Scene da un matrimonio
di Ingmar Bergman
traduzione di Chiara De Marchi
la musica di scena èl’Adagio per archi di Samuel Barber*
*Compositore nordamericano. Samuel Barber vinse nel 1935 una borsa di studio Pulitzer per l'estero che gli permise un lungo soggiorno in Europa. Ed èin Austria, vicino a Salisburgo, che nel '36 compose il Quartetto d’archi da cui trascrisse, su suggerimento di Toscanini, l'Adagio in questione.
PERSONAGGI E INTERPRETI
JOHAN Gabriele Lavia
MARIANNE Monica Guerritore
SCENA I
Marianne èa letto e Johan le porta un vassoio per la colazione.
MARIANNE Buongiorno Johan.
JOHAN Buongiorno Marianne. Dormito bene amore mio?
MARIANNE Così, così, Mi sono svegliata alle cinque e, come una stupida, non sono piùriuscita a
prender sonno.
JOHAN Come mai?
MARIANNE Non lo so. Non ho fatto altro che tormentarmi la testa.
JOHAN Perchélo dici come se fosse colpa mia?
MARIANNE No, amore mio, non ti agitare, Una volta tanto tu non c'entri. Non sentirti in colpa.
Non riuscivo a cacciarmi via dalla testa il maledetto pranzo domenicale dei miei genitori. Dio mio, che angoscia!
JOHAN Beh, ma tutte le domeniche pranziamo coi nostri genitori. Una volta coi tuoi... una volta coi miei.
MARIANNE E allora? Èuna maledizione!
JOHAN Che vuoi farci? A loro fa piacere.
MARIANNE Basta! Ora li chiamo e gli dico che non ci andiamo.
JOHAN Ah. che bello! Non ci andiamo? La tua cara mammina che dirà?
MARIANNE Puòdire il cavolo che vuole. Questa domenica ce ne stiamo per i fatti nostri, con le bambine.
JOHAN Mah! Se pensi di farcela... telefona.
MARIANNE Giàcomincio a innervosirmi.
JOHAN Cosa c'è, amore mio? Le tue solite maledettissime cose?
MARIANNE Per favore ...
JOHAN No, dimmi solo se mi sbaglio.
MARIANNE Sta' a sentire, anche se mi devono venire lunedì, non significa necessariamente che debba essere ...
JOHAN Allora dimmi cosa c'è?
MARIANNE La nostra vita c’è. Pensaci. Ècome la mappa di una città, la nostra vita. Divisa in tanti quadratini, tanti settori, tante caselle. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, una casella. E in ogni quadrati no c'èscritto quello che dobbiamo fare. Tutto
programmato con grande anticipo. E se all'improvviso si presenta un quadratino vuoto, siamo tutti sbalestrati e presto presto gli piazziamo dentro qualcosa.
JOHAN Va bene... va bene. Peròci sono anche le vacanze.
MARIANNE (Ride) Sai qual'èla tua forza? Che non riesci mai a capire quello che dico. Quando andiamo in vacanza siamo ancora piùprogrammati.
JOHAN E questa èMarianne.
MARIANNE E questo èJohan.
JOHAN Marianne... anni trentacinque.
MARIANNE Johan, anni quarantadue?
JOHAN Perònon li dimostro... li dimostro? Li dimostro.
MARIANNE Il padre di Johan fa il medico.
JOHAN Il padre di Marianne èavvocato. E mi pare chiaro quindi che il destino di Marianne era di fare l'avvocato.
MARIANNE Johan èassistente all'istituto universitario di Psicotecnica.
JOHAN Marianne si occupa di diritto di famiglia ed èspecializzata in separazioni.
MARIANNE Viviamo in una bella casa fuori città.
JOHAN Abbiamo due belle bambine.
MARIANNE Eva e Karin.
JOHAN Questa èuna giornata assolutamente normale, vero?
MARlANNE Normalissima.
JOHAN E questa èla nostra scena preferita ...
MARIANNE Intitolata?
JOHAN L'arte di nascondere la spazzatura sotto il tappeto.
MARIANNE Sai qual'èla verità? Che la colpa èdi mia madre. Anche se la tua non scherza.
JOHAN (Ride) Ma cosa hanno fatto di male quelle povere vecchiette?
MARIANNE Niente... niente.. tanto tu non capisci.
JOHAN Tanto io non capisco. (Guarda l'orologio) Ma non svegli le bambine?
MARIANNE No, stamattina le lascio dormire. Karin oggi non ha scuola ed Eva aveva un po' di mal di gola, ieri sera. Cosìho pensato di lasciarla a casa. E cosìpotràvenire a pranzo domenica dai nonni! E cosìeviteremo un mucchio di storie, mugugni, domande, giudizi... processi…
JOHAN Scusa ma non dovevi telefonare per dire che domenica non ci andiamo?
MARIANNE Aaaah! Perchénon telefoni tu?
JOHAN Io? Che c'entro io! Perchémi devo scusare io con tua madre? Telefona tu.
MARIANNE Ah sì? Grazie! Allora telefono a tua sorella e le dico che non ho voglia di andare con lei alla sfilata dìlunedì. Poi telefono ai Bergman per dirgli che non andiamo alla cena di venerdì. Ci rimarranno malissimo ma non me ne frega niente. Tu poi telefoni per rifiutare l'invito al cocktail dell'ambasciatore del Perù.
JOHAN Del Venezuela ...
MARIANNE Poi non ho nessuna voglia di andare al corso di francese con tua madre e soprattutto non mi va di andare a teatro stasera.
JOHAN Fanno "Casa di bambola".
MARIANNE Tu puoi prenderti un permesso di una settimana... e ce ne andiamo da soli da qualche parte. (Con le lacrime agli occhi) Oh Cristo! Non ècosìche si risolvono i problemi.
JOHAN (Gentilmente) Ma che cosa vuoi...
MARIANNE Non lo so... non lo so... Lavoriamo tutti e due come matti. Ma no... non èquesto, È che... incontriamo sempre un mucchio di gente... Non èche ci sia niente di male. Stiamo con le bambine piùtempo che possiamo e anche questo va bene. Litighiamo? Quasi mai! E anche quando litighiamo, litighiamo col massimo del buon senso; ci ascoltiamo a vicenda; cerchiamo di arrivare a un giusto compromesso,
JOHAN Allora? Va tutto per il meglio.
MARIANNE Come no? Tutto perfetto! Èterribile!
JOHAN (Sorridendo) Tutta colpa delle nostre madri!
MARIANNE (Seriamente) Bisognerebbe assoldare un killer per ammazzarle.
JOHAN Mi pare che tu sia matura per telefonare a tua madre. Ha l'orribile abitudine di alzarsi presto.
MARIANNE Ma non eravamo rimasti d'accordo che telefonavi tu?
JOHAN No, no, amore mio. Tua madre la chiami tu. lo ti sto vicino e ti do tutto il mio soste- gno morale.
MARIANNE E va bene! Dio mio, senti il mio cuore come batte.
JOHAN Ma non èscritto anche nella Bibbia?
MARIANNE Cosa c'èscritto nella Bibbia?
JOHAN "Abbandonerai tuo padre e tua madre" ...
MARlANNE C'èscritto così? Allora telefono. (Va al telefono e/a il numero).
JOHAN Comincia la grande rivoluzione! Non risponde? Siamo salvi!
MARIANNE Pronto?
JOHAN Risponde! Èfinita!
MARlANNE Signorina Alm, c'èla mamma? Ah c'è? Me la puòpassare? Ah... come va il suo ginocchio… Va meglio? .. Ah, va peggio! Questo mi dispiace. Sì... sì… e il dottore che dice... che bisogna tenersi il ginocchio. Ma che razza di medici ci sono oggi? .. D’altra parte o così, o sì, grazie. (Cambiando tono) Mamma? Buongiorno. Come stai? Mi fa piacere. E papàègiàuscito? Sì, sìlo so andava in campagna. Ma tu l'hai lasciato andare da solo? Ah, c'èErik con lui, meno male. Senti mamma... mamma... mamma senti.. Volevo dirti... ti chiamavo per dirti che… Davvero? Mi dispiace moltissimo (lunga pausa durante la quale parla la madre).
JOHAN Ciù, ciù, ciù, ciù, ciù, ciù...
MARIANNE Sì... sì... come hai fatto a indovinare? Ma no, niente... Così.. volevo stare un po' tranquilla con Johan e le bambine per tutta la domenica. No... non... non dobbiamo andare da nessuna parte... (forse Johan sta suonando la chitarra) Solo che... ecco... io... Johan... noi... non vogliamo venire a pranzo. (Parla la madre) Ma figurati se papàaspettava solo questo pranzo domenicale. (Parla la madre) Certo… certo … peròdovrebbe anche essere un piacere .... non un obbligo. (Parla la madre) Mamma... mamma... Vuoi che sia sincera? .. Sì? Sì! Mi annoio a morte! Mi annoio! No, no ... come non detto. (Parla la madre) Certo... certo... certo... Veniamo domenica, come d'accordo. Ti saluta Johan (allunga il telefono).
JOHAN Ciao mammina!
MARIANNE Ciao mamma! (Abbassa il ricevitore)
JOHAN La rivoluzione fu soffocata sul nascere.
MARIANNE Ci saràanche zia Elsa.
JOHAN Zia Elsa! Che meraviglia!
MARIANNE Èpiùdi sei mesi che non viene in città. E non vede l'ora di rivederci. Ha pure un regalo per te. (Arrabbiata) Porca miseria!
JOHAN La cara zia Elsa! E tua madre ha chiesto alla signora Danielson di aiutarla a preparare il pranzo. E tuo papàmuore dalla voglia di vederci.
MARIANNE Porcaccia miseria!
JOHAN Comunque ammiro il tuo coraggio.
MARIANNE Porcaccia miseria schifosa! (Johan la bacia)
JOHAN Amore mio, diremo no un'altra volta! Non te la prendere.
MARIANNE Torni per l'una?
JOHAN No, èmeglio che ci incontriamo a teatro. Mezz'ora prima dell'inizio davanti al botteghino di destra. Cosìabbiamo tutto il tempo per prendere i biglietti.
(Un silenzio)
MARIANNE Johan ...
JOHAN Che c'è, amor mio?
MARlANNE Ma a te fa piacere tornare a casa?
JOHAN (Gentilmente) Ma che succede oggi che ètutto cosìcomplicato?
MARIANNE Sai cosa vorrei fare ora? Infilarmi sotto le coperte con te e stare abbracciati… stretti…stretti… per una settimana.
JOHAN E poi?
MARIANNE Potremmo piangere, finalmente!
JOHAN Non c'ètempo. Non l'abbiamo scelta noi questa vita. Pare.
MARIANNE Se solo fossi sicura che l'abbiamo scelta noi e non le nostre madri (Non vuole piangere). Pensa se noi due cominciassimo a dirci delle bugie... se cominciassimo a tradirci.
JOHAN (Imbarazzato) Ma cosa dici, Marianne!
MARIANNE No non dico un tradimento così.. ogni tanto... questo non sarebbe grave. Dico tradirci davvero... per sempre. Metti che mi innamorassi di qualcun altro. Tu che faresti?
JOHAN (Come un'ipotesi assurda) Ti ucciderei.
MARIANNE (Con un sospiro) Qualche volta, mi piacerebbe ...
JOHAN Che cosa?
MARIANNE Niente... (Gli dàun bacio) Ci vediamo, amore.
JOHAN Arrivederci.
MARIANNE Non mangi niente, tu?
JOHAN Non c'ètempo. (Fa per uscire)
MARIANNE Quest'estate dovremmo fare un viaggio. Da soli: io e te.
JOHAN Vuol dire che in campagna non ci andiamo più?
MARIANNE Possiamo sempre andarci in primavera o in autunno.
JOHAN E dove vorresti andare?
MARIANNE In un posto qualsiasi. Non siamo mai stati a Firenze. Potremmo andare sul Mar Nero,
Che ne dici? Anche in Africa. Organizzano viaggi in Marocco che non costano niente.C'èil Giappone! Perchénon andiamo in Giappone?
JOHAN In Giappone? Ma perchéall'improvviso questa smania dìviaggiare?
(Forse qui Marianne appare vestita)
MARIANNE Non pensi che sarebbe bello? Andarsene via... per un po'
JOHAN Non so… non so.
MARIANNE Ho capito cosa vuoi dire. Lasciamo perdere. (Raccoglie i depliants)
JOHAN Che cosa voglio dire? Ti sei offesa?
MARIANNE Quando hai l'umore di traverso te ne vieni fuori con certe accuse ridicole. Mi dici che del nostro matrimonio non me ne importa niente. Non mi accusi di questo tu? Beh, adesso non mi sto preoccupando del Giappone. ma del nostro matrimonio.
JOHAN Ma che brava! Pensi proprio a tutto, tu!
MARIANNE Questo sarebbe un tono sarcastico?
JOHAN Un tono sarcastico? Per niente! Credo, davvero, che tu pensi a tutto, Solo che non ho nessuna voglia di trascinarmi in giro per il mondo con un caldo infernale quando potrei starmene al fresco, in barca, a pescare.
MARIANNE Va bene. Faremo tutto come al solito.
JOHAN Non possiamo mandare le bambine da tua sorella? Sarebbe giàuna cosa.
MARIANNE Ma no... Se restiamo a casa come facciamo a mandarle via?
JOHAN Perchénon possiamo?
MARlANNE Sembrerebbe una stranezza.
JOHAN E allora? ..
MARIANNE E allora non si può! Pensa che cosa direbbe mia madre .. Farebbe tante di quelle storie... padre indegno... madre degenere... non la finirebbe più. Poi anche le bambine ci resterebbero male. Forse possiamo chiedere a mia sorella Katrin di tenerle per una settimana, dieci giorni, ma non dìpiù.
JOHAN Mi vuoi spiegare perchésiamo condannati a regolare il nostro comportamento sulla base di quello che possono pensare gli altri?
MARIANNE (Agitata) Non capisco dove vuoi arrivare. (Pausa)
JOHAN Marianne.
MARIANNE (improvvisamente seria) Sì. Johan?
JOHAN Pensi che la vita sia uno schifo?
MARIANNE E tu?
JOHAN Non lo so.
MARIANNE Io voglio credere che la vita èbella.
JOHAN Marianne ...
MARIANNE Devi dirmi qualcosa?
JOHAN Èche…per quanti progetti uno faccia... ci si puòsbagliare... e la vita ci prende in giro... e tutto va storto. Come?… Perché? Non si sa. Così.. impercettibilmente... alla deriva.
MARIANNE (A bassa voce) Stai parlando di noi?
JOHAN (Come fra sé) Mah! Forse èuna questione di scelte... di scelte sbagliate... Ècome se uno percorresse sempre la stessa strada... la solita vecchia strada... così meccanicamente, senza pensare: e un bel giorno, non sai perché, ti trovi in una discarica piena di spazzatura.
MARIANNE (Inquisitoria) Èsuccesso qualcosa, Johan?
JOHAN Ma no, niente, assolutamente niente, lo giuro.
MARIANNE Noi due ci diciamo sempre tutto, sinceramente. Vero?
JOHAN Penso di sì.
MARlANNE Sarebbe terribile tenersi tutto dentro, vero? Bisogna dirsi le cose come stanno, vero? … Anche a costo di soffrire. vero?"
JOHAN (Irritato) Ma certo, certo!
MARIANNE Lo sai che io ti amo? Lo sai quanto ti amo? Ti amo cosìtanto che ho paura…un a terribile paura di perderti. Devo dirtelo piùspesso. Lo so che per te èimportante sentirti dire cose carine. Èche io non sono tanto brava in questo. Cercheròdi fare progressi. Tu sei cosìbuono e gentile. E io ti amo davvero…davvero…tanto.
JOHAN Cercheròdi ricordarmene. Allora stasera andiamo a teatro.
MARIANNE Arrivederci.
