Romeo e Giulietta

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Romeo e Giulietta

di

Salvatore Macri

Autore Posizione SIAE 184727 - Codice Opera SIAE 903731A

mail: macrisa@libero.it - anno 2012

Giulietta                                                      D

Romeo                                              U

Abrogio                                            U

Angela                                                         D

Alessandro                                      U

Amelia                                                          D

Tassista arabo (fuori scena)        U

Scena: soggiorno contemporaneo, uscita a destra per l’esterno, a sinistra per interno dell’appartamento; tavolo e sedie.

Scena prima: Angela, Romeo

Angela                        (seduta davanti al tavolo, tamburella nervosamente, guarda l’orologio, sfoglia delle carte) Io vulesse sape’ chisto scemo quanno vene… e ce l’avevo tanto raccumannato… meno male che pure Ambrogio sta facenne tardi…

(bussano - Angela va ad aprire – rivolta verso le quinte) Giulietta, vado io, non ti preoccupare! (aprendo la porta) Finalmente… trasi, piezzo ‘e baccala’, spicciate!

Romeo                       (esitante)  Ohe’, ma tu che vai truvanne? Te pare che aggio fatto apposta a fa’ tardi? Addo’ sta l’avvocato?

Angela                        Tu nun sai che aggio avuto fa’, pe’ te fa’ ricevere… e te priesenti tardi… ‘nu colloquio ‘e lavoro, ‘na cosa colossale…, e pure cu’ ‘na scusa scema?

Romeo                       Uh, comme ‘a fai longa… io tengo ‘nu ritardo (le mostra l’orologio)  di sei, dico sei minuti e nun t’aggio ditto ancora pecchè so’ in ritardo… è ‘a primma vota che vengo a Milano… aggio pigliato ‘o tram sbagliato!

Angela                        ‘O vidi che si’ scemo…? Cà nun se ragiona comme a chillo paese tuojo… Puzzatetutti! Abbracciate ‘sta croce e va a fa’ ‘o scupatore!

Romeo                       Nun pazzia’ accussi, pe’ piacere… e po’ ‘o paese mio se chiamma Puzzafasano e io tengo ‘a laurea, songo procuratore legale, aggio fatto esperienza internazionale e cunosco doje lingue…!

Angela                        E pecchè parli in dialetto? T’aggio ditto che chillo odia ‘e napulitani! Chillo si’ te sente, te piglia a scupate!

Romeo                       Neh, ma tu me vuo’ piglia’ pe’ scemo overamente? Tu comme stai parlanne?

Angela                        E che ci azzecca? Io sono l’interprete napulitano-italo-milanes di Ambrogio… mi posso parle’ milanes, e pure napulitano quanno voglio… ma sulo io… te capii’, pirla?

Romeo                       Ma insomma… ‘nu poco napulitano proprio nun se po’ eh?

Angela                        No! “Chi” se parla milanes, al massimo italiano… chesta è la casa dell’avvocato, “chi” le cose vanno comme vo’ isso, te capi’, terun?

Romeo                       Ma “chi” se cagna pure ‘a parentela? Simmo ancora d’ ‘a famiglia o che si’ addiventata?

(squilla il telefono di Angela)

Angela                        (risponde, gesticolando con Romeo)  Pronto… oh, sei tu… sì… sì… no… non ti preoccupare… ah… no… non c’è nessuno, amore… solo quel pirlotto del mio parentucolo che dovresti sentire, ma ora è in bagno… (gesti con Romeo, che fa scena) come mai sei in ritardo? Ah… ah? Neh, guarda che io ti punisco… no, non sono gelosa… ma trova una scusa migliore… oggi non c’era sciopero dei taxi! Ah, solo lui? Ma ti devo venire a prendere? Ah… va bene… ti aspetto, tesoruccio… ciao… bacini bacetti… uh, che passerotto… baciotti baciotti… kiss! (chiude il tel)

Romeo                       Ah! E tu allora… mia cugina… insieme a quel… coso…

Angela                        Ohè, io sono maggiorenne e faccio quello che voglio, hai capito? (minacciosa) Io te voglio aiuta’, ma tu nun te permettere di intricarti nelle mie faccende private! E mò basta, parla italiano… Ambrogio sta saglienne!

Romeo                       (indietreggia e finisce su una sedia) Mamma mia… io me metto appaura!

Angela                        Ohe’, io ce aggio miso tutto ‘o mio pe’ te fa’ parla’ cu’ isso… e manco all’ufficio, ma addirittura ‘a casa soja… mo’ che vene, vidi che ’e fa’… e non perdere l’occasione… cà ce sta fatica… e a Puzzacasale te muori ‘e famme!

Romeo                       Uhm… se non era accussi’, mò che me vedivi a Milano…

Scena seconda: Ambrogio, Angela, Romeo, Alessandro, Giulietta, Tassista

Ambrogio                  (entra e si dirige verso Angela, poi scorge Romeo e si blocca) Amor… oh… Angela, è questo quel giovanotto… il lontano parente di cui mi avevi parlato?

Angela                        (va verso di lui e lo abbraccia) Sì, Ginetto… bellissimo… come ti avevo detto, si chiama Romeo ed è salito in perfetto orario… strano che il tuo tassista si sia messo in sciopero da solo… non era programmato… e Alessandro dove lo hai lasciato?

Ambrogio                  Alessandro l’ho lasciato giù a regolare i conti con quel… (brivido) preferisco non dirlo… ma gli ho dato precise istruzioni… a costo di chiamare la forza pubblica, quel tizio non sarà pagato, e la prossima volta che prendo un taxi, mi porto la ramazza! Cose dell’altro mondo! Era un africano o non so cosa… e non era uno sciopero vero e proprio… a un certo punto è suonata una sveglia, poi ho capito che era arrivata la sua ora della preghiera, ha fermato, è sceso con il suo tappetino, lo ha steso sulla strada ed ha cominciato il suo rituale… dieci minuti interi! Ma come si fa… non ti dico cosa è successo al traffico, ha fatto intasare la strada, clacson, urla, strepiti di protesta… sembrava l’Apocalisse… e qui, nella nostra civilissima città! Mi vengono i brividi a pensare di aver avuto a che fare con gente simile! Per fortuna Alessandro sa parlare l’arabo! (rivolgendosi a Romeo) Allora… signor Romeo, voi siete procuratore?

