Sam, non ci provare

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Sam, non ci provare

(Commedia in due atti di Stefano De Stefani. Rappresentata la prima volta il 20/11/2013 “Teatro della dodicesima” Via Carlo Avolio, 60 Roma – Compagnia “Rosa Blu”, regia dell’autore)

Personaggi (in ordine di apparizione)

Samuel

Veronica

Zio Cesare

Filippo

Luisa                          

Brigitta

Claudia                      

Angelica

Umberto                     

N° SIAE   234307

Per ogni utilizzo del testo prendere contatto con l’autore: rosablufd@gmail.com

Tutti i diritti riservati

ATTO PRIMO

Scena I(Samuel e Veronica)

(Sera, a sinistra una ragazza, circa trenta anni, seduta su una sedia, espressione imbarazzata. A destra

un uomo, stessa età, appoggiato al muro, pensieroso. Si rivolge alla ragazza, senza guardarla )

SAMUEL - Veronica, scusami.

VERONICA - No! Non ti scusare, è un problema mio!

SAMUEL - Dovevo capirlo...

VERONICA - ... cosa?

SAMUEL - Che sei una ragazza di... “sani principi”. Che, non lo fai… se non ami veramente...

VERONICA - ... esatto!

SAMUEL - Beh, io credevo… (si stacca dal muro)   che tra noi...

VERONICA - ... sì, c'è qualcosa, ma non abbastanza da…                                       

SAMUEL - ... va bene, va bene! Ho capito! (si sposta e va verso il fondo)

VERONICA - (lo guarda di sottecchi) Che cosa fai?

SAMUEL - (si ferma e la guarda, perplesso)Mah, niente! Niente che tu non voglia...

VERONICA - (senza voltarsi)... cioè?

SAMUEL - (alzando le mani)Tranquilla, è un discorso chiuso. (pausa) Vero?                               

VERONICA - (si volta e lo trova più vicino di quanto immaginava. si alza di scatto) Già!

SAMUEL - Appunto! (silenzio) Posso            offrirti             qualcosa? Scusami se non l'ho fatto prima.

VERONICA - (lo guarda sospettosa) Acqua, un bicchiere d'acqua, grazie.

SAMUEL - Acqua?

VERONICA - Sì, non vorrei bere cose che... poi...

SAMUEL - (incredulo)... pensi che ti voglia far ubriacare?

VERONICA - Beh, non si sa mai...

SAMUEL - ... sono una persona seria! (scuotendo la testa)O credi che io sia...

VERONICA - ... lo so, lo so cosa sei. Anche se...

SAMUEL - ... se?

VERONICA - Beh, certe persone ... dicono…

SAMUEL – Cosa dicono? Di me? E chi sono, queste persone?

VERONICA - Sono persone che non ti conoscono... direi anche un po' invidiose.

SAMUEL - ... invidiose di che?

VERONICA - Del tuo successo con le donne!

SAMUEL - Incredibile! Ma questo cosa c'entra con   l'averti offerto da bere?

VERONICA - Pensano che tu, come dire, ti faccia "aiutare" dall'alcool. In pratica, conquisteresti le

            tue donne, quando sono... in "stato di ebbrezza"(si rende conto di   aver esagerato)

SAMUEL - Stai scherzando?

VERONICA - Adesso non te la prendere con me!

SAMUEL - No, non me la prendo con te... (è allibito)Ti dispiace dirmi chi ha detto            queste cose

VERONICA - Non penserai che io ti faccia dei nomi? Non è nel mio stile! Però, qualcosa da dirti ce

 l’ho! (lo guarda teneramente) Dai, rilassati. Siediti li. (gli indica il divano)

SAMUEL - Va bene! (si siede sul bordo, proteso verso di lei)

VERONICA - No, non cosi! Ho detto rilassato. (S. si accomoda meglio) Ecco, così...        

SAMUEL - Allora?(aggrotta le sopracciglia)

VERONICA - Non guardarmi in quel modo!

SAMUEL - Non riesco a guardarti in altro modo!

VERONICA - Pazienza. Posso guardare, io, da un'altra parte?

SAMUEL - Fa come vuoi.

VERONICA - (al pubblico) Questo magnifico esemplare di sesso maschile,            intelligente, gentile e bello, è l'oggetto del desiderio di molte,troppe, donne. Tutte si lasciano irretire, crollano ai suoi piedi con estrema facilità. Lui non si comporta male, non le prende per i fondelli. Manifesta apertamente le sue intenzioni. Non vuole legami. Offre bellissime ore fatte di galanteria, gentilezza, risate e amore. Tutte accettano, consapevoli. Io no, io lo amo, da morire, lo voglio tutto per me, per tutta la vita, pur cosciente dell'impossibilità di realizzare questo sogno.(rivolgendosi a Sam)Sam, tu sei           troppo volubile. No, non fare il sorpreso, lo sai benissimo e questo ti gratifica. Ed ogni nuova "conquista" ti sprona ad andare avanti su quella strada...

SAMUEL - (tra se)... e cosa c'è di male?

VERONICA - Come dici? (sconcertata)

SAMUEL - Dopotutto non costringo nessuno. (V. è in imbarazzo)Ma c'è qualcos'altro, vero?

VERONICA - Ehm, sì...

SAMUEL - Dai, spara. Ormai siamo in ballo!

VERONICA - E' inspiegabile...

SAMUEL - (molto sorpreso) ... inspiegabile? Cosa e per chi, è inspiegabile?          

VERONICA - Sam, lo è per me! Non mi spiego come ho potuto accettare di uscire con te... sapendo chi sei, come sei...

SAMUEL - ... e dalli! Non ti ho mica costretta, minacciata, ubriacata o... drogata...

VERONICA - Appunto!

SAMUEL - Tant'è che non ho insistito per... (è perplesso)ma perché sono imbarazzato?

VERONICA - Imbarazzato? Tu?

SAMUEL - Proprio io... (pensieroso)

VERONICA - Posso usare il bagno?

SAMUEL - Naturalmente. E' li, a destra.

VERONICA - C'è la chiave?

SAMUEL - Sì... come la chiave? Non penserai che io...

VERONICA - ... scusa. No, è una cosa... mia...

SAMUEL - Sì, sì. (si lascia andare sul divano sconsolato)

(da una quinta, dietro il divano, esce un uomo, cinquanta anni circa, ben vestito, si guarda          intorno. vede Sam, gli si accosta. Sam avverte la sua presenza)

Scena II(Samuel e Cesare)

SAMUEL - Eh? (a bocca aperta, fa   fatica a parlare)Zi... zio! Zio Cesare? Ma... ma ...

CESARE - Ciao, bello de zio! Come stai?

SAMUEL - Zio Cesare? Da dove sei entrato? Come è possibile?

CESARE - Da li, naturalmente!(indica il punto)

SAMUEL - E già... da... li. (deglutisce)Pe... perdonami, so... sono un po'... sorpreso?

CESARE - E' naturale, ragazzo mio! (gira per la casa, con passo sicuro)

SAMUEL - Che cosa…? (si guarda intorno, poi guarda ancora, incredulo, Cesare)Insomma...

CESARE - … che cosa faccio qui? Sei sicuro di non saperlo?

SAMUEL - Dovrei saperlo? (sempre più spaesato )

CESARE - Direi di si! Anche se manco da più di dieci anni...

SAMUEL - Tredici zio, sono passati tredici anni!

CESARE - Sempre preciso, eh? Ma certo: sei un ingegnere! Dicevo, anche se manco da ...

            tredici anni, non ho dimenticato il mio nipotino diletto. Sono qui per darti qualche           

            buon consiglio... (S. lo            guarda strabiliato)su come gestire alcune "situazioni",

            diciamo, complicate. Per evitare guai!

SAMUEL - Guai? Di cosa parli? (breve pausa, guarda nel vuoto)Perdonami, zio, ma la     situazione è, perlomeno... grottesca, non trovi?

CESARE - Cosa c'è di grottesco nel fatto che tuo zio voglia darti un consiglio? Non l'ho sempre

fatto?

SAMUEL - Certo, ma le... condizioni erano completamente diverse...(pausa, scuote la testa. Tra se) Mio Dio… (perplesso, va a controllare nel punto dove è apparso C.) cioè… zio…?

CESARE - (è occupato ad osservare  la casa)Però, hai buon gusto! Vedo che i miei          insegnamenti   han dato i frutti sperati. Bravo nipotino mio!

SAMUEL - ( ricordandosi di V.)Zio… ehm… non sono solo!

CESARE - Lo so, lo so. E' proprio per questo che sono qui, accidenti!

SAMUEL - Per... questo, cosa?

CESARE - Per la ragazza! Come si chiama? Ah, si! Veronica...

SAMUEL - (lo guarda stralunato)La conosci?

CESARE - Naturalmente! Veronica, molto carina, intelligente. Hai intenzione di     aggiungerla alla tua "collezione"?

SAMUEL - Zio, cosa...

CESARE - Zio che? Ti ho fatto una domanda, non ho molto tempo.

SAMUEL - E poi lei potrebbe uscire dal bagno...

CESARE - Non è quello il problema! Insomma, che intenzioni hai, con lei?

SAMUEL - Mi piace, molto. Non è come con le altre... sento qualcosa di... diverso... per lei.         Ma tu cosa c'entri... e poi...

CESARE - ... le vuoi bene?

SAMUEL - Sì, certo!

CESARE - (compiaciuto)E potrebbe essere lei, quella per la quale ti "fermeresti"?

SAMUEL - Beh... si! (un po' sognante)

CESARE - Perché non glielo dici?

SAMUEL - Dirle cosa?

CESARE - Non fare il finto tonto con me... con te stesso! E' arrivato il momento di            pensare            seriamente a ciò che, fino ad oggi, hai "accantonato"!

SAMUEL - Cioè?

CESARE - Metter su famiglia, perdiana! Veronica è la ragazza giusta?

SAMUEL - Forse dovrei frequentarla un po', prima...

CESARE - (sbrigativo)Balle! Certe cose si capiscono subito...

(si sente la porta del bagno che si apre, C. si dirige verso il punto da cui è comparso)

SAMUEL - ... zio! (lo guarda perplesso, C. gli fa cenno di tacere e, sottovoce)

CESARE - Accidenti! Vado! Mi raccomando, senza starci a pensare tanto: se è lei? Vai deciso     

(C. si dilegua passando dalla quinta da cui era entrato. S. è esterrefatto. rimane imbambolato a guardare nella direzione dove è sparito C., con le braccia leggermente protese e la bocca spalancata. V. esce dal bagno e lo trova in       quella posizione)

Scena III(Veronica e Samuel)

VERONICA - Sam! (non risponde)Sam!(S. si scuote)

SAMUEL - Sì, ah... Veronica... cosa ci fai tu qui? Cioè...hai fatto? Oh, scusami...

VERONICA - Sam, stai bene? Hai bevuto?

SAMUEL - (si riprende)No, ci mancherebbe! Di cosa stavamo parlando?

VERONICA - Per me hai bevuto, oppure hai visto un fantasma!

SAMUEL - Un... un fantasma? ( comincia a ridere nervosamente)

VERONICA - Comunque io devo andare...

SAMUEL - ...come, proprio adesso?

VERONICA - Si adesso!

SAMUEL - Ma ci rivediamo?

VERONICA - Beh, sì... credo di sì...

SAMUEL - ... devo dirti delle cose...

VERONICA - ... d'accordo. Me le dirai, ma ora devo proprio andare!

SAMUEL - Come vuoi. (laconico, l'accompagna alla porta, si danno un bacio amichevole e V. se           ne va. Torna al divano, si lascia cadere, prende il telefono e forma un numero)          PRONTO....CIAO FILIPPO.......SONO SAMUEL....DOVE SEI?....   PENSI DI POTER PASSARE DA ME, ANDANDO A CASA?..... SI LO SO, E' UN PO' TARDI,MA.....ADESSO NON COMINCIARE CONLA STORIA DELLA DISGRAZIA DI ESSERE AMICO DEI PROPRI PAZIENTI......NO......NO......MI DEVI AIUTARE.....SI,          COME AMICO.......E COME MEDICO .....TE LO CHIEDO PER     FA......GRAZIE.......A DOPO..... TI             ASPETTO (chiude )   

Scena IV (Filippo e Samuel)

(S. è sul divano. Campanello, si alza, va alla porta, entra Filippo, 40 anni circa,   elegante, aria sicura e sorrisetto sulle labbra)

FILIPPO - Amico mio, eccomi qua!

SAMUEL - Grazie, Filippo, sei proprio un amico!

FILIPPO - Puoi ben dirlo! Non è per fartelo pesare, ma, per venire da te, ho dovuto           lasciare in sospeso una "questione" piuttosto i n t e r e s s a n t e. (scandisce    bene    questa parola)

SAMUEL - Scusami... (pausa, lo guarda un po' divertito e facendogli eco)spero sia           "recuperabile" questa q u e s t i o n e?

FILIPPO - (distaccato)Lo è, fortunatamente, lo è! Altrimenti non sarei accorso...

SAMUEL- ... alla faccia della sincerità! Di cosa si tratterà mai?

FILIPPO - Senti "Samuelino" bello, debbo proprio spiegarti di cosa parlo?

SAMUEL - Ho capito, perdonami, ma mi accade qualcosa di strano...

FILIPPO - ... (ora è serio)ti senti male, Sam?

SAMUEL - No, sto bene (F. lo scruta con occhio clinico) ... almeno credo...          

FILIPPO - ... cioè? Spiegati!

SAMUEL - (si siede sul divano, raccoglie le idee. F. si avvicina, non si siede e continua ad          osservarlo preoccupato)Ti ricordi di mio zio Cesare?

FILIPPO - Caspita se mi ricordo! Lo zio Cesare... (ricorda)era il mito di noi ragazzi.           Che tipo... lo zio Cesare...

SAMUEL - ... l'ho visto!

FILIPPO - (si blocca, lo guarda a bocca aperta)In che senso?

SAMUEL - Nel senso che l'ho visto! Circa un'ora fa.

FILIPPO - Lo hai... v i s t o?

SAMUEL - Si! Ci ho anche parlato.

FILIPPO – Ripeto: ti senti male Sam?

SAMUEL - Ho detto di no.

FILIPPO - Tuo zio Cesare? (S. annuisce, sicuro)E dove lo avresti visto, dove ci avresti      parlato?

SAMUEL - Qui!

FILIPPO - (arretra di un passo, si guarda intorno, alle spalle)Cioè, dove siamo ora? (S.    annuisce)        Ma... ma...

SAMUEL - ... si, lo so, sembra strano, vero?