(Johan esce. Marianne ha come uno scoppio di pianto. Di colpo si alza, esce e in quinta grida dietro Johan.)
MARIANNE Johan, sta attento, guida con prudenza!
SCENA II
JOHAN La sera Johan e Marianne sono andati a teatro a vedere "Casa di bambola" di Ibsen.
Intitoliamo questa scena: il letto di chiodi.
Dissolvenza di luce. Il tempo che Marianne metta cappotto e cappello e rientrano a casa dopo il teatro.
MARIANNE L'attrice che fa Nora èbravissima. E il testo regge ancora.
JOHAN Per me il testo non sta in piedi. Lo diceva anche Strindberg.
MARlANNE Probabilmente era geloso.
JOHAN Scusa, in fin dei conti negli ultimi cent'anni qualcosa èsuccesso. Magari non come sperava Ibsen... comunque…
MARIANNE Tu trovi?
JOHAN (Ride e sbadiglia.) Ma sì... tutto questo femminismo ormai èun argomento talmente logoro. Parliamoci chiaro, le donne oggi sono libere di fare quello che vogliono. Il problema èche non vogliono!
MARIANNE Che cosa non vogliono ...
JOHAN Non vogliono... essere libere ...
MARIANNE Ah davvero? Interessante.
JOHAN Quando penso che in questi anni abbiamo dovuto sopportare queste arpie femministe, con tutte le loro stupidaggini. Brutte. Aggressive. Isteriche. Patetiche. Il massimo poi èquando queste, chiamiamole donne, cercano di fare delle iniezioni di vita ad altre donne. Sono tutte cosìprovinciali, cosìinutili, cosìidiote. Non so, si sono fatte il lavaggio del cervello. Mi viene il voltastomaco solo a parlarne.
MARIANNE Ah sì? Pensa che siamo solo all'inizio. Aspettale queste donne "patetiche" e vedrai.
JOHAN Io non vedròproprio un bel niente. Le donne si sono accaparrate il ruolo migliore dal tempo dei tempi. E ci gioco quello che vuoi che non ci rinunceranno ora che hanno imparato a recitarlo alla perfezione. Adesso, poi, hanno raggiunto lo scopo principale; creare nell'uomo un bel senso di colpa collettivo. E questo dàloro un vantaggio incredibile senza che debbano muovere un dito. E il bello èche continuano sempre a reclamare uguaglianza, ma se sono piene di vantaggi. E tutto con una violenza... una ferocia... un odio... Oh... non credo a una sola parola di quello che ho detto e comunque non potrebbe importarmene di meno,
MARIANNE Ad ogni modo il tuo monologo non era molto originale. Ti ricordi, quando eravamo giovani? La nostra vita era piena di speranza. Andavamo in quegli orrendi teatrini a vedere orribili spettacoli rivoluzionari, seduti su panche scomodissime.
JOHAN Tu eri molto piùrivoluzionaria di me.
MARlANNE Comunque tutti e due credevamo nel futuro dell'umanità.
JOHAN. Èsempre bello poter credere in qualcosa. Tu poi eri un'esaltata. Carina ma esaltata. Sì, sìeri proprio carina, una favola, come rivoluzionaria.
MARIANNE E ora non lo sono più?
JOHAN Rivoluzionaria?
MARIANNE No... carina ... Non sono piùuna favola?
JOHAN Certo che sei carina... sei una favola, va bene? (Pausa) Ma cosa c'è?
MARIANNE Me lo stavo chiedendo, sai?
JOHAN Che cosa? Perché... secondo te èassolutamente indispensabile che due persone che vivono insieme da tanto tempo debbano per forza stancarsi l'uno dell'altra?
MARIANNE Noi non siamo stanchi l'uno dell'altra.
JOHAN Un po' sì… quasi. No?
MARIANNE Èperchélavoriamo troppo. Èovvio. La sera siamo distrutti.
JOHAN Guarda che il mio non era un rimprovero.
MARIANNE Non ne sono troppo sicura.
JOHAN Amore, te lo giuro… non era ...
MARIANNE Noi ci piacciamo, vero? Da ogni punto di vista?
JOHAN Beh da "quel" punto di vista, no! Almeno non mi pare che ...
MARIANNE Ma sì.. sì.. anche da quel punto di vista.
JOHAN Anche? Vedi amore mio: la nostra vita insieme èpiena di scappatoie, restrizioni… rifiuti.
MARIANNE (Ferita) Non ci posso fare niente se non mi piace piùcome una volta. Non ci posso fare niente. Ècosì. Èperfettamente naturale. Ti avverto, non cercare di farmi sentire, in colpa per questo.
JOHAN Ma perchéti agiti tanto?
MARIANNE Per me le cose stanno bene come stanno. Lo so che non c'èpiùtrasporto, passione e compagnia bella, ma non si puòavere sempre tutto. C'èchi sta molto peggio di noi.
JOHAN Senza dubbio.
MARIANNE Nella vita non c'èsolo il sesso!
JOHAN (Ridendo) Ah, no? Se lo dici tu.
MARIANNE (Sull'orlo del pianto) Se le mie prestazioni sessuali non ti soddisfano faresti meglio a prenderti un'amante che abbia piùfantasia e che ti ecciti un po' di più. Io faccio del mio meglio.
JOHAN (Stizzito) Ah, ci risiamo!
MARIANNE E non guardarmi così!
JOHAN Come ti guardo?
MARIANNE (Gli fa il verso) Come ti guardo... lo sai come... e anche il tuo tono di voce... Come ti guardo... Avanti… dì... dìquello che hai da dire. Parla... parla!
JOHAN Che parlo? Che parlo? Ogni volta che affrontiamo questo problema ti viene una crisi.
MARIANNE No … no... nessuna crisi. Sono calmissima. Parla. Ti ascolto.
JOHAN Ahi!
MARIANNE Che c'è?
JOHAN Niente! All'improvviso questo letto èdiventato pieno di chiodi. A volte mi domando perchéquesto problema dobbiamo farlo cosìcomplicato. Tutta questa faccenda del fare l'amore èirrilevante, dopotutto. Non èil problema dei problemi e tutto il resto non c'èpiù. Vuoi che te lo dica?
MARIANNE Dillo!
JOHAN Ècolpa di tua madre! Lo so che non ti fa piacere sentirlo, ma ècosì!
MARIANNE Che analisi grossolana, amore mio!
JOHAN Non diventare acida, adesso. lo sono gentile,
MARIANNE Comunque pensi che sia colpa mia se non ci piace piùfare l'amore.
JOHAN Se non ci... piace? Se non ti... piace. Poi tu l'hai detto adesso che fai del tuo meglio.
MARIANNE Davvero. Faccio del mio meglio... Davvero Johan.
JOHAN Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo?
MARIANNE Pensi che stia mentendo?
JOHAN No, per l'amor di Dio. No! No!
MARIANNE Allora non capisco.
JOHAN Senti basta. Chiuso. Andiamo a letto che ètardi.
MARIANNE Tu non ti smentisci mai, vero? Prima cominci una grande discussione e poi, appena mi ci hai tirato dentro, dici che hai sonno e vuoi andare a letto.
JOHAN Senti Marianne. (Pausa) Il tuo problema èche ti poni sempre degli obiettivi terribilmente irraggiungibili. Ma ti prego... ti supplico... ti scongiuro... almeno la nostra maldestra vita sessuale puòessere risparmiata dalle tue ambizioni?
MARIANNE (In lacrime) Perchéte la prendi sempre con me su questo punto? Prima mi aggredisci perchénon mi sforzo di affrontare questo problema e poi mi aggredisci proprio perchélo affronto. (Piange)
JOHAN (Gentile) Ma tu guarda che cosa ho combinato.
MARIANNE Appunto. Ti costa tanto essere dolce e gentile con me? Ti assicuro che sarebbe più efficace... da "quel" punto di vista.
JOHAN Sì, sì(arrendendosi) amore mio adesso basta .. Ècolpa mia. Ho sbagliato a tirar fuori questo argomento.
MARIANNE Secondo me tu parli troppo di queste cose.
JOHAN Sì, sìhai ragione tu.
MARIANNE Lo so che si dovrebbe dire tutto e non tenersi dentro niente, ma su questo particolare argomento penso che sia sbagliato dirsi tutto.
JOHAN Sì. Sì hai ragione tu.
MARIANNE. Ci sono cose che devono restare in penombra, devono vivere nel buio.
JOHAN Sì, sì hai ragione tu.
MARIANNE Certo che ho ragione. Se no ci facciamo del male, soffriamo. piangiamo senza motivo. E quando ci infiliamo nel letto, tutti i rancori sono ancora lìa torturarci. Proprio come in un letto di chiodi.
JOHAN Ah! Ah! Ah! (Ride a lungo)
MARIANNE E ridi pure! (Ride anche lei)
JOHAN (Implorante) Possiamo andare nel letto di chiodi adesso? Muoio dal sonno!
MARIANNE Devi ammettere che sei stato stupido, arrogante e privo di tatto.
JOHAN Domando scusa.
MARIANNE Pensi che non ti dia abbastanza affetto?
JOHAN L'affetto ha bisogno di tempo. E tempo non ce n'è.
MARIANNE Allora tu non ne ricevi abbastanza.
JOHAN Nessuno di noi ne riceve abbastanza. E non ne diamo abbastanza.
MARlANNE È per questo che volevo fare un e viaggio con te quest'estate,
JOHAN Tu pensi che l'affetto debba essere riservato solo per le vacanze?
MARIANNE (Baciandolo) Ci sono dei momenti in cui sei davvero grande. Ètra quel momento e l'altro che sei un po' stronzo.
JOHAN Che ci vuoi fare? Alla nostra età, ogni giorno, muoiono decine di migliaia di cellule cerebrali. E non si riproducono più.
MARIANNE (Dolce) Nel tuo caso devono essere decine di milioni, amore mio, sei cosìstupido.
JOHAN Lo sai che sei bella? E sei dolce anche quando ce l'hai con me. (La bacia, le tocca i seni. Lei toglie gentilmente la mano di lui e si gira dall'altra parte. Lui si mette a ridere.)
MARIANNE Chi si alza a dare un'occhiata alle bambine?
ENTRAMBI Vado io.
(Forse escono tutti e due di scena. Saranno in pigiama? O come?)
SCENA III
MARIANNE Alcuni mesi piùtardi, forse alcune settimane piùtardi.
JOHAN In una serata assolutamente normale.
MARIANNE A Johan e Marianne succede qualcosa che prima sarebbe stato anormale.
JOHAN Intitoleremo questa scena “Reale”
MARIANNE E non "Irreale"
JOHAN Reale.
MARIANNE Sono incinta.
JOHAN Oh Cristo! Ci mancava anche questo.
MARIANNE Cosa vogliamo fare?
JOHAN Lo vuoi tenere?
MARIANNE Voglio che ne parliamo. Insieme. Poi faremo quello che abbiamo deciso. Insieme.
JOHAN Sei tu che devi decidere.
MARIANNE Io? Perchéio?
JOHAN Mi pare ovvio. Perchésarai tu ad avere tutte le seccature e tutte le responsabilità. E anche, se permetti tutte le gioie e le soddisfazioni.
MARIANNE Vuoi dire che per èla stessa cosa avere un figlio o non averlo.
JOHAN No... non porrei il problema in questi termini.
MARIANNE Voglio sapere che cosa ne pensi. Dammi una risposta chiara.
JOHAN Sì. Come se fosse facile
MARIANNE Perché? Ècosìdifficile essere onesti?
JOHAN Ecco che ricominciamo.
MARIANNE Io ti dico: sono incinta. Qual’è tuo primo impulso?
JOHAN Io ho raramente "primi impulsi, come li chiami tu. Sono piuttosto handicappato da quel punto di vista.
MARIANNE Lo vuoi un altro figlio, sìo no?
JOHAN O sìo no per me va bene lo stesso, nessuna obiezione. Anzi potrebbe anche essere bello un pargoletto.
MARIANNE Non si puòdire che tu stia delirando dall'entusiasmo. Non ti vedo "aux anges". Sii onesto, una volta!
JOHAN Cristo, tu continui a parlare della mia onestà. Perchénon mi dici tu quello che vuoi?
Sarebbe piùsemplice.
MARIANNE Si dàil caso che te l'abbia chiesto io.
JOHAN Ah, sì? Io sto cercando di capire quand'èche siamo inciampati in questo bambino disgraziato. Hai preso sempre la pillola. (pausa) O no? Dìla verità?
MARlANNE Sì, l'ho presa sempre... Ma... quella volta che eravamo via ho dimenticato di prenderla.
JOHAN E me lo dici adesso? Non potevi dirmelo allora.
MARIANNE Non pensavo che fosse importante.
JOHAN Ah! non pensavi. Io non lo so... L'hai fatto apposta.
MARIANNE Non lo so.
JOHAN Non lo so. Che bella risposta.
MARIANNE Credo di aver pensato: se resto incinta vuol dire che èdestino che abbiamo un altro figlio. E, alla nostra età, saràl'ultimo.
JOHAN Oh Dio mio, mio Dio, Dio mio.
MARIANNE Mi rendo conto che non èstato molto razionale.
JOHAN Alloraèinutile discutere. Hai giàdeciso, punto e basta.
MARIANNE Pensavo, ingenuamente, che ti avrebbe fatto piacere .
JOHAN Che mi avrebbe fatto piacere.
MARIANNE Sono al terzo mese.
JOHAN Ah, sì! Finora non sei stata male però.
MARIANNE Non mi sono mai sentita cosìbene.
JOlIAN Meno male. Comunque le nostre mammine saranno al settimo cielo dalla gioia. E le nostre figlie che diranno?
MARIANNE La loro tolleranza èsenza limiti. Ci perdoneranno il momento di follia.
JOHAN Bene! Non vedo l'ora di vederti il pancione. Di giocare col frugoletto... (un lungo silenzio. Poi Marianne si mette a piangere. Johan la guarda stupito.) Cosa c'èadesso?
MARIANNE Niente.
JOHAN Come niente, stai piangendo.
MARIANNE Niente, niente... davvero.
JOHAN Marianne, vuoi dirmi. tu, quello che vuoi?
MARIANNE Non lo so.
JOHAN Sai qual'èla verità? Èche néte néio vogliamo altri bambini.
MARIANNE Lo credi davvero?
JOHAN Credo che siamo tutti e due terrorizzati al pensiero di un marmocchio che strilla... le poppate... i biberon... i pannolini... la pipì, la popò... svegliarsi di notte... passeggiarlo per la stanza... i pediatri... i dentisti... l’asilo ... noi siamo felici che tutto questo appartenga al passato.
MARIANNE Mi sento in colpa.
JOHAN Ma di che?
MARlANNE Mi sento colpevole perchéprima questo bambino lo desideravo tanto, accarezzavo l'idea di averlo, non vedevo l'ora di averlo. E ora che èdiventato un fatto compiuto, comincio a pentirmi. Non ha senso.
JOHAN Ma perchétutti questi problemi interiori? Èuna questione pratica.
MARIANNE Non èuna questione pratica.
JOHAN Ah no? E che cos'è?
MARlANNE Una questione d'amore.
JOHAN Perchéti agiti tanto?
MARIANNE Non sono agitata.
JOHAN Allora spiegati: cosa vuoi dire.
MARIANNE Tu non puoi capire.
JOHAN Infatti, che io sia stramaledetto se capisco una sola parola di quello che stai dicendo.
MARIANNE Non puoi…èun sentimento mio... come se all'improvviso tu non fossi piùqui… in questa realtà... e tu sei da un'altra parte; e Eva e Karin anche loro da un'altra parte. C’è solo questo bambino che deve venire. Èsolo questa la realtà.
JOHAN Si potrebbe anche dire esattamente il contrario.
MARIANNE Orma siamo abituati ad avere troppe comodità… troppe cose... troppe.
JOHAN Non ènecessario dormire sotto i ponti in nome del rigore morale.
