Riconciliazione

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RICONCILIAZIONE

Personaggi: Lupo, cacciatore, I° II° e III° porcellino, Cappuccetto Rosso, Berengaria, Aginolfa, Bacchettona, Fagiolina, Cariolaccia, Pagnottella, Smemorina, Albumina (mamma di Aginolfa), Briscolona (mamma di Berengaria), Maggiordomo, Principe Azzurro, Bella Addormentata, Nonna di Cappuccetto Rosso, Fata Turchina, Cucù, Agnello.

ATTO PRIMO.

Prima scena.

Paesaggio agreste.

Lupo: Salve, ragazzi. Ahi! - Il lupo si leva una spina dalla schiena. – Queste maledette spine! Mi avete riconosciuto, vero? Sono il lupo. Quello di tutte le favole: quello dei tre porcellini, di Cappuccetto Rosso, dell’agnello sotto la cascata … sono sempre io.

Avete per caso visto il cacciatore? Sapete: è da ieri che mi sta inseguendo. E io sempre a fuggire per rupi e forre, tra sterpi e stoppie. Non mi dà tregua. Cosa mai gli avrò fatto di male, per accanirsi tanto nei miei confronti! E pensare che … Silenzio! Sento dei passi sulla lettiera del bosco. È lui di certo. Sta venendo qua. Devo scappare.

Il lupo esce. Entra il cacciatore.

Cacciatore: Ma dove si sarà cacciato? Mi sto sfiancando su e giù per queste colline. Ogni volta che sto per raggiungerlo se ne scappa più veloce del vento. Non riesco neppure a vederlo; solo stamane, all’alba, ne ho intravisto la coda mentre si infilava in una macchia di rovi. Poverino! Chissà quante escoriazioni si sarà procurato la dentro! Vi meravigliate, vero? Vi meravigliate che parli di lui con tanto affetto anziché con acredine. Vi hanno sempre detto che tra lui e me vi fosse un’innata rivalità, una spontanea inimicizia. Io, fatto per cacciarlo, a difesa di tutte le buone creature indifese, vittime innocenti dei suoi appetiti, della sua cattiva reputazione. Lui, cattivo e malvagio, che incarnava un istinto perverso, incapace a redimersi. Ma non è quella la realtà: le cose stanno ben diversamente.

Ora aspetterò che arrivino i miei amici porcellini; sono meno veloci di me, ma ho bisogno del loro fiuto per continuare a seguirne le orme … Eccoli che arrivano.

Entrano, trafelati, i tre porcellini.

I° porcellino: È scappato ancora?

Cacciatore: Sì, purtroppo. Continuando così, non riusciremo mai a raggiungerlo.

II° porcellino: Se soltanto riuscissimo a farci ascoltare. Gli spiegheremmo che non ha nulla da temere.

III° porcellino: Eppure una volta eravamo amici!

Cacciatore: Evidentemente non si fida di me: non mi conosce e mi vede armato di fucile. Come dargli torto!

II° porcellino: Aspettiamo anche Cappuccetto Rosso e poi riprendiamo l’inseguimento.

I° porcellino: Da che parte sta?

Cacciatore: L’ultima volta l’ho vista vicino alla Rupe del Dente Cariato, ora dovrebbe essere sotto quel bosco.

II° porcellino: Vuole fare sempre di testa sua!

I° porcellino: Eh, sì, è un po’ testarda.

III° porcellino: Guardatela: sta venendo, e con lei…c’è…il lupo.

Entrano Cappuccetto Rosso e il lupo, un po’ titubante. Cappuccetto e il lupo ogni tanto si fermano. Cappuccetto leva due spine al lupo.

Cacciatore:Ci sei riuscita, finalmente!

Cappuccetto Rosso: Ve lo avevo detto che di me si sarebbe fidato. Siamo diventati buoni amici nel bosco. Il buio e la solitudine avvicinano i viventi. Io mi ero smarrita e avevo bisogno di lui per ritrovare la casa della nonna, e lui aveva bisogno di noi per ripararsi dalla tempesta che stava scoppiando.

Lupo(ritraendosi): Però … quel fucile …

Cappuccetto Rosso: Hai ragione. Cacciatore, per favore, abbassalo, che il nostro amico ha ancora un po’ di timore.

Cacciatore: Subito. È solo che un cacciatore deve sempre averlo con sé, altrimenti nessuno crederebbe che è un cacciatore.

Lupo: Capisco!

I° porcellino: Ora, finalmente, possiamo andare tutti al castello. Il Principe Azzurro e la Bella Addormentata ci stanno aspettando.

Lupo: Al castello? E perché dovremmo andare al castello? Il Principe e la sua Bella non vorranno certo ricevermi!

Cacciatore: Non gli haispiegato tutto, Cappuccetto?

Cappuccetto Rosso: No non ne ho ancora avuto il tempo. Ma vedrai: il Principe e la Bella sono invece ansiosi di vederti.

Lupo: E perché vogliono vedermi?

Cacciatore: Abbiamo in programma la grande cerimonia della Riconciliazione. Tutti i buoni e tutti i cattivi si troveranno insieme per celebrare la pace e l’amicizia, che da quel momento verranno sancite tra loro.

II° porcellino: Al castello sono attesi anche l’Orco, il Drago Sputafuoco, il Principe Nero…e poi, naturalmente, anche te.

III° porcellino: Veramentenon tutti i cattivi, mancanodue streghe: Aginolfa e Berengaria.

I° porcellino: Si sono rifiutate di siglare la pace, per questo non ci saranno.

Cacciatore: E poi ci saranno anche tutti i buoni.

Lupo: Proprio tutti? anche l’agnello?

Cacciatore: Certo!

Lupo: Sapete: mi pento sempre, quando ci penso, per avergli sporcato l’acqua, ma stavo bevendo al torrente, e non mi ero accorto del suo arrivo.

Cacciatore: La storiache si racconta è ben diversa.

Lupo: È stato Fedro che l’ha inventata tutta di sana pianta. Voleva mettere in risalto, condannandolo, il vizio dell’arroganza, l’atteggiamento falso e in malafede che accampa pretesti per aggredire l’altro, tanto più se questi è debole e indifeso.

Cappuccetto Rosso: Chissà perché tutti i favolisti hanno sempre travisato la realtà. Io e il lupo, ad esempio, ce ne stavamo tranquilli in casa della nonna. Lei ci stava preparando una tisana di rosa canina, mentre io e lui giocavamo a scacchi. E quel birbone di Perrault cosa ti va a inventare? che il lupo ci mangia entrambe, poi, per fortuna, arriva il cacciatore a liberarci. Come se fosse possibile uscire vivi dalla pancia di un lupo, dopo che ti ha ingoiato!

Lupo: Dovrei chiedere i danni a Fedro, a Perrault e ad altri ancora. Ma non servirebbe, i giudici darebbero loro ragione, anche perché in tutti i libri è scritto così.

I° porcellino: Per noi è successo lo stesso. Invece, se non ci fosse stato il lupo ad aiutarmi a costruire la casa di mattoni, mentre i miei fratellini, un po’ sfaticati e poco avveduti, se ne facevano una di legno e un’altra di paglia, come avremmo fatto a ripararci dalla tempesta che spazzò via le loro deboli dimore?

II° porcellino: E anche qui, la solita tradizione popolare ad inventarti tutta un’altra storia. Non c’è proprio da credere alle verità raccontate.

Lupo: Ma cosa avrò mai fatto di male per meritare tutto questo! In fondo non è una colpa vagare per i boschi in cerca di funghi e bacche da mangiare. È vero: sono un po’ solitario, ma lungi da me fare del male solo per il gusto di farlo.E poi non amo accumulare ricchezze a scapito degli altri, raccolgo solo il minimo indispensabile che mi serve per vivere, e cerco di assaporare il gusto dello stare a contatto con la natura. Non chiedo altro ai miei giorni.

Cacciatore: Bene, ora che ci siamo chiariti, è tempo di incamminarci verso il castello. Sta già calando la sera e se non ci affrettiamo domani arriveremo in ritardo per il pranzo.

I° porcellino: Questa notte possiamo fermarci tutti a casa mia, che non è molto distante dal castello. Andiamo, ora.

III° porcellino: Sì, andiamo.

