Se chiure na porte s’arape… Nu cunvento

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Posizione siae :Nellantonio Aprea

POSIZIONE N.216006

All’autore farebbe piacere essere contattato per eventuali cambi 3389932568

il teatro di donna peppa

presenta

“90‘o popolo, 72 ‘a meraviglia e 33‘e monache

Ovvero

se chiure ‘na porte s’arape….. nu cunvento

                                                                                          

Di

Antonello Aprea

2011

                                                                                                                                                                              

Personaggi                                          Interpereti  

MARIANNINA                                               Teresa di Rosa

GIOVANNI                                                   Antonello Aprea     

PATRIZIA                                                    Gelsomia Ascione

ROSELLA                                                     Enza Ascione

GEGGé                                                          Maurizio Gioia

ZI NDONIO                                                 Pasquale Cataletti

CARMELA                                                    Alda Orsino

NINETTA                                                     Arianna Iacomino

BIASIELLO                                                  Giuseppe Argento

MADRE BADESSA                                     Sysy Di Giacomo

DOTTOR DOMENICO Santarpia                  Giancarlo Sorrentino

MARGHERITA                                                Ileana Rivieccio   

MICHELE                                                         Vincenzo Ascione

SUOR  ORTENSIA                                            Antonietta Russo

SUOR RESTITUTA                                          Veronica Ammendola

SUOR CATARINA KAISER                            Valeria Ascione

GIORNALISTA                                                Teresa Pinto

APPUNTATO                              
1° CARABINIERE

2° CARABINIERE

Interno del convento di santa Costantinella , al centro troviamo tre archi che affacciano nel giardino a sx c’è la comune a dx si accede nelle altre stanze del convento, mentre in prima quinta sx c’è una porta che introduce nelle celle, in quella di destra c’è una porta che porta alla cappella .In scena troviamo Suor Ortensia, sour Restituta,  la novizia Margherita con la madre Badessa.

BADESSA. Ma sieti sicure? Avete letto bene? Io me facce e croce a smerza , Badessa e buona….

MARGHERITA. Badessa, non vi sbagliate, la lettera parla chiaro:(leggendo) tra giorni una nostra incaricata si recherà verso la vostra struttura per valutare se è il caso di tenerla ancora operativa.

S. ORTENSIA. Madre Badessa, forza arrepigliateve, sour Restitututa un po di aceto

S. RESTITUTA. Eccolo, eccolo, forza badessa respirate respirate

MARGHERITA. Non ci fate mettere Paura!

BADESSA. ma voi avete capito? vogliono chiudere il convento, il mio convento, chiamate il medico il mio medico

GEGGé. e ‘o sapevo….mo me cummannene a mme

S.RESTITUTA. Geggè va  a chiamare il dottore subito subito

GEGGé . già l’ho sapevo….nfacce chiu’

S. ORTENSIA. Nun fare chiacchiere, forza Badessa andiamo in cella

BADESSA  mi vogliono cacciare dal mio convento, dopo cinquant’anni

S. RESTITUTA. Badessa ,nun parlate accussi, nun facite a malagurio,sono sicura che mo che viene il medico vi tranquillizzate e poi non è detta l’ultima parola

BADESSA. Si . chiamate il medico …voglio il medico…se no muoio

S. ORTENSIA e questa è fissazione

MARGHERITA. Badessa non mi fate impaurire, forza accompagnatela in stanza.

LA BADESSA CON SUOR ORTENSIA E SUOR RESTITUTA VANNO VIA, RESTA MARGHERITA CON GEGGé.

MARGHERITA . Geggè, hai qualche imbasciata per me?

GEGGé. Signorì, vuie me facite passà nu guaio. Oggi non è passato

MARGHERITA. Geggè mi raccomando non parlare con nessuno di questo fatto, io vado dalla badessa.

ENTRA CAVALIERE ALESSIO

ALESSIO Melloni è un politico come tani , vedovo , di solito passa parecchio tempo in convento , aiuta le suore a portare avanti tutta la contabilità.

ALESSIO. Geggè , comme se sente ‘a superiora? Se sente meglio?

GEGGé. Cavaliè è la solita storia, chelle cheste fa ! po appene vede ‘o duttore s’arripiglia ,  però questa volta il molore sembra vero, perchè ha ricevuto una lettera da Roma, pare che ci vogliono cacciare. Cavaliè e comme facimme addo ce iamme?

ALESSIO sciocchezze, stai tranquillo sono anni che  ci minnacciano,ma oggie cosa avete cucinato?

GEGGé. Cavaliè, che vaggia dicere, na vote se cucinava , sti quatte capepezze nun vonne fa niente chiu’, accattene sule sughi pronti , robba congelate e scarfate, cavaliè, si fosse a vuie io nun mangasse chiu’ cca dinte

ALESSIO. Hai ragione, ma da quanto è morta la buonanima di mia moglie io a case nun me fire e stà (si commuove)

GEGGé. Cavaliè,  nun facite accussì ( intanto l’abbracci a e si prende qualche pasaggio)vui abbaste che parlate, io pure me scocce e stà ca dinte, se volete vo vengo a cucinà io ‘o poche ro murzille sestimate.

ALESSIO. Preferisco stare da solo…è meglio Geggè e levete a cuolle….

GEGGé mai dire mai

ALESSIO. ‘a Badessa, addo’ stà?

GEGGé e addo’ po stà? fracete ngoppa a nu lietto

ALESSIO. Allora vado

GEGGé. Andate ..io devo andare a chiamre il dottore..Maronn nun c facce chiu’, sti monache me stanne facenn impazzì, maledetto il giorno che accettai ‘o posto dinte a stu cunventoChesti cape ‘e pezze me fanne asci pazze ‘a mme, ma chelle che porta ‘a bannare è la Madre Badessa, Suor Pancrazia, che pozzene scannà viva viva, ogni due e trè se sente male e chiamme a chillu puvuriello do dottore, tene propiro na fissazione, ma chelle che fanne peggio so le consorelle associate appriesse. Ma po, decimmece ‘a verità, ma che tenene a fa? Quanne proprio s’accirene e fatiche …ricamano, manche e marmellate vonne fa chiu’..sti quatte…. Nzomma maggia sfrastiate, sicondo me se ghieve a faticà dinte ‘a nu cunvento e prievete ‘o muonece ero meglio , ieve buono io e pure llore….Ammennnn.

PRIMO ATTO SECONDA SCENA.

Spaccato di un vicolo napoletano, bancarella di pizze fritte sul lato sinistro dello spettatore di proprietà  Rosella , dall’alto cadono panni stesi , il vicolo è pieno di personaggi  Mariannina si accinge a cantare un pezzo napoletano classico Palcoscenico dopo la canzone Rosella inizia a dare la voce per vendere le pizze

ROSELLA  (dando la voce) mangiate mangiate….calde calde, queste sono le pizze di Sophia Lorenna, che dico Sophia Lorenna, io so meglio ….iamme nun facite  e perucchiuse, accattatavelle…..

Domenico entra in scena e un medico condotto di 35 anni circa , molto distinto si accinge a comprare una pizza, appare molto disgustato dell’ambiente che lo circonda

DOMENICO signora, mi scusi è possibile una pizza ?

ROSINA come non è possibile, la voleta con la mozzarella, oppura con la recata?

DOMENICO. Signora, volete dire origano?

ROSINA Propeto cosi’ Recheta come dite voi

DOMENICO . vabbè lasciamo stare

ROSINA ecco a voi

DOMENICO ma è fritta?

ROSINA certa….

DOMENICO ma che olio usate?

ROSINA. Un miscuglio di uogli e anche la nzogna

DOMENICO quindi non sapete la provenienza?

ROSINA. Certo  dalla casa nostra acca ddereto

ZI NDO. dotto’ ma mo vulessem fa e nalese a luoglio, nun ve preoccupate mangiate a mai nisciune le venute niente.

GEGGé  DAL FONDO DELLA SALA

GEGGé, Dotto’ a tempo a tempo,  la badessa ha ricevuta una letter da Roma e si è sentita male dinuovo, currite, vuie mangiate ‘e pizze?

DOMENICO.  Ma sei andato a prendere quello che ti ho detto, questa mattina ,in farmacia? Non mi guardare in faccia come uno stonato, devi andare in farmacia a comprare della soluzione rinfrescante

GEGGé. Ma pecchè ci brucia alla baddessa? Laaaaa….

DOMENICO suluzione rinfrescante per lo stomaco, fai presto

GEGGé dotto’ ma vuie ‘a crerite ancora? Chelle appena voi ve ne andate già sta fresca e tosta, sparagnammele sti solde.

DOMENICO. Tu parli bene perché non sei medico, però capisci che io devo fare il mio dovere, forza non fare chiacchiere , che io devo andare a casa ,oggi pomeriggio ho lo studio , ancora devo pranzare.

GEGGé. Dotto’, a voi ci vuole qualcuno che vi governa,

DOMENICO. Caro Geggè, io sto in cerca, ma in giro ci sono troppe ragazze capallerte, io cerco una ragazza di famiglia.