MARIANNE Non sto dicendo questo. Ècome se noi fossimo avvolti dalla nostra pigrizia morale, dalla nostra vergogna, dalla nostra... irrealtà. E non c'èpiùun momento di gioia, un momento d’amore.
JOHAN Amore? Stiamo solo cercando di evitare di prendere una decisione avventata, importante, catastrofica… solo questo. Non èun problema trascendentale. Si tratta soltanto di buon senso.
MARIANNE Si tratta d'amore.
JOHAN Oh mio Dio!
MARIANNE (Pausa) Non potremmo avere questo bambino e aspettarlo con gioia? E viziarlo e coccolarlo e amarlo? Amarlo proprio perchénon ci siamo posti troppi problemi al riguardo? Io credo... io spero... io sento". (determinata) Io sono pronta ad
avere un altro bambino.
JOHAN Tu non sai di cosa stai parlando.
MARIANNE Evidentemente sei tu che non sai di cosa sto parlando.
JOHAN Tu parli come se avessi giàabortito.
MARlANNE Da un certo punto di vista èproprio così.
JOHAN Non èindispensabile sentirsi in colpa per i propri pensieri. Non bastano le nostre azioni a renderci colpevoli?
MARIANNE (Gridando) Ma èterribile, JohanÈin gioco il nostro avvenire! Se io ora facessi qualcosa di irreparabile ... qualcosa di terribile, determinante per la nostra vita futura, senza saperlo…
JOHAN Io non lo so. Forse sto sognando! Ti ho detto prima che sarebbe bello avere un altro bambino. L'ho detto o non l'ho detto? L'ho detto! Oh! Sei tu che hai talmente complicato questa cosa. La realtà, l 'irrealtà... la speranza... la colpa... l'avvenire ...
MARIANNE E allora prendiamo una decisione.
JOHAN A proposito di che?
MARlANNE Decidiamo di avere un bambino.
JOHAN Bene! Decidiamo d’avere un altro bambino! Abbiamo deciso!
(Pausa)
MARIANNE Mi sento proprio sollevata.
(Pausa)
JOHAN (Gentilmente) Non c'èniente di strano nel volere qualcosa e non volerla allo stesso tempo.
MARIANNE Anche io penso che sia così.
JOHAN È normalissimo.
MARIANNE Il punto èche non riguarda il bambino che deve venire.
JOHAN Ah no?
MARIANNE Tu sai bene che riguarda me e te.
JOHAN Ti prego non rimetterti a piangere... ti prego.
MARIANNE Non ce la faccio. Non so che cos'ho
JOHAN Credo che tu abbia bisogno di qualche cosa da bere.
MARlANNE Penso di sì.
SCENA IV
MARIANNE. Durante l'estate Johan e Marianne sono andati in campagna. Appena fuori città.
JOHAN Siamo a settembre. Èquasi sera e Johan èstato in cittàper alcuni giorni.
MARIANNE Marianne e le bambine dormono già. Alla televisione non c'era niente di interessante.
JOHAN E questa scena la intitoleremo; "Paula".
MARIANNE (Alzandosi dal letto) Ah sei tu? Non dovevi venire domani? Amore... che bella
sorpresa. Sei stato bravo a venire stasera. Hai fame? Alla televisione non c'era niente da vedere e abbiamo pensato di andare a letto presto. Oggi le ragazze ed io abbiamo fatto una dieta ferrea. Tu vuoi mangiare qualcosa?
JOHAN No ...
MARIANNE Non ti spogli? So che ce l'hai con me.
JOHAN Perchédevo avercela con te?
MARIANNE Ieri sera al telefono, sono stata veramente insopportabile.
JOHAN Ieri? Neanche me lo ricordo.
MARIANNE Ho provato a richiamarti in continuazione. Dovevi aver staccato la spina.
JOHAN Ero distrutto dalla stanchezza.
MARIANNE Sono stata davvero sgradevole.
JOHAN Niente. Non parliamone più.
MARIANNE Come sei strano. Devi essere stanco davvero. Non riesci neanche a dire due parole.
Non voglio essere pedante. Penso solo che tu hai ragione e che ho ragione anch'io. Abbiamo ragione tutt'e due. Se non ti vuoi mettere lo smoking per andare a cena, sono fatti tuoi e va bene, hai ragione tu. Io penso peròche dovresti comprarti uno smoking nuovo e ho ragione lo.
JOHAN Non mi piace lo smoking.
MARIANNE Sì, sì lo so, me lo hai detto. (Ride) Beh, adesso non ricominciamo. Per me puoi
metterti anche un kimono per andare a cena, io ti amo lo stesso. Il nostro non èun matrimonio fondato sullo smoking. Ma non ti spogli amore? (Pausa) Che cosa c'èJohan? È successo qualcosa? Dimmi che cos'hai!
JOHAN Senti, sono venuto qui stasera e non domani per dirti una cosa. Una cosa assurda, puòdarsi che sia un errore pazzesco. Anzi certamente èun errore pazzesco.
MARIANNE Allora non farlo.
JOHAN Non posso. Sono innamorato. (In fretta) L'ho conosciuta durante un congresso, a giugno.
Faceva l'interprete... la segretaria... un po' di tutto. Studia all'Università, vuole insegnare lingue slave. Oh non èniente di speciale, sai. Sono sicuro che se la vedi dici che èbrutta. Non so proprio dove andràa parare tutta questa faccenda. Non so niente, non capisco niente, non mi riconosco più. Sono completamente disorientato, sai? Da un certo punto di vista sono contento, si capisce, sono innamorato. Solo che mi sento colpevole verso di te, capisci cosa voglio dire? Mi sento in colpa con le bambine. Accidenti noi siamo sempre andati d’accordo. Voglio dire, le cose fra noi sono sempre andate némeglio népeggio che per qualsiasi famiglia. Vuoi dire qualcosa per favore?
MARIANNE Non so piùcosa dire.
JOHAN Probabilmente pensi che abbia sbagliato a non dirti niente prima. Ma non sapevo che piega avrebbero preso le cose. Pensavo: èuna cosa così.. mi passerà... pensavo così. Non volevo darti un dolore.
MARIANNE Èdavvero strano.
JOHAN Che cosa èstrano.
MARIANNE Strano che io non abbia capito niente, notato niente, mai avuto un sospetto. Tutto
andava come al solito, anzi meglio. Eri cosìgentile, cosìcarino. Ed io come una stupida. Oh Cristo.
JOHAN Non sai che fatica ho fatto per non fartene accorgere.
MARIANNE E ora cosa facciamo?
JOHAN Non so niente.
MARIANNE Vuoi divorziare? La vuoi sposare? E poi perchémi vieni a dire tutto questo stasera.
Perchétanta fretta?
JOHAN Paula ed io partiamo per Parigi domani pomeriggio. (Marianne lo guarda in silenzio)
Voglio staccare con tutto, almeno per un po'. Ci sarei dovuto andare comunque a Parigi, quest'autunno, per lavoro. Ma Paula ha avuto una borsa di studio e la voleva utilizzare. E io voglio stare con Paula, insomma non voglio lasciarla sola. Partiamo insieme domani pomeriggio. (Marianne lo guarda in silenzio) Dio mio, adesso che ti parlo, che sono a casa, vorrei buttare tutto all’aria. Sono stanco. Sono stanco ed ho paura. (Marianne lo guarda in silenzio) Non c'èniente di piùstupido e piùbanale di questo. So quello che stai pensando e non ho nessuna scusa da darti.
MARIANNE (Assente) Come fai a sapere cosa sto pensando .
JOHAN Senti, io sto solo cercando di non sentirmi in colpa, ma èsolo una finzione. Mi sento
maledettamente in colpa. Ecco come stanno le cose. Non c'èniente da fare, Marianne. (Marianne lo guarda in silenzio). Comunque almeno adesso sai la veritàed ègiusto così.
MARIANNE La verità? Non so niente io. Andiamo a letto. Ètardi. Domani dovrai partire presto.
JOHAN Ho un appuntamento alle nove.
(Forse Marianne resta sola sul letto e Johan esce e rientra con una camicia pulita addosso.)
JOHAN (Da fuori) Dov'èil mio vestito grigio?
MARIANNE Èin tintoria!
JOHAN (Da fuori) Accidenti. Perché' in tintoria?
MARIANNE Lo volevi mettere in viaggio?
JOHAN Volevo.
MARIANNE Puoi mettere i pantaloni grigi e il tuo blazer. Stai bene. Ti ringiovanisce.
JOHAN (Rientrando abbottonandosi la camicia) Porteròil blazer.
MARIANNE (Indicandogli il petto) Cos'hai qui? Sono graffi?
JOHAN Sì, lo so.
MARIANNE Che mancanza di tatto, Quanto starai via?
JOHAN Non so. Dipende.
MARIANNE Da cosa?
JOHAN Ho chiesto sei mesi di aspettativa e me li hanno concessi. Peròho circa un mese di lavoro che mi porto con me. Per cui staròvia almeno sette, otto mesi.
MARIANNE (Fulminata) Ah ...
JOHAN Èmeglio dare un taglio netto.
MARIANNE Tu credi che saròancora qui, quando torni.
JOHAN Non me ne importa niente.
MARIANNE Lo vedo.
JOHAN Lo sai da quanto tempo penso di andarmene via? Lo sai? Da molto prima di incontrare Paula. Lasciare te, le figlie, questa casa... lo sai da quanto tempo ci penso? Lo vuoi sapere?
MARIANNE No, grazie, non voglio sapere niente. (Lo guarda allarmata) Ma come farai a vivere?
Voglio dire durante i mesi di aspettativa. Dovrai pagare il mantenimento alle bambine.
JOHAN Non ti preoccupare. Ho quello che mi serve.
MARIANNE Allora devi avere un reddito di cui non sono a conoscenza?
JOHAN Infatti.
MARIANNE E com'èpossibile?
JOHAN (Al di làdella sopportazione) Bene, allora ascoltami, anche se non sono affari che ti riguardano. Primo: ho venduto la barca. Secondo: ho preso un prestito. Terzo: dal primo di settembre la banca pagheràtremila corone al mese a te e alle ragazze. Questo per cominciare. Poi, al mio ritorno, prenderemo altri accordi. Parla pure con uno dei tuoi colleghi avvocati, in ufficio. Non me ne frega niente. Spara la somma che vuoi. Me ne vado, me ne vado. Mi porto via solo i miei libri se non hai niente in contrario. Ma no, tieniti anche i libri. Via, via, via, voglio svanire nel nulla. Pagheròtutto quello che potròper mantenere te e le bambine, i miei bisogni sono inesistenti. Voglio solo scappare da tutto questo. Capisci amore mio? Sai di che cosa sono stufo soprattutto? Di questo continuo "cosa dovremmo fare, cosa dobbiamo fare". Cosa penseràtua madre, cosa penseranno le bambine. Se dobbiamo organizzare quella cena, se dobbiamo invitare tuo padre, come dobbiamo festeggiare il Natale, la Pasqua, la Pentecoste, i compleanni, gli onomastici e tutte queste stronzate. Lo so che èingiusto, che èassurdo, che la nostra vita insieme èstata piena di cose belle e importanti. E so anche che ti amo ancora e, se vuoi saperlo ti amo ancora di piùda quando ho incontrato Paula. (Piange) Cristo che ... amarezza... che amarezza... puoi capirla questa mia... amarezza... questa... non so come chiamarla... questa amarezza... non mi viene un'altra parola... solo amarezza, amarezza... e nessuno... nessuno con cui parlare... solo questa amarezza che mi ècresciuta dentro ... dentro e non capisco... non capisco... non capisco!
MARIANNE Perchénon mi hai mai detto niente?
JOHAN Come si fa a parlare dìqualcosa che non ha parole? Come si puòdire che fare l'amore ènoioso? Come si puòdire che ho voglia di prenderti a schiaffi quando fai colazione al mattino. E poi le nostre figlie con quel modo di fare... che le ammazzerei… viziate! Viziate! Viziate! Perchéle abbiamo viziate così? Perché? Me lo dici perché? (Urlando) Perchéle abbiamo viziate? Cristo! Non sto dando la colpa a te Marianne. Non so niente. So solo che tutto èandato a rotoli. E nessuno sa perché.
MARIANNE Ècolpa mia.
JOHAN Smettila! Ètroppo facile prendersi tutte le colpe. Fa sentire forti, nobili… generosi.. sublimi. Non ècolpa di nessuno. Non ècolpa tua, non ècolpa mia. Ècosì... Il fato! Una crudele coincidenza! E d'altra parte il mondo èpieno di gente fallita e umiliata perchésolo noi non dovremmo subire umiliazioni e fallimenti? Siamo falliti e umiliati!
MARIANNE Ti prego: cambia idea. Resta.
JOHAN Non posso.
MARIANNE Ti supplico.
JOHAN Èinutile! Èsoltanto penoso.
MARIANNE Rimanda questo viaggio di un mese o due. Dammi almeno una possibilità. Sono
sicura che troveremo un modo…
JOHAN No.
MARIANNE Sì. Un modo per rimettere insieme il nostro matrimonio. Possiamo inventare, un modo nuovo di stare insieme. Sono sicura che anche Paula mi capirebbe meglio di te. Fammela incontrare... le parlerò... Èun errore mandare tutto all'aria quando stiamo cominciando ad essere sinceri l'uno con l'altra. Dobbiamo essere insieme... anche in questo disastro! Stiamo distruggendo tutte le cose che... tutto quello che abbiamo costruito insieme. Devi darmi una possibilità... accidenti, devi farmi provare. Tu mi metti sempre davanti al fatto compiuto. Mi metti in una posizione ridicola e intollerabile.
JOHAN Ecco... ecco... ecco... dillo! Avanti dillo... Cosa diranno mamma e papà? Cosa penseranno i nostri amici? E le bambine... come ci resteranno? E quella festa? A cui siamo stati invitati insieme? Che scusa invento? Vada tutto a quel paese! Sono un figlio dìputtana, sissignore: Voglio comportarmi da figlio di puttana… Ah! Che sollievo!
MARIANNE Non èquesto che volevo dire.
JOHAN Ah no? E che cosa volevi dire allora?
MARIANNE (Dolcemente) Niente. (Pausa) Parlami di Paula.
JOHAN A che scopo?
MARIANNE Te ne prego,
JOHAN Perchévuoi farti del male?
MARIANNE Davvero non èmasochismo. Voglio sapere com’è. Hai una sua fotografia. Devi
avere una sua fotografia.
JOHAN Per favore Marianne, almeno questo, non ce lo possiamo risparmiare?
MARIANNE Io credo che tu mi debba "almeno questo". Mi parli di qualcuno... voglio vedere la sua faccia.
JOHAN Bene, come vuoi tu. Ecco qua due foto. Questa èdi due anni fa... in vacanza sul Mar Nero. E questa èdi quindici giorni fa... per il passaporto.
MARIANNE Ha un bel viso ...
JOHAN Mmm ...
MARIANNE Ha un bel seno… Mi sbaglio?
JOHAN No, non ti sbagli, ha un bel seno.
MARIANNE Si tinge i capelli ... si vede la ricrescita ...
JOHAN Davvero? Dove?
MARlANNE Peròha un bel sorriso. Quanti anni ha... trenta?
JOHAN Che trenta! Ventitré: Non èstata molto fortunata in amore. Èstata fidanzata un paio di volte... ma credo che si sia incasinata la vita con uomini di tutti i tipi.
MARlANNE Mi dispiace... E a te dispiace che abbia avuto un esercito di amanti?
JOHAN Mi scoccia da morire. La sua franchezza nel parlare puòessere spiacevole. Io preferirei non sapere niente, ma lei insiste a raccontarmi ogni capitolo della sua biografia erotica. Ed èpenoso... soffro di gelosia... retroattiva. Non si fa nessuna illusione sul nostro rapporto. Dice che sa perfettamente che ritorneròda te e che lei non ha nessuna possibilità.
