Romeo e Giulietta… paccavano eccome

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ROMEO E GIULIETTA

...PACCAVANO ECCOME

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L’INCONTRO

MAX - Passa!

MIRKO - Bloccalo Vanessa, bloccalo.

VANESSA - Ce provo

MAX - Eccola, tira.

GIOVANNI - (Facendo canestro) GOAL!!!

VANESSA - Guarda che stamo a gioca a pallacanestro mica a carcio.

MAX - Sti ca’, intanto v’avemo fatto er goal. Quanto stamo?

GIOVANNI - 78 a 2

MAX - Ve stamo a fa male.

MIRKO - So boni tutti io c’ho Vanessa. VANESSA - E meno male che c’hai Vanessa. Prendila Mirko MAX e GIOVANNI - GOAL!!!

Entrano Leandro e il Bidello De Angelis.

DE ANGELIS - Basta co' sto pallone. Damme er pallone Vanessa.Questo è il professore del corso di teatro.

VANESSA - Ma il corso di teatro mica si fa qui in teatro, si fa nell'ex quarta B.

DE ANGELIS - E invece il corso de teatro se deve fa qui in teatro. In quarta B ce stanno a fa la ginnastica aerobica.


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MAX - E noi ‘nda annamo a gioca?

DE ANGELIS - Annate fori!

MIRKO - Fori piove.

DE ANGELIS - Giocate dopo.

MIRKO - Che palle.

VANESSA - (A Leandro) A professo’ io vado ar bagno. A famme ‘na canna.

DE ANGELIS - A professo’ a che ora finisce sto corso?

LEANDRO - Dipende, se non viene nessuno, anche subito.

DE ANGELIS - Allora loro magari potessero aspetta’ qua, va bene? (Ai ragazzi) A raga’ po’ esse che sto corso de teatro manco se fa, e allora voi potete continua’ a gioca a pallone. Aspettate qualche minuto!

Professo’ io vado che c’ho da fa un lavoraccio. Pensi che devo ricopia’ quindici schedine che l’ho sbagliate tutte.

LEANDRO - Un lavoraccio eh?

DE ANGELIS - Se c’ha bisogno de qualche cosa me trova nell’androne.

LEANDRO - Senta scusi, signor…

DE ANGELIS - De Angelis , ma nun me chiami signore che già questi me pijano sempre in giro, guardi un po’là! C'avete 'na fantasia...

LEANDRO - Senta De Angelis, ma i ragazzi sono stati avvisati che oggi iniziava il corso di teatro?

DE ANGELIS - Ah io non lo so! Glielo domandi a loro, qui siamo in autogestione!

GIOVANNI - Due giorni fa c’era un avviso attaccato al muro prima de salì le scale.


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LEANDRO - Ah, c’era l’avviso?

MAX - Me sa che l’hanno levato.

LEANDRO - Ah!

DE ANGELIS - Ah professo’, ma lei nun è che fosse parente de qualche giocatore della Lazio?

LEANDRO - Veramente no.

DE ANGELIS – Somiglia tanto a coso….

MIRKO GIOVANNI e MAX - (Coro da stadio) LAZIALE DEVI MORIRE!

DE ANGELIS - Chi non salta giallorosso è... (e scappa via)

LEANDRO - L’avviso l’ hanno levato, vero?... Be’ allora buona partita!

MAX - Dai ricominciamo.

Entrano Roberta e Maria Alberta

MARIA ALBERTA - E’ permesso?

LEANDRO - Salve.

MARIA ALBERTA - Salve, mi perdoni, è qui che si tiene il corso di teatro?

LEANDRO - Sì io sarei l’insegnante se così si può dire.

MARIA ALBERTA - Ci avevano riferito che stava nella classe del IV B, ma ci stanno facendo …

LEANDRO - Ginnastica aerobica, lo so ci sono capitato per sbaglio anch'io. Ci sarà stata una confusione nell’orario.

MARIA ALBERTA - Ma che siamo solamente noi?


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LEANDRO - Be’ sì, per ora sì.

MARIA ALBERTA - E loro?

LEANDRO - Loro no, aspettano.

MAX - Che palle.

MARIA ALBERTA - E’ venuta una che si chiama Sonia?

LEANDRO - No, siete le prime.

MIRKO - (cantando) Sonia non c'è, è andata via...

MARIA ALBERTA - Dovevamo venire insieme, io l’ho aspettata, ma… LEANDRO - Verrà.

MARIA ALBERTA - Secondo me non viene più.

LEANDRO - Ragazze accomodatevi, Io direi di cominciare lo stesso. Rompiamo il ghiaccio con le presentazioni. Comincio io? Allora, io faccio l'attore e mi chiamo Leandro Benelli...

MIRKO - Sì, come er motorino.... vrooommmmm.....

LEANDRO - Lo so, lo so è un nome d'arte. In realtà il mio vero nome

èLeandro Buonanotte che in effetti...

MIRKO - Meglio me sento...

LEANDRO - Ecco appunto...

MARIA ALBERTA - Piacere Maria Alberta Anzellotti Castrozzi Wagner. LEANDRO - Finito? E tu?

ROBERTA - Eh?

LEANDRO - Come ti chiami? ROBERTA - Roberta Martini. II B

LEANDRO - Nome decisamente più umano. Allora ragazze, io direi di


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cominciare noi tre. Magari facciamo una mezz’oretta.

MIRKO - Eh?

LEANDRO - Venti minuti. Così tanto per conoscerci meglio. Io sono un attore, cioè principalmente faccio l’attore, ma sono anche regista, doppiatore… (prende il pallone e lo scaraventa fuori)

GIOVANNI - Davvero? Chi doppi?

LEANDRO - Be’ una volta ho fatto anche Tom Cruise, quando non era famoso. Ora sono il doppiatore ufficiale di Tom Flanagan.

MIRKO - Chi?

LEANDRO - Flanagan. Medici all’Equatore, su Fox, non la vedete?

MARIA ALBERTA - Io sì professore!

LEANDRO - E' una serie molto importante. Comunque devo dire che ultimamente ho fatto soprattutto teatro.

MARIA ALBERTA - Mio zio è un attore di teatro. Giorgio Albertazzi, lo conosce?

LEANDRO - Magari. Davvero è tuo zio. Senti se magari dopo mi lasci il telefono... per un provino…Allora dicevo teatro... ho fatto televisione... anche cinema.

MARIA ALBERTA - Ecco dove l’ho vista.

LEANDRO - Dove?

MARIA ALBERTA - Nell’ultimo lungometraggio di Carlo Verdone.

LEANDRO - Ma davvero? Mi hai riconosciuto? Incredibile! Ma che memoria... No perché facevo un cammeo, una piccola parte, non mi si vedeva quasi…

MAX - Com’è Verdone?

LEANDRO - Carlo? Simpatico. Un po’ chiuso,


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MARIA ALBERTA - Già sta sempre a casa.

LEANDRO - Zio pure lui?

MARIA ALBERTA - No. Cognato di mamma.

LEANDRO - Che combinazione. (La abbraccia) Brava Astrozzi Castellini.

MARIA ALBERTA - Anzellotti Castrozzi…

LEANDRO - (acc) Wagner. Infatti. Ma tornando a noi.

GIOVANNI - (indicando Max) Lui ha fatto il provino pe fa’ Amici!

Come ballerino

MAX - Se, c’era ‘na fila de 2 km. Dopo mezz’ora me ne so’ annato. C’è rimasta mi’ madre. Dopo cinque ore gli hanno fatto compila’ un modulo e mo stamo aspetta che me chiamano.

MARIA ALBERTA - Ma dovevi fare la scuola o solo la sfida?

MAX - La scuola!

GIOVANNI - Tu la conosci la De Filippi?

LEANDRO - Bè non direttamente, conosco molto bene un suo strettissimo collaboratore…

GIOVANNI - Chi, uno della produzione?

LEANDRO - No, un addetto al catering.

MIRKO - Allora faccè fa er provino qui semo tutti ballerini.

MARIA ALBERTA - Io canto Gospel, Blues e melodico, studio da tre anni con il cantante dei Collage, lo conosce… (Mirko balla)

LEANDRO - No, non lo conosco. Be’ ragazzi non vi posso promettere niente, magari mi informo… Comunque, tornando a noi, vi starete chiedendo come mai sono qui? Be’ una mia amica Laura, che insegna scienze e matematica in questa scuola…


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GIOVANNI - Chi la Riccardi?-

LEANDRO - Sì la Riccardi, la conoscete?

MIRKO - Ce l’avemo avuta al primo e al secondo…’na stronza.

LEANDRO - Be’ la professoressa Riccardi che è anche la mia fidanzata, mi ha detto che eravate in autogestione e che stavate organizzando un corso di teatro magari con qualche addetto ai lavori, ed eccomi qua. E non ti permettere mai più di insultarla, sono stato chiaro?

MIRKO - Perché quando una è stronza, te come la chiami? Eh?

LEANDRO - Stronza... Bene. Perché non vi sedete voi due? Io direi di cominciare questo corso di teatro con un autore noto anche se difficile. Shakespeare, chi era costui?

MIRKO - Mi nonno!

LEANDRO - Forse per te un po’ troppo difficile.

MARIA ALBERTA - Scrittore inglese, autore di capolavori quali Amleto per esempio.

LEANDRO - Brava.

MAX - Essere o non essere.

MIRKO - Quello è Otello.

MAX - E’ Amleto.

MIRKO - Che te ce giochi?

MAX - Quello che te pare.

LEANDRO - Calma, calma. In effetti è tratto dall’Amleto…

MAX - Hai visto?

LEANDRO - Anche se un concetto simile c’è anche nell’Otello.

MIRKO - Ecco


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LEANDRO - Io però volevo parlarvi di un altro capolavoro di Shakespeare. Romeo e Giulietta.

MARIA ALBERTA - Classico intreccio d’amore tra due giovani in contrasto con la società.

LEANDRO - Infatti. Ragazzi perché non seguite anche voi, così la mezz’oretta passa prima?

MIRKO - Eh?

LEANDRO - I venti minuti. Questo è l’inizio della tragedia, una specie di prologo. Era il prologo... Vuoi cominciare tu? Come hai detto che ti chiami?

ROBERTA - Roberta

LEANDRO - Leggi ad alta voce, vai.

ROBERTA - Può cominciare Maria Alberta professore.

LEANDRO - Sì certo, comincia tu, aspetta Ancellotti Castracani…

MARIA ALBERTA - Anzellotti Castrozzi…

TUTTI - Wagner!

MARIA ALBERTA - (cominciando a leggere) Due famiglie nobili del pari nella bella Verona ove è la scena per antica rivalità rompono in una nuova lite, e il sangue dei cittadini imbratta le mani dei cittadini. Dai lombi fatali di questi due nemici…Professore che sono i lombi?

MIRKO - Le recchie!

LEANDRO - I lombi? E che sono i lombi…sono…, vai avanti.

MARIA ALBERTA - Dai lombi fatali di queste due famiglie toglie vita una coppia di amanti sventurati, nati sotto maligna stella, le cui pietose vicende seppelliscono, mediante la loro morte, la guerra dei genitori.


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LEANDRO - Continua, continua…

MARIA ALBERTA - I casi invero spaventevoli del loro amore segnato come preda della morte, e la collera protratta dei loro genitori, che ove non si fosse…

LEANDRO - Continua

MARIA ALBERTA - .,..data la morte dei loro figliuoli, null’altro avrebbe potuto arrestare, costituiscono ora l’argomento delle due ore di rappresentazione…AHHHH

Mirko fa scoppiare un palloncino con un coltello, provocando un fortissimo rumore.

LEANDRO - Ora basta sei un gran maleducato!

Entrano la Prof.ssa Candeletti, Vanessa e il Bidello De Angelis.

CANDELETTI - Salve, sono la professoressa Candeletti. Storia Geografia e Ginnastica Aerobica. Ci deve essere stato un errore, è questa la mia aula vero? Uno due tre quattro. Dai Vanessa attacca la musica. Forza ragazzi, impariamo questi passi nuovi. Uno due tre e quattro.

Tutti cominciano a ballare a tempo di musica. Leandro prende la sua roba e se ne va. Maria Alberta lo insegue

MARIA ALBERTA - Professore! Professore!


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BUIO

LA RISSA TRA MONTECCHI E CAPULETI

Alcuni ragazzi sono seduti per terra o sui banchi a leggere dei fogli. Con loro ci sono anche il bidello De Angelis e la professoressa Candeletti. Tutti, tranne Maria Alberta e la Candeletti leggono con una cantilena piatta, completamente disinteressati al significato delle parole che stanno leggendo.

MAX - Servo un padrone che vale quanto il vostro.

GIOVANNI - Ma non di lui migliore.

MARIA ALBERTA - Dì che è migliore, perché ecco che se ne viene uno della casata del mio padrone.

MAX - Certo che è migliore del vostro.

GIOVANNI - Voi mentite.

MAX - Snudate la spada se siete uomini, Gregory, ricordate del tuo colpo maestro. I servi snudano le spade e si battono.

VANESSA - Quello nun lo devi legge.

MAX - E che ne so io?

VANESSA - Te l’ha detto sette vorte.

MAX - Ma te perché nun te fai li cazzi tua?

LEANDRO - Buoni, buoni. Ma possibile che per ogni cosa litigate? Stiamo solo leggendo. Calmi. Ricominciamo da Snudate la spada. Però provate a metterci un po’ più di grinta, più passione….

CANDELETTI - Mi scusi, Leandro, non dovrebbe sentirsi come un certo vibrato nella


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voce?

LEANDRO - Vibrato nella voce... Grazie, andiamo avanti.

MAX - Snudate la spada se siete uomini, Gregory ricordati del tuo colpo maestro.

DE ANGELIS - Dividetevi stolti che non siete! Rinfoderate le vostre spade! Non sapete

quello che fate....

LEANDRO - No, no, no che cos'è questa lagna. Ma prima di me che avete frequentato tutti un corso di ninna nanne giapponesi?

CANDELETTI - (Ride esageratamente)

MIRKO - Ma che era ‘na battuta’

VANESSA - Io manco l'ho capita.

LEANDRO - Pure lei De Angelis, ci metta più sentimento. Lo so che lei è un bidello. Ma questo è Shakespeare. Non sentite il pericolo della sfida. C’è il sangue che può scorrere da un momento all’altro.

CANDELETTI - A fiumi!

LEANDRO - A fiumi!

CANDELETTI - A laghi!

LEANDRO - No, a laghi no.

MIRKO - E che? Hai snudato la spada in mezzo a questi vivissimi servi? Voltati Benvolio e guarda in volto la tua morte.

DE ANGELIS - Sto cercando di mettere pace. Rimetti nel fodero la tua spada, ovvero adoperàla per aiutarmi a dividere castoro.

LEANDRO - Costoro, non castoro.

MIRKO - Come sarebbe a dire? Snudi la spada…

LEANDRO - No, no, Come sarebbe a dire? Non come sarebbe a diiiire? Dai Mirko. MIRKO - Come sarebbe a diiire?


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LEANDRO - No, il punto interrogativo non lo devi far sentire così forte. Come sarebbe a dire? Semplice.

MIRKO - Come sarebbe a diiiire?