FILIPPO - Strano? Di pure assurdo! Tuo zio se ne è andato più di 10 o 11 anni fa, se non ricordo male. E' così? (si guarda attorno)

SAMUEL - Tredici!

FILIPPO - Sono passati tredici anni... accidenti (scruta a fondo S. che ricambia lo sguardo            con serenità) Sam!

SAMUEL - Si?

FILIPPO - Tuo zio è m o r t o, tredici anni fa!

SAMUEL - Esatto!

FILIPPO - Ecco, (sempre più incredulo)allora come hai potuto vederlo e parlargli?

SAMUEL - Mah! Sarà stato il suo fantasma.

FILIPPO - E lo dici con quella naturalezza?

SAMUEL - Cosa dovrei fare? Dovrei urlare come un ossesso, strapparmi i capelli,             gridare             all'evento

miracoloso, telefonare al giornale o ad una stazione televisiva... (F. lo         guarda            strabiliato, interrogativo)per vendermi l'intervista?

FILIPPO - Tu credi ai fantasmi?

SAMUEL - No... perlomeno non ci pensavo…. fino ad un'ora fa!

FILIPPO - Sono sconcertato! Non tanto per l'avvenimento in se stesso, quanto per come lo dici, come      ne parli.

SAMUEL - Lo sono anch'io!

FILIPPO - Stavi dormendo?

SAMUEL - No, ero ben sveglio!

FILIPPO - Hai preso, ingerito... "qualcosa"?

SAMUEL - Sei matto?

FILIPPO - Alzato un po' il gomito? (alza il braccio, ammiccando)

SAMUEL - Lo sai che sono astemio!

FILIPPO - Forse dovrei... anzi: devo darti un'occhiata...

SAMUEL - ... ma se t'ho detto che sto benissimo?

FLIPPO - Va bene! Ma ti rendi conto che è incredibile?

SAMUEL - Sembrava così anche a me!

FILIPPO - (dopo una breve pausa)Sam! Siamo persone razionali, tu ingegnere, io medico...

SAMUEL - ...e cosa c'entra? Proprio perché siamo razionali, possiamo parlarne      serenamente    e trovare la spiegazione.

FILIPPO - Bravo, è quello che penso anch'io! Ci deve essere una spiegazione…    

SAMUEL - Sicuro! Se è successo, perché è successo, non ho sognato, una spiegazionec'è!

FILIPPO - Come fai ad essere così tranquillo? Io sarei morto di paura!

SAMUEL - Paura? Si tratta di mio zio, il mio caro zio Cesare. Il fratello di mia madre. La   persona che

mi ha fatto, praticamente, da padre. Non posso avere paura! Sul      momento sono rimasto

senza fiato, quello sì, ma poi mi sembrava di riprendere una conversazione interrotta poco prima...

FILIPPO - ... ma hai parlato con qualcosa... qualcuno che non esiste. (S. lo guarda            arrabbiato)     aspetta... (riflette. S. lo guarda incuriosito)fammi pensare.

SAMUEL - Siediti.

FILIPPO - Si… (si accomoda meglio)Ma certo! (riflettendo) Vedi, Sam, esistono varie        teorie   su questi

fenomeni. Teorie serie, formulate da persone che, partendo anche   dallo    scetticismo più assoluto, arrivano alla spiegazione pur se questa non è del      tutto     razionale... (pausa)

SAMUEL - ... avanti, non ti fermare adesso! Dai dottore, pendo dalle tue labbra!   

FILIPPO - Sam, sto cercando di prendere seriamente la cosa. (S. alza le mani)Avrei           potuto dirti che sei impazzito, che sei un visionario, di stare attento a non assumere     sostanze...

SAMUEL - ... insisti? Non ho mai assunto "sostanze". Non bevo, non "fumo"! Pensi          che nello

Chateaubriand che ho mangiato stasera, qualcuno, possa aver messo, che so, dell'LSD?

FILIPPO - L'LSD? Esiste ancora?

SAMUEL - Ma che ne so? Dicevo così, non conosco sostanze allucinogene, io! Bere poi! Il          maitre,al ristorante, si è scandalizzato e il sommelier mi guardava schifato, perché     ho bevuto solo

acqua... ecco, l'acqua era un po' troppo gasata!(ironizzando)Potrebbe essere stata

            arricchita con qualcosa di illecito? Vogliamo fare      un esposto ai NAS?

 FILIPPO - Quanto sei scemo! Vabbe', abbiamo appurato che non dipende da... (S. lo        guarda            scocciato)quella roba li! Allora, cosa può aver provocato questa         allucinazione?            

SAMUEL - Non è stata un’allucinazione! Te lo assicuro! Ho parlato con mio zio, come sto            parlando con te adesso. Accidenti ma sei testardo!    

FILIPPO - Posso riprendere il filo del discorso? (S. annuisce)Tra tutte le teorie...    

SAMUEL - ... sei un esperto?

FILIPPO - No, ma ho letto qualche articolo, anche su riviste mediche. Insomma non          interrompere...

SAMUEL - ... per carità! Sai che sono sempre stato affascinato dalla tua affabulazione...   sono fiero di avere un amico con la tua cultura, con le tue capacità di analisi. Non a   caso ti ho voluto come medico di fiducia.

FILIPPO - Sono commosso! Credevo che la scelta fosse solo per amicizia...           

SAMUEL - ... poi lo scemo sono io, eh?

FILIPPO - Dicevo che, tra tutte quelle che ho esaminato, due sono le teorie più       attendibili,       a mio parere. La prima, non chiedermi la fonte, non lo ricordo, si rifàall'enunciato:   “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Chi l'ha detto?

SAMUEL - Lavoisier!

FILIPPO - Chi?

SAMUEL - Antoine Lavoisier, un chimico francese, del settecento.

FILIPPO - Grazie per la dimostrazione di cultura. Quindi, l'energia prodotta, in vita, da un             essere

            umano, alla sua morte non si distrugge. Si trasforma, diventa un'altra cosa...

SAMUEL - ... che cosa?

FILIPPO - Non lo so! Potrebbe, dicono, rimanere... (fa ampi gesti con le mani) nell'aria e   manifestarsi,

            di tanto in tanto, sotto forma di... apparizione.

SAMUEL - Interessante, razionale! Quindi, i "fantasmi", esistono veramente! (pausa. Poi si          raddrizza)Ma è spaventoso! Se fosse così, oltre all'energia di mio zio, qui, in questa stanza, ci

sarebbero chissà quante "energie", che potrebbero… (deglutisce)     entrare in scena, quando

meno te l'aspetti! No, così no... io cambio casa! 

FILIPPO - Fammi prima esporre la seconda teoria.   

SAMUEL - Ne ha facoltà.

FILIPPO - La ringrazio signor giudice! Piantala di fare il cretino!

SAMUEL - Mi chiedo se non lo stiamo facendo entrambi.

FILIPPO - Mi hai coinvolto in questa storia. Se ho accettato è perché non mi sembra sia una          stupidaggine. Anch'io ho stima di te, della tua cultura, della tua capacità di analisi,            anche se non

            sei il mio medico...

SAMUEL - ... non è che poi tenterai di baciarmi?

FILIPPO - T'ho detto piantala! (fa finta di mollargli un pugno sulla testa)Sta zitto, sennò me          ne vado e ti lascio, da solo, con le tue "energie"! (ridono)La seconda teoria è un po'            più... romantica.

SAMUEL - Davvero?

FILIPPO - Si! L’ipotesi è che alcune persone creino un "amico virtuale". (breve pausa, per            “verificare”

            il livello di attenzione di S.)  Alcuni lo identificano con l'angelo custode. Personalmente non sono

d'accordo! Si rischia di mancare di rispetto...

SAMUEL - ... all'angelo?

FILIPPO - No, a chi ha la fede… e non lo trovo corretto! Ma questa è un'altra storia.

SAMUEL - Ti prego, una per volta. Non cominciare con i tuoi voli pindarici. Poi mi           gira la testa e devo chiamare un dottore... uno bravo...

FILIPPO - ... ma sei incorreggibile!

SAMUEL - Non ti distrarre, vorrei arrivare alla soluzione prima dell'alba!

FILIPPO - Accidenti, cosa non si fa' in nome dell'ottimizzazione! Dunque, questo amico   "virtuale"...  (si accorge che S. è molto turbato) cos'hai Sam?

SAMUEL - Amico mio, poi non ti interrompo più. Perché proprio a me? (costernato)         Che mi sta succedendo? Ho qualcosa che non va, qui? (si tocca la fronte)

FILIPPO - Non ti mettere idee strane in quella testa! Non vuol mica dire che sei matto! (con          tono paterno)E poi ci sono qui io...

SAMUEL - Va bene, prosegui.

FILIPPO - Esiste parecchia letteratura sul tema. Anche il cinema, che a te piace tanto, ha    narrato storie del genere. Mi viene in mente un film con James Stewart… il protagonista vede, parla, va al bar con un coniglio bianco alto due metri...

SAMUEL - ... Harvey!

FILIPPO - Proprio quello! In un altro, con Gerard Depardieu...

SAMUEL - ... Bogus! Un bambino si inventa... veramente il finale può far pensare            diversamente... un amico, una specie di grosso clown...

FILIPPO - ... esatto! E poi in "Chocolat", come si chiamava? Aspetta, questo lascialo         ricordare a me... Pantuf, il canguro amico della figlia...

SAMUEL - ... di Juliette Binoche!

FILIPPO - Juliette Binoche... (sognante)

SAMUEL - ... che bella donna!

FILIPPO - Ti pareva che il discorso non andava a finire sulle donne!

SAMUEL - Perché, ti sembra strano? (riflette)Donne... donne... c'è qualcosa che mi           frulla in testa...

FILIPPO - ... ti sembra il momento di pensare a… ?

SAMUEL - … a parte che tutti i momenti sono buoni per pensare alle ragazze.  Proprio tu dici questo?

FILIPPO - Vabbe', ma...

SAMUEL - ... ma... a me sembra che ci sia un collegamento con quanto è successo.

FILIPPO - Eri con una ragazza, quando...

SAMUEL - ... si! (ricorda)Lei è andata in bagno e...

FILIPPO - ... chi era?

SAMUEL - Veronica.

FILIPPO - Veronica? (molto sorpreso, anzi allibito)

SAMUEL - Sì, Veronica! Perché?

FILIPPO - Veronica era qui, stasera? (deglutisce)

SAMUEL - Si! Cosa c'è di strano?

FILIPPO - Mi chiedi cosa c'è di strano? Lei non accetta inviti da nessuno... ci hanno provato         in tanti... (S. lo guarda ironico)ci ho provato anch'io, va bene... non c'è riuscito nessuno. (gli

da una pacca sulla spalla)Amico mio, sei un fenomeno!

SAMUEL - Lascia perdere! Avrà accettato perché... perché... PERCHE'?

FILIPPO - Questo te lo risolvi da solo! Non ora, però! Abbiamo altro da fare, ricordi?

SAMUEL - Ok! Ricapitolando: potrei aver ricevuto la visita di un vero "fantasma",            secondo la tua prima teoria...

FILIPPO - ... non è mia!

SAMUEL - Sì, certo. Nella seconda ipotesi: mi sono creato un amico "virtuale". Quale       sarà quella buona? (riflettono)Se prendiamo per buona la seconda, io sarei come i       due bambini o come il sempliciotto, anche un po' sbevazzone, di "Harvey"?

FILIPPO - Anime semplici. In senso buono. Anime sincere. (guarda divertito S.)Tu           sincero?

SAMUEL - Perché, ti risulta che io sia bugiardo?

FILIPPO - No, con me credo tu sia sempre sincero! Con l'altro sesso... non lo so!

SAMUEL - No, anche con loro sono sempre sincero!

FILIPPO - Ma dai, non ci credo!

SAMUEL - Cosa te lo fa supporre?

FILIPPO - Troppe donne!

SAMUEL - Puoi anche non crederci! Non racconto bugie! Mi accettano per quello che      sono. Sanno, tutte, da subito, che non prometto niente e che non ho mai, dico mai,

            intenzioni serie.

FILIPPO - E ti cadono, comunque, ai piedi? (S. annuisce)Confermo: sei un fenomeno!

SAMUEL - Anche tu, hai molto successo con le ragazze! Non mi dire che...

FILIPPO - ... io racconto una caterva di bugie. Prometto di tutto.

SAMUEL - E ti cadono, comunque, ai piedi? (F. annuisce)Son proprio strane 'ste   donne!             (ridono di

cuore poi S. torna improvvisamente serio)

FILIPPO - Cos'hai?

SAMUEL - Questi amici "virtuali", sono animali, soggetti di fantasia... io ho visto mio        zio, una persona realmente vissuta. L'ho visto come era poco prima della sua morte.

FILIPPO - E allora?

SAMUEL - Il mio è un caso da "prima teoria": ho incontrato un fantasma o “l’energia” che resta di

            lui. (rimangono qualche istante pensierosi. poi F. mette una mano sulla spalla dell'amico)

FILIPPO - Forse è la spiegazione più sconcertante. Ti impressiona?

SAMUEL - Un po'. (una pausa di riflessione, poi S. guarda F.) E' tardi. Sto approfittando             della tua disponibilità. Domani devi essere in ospedale, no?

FILIPPO - Veramente si! (lo osserva attentamente) Tu te la senti di rimanere solo?

SAMUEL - Naturalmente! Non è una casa "infestata"... e poi qualcosa mi dice che, per      stasera, non ci saranno più "apparizioni".

FILIPPO - Come fai ad esserne così sicuro?  Da che nasce questa sensazione?

SAMUEL - E' più di una sensazione!

FILIPPO - Ti vedo deciso, tranquillo. Vado via sollevato. Comunque se...

SAMUEL - ... ti chiamo, se ne ho bisogno.

FILIPPO - Buonanotte!

SAMUEL – ‘notte, amico mio e grazie.

FILIPPO - Ah, se dovessi vedere di nuovo tuo zio, salutamelo... (tra se)ma che dico?

SAMUEL – Presenterò

Scena V (Luisa e Samuel )

(Entra S. con una ragazza, Luisa, le sfila il soprabito con delicatezza. lei posa la borsa     su una sedia vicino l'ingresso. è estasiata)    

LUISA - Questa è la tua tana? Carina? La dividi con qualcuno?

SAMUEL – Cosa? (guarda nella direzione da dove appare C., fa una smorfia) No!

LUISA - Non sei sempre da solo, vero?

SAMUEL - No! (c.s. deglutisce)Cioè sì... cosa intendi dire?