GEGGé. Che sape cucinà

DOMENICO . bravo

GEGGé. Lavà e stirà I panne?

DOMENICO. Benissimo.

GEGGé. Pulire la casa come una chiesa?

DOMENICO. È un sogno

GEGGé. Quante ‘o marite s’arritire a sera se sape sta zitte?

DOMENICO. E addo  ‘a trovano accussi?

GEGGé. Eccomi….sto qua…

DOMENICO. Geggè???? Pe favore…vai in Farmacia, ci vediamo in convento

GEGGé.  vuie ‘o buone non ‘o sapite considerà…..maronna famm je in farmacia , aspettate nu momento, me date na pizza?(azione) grazie, io corro in farmacia, maronne stanne pure chesti doie ccà

SUOR ORTENSIA CON SUOR RESTITUTA

S.ORT  GEGGé, tu te magne a pizza? chella a badessa sta arruvutanne ‘o convento

GEGGé. Nu memento, io maggia fermate a parlò ca cumpagna mia Pasquale,, na vedeve a tantu tiemp, corro in farmacia CCIà ccià..(VIA)

DOMENICO. Ma se appena un’ora fa sono venuto a visitarla e non ho trovato nulla di rilevante.

S. REST. Dottò,vuie già la conoscete, oggi non è giornata, ha ricevuto una lettere   da roma la quale l’ha scossa assaie?Ma che vi state mangiando?

DOMENICO una pizzetta fritta, ma non sono convinto perché ho paura che usano olio di scarsa qualità

S.REST. facite assaggià a mme (mangia avidamente tutta la pizzetta) nooo è buonaaaa….

S.ORT. è pure finita

DOMENICO. Menomale che la volevate assaggiare…vabbè non fa nulla meglio così

S. REST. Mannaggia dottò, vedete, io tengo questo problema, non riesco a frenarmi, ma poi diciamoci la verità, noi già facciamo una vita di privazioni….

DOMENICO lo stesso problema lo tiene la madre badessa

S.ORT anze chelle fa peggio, dice che non mangia nulla…,annanza a nuie, poi di nascosto s’agliotte tutte e pruvviste

S.REST e buccaccielle e marmellate e fa chiagnere…nfizze chelle dete aritne e allecca.

ZI NDO. Suorelle, iamme non vi facete precare accattatavelle na pezzella

S.ORT. e come facciamo, noi soldi non ne abbiamo viviamo di carità ..

S.REST se ci facite a carità, nui cia pigliamme

ZI NDO. Suorella anche noi viviamo di carità, se vuie ce facite a carità e va accattà nuie va damme….

DOMENICO ho capito ve le compro io

ROSELLA e bravo ‘o dottore….iamme mangiate sorelle….

S.REST. grazie dottò, avete fatto un opera di carità, io  a quest’ora devo mettere qualcosa nello stomaco se no svengo

ZI NDO. a doppe chi l’aize acca nderra?

ENTRA IN SCENA SUOR MARGHERITA LA NOVIZIA ACCOMPAGNATA DA MICHELE I due entrano di corsa e quasi affanando, Margherita è impacciata per la presenza di Michele

MARG. Voi state qua? Alla badessa gli stanno venendo svenimenti uno dietro l’altro

S.ORT. stiamo venendo , adesso abbiamo trovato il dottore e stavamo venendo

S. REST. Aspettate, tanto quella non muore, mangiammece nata pizzella calda calda

DOMENICO. Andiamo in convento  che è meglio …

S. ORT. Margherità , ma chi è questo giovanotto che ti porti appresso?

MARG. È un bravo giovane che ho incontrato per strada e ….

MICH. Si proprio cosi’ l’ho incontrata casualmente …ma io non la conosco affatto , l’ho vista tutta preoccupata e ho detto

ZI NDO. Mo n’approfitto…e na bella munacella..azzuppo, è overe guaglio’…e fatte buone

MARG. Ma che dite? Io non sono il tipo che mi lascio azzuppare con il primo che mi capita

S.ORT. e nemmeno il secondo…bellè tu stai pigliando i voti

ROSEL. Brava, che vote tene? Va bene a scuola?

ZI NDO. Siente a chestata scema…..

MICH. Comunque …io tolgo il disturbo, le vostre consorelle le avete trovate io vado via

MARG. Aspetta Michè…aspettate , come vi chiamate?

ZI NDO. A femmene e sempe femmen…..

S. ORT . suor restitua è meglio che andiamo….è molto meglio è vero Novizia Margherita?

MICH. Margheri’ …sorella..

S. ORT. Fratello…..è meglio che andiamo

MICH. Ma vi giuro che non la conosco affatto…

ZI NDO. Guaglio’ fai peggio, è meglio che te stai zitto…

S. REST. Facciamo presto andiamo in convento

VANNO TUTTI VIA TRANNE MICHELE

MICH. (con lo sguardo segue Margherita)

ZI NDO. Guaglio’ te mise dinte a nu guaio grusso…

ROS. È vero…secondo me è meglio che vi fate prevete…accussì forse fate meno peccato..

MICH. Ma che decite? La verita è che quella non si vuole fare suora, ma siccome che non ha i genitori ha solo un fratello è una sorella i quali la chiusero in questo convento quando morirono a mamma e o pate, adesso gli hanno imposto la vita ecclesiastica…..che vi devo dire? Dateme na pizza

ROSE. Facite buone mangite e accussi vuttate l’amare abbascio

MICHELE PRENDE LA PIZZA E VA VIA

ZI NDO. Che crudeltà…. Chiste so nummere sicure  ‘o giovane e a figliola dimane me ghioche(URLANDO FACENDO SALTARE A ROSELLA) Iamme …allucche chiu’ assaie , datte da fa’ che ogge perlomeno ‘e vennere cinquiciente pizze

ROSELLA he!... ne vengo mille…statte zitte, iamme accattatavelle…le pizze di missa Pummarola

ZI NDO tiene mente chelle se fruscia ancora, l’unico concorso e bellezze che poteva vincire era chille e missa San Marzano, appunto miss Pummarola

ROSELLA embè che tine a dicere? Intanto io l’aggia vinciute a faccia e tutte quante (dando la voce e cantando) Miss Pummarola

ZI NDO tienemente, chelle a capa e propria partuta…iamme mbaste, frie sti pizze

PATRIZIA  (venendo dal vicolo tutta “sbattuta “ è la classica ragazza dei vicoli dei quartieri Napoletani , pronta sempre a cantare e a litigare) A zi’ Mammà addo sta? Me servono na cusarelle e solde . aggia viste nu pare e scarpe ra  reccemonde arriginale e coppe e bancarelle troppe belle e ppo’ aggia viste nu cazone che me fa addeventà secca secca

ROSELLA ma vide nu poche ? chelle invece e ce cercà o pate che’ è l’omme e casa ‘e cerca ‘a mamma, bello rispetto ,tenite pe papà vuoste

ZI NDO ma nuie ‘o sapimme che‘o cazone dinte a’ case ‘o porte nepotema Mariannina, chelle a quante è nate che se fa rispetta’,avita pensà che appena nata a vammana a jetta a piglia’ e essa cu na superbia a vuttaie pe llaria, comme avessa vulete dicere : lievme mane a cuolle!….

ROSELLA che esagerazione, vuie ve ne approfittate che mio fratello è troppo un signore

ZI NDO  essì, ‘o signore, chille nun è capace e purtà na mesata ‘a casa, se mise dinte e scavi e Pompei a fa guida per i turisti, ma chille nun sape niente e piglie pe fess a chille puverielle…

ROSELLA iamme ferniscele e nzurdà a mio fratello..chille che ce po ffà, a maggior parte de turiste so cinese, isse nun e capisce lore nun ‘o capiscen, chille e pigli e porte cammenanne, na vote e scave stene chiuse pe sciopere, chille buone facette e purtai ccà….tante,sti case noste parene tanta scavamiente e Pumpeie

PATRIZIA       a zi’ papà e troppe pesante e subbite s’avvilisce , e ppo’ se mette    appaure e tutte cose, ve site scurdate che l’altra sera sti fetiente  e dinte ‘o vicolo facettere scuppìa nu petarde e papà se ne fuiette sotte ‘o liette da paura dicenne che era scuppiate a guerra

ROSELLA in tutti i modi avita tene’ rispetto pe papà, i solde l’avite cercà a isse

GIOVANNI E DETTI

GIOVAN.  Ma fatte e fatte tuoie! Se chelle ce vo cercà a mamma , lasciala stare. Nun te mettere sempe ammieze

ROSELLA       Giuvà ci vuole rispetto rispetto, iamme mangiate so cavere cavere….

PATR. ‘a zi avite viste? Io a papà si ‘o cerco e solde ‘o donghe fastidio

ZI NDO. Addo stanne chiu’ ‘e pate ‘e na vote?

GIOVAN. Rusè , stu fatte l’hai misi tu mieze? si state sempe a ruvina mia, io non ho capito perché si rimaste cu mico, dovete sapere ch io facevo il funabulo

ZI NDO. ‘o sunnabbule?

