RISATE
SOTTO LE STELLE
(Che ’d rije …tuti a pioravo !)
Rivista – cabaret
due tempi di risate
di Franco Roggero
Posizione Siae n. 18.29.90
RISATE SOTTO LE STELLE
RIVISTA – CABARET IN DUE TEMPI
Si tratta di uno spettacolo diverso dai soliti. E’ una rivista –cabaret che
alterna scenette comiche a battute umoristiche proprie del cabaret.
Una raffica di battute dall’inizio alla fine,tutte collaudate in anni di esperienze cabarettistiche dell’autore.Alcune sono di dominio pubblico,altre prese dal ricordo di tante serate trascorse sui palcoscenici più diversi in compagnia di autori vari.
Si tratta di un’ora e mezza abbondante di umorismo,risate,risatine,satira,
ironia che sfocia in uno spettacolo divertente ,brioso con un ritmo incalzante per
un divertimento assicurato. Scritto per la maggior parte in italiano ma con molte battute in piemontese. (Gennaio- Febbraio 2010)
PERSONAGGI – Quattro attori particolarmente versatili ( 2 donne e 2 uomini)
ed un eventuale presentatore-attore fac-totum.
SCENOGRAFIA -
A piacere,ma molto essenziale.In palcoscenico solo qualche
sedia , due panche ed un tavolo o due tavolini quadrati .
Fondale ,luci,musiche a piacere.
Durata Un’ora e mezza (abbondante)
RISATE SOTTO LE STELLE
(“ Che ’d rije..tuti a pioravo !”)
Si apre il sipario.In scena2 sedie, due panche .
I quattro attori,due uomini e due donne,entrano in scena uno dopo l’altro, si schierano al centro del palco.Poi cantano il refrain della canzone”Ròbe da mat”
oppure musica a piacere. Ogni attore poi fa un passo avanti e dice (o legge)
la sua battuta.
Ultime notizie
A - Assegnato il premio Nobel per la pazienza ad un vecchio biliardo di
periferia .Motivazione : eran trent’anni che gli facevan girar le palle !
B - Confusione della Madonna : la madonna di Lourdes è apparsa a Loreto!
As capìss pì gnente ! (Non si capissce più niente)
C - Moglie uccide il marito a cornate: si ignora il movente del delitto
D - Scontro frontale tra due carri funebri ,bum ! Un resuscitato…
A - Anche in amore si può sbagliare! Gridò un riccio incazzato scendendo
da una spazzola..
B - Genovese trova bottone nero e per non sprecarlo a fa studié ‘l fieul da prèive
C - Bisogna resistere a tutte le tentazioni,tranne che a quelle del gioco ,disse
il parroco di Saint Vincent. Bravo ,rispose il parroco di San Remo e il
Pastore di Las Vegas li benedisse entrambi .
D - Gesù Cristo quando creò il secondo uomo di colore esclamò : Giuda
fauss,l’hai lassane brusè n’autr !
A - Amante diabolico si cosparge di acqua di colonia e si dà fuoco davanti alla
partner atterrita gridando : “ Tòh ,la banana flambé !!!” Canzone Ròbe da mat ( Sempre solo il refrain) o musichetta ironica
BARZELLETTE SCENEGGIATE
Pres – (si fa avanti dicendo) Ed ecco a voi un increscioso fatto di cronaca capitato
ad una povera vecchietta che a mezzogiorno in punto voleva attraversare
Corso Vittorio a Torino con semaforo spento. ( due attori)
Vecchietta - (Con occhialini e foulard in testa e scialle sulle spalle,cammina con
la canna)
Cerca di attraversare il corso,fa un passo avanti e due indietro,perché ogni volta
l’altro attore con un volante in mano le passa davanti a tutta velocità
riproducendo il rumore di una macchina.Alla fine la vecchietta attraversa e
una macchina(attore) la investe. Lei cade per terra,mentre l’autista che l’ha
investita,frena di colpo,abbassa il finestrino e rivolgendosi alla vecchietta
urla :” E ch’a fassa tension !! “ La vecchietta allora tentando di rialzarsi
risponde spaventata :” Perché ?! Ades a fa cò retromarcia !? “
Presentatore -
Siamo nella Torino anni 50, Barriera di Milano.Maria,moglie di
Gioanin Barera fondeur a la Ferriera sta facendo la polenta.
La casa è povera : un monolocale con cesso in comune.
Maria toira la polenta e attorno a lei 4 o 5 bambini : chi a fa pipì,chi a fa
popò,chi a ciama papà…All’improvviso torna a casa il marito tutto spaventato..
( due attori)
Gioanin – Maria,Maria ,it saveijsse cò a l’è capitaje ancheuj !!Na disgrassia,
Maria,na disgrassia !!
Maria - (Senza scomporsi continua a girare la polenta ,voltandosi appena un po’
verso il marito) Ah,si ? ( e continua a girare la polenta)
Gioanin – Na disgrassia Maria,na strage ! (si mette le mani nei capelli)
Maria – Ah,si ?
Gioanin – Pensa Maria,mentre i travajavo a l’è mnuje giù la vòlta,Maria,a l’è
crolaje ’l sofit…Na strage Maria,na strage !
Maria – Ah,si ?( e continua sempre a girare la polenta)
Gioanin – 5 mòrt ,Maria,5 mòrt e diversi ferì ,Maria!
Maria – Ah,si ?
Gioanìn – Për fortuna Maria,che mi a j’era doe minute che j’ero andaita
al cess,Maria, doe minute, i son salvame Maria !
Maria – Ah, si ?
Gioanin – Si,però barba Agnelli a l’ha subit ficaje 90 milion a tute lefamije,Maria,
90 milion ,Maria ! E mi meno male che j’era anìdaita al cess.Maria
Maria – (smette di girare la polenta) Gioanin…possibil che ògni vòlta che a-j’è
da fé ’l gran, ti it sij sempre al cess !!
Presentatore - (Fa un passo avanti ed annuncia)
Il Coro Polifonico della Fenice di Venezia vi farà ascoltare un mottetto dell’
Ottocento veneziano . Opera in sibemolle maggiore e diesis minore del
grande compositore Wolfango Amadeus Mozart .Il coro è generalmente composto
da 180 elementi.Stasera siamo un po’ di meno…Dirige il Coro il maestro
Toni Osèj
(Entra il maestro e direttore del coro.Veste un frac con farfallino ed ha in mano la bacchetta per dirigere e sotto braccio il leggio. Si inchina verso il pubblico,batte la bacchetta sul leggio e poi attacca)
CORO – (gli attori schierati sul palcoscenico cantano in coro molto contriti)
La porsea,la porsea,la porsea el gà fato i porsej
Eran bianchi rossi e bej
La porsea el gà fato i porsej (Bis con finale)
(Terminata l’esecuzione il maestro se ne va cercando di recuperarei fogli che gli sono caduti,sparpagliandosi. Fa l’inchino ed esce)
SCENETTA I FIDANZATI
A questo punto si libera il palco e si lascia solo una panca in mezzo,mentre il
Presentatore spiega la scenetta che si va a rappresentare .( 3 attori)
Pres - Ci troviamo ai giardini pubblici di una città qualunque,all’ora qualunque di
un giorno qualunque. Un pensionato qualunque siede su una panchina qualunque e legge tranquillamente il suo giornale qualunque.E’ una bella giornata qualunque…
( Un pensionato legge il giornale su una panchina)
Signore– Ah,che maravija ! Finalment un pò ’d calma ! Gnun che ad romp le scatole… Dunque,vëdoma ’n pòch …(legge ad alta voce)
“Martin Lutero fondò il protestantesimo perché non digeriva le ostie…” Costa l’hai pà capìla ! ( volta pagina)
“Vittorio Sgarbi è stato a Lourdes e gli è apparsa la Madonna: dopo trenta
secondi ci ha litigato” Costa a l’è bela …
Fidanzato– ( Si avvicina al signore) – Scusi,signore,che ore sono ?
Signore – (estrae con calma un vecchio orologio da taschino oppure una
sveglia ) A l’è 10 ore e tranta second…
Fidanzato – Grazie,grazie…lei è molto gentile (passeggia nervosamente,poi si
ferma di colpo e va verso il signore gridando) Signore,signore,
scusi che ore sono per favore !!!
Signore – Ma se l’hai pen-a dijlo adès ! A l’è 10 ore e tre minute e 25
second ! A veul cò saveje l’ora ’d Tokio ?
Fidanzato – No,grazie,voglio solo sapere l’ora esatta ! Che ore sono ?
Signore – A l’è ora che as compra na mostra ! E che an lassa lesi ’l giornal
an santa pas !
Fidanzato – (Si allontana,poi ritorna di corsa verso il signore) –Signore!
Signore !!
Signore – (Spaventato) – Ma cosa a-i è torna !? Ma a l’è torna sì ? ?
Ma cò a veul stavòlta ?
Fidanzato - L’ora…mi dica l’ora per favore …che lei non arriva !
Signore – E “ lei “ chi è ?
Fidanzato – La mia fidanzata, Camilla. Ma che ore sono ?
Signore – (Estrae con calma l’orologio o la sveglia)
Fidanzato – Ma si sbrighi che io sono nervoso !!!
Signore – E alora che as don-a na calmà …Dunque se i më sbaglio nen
…a l’è 10 ore e due minute e mesa..A va bin ? A l’è content ò a veul
cò savej l’ora ‘d Pechino ?
Fidanzato – Ma che Pechino…E’ già in ritardo di 5 minuti ! Povero me,e se lei non arriva io cosa faccio? (si siede vicino al signore) Mi lasci
piangere sulla sua spalla (Piange)
Signore – Ma ch’a ten-a giù le man,ch’a vada a cantè ant’autra cort !
Ma cossì chi a l’ha mandàmlo ?
Fidanzato – Lei è un egoista,pensa solo a se stesso,mentre
io sono qui che soffro !E se Camilla non viene ? Io cosa faccio?
Signore – Ma a mi còsa a m’’nteressa dla sua Camilla ! Ch’as gava dai pè !
Ma mi cò l’hai fait për avej na disgrassia parej … ( Lo spinge via)
Fidanzato – (esce,poi ritorna di scatto) Signore,signore !!!
Signore – Torna sì ?
Fidanzato – Sa cosa le dico,che se lei non viene io mi uccido…mi getto nel
fiume !
Signore – Ecco,brav, ch’a fassa parej,stavòlta a l’ha pròpe pensala bin,ecco che
a vada a campesse nt’ël Po ! A veul che l’acompagno ?
(Lo accompagna fuori)
Fidanzato – (Rientrando) Signore…signore …
Signore – Oh , no,ma cossì a l’è pess che na purga !!
Fidanzato – Io non posso gettarmi nel fiume,sa …io non so nuotare !
Signore – Mej, parej a va subit a fond e an lass tranquil !
Fidanzato – Senta ..( si siede accanto a lui) Ma perché non mi consola?
Signore - Ma ten giù ste man,piantla mach lì….ma dime ti se mi i deuvo
trovè ’n fafiochè parej!
Fidanzato – Scusi,cosa vuol dire fafiochè ?
Signore - A veul dì beté !
Fidanzato - Ma lei offende sa !? Allora io me ne vado ! ( si alza)
Signore - Oh,meno male ,va fòra dij ciàp ! Che Nosgnor at benedìssa
come a fa ’l ciàt a la saotissa !
Fidanzato – Non ho capito bene l’ultima parola ma temo che sia un insulto.
Pertanto io me ne vado…addio ! (esce)
Signore - Eh,ciao né…Vate a comprè ’n cassul ! Oh…finalment ‘n po’
’d tranquillità sensa sto gasepio ’n mes ai pè ( riapre il
giornale e legge ad alta voce) Muore mentre aspetta che gli
facciano l’autopsia …costa l’hai pà capìla…Finalmente una
buona notizia : l’atomica non provoca il cancro…Oh ,che bel !
Fidanzato - (rientra in punta di piedi poi urla) Signore ,signore !!!!
(Si siede in braccio al signore) Mi scusi ,mi scusi,che ore sono
per favore ?
Signore - A l’è ora che it compri ’n ciochè ! Ma straca nen e cala giù da si !
( lo getta per terra)
Fidanzato - Ahi,ahi ,ahi !! ( si alza grattandosi il sedere) Maleducato ! Ma lo
sa che avrei potuto spaccarmi una gamba !?
Signore - Ma va ? Ma a l’è rompussla almeno ?
Fidanzato - No,sto bene…o meglio…stavo meglio prima
Signore – An dispiàss…
Fidanzato Ah,si ? E allora sa cosa le dico? Che lei è un egoista…pensa solo al
suo giornale ! Ma sa cosa ne faccio io del suo giornale ? (Afferra il
giornale e lo getta a terra ) Ecco cosa faccio del suo
giornale !
Signore – (Raccoglie il giornale ) Ma përchè ? Còsa i l’hai fait ’d mal
për avèj ’n balengo parèj tra i pé !!!
Fidanzato – Ah,insulta pure ? Io soffro e lei mi insulta…Piuttosto mi dica che
ore sono ?
Signore – L’hai già dijlo : a l’è ora che as compra n’orologio a cucù ,
na pendola,na siola,un ciuchè …
Fidanzato – ( Si allontana,poi ritorna e si siede accanto al signore) Sa cosa le
dico ? Che se adesso lei arrivasse …io…io la perdonerei ….e le
direi …..
ENTRA CAMILLA la fidanzata
Fidanzato – Ah brutta disgraziata ! E’ questa l’ora di arrivare ? Sei in ritardo
di 7 minuti ! ( Spinge il signore) Glielo dica lei,che ore sono !
Camilla - Sigismondo,calmati ! Come vedi sono qui !
Fidanzato - Certo che lo vedo,e lo vede anche lui …(Spinge il signore) Ecco
glielo dica che la vede anche lei…glielo dica ,7 minuti di ritardo!
Camilla – E cosa saranno mai 7 minuti ! ( Spinge il signore ) Glielo dica lei,
che non è il caso di urlare così !
Fidanzato – E invece no,io urlo finchè mi pare e piace ! (Spintona il signore)
Ecco,urli anche lei !Urli !
Signore – Sa piantatela lì e lasseme lessi ël giornal !
Camilla – Ma lei di cosa si impiccia ! Stia zitto !!( lo spinge)
Signore – Ma mi verament …
Fidanzato – Camilla ha ragione,ma lei cosa vuole,di che si interessa !?
Signore – Mi veuj gnente…ecco ..i passava da sì për caso..e sun fërmame
E l’hai dit : ecco n bel pòst për lesi ’l giornal da tranquil !
Camilla - Ecco vede ,anche lei è un egoista come Sigismondo.Ma sa cosa
faccio io del suo giornale ? (Prende il giornale e lo strappa in tanti
pezzi e li butta per terra)
Fidanzato – Ha visto cos’ ha fatto ? E’ una donna imprevedibile !
Ha preso il suo giornale e l’ha fatto a pezzi,anzi a pezzettini
( afferra anche lui una pagina del giornale e la fa a pezzetti)
Signore – (raccoglie i pezzi) Ròda da mòrse ’l cul con i dent ëd goma …
Camilla – Lei stia zitto,che lei non c’entra niente !
