SANTO CIELO
monologo
La scena si apre con Mara che, seduta dietro una scrivania da ufficio, annuisce al telefono.
MARA - Ma Dio... Non esiste. - Ma', ma non esiste. - Ma'? Ma mi stai a sentire? - Ma. - Ma. - Ma'? - Ma'? - E io? - E io? - E io, che dico io? - Che dico... dico che non esiste. - Ma', ma non esiste che papà fa così: non esiste proprio. - E tu diglielo. - Vuoi che glielo dico io? - Glielo dico io? - Glielo dico io. - Certo, calma, precisa. Lo prendo da una parte e glielo dico: non esisti. - Non esiste, non esiste. - E io che ho detto? - Va bene mi sono sbagliata: non esiste. - E che non capisce? - Ma beati i poveri di cervello... Capisce, capisce...- E non mi arrabbio. - No. - No. - Sì. Calmissima. - Stavo leggendo. - Porta Portese. Ero arrivata ai matrimoniali: interessa? - E' che oggi sto ai telefoni: ogni tanto rispondo, ogni tanto leggo. - Manca una collega operatrice... - E vuol dire che quando manca personale, ai telefoni ci mettono a noi dell'amministrazione. - Da 'stamattina che sto qua e insomma: una botta qua una là. - E insomma... un po' paura sì... - "Se hai paura chiama tuo fratello": dimmi tu che ragionamenti. - Cioè secondo te io senza Emilio non posso fare niente... - "Lavora in banca." Ma se neanche è diplomato. - Non aveva tempo per studiare: giocava a pallacanestro, poverino... se no mica lo prendevano al Banco di Roma visto che il "Banco di Roma/Pallacanestro" era del "Banco di Roma/Banca" - "Figlia mia, come farai con questo carattere..." - Ma se sono un pezzo di pane... - Non essere ipertesa. Stai tranquilla che ce la faccio. - Ho detto così pure al capo settore. Ci deve aver creduto, almeno lui. - "E adesso?" Ma beati voi poveri di iniziativa... mica posso fare l'archivio per tutta la vita... - Stai tranquilla: la collega mi ha lasciato tutto scritto su un bel prontuarietto... (Suona il telefono) Ma', c'è una telefonata, devo attaccare. - No, attaccare a lavorare... tu aspetta in linea. - Tanto che stai a fa': guardi la tele? - Allora puoi aspettare, no? - Poi continuiamo. - Ti metto in attesa. Aspetta però. Ciao. - No, non attaccare. Attacchi? - No, era una domanda. Era... Mi raccomando non attaccare. - Ci sei? - Controllavo. - E che sarà... controllavo. Aspetti, sì? - Ciao. - Buongiorno, qui "Telefono Celeste", risponde Mara con chi parlo? - (Durante la telefonata cerca le risposte leggendo qua e là negli appunti) Ciao Giorgio, possiamo darci del tu? Sento che sei una persona giovane... - Benissimo. - Sono tanti i giovani come te che ci chiamano... Posso chiederti da dove? - Ostia? Proprio da tutt'Italia! Posso chiederti anche come hai fatto a venire a conoscenza della nostra iniziativa. Parrocchia, amici, giornali? - Televisione, bene. Scusami se ti faccio tante domande, è per una statistica interna, serve a conoscerci meglio noi e voi, le vostre esigenze, a migliorare il servizio. - Vuoi farmi tu delle domande? - Come nasce "Telefono Celeste"... Come forse saprai "Telefono Celeste" nasce come iniziativa della fondazione "Padre Mariano". - No, il "Tele padre" è un altro, ti stai confondendo con... - Esatto. - C'è una certa differenza... no? - Padre Mariano per capirci è quello delle videocassette in edicola: "Dio è una cosa meravigliosa", hai presente? - Anche l'amore è una cosa meravigliosa, certo... Ma ammetterai anche che Dio è amore, no? - E quindi... Capito come? - Dicevamo? Ah, che nasce per rispondere a una richiesta sempre crescente di risposte a livello fede nel nostro paese. - Ostia? Anche, ma qui dice nostro paese per dire... cioè quando si dice "nostro paese" si intende in generale l'Italia, anche Ostia ma in generale l'Italia. Capito come? - Rispondiamo al 144 11 849 45 tutti i giorni dell'anno, escluse le maggiori festività religiose, naturalmente. - Certo