GIOVAN. Funabulo…’o zi, funabulo,

ROSELLa. Cammenava ngoppe o filo mieze  ‘e feste ‘e piazze, e io a sotte cammenave co piattino

PATRI . Teneve ‘o poste dinta ‘a banca, che lavoro di lusso

ROSELL. Facevamo grandi turnè, a gente ci acclamava

ZI NDO. Posso immaginare, ma po cosa è succieso?

GIOV. Sta scema, dicette : mo che saglie  accorte e muschill, pensavo io ,po essere mai ad un altezza di 20 metri ce stanne e muschille? E cosi’ fu’..nu muschille se mettette e poste e me vuttaie a coppa a funa abbascie

ROSELLA menu male che steve io a sotte…

GIOV. ‘a schiattaie….a sta meza matta, dinte a na bancarella e fiche vuttare, appena arape ‘a vocca chesta ci dobbiamo stare accorti

ROSELLA. Ve site fissate ngoppe a stu fatte

PATRI. A zi’ pero’ papà ave ragione. L’atro giorno mentre faceva ‘o cafè dicette: sta machinetta se fatta tropa vecchia chisà qua juorne e chiste scoppia, due secondi e a machinetta scuppiaie

GIOV. Avita viste? quante chesta sentezia quaccosa è pericolosa.

MARIANNINA  (da dentro urlando)Ne miss pummarola? Addo staie? Che tanna accirere viene accà ma     tu stamatina che me ditte appena te si scetate?

ROSINA          io nun me ricordo!

 MARIANNINA. Non ti ricordi? E spremmeti un  poco le gerevella fracete che tiene! io m’arricordo  bbuono, ‘a miss, appena se scetate, c’ha fatte? Se ghiute a lavà a faccia , pecchè io,  aggia dicere ‘a verità è pulita a cristiana, ogni matina se lave acoppe e a sotte una continuazione, comme chi sa, che tenesse a fa? Nzomme se lava a faccia e dice : Maronna mia a dinta a sti tubbe invece ‘e lacqua aiesce ‘o ffuoco?

GIOVAN. U maronna mia nun mo dicere!!!

MARIANNINA . nzomma io poco fa aggia jute arrapi’ a funtana e’ asciute na fiammata ‘a dinte

PATR u maronne chille è venute erricuccio ‘o stagnaro accuncià ‘o scaldabagno

MARIANNINA infatti, a isse aggia chiammate, il quale, sicondo me , se nzallunate , forse pecchè qualche zucculella se mise a tuorne e la fatte sbarià e a mbrugliate e tubbe  e l’acqua co   chille do gas

ROSELLA ma io stamattina nun ce steve quante è venute arricuccio, nun l’aggia fatte nzallanì io

MARIANNINA io percio’ ho detto zucculella, se ce l’avevo cu tico, usavo il maggiorativo di maggioranza…io ce laggio cu chesta!

PATRI. Mammà …mica alludete a mme?

MARIANNINA  P’ammore e Dio ,  mica ho detto che ce l’avevo con Maria Coretti?E cu chi ce l’aggia ave? Cu zi ndonio?’O cu patete?

ZI NDO cu mico? E io che c’azzecco? Apparte il fatto che io non appartengo alla razza omosessuata….e poi io a matina dorme fino a tardi. In tutti I modi chiste so altri numeri (dice I numeri)

MARIANNINA. ‘o zi vuie cu chiste nummere c’avite scucciate, v iucate tutte a pensione e nun acchiappate manco n’ambo sicco.

GIOV.  io a matina tengo ‘o che fa mio, vache a purtà ‘o mangià ‘o micione da signora Scoppolecchia.

MARIANNINA. Chiste è natu vizio e stu veziuse. Adda da’ a mangia’ a miciona da signora scoppolecchia ogni mattina, io stu fatte nun ‘o capisco

GIOV. Accuminciamme nata vota? Tu ossaie  chelle a signora ce tene che o micione adda mangià le alici freche ogni mattina, mi ha cercate ‘o piacere che ogni mattina gli devo portare

MARIANN. ‘o pesce a signora…famme sta zitte…Nennè allora ‘e capite che sta canzona vene a te?

PATR. Mammà , ma io aggia vedè e mi sistimà, apparte che nisciune me guarda perché me sto facenna troppa chiatta, a proposito aggia viste nu cazone ngoppe a bancarella e Michele ‘o stilista che me fa addeventà secca secca..

MARIANNINA. Mo accuminciamme a fissazione da chiattezza…

 PATR.. Mammà, io fra poco ‘o pantalone nun m’ ‘o pozzo mettere cchiù.

MARIAN.     E sa’ che tragedia! Chello n’atu ppoco è, se sforma addreto e nun s’ ‘o po’ mettere cchiù manco pateto. Io e panne e cheste ce conge nguolle o pate

GIOVANNI. Mo aggia capite o pecchè cierti cazune quante mi mette me fanno delle forme esagerate..

MARIANNINA. Nun te fruscià…sule arrete te fa a forma annanze nun se move niente…

PATRI.          Eh, ‘o ssaccio. Vuie dicite “Cu chisti guaie pensammo a te si te faie secca o te faie chiatta?” E avete pure ragione. Ma io tengo vint’anne, mammà, pe’ me ‘a chiattezza è na tragedia!

MARIANNINA. Ma dispunne a me! ma tu addo’ si chiatta?  

PATRI.          Che freva! (mostrando il sedere) Ma pecchè, mammà, vuie comm’ ‘o chiammate chesto?

MARIANNINA.      POPO,’ sederino

GIOVANNI.            Culo.

MARIANNINA . sei proprio uno zingaro

PATRI.          E invece no, mammà, chesto se chiama cellulite.

MARIANNINA.      Ah, mo se chiama accussì? E che ne saccio io ca no cagnate ‘o nomme a tutte cose? Insomma tu che vuò, ‘a cura dimagrante? E nunn dà retta, nun t’ ‘e magnà ‘e patate papatine e schifezze varie

PATRI.          (con voce crucciata, prossima al pianto) E grazie!

MARIANNINA.      (contraffacendola) e prego!

ROSELLA.    Ma, insomma, che tene sta guagliona? Che va truvanno?

MARIANNINA.      Ma truvanno nu cavecio int’ ‘o cellulite.

ZI NDO.        Che cosa?

MARIANNINA.      No, Zi Ndo’, levateve ‘a miezo, è ‘na parola troppo difficile pe’ te.

PATRI.          (scattando) ‘o llardo ncuollo, o zì, chesto tengo, ‘o llardo!

MARIANNINA.      S’è fissata ca tene ‘a tendenza a se fa chiatta, ‘e capito? Va truvanno ‘a bellezza ‘a int’ ‘e patane!

ZI NDO.        Eh, e ch’è scema? Chella è nu tipo accussì fine.

MARIANNINA.      (a patrizia) ‘O ssiente, chiattò, ‘o ssiente?

PATRI. Mammà , mo basta . me ne vache a casa, e oggie nun mangio e nemmeno dimane…..

MARIANNINA. Sparagnamm..tante già ‘o sacce chell mo va a casa e se mange pure e piere de segge…

CARMELA NINETTA E DETTI

Carmela è una classica donna dei quartieri, sempre impegnata ma non fa mai nulla, NINETTA è la figlia moscia moscia che quando parla fa cadere le braccia

CARMELA Buongiorno a tutti ca mana attuorne….rusè aroppe me manne cinche o sei pizze a case po giovane

ROSE. Quale giovane?

CARMELA po giovane che tiene loche….

ROSE. Zi ndonio?

CARMELA brava pe chiste

ZI NDO. No donna carmè nun sacce si pozze veni’ aggia vedeè si me danne ‘o cunsenso, io so troppe peccirille

CARMELA uè senza che fai ‘o spirete e patane, a napule chi porte e pizze a casa se chiamme ‘o giovane, pure si tene cient’anne comme a te.Cummara Marianni’ a vuie cercave, oggi è venute ‘o cavaliere ‘o padrone e case e ha ditte che o mese prossimo ci’aumete

MARIANNINA. C’ha ditte? …

CARMELA ce da l’aumento..ha ditte accussi’ è vero a mammà

NINETTA (PARLANDO COME UNA MOVIOLA) si è vero ha detto che ci aumenta

MARIANNINA (contrafacendo) cosi’ ha detto e come facciamo

GIOVANNI. (CS) andiamo a rubare?

CARMELA cheste so cose ‘e pazze cummà, ma noi qua dobbiamo prendere un provvedimento, io comunque ce l’aggia ditte, aggi ditte: Cavaliè….Ninè a mammà,dincelle a cummare che ci ho detto?

NINETTA (sempre con effetto moviola) mammà c’ha ditte: Cavaliè, ma che ve site mise ngape? E poi…

MARIANNINA. Ninè …aggia capite tutte cose…statte quiete nun voglio che te sbatte pe me cuntà stu fatte

GIOVANNI. È overe sta figliola si agita troppo assaie

CARMELA. È ansiosa, va sempe e pressa…dunque cummà io aggia parlato ca sig. scoppolecchia a quale ha ditte che pe essa nun è cosa e se ne va i case e ha ditte che a gatta a lascia a vuie

MARIANNINA. Scoppolecchia se ne va i casa? A chi adda lascia sta bestia ? nuie Nun nu putimme mangià nuie damme a mangià pure a gatta?