Fidanzato – Camilla …perché non facciamo la pace ,su dai …( E accarezza
la testa del signore)
Camilla – No,tu mi hai offeso
Signore – Mi verament i l’hai pà banfà…
Fidanzato – Lei stia zitto che ha già combinato troppi guai !
Camilla – Sigismondo,ma tu mi perdoni? ( Accarezza la testa del signore )
Fidanzato – Ma si, ti perdono… ( caccia un dito nell’occhio del signore)
Signore - Ahia !!! Pòrca miseria, ten giù ste galosse !
Camilla – Ma cosa fa ? Bestemmia ?
Fidanzato – Lascia perdere,,,,questo signore è un maleducato
Signore – Ma che maleducato !!!( si alza )
Camilla – ( Lo rimette a sedere) Lei stia giù !
Fidanzato – Pucci…pucci….(E rimette il dito nell’orecchio del signore)
Signore – Ahia !!!(Si alza)
Camilla – Lei stia giù ! Ma che scocciatore ! Ma questo cosa vuole ?
Fidanzato – Ma cosa importa ….facciamo la pace …(Abbraccia il signore)
Signore – Basta !! Aiuto ! Na peuss pì nen !( Si alza)
Camilla – Ma stia giù ! Lo sa che mi sta proprio scocciando !
Fidanzato – C’è troppa gente maleducata in giro!
Signore – Ecco…appunto …mi i vorija mach dì che …(si alza)
Camilla – Ma stia giù e la smetta di scocciare,non vede che stiamo parlando ?
Fidanzato – Cara,allora facciamo la pace…pucci..pucci ..( e mette il dito
nell’orecchio del signore)
Signore – Ahia !! Ti ,pucci …pucci..,it l’as finì ’d fè ’l balengo !?
Camilla – Ma cosa urla ?! Non vede che stiamo facendo la pace ?
Fidanzato –(si siede sulle ginocchia del signore,abbracciandolo) Mi perdoni ?
Camilla - Ti perdono….caro…(si siede anche lei sulle ginocchia del signore)
Signore – Aiuto ! Sòffoco!!!
Fidanzato – Cara…perché ti lamenti ?
Camilla – Ma io non mi lamento…
Signore – No, i son mi che in lamento …(urla) Mi i faso na strage !!! !
Camilla – Caro,andiamo,qui c’è troppa gente maleducata (si alza)
Fidanzato - Andiamo e lasciamo questo scocciatore con il suo giornale !
(I due si alzano e se ne vanno)
Signore – Ecco,brav…andé…andè…Oh ,finalment i peuss lesi
ël giornal da tranquil…
( raccatta un pezzo del suo giornale e legge l’ultima notizia.)
Moglie uccide il marito col ferro da stiro…perché aveva preso un brutta piega !
Ma ròbe da mat ….( ed esce anche lui)
Musica Ròbe da mat
Pres -Ed ora una delle più belle e più affascinanti poesie del noto poeta
dell’esistenzialismo cosmico ,post culturale,esistenzialista e pranoterapista nella ricerca dell’essere e nell’annullamento dell’io post dadaista
TITOLO : IO SCAVO (Si fa avanti un attore che recita con enfasi)
Poesia – Io scavo,tu scavi,egli scava,noi scaviamo ,voi scavate,essi scavano!
Ecco,questa poesia non è un granchè,ma è molto profonda!
Coro Ròbe da mat
Presentatore -
Dalla piazza rossa di Mosca il Coro Polifonico dell’Armata Rossa
Vi presenta un mottetto scherzoso del secolo decimo nono dal titolo
“ La Porciuska” . Dirige il maestro Igor Belatòv di San Pietroburgo
(Entra il solito maestro con leggio e bacchetta e colbacco .Solita scena)
Coro ( tutti gli attori schierati in scena molto compìti)
La pociuska.la porciuska,
la porciuska ha fatto i porcieski
eran biankòschi,neròski,verdòski
la porciuska ha fatto i porcieski, DA !!!
( Inchino ed il maestro se ne va raccattando i soliti fogli)
Pres - Ed ora un momento di riflessione. Dalla sua parrocchia di Callianetto
In provincia di Asti è venuto oggi a trovarci,anzi a rallegrare
il nostro spirito con la sua deliziosa favella,Don Cucàla,che ci ha pregato di
farlo salire sul palco per ricordarvi che tutti voi dovrete un giorno morire.
Alleluja ! E nel frattempo coglierà l’occasione per ricordarvi come
il buon Dio creò Adamo ed Eva .Alleluja !!
La predica ëd Don Cucala
( attore con cappello da prete)
Beati audium ed in verbum Dioli per omnia siculi …eh tant su qui l’è latin e vojàtri lo capissi nen , ben,andoma pure avanti,né..
Parrocchiani della nòstra parrocchia e parrocchie limitrofe e circoncise,pardon,
circonvicine …
Veuj dësconteve n’aneddòtò e peuj ivë dëspiegh ël pirchè !
Venta chi sappij che ant’la Genesi Nosgnor Iddio a spassigiava ant’ël ciel
col man an sacòcia e la sigala ’n buca e contemplava ’l criato ..E an bele lì
al voghiva la reusa,’l tulipan,la freula,’l prùss ,oh contàcc ,contàcc j’ha dit
ël Signor,j’eu pròpi fait tut ben secondo la mia volontà.
Peui ,tut ant’in moment Nosgnor Iddio as n’anvisa dl’òm e taca ciamè : “ Adam,
Adam,ant’è chi it sei ? ….E gnun,gnun,gnun rispondiva…
Alora Nosgnor a s’è anrabiasse e a l’ha tacà a sbrajassé “ Adam,as lavaron dël
bòja,sata subit fòra ! “ E ant’l’ora as sent na vosin-a ch’a vëniva da là ’n fond
di drè na feuja ’d fì e ch’a disiva “ I son qui ,Nosgnor ,bele patanù …”
“ E pirchè it satavi nen fòra,it sete cò ti come coj ëd San Damian che a tiro la pera
e a s-condo la man ? “
E Adam la rispondiva “ Satava nen a feura,Nosgnor,pirchè j’ava pao e virgògna”
Pao e virgògna…e tut su qui pirchè cola pòrca d’Eva j’ava daje da mangé ’l pom,
spinta dal Serpent che pari Adam a l’è staje ël rosion ant’la gola e mari Eva a l’ha fane n’indigestion tal che a l’è andacc a la maternità !
E a venta nen avej pao e virgogna di Dio ,pirchè Nosgnor Iddio a sarìa nòs
Pari,ni ver ben, i soma tuti sòi matòt ,elo vejj ò nen…E peu magari Nosgnor a fa la facia da fòl,ma a l’è nen fòl…
E se s’anrabia chel,oh pòvri gent,se s’anrabia Nognor Iddio !
Ma lo sevi,come mi i ciàp sta tomatica,la sbërgnach e i fas seurti ’l grumeli,
Nosgnor ciapa ’l pëcador lo sbërgnach e a i fa seurti ’l buveli !
E come Nosgnor Iddio a sarìja nòstr pari e la Madòna ch’a sarija sua nòra për via
ch’a sarija la mari ’d Gesù Crist…e su qui a l’è na parentela baravantan-a ,ch’a l’è
inutil che v’la dëspiègh an bele qui ..e la Madòna a sarìja nòstra mari ed eccomi al dunque e al përchè del mio aneddoto.
Dominica ch’a- i ven a sarà la festa dla nòstra borgià ed essendo la Madòna
la patròna dla nòstra borgià ’d conseguensa dominica ch’a-i ven a l’è la festa
dla Madòna.
Ma ! Ma ! Për fistigiè degnament la Madòna basta nen andé fé la procession
ant’tute le piòle dël pais e anciuchesse come d’aso !
Bisogna presenziare le funzioni ….e per funzioni,beiché ben né, antend :
Mëssa cataja con la predica,benedission,i vespri e via dicendo e via dicendo !
A pròpòsit ëd cant ,deuv dive na ròba,ma prima stringo na parentesi për na
comunicassion urgente !
A riguarda col lavaron dël Bingi,’l sacrista , a m’ha combinarla gròssa,
veuj che i lo sappij tuj ….a l’ha butame dël vin brusch ant’ël tabernacol e a
l’ha fame mangè Nosgnor an carpion !!
Chiusa la parentesi.
Com ch’av diva …st’ani qui la Mëssa a sla cantoma bele nojatri .
Foma nen come l’autr ani che i soma fassla canté dai cantor ëd Turin ,che lor ,furb, ch’a rivavo dl’a sità,pen-a rivà a son andaita a fè la via Crucis ant tute
le piòle dël pais e peu, cioch come d’aquile , al moment da tachè ’l Tirie Cristi
a l’han cantame la Violeta !
Sosì a l’ha pì nen da sucedi ! Bon ben. Punto e basta .
Per gli uomini !!! Per gli uomini !!!
Pirchè për ël dòni a l’è ’n discors a part…oh già…pirchì ’l dòni a sarijo
le predilette dla Madòna,an quant la Madòna a l’è na dòna cò chila …
l’è vèj ò nen…ansi , la pì bela e la pì brava dël mond,soprattutto la pì bela …
Oh s’a l’è bela La Madòna !!!
I beicoma nen tute se fije an bele qui ’ntorn..a-i è nen ëd bele fije , specialment
si an prima fila,la Teresa ,la fija dël muliné ! La pì bela fija che i peussi trové
ant’ ël nòstr pais !
E tant për feve n’esempi av div so qui : la Teresa an bele qui an confront
dla Madòna … a l’è na busa !!! Valo ben !
E vojàtri dòne e matòte fè nen pë ’d cole dòne dla sità ch’a vana n gir col
minigònne e a balo ’l scièch e tute se porcherìe qui !
Oh, i n’oma cò ’n paira an bele qui ant’ël pais …
Lor a chërdo che mi i voga nen , tut ël dì stà davanti al sircol comunista
ch’a fumasso e a sbeivàsso pèj d’òmini !
Oh,cò a chërdo lor ,as chërdo fòrse d’esse meritòrie, d’esse beate lor !?
Spòrchè ciampòrgne ,faciàsse da forca,lor ch’a mando ’l fiëtte a pasturé
’l crave për peui andé fé ’l crin-e da dré dle cioende !
A finiran tute ant’Infern , con la gambe për aria e le ciapàsse anvische !!!
So qui av lo div mi !
Bin, më s-mija d’avejve dit tut e i vë spet dominica ch’a-i ven festa dla borgià
e festa dla Madòna ….
Beati audium et in verbum Dioli, per cristinadòrum amen…
E ades andè fòra dle bale pirchè l’è rivame ’d gent an sacrestijae … eh
( Scampanellìo . Fine)
L’ILLUSIONISTA UN PO’ IMBRANATO
( Con una grossa parrucca da aborigeno e con un frac pieno di medaglie ed altro,
estrosamente vestito compare in scena il grande prestigiatore venuto dal deserto
australiano Amuk Goduk Turulo. Si porta dietro una valigia piena di cianfrusaglie)
Presentatore ed interprete – Signore e signori ho il grande onore e piacere di presentarvi uno dei più grandi prestigiatori del globo terreste .Viene dall’Australia
Non conosce la nostra lingua ed io farò da interprete.Ecco a voi il grande
Abuk Turulo,aborigeno prestidigitatore !!!
( Il mago rovista un po’ nella valigia buttando fuori di tutto.Alla fine estrae una cordicella e la mostra al pubblico sorridendo)
Interprete – Ed ora il mago Abuk Turulo vi presenta uno dei suoi più riusciti
esperimenti geofisici . Tenendo una cordicella tra l’indice ed il pollice della
mano riuscirà a far restare diritta senza toccarla la cordicella . Allora
attenzione ,gridate con me “ oh..oho…oho..ah !!
( Il mago prende la cordicella tenendola tesa tra l’indice ed il pollice delle due mani
poste una in alto ed una in basso,poi lascia la presa della mano in alto e…la cordicella cade,non sta diritta. Ripete l’esperimento due volte ed alla terza finalmente l’esperimento riesce Infatti il mago invece di tenere la cordicella con la mano in basso la tiene con la mano posta in alto. Applausi. Ricordarsi che il mago
parla solo a monosillabi . Poi il mago rovista un po’ nella valigia,la chiude,saluta e se ne va.)
Presentatore –Ed ora signori e signore ci spostiamo nella Torino anni ’50.
Via Roma,un bellissimo negozio di stoffe,con la sua bella targa d’ottone fuori ed il suo commesso in giacca e cravatta,impeccabile.Entra un signore…
EL FIL BIANCH
(Negozio di stoffe a Torino primi anni ‘50.
Un giovane cliente finge di aprire e chiudere la porta che non c’è, entra nel negozio,subito il commesso gli si fa incontro e dice)
COMMESSO- Cerèa giovnòt,an còsa chi podrija servilo ?
GIOVANOTTO – Cerèa monsù…Mi i son m-nùita an t’ël sò negòssi përché i
l’avrija damànca d’un fil bianc,ma nen pròpe bianch,bianch ,bianch
….BIANCH !!!
Commesso – Gnun-e paure giovnòt,noi l’oma tut l’òn che a i serv a chel,a vedrà che
certament i troveroma ’l fil bianc che a-i serv a chiel…(finge di
prendere qualcosa in un cassetto Ch’a guarda ’n pò giovnòt,
a -i piass sto fil bianch ????
Giovanotto – ( Dopo aver osservato il filo) – Fòrse i son nen spiegàme bin…mi
i son mnùita ant’ël sò negòssi perché i l’avrija damanca d’un fil bianch,
ma nen pròpe bianch,bianch,bianch…BIANCH !!!
Commesso – Ch’a staga tranquill giovnòt,la nòstra a l’è na ditta seria: PREMIATA
DITTA CERUTTI E &.del 1914… i l’oma fin-a la targa fòra,l’hai lucidala
stamatìn con ël sidòl !!! (Apre alcune scatole) Ch’a guarda ’n pòch,giovnòt,
a- i piass sto fil bianch ?????????
Giovanotto – Sai pà se më spiègo …Mi i son m-nùita an t’ël sò negòssi perché i
l’avrija damanca d’un fil bianch…ma nen pròpe bianch,bianch,bianch…
BIANCH ! I son spiegame ?
Commesso – Certament,giovnòt…mach an pòch ëd passiensa,noi l’oma tut l’òn che
a desidera….( apre altre scatole) Ch’a guarda an pòch costa serie ’d fil bianch,
certament a troverà l’òn che a-i serv chiel !
Giovanotto – Ch’a senta an pòch ,monsù…chiel a lo capìss ël piemontèis ?
Commesso – Certo,i son nà an borg Vanchija !!
Giovanotto – Bin alora i lo ripèto…mi i son mnuita an t’ël sò negòssi perché
l’auvrija damanca d’un fil bianch,ma nen pròpe bianch,bianch,bianch…
BIANCH !!!!
Commesso –(Spazientito)- Ch’a senta an pòch ,giovnòt ..A peul seurti fòra ’n
momentin ansema a mi ???
Giovanotto – Certament,i son pà paralitich !!! ( ESCONO facendo finta di aprire la
porta che non c’è)
Commesso – Bin, a la ved costa strà ?
Giovanotto – Certo, i son pà bòrgno !