MARIANNE E... a letto?
JOHAN Un disastro... No... un disastro all'inizio... poi... ma doveva essere colpa mia. Èche non sono abituato. Con le altre donne non sono abituato. E allora niente... non riuscivo a combinare niente. Lei peròdiceva che non era importante che nessuno era mai stato cosìdolce con lei... cosìtenero... Tenero, dolce… peròniente... allora volevo troncare tutto, ma ero innamorato di lei. Peròsapevo che se non riuscivo ad andarci a letto la storia doveva finire. Quando gliel'ho detto... ha fatto una tragedia ... si voleva gettare dalla finestra. Allora siamo andati fuori cittàper una settimana.
MARIANNE Ah, siete partiti insieme?
JOHAN Sì... Ti ricordi quelle conferenze che dovevo tenere in aprile a Copenaghen?
MARIANNE Le conferenze… allora èstato in aprile. E com'èandata in aprile?
JOHAN Eravamo come impazziti.. ci ubriacavamo a letto... facevamo cose da pazzi... ma sesso niente. Ci hanno cacciato fuori dall’albergo. Cosìsiamo finiti in un orrendo albergo a ore, in periferia, e all'improvviso... miracolo! Ci siamo messi a fare l'amore in continuazione: giorno e notte. E lei diceva che non le era mai piaciuto tanto. E io naturalmente ero al settimo cielo. So cosa stai pensando, Marianne,èvero. Anche tu ed io, durante quel viaggio a Copenaghen, abbiamo avuto momenti particolarmente ben riusciti.
MARIANNE E questo gliel'hai detto a Paula?
JOHAN Non ho osato.
MARIANNE Capisco. Rimanda questo viaggio, Johan.
JOHAN E come faccio? Paula non sarebbe mai d’accordo. Poi anch'io la penso così. Ormai èfatta.
MARIANNE Vorrei conoscerla.
JOHAN E a che servirebbe? Lei poi non vuole mai sentir parlare di te. Se ti nomino fa di quelle scene…
MARlANNE Tu sei nei guai.
JOHAN Dipende da come la vedi. Io e Paula stiamo molto bene insieme. Lei èsempre allegra, tenera, gentile. Abbiamo un mucchio di cose da dirci… Poi litighiamo spaventosamente… anche. Ma comincio a chiedermi se tutto ciòin qualche modo non sia salutare. Per tutta la vita sono stato cosìbene educato, tollerante, prudente, equilibrato... Non so... non so niente... non voglio sapere niente.
MARIANNE Vieni qui. Sdraiati vicino a me. Voglio che fai l'amore con me. Non ti costa niente. In nome dei vecchi tempi.
JOHAN Guarda, èmeglio che faccia subito le valigie e me ne vada.
MARlANNE No... Vieni qui… Chiudi gli occhi. Dormi un po'. Dormiamo un po'! Abbiamo bisogno di dormire tu ed io. Domani saràuna giornata molto faticosa.
JOHAN Mi vergogno come un ladro.
MARIANNE Non pensarci ora. Siamo solo noi due. Poche ore per noi due. Solo tu ed io.
Piùtardi.
(forse Johan fa i bagagli)
MARIANNE Cosa fare della tua posta?
JOHAN Ti faròsapere il mio indirizzo. Poi mi manderai le lettere importanti, se non ti spiace.
E dovresti esse cosìgentile da pagare tutte le bollette. Poi ti manderòi soldi naturalmente e tutto il resto come al solito.
MARIANNE Ah! E l'idraulico? Cosa devo fare? Lo hai chiamato tu o lo devo chiamare io?
JOHAN Accidenti l'idraulico!
MARIANNE Doveva riparare il bagno prima che tornassimo in città. Ti sei dimenticato di
chiamarlo.
JOHAN No! No! L'ho chiamato decine di volte ma non c'era mai. Va bene lo chiamo io. lo chiamo io.
MARIANNE No, lo chiamo io.
JOHAN Lo chiami tu? Chiamalo tu.
MARIANNE E la macchina? Cosa ne farai quando sei via? La tieni in garage?
JOHAN Paula mi ha detto di darla a sua sorella. Èinutile tenerla ferma, si scarica la batteria.
MARlANNE A me non l'ai mai fatta guidare.
JOHAN Ah! Importantissimo! Ti prego non dimenticartene: devi disdire il mio appuntamento col dentista. Sono sicuro che me lo dimentico.
MARIANNE Cosa devo dire alla donna di servizio?
JOHAN Cosa vuoi che me ne importi della donna di servizio.
MARIANNE Elsa lavora da dieci anni.
JOHAN Senti, èmeglio che te lo dica. Ci ha sorpresi una mattina: me e Paula. Quando tu sei andata dai tuoi, ricordi? Io non sapevo che le avevi detti di venire mercoledìe non piùgiovedì. Ha fatto una faccia. Per poco non sviene.
MARIANNE Ah, allora Elsa sa giàtutto, Me io così.
JOHAN Cosa c’èMarianne.
MARIANNE Niente, niente. (Pausa) Cosa devo dire alle bambine?
JOHAN Dìquello che vuoi.
MARlANNE Devo dire che ti sei innamorato di un'altra donna e che te ne sei andato di casa e ci hai lasciato?
JOHAN Non vedo cosa potresti dire di meglio. Ha il vantaggio della verità. Non cerco comprensione di nessuno, neanche dalle bambine.
MARIANNE Karin la prenderàmolto male. Èun periodo che on fa che parlare di te. Ti adora
JOHAN La vuoi finire? Credi che io non stia soffrendo? Sto soffrendo come un cane! Fammi, andare! Ti prego fammi andare! Devo andare! (Piange) eh... ciao Marianne: Abbi cura di te, me lo prometti?
MARIANNE Addio. Johan.
(Rimangono come bloccati, spaventati, incerti. Lui si china come per baciarle le labbra ma lei scosta il viso. Lui ha una specie di riso)
JOHAN Puòdarsi che tra una settimana io sia di nuovo a casa.
MARIANNE Se solo fosse vero. Si potrebbe ricominciare da zero. Si potrebbe... espellere da noi la routine, la pigrizia... la negligenza. Potremmo anche parlare del passato e cercare di capire dove abbiamo sbagliato. E ti giuro, non ti accuserei di niente. Non ti rinfaccerei niente. (Non trattiene piùla crisi) Non èvero! Tutto questo non èreale! Devo poter fare qualcosa. Non puoi tenermi fuori da questo... Almeno promettimi che tornerai… che almeno io una certezza... Su qualche cosa... Non puoi lasciarmi senza speranza…ècattivo... èingiusto. Anche se non hai intenzione di tornare, dimmi lo stesso che tornerai.
JOHAN Marianne... ètardi… devo proprio andare. (Prende le sue cose ed esce)
Marianne resta sola. Le viene un'idea. Va al telefono e fa un numero. Dopo un po' risponde qualcuno.
MARIANNE Pronto. Fredrik. Sono Marianne. Scusa... ti ho svegliato, scusa, C'èBirgit? Ah non
importa ... no... no lasciala dormire. Come stai? Ah giri per casa a quest'ora... eh già... ti piace così? No qui sta per arrivare un temporale. Dovevo solo parlare con qualcuno, tu e Birgit siete i nostri migliori amici. Devo capire... devo... mi sembra tutto un brutto sogno... e sto per mettermi a urlare... a piangere e non voglio piangere... perchéèpeggio. Johan si èinnamorato di un'altra donna. Si chiama Paula e stanno partendo per Parigi. Mi devi aiutare... devi dirgli di aspettare un po'... di non precipitare le cose. Cosa dici? Gli hai giàparlato? Lo sapevi? Tu e Birgit sapevate tutto dall'inizio... sapevate tutto da sempre e non mi avete detto niente! Neanche una parola? Oh Cristo, Cristo che schifo! Come avete potuto essere cosìfalsi con me. No... no non mi frega niente di quello che dici! Ma capisci cosa avete fatto? Ci siamo visti un mucchio di volte... io vi parlavo... voi sapevate e non dicevate niente? Cristo! Cristo! Cristo! Cristo! Cristo! Che merda di amici che siete! Ma cosa stai dicendo? Dimmi solo quanta gente lo sapeva. Ah... tutti? Lo sapevano tutti! Mi fa molto piacere! No!
(Riappende il telefono. Il telefono squilla dopo un po'. Lei non risponde. Si morde una mano per non gridare)
SCENA V
La valle di lacrime.
MARIANNE (Marianne ha un vestito rosso folk) Sono passati due anni. In questo periodo Johan e Marianne non si sono quasi mai visti. Un giorno Johan ha telefonato a Marianne e le ha chiesto di poterla incontrare. A casa di lei. Questa scena la chiameremo: la valle di lacrime.
JOHAN Ciao. (Si ferma sulla porta)
MARIANNE Ciao. Entra.
JOHAN Scusa, Sono un po' in ritardo. Non riuscivo a parcheggiare la macchina. (La bacia sulla guancia) Ti trovo bene. Sei carina. Ti sta bene questo vestito.
MARIANNE Ti piace? Sono contenta. L'ho comprato ieri ma poi mi sono pentita. Mi sembrava un
po' troppo... rosso.
JOHAN Rosso... èrosso. Ma ti sta bene.
MARIANNE Johan perchénon ti siedi... senza tanti cerimoniali... mi rendono nervosa.
JOHAN Anch'io sono nervoso oggi. Non sono riuscito a combinare niente tutto il giorno.Èridicolo. (Pausa) Ètalmente tanto tempo che non ti vedo.
MARIANNE. Sono piùdi sei mesi. Com'èche improvvisamente... hai deciso di ...
JOHAN Paula èandata a Londra per una settimana.
MARIANNE Ah, capisco! Vuoi qualcosa da bere?
JOHAN Sì, grazie. Un whisky. Liscio. Fa bene allo stomaco. Ha un effetto calmante.
MARIANNE Beviwhiskyadesso?
JOHAN Ma figurati... Le bambine?
MARIANNE Le ragazze sono da zia Besit… Ci staranno fino a dopodomani.
JOHAN Una soluzione pratica.
MARIANNE Che vuoi dire?
JOHAN Beh... Sarebbe stato imbarazzante incontrare anche le bambine. Come stanno?
MARIANNE Non sei obbligato a chiederlo per educazione. Se mi dai la tua agenda ti segno le date dei loro compleanni, cosìnon te ne dimentichi come l'anno scorso. Ho fatto io un regalo a tutte e due dicendo che era da parte tua, ma non ci sono cascate. Ogni tanto dovresti farti sentire da loro, rimproverarle anche... Ormai neanche ti nominano più.
JOHAN Èil minimo che possano fare.
MARIANNE PerchéPaula non vuole che ci vediamo senza fare una tragedia per giorni interi?
JOHAN Senti se ci siamo incontrati perchétu possa farmi una romanzina,èmeglio che me ne vada subito.
MARIANNE Sei stato tu a dirmi che Paula ètalmente gelosa che non ti lascia vedere néme, né le bambine senza mettersi a urlare.
JOHAN Va bene! Allora cosa vuoi che faccia?
MARIANNE Hai cosìpaura di dirle quello che vuoi fare tu?
JOHAN (Stancamente) Sì, ho paura.
MARIANNE Mi dispiace per te.
JOHAN Non importa... Lo so che pensi che la mia situazione èassurda, ma ti prego di non sgridarmi, non serve a niente. (Finisce il suo whisky)
MARIANNE Vuoi un altro whisky?
JOHAN Ma sì.
MARIANNE E il resto come va?
JOHAN Il resto bene... bene… Mi hanno chiesto di tenere un corso all'Universitàdi Cleveland per tre anni. Èuna occasione magnifica sia per la mia carriera che dal punto di vista economico. Dopo tutto èlì che si muovono le cose nel mio campo. Non mi dispiacerebbe andarmene via all’estero…anche per sempre. Che ci sto a fare qui? Sono stufo di perdere tempo in quella specie di museo delle cere che èla nostra Università. Se tutto va bene, parto, verso aprile, maggio.
MARIANNE Beh, congratulazioni.
JOHAN E ora rispondo alla tua domanda sottintesa. No! Va bene? No.
MARIANNE No cosa?
JOHAN Se porto Paula con me in America. La risposta èno! No! Va bene? Èuna fuga la mia? Sì, èuna fuga. Tolgo le tende? Sìtolgo le tende! Non ne posso più? Sìnon ne posso, più, Paula èstata importante per me. E sono contento di questo. Adesso basta. C’è' un limite. Sono stanco di lei, Penserai che non sia molto elegante da parte mia star qui a dire male di Paula. Che non sia leale. Beh, èstata lei a liquidare la mia lealtàgiàda un bel pezzo. Chiedimelo? Sei stufo di lei? Risposta: sì, sono arcistufo! Dei suoi uragani emotivi, delle continue lacrime, delle sue scenate isteriche e poi il voler far pace urlando che mi ama, mi adora! Basta! (Controllandosi) Comunque la cosa piùbella di Paula èche mi ha insegnato ad urlare e a litigare. Mi ha insegnato a picchiarla. Sì, sì... era ammesso anche questo. Non sapevo piùneanche se ero capace di avere sentimenti, di provare emozioni. Se ti dicessi tutto... penseresti che stia mentendo. Scusa ti bombardo di parole, ma non sai quanto mi scarica. Da quando mi hanno offerto quella cattedra in America mi sento un altro!
MARIANNE (Tranquilla) Allora, forse, potremo parlare di divorzio. Se tu te ne vai per sempre èmeglio decidere la questione prima che tu parta. Non credi?
JOHAN (Pausa) Come vuoi tu.
MARIANNE (Pausa) Credo sia meglio divorziare. Non si sa mai quello che puòsuccedere. Magari un giorno mi vorròrisposare. E se tu sei in America, sarebbe tutto complicato.
JOHAN Hai qualcuno che... c'èuno... Per caso ...
MARIANNE Sei curioso, eh?
JOHAN Sì, sono curioso. Senti Marianne! Facciamo che anche tu mi dica qualcosa di te, va bene? Se no parlo solo io. Allora; come va. Marianne? Mi pare niente male, a giudicare dal tuo vestito, dai tuoi capelli e da tutto il resto. Èvero? Èvero? Ma, d'accordo, la cosa che mi preme sapere soprattutto èse hai un amante. Ce l'hai? Allora ce l'hai?
MARIANNE Hai delle obiezioni?
JOHAN Nessuna. per carità.
MARIANNE Mi sono trasferita nel tuo studio.
JOHAN E le mie cose? Cosa ne hai fatto?
MARIANNE Le ho messe in un magazzino. Pago per tenerle lì.
JOHAN E il tuo uomo? Dove lo porti?
MARIANNE Per il momento penso che sia meglio incontrarci a casa sua.
JOHAN Lo fai per le bambine?
MARIANNE Quanto sei stupido. Loro sono le prime a dirmi che devo risposarmi.
JOHAN Giàèvero, che stupido che sono. (La bacia)
MARIANNE Tu non abiti piùin città?
JOHAN Abitiamo in una specie di di gabbia da conigli di cemento armato a tre stanze. Decimo piano. Con vista su un'altra gabbia di cemento armato. All'ingresso di sotto ci sono dei ragazzini completamente fatti che barcollano e che si divertono ad aggredire le persone anziane. L'edificio ha solo dieci anni ma giàcade a pezzi. Siccome gli infissi fanno schifo, in casa c'èuna corrente d'aria infernale e le tende svolazzano in continuazione. E sotto, in mezzo a tutto questo c'èuna casa che un architetto demente ha battezzato col nome di "Piazza". A Paula piace un sacco. Dice che quel posto èin armonia con la sua visione del mondo. Le dàun senso di sicurezza. A me non importa dove vivo. Un posto vale l'altro. Ogni domicilioèprovvisorio. Cara Marianne la sicurezza bisogna averla dentro noi stessi.
MARIANNE E tu ce l'hai?