GIOVANNI. Chille e nu lione, se mange nu chile e alice a vote

MARIANNINA stu fatte nun è chiare, sicondo me a gatte e figlie a te!

GIOVANNI. Ma che dice a gatte e figlie a me? e che facce  e mucill….

MARIANNINA. E che ne sacce, dint e a vicchiaia ,co poche da meno pause che cumbine…stu fatte nun me chiare….troppe n’attaccamente, ogni matine appene se sosse, va addà ‘o pesce a chell…po parlamme e mi spieghi tutto

ZI NDO. Marianni,’bello do zio, chiste so altri numeri, pensannece buone a gatte c assumiglie pure….

MARIANNINA. E’ overo ‘o zi, mieze a capa ce manchene e pile comme a isse e po’ e na piezza e gatta aveta aveta…

GIOVANNI ma chiste so scieme …ma avita perza ‘a capa sta jurnata?

MARIANNINA. Stai zitto fedigrafo…..

ROSELLA. Iamme ia….e mai possibile na cose ‘e chesta?

MARIANNINA. Tu statte zitte ch’è meglio . mo famme risolvere ‘o probleme do padrone  ‘e casa e doppe indaghero’ o fatte da gatta….

ROSELLA. Ma dico io, stu padrone e case nun ha capito che ‘o palazzo a nu mumento a nato po carè….

GIOVANNI. Comme ‘e ditte?

ROSELLA. No dicevo

MARIANNINA. Statte zitta….cionga a lengua

GIOVANNI,   ZI NDONIO E MARIANNINA INIZIANO A FARE VARI SCONGIURI

GIOVANNI. Mo’, che ha parlato Rusella, ‘o palazzo cade sicuramente, e addo’ ce ne iamme? Addo?

MARIANNINA. Maronna mia ….tenghe na paura

ROSELLA a voste e fissazione ….cummara Carmè , dicono, che appena dico io na cose chella succede…

CARMELA . Ma nun vi fissate …credite ancora a sti cose

ZI NDO. sono coincidenze , e basta.

ENTRANO DI CORSA PATRIZIA E BIASIELLO FIGLIO DI DONNA CARMELA

BIASIELLO. Mammà , mammà è succiese na disgrazia

PATRIZIA. E che paura mamma mia bella

MARIANNINA . uè ma ch’è succieso?

BIASiELLO . donna marianni’, mammà sta carenne o palazze nuoste

MARIANNA. Miss pummarola? Vide ca si sempre tu?

GIOVANNI. Zi Ndo’ e questa è un’altra coincidenza?

CARMELA. Allora avite ragione? Onna Rusè , vuie cugliete ‘e chesta manera?

NINETTA. Mammà facimme anbrassa corriamo a vedere

PATRIZIA io steve affacciata fore ‘o barcone all’intrasatte o visto un rumore e una preta catere

BIASIELLO. E se ne carute o cornicione ‘o quale s’ha purtate appriesse ‘o balcone da signora scoppolecchia

GIOVANNI. U madonna mia….Me sente male..(sviene)

MARIANNI ‘o saccio io pecchè te siente male, tu pienze a filglieta

ZI NDO e mmo comme facimme addo’ ce iamme a cuccà chesta notte?Patri conteme tutto ‘o fatte, che so sicure che chiste nummere  escono.

ROSELLA io penso di …

MARIANNINA. Tu è meglio che nun arrape proprio la bocca, si no chi sa che cataclisme fai succedere

CARMELA. Overe cumma’ , nuie, addo ce ne jamme chesta notte?

MARIANNINA. Aspettate cummà, sta a cummare da Nuziatese ‘a coppe ‘o balcone  ‘c’aggia spia ch’è succiese!: Cummà ch’è succiese?

VOCE REGISTRATA SIGNORA TORRE ANNUNZIATA

MARIANNINA.Avite ragione, cummara Carmè ho deciso seguitimi Dint ‘o cunvente, occupiamo il convento .

PRIMO ATTO ScenaTERZA

Convento mutamento a vista.

IN scena si trovano Margherita e Michele, che parlano dal muro del convento

MARGHERITA. Quante taggia viste sta matina mieza a via , nun aggia capite chiu’ niente, finalmete aggiua potute senti l’addore tuoie natavota, Michè, io nun c facce chiu’, ccà niscinue me capisce, anze me guarden stuorte, pure e sante a dinte a chiese me guardene stuorte,  ‘e hanne ragione, ma ‘a ragiona mia ‘a chi ‘a conte?

MICHELE. Margherì, prima ‘o poi stu turmiente deve finire, parla nata vota cu fratete, mica ti puo’ obbigare?

MARGHERITA. ‘e na parola! Chille ‘ormai sono convinti di questa cosa, e da qui dentro,  nun me fanne asci chiu’, stai sicuro….

MICHELE Margheri’ l’unica cosa ,te nè fa caccià, e…

MARGHERITA ma che dice? Sti cose io po nun e facce! (poi risoluta) stanotte, viene stanotte e…. ne parlamme

MICHELE. Che parlamme ?nuie nun putimme perdere tiempe a parlà

MARGHERITA. Michè , è vero , io non ho la vocazione, ma il comvento sta attraversando un brutto periodo e se vado via pure io la chiusura è certa. Poi mi sono affezzionate a queste sorelle, sono un po stravaganti ma mi vogliono bene. (rumori fuori scena) Michè scappa, sento gente . ( michele va via di corsa mntre margherita resta in scene preoccupata per I rumori che ha sentito)

Rumori fuori scena, si sente Urlare geggè contro Mariannina, Patrizia, Carmela,Rosella,Biasiello, Zi Ndonio e Giovanni

GEGGé (di dentro) uèèè, ma site pazze? Addo vulite trasì? Questo è luogo santo, (urlando) è luogo santoooooo….nun alluccate

MARGHERITA, che altro succede? Poi dicono che dentro i conventi si sta tranquilli, a me, sta venenndo l’esaurimento nervoso

Entrano tutti i suddetti in scena       

GEGGè. Questa  è la casa del signore

Zi NDO. Ma quale signore? Questo è un convento

GIOVANNI. Zi ndo’ il signore! (indicando il soffitto)

MARIANNINA. E dicitancello ‘o signore che nuie stamme senza case, siamo senza tetto

CARMELA addo iamme a durmi’ chesta notte, addo’ e purtamme e figlie nuoste?

ROSELLA. Vui site quatte gatte cca dinte , si tratta di carità Cristiana

GIOVANNI. Abbiate pieta, tenimme ‘e filglie…

GEGGé, ma che avete passato, chè succieso?

PATRIZIA. Io stave affacciata al balcone quante allintrasatte ho visto un rumore e se ne cadute ‘o curnicione do palazzo.

NINETTA. Ci siamo messi una paura, io ho corso subbito a casa e stave tutto il fabbrocino per terra.

BIASIELLO. Io l’ho visto chiaro chiaro che cadeva…come una ascenzora, troppo bello, e subbito ho chiamto patrizia e abbiamo allarmato tutto.

CARMELA. Io nun capisco comme nisciune se fatte niente, veramente abbiamo avuto una grazia

MARIANNINA, percio’ nui stamme ccà, ci vogliamo inghinocchiare annanze alla madre Badessa, la quale  lei ci deve fare la grazia di ospitarci nel convento

GEGGé. Comme avite ditte? Qua dentro? U maronna mia, io me facce e croce a smerza qui dentro?

GIOVANNI. E second voi dobbiamo starcene in mezzo alla via?

ZI NDO’ io tengo e dulure a trirece

GEGGé. Ma faciteme capì na cosa ma questo palazzo è caduto o no?

GIOVANNI. Sulo nu curnicione ‘o quale sa purtate nu balcone appriesso

GEGGè. Vache a chiamma’ a Badessa, e sule cheste ce mancave?

ZI NDO’. ‘Ma quale curnicione? Quella erano delle pietre, ma quale balcone? Nu spigolo

GIOVANNI. Sti duie hanna ditte accussi’!

BIASIELLO. Nuie accussi’ c’e parse e vedè

PATRIZIA. Io aggia avute chillu schiante.

ZI NDO. E vabbuo’ chille so guagliune na cosa tanta a fanne tanta

GIOVANNI. , ma vuo’ vedè che apparamme na bella figura e merde ccà ngoppe

MARIANNINA. Statte zitte, chill ‘o palazzo  è fracete, a vota bbona che acchiappame ‘a casa

ROSELLA. Nuie ciorte nun ne tenimme è inutile

MARIANNINA. Giuva’, pero’ to ggiure se sta cosa nun vva bbone io ne caccio a soret a dinte a casa. Chesta appena parla  scumbina tutte cose.

ROSELLA. Vuie site fissate, a ciorta nosta è morta

ZI NDO. Parle pe ttè. (grattandosi) mannagge a morte, cheste me sta facenne cunsummà e cazune a forze  e me rattà

ENTRANO GEGGé, SUOR ORTENSIA E SUOR RESTITUTA SORREGGENDO LA BADESSA; DOMENICO E ALESSIO.