Romeo                       (si alza, inchinandosi e poi si risiede quando Ambrogio sarà seduto) Io… sissignore, signor Avvocato… io sono lietissimo di conoscervi. La fama del vostro studio è larghissima… io… mi sono laureato con il massimo dei voti, ho discusso una tesi comparativa del diritto privato nei paesi del mondo, evidenziando….

Ambrogio                  Diritto privato? Quindi lei sarebbe in condizione di seguire pratiche internazionali di recupero del possesso di immobili ed esecuzione sfratti? Quali lingue conosce?

Romeo                       Ah… veramente io parlo… italiano…

Ambrogio                  Guardi che io non sono un deficiente… non mi faccia perdere tempo, vada avanti!

Romeo                       Poi il francese… il mio inglese è corrente…

Ambrogio                  E basta? Lei si presenta come un esperto di diritto internazionale, senza neppure sapere quattro o cinque lingue? Ma mi faccia il piacere…

(bussano)

Angela                        Ah questo deve essere Alessandro che ha finito… (va ad aprire la porta e fa entrare Alessandro) Ma che ti è successo?

Alessandro               (entra zoppicando, con una vistosa fasciatura in testa) Ambrogio… io… quello non parla arabo! Io gli volevo dire quello che mi hai detto, ma quello quando ha capito che non lo avrei pagato, ha preso una mazza e me l’ha suonata dovunque… pure in testa! Non ho avuto il tempo di replicare… cercavo solo di sfuggirgli… mi ha fatto male!

Ambrogio                  Caro amico mio, mi dispiace… ma se sei riuscito a salire, significa che alla fine hai vinto tu!

Alessandro               Ma quando mai? Mentre mi aggrediva, gli è suonata la sveglia, allora si è fermato, ha tirato fuori quel dannato tappetino, e si è messo a pregare… ha bloccato di nuovo il traffico qui davanti!

Ambrogio                  Un’altra volta?

Angela                        Ma che tipo religioso!

Alessandro               … e io ho approfittato della confusione… sono corso dentro e l’ho chiuso fuori! Per prudenza non ho neppure preso l’ascensore, mi sono fatto le scale di corsa…

Angela                        E Amelia non ti ha beccato?

Alessandro               Con il chiasso di fuori è chiaro che Amelia mi ha visto, mi ha fatto entrare e…

Angela                        … e?

Alessandro               e mi ha prestato le prime cure… meno male…

Ambrogio                  Ah! E ora lui dov’è?

Alessandro               Sarà fuori…

(bussano – parole in arabo -  tutti si stringono vicini)

Angela                        Ah! Chisto è isso!

Romeo                       Forse tiene pure la mazza…

Alessandro               Oh, Dio!

Ambrogio                  Scappiamo!

Angela                        E dove andiamo?

Romeo                       Scusate… ma se stiamo zitti, forse se ne va... non può sapere che la vostra casa è questa… mica gli avete detto il nome?

Ambrogio                  (a bassa voce) Ottima idea! Fate silenzio!

(tutti tacciono immobili, per alcuni secondi – bussano di nuovo – altre frasi in arabo)

Alessandro               (cerca scampo sotto il tavolo, dove si porta anche Ambrogio; i due litigano silenziosamente; passano dieci secondi)

Angela                        Non bussa più, forse se ne è andato…

Romeo                       Sicuramente… starà provando gli altri appartamenti…

Alessandro               Speriamo sia andato da Amelia… quella se lo mangia!

Ambrogio                  (risale dal tavolo e si siede – Alessandro fa lo stesso con minore velocità) Ecco la necessità di conoscere le lingue, giovanotto… peccato che ne conoscete solo due..

Angela                        Romeo, ma hai dimenticato di dire all’Avvocato che tu conosci… lo spagnolo!

Romeo                       (fa gesti di meraviglia)

Ambrogio                  Ah, ecco… adesso va meglio, lei può davvero essere utile… nel mio studio non c’è nessuno che mi può fare una pratica in questa lingua! Bene, bene… e dove ha studiato lo spagnolo?

Romeo                       Io… veramente… è una cosa difficile da spiegare…

Angela                        Romeo… e diglielo all’Avvocato! Senti Ambrogio… mio cugino è un poco intimidito… in effetti lui è nato e cresciuto a Casapu… cioè cresciuto in un paese… volevo dire… un ambiente in cui si sente molto l’influenza dello spagnolo e del francese, nella lingua corrente… perciò le basi le ha avute… fino da quando era piccolo!

Ambrogio                  Allora è come una lingua nativa! Molto bene… apprezzo questa competenza… come quella del diritto comparato, buona addirittura per un giurista! A me serve il vostro aiuto, giovanotto… come avete detto che vi chiamate?

Angela                        Ecco si chiama… Romeo!

Ambrogio                  Ehi… Angela… fai parlare un poco anche lui!

Romeo                       E sarebbe meglio visto che me stai inguajanne uno piezzo… io nun mi sento buono! (manifesta un malore)

Angela                        Oh, Maronna mia! Chisto stà pe’ sveni’! (va vicino a Romeo e gli alza i piedi sopra la testa; Romeo protesta)

Romeo                       Ohe, ma tu che me stai facenne? Fermate… accussì è peggio!

Ambrogio                  (scattando in piedi) Ahhhh! Ma questo è linguaggio napoletano? Angela… hai fatto entrare un napoletano in casa mia? Dove sta la ramazza? Io devo fare pulizia!

Alessandro               (inorridito) Oh, Dio, un brutale napoletano… in questa casa!

Romeo                       (sfuggendo alla presa di Angela) Me sta jenne ‘o sangue ‘n capa…! E’ pericoloso!