JOHAN Non ce l'avevo quando abitavo qui. Tutto qui era... come dire... insopportabilmente ufficializzato. Eravamo costretti a fare della sicurezza il nostro rito sacrificale.
MARIANNE Spiegati. Non capisco.
JOHAN Ora te lo dico. Cos'èla sicurezza? Cosa significa? In che cosa consiste? Niente. Vuoto. La solitudine èassoluta. Bisogna esserne ben coscienti per non andare incontro a un'infinitàdi guai. La solitudine èassoluta. Qualunque altra cosa èun’illusione. E cerca di comportarti di conseguenza. Non ti devi aspettare niente ... la solitudine èassoluta. Se capita qualcosa di bello... tanto meglio. Ma non pensare mai di poterti liberare della solitudine. La solitudine èassoluta. Ti puoi inventare i rapporti umani che vuoi…ètutto un'illusione. La solitudine èassoluta. Il guaio piùgrosso sai qual'è? Che qualche volta si puòessere attratti dall'idea dl poter creare un rapporto umano. Non dimenticare mai che èun'illusione. Eviterai di soffrire… Tanto tutto torna come prima. Come sempre... Nella solitudine assoluta. E bisogna vivere così… accettando il concetto di solitudine assoluta... ècosì... sei, salvo, perchései cosciente che èassolutamente inutile... perchéla solitudine èassoluta. Pensi che io stia dicendo delle stronzate? Lo penso anch’io.
MARIANNE Non so di che cosa tu stia parlando. Mi sembra tutto molto teorico. Non so, forse perchéio non parlo mai di argomenti così.. grandi... così... profondi. Io mi muovo su un piano diverso.
JOHAN (Sgarbato) Piùfelice, senza dubbio. Un piano speciale riservato alle donne che hanno una intensa, speciale, privilegiata, vita interiore e che si accostano ai grandi misteri della vita in un modo semplice, terreno, armonioso... anche Paula èuguale, ama, trasformandosi in una grande sacerdotessa della vita.
MARIANNE Sembra che tu sia deluso.
JOHAN (Stanco) Pensa quello che vuoi.
MARIANNE (Delicatamente) Voglio che tu sappia che penso a te ogni momento e mi domando se tu stai bene, se sei solo, se hai paura. E ogni giorno, parecchie volte al giorno, mi chiedo dove ho sbagliato. Che cosa ho fatto per provocare questa spaccatura fra noi. Lo so che èpuerile, questo, ma cosa ci vuoi fare, ècosì. Qualche volta mi sembra di avere in mano la soluzione, ma poi mi sfugge via.
JOHAN (Sarcastico) Perchénon vai da uno psichiatra?
MARIANNE Vado da un medico che ha un'esperienza anche in campo psichiatrico. Facciamo un paio di chiacchierate alla settimana. Qualche volta ci incontriamo anche fuori dallo studio.
JOHAN Ah, èlui il tuo amante!
MARIANNE Siamo andati a letto un paio di volte, ma non ha funzionato per niente. E allora abbiamo lasciato perdere e ci siamo dedicati interamente alla mia interessante vita mentale.
JOHAN E questo dove ti ha portato?
MARIANNE Da nessuna parte. Ce la sto mettendo tutta per imparare a parlare. Ah, sì.. te l'ho detto mi sono liberata dei tuoi mobili... e mi sono trasferita nel tuo studio.
JOHAN Almeno questo ègiàun risultato tangibile. (Sbadiglia)
MARIANNE Che sbadiglio! Sei stanco?
JOHAN No... èil whisky. Scusami. Poi la notte non dormo quasi mai. Poi la mattina ... i nervi ...l'angoscia ...
MARIANNE Se vuoi tornare a casa non preoccuparti per me.
JOHAN Ma no... ma no ...
MARIANNE Vuoi sdraiarti un po'? Dormi un'eretta e poi ti sveglio.
JOHAN (Sorridendo) Quante storie per un maledetto sbadiglio. Ascolta, non voglio sdraiarmi. Raccontami invece delle tue esplorazioni interiori, ti prego. Mi interessano moltissimo te l'assicuro.
MARIANNE Ah, non c'èdavvero molto da dire. Anche se qualcosa di strano mi èsuccesso. Ma non ne ho parlato al dottore perchémi èsuccesso soltanto ieri sera.
JOHAN (Non molto interessato) Davvero? Molto interessante.
MARIANNE Il dottore mi ha detto di prendere nota di tutto quello che mi passa per la testa.
Anche se irrilevante. Qualunque cosa: sogni, ricordi, pensieri.
JOHAN Sei davvero molto bella.
MARIANNE Adesso non cominciare a farmi i complimenti. Devi interessarti alla mia anima.
Siediti per favore. (Ma Johan èandato verso di lei e l'ha abbracciata. Le dà un lungo bacio appassionato sulle labbra. Lei èseduta immobile, il volto rivolto all'insù, gli occhi chiusi e si lascia baciare. Quando lui le mette la mano sul seno, si scansa e si allontana) No, non lo fare. Siediti, fai il bravo e lasciami leggere.
JOHAN (Con un sorriso) Beh, una cosa non esclude l'altra.
MARIANNE Credi che non ci abbia pensato? Ètutto il giorno che ci penso. Che cosa vorrebbe dire far l'amore stasera? Lo desideravo anch'io... molto. Ma poi ho pensato: e dopo? Dopo? Quando te ne sarai andato? Me ne starei qui sola a desiderarti un'altra volta. E non lo voglio. Io ti amo, Johan. Non lo vedi? Non lo sai? Qualche volta ti odio per quello che mi hai fatto. E qualche volta non ti penso per ore intere, ed èmeraviglioso. No... no. Peròho tutto... tutto quello che posso volere. Ho amici… amanti perfino. Ho le mie bambine. E me le tengo strette. E mi tengo stretto un lavoro che mi piace. Non ho bisogno della pietàdi nessuno. Ma poi sono legata a te. Non so perché. Forse perchésono una masochista perversa, oppure faccio parte dei "tipi fedeli" che si innamorano una sola volta nella vita. Non lo so. Ètalmente difficile e complicato vivere. Non voglio vivere piùcon nessun altro. Gli altri uomini mi annoiano. Non ti sto dicendo questo per farti sentire in colpa o per farti un ricatto affettivo. Ti dico solo come stanno le cose. E allora, vedi... tu cominci a baciarmi.. vuoi fare l'amore e tutte le mie difese cadono... e poi tu vai via... ed io sono di nuovo... così sola. Invece tu seduto... io seduta, così, èmolto bello. Ma non cominciamo a toccarci perchépoi non ce la farei quando te ne vai.
JOHAN Sono ancora innamorato di te. E lo sai.
MARlANNE Non lo so.
JOHAN Lo sai.
MARlANNE Perchélo dici se non èvero?
JOHAN Se abbiamo voglia di fare l'amore perchénon dovremmo fare l'amore? Se ci desideriamo ancora... perchépunirsi, mortificarsi… perchésoffrire sempre.
(Marianne si lascia baciare e lui la accarezza sempre piùappassionatamente. Il diario cade a terra.
Lui la fa sdraiare su di sée comincia a sbottonarle la camicia. Poi lei si libera e si rialza. sistemandosi i capelli e abbottonandosi la camicia.)
MARIANNE (Scuotendo la testa) No, no, non voglio! Non voglio! Non voglio che facciamo
l’amore. Non voglio restare qui a distruggermi, a piangere, a desiderarti. Lo so che èstupido ma se insisti èmeglio che tu te ne vai subito.
JOHAN Cercheròdi capire anche se non capisco.
MARIANNE Quando mi hai lasciato, la prima cosa a cui ho pensato era questa. Morire. Morire e basta. Giravo da una stanza all'altra e non era ancora giorno e dicevo: "Voglio morire... voglio morire ... " E volevo che anche le bambine morissero. E poi Karin s’èsvegliata. Aveva dei conati di vomito... la febbre alta. Quella malattia èstata una benedizione. Perchéèstata davvero malata. Molto malata. E allora ero sempre occupata con lei e in piùavevo il mio lavoro. Non avevo neanche il tempo di pensare. Poi è guarita ed io mi sono ritrovata a girare a destra e a sinistra come una scema. C'erano dei giorni che ero presa come da una smania erotica... una cosa da pazzi. Mi ero comprata un vibratore, leggevo giornaletti porno. Ma non andava. Ho provato ad andare con altri uomini. Quando avevo bevuto. Ma dopo mi apparivano ridicoli, mi facevano pena. E mi facevo pena. Sono fatta così. Non voglio fare l'amore con te. Ti desidero da morire, ma non voglio... non posso fare l'amore con te. Ho paura.
JOHAN Ti amo.
MARIANNE Non èvero. (Pausa)
JOHAN Allora? Sono seduto, vedi? Leggi il tuo quaderno, io t'ascolto, a una cert'ora telefono a Paula e le dico che vado a teatro. Tu continui a leggere e quando hai finito me ne torno nella mia gabbia di cemento armato con tende svolazzanti.
(Marianne, angosciata, gli dàun colpetto affettuoso sulla guancia. Sono entrambi imbarazzati e turbati.
Lei si versa qualcosa da bere. Lui si versa qualcos'altro. Nel testo ècaffè, ma non si sa chi e quando l'abbia fatto. Lui tira fuori la pipa e la riempie. Marianne si mette gli occhiali per leggere.
Fanno un brindisi scherzoso. Marianne ha un groppo in gola ma riesce ti controllarsi. Johan accende la pipa con diversi fiammiferi, Marianne sfoglia le pagine del quaderno e non riesce a risolversi a leggere.)
MARIANNE Mi sento un'idiota, adesso.
JOHAN Se vuoi, me ne vado. Possiamo vederci domani e mangiare qualcosa insieme.
MARIANNE Forse èmeglio. Ma no. Rimani invece. Poi, domani ho un mucchio di cose da fare.
JOHAN (Dolcemente) Ehi! Ti voglio molto bene, sai?
MARIANNE (Dolcemente) Mi sto comportando come una ragazzina.
JOHAN No…no… Adesso va tutto bene. La situazione èsotto controllo. Siamo usciti dalla crisi.
MARIANNE (Mette gli occhiali) L'ho scritto cosìin fretta che non riesco nemmeno a decifrare la mia scrittura. Beh, questa prima parte non èimportante... Ecco... Mi volto e vedo una mia vecchia foto. La fotografia della classe. Ho dieci anni. E all'improvviso prendo conoscienza di qualche cosa che èlà, in quella fotografia, e che mi sfugge da sempre. Èsorprendente: io non so chi sono. Non ne ho la piùpallida idea. Ho sempre fatto quello che gli altri mi hanno detto di fare. Da quando la mia mente riesce a ricordare, sono sempre stata obbediente, umile, sottomessa... plasmabile. Forse, un paio di volte, da piccola, ho manifestato il mio bisogno di autoaffermazione, in modo violento. Mia madre, però, puniva le mie ribellioni in modo esemplare, con violenza. Tutta l'educazione mia e delle mie sorelle era mirata a questo fine: renderci "docili". Io ero brutta e goffa e questo fatto mi veniva costantemente ripetuto. Così, poco alla volta, mi accorsi che se tenevo nascosti i miei pensieri, se ero prudente, se riuscivo a guadagnarmi la confidenza degli altri, avrei potuto ottenere qualcosa di utile… Dovevo mentire. Ma la menzogna piùgrande èvenuta con la pubertà. Tutti i miei pensieri, i desideri, le sensazioni ruotavano attorno al sesso. Non misi a parte di questo néi miei genitori, nénessun altro. Mi abituai a mentire e cosìla dissimulazione e la falsitàsono diventate la mia seconda subdola natura. Sempre finta. Sempre. Finta nei miei rapporti con le altre persone, finta nei miei rapporti con gli uomini. Dovevo piacere a tutti i costi. Era uno sforzo disperato per piacere a tutti. La mia vita non èmai stata un dramma. Non sono portata per il dramma. Ma per conquistare un minimo di apparente sicurezza con gli altri, la vita, il mondo ti chiedono un prezzo altissimo; la distruzione permanente della tua personalità. Soprattutto per le donne. Credo. Gli uomini, credo, hanno un margine piùampio.
(Istintivamente, ha alzato gli occhi su Johan. Ma lui èseduto, con la testa penzoloni, il respiro profondo. Dorme.
Ella sorride tristemente. Posa il quaderno. Finisce il suo bicchiere. Lo guarda dormire per un po'.
Poi dolcemente lo sveglia. Lui si risveglia molto confuso e si passa una mano sul viso)
JOHAN Accidenti, mi sono addormentato. Scusami, ti prego. Era veramente… interessante, ma... Ti sei offesa? Scusami... continua, continua a leggere.
MARIANNE Ora devi tornare a casa. (Sorridendo) Ti giuro che non sono offesa.
JOHAN Sì. devo andare.
(Rimangono una di fronte all' altro, un po' tristi e imbarazzati)
MARIANNE Puoi venire quando vuoi. Sei il benvenuto, lo sai.
JOHAN Grazie. Se solo Paula non fosse cosìmaledettamente gelosa. Ma comunque ha i suoi buoni motivi. Anche per lei èdifficile vivere. Non credi?
MARIANNE Quando avrai una risposta definitiva per l'America?
JOHAN Fra un mese.
MARIANNE Me lo fai sapere?
JOHAN Certo! Ti telefono o ti scrivo.
MARIANNE E il divorzio? Che facciamo? Dobbiamo decidere.
JOHAN (Stancamente) Ti vuoi risposare?
MARlANNE (Stancamente) Non lo so.
JOHAN Non possiamo aspettare ancora prima di decidere? Non pensi che sia meglio?
MARIANNE Rimani qui stanotte, vero? (Con una specie di dolce fervore) Ehi .... Rimani qui?
SCENA VI
JOHAN Johan e Marianne hanno infine deciso per la separazione. La scena si svolge all’istituto Psicotecnico. Piùprecisamente nell'ufficio di Johan. Èuna sera di giugno. Johan èseduto a leggere un rapporto. Ha il raffreddore.
(Si sente bussare alla porta. Prima che Johan abbia il tempo di rispondere, Marianne entra impetuosamente).
MARIANNE Scusa se sono in ritardo. Ma mio padre mi ha telefonato mentre stavo uscendo. Gli ho detto che avevo fretta… ma lui non ascolta. Come stai?
JOHAN Malissimo. Ho un raffreddore tremendo.
MARIANNE Accidenti, hai una faccia... spaventosa.
JOHAN Grazie per avermelo detto. Avevo un po' di mal di gola: ho pensato, passerà. Poi ha cominciato a colarmi il naso, poi èsceso tutto qui, nei bronchi. Risultato: tossisco tutta la notte. Non dormo. Ho la febbre. Sto malissimo. Mi sento morire. Ti stavo per telefonare di non venire. Ma dato che devi partire. Dove vai? Vai all'estero, vero? Che ci vai a fare all'estero? Che mal di testa! Va beh, bisogna depositare gli atti in tribunale. Prima che tu parta... Cos'èuna crociera?
MARIANNE Non ti arrabbiare Johan. Ti vedo veramente a pezzi. Mi sanguina il cuore per te. Speroche Paula ti faccia da infermiera e ti curi bene.
JOHAN Èinfluenzata anche lei. Ma la sua èuna forma intestinale. Capisci? Tutto molto romantico.
MARIANNE Sopravviverai, non ti preoccupare.
JOHAN Tu invece mi sembri di buon umore.
MARIANNE Di un umore straordinario.
JOHAN Ah. E come mai?
MARIANNE Lo sai, prima di un viaggio sono sempre eccitata. E poi sento giàla primavera nell'aria. E poi ho un vestito nuovo, una borsa nuova, le scarpe nuove.
JOHAN Sei tutta nuova! Bene! Brava! Bis!
MARIANNE E poi sono contenta che ci siamo visti nel tuo ufficio. Si risparmia un mucchio di
tempo.
