Restituitemi mio marito

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RESTITUITEMI MIO MARITO

di Ferenc Molnar

Traduzione di Marco Parodi

personaggi:

La sposa:
L’attrice:

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1.

ATTRICE.- In che posso servirvi, signora?

SPOSA - Restituitemi mio marito!

ATTRICE - Eh? Io devo... Scusate, non ho capito...

SPOSA - (ha un crisi violenta di pianto).

ATTRICE (medita qualche istante, poi scrolla il capo) Vi giuro, signora, non riesco a comprendere... Comunque, non ricordo ...

SPOSA.- V1 aiuterò io: mio marito si chiama Alfredo Nagy, è avvocato, anzi più precisamente è il legale del teatro in cui voi recitate, è biondo, di media statura, porta gli occhiali...

ATTRICE  - Lo conosco.

SPOSA - Lo so: per questo sono venuta qui. (Lunga pausa)

ATTRICE – Cara signora Nagy, vi assicuro che vostro marito mi è del tutto estraneo...

SPOSA - Però 1o conoscete...

ATTRICE - Certamente; con lui, legale rappresentante del tea­tro, ho  stipulato il contratto; inoltre l'ho visto alcu­ne volte alle prove. E' vero: biondo, di media statura;  pe­rò non porta gli occhiali..

SPOSA - Può darsi, vorrà sembrarvi più elegante, più bello, più affascinante… Vi supplico, signorina , restituitemi mio marito!

ATTRICE.- Se non fossi dominata da un sentimento di compassio­ne, dovrei mostrarmi offesa e venir meno alla mia calma abituale. Come potete pensare ad una enormità simile? No, non ho sedotto vostro marito, ve lo giuro.

SPOSA.- Però lui, ad ogni première, vi fa largo omaggio di f iori.

ATTRICE.- Non è vero: da lui non ho mai ricevuto fiori di sor­ta, mai! E' stato lui a raccontarvi simili fandonie?

SPOSA - No,  l’ho saputo dalla fioraia.

ATTRICE – Ma è una ignobile menzogna!

SPOSA - Credete che io possa mentire?

ATTRICE – Nient’affatto: però mi preme dirvi che vi siete in­gannata. . .

SPOSA – E questa lettera? Che ne dite di questa lettera? (To­g1ie dalla borsetta una lettera che legge ad alta voce):"Carissima, ti prego di scusarmi SPOSA - se oggi ho mancato; verrò domani, ­immancabilmente. Affettuosi baci dal tuo Alfredo".

ATTRICE - E' semplicemente incredibile! E' impossibile,  è...

SPOSA -L’ho trovata su1 suo tavolo da lavoro; evidentemente, nella fretta, l’ha dimenticata… In questa maniera ho scoperto tutto...tutto…(scoppia nuovamente a piangere)       

ATTRICE – Ma non piangete, signora Nagy.

SPOSA – Come? Non devo piangere quando una attrice bella e festeggiata come voi ha rubato a una povera donna come me l’unico suo bene? Voi potete facilmente vincere e stravincere con la vostra arte, con le vostre “toilettes” smaglianti, con la vostra bellezza raffinata, mentre io, con i miei poveri vestiti, col mio viso pallido che sta per avvizzire, con la mia povera intelligenza di donna di casa, non posso nemmeno sognare una vittoria… No, non potrò più,  mai più, riconquistare l’affetto di mio marito…

ATTRICE – Vi ripeto, signora, che vi sbagliate di grosso, che avete preso una solenne cantonata…

SPOSA – Dio lo volesse…

ATTRICE – Ammetterete anche voi che la faccenda possa avere qualcosa di fantastico: non ho ricevuto da vostro marito né un fiore né una lettera, mai! Perdonate la mia indiscrezione, signora Nagy: non vi è stato per caso qualche piccolo screzio in famiglia, in questi ultimi giorni?

SPOSA – Se devo essere sincera, sì, ma una cosa da nulla…

ATTRICE – Ora mi spiego tutto… Non sarebbe il primo caso del genere. Vostro marito ha recitato la commedia, di gusto per me molto discutibile, allo scopo di stimolare la vostra gelosia.