Alessandro               Ahhhh! Un napoletano pericoloso… peggio di un tunisino! Aiuto! (scappa fuori)

Ambrogio                  Madunnina mia, aiutami… un napoletano pericoloso… a piede libero, in casa mia! Dov’è la mia ramazza… la mia pistola! Ecco, solo quella mi può salvare! Datemi la mia pistola! (esce di corsa)

Angela                        Amore, dove vai? Tranquillo che non è pericoloso… è solo scemo! Aspetta che ti spiego!  (rivolgendosi a Romeo) Ohè, dopo chello che è succieso, tu hai bisogno urgente di lezioni ‘e milanese… almeno cocche parola… ‘nu corso accelerato…

Romeo                       Bonanotte! E m’aiuti tu?

Angela                        E chi tene tiempo? Mi g’ho da calmar l’amore mio… si no el turna e te copa… et el porten en prisun… et mi resti sûl!

Romeo                       Ma che canchero stai dicenne?

Angela                        Nun ti’ capi’ propri nient, eh? (si affaccia alle quinte e chiama) Giulietta! (di nuovo a Romeo) Giulietta è ‘a sora ‘e l’avvocato, è milanese ma è ‘na brava guagliona…

Giulietta                    (entra) Angela… che vuoi… uh… questo è il parente che aspettavi?

Angela                        Sì, Giulietta, questo è mio cugino… di Casa… di Napoli!

Romeo                       (si alza) Romeo Esposito… molto lieto… signora.

Giulietta                    (andando verso di lui) Anche io sono lieta di incontrarvi… Giulietta Fumagalli… e non sono signora…

Angela                        Senti Giulietta, io debbo andare a calmare tuo fratello, a Romeo gli è sfuggita qualche parola napoletana davanti ad Ambrogio ed ora dovrebbe imparare qualcosa in milanese ed anche in spagnolo per bilanciare… ecco… lo puoi aiutare?

Romeo                       Per caso, signorina, conoscete anche lo spagnolo?

Angela                        ‘Na cosa ‘a vota! Primma ‘o milanese, po’ ‘o riesto… allora che dici, Giulietta? Io debbo calmare tuo fratello… scusa… grazie!  (esce)

Scena terza: Romeo, Giulietta

Romeo                       Signorina… Giulietta… io chiedo scusa del disturbo… ma si tratta del mio futuro… voi forse non capite, un posto di lavoro nello studio di vostro fratello… di così nota tradizione… non solo qui, ma in tutta Italia… sarebbe il coronamento dei miei studi!

Giulietta                    Signor… Romeo… io sono lieta di poter essere utile… voi siete avvocato, vero?

Romeo                       Sì… ho duramente studiato, ho imparato anche due lingue, ma tutto è crollato di fronte ad alcune parole in napoletano che ho pronunciato davanti al signor Ambrogio… ora debbo studiare in fretta anche lo spagnolo…

Giulietta                    Capisco… ma non è un ostacolo insormontabile…

Romeo                       Allora siete in condizioni di insegnarmi qualcosa… per favore?

Giulietta                    (si siede) Certo… ma ci vorrà del tempo...

Romeo                       (si siede) L’ideale sarebbe presto… ma forse imparerei meglio se ci incontrassimo spesso…

Giulietta                    La cosa non mi dispiacerebbe…

Romeo                       Sarebbe piacevole…

Giulietta                    E dunque vi piacerebbe frequentarmi?

Romeo                       (chinandosi in avanti) Io… lo gradirei molto, signorina… posso dirmi libero… come può esserlo chi ha avuto la fortuna di incontrarvi… di vedere da vicino i vostri occhi… due pugnali che mi sono entrati nel cuore…

Giulietta                    (chinandosi in avanti) … ed i vostri non sono da meno…

Romeo                       Voi… forse lavorate con vostro fratello? Se io riuscissi ad ottenere la sua fiducia, magari potrei conquistare anche la vostra…

Giulietta                    No, io sono indipendente, sono una freelancer.

Romeo                       Chissà quanta gente conoscete… gente fortunata, che vi conosce da prima di me…

Giulietta                    Solo rapporti di affari e lavoro… niente di veramente coinvolgente negli affetti…

Romeo                       Anche io ho delle amicizie… e dei tiepidi pensieri per delle ombre che si sono dissolti davanti al fuoco che avverto adesso, davanti a voi…

Giulietta                    Quindi il vostro cuore è libero?

Romeo                       Non più, dolce Giulietta. Da quando i miei occhi hanno svelato la vostra esistenza al mio cuore, io sono vostro, al di sopra delle convenzioni umane, oltre il tempo e lo stesso spazio… se sarò scacciato di qui, se un malefico destino separasse il mio cuore dal vostro, io non cesserò mai di amarvi… perché ormai vivo solo di questo sentimento… la mia realizzazione professionale, la mia stessa esistenza hanno perso improvvisamente ogni interesse, per chi vi è di fronte, e si dichiara il vostro umile servitore… e pone davanti ai vostri piedi la sua sete inestinguibile di vivere tutta la vita con voi…

Giulietta                    Le vostre parole sono le mie. Anche io ho trascinato la mia esistenza alla ricerca di un… palpito, di una corrispondenza insondabile, della cui esistenza ero certa, ma che ho provato solo ora…

Romeo                       Dunque acconsentite… possiamo dirci… promessi l’una all’altro…

Giulietta                    Più che promessi. Io sento che noi non abbiamo scelta, come non esistono altri cieli nei cieli, come non possono entrare altri mari nei mari, così nulla può più essere recepito dal mio cuore… (alzandosi) Romeo, amore mio…

Romeo                       (alzandosi) Giulietta… il solo suono del vostro nome…

Giulietta                    …del tuo nome…

Romeo                       …del tuo nome mi causa immensa gioia… portata a livello ancora maggiore da questo pronome confidenziale… il tuo primo dono… (in tono aulico, prendendole la mano e accingendosi a baciarla) chissà quali dolcezze mi riserva l’avvenire!

Scena quarta: Angela, Romeo, Giulietta

Angela                        (entrando con una scopa) Aiccanne ‘a scopa!

Giulietta                    (separandosi da Romeo) Angela… perché l’hai portata qui? Che ne dobbiamo fare?

Angela                        Annascunnitela! ‘A stongo purtanne luntana ‘a Ambrogio, pe’ nun farcela truva’… si no chilo te la scassa in capo, ti capî? (consegna la scopa a Romeo) Tiè, miettatella arreto!