JOHAN Beh, non èmolto intimo.
MARlANNE Per sbrigare le pratiche del divorzio mi pare il posto piùadatto. Ecco, guarda qui.
Questo èl'accordo scritto da Henning. Parola per parola come lo abbiamo dettato insieme.
JOHAN Allora non c'èbisogno che lo legga.
MARIANNE Èmeglio leggere, prima di firmare. Non fare il furbo, Johan.
JOHAN Io faccio il furbo?
MARIANNE Mi pare proprio di sì. Questo èl'inventario del beni mobili che abbiamo acquistato insieme e come li abbiamo divisi fra di noi. Èsolo un promemoria. Non c'èbisogno che lo firmi.
JOHAN Un momento... un momento... qui c'èscritto che l'orologio della nonna rimane a te. Èun errore.
MARIANNE Caro Johan, se ti ricordi, tua nonna lo ha regalato a me. Ne abbiamo giàdiscusso.
JOHAN Non ricordo affatto di aver discusso dell'orologio a muro della nonna.
MARIANNE Se sei cosìaffezionato a quella vecchia pendola, tienila pure. Ma, in realtà, èmia.
JOHAN Eh no, Cristo, no e no! Vuoi avere sempre ragione tu? Tieniti quel maledetto orologio. (Gridando) Non voglio litigare per delle sciocchezze. (Tossisce)
MARIANNE C'èqualcos'altro di cui pensi mi sia indebitamente appropriata?
JOHAN Ti prego risparmiami il tuo sarcasmo. Ho il raffreddore, sono depresso, voglio morire. Ti basta? Vuoi un cognac? Èspeciale!
MARIANNE Te l'ha ordinato il dottore, di bere.
JOHAN Egerman me ne ha regalata una bottiglia. Ha tenuto delle conferenze a Parigi e i colleghi gliene hanno regalata una cassa, Tutto qui! Cin cin: Allora come ti sembra?
MARIANNE A me, il cognac, non piace molto. Ma questo èproprio buono.
JOHAN Ha quasi cent'anni.
MARIANNE Perchénon ci sediamo sul divano e spegniamo la luce centrale. Dàun fastidio! Come fai a lavorare in un posto cosìsquallido?
JOHAN Anche il divano non èmolto comodo.
MARIANNE Ma sei solo qui, stasera? Non c'ènessuno?
JOHAN C'èun guardiano notturno.
MARIANNE Carino ...
JOHAN Perchécarino?
MARIANNE Non so... carino.
JOHAN Quando si èraffreddati non c'èniente di carino.
MARIANNE Smettila di lamentarti, non stai per morire. (Si versa ancora cognac) Cin cin. Stasera ho scoperto il cognac... èproprio buono.
JOHAN Oggi sei proprio di buon umore.
MARIANNE Vuoi sapere perché?
JOHAN No.
MARIANNE Te lo dico lo stesso. Credo di essere innamorata.
JOHAN Ancora quel David?
MARIANNE David? Oh no…quello!Ètutto finito.
JOHAN Oh!
MARIANNE E poi … capisci? Finalmente comincio a non sentirmi piùlegata a te. Deve essere questo il mio buon umore. Èuna specie di liberazione. Una grande liberazione.
JOHAN Cosa vuoi dire?
MARIANNE Niente... niente... Dammi un bacio.
JOHAN Sono raffreddato.
MARIANNE Non importa! Non ricordi che i tuoi microbi non mi attaccano? Dammi un bacio. Su, su... voglio un bacio.
JOHAN (Si alza, la bacia) Allora? Te lo aspettavi così?
MARIANNE Veramente mi aspettavo qualcosa di più. (Si sbottona la camicetta). Ora mettimi una
mano sul seno. Così. Molto bene.
JOHAN Che intenzioni hai? Vorresti sedurre un uomo raffreddato?
MARIANNE Proprio così. Proprio qui. Proprio ora. Sul tappeto. Perchéhai l'aria spaventata, Johan?
Perché? Hai paura del guardiano notturno? Pensa se arrivasse proprio ora. Com'èfisicamente? Potremmo chiedergli di partecipare alla festa. Siamo cosìaperti... cosìemancipati. Su dai, beviamo e facciamo l'amore. E domani compiliamo le carte del divorzio.
(Fanno l'amore. A terra. Restano sdraiati uno accanto all' altra. Marianne sorride ancora con gli occhi chiusi)
JOHAN Che stai pensando?
MARIANNE Mmm... non te lo dico.
JOHAN Hai fame, per caso?
MARIANNE Ho sempre fame.
JOHAN Una bella bistecca e una bottiglia di vino. Non male come idea, eh?
MARIANNE Ma non ti èstato tassativamente proibito di portarmi fuori al ristorante.
JOHAN Ma stasera io non sono qui.
MARIANNE Ah, non sei qui? E dove sei?
JOHAN A un convegno. Coi miei studenti.
MARIANNE Ah, sì? Beh, allora, firmiamo le carte e poi andiamo a festeggiare. Questa sì che èla degna fine di un lungo e felice matrimonio.
JOHAN No, andiamo a mangiare subito. Le carte me le porto a casa e me le leggo con tranquillità.
MARIANNE Come... come? Vuoi cambiare di nuovo idea dopo tutte le nostre discussioni?
JOHAN Scusa non sei stata tu a dire che non si deve firmare senza prima leggere?
MARIANNE (Irritata) Va bene… va bene. Allora sediamoci e leggiamo tutto dalla A alla Z. Così potrai constatare che non ti ho ingannato. (Si siede arrabbiata)
JOHAN Perchései cosìarrabbiata?
MARIANNE Non sono arrabbiata.
JOHAN Sì, che lo sei!
MARIANNE D'accordo! Sono di pessimo umore, ma cercheròdi controllarmi, visto che sono abituata a controllarmi con te e coi tuoi capricci. Vogliamo, per favore, smettere questa noiosa discussione e leggiamo queste carte? E tardi. Domani mi aspetta una giornata infernale.
JOHAN Allora niente piùristorante... bistecca... vino?
MARIANNE No, grazie. Sono giàsazia di tutti i favori che mi hai elargito.
JOHAN Meno male che sono io a fare i capricci.
MARIANNE Senti Johan. (Controllandosi) No, no... non parlare, tanto èinutile. (Dolcemente) Ora mettiamo le carte in questa busta, te le porti a casa, le leggi con molta attenzione a Paula, le esaminate scrupolosamente e cosìsiete sicuri che non vi ho imbrogliato.
JOHAN Marianne, ma che diavolo succede?
MARIANNE Niente!
JOHAN Fino a un momento fa eravamo cosìamici ...
MARIANNE (Controllandosi sempre di più) Certo, certo. A proposito... tua figlia Eva fa il compleanno martedì, non te ne dimenticare.
JOHAN Perchésecondo te io mi dimentico i compleanni delle mie figlie?
MARIANNE Mai, quando io te li ricordo per tempo. E ti sarei estremamente grata se tu volessi pagarle il viaggio in Francia di quest'estate. Io, i soldi, non ce l'ho.
JOHAN Quanto viene a costare?
MARIANNE Circa duemila corone.
JOHAN Cosa? Duemila corone? Siamo pazzi? E dove le trovo duemila corone? Non èpossibile!
MARIANNE Non puoi chiedere un prestito a tua madre?
JOHAN A mia madre? Le ho giàchiesto un mucchio di prestiti. Mai restituiti.
MARIANNE Comunque io... soldi... non ne ho.
JOHAN E io neppure. E quindi Eva deve rinunciare a questo viaggio. E poi non le faràmale imparare che non si puòavere tutto a questo mondo. Ètalmente viziata… talmente maleducata... da non credersi. Domenica scorsa èandata a trovare mia madre. Vuoi saperlo? Dopo mia madre mi ha telefonato per dirmi che era scandalizzata dal modo di comportarsi di quella piccola delinquente.
MARIANNE (Capitolando) Ha detto così? Èun'etàdifficile la sua ...
JOHAN Però, scusa, tu potresti insegnare alle ragazze un minimo di buone maniere, invece di lasciare che siano loro a comandarti a bacchetta.
MARIANNE Se credi che sia facile. Mi dicono che non sono mai a casa a occuparmi di loro.
Credimi io cerco di stare con loro quanto piùposso. Ma non so... ce l'hanno con me... come se tutto questo fosse colpa mia.
JOHAN Ad ogni modo questo viaggio In Francia io non lo pago. Diglielo a Eva, Papàha detto "no".
MARIANNE Diglielo tu a Eva.
JOHAN Io? Perchédevo dirglielo io? L'affidamento delle bambine ce l'hai tu. E poi, Santo Dio, devo giàsborsare una montagna di denaro per gli alimenti, sopra ci devo pagare un'altra montagna di tasse che mi stanno rovinando. Se poi qualcuno riesce a spiegarmi il motivo per cui mi devo addossare le spese di un viaggio in Francia. Oh, nei documenti di divorzio non c'èscritto niente proposito di viaggi, vacanze e compagnia bella, vero? Perchénon firmo.
MARIANNE Non ècolpa delle bambine se economicamente stiamo peggio perchétu te ne sei andato a vivere con un'altra donna.
JOHAN Ecco! Ci siamo! Questo proprio non me l'aspettavo. Questa frecciatina da parte tua…
Brava, brava!
MARIANNE (Ironicamente) No, no, mi dispiace... èstato di pessimo gusto... scusami.
JOHAN Non importa... non importa. Parleròio con nostra figlia. Come? In che modo? Non lo so. Non abbiamo canali di comunicazione. Ogni volta che viene a trovarmi si stravacca sul divano e si mette a leggere fumetti e a ruminare pop-corn. Oppure si fionda a guardare la televisione: uno di quei programmi per deficienti dove tutti strillano contemporaneamente. E se mi azzardo a rivolgerle la parola mi risponde così: “Mmm''…monosillabi, grugniti... sembra un imbecille. Neanche Paula riesce a cavarle fuori una parola che abbia senso umano. Ad essere sincero tua figlia èodiosa. La sola cosa che la fa degnare di rispondere con una frase che abbia soggetto predicato e complemento sono i soldi. Se la corrompo coi soldi o la porto al cinema. Se no resta attaccata al telefono delle ore a chiacchierare coi suoi amici. Comunque ècerto che non ho nessun sentimento paterno. Anche se devo ammettere che èdiventata proprio carina. Invece con Karin èmolto piùsemplice, anche se, per la sua età, la trovo terribilmente infantile. Non saràun po' ritardata? Ti assicuro che sono preoccupato.
(Si rende conto di avere esagerato un po')
MARIANNE (Dura, con sangue freddo) Quando parli delle bambine in questo modo sei un perfetto idiota. Idiota e infantile.
JOHAN D'accordo. Ma, credi, non èdivertente. Le ho messe al mondo per errore e da quel momento ho dovuto pagare un patrimonio per il loro mantenimento. Dovrebbe bastare. Mi rifiuto di recitare la parte del padre affezionato e mi permetto di detestare quelle bestioline almeno quanto loro detestano me. Dov'èscritto che devo sempre essere io quello che fa il primo passo per offrire affetto, amicizia… amore e tutto il resto? No, grazie! Preferisco il mio ruolo di portafogli a due zampe. Almeno cosìsensi di colpa non ne ho, dal momento che ormai sono completamente al verde, sull'orlo del disastro e dev'essere giusto così. Le ho messe al mondo? Ho fatto una stronzata? Pago! Due stronzate? Pago due volte! Matematico! Ma non ho nessuna ragione di nascondere che detesto le nostre due figlie. Stupide, viziate, pigre, egoiste, maleducate, cattive... e poi perchénon dici qualcosa, perchémi fai dire tutte queste fregnacce.
MARIANNE Sto pensando.
JOHAN Stai pensando?
MARIANNE Una volta era diverso, (Parlando velocemente) Voglio dire con le bambine. Ti ricordi? Eri cosìfelice quando mi trascinavo per casa col mio pancione. Ed eri proprio tu a desiderare che Eva avesse un fratellino o una sorellina. Me lo ricordo bene. Tutto il tempo lo passavi con le bambine: gli facevi i giochi, gli raccontavi le favole, eri cosìdolce, gentile delicato. Eri cosìpaziente. Molto piùdi me. Ti ricordi quante volte abbiamo dormito tutti e quattro nel lettone? Che cosa èsuccesso poi? Che cosa èandato storto? Quando le bambine hanno cominciato a stancarsi di te? Quando ti sei stancato di loro? Che cosa èsuccesso a tutte quelle attenzioni, delicatezze, tenerezze? Che cosa èsuccesso all'amore?
JOHAN Niente! I bambini crescono e i rapporti si rompono. E l'amore si esaurisce, come l'affetto. l'amicizia, la solidarietà. Niente di eccezionale.Ècosì.
MARIANNE A volte ho l'impressione che noi avevamo tutti i privilegi, tutte le ricchezze. E abbiamo gettato tutto dalla finestra. E ora ci ritroviamo poveri, scontenti e cattivi. C'èstato un momento in cui abbiamo preso la strada sbagliata ma nessuno ci ha avvertito.
JOHAN Vuoi sapere una cosa? Noi siamo gli analfabeti dei sentimenti.
MARIANNE Analfabeti?
JOHAN Sì! Ti voglio dire questo che mi pare evidente. Dal punto di vista affettivo noi siamo degli analfabeti. Non soltanto tu ed io, no... no... tutti in tutto il mondo. Ci insegnano un mucchio di cose sull’anatomia, l'agricoltura nel medio oriente, il comportamento degli animali nella savana, la vita dei pesci delle profonditàoceaniche, ma sulla nostra anima nemmeno una parola! Niente! La nostra ignoranza circa noi stessi e gli altri èassoluta. Pensa: prendi un bambino e gli insegni, gli fai prendere coscienza della sua anima. Sarebbe un oscenità! Una perversione da vecchio rimbambito... malato. E noi? Pretendiamo di sapere come sono fatti gli altri, e non sappiamo niente di come siamo fatti noi stessi? Bene... stai sbadigliando... la conferenza èterminata. In ogni caso la comunicazione èfinita. Vuoi dell'altro cognac (tossisce) maledetto raffreddore. Ah, prima che me nedimentchi… La cattedra in America non me la danno più.
MARlANNE (Sincera) Ma perché, Johan. Mi dispiace davvero... Mi dispiace.
JOHAN Non èun dramma. Fa lo stesso.
MARIANNE Ma non ègiusto! Perché?
JOHAN Eh… perché? Perché? Perché! Amore mio. Evidentemente, perché, mi hanno fottuto, Prima mi dicono sì, poi ma, poi ni... poi all'improvviso non ci sono piùi soldi e alla fine sai chi mandano al mio posto? Akerman detto "la serpe”. E io rimango fregato. (Ride) Cosìva il mondo amore mio! Cin! Cin!
MARIANNE Mi dispiace davvero, per te. Quando èsuccesso?
JOHAN A maggio.
MARIANNE Povero vecchierello mio. (Gli fa una carezza)
JOHAN Non capisco cosa hanno nel cervello. Un paio di settimane fa dovevo andare ad un congresso ad Oslo. Bene, dico, mi daranno un po' di soldi. Improvvisamente la facoltàmi comunica che non ci posso andare. A) non prenderei nessun compenso e B) devo restare in sede per mandare avanti il lavoro qui. (Sorseggia il cognac) Ecco come ti trattano al giorno d'oggi. Un numero. (Beve) Un numero, per altro scomodo. Mi considerano un elemento troppo caro... improduttivo... Che ha superato l'età... insomma fuori gioco. Da morir dal ridere. (Beve) Quest'estate faròquarantasei anni. E questa dovrebbe essere la primavera della vita, il momento in cui lino puòrendersi veramente utile a qualcosa, quando ci si èfatti un po' d'esperienza. E invece no. Cacciate via il vecchio scemo! Lasciatelo strisciare fino a quando marcisce. Sono stanco Marianne, non ce la faccio più. Se avessi il coraggio di dargli un taglio netto, andarmene in campagna e fare l'insegnante in un paesino sperduto. Qualche volta vorrei saperlo fare. (Beve ancora) A questo proposito l'atteggiamento di Paula èpiuttosto ambiguo. A volte dice che io sono pazzo e comincia a fare le sue valigie... se ne va per qualche giorno. Credo che mi tradisca. Ma questo non ha nessuna importanza. Ufficialmente non sono geloso. E questa èla mia triste storia. Sai cos'è? Qualcuno a un certo punto mi ha sputato addosso ed io sono annegato nello sputo. (Ride)
(Marianne ha ascoltato con attenzione ma con assoluto distacco. Pausa)
MARIANNE Sai cosa penso, Johan? Sto cominciando a liberarmi di te. C'èvoluto molto tempo e molto... molto... dolore. Ma adesso penso proprio di essere libera. Posso ricominciare a vivere.
