Roma Termini

Stampa questo copione

IL TRENO

ROMA TERMINI

Scheda copione

Titolo

ROMA TERMINI

Autore ed aventi diritto

Giuliano Angeletti  (poetangeletti@gmail.com

tel. 3317115597)

Data pubblicazione

01.04.2008

Anno di stesura

2008

Genere

dramma

Atti

2

Durata (min)

60

Lingua

italiano

Personaggi maschili

5

Personaggi femminili

3

Minimo attori maschili

5

Minimo attrici femminili

3

Premi e riconoscimenti

Depositato S.i.a.e.

Sezione DOR numero posizione SIAE 198563

Reparto proventi : concordato tra gli Aventi Diritto

Da effettuarsi dalla SIAE

100%

100%

  ROMA TERMINI

Dramma in 2 atti

di

GIULIANO ANGELETTI

Oggi non voglio incontrare né amore né destino

… Ma sono loro che vogliono  incontrare  te !

( L’autore )

1° ATTO

Ambientazione : carrozza ferroviariane : treno

Linea : Milano - Roma

2° ATTO

Ambientazione: appartamento

Stazione Ferroviaria

Anno di creazione e di ambientazione 2008

Difficoltà: media -  medio alta

PERSONAGGI:

VLADIMIRO

VINCENZO

ORFEO

GRAZIANO

VITTORIO

MICHELA

MIRANDA

ELEONORA

SCENA 1

( VLADIMIRO – MICHELA - VINCENZO )

La scena si svolge all’interno di uno scompartimento ferroviario di un ipotetico treno delle ferrovie italiane, tra un signore di mezza età,

VLADIMIRO:

(già seduto nello scompartimento, all’apparire di Vincenzo )

Buon  Giorno.

VINCENZO:

 Buongiorno a lei, posso….

VLADIMIRO:

Prego, prego…

VINCENZO:

(guarda il numero del posto)

 E’ questo il numero 421?

VLADIMIRO:

 Sì, è questo.

VINCENZO:

 (sedendosi)

Sa! Ho prenotato questo posto…

VLADIMIRO:

 Prego, prego…

VINCENZO:

(aprendo uno dei giornali che portava con se)

La borsa cade, è un disastro, siamo completamente in perdita, se continua di questo passo il fatturato delle aziende scenderà

(preoccupato)

 e a quel punto sarà necessario fare dei tagli…..

VLADIMIRO:

(allentandosi in colletto, gli risponde ma senza interesse)

La legge del mercato … purtroppo è così …

VINCENZO:

(interessato)

Gia! Il mercato! Noi siamo tutti schiavi del mercato…

(in quel mentre entra nello scompartimento una donna avvenente, e, con modi e maniere di una donna sicura di se e della propria femminilità, si rivolge ai due viaggiatori)

MICHELA:

E’ libero?

VINCENZO:

Prego!

VLADIMIRO:

Si accomodi….

MICHELA:

(si siede accavallando le gambe)

Grazie

VINCENZO:

(riprendendo il discorso)

 

Come dicevo, il mercato è spietato…

VLADIMIRO:

(precisando)

L’uomo è spietato

VINCENZO:

Io parlavo del mercato ….

VLADIMIRO:

(rimarcando)

Appunto! L’uomo!

VINCENZO:

(alterato)

Ma che sta dicendo? Penso che lei non abbia capito….

VLADIMIRO:

(pacato)

No, scusi, permette… lei che non capisce. Vedrò di spiegarmi meglio: il mercato è un’affermazione astratta, impersonale, ma è sostenuto, creato, tenuto in vita, per così dire, da una moltitudine di interessi, dietro ai quali chi c’è, secondo lei?

VINCENZO:

(visibilmente confuso)

Ma … Non so…dica lei…

VLADIMIRO:

(agitato)

Ma … persone. Buon Dio, persone! E’ ovvio! L’u-o-m-o, appunto!

VINCENZO:

(a bassa voce)

 ..Bé..intesa così, non posso che darle ragione….

VLADIMIRO:

(risoluto)

Vedo che finalmente ha capito!!

MICHELA:

(intervenendo, rivolta a Vincenzo)

Ma lei, di che cosa si occupa, in particolare?

VINCENZO:

(pieno di sé)

Sono il Direttore del personale di una grande azienda…

MICHELA:

(interessata)

Davvero! Chissà quante responsabilità!

VINCENZO:

(beandosi)

Gestisco più di quattrocento persone!

MICHELA:

(avvicinandosi a lui, con civetteria)

Magnifico! Un dirigente d’azienda, devo dire di bell’aspetto, inoltre, il che non guasta per niente…

VINCENZO:

(scostandosi, con finto pudore)

Grazie…ma lei…mi mette in imbarazzo…

MICHELA:

(civettando)

Non credo proprio … un uomo della sua levatura sociale, chissà quante donne le corrono dietro …  su, mi parli un po’ di lei e della sua azienda..

VINCENZO:

(vanitoso)

Cosa vuole che le dica…sa, il personale è difficile da gestire,

bisogna usare il bastone e la carota..

MICHELA:

(interessata)

Immagino ….

VLADIMIRO:

(interessato)

E…con i rapporti umani?

VINCENZO:

(ad alta voce e sicuro di se)

Ah, mantengo le distanze! Ognuno deve stare  al suo posto, altrimenti pensi, che anarchia si verrebbe a creare! Io non devo avere rapporti umani!

VLADIMIRO: (nauseato)

Lei … non ha rapporti umani!

VINCENZO:

(risoluto)

Devo fare gli interessi dell’azienda, io!

Lo stipendio bisogna guadagnarselo!

MICHELA:

(rivolta a Vincenzo)

Gli uomini! A volte

(ride)

sembrano pedine che in una scacchiera:

inconsapevoli avanzano, e non sanno che vengono mangiati!

(ridendo e rivolto a Vladimiro)

Stia tranquillo, lei non è una pedina…

se mai, potrebbe essere un alfiere ….

VLADIMIRO:

(noncurante)

Si sbaglia signorina …

(ride)

Noi siamo tutte pedine …

VINCENZO:

(rivolto a Michela)

E lei, di cosa si occupa?

MICHELA:

(ravvivandosi i capelli)

Ho una catena di boutique, ma con i tempi che corrono.

VINCENZO:

Immagino per via della crisi globale …

MICHELA:

Si, purtroppo e me ne accorgo dal continuo calo delle vendite.

VINCENZO:

(interessato)

E allora come fa

a … far quadrare il bilancio?

MICHELA:

Arrotondo …. mangiando le pedine …

(e ride sonoramente)

ma avrei proprio bisogno di un alfiere come lei….

(continuando a ridere e tutti ridono)

MICHELA:

(si presenta)

Il mio nome è Michela….

VINCENZO:

(si alza e stringe la mano)

 Vincenzo … piacere …

MICHELA:

(con fare sensuale)

Il piacere è tutto mio…

VLADIMIRO:

(intervenendo, rivolta a Vincenzo)

Mi scusi, posso farle una domanda?

VINCENZO:

Dice a me?

VLADIMIRO:

(interessato)

Mi dica, ha mai fatto tagli del personale?

VINCENZO:

(orgoglioso)

Si ma solo in caso che se ne presenti la necessità.

VLADIMIRO:

E con che criterio?

VINCENZO:

(professionale)

 Valutando produttività e rendimento … solo quelli …

VLADIMIRO:

Solo?

VINCENZO:

(con boria)

Bé… faccio gli interessi dell’azienda .. e … a quanto dicono lo sto facendo bene!

VLADIMIRO:

 Non ne dubito, infatti mi risulta che ultimamente ha fatto un taglio di cento persone!

VINCENZO:

(con boria)

Ho dovuto farlo! Per salvare la società!

Ma lei come fa a sap..

(viene interrotto)

VLADIMIRO:

(Interrompendolo)

Tagliando teste …

VINCENZO:

(ad alta voce)

Sì, tagliando teste, ma quelle vicino alla pensione!

VLADIMIRO:

(alterato)

Sicuro! Ma allora, lei mi conferma che avevo ragione quando ho asserito che il mercato, cioè l’uomo, è spietato.

VINCENZO:

(turbato e risentito)

Ma cosa dice?

Ho salvaguardato il posto di lavoro agli invalidi e ai padri di famiglia!

MICHELA:

Bravo! E’ così che si fa!

VLADIMIRO:

A me risulta che lei abbia speculato sulla disperazione degli operai chiedendo tangenti in cambio della salvaguardia del loro posto di lavoro!

VINCENZO:

(alterato si alza in piedi minaccioso Vladimiro rimane seduto)

Come si permette?

Io la denuncio!