Commesso – Bin,chiel che a vada giù an cent..dosent meter ..a troverà na bela
piasëtta andova che a- i son i cito che a gieugo a le figurin-e ,i can che a
pisso contra le piante,i veciòto che a van a spàss…chiel quandi a riva an bele lì
a gira a la sua sinistra e a va giù an 50-60 meter e a troverà an bel semaforo ross,giaon,verd second le vòlte.Chiel quand a riva ’n bele lì..as fërma …
e an fa ’l sacròsanto pièsì..d’an dèssla piè ’nt’ël cul..ma nen pròpe ant’ël cul,
an t’ël cul ,an t’ël cul….an t’ël CUL !!!!!
TENORE PAVAROTI ( è veneto,ha una T sola)
Presentatore – Ed ora ho l’onore di presentarvi una grande tenore.Si chiama
Milcare Pavaroti ,con una T sola,perché è veneto. E’un lontano
Parente del grande Pavarotti,ma stessa voce .Egli canterà per voi
“ Vincerò “ dalla Tosca di Puccini
( Entra il presentatore in frac e un grande fazzoletto in mano con cui si asciuga i sudori.Si inchina al pubblico e parte la musica registrata con la voce del vero
Pavarotti.Lui canta in play-back Ad un certo punto però la musica diventa velocissima,poi sempre più lenta,ed infine ancora veloce modificando di volta in volta la voce del tenore,che farà grande smorfie e salti mortali per riuscire a fare il gran finale )
APPLAUSI
Presentatore
Ancora una scena da un giardino pubblico,dove troviamo un barbone qualunque ed un gentiluomo qualunque nei pressi di una panchina qualunque …
SCENETTA VULGO E NOBLESSE
SCENA - Giardini pubblici con due panchine.Un distinto giovanotto,Arcibaldo,
elegantemente vestito,attende la fidanzata con un mazzo di fiori in mano.
Arcib- (rivolto al pubblico) Io piaccio…Si,signori,io piaccio alle donne: Perché ?
Non vi so dire..Sarà forse il mio profilo da medaglia romana,il mio fare disadorno e spigliato,il mio disquisire gentile e delicato,la mia eleganza
( fa un mezzo giro attorno a se stesso) sobria e ricercata …Si,signori ,io piaccio! (Intanto entra Mecu ,un barbone con un sacco in spalla,che si mette da una parte e lo osserva incuriosito) Non rido mai,sorrido.Non alzo mai la voce,ma sussurro con dolcezza:Sono un dandy perfetto,il perfetto gentiluomo
dei boulevard di Montparnasse,di Saint Germain des Près o dei Champs Elisès
Si,signori…io piaccio !
Mecu-( si avvicina e lo guarda fisso negli occhi) E a mi t’en piasi gnente !
Arcib- Porto un titolo nobiliare:sono marchese,presto sarò conte
Mecu- Ah,it fas ëd bei progrès !
Arcib- (Volgendosi con aria di sufficienza e superiorità) Ah,la voce del vulgo!
Non la disprezzo,lor signori mi comprendono,conciòsiacosachè…non mi soffermo ad ascoltarla,ma guardo e passo ( si scosta)
Mecu- Si,ma passa nen dzora le ciche,disgrassià !!(si avvicina,gli alza un piede e
raccoglie una cicca) A l’è na nassional esportassion con filtro !
Arcib- Sono un gentleman,non mi scompongo…
Mecu- ( Gli lascia cadere il sacco sui piedi per accendere la cicca)
Arcib- ( fra strane smorfie per contenersi e poi sussurra) Ahi..ahi..ahiaiai…
Mecu- A parla con mi ?
Arcib- Vulgo e noblesse …Ecco l’eterno contrasto,l’antitesi,il dualismo: da una
parte la delicatezza,la raffinatezza,il savoir faire,la civiltà..Dall’altra…
Mecu- ( gli appioppa una forte manata sulle spalle che lo fa vacillare)Tè,me amis,
vuol favorire ? ( gli porge la cicca)
Arcib- Flangar non flectar..Mi spezzo ma non mi piego !
Mecu – A veul tirè na nota ?
Su,sensa compliment,né,a l’è na nassional con filtro (porgendogli la cicca
gli lascia nuovamente cadere il sacco sul piede)
Arcib- (smorfie,saltellando) Ahi…Ahi..Ahiaia…
Mecu- Come a l’ha dit ? L’hai pà capì …
Arcib- Ho detto…Ahi..ahi..ahiaia ! Sono un gentleman,non mi scompongo,signore
Mecu- Ah,già…mi scusi( raccoglie il sacco) l’hai sporcaje le fangose ?
Arcib- Signore,io sono un gentleman,perciò io la perdono e la scuso.Lei appartiene
al basso vulgo ,io sono nobile,la capisco.Lei veste cenci, io principe di Galles.
Però la prego di una gentilezza…se ancora le sarà dato di far cadere
involontariamente il suo beauty-case sulle mie delicate estremità inferiori,
alias,pedes,la prego voglia ella lasciarla cadere sul mio piede destro,su quello
io non ho calli …
Mecu- Pronti !! per servirla…( e gli getta con forza il sacco sul piede destro)
Tre chilo ’d feramenta bondosa !
Arcib- (Prima si contiene tappandosi la bocca con la mano,poi esplode in un urlo
fantozziano:poi saltella,lanciando urletti e sedendosi su una panchina urla)
Aiuto,mi sento mancare !
Mecu- Ma vaje capì sti nòbij…Òmmi pòvr’òm..chiel sì an meuir bele adès
(Arcibaldo sviene.Meco lo sorregge,poi gli toglie la scarpa:la calza è rotta e
le dita fanno bella mostra di sé)
Arcib-(si ridesta,guarda il suo piede,poi guarda Mecu.Silenzio ironico,musichetta ..)
Mecu- Però..i savija nen che i nòbij a spussèisso parèj !
GENOVEFFA - (la fidanzata di Arcibaldo entra con una vistosa stola di pelliccia
che sbatterà in faccia a Mecu ogni volta che se l’aggiusta sulle spalle)
Arcibaldo !!
Arcib- (si alza di scatto cercando di nascondere il piede scalzo) Genoveffa,mon
amour ! ( le bacia le mani )
Genov- Mon chèri,mi fai arrossire…non siamo soli..(guarda Mecu)
Mecu- Ah,fè pura,che mi i guardo nen…(si siede sull’altra panchina,tira fuori un
arancia e comincia a sbucciarla
Arcib- Genoveffa,quello è vulgo ,tu sai bene che per noi la plebe non esiste
Genov- Oh,si,mom trésor…!
Arcib- (Stringendole le mani) Oh mia divina ,oh mia beltà, la luce che irradia
il tuo volto illumina l’animo mio gentile e lo addolcisce colmandolo di
plaisir…
Mecu- (Alza gli occhi al cielo sputando a destra e a manca i semi dell’arancia)
Arcib- ( si inginocchia e dice) Benedetto sia il giorno ,il mese e l’anno e la stagione
e il tempo e l’ora e il punto e il bel paese e il luogo ond’io fui giunto dai
tuoi begli occhi che legato m’hanno…Mi prostro ai tuoi piedi,o Genoveffa e ti chiedo l’onore e la dolcezza d’un bacio..(gli arriva un seme sulla nuca
si volta e gliene arriva un altro in un occhio)
Genov- Che c’è che ti turba,Arcibaldo ?
Arcib- Niente,niente chérie,soltanto la tua beltade ,la tua grazia,i tuoi occhi
pieni di luce,il tuo charme. Oh,oui,tu es charmante,tu es charmante ( fa
per baciarla ,prendendole il viso tra le mani)
Genov- Attento caro,mi spettini…
Arcib- Oh,no,io mi inebrio del tuo profumo !
Genov- (con aria sorpresa) Hai detto profumo caro ?
Arcib- Si,che cos’è ? Tiglio,muschio,zibetto,ranerino ?
Genov- No,no !
Arcib- Violetta ?
Genov- No,no !
Arcib- Sandalo ?
Genov- No,questa è puzza !
Arcib – Che dici ,chèrie !? ( nasconde il piede scalzo,poi guardando Mecu) O vuoi
forse alludere all’olezzo del proletario ? Suvvia cara,lascia perdere la
plebe e torna a rimirar lo tuo Arcibaldo,tuo,tuo per sempre !
( Le bacia le mani con avidità)
Mecu- ( si avvicina e l’osserva incuriosito) Tèh, ma a son polide almeno ?
Arcib- (gli fa segno di allontanarsi) Mia adorata,non udir la voce del vlgo,ma ascolta
il tuo Arcibaldo che implora amor,amor ,amor ed invoca l’ebrezza di
un tuo bacio.
Genov- Arcibaldo ,lo sai che la mamma non vuole !
Mecu- Arcibaldo,birichin…
Arcib- Ma io ho la febbre,il sangue caldo ,impazzisco ! ( si alza di scatto)ebbene,
se quell’arpia di tua madre non lo concede,io me lo prendo !
( si butta su di lei,i due finiscono sulla panchina ,lui la bacia agitando il
piede scalzo per aria)
Mecu – (vedendo il piede si ricorda della scarpa,si avvicina ai due con la scarpa
in mano) Vardlo sì,’l genitlòm che non si scompone,peui tut d’un colp
andale,flich e flach at la fa su Genoveffa…Arcibaldo ,birichin…(batte sulla
spalla di Arcibaldo) Scusi…( i due si rialzano di scatto)
Genov – Oh Dio,la mamma !
Arcib - No,tranquillizzati, è il popolo ( a Mecu) Che vuole da me questo plebeo ?
Mecu - ( porgendogli la scarpa) Ch’a më scusa,ma se i më sbaglio nen a l’è
ròba sua …
Arcib - Mia ? Ma lei si sbaglia di certo !
Mecu - Ah bim se a l’è parej alora…( Fa il gesto di buttar via la scarpa)
Arcib - (lo ferma) No,no per carità !
Genov – ( si mette tra i due) Arcibaldo,sei un maleducato !!! (sbatte la stola
di pelliccia sul viso di Mecu)
Mecu - Maleducà a mi ?
Genov- Lei si chiama Arcibaldo ?
Mecu - No,no, i l’hai pà cola disgrassia lì !
Genov –Allora stia zitto
Mecu - Muto come una tomba ! I banfo pì nen…
Genov – (Ad Arcibaldo) Tu volevi prendermi in giro ,eh ?!
Arcib - Arcibaldo,silensio !
Genov – Ma come hai osato presentarti a me senza una scarpa !? ( altro colpo
sul viso di Mecu)
Arcib - Ma io …veramente …
Mecu - Arcibaldo ,basta ! It l’as già parlà tròp !
Genov – Lei la smetta ( altro colpo sul viso di Mecu)
Mecu - Sa,che a la piantla lì chila dë sbatme sto cunij sij parafanghi !
Genov – Come ha detto ? Ripeta !
Mecu – L’hai dije che a la piantla lì di sbattermi questo coniglio sle orije,
che i l’hai già tuta la facia gonfia !
Genov - Cosa ? Questo è il colmo ! (ad Arc)Maledetto imbroglione,farabutto !
E tu che mi dicevi che era cincillà ! ( a Mecu) Secondo lei questo è cincillà?
Mecu - No,no a l’è cunij… !
Genov – ( A Arcibaldo)Vigliacco ! Addio ! (esce sdegnosa sbattendo ancora una
volta la stola in faccia a Mecu)
Arcib- Ma lei cosa va a dire ! Ma è sicuro che non è cincillà ?
Mecu - Mi i sai nen,sai mach che a fa mal ! ( si tocca la faccia)
Arcib - (Corre dietro a Genoveffa chiamandola a gran voce.Poi dall’esterno
si odono urla,improperi e il rumore di schiaffi. Arcibaldo ritorna in
scena con la mano sulla guancia e nell’altra tiene la stola)
Mecu - Ma i l’hai dit quaicòs ch’a va nen ? Comunque për mi a l’è cunij
( Arcibaldo torna sui suoi passi ed esce di corsa invocando Genoveffa)
Mecu - (solo in scena) Ma..vaje a capì sti nobij…Për mi a l’è un cunij…Io piaccio,sarà il savoir faire,la mia eleganza (gira su se stesso) Si,signori,io
piaccio..(ride) A l’ha pròpe ambarcame..certo che anche mi i son piasos…Mi a porta Pila i fas sempre mia figura…i son piasos…i l’avraj nen ël profil
dla modaja roman-a,però i son piasos l’istess…e quandi i son con na dòna mi i la dòmino,la comando,la strapasso !
CESIRA – ( E’ la fidanzata di Mecu,anche lei una clocharde) Mecu !
Mecu - Cesira ( avanza verso di lei gonfiando il torace,la fissa) Stèila,stèilassa,
pocionin bel !
Cesira- ( si scosta) Ma Mecu,mi scarpenti tutta ! ( si siede sulla panchina)
Mecu – ( si avvicina e l’abbraccia) Pocionin bel !
Cesira – Meco,calma,mi fai sbattere el corazon ( si alza di scatto)
Mecu – (Che invece cercava di abbracciarla cade battendo la testa) E tu mi fai
battere il crapòn !
Cesira – Oh Cichito,la cabeza !
Mecu - Ma che cabeza …cò it dise ? Costì a l’è un bernoccolo…
Cesira – Ecco,non mi fai neanche i complimenti ?
Mecu - Ma per còsa,per il bernoccolo ?
Cesira – No, porchè hablo espagnol ! Certo che Pancio non fa così…
Mecu - Pancio ? E chi ch’a l’è sto Pancio ? Ma ’l tò can a s-ciamava nen Fido ?
Cesira – Pancio è il mio professore d’espagnol ! Olè ! Lui si che me chiere,tu invece
non mi chieri,vero ?
Mecu - Ah ,për mi Chieri ò Pinereul a l’è tut l’istessa ròba
Cesira – Ecco,lo sapevo,il solito ignorante ! Pancio sì che è un gentiluomo,lui
mi dice sempre che sono hermosa e che starei molto bene in costume
da bagno
Mecu - Alora disije che a l’è ’n busiard !
Cesira - Mecu,tu mi insulti,por la muerte !
Mecu - Por la muerte o por la vita…scotme mi,ti të stas bin vestìja !
Cesira - Mecu,guardami bene andrento le pupille !
Mecu - A l’è andàite ’n moschìn ant’l’ euj ?
Cesira - Mecu,tra me e te c’è un’altra donna !
Mecu - ( si volta di scatto) Ma mi i na vëddo gnun-e
Cesira - Davvero ? Però non sei capace neppure di farmi un complimento o
una serenata. Pancio sì che le sa far bene le serenate
Mecu - Ah,se a l’è mach për l’òn i vad subit a piè la froja
Cesira - No,per carità,stonato come sei
Mecu - Sa,Cesira,daje nen dël tò a j’àutri !
Cesira - Inginocchiati !
Mecu - Cosa ?
Cesira - Inginocchiati ho detto !
Mecu - (s’inginocchia) Recito il Padre nostro ?
Cesira - No,fammi una dichiarazione d’amore,voglio vedere se sei migliore tu
di Pancio : questa è la tua ultima speranza
Mecu - (rivolto al pubblico) Mi sto Pancio an dà già sle… Ma dime an pòch,
sto Pancio andova a stà,a la Crosetta ?
Cesira – No,sotto il ponte Isabella,terza baracca a sinistra
Mecu - Bin alora mi i son piasos …( poi le prende le mani ed esclama) Cesira !