Tutti ridono

MIRKO - A professo’ questi stanno a ride!

LEANDRO - Non ridete!!!

MIRKO - Co quella maglietta ride poi... Come sarebbe a diiire? Snudi la spada e insieme parli di pace? Odio questa parola, così come odio l’inferno, i Montecchi tutti e te. In guardia vigliacco.

MAX - Entrano diversi partigiani delle due famiglie, che si uniscono alle rispettive ….

VANESSA - E’ ‘na didascalia nun la devi legge…

MAX - Questa m’ha detto de sì.

LEANDRO - Sì questa sì, gliel'ho detto io.

MAX - Hai visto!

LEANDRO - Ragazzi calmi... Io non vi sto chiedendo niente, vi chiedo solo di leggere. Mi viene il dubbio, ma le elementari le abbiamo fatte?

VANESSA - A Professò io le ho fatte due volte.

LEANDRO - Come due volte.

VANESSA - Eh sì, una volte in Brasile dove sò nata e poi una volta qua in Italia dove vivo...

LEANDRO - Cioè tu hai fatto dieci anni di elementari?

VANESSA - Te sto a dì... 5 anni a PortoAlegre e 5 anni a Portonaccio... Professò posso annà ar bagno?


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LEANDRO - No, stai qui. Allora ragazzi la colpa è mia. Sono io che non mi faccio capire. Dimenticatevi che state leggendo. Accendete il vostro slancio creativo. Quello che avete davanti non è un foglio di carta, è …come dire…una nave…ecco, una nave…che come per magia vi porta indietro nel tempo e vi fa fare un viaggio meraviglioso.

VANESSA - Come ‘na canna.

LEANDRO - Ecco. Come una canna. Dai Max. Ce l'hai la grinta. Tirala fuori. Forza!

MAX - (con grinta) Entrano diversi partigiani delle due famiglie, che si uniscono alle rispettive fazioni e poi cittadini con delle mazze.

LEANDRO - Ecco così. Anche se quella era una didascalia e lì la grinta non c’entrava per niente.

Tutti ridono

LEANDRO - Non ridete , questo è un momento drammatico.

GIOVANNI - Delle mazze

LEANDRO - Roberta tocca a te

ROBERTA - Delle picche

MARIA ALBERTA - Delle spade

MAX - delle parmigiane

Tutti ridono

VANESSA - Partigiane ma manco sai legge!

MARIA ALBERTA - Professore che cosa sono le partigiane?

MIRKO - Le mogli dei partigiani


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LEANDRO - Ah ah ah carina questa... Le mogli dei partigiani. Maria Alberta sempre con le sue domandine. E che sò le partigiane?

VANESSA - Che sò?

LEANDRO - E che so... la prof.ssa Storia e Geografia lo saprà sicuramente. Allora se vuole lo dica lei...

CANDELETTI - No, lo dica lei...

LEANDRO - Le partigiane sono una specie di bastoni, con tutta una serie di frange che pendono. Fanno male, continua.

MAX - delle partigiane

VANESSA - Colpiteli

LEANDRO - Forte

GIOVANNI - Gettateli a terra.

LEANDRO - In coro, forte.

TUTTI - Abbasso i Capuleti, abbasso i Montecchi.

MIRKO - Che frastuono è mai questo? Datemi la mia lunga spada suvvia (con l’accento sulla u)

LEANDRO - (correggendolo) Suvvia.

MARIA ALBERTA - Una gruccia, una gruccia che volete mai farne di una spada!

LEANDRO - Coro

TUTTI - Abbasso i Capuleti.Abbasso i Montecchi

MIRKO - Forza Roma!

DE ANGELIS - (cantando) Nel cielo biancazzurro ce sta una stella......

LEANDRO - (con grande decisione, enfatico, legge) Sudditi ribelli, nemici della pace, profanatori di questo acciaio macchiato dal sangue dei vostri vicini…che forse nessuno mi ascolta? Ebbene dico a


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voi uomini o dovrei dir piuttosto bestie. Pena la tortura, gettate a terra le armi temprate a un fine malvagio e ascoltate la sentenza pronunciata. Se mai accada che disturbiate ancora le nostre contrade a pagar per la pace infranta saranno levostre stesse vite! (A Mirko) Tu Capuleti verrai con me. (a Max) e tu Montecchi salirai nel pomeriggio al castello di Villafranca, e lì conoscerai la mia decisione. Ed ora ordino a tutti di allontanarsi, pena la morte!

I ragazzi lo guardano in silenzio.

CANDELETTI - Che vibrato!

LEANDRO - (Quasi in imbarazzo) Ecco una cosa così dicevo.

Suona la campanella.

DE ANGELIS - Ricreazione!

I ragazzi escono velocemente. Vanessa rimane.

VANESSA - A professo’ sei proprio sghiscio!

LEANDRO - Ti ringrazio Vanessa... ma che vuol dire sghiscio?

VANESSA - Un tajo

LEANDRO - Cioè?

VANESSA - Da pajura!

LEANDRO - Ah... da pajura... Sarà un termine latino!


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Vanessa esce. Leandro si prepara ad uscire, rientrano Roberta e Maria Alberta.

ROBERTA - Professore domani a che ora c’è teatro?

LEANDRO - Alle nove e mezza.

ROBERTA - Arrivederci professore.

LEANDRO - Non mi chiamate professore.

ROBERTA - Certo professore.

LEANDRO - Appunto.

Leandro compone un numero al suo telefonino

LEANDRO - Oh Laura amore...

Sò Leandro, come chi è... Sto a

scuola...

no, ho fatto lezione...

sì sì...

mah, credevo peggio, è

andata...

i ragazzi saranno stati 6 o 7

... no, i nomi di tutti non me li

ricordo...

certo gliel'ho detto che ero il tuo fidanzato perchè?...

Ah,

vuoi sapere se si ricordano di te eh...

si ricordano si ricordano...

specialmente uno, c'ha un ricordo di te...

fa piacere, certo... dimmi

amore...

Adesso? A casa, sono stanco morto.... Da Ikea? A fare?...

a

comprare il divano Stubinghen?... No... Ho capito, te l'avevo

promesso ma sono stanco...

Oh, io lavoro...

Laura per favore non

cominciare... No! Ho detto no! Sono irremovibile!... Tra un'ora passo da te... 50 minuti... Ah Laura, ma per caso sai che sono le

partigiane?... Le mogli dei partigiani? Ma che fai le battute come loro?... Le partigiane dovrebbero essere dei bastoni con delle frange... Delle spade! C'hai ragione... Però ce l'hanno le frange....

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LA CASA DEI CAPULETI

LEANDRO - Allora, diamo una bella pulita e continuiamo a raccontare la storia di?

VANESSA - Romeo e Giulietta!

LEANDRO - Allora, come vi stavo dicendo, il padre di Giulietta, Messer Capuleti, organizza una grande festa, come tutti gli anni. Max leva lo striscione, anche tu Maria Alberta. - Allora, Messer Capuleti ci tiene alle feste, quindi invita tutta la Verona bene, tutti i nobili, tutti tranne

MAX - I Montini

VANESSA e MARIA ALBERTA - I Montecchi

LEANDRO - Solo che Romeo e altri giovani della famiglia Montecchi decidono di andarci lo stesso a quella festa, sapete perché?

MARIA ALBERTA - Vanessa, vai a prendere il secchione della spazzatura che sta vicino all’aula computer?

VANESSA - A come te chiami... nun cominciamo a dare ordini!

MARIA ALBERTA - Per piacere

LEANDRO - Cosa spinge Romeo e gli ragazzi ad andare ad una festa a casa del peggiore dei nemici? Eh De Angelis? Facile la stessa cosa che li spingerebbe oggi. Le donne, De Angelis. Quella festa è piena di donne. Non solo ma Romeo a quella festa potrà rivedere la donna di cui è follemente innamorato

DE ANGELIS - Giulietta

LEANDRO - Lo sapevo che ci cascava. Giulietta ancora non la conosce. Rosalina!

DE ANGELIS - E chi è?

LEANDRO - Una ragazza carina che ha spezzato il cuore del giovane Romeo. Giovanni mi prendi quella busta che ho portato?

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GIOVANNI - Questa?

LEANDRO - Sì, aiutami.

Giovanni e Leandro dispongono delle stoffe rosse sui banchi e sulle sedie.

CANDELETTI - Caramella?

LEANDRO - No, grazie, professoressa. A proposito ma quel ragazzo che fa sempre le battute sulla mia fidanzata?

VANESSA - No Mirko non viene più.

LEANDRO - Allora questa zona è casa Capuleti. E questo cos'è?

GIOVANNI - Un banco.

LEANDRO - Sembra un banco. In realtà è un letto, duro, molto medievale. E su questo letto chi c'è? La madre di Giulietta, Madonna Capuleti, che se ne sta placida e tranquilla. Chi manca? La balia, certo, la devota e fedele governante di Giulietta che l’ha allattata da quando è nata. Vanessa sei pronta?

VANESSA (da fuori) - Sò nata pronta professò!

LEANDRO - Momento solenne. Max se c'è bisogno suggerisci. William Shakespeare.

Romeo e Giulietta. Casa dei Capuleti. Atto I scena III.

MAX - Ciak si gira

LEANDRO - No, quello è il cinema, te lo spiego un’altra volta. Vai Maria Alberta.

M.ALBERTA - Balia, dov’è mia figlia?

LEANDRO - Ma che è sta cosa? No scusa ma è finta così. Naturali, ho detto naturali...

M.ALBERTA - Ma io ieri sera mi sono vista con mio zio. Ha detto che andava bene.


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LEANDRO - Zio chi? Albertazzi? Ma perché voi vi vedete proprio?

M.ALBERTA - Quasi tutti i pomeriggi.

LEANDRO - Però.. Me la rifai vedere un attimo che mi ha distratto lui scusa...

M.ALBERTA - Balia dov'è mia figlia?

LEANDRO - Tienila così, è perfetta!

M.ALBERTA - Balia dov'è mia figlia?

(Entra Vanessa con una buffa cuffia di plastica da doccia in testa, e un grembiuletto da domestica. Ridono tutti)

M.ALBERTA - Va’ a chiamarla e dille di venire qui.

VANESSA - Quant’è vero che a dodici anni ero ancora vergine, gliel’ho detto!

(Alla parola vergine i ragazzi ridono ancora più fragorosamente)

VANESSA - A’ professo!

LEANDRO - Dai Vanessa, continua. E’ una parte comica la tua.

Devono ridere. E’ un gioco. Ci dobbiamo divertire. Dai, divertiti.

VANESSA - E’ un gioco? Agnellino! Farfallina! Dio mio ma dov’è?

Giulietta! Giulietta! (E poi quasi urlando) Giulietta! Giulietta!

(Roberta non risponde)


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VANESSA - Ah professo’ questa è muta.

LEANDRO - Roberta, dai tocca a te.

ROBERTA - (A bassa voce) Che c’è, chi mi chiama?

MAX - Voce.

LEANDRO - Io sento benissimo, continua.

ROBERTA - (Si avvicina al “letto”) Eccomi, signora madre. Cosa volete?

M. ALBERTA - Balia lasciaci sole, dobbiamo parlare in segreto...

VANESSA - E te pareva.

M.ALBERTA - Ma no, vieni qua, resta e ascolta anche tu. Sai che la nostra figliola è ormai grandicella.

(Max suggerisce le parole del testo di Shakespeare a Vanessa)

MAX - Potrei dire la sua età senza sbagliare di un minuto

VANESSA - Potrei dire la sua età senza sbagliare di un minuto.

M.ALBERTA - Non ha ancora compiuto quattordici anni.

(Nel passaggio successivo Max continua a suggerire le frasi a Vanessa, ogni volta più velocemente, fino a che diventa incomprensibile; per di più sovrappone la frase successiva a quella che sta ancora recitando Vanessa. Vanessa si confonde e coniuga l’inizio di una frase con la fine di quella successiva. Si crea un crescendo vociferare di balbettii e parole confuse che culminano con un


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VANESSA - Ma vaffanculo. A’ professo’ e quanno ce vo’, ce vo’

LEANDRO - Brava Vanessa, almeno la grinta ce l'hai

VANESSA - E ce l'ho sì...

(Va da Max, gli strappa dalle mani il copione e comincia a leggere)

VANESSA - Ci scommetterei quattordici denti, anche se ne ho solo quattro, che non li ha ancora compiuti. Era così difficile? Quanto manca al primo di agosto? E me lo chiede a me? Proprio in quella notte, Giulietta compirà 14 anni. Auguri Giuliè! Lo ricordo bene, sono passati undici anni dal giorno del terremoto, e fu allora che si dovette svezzare...non me lo scorderò mai” . Troppo lungo professo’! “Fu proprio quel giorno: perchè proprio quel giorno m’ero messa dell’assenzio al capezzolo...

TUTTI - (Ridono)

LEANDRO - Ragazzi ridete questo è Shakespeare

VANESSA - A professò capezzolo è porno

LEANDRO - No, è Shakespeare. Ragazzi cominciamo ad accendere il nostro slancio creativo e soprattutto, attenzione, quando leggiamo la scena è lì davanti a noi. La dobbiamo vedere. Immaginare. Capito?

VANESSA - Fu in quel momento che la colomba

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LEANDRO - La colombaia

VANESSA - La colombaia si mise a tremare

LEANDRO - Eccola là Vanessa. non la vedi la colombaia che trema?

Guardala. Immaginala.

VANESSA - (prendendosela con un compagno) Stai a guardà me, guarda la colombaia no? Io non sò manco che è una colombaia...Da allora sono passati esattamente 11 anni, vi giuro che avrebbe potuto correre e saltare dappertutto.

LEANDRO - Dappertutto!

VANESSA - Tant’è vero che il giorno prima si era fatta una ferita qui sulla fronte .... e allora il mio povero marito prese su la bambina e le disse - Ma come caschi? A pancia sotto?

LEANDRO - No, è sbagliata la logica... “Ma come? Virgola. Caschi a pancia sotto??

VANESSA - Ma come? Virgola. Caschi a pancia sotto? ...

LEANDRO - Quando sarai più furbetta cascherai a pancia su, non è vero Giulia? (muove il bacino) Ragazzi è Shakespeare questo

VANESSA - A professò è porno!

LEANDRO - E per la Santa Vergine, la piccola streghetta smise di piangere e disse - Sì.

VANESSA - Sì

LEANDRO - (Suggerendo) Basta, basta, ti prego sta un po’ zitta.

VANESSA - Basta basta ti prego sta un po’ zitta.

LEANDRO - (Accennando a Madonna Capuleti) No, tocca a lei lei

M. ALBERTA- Basta, basta. Ti prego sta un po’ zitta!

VANESSA - Certo, signora. Ma proprio non riesco a trattenermi dal


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ridere,

LEANDRO - Ah, ah, ah ! Così si ride a teatro

VANESSA - Così ridono i deficienti. Ah, ah, ah! ..non riesco a trattenermi dal ridere se penso che smise di piangere e disse - Sì.

LEANDRO - Dai Vanessa! Interpreta! Grinta!