S.RESTITUTA. Ma cosa succede? Cosa? Non vedete che la Badessa è quasi morta  

S.ORTENSIA non si puo’ prendere questi spaventi?

BADESSA. Ma chi ha fatto entrare a questa gente?

GEGGé. Badessa mia, io nu c’aiaggia putute fa niente hanna volute trasì pe forze

MARIANNINA. Badessa , iamme nun ve sbattite, se vui tenite nu poche e core mbiette..

GEGGé. Ne bella cristià, io non sono la badessa, e che m’avita vista vestuta ‘a monaca?

MARIANNINA. Uuuuu…scusate , me credeve che er ‘a badessa cu pigiama

BADESSA. La badessa sono io, silenzio

MARIANNIA. Forze stammece zitte tutte quante, facimme parlà a Papessa

BADESSA. Signora io sono badessa

MARIANNINA. Ma dopo questa parlata che farete vi faranno papessa, se ci aiutate

BADESSA. Questa cosa è impossibile. Dottò, statemi vicino

DOMENICO. E chi si muove di qua state tranquilla.

ALESSIO.Questa è violazione di domicilio, chiammamme ‘e carabinieri

ROSELLA. Jamme, stateve zitte…Maronna quante è bella sta monaca, me pare santa Rita

CARMELA. Noooo ma che dice pare santa Maria Francesca ‘a monaca de quartiere, chelle che fa ascì incinte ….

MARIANNIA. Overe è na bella badessa, pare asciute a dinte a telivisione.

GIOVANNI Badessa,piglio io la parola, nui simme na mappate e palumme,  vi chiediamo un ricovero

ZI NDO.  E ngoppe ‘o spitale …

CARMELA. Badessa ..io tengo  quatte figli, nun putimme stà mieze a via

BADESSA. Ma io non ho capito cosa vi è successo?

ALESSIO. Sono accattoni, vogliono na cose e solde.

GIOVANNI. Se permettete parlo io, Marianni’ permetti?

ZI NDO. Haeee…mo è sicuro che ci cacciano

ROSELLA. Giovà, bella da sora , parle tu, fatte rispettà…..

MARIANNINA. Vabbuo’ Giovà, parla, nun te dico niente, ‘o tiempe ce m’arriposo nu poche.

GIOVANNI. Io sono Giovanni Fioravanti, sono nato nel millenovecento…

MARIANNINA. Era o figlio di Adamo ed Eva, giua’ e tu accumience a tantu luntane?

GIOVANNI e mi devo presentare? Devo dire nomme cognomen e..

MARIANNINA. L’unica cosa azzeccate che tiene mio marito è ‘o cugnomme, Fioravanti, comme a e muorte, mio marito tene e fiore abanti, Badessa in confidenza, tene tutte cose muorte.

GIOVANNI. Ma alla badessa che se mport e stu fatte?

MARIANNINA. E pe le fa capì ca nun sierve

BADESSA. Signora, ma ci sembra che quest’uomo è un santo

ROSELLA .È vero, mi fratello è prorpio un santo, passa stà dinte e schiere e l’angele

GIOVANNI. Uè ruse! Che se muorte?

ROSELLA. No volevo dire che sei un santo quindi…

MARIANNINA.  si comporta come tale, nun se move nun se frecicchea comme se cocchè accussi se scete, come un santo, Badessa, frate e sore, frate e sore

GIOVANNI. Ma te vuo’ sta zitte?

MARIANNINA. No aggià parlà nu poche,…

GIOVANNI. Noi ci troviamo qua, per causo di quell palazzo che sta cadendo

ZI NDO.quello a puntone al vico

PATRIZIA. A volete sapere il fatto del palazzo…io stave affacciata al mio barcone quante all’intrasatte ho visto un rumore….

DOMENICO. Signorina scusate! Mai rumori non si vedono

PATRIZIA ma io l’ho visto, era un piezzo di rumore

DOMENICO. Piezzo? Cosa vuole intendere per piezzo

MARIANNINA. Don limuncì , come dire voi un maroscola di rummore?

DOMENICO ma come parlano?

PATRIZIA. Mamma, chiste è inglese

ZI NDO. Tu spik e pisc?

MARIANNINA. Pero’ no qua Avanti alla badessa..di là, zi ndo’ dicitancelle che nun cacciasse niente nnanze a badessa.

DOMENICO. (parlando piano)Signora io non percepisco una parola di quello che statte dicendo, se parlate piu’ piano

MARIANNINA. (parlando piano)ho ditto a zi ndonio che voio non dovete fare la pipì qua terra nanze alla badessa

DOMENICO. Ma siete impazzita? Io correggevo la signorina per dirgli che I rumori non si vedono

PATRIZIA. Ma io l’aggia viste…mica so cecate

MARIANNINA. Mica e cieca la mia figliola?

BADESSA. Ma si puo’ sapere cosa avete passat?.(Da parte al dottore)Dotto’ non vi mettete in mezzo possono farvi del male

ALESSIO. Badessa, ho capito io, si tratta di quel palazzo che stava per cadere a Forcella, ma poi hanno assodato che il palazzo è stabile

MARIANNINA.Uh, Madonna, stammo ancora a chesto? Mo a chiste mo mange,  il palazzo è sengato

ZI NDO.                    (spiegando) E’ lesionato.

PATRIZIA io sacce sule che ‘o palazzo e fracete

DOMENICO.fracete? signorina? Casa significa

PATRIZIA. Ma tu siente sempe a mme? Siente nu poche a chill’ate?

ALESSIO. Forza tornate a casa , vi ripeto che il palazzo è stabile

MARIANNINA. Badessa dicetancello ‘o marite vuoste che a fernesse.

BADESSA. Marito? Ma quale marito?

ALESSIO. Signora, io sono Alessio Melloni, sono l’economo di questo convento,  io sono figlio della signora pazienza ma anche, purtroppo del signor dovere e perciò sono nato col, cuore largo ma col pugno di ferro.

MARIANNINA. E va bene. Allora io sono Mariannina sacca vacante, figlia del signor panza moscia ma anche della signora fortina capa tosta.

ALESSIO.     Ma, signora, c’è stata una perizia, un controllo. Ci sono stati dei signori ingegneri.

GIOVANNI.             Ma appunto per questo! Noi abbiamo visto ca sò venunte e ci siamo allarmati. Veramente si è allarmata mia moglie con il colpo di grazia di mia sorela rosella.

ROSELLA. Io me ne accorsi che il palazzo stave cadendo

ZI NDO. Ruse tu ce diste a sentenzia

PATRIZIA. Ma quante maie, io vidi il rumore…..

DOMENICO. Di nuovo? I rumori non si vedono…

PATRIZIA. Uèèèè…me stai esaurendaaaaa…

MARIANNINA. Anche perché io, dalla senga di una finestrella, mi sono messa a fare la spia e ho visto che ogni tanto questi ingegneri, squadravano ‘a situazione, parlavano e scapozziavano.

ALESSIO      Ma che c’entra? Evidentemente si scambiavano delle considerazioni, dei rilievi tecnici. Alla fine che cosa hanno dichiarato?

ZI NDO.Che il palazzo non è affatto pericolante, che è perfettamente abitabile.

ALESSIO Appunto, Signora, di chi è la responsabilità? vostra o dei signori ingegneri?

MARIANNINA.‘a responsabilità è d’ ‘e ‘ngigniere, se capisce. Ma ll’osse songo ‘e nnoste.

ALESSIO.  gli ingegneri, non  saranno certo dei pazzi o dei delinquenti.

BADESSA. Signora, si tratta di una responsabilità grave, pesantissima.

MARIANNINA. Ma si, si capisco, ‘a responsabilità è pesante, è pesante assaie.

ALESSIO.     E allora?

MARIANNINA. Ma ‘e palazze ‘e case sò cchiù pesante ancora quanno ve carono ‘ncuollo!

BADESSA.Oh Dio! Sarebbero stati dei superficiali? Ma la colpa cadrebbe tutta su di loro.

MARIANNINA       Ma le prete tutte su di noi.

ALESSIO.     Ma c’è il carcere!

MARIANNINA       Ma c’è il camposanto!

ALESSIO .Oh!

MARIANNINA. E allora, ecco che io, appena accamuffai un poco il fatto chiammaie a tutte quante “Nannì, Pascà, Matalè…” me mettette alla testa e sò venuta ccà.

BADESSA.   Ma perché proprio qua da me? Questa è la cosa che non capisco. Ci sono tanti conventi a Napoli

MARIANNINA.Eh, signora Badessa Io sò stupida ma sò fina. Siamo venuti qua perché voi oramie siete solo Quattro o cinque monache qui dentro, quindi c’è spazio

ZI NDO. Poi io volevo fare un poco di vita di convento, vulevo stà nu poche in grazia e ddio

ROSELLA, io vi aiuto a cucinare , diventiamo una famiglia

GEGGé. Io a vuie ve sacce, vuie site a pizzaiole  e fore ‘o vico, vicine a vuie ce sta sempre chillu viecchie ( Zi ndonuo si mette Avanti per mostrarsi) tutte zezzuse che chiede l’elemosina…ma .. che fine ha fatto?