Tutti si avviano ed escono.

Seconda scena

Casa delle streghe: Aginolfa e Berengaria. Sono intorno a un pentolone, intente a preparare una pozione magica.

Berengaria: Una brocca d’acqua del Monte Veleno.

Aginolfa: Otto peli di coda di lupo.

Berengaria: Una coda di porcellino.

Aginolfa: La polvere da sparo di una cartuccia.

Berengaria: Una lingua di rospo.

Aginolfa: Due capelli di strega.

Berengaria: Tre squame di biscia.

Aginolfa: Una testa di fungo velenoso.

Berengaria: Sei echi di belato di agnello.

Aginolfa: Un ritaglio di cuffia di nonna.

Berengaria: Una mezza pesca

Aginolfa: Una cresta di pollo

Berengaria: Un pizzico di peperoncino.

Aginolfa: Etciù. Etciù…

Berengaria: Due starnuti di strega. (ridendo)

Aginolfa: Come devo dirtelo, Berengaria, di stare attenta quando versi la polvere di peperoncino! Se lasci che il vapore la sollevi in aria, poi accade che ci irriti il naso.

Berengaria: Aginolfa, accade sempre al tuo.

Aginolfa: Perché sono io a mescolare l’intruglio.

Berengaria: E io a cercare gli ingredienti.

Aginolfa: Lasciamo perdere! Dove eravamo arrivati?Ah, sì: mescolare bene il tutto, e cantare il sabba infernale.

Aginolfa: Non lo ricordo.

Le due streghe, girando intorno al pentolone recitano il sabba.

Berengaria: Mi sarei meravigliata del contrario! Vienmi dietro:

Del monte Veleno

c’è giusta una brocca

non caschi in pieno

questa bicocca.

Fungo a puntini

cuffia di nonna

sopra gli slippini

mi infilo la gonna.

Capelli di strega

coda di porco

che me ne frega

se mi scopre l’Orco.

Polvere scura

di una cartuccia

di pesca matura

un poco di buccia.

Squame di biscia

pelo di lupo

qualcuno che striscia

con sguardo cupo.

Una cresta di pollo

e del peperoncino

chiudi lo sportello

che ti vede il vicino.

Di rospouna lingua

un belato di agnello

nessun che distingua

il brutto dal bello.

Aginolfa: Ed ora lasciamo bollire per cinque minuti.

Berengaria: Basteranno?

Aginolfa: Bastano e avanzano. Il “Manuale della strega in cucina” non sbaglia mai.

Berengaria: Dice altro il manuale?

Aginolfa: No, è tutto fatto. Ora potremo invertire il corso degli eventi.

Berengaria: Saremo ancora in tempo?

Aginolfa: Certo! Questa notte ci introdurremo nel castello, e con la pozione magica, riporteremo al trionfo l’inimicizia, cancellando le buone intenzioni e i sentimenti fraterni che stanno per nascere. Prendiamo le scope: veloci dobbiamo volare.

Berengaria: Non le trovo.

Aginolfa: Sei sempre la solita pasticciona! Dove mai le avrai messe, questa volta!

Berengaria: Di solito le metto nello sgabuzzino, ma adesso non le trovo.

Aginolfa: Non possiamo certo incamminarci a piedi; arriveremmo la prossima stagione.

Berengaria: Scusami, Aginolfa, vedrai che ora salteranno fuori.

Berengaria batte le mani due volte e chiama le due scope.

Berengaria: Spazzolina, Spugnetta, dove siete?

Si sente un rumore.

Aginolfa: Mi è parso di udire un rumore venire dal bagno. Non le avrai messe lì, per caso? Quante volte devo dirti che Spazzolina e Spugnetta ci devono servire solo per spostarci, non per fare anche le pulizie di casa!

Berengaria: Ma… forse le ho soltanto appoggiate là.

Aginolfa: Vai a vedere.

Berengaria esce.

Aginolfa: Che pasticciona quella strega! Di tante proprio lei mi doveva capitare!È così impacciata e sconclusionata che ogni cosa bisogna dirgliela e ridirgliela più volte, e spesso non basta neppure, che devi farle ripetere il lavoro.  Proprio ieri, le avevo detto di lavare il pavimento, e lei cosa fa? Ti sposta il tetto proprio durante un temporale così, quando sono rientrata a casa (ero andata a cercare qualche zampa di rospo nello stagno), ho trovato tutto bagnato. Bagnati i letti, i libri delle ricette magiche, le pergamene della scuola di magia … non si è salvato nulla. Non so cosa le avrei fatto! Ma devo tenermela buona, perché per certi riti di stregoneria occorre essere almeno in due, ed altre streghe a disposizione non ve ne sono. Tra quelle pensionate, quelle precarie che non trovano lavoro, quelle che per lavorare sono dovute emigrare, e quelle che si sono convertite a buone azioni, è rimasta solo lei sul mercato. Ed ora perché non torna? Dove si sarà cacciata?

Rumore di vetri rotti.

Aginolfa: Si può sapere cosa stai facendo?

Berengaria: Arrivo! Arrivo!

Entra Berengaria con due scope in mano. Entrambe molto sporche. Una con il bastone più corto perché rotto in punta.

Aginolfa: Ma si può sapere…la mia Spazzolina! Cosa le hai fatto?

Berengaria: Niente, è che mentre la prendevo ho urtato il vetro della finestra, e, oltre a lui, si è rotto anche un pezzettino della tua scopetta.

Aginolfa: E brava! Così adesso avremo due scope a diversa velocità! E il vetro? Lo sai no che nessuno vuole più venire a ripararceli da quando hai fatto prendere la scossa a quel povero elettricista, dicendogli di aver staccato la luce, mentre avevi chiuso il rubinetto del gas. Adesso è estate, ma quest’inverno come faremo? Ci toccherà lavarci vestite!

Berengaria: Scusa Aginolfa, non l’ho fatto apposta.

Aginolfa: Ci mancherebbe solo quello!

Aginolfa osserva attentamente la sua scopa e si accorge che è sporchissima.

Aginolfa: Berengaria, guarda la mia scopa: è sporchissima! Ma cosa l’hai usata a fare?

Berengaria: Beh, sai … ho dovuto pulire il bagno…

Aginolfa: Che schifo! Vai subito a lavarla e riportamela in fretta, che dobbiamo partire. E pulisci anche Spugnetta, che non è molto migliore di Spazzolina.

Berengaria esce con le due scope.

Aginolfa: Ma dimmi un po’. Anche questa ci mancava: con tutti gli attrezzi che abbiamo proprio le nostre scope volanti doveva usare per fare certe cose… Non la sopporto più! Più! Più! (Saltando a piè pari)

Torna Berengaria con le due scope pulite.

Berengaria: Ecco, Aginolfa: più pulite di prima.

Aginolfa: Finalmente sei riuscita a fare qualcosa di buono! Ora mettiamo il filtro magico nei due fiaschi, e poi partiamo.

Berengaria: Ci penso io.

Aginolfa: Vengo anch’io: non vorrei che ti sbagliassi ancora. L’ultima volta, invece del filtro di coda di lucertola, hai versato il vino che serbavamo per Capodanno: così i sette nani, anziché intristirsi alla festa di Biancaneve, si sono fatti ancora più ilari. Ti ricordi? Anche Brontolo era allegro come una maschera buffa, e non si stancava mai di fare scherzi a tutti.

Berengaria: Ma alla fine ci eravamo divertite anche noi.

Aginolfa: Bella forza! Avevi rotto la corda del pozzo, così che avevamo dovuto cenare avendo come bevanda solo una bottiglia di “Vino passito di Pantelleria” marca “Streghe e affini”. Quaranta gradi faceva! Siamo state allegre sì! e, se ricordi, per ben tre giorni, che quella sbornia ci mise tanto a passare!

Berengaria: Va bene, ho capito: è sempre colpa mia. Berengaria qui, Berengaria là. E tu che non sbagli mai.

Aginolfa: Qualche volta. Ma tu sei uno sbaglio continuo. Comunque lasciamo perdere. Aiutami invece a riempire i fiaschi. Domani ci divertiremo!

Le due streghe riempiono i fiaschi, poi prendono le scope sotto braccio e escono.