VANESSA - Eppure, ve lo giuro... (si toglie la gomma di bocca e la dà a Leandro) sulla fronte aveva una nocella grossa quanto un uovo di gallina. (Esagerando) Era stata una brutta caduta e piangeva disperata. Ma come caschi a pancia sotto? Quando sarai grande, sì che imparerai l’arte di cascar a pancia all’aria! Non è vero, Giulia? - E lei smise di piangere e disse - Sì. Basta, ho finito. (Gridando) Che Dio ti benedica! Sei stata la bimba più bella che abbia mai allattato. Vorrei campare tanto da vederti (gridando) sposaaaaaaaaaa.

Silenzio

M. ALBERTA - Sposa? Professore ha detto la parola sposa? Questa parola la dovevo dire io. Giulietta, figliola mia, che cosa pensi del matrimonio?

LEANDRO - Dai Roberta , tocca a te.

ROBERTA - Perché la devo fare io Giulietta? Non la può fare Maria Alberta?

LEANDRO - No, Roberta non ti ci mettere anche tu. Era già deciso. Lei fa Madonna Capuleti. Tu fai Giulietta.

ROBERTA . No, io non mi sento..

MAX - E’ timida porella.

LEANDRO - Zitto!


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ROBERTA - Non me la sento…E poi io non so’ capace . Posso guardare soltanto?

LEANDRO - Ha detto che non è capace. Scusa ma qui chi è capace Roberta. No ragazzi queste cose io non le voglio proprio sentire. Ho capito stai recitando una parte che ti hanno affibiato. Cos'è la parte della timida? Quello che noi stiamo facendo è un gioco...

sembra un gioco ma in realtà è una cosa importante. Fingere di essere un altro per scoprire chi sei tu in realtà. E' un'occasione importante, non devi assolutamente perderla.

Roberta rimane in silenzio a testa bassa.

LEANDRO - Allora Roberta? Va bene ragazzi, io non posso stare dietro alle crisi di Roberta, andiamo avanti. Adesso chi la fa Giulietta? (M.Alberta alza la mano) La faccio io..... E’ un onore che non mi sono neppure sognata.

VANESSA - Un onore? Se non fossi stata la tua balia, direi che insieme al latte ti sei succhiata anche il giudizio.

M. ALBERTA - Adesso devi pensare al matrimonio: ci sono giovani che sono già madri alla tua età. Il nobile Paride ti ha chiesto in sposa…

Entra la Candeletti che fa Pietro il servo dei Capuleti. Conta i passi. E’ molto agitata.

CANDELETTI - Uno due tre quattro e cinque. Gli ospiti sono arrivati…la cena è servita…chiedono tutti di voi e di madamigella…ma dov’è?

LEANDRO -La faccio io Giulietta, professoressa.

CANDELETTI - Ah! In cucina non si fa altro che imprecare contro la balia. Vi prego venite subito… (esultando) Me la sono ricordata tutta la battuta!!!


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Silenzio

CANDELETTI - Caramella?

LEANDRO - No, grazie.

CANDELETTI - (Uscendo contando i passi) Uno due tre quattro e cinque.

Roberta sviene

MAX - Professo’, Roberta sta male.

LEANDRO - Come? De Angelis vada a chiamare qualcuno, presto!

DE ANGELIS - Subito! (Esce)

CANDELETTI - (Rientrando) che succede?

LEANDRO - Non lo so, è svenuta.

CANDELETTI - Alzatele le gambe presto!

LEANDRO - Prendete l'acqua.

CANDELETTI - No, potrebbe strozzarsi.

MARIA ALBERTA - Non è niente professoressa, le capita spesso. E’ anoressica bulimica. LEANDRO - Che è?

MARIA ALBERTA - Anoressica bulimica.

MAX - O è anoressica o è bulimica che ne pensi?

MARIA ALBERTA - Deficiente esiste anche una forma di anoressia bulimia, o più precisamente licoressia.

LEANDRO - Invece di fare "Il mondo di Quark" perché non chiamate De Angelis!


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Vanessa alza la mano

VANESSA - Professo’,

LEANDRO - Che c’è Vanessa?

VANESSA - Posso anda’ ar bagno a fuma’?

Tutti la guardano

VANESSA - 'Na sigaretta... E dai...

MUSICA

BUIO

LA REGINA MAB

LEANDRO - Nel frattempo Romeo Mercuzio e Benvolio, tre baldi giovani sui diciassette, diciotto anni si avvicinano alla casa di Messer Capuleti. E’ notte.

Leandro spegne le luci dell’aula.

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MAX - Fa freddo

LEANDRO - No fa caldo è luglio inoltrato. Benvolio e Mercuzio hanno in mano le torce. Romeo li segue da dietro. Sono già tutti e tre mezzi ubriachi. Bene, io faccio Benvolio. Questa l’abbiamo già provata. Memoria?

GIOVANNI - Ce sta.

LEANDRO - Bene. pronti, via!

GIOVANNI - La prima è la mia vero professo’?

LEANDRO - Hai detto ce sta... Vai.

GIOVANNI - (recitando la parte di Romeo) E dunque, faremo un discorso per scusarci? O entriamo senza tante storie?

LEANDRO - Le formalità sono fuori moda ormai, lasciamoli pure giudicare come vogliono.

GIOVANNI - Datemi una torcia, buio come sono lasciate che io porti la luce. Non ho voglia di ballare.

MAX - (recitando la parte di Mercuzio) No, Romeo stamo qua pe’ fatte balla.

GIOVANNI - Non posso, ho il cuore di piombo e non riesco a muovermi.

MAX - Sei innamorato, fatte presta’ le ali da Cupido e vola sui tui spasimi. Se l’amore te punge pungilo puro tu.

LEANDRO - Bravi ragazzi. E' la prima volta che recitate. pure a momoria. Bravi! Max, scusa potresti farla un po’ meno in romano?

MAX - Perchè se sentiva tanto? Ce provo. (Con grande fatica) Sei innamorato, fatti prestare le ali da Cupido e vola sui tuoi spasimi se l’amore ti punge pungilo pure tu.

LEANDRO - Max, falla in romano che è meglio.


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MAX - Dateme ‘n astuccio in cui io possa nascondere er mio viso. Maschera su maschera. Uno sguardo curioso vuole vedere le mie deformità. Che importa? Ecco una grottesca faccia che arrossirà ar posto mio.

GIOVANNI - Stanotte ho fatto un sogno.

MAX - Io pure

GIOVANNI - Che hai sognato?

MAX - Che spesso i sognatori mentono.

LEANDRO - Max fermo co’ ste mani.

MAX - E do me le metto?

LEANDRO - Poi te lo spiego...

GIOVANNI - Quelli che sono addormentati a letto sognano cose vere.

MAX - Ma allora la regina Mab è venuta a fatte visita. E’ la fata che fa sognare e non è più grande della figuretta di un …di un cammeo che sta all’indice di un consigliere comunale….

Max si ferma.

LEANDRO - Riprova dai

MAX - Ma allora la regina Mab è venuta a fatte visita è la fata che fa sognare è non è più grande della figuretta di un cammello…che sta al coso….

LEANDRO - Che c’è Max?

MAX - Non lo so. Professo’ Nun me piace me sento finto.

LEANDRO - E allora?


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MAX - Io avrei pensato che magari…

LEANDRO - Cosa?

MAX - Glie posso fa vede’ come l’avevo pensata io? Cioè noi…

LEANDRO - Certo

MAX - Solo che bisogna anda’ a chiama’ Mirko.

LEANDRO - Perché Mirko?

MAX - Perché Mirko c'ha il cd.

LEANDRO - Che c'ha Mirko?

GIOVANNI - Ha fatto la base musicale….

MAX - (Gridando) Mirko!! Mirko!!!

MIRKO - (FC) Che cazzo voi!

LEANDRO - Ragazzi mi mettete nei guai con il preside

GIOVANNI - Nun se preoccupi professo’ nun famo danni.

Entra Mirko

MIRKO - A professò me scusi, ieri non sò venuto ma c'ho avuto un corso de educazione sessuale... insegnavo io

(Entrano M.Alberta, Roberta, il Bidello e la prof. Candeletti)

CANDELETTI - Che succede?

LEANDRO - Non lo so, i ragazzi ci fanno una sorpresa...


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CANDELETTI - Mi metto vicino a lei...

LEANDRO - Non avevo dubbi

DE ANGELIS - Problemi professò?

LEANDRO - No, tutto sotto controllo. I ragazzi ci fanno una versione della Regina Mab particolare...

MAX - Sei pronto?

MIRKO - Si!

MAX - (Annunciando) Ladies and Gentleman: La Regina Mab!

MAX - Cantano Mercuzio and Brothers!

VANESSA e M. ALBERTA - (Entrando platealmente) And Sisters !!!

(cantando)

MAX

La regina Mab ti è venuta a trovare

Lei è quella fata che ti fa sognare

e come pietra d'agata che ti porti al dito entra come uno spillo nel tuo cervello vivo e come fumo che ti fa sognar le stelle

ma bada sta attento che siano proprio quelle nella testa degli amanti galoppa ogni notte ti fa sognare di avere tante cotte

VANESSA – M.ALBERTA She's the Mab... she's the Queen!!!


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GIOVANNI

Vola sulle ginocchia dei politici ruffiani

che prima parlan bene e poi si sporcano le mani

MAX

Atterra sulle dita di avvocati e notai

che sognan poche tasse e dell'altri tanti guai

MIRKO

Si appoggia sulle labbra di tutte le donne belle

che sognani li baci ma voglion solo perle

VANESSA – M.ALBERTA She's the Mab... she's the Queen!!!

Quando la canzone arriva all’eccesso, il bidello De Angelis va alla presa di corrente e stacca lo stereo

DE ANGELIS - Questo l’avete visto e mo’ nun lo vedete più.

Poi esce.

Silenzio

Leandro si alza di scatto e saltella per il palcoscenico come un pazzo

LEANDRO - Bravi ragazzi! Tu hai esagerato un pò nel finale... Però va bene uguale ragazzi, è questo lo slancio creativo di cui parlo sempre... Però adesso no, non la facciamo uscire. Non permettiamo che se ne vada. Per nessun motivo al mondo... E’ lei. La regina Mab. La levatrice delle fate, colei che ci fa sognare. Entra, piano leggera musicale mia regina Mab. Va in cerca della voce che sta in fondo alla


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mia anima. Penetra nelle viscere del possibile. tu lo sai quello che cerchi. E allora tiralo fuori, forte, vigoroso! (prende un grosso respiro) Quando sentirete l’abisso nel respiro, quello sarà il segnale. Vi avvertirà che è libera la via dell’incanto.

Silenzio. Tutti lo guardano attoniti

LEANDRO - Beh? Dov’è finita la vostra baldanza. Su, entriamo nella casa di Messer Capuleti, dove si sta preparando una grande festa. Il Dio dell’amore conduca le nostre vele. Rulla il tamburo Benvolio. Allora? Ah sono io Benvolio

Leandro esce dalla classe saltellando e rullando un tamburo immaginario.

Dopo qualche secondo lo segue sempre saltellando e rullando la professoressa Candeletti

VANESSA - Certo che dentro a sta scola ne girano de canne!!!

MUSICA

BUIO

LA FESTA


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LEANDRO - Benvenuti nella casa di Messer Capuleti.

MARIA ALBERTA - Buongiorno professore io avrei portato dei cioccolatini francesi.

LEANDRO - Brava Maria Alberta. E tu Mirko che hai portato?

MIRKO - Io ho portato una cosa che è materia mia.

LEANDRO - E sarebbe?

MIRKO - La patata!

CANDELETTI - Ta dà!!

LEANDRO - Non ci credo. Li ha fatti lei?

CANDELETTI - Sì, li ho impastati per tutta la notte...

LEANDRO - Per me?

CANDELETTI - Sì per lei, solo che......

LEANDRO - Grazie grazie...

MAX - Io nun ho portato niente professo’!

LEANDRO - Non fa niente ci divertiamo lo stesso.

GIOVANNI - Guardi un pò professo’!

LEANDRO - Te l'ha ridato?

GIOVANNI - Gliel'ho sfilato io...

LEANDRO - Bravo Giovanni capiti a ciccio. Io c'ho questo disco di musica rinascimentale. Quando ti faccio segno lo metti, capito?

GIOVANNI - Ok!

ROBERTA - Buongiorno professore

LEANDRO - Ciao Roberta ci sei anche tu? Come stai?

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ROBERTA - Bene.

LEANDRO - Vanessa! Te che hai portato?

VANESSA - A professò meno male che se sto io... Ho portato un pò d'erbetta...

DE AGELIS - A professo’ io ho portato la tombola.

LEANDRO - De Angelis, è una festa rinascimentale e lei ci porta la tombola?

DE ANGELIS - E’ bella, ce se gioca…tutti assieme.

LEANDRO - Ragazzi indovinate che cosa vi ha portato il vostro professore di teatro preferito? No chiudete gli occhi prima…

VANESSA - Chiudemo l’occhi che questo è scemo

LEANDRO - I costumi!!!

VANESSA - Ma ‘ndo l’hai trovati?

LEANDRO - Me l’hanno prestati. Cioè loro non lo sanno che me l’hanno prestati, perciò stateci attenti.

Mirko si avvicina a Leandro con una spada in mano

MIRKO - Ce stanno pure le spade!

LEANDRO - Attento che quella è vera! Ma sei scemo?... Sei scemo sì, ma te sembra vera? E poi scusa questa non è una spada, è una partigiana non lo vedi c'ha le frange...

M. ALBERTA - Professore io varei cercato su Internet partigiane: asta montante unalancia triangolare.

LEANDRO - E aquanto è alta?... Non lo sa, non lo sa!... Giovanni la


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musica. Quella rinascimentale...

Giovanni invece inserisce Mambo number five.

LEANDRO - Oddio mi sono sbagliato…

CANDELETTI - Ragazzi tutti in posizione come vi ho insegnato io... E' facile Leandro... Siete pronti ragazzi?

Tutti cominciano a ballare

LEANDRO - Ed è in mezzo a tutta quella confusione che Romeo vede per la prima volta in vita sua Giulietta. Che fa Giulietta? Se ne sta seduta in un angolo? No, balla con un altro.

GIOVANNI - Chi è la dama che arricchisce con la sua la mano di quel cavaliere? Ella insegna alle torce come splendere! Ha forse mai amato il mio cuore finora? Negatelo occhi, perché mai fino a stanotte, avevo visto la vera bellezza!

LEANDRO - Intanto Tebaldo, cugino di Giulietta e nemico di Romeo, ha scoperto l’inganno delle maschere.

MIRKO - Dalla voce costui mi pare un Montecchi. Come può osare di venire qua, celato dietro quella maschera e farsi beffe della nostra festa. Ucciderlo non sarà un peccato!

LEANDRO - Che c’è, che ti agita figliolo?

MIRKO - Zio, quello è un Montecchi un nostro nemico, un furfante venuto a beffarsi della nostra festa.

LEANDRO - Non è il giovane Romeo?


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MIRKO - Proprio lui

LEANDRO - Si sta comportando da gentiluomo. E spiana quella fronte accigliata: che codesti sguardi torvi non si addicono ad una festa.

MIRKO - Le si addicono, invece, quando fra gli ospiti vi è un tal miserabile. Non intendo sopportarlo!

LEANDRO - Lo sopporterai mio bel giovanotto!