ZI NDO. Ne , brezzetella, che tiene a dicere, songh’io, ma po chi ta ditte che chiedeve a lemmosene?

GEGGé . accussì me pareve, a vicine si meglio

ZI NDO. Io songhe ‘o giovane da pizzeria.

GEGGé io so Kendi Kendi..’o giovane, fame sta zitte va’

ZI NDO. Io a chiste o faccio male.

BADESSA. Allora signori, Vi ringrazio per la visita,potete andare, io pregherò a santa Costantinella che non faccia cadere il palazzo , ma io qui non vi posso ospitare

PATRIZIA, ‘a visita? Ma perchè ci avete visto co zucchero e cafè mano?

ROSELLA,  e se il palazzo cade questa notte?

GIOVANNI. Che tanna accirere, tut e sta zitta.

ZI NDO. Stanotte care ‘o palazzo

MARIANNINA. Sorella, stamme arruvinate, mia cognoata ha dato la sentenza, ha bocciato a santa Costantinella, ‘o palazzo caro

ZI NDO. E approvato scientificamente, lei è come il lampo che subbito dopo PURPUMM, viene il tuono.

GIOVANNI. I cariette a coppa ‘a funa.

DOMENICO. Non fate I furbi, non fate I cialtroni e cercate di mantenere la calma in questo sacro luogo, anche perchè la badessa è ammalata quindi…

GIOVANNI. Nun ve preoccupate ce lo vediamo noi

MARIANNINA. Dottò se noi restiamo qui, io a faccia arrepiglià io a sta bella Badessa, a racconte duie fatte ‘a pettine ‘a stira, ‘a faccio distrarre nu poche,a metto o smalte, badessa voi dovete tenere fede, voi credete a ai santi?

GEGGé. Ma a quale pizze do munne venene sta gente?

GIOVANNI. Ma quante si sceme?chelle è badessa

MARIANNINA. E ‘o sacce ma quanti vote ce stanne sti badesse testimone e genova? accussi’ dicette a telivisone dinte ‘o Maurizio e costazanzo  in schooo.

DOMENICO. Ma questa è araba?

MARIANNINA. Vi ho capito don limuncì. Non sono arapa, ma se non vi state accorte, parlo marrucchino e faccio arrezze ‘o velo a cape a badessa

PATRIZIA. Mamma ,chiste pare ‘o maestre ‘e scole, to ricuorde? Chille che ozzeppaie ‘o tacche da scarpe nfronte?

CARMELA. Badessa, se vi serve qualcono che ve fa duie servizie, na lavatelle pe terra, io sto a disposizione, songhe na puletessa, Anche per voi sorelle, io sono anche estetista, ve veco chine e pile.

ROSELLA.  Comme a cummare è una grande estetista nuie a cchiammamme Carmela Pelo Pelo,poi la domenica facimme a ficciatella.a tumbulella, io mantengo ‘o panariello

GEGGé. No I nummere e tiro io, cheste è a mano e chiste è o culo ro panare, a mane è libera…

 ROSELLA poi io vi aiuto a cucinare, chi cucina qui dentro?

GEGGè. Nun ne parlamme proprio qua il cibo è un castigo e una penitenza, a proposito e pile Comme ve chiamate?

CARMELA. Carmela a servirvi

GEGGé. Allore me terate duie pile, me facite e ciglie ? o poche e ceretta

ROSELLA.   E comme, chella a cummare e tanta brava, te fa addiventà na miss comme a mme!

CARMELA. Te facci addeventà na pupate.

NINETTA. I te me tte ‘o smalte

GEGGé . e ce miette trent’anne

GEGGé. Badessa pe mme ponne restà , iamme c’accunciamme nu poche, ca dinte parimme tutte scigne, e facimme sta nu poche cu nuie, sta ciacione fa cierte pizze, sour restitu’ ve mbarate nu poche

BADESSA. Geggè,  basta, che stiamo al mercato?

GEGGè. No in convento badessa, scusate se ho incasato un poco la mano , ma io…

 BADESSA. stai al tuo posto, io vado a chiamare I carabinieri I carabinieri (VIA)

MARIANNINA. Azzo’ dotto’ , era chella ca nun se senteva bbona? E a cacciate sta foia?

ALESSIO. Ma come vi è venuto in testa di venire qua?

MARIANNINA. Si sapeve addo stive e case veneve a cas vosta

ALESSIO. Badessa badessa chiamiamo le forze dell’ordine.

ROSELLA. Ma nui simme brava gente nun facimme del male  a nessuno

DOMENICO. Comunque è molto ammalata, ci vuole rispetto rispetto,Badessa, Badessa…(VIA)

MARIANNINA.  Badessa , badessa, ma a chi vuo’ piglià pe fesso?Iamme forze pigliamme poste, ne comme te chiamme?

GEGGè .geggè ,iamme iatevenne , si no chella se ngrife nguolle a mme

MARIANNINA, addo ce putimme sistimà pe nu da fastidio

GEGGé. Ma chelle ha ditto che vene dovete andareeee

MARIANNINA. Essa , ma io no, chiammasse e guardie , e pumpiere a pulizia ma io da qui non mi muovo

GEGGé. Tutto chistu late del convento non c’è nessuno.

MARIANNINA. Va bene forze oganizzatevi, Giovà nui sistemammece ccà, c’è sta pure ‘o ciardinio

CARMELA. Iamme nuie ce ne iamme allà

ZI NDONIO. E io addo me metto? Resto sulo sulo? Io me mette appaura

GEGGé, viene cu mico te faccio visità il monastero, damme a mane?

ZI NDO. Ma… che cape tiene?

GEGGé. Iamme nun te mettere appaure, tu po essere nu pate do mio

Zi NDO. E tecchete a mano

GEGGé. A mme l’uommene mature me piaccione assaie, mo te trovo io la sistemazioene

ZI NDO. Quello che hai pensato già ti dico che non va bene.

GEGGé. Viene cu mico e statte zitto, a tien a pensione?

ZI NDO. Di invalidità

GEGGé e l’accompagnameto

ZI NDO’. None

GEGGè. Nun te preoccupà to faccio piglià io

ZI NDO. Che cape tiene, guarde che io è nummere e gioche nun e facce fa’

GEGGé. Viene viene…(VANNO VIA INSIEME)

S. ORTENSIA. Me dispiace che andate via,  me faceva piacere, passavamo le giornate diversamete, comunque io sono Suor ortensia

MARGHERITA si.. Suor Ortensia, che è brava nelle marmellate nelle conserve e nei ricami. Mentre quest’altra e sour Restituta.

MARIANNINA. non è possible

ROSELLA. Ma perchè! Pure qua dentro….??

MARGHERITA  si certo questa è Restituta

MARIANNINA. Quindi fa la vita qui dentro?

ORTENSIA. Certo fa una vita da monastero

MARGHERITA. Come tutte quante noi.

RESTITUTA. Una vita di sacrifice, prima uscivo per strada a chiedere l’obolo. Adesso mi dedico alla curinaria.

MARIANNINA. Io me facce e croce a smerze  voi prendevate l’obolo per strada? Mentre invece mo fate culinaria?

RESTITUTA. Perfettamente.

ROSELLA. Ma che re’ quest’obolo?

MARIANNINA. Iamme , quanta cosa vuo’ sapè, tu si signorina L’obolo ancora le piglià, almeno credo…ma non era meglio che diventava sour ortica, la vedo più adatta, piu snella piu’ attiva diciamo così ,io ‘o dico pe vuie

MARGHERITA. Sour ortica? E chiè sour ortica?

MARIANNINA. Chesta! come avete deto che si chiamava?

BADESSA . Ortensia …

MARIANNINA. Scusate l’avevo scagnate per l’evera pugnicosa

ORTENSIA. Allora io sono sour ortensia lei è sorrella Margherita e lei è sour Restituta

MARIANNINA. Ma prostitute e prorpio ‘o nomme?

ORTENSIA . certo e voi cosa avevate capito?

MARIANNINA io niente..ma quella è mia cognate, la quale non è sposate e pensa sempe a na cosa…

ORTENSIA Restitu,’ andiamo dalla badessa, con permesso

MARGHERITA. Scusatemi signori per quello chè successo, ma io penso che molte volte le persone di fede sono quelle che commettono più sbagli di tutti , per questa cosa mi allontano sempre di più da questo mondo, mi dispiace, però è purvero che il convento sta attraversando un brutto periodo, rischia la chiusura, anzi non rischia è quasi certa, vocazioni ? non ce ne sono molte e quelle che ci sono, come la mia, sono dei verI e proprio compromessi,lasciamo perdere, ho capito che siete brava gente, cerchero’ di parlare con la badessa, faro’ il possible, scusatemi ancora a nome di quest’abito che indosso. (VIA)

GIOVANNI. Maronna sta figliola a parlate comme a na santarella, patrì a papà , chelle, po essere quante a tte, hai viste comme a parlate bello?

PATRIZIA. Ma perchè papa’ io comme parle?