Terza scena

Aginolfa e Berengaria, giunte al castello del Principe Azzurro, cercano un modo per entrarvi.

Berengaria: È tutto chiuso, non vi è un pertugio per entrare. Che facciamo? Bussiamo al portone per farci aprire?

Aginolfa: Ma che dici Berengaria! Vuoi che ci scoprano? Non è dal portone che entreremo, ma attraverseremo le mura, usando le nostre arti magiche

Berengaria: Entra prima tu Aginolfa, che io ti seguirò.

Aginolfa, che porta con sé i due fiaschi,aspetta un po’ (il tempo di recitare mentalmente la formula magica) e poi si slancia ed oltrepassa il muro. Berengaria cerca di fare lo stesso, ma impatta duramente contro ad esso.

Berengaria: Ahi, ahi, che dolore! Persino il mio dente preferito ho perso nello scontro!

Esce Aginolfa (passando sempre attraverso il muro)

Aginolfa: Possibile che combini sempre guai! Hai recitato la formula magica, prima di passare?

Berengaria: No, me ne sono dimenticata.

Aginolfa: La ricordi?

Berengaria: Veramente no.

Aginolfa: Allora recitala con me:

Abracadì, abracadà

fammi liscia e sottile

come un fil di polenta

attraverso il cortile

ma sono un po’ lenta

passar fammi allora quel muro

e fallo anche se è così duro

fallo poi senza rompermi il mento

ed io, te lo giuro,

passerò in un momento.

Abracadè, abracadò

io ti ringrazio e oltre ora vò.

Le due streghe passano il muro.

Aginolfa: Silenzio ora. Dobbiamo andare in cucina e versare la pozione nell’acqua e nel vino.

Berengaria:Dove sarà la cucina?

Aginolfa: È là. Io resterò qui a farti da palo, casomai dovesse venire qualcuno.

Berengaria si incammina ed entra in cucina, portando con sé i due fiaschi con la pozione magica.

Berengaria:Eccomi in cucina. Ora non mi resta che trovare le bevande.

Berengaria si aggira per la cucina, sbuffando.

Berengaria:Qui no. Qua neanche…Aginolfa!(urlando)

Aginolfa: Ma che fa quella babbea! Adesso si mette anche a urlare. Vuole svegliare tutto il castello.

Aginolfa corre in cucina.

Aginolfa: Zitta! Vuoi svegliare tutti?

Berengaria:Non trovo le bevande.

Aginolfa: Eccole: le avevi davanti agli occhi e neppure le vedevi. Presto: versiamoci il filtro.

Le due streghe versano i fiaschi del filtro.

Aginolfa: Fatto! Ora andiamocene in sala da pranzo. Voglio essere in prima fila, domani,quando ci sarà il pranzo che precede il gran giorno della riconciliazione.

Berengaria:Ma non sarà pericoloso? Se dovessero vederci…

Aginolfa: Ci faremo piccole piccole. Ti ricordi, vero, la formula magica?

Berengaria:No, l’ho dimenticata.

Aginolfa: Allora te la ripeto:

Trallallallero, trallallallalà

piccina piccina or diventerò.

Fammi accorciare

come un calzino asciugato

fammi accucciare

come lepre in un prato

che nessuno mi veda

che nessuno si accorga

che nessuno mi creda

che nessuno mi scorga.

Trallallallere, trallallallalò

piccina piccina or diventerò.

Aginolfa: Hai capito?

Berengaria: Sì, ora mi è tornata alla mente.

Aginolfa: Bene, andiamo.

Le due streghe escono.

SECONDO ATTO

Ospizio “Fatemalestreghelle”. Assemblea delle streghe pensionate.

Gran baruffa in sala, ove sono presenti le seguenti streghe: Pagnottella, Pentolaccia, Cariolaccia,  Albumina (Mamma di Aginolfa),Briscolona (Mamma di Berengaria). Discussioni fra loro e ogni tanto qualche agitare di scopa. Tutte le streghe ne hanno una. Al tavolo della presidenza le streghe Fagiolina e Bacchettona. Bacchettona si alza in piedi, spazientita.

Bacchettona: Silenzio, per favore! Smettete subito di azzuffarvi, altrimenti comincerò anch’io ad usare la scopa, e con questa in mano non scherzo!! Conoscete, vero, la ragione del mio nome? Se non lo sapete, vi ricordo io perché i miei genitori mi abbiano chiamata così. Avevo solo pochi giorni di vita, la strega Leziosetta era venuta a far visita alla mia famiglia per congratularsi della mia nascita. Quella smorfiosa si sporgeva sulla mia culla inondandomi di complimenti, carezze, baci e effusioni varie. Non sopportavo proprio tutte quelle insulse smancerie, così, esasperata, ad un tratto le presi la scopa e gliela diedi in testa. Da allora tutti hanno imparato a rispettarmi. E non costringetemi a fare altrettanto con qualcuna di voi!

Tutte le streghe si acquietano.

Bacchettona: Bene, cedo la parola alla nostra Presidentessa Fagiolina che vi illustrerà il motivo di questa assemblea.

Fagiolina: Grazie Bacchettona! Care amiche e colleghe, siamo qui riunite, come già in parte sapete, per decidere quale risposta dare alla missiva portata dalla Fata Turchina, in cui ci si chiede di aderire alla giornata della Riconciliazione tra tutte le forze del bene e del male. Ovviamente, non si tratterà solo di una adesione formale a questo avvenimento; una scelta affermativa dovrà comportare un vero e proprio cambio di abitudini di vita da parte nostra. È vero: ormai siamo tutte inattive da anni, ma anche il solo parteggiare per le forze del male dovrà essere bandito per sempre dal nostro immaginario. Devo anche precisarvi che quasi tutte le forze del male hanno deciso di aderire, solo le nostre colleghe Aginolfa e Berengaria intendono perseverare nel loro agire birichino. Ho volutamente usato questo aggettivo perché, chi come me le conosce bene, sa che è quello che più si adatta loro.

Cariolaccia: Sono molto sorpresa, Fagiolina, da quanto dici! Anche Grimilde si è detta disponibile? Conoscendola mi sembra assai strano!

Fagiolina: E invece ti sbagli, Cariolaccia. Da quando le si è rotto lo specchio delle sue brame, e non ha più scudi per comprarsene un altro uguale, è completamente cambiata. Il suo volto è diventato un’ombra visibile agli altri, ma non più a sé stessa. Così ha finalmente capito che la sua vanagloria era un inutile vizio, un errore deplorevole portatore solo di turpe inimicizia e vana discordia.

Pagnottella: Ma si è rotto o l’ha rotto lei di proposito? Io conosco un’altra versione dei fatti. Il suo maggiordomo mi ha confidato che lo specchio, da un po’ di tempo, aveva cominciato a farle notare la sua non più tenera età, e come molte altre ragazze, oltre a Biancaneve, la superassero in bellezza. Saputo questo, e presa dallo sconforto, Grimilde avrebbe fatto coprire lo specchio con un telo dalle donne di servizio.

Cariolaccia: E lui non si è offeso per quel trattamento?

Pagnottella: Abbastanza, tanto che, da sotto il telo, le faceva le linguacce.

Cariolaccia: Pagnottella, forse è per questo che Grimilde l’ha rotto!

Pagnottella: Nessuno lo sa di preciso. Qualcuno sostiene che sarebbe stato il vetraio a romperlo, sperando che poi Grimilde gliene ordinasse uno nuovo, ma sono solo supposizioni. Di sicuro da allora Grimilde si è come trasformata. Figuratevi che due volte la settimana presta servizio volontario presso l’ospizio dei maghi “Nonno Merlino son bello e carino”, e dovreste vedere con quanto impegno!

Cariolaccia: Se la vedessi non crederei ai miei occhi!

Pagnottella: Eppure le cose stanno proprio così!

Arriva la strega Smemorina, trafelata.

Smemorina: Scusate amiche, ma mi ero dimenticata dell’assemblea.

Fagiolina: Non ti preoccupare Smemorina, siamo abituati alle tue amnesie.

Smemorina: Grazie, Fagiolina, sei sempre così comprensiva con me!

Fagiolina: Non c’è di che. Ed ora iniziamo i lavori. Qualcuna vuole rompere il ghiaccio e prendere la parola?

Silenzio.