Cesira - (Spaventata) E crija nen parej,che t’ën fas ven-i l’òrticaria ! E peuj
giù le man dal banch,che Pancio non mi sfiora mai !
Mecu - Mi sai nen,ma sto Pancio a më sta sempre pì sle pelotas !
Cesira - Mecu,non essere volgare,non dire strafalcioni !
Mecu – Alora ricominsoma da capo …dunque…coma a disija collà…Oh mia
divina e mia beltà…speta che na ricòrdo pì nen ..ah !!
Cesira - Cosa ,ah !?
Mecu - No,”ah” a c’entra gnente,lo canceloma..dunque la luce che irradia la tua
radio mi illumina d’immenso ed io illumino te e tu illumini me e noi sembriamo due paralumi che si illuminano a vicenda…No,forse a l’è nen parej…
Cesira - Ma cosa dici,non ti capisco
Mecu - Pà facil capì i poeti…dunque …Oh mia divina ,mia beltà…stèila ,stèilassa
e chi che a l’ha che as lo ciàpa..No,a l’è pà parej…io mi pròstro ai
tuoi piedini,che spussiano,e ti dico Cesira dammi un beso !
Cesira - Puerco !
Mecu - Mi lë spagneul lo mas-cio nen tant,ma un po’ lo subjo..e am sa tant
che costa a sia na parolassa !
Cesira - Certo, ma per te è un complimento ! Lo dice sempre Pancio
Mecu - Mi sai nen përchè ma sto Pancio a fa ven-i la giaonissa !
Cesira - Su ,vai avanti
Mecu - ( si gratta un po’ la testa) Adès it l’as fame perdi ’l fil…Alora …mi
sbatacchio davanti ai tuoi candidi piedini ….piedini…doe pantofle !
Genoveffa,ma che numer it pòrti,’l quarantesès bondos ?
Cesira - Puerco ! Tu non me chieri
Mecu - Ma l’hai già ditlo,për mi Chieri o Pinereul a fa l’istess !
Cesira - Vile,farabutto,ignorante (alzandosi di scatto gli dà una borsettata sulla
testa) Ti faccio schifo ,dillo che ti faccio schifo !
Mecu - Ma no,ma no ….
Cesira - E invece sì..tieni ! ( altra borsettata,poi esce piangendo)
(Mecu l’insegue ,si sente dall’esterno il rumore di schiaffi.Entra in scena
Arcibaldo con il braccio al collo ed una canna in mano e subito
dopo rientra anche Mecu con braccio al collo e canna in mano)
Meco - (sorpreso) Arcibaldo !
Arcibaldo – Mecu !
Mecu - Io piaccio…
Arcibaldo – Anch’io ! ( si prendono sottobraccio e si allontanano mestamente
sorreggendosi a vicenda)
Terminata la scenetta coro “ Ròbe da mat”o altra musica
Battute cabaret
(Poi si ripresentano in scena i quattro attori per una serie finale di battute ,
che devono esser “sparate “ con un buon ritmo entrando ed uscendo
di scena velocemente.Oppure rimangono schierati sul palco e fanno soltanto un passo avanti per pronunciare la propria battuta)
Presentatore – E per finire una serie di BATTUTE che non fanno ridere subito,però ripensandoci a casa,fanno ridere ancora meno…
( Queste battute possono esser lette sia dai singoli oppure possono essere
sceneggiate da due o tre attori insieme)
Il ministro Tremonti ha dichiarato che per venire incontro alle richieste dei
cittadini è pronto un nuovo modello semplificato per il 730 e 740.
Sarà semplicissimo.Basterà rispondere a sole 4 domande :
1)Quanto avete guadagnato ?
2)Quanto avete speso?
3) Quanto vi è rimasto ?
4) Datecelo !
Oroscopi . Il libro dice che i nati in gennaio sono gentili,quelli di febbraio sono
onesti, i nati in marzo sono sinceri,i nati in aprile sono affidabili ecc…ecc..
ora quello che non capisco è : ma dove sono finiti tutti i figli di puttana ?
Il primo abbonato del telefono morì di depressione.Non sapeva a chi telefonare !
Il paradiso è un poliziotto inglese,un cuoco francese,un tecnico tedesco ,
un amante italiano ,il tutto organizzato dagli svizzeri.
L’inferno è un cuoco inglese,un tecnico francese,un poliziotto tedesco,un
amante svizzero e l’organizzazione affidata agli italiani.
Il mio cane guardando l’albero di Natale con le luci accese pensa :finalmente
hanno messo le luci nel cesso
Ci scrive un maialino di Parma . “ Sono tutto rosa,tenero e con un filo di grasso e
mi guardo tutto il giorno allo speck.Ora mi viene un dubbio.Non starò mica
diventando un culatello !
Da quando sono single vivo da dio: Faccio quello che voglio: se ho fame
mangio,se ho sete bevo,se ho sonno dormo e se ho voglia di fare all’amore
…mi faccio una doccia !
Aeroporto di Malpensa . Un passeggero alla ragazza addetta ai bagagli :
“Scusi ,può far passare il mio bagaglio da New York-Honolulu-Mosca –Pechino- Belgrado ? “ “ Impossibile “ “ Strano, la settimana scorsa ha fatto proprio quel percorso”
Penso di aver messo in imbarazzo una signora seduta vicino a me sull’aereo.Era
uno di quei voli dove si dorme.E io dormo nudo.
Io con le donne non ho mai avuto problemi: sono vent’anni che faccio all’amore
e mi sono sempre trovato bene tutte due le volte.
Per la prima volta nel dopoguerra si muore dimeno sul lavoro.
Ora va molto di moda morire da disoccupati.
Brunetta è così basso che quando piove lui è l’ultimo a saperlo
Pare che certa gente abbia fatto la fila tre volte quando il buon Dio ha
distribuito la stupidità.
Mio cognato è così sfigato che quando porta la conchiglia all’orecchio gli dà
sempre l’occupato”
Berlusconi è ormai così onnipotente così venerato che sul cruscotto della sua
auto ha messo una calamita con la foto di Gesù Cristo che lo guarda
con la scritta “ Papà non correre”
Passiamo i primi dodici mesi della vita dei nostri figli a insegnargli a camminare
a parlare e i secondi dodici anni a pregarli di sedere e di tacere
Casa mia,casa mia,per piccina che tu sia sei sempre una tenda.
( vecchio adagio del capo tribù dei Piedi Neri)
A proposito di tenda…
Moglie e marito in campeggio. In piena notte la moglie sveglia il marito e
Dice “ Gustavo,guarda in alto il cielo e dimmi cosa vedi “
Gustavo che è un noto filosofo scruta il cielo e dice: “ Venti milioni di stelle,
da un punto di vista astronomico milioni di galassie e pianeti. Da un punto di
vista meteorologico deduco che domani avremo una bellissima giornata,mentre
da un punto di vista teologico deduco che Dio è potenza infinita…Ma perché
mi chiedi questo ? “
La moglie . “ Perché qualcuno ci ha rubato la tenda !
E infine … Non prendertela se ti considerano mezzo scemo. Si vede che ti
conoscono solo a metà…
E per finire :
A – Ricordatevi che è meglio l’aria condizionata che l’aria da stupido
B - E che anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano ed anche
i nani sono stati bambini
C – Ricordatevi che tra la pillola che non li fa nascere e la bomba atomica che
li fa morire,meglio la pillola : costa meno e fa meno rumore
D – E per finire …come diceva il grande Totò, ricordatevi che è
meglio un sedere gelato che un gelato nel …..
ESCONO ballando sulle note di “ Robe da mat “ o altra musica
FINE PRIMO TEMPO
SECONDO TEMPO
(Stessa scena del primo,la solita panca,due sedie,un tavolo o due tavolini quadrati)
Presentatore :
Il CORO POLIFONICO dell’OPERA DI BERLINO diretto dal Maestro
ACHILLE DER WUSTER FON BITTER vi presenta la terza parte del
Celebre mottetto di Mozart : Hein der Scroffen!
A voi il maestro ACHILLE DER WUSTER FON BITTER !!!
CORO – ( seri e imperturbabili gli attori cantano ritti in piedi)
Hain den scròfen,Hain den scròfen
Hain den scròfen ga faten ze firen
Hain der vasen ain der vusen Hain den viren
Hain den scròfen ga fato jawull!
( A questo punto uno alla volta gli attori fanno un passo avanti e raccontano
la loro barzelletta)
BARZELLETTE A GOGO’( vengono recitate dai singoli attori
o recitate in coppia)
Lord Inglese
Un lord inglese tornando a casa dalla caccia alla volpe ,trova la propria mogli a letto con un altro . Con lui il maggiordomo siciliano. Lui vorrebbe sparare,ma il self control inglese lo blocca. E così dice alla moglie (Parla con accento inglese alla Stanlio ed Ollio) “ Tu ,fedigrafa e concubina,t’ho lasciata Cornelia la madre dei Gracchi e ti ritrovo Messalina…Avrei tante cose da dirti,ma me le tengo tutte qui,
nella strozza”.Il maggiordomo siculo anche lui,tornando a casa come ogni buona storiella esige,trova la propria Concettina a letto con un altro.Vorrebbe sparare,poi
il self-control siculo lo blocca,vorrebbe ripetere le parole del lord inglese,ma sbaglia qualcosa e dice “ Tu,fetusa e bocchina ah..t’ho lasciata cornacchia,la madre dei
tricchete e e tracchete ah..e ti ritrovo a Messina ! Avrei tante cose da dirti,ma me le
tengo tutte qui,stronza ! “
Amore di gruppo
Le due di notte.il solito Gioanin operaio Fiat sente chiamare dalla strada alla tre di notte .Si alza dal letto spaventato, si affaccia lla finestra e vede e il suo amico Berto,uno scapolone,che gli dice : Gioanin,ven giù che i fonma l’amore di gruppo ! “ “ Ma cò it dise,parla pian che a-i è mia fomna ch’a sent ! “ Ven giù,che is divertoma i foma l’amore di gruppo !” “ Parla pian.che a-i è mia fomna che a deurm,ìt ses fòl !?” “ Alora it ven-i ò it ven-i nen ? I foma l’amore di gruppo !!”
“ L’hai capì, ma vaire i soma ? ? “ E… se it pòrti anche tua fomna…
i soma ’n tre !!!”
Scala lunga e vagoni
Due ubriachi verso l’una di notte arrivano ad un passaggio a livello. Si fermano Vedono passare il treno ed uno dice all’altro “ Ti,it l’as vist la locomotiva come che a filava ? “
E l’altro “ Già,përchè i vagon a s-chërsavo… !
Poi ,passato il treno i due si incamminano,ma invece di andare per la strada,camminano lungo la strada ferrata,in mezzo ai binari.Dopo cinque minuti,il primo dice all’altro.” Parla pà che scala lunga ! “
E l’altro “ Lassa perdi che a-j’ è ’n mancorent così bass, che i l’hai fin-a mal
a la schin-a !”
Due vecchietti
La notte di Natale,il caminetto acceso ,fuori la neve .Nella casetta illuminata da una
debole lampada due innamorati siedono uno di fronte all’altro .Sono due amanti,ma non si erano mai sposati.Lui 102 anni,lei 99 anni.Lei sta sferruzzando a maglia,lui legge “Love story”….Quando improvvisamente lei, presa da un raptus improvviso,lascia cadere i ferri a maglia,guarda ardentemente negli occhi il suo amante,102 anni, e sospinta da un amore ormai secolare dice : “ Caro,ma perché non ci sposiamo ?”
Lui,chiude il libro,Love Story,si toglie gli occhiali,guarda ardentemente negli occhi la sua partner,99 anni e dice : “ Ma cara,alla nostra età,chi vuoi che ci prenda… ? “
Sala parto
Siamo in sala parto .Nasce un bambino ma è talmente brutto che lo buttano via.
Pochi istanti dopo ne nasce un altro,anche questo non molto bello. Ma decidono di
tenerlo. Allora il medico lo prende per le zampette..pardon..per le gambette.ma era proprio brutto , e sollevandolo gli dà una sculacciata ,poi dice all’infermiera,scriva:
A…nomalo
A…nemico
A…sfittico
A…smatico
E il bambino al dottore “ Ah stronzo ! !
( Continuazione)
Anni dopo l’avvocato Tal dei tali è seduto alla sua scrivania nella sua bella villa
di Portofino.Bussano alla porta va ad aprire e si trova davanti un giovanotto,brutto,storpio,sciancato,sdentato.Il giovanotto chiede:
“Scusi è lei che vent’anni fa a buttato un bambino nel cesso ?”
Avvocato “ ….Si”
Giovanotto “Ciao papà” !
El can
A- Da dove arrivi ?
B – Son andà a caccia.boia can,l’acqua fino ai genoci,boia can,prendo il fucile,boia can,sparo,boia can,go ciapà el can,porco boia !!
Cosa mangiano le sue galline ?
Un contadini sta dando da mangiare alle sue galline…pio..pio..pio…Quando arriva un ispettore dell’Igiene e domanda : “Scusi,cosa mangiano le sue galline ? “
“Granoturco mangiano le mie galline…” “ Ah,si !? 50 euro di multa”
Una settimana dopo stessa scena,il contadino dà da mangiare alle sue galline
Quando arriva il solito ispettore “ Cosa mangiano le sue galline? “ “ Mangime mangiano le mie galline…” “ Male , 50 euro di multa”
La settimana dopo,stessa scena.Arriva l’ispettore “ Cosa mangiano le sue galline ?”
“ Non lo so..” “ Come non lo sa ? “ “ Ecco,vede…io tutte le mattine dò ad ogni gallina 50 centesimi ed ognuna si compra cosa vuole “
Presentazione -
“Fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e conoscenza”. Ecco le parole di Dante,più che mai attuali .Un monito per i nostri studenti.
Oggi si discute tanto di scuola.Noi vi portiamo in una scuola serale con due soli alunni ,piuttosto grandicelli,ma desiderosi di virtute e conoscenza.
Scenetta Scuola serale
Scena
In scena un tavolino,due sedie e due alunni.
La maestra con una minacciosa bacchetta in mano fa l’appello.
Matteo De Cesaris è vestito elegantemente ed ha una elegante valigetta 24 ORE
Berto Pautasso ha una sacca rattoppata piena di ogni cosa.Veste modestamente.
N.B. Berto potrebbe parlare sempre in piemontese.
Maestra – Bene ragazzi,facciamo l’appello ! Manca qualcuno ?
Berto – Sette o otto..
Maestra – Facciamo l’appello…Alighieri Dante
Matteo – E’ con Beatrice
Maestra –Cristoforo Colombo
Matteo – E’ partito per l’America
Maestra –Matteo De Cesaris
Matteo – Presente !
Maestra- ( gli fa una carezza) Bravo,tu sei sempre presente,si vede che sei un bravo ragazzo.Ringrazia tuo padre per i salami che mi ha mandato .
Procediamo… Michelangelo Buonarrotti ?
Berto – Sta dando il bianco alla Cappella Sistina
Maestra – Moggi Luciano
Berto – E’ al telefono
Maestra – Del Piero Alessandro
Matteo – Gli è scappato l’uccellino e lo sta inseguendo
Maestra – Silvio Pellico
Matteo – Sta scrivendo le sue prigioni
Maestra – Fabrizio Corona
Matteo – E’ a Vallettopoli
Berto – Sta scrivendo anche lui le sue prigioni
Maestra- Pautasso Berto
Berto – Presente !