GIOVANNI.comme a na gate ncalore..uau uau uau…tu e mammete avete lo stesso linguaggio

MARIANNINA.forza, è meglio che nun parlo, trasimmecenne  arinde sistimmammece nu poche

RESTA SOLO ROSELLA POI SUOR ORTENSIA E SUOR RESTITUTA

 ROSELLA. E manche dinte ‘o cunvento s’aqquitene sti duie, però aggia dicere a verità? chest’aria e cunvento me piace assaie, mi sento ad agio mio.

S. RESTITUTA. Sorella, allora cosa avete pensato di fare? Restate?

ROSELLA, certo, quella mia cognate è capa tosta assaie

S. ORTENSIA. Piu’ tarde mi insegnate a fare le pizze?

ROSELLA. Ma anche subbito,

S. RESTITUTA. Andiamo in cucina, venite (VANNO VIA)

PATRIZIA E DOMENICO

PATRIZIA. Maronna mia, gia me so scucciate e sta dinte a chiste cunvento, se primme nun truvave a ciorte mo addirittura.

DOMENICO. E pure oggi, non sono riuscito a ritornare a casa prima che venisse la sera.

PATRIZIA. Ve ne andate?

DOMENICO. Mica posso dormire qui?

PATRIZIA. E io che sacce, e fatte vuoste

DOMENICO, signorina, lei mi deve credere, ma io sul serio ho dei seri problemi a capire cio’ che dice.

PATRIZIA. Anco io

DOMENICO. Però adesso mi avete capito?

PATRIZIA. Scusate m’è scappato

DOMENICO. E pure una bella ragazza come lei, con questi capelli di velluto gli occhi come olive nere…è un peccato un vero peccato... (via)

PATRIZIA. Maronna mia stu sceme ma fatte veni’ ‘o fridde nguolle..mai nisciune m’ha parlate acussi…’o cielo me songa nammurataaaaa

MARGHERITA E PATRIZIA.

MARGHERITA. Di chi sei inamorata?

PATRIZIA. No niente cantavo….(CANTA CANZONE CHE SA GELSOMINA)

MARGHERITA. Io pure

PATRIZIA. Ma che dice?

MARGHERITA. Vieni con me che ti racconto tutto il drama della mia vita

PATRIZIA. Maronn comme parle belle…IAMMO. (VANNO VIA)

ALESSIO DA SOLO

ALESSIO (chiamando verso l’interno) signora, signora,

MARIANNINA.Ragioniere ditemi tutto, 

ALESSIO      signo’ volevo dirvi che una mano l’ava l’altra

MARIANNINA. E  tutte e due lavano la faccia, ma che vulite?

ALESSIO. Io vi posso aiutare, signo’ io sto in campagna

MARIANNINA. Bravo facite ‘o campagnaule?

ALESSIO signo’ in campagna elettorale, se voi mi portate dei voti io non vi faccio mettere in mezzo ad una strada

MARIANNINA       E fate bene, vi conviene, io sono una persona molto influenta nel qualrtiere per giunta di ruotolo, ad un quartiere che fa all’incirca-menoquasi centomila anime del priatorio e simmo tutte pariente, amice, nemice, cummare, cummarelle e conoscente.

ALESSIO.brava a signora, … ho … qui ci sono dei volantini, dopo distribuitene un poco a questa brava gente.

MARIANNINA. Dateme e volantine ce penso io, maronna comme state bello me parite san Pancrazie

ALESSIO. Questo è un bellissimo complimenti, volete dire che ho una faccioa da santo

MARIANNINA no, da fesso, nun c’è penzate è a stessa cosa.

MARIANNINA (chiamando) biasieeeeee…biasieee, viene nu memento cca Fa ambressa

BIASIELLO. Donna Mariannì ditemi

MARIANNINA. Va spenzanne nu poche sti foglie…e dincelle pure a mammeta

BIASIELLO. Nun ve preoccupato ce penso io (VIA)

ALESSIO. Mi raccomando non fate una parola con la Badessa, se no sono rovinato, anche perchè tra giorni viene questa Suora ispettrice, e comme stanne e fatte ci chiudono il convento

MARIANNINA. Stu fatte me dispiace, nun se capisce niente chiu’ manche dinte e cunvente se sta quiete, ma addo’ vulimme arreva’

ALESSIO. Signo’ se mi aiutate, io vi faccio avere una bella casa

MARIANNINA. Raggiuniè… io va aiute pecchè nun me coste niente , ma io so sicure che vi voto e vuie m’avutate a faccia, comme fanne a maggior parte e chiesti miei signori politici. (urlando verso dentro) Giuvà, Giuvà che stai facenne?  …aspetta mo vengo io…..

CARMELA E DETTI POI PATRIZIA

CARMELA. Permesso?

PARIZIA Guè, Carmè, trase.

CARMELA Faciteme vedè, ve site accunciate buono! Brave, brave, state tantu bello

NINETTA ,nuie tenimme pure ‘o balcuncielle pe stennere  e panne

PARIZIA a nuie, So’ ddoie celle azzeccate.

NINETTA ‘A llà avimmo fatto pure ‘a cammera ‘e lietto.

CARMELA. Ve vuleve dicere! Che sto ammuntanne ‘o bibbigazz, rope facimme na cosa cavera, favorite cu nuie?

PARIZIA. A verità , Mammà, già teneve appriparate nu ruote e patane, sarrà pa prossima vota, grazie pe l’invito

CARMELA e niente

GEGGé E ZI NDONIO

GEGGé. È arrivato un telegramma,  ‘o zi viene cu miche cio purtamme a Badessa

ZI NDO. Siente bellì, questa idea tua, non mi piace, io me trove nata sistemazione.

GEGGé. Peggio pe ttè, io lo dicevo per carità Cristiana, in camera mia tengo ‘o bagno, invece cca ci sono I servizi comuni.

ZI NDO. I tengo ‘o pappagallo mio, stai tranquillo

CARMELA   Io pure me so’ arrangiata bunariello. Doppe veniteme a truvà, v’ aspetto.

GEGGé Uh, chelle se fanno pure ‘e vvisite!

CARMELA .  Maronna, me pare ‘a morta ncopp’ ‘a noce d’o cuollo .          Nun ve putite sbaglià, ‘nfunno ‘o corridoio a destra,  vicino a cappella V’aspetto, eh? Nun ve scurdate (via)

PATRIZIA. Me vengo a piglià ‘o cafè.(VIA)

MARGHERITA e BADESSA

Geggè.( Vedendole venire) badessa, a vuie cercave

BADESSA. Ti stai arricreanno qui mezzo?

GEGGè. Nu poche, in tutti i mode è arrivate stu tellegramme

BADESSA. Mamma mia, Margherita leggilo fai presto.Geggè, preparati a chiamare il medico.

MARGHERITA. (leggendo) domani   mattina arriva in convento, sour Catarina Kaiser. Stop.

BADESSA. Madonna mia , aiutami tu, siamo rovinati,chiamate il dottore subbito, ma questi carabinieri quando vengono? Andiamo subbito a sollecitarli venite.

GEGGé. Ce mancave sul sta Kaiser che adda veni, zi ndo’ viene cu me

Zi Ndo. Ma io maggia sfatriate

GEGGé. Stai zitto, io ti faccio da accompagnamento, cammina e statte zitte.

MARIANNINA E GIOVANNI

MARIANNINA.Giuvà, siente a Mariannina toia, fa na cosa: tu mo staie troppo nervuso e troppo stanco. ‘A primma cosa t’he adderezzà nu poco ll’osse. Aizate e vatte a stennere nu poco ‘nterra ‘a via ‘e dinto , levete nu poche a nanze

GIOVANNI  Si, si, ma doppo. Mo pe’ primma cosa vulesso mangià pecchè tengo na famma accussì brutta ca me fa cchiù male d’ ‘e mazzate. Ce sta quacche cosa?

MARIANNINA Beh… ce stanno certi patane a zuppa…ma ormai so’ talmente na schifezza…

GIOVANNI  (guardando il piatto con avidità) Schifezza? Belle, sapurite, affascinanti patane a zuppa!

MARIANNINA       E aspetta, iammo, nun fa sforze. Mo te dongo a mangià io.

GIOVANNI  (commosso, si terge gli occhi col dorso della mano) Mannaggià… damme ‘a mano, t’aggia vasà ‘a mano.

MARIANNINA-Eh, ma fernimmola cu sti cose ‘e scieme, ma cher’è?

GIOVANNI.No, no, io te l’aggia vasà, pecchè, tu nunn’o ssaie…ma quando faie accussì…me faie sentì comm’ ‘a nun criature ca tenesse ancora ‘a mamma. E io doppo na battaglia ‘e chesta me sento nu sciato, me sento sicuro…me sento

BIASIELLO , CARMELA NINETTA E DETTI CON GIORNALISTA E MICHELE

BIASIELLO. Stampa! Stampa!

PATRIZIA So’ ‘e giurnaliste, mammà.

CARMELA. Cummà, a stampa vo parlà cu vuie

MARIANNINA       Uh, Maronna mia!