Ma chi è lei? E come fa a sape…

Ehm, ad avere queste … queste …. false informazioni??

MICHELA:

(si alza anch’essa prendendo le difese di Vincenzo)

 La smetta di dare ascolto a questo vecchio pazzo!

VLADIMIRO:

(si alza ed alterato si rivolge a Vincenzo)

False informazioni? Lei sa bene come stanno le cose…ha mandato sul lastrico lavoratori che avevano dato tutto alla fabbrica, e in un caso, come quell’infortunio mai denunciato che lei sa bene, la loro stessa vita, e invece signor Vincenzo lei ha salvato le persone care ai dirigenti, quelle più ruffiane, per intenderci, compresi quelli che le offrivano personalmente del danaro per salvaguardarsi il futuro e quello dei loro figli, denaro che lei si è guardato bene dal rifiutare!!

VINCENZO:

(alterandosi)

Ma come si permette?

MICHELA:

Vincenzo andiamo via da questo scompartimento! Andiamocene….allontaniamoci da questo pazzo!!

VLADIMIRO:

(rivolto a Michela)

In quanto a lei …. Io so per certo che nelle sue boutique si vendono falsi capi d’abbigliamento di provenienza orientale…spacciati per capi firmati, che lei naturalmente fa pagare a peso d’oro!

MICHELA:

(prendendo la sua roba, nell’atto di andarsene, furibonda e colpita nel vero)

Me ne vado, ma stia attento…

(quasi balbettando)

lei..lei sta…sta giocando con il fuoco….

(rivolta a Vincenzo che se ne stava andando, dandogli improvvisamente del tu)

aspettami , vengo con te!!

VINCENZO:

(rivolto a Vladimiro ma con rabbia pacata)

Lei farnetica…noi ce ne andiamo, e la smetta altrimenti la denuncio, lei non sa chi sono io!!!

VLADIMIRO:

(si siede)

 Lo so, invece come anche voi sapete benissimo chi sono io, la voce che avete dentro, e che non volete ascoltare, ma che vi seguirà sempre , ovunque andiate, vostro malgrado.

(prendono la loro roba ed escono di scena Vincenzo e Michela)

Scena2

 (VLADIMIRO – ORFEO - MICHELA)

ORFEO :

Buon giorno

VLADIMIRO :

Visto che tempo:  forse, prima di sera pioverà.  sono pieno di dolori ... la vecchiaia ... la vecchiaia

ORFEO : 

non mi dica niente .....

( toccandosi il collo)

 

Ho i cervicali che mi stanno torturando ... scusate ...  questo è il mio posto

VLADIMIRO:  

Prego

( Entra Michela)

MICHELA:

( sempre concitata )

E’ permesso : sono tornata, non morivo dalla voglia di ritornare, ma  purtroppo il treno è pieno

ed non posso continuare il viaggio,  seduta sopra una valigia .....  quando .... ho il posto riservato, anche se… vicino .... ad un vecchio pazzo .... permette il mio nome è Michela

ORFEO:

il mio nome è Orfeo, piacere

( si danno la mano)

MICHELA: 

mi raccomando Signor Orfeo ,  non presti fede a questo essere ....è ... completamente pazzo

VLADIMIRO:

 ( indifferente )

Signor Orfeo...  i dolori sono come i soldi ... chi li ha se li tiene per se .... di cosa si occupa  

ORFEO:

(nervoso ... e con voce conturbata )

sono un marinaio ... e …  lei

VLADIMIRO:

prima .... facevo il bidello , ma ora sono in pensione

ORFEO:

( pacato )

Certo... un bidello conosce tanta gente,maestre … mamme .... io invece.... purtroppo  sono diventato una parte della nave, schiavo del mare e delle mie cose …

MICHELA:

( concitata )

Ma che bel quadretto di lavoratori ...

ORFEO:

 prego

MICHELA:

( delusa )

Che compagni di viaggio, un marinaio e un pensionato

VLADIMIRO:   

(rivolto ad Orfeo)

non accetti, le provocazioni di questa donna

ORFEO:

( con voce soffocata )

sono talmente giù di morale che non riesco neppure a controbattere

MICHELA:

(altezzosa)

Non può controbattere ...

(ridendo)

lei non ha argomenti

VLADIMIRO :

(facendo da paciere )

cerchi di stare calma ...  non siamo al mercato

MICHELA:

(alterata)

 stia zitto lei ...

ORFEO:

(preoccupato)

le cose non mi vanno bene ...

VLADIMIRO:

(comprensivo)

capisco:  probabilmente lei sta vivendo un momento particolare

MICHELA:

(calma)

I brutti  momenti passano

(patetica)

 tutto passa basta avere la forza di reagire

ORFEO:

(depresso)

non posso vivere in una realtà dove ogni cosa per me è una frustrazione, dove tutto mi sembra una chimera, dove lotti per qualcosa e quando l’ottieni ti senti inutile ... la mia vita è inutile ...

 il mio mondo è inutile, le persone che ho accanto sono inutili

(breve pausa)

VLADIMIRO:

(grattandosi la teata)

 e l’amore ... è inutile anche questo

ORFEO:

 ( con angoscia)

La donna che io ho amato …  l’ho amata talmente tanto ... tanto da dargli tutto me stesso

(breve pausa)

è quella che mi ha deluso di più....

MICHELA:  

( con euforia)

Non bisogna mai concedersi del tutto, io non mi sono mai innamorata

VLADIMIRO:

(a voce alta)

 lei si è sempre innamorata a comando.

MICHELA:

 (piena di se)

e solo di persone con cui potevo trarre vantaggio

ORFEO :

(deluso)

io non ne sarei capace

MICHELA:

 (euforica)

Si può fare tutto ... Bisogna amare, pensando al futuro

VLADIMIRO:

 (prendendo le difese del marinaio )

lo lasci stare per favore

MICHELA:

 (sorpresa)

E perché! .... Non ho detto niente di male...

VLADIMIRO:

(parla ad Orfeo)

forse lei non avrà trovato ancora la persona giusta

ORFEO:

 la mia vita sentimentale è un fallimento ........

MICHELA:  

( concitata)

Tutta la sua vita è un fallimento ...

VLADIMIRO:

(si sporge dal finestrino)

 vede dal finestrino ... tutta quella gente ...

ORFEO:

(si alza e guarda)

 si

 

VLADIMIRO:

(patetico)

 nessuno di loro è contento di se e della propria vita

ORFEO:

 mi sono sempre innamorato delle persone sbagliate.

VLADIMIRO
 un uomo nel corso della vita ... muore e rinasce ..... più volte ......

(breve pausa)

E lei !

ORFEO:

Le mie ferite sono ancora aperte

MICHELA:

(a voce alta)

Sapete quante ferite  Abbiamo  dentro ... Ma bisogna cicatrizzarle al più presto ....

(ridendo)

Io preferisco ferire gli altri piuttosto  che essere ferita

 ... Animo … animo

VLADIMIRO:

 mi racconti

ORFEO:

non me la sento ...

VLADIMIRO Va bene ... in questo caso ... ?

ORFEO:

 non ho voglia di parlare ...

VLADIMIRO:

 allora non parli ...

MICHELA

(a voce alta)

 Lo lasci stare, ma non lo vede, come è ridotto questo poveretto,

Un bidello .... E io e Vincenzo : avevamo paura di un bidello

(ride)

VLADIMIRO:

(alterato)

E si ... di un ... bidello ... ed anche in pensione ... e lo sapete quanto prendo ... io ...

MICHELA:

(sarcastica)

 Me lo posso immaginare

VLADIMIRO:

(a voce alta)

 1150 EURO

MICHELA:

( sarcastica)


quello che io guadagno in un giorno

E non state più a rivolgermi la parola ... straccione.

VLADIMIRO:

 Io sono orgoglioso dei miei 1000 Euro perchè sono meritati si meritati non come i vostri

MICHELA:

 (alterata)

Meritati .... che parola grossa

(ride)

... Meritati ...

(ridacchia)

Le mie commesse lavorano di più e guadagnano di meno

VLADIMIRO:

 Brava è così che si fa

MICHELA:

 Le ho messe tutte part time, ma le faccio lavorare per intero.


VLADIMIRO:

 Ma pagherà per questo

MICHELA:

Ma lo fanno tutti ... le ragazze  ne hanno bisogno ...ed  io ho bisogno di loro

VLADIMIRO:

 Ma non capite che si troveranno con uno straccio di pensione ....

MICHELA :

E allora, cosa ci posso fare io!

VLADIMIRO:

 Dare il giusto salario e versare i giusti contributi ....