LUISA - Chissà quante ragazze ci porti?

SAMUEL - Ahhh... sì, certo... cioè no... ma pensiamo a noi, Luisa! (le posa le mani sui     fianchi. Lei

ha un brivido)

LUISA - Come corri! (ma lo asseconda prendendogli le mani e portandole dietro la          schiena)

SAMUEL - Sei fantastica! (le sussurra qualcosa all'orecchio)

LUISA - Non mi tentare! (fa un po' la ritrosa)

SAMUEL - Non lo fare tu. Vieni... (l'accompagna al divano)

LUISA - (si lascia trasportare come in una danza, poi si adagia sul divano, provocante)   Non mi offri niente... da bere? (maliziosa)

SAMUEL - Cosa preferisci? (le sfiora i capelli con le dita)

LUISA - Nulla di troppo forte... voglio rimanere sobria.

SAMUEL - Un'aranciata? La Coca cola è troppo eccitante?

LUISA - Non ne avrei bisogno... (lo chiama verso di lei con un dito)

SAMUEL - (la raggiunge sul divano, sono molto vicini)Mmhhh... è un buon inizio.

LUISA - (giocando con il colletto della camicia di lui, intrigante)Pensa come sarà il          seguito!          

SAMUEL - (sta al gioco)Luisa...(appare C. è vestito come un Cowboy, cappello, camicia a grandi quadri,          fazzoletto al collo, gilet, jeans, camperos con speroni, guanti di pelle gialla. Si siede sul       bracciolo opposto del divano. S. si blocca)zi... zitta, non dire             niente... (lei è un po'   sorpresa. C.

lo guarda severo)sì, l'unica cosa che voglio sentire è il tuo respiro... (C.      si sporge sul divano

come per interporsi tra loro) fermo... (L. spalanca gli occhi,           sorpresa) fermo, Sam, non... non bruciare questi attimi...(aspira)questo profumo… (C. si raddrizza, scuote il capo, divertito)

LUISA - Tesoro, posso andare in bagno?

SAMUEL - (tra se)Ci siamo! (a L.)Certo, cara... è li, sulla destra. (L. va in bagno. S. va      verso C.)

Zio, che cosa ci fai qui? Non potevi aspettare un altro momento?

Scena VI(Cesare e Samuel)

CESARE - Ma, questo, è il momento! (si siede sul divano)

SAMUEL - Cosa fai? Se lei torna, se ti vede?

CESARE - Mi vede anche lei?

SAMUEL - Forse... no! O forse... si?

CESARE – Deciditi:  sì o no?

SAMUEL - Ma cosa ne so io? Ti rendi conto che...

CESARE - ... certo che mi rendo conto.

SAMUEL - (squadra C. da capo a piedi divertito)Zio...

CESARE - ... sto bene? (facendosi ammirare) Sono reduce da una bella cavalcata. E' stato             emozionante,   cavalcavo fianco a fianco con Tom Mix, Gary Cooper e "The     Duke"...

SAMUEL - ... John Wayne?

CESARE - Lui!

SAMUEL - Accidenti! Che tipo è, il "Duca"? Di persona, intendo... cioè, ma cosa dico?

CESARE - Ho capito cosa intendi. Vedi, ragazzo mio, non è la stessa cosa, li!

SAMUEL - Ah, ecco! Zio… (riflette) posso chiederti un favore?

CESARE - No! Io non faccio favori! Io do consigli! Io vigilo! E tu stai "marcando"            male,   nipotino mio. (lo squadra da capo a piedi)

SAMUEL - Ma perché? Cosa faccio di sbagliato? (C. accenna con la testa verso il             bagno) Luisa? Cosa c'è di sbagliato in lei? L'hai vista bene? E' la fine del mondo...

CESARE - (avviandosi verso il bagno)Dici? (si china per guardare attraverso il foro della chiave)

SAMUEL - Zio! ( è allibito, C. lo blocca con la mano)

CESARE - Mi basta un'occhiata. Acc... (fa ampi gesti con la mano)Però! (si alza con         aria compiaciuta torna verso il centro della scena) Effettivamente è molto "carina"!         Ma... è

            Luisa.

SAMUEL - Non capisco. (esterrefatto ma divertito)

CESARE - Non è Veronica!

SAMUEL - Cosa c'entra Veronica?

CESARE - Veronica è la donna della tua vita?

SAMUEL - Come la...  Ma zio...

CESARE - Ho capito male? Non ti sei spiegato bene? Chi stai menando per il naso?           Me...    te

stesso? Vado, ma non sono affatto contento.

SAMUEL - Aspetta...

CESARE - Vado! (duro)Ma tornerò, altroché se tornerò! (si eclissa dal solito punto)

Scena VII(Luisa, Samuel e Cesare)

LUISA - (uscendo dal bagno)Ehi, ragazzaccio, la mia Coca?

SAMUEL - Coca? Luisa in casa mia niente stupefacenti... (tra se)ma che dico? (si riprende)         Ah... ah... (risata forzata. goffamente. L. lo guarda perplessa)E' una     battuta... ah... ah... vado a prenderla subito. (scappa in cucina)

LUISA - (rivolta al pubblico)Non ci posso credere, sono a casa di Sammy! Siamo soli!      Quanto ho sognato questo momento.(si guarda intorno contenta)Lo so, non   sonola prima   e neanche l'ultima. Frequenta molte donne, non si impegna con nessuna. Però        è sincero! Non promette matrimoni, convivenze. Ama troppo la sua libertà.(sospira) E' più forte di me, non posso fare a meno di sperare, sognare di stare con lui per... per molto tempo.(sospira)Sono stupida?

SAMUEL - (rientra con la Coca)Ecco qui, spero sia abbastanza fresca!

LUISA - Grazie! (invita in modo provocante S. a sedersi) Dove eravamo rimasti? (ammiccando)

SAMUEL - (si lancia verso il divano, ma, ricordando, guarda verso il punto della sparizione       di C. e

frena, goffamente. L. è divertita) Dove?

LUISA - Credo stessi parlando di un "profumo"! (marcando su questa ultima parola)

SAMUEL - Ah, si? Lo senti anche tu? (L. non capisce)Il "profumo". (imitando L.)  Sicuramente,   alla prossima assemblea di condominio, si dovrà affrontare questo problema...

LUISA - ... che problema, Sammy? (sconcertata)

SAMUEL - Gli inquilini del secondo piano!

LUISA - Sammy, cosa?         

SAMUEL - Sono, mi pare, indiani, no pakistani... cucinano continuamente e usano            delle    spezie molto aromatiche e... (si accorge che L. non capisce)

LUISA - Sam, tu parlavi del "mio profumo"!

SAMUEL - Ah... sì, è vero!

LUISA - (lo tira a se, sul divano. S. non fa resistenza, anzi, ma compare C. e lui si ritrae) Cosa c'è?

SAMUEL - Perdonami, ma... ehm... mi sono ricordato che oggi ho mangiato una cosa 

            "pakistana"... (L. lo guarda allibita)

LUISA - Sam, hai mangiato con me, pennette al salmone e sogliola alla mugnaia, non mi   sembrano specialità "pakistane".

SAMUEL - Stasera! A pranzo, invece... me l'hanno portata su... quelli del… secondo         piano. (rassegnato) Non devo avere un alito... “accettabile”.

LUISA - A me non sembra! (avvicinandosi)

SAMUEL - (ritraendosi)Forse se mi avvicino troppo...

LUISA - Mi hai baciata, prima, in ascensore.

SAMUEL - Sì, è vero... (guarda se arriva C.. si avvicina a L. non succede niente)  allora... se vuoi?

LUISA - Ma certo che voglio! (comincia a sciogliergli la cravatta)

SAMUEL - Luisa... (appare C. e S. si divincola. C. sparisce)devo dirti una cosa...

LUISA - ... puoi dirmela anche dopo, caro.

SAMUEL - Io non vorrei approfittare di una situazione...

LUISA - ... ne approfitto io, non preoccuparti. (gli sbottona la camicia)

SAMUEL - (abbandonandosi)Certo cara... (compare ancora C. con le mani sui fianchi. S.            si         allontana, si aggiusta la camicia e guarda C.) ma... il punto è... che…

LUISA - ... non ti piaccio?

SAMUEL - Non scherzare! Tu sei... (fa per avvicinarsi di nuovo a L. C. scatta e gli si        para    davanti. S.

            rimane bloccato come se tra lui e C. ci fosse un ostacolo invisibile)

LUISA - Eppure mi sembrava... (piagnucolando)forse mi sono lasciata andare troppo        facilmente?

SAMUEL - Ma no! (sconsolato)Come faccio a spiegarti, sarebbe troppo lungo...

LUISA - No, va bene così! Ho capito: tu mi rispetti. (si ricompone)Ce ne fossero, di          uomini come te!

SAMUEL - No, guarda... non è proprio così... (guarda C. che è di fronte e non lo fa          passare)

LUISA - ... non dire niente! Che bella persona sei… (gli lancia un bacio con la mano)

SAMUEL - (sconsolato)Luisa! (accenna un paio di "finte" per "smarcare" C. non riesce e             quindi si lascia cadere su di una sedia) Luisa, scusami.

LUISA - (prende il cellulare)PRONTO….SI, UN TAXI!.....VIA DI VILLA             BETANIA…. (A          S.) che civico è?

SAMUEL - (assente)22D.

LUISA – 22D….SI….TRA QUANTO? MENO DI CINQUE MINUTI?....MA          BENE…..GRAZIE!     (riprende la borsa e si avvia)Sam!(S. si scuote e si alza)

SAMUEL - Potevo accompagnarti io.

LUISA - Va bene così. (gli accarezza la guancia con tenerezza. Si ferma sulla porta, si     volta,   lo osserva ancora, compiaciuta poi, con un gesto tra il disappunto e il      malinconico esce)

SAMUEL - Zio! Hai visto?

CESARE - Cosa? (beffardo)

SAMUEL - Niente. (riflette)Come mai non riesco a toccarti?

CESARE - Perché non puoi! (si dirige verso il suo punto)

SAMUEL - E adesso cosa fai? Te ne vai?

CESARE - Naturalmente! Sta cominciando un rodeo. (si tocca la tesa del cappello) So long!         (esce lasciando S. di sasso)

Scena VIII (Filippo e Samuel)

(S. è seduto su una sedia a sin e F. sul divano a dx. entrambi pensierosi)

FILIPPO - Sei proprio deciso a tentare questo esperimento?

SAMUEL - Si! Ho lasciato che passassero due settimane... (disperato)due settimane senza             ragazze... mio Dio!

FILIPPO - Deve essere stata dura?

SAMUEL - Durissima, ma era necessario!

FILIPPO - Sei proprio convinto che tuo zio si "manifesti" solo, quando stai per...

SAMUEL - Tu cosa ne dici? Sono quindici giorni che... (fa il gesto con le dita, pollice ed   indice, niente)al massimo un aperitivo, due chiacchiere... capisci? E di lui... (accenna      al punto

famoso)neanche l'ombra... cioè, non si è fatto vi... insomma: niente zio Cesare! Se fosse così sarei... rovinato!

FILIPPO - Mi stai convincendo. Non capisco perché hai voluto ci fossi anch'io?

SAMUEL - Sei il mio medico...

FILIPPO - ... ed anche tuo amico!

SAMUEL - Vorrei che tu osservassi quello che succede... magari puoi vederlo anche tu.

FILIPPO - Io non ci tengo così tanto.

SAMUEL - Potresti, invece, aiutarmi a convincerlo... (F. fa cenno di non capire)di             lasciarmi          in pace, ad esempio.

FILIPPO - Quindi, stasera, hai invitato le ragazze ? (S. annuisce)Perché proprio loro           due?

SAMUEL - Perché Brigitta mi piace molto e Claudia... (sorrisetto)ha un debole per te.

FILIPPO - Davvero? Interessante, molto interes... ehm…ma se        compare lo zio, vado in bianco anch'io?

SAMUEL - E' un rischio che devi correre. (divertito)

FILIPPO – Ah si? Pensi che, nel caso, Brigitta, ti concederebbe una seconda chance?

SAMUEL - (colpito)Accidenti, non ci avevo pensato! E adesso?

FILIPPO - E' un rischio che devi correre. (gli fa il verso sarcastico)

SAMUEL - Sei un serpente a sonagli!

FILIPPO - (sorride)A pensarci bene mi farebbe piacere rivedere tuo zio.

SAMUEL - Veramente? Allora gli dirò di venirti a far visita, qualche sera!

FILIPPO - Cosa? Ma che sei... ehm... no... non vorrei disturbarlo...

SAMUEL - Pusillanime! (ridono di gusto entrambi) Insomma: te la senti di aiutarmi?

FILIPPO - (titubante)Come no... ce... certo!

CAMPANELLO

FILIPPO - Non sarà mica lo zio? (scatta in piedi, agitato)

SAMUEL - Scemo! Pensi che arrivi dalla porta d'ingresso? (va ad aprire, entrano due       ragazze)Buonasera!

Scena IX(Brigitta, Samuel, Filippo, Claudia e Cesare)

BRIGITTA - Buonasera Sammy! Conosci Claudia?

SAMUEL - Ma certo! Claudia, Brigitta, lui è Filippo... (F. si avvicina con portamento         fascinoso)vi conoscete, o sbaglio?

FILIPPO - Sì, sì. (squadra CL. da capo a piedi, compiaciuto)Sei uno splendore!

SAMUEL - Anche tu sei abbagliante! (a B. che si toglie il soprabito imitata da CL. indossano       abiti provocanti e sono due bellissime ragazze. i due uomini le guardano ammirati)

CLAUDIA - Buonasera Filippo, ti trovo in forma smagliante! Non trovi Brigitta?

BRIGITTA - Oh si! Anche il nostro bel Sammy è strafigo... come sempre, d'altronde...       (gli       si accosta provocante. S. istintivamente fa per allungare le mani, ma si)

FILIPPO - (richiamando l'attenzione di S.)Sam, Sammy... (fa il verso a B.)beviamo            qualcosa?

SAMUEL - (scuotendosi)Certamente! Accomodatevi pure. Il nostro amico ha preparato un            paio di drink niente male. (va verso il bar e B. lo segue. F. prende per mano CL. le fa        fare una giravolta e la guarda interessato)

FILIPPO - Sei bellissima! (CL. accetta il complimento con sguardi di fuoco)Non ci             frequentiamo   abbastanza, tu ed io!

CLAUDIA - Infatti! Tu sei sempre molto occupato, con i tuoi pazienti. (lo guarda finta     imbronciata)O, forse, è meglio dire con le tue pazienti?