Romeo                       Ma che cancherarola dici?

Angela                        Tu’ sì scemo e ‘e fa’ ‘o scupatore! Miettatella arreto ‘e spalle, annascunnila!

Giulietta                    Ma Ambrogio?

Angela                        S’è calmato, abbasta che nun parlate cchiù napulitano… è ghiuto addo’ ‘a signora Amelia d’ ‘o piano ‘e sotto, ‘nzieme cu’ Alessandro… pe’ fa’ ‘na fasciatura migliore… cchiù piccerella…

Giulietta                    E come… pure Alessandro è andato… lì?

Angela                        Ohè, Giulietta… mica sta isso sulo… e po’ è pe’ necessità e no pe’ sfizio!

Romeo                       (reggendo la scopa con cautela) Scusate… ma chi è chest’Amelia?

Angela                        Ah, ma proprio nun ‘o capisci? Ccà nun se parla napulitano!

Giulietta                    E comunque Amelia è una ragazza molto… disinvolta, studia medicina alternativa… ed è sempre al corrente di tutto quello che succede nel palazzo…

Angela                        Già… qui tiene casa e puteca… e riceve pure ‘e clienti! Certe volte ‘a sienti che parla pure in arabo… o chi sape che strano linguaggio… io capisco ‘e parole ma nun capisco che vo’ dicere…

Romeo                       Ah va buono, una vicina solamente, allora… però… m’è venuta un’idea…

Angela                        Oilloco… n’ata penzata ‘e scupatore…

Romeo                       No, sentite… e se dicessimo che poco fa, quando Ambrogio si è inquartato, stavo parlando spagnolo?

Giulietta                    Forse potrebbe funzionare… Ambrogio e Alessandro non lo conoscono…

Angela                        E il napoletano è simile allo spagnolo… ma che fai cu’ ‘sta scopa?

Romeo                       Ma se me l’hai data tu! Mi hai detto di annasconnerla…

Angela                        E accussì l’annascunni? Damme cà… la vado a ammucciare io… anzi… mò la jetto dalla fenesta! (prende la scopa ed esce)  

               

Scena quinta: Ambrogio, Romeo, Giulietta, Alessandro

Romeo                       Siamo di nuovo soli, amore mio… (si avvicina a Giulietta)

Giulietta                    (si porta vicino a Romeo e gli tende le mani) Per me la presenza degli altri è di poco peso… non ho occhi che per te ed il mio cuore non aspetta altro che posarsi sul tuo… la mia anima già è congiunta con la tua, in maniera indissolubile…

Romeo                       (si avvicina ancora di più a Giulietta) Ed io desidero che la nostra unione dei corpi sia perfetta, come quella delle nostre anime… noi dobbiamo sposarci, Giulietta, anche contro la resistenza di tuo fratello…

Giulietta                    Chi è mio fratello, e chi sono i miei parenti? Io vedo solo te, amore mio… non ho occhi che per te,

(entra silenziosamente Ambrogio)

e tutto il resto del mondo si presenta in modo indistinto alla mia visione… vedo solo il tuo volto, perché vicino in modo speciale al mio…

Ambrogio                  Povera sorella mia! Telefoniamo subito all’oculista!

(Romeo e Giulietta si separano di nuovo; Romeo fa gesti di stizza)

Giulietta                    Ambrogio… che fai, ascolti le mie parole?

Ambrogio                  Io mi preoccupo solo di te, sorella mia… ho sentito che non vedi bene… forse è l’influenza di questo pericoloso uomo… voi!

Romeo                       Digame, Avvocato!

Ambrogio                  Non voglio più vedervi, andatevene!

Romeo                       Avvocà, jo espero ca nun è p’ ‘o fatto che stongo parlanne espagnol, è overo?

Ambrogio                  Ah! Allora questo è spagnolo? Mi state parlando in lingua? E anche poco fa…

Giulietta                    Esatto, Ambrogio… poco fa e giusto ora si esercitava anche con me… ed il mio era solo un modo di dire, non ho bisogno di medici!

Ambrogio                  Ma allora cambia tutto! Caro Romeo… vieni, siediti vicino a me… fammi sentire la straordinaria musicalità di questa eccellente lingua! Vieni e parla! (si siede)

Romeo                       Ah! Ma io, veramente… stevo parlanne co’ Giulietta…

Ambrogio                  Tempo al tempo! Ora sei qui per un colloquio professionale, vero? Se ti interessa lavorare con me, questo è mandatorio! Giulietta… che dici, ci puoi lasciare per un poco? Ti annoieresti a sentire i nostri discorsi…

Giulietta                    Hai ragione Ambrogio… devo fare anche io delle cose… previste in un ipotetico futuro che non prevedevo di fare già oggi… io esco per delle commissioni, ci vediamo dopo! (lanciando uno sguardo a Romeo, esce)  

Romeo                       (si siede) E allora eccoci qua… egregio Avvocato, sono a vostra disposizione! Iniziamo questo colloquio, se volete…

Ambrogio                  No, no… per ora io voglio solo apprezzare la musicalità di questa lingua, ho detto… da ora in poi mi parlerete solo in spagnolo, e se io non capissi qualcosa, vi chiedo il significato, ok?

Romeo                       Va buono, cabezon de burro! Usted me capisce o no?

Ambrogio                  Che bello, che bello… io no capire tutto… ma mi piace tantissimo! Continua… diamoci del tu!

Romeo                       Troppo onorato, vieramientos! Accussì tu es ‘o frato de Julieta…

Ambrogio                  Sì… com’è bello capire le lingue! Continua!

(entra Alessandro, incerottato)

Romeo                       Accussì, jo te digo ca io me vurria spusa’ a soreta… tu me capisce, burro?

Ambrogio                  Ma così, su due piedi…

Romeo                       Su dojos pedos! Sicuramientos! Jo la voglio impalmar e m’ ‘a porto ‘a casa mia… jo tiengo ‘na bella fazenda… no aspietta… insomma n’appartamentino ‘e 30 metri, però ce vulimmo bene assaje! Tu sì d’accordo che me la impalmo? Che ‘ato te pozzo dicere, piezzon de baccalones?