SPOSA – Ma lo credete, signorina? Sarebbe possibile?

ATTRICE – Vi ripeto, di commedie simili se ne recitano tutti i giorni entro le pareti domestiche. Provate a chiedere in proposito il giudizio delle attrici più giovani: Esse vi diranno che quei mariti, che col teatro hanno un qualsiasi rapporto, si compiacciono di tormentare le loro mogli, le quali – badate, non parlo di voi – vogliono gareggiare, in fatto di “toilettes” e di gioielli, con noi: e proprio questo provoca la reazione dei mariti…

SPOSA – Lo credete proprio? Ma allora… allora…

ATTRICE – E’ meglio che mi spieghi chiaramente in poche parole: vostro marito, che sapeva della gelosia determinata in voi dall’ambiente “pericoloso” in cui vive, ne ha voluto approfittare per ridestare una nuova fiamma, più intensa dell’affetto consueto: ed ha dimenticato, sapendo di dimenticare, la lettera sopra il suo tavolo, affinché voi poteste leggerla. Anche i fiori sono stati da lui ordinati, e precisamente nel negozio dove è solito acquistare gli omaggi profumati per voi, ben sapendo che la gelosia vi avrebbe sospinta oltre la soglia di quel negozio; naturalmente ha badato ad annullare, poi, in tempo, l’acquisto. Ma non basta: il vostro Alfredo non ha per caso lasciato cadere dal proprio portafoglio un ricciolo?

SPOSA – (togliendolo dalla borsetta) E’ vero! Eccolo.

ATTRICE – Ma non avete visto che si tratta di uno dei molti riccioli posticci che ci servono per il trucco? E’ riuscito, chissà in quale maniera, ad impadronirsene, e voi… e voi avete abboccato all’amo!

SPOSA – Ma davvero? Ditemi, vi supplico, lo credete proprio?

ATTRICE – Se lo credo? Ne sono convinta; aggiungo che la mia vanità ne è stata lusingata: non succede tutti i giorni che una donna bella come voi sia gelosa, gelosa di me. Scusate se vi rivolgo ancora una domanda: non avete per caso trovato una lettera d’amore scritta da me e indirizzata a vostro marito?

SPOSA – (spaventata) Una lettera vostra? No!

ATTRICE – Non temete! Non ne ho scritta nessuna: ma se lui mi avesse pregata di scrivergli una lettera d’amore, non avrei esitato a farlo, sapendo di stimolare così la vostra gelosia e pertanto il vostro amore. Un autore mi pregò un giorno di scrivergli una lunga lettera ardentissima: il tiro però fallì miseramente, perché la moglie rispedì al mio indirizzo lo scritto, senza nemmeno aprirlo.

SPOSA – Come sono stata stupida…!

ATTRICE – Cose che succedono a tutte le mogli gelose di questo mondo! Ora vi ho aperto gli occhi e ritengo così d’aver fatto un’opera buona…

SPOSA – Ve ne sono infinitamente riconoscente…

ATTRICE – Per carità! Bene, ora siamo buone amiche, vero?

SPOSA – Oh sì! Ed ora vi prego di perdonarmi e di gradire il mio vivo ringraziamento per il bene che mi avete fatto!…

ATTRICE- Perdonarvi? Ma di che? Fatevi baciare piuttosto! (la bacia teneramente sulle guance) e lasciate che vi accompagni alla porta. Siate felice! Addio!

Appena la Sposa, tutta raggiante, è uscita, l’attrice si ferma qualche istante sul limitare, poi si dirige verso una porta laterale, che dà nella stanza da letto.

ATTRICE – Alfredo!… Alfredo! Ora puoi uscire. Tua moglie, se Dio vuole, se n’è andata, sono riuscita a tranquillizzarla completamente. (Con un’occhiata sorniona verso il pubblico) Ed ho saputo perfino perdonarla!

- f i n e -