MICHELA :

Se facessi così sarei fallita

VLADIMIRO :

Dentro di lei… è una fallita

MICHELA:

 (alterata)

I falliti sarete voi due

(ad alta voce)

 che non avete realizzato ... Niente

ORFEO:

 ( deluso)

È vero non ho realizzato niente

la mia vita è stata tutto un fallimento

VLADIMIRO:

(pacato e rivolto a Orfeo)

Vada avanti  se si sente di parlare ... le fa bene

MICHELA:

(interessata)

Sentiamo cosa ha da dire il reietto

ORFEO:

 (piano)

Io ho vissuto una vita senza prospettive e con poche occasioni e le poche che mi sono capitate non ho avuto l’acutezza di poterle sfruttare : ho vissuto senza avere la possibilità di misurarmi e progredire  ....

MICHELA:

( a voce alta )

Ma che bell’esempio di squallore

ORFEO:

(racconta)

 Tutto è cominciato .... dal mare … io vengo da una famiglia umile… mio padre operaio … mia madre casalinga … loro

per avere una vita dignitosa … facevano salti mortali …  mio padre … aveva preso un campetto … lo aveva … liberato dai rovi e lo aveva trasformato in un orto un orto che sembrava un giardino …  aveva dei pomodori che erano da esposizione … era un grand’uomo mio padre …

VLADIMIRO:

Quando cominciò a navigare.

ORFEO:

Non si trovava lavoro … quindi ci rimaneva solo il mare …

MICHELA:

(svogliata)

Com’è la vita del marinaio?

ORFEO:

(a bassa voce)

La vita del marinaio … è una vita da non rimpiangere

Una nave dopo l’altra … duro lavoro … guadagno poco … mangiare da cani …e quando si arriva ad un porto … una sbornia … che finisce a cazzotti …  spendi tutto a prostitute … e poi riprendi a navigare … senza mai trovare una persona gentile … mai che si esca dal porto … navigare solo per i porti senza avere vissuto e visto niente …

il marinaio è il niente

MICHELA:

(a voce alta)

Ma che scompartimento di falliti

VLADIMIRO:

 (pacato)

Lo lasci parlare

ORFEO:

( a bassa voce)

A nessuno importa se sei vivo o sei morto

MICHELA:

 ( a bassa voce )

L’anima dell’uomo si rispecchia nel mare

VLADIMIRO:

 ( calmo )

Il mondo è sulla terra non in mare

MICHELA:

(pacata)

L’uomo non è fatto per navigare

Ha mai avuto naufragi

ORFEO:

 ( con voce soffocata)

Si ho avuto un naufragio si a Malta, anni fa ... ero imbarcato su una vecchia carretta la BANDERA che batteva bandiera panamense ... era notte il mare ... era ... forza dieci ... le onde passavano oltre la coperta .... dentro eravamo legati ... si ... legati ... io mi ero legato ad un puntello ... era notte ... notte profonda ... senza luna ... e fu proprio quella notte .... ricordo la data ... 20 marzo ... che colò a picco ... il vecchio cargo ... il maroso ... spezzò gli ancoraggi del rizzaggio ... e il carico si spostò ... sentimmo un rumore assordante

( piange )

facemmo in tempo a raggiungere le scialuppe .. una petroliera olandese ci salvò dopo due giorni

VLADIMIRO:

 ( proclama )

E una vita d’inferno il mare

ORFEO:

Deve essere bello starsene a casa … coltivare l’orticello … avere un terreno con una casa propria … una moglie … un bimbo con cui giocare … e invece mi ritrovo qui … su questo treno … con una vita … piena di rimpianti …

VLADIMIRO:

Tutti noi abbiamo dei rimpianti ... amori ... delusioni ...

MICHELA:

(altezzosa)

Io no …

ORFEO:

(continua a raccontare)

... lo YORK era in avaria ... in Spagna ... andai a Granada

VLADIMIRO:

(patetico)

Le donne di Granada ... sono le più belle di Spagna

MICHELA:

(interessata)


Anche gli uomini di granata sono i più belli di Spagna ... A Granada Antonio Banderas sarebbe uno dei tanti ...

ORFEO :

(depresso)

E le donne, tutte olivastre e con gli occhi verdi ... Vanessa Incotrada sarebbe una nullità

MICHELA:

(euforica)


sono ardenti gli uomini di Granada ... io mi ero innamorata a Granada

VLADIMIRO:

(a voce alta)

Ma non aveva detto che lei non si era mai innamorata

MICHELA:

(racconta)

 Ero in vacanza con il Commendatore ... il proprietario delle boutique ...

Era un uomo ... anzi quasi un uomo ... io avevo 19 anni e lui 60 ... potevo essere sua figlia o sua nipote e invece ero la sua donna ... la sua amante ...mi ricordo ero seduta al ristorante... intorno ballavano il flamenco

ORFEO:

Anche il Flamenco ... è differente a Granada ... è più coinvolgente ... ti prende ... ti ossessiona ... diventi schiavo dei sensi a Granada ...

MICHELA:

(con rimpianto)

Io ero più che una ragazzina ... ero seduta ... sentivo gli occhi infuocati ... del ballerino  che mi rapivano ... quegli occhi neri come la forza ... virili ... entrarono in me ... trovai una scusa per eludere la sorveglianza del mio commendatore ... e mi concessi a Julio ... si Julio... si chiamava Julio Alberto Galdos... l’unico amore della mia vita ...  furono 10 giorni di fuoco ... mi prese sulla rossa terra della Mancia ... perfino dentro un fienile ... Furono 10 giorni ... Gli unici giorni della mia vita  in cui mi sono sentita una donna ,... Rimasi incinta di Julio e  pretesi di chiamare mio figlio Julio ... E il commendatore lo chiamò  Julio

VLADIMIRO:

Il commendatore non sospettò nulla ...

MICHELA:

Il commendatore con quella pancia .... floscio ... pensava solo a bere ... e a fumare ...  gli davo quel poco di sesso ... che mi elemosinava ... mi è bastato poco ... fargli credere che il figlio fosse suo ... e lui mi lasciò tutto ... tutto ... tutto... ma mi portò via gli anni migliori ...

ORFEO :

E Carlos

MICHELA:

( pianto )

Carlos ... è rimasto a Granada ... non si è mai sposato ... è sempre la ... a ballare ... a bere Madera .... mentre io sono qui ... a ... diventare sempre più ricca ... a sfruttare le commesse ... mentre il mio amore è la ... con i capelli imbrillantinati ... con la camicia bianca ... rimpiango Julio

VLADIMIRO:

Fa ancora in tempo … per rimediare

ORFEO:

(cerca di spronarla)

Vai … Michela … vai

MICHELA:

(pentendosi)

E come faccio … non posso lasciare tutto in mano a mio figlio …  non è responsabilizzato

VLADIMIRO:

Perché quando ha cominciato la sua attività era responsabilizzata

MICHELA:

No …

VLADIMIRO:

E allora cosa aspetta

MICHELA:

Ho rinunciato all’amore

VLADIMIRO:

Potrebbe essere l’ultima occasione

ORFEO:

Vai Michela

MICHELA:

(rivolgendosi affettuosamente ad Orfeo)

Orfeo cosa mi consigli?

ORFEO:

(cerca di spronarla)

Vai … ormai dentro di te hai deciso di andare

MICHELA:

(euforica)

Si!

(sorridendo)

 sai cosa faccio io a Roma non vado ... io torno a casa ... racconto a mio figlio la verità ... si gli dico tu Julio sei figlio di Julio Alberto... un ballerino di flamenco ... adesso andiamo ti faccio conoscere il tuo vero padre ... e poi ti lascio tutto ... gestisciti come vuoi. negozi e commesse ... io parto e me ne torno a Granada ...  gli ultimi anni della mia vita voglio ... viverli bene ... dando e ricevendo amore ...

VLADIMIRO:

Brava Michela ... 

ORFEO:

Sei ancora in contatto con lui

MICHELA:

Si lo sento sempre ... e lui sa di nostro figlio ... ma lui non si vuole muovere ... non se la sente di lasciare Granada ... vuole che noi andiamo da lui ...

ORFEO:

Lasciare Granada ... equivale a morire ...

MICHELA:

Voglio morire con Julio a Granada

ORFEO:

A Granada ... ci lasci il cuore ... perchè il cuore ... vive a Granada

VLADIMIRO:

(interessato)

Racconti

ORFEO:

(a bassa voce)

Io invece a Granada ... conobbi una donna di Roma

VLADIMIRO:

(ride)

Nella città dove ci sono le donne più belle di Spagna ... ha incontrato una Romana

È proprio vero che il destino ...