Bacchettona: Nessuna vuole parlare? Eppure prima sembravate tutte molto motivate nel dire la vostra! Tu, Pagnottella, che sei sempre stata molto assennata, cosa proponi?

Pagnottella: Io sarei per aderire. Ci pensavo l’altro giorno: accogliendo la richiesta potremo finalmente andare con tranquillità in paese a far compere. Chiunque vi incontri mi mette sotto accusa: “Tu sei una di quelle che cuociono il minestrone nel pentolone!” mi dicono, ed io sempre a dover negare.Ma ogni volta fatico di più a farmi credere. Da un po’ di tempo poi me ne torno all’ospizio senza essere riuscita a comprare nulla. E pensare che nella nuova pasticceria del “Bignè bucato” fanno dei dolci davvero squisiti! Solo a guardarli esposti in vetrinati sembra di sentirne il sapore! Muoio dalla voglia di assaggiarli! Non per offenderti, Pentolaccia, ma i tuoi dolci a base di succo di ortica e coda di rospo saranno anche salutistici, ma cominciano un po’ a stancarmi.

Pentolaccia: Ti capisco, Pagnottella, ma sai … ho sempre cucinato secondo tradizione. È dal tempo della nostra “Grande Madre” che si tramandano certi piatti. Sinora nessuno ha mai pensato a rinnovare il ricettario, aprendosi ad altri usi e costumi in campo culinario.

Cariolaccia: Anche a me certi piatti risultano indigesti. Ad esempio: le lasagne al gusto di ragnatela, farcite con mousse di pungitopo, mi restano sempre sullo stomaco. Se però la svolta richiestaci porterebbe degli evidenti vantaggiper la cucina, come la mettiamo con tutte le attività malefiche di noi streghe? È vero, ormai sono rimaste solo Aginolfa e Berengaria a praticarle attivamente, ma una nostra adesione alla giornata della Riconciliazione non sarebbe un po’ come un tradimento nei loro confronti?Io sarei per il rispettodella tradizione. Anche perché, se anche noi aderissimo, tutta la letteratura in materia andrebbe riscritta.

Pagnottella: Le tue considerazioni e valutazioni non mi convincono, Cariolaccia. Sono Aginolfa e Berengaria a non aver capito che i tempi sono mutati ed è giunta l’ora di cambiare! Quanto alla letteratura, essa fotografa soltanto quel periodo passato, ma al mondo non vi è nulla di eterno. Ne nascerà di certo un’altra per leggere e interpretare i nuovi tempi.

Pentolaccia: Certo: il mondo si evolve, e giustamente. Se Aginolfa e Berengaria preferiscono restare ancorate al passato non è colpa nostra!

Fagiolina: Anch’io non capisco questa tua preoccupazione, Cariolaccia. Dovremmo essere tutte noi a uniformarci a loro? Non sarebbe più logico il contrario? Nelle loro malefatte poi, sono così maldestre che difficilmente ne combinano una giusta! Vi ricordate quando volevano far grandinare sui campi di fragole del marchese di Carabas? Sbagliarono formula e, invece della grandine all’arsenico, fecero piovere panna montata. Tutto il paese accorse a mangiarne, e ce ne fu abbastanza da saziare tutti per una settimana! Visti i risultati, tanto varrebbe che anche loro abbandonassero quella strada!

Cariolaccia: In effetti quello che dici è vero. Anch’io mi ricordo di quella volta in cui provarono a rovinare il matrimonio tra il Principe Azzurro e la Bella Addormentata. Aspettarono che uscissero dalla chiesa per iniziare a far piovere a dirotto. Tutti i presenti però mostrarono, sin dalle prime gocce, una gran contentezza, primi fra tutti i due sposi. Era da mesi, infatti, che non pioveva, i campi erano riarsi e si rischiava di perdere i raccolti. Quell’acqua fu accolta come una vera manna dal cielo. Il Principe fu il più lieto di tutti, vista l’estensione dei suoi possedimenti. Mentre gli invitati e gli sposi se ne stettero al riparo, sotto il portico della chiesa, sino a che non cessò il temporale, Aginolfa e Berengaria, non avendo nulla con cui ripararsi, se ne tornarono a casa inzuppate fradicie come due pulcini, e dovettero starsene a letto una settimana a causa del gran raffreddore che si buscarono. Se non mi sbaglio, fu da allora che nacque il detto “Sposa bagnata, sposa fortunata”.

Fagiolina: Anche tu ora mi sembri concordare sull’adesione alla proposta pervenutaci!

Cariolaccia: Beh sì, a ben pensarci avete ragione voi. Mi sembra però giusto cercare di persuadere anche Aginolfa e Berengaria ad aderire. Non vorrei che restassero troppo isolate. Non lo meriterebbero! In fondo hanno sempre fatto tutto in buona fede!

Pagnottella: Sono d’accordo

Albumina (Mamma di Aginolfa): Parole sante!

Bacchettona: Allora … cerchiamo di ricapitolare una cosa per volta. Anzitutto mi pare di capire che l’assemblea sia favorevole ad aderire alla giornata della Riconciliazione. Anch’io mi associo, non tanto per motivi gastronomici, quanto per le ragioni esposte nella missiva portata da Turchina direttamente a Fagiolina, dove si esaltano i valori dell’amicizia e dell’aiuto reciproco. Per aderire con piena consapevolezza e motivazione, penso sia importante conoscere quanto vi sia scritto, pertanto verrà messa nella bacheca dei serpenti, affinché tutte possiate leggerla. Riguardo Aginolfa e Berengaria dobbiamo cercare insieme una soluzione. Qualcuna di voi ha qualche idea in proposito? Anzitutto, cosa pensano le loro mamme?

Albumina (Mamma di Aginolfa): La mia Aginolfa, non è giusto prendersela tanto con lei! Sin da quando era piccola glielo dicevo sempre: anche se sei nata strega, non devi per forza essere di continuo cattiva. Cattiva davvero poi lei non lo è mai stata, è stata piuttosto…direi … dispettosella. Ma le mie erano parole gettate al vento: ne faceva una ragione di principio e di coerenza, così ha continuato imperterrita con le sue piccole malefatte, sino ai giorni nostri. Ora, forse, rimanendo solo lei e Berengaria a fare le streghe, potrebbe finalmente ravvedersi! Se riuscissimo a portarla qui con noi, capirebbe anche lei che non serve essere cattivi al mondo, che arriva il giorno in cui ogni cosa diventa più difficile e si ha soltanto bisogno di aiutarsi l’un l’altra.

Briscolona (Mamma di Berengaria): Anche la mia Berengaria, in fondo, è sempre stata solo una gran ingenua e pasticciona. Già da piccola si metteva il ciuccio nelle orecchie anziché in bocca: diceva che voleva sentire suonare il campanellino di gomma. Poi, quando le hanno regalato il cavallino di legno, era lei a portarlo sulle spalle, anziché usarlo come dondolo. E anche crescendo mantenne sempre quelle sue caratteristiche di naturale innocenza. Quando fu l’ora di sostenere l’esame di magia, sbagliò tutte le formule, anche la più semplice a base di acqua di colonia e petali di biancospino; poi dovette ridare tre volte l’esame di guida di scopa volante perché non riusciva mai a frenare in tempo, una volta finì addirittura dentro la sala della scuola guida. Senza Aginolfa, così comprensiva verso di lei, tanto da accettarla come strega di accompagnamento di seconda categoria, non so se sarebbe riuscita a trovare un altro lavoro, specie oggi, con i tempi che corrono.

Smemorina: Pensavo una cosa: sappiamo che Pentolaccia è da poco diventata allergica ai gambi di cicoria. Non riesce quasi più a cucinare, e pertanto avremmo bisogno di qualcuno in grado di sostituirla. Conosciamo tutte l’abilità di Aginolfa nello stare intorno ai fornelli. Perché non proporle di diventare la nuova cuoca dell’ospizio?

Pagnottella: Hai ragione, io mi ricordo ancora quella stupenda torta ai frutti di palude che portò per festeggiare il trecentesimo compleanno di Albumina!

Cariolaccia: Ed io il budino di corteccia di pino che preparò per l’inaugurazione del monumento alla strega Marachella, veramente squisito!