MIRKO - Vabbè zio io me ne vado, ma questa intrusione che ora pare dolce se tramuterà in amaro fiele.

Leandro prende Roberta per le spalle e grida

LEANDRO - Trenino!

Tutti fanno il trenino. Ad un certo punto Roberta si stacca dagli altri e va a sedersi all’angolo. Leandro dice qualcosa all’orecchio di Giovanni che si avvicina immediatamente a lei. E le prende la mano.

GIOVANNI - (recitando Romeo) Se la mia mano profanasse la santità della vostra, le mie labbra sarebbero pronte ad attenuare con un bacio la ruvidezza di questo contatto.

ROBERTA - (Leggendo le parole che si è scritta sulle palme delle mani) Buon pellegrino, per dimostrare la tua cortese devozione fai troppo torto alla tua mano. Le mani dei pellegrini possono toccare le mani delle sante.


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La musica si blocca. Tutti si avvicinano a Giovanni e Roberta in silenzio.

GIOVANNI - Ma le sante non hanno labbra? E i pellegrini neppure?

ROBERTA - (Prendendo sempre più coraggio) Sì, ma hanno labbra per pregare.

GIOVANNI - E allora mia cara santa, lasciate che anche le labbra facciano quello che fanno le mani.

Giovanni guarda Leandro come a dire - Lo faccio? Leandro annuisce.

Quindi Giovanni bacia Roberta sulla bocca. Roberta si allontana.

VANESSA - Se so’ baciati davvero?

MARIA ALBERTA - Io non l’avrei fatto mai.

VANESSA - Io sì.

ROBERTA - Resta il peccato di cui sei stato assolto.

GIOVANNI - Com’è dolce riparare a ciò. Rendimi il mio peccato

Giovanni bacia di nuovo Roberta. Maria Alberta riprende tutto con il cellulare.

MIRKO - Bono co’ quella lingua! Me fai prorpio schifo!

LEANDRO - Vanessa!

VANESSA - A Giulietta te sta a cercà tu madre... e vai dai... devi


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annà... te ne devi annà!!

GIOVANNI - Balia chi è sua madre?

VANESSA - Sua madre... me se sta a attaccà tutta la cartina... è la padrona di casa. La damigella con cui ballavi l’ho allattata io. Chi se la sposa devi sapere che trova un sacco de quattrini.

GIOVANNI - Dunque è una Capuleti? Debbo la vita ad una nemica.

Suona la campanella

LEANDRO - Su, finiamo la scena

MAX - Er meglio è finito

ROBERTA - Balia, chi è quel gentiluomo laggiù quello che non voleva ballare?

VANESSA - Si chiama Romeo, è un Montecchi, l’unico figlio del vostro peggior nemico. Ma t’ha baciato proprio co’la lingua?

ROBERTA - Ma sì, ce l'ha infilata tutta!

Escono tutti

LEANDRO - Ragazzi non ve ne andate. La festa è appena cominciata.

Volevo anche invitarvi alla mia serata di cabaret questa sera... Ragazzi! Se ne sono andati. Ma come, abbiamo appena cominciato. M'hanno messo un'energia sti ragazzi incredibile... 20 anni di meno. Un grillo mi sento. Che esperienza. E mò come scarico però? Ah sì, training autogeno... Com'è? Inspira... Espira... Un grillo...


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Leandro si sdraia per terra. Respira alzando la testa, una due volte alla terza si addormenta.

BUIO

IL BALCONE

Al buio si sente solo il fischiettio di un usignolo. Poi luce su Roberta-Giulietta in piedi su un banco. Roberta recita con una dolce timidezza.

ROBERTA - O Romeo, Romeo perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre, rinuncia al tuo nome, e se non vuoi farlo, basta che tu giuri di essere il mio amore e io non sarò più una Capuleti. Solo il tuo nome mi è nemico. Tu saresti te stesso anche se non fossi un Montecchi. Che cos’è Montecchi? Non è la mano, non è il braccio, non è il volto, né qualsiasi altra parte del corpo. Quella che noi chiamiamo rosa non perderebbe il suo profumo se avesse un altro nome. E così Romeo, anche se non si chiamasse Romeo, resterebbe perfetto. (Gridando) Romeo lascia andare il tuo nome e in cambio di quello che non è parte di te prendi tutta me stessa.

GIOVANNI - (con una torcia a batterie in mano) Io ti prendo in parola, chiamami soltanto amore e io sarò ribattezzato

ROBERTA - (accende anche lei la torcia) Chi sei tu che così avvolto nella notte sorprendi i miei segreti?

GIOVANNI - Il mio nome non ti direbbe chi io sia; il mio nome mi è


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odioso in quanto tuo nemico. Se lo avessi scritto su un foglio lo strapperei.

ROBERTA - Ancora le mie orecchie non hanno bevuto cento parole della tua voce che già ne riconosco il suono. Non sei tu Romeo, un Montecchi?

GIOVANNI - (un po’ forte di volume) Nessuno dei due amor mio…

ROBERTA - Shhhhh

GIOVANNI - Se tutte e due ti dispiacciono.

ROBERTA - Chi ti ha condotto fin qui?

GIOVANNI - E’ stato amore che ha spinto i miei passi.

LEANDRO - Vai con l’usignolo

Max comincia a fischiare come un usignolo

GIOVANNI - Non sono un pilota ma se tu fossi lontana da me quanto la riva abbandonata del più lontano mare, io non esiterei a mettermi in mare per un carico così prezioso.

ROBERTA - O mio Montecchi sono un po’ troppo innamorata e tu potresti giudicare la mia condotta un po’ frivola, ma abbi fiducia in me ed io mi mostrerò più sincera de quelle che sembrano più riservate.

GIOVANNI - Giulietta per quella sacra luna, io ti giuro…

ROBERTA - No, non giurare per la luna, l’incostante luna che si trasforma ogni mese

GIOVANNI - Su cosa devo giurare, allora?

ROBERTA - Non giurare ti prego. Benché tu sia la mia gioia io non


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riesco a gioire del patto che ci lega stanotte.

LEANDRO - Vai con la pioggia.

Inizia il rumore di una pioggia leggera. Roberta-Giulietta apre un ombrello., Giovanni-Romeo si ripara con il maglione, così anche Leandro e gli altri ragazzi. Inquadratura su Maria Alberta. Solo ora capiamo che il rumore della pioggia lo sta producendo lei stropicciando una busta della spesa.

ROBERTA - E’ troppo rapido, troppo improvviso, troppo violento, troppo simile ad un fulmine che cessa di esistere ancor prima che uno possa dire - Lampeggia. Buonanotte. Questo bocciolo d’amore…. Professore!

LEANDRO - Vai benissimo!

ROBERTA - Il bocciolo!

LEANDRO - Oddio scusa...

ROBERTA - Questo bocciolo d’amore si muterà nel soffio dell’estate e forse quando ci vedremo sarà uno splendido fiore. (Lo lancia a Romeo) Buonanotte!

VANESSA - Giulietta!

ROBERTA - Addio amore mio! Vengo subito mia buona balia.

LEANDRO - Ecco, la storia potrebbe anche finire così. Giulietta torna dentro, Romeo se ne va, si rivedranno? Chissà... Ma l'amore brucia e soprattutto non c'è tempo. E allora la timida Giulietta si trasforma, diventa un fuoco che avvampa, che incendia... Un fuoco che nessuna pioggia spegnerà mai più.

ROBERTA - O mio caro Montecchi tre parole ancora e buonanotte


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per davvero. Se sei disposto ad amarmi con onore e il tuo scopo è di sposarmi, mandami a dire domani da qualcuno che farò venire presso di te dove e a che ora vuoi celebrare il matrimonio.

VANESSA - Giulietta!

ROBERTA - Vengo subito. Ma se le tue intenzioni non sono buone, io ti scongiuro…

VANESSA - Madamigella

ROBERTA - (Alterata) Sì, vengo!…ti scongiuro, non tentarmi e lasciami al mio dolore. Domani ti manderò qualcuno. Mille volte buonanotte.

BUIO

IL CONVENTO DI FRATE LORENZO

LEANDRO - (Al pubblico) E qui comincia la corsa. E’ l’alba. Romeo corre a perdifiato fino al convento dei cappuccini per chiedere ad una frate amico, Frate Lorenzo di celebrare quanto prima il matrimonio. Frate Lorenzo?

De Angelis entra vestito da prete con un secchio in mano.

DE ANGELIS - Eccolo!


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LEANDRO - De Angelis, le avevo detto frate cappuccino.

De ANGELIS - E la tonaca da frate non ce l’avevano in parrocchia professo’. Se potesse fa’ che era un prete semplice.

LEANDRO - (Imitandolo) E no, che nun se potesse fa, perché Frate Lorenzo è un cappuccino. Che vogliamo fare adesso Peppone e Don Camillo?

DE ANGELIS - Slancio creativo, professo’ lei lo dice sempre…

LEANDRO - Senta de Angelis, io mi sto applicando. Sto rimanendo anche il pomeriggio per aiutarla perché lei ha più difficoltà degli altri. Ha fatto gli esercizi di dizione?

DE ANGELIS - Tutti professo’.

LEANDRO - Bene, verifichiamo.

DE ANGELIS - Ba be bi bo bu...... (fa dei versi dentro il secchio)

LEANDRO - Cos'è?

DE ANGELIS - La risonanza magnetica...

LEANDRO - Allora De Angelis ripeta con me IL SOLE …

DE ANGELIS - ER ZOLE,

LEANDRO - No, non er zole , il sole, ripeta

DE ANGELIS - Er zole

LEANDRO - No attento la lingua fa questo movimento, guardi, Il sole

DE ANGELIS - Er zole!

LEANDRO - Il sole

DE ANGELIS - Er zole!

LEANDRO - Il sole,

DE ANGELIS - Er zole! Oh mi scusi professo, che gli ho sputato?


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LEANDRO - Sì, ma non m'ha preso... Vediamo la recitazione.

Raccoglie le erbe mediche.

DE ANGELIS - (Recitando male, finge di raccogliere qualcosa da terra) Prima che er zole asciughi la rugiada della notte questo paniere dovrà essere pieno de radici selvatiche e di fiori dar succo raro. La tera che è la tomba della natura è anche la sua culla, …no, la tera che

èla culla della tomba della natura terrestre…professo’ nun è che la potessi leva sta battuta che me sta antipatica?

LEANDRO - No

DE ANGELIS - Levata, grazie professo’ (Continuando a recitare) Grandi e potenti sono le qualità delle piante, delle erbe e dei sassi e le loro qualità sono reali.

LEANDRO - Basta raccogliere, De Angelis.

DE ANGELIS - (Non capisce e continua a raccogliere) Non v’è sulla terra malvagità, che per quanto trista , non rechi un bene, e così come non v’è cosa alcuna che per quanto benefica (accento sulla i), se venga distratta al suo retto impiego…

LEANDRO - Basta , non raccolga più, De Angelis, basta…

DE ANGELIS - (Continuando a raccogliere) …non cada nell’abuso. Nei petali di questo fragile fiore sono nascosti insieme una medicina e un veleno. Se lo odori risveglia in te una lieta euforia, ma se lo assaggi, te uccide…Che fatica. A professo’ ma sempre a raccoglie devo sta?

Entra Giovanni

GIOVANNI - Buongiorno padre


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DE ANGELIS - Benedicite. Di chi è mai questa voce mattutina?

Figliolo…

LEANDRO - Ma non a me, a lui.

DE ANGELIS - Sì a lui! Figliolo perché hai così presto detto addio al tuo letto? Gli occhi dei vecchi tengono aperti gli affanni…no…gli affanni tengono gli occhi dei vecchi aperti…o li tengono chiusi? Professo’ io leverebbi pure questa de battuta…

LEANDRO - No

DE ANGELIS - Levata, grazie, professo’! Questa tua sollecitudine mi prova dunque, che tu ti sei levato per via di qualche preoccupazione, se non è così vuol dire che non sei andato proprio a letto stanotte.

GIOVANNI - E’ così padre. Sappiate che mi sono innamorato della figlia del vecchio Capuleti e che ella è innamorata di me. Sposateci oggi stesso.

DE ANGELIS - Oh san Francesco benedetto! E Rosalina che amavi tanto l’hai già dimenticata?

GIOVANNI - Voi mi avete sempre rimproverato di amare Rosalina.

DE ANGELIS - Di essertene infatuato non di amarla. (comincia a picchiare Giovanni)

LEANDRO - De Angelis troppa foga!

GIOVANNI - Vi prego non mi sgridate, colei che ora amo mi rende amore per more, l’altra non faceva altrettanto.

DE ANGELIS - Perché sapeva che l’amore tua veniva dai libri e non dar core. Ma vieni ragazzo volubile, vieni con me. (comincia a girare sul palcoscenico) C’è una ragione perché io ti aiuti. Questa unione potesse mutare in amore l’odio che c’è tra le vostre famiglie.

GIOVANNI - Andiamo. Ho fretta padre.


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DE ANGELIS - Calma, calma, chi corre inciampica.

LEANDRO - Inciampa!

DE ANGELIS - Eh? …(Inciampando)…ma porca putt…

De Angelis esce. Entra di corsa la Candeletti

CANDELETTI - Leandro mi scusi ha una moneta da un euro.

LEANDRO - Sì certo, ma a che le serve?

CANDELETTI - Sorpresina...

La Candeletti esce

LA PIAZZA

LEANDRO - (solo) Ma Romeo ha fretta. Corriamo in piazza. Qualche ora più tardi. Sono le nove .

(Entra MAX - MERCUZIO in costume. E‘ abbastanza ridicolo con il costume il mantello e le scarpe da ginnastica)


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MAX - Ta dà!!

LEANDRO - Bello! Dove l'hai preso? Non è mio questo!

MAX - Me l'ha fatto mi madre!

LEANDRO - Vai con la battuta.

MAX- Ma dove si sarà cacciato il nostro Romeo? Non è tornato a casa stanotte?

LEANDRO - Dal padre no; ho parlato con il suo servo.

MAX- Quella pallida e spietata Rosalina, a furia di tormentarlo lo farà impazzire.

LEANDRO - Tebaldo gli ha mandato una lettera a casa.

MAX- Una sfida.

LEANDRO - Ma Romeo saprà rispondergli.

MAX- Chi sa scrivere sa rispondere sfidandolo a sua volta.

MAX- Ahime’, il povero Romeo è già morto, trafitto dal nero occhio di una bianca fanciulla, colpito in un orecchio da una canto d’amore, colto nel mezzo del cuore da una freccia del piccolo arciere con gli occhi bendati. Ti pare che sia uomo da battersi con Tebaldo?

LEANDRO - Perchè no? Chi è mai questo Tebaldo?

MAX- Peggio del principe dei gatti.

LEANDRO - Ecco Romeo!

(Entra Giovanni-Romeo)

MAX- Sì, ma c’è n’è mezzo solo, che è più secco di un aringa. Signor Romeo, bonjour! (Tocca quasi a terra in un saluto esagerato) Un bel


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saluto francese in onore delle tue brache francesi. Ci hai pagato con moneta falsa la notte scorsa.

GIOVANNI - Di qual moneta parli?

MAX- Ci hai piantato in asso.

GIOVANNI - Scusami Mercuzio, ma era un affare urgente.