ORFEO:

(patetico)

Brutta bestia il destino

VLADIMIRO:

(a voce alta)

Il destino è infame ...

MICHELA:

(da del tu ad Orfeo)

 

Come l’hai conosciuta ...

ORFEO:

Era nel mio solito albergo ... che camera meravigliosa... aveva le pareti colorate ... ogni parete un colore differente

Alla mattina ... la padrona ... mi chiamava per il the ...

MICHELA:

Il beneaugurante the di Granada

ORFEO

Una cosa unica ... una cordialità ... a volte eccessiva ... un calore che solo la Spagna può dare ..

MICHELA:

Come si chiamava … la romana

ORFEO:

Eleonora ... sapete ...  mi ... parlava in francese ...

VLADIMIRO:

In francese ?

ORFEO:

Con la mia pelle ... così bianca ... mi aveva scambiato ... per un francese

VLADIMIRO:

vi siete conosciuti..... Così!

ORFEO:

Si … Trascorsi una settimana con lei ... passammo in amicizia delle giornate meravigliose ... nei vicoli piccolissimi ... dove i venditori ambulanti vendevano le spezie ... tra i suonatori di chitarra con i loro pittoreschi costumi

All’alhambra ... nelle terme ... tra conturbanti massaggi ...

VLADIMIRO:

(patetico)

 

Infine lei partì ...

ORFEO:

Io mi innamorai di lei ... quando non la vidi...più … mi innamorai della sua assenza … seduto al caffè vedevo la gente passare … gli amici venirmi a salutare … mi sentivo viziato coccolato … era partita da due giorni … ma io ne sentivo la mancanza … sentivo un vuoto … incolmabile … lei era insostituibile

VLADIMIRO:

Poteva chiamarla

ORFEO:

la nave salpò ... 

La navigazione fu tranquilla il mare calmo ... trovammo bonaccia ... e finalmente quando vidi con i binocoli la lanterna a Genova ... mi sentii a casa ...

A casa ... il tempo passò ... le volevo bene ... ma la dimenticai ...

VLADIMIRO:

Ne parla sempre in modo estasiato

ORFEO:

un giorno a casa mentre rovistai i foglietti che avevo nel portafogli un foglio che stavo

gettando nel cestino cadde  sul pavimento e planò scivolando dietro il mobile

Mia madre giorni dopo mentre fece pulizia lo trovò e mise il foglietto sulla scrivania

Telefonai, così tanto per fare .... erano già passati due mesi

VLADIMIRO:

 erano già passati due mesi

ORFEO:

Telefonai

VLADIMIRO

Mi sembra con un leggero ritardo: e lei!

ORFEO:

lei rimase sorpresa ... dopo il primo momento di stupore disse... mi pensi .... mi piace quando un uomo mi pensa

pensai a  lei ... ogni ora ... ogni minuto ...

VLADIMIRO:

 E poi

ORFEO:

Nacque una meravigliosa storia d’amore eravamo in perfetta sintonia ... la vidi trasformarsi in una donna  di successo … una gran donna ... organizzatrice di eventi ...  … per lei

Volevo abbandonare tutto ... il lavoro ....

VLADIMIRO :

Continui

ORFEO:

Poi ci siamo trovati coinvolti nel nostro gioco e non facevamo a meno l’uno dell’altro ...

io le mandavo un sms al giorno .,.. e lei aspettava la mia emozione

dopo sono morti i miei ... e lei non ha capito ... non ha capito ... che avevo bisogno di lei ...

(sarcastico)

La dottoressa  ...  pensava agli stage ...

VLADIMIRO:

Quando sono morti ?

ORFEO:

(disperato)

Due anni fa ...  rimasi solo ... abbandonato a me stesso ... e con un trasloco ....da fare

Aspettavo la sua voce il suo conforto ... e invece ... niente  ...

Ho trovato pochissima gente che mi ha aiutato ...

I miei vicini di casa ... alcuni parenti ....

Ho smesso anche di navigare ...

MICHELA:

 Purtroppo ... è duro ...  capisco ... capisco ...

ORFEO:

(con angoscia)

Ancora adesso a volte sono preso da sensi di angoscia ... un angoscia ... attanagliante che mi prende allo stomaco lo rivolta ... una specie di malessere indescrivibile che nasce senza un perchè ... senza un  senso ...  che nasce da un niente ... ma permane ...  sento una disperazione ... una voglia di parlare con qualcuno ... a volte mi basta  sentire una voce ... una parola ... per potermi ...calmare … ma più volte non trovo neppure questa ... allora mi sdraio sul divano .... guardo il soffitto  vedo i travi, le tavelle ....piango... senza un perché

 senza … una ragione ...

(breve pausa)

Ho voglia solo di piangere ..allora prendo il cellulare e telefono ... senza motivo ... senza uno scopo ... spesse volte ... non trovo neppure un’ amica ... non trovo nessuno ...  nessuno ...................

che possa mettere una garza  sulla mia ferita aperta ..... una ferita che non so da dove proviene e non  so dove sia ... forse nella mia anima ...  se possiedo ancora un’anima …

(breve pausa)

Io ho sempre sofferto ... per  amore e negli affetti. Il mio  cuore è stato maciullato

(breve pausa)

nella mia vita sono morto ...  e rinato più volte ... sono  ... un uomo solo ...  un uomo che ha solo voglia di parlare e di aprirsi con una voce amica ... una voce che forse non troverà mai ...  ecco come sono io ...il destino si è accanito contro di me ... mi ha massacrato ... e ha reso di me un infelice ... alcune volte ho pensato di farla finita ... ho pensato di gettarmi sotto il treno .

MICHELA:

(agitata)

 No quello no! ... E’ vero, la vita fa schifo ... ma bisogna viverla …

ORFEO:
(continua il racconto)

Una sera  l’intercity stava arrivando in stazione

(breve pausa)

Ed io ero fermo sembrava fosse lì per me

(breve pausa)

 ... La sua voce cupa ... sembrava mi chiamasse  ... si avvicinava .. .. si avvicinava anche il  momento della  verità ... finalmente mi liberavo di tutte le angosce ... di tutte le ossessioni ... di tutto

Poi

VLADIMIRO:

(interessato)  

Poi ... invece …

ORFEO:

(continua)

Passò vicino a me una donna con il carrello pieno di bagagli che si appestava a raggiungere il treno per  Bologna, perse il foulard , cadde ai miei piedi

Io la rincorsi e glielo diedi

VLADIMIRO:

 Non era ancora giunta la la sua ora ... naturalmente la rivide

ORFEO:

 No ... mai più

(breve pausa)

Ma il suo sorriso mi diede una speranza ... un appiglio per credere nel futuro  … ma tutto finì lì …

VLADIMIRO:

 A volte basta poco per credere in qualcosa… in qualcuno... e dopo

ORFEO:

(continua il racconto)

 Tornai a casa rinfrancato ... quell’incontro mi aveva cambiato, mi aveva dato una grinta maggiore ed un diverso modo di affrontare la vita.

 

VLADIMIRO:

La vita è dura

MICHELA:

Eleonora chi era

ORFEO:

(sorridendo)

Era ed è ancora una donna speciale … aveva un acume fuori dalla norma ...

VLADIMIRO:

 Adesso sta tornando la lei

ORFEO:

 Si

MICHELA:

 Bello ... vi rivedete ... e se vi rincontrate ... tieni questo biglietto da visita

( Michela scrive sul biglietto e lo firma )

Se voi vi rimettete assieme ... io faccio un regalo alla tua bella ... questo è un buono omaggio per un taier da prendere in una delle mie boutique ... però promettetemi di venirmi a trovare a Granada

ORFEO:

Si verrò a Granada con Eleonora ...

VLADIMIRO:

(vede dei manoscritti)

 

E tutte quelle cartelline  .... cosa sono se mi è lecito

ORFEO:

(alterato)

Non le è lecito

MICHELA:

 Finalmente

ORFEO:

 Siamo arrivati

(il treno rallenta)

(Michela prende la valigia)

VLADIMIRO:

(rivolto a Michela)

 Ma non doveva andare a Napoli

MICHELA:

(alterata)

 Si ma io ... non ho mai parlato di Napoli ...

(ad alta voce)

Come fa a saperlo

VLADIMIRO:

(sorridendo)

Ho intuito

MICHELA:

(agitata)

Non importa .,... adesso torno a casa ...a Firenze …e lì prendo mio figlio e andiamo da Julio

Saluti a tutti ... mi raccomando Orfeo segui il tuo cuore... io vi saluto adesso ... perché  il treno del  ritorno, parte tra due minuti e vado senza biglietto  ... una multa ... vale bene quello che sto per fare ...

ed è la prima volta nella mia vita

VLADIMIRO:

Al cuore non si comanda ...