Maestra – Ti vedo,anzi ti sento,ma tu non ti lavi mai ?
Berto- Ma io non sono mica sporco ,ho fatto il bagno a Natale e Pasqua.Mio padre
dice che sono chi è sporco si lava,io non sono mica sporco !
Maestra – Bè,non indaghiamo,lasciamo perdere…Cominciamo con qualche domanda
di storia .Prendiamone uno a caso: Pautasso !
Berto – Lo sapevo,a toca sempre a mi …
Maestra – Dimmi .chi occupò la Libia nel 1912 ?
Berto – No,mi no,mi cole còse lì ìj faso nen !
Maestra – La mano (bacchettata)Allora dimmi,chi uccise Giulio Cesare nel
33 avanti Cristo ?
Berto – No,no,non sono stato io,lo giuro !! Mi l’hai mai massà gnun !E poi
neanche lo conoscevo ! I j’era ancora gnanca nà,mi !
Maestra – Tre meno,meno…(Bacchettata sulla testa) Allora dillo tu Matteo,è vero
che furono Bruto e Cassio ad uccidere Giulio Cesare?
Matteo – E’ vero !
Maestra – Bravissimo! Sette più ! E di qui il detto …
Matteo - Date a Cesare quel che è di Cesare
Berto – 44 coltlà !!
Matteo - Non è vero ! Le coltelate furono soltanto 33
Berto - Fa nen ’l pigneul ! A stò punto,una ’d pì ò una ‘d meno…
Maestra - Basta così ! Bravo Matteo e ringrazia tuo padre per i prosciutti che mi ha
mandato…Bene,facciamo un po’di domande di cultura generale… dimmi
come si chiama il campione cinese di tuffi…Prendiamone uno a caso..Pautasso
Berto – Lo sapevo..ma è difficile..
Matteo – Lo so io..Ki che xe che m’ha spintu…
Maestra – Bravo,sette più..Bene ,allora avete fatto la ricerca sui proverbi ?
Avete chiesto ai vostri genitori,ai vostri nonni ? Bene ..sentiamo
Matteo - Onestà e gentilezza valgono più della bellezza !
Maestra - Bravissimo Matteo. Ed ora sentiamo Berto
Berto – Non mi ricordo
Maestra - Ti aiuto io …Chi trova un amico …..
Berto - Chiede un prestito !
Maestra – Malissimo ! 4+ !!!
Berto - Ma me lo dice sempre mio papà !
Matteo – Posso dirne uno io ..in dialetto piemontese,me l’ha insegnato mio nonno..
Maestra – Sentiamo
Matteo - Paròle d’aso a vòlo nen ën cel
Maestra – Bravo Matteo,sette più !
Berto - Signora maestra ne so uno anch’io in piemontese,me l’ha insegnato
mio nonno …posso dire ?
Maestra - Avanti sentiamo il proverbio di tuo nonno …
Berto – Pissè sensa tiré ’n pèt a l’è come sonè ’l violìn sensa archèt !
Maestra – Maleducato ! Domani vieni accompagnato da tuo nonno !
Berto - Ma non so se può venire …ha la prostata !
Maestra - Lasciamo perdere …passiamo ai verbi ..vediamo un po’ chi mi sa
rispondere…Dunque,che verbo è “ Non avrebbe dovuto nascere”
Berto – Lo so io ! Preservativo imperfetto !
Maestra - Bravo ..No,cioè,maleducato ! ( lo picchia con la bacchetta)
Matteo - Lo so io …condizionale imperfetto
Maestra - Bravo,Matteo ..Adesso passiamo a geografia…Vediamo…come si
chiamano gli abitanti di Chieti ,alzi la mano chi lo sa
Matteo - Teatini !
Maestra - Bravo Matteo…Vediamo …gli abitanti di Ivrea ?
Matteo - Eporediesi
Maestra – Bravo ! E adesso vediamo un po’…Dunque,questa è difficile …In
provincia di Sondrio c’è un piccolo paese di montagna che si chiama
Tre Palle. Come si chiamano i suoi abitanti ?
Berto - Lo so io !! Gli abitanti di Tre Palle si chiamano …fenomeni !
Maestra- Maleducato ! Vediamo i compiti a casa .Mettete fuori il quaderno
( Matteo estrae un elegante quaderno,mentre Berto tira fuori di tutto,poi scarta un pezzo di formaggio,sulla carta c’è il suo tema)
Maestra- Bene – Comincia tu,caro Matteo,il titolo del tema era “ Il mio papà”
Matteo –Il mio papà è molto ricco
Maestra – Bravo,continua…
Matteo – Esso ha una fabbrica con 400 operai.Quando gli operai fanno sciopero
mio papà ne carica una decina sul suo yacht privato e li porta con sé
Maestra – In gita premio ?
Matteo – No,come ostaggi .Mio papà mi porta sempre in cima alla collina e poi
mi dice “ Guarda ,tutto quello un giorno sarà tuo !
Maestra – Bravo,sette più,ed ora a te Pautasso
Berto – Anche mio papà mi porta sempre in cima alla collina e poi mi dice:
“Guarda!”
Matteo – Mio papà ha una casa grande con 20 stanze e due ville al mare
Berto - Mio papà ha un monolocale,ma siamo in otto
Matteo – Mio papà cambia macchina ogni sei mesi
Berto - Mio papà cambia idea tutti i giorni
Matteo – Mio papà dice che non è affatto necessario essere ricchi e famosi per
essere felici.Basta essere ricchi
Berto - Mio papà dice che il denaro non fa la felicità,ma fa tanta allegria !
Matteo - Mio papà è tanto intelligente che con la forza del pensiero svita le
lampadine
Berto - Mio papà è tanto forte che con la forza delle braccia svita i bulloni delle
ruote delle macchine e poi le va a vendere a Porta Palazzo
Matteo – Mio papà ama alzarsi presto al mattino,perché
dice che il mattino ha l’oro in bocca
Berto - Anche mio papà ha l’oro in bocca.Infatti ha ereditato la dentiera di mio
nonno che ha due denti d’oro
Matteo - Mio papà si alza tutte le mattine al canto del gallo.
Berto - Anche mio papà si alza tutte le mattine al canto del gallo :
gli spara e poi torna a dormire.
Matteo – Mio papà è molto saggio.Dice sempre che toccato il fondo non si può
che risalire
Berto – Anche mio papà è molto saggio.Dice che lui quando tocca il fondo
comincia a scavare…
Matteo – Mio papà ha una spada di Washington ed un cappello di Abramo Lincoln
Berto - Mio papà ha il pomo di Adamo
Maestra – Basta,sentiamo il tuo tema…Che tema hai fatto?
Berto- (Estrae un foglio stropicciato) Titolo: “ La mucca “
Maestra –(disperata)Vai avanti
Berto - La mucca ha due gambe davanti per andare e due di dietro per frenare.
La mucca cammina scalza.
Essa di dietro ha un pennacchio tipo coda , che sbatacchia sulla faccia di mio padre che impreca .Essa muovendo la coda vien giù una cosa bianca tipo
latte o cappuccino ma senza polvere di cioccolato.Tipo caffè macchiato con latte.Allora mia mamma ci mette dell’acqua e poi lo vende.
Maestra – Acqua con quante “ Q “ di quadro ?
Berto – Tre .Va bene ?
Maestra – Bravo – Due più,per incoraggiarti…
Berto – Ma sempre due ? Mi dia qualcosa in più ..
Maestra – Va bene,tre meno. Adesso il problema : Matteo scrivi …Se il papà di
Matteo porta alla maestra tre scatole di cioccolatini,due di salmone ed una
scatola di caviale quante scatole porta alla maestra ?
Matteo – Sei !
Maestra – Bravo,sette più…E adesso a te Pautasso…scrivi
Se una vasca perde 3 litri al minuto e l’acqua costa 50 centesimi al litro
più Iva e Irpef più il dieci per cento sull’acqua piovana, quanto
spende la mamma dal parrucchiere ?
Berto – Ma è difficile !
Maestra – Tre meno per incoraggiamento . Qua le mani ( Lo bacchetta ).Ma a
proposito..tuo papà non aveva un negozio di formaggi ?
Berto – Si,ma l’ha venduto perché non andava tanto bene…Ha fatto
fallimento.perchè hanno aperto un supermaket attaccato al negozio.
Maestra- Non avevate più clienti ?
Berto- No,no era pieno di gente,solo che la gente entrava nel nostro
negozio,comprava il formaggio e poi andava a pagare alla cassa
del supermarket!
Maestra - Sentiamo i pensierini sulla vostra famiglia .Comincia tu Matteo
che sei il più bravo
Matteo - Mia mamma ha appena subito un’operazione di chirurgia plastica
Maesra - Ah,si ? E di che si tratta ?
Matteo - Mio padre le ha tagliato in due le carte di credito
Berto - Mio padre ha comprato un ottimo cane da guardia.Ad ogni rumore
sospetto di notte mio papà si alza,sveglia il cane e il cane abbaia
Maestra – Bravo Bertino,questo è un bel pensierino 5+… A te Matteo
Matteo - L’altro giorno mentre andavamo al mare a mio padre è successo una fatto
strano.Un cane gli ha pisciato su una gomma
Maestra - Bè,cosa c’è di strano ?
Matteo - C’è che stavamo andando ai 140 all’ora
Berto - Mio padre invece ci piace prendere la macchina,una Panda e andare al
centro ,trovare un posteggio e poi star fermo li per ore e contare quanta
gente va a chiedergli se sta per andarsene
Maestra – Sentiamo Matteo.Però vorrei qualcosa di più originale..
Matteo - Mio nonno era così ricco,ma così ricco ,che è morto
Maestra - Come è morto ?
Matteo - Gli è scoppiato il portafoglio !
Maestra - Bravo ! 7+ ed ora a te Berto,anche da te voglio sentire qualcosa di
originale ,di fantasioso …
Berto - Una notte mio papà si è alzato per andare in bagno,ha aperto la porta e
la luce si è accesa da sola senza toccare l’interruttore,è entrato ,ha fatto
i suoi bisogni, poi è uscito, ha chiuso la porta e la luce si è spenta
da sola senza toccare l’interruttore.Poi è tornato a letto .
Maestra – Magia ? Chiaroveggenza ?
Berto – No, aveva pisciato nel frigorifero
Maestra –Non ho parole ! E adesso vediamo gli annunci economici curiosi
che avete scoperto leggendo i giornali di oggi
Matteo - Donna cannone sposerebbe uomo pistola
Berto – Se non riuscite a fare la cacca compratela bell’e fatta !
Maestra – Maleducato,ma cosa dici !? Dove l’hai letto ? Te lo sei inventato
Berto- No,l’ho letto sull’Unità e dice anche che ci sono le confezioni da mezzo
chilo e da un chilo !
Maestra - Tre meno meno ! Continua tu ,Matteo
Matteo –Signore col tic cerca signora col tac per aprire orologeria
Maestra – Bravo,sette più ,
Berto – Vendesi letti per bambini con palle d’ottone
Maestra –Bene,cioè male (Lo bacchetta) Tre più sempre per incoraggiamento
Bene,adesso raccontate un fatto di cronaca cui avete assistito, Matteo…
Matteo – C’erano due gemelli belli belli belli,ma proprio belli. Avevano la manine
belle,gli occhietti belli,i capelli belli,erano due gemelli belli belli belli,
avevano un visino bello,i piedini belli eran due gemelli belli belli belli,
Ieri mentre attraversavano la strada arrivò a folle velocità una Ferrari e
li prese sotto.La gente si precipitò,guardò ed esclamo.”Cazzo , che bella
macchina !”
Maestra –Bravo,sette più…Sentiamo Berto
Berto – Quand’ero da mio nonno a Cercenasco un giorno abbiamo avuto
un vento che soffiava a 100 km all’ora.Fu così terribile che una delle
galline di mio nonno si ritrovò col sedere girato contro il vento e
depositò lo stesso uovo per sei volte !
Maestra – Molto bello,bravo Berto. 4+ per incoraggiamento. Ed ora la canzoncina
che abbiamo imparato ieri “L’uselìn de la comare”
(Comincia la maestra poi gli altri due) Cantano.
L’uselìn de la comare,non sapeva dove volare,è volato sulla testa,l’uselìn voleva
far festa….e un po’più in su volea volare,l’uselìn de la comare ecc…
L’uselìn de la comare,non sapea dove volare…è volato sui genòci,l’uselìn
battea li òci..e un po’ più in su volea volare ecc….
L’uselìn de la comare è volato sulla …. ( Berto -mona !) l’uselìn che non perdona…E proprio lì volea volare,l’uselìn de la comare ( BIS)
ESCONO TUTTI E TRE CANTANDO E SALUTANDO CON LA MANO
POESIE IN PIEMONTESE
di Nino Costa
Presentatore - Ed ora alcune tra le più belle poesie piemontesi
( Uno alla volta gli attori recitano una poesia )
CEL PIEMONTEIS di N. Costa
Nòstr cel l’è ’ncora nen col cel famos
ch’a fa l’arciam d’Italia ai foresté.
L’è ’n cel da montagnard e da bergé:
nivol sovens e mincatantnebios.
Però quand ch’a së specia ’n sij giassé
quand ch’a së slarga pasi e luminos
e quand ch’a rij ,gioios come në spos
su camp e vigne , che bel cel ch’a l’è !
E peuj l’ è nòstr, l’è ’l cel dël nòstr paìs
l’è ’ndoa ch’a ponto ij vei lë sguard profond
e le maraje a s-ciairo ’l Paradis …
E ’l Piemonteìs , possà da sò travaj ,
l’ha bel giré la tera e vëddi ’d mond,
ma ’l cel , so cel, a lo dësmentia mai.
ËL CRIN di N. Costa
Quand ch’a l’han fait comendator ’l crin
Le bestie dj’anviron son arlegrasse
E a son adaje a bërlichè ’l coìn
Mach ël mërluss l’è pà dëscomodasse…
Ansi,quand che ’l salmon l’è andailo a dì
Quasi quasi l’è piàssla e a l’è arvirasse.
“ Cosa ? Un mërluss polid come i son mi
dur e salà ,ch’a deuv andé a bassése
davanti a ’n pòrch d’un crin parej ’d chiel lì ?”
E ’l salmon : “ J’è pà vaire d’anrabiese ;
e ti mërluss it l’has tòrt a fé ’l moschìn.