FILIPPO - Tesoro, ce vo' pazienza! (sorridono complici e, scambiandosi occhiate e piccoli           "sfioramenti" si siedono sul divano. parlottano sommessamente)

SAMUEL - (intanto ha preparato 4 bicchieri, ne da due a B. e due li prende lui. Si dirige             verso   il divano)Ecco qua, questo è per cominciare. (consegna i due bicchieri a F.    e          CL. poi si volta verso B.che gli porge uno dei suoi bicchieri) No, questo è il tuo. Io prendo l'altro.

BRIGITTA - Perché? Non è lo stesso drink?

SAMUEL - No, questo è analcolico! (mostrando il bicchiere)

BRIGITTA - Sei astemio? (S. annuisce)Ma no? Che carino! (lo accarezza. posa il suo       bicchiere)Beh, allora

            niente alcool, va bene? Me ne dai un po' del tuo?

SAMUEL - Volentieri! (le porge il bicchiere, lei lo prende, un sorso e poi, invece di          restituirglielo, lo invita a bere dalla sua mano)

BRIGITTA - (S. accetta divertito)Così, bravo. Come mi piace... (dal suo punto esce C.      con le ciglia aggrottate. E' in frac, capelli imbrillantinati, sigaretta tra le dita. S. lo       vede e il drink             gli va di traverso, comincia a tossire)Oh, scusa, caro, ho alzato troppo il            bicchiere...

SAMUEL - (mezzo soffocato)No, non è colpa tua... (approfittando della piccola confusione indica, con lo

            sguardo, a F. il punto dove si trova C.)sono io che mi sono abbassato         troppo.(F. capisce)

FILIPPO - (irrigidendosi, guarda ma, naturalmente non scorge niente. si rivolge a S.)C'è?

CIAUDIA - (molto sorpresa)Cosa?

FILIPPO - Eh? Ah, si dicevo… c'è dell'altro da bere?

CLAUDIA - Ma non hai ancora finito il primo...

FILIPPO - ... è vero! Ma lo dicevo per te...

CLAUDIA - ... neanche io ho ancora finito! (lo guarda sorniona)Vuoi farmi girare la        testa con i drink? Non hai altri mezzi? (spinge F. verso il bracciolo del divano)

SAMUEL - (vedendo che C. si sta avvicinando ai due)Filippo! Filippo... senti una cosa... (fa         ampi gesti all'indirizzo di F. per esortarlo ad andare da lui)

FILIPPO - (riesce ad eludere la marcatura stretta di CL. si avvicina a S. Lo zio lo guarda incuriosito, mentre gli passa davanti) Sì, dimmi! (sottovoce a S.)E' qui?

SAMUEL - Sì... ma... non lo vedi anche tu?

FILIPPO - (passando con lo sguardo tutto l'ambiente, anche tra il pubblico)No, mi dispiace.

SAMUEL - Sicuramente anche le ragazze non lo vedono, guarda è vicinissimo a Claudia...            (C.       guarda con molto interesse CL,) Ehi la sta spogliando   con gli occhi...

FILIPPO - Ma dai! Davvero? Sempre il solito.

BRIGITTA - (che ha osservato la scena tra i due uomini, avvicinandosi a CL.)Cosa stanno           confabulando?

CLAUDIA - E chi lo sa? (intanto C. sta "studiando" B. si liscia i baffi, soddisfatto)

BRIGITTA - Sono proprio due bei tipi, non trovi?

CLAUDIA - Altroché! Anche se immaginavo Filippo un po' più spigliato, intraprendente...            tu che dici, gli piaccio?

BRIGITTA - Scherzi? Sei uno schianto! E io, a Sammy?

CLAUDIA - Eccome! Però, anche lui, è un po' imbranato, vero?

BRIGITTA - Forse. E' così tenero... però.

FILIPPO - (con apprensione)Dov'è, ora?

SAMUEL - Vicino alle ragazze. E COME SE LE GUARDA! E' incredibile! Ora gli dico qualcosa, eh?

FILIPPO - Hai deciso di passare per matto, davanti a Claudia e Brigitta... (B. si è     avvicinata,      F. finge indifferenza) oh, Brigitta... si?

BRIGITTA - Sammy, scusa, Claudia ed io dovremmo...

SAMUEL - ... il bagno? (B. è sorpresa, F. lo guarda anche lui sorpreso)E' li, sulla destra. (laconico)

BRIGITTA - Grazie! (sorpresa)Vieni Claudia?

SAMUEL - (sottovoce a F.)La storia si ripete: loro in bagno e...

FILIPPO - ... e?

SAMUEL - Ora vedrai! (le ragazze spariscono in bagno)Ci siamo! Tu resta qua!

FILIPPO - E chi si sposta!

SAMUEL - Osserva bene, mi raccomando! (fingendo noncuranza)Ciao zio, come mai da queste   parti?  

Scena X(Cesare, Samuel e Filippo)

CESARE - E me lo chiedi? (S. fa cenno che non capisce)Le ragazze! Credevi che...

SAMUEL - ... cosa devo credere?

CESARE - Lo sai benissimo! (irritato)Ero nel bel mezzo di uno splendido ricevimento,      c'erano anche un bel po’ di premi nobel, si parlava di cose molto interessanti...    (riflette)a proposito, Lavoisier non era solo un chimico, come hai detto tu!

SAMUEL - (sorpreso e divertito)No?

CESARE - Era un economista, un agronomo, un naturalista, è stato esattore delle tasse e    studiò anche astronomia. (da una soddisfatta tirata alla sigaretta)

SAMUEL - (sorridendo)Devo togliere la dicitura "con lode" dalla mia laurea? (F. è            incuriosito)

CESARE - Ma no, nipotino caro! Era solo per puntualizzare. (altra aspirata alla    sigaretta)Lo sai

come sono... come ero...

SAMUEL - (lo guarda con tenerezza. guarda la sigaretta)Zio, cos'è quella? Mi hai sempre           detto che fa malissimo. (C. annuisce)Difatti, io, non ho mai toccato una sigaretta... e tu, ora?

CESARE - (aspirando ancora con piacere)Ora, non può certo nuocermi! (S. è sempre più            divertito)Ti stavo dicendo: per un po' non son dovuto intervenire... (S. annuisce     sconsolato)poi, stasera... proprio stasera. (risentito)Ho dovuto lasciare tutta             quella bella gente...

SAMUEL - ... potevi rimanere li... (C. lo fulmina con uno sguardo)cioè, volevo dire...       che non... non dovevi disturbarti...

CESARE - Shhh, silenzio! (S. abbassa lo sguardo, ha capito di aver esagerato)Ti ho già   detto di non mentirmi... di non mentire a te stesso!

SAMUEL - (pentito)Scusami. Ma vedi, zio, io sono giovane, sano... (C. lo guarda da         capo a             piedi e annuisce) ho bisogno di... insomma, hai capito, no?

CESARE - Lo so, lo so! Credi che non mi renda conto?

SAMUEL - Ecco! E poi ricordo che anche tu... (C. inarca il sopracciglio)sì, dai, non te ne             facevi scappare una. Eri sempre in compagnia di belle donne. (F. si siede su       una      sedia    e ascolta interessato)Ricordo tua sorella, mia madre... (C. sorride)che             non approvava il tuo stile di vita...

CESARE - ... già! Cosa ci trovava poi di disdicevole?

SAMUEL - Per lei era assurdo vedere il fratello per nulla intenzionato a legarsi       seriamente, metter su famiglia. E adesso tu fai questo a me? (indica la direzione del   bagno)

CESARE - Erano altri tempi! (aspira ancora profondamente)

SAMUEL - Zio... che vuol dire?

CESARE - Bando alle ciance! Tu vuoi avere una famiglia, dei figli, sì o no?

SAMUEL - (riflette) Beh, si! E' vero che ci sto pensando, ma...

CESARE - ... altrimenti io cosa ci starei a fare qui?

SAMUEL - In che senso?

CESARE - Lo capirai! (guarda verso F.)Quello è il tuo amico Filippo, vero?

SAMUEL - (sorpreso)Sì...

CESARE - ... non è molto cambiato. Mi fa piacere vederlo qui, con te.(riflette)Anche lui    dovrebbe pensare di... ma non è compito mio!

SAMUL - Zio!

CESARE - Vado! (aspira profondamente il fumo)Mi aspettano i "Nobel"! Mi          raccomando,

            Samuel, attento a quello che fai e... esercita la memoria, ti aiuterà ad           essere meno

approssimativo!

SAMUEL - Che vuoi dire? (ricordando)Ah, Lavoisier? (C. annuisce e si eclissa)

Scena XI (Brigitta, Samuel, Filippo e Claudia)

FILIPPO - (si alza, gira intorno a S - che è rimasto inebetito e guardando nella sua stessa            direzione)Se

            ne è andato? (S. annuisce)Scusa, ma non ho capito molto di quello che vi siete detti...

SAMUEL - (ancora un po' imbambolato)... gli ha fatto piacere rivederti.

FILIPPO - Ah, ma guarda... (preoccupato)... ehi, non verrà anche da me? 

SAMUEL - No, ha detto che non è compito suo.

FILIPPO - Che vuol dire?

SAMUEL - Non lo so!

BRIGITTA - (uscendo dal bagno)Scusate se vi abbiamo fatto attendere...

CLAUDIA - (S. e F. sono altrove con la mente) Cosa vi succede? Qualcosa non va? (i due si guardano

            imbarazzati, come dire           "che si             fa?". F. si riprende prima e fa cenno a S. “ci penso io”)

FILIPPO - Claudia! Pensavo... ehm… ti andrebbe di accompagnarmi...

CLAUDIA - ... dove?

FILIPPO - (guarda S., il quale allarga le braccia. Lo rassicura)A... casa mia... (la ragazza           spalanca gli

occhi)sono abbastanza vicino. Devo prendere... ehm... altre cose da bere    e...

CLAUDIA - ... e, scommetto, hai una magnifica collezione di farfalle da mostrarmi?

FILIPPO - Come fai a saperlo?(si avvicina a CL. e con voce suadente)Ne ho di rarissime! Non sapevo ti interessassi di entomologia?

CLAUDIA - Alla bisogna! (allusiva. strizza l'occhio a B.)Tu cosa fai, Brigitta?

BRIGITTA - Va pure, io faccio compagnia a Sammy! (S. è smarrito)

FILIPPO - Allora andiamo, incantevole ragazza? (rivolto a S.)Non staremo via molto...

BRIGITTA - ... fate pure con comodo! (guarda CL. e ammicca in direzione di S.)

FILIPPO - Sam, noi andiamo, ti serve qualcosa? Ehi, Sam!

SAMUEL - (ancora un po' stordito)Eh, cosa c'è? Ah, sì... andate, andate...

FILIPPO - (prende sottobraccio CL. Si  avvia verso l'uscita, rallenta guarda S.)Che faccio, lo lascio solo?

CLAUDIA - ( che lo ha sentito)Di un po': sei suo amico, la sua balia asciutta o peggio?

FILIPPO - Sono il suo medico...        

CLAUDIA - Non mi sembra stia particolarmente male... e tra un po' starà anche meglio.   

FILIPPO - Spero di star meglio anch'io... tra un po'... (escono ridacchiando)

BRIGITTA - Sammy! Anche tu hai una collezione di rarissime farfalle?

SAMUEL - No!  Può andar bene un bellissimo album di famiglia? Ti farò vedere... (guardando con

 apprensione verso la quinta di C.) miozio...(sconsolato)

BRIGITTA - ... come "Tuo zio"?

SAMUEL - Eh, come? Ah, dimenticavo! A proposito dei miei... vedi Brigitta, ho ricevuto,             poco fa, una

            telefonata... ehm... dovrei andare da loro. Non vorrei sembrare        sgarbato. Ti accompagno a

casa, se vuoi?

BRIGITTA - Va bene, almeno stiamo ancora un po' insieme... non ho altri programmi…   (silenzio, lo

            guarda sconsolata)Sammy, ho fatto qualcosa di sbagliato?

SAMUEL - Assolutamente no! Però, sai, i miei…

BRIGITTA - … shhhh… (gli posa un dito sulle labbra) sei proprio un bravo ragazzo. (lo   accarezza, si

            gira e va verso la porta. Si volta di nuovo verso S.) Per il     momento, va bene così. (lo prende

            per mano) Ci sarà un’altra occasione, vero?

SAMUEL - Certo! (lei lo trascina via, prima di uscire si volta verso il pubblico) Zio Cesare           permettendo! (fa in tempo a prendere la giacca)

Scena XII (Samuel e Angelica)

(stesso ambiente. Scena vuota. Campanello. Arriva S. che va ad aprire. Entra        una signora, ben vestita,

55-60anni, Angelica, la mamma di S.)

SAMUEL - Ciao mamma! Sola? (guarda dietro le spalle della madre se arriva qualcuno)

ANGELICA - Tuo padre sta cercando un parcheggio. Qui è praticamente impossibile… (S.            alza

gli occhi al cielo) ti ho visto!

SAMUEL - Mamma, ti prego…

ANGELICA - Cosa c’è, non posso fare commenti?

SAMUEL - Fai pure, ma li conosco già! Devo ripeterti, per l’ennesima volta, che preferisco           vivere  in centro e non in periferia?

ANGELICA - Periferia un corno! (risentita)Noi abitiamo in un centro residenziale, molto bello. Abbiamo una bifamiliare favolosa, immersa nel verde e con un garage dove ci    vanno sei, dico sei, automobili! (si siede sul divano, indispettita)

SAMUEL - D’accordo, non è in periferia, ma è un po’ lontano dal centro… (A. lo guarda            contrariata)insomma, mi piace vivere qui!

ANGELICA - In questo “buco”? (si guarda intorno, ha un singhiozzo)Il tuo           appartamento è tre volte

            questa “stamberga”!

SAMUEL - Stamberga? E’ un attico a due passi da S.Pietro!

ANGELICA - Attico? Raccontalo a qualcun altro! Questo è un ex lavatoio!

SAMUEL - Cosa? Chi ha detto questo?

ANGELICA - Tuo padre.

SAMUEL - Ah, certo, papà! (scuote la testa)Quando la smetterà di fare l’esperto di tutto?

ANGELICA - Samuel! Sii più rispettoso, ti prego!    

SAMUEL - Scusami. Purtroppo, se mi fai arrabbiare, dimentico la buona educazione. (la   guarda intenerito, le accarezza una guancia)

ANGELICA - (gli prende la mano)No, questo mai! Abbiamo fatto tanto per darti   un’educazione esemplare. Tuo padre ed io… (S. la guarda severo)e tuo zio… (si             commuove)Cesare.