ORFEO:

Ciao Michela ci vediamo a Granada

MICHELA:

Sii ... a Granada

( Michela bacia Orfeo  prende le valigie ed esce di scena )

( Stazione di Roma)

VLADIMIRO:

(nota un manoscritto)

Cosa sono quei fogli ...

ORFEO:

( alterato )

Ma cosa le interessa …

io non capisco il perchè mi sono confidato con lei

VLADIMIRO:

E’ destino

ORFEO:

Il destino. non esiste ... ...

VLADIMIRO:

bene ... bene ...

ORFEO:

(scusandosi)

 Mi perdoni sono un po’ nervoso ...

VLADIMIRO:

Niente ... arrivederci

ORFEO:

 Arrivederci

(si danno la mano ed escono di scena)

FINE

I ATTO

II ATTO

3 scena

( ELEONORA – ORFEO )

( Scende dal treno ed incontra  Eleonora )

(Orfeo si mette sull’attenti Eleonora gira intorno a lui, si ferma e si rivolge ad Orfeo con voce fretta)

ELEONORA:

 Hai fatto buon viaggio

ORFEO:

 Normale

ELEONORA:

Normale è una parola empirica

(Orfeo rimane in silenzio)

ELEONORA:

Com’erano i tuoi compagni di viaggio

ORFEO:

Non li ho scelti

ELEONORA:

Come li hai trovati

ORFEO:

Noiosi, fastidiosi ... ipocriti e insignificanti

ELEONORA:

Di cosa avete parlato

ORFEO:

Abbiamo parlato

ELEONORA:

Ho detto di cosa

ORFEO:

Io ho parlato di me

ELEONORA:

Sei il solito tragico

ORFEO:

Grazie … essere un tragico è un onore …

ELEONORA:

E cosa hai detto di essere

ORFEO:

(ride)

Un marinaio …

ELEONORA:

(ride)

Un marinaio … buona questa …

ORFEO:

Mi sono voluto divertire

ELEONORA:

come uno scemo … e come tuo solito

ORFEO:

Grazie per essere venuta ad aspettarmi ...

ELEONORA :

Non mi piace prendere il treno

Non mi piacciono  le stazioni  ...

La prossima volta vieni in auto

ORFEO:

 La prossima volta vengo in auto

ELEONORA:

Hai fatto tutto …

ORFEO:

Si

ELEONORA:

Hai portato la documentazione

ORFEO:

 Si …

ELEONORA:

Hai fatto le modifiche …

ORFEO:

Non l’ho fatto

ELEONORA:

Come non le hai fatte… lo fai questa sera

ORFEO:

No …

ELEONORA:

 Ricordati che se tu non facessi quello che fai

Varresti di meno che quell’idraulico che dopo aver cambiato il sifone del mio lavabo,  mi ha sbattuta  sul divano

ORFEO:

Che grande considerazione

ELEONORA:

Lo fai stasera … domani deve essere consegnato

ORFEO:

 Stasera volevo uscire con te …

ELEONORA:

Dopo … se ho tempo

ORFEO:

Ma io ti amo

ELEONORA:

 ma come sei patetico …

ORFEO:

Io ti voglio bene … hai bisogno di me

ELEONORA:

(alterata) 

Questo lo dici tu … sapessi  quanti ce ne sono come te …

ORFEO: 

Ma io sono ….

ELEONORA:

 Tu sei quello che dico io

…  ne devi preparare un altro … 

 entro la fine del mese …

ORFEO:

Vedrò ...

ELEONORA:

Devi!

(Passa Miranda … Orfeo cambia posizione è sciolto in scena

Eleonora immobile guarda nel vuoto)

4 scena

( ELEONORA – ORFEO - MIRANDA)

ORFEO:

( sorpreso)

Che sorpresa, Miranda cosa  fai , in stazione

MIRANDA:

( serena)

Parto … non vedi  ...

ORFEO:

E dove vai

MIRANDA:

Torno a Pisa

ORFEO:

 A che ora parte il treno

MIRANDA:

Tra un’ora … vieni a prenderti un caffè

ORFEO:

( felice)

Si vengo ,vengo

MIRANDA:

(rivolta a Orfeo)

Andiamo …

ORFEO:

Si   …

( Orfeo e Miranda si prendono per mano e  passano affiancati davanti ad Eleonora  sempre immobile)

ELEONORA :

( gridando)  

Orfeo …  dove vai Orfeo …

( I due si fermano)

ELEONORA :

(alterata)

Orfeo, non mi abbandonare Orfeo, non mi lasciare Orfeo

ORFEO:

( alterato)

Quando sono morti i miei

(con angoscia)

Ed io avevo bisogno di te …

(grida)

Tu dov’eri … dov’eri …

ELEONORA:

( grida)  

Sono sola  

Orfeo … sono sola ….

ORFEO:

( alterato)

Non sei sola …

tu sostieni di avermi creato … vero … creato …

(grida)

tu ti sostituisci  a Dio

ELEONORA:

( implorante)

Non lasciarmi Orfeo,  se mi lasci Orfeo, io mi getto sotto il treno

ORFEO:

( alterato)

Proprio tu ti getti sotto il treno … sotto il treno ci fai gettare gli altri

ELEONORA:

(gridando)

Sei un verme Orfeo

ORFEO:

(alterato)

 

E tu non sei una donna

(grida)

sei un  animale Eleonora

(grida)

 sei una cagna Eleonora…

Non ti voglio più vedere Eleonora ..

( Orfeo si avvicina a Miranda e i due si tengono per mano)

ELEONORA:

(apre la borsa e tira fuori dei soldi)

 Guarda cosa ho in mano Orfeo

( fa vedere i fogli )

Lo vedi cosa sono questi …

( fa l’atto di distruggere  ma non lo fa e in malo modo da i fogli a Orfeo)

Vedi non ti distruggo tieni …  …

(grida)

Adesso vattene via … via … via … non ti voglio più vedere sparisci dalla mia vita … lasciami sola …

(rivolta a Miranda)

E tu chi sei …

MIRANDA:

( tranquilla)  

Io sono stata la prima … la prima Musa

ELEONORA.

( alterata)

 Tu non sei nessuno

MIRANDA:

Questo lo dici tu, io a differenza di te sono sincera …

ELEONORA:

Tu non lo hai mai capito

MIRANDA:

(rivolta ad Orfeo)

Andiamo

(Miranda e Orfeo  escono di scena)

( rimane in scena Eleonora)

ELEONORA: 

(gridando)

Sei un bastardo Orfeo …  ti odio Orfeo … …

( Eleonora si lascia cadere per terra e grida) 

Orfeo … Orfeo ..

(Torna Orfeo )

ORFEO:

(protettivo)

Sono tornato: rimango con te ….

ELEONORA:

 Sei un bastardo Orfeo

ORFEO:

(ad alta voce)

Quando io avevo bisogno di te, tu dov’eri …

(cerca di abbracciare Eleonora)

ELEONORA:

(alterata rifiuta l’abbraccio)

Lasciami stare!

ORFEO:  

(con un singulto)

Io avevo bisogno di te, mi bastava  una telefonata … mi bastava sentire la tua voce

ELEONORA:

( scusandosi)

Non me la sono sentita … perdonami Orfeo

ORFEO: 

 Bastava una telefonata … invece niente …

ELEONORA:

( scusandosi) 

Sono stata vile,  avevo paura … paura … di affrontare la morte

ORFEO:

 Se tu eri al mio posto … io ti rimanevo vicino …

ELEONORA:

(gridando)  

Tu si … ma io nooo …

ORFEO:

Ti  ho  telefonato, ma tu non  rispondevi anzi staccavi

ELEONORA:

vevo paura a risentirti

ORFEO:

Ma la responsabilità, dove l’hai

(grida)

In fondo ai piedi:

(breve pausa)

Io credevo di amare una donna

ELEONORA:

(gridando)

Io sono una donna

(breve pausa)

e responsabile

ORFEO:

Sei una donna senza cuore …

ELEONORA:

(con un singulto)

 Il cuore tu me lo hai strappato

ORFEO:

(meravigliato)  

Come … non capisco … io ti ho strappato il cuore … io …

(breve pausa)

 Ma ti ricordi, quando,  dovevi aspettarmi alla stazione, 

e non ti sei fatta vedere

ELEONORA:

(con un singulto)

Ero troppo turbata …

ORFEO:

(alterato)

Eri turbata ... eri turbata ... sei stata tu che hai voluto incontrarmi :

 io potevo continuare ancora a …

ELEONORA:

 Ero diventato schiava ... delle tue mail :  io vivevo delle tue mail ...

non potevo fare a meno delle tue mail

ORFEO:

(sorpreso)  

Potevi dirlo che ti turbavano ... ed io avrei smesso

ELEONORA:

(a bassa voce)

 Non riuscivo più a staccarmi dal computer ...