Col crin lì , l è pà ‘n crin da dëspresiese :
tanti ani fa l’era nen autr che ’n crin
ma da ’n pò ’d temp an sà ch’a fa lë sgnor,
fòrse da ’n drinta , a sarà sempre ’n crin…
ma da fòra ,l’è ’n crin comendator ! “
SITADIN E PAISAN di N. Costa
E mi son na ‘mes a la tera
come i grij dij nòstri prà
ma l’hai gnune gelosìje
ed coj ch’a vivo là nt’la sità
e mi l’hai laria ‘n po’ grosera
son tajà con el piolèt
ma son fresch come na reusa
degordì come ‘n folèt
lor a nufio la bensin-a
d’j’aotomòbil per le strà
mi respiro l’aria pura
dle colin-e del Monfrà
E mi girolo a pè discàuss
tra la pieuva e contra ‘l vent
lor a s-ciàpo ma bronchite
quandi as treuvo là ant’la corent
E mi spicàsso mia polenta
mal condìja con l’aria d’uss
ma per chersi ardi sla piòta
pà d’absògn dl’euli ‘d merluss
Lor a mangio le papette
con i bròd medicinaj
mi pitòst che sue cotlette
l’hai pì car na sòma d’aj
E mi n bicer ed freisa veja
m’argioìss an fa ne mal
lor ch’a seuffro mal de stòmi
beivo l’acqua mineral
E mi vestì ‘d basan-a frusta
fass ancora la mia figura
lor con tuta l’elegansa
a son ramì ch’a fan paura
L’an ‘n bel dì teatro e cine
bei palass divertiment
na filera dle mie vigne
val pi tant che ‘n monument
Patchìn dle sità grande
con le ghete e i paltolìn
ma ‘l pì bel mestè dla vita
l’è ‘l mestè dij campagnìn !
ËL 6 Ëd VIA CUNI di Gipo
Al 6 ’d via Coni,a- i è na cà veja
Che gnanca na vòlta a j’era nen bela.
Davanti al porton doe bale ’d cimàn
A paravo i canton daj crèp dij carton
Che a intravo e cariavo ij scart ëd metal
Da cola oficin-a là ’n fond a la cort .
Na cort con le sterne piantà sël batù
Da ’n mes dë sta cort,se ti t‘aossi j’euj
Id veddi i pogieuj carià dë stendova
Con tanti tacon .
Su ògni pogieuj a-i è ’n paira d’alògg
E ’n cess an comun
A-i è nen na masnà
a-i è mach tant rabèl e odor ëd frità.
A l’è pròpe lì al fond dël prim pian
Che i son naje mi. Mi i guardo i pogeuj
Con cole ringhere carià dë stendova
Là ’n fond dla cort a-i è ’l finimond
Ch’a fa l’oficina
E ‘l cel lassù ’n aria a s-mija un linseul
D’un grìs così spòrch,ch’a crija “laveme!”
Am buta vergogna,vergògna ’d còsa ?
Ma,d’esse nà si’ an cole doe stansie
Col cess an comun.
L’hai quasi paura che ai sia
Queicadun che ancora as ricòrda
Che mi son nà si,dovej ciamè scusa
Dovej e contè ’l për come e ’l perché
Che i mej a-i ero pòver,an monta ’l magon
An ven veuja ’d pioré..ma peui
Ausso j’euj lassù al prim pian
E vëddo mia mama ch’a rije e an fa ciao
Così con la man,alora an ven veuja ’d cori
Ant’la strà,fermé ’l prim ch’a passa
E crijeje“ Monsù,ma a lo sa chiel che sì
Al 6 ëd via Coni ,i son naje mi !”
Milcare Pavaroti - Romanza a scelta
( stessa scena di prima .Fazzoletto in mano,frac e farfallino,memtre canta
in play-back la musica rallenta,poi velocissima,poi nuovamente normale ecc..)
SCENEGGIATA NAPOLETANA
( gli attori parlano napoletano con forte accento piemontese)
Presentatrice – Attenzione ..(rullo) …Battaglione…(rullo) Popolo di Napoli….(rullo)
Questa sera andiamo a presentare a lor signori la scena finale del dramma
Sheckespeariano “ O Zappatore “ minisceneggiata napoletana con interpreti
d’eccezione…TITOLO : O zappatore che zappa e ’a malafemmena che lo
tradisce con Pippiniello O Fetuso che non zappa…
Scena finale !!!! Attenzione (rullo)…battaglione…(esce)
(ENTRA O’ ZAPPATORE con una zappa sulle spalle)
ZAPPATORE –(zappa ,poi si ferma si asciuga i sudori e dice) – Chiste è Napule,
o paese do mare,de sole e do core …
GENNARINO –( entrando canta ) - Chistu è o paese do sole,chistu è
o paese do mare…
O FETUSO -( entra e si rivolge allo zappatore) –Eh ! O zappatore
zappa,ma la mugliera sua zappa con Pippiniello o sciupafemmene !
Zappatore – I ce metto ‘o core pe’ fa crescere ‘a pummarola in coppa
per Carmela mia …
O Fetuso - Già,ma Carmela tua va a magnà la pummarola ‘n coppa con Don
Pippiniello …
Zappatore – ( lo prende per il bavero) – Che stai a dicere,parla,o io t’accìde !!
I aggià sapè la verità ( Lo spinge via con disprezzo)
O Fetuso - Io niente sacciu,ma tu cornuto sei !!!
GENNARINO – (Canta) Chistu è o paese do’ sole …
Zappatore – Cornuto a me ,a Don Ciccillo o zappatore !!??
O fetuso – Zappatore,ecco a mugliera tua !
ENTRA DONNA CARMELA – Embè,che c’è ! Che non avete mai
visto na femmina !
O Zappatore – Tu non sì na femmina….tu sì na malafemmina !
Donna Carmela – I’ nun so na malafemmena !
O Zappatore – (Prendendola per un braccio) Tu m’aggia dì
Donna Carmela – Io nun t’aggia dì
O Zappatore - Tu m’aggia amà
Donna Carmela – I nun t’aggia amà !
Gennarino – Chist’è o paese do sole …
O fetuso – Cornuto v’aggia fa,Don Ciccillo !
Donna Carmela – Nun è o vero !
O Zappatore – (Afferrandola per un braccio) – I t’aggia accidere ,picchì tu si
na malafemmena !
Donna Carmela – Che state a dì ,Don Ciccillo !?
O fetuso– Lassatela,Don Ciccillo!
O zappatore – Chista è femmina mia,io l’aggia accidere !
Donna Carmela – Lassàteme !
O fetuso – Cornuto vi ha fatto,Don Ciccillo !
O zappatore – Eh piàntla lì,con stò cornuto !!! Ma cossì a esagera !
Nipote – Sguardo fiero ,sdegnoso !! (Sguardo ebete)
Gennarino – Chisto è o paese do sole …
O Zappatore – Io m’aggia vendicà ! (Estrae il coltello e donna Carmela ne approfitta
per scappare riparandosi dietro O Fetuso) Io m’aggia vendicà,picchi nisciuno
aggia a dicere che Don Ciccillo cornuto fu ( Si avventa su Donna Carmela che sta dietro a o Fetuso e accoltella per sbaglio o Fetuso che cade)
Donna Carmela – L’hanno accìso,l’hanno acciso ! Tu l’aggia acciso !
O Fetuso – ( per terra,solleva la testa e dice) I moro,ma tu cornuto sei (Muore)
Gennarino – Chisto è o paese do sole …
( espone il cartello FINE )
CORO POLIFONICO
Presentatore -
Il CORO POLIFONICO Dell’OPERA DI PARIGI composto da 180
Elementi vi farà ascoltare La quarta ed ultima parte del celebre mottetto di
Mozart: Dirige il coro (Questa sera siamo un po’ di meno,ci dovete scusare)
Direttamente da PARIGI il maestro Achille di FOBURGH Saint Luis !!!!
Coro – ( sempre molto seri e convinti gli attori)
Le cochòn,le cochòn,le cochòn a fè le coscìn
Etè blanc,rouge,vermeille
Le cochòn a fè le coscìn (bis)
Presentatore – Pubblicità !! ( un attore e un’attrice)
A - Solo 4 pomodori su 10 diventano Pelati Cirio..gli altri sono buoni …
B - Comprate chiodi Golgota,non c’è Cristo che tenga !
A – Donna cannone sposerebbe uomo pistola
B - Ai bambini buoni ..la dolce Euchessina,agli altri,che spingano !!
A - Alka Selzer,trasforma il rutto nella quinta di Beethoven !
PRESTIGIATORE
Il prestigiatore aborigeno Anuk Amuk Turulo si ripresenta con la solita parrucca.
Non parla, mugugna soltanto e il bravo presentatore traduce.
Presentatore – Ed ora il grande Mago aborigeno Anuk Goduk Turulo farà
un esperimento eccezionale ! Il libro magico ! Farà comparire e scomparire le figure
dal libro.Attenzione !!
Prestigiatore - ( il prestigiatore rovista nella sua valigia ,poi estrae un libro e
fa l’esperimento) APPLAUSI
Presentatore - Ed ora il nostro Mago prestigiatore tenterà un altro esperimento
impossibile. Uno di voi sceglierà una carta e lui a distanza di 20 metri indovinerà
La carta che avete scelto. Prego.( Scende tra il pubblico,fa scegliere una carta e la mostra al pubblico.Poi il prestigiatore scrive su un foglio la carta scelta e
la passa al presentatore che la porge allo spettatore che l’ha scelta e dice :
“ Legga “ Lo spettatore legge ad alta voce “ La stessa” APPLAUSI
Il gioco si ripete due o tre volte ,poi si svela il trucco.
INTANTO
Uno spettatore si sente male ,presto un medico !
Arriva un tedesco con il camice bianco, è l’infermiere delle dottoressa nella scenetta seguente.
Franz – Io essere medico ! Presto !Snell,snell !! Liquore,qualcosa di forte,presto !
( Gli portano un bicchire pieno..lui solleva la testa del malato,gli avvicina il bicchiere alle labbra e poi beve lui
La scena si ripete due o tre volte. Alla fine arriva la dottoressa Andalusa
In camice bianco e con l’aiuto di Franz fa sdraiare l’ammalato sul tavolo.
Poi visita velocemente il paziente e constatato che il caso è grave dice che
occorre subito operare di appendicite.
Intanto l’infermiere tedesco Franz, arriva con un borsone con tutti gli attrezzi del caso.Poi estrae dal borsone un lenzuolo bianco e lo fa tenere perpendicolarmente davanti al tavolo su cui è posto il malato.Due spettatori si presteranno a tenere ben teso il lenzuolo)
OPERAZIONE
(Improvvisamente tutto è buio ,si vedono solo dietro il lenzuolo le ombre
di Berto steso sul tavolo,della dottoressa e di Franz.
Dietro i tre personaggi infatti qualcuno terrà accesa una torcia elettrica che rifletterà le ombre dei tre sul lenzuolo.
In questo contesto si svolgerà l’operazione ed il pubblico vedrà solo le ombre)
Dottoressa – Allora Franz,tutto pronto per l’operazione ?
Franz – Jawòl mein komandànt ! ( E si vede l’ombra di una mano che alza un
grosso martello)
Berto – No,no,ferma! Frena !!( alza la testa)
Dottoressa – Anestesia,Franz !
Franz – Jawòl ! ( E batte col martello sopra il tavolo ,fingendo di battere sulla testa
del povero Berto.Ma per il pubblico l’impressione sarà quella di una
martellata sulla testa)
Berto - Ahia !!!!! (urlo fantozziano)
Dottoressa – Bisturi ! (Franz le porge un coltellaccio da cucina che con l’ombra
sembrerà ancora più grande) – Tampone !
(Franz le porge uno stura –lavandino.Il paziente si muove)
Franz anestesia ! ( altra martellata)
(Poi la dott. estrae dalla pancia di Berto una grossa corda che sembra
l’intestino)- Forbici !
(Franz le porge delle grosse cesoie) Franz tagliare ! (Franz taglia)
No ,non lì,più su…bueno ,fa lo stesso ,intestino più intestino meno …
(Franz intanto ha un pezzetto di corda in mano)
Franz – Psst…pssst…
Dottoressa- Cosa fai Franz ?
Franz – Cerco gatto ! ( E butta al gatto un pezzo d’intestino)
Dottoressa – Pinze ! (Le porge un paio di grosse pinze) - Franz ,anestesia!
(ancora una martellata) – Franz,filo e ago ( glielo porge e la dott.cuce)
Franz.metti dito qui ! Ecco tutto a posto !
( N.B. Volendo l’operazione potrebbe continuare in vari modi…dimenticare
le pinze nella pancia ecc…al termine Franz urla)
Franz – Accendere luce ! Snell,snell !!!
( La luce si accende e la dottoressa appare come una diva abbassando il lenzuolo e
gridando: Olè ! (Inchino al pubblico ed applausi)
Dottoressa- Grazie, muchas gracias ! (inchino) Franz !!Svegliare paziente !
(Franz gli molla alcuni sganassoni e Berto si sveglia avvolto nel lenzuolo e con la testa fasciata o con un grosso cerotto)
Franz - Come sentire voi ? Piaciuta operazionen ?
Berto –(Mezzo intontito) Stasìa mei prima , l’hai na mal a la testa !!!
Dottoressa – Le abbiamo tolto l’appendicite,tutto bene ,è contento ?
Berto – Content…pà tant …ecco…Na mal a la testa ! Sai nen përchè…
Dottoressa - Ma porchè no es alegro?! Tutto è andato muy bien !
Berto – Si,a i sarìja mach an cit particolar …
Dottoressa – Quale ? Dica,dica…
Berto – Ecco ..el particolar a sarìja che a mi ..ecco …l’appendicite a l’avìo già
gavàmla dès an-i fa !
Dottoressa - Ah,dicon tutti così ! Franz,àndale ! (Parte la musica andalusa i due escono gridando OLE’ !!! )
APPLAUSI
Presentatore –
Bè,adesso abbiamo scherzato,ma il problema della sanità è un problema grave.
Ci sono medici bravi e meno bravi, ed ora noi vi facciamo vedere come lavora la dottoressa andalusa specialista in sessuologa . Trasferiamoci perciò nello studio dellla Dottoressa che viene dall’Andalusia in un giorno qualunque con un
paziente qualunque . Fa una visita qualunque nel suo studio…qualunque
SCENETTA DOTTORESSA ANDALUSA
(tratta dalla omonima commedia)
Studio della Dottoressa ,un tavolino e due sedie.La dottoressa in camice bianco è seduta dietro un tavolino. A fianco una sedia vuota.E’ il suo studio.
BERTO- (ENTRA portando sotto braccio un grosso fiasco ed una lettera )
A l’è permès ? E’ permesso ? (Si guarda intorno smarrito e un po’ stupito)
Dottoressa – (Distesa sulla sua sedia con voce calda e invitante )– Avanti ,querido …
Berto – Forse i l’hai sbaglià stansia…(Fa per tornare indietro)
Dottoressa – No..venga avanti … querìdo ..mio amor…(Con voce languida)
Cosa tiene in quel pintòn ? Es por mi ?
Berto – Ecco,tenga…(Le porge il fiasco)
Dottoressa – Cosa es ? Un profumo ? Fragranza de rose?! Nòche de amòr ?
Berto – A sarija la mia pipì,si l’urina per l’esame…sul biglietto c’era scritto di
portare il primo getto e…mi i l’hai portaijlo !
Dottoressa –(Allontana il fiasco un po’ schifata) - Es el primo zampillo ?
Berto – Si,ma stamatin i l’avija nen veuja ‘d pisè…l’hai fan-e pòca (posa il fiasco
sul tavolo)
Dottoressa – Porchè… gli altri giorni?
Berto – Mesa damigian-a ! A propòsit (Estrae un foglio) Gli esami del sangue
Dottoressa –(Legge) Oh..ah…ih ..ma segnor ,lei nelle vene ha più vino che sangue !
Qui bisogna disintossicar !
Berto – No,no,disintossicoma gnente. Che lì a-i è në sbaglio,che mi i beivo pòch!