JOHAN Congratulazioni.
MARIANNE Sono davvero contenta. Puòdarsi che sia crudele dirlo proprio ora che tu attraversi un brutto momento. Ma curiosamente dei tuoi guai non me ne importa assolutamente niente. Quando eravamo sposati ti avevo messo troppo in alto... su un piedistallo. Ero piena di riguardi... di attenzioni per te. E questo ha ucciso l'amore. Ti ricordi che non litigavamo mai? Credo che pensassimo che fosse una volgaritàlitigare. Ci sedevamo in salotto e discutevamo con tanto buon senso. E siccome tu sai tante piùcose di me perchéhai letto piùlibri di me, eri tu che parlavi ed io ti ascoltavo con venerazione. E quando, dopo la nascita di Karin, non siamo piùriusciti a fare l'amore, tu mi hai spiegato, con estrema gentilezza che era assolutamente naturale dopo due gravidanze così ravvicinate, non c'era niente di male. (Alzando il tono) Ma tutto era male, invece, se non si poteva piùfare l'amore.
JOHAN Queste riflessioni sul passato sono terribilmente noiose, inopportune.
MARIANNE (Si mette a gridare) Tu devi finirla col tuo sarcasmo idiota! Devi sempre decidere tu quello che si puòdire, che si deve dire, che ègiusto fare, che èopportuno decidere! E ti sta bene se Paula ti tradisce e se tutto ti va storto. Guarda puoi anche suicidarti, per quel che me ne importa adesso. (Johan si èmesso a piangere) Tanto sei troppo vigliacco per farlo. Ti mancano i coglioni Johan! Sì, sìmettiti pure a frignare, guarda, non mi fa nécaldo néfreddo. Almeno per una volta lo sai anche tu che cosa vuoi dire "star male", soffrire, provare dolore. Provalo anche tu quello che ho provato io. Stronzo! Stronzo! Stronzo!
JOHAN (Calmo) Dio mio, come ti odio. Davvero sai! Come ti odio. Ricordo che lo pensavo spesso: Dio come la odio. E sai quando ti odiavo di più? Dopo che avevamo fatto l'amore e avevo sentito... avevo subito la tua indifferenza. Pensavi ad altro. E poi in bagno... tu te ne stavi seduta nuda sul bidet, mentre ti lavavi via quella robaccia che veniva da me e che tu dicevi aveva un odore schifoso. E in quei momenti pensavo:
"La odio, odio i suoi gesti, odio il suo corpo, odio i suoi capelli, odio il suo sesso". E avevo una voglia ti picchiarti, di farti del male… del male fisico in quei momenti. Avevo una voglia sfrenata di fare a pezzi quell'invisibile resistenza bianca e dura che irradiavi verso di me! Sempre!
MARIANNE Allora spiegami perchéio ora ho un uomo! Un uomo che desidero... desidero il suo corpo... il suo odore... il suo sapore…desidero che mi tocchi.
JOHAN Aspetta... aspetta, amore mio! Sposalo! Sposalo e poi ce lo raccontiamo! Sposalo! E ci ricascherai dentro... e poi vuoi che ti ricordi alcuni particolari che mi vergogno (urlando) mi vergogno di dire!
MARIANNE (Grida) Pensi che io non soffrissi della situazione quanto te? Pensavo: devono proprio andare cosìle cose? Dev'essere per forza cosìsquallido? Ci consolavamo col pensiero che il sesso era solo di secondaria importanza e che per tutto il resto andavamo perfettamente d'accordo. Lo so che era un inganno. Un inganno. Niente poteva andar bene dal momento che non riuscivamo piùa fare l'amore.
JOHAN Dimentichi alcune cose a questo riguardo che forse sono spiacevoli da ricordare.
MARIANNE Illuminami, ti prego!
JOHAN Lo sai che cos'hai sempre fatto? Per tutti i maledettissimi anni che siamo stati insieme? Sfruttavi i tuoi organi sessuali! Il tuo sesso era diventato una moneta di scambio... una merce. Se un giorno mi davi il permesso di fare l'amore con te, l'accordo tacito era che il giorno dopo, niente! Ne saresti stata risparmiata! Se ero carino, gentile, servizievole, come no, venivo ricompensato con una scopata. Ma se mi usciva di bocca una parola che ti suonava male, subito abbassavi la saracinesca. E io sopportavo... sopportavo... e zitto, sempre zitto, sempre, Cristo di un Dio! Sei peggio della peggiore puttana.
MARIANNE Eri tu che non volevi guardare la veritàin faccia?
JOHAN Quale verità! Si puòsapere quale dannata verità? Quale strana, misteriosa veritàtutta femminile? Una veritàda brevettare?
MARIANNE (Furiosa). Tu sei malato. Io credo veramente che tu sia pazzo. Pensi di poter continuare ad accusarmi di tutti i mali. Di poter dare la colpa a me di tutto? Devo sempre essere un sostituto di tua madre? E sempre... sempre che mi rinfacciavi di trascurare la famiglia mettendo in primo piano il lavoro.
JOHAN Questo non èvero!
MARIANNE Sta' zitto! Era un continuo rimprovero nei primi anni di matrimonio! Da parte tua, da parte dei tuoi, da parte di mia madre. Rimproveri, rimproveri, rimproveri! Ma ci siete riusciti, alla fine, ad imbottirmi di sensi di colpa. Sensi di colpa sul lavoro, sensi di colpa a casa. E anche sensi di colpa perchénon riuscivo a fare l'amore! (Piange) Ero aggredita dai sensi di colpa. Dio cosa ho dovuto sopportare! Mi sono liberata! Ah! Ho voglia di urlare! E sai cosa ti dico, amore mio? Mai più! Mai più! Mai più) Stai lìpiagnucola, come uno stronzo, perchéti hanno silurato nel tuo lavoro. Spero che tutto questo ti si ficchi in gola fino a farti strozzare! Sei un incapace... un fallito... un parassita... un...
JOHAN Sei patetica.
MARIANNE E allora? Ma la differenza fra il mio essere patetica e il tuo essere patetico sta qui: io non mi arrendo, io vado avanti. E intendo vivere la realtàaccettandola.
JOHAN (Prendendo, a un certa punto, le carte del divorzio) Bene! Sono proprio contento. Ora non èpiùnecessario che ci sia comprensione e affetto fra noi. Che meraviglia! Finalmente possiamo gettare i nostri sensi di colpa e la nostra cattiva coscienza nella spazzatura. Ce ne abbiamo messo, ma alla fine ci siamo riusciti a diventare umani. Noi non ci siamo incontrati. Ci siamo sposati. abbiamo deciso di vivere insieme così... senza incontraci mai. Che fallimento fin dall'inizio. Allora. presto, prima firmiamo queste carte. meglio è. Dobbiamo solo dividerci l'argenteria, qualche regalo di nozze e dirci addio. Che errore! Che errore spaventoso èstato. Dall'inizio alla fine …
MARIANNE Tu non vuoi divorziare!
JOHAN (Cheèstato scoperto) Non ho mai sentito niente di cosìassurdo.
MARIANNE Assurdo? Davvero? Allora prova il contrario e firma le carte. Ora.
JOHAN Non chiedo di meglio. (Ma resta immobile, assorto, e beve)
MARIANNE Johan! Sii sincero ora! Guardami! Guardami! Hai cambiato idea? Non vuoi piùdivorziare, non èvero? Pensavi che potessimo recuperare il nostro matrimonio? Stavi per propormi qualcosa del genere, stasera. Avanti. ammettilo!
JOHAN E anche se l'avessi pensato? Cos'èun delitto? (Piange) Cosa vuoi sentirti dire che sono sconfitto? Che ho fallito tutto? Che sono stato fottuto in tutto? Èquesto che vuoi che ti dica? Vuoi che ti dica che sono arcistufo di Paula? Che ho una maledetta nostalgia di casa? Ti prego risparmiarmi il tuo sorriso. Sono un fallito, sto colando a picco, ho paura di invecchiare e non ho casa. Io ci contavo su tutte quelle cose che chiamano casa, vita familiare, vita regolare e tranquilla routine di ogni giorno. Sono stanco di vivere solo.
MARIANNE Solo?
JOHAN La solitudine con Paula èpeggio della vera solitudine. Non ce la faccio a parlarne.
(Pausa)
MARIANNE Mi domando come potremmo fare, come potrebbe essere.
JOHAN Beh, in ogni caso, sarebbe meglio di prima. Ci occuperemmo di piùl'uno dell'altra.
Non credi? (Lei non risponde) Non credi?
MARIANNE Nel giro di una settimana o due saremmo al punto di prima. Tutti i nostri buoni propositi verrebbero dimenticati. Come se non avessimo imparato nulla.
JOHAN Almeno proviamoci!
MARIANNE (Arrabbiata) Quante volte ti ha implorato, ti ho supplicato in ginocchio di tornare. Ti ricordi? Ti ricordi come mi sono umiliata? Come piangevo, come ti pregavo? Ti ricordi la tua totale indifferenza?
JOHAN Non avevo capito niente allora. Non rimproverarmi!
MARIANNE (Arrabbiata) Rimproverarti! Che parola fantastica, Johan. No. Davvero. Tu sei fuso di cervello, sei un ingenuo. Tu pensi che io abbia passato tutto quello che ho passato e che sia riuscita a venirne fuori e a cominciare una nuova vita per rinunciare a prendermi cura di te, a coccolarti, ascoltare i tuoi lamenti, consolarti, salvarti dalla crisi? Se tu non mi facessi cosìpena, ti riderei in faccia. Guardami, guardami pure, mi sento male dalla rabbia, mi sono indurita, amore mio, ora riesco a reggere il tuo sguardo. Quante volte ho sognato di picchiarti a sangue, fino a farti morire. La notte sognavo di ficcarti un coltello nella pancia, di torturarti... e... oh che sollievo... che liberazione... che gioia poterti dire tutto questo.
JOHAN (Sorridendo improvvisa. mente) Quando ti arrabbi sei talmente bella.
MARIANNE Grazie. (Condiscendente) Solo che tu non sei bello. Sei comico. Hai del rossetto sulla guancia. (Glielo pulisce col suo fazzoletto)
JOHAN Se ho ben capito, vuoi che si faccia questo divorzio.
MARIANNE (Sul punto di ridere) Sì. Tutto quello che ho detto si puòriassumere così.
JOHAN Vuoi ancora un po' di cognac?
MARIANNE Abbiamo quasi vuotato la bottiglia. Non c'èda meravigliarsi che io mi senta libera, emancipata e un po' strana. E tu come ti sentì.
JOHAN Non male... penso che mi sia passato il raffreddore. Èda un po' che non tossisco.
MARIANNE Bene. Adesso per essere ragionevoli…
JOHAN Perché, tutto quello che hai detto fìn ora non era ragionevole?
MARIANNE No. Non era ragionevole. Ma era necessario. E lo sai, era vero. Allora adesso si puòessere ragionevoli. Dunque io credo che tu dovresti essere contento che io sia diventata finalmente libera e indipendente e che voglio vivere una vita mia. Anche tu, credo, ti dovresti liberare del passato. Di tutto il passato; e ricominciare daccapo in un modo completamente diverso. In questo preciso momento hai un'occasione unica che ...
JOHAN (Interrompendola) Ma io non voglio ricominciare daccapo, come dici tu. Non ne ho nessuna voglia.
MARIANNE Cosa vuoi allora?
JOHAN Mi sai dire che cosa vuol dire ricominciare daccapo? A che serve... rispondimi a che serve?
MARIANNE Cosa vuoi dire?
JOHAN Quello che ti ho giàdetto tre o quattro volte ma che neanche hai ascoltato. Non ho voglia di ricominciare daccapo. La mia vita futura non mi interessa.
MARIANNE Dici questo solo perchéora sei depresso ed hai subito delle sconfitte. E ora vorresti da me un po' di compassione.
JOHAN Èproprio questo che vorrei da te.
MARIANNE Forse un giorno potremo essere buoni amici. Cosìpotremo imparare a conoscerci come siamo veramente e a toglierei quell'orribile maschera che portiamo.
JOHAN Orribile maschera?
MARIANNE Se solo potessimo conoscerci per quello che dovevamo essere in realtà. Ed essere come dovremmo essere.
JOHAN Credo che sia impossibile. Quell'orribile maschera ce la mettiamo giànella culla e ce la portiamo addosso per tutta la vita. Nessuno riesce ad essere séstesso, come dici tu.
(Pausa)
MARlANNE Sono spaventata Johan. Terribilmente spaventata. Èvero; sono tentata di prendere quelle pratiche di divorzio e strapparle. Un mucchio di volte mi dico: "che cos'èche ti fa credere di avere il diritto di portare avanti la tua egoista, piccola meschina esistenza?" Ho davvero un altro scopo nella vita che vada al di làdi te delle bambine? Non sarebbe meglio ricominciare daccapo, insieme? Ora sono piùforte, piùcosciente, piùindipendente. Ora potrei veramente esserti utile nei momenti difficili. (Si copre il viso con le mani) Non puoi sapere quanta... tenerezza provo per te...(Disperatamente) Devo essere fuori di testa. Lo so che dobbiamo divorziare. Èsaggio. Èragionevole. Dobbiamo divorziare. (Gli prende le mani) Èinsopportabile...
JOHAN (Con umiltà) Penso di capire.
MARIANNE Non ne parliamo più?
JOHAN Non ne parliamo più.
MARIANNE Beh, allora, quella cena? Che si fa?
JOHAN Sono troppo ubriaco per uscire. Non possiamo stare qui ancora un po'?
MARIANNE Sì... Però, sii gentile, non mi far diventare sentimentale.
JOHAN (Bruscamente) Andiamo a casa?
MARIANNE Vuoi dire... a casa mia?
JOHAN Sì, a casa tua, se vuoi.
MARlANNE No.
JOHAN Perché?
MARIANNE Perchéc'èun uomo che mi aspetta.
JOHAN Ègeloso?
MARIANNE Non tanto. Sai cosa mi ha detto prima che venissi qua? Mi ha abbracciato e mi ha detto: "Tu vai a far l'amore con tuo marito. E tornerai con la coscienza sporca e i fogli non firmati."
JOHAN Gli dirai che abbiamo fatto l'amore?
MARIANNE (Sorridendo) No.
JOHAN (Con una improvvisa acutissima tristezza) Dio mio, sono morto di stanchezza.
MARIANNE Abbiamo bevuto troppo. Bisognerebbe fare due passi all' aria aperta e tornare a casa
dai nostri compagni.
JOHAN Sei davvero fantastica.
MARIANNE Vieni, amore mio. Andiamo.
JOHAN Resta ancora.
MARIANNE Ètardi. Posso chiamare un taxi?
JOHAN Fai lo zero e prendi la linea.
MARIANNE (Fa il numero) Per favore, un taxi a 145 di Malmrosgotan... Tre minuti? Grazie. (Abbassa il ricevitore) Vuoi uno strappo a casa tua? Meglio che tu non prenda la macchina. Hai bevuto troppo.