LEANDRO - Ma io vedo una carrozza!

MAX- Laggiù in lontananza.

(Entrano Vanessa-Balia e Candeletti-Pietro. Vanessa è dentro un carrello della spesa, spinta dalla Candeletti)

VANESSA - Signori, nessuno di voi sa dirmi dove posso trovare il giovane Romeo?

GIOVANNI - Sono io Romeo.

VANESSA - Ah lo fai te, non lo sapevo.

Romeo, noi andiamo a pranzo da tuo padre, vieni?

GIOVANNI - Vi seguirò.

MAX- Addio, mia bella antica signora. (scoppia a ridere)

Max esce

GIOVANNI - Balia, raccomandami alla tua padrona... Dille che trovi il modo di confessarsi nel pomeriggio. Nella cella di Don Lorenzo sarà confessata e sposata.

VANESSA - Sposata? Ma davvero? Che ficata! Oggi pomeriggio? Ci


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sarò. Cioè ci sarà.

GIOVANNI - Salutami la tua signora.

VANESSA - (Chiamando in malo modo) Professorè!

LEANDRO - Ma dove l’avete preso quel carrello?

CANDELETTI - Quale carrello? Sembra un carrello, in realtà è un carro medievale trainato da due bianchi cavalli… E' un esproprio proletario Leandro ma non si preoccupi lo restituisco io!

(Escono) (da fuori si sente un trambusto)

LA STANZA DI GIULIETTA

(Leandro prende Roberta-Giulietta e la fa sedere sul banco)

LEANDRO - Intanto Giulietta aspetta nella sua stanza il ritorno della balia...(Vanessa non entra) Della balia... che starà ancora scendendo dal carrello... (Alla porta) Vanessa!! E basta co’ ste canne! Forza. Buttala. Buttala!

(Entra Vanessa-Balia)

ROBERTA - Oh eccola che arriva. E allora? Mia dolce balia che notizie mi porti? Oh Signore perchè hai l’aria triste?


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VANESSA – Triste? Sto incazzata nera, 'na canna sana sana m'ha fatto buttà!

(Durante questa scena Leandro suggerirà a gesti le battute a Vanessa-Balia che non se le ricorda)

LEANDRO – Stai calmina e pensa alla parte. Sei la Balia non Vanessa.

Forza... Non ne posso più.

VANESSA – E semo in due, perché pure io…

LEANDRO – E’ la battuta della Balia… L'hai studiata la scena?

VANESSA – Ah già. “Non ne posso più. Lasciami tirare il fiato, accidenti! Le mie ossa sono tutte un dolore. Che trottata.

ROBERTA - Vorrei che tu avessi le mie ossa e io le tue notizie. Su avanti ti prego, parla, o buona, buonissima balia, parla.

LEANDRO - Parla...

VANESSA - Che glie dico professò?

LEANDRO - Non lo sai, non hai studiato...

VANESSA - No, è che me serve un aiutino... Tipo se mi mima...

(Leandro mima)

VANESSA - Che fretta! Non puoi aspettare un momento? Me dia una vocale... Non vedi che sono senza fiato?

ROBERTA - Come puoi non avere fiato se hai il fiato di dirmi che non hai fiato?

VANESSA - (A Leandro) Ma che vor di’ sta battuta?

LEANDRO - Continua.

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ROBERTA - Insomma, le notizie sono buone o cattive? Rispondi almeno a questo. Buone o cattive?

VANESSA - La fai semplice tu. non sei neanche capace di sceglierti un uomo. Quel Romeo! No, non è per te. (si spaventa) Mò che è!

LEANDRO - Ti sti suggerendo.

VANESSA - E che è?

LEANDRO - La faccia.

VANESSA - La faccia? ah bravo.. no, ma sei bravo... La faccia? Me fai così! Hannibal Lecter!

LEANDRO - Se tu avessi studiato il problema non ci sarebbe.

VANESSA - Se lei avesse studiato mimo piuttosto..

LEANDRO - Io l'ho studiato mimo...

VANESSA - E allora è stato bocciato! .....La faccia sì, è bella più di

quella di tanti altri e (sempre più eccitata) le gambe e le mani, e i piedi, e il corpo, una tartaruga e…

LEANDRO - …e basta.

VANESSA - e basta. Anche se non se ne dovrebbe parlare, sono senza confronto. Va’ per la tua strada figliola. E preoccupati di servire.... il preside!

LEANDRO - Dio!

ROBERTA - O cara, carissima balia: dimmi quello che ti ha detto il mio amore.

VANESSA - Il tuo amore, da vero gentiluomo ha detto, come s’addice ad un uomo cortese, gentile, bello e direi anche virtuoso...dov’è tua madre?

ROBERTA – (infuriata) Dov’è mia madre? In casa. Dove vuoi che sia.


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BALIA - A Giulietta... Datte 'na calmata! Non è perché fai la protagonista... Nun me sta bene... Nun me piace... D’ora innanzi le tue ambasciate te le farai da te.

ROBERTA - Che ti ha detto Romeo?

VANESSA - Nun me toccà!

LEANDRO - Dai finiamo questa scena pietosa. (le porge il copione)

Vanessa da una rapida occhiata al copione

VANESSA - Ah sì, la so, la so! Hai avuto il permesso di andarti a confessare oggi?

ROBERTA - Sì.

VANESSA - Allora corri alla cella di Don Lorenzo. Lì c’è un marito che ti affetta… che ti aspetta!

(Giulietta esce di corsa)

VANESSA - Mannaggia, ho sbagliato l'ultima professò!

LEANDRO - Solo l'ultima...

VANESSA - E mò che devo fa?

LEANDRO - Te ne devi annà!

IL MATRIMONIO SEGRETO


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LEANDRO - Pomeriggio. Caldo. Che ore saranno? Le due, le tre. E’ l’ora fatale. Un ragazzo e una ragazza ieri sera si sono conosciuti, stanotte si sono giurati amore eterno e oggi…si sposano.

Maria Alberta comincia a cantare. Entra il bidello De Angelis vestito da sacerdote con la stola per la celebrazione. Dietro di lui in processione Giovanni e Roberta. Si mettono davanti al prete. Leandro posiziona delle candele intorno a loro, poi sale su una scala dietro di loro e mette dei filtri colorati davanti all’unico faretto acceso, in modo da cambiare colore all’intera scena.

LEANDRO - Matrimonio segreto. Senza campane che suonano a festa. Senza invitati che si congratulano. Senza confetti e riso all’uscita. Solo un ragazzo una ragazza e un prete. Poche parole quelle giuste “Insieme in eterno. Finchè morte non ci separi. Amen”

Giovanni e Roberta si abbracciano. De Angelis lancia un pugno di riso su di loro.

LA SECONDA RISSA

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LEANDRO - Pomeriggio. Sempre più caldo. Forse troppo. Ma per le strade, ahimé, gira sempre qualcuno.

(Entra Max-Mercuzio. E’ visibilmente ubriaco)

LEANDRO - Ti prego Mercuzio, andiamo via. I Capuleti sono in giro.

Questo caldo fa bollire il sangue.

MAX - Mi sembri uno che, entrando in un’osteria, sbatte la spada sul tavolino e dice: Dio mi aiuti a non avere bisogno di te - e dopo un paio di bicchieri infilza l’oste.

LEANDRO - (Raccontando. Al pubblico.) Mercuzio e Benvolio hanno bevuto tanto. Soprattutto Mercuzio è quasi ubriaco. Se fossi bravo a litigare come lo sei tu, venderei la testa in cambio di un’ora e un quarto di vita...Ecco i Capuleti.

MAX - Non me ne importa niente.

Entra in classe Mirko in costume da Tebaldo.

LEANDRO - Qui cattivo vero.

MIRKO - Signori buonasera. Devo dire una parola a uno di voi.

MAX - Solo una parola? Accoppiatela a qualcosa di più tagliente.

MIRKO - Io sono pronto. Se me ne date l’occasione.

MAX E l’occasione non potreste prendervela da solo.

MIRKO - Mercuzio, tu sei d’accordo con Romeo…

MAX - Accordo! Ci hai scambiati per musicamti? Ecco l’arco della mia


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viola (sfodera la spada) Con questa saprò farti ballare! Vedrete che accordi.

LEANDRO - L’atmosfera si fa sempre più tesa. Dentro le comparse!

Entrano in classe tutti gli altri e si mettono in un angolo a guardare.

Curiosi e spaventati.

LEANDRO - Mercuzio andiamo a parlare dove non c’è gente e ragioniamo con calma. Qui tutti gli occhi ci sono addosso.

MAX - Gli occhi sono fatti per guardare. Lascia che guardino. Io da qui non mi muovo.

LEANDRO - E a questo punto entra Romeo, l’uomo più felice del mondo.

Entra Giovanni

MIRKO - La pace sia con te, amico. Ecco il mio uomo. Romeo, l’amore che ti porto non mi sa offrire una frase migliore di questa: sei un vile!

GIOVANNI - Tebaldo, la ragione per cui ti voglio bene può scusare l’ira con cui mi saluti. Non sono un vile. Mi accorgo che tu non mi conosci.

MIRKO - questo non cancella le ingiurie che ho avuto da te. Avanti, in guardia.


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GIOVANNI - Io non ti ho mai ingiuriato e ti voglio più bene di quanto tu non possa credere.

MAX - Ma questa è una sottomissione ignobile! Tebaldo, acchiappasorci la vuoi fare una passeggiata?

Leandro prende una sedia e la mette davanti a Max-Mercuzio che ci sale sopra, , poi Leandro ne prende altre a formare così una passerella su cui Max procede. Mirko indietreggia.

MIRKO - Che vuoi da me?

MAX - Buon re dei gatti voglio solo una delle tue nove vite per toglierla di mezzo. Dopo a seconda di come ti comporterai con me mi prenderò le altre otto. Vuoi prendere quella spada? Altrimenti la mia ti fischierà negli orecchi prima che tu abbia in mano la tua.

MIRKO - Sono a tua disposizione.

Mirko sguaina la spada.

COMPARSE - OHHHH

Mercuzio e Tebaldo cominciano a duellare

LEANDRO - Bravi. Così. Cattivi!

GIOVANNI -Mercuzio, metti giù la spada.

MAX - Su, avanti fammi vedere!


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GIOVANNI - Mercuzio il principe ha proibito queste risse nelle strada di Verona. Fermo Tebaldo.

Giovanni trattiene Max, che viene infilzato dalla spada di Tebaldo.

LEANDRO - Tebaldo colpisce Mercuzio. Poi scappa.

Mirko esce dalla classe

MAX - Sono ferito. Sono spacciato. E lui se ne scappa così!

GIOVANNI - La ferita non può essere grave.

MAX - Accidenti alle vostre famiglie! Ma perché diavolo ti sei messo fra noi? Sono stato colpito propriosotto il tuo braccio. Aiutami a trovare una casa Benvolio, che mi sento svenire. Accidenti alle vostre famiglie. Mi hanno dato in pasto ai verm…(muore)

LEANDRO - Romeo, Mercuzio è morto

COMPARSE - Ahhh! (Effetto comico)

LEANDRO - Torna Tebaldo

GIOVANNI - Vivo e trionfante. E Mercuzio assassinato!

Rientra Mirko

GIOVANNI - Tebaldo, l’anima di Mercuzio aleggia sulle nostre teste. O tu o io andremo con lui.

MIRKO - Tu, maledetto ragazzo, lo seguivi prima e lo seguirai anche


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ora.

GIOVANNI - Questa spada lo deciderà.

LEANDRO - Dai. Cattivi. C'è odio. Di più. Dai!

Giovanni e Mirko combattono. Giovanni però con un movimento deciso fa cadere la spada di Mirko che indietreggia e inaspettatamente tira fuori un coltello a scatto. Vero. Stupore generale.

LEANDRO - Ma che fai?

MIRKO - (Con un lampo sinistro negli occhi) Slancio creativo.

Mirko insegue Giovanni che, spaventato a morte, scappa.

MIRKO - (A Giovanni che corre ) Vie’ qua che t’apro in due come ‘na mela.

Mirko e Giovanni rientrano in aula preceduti dagli altri che strillano spaventati. De Angelis riesce a bloccare Mirko. Leandro gli porta via il coltello.

LEANDRO - Fermo. Dammi. Ma è vero! Ma sei scemo! Che ti sei messo in testa? Che vuoi dimostrare? Slancio creativo... Come si chiude questo... Forza Romeo, uccidilo! Dai che te lo tiene! Uccidilo!


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Giovanni un po’ spaventato dalla furia di Leandro colpisce appena con la punta della spada Mirko, che cade “morto”. Giovanni rimane fermo a guardare Mirko.

LEANDRO - Scappa Romeo. Hai ucciso Tebaldo. Se ti prendono ti impiccano. Scappa. T'ho detto scappa!

Giovanni getta la spada di plastica

GIOVANNI - (quasi piangendo) Ma vaffanculo!

Giovanni corre via. Leandro esce dall’aula

LEANDRO - Giovanni, Giovanni!

Rientra Leandro

LEANDRO - Non l’avete sentita la campanella? La lezione è finita.

Riesce

VANESSA - Ma quale campanella?

DE ANGELIS - (All’improvviso guarda l’orologio) Oddio, la


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campanella.

De Angelis corre via dall’aula suonando la campanella.

BUIO

FINE PRIMO TEMPO


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SECONDO TEMPO

GIULIETTA E LA BALIA

Giulietta sola. Entra la Balia.

ROBERTA - Ebbene Balia, che notizie mi porti?

VANESSA - Tebaldo è morto. Romeo l’ha ucciso e ora l’hanno spedito in esilio.

ROBERTA - La mano di Romeo ha versato il sangue di Tebaldo?

VANESSA - Sì, maledetto giorno! Sì!

ROBERTA - O cuore di serpente dietro il volto di un fiore. Angelico demonio. Mai drago dimorò in una caverna così bella! Quale inganno dimorava in un così splendido palazzo!

VANESSA - Negli uomini non c’è più fede, nè onestà ! Sono tutti spergiuri, tutti ipocriti. Ah, ci vuole un po’d’acquavite. (Tira fuori una canna) Mò va meglio. A me Giulietta tutte ste disgrazie, tutti sti a me m'invecchiano. La vergogna cada su Romeo.

ROBERTA - Ti si gonfi la lingua per aver pronunziato un voto simile!

VANESSA - Vuoi forse approvare chi ha ucciso tuo cugino?

(Mentre Giulietta parla, Vanessa va in estasi, comicamente per gli effetti della canna. Leandro in penombra scuote la testa)

ROBERTA - E dovrei disapprovare il mio sposo? Ah, povero signore,


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quale lingua carezzerà mai il tuo nome se io che t’ho sposato da sole tre ore ne ho già fatto scempio? Tebaldo voleva ucciderlo ecco perchè lui l’ha ucciso. Indietro sciocche lacrime, voi non siete che un tributo al dolore, ed è un errore versarle per la gioia. Mio marito vive, mio marito che Tebaldo voleva uccidere. E Tebaldo, che voleva uccidere mio marito è morto. Tanto m’è di conforto. Perchè mai dovrei piangere? ...Dove sono mio padre e mia madre, Balia?

