti più fastidi.

Giorgio: Al vostro ritorno dovremo parlare di molte cose.

Achille: Ti darò tutte le risposte che vuoi.

Arriva Mirko con un borsone 

Patrizia: A Giorgio Mi raccomando, sii prudente, a quest'ora le strade saranno ghiacciate.

Giorgio: No ti preoccupare. Abbiamo tutto il tempo per viaggiare con calma.

Patrizia: Ad Achille e Mirko fate buon viaggio. Poi dopo un attimo di esitazione abbraccia Mirko.
Su, andate che non voglio che tuo padre si metta a correre per strada.

Achille: Arrivederci e…grazie di tutto. 

Partono. Breve stacco poi entra in scena Natascia.

Patrizia: Sei già in piedi?

Natascia: Mi sono svegliata e ho visto la stanza vuota. Sono partiti?

Patrizia: Si. Mirko accompagnerà suo nonno. Tu come ti senti?

Natascia: Meglio. Stamattina meglio. Grazie.

Patrizia: Vuoi del tè caldo?

Natascia: Si. Grazie.

L'albero si spegne improvvisamente come fosse successo un corto circuito. Patrizia lo osserva perplessa.

Patrizia: Che strano, si sono bruciate le luci, eppure erano nuove, appena comperate. Proprio vero che la 
roba ormai non dura più nulla. Vado a preparare il tè.

Esce. Natascia accende la radio.

Patrizia: Rientra con una teiera e un paio di tazze Ecco. Ti faccio compagnia.

Versa il tè e lo sorseggiano.

Patrizia: Come vi siete conosciuti?

Natascia: Chi? 

Patrizia: Tu e Achille.

Natascia: Lavoravo per lui. Poi quando ha chiuso la ditta non sapevo dove andare e mi ha ospitata in casa 
Sua. Io facevo le pulizie e tenevo in ordine. Achille è molto disordinato, poi siamo diventati 
amici e il resto è quello che sapete.

Patrizia: Ma non ti spaventa la differenza di età? Potrebbe essere tuo padre.

Natascia: No. Non guardare l'apparenza. Achille è come un bambino. Io gli voglio bene. Lui ha energia, 
spirito di avventura… e poi è buono. Molto buono.

Patrizia: Troppo, forse…

Natascia: Senza lui non saprei come fare. Adesso poi…

La musica si interrompe

Voce dello speaker: … Interrompiamo le trasmissioni con una notizia dell'ultima ora; questa mattina un 
aereo rumeno, un Antonov 24 YMR, è precipitato in fase di decollo dall'aeroporto di Verona. 
Tutti i passeggeri compreso l'equipaggio sono morti. In tutto il velivolo trasportava quarantanove 
persone di cui trentuno erano di nazionalità italiana. Sembra che la causa della sciagura sia da 
imputare ad un incidente tecnico causato dalle pessime condizioni atmosferiche e alla neve che si 
è rapidamente accumulata sulla pista e sulle ali…La magistratura ha aperto un'inchiesta…

Natascia si mette a gridare per la disperazione.
Musica d'atmosfera.

Patrizia: Che bel regalo di Santa Lucia!

Le donne non parlano; si guardano e in silenzio poi si stringono.
Sipario.