l' 144 costa a voi un po' di più però tieni conto che una percentuale dei ricavati finanzia molti progetti nei paesi del terzo mondo. - E poi abbiamo delle spese: tutti gli operatori telefonici seguono dei corsi, ti assicuro molto selettivi. Almeno laureati, quasi tutti, quasi. - E poi abbiamo lanciato delle campagne di sensibilizzazione sul territorio: ecco ad esempio l'avrai vista anche tu in televisione quella campagna di sottoscrizione per quella casa di recupero per tossici_dipendenti. - Esatto, quella che sottoscrivendo potevi partecipare alla estrazione di una Mercedes 500... - Be' non è che la Mercedes sponsorizza il primo che passa... ma questo esula, giusto? - E insomma avevi delle domande, più... concernenti? - L'esistenza di Dio? - (Cercando negli appunti) Esistenza di DIo, esistenza di Dio... Oh, parliamo pure dell'esistenza di Dio. Potremmo incominciare col dire che ormai l'esistenza di Dio non la mette in discussione più nessuno. - In un certo senso l' ateismo è passato di moda. - Che c'è da ridere. - "Questo è troppo?" ma senti questo... Io ci vedo poco da ridere. - La smettiamo? - Chi è lei, un provocatore? Qui c'è gente che lavora. - Che c'è da ridere... - Dio è amore, e allora? - DIO E' AMORE. E ALLORA!? (ascolta e poi abbassa il telefono lentamente; sfoglia Porta Portese) Ma beati quelli che non si devono guadagnare la pagnotta... "Commerciante ambulante, divorziato, 59enne cerca donna 45-50 straniera o ragazza-madre convivenza o matrimonio tel 957 etc etc." Mamma mia che tristezza... "Conoscerei signora veramente sola, 53enne per cogliere insieme un fiore. Riservatezza." Che tristezza... Dio questa: "Ragazza 28enne aspetto fanciullesco, cerca uomo maturo dal viso sofferto, magro, scheletrico, statura media, serio e colto impiegato statale, civile, biondo, con occhi celesti, romagnolo o dell'Italia settentrionale, celibe, scopo matrimonio." Che tristezza... Ma Dio che brutta vita scalcagnata, che povertà, che tristezza, che... Oddio mamma! (riprende la telefonata) Mamma, ci sei ancora? - Mamma? Pronto? - Che ti eri addormentata? - Certo che stai proprio incronicata: come ti lascio ti addormenti... (suona il telefono) Ma' devi aspettare come prima. - Eh non ci posso fare niente: ha ripreso a suonare. - Due minuti soli, come prima. - Mi dispiace: neanche te ne accorgi, passa subito. - Allora ciao. Mi raccomando non attaccare. Ciao. - Ci sei? - Mamma? - Mamma? - Allora ci sei!? - Adesso fai anche nascondarella al telefono... Ma beati i semplici di spirito... - Buogiorno, qui "Telefono Celeste", risponde Mara con chi parlo? - Mafaldo!? - Ciao Mafaldo, possiamo darci del tu? Possiamo darci del tu, Mafaldo? Sento che anche tu sei una persona giova_nile? - 56 anni non è vecchio, è... Sono tante le persone come te che ci chiamano... lo sapevi? - Posso chiederti da dove? - Spinaceto... Roma? - Ah, praticamente ci chiamate da tutt'Italia... Posso chiederti anche come sei venuto a conoscenza delle nostra iniziativa? Parrocchia, amici, giornali? - Puoi parlare più vicino alla cornetta, si sente malissimo. - Forse se alzassi un po' la voce? - Sì è deflesso? Cosa!? - Ah, sei depresso! Bene! Cioè... Quindi hai questo problema. - La depressione; non è questo il tuo problema? - Vedi Mafaldo,... Mafaldo? - Ci sei? - No, è che pensavo che la linea fosse caduta... Vedi Mafaldo io credo che il tuo problema debba essere affrontato in un'altra sede, da persone più qualificate per affrontare il tuo problema. Ad esempio i ragazzi del "Telefono grigio". - "Telefono grigio", la linea verde contro la depressione, che è sempre un servizio che gestiamo noi come gruppo "padre Mariano". - Tu telefoni e loro hanno tutta una serie di metodiche, parlano, ti dicono come devi fare... - Ma no, se devi