Albumina (Mamma di Aginolfa): Proviamo allora a convincerla a venire da noi per coprire le mansioni di cuoca, abbandonando nel contempo tutte le tendenze malvagie che ancora può avere.

Briscolona (Mamma di Berengaria): Ma se ciò accadesse, cosa sarebbe della mia Berengaria? Da sola non potrebbe certo restare. Occorrerebbe trovare anche per lei una occupazione stabile qui all’ospizio!

Pentolaccia: Hai pienamente ragione, Briscolona! A questo proposito avrei un’idea: vedete comeil nostro giardino è sempre brullo e disordinato! Berengaria sarebbe la strega perfetta per accudirlo: infatti è sempre stata attratta dal mondo naturale! È vero: lo faceva da strega, magari pestando i fiori o pizzicando le lucertole, ma la predisposizione c’è, e sotto una buona guida, potrebbe ottenere grandi risultati!

Smemorina: Sono d’accordo, mi sembra un’ottima soluzione!

Cariolaccia: Anch’io mi associo!

Pagnottella: Anch’io, anch’io!

Bacchettona: Vedo che siamo tutte d’accordo! Fagiolina, avrei da farti una proposta: potresti raggiungere Aginolfa e Berengaria nella loro bicocca sul monte del Filtro Avariato, e provare a convincerle sia a cambiare stile di vita che ad accettare queste mansioni. Aginolfa ha sempre avuto grande stima di te, vederti perorare la causa della pace e della bontà potrebbe convincerla a fare altrettanto, e tu sei comunque l’unica che possa farla ragionare su questo. Quanto a Berengaria non c’è da preoccuparsi, sappiamo tutte che qualsiasi cosa deciderà di fare Aginolfa lei la seguirà docilmente.

Fagiolina: Va bene, accetto la proposta ma… che succede?... Aspettate un momento: qualcuno chiede il mio intervento urgente…Sono proprio Aginolfa e Berengaria che hanno attivato la procedura di “Chiamata indifferibile per errata magia” …Silenzio…Oh, perbacco! Che screanzate! …. e che pasticcione, anche!

Bacchettona: Che succede, Fagiolina?

Fagiolina: Mi spiace, devo andare immediatamente, la cosa è urgente. Quelle due ostinate, come al solito, si sono cacciate in un bel pasticcio!

Albumina (Mamma di Aginolfa): (Preoccupata) Qualsiasi cosa abbiano combinato, per favore riportacele qui sane e salve!

Briscolona (Mamma di Berengaria): E fai attenzione alla mia Berengaria, che a volare sulle lunghe distanze rischia sempre di prendersi un raffreddore!

Fagiolina: State tranquille, sarà fatto tutto nel migliore dei modi. Fidatevi di me.

Fagiolina esce.

Bacchettona: Non preoccupatevi e su col morale, specialmente voi mamme! Prima di quanto pensiate le vedremo tutte e tre varcare quella porta.

Pentolaccia: (prendendo una pentola e un cucchiaione di legno) Sono d’accordo, Fagiolina non ha mai fallito una missione. Per festeggiare la nostra unanime decisione e il ritorno imminente delle colleghe, propongo di intonare il “Canto delle streghe felici”.

Cariolaccia: Il canto va bene, ma lascia stare la tua pentola a percussione, che non abbiamo bisogno di romperci i timpani!

Pentolaccia: Come volete, ma non sapete quello che vi perdete!

Pentolaccia dà un colpo solo alla pentola.

Bacchettona: E allora cantiamo, che il cantare fa buon sangue!

Le streghe iniziano a cantare marciando in fila indiana, ed escono.

Siamo streghe e siam felici

d’esser tutte belle e buone

presto avremo tanti amici

non ci mancherà il torrone.

Oh, che bello, finalmente,

dormir tutta la mattina!

senza porsi nella mente

una burla sopraffina.

Aginolfa e Berengaria

ancor sono in mezzo al guado

Fagiolina ha però l’aria

di far leva sul suo grado.

Sappiam tutte che in cucina

ci manca una brava cuoca

Pentolaccia, poverina

coi fornelli più non gioca,

da quand’è che di cicoria

verde il gambo non sopporta

ora è tutta un’altra storia

ed il cibo più non porta.

In giardino invece manca

chi potar sappia davvero

Berengaria mai si stanca

quel lavoro per lei spero.

Siamo streghe e siam felici

d’esser tutte belle e buone

presto avremo tanti amici

non ci mancherà il torrone.

TERZO ATTO

Salone da pranzo del castello. Seduti a tavola sono: il Principe Azzurro, la Fata Turchina, la nonna di Cappuccetto Rosso e l’agnello. La disposizione dei convitati è la seguente: a capotavola il Principe Azzurro, alla sua destra un posto vuoto, dove siederà il cacciatore, la nonna, altri due posti vuoti dove siederanno Cappuccetto Rosso e il lupo, ed infine un posto dove siede l’agnello; alla sinistra del Principe un posto dove siederà la Bella Addormentata, la Fata Turchina e tre posti vuoti, dove siederanno i tre porcellini. Il maggiordomo annuncia l’entrata di: Cappuccetto Rosso, i tre porcellini, il cacciatore e il lupo, che si siedono a tavola. Il terzo porcellino fa un po’ di confusione nel cercare il posto, venendo redarguito per questo dal primo porcellino.In un angolo, un po’ rintanate, Aginolfa e Berengaria.Dietro di loro, immobile, il cucù.

Maggiordomo: Cappuccetto Rosso…...I tre porcellini!........ Il cacciatore! …..... Il lupo!

Il terzo porcellino prova a sedersi a fianco del Principe Azzurro.

I° porcellino: Timmy, non lì per favore! Dovresti sapere che il posto di fianco al Principe è riservato al cacciatore.

III° porcellino: Hai ragione, allora mi siederò qui, di fianco alla nonnetta.

I° porcellino: No, anche lì è riservato: a Cappuccetto. Vedi che di fronte ci sono tre posti liberi, con ognuno un bel piatto di ghiande come antipasto?

III° porcellino: Ah sì, e per chi sono?


I° porcellino: Ma per noi, no? Sciocchino!

Il cacciatore, Cappuccetto e il lupo si siedono ai loro posti. Anche i tre porcellini si siedono, ma prima il terzo fa un po’ di confusione con le sedie.

Berengaria: Pasticcione però quel porcellino!

Aginolfa: Eh sì, mi ricorda tanto una strega di nome Berengaria!

Berengaria: Agr…Botr…Ar

Principe Azzurro: Ora che finalmente siete riusciti a sedervi, possiamo dire che ci siamo tutti… o quasi. Manca la mia dolce consorte che, come sempre, è in ritardo.

Berengaria: Che palco di prim’ordine ci siamo trovate.Da qua si vede proprio tutto.

Aginolfa: C’è solo quell’impicciona della Fata Turchina chepotrebbe rovinarci la festa. Possibile che debba essere sempre dappertutto! Non poteva restarsene col suo Pinocchio, e una volta tanto lasciarci lavorare in pace! Bah, speriamo che non si accorga di noi; la sua vista sembra fatta apposta per scovare noi streghe, anche quando ci rimpiccioliamo.

Berengaria: Eh, sì, l’ultima volta ci scoprì nascoste dentro la zuccheriera.

Aginolfa: La golosona sempre a mettersi in bocca una zolletta… avrei dato un bel morso a quella sua bianca manina…

Berengaria: Beh, almeno da allora abbiamo smesso di ingrassare.

Aginolfa:E invece ci toccò fuggire inseguite dai sette nani.

Berengaria: Questa volta però abbiamo scelto un nascondiglio migliore. Qui nell’orologio, dentro la casetta del cucù non verrà certo a cercarci.

Aginolfa: C’è qualcosa che non mi convince in questo posto. Ma tu hai tanto insistito di metterci qua! Non so perché, ma avrei preferito stare dietro la tenda. Speriamo il bene!

Berengaria: Tranquilla… e abbi fiducia, per una volta.

Principe Azzurro: Ecco la mia sposa!

Entra la Bella Addormentata, sbadigliando e con passo malfermo. Porta in braccio un cuscino. Si avvicina al tavolo, si siede a fianco del Principe e appoggia il cuscino sul tavolo davanti a sé, dopo aver spostato il piatto e le posate. Mentre il Principe parla, lei continua a sbadigliare.