Ambrogio                  Aspetta, provo pure io… qualche lemma non mi è chiaro, ma esto discorsos es muy lindo seguro!

Alessandro               (inorridendo) Ambrogio! Cosa ti è capitato? Come ha fatto costui a convincerti? Hai lasciato il glorioso linguaggio della nostra tradizione per scendere a questi livelli? E poi costui sta dicendo… credo… che vuole sposare Giulietta! (a Romeo) Non si permetta! Giulietta è la mia fidanzata!

Romeo                       (alzandosi)  Io non mi permetto… io dico soltanto quello che farò… ah, già, devo parlare spagnolo… io me sposo a Giulietta e a te, si faje tanto d’arapì ‘a vocca, te faccio piezz piezzo, te sgommo ‘e sangue e te faccio niro int’ ‘a ‘na vota sola! Te dongo tanti e chelli perepesse, vottole e cummuluni che tu non t’ ‘e suonni… see! Giulietta è fidanzata cu’ me, capisci, burritone? Lassala ‘n pace, nun te mettere ‘miezo, si no te truovi ‘o spidale… o vai ‘o camposanto vulanne! (ad Ambrogio) E tu ‘e capito buono?

Alessandro               Ma io sono disgustato dalla violenza verbale…

Romeo                       Mò te faccio pruvà chella fisica!

Ambrogio                  Signori, prego… sedetevi…! Qui si presenta un caso classico della giurisprudenza… non occorre riandare a sentenze annose, ormai sono evidenze note… è indispensabile sentire la volontà della futura sposa, prima di qualunque decisione… certo, io so che Giulietta ha delle simpatie per te, Alessandro… cosa che non mi risulta per te, Romeo… ma io vorrei che Giulietta esprimesse il suo desiderio… che potrebbe anche non riguardare nessuno di voi! Lei, pur essendo mia sorella, è totalmente indipendente e può esercitare il suo diritto di scelta! Cosa fareste in questo caso?

Alessandro               Io… non lo so… vorrei prima sentirla…

Romeo                       Io non farei nulla. Se Giulietta avesse il desiderio di sposarsi con un altro, per me è libera di farlo ed io non le darei il minimo fastidio… ma se invece Giulietta scegliesse me… voi cosa fareste, Alessandro?

Ambrogio                  (tira la giacca di Romeo)

Romeo                       Ah, già… che facissi tu, piezzo ‘e scurnacchiato?

Alessandro               Ahhhh! Io conosco questa parola…

Romeo                       Sulo chesta? E vuò vede’ che ‘ato te imparo, piezzo ‘e cabrone?

Ambrogio                  Che c’entrano i calabroni ora?

Romeo                       Niente, significa “bastardo”!

Alessandro               Brutto terrun! Tu stai insultando la sacra memoria dei miei genitori!

Romeo                       No, hai razon, chilli nun ce azzeccano… sì proprio tu ca si’ crisciuto stuorto!

Ambrogio                  Beh, adesso basta! Signori, lasciate l’ultima parola a mia sorella… ah…è uscita! Beh, nel frattempo che rientra, rechiamoci al mio studio… Romeo, voglio conoscere il tuo parere su un paio di cause da discutere…

Romeo                       Uh, che bella cosa… jammo jammo!

Alessandro               Io non vengo… non posso uscire, ridotto così!

Ambrogio                  Hai ragione, è una seccatura… allora scusa, ma noi andiamo…

Romeo                       In taxi?

Ambrogio                  No, lo studio è a un paio di minuti a piedi… faccio strada! (esce)

Romeo                       Va’ annanze che io te secuto!  (fa gesti minacciosi in direzione di Alessandro ed esce)

Scena sesta: Alessandro, Amelia

Alessandro               Adesso ti acconcio io, brutto terrone… (prende il telefono e compune un numero) stupido della malora… capitato qui chissà da dove… Amelia? Sono Alessandro… come quale? Quello che hai medicato poco fa! Ah… senti, vieni su un momento a casa dell’Avvocato… no, io ho ancora le medicazioni, non voglio incontrare nessuno per le scale… oh… scusa… Io… sono grato per questo… ah… no! Ma… dici a me? Non mi dire… ma… è un negro? Ah… si forse… anzi certamente… uh… ecco… no! Lui no! Ho invitato solo te, non farmi questo scherzo!

(bussano)

                                      Non mi dire che sei tu alla porta… io non aspetto nessuno… ah… si, dai un’occhiata… aspetto…

(bussano)

                                      sì sono qui… ah… ancora lui… ah… porta una scopa in mano? E che vorrà fare con quella scopa? No, sicuro che non lo apro… oh… si conoscono? Va bene… allora sali, dai!

(posa il telefono, aggiusta le sedie – bussano – va ad aprire con cautela e poi fa entrar Amelia)

Alessandro               Ciao, tesoro… grazie per le medicazioni… (la abbraccia) prima non ho potuto, c’era quello stupido di Ambrogio… e il tuo compagno?

Amelia                        Hmmm… mi piace abbracciarti! Ah… Selim è andato via col tassista… cosa posso fare per te? Vuoi che andiamo a… ballare?

Alessandro               A quest’ora? No… io ho bisogno di qualcosa di diverso, solo tu mi puoi aiutare… devo far fuori uno!

Amelia                        Stai scherzando?

Alessandro               No… ragioni… professionali… quello mi sta portando via la fiducia di Ambrogio… deve scomparire… non mi importa come!

Amelia                        Se è uno normale, presentamelo e ci penso io… gli faccio dimenticare anche come si respira! Tu… non sei geloso, vero, amore?

Alessandro               No, no… l’importante è che tu mi voglia bene… ma io non credo che quello sia uno normale… oh, niente di che, ma sembra proprio… innamorato pazzo…

Amelia                        Del lavoro?

Alessandro               No, che dici… di Giulietta… solo che aspira anche ad un posto nell’ufficio di Ambrogio… quindi ha due forti motivi per insistere… e mi farà fuori… dal lavoro, beninteso!