parlare tu quelli stanno a sentire, quelli sentono, sentono, sentono molto... - E' una bella iniziativa, sì. - Purtroppo, come dici tu, lo conoscono in pochi. Sono anche loro che si danno poco da fare, non si promuovono, anche come persone sono sempre un po'... come dire... - Eh sì, un po' depressucce pure loro lo sono. - Sì, "Telefono grigio": se vuoi ti do il numero. - Non è un bel colore, è vero, ma sai com'è, quando come gruppo "padre Mariano" siamo scesi in campo, di colori ne erano rimasti pochi: tra "telefono rosa", "telefono azzurro", "telefono giallo" giusto le sfumature: celeste, grigio, magenta... - Come dici? Le le due domande sono di tipo esistenziale?.. - Beh, se poi mi dici che non riguarda il tuo problema... - Cioè la depressione, giusto? - Se insomma è una questione esistenziale in senso lato allora siamo competenti noi. Dimmi pure. - La morte!? - Intesa come? - Ah, intesa come fine, trapasso, decesso, sonno eterno... insomma che uno muore. - Già. La morte. Questo è un problema... ma c'è la vita dopo la morte. - Ce lo insegna Nostro Signore che con la sua parola... - No, no, c'è la vita dopo la morte. Su questo non ci piove. - C'è la vita certo, non nel senso letterale: nel senso interiore, nel senso dell'anima. - Anche quello conta. - Capisco che è importante ma tu mi capisci... - Certo: niente primavere, niente profumi. - Eh no, il profumo della primavera non lo puoi sentire da morto, però ci saranno altre cose... - Beh, c'è di sicuro come una luce che ti illumina. - Una luce molto potente, abbagliante, come... Lo sai chi è? - E' Dio no? Dio è luce. - Adesso c'è molta sofferenza ma in prospettiva... - E chi non soffre, Mafaldo... tu soffri, tutti soffrono: la vita è sofferenza. - Certo: chi più chi meno. - Tu molto di più e altri molto di meno. - Sì, va bene, comunque Mafaldo finchè dura bisogna saper giorie di quello ce ci è stato dato... - Senti vuoi che mi documenti meglio? E' il mio lavoro. - Predo appunti e poi mi documento; capisci sono cose che un po' sconfinano dai temi classici: Dio, Gesù, la verginità della Madonna... ti va? - Allora se vuoi dettare... - La morte. Sì. E basta? - Sì... io intanto scrivo. - Possiamo riassumere così: come superare quel senso di angoscia che uno si trova alla fine di una esistenza faticosa e si guarda dietro e fa un bilancio? Va bene? - Cosa sono riuscito a fare? E si domanda: ma che cosa sono riuscito a fare? Adesso che mi aspetta? C'è il caso che mi puniscano (che voglio dire uno ha già sofferto prima...) oppure non c'è niente, niente neanche dopo? - Certo che sono delle belle domande... - No, no ma c'è una risposta su questo non ci piove. Nell'ambito della fede, tu hai fede? - Senti... sai cosa pensavo... tu non è che rispondi a questa descrizione, fisicamente dico, (leggendo Porta Portese) "uomo maturo dal viso sofferto, magro, scheletrico, statura media, serio e colto impiegato statale celibe" - E allora lo vedi che c'è speranza! - Guarda io ti suggerisco di telefonare a questo numero, vuoi prendere nota? - Allora 76243846. - Risponde una ragazza 28enne che forse ha gli stessi tuoi problemi... tu stammi a sentire telefona, segui il mio consiglio, a me non me ne viene niente, vedrai che non te ne pentirai (che poi la natura fa il suo corso). - Allora ci risentiamo. - Benissimo. - Ciao. - Pronto, Mamma? - A ma', c'è una solitudine in giro che neanche ti immagini, un'angoscia: tutti che si cercano, che cercano qualcosa, nessuno che si trova, non si trova niente... Che confusione, che disperazione... - Mamma, scusa sai, ma tu te lo sei fatto mai un bilancio della tua esistenza? No, no, scusa scusa, lasciamo perdere, che se no attacchi... poi figurati se a livello introspettivo... - Ma va'? Ti sei fatta un bilancio? - Un bilancio inteso come