Bella Addormentata: Buongiorno a tutti.

Principe Azzurro: Ora siamo davvero al completo! Benvenuti alla mia tavola! Domani ci riuniremo per celebrare la riconciliazione tra i personaggi cattivi e quelli buoni delle fiabe e delle favole. Siamo in attesa di molti altri personaggi, intanto questo pranzo sia occasione di una prima riconciliazione ufficiosa tra il lupo, che siedealla mia destra, e tutti coloro che con lui hanno avuto qualche problema, almeno secondo la tradizione. Tutti noi sappiamo che si è sempre trattato di fraintendimenti o cattive interpretazioni di fatti molto diversi. Gli autori hanno seguito e si sono fatti influenzare da dicerie popolari, da miti e leggende perdute nella notte dei tempi, da pregiudizi e paure irrazionali che hanno guidato la loro fantasia, portandoli a scrivere cose tutt’altro che veritiere. Chi più ha sofferto per tutto questo è stato messer lupo; ne ha sofferto lui, la sua consorte, i lupacchiotti spaventati sin dai primi giorni di vita per una possibile persecuzione nei loro confronti. Ha dovuto scavare tane sotterranee… (a quel punto la Bella Addormentata abbandona la testa sul cuscino, semiaddormentata) scusate… (il Principe dà un bacio sulla fronte alla Bella che subito si rianima) così va meglio, mia cara?

Bella Addormentata: Bene bene, sai che solo i tuoi baci riescono a tenermi sveglia.

Principe Azzurro: Dove eravamo rimasti?... ah sì: … ha scavato tane sotterranee nei luoghi più lontani e inaccessibili, esponendosi alle ingiurie del tempo e delle stagioni. Non è mai potuto scendere in paese per comprare neppure una fetta di torta al lampone o un gelato al pistacchio per i propri lupacchiotti; né ha mai potuto acquistare una saponetta o uno shampoo per consentire alla propria consorte di farsi una toeletta; neppure un ombrello o un impermeabile per ripararsi dalla pioggia si è mai potuto permettere. E tutto per colpe mai avute. La prima ad aprirci gli occhi fu Cappuccetto Rosso, quando trovò nella biblioteca quel libro che la riguardava. È vero Cappuccetto?

Cappuccetto Rosso: Si parlava di me e del lupo, della nonna e del cacciatore. Ma era una storia stranissima, che non rispondeva affatto alla verità.

Nonna di Cappuccetto Rosso: Cappuccetto prese il libro a prestito e me lo portò perché glielo leggessi. Fu così che, dopo averlo letto e trovandolo non veritiero, decidemmo di chiamare il cacciatore.

Cacciatore: Anch’io non mi ritrovai in quella versione della fiaba.

Principe Azzurro: Raccontateci allora come andò realmente.

Cacciatore: Quella mattina dovevo andare al circolo sportivo per una gara di tiro al piattello, e passavo dal bosco perché da lì la strada è più breve. Per caso vidi Cappuccetto e il lupo che camminavano a braccetto. Erano diretti alla casa della nonna e canticchiavano insieme una canzoncina:

Andiam dalla nonnetta

con passo un po’ veloce

va bene: non c’è fretta

ma il dolce è già che cuoce.

Andiam dalla nonnina

nel bosco alla casetta

sempre sola è, poverina,

per questo già ci aspetta.

Principe Azzurro: Quindi ci confermi che Cappuccetto e il lupo erano in perfetta armonia?

Cacciatore: Sicuramente, sembravano due innamorati impegnati in una passeggiata romantica!

Cappuccetto Rosso: Il lupo è mio amico da tanto tempo: da quando lo incontrai nel bosco che raccoglieva le fragole. Fu gentile con me sin dal primo momento, tanto che mi offrì subito il suo cestino colmo di frutti di bosco. Io mi ero smarrita e non trovavo più la strada per arrivare a casa della nonna. In quel mentre arrivò anche un temporale. Così scappammo in fretta e facemmo appena in tempo a ripararci prima che iniziasse a piovere a dirotto. In seguito, gli feci conoscere anche la mia mamma, mentre lui mi portò a incontrare la sua famigliola. Mi affezionai ai suoi lupacchiotti: ogni volta che andavo a trovarli, mi correvano incontro come tanti cagnolini scodinzolanti e festosi.

Fata Turchina: Benissimo, direi che, nel vostro caso, non occorrerà nemmeno una vera e propria cerimonia di riconciliazione. Cosa che, probabilmente, occorrerà invece per l’Orco e il Caprone Roco o per Grimilde e Biancaneve.

Aginolfa: Hai sentito? Anche Grimilde ha tradito la causa e il Sindacato. Domani rinnegherà tutte le nostre tradizioni, infangando il buon nome dell’”Anonima Associazione delle Libere Streghe Dispettose”.

Berengaria: Siamo arrivate giusto in tempo per evitarlo.

Principe Azzurro: Comunque, sono tutti ben disposti. Li ho incontrati io stesso nei giorni scorsi, e domani vedrete che bella cerimonia faremo!

III° porcellino: Sì, sì, faremo.

I° porcellino: (dandogli una spallata) E stai zitto una buona volta!

Il Principe Azzurro tossisce, un po’ contrariato.

Principe Azzurro: Bene, le cose mi sembrano chiare.A conferma direi di sentire anche la nonna di Cappuccetto, poi inizieremo il pranzo.

Nonna di Cappuccetto Rosso: Saluto tutti i presenti e ringrazio il Principe per l’invito ad essere oggi qua con voi. Stare in compagnia mi rende così felice! Sapeste: sempre sola in quella casetta sperduta. Lo dicevo a mio marito buonanima: perché vuoi costruire la casa in mezzo al bosco? Capisco che l’aria inquinata della città non ti aggradi, ma qui saremo troppo soli! Chi verrà a farci visita? Ma lui, testardo, non ne volle sapere. È da anni che solo Cappuccetto mi viene a trovare e, da quando l’ho conosciuto, anche il lupo.

Principe Azzurro: Dunque anche lui veniva spesso a trovarti?

Nonna di Cappuccetto Rosso: Oh sì, e aveva nei miei confronti delle premure che nessuno aveva mai avuto prima.

Principe Azzurro: Quali premure?

Nonna di Cappuccetto Rosso: Oh, ad esempio mi aiutava in cucina a sbucciare le patate, mi portava la legna per il camino. Quando ero malata stava con me la sera e mi leggeva persino delle favole, ovviamente non quelle in cui lui era uno dei protagonisti. Ci siamo proprio affezionati l’un l’altro!

Principe Azzurro: Direi che ogni commento è superfluo. Propongo un brindisi per festeggiare questo scoprirci uniti nell’amicizia e nell’aiuto reciproco!

Aginolfa: Ora viene il bello! Fra un po’ vedrai che botte!

Berengaria: Sì, sì, ci divertiremo!

I convitati brindano ma l’effetto è l’esatto opposto di quello atteso dalle due streghe. Il lupo si alza in piedi e dice a tutti che si sente strano, poi inizia ad agitarsi, saltellando a gambe aperte.

Aginolfa: Ecco, ci siamo. Guarda il lupo, è come scosso da un fremito.

Fata: Che ti succede lupo, non ti senti bene?

Lupo: Mi sento strano. Forse ho bevuto un po’ troppo vino.

Aginolfa: Uhm. Non mi convince: ha ancora un tono conciliante.

Berengaria: Aspettiamo. Ormai non possiamofare altro.

Lupo: Oh, oh. Sento il bisogno…. Che mi succede?

Il Principe Azzurro si alza un po’ preoccupato e si avvicina al lupo. Come lo raggiunge, il lupo gli salta al collo ed inizia a baciarlo.

Lupo: Grazie! Grazie per questa bella festa. Smack. Smack. Un bacio a tutti. Ve lo meritate.

Il lupo bacia tutti i presenti.

Aginolfa: Ma… che succede? Si abbracciano e si baciano anziché tirarsi i capelli e prendersi a schiaffi!

Berengaria: Mah?

Aginolfa: Qualcosa non deve aver funzionato nel filtro. Non è, per caso, che hai sbagliato qualche ingrediente?

Berengaria: Non credo.