ORFEO:

 Anch’io non potevo fare a meno di te ... anche se non rispondevi

ELEONORA:

( turbata)

Io non rispondevo :  ma percepivo ... immagazzinavo ... i tuoi ti amo…  mi entravano nella mente ... nel corpo ... nell’anima ... non avevo più anima ...

ORFEO:

Anche tu mi hai portato via l’anima

(breve pausa)

 Il tuo ricordo entrava nel mio presente

(breve pausa)

Io ti sublimavo Eleonora

ELEONORA:

( turbata)

Volevo vederti, parlare con te abbracciarti , conoscerti ... per questo ti ho invitato a casa mia

ORFEO:

( supplichevole)

Ma alla stazione ... non sei venuta ... non sei venuta

ELEONORA:

 (turbata)  

Non sono venuta perché per me era una passione troppo grande, un amore troppo intenso,  io non ero abituata  ... ero contenta di vederti ... avevo preparato ogni cosa ... ogni dettaglio ... poi  …

(singulto)

Nel momento in cui ti ho visto … mi è venuto un senso di angoscia ...

(breve pausa)

sapevo che se io ti incontravo la mia vita sarebbe cambiata ... e non sono venuta all’appuntamento

(breve pausa)

Hai sofferto ... e me ne dispiace ... ma anch’io ho sofferto mentre fuggivo

ORFEO:

 (stupito)

Hai sofferto tu ... hai sofferto tu  ...

(ride)

Questa è buona …

ELEONORA:

 ( scusandosi)

ho pianto … io mi sono vergognata di me .... di me ... il mio amore era li ... e non l’ho saputo  affrontare....

ORFEO:

 (alterato)

Io invece ero contento di girare come un pazzo per Termini … neppure una telefonata, non ti sei degnata di darmi una chiamata, ho telefonato a casa tua, tuo padre non sapeva niente , tua madre mi ha detto che eri con me

ELEONORA:

La verità è che sono arrivata alla stazione … ti ho visto … ma non ho avuto voglia di affrontarti

ORFEO:

(alterato)  

Come! Uno viene da  Vezzano. E si presume che uno che viene dalla Liguria per te, ti voglia bene e tu fuggi … e dopo gli telefoni dopo 3 giorni

ELEONORA :

(sorridendo)

E allora ti ho telefonato , si … ti ho telefonato … cosa vuoi …

ORFEO:

 (alterato)

 Ma ti ricordi, cosa mi hai detto …

ELEONORA:

No!

ORFEO:

 (alterato)

 Come hai passato … il week end

ELEONORA:

(calma)

E allora! Cosa dovevo dirti!

ORFEO:

(alterato)

E io che avevo voglia di spaccare il telefono contro il muro ti ho detto

ELEONORA:

(ridendo)

 I panini a Termini sono buonissimi

ORFEO:  

Dopo mi hai staccato

ELEONORA:

(ad alta voce)

Non me la sentivo, dovevi capirmi …

ORFEO:

(furioso)

 Come devi capirmi, ma chi ho amato io … chi ho amato … ma chi sei una donna o un  pezzo di ghiaccio

ELEONORA:

( con voce soffocata)

Anch’ io ti ho amato,  con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima

ORFEO:

 Adesso hai anche un’anima …

ELEONORA:

Perché non mi hai ritelefonato…

ORFEO: ( con angoscia)  

Ho telefonato e mi ha risposto un uomo

ELEONORA :

( ride )

Era il mio uomo

ORFEO:

(deluso)

Naturalmente,  io non sapevo niente  …

ELEONORA :

Non sono una suora di clausura

ORFEO:

 E lui com’era?

ELEONORA:

( euforica)

Fisicamente era migliore di te … dovevi vederlo … alto … slanciato … vestito bene … capelli imbrillantati … camicia bianca … tutto a modino … finello … non un grezzone come te …lui era un buon avvocato …

ORFEO:

Un altro avvocato in famiglia

ELEONORA:

Finalmente quei due mostri che il destino mi ha dato come genitori erano contenti

Andavo in giro … vestita di bianco … vestita di nero … alla moda … mi piacevo …lui mi portava a prendere l’aperitivo … mi parlava sempre male di te … non ti sopportava …  tutti mi dicevano …  Eleonora come sei bella … sei cambiata … prima andavi in giro vestita come un uomo … parlavi come un uomo e con quei mimetici … facevi una pena …

ORFEO:

 Era l’uomo giusto per te

ELEONORA:

 ( alterata)  

Io non li sopporto gli uomini così,  non li sopporto, sono vuoti … vuoti

ORFEO:

(ridendo) 

Tu devi frequentare uomini così

ELEONORA:

( con voce soffocata)

Per essere sola … sola … sempre più sola …

ORFEO:

 Non parlare di solitudine …  non parlare di solitudine

ELEONORA:

 ( con angoscia)  

Io sono nata nella solitudine … io non ho mai avuto genitori …mio padre e mia madre hanno sempre dormito in camere separate … non si parlavano … non si sono mai parlati ..mio padre faceva la sua vita … mia madre la sua … mangiavano in orari differenti … a volte non li vedevo neppure a Natale … e poi dicevano che lo facevano per me

ORFEO:

(ridendo)

Ma se ti riempivano di regali

ELEONORA:

 (con angoscia)  

Io non avevo bisogno di regali …

(singulto)

Io da bambina avevo bisogno di un padre che mi prendesse sulle braccia  e mi leggesse le favole … e di una madre che mi rimboccasse le coperte … e mi desse il bacio della buona notte …

(breve pausa)

Il  bacio della buona notte me lo dava la baby sitter … e sempre una nuova … perché … quella che andava bene a mio padre … non andava bene a mia madre …

(singulto)

Io sono cresciuta così senza nessuno … sola …

E ancora sono sola …

ORFEO:

(curioso)  

Ma l’avvocato … …

ELEONORA :

L’avvocato

( ride )

Non sopportavo più,  quella nenia,  quelle parole scontate, quel niente

(breve pausa)

 Cominciavo ad andare agli appuntamenti con i mimetici, lui classico in cravatta ed io in mimetici

(ride )

Una volta mi sono messo quelli stracciati ... quelli che la mia tata ... voleva dare alla carità

ORFEO:

 (ride)

Quelli con lo strappo lungo la coscia

ELEONORA:

(ridendo)

Si

ORFEO:

 Sei favolosa Eleonora

ELEONORA:

 Poi una sera,  mi ha invitato a cena fuori, io ho accettato

ORFEO:

 E …

ELEONORA:

 Mi sono presentata al ristorante sai quel ristorantino di Castel Gandolfo quello dove andavamo noi

ORFEO:
Ricordo

ELEONORA;

 Mi sono messa d’accordo con un mio amico che aveva pernottato  un tavolo vicino, e mi sono seduta   con lui invece che con l’avvocato

ORFEO:

 ( ridendo)

Sei un fenomeno hai fatto una cosa che avrebbe ammazzato anche un toro … però se  lo avevi fatto a me

ELEONORA:

( ride )

Con te non l’ho fatto, alla stazione centrale ti ho visto ma non ti ho chiamato …

ORFEO:

(disperato)

 Io nel ritorno, in treno ho pianto, fino a Grosseto  poi …

ELEONORA:

(indifferente)

 Per questo avrà pianto anche lui, che però  a differenza di te,  io ti  ho ravvivato l’orgoglio e tu ti sei incarognito, mentre lui … poveretto

ORFEO:

Non potevo non innamorarmi di una donna così vile …

ELEONORA:

(ridendo)

E io, così io sarei vile

ORFEO:

Vile ed  inaffidabile … ma cos’hai bevuto … fammi sentire l’alito …

( Eleonora lo bacia … ma Orfeo rimane freddo … con la lingua si passa le labbra )

ORFEO:

Hai bevuto …

ELEONORA:

Solo un goccio

ORFEO:

bene hai ripreso a bere e a fumare

ELEONORA: 

Ne fumerò tre al giorno

ORFEO:

 Fammi vedere

( apre la borsetta di Eleonora e dalla borsetta esce una bottiglia di whisky , un coltello un pacchetto di sigarette )

Queste le  buttiamo

( getta le sigarette )

 anche questo

(getta via la bottiglia di whisky) 

E questo coltello cos’è ?