Amelia                        Hmmm! Caso difficile… ma non impossibile! Bisogna indebolirlo… metterlo in crisi… ma se è innamorato non verrà a ballare con me… e Ambrogio lo terrà d’occhio, i primi tempi…

Alessandro               Quello si vuole sposare subito a Giulietta! E’ un idealista!

Amelia                        Sposare? Ma è scemo? Hmmm… per impedire il matrimonio ci sono tante strade… ma poi potrebbero anche decidere di convivere in attesa di sposarsi… ci vuole qualcosa di veramente… bloccante… ci sono! Ho qualche cosa… che funziona davvero bene… una buona sorsata di acqua con dentro il mio rimedio… ed è fatta!

Alessandro               Hm? E come facciamo per mascherare il delitto?

Amelia                        Ma io non ho detto che crepa! Io non sono un’assassina! E’ semplicemente un… inibitore del desiderio maschile… hai presente la differenza tra un gallo ed un cappone?

Alessandro               E che roba è?

Amelia                        Oh, semplicemente uno… sviluppatore delle caratteristiche femminili… estrogeni!

Alessandro               Oh… quindi questo non gli impedirebbe di lavorare…

Amelia                        Esatto… ma non si può avere tutto dalla vita!

Alessandro               Per me va bene… come si fa?

Amelia                        Io ti do la miscela… riduco in polvere sei o sette compresse… e tu le mischi con l’acqua e glielo fai bere!

Alessandro               E quanto dura l’effetto?

Amelia                        E’ praticamente immediato e dura il tempo sufficiente perché lei si stanchi di aspettare… a meno di una forte dose di estrogeni maschili, da iniettare il più presto possibile… solo che sono iniezioni molto dolorose… e non solo Giulietta, ma tutti avvertiranno un cambiamento radicale… improvviso! Perderà credibilità, stima, rispetto… sei sicuro di volerlo fare? Guarda che il responsabile sarai solo tu!

Alessandro               Io non ho alternative… o questo o io dovrò scomparire… e sono ancora troppo giovane per ritirarmi!

Amelia                        Va bene, amore… lo faccio per te, solo perché sei tu… però un regalino me lo fai, vero? Non dico la Ferrarina, ma almeno una pelliccietta… un visoncino selvaggio a mezza coscia…

Alessandro               Capperi… va bene… tesoro… appena quello diventa un cappone, avrai la tua pelliccia!

Amelia                        (lo abbraccia) Stai attento a non darla ad altri… e appena vedi un cappone in giro, vai dal pellicciaio… o i capponi saranno due, amore! Vado a prepararla… ciao, ci vediamo dopo! (esce)

Scena settima: Alessandro, Angela, Giulietta

Alessandro               Ma io come gliela faccio bere? Dovremmo almeno fare una cena assieme… dovrei entrare in confidenza con lui… sedermi vicino (rabbrividisce) a quel tipo… no, no… ci dev’essere un modo diverso…

Angela                        (entrando) Ah, sei solo? Ambrogio e Romeo?

Alessandro               Sono allo studio… io non sono andato a causa della medicazione…

Angela                        A proposito, ti senti meglio?

Alessandro               Molto meglio, grazie!

Angela                        Beh, io stavo pensando di fare un poco di caffè… o preparare qualcosa quando viene mio cugino… almeno dei pasticcini o un goccino di liquore…

Alessandro               Splendida idea! Prapariamo anche delle bibite… può darsi che abbia sete… chissà quanto stanno parlando!

Angela                        Ma come sei gentile verso di lui… e di Ambrogio non t’imporba?

Alessandro               Oh, certo, ma che c’entra… di solito si pensa prima agli ospiti!

Angela                        Allora scendo giù a comprare qualcosa… mi accompagni… ah, come non detto… non voglio uscire con uno ridotto come te… sembri un cappone spennacchiato!

Alessandro               Ahhh! Tu hai ascoltato!

Angela                        Come?

Alessandro               Sì, quando parlavo con Ame… Ametista, la nuova vicina!

Angela                        E chi è? Io non l’ho mai vista!

Alessandro               Ha bussato un momento per chiedere… dello zucchero!

Angela                        Hmmm! Qui qualcosa non va! Non ho sentito bussare! Perchè mi racconti frottole? Perché ti preoccupi tanto di mio cugino? E perché la parola “cappone” ti ha spaventato?

Alessandro               Hei, sei diventata avvocato pure tu?

Angela                        Allora è gelosia… solo professionale o c’è qualche altra cosa sotto?

Alessandro               Dio Giove, perché non ci liberi delle donne curiose?

Angela                        Ho capito tutto… ma guarda che contro Romeo non ce la fai… lui è un galletto… e tu sei un cappone incartapecorito!

(entra Giulietta)

Angela                        Ciao Giulietta… ma tu eri uscita?

Alessandro               Sì, me lo ha detto Ambrogio… tutto a posto, Giulietta… tesoro mio?

Giulietta                    Tutto a posto, signor Alessandro… (calcando il “signor”)

Alessandro               Ah…

Angela                        Scusate… io vado a fare due spesucce… forse compro anche qualche decorazione… se ci capitasse di servire un bel pollo arrosto… o un cappone al forno… cosa ci metteremmo sopra? (esce, motteggiando Alessandro)   

Alessandro               Giulietta… cosa è accaduto? Noi abbiamo trovato corrispondenze affettive non trascurabili… stavamo pensando anche di come perfezionare la cosa con un annuncio ufficiale…

Giulietta                    Ed è accaduto proprio questo… abbiamo parlato sempre del “come”. Oggi ho incontrato chi, semplicemente e senza parlare, dice anche più del necessario… sono stata travolta da una sensazione mai provata con voi, signor Alessandro: l’amore. Voi lo avete dato per scontato, occupandovi delle minuzie, ma il vostro non è amore, non passione… è solo una procedura da osservare per la vita pubblica!

Alessandro               Quindi adesso respingete il mio sentimento?

Giulietta                    Conosco bene i vostri sentimenti, signor Alessandro… li enumerate ad alta voce anche negli incontri clandestini che avete con Amelia… sappiate che la mia stanza è al di sopra della sua, e anche non volendo si sente ciò che viene detto da così breve distanza… quante volte sono stata costretta ad alzarmi dal mio letto e vagare per casa come anima in pena, pur di non ascoltare la vostra voce, che ripeteva frasi già dette in precedenza a me! E sono questi i vostri sentimenti? Vi prego, regalateli tutti ad Amelia… io vi lascio in amicizia e non vi negherò il saluto… ma non parlatemi più di sentimenti!