Aginolfa: Proviamo a ricapitolare. L’acqua di Monte Veleno. Sei sicura di averla raccolta alla sorgente? Non è che, per fare prima ed evitare di salire sul Monte, ne hai preso dell’altra, magari quella del pozzo?

Berengaria: No, Aginolfa, chiedilo a Scopetta se non siamo state lassù a riempire il bottiglione.

Aginolfa: La coda del porcellino?

Berengaria: Certificata da Rovagnati.

Aginolfa: La polvere da sparo?

Berengaria: Ho comprato la cartuccia all’emporio. Non me la volevano dare perché ero senza licenza di caccia, ma alla fine l’ho fatta rubare a Scopetta.

Aginolfa: Due capelli di strega?

Berengaria: Te li ho tagliati la notte prima, mentre dormivi.

Aginolfa: Sempre i miei eh? L’ingrediente più importante: la testa di fungo velenoso?

Berengaria: L’ho raccolto nel bosco.

Aginolfa: Sì, ma quale fungo?

Berengaria: Quello rosso con i puntini bianchi.

Aginolfa: Sei sicura di aver raccolto proprio quello? Era proprio rosso coi puntini?

Berengaria: Beh, sono stata nel bosco dopo un temporale, e anche tu sai che dopo una forte pioggia i puntini si staccano…

Aginolfa: E allora: come hai fatto ad essere sicura di raccogliere proprio quella specie?

Berengaria: L’ho chiesto allo gnomo che vive dentro il grande castagno, e lui me l’ha confermato.

Aginolfa: Lo gnomo Azorimponio?

Berengaria: Proprio lui.

Aginolfa: Ma non sai che non c’è da fidarsi?! Che si diverte a farci scherzi ogni volta che gliene capita l’occasione? L’ultima volta ha fatto sprofondare nella palude la strega Smaraldina. Ed è stato dopo quel tiro birbone che lei ha deciso di andare in pensione.

Berengaria: Hai ragione… adesso che ci penso, quel fungo sotto non era bianco, ma giallo.

Aginolfa: E brava! ti ha fatto raccogliere il migliore di tutti i funghi, e tu ci sei cascata come un’allocca!

Berengaria: Scusa, Aginolfa.

Aginolfa: Non ci sono scuse che tengano. Ormai possiamo fare solo una cosa: recitare la formula magica che chiede l’interventodella nostra antenata Fagiolina,la sola che, con la sua esperienza, puòcapovolgere l’effetto del filtro. Ma dobbiamo farlo subito, altrimenti anche lei non potrà più nulla.

Berengaria: Ma Fagiolina non è al ricovero da qualche anno? Ha ancora bollata la patente di strega attiva?

Aginolfa: Come strega più esperta ha un permesso speciale,della durata duecentennale ed esente da bollo.

Berengaria: Va bene, ma a chifacciamo applicare il suo intervento? Al cacciatore?

Aginolfa: No, è armato, e potrebbe spararci. La cosa migliore è recitare la formula per il lupo. Lui è il solo a stare sulla sponda dei possibili cattivi.

Berengaria: Bene, allora cominciamo. Ma…

Aginolfa: Ho capito: non la ricordi. Vieni dietro a me.

Ci siam sbagliateBerengaria (variante)

ava Fagiolina                          ava stupidina

se non ci aiutate

che figura meschina!

Il filtro col fungo

abbiam fatto al contrario

come quando mi pungo

o non sono in orario.

Perciò ti preghiamo:

sul lupo concentrati

e ancor ti chiediamo:

un antidoto inventati.

Berengaria (variante)

Vogliam vederlo ringhiare    Vogliam vederlo cantare

azzannare i vicini                  osannare i vicini

una guerra scoppiareogni guerra sedare

affilarsi gli uncini.                 spuntarsi gli uncini.

Sii clemente antenata

accogli questa preghiera

così una serenata

ti faremo ogni sera.

Anche dopo la recita della formula le cose non cambiano: i presenti sono sempre più accomunati da un senso di fraterna appartenenza che si materializza in abbracci, baci e pacche sulle spalle.

Berengaria: Ma… che succede? Non è cambiato nulla! Sembrano ancora tutti presi da un irresistibile sentimento fraterno.

Aginolfa: Questo può avere una sola spiegazione: abbiamo recitato male la formula.

Berengaria:Io ti ho seguito parola per parola.

Aginolfa: È di questo che non sono sicura. Purtroppo, ero troppo impegnata a rammentare le frasiper fare caso a quello che dicevi.

In quel momento il cucù inizia a cantare.

Cucù, cucù

io grido di quassù

non posso uscir dal nido

davvero non mi fido

che due figure strane

mi sbarrano il passaggio

non hanno arie nostrane

ed io che sono saggio

avviso tutti quanti

da questa casa stretta:

guardate chi è davanti

che il tempo non aspetta.

Cucù, cucù

m’affaccio di quassù

ed ora per favore

slegate le mie ore.

Tutti si voltano verso l’orologio (cucù) stupiti e confusi per quanto appena udito.

Principe Azzurro: Che succede? Non è mai accaduto che il cucù dicesse cose simili. Di solito, quando si affaccia allo scoccare di ogni ora, (adesso infatti sono le tredici in punto)ha un pensiero gentile; magari recita un verso poetico legato al tempo atmosferico di quel momento oppure rivolge un saluto affabile ai presenti... Davvero non capisco!

Agnello: Anche perché nell’orologio non si vede nessun altro.

Aginolfa e Berengaria se ne stanno rannicchiate il più possibile, per non farsi vedere.

Berengaria: Non ci hanno ancora visto.

Aginolfa: Dimentichi la Fata Turchina, vedrai che ci scoprirà presto. L’impicciona!

Principe Azzurro: Eppure le parole del cucù erano chiare.

III° porcellino: Che ci sia un qualche fantasma nascosto nella casetta?

Fata Turchina: Non c’è nessun fantasma, ma due streghe di nostra conoscenza. Vero Aginolfa e Berengaria? È inutile che cerchiate di nascondervi. Sempre a cercare di intralciare le nostre buone opere. Avanti, uscite fuori da lì.

Aginolfa: Facciamoci coraggio: l’impicciona ci ha scoperto. Usciamo.

Aginolfa e Berengaria escono dal cucù. Il maggiordomo le avvicina come a sbarrare loro la fuga e le guarda severamente.

Fata Turchina: Allora? Che facevate là dentro?

Aginolfa: Niente, vi stavamo soltanto osservando.

Fata Turchina: So io cosa stavate tramando, e adesso capisco anche lo strano e improvviso comportamento del lupo: avete cercato di far fallire la nostra cerimonia di riconciliazione con una qualche pozione magica della discordia, che evidentemente avete sbagliato a preparare, come spesso vi capita. Conosco bene le vostre trame e i vostri intrugli a base di ingredienti sgradevoli!

Aginolfa: Ma no, fatina, ti stai sbagliando …siamo venute quasolo per svagarci un po’. Ci annoiavamo a stare sempre in quella vecchia bicocca in mezzo ai monti, davanti alla televisionea vedere il mago di Oz e la sua trasmissione “Tutti i maghi minuto per minuto”.Così ci siamo dette: perché non andiamo al castello, là si stanno di sicuro divertendo, magari riusciamo anche noi a vincere la noia.

Fata Turchina: Niente scuse, non le beviamo! Ci avete provato ma vi è andata male.

Lupo: In effetti ho iniziato a sentirmi strano subito dopo aver bevuto lo spumante!

Maggiordomo: In cucina ho trovato bagnato per terra, proprio vicino al tavolo delle bevande.

Fata Turchina: Allora Aginolfa, osi ancora negare la vostra responsabilità?

Aginolfa: No, Turchina. Ammettiamo tutto. Ma cerca di capire: quello che avete in programma per noi è davvero grave: significa la fine del nostro mondo. Non potevamo restare con le mani in mano, vedendo tutto precipitare intorno, sino a restare le sole a difendere le forze del male.

Cacciatore: Niente scuse! Il vostro agire è stato inqualificabile!

Principe Azzurro: Che facciamo allora con queste due? Meriterebbero una bella punizione.