Un pinton al dì ,a volte anche un e mès…
Dottoressa – A come va con il fumo ?
Berto – I ston mal …an fan nen bìn …An fan girè la testa…
Dottoressa – (Seccata)- Infatti io le avevo detto non più di 10 sigarette al giorno! Ha
seguito la mia prescrizione ?
Berto – Certo . Però…
Dottoressa – Però,cosa ?
Berto – A l’è che mi i l’avìja mai fumà prima ’n vita mia e fumén-e dès al dì an fa
veuija ed campè via …An gira la testa,i ston mal !!
Dottoressa – Allora ho pronto il rimedio ! Una iniesiòn de sangre de diablo !
Lei non ha mica paura delle iniesiòn ?!
Berto – Mi no,mach che fas-a nen come cola infermera d’ospidàl ‘d Giavèn !
Dottoressa – E como faceva la enfermera a far le iniesiòn ?
Berto – E …faceva un cerchio sul planisfero orientale,poi passava di corsa e lanciava
le siringhe come fossero freccette! Mach che nen sempre a fasìja centro !!
Dottoressa – No,non se fa così…senta però tolga el pintòn da la table….
Berto – E andova lo bùto ?
Dottoressa – Lo butti via !Non serve più,non è a me che doveva portarlo!
Berto – Oh,già,lo campo via….’n fiasch bele neuv !
Dottoressa – Senta ,lo metta via e si giri che facciamo la iniesiòn !Pronti …
Berto – Deuvo tiréme giù le braje ?
Dottoressa – No,non ce n’è bisogno….si rilasssi..Anzi cambiamo musica..
(urla) Franz ! Musica de la corrida, el matador ! (Musica spagnoleggiante)
(La dottoressa fa alcuni passi di flamenco e poi voltandosi di scatto infila la
siringa nel sedere di Berto come se fosse un banderillas.
URLO DISUMANO di Berto,poi la musica tace SQUILLA IL TELEFONO.
La dottoressa va a rispondere lasciando il povero Berto con la siringa piantata
nel sedere ,la musica tace)
Dottoressa – Pronto …si ..sono io…no..no..non disturba ..si ..…tutto bene,grazie! (Berto mugugna facendo gesti per avvertire la dott.che ha ancora la
siringa nel sedere) –Ma signor sindaco lei è troppo gentil !
Lei ha il sangre caliente !(Intanto Berto continua a lamentarsi) Ma no,che non
disturba …si figuri E i suoi figli? Como ? Uno ha un poco de raffredòr,allora gli dìa una pastiglia de Aspirina …Scusi ,ma la linea è disturbata..sente dei lamenti ?…No,non è niente ..è il mio paziente. (Ed intanto Berto continua ad agitarsi cercando di attirare l’attenzione della dott. che lo rimprovera)
Ma insomma,un po’ de pazienza ! Non vede che sto telefonando !
Mi scusi segnor sindaco…si…si..certo… se son rose fioriranno, ma lei è troppo
gentile con me. Grazie per il mazzo di orchidee ! Hasta la vista,adiòs!
Berto – A l’ha finì ’d telefonè !?
Dottoressa- Ma che maleducato,scusi…certo che se fa così con le donne lei non
“ arraparà” mai niente ! Ma cos’ha da lamentarse !?
Berto – Ecco…i l’avrìja na siringa piantà ‘nt’ël cul !!!!
Dottoressa – Oh,che sbadata ! Provvedo subito (Toglie la siringa e Berto urla)
Le ho fatto male ?
Berto – No,no…(Si riprende il fiasco sottobraccio e si gratta il sedere) – Ma
ch’a scusa a l’ha fame la puntura e a l’ha gnanca tiràme giù le braije !
Dottoressa – Tecnica moderna,adesso si usa così…comodo…comodo… si segga!
(Intanto si ravvia i capelli e si slaccia un po’ la camicetta assumendo una posa
sexy) E mi parli un po’ di lei …delle sue abitudini …cosa fa al mattino ,alla sera ,di notte…Nella notte lei “arràpa “ ? Si cosa fa lei alle donne ?
Berto – (si guarda intorno sempre col fiasco sottobraccio)- Mi rapo gnente!
Dottoressa –Mi racconti come trascorre una giornata tipica..al mattino…
Berto – A la matìn i m’àusso e më sgùro, peui i don da mangè ai crìn peui i mangio
mi (Tiene sempre il fiasco in braccio) Peus posèlo ?
Dottoressa – No,meglio che lo tenga lei…E poi ?
Berto – Mangio n’autra colassion vers dès ore e peui i mangio a ‘n bòt,e peui,vado
a riposeme ‘n pòch përché a fòrsa ‘d mangè son strach. Peui mangio
merenda,doi salamìn quatr anciuve,doi tomin,peui a- i riva l’ora ‘d sin-a e alora lì in ten-o legèr…’n minestron,na fetta ‘d lard, due cusòt an carpion…un po’ ‘ ‘d sautissa e peui vado a deurmi…
Dottoressa – Da solo ?
Berto – No,a volte a- i è cò ’l can che a deurm con mi …
Dottoressa – Ma donne ..niente ? Lei disprezza le donne ? Lei non le desidera ?
Berto – Ecco,mi…an piàso pro….ma i treuvo nen le paròle…E peui sa come che a l’è
né…parland con pòch padròn…a fonsiona pì nen tant .Ecco…mi…(sempre
tenendo sottobraccio il fiasco ,osserva la dottoressa che si sbottona un po’
a camicetta)
Dottoressa –(Con voce suadente e sexy) – Perché mi guarda così? …Lei vuole
possedermi ?
Berto – Mi…mi..a fa caud si an drinta né…(si slaccia la camicia )…i l’hai sèj…
mi quasi quasi i beivo….(e porta il fiasco alla bocca …)
Dottoressa – Alt ! Che fa ,quella non è acqua….Lei però ha degli occhi libidinosi..
lei vuole una donna ,lei mi desidera,lei mi ..brama…lei mi divora con
gli occhi…ah ! Libidine ! Ah ! goduria ! Urli con me ! Goduria,goduria!
Berto – (sempre con il fiasco sottobraccio) Oh,goduria !
Dottoressa – Bene ,abbiamo risvegliato il giaguaro che è in lei. Ecco adesso lei
si avvicina ,piano con delicatezza ,con eleganza,con nonchalance…
Ecco ci siamo …Lei arrivato a questo punto vede…la donna : è nuda davanti a lei sul letto…lei cosa fa ?
Berto – Ecco mi …in gavo ’l paltò !
Dottoressa – Ma siamo in piena estate. La donna è nuda davanti a lei …lei che fa ?
Berto –Mi i guardo se non c’è il marito…as sa mai !
Dottoressa –Bravo ! E poi …
Berto – I ciàmo vaire che a veul
Dottoressa - No lei a questo punto si toglie tutto ! Fa uno strep-tease sexy ,
libidinoso! Ecco …le insegno io come si fa
Berto – Ah,lo fa lei lo strep-tease ?
Dottoressa – No,Franz .(Urla) Franz !
Franz –( ENTRANDO ) Mein dòktor..
Dottoressa – Insegni a fare lo streep a questo signore….ecco ..mettiamo la musica
e lei faccia tutti i movimenti che fa il prof. Franz !
Berto – Peuss posèlo ‘l fiasch ?
Dottoressa – Posi..posi…anzi no…lo tenga stretto ..così è più libidinoso !
SPOGLIARELLO COMICO con Berto che tiene sempre il fiasco in braccio.
Musica dal film “ Nove settimane e mezzo”.Luci soffuse. Berto imiterà goffamente
i movimenti di Franz , vero professionista dello spogliarello di Germania.
I due si mettono a cavalcioni sulle sedie con il viso rivolto al pubblico.
Si sfilano le bretelle e Berto le incrocia e le aggroviglia,poi si tolgono la
camicia e a Berto viene via una manica e rimane in canottiera bucherellata.Poi i pantaloni ma gli rimane la cerniera bloccata,poi si sblocca ma si pizzica gli “zebedei” e lui urla.Infine si siedono sulle sedie con pose sexy e si sfilano le calze.Quelle di Berto hanno un grosso buco, naturalmente Berto ha una biancheria piuttosto rattoppata….Alla fine restano in mutande piuttosto
vistose e stravaganti ,e mentre Berto si riprende il fiasco , la dottoressa applaude, fa due passi di danza e tutti e tre gridano OLE’ !!!
MONOLOGO “ MAULIN”
(Parla lentamente con voce fortemente nasale ,strascicando le parole.
E’ anche un po’ balbuziente)
Maulìn a l’è me fieul e mi i son sò pari.
Maulin a l’è tant brav ,ma tant sfortunà.
A l’è tant intelligent..a l’ha ‘na biòca parèi (fa il gesto con le mani)
Quand a l’è andàita a soldà a-i trovavo nen ël capèl che a-j’ andèissa bìn
a chiel…Alora a l’han ficaije ..un bojeul an testa.
Peui a l’han mandalo ant’ij paracadutisti
Ma mè fieul a l’è tanto sfortunà…quandi a l’è tocaije a chiel ëd campesse giù..
l’aereo a -j’era girà al contrari e alora invece d’andè giù a l’è andaita su…
Dòpo tre sman-e a l’ha scivume na cartolin-a.” Ciao papà,sto bene,sono
a Bardonecchia ”
Me fieul a l’è tanto sfortunà..Peui a l’ha fait ël guardiano notturno .
A l’han dije…senti bene,guardiano notturno,senti bene…tu devi andare da questo
lumino rosso qui a quel lumino rosso lì e su e giù tutta la notte.
Ma Maulìn a l’è tanto sfortunà..la prima neuit ëd servissi a-j’ era na nebbia che a së
s-ciarava gnente..anche i passaròt andasìjo a pè…le passaje ’n camion dël Tir
con i lumìn anvisch…e chiel ligio agli insegnamenti a l’è andaje darera..e marcia che
ti marcia … a l’è rivà a Bari…L’ha scrivume na cartolin-a : Ciao papà sto bene!
Alora l’han mandàlo a fè l’ infermè. A l’han butàlo al Pronto Soccorso e a l’han dije:
Senti bene ,infermiere,senti bene…Quando arriva uno con una ferita,tu leghi il laccio emostatico sotto la ferita e poi stringi bene perché il sangue si coaguli.
Ma me fieul a l’è tanto sfortunà…’l prim che a l’è rivà …a l’avija na ferlèca sla
testassa…e lui ligio agli insegnamenti prima a l’ha gropàje il laccio emostatico sotto la ferita..al còl…..e peui tira che ti tira a l’ha nen sagnà ma a l’è mòrt !!!!
Ah,im desmentiava…Quandi a l’è rivà a cà da soldà, tut bin vestì da militar
i sòj fratèj che a son intelligent come chiel a l’han dije…: “ Oh Maulìn che
bela vestimenta che it l’as..!! ” “Ma che vestimenta,a së s-ciama tuta mimetica!”
“Oh Maulìn che bel cotlàss che it’l’as..!!” “Ma che cotlàss a l’è la baionetta !!!”
“Oh Maulìn che bele bòce,che bele bale che it l’as si davanti…!” “Ma che bòce,ma che bale…a son bombe a man.!” “E a s-ciòpo ?” “Certo che a sc-iòpo !”
“Foma la preuva ?” “Foma la preuva….” An fond a la cort a-i era ’l cess…Maulìn pija la bomba a man e la la tira…A c’entra ’n pièn ël cèss…un casìn,na confusion,tut a n’aria…an mes a sta confusion a-i seurt fòra parìn..95 an-i con le braje an man …che a l’è ficasse a crijè..
“Oh contàch,contach..an 95 an-i i l’avija mai tirà ‘n pèt fòrt parej !!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Presentatore - E prima di darvi la buonanotte e congedarci da voi…
alcuni pensierini della sera
Pensierino di un piccolo stambecco: non per vantarmi m mio padre è un gran
cornuto !
Pensierino notturno di una sogliola : che vita piatta è la mia !
Pensierino di un millepiedi : speriamo che non mi vengano i calli !
Pensierino di un cane sperduto nel deserto: Bòija fàuss ! Qui se non trovo un albero me la faccio addosso !
Pensierino di un piccolo porcellino: Non per vantarmi ma mia madre è una
grande porcona !
Buonanotte a tutti !!!!!!!!
Musica Ròbe da mat o altra musica e passerella finale
FINE
Rivoli Febbraio 2010
N.B. Volendo si potrebbe aggiungere la parodia cantata senza accompagnamento musicale della celebre Cavalleria Rusticana. I personaggi invece di parlare cantano usando le arie di celebri canzonette.
CAVALLERIA
RUSTICANA
PERSONAGGI Turiddu, Compare Alfio, Lola, Gnà Nunzia, Zio Brasi, Coro dei picciotti e delle caruse, Pippuzzo il cantastorie e Ciccirillo, vice -cantastorie.
(Fuori sipario) Pippuzzo e Ciccirillo con chitarra e tamburello)
PIPP Chist'è la storia vera di Turiddu e Gnà Lola. Nelle prima scena voi vedrete Turiddu che torna a casa da militari...(rivolto a ciccirillo) Zitto cumpari che mi fai sbagliari... L'azione si svolge nella Sicilia nostra bedda... (cantano) Chist'è la storia vera... Amoninne cumpari che si apre lu sipariu...
SCENA PRIMA
(La piazza di un piccolo paese della Sicilia. Un balcone sulla sinistra. Caruse e picciotti che passeggiano)
ZIO BRASI (canta) - Chistu è o paese do sole, chistu è o paese do mare
CARUSE (danzando) - (Sciuri, sciuri) – Tu-Turiddu, Turiddu nostru beddu, ritornerà stasera a casa sua. Tu-Turiddu, Turiddu nostru beddu arriverà da far lu militari.
GNA NUNZlA II mio cuore è una camera a gas, se Turiddu miu nun turnerà, è Turiddu figghiu beddu miu, si Turiddu lui deve turnari!
ZIO BRASI (Tapum, tapum) - Venti mesi da militari, non son molti per lu figghiu tuu...
PICCIOTTI (Coro Tapum) - Tapin lapin tapuum, tapin, tapin, tapuuM!
UNA CARUSA (tapum) - Lu Turiddu figghiu tuu beddu, tornerà più beddu di prima
PICCIOTTI Tapin, tapin tapuum, tapin tapin tapuum
GNA NUNZIA Che serà serà e Turiddu ritornerà e Turiddu a casa sarà, che serà serà
ZIO BRASI (Piove) - O Nunzia mia nun ti preoccupari, che lu figghiu tuu dovrà turnari
TURIDDU (Fuori scena, poi entrando) - (Vitti na crozza) - Vitti na crozza e su turnatu a casa, per rivederi matri e compagnia. Io so' turnato 'o paese mio per riabbracciari tutti le caruse... (Urla) Matri!!!! Ziuzzu Beddu!!
(Tutti si abbracciano) Turnato sei? Turnato sugnu, Matri!
CARUSE (cantano ballando - Vitti na crozza) - Turiddu nostru beddu è riturnatu cun lu berrettu rossu 'e bersaglieri...
TURIDDU Dal continente antico
PICCIOTTI Parapunzipunzi pà
TURIDDU Dalle falde del Vulcano
PICCIOTTI Parapunzipunzi pà
TURIDDU E Turiddu è riturnatu per sposari la sua Lola che l'aspetta con ammuri. Lola mia Lola mia...