Alessandro               Ma io non voglio che voi sposiate quel buzzurro di Romeo!

Giulietta                    E chi sareste voi, per decidere quello che posso o non posso fare? Se c’è un destino o una volontà superiore che ci ha fatto incontrare forse voi avverserete questo volere? Lo combatterete? E quali saranno le armi che impiegherete contro questo dio che è con noi? Provateci, povero uomo… i vostri assalti avranno gli esiti che meritano… ritorcendosi contro voi stesso! E sappiate che anche se io e colui che amo fossimo separati per qualunque motivo, le nostre anime non si lasceranno mai… da quando si sono unite non si lasceranno mai più!  I nostri corpi potranno anche degradare o perire, ma noi saremo sempre uniti dall’amore!  (esce)

Scena ottava: Alessandro, Amelia

Alessandro               E così quel terrone ha vinto… beh, in fin dei conti non è che mi senta molto colpito… ma comunque non gliela faccio passare liscia!

(bussano)

                                      (sedendosi) Ehi… qualcuno vada ad aprire!

(bussano)

                                      Niente, dovrò andarci io. (apre e fa entrare Amelia)

Amelia                        Forza bello… meno male che hai aperto tu… pigliati questa roba (gli dà una bustina) ma io non so niente! Ok?

Alessandro               Va bene, amore… hai fretta?

Amelia                        Hmmm… strano… non mi hai mai chiesto questo… come mai ora?

Alessandro               Oh, sai com’è… non vorrei dare fastidio… so che potresti essere impegnata…

Amelia                        Infatti, sto seguendo un programma in tv, ho approfittato della pubblicità per portarti la roba… adesso devo tornare giù, non vorrei perdere il seguito… lo vedono tutti… vuoi venire anche tu…? Ce lo vediamo insieme… magari ti tolgo anche le bende… così cicatrizzi prima? E dai, andiamo… c’è un quel bel divano…

Alessandro               Ma sì… andiamo, amore mio! (escono)

Scena nona: Angela, Romeo, Giulietta

Angela                        (entra portando buste e sacchetti)  Ecco qua… adesso il mio povero cuginetto potrà dissetarsi un poco… chissà cosa sta facendo allo studio… (liberandosi dei sacchetti)  chissà come sta andando il colloquio… quasi quasi gli telefono…

(bussano – Angela va ad aprire) 

Angela                        Ah, sì tu? Comm’ è ghiuta?

Romeo                       Ah, Angela… è fatta! (la prende tra le braccia ed improvvisa un ballo)

Romeo                       Ti presento il nuovo partner delle studio legale Fumagalli e Associati! Angeli’… aggio fatto ‘a furtuna mia! Me so’ sistemato, tengo ‘a fatica e tengo pure ‘a fidanzata!

Angela                        E Ambrogio?

Romeo                       E’ rimasto tanto cuntiento che me ne ‘a mannato a ripusa’ ‘a casa, ma io l’aggio risposto che vulevo parla’ cu’ Giulietta… l’aggio impustato duje cause, mò isso è ghiuto ‘o Tribunale… ma torna subito, ‘eva parla’ sulo c’ ‘o Cancelliere!

Angela                        Allora tutto a posto? Buono… damme ‘na mano, aiutame a sistema’ chesti bibite dint’ ‘o frigo… aggio accattato ‘no poco ‘e dolce e coccosa pe’ bere… pe’ augurio!

Romeo                       Ah, che bello… tengo ‘na sete…

Angela                        E vieni, te dongo ‘nu poco d’acqua o chello che vuo’!

Romeo                       Veramente… io vulesse parla’ cu’ Giulietta!

Angela                        Ah… ce credo… mò vedo int’ ‘a stanza soia… aspiette ccà! (prende i sacchetti ed esce)

Romeo                       Ecco dunque… ora posso dire che la mia vita di ieri finisce nel modo migliore e più inatteso… finisce questa vita, basata sulla ricerca di un eterno, di un vero che mi ha sempre riempito la mente, un fantasma che ha aleggiato intorno a me, rendendo cupe le ore più gaie, con la minaccia… anzi con la certezza della loro fine imminente… ora ho l’eterno nelle mie mani… si sono dissipati al nuovo sole i fumi dell’infelicità e caducità che pur stamattina sembravano miei inseparabili compagni…

(entra Giulietta)

                                      Chi dunque ha disposto che io… che noi ci potessimo incontrare? A chi debbo il mio ringraziamento, per avermi regalato la vita? Oggi per me è cominciata una nuova esistenza, mi guardo allo specchio e vedo un essere diverso e consapevole… se il cielo consentisse questo a tutti, lo stesso Paradiso impallidirebbe di fronte a tale diffusa felicità, che si manifesta anche quando i corpi sono lontani…

Giulietta                    …ed in misura maggiore quando la vicinanza ci consente un abbraccio! (si abbracciano) Oh, Romeo… sei tu il mio Romeo, quel nome che scorre sul mio corpo e dentro la mia anima, che è scritto sul mio cuore come un indelebile tatuaggio di sangue… ti prego stringimi, fai che io senta anche con tutti i sensi che questo non è un impossibile sogno, fai che io prenda da questo abbraccio la linfa del mio nuovo essere che vivrà insieme a te… io sento il mio corpo vibrare… la tua presenza ed una tua carezza sono quasi insostenibili per me… si rincorrano il sole e la luna, si alzi il vento più impetuoso, si asciughino i mari e vengano sulla terra gli animali dell’Abisso, si scateni il più forte terremoto, niente potrà eguagliare la potenza di un tuo bacio…

Romeo                       Io… temo di morire tra le tue braccia, nel momento stesso in cui le nostre labbra si dovessero toccare… ma lo stesso universo si fermerebbe… teso verso di noi… a contemplare la più pura bellezza… e poi… chi potrebbe mai staccarsi da te, amore mio? Nessuna forza umana potrebbe staccarci, tutto sarebbe sospeso intorno al nostro amore… tutto fermo… immobile…

Scena decima: Ambrogio, Angela, Romeo, Alessandro, Giulietta

Ambrogio                  (entra di furia) E tu come lo sai? Tutto fermo, tutto bloccato! Quel maledetto ha ricominciato a pregare in mezzo alla strada! E’ stata una impresa, un fiume di auto, io non potevo neppure attraversare… sono dovuto risalire fino alla testa dell’ingorgo e poi ridiscendere fino qui!