SAMUEL - Dopo tutti questi anni, ti commuovi ancora?

ANGELICA - Era il mio unico fratello, gli volevo un bene dell’anima. (arrabbiata)           Quel    maledetto incidente, me lo ha portato via…

SAMUEL - … non solo a te! (rattristato)Però lo criticavi spesso.

ANGELICA - Io lo facevo per… (titubante)per te!

SAMUEL - (sorpreso)Che significa?

ANGELICA - Sì, per non farti seguire le sue orme!

SAMUEL - Mamma, io stavo molto con lui…

ANGELICA - … perché ero sicura che, data la tua giovane età, ti avrebbe trasmesso          solo

insegnamenti positivi, valori in cui lui credeva e io condividevo. Ho sempre           criticato solo

 i suoi comportamenti da… come dire…

SAMUEL - … libertino?

ANGELICA - Esatto! (pensosa)Che poi…

SAMUEL - … che poi? (incuriosito)

CAMPANELLO.

Scena XIII (Samuel, Angelica e Umberto)

(Va ad aprire. Entra un uomo, anche lui sui 55-60 elegante,  faccia simpatica ma             severa. Portamento signorile, Umberto, il padre di S.)

UMBERTO - (stringendo la mano a S)Accidenti, c’è da impazzire per trovare un   parcheggio, anche a pagamento! Certo se tu non…

SAMUEL - … papà, non ti ci mettere anche tu!

UMBERTO - Ah, ci ha già pensato tua madre? (S. annuisce)Va bene, una cosa di   meno da fare. (S. sorride) Come va, ragazzo mio?

SAMUEL - Non c’è male, ma, scusa, la mamma mi stava dicendo una cosa…

UMBERTO - … per carità, scusatemi voi se vi ho interrotti. Posso dare un’occhiata            alla libreria? (inforcando gli occhiali)

SAMUEL - Allora, mamma…

UMBERTO - Ma guarda, l’hai tu, questo… (prende un volume, lo sfoglia)e io volevo        comprarmelo!

            Sam… (S. ed A. lo guardano inferociti)ehm, scusate. (si rifugia in   un angolo)

SAMUEL - Cosa stavi per dire, di zio Cesare? Riguardo ai suoi comportamenti?

ANGELICA - Che, in fondo, non erano così scandalosi! (S. è sorpreso)Umberto, vuoi parlargliene tu?

UMBERTO - Ma no, cara, hai iniziato tu. (rinnovando l’interesse per il libro)

ANGELICA - (tra se)Come il solito. (rivolta a S.) Dunque, Cesare, non era proprio            quello che sembrava…(S. è perplesso)nel senso che, anche “frequentando” parecchie   donne, fondamentalmente si comportava sempre con la massima correttezza… un             vero gentiluomo…

SAMUEL - Potresti spiegarti meglio?

ANGELICA - Ci arrivo! Non si poteva considerarlo un “Playboy”:aveva sempre    “intenzioni serie”!

SAMUEL - Mi stai dicendo che, ad ognuna, prometteva di “metter su famiglia”?

            (A. annuisce, anche U., in disparte, annuisce)A più donne contemporaneamente?

ANGELICA - Ah no! Questo no! Non ha mai avuto che una fidanzata alla volta. Non ci    crederai, era anche molto fedele, nonostante le occasioni che gli capitavano!

SAMUEL - Cosa mi stai raccontando?

UMBERTO - (rinvenendo dal suo angolo)La verità, figlio mio! Pensi che tua madre sia     una bugiarda? (A. approva)

SAMUEL - Non lo penso affatto! E’, però, difficile rivedere tutta una serie di convinzioni.

ANGELICA - Hai ragione! Ricordati, io ti ho affidato allo zio, dato chetuo padre, per il     suo lavoro… (U. abbassa lo sguardo) era costretto a lunghi periodi di assenza…

UMBERTO - … ti ho chiesto sempre di seguirmi, ma tu avevi il tuo lavoro, Samuel

            d o v e v a essere educato qui, nella scuola dove eravamo stati anche noi…

ANGELICA - … naturalmente! (risoluta. Poi fa un gran sorriso al marito e rivolta S.)Lo   ricordo

            ancora, con i pantaloni corti… (U. è intenerito)con quella faccia da             pacioccone. Lo sai che

            siamo stati compagni di banco dalla prima media fino alla maturità?

SAMUEL - Lo so, lo so! Me lo hai raccontato un milione di volte. Conosco tutti i   particolari…    (U. guarda, sorpreso la moglie) solo quelli che si possono raccontare         ad un bambino, non ti preoccupare, papà! Ora potresti andare avanti?

ANGELICA - Si! Lui, tuo zio, aveva un solo desiderio, sposarsi, avere dei bambini1 Tu     non sai quanto avrebbe desiderato diventare padre!

SAMUEL - Davvero?

ANGELICA - Purtroppo incontrava solo donne che lo amavano, anche perdutamente, ma             non volevano l’impegno di una famiglia ne, tantomeno, dei figli.

UMBERTO - Tuo zio è stato molto amato, talmente tanto che le sue donne non volevano dividerlo con nessuno.

ANGELICA - Quindi, anche se innamorato anche lui, troncava queste relazioni… (U. ha   un        sussulto, A. se ne accorge, ma continua) soffrendone molto, poverino. Cosa c’è      Umberto?

UMBERTO - Beh, sentirti pronunciare quella parola “relazioni”. Non è il tuo abituale        linguaggio. (sorride)

ANGELICA - Su, non fare lo spiritoso!

UMBERTO - (avvicinandosi ad A.)Credevo ti piacesse, quando faccio lo “sciocco”?         Vuoi che anch’io dica qualcosa di “strano”? (si scambiano effusioni)

SAMUEL - Oggi sento, vedo, tutte cose sconosciute. Non vi avevo mai visto fare i             “piccioncini”. (molto divertito)

ANGELICA - Lo abbiamo sempre fatto… in tua assenza…

SAMUEL - … ipocriti! (ride di gusto)

ANGELICA - (divincolandosi dolcemente dall’abbraccio di U) Tornando a mio fratello: tu eri      un bambino, avevi bisogno di una figura maschile, adulta che ti seguisse. Purtroppo      il “diplomatico”… (indica U.)non era molto presente. Fortuna ha voluto che tuo zio fosse una persona colta, allegra, educata e, soprattutto, disponibile. Con quella predisposizione alla paternità così forte…

SAMUEL - Dopo queste “rivelazioni”, voglio ancora più bene allo zio… (guarda verso il punto dove compare C. e sorride) sento molto la sua mancanza. (pausa)Mamma!

ANGELICA - Sì, dimmi caro!

SAMUEL - Fai ancora quel giochino, col bicchierino?

UMBERTO - Che giochino?

ANGELICA - (imbarazzata, guarda imbronciata S)Niente! No, non lo faccio!

UMBERTO - (incuriosito)Di che si tratta?

SAMUEL - Mamma, non mi dire che non lo hai mai fatto davanti a papà?

UMBERTO - Angelica, cos’è ‘sta storia?

ANGELICA - Umbertino caro…

UMBERTO - … (rivolto al figlio)quando mi chiama così… so’ fregature! (S. ride di           gusto)

ANGELICA - Si tratta solo di un gioco… (U. la guarda severo)lo conosci senz’altro!         Quello             con le lettere, i numeri, il bicchierino…

UMBERTO - … ma è spiritismo! Angelica!

ANGELICA - Che parola grossa! Lo facciamo con le amiche, così, per passare il tempo.

UMBERTO - Lo sai come la penso, in proposito!

ANGELICA - Tu? Lo scettico per eccellenza?

UMBERTO - Non scettico, razionale! (S. ascolta interessato) Mi sono         documentato, ho una mia teoria…

SAMUEL - (tra se) Un’altra? Interessante!

ANGELICA - Documentato? Avrai letto articoli di scettici…

UMBERTO - … no! Persone serie.

SAMUEL - Di cosa stai parlando, papà?

UMBERTO - Questo “giochino”, come lo chiamate voi, è molto diffuso. Farlo senza la     dovuta informazione può essere, facilmente, frainteso.

ANGELICA - Frainteso o no, intanto il bicchierino gira, forma parole, frasi compiute, dà   risposte!

UMBERTO - E chi lo mette in dubbio? Ti chiedo una cosa, ma rispondi seriamente. (A.     annuisce) Alle domande, lo “spirito”, risponde sempre?

ANGELICA - Certo!

UMBERTO - Ora sii sincera. Avete sempre verificato la loro veridicità?

ANGELICA - Si… beh… a volte…

UMBERTO -  (incalzante) … a volte?

ANGELICA - Non erano proprio… precise, ma…

UMBERTO - … ma cosa?

ANGELICA - Oh, mi stai stressando!

UMBERTO - (rivolto al figlio) Lo vedi? Quando è in difficoltà, dice che io la "stresso".

SAMUEL - Parla con me, mi interessa sapere cosa ne pensi.

ANGELICA - Perché ti interessa tanto?

SAMUEL - ehm... sai… (inventando) giorni fa ho assistito ad una di queste… (guarda      con apprensione verso il punto di C.)sedute, quindi…

UMBERTO - Uhm… (riflette)Ascoltatemi bene, tutti e due. (si siede vicino ad A., le           prende la mano, fa cenno a S. di sedersi anche lui. S. si siede sulla sedia con i           gomiti sulle ginocchia e il mento appoggiato sui pugni)Le risposte date dall’entità, presunta o          meno, hanno senso compiuto e rispondono a verità, solo quando le stesse sono      conosciute da uno o più partecipanti alla “seduta”!

ANGELICA - Come puoi affermare una cosa del genere? Cosa ne sai tu?

UMBERTO - Ho… (imbarazzato)partecipato, in qualità di osservatore, naturalmente, a      qualcuno di questi… “giochini”.

SAMUEL - E bravo papà! (guarda la madre, divertito. Poi cambia espressione, è preoccupato)Quindi

mi stai confermando che lo “spirito” si manifesta?

UMBERTO - Io, concedimelo, non parlo di “spirito”, ma se vuoi… se volete… (guarda A.,che     approva)chiamatelo come vi pare. Sapete quanto rispetti le convinzioni altrui… (A. e     S.

            annuiscono)Sì, si manifesta, facendo muovere il bicchierino o il piattino ed            indicando le lettere

            poste sul tavolo. (riflette) Si può usare una tavola, detta “Tavola Ouija” o “Luigia” con un

            piccolo carrello munito di rotelle, tre, se non ricordo             male…

ANGELICA - Ma sentilo come è informato, lo scettico! (U. li guarda con distacco)

SAMUEL - Secondo te… (ad U.)per quale motivo si muove questo “indicatore”, quale      forza lo sposta?

UMBERTO - Stabilito che non viene spinto dalle dita di uno o più dei partecipanti, perchè queste cose si fanno con persone serie… (guarda severo la moglie) e non per “giocare”. Personalmente, non me la sento di fare ipotesi sulla causa che produce l’effetto “spostamento”. Qualcuno più attendibile, analizzando, in maniera più approfondita, questi “fenomeni”, ipotizza che il movimento del carrellino sulla tavola, laddove si manifesti, sia dovuto ad un “effetto ideomotorio”: ovvero un movimento umano, inconscio, suggerito dalla psiche. Un certo James Randi,            studioso difenomeni occulti, notò  che, se i partecipanti ad una seduta di Ouija,erano bendati,  non producevano alcuna parola di senso compiuto.

SAMUEL - (tra se, un po’ turbato)Dunque potrebbe essere che… (va con lo sguardo alla             parete)

ANGELICA - Cos’hai, Samuel?

SAMUEL - Nulla! Stavo ripensando a… quella seduta. (riflette)Perché no, ci voglio           provare…

UMBERTO - A fare cosa?

SAMUEL - Eh? Ah, si… ecco… se mi dovesse capitare di assistere a qualcosa del genere,             potrei   rivolgere delle domande all’entità, domande alle quali non potrei rispondere…

ANGELICA - Potresti evocare tuo zio!

SAMUEL - (si alza di scatto, spalanca gli occhi)Non scherzare, mamma… (guarda la parete e     la madre)cosa c’entra lo zio?

ANGELICA - Chissà se a te risponde? Io ci ho provato tante volte… (sconsolata)senza mai          riuscirvi.

UMBERTO - (le accarezza la mano, comprensivo)Sentiamo, cosa potrebbe chiedergli?

ANGELICA - (si illumina, perché il marito le da credito)Una cosa che lui non sa, che non gli ha   mai confidato… non so… (riflette) Samuel, lo zio, ti ha mai raccontato di quando andava a scuola?

SAMUEL - Forse, non ricordo.

ANGELICA - Sforzati!

SAMUEL - Che genere di racconti?

ANGELICA - I nomi dei suoi compagni, dei professori…

SAMUEL - No, non credo me ne abbia mai parlato.

UMBERTO - Allora, se ti dovesse capitare, fatti dire il nome del suo compagno di banco alle        elementari…

            (rivolto alla moglie)tu lo sai?

ANGELICA - No! E tu?

UMBERTO - Affatto! Vada per il compagno di banco! (riflette osserva S.)Samuel, ma tu non hai altre cose, più i n t e r e s s a n t i… (con la bocca a” piccioncino”) a cui pensare?

SAMUEL - Eh? Si certo, ma… (non riesce a distogliere lo sguardo dalla parete) come potremo   verificare la risposta? Ammesso che riesca a chiederglielo?

UMBERTO - Di questo me ne occupo io! (guarda l’orologio, si alza in piedi)Caspita, guarda        che ore sono! Samuel, scusaci, ma tua madre ed io avevamo un altro impegno, vero            cara?

ANGELICA - E’ vero? (sconcertata)Perdonaci… (S. fa cenno di non preoccuparsi)Sabato            vieni a cena da noi? Se vuoi portare anche la tua ragazza?

SAMUEL - Quale “ragazza”?

ANGELICA - Beh, non so, non hai una ragazza? (indagatrice)

SAMUEL - Mamma, per favore…

ANGELICA - (delusa)Va bene! Mi raccomando, se dovessi… insomma… per quanto        riguarda la domanda da fare a…

SAMUEL - … allo zio?

UMBERTO - O a te stesso! (S. è colpito)

ANGELICA - Non lo influenzare! (U. alza le spalle)Dicevo, non ti dimenticare!

SAMUEL - Tranquilla, non lo dimenticherò! (A. e U. salutano S. ed escono. S. si avvicina al         punto delle apparizioni. Osserva)Perché non compari adesso? (tende l’orecchio, quasi           ad aspettare una risposta. Nulla)Ho capito, devo ricreare le “condizioni”.