ELEONORA:

(si giustifica)

 Mi serve contro le aggressioni … non si sa mai

ORFEO:

(ride)  

Solo un uomo  più pazzo di te ti potrebbe aggredire

(ride)

A parte il fatto che questo serramanico da edicola, non ferirebbe neppure una mosca …

ELEONORA:

( apre il coltello )

( lo mette sul palco …)

 

Quando torni a Toledo, portami una lama affilata … deve essere tagliente … fine … acuminata

ORFEO: 

cosa ne fai di una lama acuminata … guarda la mia. è piccola … ma è un rasoio …

( E mette la sua lama sul palco)

ELEONORA:

( prende il telefono di Orfeo – si alza di scatto Orfeo rimane seduto per terra ) 

(Apre la rubrica legge i messaggi)

E questi messaggi cosa sono … cosa sono … chi è … sei bellissima … chi è … devi smetterla …  io ti amo… gattina

ORFEO:

(scusandosi)  

Per tre anni e mezzo ti ho mandato una mail con un ti amo … la colpa è solo tua … tua .. io ti sublimavo

ELEONORA:

(alterata)

Fai silenzio! Ti amo gattina … guarda cosa ne faccio della tua gatta …

( spacca il telefono gettandolo sul palco – Orfeo in silenzio – Eleonora prende il coltello e lo mette alla gola di Orfeo )

Adesso io potrei affondare questa lama e reciderti la carotide e poi sedermi qua davanti e te e godere nel vedere il tuo sangue scorrere … e vedere a poco a poco la tua vita scivolare via … via … invece non lo faccio … e non so perché non lo faccio …

ORFEO:

(sfidandola)

Affonda il colpo … dai affonda il colpo … tu dici di amarmi …

affonda il colpo …  perché … non ti amo più …

(Eleonora in silenzio fa passare il coltello sulla gola infine chiude gli occhi e fa l’atto di affondare il colpo poi si alza di scatto e getta il coltello lontano )

( Si getta a terra e piange …)

ORFEO:

Devi smetterla di bere, hai un alito che fa veramente schifo

ELEONORA:

(giustificandosi )

E’ per te che bevo ... per dimenticarti

ORFEO:

(furioso)

 Per dimenticarmi ... lurida cagna ... il tuo silenzio mi ha ucciso ...e  se non mi sorreggevano amiche ...

ELEONORA:

(furiosa)

 

Come le tue amiche! ... non hai  pensato a me ...

ORFEO:

(fuori di se)

Tu hai fatto presto a trovarti un maschietto

ELEONORA:

(furiosa)

 Per chi mi hai preso ...  non sono una da … Appia antica

ORFEO:

 Ti sei consolata subito

ELEONORA:

(feroce)

Ti odio Orfeo ... 

( gli sputa in faccia )

(Orfeo rimane fermo .... silenzioso … anche Eleonora)

( breve pausa 20 secondi due attori rimangono immobili)

ELEONORA :

(si giustifica)

Scusami ... te lo sei cercato

(Orfeo  si lascia cadere per terra ... lei si inginocchia accanto a lui)

ELEONORA:

(cerca di scusarsi)

Scusami amore ... scusami ... scusami ...

(Orfeo prende il coltello e lo passa nella gola di Eleonora che piange )

ORFEO:

(piange)

Vedi questa lama ... cagna rognosa ... lo senti come punge ... lo senti ... vipera Io potrei affondarlo nel tuo collo ... potrei ...  anzi ho una voglia esagerata di farlo ...  lurida  ... ecco cosa sai ... una lurida

(piange )

ELEONORA:

(piange)

Ammazzami ...  Orfeo ... ammazzami ... ti prego ... ammazzami ... affonda la lama nella gola .... dimostra di avere i coglioni ...  ammazzami ... se non mi ami ... ammazzami

ORFEO:

Io ti posso accontentare ... se veramente lo vuoi …

ELEONORA:

(piange) 

Si lo voglio,  lo voglio .Ma abbracciami , voglio morire abbracciata a te ... e morire gridando il tuo nome ...

ORFEO:

Vuoi veramente morire ....

ELEONORA :

Sii ... Orfeo .... si …

( i due si abbracciano )

(Orfeo avvicina il coltello ad Eleonora ... alla carotide)

ELEONORA:

 (grida)

Orfeo ammazzami

(Eleonora cade all’indietro ... Orfeo è sopra di lei )

(Orfeo si avvicina ad Eleonora l’ abbraccia

ORFEO:

(grida)

Eleonora… .. Eleonora …  Eleonora … ti amo …

(Eleonora si libera dell’abbraccio, i due sono  seduti sul palco ... )

ORFEO:

 ( calmo)

Pensavi davvero che ti avrei sgozzata come un abbacchio

ELEONORA:

 Si ...

ORFEO:

 Perché !

ELEONORA:

 Perché lo volevo io ...

ORFEO:

Ma io non lo volevo ...

ELEONORA:

Allora non mi vuoi bene

ORFEO:

 Si …  non ti voglio bene , è vero ...

ma non ti voglio neppure morta :  

(ride)

Con chi litigherei io

( squilla il cellulare di Eleonora)

ORFEO:

(alterato)

(Raccoglie il telefono e lo da ad Eleonora)

ELEONORA:  

(sorridente civetta)

Ciao Piero, si .. si ci vediamo ...

ORFEO:

(geloso)

 Strappa il telefono dalle mani di Eleonora ... Eleonora si ribella

ORFEO:

(risponde al telefono ad alta voce)   

Eleonora  ci ha ripensato e non ti vuole vedere ....  Vai a morire ammazzato

( Orfeo prende il telefono e lo schianta sul palco il cellulare va in mille pezzi)

( Eleonora  si avventa su ... Orfeo ... )

ELEONORA:

(feroce)

Bastardo

Bastardo

( infine i due si calmano ... )

ELEONORA:

( feroce)

Era solo un amico ... bastardo io ti ammazzo

ORFEO:

(soddisfatto)

Un altro avvocato

ELEONORA:

(alterata)

Bastardo … io non ho mai condizionato la tua vita

ORFEO:  

Hai sempre condizionato la mia vita

ELEONORA:

 Ma io ti voglio bene

ORFEO:

 (calmo)  

Ma si può sapere tu chi sei ...

Ogni volta ...

sei. più seducente

Più infida

Più cagna

Più tutto

 E più niente…  Chi sei ... chi sei

ELEONORA:

( fiera)

Io sono Eleonora

ORFEO: 

Si ... si  ..

 ( e si abbracciano )

( Squilla il secondo  telefonino di Orfeo,  Eleonora risponde)

ELEONORA:

 Pronto

TELEFONINO
( voce di donna )

Mi scusi vorrei parlare con Orfeo ....

ELEONORA:

(passa il telefono a Orfeo)

Orfeo è per te ...

( Orfeo si avvicina al telefono )

Si ... ... ci vediamo ciao cuoricino

ELEONORA:

(delusa)

Ho capito ... riparti ...

ORFEO:

Si ... devo andare

ELEONORA:

(delusa)

A me non pensi

ORFEO:

(scusandosi)

Devo andare

ELEONORA:

(delusa)

Vuoi tornare a casa

ORFEO:

Si

ELEONORA:

(delusa)

on mi dire che quella donna che ti ha telefonato è più importante di me

ORFEO:

Si

ELEONORA:

(alterata)

 

E l’hai sempre tenuta nascosta come se fosse dentro uno scrigno

ORFEO:

Si

ELEONORA :

(alterata)

E quando sarai su dirai a lei che devi tornare giù a Roma da Eleonora

Dirai che non puoi fare a meno di lei ... e lei la stupidona di turno ci crederà

Ma io chi ho amato, un uomo o uno che si innamora di tutte le gattine in calore

ORFEO:

Ma Eleonora, cosa dici ... calmati ... amore ... calmati ...

ELEONORA:

(alterata)

Non mi chiamare amore!

(alterata)

Dove hai la responsabilità, sotto i pedi

ORFEO:

Calmati amore

(Eleonora da uno schiaffo a Orfeo )

ELEONORA:

(feroce)

Lurido verme

non chiamarmi amore

Vai via ... vattene...

Vai via

Non ti voglio più vedere

Io pensavo tu fossi differente

Invece

Sei un lurido pagliaccio

Vai via

via

( getta lo zaino ai piedi di Orfeo )

( Orfeo lo raccoglie )

ORFEO:

Lasciami spiegare

ELEONORA:

(alterata)

Via .... vattene via ...

Via, ritorna, quando sei diventato responsabile

(BUIO)

( Rumore della stazione ferroviaria )

( Eleonora rimane fisa e in piedi )

( Orfeo sulla banchina incontra i soliti passeggeri che fanno i soliti gesti )

Il treno passa ....