                                      Uh… ma forse ho interrotto qualcosa… Giulietta?

Giulietta                    (si stacca lentamente da Giulietta)No, Ambrogio… tu e nessun altro potete interrompere ciò che anche adesso io e Romeo stiamo vivendo… scusa, ma non è alla tua portata… almeno non per ora, forse un giorno capirai… e ti auguro di capirlo con Angela!

Ambrogio                  Allora… Romeo ti ha detto che hai due pretendenti? Hai fatto la tua scelta, almeno mi sembra…

Romeo                       La mia futura moglie ha scelto!

Ambrogio                  Ehi… lo devi dire più contento… in spagnolo! Ma… dove sono gli altri? Alessandro! Angela! Dove siete?

Angela                        (entra) Ambreus! Mi so’ anda’ a cumpra’ el vin et la roba del prestin…

Ambrogio                  Ma che dici?

Romeo                       Comparos, my cousin accattaje ‘e sfizietielles e ‘na butteglia pe’ brinna’ a chesta jurnatas!

Ambrogio                  Ah… adesso sì che capisco! Tu si’ grande!

(entra Alessandro, alticcio)

Alessandro               Ohè, Ambreus, ti m’ ‘a ciama’?

Giulietta                    Siete stato chiamato per brindare al mio fidanzamento ed all’ingresso di Romeo nello studio di mio fratello!

Alessandro               Hic! Quello che è giusto, è giusto… dove sta il vino?

Angela                        ‘Na parte sta dint’ ‘o stommaco tuojo… chi viene a darmi ‘na mano pe’ portare i bicchieri? (esce)

Alessandro               Mi! Spetta! (la segue)

Ambrogio                  Ma Alessandro veniva da fuori… forse mi ha sentito dalla strada…

Giulietta                    No, ha sentito dal piano di sotto… la parete del palazzo a fianco fa riflettere i suoni!

Romeo                       Però ha accettato la situazione… meglio pe’ isso!

Angela                        (entrando con Alessandro) Ecco i bicchieri! Sedete… ognuno prenda il suo e brindiamo!

(tutti si sistemano intorno alla tavola, prendendo il bicchiere più vicino)

Giulietta                    Prima del brindisi, voglio dire una parola… se quello che oggi è stato benedetto dal cielo, ebbene, che il cielo stesso ce lo confermi… difendendoci dai malvagi che vogliono solo distruggere l’amore sulla terra…

(bussano – parole in arabo)

Romeo                       N’ata vota! Ma chisto nun se stanca mai?

Angela                        Zitto… io nun vulenne l’aggio fatto care’ ‘a scopa ‘n capo!

Alessandro               Quello si vuole vendicare!

Ambrogio                  E non conosce neppure lo spagnolo, scommetto… nascondiamoci!

(Alessandro e Ambrogio vanno sotto il tavolo, gesticolando per il posto migliore, Romeo va alla porta, per reggerla, intimando il silenzio a gesti, Giulietta e Angela  rimangono al loro posto, con il bicchiere in mano)

Romeo                       (dopo alcuni secondi) E’ andato… forza col brindisi!

(tutti riprendono i loro posti tranne Romeo e Alessandro che invertono le  posizioni e prendono i bicchieri)

Ambrogio                  Allora… Auguri a Romeo per l’ingresso trionfale int’ ‘o sturio mio e… auguri ai prossimi sposi!

(tutti bevono; Alessandro sputacchia)

Alessandro               Ma che vin è? El fa schif!

Angela                        Comme te permietti? Pirla! Chesto è vino del Sud… “Sterminator Vexuvius”!

Ambrogio                  Ahh… veramente buono!

Romeo                       T’ è ghiuto ‘e travierzo, eh? Ma che profumo… m’arricordo quann’ero piccirillos… aiutavo a pateme a fa’ ‘o travaso!

Giulietta                    Il vino è buono… questo momento rimarrà impresso nella mia memoria!

Ambrogio                  Giulietta… ma pecchè nun parli spagnuolo pure tu? E’ accussì divertente! E tu, Alessandro… che dici?

Alessandro               (voce in falsetto) Io non lascerò mai la parlata dei nostri padri…

Ambrogio                  Ma che schifezza ‘e voce che ‘e fatto?

Alessandro               Cosa dici? Ho cambiato voce?

Angela                        ‘Sto vino t’ ‘a fatto male! Me pari ‘na femmena!

Romeo                       E tu te vulivi mettere a pari cu’ me? Miettete scuorno!

Alessandro               Ma dite sul serio? Allora…

Giulietta                    Chi sfida il cielo, solo questo ottiene!

Alessandro               Scusate! Devo andare… ho bisogno di una urgente iniezione di estrogeni! (esce di corsa – parole arabe concitate fuori scena ed urli di Alessandro)

Angela                        Che dite… dobbiamo aiutarlo?

Giulietta                    Ha già chi lo aiuta, non ti preoccupare… (le voci cessano gradatamente) Visto?

Angela                        Oh Dio… lo hanno ammazzato?

Ambrogio                  (si affaccia a sbirciare dalla comune) No, sono scesi al piano di sotto!

Giulietta                    Ed ora?

Romeo                       Ed ora facimmo ‘o brinnese overo… ‘a salute nosta e a chella e tutti quanti!

(tutti levano i bicchieri)

Ambrogio                  Figli maschi a chi se sposa!

Angela                        Felicità a chi è ‘nzurato!

Romeo                       Auguri a tutti quanti, zitielli e maritati!

Giulietta                    Auguri di cuore, e venite presto a farci visita… ci troverete in via del Paradiso! (abbraccia Romeo)

fine