VANESSA - Piangono e si disperano sul cadavere di Tebaldo. Vuoi andare da loro?

ROBERTA - Lavino le sue ferite con le loro lacrime. Ma le mie scorreranno per l’esilio di Romeo, quando le loro si saranno asciugate. Io morirò vedova e vergine.

VANESSA - Se…vergine! ‘na vorta

ROBERTA - Vieni Balia. Vado al mio letto di nozze. A cogliere la mia verginità sarà la morte, e non Romeo. (Piange)

VANESSA - Poraccia! Mamma mia come l'ho caricata! Vabbé Giuliè mò però non fa così... Vuoi fa du' tiri? So dov'è Romeo, sarà qui stanotte... Ciao core! (Esce)

MUSICA

BUIO


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LA CELLA DI FRATE LORENZO

Entra Frate Lorenzo accende una candela

DE ANGELIS - (Con forte accento romanesco) Vieni fuori, Romeo. Vieni fuori, uomo timoroso. L’afflizione si è innamorata dell’aspetto tuo. Devi aver sposato la disgrazia.

(Entra Romeo)

GIOVANNI - Don Lorenzo che notizie portate? Qual’è la sentenza del principe?

DE ANGELIS - Esilio. Sei bandito da qui, da Verona. Dovrai andare a Mantova. Ma abbi pazienza, il mondo è grande.

GIOVANNI - Non c’è mondo fuori dalle mura di Verona, ma solo purgatorio, ogni sorta di torture e l’inferno. Essere bandito di qui, vuol dire per me essere bandito dal mondo, e l’esilio dal mondo è la morte.

DE ANGELIS - Per la colpa da te commessa, la nostra legge reclama la morte. Ma il principe, generoso, ti ha difeso. E’ un prezioso atto di clemenza che tu non sai intendere. (spegne involontariamente la candela)

GIOVANNI - E’ tortura e non clemenza. Qui, dove vive Giulietta, è il Paradiso, e ogni gatto, ogni cane, il più piccolo dei topi, ogni più indegna cosa che viva in questo paradiso può guardarla, ma Romeo non può. Romeo è esiliato.

DE ANGELIS - Stolto e pazzo che sei. Ascolta ancora una parola.

GIOVANNI - Per dire ancora esiliato?

DE ANGELIS - Ti darò una corazza che allontani da te quella parola: la


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filosofia, il dolce latte dell’avversità, per confortarti benchè tu sia esiliato.

GIOVANNI - Ancora esiliato. Impicca la tua filosofia.

DE ANGELIS - I matti non hanno orecchie.

GIOVANNI - E come potrebbero averne se i saggi non hanno occhi.

(Battono alla porta. Sempre più forte. Esageratamente forte. Anche la maniglia viene violentemente forzata.)

DE ANGELIS - Alzati, stanno picchiando alla porta: Romeo nasconditi.

Non senti come bussano? Chi è...Romeo alzati! Sarai

preso...Aspettate! ...Alzati...Corri nel mio studiolo...ma fa presto!

Eccomi, eccomi. Vengo! Ma chi è che bussa a questo modo? (Esce.

da fuori) Da dove venite? Cosa volete?

VANESSA - (Da fuori) Lasciatemi entrare e lo saprete. (Entrando si accorge di avere in mano qualcosa) Vengo da parte....(sottovoce) De Angelis, m’è rimasta la maniglia in mano!

DE ANGELIS - Mo’ questa chi la ripaga, eh?

LEANDRO - (sottovoce) Andate avanti

VANESSA - Vengo da parte di Madonna Giulietta.

DE ANGELIS - (Entrando) Se è così, siate la benvenuta.

VANESSA - Ditemi, dov’è?

DE ANGELIS - Chi?

VANESSA - Romeo!

DE ANGELIS - E chi è? Ah! E’ lì che giace a terra, ubriaco delle sue stesse lacrime.


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VANESSA - Oh anche lui nello stato della mia padrona! Piange e si dispera, si dispera e piange.

GIOVANNI - (Uscendo dal nascondiglio) Parli di Giulietta? Come sta?

VANESSA - Un pò ciancicata...

GIOVANNI - Crede che io sia un volgare assassino, ora che ho macchiato la nostra felicità con il sangue che è così vicino al suo stesso sangue?

VANESSA - Anfatti...

GIOVANNI - Cosa dice di me?

VANESSA - Oh, non dice niente, signore, ma piange e piange di nuovo. Si butta sul letto, e poi si tira su. Chiama Tebaldo, grida il nome di Romeo e poi si ributta giù sul letto.. 'Na caciara...

GIOVANNI - Come se quel nome l’avesse mortalmente colpita e l’avesse uccisa, così come la maledetta mano di chi porta quel nome ha ucciso suo cugino. Ditemi, padre, ditemi in quale parte del mio corpo è custodito il mio nome? Ditemelo, perchè io possa distruggerlo! (Fa per uccidersi)

DE ANGELIS - Trattieni la mano disperato. Sei o non sei un uomo? Il tuo aspetto grida che lo sei, ma le tue lacrime sono di donna e i tuoi atti selvaggi sono di una belva. Hai ucciso... chi ha ucciso?...

VANESSA - Tebaldo!

DE ANGELIS - ...Tebaldo! E vuoi uccidere anche te stesso? E uccidere così anche la donna che vive della tua stessa vita?

(Gli toglie il coltello e lo da alla balia, la quale dopo averlo guardato con orrore, dopo un attimo di esitazione ci si lima le unghie)


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DE ANGELIS - Figliolo, fatti animo! La tua Giulietta, per il cui amore, poco fa volevi morire, è viva. Devi essere felice. Tebaldo voleva ucciderti, ma tu lo hai ucciso. Anche per questo devi essere felice. Va’ a trovare il tuo amore, sali da lei e confortala. Ma bada di venir via prima che che passi la ronda , altrimenti non potrai più uscire per andare a cosa…a Manfredonia.

VANESSA - A Mantova!

DE ANGELIS - Lì rimarrai finchè troveremo il momento opportuno per annunciare il matrimonio... Riconciliarti con i tuoi nemici, supplicare il principe di perdonarti e richiamarti a Verona. Balia, tu va avanti. Raccomandami alla tua padrona e fa in modo che tutti quelli di casa sua vadano a letto presto. Romeo ti seguirà.

VANESSA - (Sbadigliando) Io starei le ore ad ascoltare i suoi buoni consigli ma devo andare.. Datemi i soldi prima! Sto a scherzà, è de plastica!... Mio Signore, dirò alla mia padrona che state per (doppio senso) venire. (ride) Correte, fate presto. (esce)

DE ANGELIS - E’ tardi. Addio e buonanotte....

(Romeo esce. Frate Lorenzo va a spegnere la candela. Solo che nel trambusto della scena, questa si è già spenta. Allora il Bidello-Frate Lorenzo guarda un attimo Leandro, poi soffia ugualmente con aria un po’ idiota sulla candela spenta)

BUIO


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LA LETTERA

MIRKO - Oh allora?

MAX - E’ difficile così su due piedi.

LEANDRO - Provaci

MAX - (Impacciato) Be’ secondo me l’amore è…come posso di’…

VANESSA - Dillo a parole tue.

MAX - Nun me vie’ niente.

LEANDRO - Ragazzi sono venti giorni che non facciamo altro che parlare d’amore, ve la sarete fatta un’idea più precisa, no?

MAX - E’ quando un ragazzo prova attrazione pe’ na ragazza.

VANESSA - Pure ar contrario che dici!

MAX - Va be’ è implicito.

VANESSA - Implicito.. Non sai manco che vor dì implicito!

LEANDRO - Quando vi accorgete che provate amore? Ci sarà un momento in cui dite: ecco io amo.

VANESSA - E’ quando me sudano le mani

MARIA ALBERTA - Quando non riesco a dormire la notte.

MIRKO - A professo’ ha saputo la novità?

LEANDRO - Quale novità?

Mirko parla sottovoce all’orecchio di Leandro

LEANDRO - Davvero?


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MIRKO - Da tre giorni.

LEANDRO - Max e Vanessa se so’ messi insieme?

VANESSA - Ma te stai zitto.

LEANDRO - E’ così questo corso sull’amore ha dato i suoi frutti!

MAX - Nun è vero professo’!

LEANDRO - Non c’è niente di male.

VANESSA - Nun stamo insieme professo’... E se prima ce stavo mo’ nun ce sto più.

LEANDRO - Maria Alberta cos'è per te l'amore?

MARIA ALBERTA - E' quando penso a una persona ogni minuto, sempre sempre.

MIRKO - (Facendole il verso) Sempre sempre...

LEANDRO - Per te Mirko?

MIRKO - Per me ama’ vor di’ osa’, sacrifica tutto per la persona amata.

LEANDRO - Bravo Mirko.

VANESSA - L’ha letto nei baci Perugina professo’.

LEANDRO - Embè? Già che è riuscito a leggere... E invece secondo lei, professoressa Candeletti?

VANESSA - Ma che ce sta la Candeletti? Non l'avevo vista...

LEANDRO - Lei non ci dice niente? Secondo lei che cos’è l’amore?

CANDELETTI - Ma sono cose da ragazzi…

MIRKO - Infatti, che c'entra la Candeletti...

LEANDRO - Avanti!


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CANDELETTI - Ma per me l’amore è….

MIRKO - Parla!!!

CANDELETTI - Be’ io quando penso all’amore penso sempre alla letterina che mi ha scritto mio marito il giorno prima di sposarmi.

VANESSA - La Candeletti sposata? Allora i miracoli esistono!

CANDELETTI - Noi ci siamo sposati in Sicilia, al suo paese, perché lui ci teneva tanto. Pensate, mi ha spedito questa letterina il giorno del matrimonio. E dire che abitavamo porta a porta. Io la porto sempre con me…

LEANDRO - Avanti, professoressa perché non ce la legge?

CANDELETTI - No, assolutamente, mi vergogno troppo.

LEANDRO - Avanti professoressa!

CANDELETTI - No, no…

TUTTI - E dai professore’!!!!

LEANDRO - Su professoressa...

MIRKO – Facce ride!

LEANDRO – Mirko! Ma che modi... ma tu ce l'hai un cuore?

MIRKO - Giallorosso!

LEANDRO - Professoressa non lo faccia per lui... lo faccia per me.

CANDELETTI - Beh... per lei sì Leandro... anche perché diciamolo, io per lei ho un debole...

LEANDRO - Non s'era capito...

CANDELETTI – Allora leggo (Leggendo) cara Annabella…Cara Annabella amore mio...

VANESSA - Giusto er suo... chi se la piglia la Candeletti!


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CANDELETTI - …non posso credere di avere il privilegio di far parte della tua vita, di poter tornare a navigare in mare aperto, grazie a te che sei la mia vela...

VANESSA - Ahò c'avemo pure lo sponsor per lo spettacolo:

Mascalzone Latino!

LEANDRO - Adesso ti sbatto fuori!

VANESSA - Vado a fumà!

LEANDRO - No, allora stai qui!

CANDELETTI -…da quando ti ho incontrata, ogni giorno con te mi sembrava fosse il massimo che si potesse chiedere alla vita, ma il giorno dopo mi smentivi riuscendo a rendere tutto ancora più bello. Sei la mia donna. Sei il futuro che pretendo. E sei la mia bambina da coccolare e sostenere. Te lo prometto, io sosterrò te che oggi sei la mia forza. Avrò cura di te. Ti proteggerò e ricambierò il coraggio che mi dai ogni giorno. Insieme cambieremo le regole di questo gioco. Siamo una squadra vincente. Le tue risate mi ridanno la vita e qualunque cosa accada sarò sempre accanto a te per sentirle, quindi ridi amore mio, ridi per me, ridi per farmi felice e dormi serena perché io sarò accanto a te. Ci sarò, veglierò su di te sempre e per sempre...

Noi cambiavamo i nomi delle cose e ci sembrava divertente... soltanto che poi... il fatto è che anche se cambi i nomi delle cose, le cose restano sempre quelle che sono...Io non gli permettevo di pensare che non ce l’avrebbe fatta. Lui doveva farcela. Dovevamo farcela insieme. Era un gioco di squadra. Era… No, non è vero non era un gioco era cancro. E’ morto in una corsia d’ospedale. Eravamo sposati da tre mesi…non abbiamo fatto in tempo neppure a scartare

iregali di nozze.... Vabbé scusate, io non vi volevo rattristare...

LEANDRO - No, professoressa, non si preoccupi…


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CANDELETTI - Vado un attimo in bagno, con permesso…

LEANDRO - Prego, prego Giulia.

CANDELETTI - Scusate….

DE ANGELIS - Aspetti, l’accompagno io, professoressa…Ci tengo!

(escono)

L’ADDIO

LEANDRO - Romeo sfida ancora una volta il destino. Scavalca di nuovo il muro dei capuleti e si arrampica fino alla stanza di Giulietta. Passeranno tutta la notte insieme. All'alba si sveglieranno si lasceranno. Loro non lo sanno ma è per sempre...La felicità è stata appena sfiorata. E poi perduta. Non c’è mondo oltre Verona, ma solo Purgatorio, ogni sorta di torture e l’inferno.

ROBERTA - Vuoi già partire? Il giorno è ancora lontano: era l’usignolo e non l’allodola, a ferirti l’orecchio.

GIOVANNI - Era l’allodola, araldo del mattino, e non l’usignolo. Devo partire e vivere, o rimanere e morire.

ROBERTA - Quella luce non è la luce del giorno. Lo so. Rimani ancora.

E’ ancora presto.

GIOVANNI - Ch’io sia preso, e sia messo a morte. Se è questo che vuoi, io sono contento. Ho più desiderio di restare che voglia di andarmene. Vieni o morte, e sii la benvenuta! Giulietta vuole così. Cosa c’è anima mia? Parliamo, non è ancora giorno.

ROBERTA - E’ giorno, è giorno. Corri, va via sbrigati. E’ l’allodola che


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canta così stonata. Dicono che canti dolci melodie, ma questa è amara perchè divide te da me. Va via! C’è sempre più luce.

GIOVANNI - Più luce è nel cielo, più buio è dentro di noi.

LEANDRO - Presto presto...

Entra Vanessa-Balia

VANESSA - Giulietta!

ROBERTA - Balia!

VANESSA - Giulietta sta arrivando tua madre, sta attenta.

GIOVANNI - Addio!

ROBERTA - Devo avere tue notizie ogni minuto

GIOVANNI - Addio!

ROBERTA - Credi che ci rivedremo ancora?

GIOVANNI - Ne sono sicuro. Tutti questi affanni saranno l’argomento dei nostri discorsi nei tempi che verranno.

VANESSA - Sì sì dai... belle parole...

GIOVANNI - Addio.

VANESSA - Va va... mamma mia quanto sei brutto Romé!

Giovanni esce

ROBERTA - Ho nell’animo un triste presagio. Ora che sei laggiù mi pare di vederti come se tu fossi morto in fondo ad una tomba.


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LA NOTIZIA SCHISCIA

MIRKO - A’ professo’ posso fa’ una domanda?

LEANDRO - Dimmi Mirko.

MIRKO - Ma Romeo e Giulietta, so’ stati tutta la notte assieme?

LEANDRO - Sì certo.

MIRKO - Allora hanno paccato!