Scena XIV (Samuel e Luisa)

(S. passeggia nervosamente, guarda, con apprensione, ora la parete delle apparizioni      ora in direzione della porta d’ingresso, campanello, va ad aprire, entra L.)

SAMUEL - Ciao… (l’aiuta a togliersi il soprabito)come sei elegante… (L. fa un giro su se            stessa)

LUISA - Sai come sono queste cene di lavoro: devi fare una bella figura, ne va del buon nome     dell’azienda. (ammirandola)

SAMUEL - Sono contento tu abbia accettato il mio invito! Sei stanca, preferivi andare a casa?

LUISA - Scherzi?

SAMUEL - Hai dovuto piantare in asso i tuoi colleghi, i tuoi capi…

LUISA - Ne è valsa la pena… (provocante)spero?

SAMUEL - Sei bellissima, fatti guardare… (la fa girare di nuovo)che buon profumo!

LUISA - Lo hai dimenticato? Questo non è né indiano né pakistano… (sorridono)

SAMUEL - Appunto! (da un’occhiata in direzione del punto”famoso”. Niente, prende coraggio)             Volevo riprendere quel discorso iniziato qualche sera fa.

LUISA - Si?

SAMUEL - Per spiegarti che, indubbiamente, io ti rispetto, ma…

LUISA - … ma? (ora è lei che gira intorno a lui. Sfiorandolo)

SAMUEL - Non per questo non ti desidero! (lei si allontana un po’, lui sta al gioco)

LUISA - E ci hai pensato tutto questo tempo?

SAMUEL - Ho avuto da fare! (sarcastico)

LUISA - Cosa ti fa pensare che io voglia riprendere il “discorso”?

SAMUEL - Che sei qui, stasera!

LUISA - Touché! (ridono di gusto. Giocano un po’)

SAMUEL - (ricorda lo zio)Devi andare in bagno? (L. lo guarda sorpresa)Cioè… (tra se)Che        sto dicendo?

LUISA - No caro, ora no? Perché me lo chiedi?

SAMUEL - Così… per… ma vieni qua, devo dirti una cosa! (la prende per mano e l’attira a se)

LUISA - (smorfiosa)E’ importante?

SAMUEL - Parecchio! (sta per abbracciarla quando appare C. vestito da cavallerizzo. Stivali,     pantaloni da

            sella, piumino senza maniche, guanti, frustino e Cap)Mio Dio!

LUISA - Che ti succede, tesoro?

SAMUEL - Ho… visto… l’ora! (guarda l’orologio)

LUISA - E con questo? Io non ho fretta. (sospettosa)Hai altro da fare?

SAMUEL - Io? No! Stai scherzando? (C. gli fa cenno di avvicinarsi. S. gli indica L. ma C. insiste) solo che… posso fare una telefonata?

LUISA - Fai pure. Approfitto per andare in…

SAMUEL - … bagno!

LUISA - Già! (va in bagno con l’aria un po’ scocciata. S. si rivolge subito a C.)

SAMUEL - Zio, ti prego! Non adesso…

Scena XV(Cesare, Samuel e Luisa)

CESARE - … non pregare mai, figliolo! Quando ritieni di essere nel giusto, non lo devi fare!         Perchè, adesso, ti senti nel giusto, vero?

SAMUEL - Che intendi dire?

CESARE - Vuoi nascondermi... nascondere a te stesso... (la frase fa sobbalzare S. guarda C.,       vorrebbe

            interromperlo. C. lo ferma con un gesto)che, negli ultimi tempi, alcuni        accadimenti, ti hanno dato

la possibilità di valutare meglio le tue decisioni? (S. vorrebbe intervenire)Lasciami finire! Ti sei

trovato a dover decidere: "fermarmi" o          "darci dentro"? (S. lo guarda strabiliato)Non guardarmi così,

            pensi che abbia           dimenticato cosa vuol dire essere giovani, pieni di voglia di vivere e di "sbattersi" il           mondo? In più, e non è poco, sentirsi desiderati? Hai le tue esigenze. Hai scelto!      Non hai

intenzione di “fermarti”? Vuoi vivere la tua vita in questo modo? (S.           annuisce)Nessuno, dico

            nessuno, può farti cambiare idea, tranne... te stesso! Quindi…

SAMUEL –(molto sorpreso da quello che ha detto C.)… quindi?

CESARE - Datosi che, sai perfettamente cosa vuoi, io non servo più!

SAMUEL - Vuoi dire che non “apparirai” più?

CESARE - Non sei contento?

SAMUEL - Si… (subito pentito)cioè, no… (C. lo guarda inarcando il sopracciglio)vedi zio, io…

CESARE - … tu… cosa?

SAMUEL - Anche se mi hai mandato a monte un paio di…

CESARE - Samuel!

SAMUEL - … di serate! Sono stato molto contento di parlare ancora con te, dopo tutti questi         anni. Zio, mi

            sei mancato tanto!

CESARE - Anche tu, ma, che vuoi, è la vita e… la morte!

SAMUEL - E adesso?

CESARE - Devo continuare il "dressage" che ho interrotto. Mi han dato una cavallina niente         male, un

vero demonietto... (imitando il Conte Max)Samuel, il mio compito finisce qui!       (sparisce)

LUISA – (rientrando in scena) Sam, allora? Cosa dicevamo? Hai fatto quella telefonata?

SAMUEL – Si! Ed ora sono tutto per te! (controlla la parete)

LUISA – Sicuro?

SAMUEL – Sicurissimo! (La prende per i fianchi, lei si abbandona)

Scena XVI (Luisa e Samuel)

(si riaccende la luce, S. è al centro della scena, aria soddisfatta, si sta abbottonando        la camicia, L. arriva

            dalla zona notte aggiustandosi il vestito, entrambi hanno i capelli un          po’ scarmigliati)

LUISA - Tesoro, mi piacerebbe rimanere qui, ma devo alzarmi presto… domani mattina…            cioè…

            (guarda l’orologio) insomma,tra poco. Ho un sacco di cose da fare.

SAMUEL - Come vuoi. Sei con la tua auto?

LUISA - Si!

SAMUEL - Quando ci vediamo? (lo chiede con un’espressione che vuol dire: ”Speriamo il più    tardi possibile”)

LUISA - Un giorno di questi… ci sentiamo… organizziamo…

SAMUEL - Ok! Giusto, senza impegno. Ho capito?

LUISA - Ecco sì, come hai detto tu! Ciao caro, buonanotte… per quello che ne rimane! (si            rimette il

            soprabito. S. la accompagna alla porta)

SAMUEL - Luisa, qualcosa non ti è piaciuto?

LUISA - Tutt'altro! (gli da un buffetto affettuoso)Sei stato all’altezza della tua fama e oltre la         mia immaginazione! Però…

SAMUEL - … però?

LUISA - Mi piace di più così! Capisci?

SAMUEL - Pienamente d’accordo! Buona notte! (si salutano con un amichevole bacio. S. torna   al centro della scena. Si sfrega le mani. Fa un paio di passi di danza, trionfante. Poi,            rivolto al pubblico) RAGAZZE, SAMMY E’ TORNATO!

FINE PRIMO ATTO

ATTO SECONDO

Scena I(Samuel e Brigitta)

(S. è stravaccato, sul divano. Aria contenta)

SAMUEL - Tesoro, dai, alzati! Ho una fame da lupo!

BRIGITTA - (uscendo dalla zona notte, indossa solo una camicia da uomo)Sammy, hai    veramente tanta fame? (S. la guarda sornione)Vuoi proprio uscire?

SAMUEL - Qui in casa non c’è molto da mangiare… (la guarda con espressione strana)a parte    te! (si alza e le si avvicina “minaccioso”) Ti porto in un posto carino, vuoi? (la stringe)           Facciamo la doccia e usciamo.

BRIGITTA - Insieme?

SAMUEL - Cosa?

BRIGITTA - Doccia e uscire?

SAMUEL - Perché no?

BRIGITTA - Mmhhh! Prima lasciami andare in bagno… da sola!

SAMUEL - Va pure… (d’istinto va con lo sguardo alla parete “famosa”. Non succede niente.      Brigitta entra in bagno) Se dovesse tornare? (alcuni secondi d’attesa, niente)No, non      verrà    più!     

CAMPANELLO

Scena II (Samuel, Angelica, Umberto e Brigitta)

SAMUEL - (sobbalza)Mio Dio! Calma è soltanto il campanello… (sconcertato)chi sarà?

(apre. Entra A. e, subito dopo U. )

ANGELICA - Buonasera caro! Passavamo di qui e ci siamo detti: “Andiamo a prendere un           aperitivo dal

            nostro “figliolone”, ed eccoci qua! Sei contento?

SAMUEL - (tra se)Che li abbia mandati lo zio?(rivolto ai due, in imbarazzo)Veramente io…         il fatto è… che…

UMBERTO - (che ha capito. Prende il figlio sottobraccio)Non sei solo, vero?

SAMUEL - Esatto! Aiutami tu…

ANGELICA - Cosa avete di tanto segreto da dirvi voi due?

UMBERTO - Niente, niente. (fa il gesto come per dire: “Ci penso io”)Samuel mi diceva che sta    per uscire.

ANGELICA - Qual è il problema? Mentre lui si veste, tu prepari un aperitivo e poi usciamo           tutti insieme, no?

SAMUEL - Veramente… ehm…ho finito tutto, non saprei cosa offrirvi! Facciamo così:     aspettatemi al bar, qui sotto, io ci metto un minuto e vi raggiungo!

ANGELICA - Possiamo aspettarti qui, scusa?

UMBERTO - Angelica, forse è meglio se…

(B. esce dal bagno, la camicia è un po’ scesa sulle spalle. Vede A. e U. tenta di ricomporsi,          imbarazzatissima) 

UMBERTO - Buona… buonasera, signorina! Io sono Umberto, il papà di Samuel e questa             è…

ANGELICA - … la mamma! (è inferocita)

BRIGITTA - Brigitta, piacere!

ANGELICA - Piacere nostro! Samuel… (falsa)scusi signorina. Samuel, posso parlarti         un momento?

SAMUEL - Sì, mamma, di pure! (rassegnato)

ANGELICA - (in disparte)Chi è?

SAMUEL - Brigitta! Una mia … amica!

ANGELICA - Questo lo avevo capito! (la squadra da capo a piedi)Come mai è così poco            vestita?

SAMUEL - Non lo immagini? (intanto U. sta prendendo confidenza con B.)

ANGELICA - Che vergogna!

SAMUEL - Ma quale vergogna, mamma, andiamo…

UMBERTO - Brigitta, che bel nome. Come mai i suoi genitori hanno scelto questo nome?

BRIGITTA - (tentando di coprirsi il più possibile)La mamma è austriaca, nel suo paese è molto   comune!

UMBERTO - Ah ecco! Volevo ben dire! Io ho lavorato alla nostra ambasciata a Vienna! Due        anni. Che

            città fantastica…

ANGELICA - Umberto, lascia che la signorina recuperi i suoi vestiti e, soprattutto, non      l’annoiare con i tuoi

racconti!

SAMUEL - Forse è il caso! Vero Brigitta?

BRIGITTA - Senz’altro! Con permesso. (sta per piangere, si ritira)

ANGELICA - (rivolta ad U.)Ti sembra una bella cosa?

UMBERTO - E’ molto carina! Tuo figlio ha buon gusto… (la moglie lo guarda infuriata)via         Angelica, Samuel ha più di trent’anni…

ANGELICA - … credi che non me ne renda conto? Non sono una bigotta! Pensavo, però, di         incontrare,

            per la prima volta, la fidanzata di mio figlio, in una situazione diversa…

SAMUEL - … mamma, che dici? Ma quale fidanzata?

ANGELICA - Come? Non lo è?

SAMUEL - No!

ANGELICA - Ecco, lo sapevo. L'indole di quel satiro di mio fratello...

SAMUEL - ... mamma! Cosa c'entra lo zio... (guarda nella direzione solita. niente. sospira)mi      sembrava

            che, qualche giorno fa, parlavi diversamente di lui!

UMBERTO - Ha ragione! Tuo fratello non c'entra niente!

SAMUEL - (tra se)Siamo sicuri?

UMBERTO - Dici di non essere bigotta e poi fai questi discorsi? (rivolto a S.)Non ho ragione?

SAMUEL - Lasciamo da parte chi ha ragione e chi no! Mamma, ascoltami... (rientra B.      rivestita e già pronta per andarsene)

BRIGITTA - Sammy... (sentendo il nome del figlio storpiato A. ha un gesto di orrore)io andrei.    (prendendo

            da parte S:)E la nostra cenetta? Domani?

SAMUEL - No... domani non è possibile. Ti chiamo io e ci mettiamo d'accordo, va bene?

BRIGITTA - Come vuoi! Signora, signore, buonasera e... scusatemi... (scappa via senza aspettare risposta)

UMBERTO - Poverina...

ANGELICA - ... poverina cosa? Hai sentito come ha chiamato mio figlio - "Sammy"! Samuel,       si chiama

            Samuel! Porta il nome di un grande drammaturgo! "Sammy", che vuol dire "Sammy"?

UMBERTO - D'accordo, ma l'hai messa in imbarazzo...

ANGELICA - Povera cara! Vuoi andarla a consolare?

UMBERTO - Se avessi vent'anni di meno, stai sicura, lo farei! (A. è allibita)

SAMUEL - Papà, mamma, per favore... (prende una mano di A. e una di U. le unisce e le tiene     cosi. tra i due sguardi che passano velocemente da duri a languidi)Così, bravi! Ora vi   mettete seduti qui, mi aspettate e, dopo l'aperitivo al bar, vi porto a cena in un...     "posticino carino"... (tra se)sigh!

UMBERTO - Io, se non vi dispiace, scendo subito, devo sicuramente mettere un altro po' di          soldi nel parcometro!

ANGELICA - Non è che vai a controllare se "Cosetta" è ancora nei paraggi?

SAMUEL - Mamma!

UMBERTO - Lascia stare, figliolo, è fatta così! Le voglio bene anche per questo! (dà un bacio      alla moglie. che si addolcisce) Non vi fate attendere troppo! (esce)

Scena II(Angelica e Samuel)

ANGELICA - Ora che siamo soli...

SAMUEL - ... non ricominciare con le tue raccomandazioni...

ANGELICA - ... aspetta! Volevo chiederti se... ti è più capitato...hai più fatto il... "giochino"?

SAMUEL - (imbarazzato)No, non l'ho fatto! Anzi, credo che non lo farò mai più!