Cacciatore: Direi di impallinarle un po’. (in tono tra il serio e lo scherzoso)

Berengaria: Aiuto!(schermendosi)

Cappuccetto Rosso: Pensiamoci bene prima di compiere qualsiasi gesto avventato. Ci eravamo ripromessi di rigettare per sempre ogni azione malvagia, di vietare la vendetta e limitare il castigo sempre in proporzione alla gravità della cattiva azione commessa.

Nonna di Cappuccetto Rosso: Concordo con mia nipote: non è comportandoci così che ripareremo a un torto fattoci. In questo modo ci mostreremmo solo uguali a loro, vanificando tutti i nostri buoni propositi. Sarebbero loro a vincere. Non lasciamoci perciò prendere da moti istintivi, e usiamo invece la ragione, che sola sa dare buoni consigli.

Lupo: Sono d’accordo. In fondo le due poverine non hanno fatto del male a nessuno. È vero: hanno tentato di far sì che il nostro disegno non si attuasse, ma hanno fallito goffamente. Diamo loro una possibilità di riscatto.

Principe Azzurro: Cosa proponi, allora?

Lupo: Non saprei. Non sono pratico di queste cose.

Sbuffo di fumo. Entra la strega Fagiolina.

Aginolfa: Guarda Berengaria: è Fagiolina!

Berengaria: Cosa vorrà mai?

Aginolfa: Per lasciare la casa di riposo, deve esserci un motivo importante. E poi: presentarsi in mezzo a tutte queste persone buone! Che coraggio!

Fata Turchina: Fagiolina! E tu che ci fai qui?

Fagiolina: Ciao Turchina! Sono venuta a tirare le orecchie a queste due screanzate. Non solo hanno cercato di mettere zizzania tra voi, ma una di loro mi ha anche chiamato con un epiteto offensivo. Ambedue cose assai deplorevoli.

Aginolfa: Ma cosa dici Fagiolina? non ti riconosco! Noi abbiamo solo cercato di mantenere nel mondo la sana concorrenza tra il bene ed il male, tra il buono e il cattivo; di difendere il campo naturale in cui si esplica il nostro lavoro. A cosa serviremmo, altrimenti, noi streghe?

Fagiolina: Sei un po’ in ritardo coi tempi, Aginolfa. Non puoi saperlo, ma si è appena conclusa l’assemblea delle streghe pensionate, che ha deliberato di aderire al nuovo corso di Riconciliazione promosso dal Principe Azzurro ed altri.

Ascoltando il colloquio tra Fagiolina e Aginolfa gli altri personaggi si mostrano divertiti e ne sorridono, specie in quei passaggi in cui emergono la goffaggine di Berengariao le caratteristiche un po’ particolari delle altre streghe via via citate da Fagiolina.

Aginolfa: Noiinfatti ignoravamo tutto, ma, benché ormai inattive, pensavamo che, almeno moralmente, voi foste ancora schierate sui vecchi principi. Avrete ragione, ma dovete anche capire che non è facile cambiare mentalità ed usi, quando si è nate e cresciute con una certa cultura e determinati valori.

Fagiolina: Ora però dovrete cercare di aggiornarvi! Il vecchio mondo sta per scomparire, vi conviene accettare la nuova realtà e comportarvi di conseguenza.

Aginolfa: Vedremo, ma non ti posso promettere nulla.

Fagiolina: Apprezzo la tua sincerità, Aginolfa.

Aginolfa: A proposito di sincerità, scusa Fagiolina, ma non ho capito una cosa: parlavi di un epiteto offensivo con cui ti avremmo chiamata. A quale appellativo ti riferisci?

Fagiolina: Qualcuna di voi due mi ha chiamato “stupidina”.

Aginolfa: Ho capito: è stata senz’altro quella pasticciona di Berengaria a confondersi. Ma ti assicuro che non l’ha fatto apposta o con intento offensivo, semplicemente, come spesso le capita, non ha inteso bene quello che in quel momento stavo dicendo.

Fagiolina: Eh, sì, doveva essere proprio confusa, perché ha anche chiesto che il lupo continuassenelle sue effusioni di amicizia gioiosa…

Berengaria: Err. Ptr….

Aginolfa: Berengaria…!

Fagiolina: Lasciamo perdere. Se sono venuta qui è per farvi capire l’errore che stavate commettendo, oltre che per portarvi alla casa di riposo. Il gran consiglio delle streghe pensionate ha   deciso che dovrete lavorare lì sino a che non vi sarete rese conto che un nuovo mondo è nato. Sempre che i nostri amici non abbiano nulla in contrario e non preferiscano darvi loro una giusta punizione!

Principe Azzurro: Certo che no. In questo modo ci levate anche dall’imbarazzo di doverle giudicare.

Aginolfa: Fagiolina, avete pensato cosa far fare a Berengaria? Sapete bene che è una gran pasticciona! Non temete che possa mettere a soqquadro l’intero ospizio?

Fagiolina: Non ti preoccupare: l’impiegheremo nei lavori di giardinaggio: potare le rose, spazzare le foglie cadute… sono tante le attività in cui potremo occuparla e dove non dovrebbe riuscire a combinare troppi danni.

Berengaria: Sì, sì, mi è sempre piaciuto lavorare in campagna: fin da piccola mi divertivo a fare i dispetti ai grilli, le pernacchie agli uccelli che volavano, strappare le foglioline appena spuntate…

Fagiolina: Lascia perdere, Berengaria! Quel tempo è passato per sempre, ora farai tutto con ben altro spirito. Per evitare di sbagliarti, prenderai ordini dalla strega Bacchettona, e con lei, lo sai, non si scherza!

Berengaria: Bacchettona! Allora dovrò davvero mettermi in riga!

Fagiolina: Penso proprio che ti converrà!

Aginolfa: Ed io cosa farò?

Fagiolina: Tu sei molto brava in cucina, da quando la strega Pentolaccia è diventata allergica ai gambi di cicoria, e quindi non ha potuto più lavorare ai fornelli, ci siamo accorte di quanto abbiamo bisogno di una cuoca esperta che la possa sostituire, e tu sei la strega ideale per ricoprire quel ruolo.

Aginolfa: L’idea non mi dispiace. Ma chi mi affiancherà ai fornelli? da sola non ce la potrei fare a servire tutto l’ospizio!

Fagiolina: Ti aiuterà la strega Smemorina.

Aginolfa: Smemorina? No! Smemorina no! Non si ricorda neppure se il sole si alza alla mattina oppure alla sera, né quale tipo di farina occorre usare per fare la polenta. Smemorina no! Piuttosto diventerò buona, farò un fioretto al giorno…beh … magari a settimana, ma non condannatemi a lavorare con lei.

Fata Turchina: Sii clemente Fagiolina. Aginolfa ha già patito abbastanza con quella pasticciona di Berengaria, (Berengaria dà segni di impazienza)metterla ai fornelli insieme a Smemorina sarebbe una punizione troppo dura, e poi…anche i vostri pranzi finirebbero per risentire negativamente della situazione. Ci sarà pure qualche altra strega a cui poter assegnare quel compito!

Fagiolina: Va bene, lasciatemi pensare: cosa potremmo fare? … (Fagiolina ci pensa un attimo)Trovato! Ci sarebbe anche la strega Pagnottella che ambirebbe a quel posto. Avremmo preferito non assegnarle quell’incombenzaperché è già abbastanza rotondetta, e di sicuro approfitterebbe della situazione per assaggiare qualcosa di troppo, ma se starai attenta a non farla ingozzare, penso si possa provare.

Aginolfa: Grazie, Fagiolina! Non sai che peso mi hai levato di dosso!

Fagiolina: Niente grazie!Ho solo seguito i consigli di Turchina.

Aginolfa: Grazie anche a te, fatina impiccioncina.

Fata Turchina: Aginolfa!...

Aginolfa: Dicevo per dire… affettuosamente.

Fata Turchina: Va bene, va bene…

Fagiolina: Penso sia ora di lasciare questi nostri amici, che già abbiamo disturbato abbastanza. Ti saluto Turchina, e salutipure a tutti voi! Ed ora in marcia voi due, che vi aspettauna nuova vita!

Fagiolina, con la sua scopa, dà due colpi a Aginolfa e Berengaria, che escono, seguite da lei. Gli altri personaggi ridono tra loro alla vista di quella scena.