MARIA ALBERTA - Secondo me è stato un amore platonico.

VANESSA - Ma che stai a dì... hanno paccato eccome!

LEANDRO - In che senso, scusa?

MIRKO - In tutti i sensi, che te devo fa vede’ le posizioni?

LEANDRO - Ho capito. sei sempre molto esplicito. Tu mi stai chiedendo se hanno fatto l’amore? Io non lo so, non c'ero, ma immagino proprio di sì. Erano giovani, belli, innamorati. Però vedete ragazzi, quello che conta è che se l'hanno fatto, l'hanno fatto una volta sola. Una splendida meravigliosa unica volta. E' come se il punto più alto dell'amore è stato appena sfiorato, quasi toccato e poi tragicamente perduto. Lo so ragazzi forse è triste ma quanti di noi sognano di provare un amore così intenso?

Maria Alberta alza la mano. Poi Roberta. Poi Vanessa. Poi Mirko. Poi Leandro tutte e due le mani.

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LEANDRO - Sapete la qual'è la verità? Che amore vuol dire osare. Chi l’ha detto prima? Ah tu Mirko, bravo. Amore vuol dire osare. Come vivere…

Vanessa alza la mano

VANESSA - A professo’ io volevo da’ ‘na notizia sghiscia a lei e a tutta la classe. Io e Max se semo rimessi insieme.

LEANDRO - Oh!

MAX - E basta!

VANESSA - M’ha fatto pure l’anello.

ROBERTA - Che bello!

MIRKO - (A Max) Te sarà costato ‘na cifra.

VANESSA - Ieri ar bagno m’ha dato pure un bacio.. a momenti me salta una capsula!

MAX - Ma perché devi racconta’ ste cose.

VANESSA - Sto a osa’, nun me frega niente de quello che dicono….

LEANDRO - Continuiamo. Atto III scena V Giulietta piange. Sola. Tutti fuori

I ragazzi escono tutti tranne Roberta


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PROPOSTA DI MATRIMONIO IN CASA CAPULETI

M. ALBERTA (da dentro) - Giulietta, sei alzata?

ROBERTA - Mia madre?

(Entrano M. Aberta e Vanessa)

M. ALBERTA - Come stai Giulietta?

ROBERTA - Non bene, signora madre.

M. ALBERTA - Continui a piangere per la morte di Tebaldo?

(Da dietro le spalle di Madonna Capuleti, la Balia fa cenno di sì. E Giulietta ripete il gesto)

M. ALBERTA - Un dolore moderato è indizio di molto affetto, ma un dolore esagerato è indizio di poco senno.

ROBERTA - Lasciate che io pianga la sua perdita.

M. ALBERTA - So bene, figliuola, che tu non piangi tanto per la sua morte quanto perchè quel furfante che l’ha ucciso è ancora vivo.

ROBERTA - Quale furfante signora madre?

M. ALBERTA - Romeo! Tu piangi perchè è ancora vivo, vero?

ROBERTA - Sì, madre, piango perchè queste mani non possono


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raggiungerlo.

M. ALBERTA - Ora però ho da darti notizie liete. Giulietta, tu hai un padre così affettuoso, che per farti dimenticare questo dolore, ti sta preparando un giorno di felicità che tu non aspetti e che nemmeno io stessa avrei potuto prevedere.

ROBERTA - Di quale giorno si tratta?

M. ALBERTA - Giovedì mattina, il galante e giovane gentiluomo Paride avrà la gioia di farti, nella chiesa di San Pietro, sua sposa felice.

ROBERTA - Ah no! Per la chiesa di San Pietro e per San Pietro stesso egli non farà nulla. Non capisco questa fretta. Farmi sposare da chi non mi ha fatto ancora un po’ di corte. Vi prego, signora madre, dite al mio signore e padre che io non mi sposerò per ora, e che quando mi sposerò sarà con Romeo, che pure sapete quanto odio, piuttosto che con questo Paride.

M. ALBERTA - Ecco tuo padre.

LEANDRO - De Angelis!

Entra la professoressa Candeletti, inaspettatamente vista da Messer Capuleti.

LEANDRO - Che ci fa lei qui?

CANDELETTI - De Angelis non c'è, è andato al Divino Amore in pellegrinaggio.

LEANDRO - Perché?

CANDELETTI - Perchésiccome deve fare Frate Lorenzo voleva entrare meglio nel personaggio. E allora siccome Messer Capuleti lo devo


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fare io avevo pensato lo posso fare in siciliano?

LEANDRO - No. In siciliano no!

CANDELETTI - Grazie Leandro... Ebbene, moglie mia, hai annunziato a Giulietta quello che abbiamo deciso per il suo bene?

M. ALBERTA - Sì, signor marito, ma ella non vuol saperne e vi ringrazia. Questa sciocchina finirà per maritarsi con la sua tomba.

CANDELETTI - Come come non è grata indegna com’è, che le abbiamo trovato uno sposo così degno?

ROBERTA - No, non sono felice, ma sono riconoscente di qualcosa che , sebbene io odi, mi è offerta con amore.

CANDELETTI - Sono felice, non sono felice. tu devi pensare a metterti in ordine i garretti giovedì prossimo, perchè ti portino alla chiesa di San Pietro insieme a Paride, o ti ci trascino io alla maniera mia... (in siciliano stretto)

VANESSA - Ma che ha detto?

M. ALBERTA - Ma siete impazzito?

ROBERTA - Padre mio, vi scongiuro in ginocchio di ascoltarmi! Dei tuoi modi io mi pento!

CANDELETTI - Miii pure pentita! Questa viene dalla parte della famiglia tua, che nella mia mai si sono dette queste cose! Ora tu fai quello che ti dico io, giovedi vai e ti sposi a Paride altrimenti a me non mi chiami più padre... solo padrino... Moglie mia una grandissima maledizione è, e a me mi prudono le mani... maleducata... disonorata... bottana!

VANESSA - Esagerata!

CANDELETTI - Tieni a freno la lingua Madama Saggezza!

VANESSA- In quello che dico non c’è niente di male.


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CANDELETTI - Minchia muta ti dissi, una parola è poca e due sono troppe. (in siciliano stretto)

VANESSA - A professò, io questa come parla non la capisco...

LEANDRO - Neanch'io!

M. ALBERTA - Vi riscaldate troppo, signore.

CANDELETTI - Cose da nescere pazzi. In tutta la vita, per tutto l'anno, per tutte le stagioni un povero cristiano una cosa sola voleva. Vedere questa grandissima cosa fetusa maritata e sposata. Le ho trovato un bravo picciotto, di buona famiglia che si è fatto già una certa reputazione cresciuto sotto una signora cupola e lei che dice? No non lo voglio, non mi sento, non mi sposo... ti è stata fatta una proposta che non si può rifiutare. Tu la rifiuti e sei fuori dalla famiglia... (uscendo conta i passi) 1, 2, 3, 4 e 5...

ROBERTA - O dolce madre, non mi respingete. Ritardate questo matrimonio di un mese, di una settimana. Altrimenti dovrete preparare il mio letto nuziale nel sepolcro dove giace Tebaldo.

M. ALBERTA - E’ inutile che parli. Fa pure quello che vuoi. Non ho niente da dirti. (Esce)

ROBERTA - Oh Dio Balia! Come si potrà impedire tutto questo? Mio marito è in questa terra e la fede che gli ho giurato è in cielo. Dammi tu un rimedio! Ma come può il cielo tender questi inganni a un piccolo esserino come me?

VANESSA- A professò c'ha 'na sfiga questa! E poi io un rimedio ce l'avrei pure...


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LEANDRO - Vanessa!

VANESSA - ...solo che il professore non vuole...

Romeo è esiliato e scommetto quanto vuoi che non oserà mai tornare indietro a reclamarti. E se lo farà, dovrà farlo di nascosto. Dunque, siccome le cose stanno come stanno, mi pare che la cosa migliore da fare sia sposare il conte Paride. E’ un magnifico gentiluomo! E poi Romeo è morto, o è come se fosse morto, perchè

èvivo ma non ti serve a nulla.

ROBERTA - Parli tu con il cuore?

VANESSA- E anche con l’anima. E se non è così, che siano dannati entrambi.

ROBERTA - Amen.

VANESSA- Amen?

ROBERTA - Bene, mi hai confortata a dovere. Va’ a dire alla signora mia madre che essendo dispiaciuta a mio padre, sono andata alla cella di Don Lorenzo per confessarmi e prendere l’assoluzione.

(Giulietta spinge fuori la Balia. Rimane sola.)

CAMPANE

LEANDRO - (Raccontando) Giulietta corre al convento per chiedere aiuto all’unica persona di cui si può veramente fidare, Frate Lorenzo. Giulietta è disperata, come può sposare l’uomo che il padre ha scelto per lei. Giulietta ama Romeo che ha già sposato. Cosa deve fare, cosa deve fare?


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LA FIALA

(Giulietta è inginocchiata nel confessionale di Frate Lorenzo, fatto di banchi. Leandro è vicino)

ROBERTA - Padre, come posso evitare tutto questo?

DE ANGELIS - Conosco il tuo dolore e mi sconvolge tanto, che non so più ragiona’.

ROBERTA - Se la tua saggezza non può essermi d’aiuto, dimmi almeno che la mia decisione è giusta, e questo pugnale mi aiuterà.

DE ANGELIS - Fermate, pure te co’ sto pugnale. Ah professo’ tutti co’ sto pugnale…

ROBERTA - Dio ha unito il mio cuore e quello di Romeo, e tu hai unito le nostre mani. Parla, ti prego: se non mi darai tu un rimedio, io morirò.

LEANDRO - Frate Lorenzo ha un’idea.

DE ANGELIS - Aspetta, figliuola. Forse c’è una speranza. Ma essa richiede un atto disperato. Per sfuggire la morte, tu dovrai conoscere la morte. Se ne hai il coraggio io ti darò il rimedio.

ROBERTA - Piuttosto di sposare Paride, ordinami di saltare giù da questa torre, o di camminare per una via infestata di briganti; nascondimi in un covo di serpenti, oppure rinchiudimi di notte in un sepolcro sotto le ossa scricchiolanti dei morti.

LEANDRO - Giulietta è disposta a tutto pur di evitare questo matrimonio. Frate Lorenzo allora le spiega il suo progetto.

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DE ANGELIS - Calmati ora. Va’ a casa. Mostrati lieta. Acconsenti di sposare Paride. Domani è Mercoledì. A notte cerca di restare sola. Non permettere che la balia dorma nella tua stanza. Quando sarai a letto, bevi ciò che contiene questa fiala... E' una peretta professò!

LEANDRO - Questa abbiamo, su...

DE ANGELIS - ...sentirai nelle vene un freddo umore, il polso cesserà di battere, nessun calore nè respiro rivelerà la tua vita; per 42 ore rimarrai rigida e senza vita. Apparentemente. All’alba, al sorgere der zole, (scivola sulla sedia) ti troveranno morta. Quindi ti porteranno, vestita dei tuoi abiti più belli sotto la volta dove giacciono tutti i Capuleti. E lì ti sveglierai. Come da un sonno tranquillo... (ride esageratamente)

LEANDRO - Ma che c'è da ridere!

DE ANGELIS - Io intanto farò sapere a Romeo questo nostro disegno, ed egli verrà qui, prima che tu ti sia destata. Insieme osserveremo il tuo risveglio e nella notte egli ti condurrà a Maratea.

LEANDRO - Mantova!

DE ANGELIS - Così sarai libera dalla vergogna che ti minaccia. A meno che tu non abbia paura.

ROBERTA - Dammi la fiala. Non parlarmi di paura.

DE ANGELIS - Prendi. Sii risoluta e felice. Io manderò di corsa un frate a Mantova da coso...da Romeo perchè consegni le mie lettere….Frate Giovanni! Frate Giovanni!!!!

Entra la Candeletti vestita da suora.

CANDELETTI - Frate? Io veramente avevo capito suora!


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DE ANGELIS - E’ lo stesso vero professo‘?

LEANDRO - Andate avanti

FRATE LORENZO - Frate Giovanni, Suor Giovanni, Giovanna, porta questa lettera nelle mani di Roberto a…cosa come se chiama la città… Marina di San Nicola?

LEANDRO - Mantova!

FRATE LORENZO- A Mantova!

CANDELETTI - E Mantova sia!

Frate Lorenzo da la lettera alla Candeletti che esce

ROBERTA - Amore, dammi tu la forza. Addio padre.!

I due si abbracciano, poi Frate Lorenzo esce. Nel frattempo ripassa in scena la Candeletti su un monopattino)

GIULIETTA “MUORE”

Mentre Leandro lentamente parla, Giulietta, sul fondo, aiutata dalla Balia, si spoglia del suo costume e si veste da sposa. Tutto è in controluce, o forse dovremmo dire tutto è illuminato da una luce triste.


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LEANDRO - E così Giulietta torna a casa e accetta di sposare il conte Paride. I preparativi per il matrimonio vengono immediatamente avviati. Manca pochissimo: una sola notte

Ora Roberta è vestita da sposa, con il velo in testa e il bouquet in mano

ROBERTA - Sì questo velo va meglio. Ma ora ti prego, balia, lasciami sola stanotte, voglio pregare.

Entra Maria Alberta

M. ALBERTA - Avete molto da fare? Volete che vi aiuti?

ROBERTA - No, madre, abbiamo scelto tutto. Adesso, vi prego, permettete che la balia stia con voi stanotte. Avrete, certamente, tanto da fare per questi preparativi improvvisi.

M. ALBERTA - Buonanotte. Va’ a letto. Riposati che ne hai bisogno.

Balia!

VANESSA - (facendole il verso) Balia...

(Escono Madonna Capuleti e la Balia)

ROBERTA - (sola. Leandro in semibuio la osserva)

Addio. Il cielo sa quando ci rivedremo! Una leggera angoscia mi

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corre per le vene e quasi mi ghiaccia il calore della vita. Le richiamerò per averne un po’ di conforto. Balia! Ma cosa ci farebbe qua? Devo recitarla da sola, questa lugubre scena.

(Prende la pozione che le ha dato Don Lorenzo)

Vieni rimedio. E se la pozione non facesse effetto? Dovrei sposarmi domattina? No, questo lo impedirà. (Afferra un pugnale, poi lo posa) Tu resta qui. E se fosse un veleno che il prete mi somministra per farmi morire e non esser disonorata da questo matrimonio, dato che prima mi aveva sposato a Romeo? Lo temo, ma pure so che non può essere, perchè è provato che egli è un sant’uomo. E se, quando sarò nella tomba mi risvegliassi prima che il mio Romeo venga a salvarmi? Ecco il mio spavento. Non rimarrò soffocata sotto quella volta nella cui bocca non alita un filo d’aria? E se vivrò, non è probabile che risvegliandomi tanto presto io smarrisca la ragione, circondata come sarò da orrende paure? Eccomi a te Romeo. Io questo lo bevo per te.

(Beve. Si avvicina ad un banco, vi si adagia sopra e lentamente “muore”)

BUIO

L’AMORESECONDO MIRKO


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MARIA ALBERTA - Per me la libertà.

MAX - Io dico la pace

MARIA ALBERTA - Sì ma non c’è pace senza libertà.