ANGELICA - Perché?

SAMUEL - Non ci sarà più occasione! (guarda verso la parete)

ANGELICA - Cosa guardi?

SAMUEL - Eh? Nulla... cioè... mamma!

ANGELICA - Dimmi bambino mio! Ho capito che hai qualcosa da confidarmi.

SAMUEL - Istinto di mamma? (A. annuisce)Il giochino, io, non l'ho mai fatto... (A. è sorpresa)     ne ho solo sentito parlare, da te e dalle tue amiche e poi da papà, quel giorno, qui. Devi promettermi una cosa…(A. lo accarezza) quello che sto per dirti non devi mai             raccontarlo a papà!

ANGELICA - Prometto, ma... (si porta le mani al volto terrorizzata)mio Dio... cosa mi devi          confessare?

SAMUEL - Cosa hai pensato?

ANGELICA - Mi vergogno a dirlo!

SAMUEL - Niente di tutto ciò che la tua testolina ha elaborato! Ascoltami bene: io ho parlato        con lo zio Cesare!

ANGELICA - Cheeee?

SAMUEL - L'ho visto, ci ho parlato!

ANGELICA - Un sogno?

SAMUEL - No!

ANGELICA - Un'allucinazione?

SAMUEL - NO!

ANGELICA - Eri ubriaco?

SAMUEL - NOO!

ANGELICA - Ti sei drogato? Oh no, povero caro...

SAMUEL - ... NOO... NO! Ero sveglio, sobrio, come ora. E' successo circa un mese fa, proprio     qui... (A. si

            guarda intorno) ero con una ragazza... (A. alza gli occhi al cielo)ad un certo          punto, da quella

            parete... (A. si volta verso la parete, ha un'espressione un po' atterrita)è "spuntato" lo zio!

ANGELICA - "Spuntato"?

SAMUEL - Materializzato, capisci ora?

ANGELICA - Samuel!?

SAMUEL - Mi prendi per matto, vero?

ANGELICA - Lo sei?

SAMUEL - Assolutamente no! Anche se, al principio, mi è venuto di pensarlo. Ne ho parlato        con Filippo. Lui, come al solito, ha analizzato il fatto, formulato un paio di ipotesi...       (riflette)poi anche papà...

ANGELICA - Allora lo hai detto anche a lui?

SAMUEL - No! Stavo dicendo che papà ha tirato fuori quella sua teoria, sul tuo "giochino".

ANGELICA - Quella per cui saremmo noi stessi che...

SAMUEL - Esatto! Ora, però, io non saprò mai qual'è la teoria giusta!

ANGELICA - Perché?

SAMUEL - Non vedrò mai più lo zio!

ANGELICA - Come lo sai?

SAMUEL - Me lo ha detto lui!

ANGELICA - Perdonami, amore di mamma, non ti capisco bene.

SAMUEL - E' un po' lungo da spiegare...

ANGELICA - ... abbiamo tempo!

SAMUEL - Papà sta aspettando...

ANGELICA - Non ti preoccupare, troverà qualcosa per... ingannare l'attesa.

SAMUEL - E va bene. Dunque, devi sapere che...

(S. parla con A. sottofondo musicale)

Scena IV (Samuel e Filippo)

(S. è seduto su una sedia, F. è in piedi, un bicchiere in una mano, l'altra sulla spalla dell'amico)

SAMUEL - Capisci Filippo, io rimarrò sempre con questo dubbio: quale teoria era quella   giusta? Ho parlato con un fantasma? Ho creato un'entità virtuale o ho fatto un            giochino, anche se non ho usato un "bicchiere"?

FILIPPO - Sai che le due ultime si somigliano molto?

SAMUEL - Hai ragione, ci pensavo anch'io! (riflette)Se avessi avuto la possibilità di rivolgere       delle domande allo zio, forse, ne saprei di più.

FILIPPO - E già! Sei sicuro che non ci sarà un'altra occasione...

SAMUEL - Ho anche ricreato le "condizioni"... (F. lo guarda interrogativamente)sì, con Luisa      e con Brigitta...

FILIPPO - Accidenti, ti sei dato da fare? Come è andata, racconta!

SAMUEL - Ma ti pare il momento?

FILIPPO - Scusa. Quindi anche nelle "condizioni" ideali, niente?

SAMUEL - NIENTE!

FILIPPO - Il resto tutto bene, però?

SAMUEL - Filippo, ti prego? (poi sorride)Comunque tutto come da copione! (i due amici "battono il cinque")

FILIPPO - E vai!

CAMPANELLO

SAMUEL - (guarda F. sorpreso)Non aspetto nessuno!

FILIPPO - Forse è Claudia! Le avevo detto che sarei passato da te. (un po’ impacciato)

SAMUEL - Ah! Vi vedete spesso? (sarcastico)

FILIPPO - Abbastanza! (ancora più impacciato)

SAMUEL - E che genere di "promesse" le fai? (sorriso beffardo e fare indagatore)

FILIPPO - Le... solite! (tagliando corto ed evitando lo sguardo di S.)

SAMUEL - Dottore, mi guardi negli occhi... (Prende F. per un braccio e lo fa girare verso di lui, lo guarda negli occhi)non è come le altre volte, vero?

FILIPPO - Cosa dici? (imbarazzato)Ebbene sì, questa ragazza mi ha preso e non me la sento         di raccontarle bugie!

SAMUEL - Grandioso, eccezionale! Il bugiardo per vocazione, il seduttore per convinzione          filosofica, il grande, inimitabile sciupafemmine Filippo, è  i n n a m o r a t o!

FILIPPO - Non fare lo spiritoso! /cambia espressione, è sognante) Si lo sono e le ho promesso...   (S. non riesce a trattenere la risata)non è una balla, che con lei farò il...

SAMUEL - ... il, che cosa... (ormai ride di gusto)?

FILIPPO - Il Grande Passo!

(CAMPANELLO)

SAMUEL - Allora vai ad aprire, altrimenti se ne va e... (risata) tu con chi lo fai il...  (risata)          "Grande Passo"?

FILIPPO - Non farti trovare in queste condizioni!

SAMUEL - Non posso trattenermi... le dirai che mi hai raccontato una barzelletta, una delle tue...

FILIPPO - Va bene, ma tu cerca di contenerti. (va ad aprire)

SAMUEL - Vado in cucina a bere un po' d'acqua... (continua a ridere)

FILIPPO - (va ad aprire la porta. Da fuori )Buongiorno, amore... (dalla cucina si sente una          fragorosa risata)

Scena V (Claudia, Filippo e Samuel)

( entra L. F. alza gli occhi al cielo)

CLAUDIA - Buongiorno, piccolo mio... (di nuovo scroscio di risa. F. è costernato)E' Sam, che     sta ridendo?

FILIPPO - Eh, si… (imbarazzato) è Sam!

CLAUDIA - Perché ride in questo modo?

FILIPPO - Gli ho... raccontato una barzelletta, una di quelle tremende... ah... ah... (prova a            ridere anche

            lui, senza successo)

CLAUDIA - E di noi, glielo hai detto?

SAMUEL - (uscendo dalla cucina, vede CL. e scoppia di nuovo a ridere)Claudia... ah... ah...        buongiorno... (F. lo supplica con gli occhi) Filippo ti ha raccontato la barzelletta?             (ormai             è

            uno sghignazzo)No? Ah... ah... è da morire...

FILIPPO - Andiamo Sam, va bene che la barzelletta era micidiale, ma ora calmati.

CLAUDIA - Sei sicuro che stia bene? Non avrà mica preso qualcosa di strano?

FILIPPO - Ma scherzi!

CLAUDIA - Oppure sta ridendo di noi? (sospettosa)

FILIPPO - Chi, Samuel? Non ci pensare proprio. Anzi è stato molto carino... (comincia a   montargli il

            riso)pieno di parole... (non riesce a trattenersi)gentili. E' entusiasta di...      (sta per esplodere)insomma

            Sam, smettila, in fondo è anche vecchia...

SAMUEL - ... si è vecchia... (non riesce a parlare)ma... c'è sempre qualcuno che non la    conosce!

FILIPPO - Senti, noi dobbiamo... (sorriso soffocato)andare.

SAMUEL - E dove... (singhiozzo)?

FILIPPO - A fare quat... (non trattiene più la risata)quattro passi...

SAMUEL - ... o uno solo ma GRANDE? (entrambi prorompono in uno sghignazzo irrefrenabile) 

CLAUDIA - (piuttosto seccata)Allora Filippo, andiamo? Ciao Sam, vuoi che ti saluti Brigitta?

SAMUEL - Chi? Chi è Brigitta? (si tiene la pancia e F. si appoggia al divano per il gran ridere)

Scena VI (Samuel e Angelica)

(S. e A. in scena. A. sta per andarsene)         

SAMUEL - Non prendi neanche un caffè?

ANGELICA - Devo essere a scuola tra mezz'ora. Ho il colloquio con i genitori. Se arrivo tardi,      ti immagini i commenti:" Ecco, se tarda uno studente diventa una belva e poi lei arriva quando le pare!".

SAMUEL - Sei sempre così severa?

ANGELICA - No, non lo sono più. Una volta vedevo gli studenti come dei figli. Ora, i ragazzi      li considero quasi dei nipoti e, si sa, con i nipoti si è meno severi. (lo guarda in faccia)A proposito: avrò mai dei nipotini?

SAMUEL - Sei ancora troppo giovane. (alza gli occhi al cielo)

ANGELICA - Sei proprio un discolo!

SAMUEL - Non stavi facendo tardi?

ANGELICA - E' vero! Ero passata solo per lasciarti questa. (gli consegna una busta sigillata)

SAMUEL - Se è una tangente, sappi che non sono io quello che approva i progetti, ma il mio        capo e

            quello lì non si vende... per pochi spiccioli!

ANGELICA - Non dire sciocchezze! Qui dentro c'è il nome del compagno di banco di mio fratello.

SAMUEL - Ti ho già detto che non succederà più! (riflette)Come avete fatto a reperire questo       nome? (si

            rigira la busta tra le mani)

ANGELICA - Tuo padre. Quando si mette in testa una cosa, riesce a smuovere il mondo. Credo sia andato alla vecchia scuola, si è messo a cercare fra i registri di quegli anni e ha trovato il registro della classe di tuo zio. Si parla dei primi anni '50!

SAMUEL - E' un fenomeno! Ma sul registro non c'è la disposizione, nei banchi?

ANGELICA - Questo lo ha detto anche lui. Quindi ha preso tutti i nomi.

SAMUEL - E questo può servire?

ANGELICA - Credo di sì, se tuo zio dice un nome, tra questi, è sicuramente il suo compagno        di banco. Dopotutto tu non conosci nessuno dei nomi contenuti in questa busta.

SAMUEL - Vero! Cosa dovrei fare, allora? (rassegnato)

ANGELICA – Semplice: quando "incontri" Cesare, gli chiedi il nome del suo compagno di            banco e

            subito dopo aprirai la busta!

SAMUEL - Francamente, non mi sembra una cosa seria.

ANGELICA - E' più seria di quanto pensi!

SAMUEL - Se ti fa piacere lo farò. (fa una carezza alla madre)

ANGELICA - Grazie! Ora vado... (guarda l'orologio)misericordia! E' tardissimo! Ciao. (bacia      il figlio e se ne va)

SAMUEL - Purtroppo, mammina cara, non potrò avere nessuna risposta. (comincia ad aprire       la busta, si ferma) No, se dovesse accadere di nuovo? (mette la busta in un cassetto)

Scena VII (Veronica e Samuel)

(S. è seduto sul bracciolo del divano, ha un bicchiere di acqua in mano, V. e sul    divano, bicchiere di vino rosso in mano. chiacchierano allegri)

VERONICA - Questo vino è proprio buono! Peccato tu non voglia berlo.

SAMUEL - Non posso, sono completamente astemio. Ho preso un sorso di vino all'età di 18         anni, sono

            stato malissimo e, da allora, la cosa più alcolica che ho bevuto è stato un succo d'uva.

VERONICA - Peccato, un bicchiere di buon vino, è uno dei piaceri della vita!

SAMUEL - Ci credo! Sempre con moderazione?

VERONICA - Sei un po' "bacchettone", o sbaglio?

SAMUEL - Io? Non direi.

VERONICA - Non fumi, vero?

SAMUEL - Per carità... (va con lo sguardo alla parete di C)

VERONICA - Non ti ha mai tentato, la sigaretta?

SAMUEL - Da ragazzo, un po', ma... (di nuovo guarda in quella direzione)poi non ci ho   pensato più!

VERONICA - A cosa pensavi?

SAMUEL - Ho fatto molto sport.)Sono sempre stato interessato ad altri       piaceri...(sorride)

VERONICA - Ho capito! Mascalzone!

SAMUEL - Ah, si? Tu hai accettato di passare la serata in casa di un mascalzone? Che genere       di donna sei? La borghese in cerca di emozioni forti? (V. si finge inorridita)La ragazza       di buona famiglia con una doppia vita? La giovane psicologa che cerca di rivivere le        torbide storie raccontate dai suoi pazienti?

VERONICA - La finisci?

SAMUEL - Ritira l'offesa, altrimenti... (si sporge minaccioso)

VERONICA - Va bene: ho accettato l'invito di un ragazzo meraviglioso, virtuoso e gentile,            astemio, sportivo, che non fuma e che non mi ha ancora fatto nessuna proposta!     

SAMUEL - Ah, per questo provvedo subito...

VERONICA - ... fermo la! Cosa ti sei messo in testa?

SAMUEL - Un'idea! Qualcosa che mi non mi fa dormire la notte!

VERONICA - Mi fai un po' paura, giuro!

SAMUEL - (dolcemente)Veronica! Vorresti continuare la tua vita con questo "mascalzone"?

VERONICA - E me lo chiedi? (si corregge)Ehm... e me lo   chiedi...  così? (nasconde un sorriso)

SAMUEL - (si ritrae sorpreso)Cosa c'è che non va?

VERONICA - Forse, se mi prendessi la mano... (divertita)

SAMUEL - D'accordo... (posa il bicchiere, prende la sua mano tra le sue, la porta vicino al petto)           Vuoi sposarmi... o qualunque cosa di analogo?

VERONICA - Così va meglio.

SAMUEL - Non hai risposto!

VERONICA - Dovrei?

SAMUEL - Io dico di si!  

VERONICA - Allora... (riprende il bicchiere di S. glielo porge) brindiamo... acqua e vino!

SAMUEL - Ha un non so ché di sacro, non ti sembra?