JOHAN ... Non te ne andare ...
MARIANNE Non lo fare Johan. Vieni via con me, ora. Non ti fa bene restare qui, solo, a pensare
sempre alla stessa cosa.
JOHAN Che ti importa di quello che faccio io?
MARlANNE Vieni via. Johan.
JOHAN Non te ne andare.
MARIANNE Non voglio piùrestare qui!
JOHAN Non te ne andare!
MARIANNE Johan, non fare così... sei stanco e ubriaco. Io vado. (Fa per uscire)
JOHAN Non te ne andare... ti prego (Le sbarra la strada)
MARIANNE Lasciami passare.
JOHAN Non ti faccio andare via.
MARIANNE Non essere ridicolo!
JOHAN Non essere tu ridicola.
(Chiude la porta a chiave e si mette la chiave in tasca)
MARIANNE Anche quando eravamo sposati non ci comportavamo in modo cosìcretino. Non cominciamo proprio adesso. Per favore, dammi la chiave.
JOHAN (Gridando sordo) Non me ne frega un cazzo di quello che dici. Siediti amore mio, Ah guarda... guarda…come lo vedo bene ora il cervellino tutto bene ordinato della mia cara mogliettina che gira e gira all'impazzata. Cosa faràora Johan? Èimpazzito? Vuole picchiarmi?
MARIANNE Il mio cervello pensa solo che sei ridicolo.
JOHAN Sono ridicolo? Davvero? E ridi… Ridi allora? Non ridi? La mia cara mogliettina ha paura?
MARIANNE Lasciami almeno disdire il taxi.
JOHAN E perché? Aspetta dieci minuti e poi se ne va. Sta seduta, rilassati, bisogna prenderla con molta calma. Perchésaràuna cosa lunga, te l'assicuro,
MARlANNE Bene. Eccomi qui. Allora cosa vuoi dirmi adesso?
JOHAN Niente. Voglio solo guardarti.
MARIANNE Fallo, ti prego. Fallo. Dovevo pure aspettarmelo da uno come te. Quante volte, nel mio mestiere, ho messo in guardia le mogli di non restare mai sole coi mariti offesi e colpevoli. Non pensavo di dovermici trovare io in questa situazione.
JOHAN (Gridando) Stai zitta! Sta' zitta! Sta' zitta!
MARIANNE (Andando su di lui) Cosa credi tu, ometto, che io abbia paura? Non me ne importa assolutamente niente di quello che vuoi farmi!
JOHAN Zitta, ho detto!
(La colpisce. Marianne si difende spingendolo maldestramente e con violenza. Lei sanguina. dal naso.)
MARIANNE Dammi la chiave. Devo andare in bagno. Dammi la chiave. Mi fai schifo.
JOHAN Io t'ammazzo, sai? Io t'ammazzo! Io t'ammazzo!
(La getta in terra. Lei grida. Lui le dàun calcio. Lei grida e piange. Fa cadere la chiave in terra.
Lui si siede e beve ancora. Lei si risistema alla meglio. In silenzio firmano tutte le pratiche del divorzio. Se le passano da un posto all'altro. Firmano ogni pagina con le iniziali e la firma per esteso infondo.
Questa èun'azione lunga. Forse Johan attacca il mangianastri con il solito pezzo.)
MARIANNE Domani faròdepositare la pratica in tribunale.
(Prende la chiave, apre la porta. Esce. Johan m rimane solo.)
SCENA VII
JOHAN Sono passati sette anni da quella sera. Una sera d'agosto si rivedono da qualche parte, fuori città. Si sono risposati tutti e due e intitoleremo questa scena: In piena notte in una casa buia, in qualche parte del mondo.
MARIANNE Ti ricordi? Èstato quasi un anno fa, il giorno prima del mio compleanno, eravamo andati a teatro. (Si copre con una coperta grande)
JOHAN Sei poi andata mai a vederlo il secondo atto di quella commedia?
MARIANNE No. (Pausa) Sai che èdavvero strano? Non avrei mai creduto che ti ricordassi del nostro anniversario di matrimonio.
JOHAN E perchéno? Oggi èil 28 di febbraio. Noi ci siamo sposati il 28 di febbraio di venti anni fa.
MARIANNE Vent'anni. (Piange) Una vita. Abbiamo vissuto un'intera vita da adulti l'uno con l'altra... com'èstrano ...
JOHAN Che ti succede? Piangi? Perché.
MARIANNE Perchéè... commovente.
JOHAN Che cosa c'èdi commovente. Non io di sicuro.
MARIANNE Proprio tu, amore mio... sei commovente.
JOHAN Io?
MARIANNE Sei diventato piccolo, piccolo. (Teneramente)
JOHAN Piccolo, piccolo? Sono dimagrito?
MARIANNE No... Sei piùbello di prima... piùaffascinante. Sei dolce, sei gentile. Hai sempre avuto dei begli occhi tristi, ma erano sempre ansiosi, sempre sospettosi come se stessi sempre in guardia.
JOHAN Ah, davvero?
MARIANNE (Come una favola) E gli uomini con te? Sono sempre cattivi? La gente ti fa sempre tanto male?
JOHAN (Sorridendo) Mah, veramente non lo so. Forse sono io che ho smesso di difendermi.
Qualcuno dice che sono diventato troppo debole, che mi arrendo subito, che non mi considero abbastanza, che non lotto... ma non ècosì. Lottare, difendermi, sgomitare... perché? Ho trovato la mia dimensione, Prendo le cose come vengono, col loro giusto valore. E accetto i miei limiti. con umiltà. Questo mi rende gentile, dolce, buono... ma un po' triste... che poi vuoi dire noioso.
MARIANNE E tutte le tue speranze... i tuoi grandi progetti?
JOHAN Ti sbagli, amore mio, era mio padre ad avere grandi speranze, grandi progetti per me ...
MARIANNE E tua moglie? Eh? Che dice tua moglie?
JOHAN Mia moglie? Anna? Mia moglie dice che mi vuole bene. A lei non importa che io sia intelligente, ambizioso... che io abbia successo. Posso essere stanco, noioso, insopportabile, per lei èlo stesso, dice che le do sicurezza. Che cos'èpoi questa sicurezza io non lo so... però... Mia moglie non vuole nessun altro che me. Questo fatto èal di làdella mia comprensione.
MARIANNE (Cambiando tono) Beh, hai vinto alla lotteria, Johan.
JOHAN Allora non dovrei tradirla con te.
MARIANNE Forse ci ami tutt'e due.
JOHAN Penso che provare amore sia un dono speciale. Tu ce l'hai. Io questo dono non ce l'ho. Io sono un bambino... di cinquant'anni.
MARIANNE Lo so.
JOHAN Ho fatto una fatica improba ad ammettere che sono un bambino con i genitali troppo sviluppati. Per me l'unica salvezza èuna donna con un fortissimo istinto materno.
MARIANNE Ne so qualcosa. Ma mi racconti solo questo? Che sei un bambino pieno di peli? Che
banalità. Pensavo mi volessi confessare qualche tua nascosta ossessione criminale.
JOHAN Ma io sono banale, Sono ovvio. Per questo non sono mai diventato adulto. Perchédovrei diventare adulto? Questo vorrebbe dire che dovrei farcela da solo, a vivere. Pensa: dovrei persino prendermi delle responsabilità.
MARIANNE Che terribile delusione, amore mio.
JOHAN Perché? Io non voglio maturare. Ecco perchémia moglie Anna èuna buona moglie.
MARIANNE Povera Anna.
JOHAN (Sorridendo facendole il verso) Povera Anna… che tono falso. Parliamo di te piuttosto ...
MARlANNE (Ridendo) Non dovevamo andare a cena?
JOHAN No.. no... non fare la furba. Come va con tuo marito. Come sìchiama... Henrik?
MARIANNE Tutto sommato èstata una sciocchezza sposarsi. L'abbiamo fatto come per gioco.
Posso dirtelo? Era una storia di sesso, di sesso e solo di sesso.
JOHAN Oh! Oh! Capisco.
MARIANNE Sai? Da quel punto di vista Henrik ècome dire? .. Straordinariamente,
incredibilmente convincente.
JOHAN Beato lui!
MARIANNE Ma nonostante questo non sento nessuna dipendenza da lui. Posso stare con lui... e
va bene. Posso stare con te... e va bene... E posso stare anche con un altro... va bene lo stesso.
JOHAN Ed èquesto che tu chiami libertà?
MARIANNE Oggi èquesta la mia libertà.
JOHAN Allora va tutto per il meglio. (Cambiando tono) A parte il fatto che mi dàun fastidio terribile.
MARIANNE Ah! Ah! Lo sapevo che non volevi sentire la verità.
JOHAN (Violento) Cosa vuoi che mi freghi dei tuoi orgasmi con quello stronzo straordinariamente, eccezionalmente libidinoso e dell'afflusso sanguigno al suo smisurato organo virile? Sono veramente ammirato dalla tua emancipazione. Èemozionante. Perchénon ci scrivi un romanzo erotico?
MARIANNE Ti prego, perchévuoi sembrare piùcretino di quello che sei?
JOHAN Ti dico che non me ne frega niente!
MARIANNE Ah sì? Mi sembra esattamente il contrario!
JOHAN No... no ti sbagli, amore mio. La tua pienezza sessuale non èche un avvenimento in mezzo a tutte le meraviglie che la vita ci offre. Pensa a tutto quello che abbiamo imparato. Pensa a tutta la saggezza che abbiamo acquistato attraverso le lacrime, attraverso le sofferenze. Èmagnifico! Èmiracoloso! Finalmente ci siamo scoperti! Abbiamo avuto la rivelazione di noi stessi. Non ècosa di tutti i giorni. Uno si accorge della sua assoluta pienezza e l'altro della sua assoluta vuotezza. Tu sei grande, grande e io piccolo, piccolo. E tutti e due eccoci qua, a parlare delle nostre dolci metà. Sono quasi qui con noi, recitano la stessa pièce. Possiamo quasi toccarli. Oh, Anna, anche tu qui? … Henrik, prego, accomodati! Sembra tratto da un manuale sull'arte di vivere. L'analisi totale. La conoscenza senza limiti. Una partouze mentale al massimo livello. Ma, scusa, non lo sopporto.
MARIANNE (Tristemente) Lo so che cosa vuoi dire, ma non penso che sia cosìterribile.
JOHAN Sai qual'èla differenza fondamentale fra te e me? L'uomo ha raggiunto la totale consapevolezza su tutto. E dietro questa totale consapevolezza c'èla totale assenza di significato. E io la rifiuto. Tu no. Io non posso vivere con questa specie di luce fredda che illumina i miei gesti. Ie mie azioni, i miei sentimenti. lo ho bisogno di qualche cosa in cui credere.
MARIANNE Io non sono come te.
JOHAN Me ne accorgo.
MARIANNE Al contrario di te, io lotto, resisto. E mi piace farlo. E mi fido del mio intuito, del mio buonsenso e del mio sentimento.
JOHAN Ma che brava!
MARIANNE E mi piacciono le persone. E amo i compromessi e le piccole menzogne di tutti i
giorni. E mi piace trovare un accordo su tutto.
JOHAN Perchénon fai della politica?
MARlANNE Ti sto annoiando?
JOHAN Non fai che predicare.
MARIANNE Non parlo più.
JOHAN Giuri che stasera non rivelerai piùveritàassolute?
MARIANNE Giuro.
JDHAN Giuri che non parlerai piùdel tuo campione mondiale di erezione?
MARIANNE Non una parola su di lui.
JOHAN E credi di potere - nella misura del possibile, ripeto, nella misura del possibile -limitare di un poco la tua illimitata forza femminile?
MARlANNE Ci proverò.
JOHAN Allora andiamo a dormire.
(Durante la notte Marianne si sveglia e urla in preda al terrore. Johan accende la luce e cerca di abbracciarla per calmarla, ma lei si libera della stretta, salta giù, comincia a camminare avanti e indietro.
Johan aspetta in silenzio che dica qualcosa)
MARIANNE Perchéfaccio sempre questi sogni orrendi?
JOHAN Forse non hai digerito qualcosa.
MARlANNE Pensi che sia questo?
JOHAN Altrimenti bisogna pensare che nel tuo mondo cosìpreciso e ordinato c'èqualcosa
che ti sfugge.
MARJANNE E che cosa?
JOHAN Come faccio a saperlo?
MARIANNE (Va verso di lui) Abbracciami, ti prego. Senti come sto tremando.
JOHAN Allora racconta... che cosa ti ha fatto paura,
MARlANNE Ecco... Siamo su una stradina stretta stretta, terribile... pericolosa, e io voglio che tutti ci prendiamo per mano... che stiamo tutti aggrappati, l'uno all'altro. (Trema ancora) E a un tratto mi accorgo che non ho le mani. Ho solo dei moncherini orribili che finiscono all'altezza del gomito. E non riesco ad aggrapparmi, non ci riesco e cado... cado su delle sabbie mobili. E tutti voi siete sulla stradina aggrappati e io no... non riesco a raggiungervi, ad aggrapparmi.
JOHAN (Teneramente) Che sogno brutto… adesso èfinito... va bene?
MARIANNE (Dopo una pausa) Johan ...
JOHAN Sì amore mio.
MARlANNE Credi davvero che viviamo nella confusione piùtotale?
JOHAN Tu ed io?
MARIANNE No, tutti gli uomini.
JOHAN Mah! Che cosa intendi per confusione?
MARIANNE Paura, incertezza, follia. Confusione. Quando uno sente che dentro séstesso, in fondo a séstesso, che tutti quanti stiamo scivolando giù.... giù. E non possiamo farcìniente.
JOHAN Sì, penso di sì.
MARIANNE Johan?
JOHAN Sì, amore mio.
MARIANNE Ci siamo lasciati sfuggire qualcosa di importante? Di essenziale?
JOHAN Tutti gli uomini?
MARIANNE No. Tu ed io.
JOHAN E che cosa?
MARIANNE Qualche volta, io so esattamente quello che tu pensi, quello che senti e allora.. provo una grande tenerezza per te. E mi dimentico quasi completamente di me stessa. Capisci cosa voglio dire?
JOHAN Sì, capisco cosa vuoi dire.
MARIANNE Johan...
JOHAN Sì, amore mio.
MARIANNE A volte provo un grande dolore perchépenso di non avere mai amato nessuno. E penso anche di non essere mai stata amata.
JOHAN Credo che dai troppa importanza a questo.
MARIANNE (Sorridendo) Davvero?
JOHAN Non lo so. lo posso solo parlare di me, lo penso di amarti, così, nel mio modo imperfetto, egoista. E penso anche che tu mi ami nel tuo modo emotivo e violento. Tutto sommato penso che noi due ci amiamo. Così.. in modo imperfetto... terreno.
MARIANNE Lo pensi davvero?
JOHAN Se te lo dico... solo che tu sei talmente esigente.
MARIANNE Èproprio così.
JOHAN Scusa, siamo qui seduti. Io sono qui che ti abbraccio. E siamo tranquilli, così, in piena notte, in una casa buia, in qualche parte del mondo. E tutto questo secondo te che cos'è? Solo simpatia? Sesso? Dovere di assisterci a vicenda? Tra esseri umani? Non so, io credo che questo sia amore... se poi invece èun'altra cosa... non lo so, non ho abbastanza fantasia per immaginarlo.
MARIANNE Èvero... tu non hai proprio fantasia... possiamo restare cosìtutta la none?
JOHAN Ah no!
MARIANNE Perché?
JOHAN Perchého la gamba destra anchilosata e il braccio sinistro praticamente slogato. Poi sono morto di sonno e ho freddo alla schiena.
MARIANNE Allora andiamo sotto le coperte.
JOHAN Èmeglio.
(Si mettono a letto. Spengono la. luce. Si appiccicano uno contro l'altra. Nel buio si sentano le voci)
JOHAN Buona notte.
MARIANNE Buona notte, amore mio.