MAX - Sì in un mondo dove so tutti liberi solo che però se fanno la guerra!

LEANDRO - Scusate ragazzi, non ci siamo capiti. Io vi ho chiesto solo di dirmi che cos'è per voi l'amore. E’ chiaro che tutti amiamo la libertà , la pace, ma sono frasi fatte. io volgio solo sapere ciò che per voi conta di più.

MIRKO - Per me, tutto quello che amo si può racchiudere in due sole parole: LA ROMA!

LEANDRO - Oh bravo Mirko! Almeno sei concreto. Perché non ci fai capire meglio questo amore, questo trasporto…

MIRKO - Niente, che ve devo fa capì, io amo la Roma, basta.

LEANDRO - Che cosa ami della Roma?

MIRKO - Amo i colori , il giallo e il rosso, amo il corriere dello sport quando lo compro de lunedì, e c’è scritto che la Roma ha vinto. C’ha tutto un altro odore. C’avete fatto caso? A me me piace anda’ allo stadio co’ mi padre. C’annamo insieme da quanno ero pischello. Mi madre ce preparava i panini. Ne faceva quattro perché a noi il tifo ce faceva veni’ fame. Adesso non ce li prepara più perché mi padre e mi madre se so lasciati, però allo stadio io e mi padre c’annamo lo stesso insieme. Noi se vedemo solo allo stadio. Una volta ogni due settimane, se c’è la coppa anche qualche mercoledì. Mi padre ogni tanto se porta pure mi fratello Marco, che però nun è figlio de mi madre, però è sempre mi fratello, giusto?

LEANDRO - Fratellastro.

MIRKO - Eh fratellastro. E’ piccolo. A me me rompe perché me sta


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sempre appiccicato, io un po’ce gioco, me lo pijo sulle spalle e glie dico - guarda, quello è De Rossi, Aquilani, ma lui nun capisce un cavolo e se sbaglia sempre. No quello, quell'altro. Per lui so‘ tutti Totti. Pure er portiere. Allo stadio vole sta solo con me, io gli ho insegnato a canta i cori, er fuorigioco…

LEANDRO - A tre anni? Non l'ho capito io che ce n'ho 40.

MIRKO - Mi madre manco sa che mi padre c’ha un altro figlio e che io c’ho un fratello. Oh mica so‘ io che glielo devo dì, no?

LEANDRO - No, no, credo di no...

MIRKO - Vabbè io glielo sto a dì a lei che mica è uno psicologo... non

èmanco un professore... che è un attore? …Mi madre nun sa niente, lei pensa che io e mi padre da quanno lui se n è andato nun se semo più visti . Sì perché hanno litigato de brutto, dopo che lui l’ha lasciata per quella con cui sta adesso, la madre de Marco…Mo‘ nun se parlano più... Mi padre manco gli ha detto che io sono suo fratello. Gli ha detto che sono un amico. E’ piccolo, mica capirebbe. Lui vole solo vedè Totti! . Me sembro io quando ero piccolo ... (ci pensa un attimo, poi guarda Leandro) Lei voleva sapè chi è che amo? Io amo mi fratello…. Sempre prima la Roma professò...

I PREPARATIVI PER LE NOZZE

(La Balia si avvicina al letto di Giulietta che ora si illumina)


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VANESSA - Giulietta! Su, agnellino mio! Ho capito, vuoi farti una bella scorpacciata di sonno, perchè la prossima notte il conte Paride ti farà riposare ben poco! Beata te... Giulietta... Giulietta! Giorno maledetto... Dimmi che c'ho l'acquavite? Ce l'ho... (Si accende un’altra canna) Padrona!

(Entra Madonna Capuleti. Adesso è evidente la parodia, o perlomeno i dilettanti tentano di fare bene, ce la mettono tutta, ma il troppo sentimento prende la mano)

M. ALBERTA- Cosa strilli?

VANESSA - Guardate!

M. ALBERTA- Creatura mia, mia unica vita, svegliati, guardami o io morrò con te! Balia fa qualcosa. Chiama qualcuno!

VANESSA - Qualcuno!

(Entra la Candeletti)

CANDELETTI - Allora la vogliamo svegliare o no questa Giulietta. E’ tardi.

VANESSA - E' arrivata. E' morta!

CANDELETTI - Il sangue si è fermato. La morte giace su di lei come gelo precoce sul fiore più dolce di tutto il campo.

VANESSA - Che disgrazia!

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(Entra Frate Lorenzo di fretta)

DE ANGELIS- Andiamo! E’ pronta la sposa per andare in chiesa?

CANDELETTI - E’ pronta per andare, ma non per tornare.

M. ALBERTA - Una sola creatura avevo, una povera amorosa bambina, in cui gioire e per cui godere, e la morte crudele l’ha strappata ai miei occhi.

VANESSA - Che disgrazia!

CANDELETTI - Figghia figghia figghia!

VANESSA - M. ALBERTA - (strillano)

DE ANGELIS - Pace per carità. Non è con la confusione che si rimedia alla sventura. Questa creatura era vostra, ma anche del cielo. Ora è tutta del cielo. La sventura è su de noi.

MUSICA

LA TOMBA

(Ora la scena da parodistica diventa sempre più commovente. Leandro e Frate Lorenzo prendono in braccio Giulietta e la posano su un banco al centro della scena. Madonna Capuleti e la Balia raccolgono il velo da sposa e con questo coprono la salma di Giulietta. Poi lentamente escono tutti. Per ultima la Balia che tocca l’ultima volta la sua Giulietta. Unico a rimanere in scena è Leandro)


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LEANDRO - Siamo nel sepolcro dei Capuleti. Tebaldo giace morto da due giorni... Tebaldo giace morto da due giorni!

MIRKO - (entrando) Stavo ar bagno professò!

Dopo un paio di secondi entra velocemente e si distende sul suo giaciglio funebre.

LEANDRO - Nel frattempo a Mantova Romeo viene avvisato da Baldassarre, suo umile e fedele servitore, della morte di Giulietta. Romeo è disperato. Ma c’è sempre la lettera. La lettera che Frate Lorenzo gli ha inviato per avvertirlo che Giulietta è ancora viva. …Già la lettera!

Entra la Candeletti sul monopattino vestita sempre da suora. Davanti a lei Frate Lorenzo

CANDELETTI- Io sono partita per andare a Mantova soltanto che lungo la strada ho incontrato una sorella delle Carmelitane Scalze, allora ci siamo fermate nel convento di alcuni monaci amici nostri che fanno un nocino veramente delizioso, pensi che l'abbiamo bevuto direttamente dai gusci delle noci tutti insieme allegramente... Non ce sò annata a Mantova io!

DE ANGELIS - Ma allora chi ha consegnato la mia lettera a Romeo.

CANDELETTI- Io no. Eccola... Mi dispiace, mi dispiace tanto... E' che a me troppe parti mi fate fare! E io non so più chi sono...

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BUIO su di loro

LEANDRO - Ma questo è solo il primo scherzo del destino. Eh sì perché Romeo da Mantova corre... vuole venire a morire accanto a Giulietta, a Verona. E allora cosa fa, prende il suo cavallo, lo sprona, corre corre e arriva... troppo presto! Oh se avesse tardato, se fosse arrivato solo qualche minuto più tardi. Bastava così poco.

GIOVANNI - Oh amore mio. Mia sposa! La morte che ha succhiato il miele del tuo respiro, nessun potere ha avuto sulla tua bellezza. Non sei ancora conquistata. Le tue labbra sono ancora così belle e rosse.

LEANDRO - (Ispirato, ispira) Come le tue guance

GIOVANNI -Come le tue guance. Giulietta mia, perchè sei ancora tanto bella? Occhi, guardatela per l’ultima volta! Braccia, godetevi l’ultimo abbraccio! E voi, labbra, custodi del respiro...

LEANDRO - (Sottovoce, enfaticamente) Custodi del respiro

GIOVANNI - Suggellate con un bacio il contratto eterno con la morte.

Bevo per il mio amore. Così, con un bacio...io muoio.

Giovanni beve il veleno e muore accanto a Giulietta.

LEANDRO - Romeo è morto. Ma c'è qualcuno all’ingresso della tomba. Frate Lorenzo!

Entra De Angelis, anche lui con un torcia in mano.

DE ANGELIS - San Francesco mio, fammi arrivare in tempo. I miei piedi hanno inciampicato in tutte le tombe stanotte.


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De Angelis vede Tebaldo e poi Giulietta.

DE ANGELIS - Tebaldo, Giulietta. …

Vede anche Romeo

DE ANGELIS - Oh Romeo... come sei pallido!

LEANDRO - Quattro , tre , due , uno. Giulietta si sveglia.

ROBERTA - Oh! Padre mio conforto. Dov’è? Dov’è Romeo?

DE ANGELIS - Sento dei rumori, Giulietta, vieni via da questo nido di morte. Un potere più forte di noi ha fatto…un casino! Vieni, vieni via! Romeo è morto.

Roberta vede il cadavere di Romeo per terra e si spaventa. Leandro cerca di spingerla lontano da Romeo. De Angelis sulla porta del sepolcro la chiama.

DE ANGELIS - Vieni sbrigati…Stanno arrivando le guardie.

ROBERTA - Vattene io non vengo!

De Angelis esce.

LEANDRO - Da fuori hanno sentito il trambusto, si avvicinano delle persone.

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Entrano Vanessa, la Candeletti, Maria Alberta, Max a guardare.

ROBERTA - Questa cos’è? Una fiala. Il veleno è stata la tua fine. Ahscortese, l’hai bevuto tutto e non me ne hai lasciato neppure una goccia. Bacerò le tue labbra; forse c’è ancora tanto veleno che mi potrà guarire, uccidendomi. (Lo bacia) Le tue labbra sono ancora calde. Devo fare presto! O benedetto pugnale! Questo è il tuo fodero. Arrugginisci qui. E lasciami morire...

Roberta alza il pugnale e sta per colpirsi al centro del seno. Tutti i presenti hanno un piccolo ma intenso gesto di orrore… Ma Roberta esita.

LEANDRO - Be’ allora?

ROBERTA - Non ci riesco...

LEANDRO - Come non ci riesci?

ROBERTA - Non è giusto.

LEANDRO - Come non è giusto, la storia è così, devi morire.

VANESSA - E’ troppo tragico, professo’!

MAX - Non può finire così.

Mirko sdraiato sul banco tenta di tirarsi su

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MIRKO - A professo’ me posso alza’?

LEANDRO - No.

MAX - Noi vogliamo che Giulietta viva.

MARIA ALBERTA - Già

MAX - L’hai detto te professo’ che noi potevamo fa quello che ce pareva, basta che ce credevamo.

VANESSA - Slancio creativo.

LEANDRO - Va be’ fate come volete.

MAX - Po’ esse che Giulietta sia rimasta in cinta di Romeo e allora per amore del bambino che sta per nascere, decide di vivere.

MARIA ALBERTA - Mi sembra una cosa non priva di senso e logica

LEANDRO - Shakespeare si rivolterà nella tomba.

VANESSA - Ma che te frega!

Mirko prova a ritirarsi di nuovo su

MIRKO - Oh io me so’ rotto le palle.

LEANDRO - Sta giù tu .

VANESSA - Professo’ abbiamo deciso de fa risorge pure Romeo.

LEANDRO - No, Romeo è morto avvelenato.

MAX - Chi l’ha detto.

VANESSA - E’ ferito

LEANDRO - Sì mo’ uno cor veleno se ferisce. E’ morto, basta.

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MAX - Sembra morto solo che Frate Lorenzo c’aveva una pozione...

VANESSA - … un disintossicante che l’ha guarito.

Entra in classe De Angelis ancora vestito da prete, con un bicchiere di plastica in mano

DE ANGELIS - Che m’ha chiamato qualcuno? Stavo a beve un goccetto d’acqua

VANESSA - De Angelis, venga qua

Vanessa parla all’orecchio a De Angelis. De Angelis si avvicina a Giovanni sdraiato a terra e lo fa bere al bicchiere.

DE ANGELIS - A Romè, bevi ‘sta pozione, te farà risorge...

LEANDRO - Sì Lazzaro.

DE ANGELIS - Te fara risorge... come IL SOLE (dicendolo con dizione perfetta)

Romeo si rialza. Si avvicina a Giulietta. I due si abbracciano. Tutti applaudono. Leandro ride. Suona la campanella. La lezione è finita. Tutti stanno per andar via, poi si fermano. Vanessa dice qualcosa a Max. Poi tornano tutti indietro.

MAX - Professo’, senta. Noi glie volevamo dì che se semo trovati veramente bene con lei e…


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LEANDRO - Grazie.

MAX - …niente siccome che domani ricomincia la scuola perché l’autogestione è finita…

LEANDRO - Sì l’ho saputo.

MAX - Niente, la volevamo ringrazia’.

TUTTI - Grazie, professo’!

VANESSA - Ah, professo’ tutti insieme gli avemo fatto un pensierino, ‘na cavolata. Ah Giova’ te me devi ancora da’ 5 euro del regalo.

LEANDRO - Non c’era bisogno, ragazzi…

Vanessa porge un pacchetto a Leandro

VANESSA - Ta-da

LEANDRO - Così mi fate commuovere. Lo apro?

TUTTI - Certo!

Leandro apre il pacchetto e tira fuori un pupazzetto di peluche verde.

LEANDRO - Carino! Ma che è?

MAX - E’ un tricheco

GIOVANNI - E’ un pulcino.

VANESSA - A me me l’hanno venduto pe ‘na papera.

DE ANGELIS - Ma chi l’ha scelto?

LEANDRO - Grazie, ragazzi, ma la testa dove sta?


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VANESSA - Inside!

MAX - Professo’ i costumi dove li mettiamo?

LEANDRO - Ah già i costumi, giusto. Va be’ facciamo che questo è il mio regalo per voi.

M. ALBERTA - Facciamo una foto!

LEANDRO - Niente corna...

CANDELETTI - Allora arrivederci Leandro. A presto.

LEANDRO - A presto non lo so onestamente... ma perché non ve l'ho detto? Ho vinto un provino. Per l'Otello di Shakespeare. Io non faccio Otello... io faccio Rodrigo...

MIRKO - E chi è?

LEANDRO - Gentiluomo veneziano... 12 battute in tutto...Ragazzi fichissimo, farò una tournéé lunghissima, Calabria, Sicilia, Pantelleria pure in Albania...

MIRKO - A Lea’, ma te che c’hai da fa stasera?

LEANDRO - Stasera? Non c’ho niente da fare perché?

MIRKO - Perché stamo a organizza ‘na festicciola a casa de Vanessa.

VANESSA - A casa mia, io mica lo sapevo.

MAX - Lo sapevamo noi.

LEANDRO - Ma se … pacca?

TUTTI - Eh se pacca eccome!

Escono tutti tranne Leandro che raccoglie gli oggetti e apre il regalo e scopre un orologio e una canna


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LEANDRO - (VFC) Sono contento. In questi venti giorni ho perso qualche turno di doppiaggio, non ho potuto fare un provino per la pubblicità di uno yogurt, ho lasciato la mia fidanzata con cui stavo insieme da due anni, Mirko mi ha accoltellato una gomma della macchina, però sono contento. Sono contento di essere tornato un po’ a scuola.

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