VERONICA - Sacro e...

SAMUEL - ... e non hai detto di si!

VERONICA - (si defila)Veramente mi ami?

SAMUEL - Non te ne sei accorta? Veronica, sono stato sempre sincero. Se ti ho chiesto di             dividere la tua vita con me, di percorrere insieme una strada, è perché ti amo e tutto il        resto viene dopo.

VERONICA - Davvero, sono la persona giusta per te?

SAMUEL - Assolutamente! Ed io, lo sono… per te?

VERONICA - Accipicchia! Quante volte ho sognato questo momento.

SAMUEL - Anch'io.

VERONICA - Da quanto tempo?

SAMUEL - Da parecchio!

VERONICA - Perché non lo dicevi? Sapevi di me e non mi dicevi di te?

SAMUEL - Perché non era ancora successo qualcosa! (V. lo guarda incredula)Qualcosa che         mi ha fatto capire cosa voglio veramente!

VERONICA - Cosa ti è successo?

SAMUEL - Vorrei potertelo raccontare...

VERONICA - ... perché non puoi?

SAMUEL - Non è una cosa facile!

VERONICA - Sam, io sono una psicologa, sono abituata a sentire di tutto, anche le bugie...

SAMUEL - ... allora sei uscita con Filippo?

VERONICA - Sei matto? Come ti viene in mente?

SAMUEL - Scusa, era una battuta. Continua, ti prego... (guarda verso la solita parete)

VERONICA - E poi, tra te e me, niente segreti, o sbaglio?

SAMUEL - No, non sbagli affatto! (scivola sul divano accanto a V.) Ti ho mai parlato di mio zio Cesare? No? Allora, mio zio ...   

La luce si abbassa, S. parla e V. lo ascolta. La Luce si rialza ( sono ancora sul divano. S. sorseggia

            l'acqua, assente)

VERONICA - Sam! Dove sei?

SAMUEL - Sono qui!

VERONICA – Sicuro? Se non ti conoscessi come una persona razionale, potrei pensare che hai preso      troppo sul serio un sogno. Un sogno durante la veglia, un'allucinazione.

SAMUEL - E' grave, preoccupante, dottoressa?

VERONICA - Assolutamente normale, tesoro mio!

SAMUEL - Veramente?

VERONICA - Si! Mi hanno colpito alcune cose dette da "tuo zio"! Una su tutte: quando ti             dice che il suo "compito" è esaurito perché, finalmente, tu sei convinto di quello che       vuoi fare, essere. Questo vuol dire che eri in una fase di incertezza e lui ti ha aiutato a          ritrovarti.

SAMUEL - E' proprio così! L'aver scoperto dei lati del suo carattere a me sconosciuti,        addirittura opposti a quelli noti, mi ha aperto la strada per conoscere i miei, lati          nascosti.

VERONICA - Infatti, tu eri convinto che lui fosse un "Playboy", interessato solo alle         conquiste, invece era un uomo molto sensibile, con tanta voglia di amare, le donne, sì,          ma in quanto compagne per la vita. La sua voglia di paternità, frustrata e riversata su             di te. Tutte cose a te sconosciute, in lui, ma anche in te stesso.

SAMUEL - (colpito da quest'ultima frase)Lui... me... (guarda intensamente V.)Sai come mi           sento? Hai presente quando ti fai uno shampoo? La schiuma ti fa sentire isolato dal            mondo, sei "ovattato". Poi ti sciacqui, la schiuma se ne va e tu rimani con la testa     libera, pulita. Io ho fatto uno shampoo, la mia testa si è liberata. Ora so cosa voglio,           veramente.

VERONICA - Cosa?

SAMUEL - Te! E non per un po', per... sempre! (sta per avvicinarsi a lei, ma dalla parete esce     C. abbigliato come un giocatore di golf, si ferma dietro e          guarda serio la scena)

Scena VIII (Veronica, Samuel e Cesare)

(S. si alza di scatto e fa due passi indietro)

VERONICA - Sam, cosa succede?

SAMUEL - Lo zio! E' tornato.

VERONICA - Oh, mio Dio!

SAMUEL - Non aver paura, non succede niente.

VERONICA - Dov'è?

SAMUEL - Dietro il divano... (v. spalanca gli occhi)Vieni qui... no, tranquilla.

VERONICA - (raggiunge S. e guarda nella stessa direzione. naturalmente non vede niente)Non vedo niente!   

SAMUEL - Certo! Aspetta! (fa un passo verso C.)Ciao zio! (lo guarda divertito)Da dove vieni,     così

            abbigliato?

CESARE - Stavo facendo qualche buca con FDR… (si dispone, sotto lo sguardo divertito di S.,    per battere, prende la mira e tira. Controlla la traiettoria, S. lo guarda e guarda V. che non vedendo, non capisce. S. le fa cenno “dopo, ti spiego”)

SAMUEL - FDR? Chi sarebbe?

CESARE - Franklin Delano Roosevelt! (seccamente)

SAMUEL - Il “presidente” Roosevelt?

CESARE - Chi altri?

SAMUEL - E già! (riflette)Zio, scusami, il presidente Roosevelt, non aveva un “problema”            alle gambe?

CESARE - Lo aveva! (c.s. seccamente)

SAMUEL - Ah, si… ho capito! (guarda V. e ricorda)Come mai sei tornato? Avevi detto...

CESARE - ... che, avendo te deciso cosa volevi veramente, non c'era più bisogno di me!

SAMUEL - Già! Allora... spiegami perché sei qui?

CESARE - Devi capirlo da solo! (si avvicina a V.)Però, Veronica, oltre ad essere una ragazza        intelligente

            ed istruita è anche molto carina.

SAMUEL - Non divagare! Come faccio a capirlo da solo? (C. è sempre più interessato a V.)         Zio…(risoluto, va verso di lui)cosa fai?

VERONICA - (preoccupata)Cosa fa’?

SAMUEL - Per il momento, niente… (mentre si avvicina a V., C. si frappone tra i due. S. tenta di             passare ma una forza lo tiene lontano) Cosa significa questo, zio?

CESARE - Lo sai che non mi puoi toccare!

SAMUEL - Già, è vero! (badando di non farsi sentire da V.)Però stai meno “appiccicato” a           Veronica…

CESARE - … non sarai mica geloso di me… di te stesso?

SAMUEL - Ci risiamo! Perché ripeti questa cosa? Me… te stesso…

CESARE - Te lo devo spiegare io?

SAMUEL - Chi altro? (C. non risponde e si allontana)

VERONICA - (si avvicina a S., gli prende la mano tra le sue)Stai parlando con… “Lui”?

SAMUEL - Cosa hai sentito?

VERONICA - Tutto quello che dicevi tu. Mi pare ti stia invitando a trovare, da solo, delle spiegazioni.

SAMUEL - Proprio così! Ma non capisco!

VERONICA - Ora dov’è?

SAMUEL - Li… (indica il punto dov’è C.)

VERONICA - Non ci vuoi parlare? Se sono io a frenarti, a frenare “Lui”? Posso     andarmene…

SAMUEL - … no! Non credo sia tu il problema. Aspetta! (si avvicina a C.)Zio, vuoi aiutarmi?

CESARE - (in silenzio, si sposta sulla destra della scena. Si volta, accenna un paio di movimenti come per colpire una pallina con la mazza, poi la usa come sostegno per appoggiarsi. fa            cenno a S. di avvicinarsi. S. lo raggiunge) In cosa, dovrei aiutarti?

SAMUEL - A capire!

CESARE - Dovresti, prima di tutto, dirmi a che riguardo?

SAMUEL - Alla tua presenza, in certi “momenti”? Perché, torni, dopo aver detto che non c’era più

bisogno di te? Cosa significa questo riferimento a te e me stesso? (riflette.   Apre il cassetto e prende la busta)Posso farti una domanda?

CESARE - Quelle di prima non lo erano?

SAMUEL - A questa puoi dare una risposta “secca”!

CESARE - (guardando, divertito, la busta)Posso scegliere la busta o è rimasta solo questa?           Signor Mike?

SAMUEL - (sorride alla battuta)Zio, è una cosa seria… (tra se)almeno per la mamma…

CESARE - … se lo è per mia sorella, lo è anche per me… per te…

SAMUEL - (sorpreso)Di nuovo? Passiamo alla domanda…

CESARE - … quanto tempo ho a mia disposizione?

SAMUEL - (fa finta di non aver sentito, ma è divertito dall’umorismo di C. assume un contegno   serio) Come si chiamava il tuo compagno di banco, alle elementari?

CESARE - Che classe?

SAMUEL - Ti ringrazio… non scherzare…

CESARE - … non sto scherzando! Voglio sapere quale classe: la prima, la seconda etc. etc.!         Che hai capito?

SAMUEL - (ammettendo il frainteso, allarga le braccia)Scusa! Quindi sono stati più d’uno?         (guarda sconsolato la busta che ha in mano) Un momento, qui, sulla busta c’è un   appunto… accidenti è scritto troppo piccolo… no, ecco, è la scrittura di papà: “Classe            3° C, anno scolastico 1954/55”. Che fenomeno, mio padre…

CESARE - … sono d’accordo!

SAMUELE - (rinfrancato)Zio, questo nome?  

CESARE - Sei sicuro di non saperlo? Non te ne ho mai parlato? Ricordati bene…

SAMUEL - … davvero me ne hai parlato?

CESARE - Cerca di ricordare… (S. si concentra)si chiamava… come…?

SAMUEL - … sì, certo… no, non me lo ricordo… aspetta, sì, era il nome di un attore,        romano… no ciociaro…

CESARE - … bene, così stai andando bene1

SAMUEL - Manfredi! Sì, Manfredi! Giusto?

CESARE - Bravo!

SAMUEL - Adesso verifichiamo la risposta… (contento, apre la busta, legge, cambia       espressione, spalanca gli occhi, guarda C., è senza fiato)

CESARE - Dunque?

SAMUEL - Qui c’è scritto solo un… Mastroianni… Mastroianni Pietro…

CESARE - … e allora? Era ciociaro pure lui. No?

SAMUEL - Per fortuna era una cosa seria! (guarda lo zio sorridendo, poi il sorriso gli muore       sulle labbra)Zio, hai fatto dare la risposta a me! Perché non hai risposto tu?

CESARE - Io o te, cosa cambia?

SAMUEL - Sono nel pallone! (si rivolge a V.)Se almeno sentissi anche lui… mi potresti     aiutare.

VERONICA - Non è per cattiveria o perché non voglio entrarci, ma sono convinta che, da            solo, o meglio, insieme a Cesare, troverete le risposte a tutte le domande.

SAMUEL - Hai ragione! Ma non te ne andare!

VERONICA - Non ne ho la minima intenzione!

SAMUEL - Grazie, ti amo! (si gira verso C. Che ha osservato ed ascoltato con attenzione)            Eccomi qua!

CESARE - Sai che è veramente eccezionale, questa ragazza? Complimenti a lei e   congratulazioni a te

            per averla trovata! Adesso vieni qua ed ascoltami… (si spostano sulla destra della scena. Si

spengono tutte le luci, solo uno spot su di loro) le domande le         faccio io, d’accordo?

SAMUEL - Va bene!

CESARE - Hai ben chiaro quello che significa per te Veronica?

SAMUEL - Si!

CESARE - Cioè?

SAMUEL - Il futuro, la vita in due, magari anche in tre, minimo!

CESARE - Bene! Solo questo?

SAMUEL - Non solo…

CESARE - (si cambia di posto con S.)… questo, anche il completamento della mia persona!

SAMUEL - Quindi con le altre era solo per affermare il tuo essere “maschio”?

CESARE - Si… (un po’ contrito)ma anche se giuro fedeltà a Veronica, mi sento molto       “maschio”…

SAMUEL - … meglio dire “MOLTO UOMO”! Non trovi?

CESARE - Esatto! Hai centrato il problema, zio…

SAMUEL - … lo hai centrato tu, nipotino caro!

CESARE - Te ne andrai per sempre?

SAMUEL - Pensi di aver ancora bisogno di me?

CESARE - Spero di aver imboccato la strada che più mi piace… (C. cambia nuovamente di posto)

SAMUEL - … anzi, non spero, so di averlo fatto… (a bocca aperta)ma… zio…

CESARE - Hai capito, adesso?

SAMUEL - Si! Non è stato facile!

CESARE - Ci vogliamo salutare?

SAMUEL - Ti saluterei volentieri, stringendoti la mano, ma…

CESARE - … come ci salutavamo noi due?

SAMUEL - Ma è impossibile!

CESARE - Proviamo! (gli tende il braccio, S. è titubante)Hai paura, forse?

SAMUEL - Ma posso toccarti?

CESARE - Claro que si! (S. tende il braccio, C. gli afferra l’avambraccio e S. fa altrettanto. una   stretta virile ma che li commuove) Ecco, come si salutavano i nostri antenati. Ricordi,             per

noi era un gioco, lo facevamo quando eri piccolo. Ora sei grande, sei diventato il   ragazzo, l’uomo, che speravo… il figlio che non ho mai avuto… bello, forte,        intelligente, sensibile…

SAMUEL - … zio Cesare, io…

CESARE - … shhh… tanto, lo so, cosa vuoi dire!

Buio completo e stacco musicale

(qui, il pubblico, potrebbe immaginare che chiuda il sipario, le luci si riaccendono, tutte, S. e V. sono

            abbracciati, al centro della scena)

SAMUEL - Amore mio, hai detto di si?

VERONICA - Sì, si… si…si (gli prende il viso tra le mani) Si, voglio dividere la mia vita con te,   avere dei figli…

SAMUEL - (raggiante) …ti piacciono i bambini?

VERONICA - (sorpresa) Certo!

SAMUEL - Anche a me! Quanti ne vorresti?

VERONICA - Beh, almeno due… un maschietto che ti somigli  e…

SAMUEL - … una bambina che sia il tuo ritratto! (sorridono)

VERONICA - Non saremo un po’ banali?

SAMUEL - Perché? (severo) E’ banale desiderare dei figli?

VERONICA - No! (riflette) Già che ci siamo, come ti piacerebbe chiamarli? (S. fa per parlare,      ma lei lo blocca) Per una bambina mi viene… Livia?

SAMUEL - Bello! Un nome da antica romana… molto bello!

VERONICA - E per il ragazzo…

SAMUEL - (stavolta la blocca lui) … Adriano? (arriva una pallina da golf sul palcoscenico, con             molto rumore, i due si guardano sorpresi. restano a bocca aperta  e poi, insieme)

VERONICA e SAMUEL - Cesare! (scoppiano a ridere))

FINE