CARUSE (danzando attorno a Turiddu) - (Sciuri sciuri) - Turiddu, Turiddu nostru beddu, la la la la la la.....
TURIDDU Quant'è bellu lu primmo ammore, lu secondu è più beddu ancora... Io voglio ritrovare la Lola mia, perchè io di Lola sono innamuratu. Quant'è bello lu primmo ammore, Lola mia non la vedo ancora
UNA CARUSA (il cacciatore nel bosco) - Lola la tua bedda, mentre a casa tornava...
CARUSE E PICCIOTTI Trovò un contadinello grazioso e bello, compare Alfio s'innamorò. trovò un contadinello grazioso e bello, compare Alfio se la sposò.
TURIDDU Sapore di sale, sapore di male, che cornuto io sono e lui deve morire.
ZIO BRASI (Le op la curva) - Turiddu mio stai calmo, e non ti arrabbiare, che Lola tua è andata in sposa e per questo ti lasciò
CARUSE E PICCIOTTI Le op ! la curva!
TURIDDU Non si può morir d'amore, ma l'amore ma l'amore, compare Alfio voglio ammazzare, perchè mi voglio vendicare!
ZIO BRASI La donna è mobile; qual piuma al vento, muta d'accento e di pensiero. C'è qui Santuzza, figghia mia bedda se tu sposare vuoi, io tè la concederò.
SANTUZZA ( Caruso) Te voglio bene assai, ma tanto tanto bene sai, è na catena sai che mi distrugge l'anima
TURIDDH (II ragazzo della via Gluck) - Io son tornato per trovar la mia Lola, che è la mia donna e per sempre sarà, non ti arrabbiare, ma io non ti ti voglio, che io l'amo da sempre e per sempre l’amerò.
GNA NUNZIA (domenica è sempre domenica) - Santuzza è sempre Santuzza, è bella onesta, giovane e sola, ormai Lola tua è sposata, mai più potrai trovare il tuo amor.
SANTUZZA (Grazie, prego, scusi) - Prego, vuoi sposare me
TURIDDU Grazie, preferisco di no! Io no non sposo tè, perciò grazie, prego scusi me ne vo! (parlato) - Amoninne picciotti
ESCONO)
ZIO BRASI Santuzza ricorda le colline sono in fiore e presto ben presto tornerà tra le tue braccia, perché sei importante per lei...
CORO DELLE CARUSE - Santuzza ricorda le colline sono in fiore e Turiddu ben
presto tornarà tra le tue braccia, perché ancor è innamorato di tè...
SIPARIO
PIPPUZZO E CICCIRILLO (con mandolino e chitarra fuori sipario)
Chistà è la storia vera di Turiddiu e Gnà Lola (yè, e, e..... )
Nella seconda scena voi vedrete Cumpari Turiddu e Gnà Lola che è sposa di Compare Alfio (yè...yè...yè...) E tu cumpari zittu che mi fai sempre sbaglaiare! Chistà è la storia vera di Turiddu...(Yè...yè...èè) Escono e si apre il sipario La scena è sempre la stessa.
SECONDA SCENA
ALFIO Addio mia bella addio il marito se ne va, io però torno stasera perciò ti prego di aspettà
LOLA (dal balcone agitando il fazzoletto) - Tu parti e mi lasci sola e io a casa me ne sto, però cerca di tornare prima del tramontar!
ALFIO (Mamma) - Lola, solo per te la mia canzone vola, Lola ritornerò per te e per te sola. Quanto ti voglio bene, le tue parole d'amore, resteran sempre nel cuore, finché io vivrò (ESCE)
PIPPUZZO E CICCIRILLO (entrano in scena) - (Lo zampugnaru) - Cumpari Alfio adesso è partitu, Turiddu è turnatu da suldatu. Speriamo che non torni prma di sera o qui qualcuno finirà morto ammazzato (yè//yè...yè...)
TURIDDU (entrando) - Io, vagabondo che so io, son tornato da soldato per trovar la Lola mia e restar sempre con lei
PIPP E CIC (spaventati urlano) TURIDDU !! Compare Turiddu è turnatu !!
(ESCONO)
TURIDDU I tè vurria vasà, i tè vurria vedè, affacciati o Lola mia, fatti vedé fatti abbraccià...
LOLA O Turiddu dai riccioli d'oro non ti posso amare, o Turiddu io sono sposata perciò lascia stare
TURIDDU Questo piccolo grande amore, non si può più cancellare, io lo so, io lo so
LOLA Bella la vita che se ne va, ma io ho sposato Compare Alfio e mò sto qua, se mi vuoi bene, vattene via, lasciami stare e torna dalla tua Santuzza
TURIDDU Con tè partirò, per monti e per mari io ti porterò, per sempre insieme con me, io ti porterò
LOLA (oh Susanna) - Oh Turiddtu, ti prego lascia star, mio marito è assai geloso e ti può anche ammazzar!
TURIDDU Io ti voglio bene assai ed io ti sposero, io ti voglio bene assai e con tè fuggirò!
LOLA Turiddu non far lo stupido stasera, damme na mano a fatte dì de no, troppo rischioso è starti ad ascolate, compare Alfio presto tornerà
PICCIOTTI (entrano e cercano di portarlo via cantando) - Iamme, iamme, iamme, iamme, ià, iamme, iamme (Escono e Lola chiude la finestra)
TURIDDU Fatti mandare dalla mamma, a prendere il latte, così scendi e ci vediamo ci baciamo ed andiamo!
LOLA (Comparendo in punta di piedi nella strada) - Quando sei qui a con me questa strada non ha più pareti ma alberi, alberi infiniti quando tu sei con me
TURIDDU Comme mammeta t'ha fatta, comme mammeta t'ha fatta, vò sapè che ce mettette vo sapè che ce mettette, ciente rose...
(tenta di abbracciarla)
LOLA Moreto, moreto sei un bel giovineto, che porti i capelli come l'onda del mar Ma il mio marito è assai geloso e porta lu cutieddu sempre con sè
(SANTUZZA compare un attimo poi scappa via non vista)
LOLA (Venezia mia) - La prima notte di luna piena, tu entrerai in casa in casa mia. Allora noi farem farem l'amore, che lu maritu mia è andato via
TURIDDU (Voga e va) - Io verrò e non andrò più via, perché tu Lola mia, mi hai fatto innamorar
PICCIOTTI (entrando) - Lui verrà e non andrà più via perché tu Lola bella l'hai fatto innamorar
LOLA Ohi vita, ohi vita mia, ohi core e chistu core si stato o è primme ammore e o primme l'ultimo sarà per me (abbraccia Turiddu)
TURIDDU E PICIOTTI ohi vita mia, ohi core ohi chistu core ecc...
(LOLA E PICCIOTTI ESCONO ed entra Compare ALFIO)
ALFIO (A francesa) - Sono compare Alfio o carrettiere, io torno dal lavoro, ma tu che fai? (rivolto a Turiddu) Dimmi che fai o mio caro compare, perchè non vai tu pure a lavorà
TURIDDU (Vitti na crozza) - Vitti na bedda sopra nu balcuni ed io le ho fatto una serenata, poi m'hanno detto che è moglie tua, perciò io me la batto in rritirata
(Fa per andarsene ma compare Alfio lo trattiene).
ALFIO Chi non lavora, non fa l'amore, io son sempre a lavorare, mentre tu invece stai ad oziare
TURIDDU (Nanni) - Mio caro Alfio non mi scocciare, ch'io non ci ho voglia di lavorare, se tu invece hai tanta voglia, lavora anche per me.
ALFIO Tu sei romantico, amico delle nuvole, ma se tu vuoi campa, tu devi lavorà!
CARUSE (entrano cantando e ballando) - Turiddu, meravigliao, ma che picciotto è stu Turiddu meravigliao, ed egli è beddu assai, che meraviglia stuTuriddu meravigliao...
TURIDDU Voglia di lavorà salteme addosso, ma famme lavorà meno che posso!
(Esce cantando con le caruse "Turiddu meravigliao")
SANTUZZA (entrando rivolta ad Alfio) - (La domenica andando alla messa) - La domenica andando alla Messa ho incontrato Turuddu e gnà Lola, che parlavan d'amore tra loro, stretti stretti io li ho visti sì sì, io li ho visti abbracciati accussì...
ALFIO E' un fiume amaro dentro me, l’onore mio voglio vendicare è un fiume amaro, amaro è il fiume, io mi vendicherò, Turiddu ucciderò!
CARUSE (entrano ballando e cantando) - Turiddu meravigliao ecc...
SIPARIO
(Fuori sipario) PIP E CIC Chistà è la storia vera di Turiddu e gnà Lola. Nelle terza scena voi vedrete Turiddu e Santuzza (yè...yè.....yè...) Turiddu è furioso...E a tè cumpari io tè scasso a capa, ca me fai sempre sbagliari...Chistà è la storia vera ecc...
SCENA TERZA
(In scena Picciotti e caruse che filano)
CARUSE (PIEMONTESINA) - Vieni Santuzza bedda, vieni con noi a filare, vieni con noi a filare, che sposa tu andrai!
ZIO BRASI (Chitarra romana) - Canta canta mia Santuzza, tutto il sole è nel tuo cuore, tu sposare ti dovrai ed io ti aiuterò!
SANTUZZA (Quel mazzolin dei fiori) - Turiddu beddu mio, l'è andà da la sua Lola ed è perché son poverina, mi fa piangere e sospirar
PICCIOTTI L'è op. la curva!
TURIDDU (entrando - stessa canzone) - So' andata dalla Lola e a tè cosa te frega e a te che te ne frega, s'io con Lola me ne vo’
CARUSE E PICCIOTTI Le op, la curva!!!
SANTUZZA Besame, besame mucho, dammi un bacino e non partire più
TURIDDU Non son degno di tè, non son degno lo sai, ma se un giorno tu lo vorrai amarti forse io potrò...
SANTUZZA La lontananza sai è come il vento, che fa dimenticare chi non s'ama, è già passato un anno ed è un incendio, che mi brucia l'anima!
TURIDDU (Romagna mia) - Santuzza, Santuzza mia, lontan da tè non si può star...
(passa intanto Lola) - ( Rosamunda) - Ehi, ehi Lola, aspetta ch'io vengo con te, ehi ehi Lola, arrivo io corro da tè! (Esce con lei)
PICCIOTTI ECARUSE E vola, vola vola e vola lu Turiddu, dietro la sua Lola, che maritata è già.
SIPARIO
I due cantastorie Chist'è la storia vera de Turiddu e gnà Lola.....(yè... yè... yè... ) Nell'ultima scena voi vedrete lu duellu con lu cutieddu... e je scappa lu mortu! Amoninne cumpari che si apre lu sipario. Chist'è la storia vera ecc...
SCENA IV
(La solita piazza, un tavolo con molte bottiglie. Aria di festa. Tutti in scena)
CARUSE Turiddu meravigliao, ma quant'è bellu stu picciottu meravigliao, qui tutti sono in festa perché oggi è il giorno della Pasqua e dell'amor...
ZIO BRASI Vivere, senza malinconia, vivere senza più gelosia, perché la vita è bella e dobbiam vivere sempre così!!!
TURIDDU Beviamo, beviamo nei lieti calici alla salute della nuova Pasqua! (Tutti bevono)
COMPARE ALFIO (Entrando urla) - TURIDDU!!! (Turiddu fa lo sbruffo) ( (Buonasera signorina) Buona sera lor signori, buonasera, qui c'è uno che ci ha un conto da regolà...
TURIDDU (porgendo un bicchiere ad Alfio) - Bevi anche tu, compare Alfio...
(Alfio gli butta per terra il bicchiere) - Rose rosse per te, porteranno stasera, perché io con lu cutieddu ti infilzerò!
ZIO BRASI (intromettendosi) - Chistu è o paese do sole, chistu è o paese du mare.
ALFIO (puntando il coltello) - I tè vurrìa ammazza, io tè vurrìa ammazzà con lu cutieddu, io te voglio infilzà,te voglio infilzà !
TURIDDU (Girando intorno al tavolo inseguito da Alfio) – (L'uselin della comare) - Non giocare col cutieddu, che potresti anche far male
ALFIO (Idem) - E proprio lì ti voglio infilzare, il tuo sangue voglio versare, e proprio lì voglio colpire, perché l'onta voglio lavare
CARUSE (ballando) - Turiddu meravigliao, ma che succede a sto turiddu meravigliao...
ALFIO Fatti mandare dalla mamma a prendere o cutieddu!
TURIDDU (Teresa non sparare) - Compare, ti prego, non scherzare! Tu lo sai non sono un vile, non mi infilzar! L'ho incontrata per la via, disse "vieni a casa mia" è stata una follia, cosa mai potevo far... Compare ti prego, non mi ammazzar!!
ZIO BRASI Chistu è o paese do sole ecc...
CARUSE Turiddu meravigliao, perché vuoi farti proprio oggi ammazzar!
TURIDDU Se mi vuoi ammazzare, dimmi almeno perché!
PICCIOTTI Parapum, parapun, pum pum!
ALFIO Tu lo sai
TURIDDU Io non lo so (bis)
ZIO BRASI Chistu è o paese do sole!
ALFIO (Maria gioan-a) - Tra i fichi d’India t'aspetterò, t'aspetterò per il duello oh, t'aspetterò con il coltello oh, trullalallà!
PICCIOTTO (Urla) Daje. daje scappa, scappa
TURIDDU (recitativo) - Ah, se guerrier io fossi... Matri addio!! (abbraccia la madre poi Turiddu e Alfio si scambiano l'abbraccio della morte)
GNA NUNZIA Figghiu miu beddu! (Confusione, tutti si abbracciano)
LOLA (entrando) - (Come porti i capelli) - Perché fuggi Turiddu mio beddu, tu lo sai io ti voglio ancora bene
Alfio (Scagliandosi contro) - Femmina, tu si na mala femmina!!
CARUSE E PICCIOTTI (Prendi il fucile) - Prendi lu cutieddu e vattene tra i fichi d'India, là c'è u cumpari i, là c'è u cumpari, là c'è u cumpari che ti aspetta per il duello!
TURIDDU Addio mia bella addio, io parto e me ne vo', che se non partissi anch'io sarebbe una viltà!
ALFIO (conta) One .. tu.. tri... (Turiddu parte di scatto seguito da Alfio)
CARUSE Turiddu, meravigliao, ma che sarà di stu Turiddìu meravigliao, che bel che bel duello, ma che duello sto duello meravigliao...
PIPPUZZO E CICCIRILLO (Entrando) - Hanno ammazzato compare Turiddu! Tutti si precipitano fuori, mentre le caruse si inginocchiano e Zio Brasi in piedi in mezzo a loro intona il Va Pensiero.
ZIO BRASI (e coro) Va Turiddu sull'ali dorate, Turiddu è mortu ahimè che dolor! Ahi che dolor! Il suo amore era grande e gentile ma cumpari Alfio l'ammazzò, Oh Signor dei potenti perdona questo odio mortale far lor!
MENTRE LE CARUSE cantano i picciotti attraversano lentamente la scena portando sulle spalle il corpo di Turiddu.
LUCI attenuate.
SIPARIO (lentamente)