bilancio della vita? - Risultato? - Positivo!? - No, no dicevo: positivo, bene. E com'è questo fatto? - Come "Io ho voi." Voi chi scusa? - Io e Emilio?! - Ma dimmi tu... ma come sei banale... ma sei sicura? - Beata te, io ho una confusione, c'è una confusione in giro... - Bell'aiuto: ti dico che sono angosciata e confusa. - Va bene: sentiamo chi è morto... - Giovanni!? Il signor Giovanni?! - E come... - Nel sonno. Ma che brutta cosa... - Lo so che era vecchio, ma che vuol dire... era tanto simpatico... - Che brutta cosa che mi dici... era così vitale... (suona il telefono) Ariecco: un'altra telefonata. Mannaggia. - Sì ma', stessa procedura di prima. - Non devi fare niente: la puoi pure guardare la tele. Come prima, ma'. - Bene, ciao. - Buongiorno, qui "Telefono Celeste", risponde Mara con chi parlo? - Mafaldo? - Mafaldo di prima? - Hai già telefonato lì a quella ragazza? - Se è occupato bisogna ritelefonare, mannaggia Mafaldo... - Io ci stavo ripensando proprio ora a quello che dicevi del bilancio di una vita. Dopo che succede? C'è qualcuno? C'è Dio? - Non era quello che volevi dire? - Io ci stavo pensando, e insomma... - E insomma secondo me non è tanto questa la domanda... - Cioè alla fine uno si deve domandare non cosa sono riuscito a fare, o quanto sono stato bravo o cattivo, se se lo merita l'aldilà, uno si deve domandare: ho amato, ho voluto bene, ho condiviso un sentimento con qualcuno? Capito che voglio dire? - No, non è mia... lo dice il padre di lei a "Scandalo al sole", l'hai visto? Ma bisogna crederci, sopratutto. - No in Dio, cioè se vuoi pure, ma io dico bisogna crederci che il bene è possibile. Essere positivi che butta bene, se ci si mette in gioco. - Io non so se Dio esiste, nessuno lo sa. - Chi dice che un triangolo con l'occhio in mezzo, secondo me... di sicuro gli siamo simpatici, quanto meno... - Fiducia. Fiducia. Ecco: fiducia nell'uomo. - Fiducia nell'uomo. - Ti è piaciuta questa vero? - Pure a me.- No, non è mia è di un mio vicino di casa. Un tipo... Giovanni si chiamava. - Ecco questa persona che adesso non c'è, e mi dispiace, era uno che ragionava così, che di batoste ne ha avute sai, però ogni volta ricominciava da capo, ci si rimetteva, non si chiudeva, rincominciava. Gli piaceva parlare stare insieme, sentire, impicciarsi, aveva sempre voglia...Mafaldo, Mafaldo mi è venuta un'ispirazione: due minuti. - Ti ringrazio molto. - Pronto, Mamma? - Hai visto che ho fatto presto? - Passami papà che ci parlo io. - Abbiamo detto che ci parlo io? Passami papà. Ciao. - Papà? Sono Mara. - A me va bene, a te come va? - Senti... insomma... che me dovevi dire qualcosa? - Ah, no era tanto per sentire... - Che ti volevo dire... - Insomma papà qua bisogna credere nell'uomo una buona volta. - Tocca crederci nell'uomo. - Che vuol dire... tu ci credi nell'uomo? - "Dipende da chi" e grazie papà. E' un uomo generico, l'uomo ipotetico... - Significa, significa... Significa che bisogna avere fiducia nell'uomo, che si migliora nei rapporti che se no è davvero tutto inutile. - Tutto inutile inteso come vita, come esistenza, guarda che non è tanto lunga sai. - Mica te la 'sto a tirà. - E tocca ferro allora, ma fai come... e non mi smorzare l'entusiasmo. - Mi tarpi le ali. - Non voglio arrivare da nessuna parte... - Ma niente... dico, ma papà cerchiamo di venirci incontro che qua è una valle di lacrime. - Io parlavo in generale... non facevo riferimento a niente. - Sei tu che pensi subito male. - Pensi male e a 'sto punto manco ci credi troppo nell'uomo, scusami sai. - Ma ti giuro, quello che ho detto non ci azzecca niente con te, con mamma. - Ma pensa sei io... - E no. - E noooo. - Senti ti prego. - E non fare così, non essere massimalista. - Ma cerca di capire. - Ma DIO... papà non esiste.
SIPARIO