( Eleonora rimane fissa in scena ... luci soffuse... )

( Si spoglia getta fuori dal palco sul pubblico i pantaloni mimetici e la canottiera , si veste con un vestito lungo da sera…)

( Si accendono le luci …. Si trucca …

(  musica da discoteca … luci psichedeliche ….

alcune comparse ballano )

4 scena

( ELEONORA – 1 BALLERINO- 2 BALLERINO)

( Eleonora vestita di nero e provocante)

( 1 ballerino … vestito di bianco)

( 2 ballerino vestito di nero)

Eleonora balla con il 1 ballerino … dopo il ballo i due si abbracciano e si baciano uscendo di scena

Eleonora balla con il 2 ballerino … dopo il ballo i due si abbracciano e si baciano uscendo di scena

 Torna in scena Eleonora …

La musica cessa

5 scena

( ELEONORA – ORFEO- 2 BALLERINO)

( Entra Orfeo si posiziona dietro a Eleonora.. un paio di metri)

( Eleonora guarda il pubblico)

ORFEO:

 (calmo)

Sono tornato

ELEONORA:

 (grida)

Chi ti ha detto di tornare

ORFEO:

( calmo)

Non parto più

ELEONORA :

(a voce alta)

Ti ho detto di far silenzio

ORFEO:

 (con voce soffocata)

Io volevo

ELEONORA:

(alterata)

Nessuno ti ha autorizzato a parlare

ORFEO:

(con voce soffocata)

Volevo dirti

ELEONORA:

(alterata)

Vittorio butta fuori questo straccione

(Arriva Vittorio  il ballerino e spintona Orfeo)

ORFEO:

 ( rivolto a Vittorio)

Non mi toccare

Non mi toccare

ELEONORA:

(infuriata)

Vittorio buttalo fuori

VITTORIO:

( soddisfatto)

Si Eleonora … si .. e con molto piacere…

Vattene via, pezzente, stracciarolo vattene

E non farti più vedere …

ORFEO:

Va bene me ne vado, me ne vado,  basta …

ELEONORA:

(alterata)

Vittorio!

VITTORIO

Si …

ELEONORA:

(alterata)

Ti ho detto di lasciarlo stare …

Non lo stare a toccare

Anzi non lo devi neppure sfiorare

VITTORIO:

(stupito)

Ma cosa dici , non capisco , non capisco

ELEONORA:

(furiosa)

Ti ho detto di andartene, grazie per la serata, ma adesso, vattene …

Vattene Vittorio : voglio stare sola con lui … vattene

VITTORIO:

( deluso)

Va bene … vado …  ma quando ci risentiamo

ELEONORA:

(alterata)

Forse tra un mese …  ti chiamo io

VITTORIO:

(stupito)

Tra un mese, ma sei fuori … di testa …

ELEONORA:  

(alterata)

Ho detto forse,  può darsi o mai più ,sei una nullità Vittorio … una nullità come tutti gli uomini che conosco …

VITTORIO:

(stupito)

Eleonora sei matta da legare

(Vittorio esce di scena)

5 scena

( ELEONORA – ORFEO )

( i due sono posizionati in scena nel seguente modo: Eleonora guarda il pubblico, Orfeo a quattro metri da lei dietro alle sue spalle i due non si vedono)

ORFEO:

 ( ironico)

 Sono in buona compagnia

ELEONORA:

 (a voce alta )

Silenzio, scommetto che hai i mimetici

ORFEO:

 ( calmo )

Si

ELEONORA:

(alterata)

Mi fanno schifo gli uomini con i mimetici

ORFEO :

( stupito)

Ma come !

ELEONORA:

(alterata)

Non posso sopportare gli uomini con i mimetici …

Odio gli uomini con i mimetici …

ORFEO:

 (meravigliato )

Ma se li hai portati fino a ieri

ELEONORA :

( indifferente )

Adesso li odio … ne ho fatti un sacco … e li ho dati alla misericordia.

ORFEO:

 ( calmo)

Bevi sempre, succo di mirtillo

ELEONORA:

 ( non noncuranza)

il succo di mirtillo. No … adesso bevo solo Ferrari..

ORFEO:  

Sei cambiata

ELEONORA: 

Non sono mai cambiata, sono sempre stata così

ORFEO:

(deluso)

Ora sei una donna di mondo, frequenti persone del tuo rango

Sei truccata, hai i tacchi alti, sei una gran donna … bella ... seducente

adesso pretenderai che la gente ti chiami dottoressa

ELEONORA:

 ( a voce alta )

Anche prima volevo che mi chiamassero dottoressa.

ORFEO:

 Ricordo la tua tesi su Agamennone

ELEONORA:

(sorride)

Si!  Agamennone, i momenti più belli della mia vita li ho passati all’università ... ma ormai fa parte del passato.

ORFEO:

(deluso)

Scommetto che non hai neppure più la bandana ...

a pensare che io ti avevo portato …

ELEONORA:

( con un sorriso soffocato)

La bandana ma sei proprio pazzo.

Cosa mi avevi portato

ORFEO:

Un paio di mimetici

ELEONORA:

(interessata)

Disegno

ORFEO:

 (con fervore)

Olandese truppe d’assalto

ELEONORA:

 (interessata)

Taglia

ORFEO :

48

ELEONORA:   

(prende i mimetici ma non si volta, è ancora fisa verso il pubblico)

Anche se non sono vissuti sono bellissimi … anche la bandana … che bel giallo …  mi leggi nel pensiero Orfeo… sarai mezzo matto … ma sei l’unico che mi capisce …  sapessi quanto ho aspettato, una tua telefonata, una tua mail … ma niente … niente …

ORFEO:

( calmo)

Non voglio più sentire la parola niente … io Ti amo

ELEONORA:

( a voce alta )

Non mi basta. Dimmi che mi sublimi

ORFEO:

(a bassa voce)

Ti sublimo

ELEONORA:

( a voce alta )

Non mi basta Dimmi che mi canti

ORFEO:

(a voce alta)

Ti canto

ELEONORA:

( a voce alta )

Più forte ...  gridalo

ORFEO:

(grida)

Ti canto ... ti canto Eleonora ... ti canto

 ( Lei sorride)

Si gira e si abbracciano

ORFEO:

( a bassa voce)

Noi due abbiamo bisogno di ritrovarsi

ELEONORA:

( euforica)

Si … si … aiutami … aiutami … io ne ho bisogno più di te…

(buio)

(applausi)

(breve pausa)

(luce)

(si abbracciano di nuovo)

ELEONORA:

Mi ami

ORFEO:

Si

(smettono di abbracciarsi Eleonora si volta verso il pubblico e comincia a sbottonarsi la camicetta, rimane a seno nudo, si toglie la parrucca la testa è rasata)

ELEONORA:
(da questo momento in poi trema e ha difficoltà di deambulazione)

Se mi ami …

(breve pausa)

(ad alta voce)

Se mi ami … aiutami a morire …

(si accascia sul palcoscenico, Orfeo si avvicina a lei)

ORFEO:

(stupito)

Cosa ti è successo …

ELEONORA:

(piange)

Un tumore … sono tutta piena di metastasi

(Orfeo si avvicina ad Eleonora la bacia, continua a baciarla ma lei lo respinge)

ORFEO:

(deluso)

Io ti sarò vicino!

ELEONORA:

(grida)

Io non ti voglio vicino

ORFEO:

ma io ti voglio bene …

ELEONORA:

(calma)

Se mi vuoi bene

(grida)

Aiutami a morire …

ORFEO:
(disperato)

Non posso … ma le terapie …

ELEONORA:

(grida)

 

Le terapie non mi fanno niente  … la mia vita è un inferno

Voglio solo che mi aiuti a morire …

ORFEO:

come amore … io … non …

ELEONORA:

(grida)

 

Accompagnami al binario … mi sono scelto anche il treno …

(ride)

Il treno che viene da Genova … quello che prendi tu …

E ora … aiutami ad alzarmi … prendimi le grucce

(si sente il treno in arrivo)

Aiutami … ti ho detto di aiutarmi bastardo …

Aiutami a morire … sotto il treno

ORFEO:

Io … non

ELEONORA:

(grida)

Aiutami … dimostra una volta almeno di avere i coglioni

(Orfeo si alza e ad aiuta Eleonora ed entrambi escono di scena)

(come sottofondo il rumore del treno)

(entra in scena Orfeo che disperato si accascia sul palcoscenico, il rumore del treno si fa assordante)

ORFEO:

(grida)

Amore … aspetta vengo con te …

(si sente il rumore di una frenata )

SIPARIO