GIORNALISTA.(entra dalla comune e investe subito Giovanni con il lampo di un flash)

GIOVANNI.   (cadendo a sedere) M’hanno sparato,m’hanno sparato!

MARIANNINA.      Eh,ma che mode Songhe chiste? Ma che vulite?

GIORNALISTA.      E’ un’intervista,signora. Un servizio giornalistico.

MARIANNINA   Giuvà, he ‘ntiso? Mo ce fanno ‘o servizio.

GIORNALISTA. Signora,prego,faccia qualche dichiarazione. Lei stava dando da Mangiare ai bambini?

GIOVANNI.    No,no!

GIORNALISTA.  Prego,continui, facciamo una fotografia Bellissima. (ma io non ho capito perchè lei è volute entrare nel convento?

MICHELE. Il discorso è lungo poi ti spiego.

PATRIZIA  (aprendo una borsetta) Aspettate mammà, nu poco di ombretto sugli Occhi. Nu poco ‘e mascara.

CARMELA. Dateme a mme, mo a trucco io

GIORNALISTA.       No,no,la lasci così com’è. E’ una mamma. Una semplice mamma,dov’è la bambina che dava da mangiare?

GIOVANNI(protestando)Ma quella stava dando da mangiare a me.

GIORNALISTA.      A lei? Oh bellissima questa.La moglie dà da mangiare al marito paralitico.

ZI NDO. Ma chi?

GIORNALISTA       Lui.

MARIANNINA.      Ma no,no,quello è movibile.

GIOVANNI. M’ha pigliat pe’ nu pupo!

GIORNALISTA       Ma come,vuol dire che non è paralitico?Ma allora perché lo imbocca? Ce lo dica signora. Noi difendiamola sua posizione.lo faremo sapere a tutti.

MARIANNINA       (imbarazzata)Ma è chiaro…perché io lo mbocco?Perchè…(con un’improvvisa idea) Perché mio marito vuole fare per forza lo sciopero Della fame.

GIOVANNI . (fra se) E’ asciuta pazza muglierema.

MARIANNINA       Sissignore.Lo vedete quest’uomo? Ha giurato che non mangia più fino a che Non abbiamo la casa, il tetto.

GIOVANNI  (disperandosi)Maronna, Maronna mia!!

MARGHERITA, RESTITUTA E ROSELLA

MARGHERITA (appena vede Michele si illumina, Michele inizia a fotografarla, lei si mette in tutte le pose)

ROSELLA. (con ruoto di pizze) le pizze fritte di miss pummarola, giuva’ bella da sora mangiatelle!

MARIANNINA. Statte zitte vattenn ..leve sti pizz a cca (porgendo il cucchiaio pieno a Giovanni che tende il collo e spalanca la bocca) Guardate,guardate(sottraendo subito il cucchiaio a Giovanni)Sono già tre giorni Che non mangia.E perciò io cercavo di ammoccargli qualche cosa (ripetendoL’azione di prima) Vedete? Non mangia. Inserra la bocca come se fosse inchiodata. E io po’ come faccio se mi muore il marito con dieci chiuovi di figli che tengo?

GIOVANNI Che delinquente,che assassina!!

SUOR RESTITUTA. Fatelo per me mangiatevi una pizza

GIOVANNI . (sta per afferrare)

MARIANINA. Sour prostitutaaaa…luvateve a mieze

S. ORTENSIA e che modi sono questi, forza mangiate so cavere cavere (da ancora una pizza a Giovanni)

MARIANNINA. suor ortica, sour nicchi nocche, comme caspete ve chiammate luvate a mieze(di nuovo porgendo il cucchiaio a Giovanni)Giovanni,Giovanni,mangia,mangia un Boccone,fallo per me,fallo per i figli tuoi.

GIOVANNI.             (di nuovo si protende con la bocca spalancata cercando anche una pizza)

MARIANNINA.                 (tirando indietro la mano)No,lo vedete?E’ fermo come una colonna. Venite qua,fate i turni,sorvegliatelo pure di notte per vedere se mangia. Scrivetelo sopra i giornali. Tutti devono sapere come questo padre di figli si consuma, muore ma non magia.

GIORNALISTA.  Si, si, le faccio un articolo bellissimo(scrivendo sul taccuino).Eroico fino alla cecità. Piccola storia di un Kamika-ze napoletano. Forza fotografa (MICHELE E MARGHERITA SI SONO APPARTATI )

MARIANNINA       (colpita dalle parole) Si,si,un…..signurì,ma quello le cervelle le tiene buone,sia chiaro.nun tene a cape e c. Lo fa solo per la casa,il tetto. (poi notando MATGHERITA e MICHELE dice a sour restituta) Suor prostitute accorta a sour Margherita, sta piglianno l’obolo arête e culonne co fotografo

GIORNALISTA       Si, si questo è chiaro. Ma mi dica,signora,di chi è stata l’idea di occupare questo convento?

MARIANNINA.      (indicando subito Giovanni) Sua!

GIOVANNI.(battendo palmo contro palmo) Uh!!

MARIANNINA Perché questo qua, signori miei è un uomo che non si fa mettere né le parole in bocca né le Pensate in capa.

GEGGè Zi Ndonio  E DETTI POI 2 CARABINIERI.

GEGGè. ‘e guardie ‘e guardie,

ZI NDO. A police, a police

MARIANNINA.      Ch’è stato?

CARMELA.  Ce ne stanno caccianno, cummà ce ne stanno caccianno.

MARIANNINA.      Comme?  Chi? Che cosa?

NINETTA    So venute ‘e carabiniere.

PATRIZIA. Speriamme ca so giuovene ( si aggiusta incipriandosi)

MARIANNINA       Ma che site scieme? )Addò iate? Nun ve muvite nisciuno.

MARGHERITA. Michele non ti muovere (amoreggiano dietro la colonna)

BADESSA e ALESSIO

ALESSIO      (entrando dalla comune) State tranquilli ci penso io, sarò il vostro Salvatore, (dando I volantini)

CARMELA, maronne cheste so chelli carte che m’ha date Biasiello, addo stà

NINETTA, mamma a tenite mbiette..

ALESSIO. Signora ne volete altre?

CARMELA Si me servene

ALESSIO. Brava la signora brava

CARMELA. No grazie a vuie, chelle mamma venne allesse, e ngoppe a sta carte accussi’ sta scritto , allesse, mamma ce faciarria na bella figura quante mette e castagne ccà dinte

PATRIZIA. Cummà, avite viste buone comme sta scritto? Alessio Melloni

CARMELA, bene,accussi, a staggione ce mette e mellun a dinte

MARIANNINA. Non abbiamo speranza.

BADESSA.    Entrate,appuntà.eseguite.

MARIANNINA.                 Tutti a terra( zi Ntonio,Ninetta, Patrizia e Carmela si stendono Sul pavimento)

ALESSIO                  Ma che facite?

MARIANNINA.(in piedi)Appuntà,nuie nun muvimme manco   nu passo.Ci dovete prendere in braccio a uno ‘a vota con le mani vostre,donne,uomini,vecchieE bambini e ci dovete carriare fuori sulla strada comme si fossemo tanta cadavere. Iammo ,eseguite

 GEGGè.  (si mette anche lui seduto a terra) Carabinieriiii..pigliateme a mme!  Prendetemi con la forza e sbattetemi…

BADESSA. GEGGé….

GEGGé. Sbattetimi fuori, badessa….

DOMENICO

DOMENICO            (entrando dalla comune ) Ma che succede?

GEGGé          E non lo vedete? (indicando a gente distesa per terra)Il camposanto delle fontanelle.

BADESSA   . Appuntato,questa è una convento, eseguite lo stesso,portateli materialmente fuori uno per uno,via.

GEGGè. Acchiappatemi prima a mme

ZI NDO. Ma a me nun me facite male carriateme chianu chianu.

 MARIANNINA.   (mentre i carabinieri accennano a muoversi afferra Giovanni per mano e lo trascina Verso la finestra)Viene ccà tu. Saglie ncopp’a fenesta.

GIOVANNI              (spaventato) Comme?

MARIANNINA    (a Giovanni renitente) Nun vuò saglì?

(prendendo la sedia e portandola presso la finestra) Levate ‘a nanza,saglio io.

GIOVANNI. No,no, aspetta che vuò fa? Damme na mano,mannaggia chi t’è stravivo!!(sale sulla sedia e poi sul davanzale della finestra)(un generale mormorio di tutti i presenti Commenta l’azione di Giovanni)

GIORNALISTA.      Bellissimo! Non vi muovete (scatta una foto)

MARIANNINA. Ecco, in confrommo che vi muovete quest’uomo disperato si butta abbasso.

GIOVANNI.  (tremando tutto) Anema ‘e papà,anema ‘e papà mio aiutame!

ROSELLA.    Giuvà,nun guardate abbascio.

GIOVANNI. Rusè….pierde a lengua.

GIOVANNI.             Ave Maria,madre di Dio…

BADESSA.               Ma lei che cos’è? Un pazzo,un buffone,un drogato?Non faccia il cretino,scenda di là. Mi sento male svengo dottoreeee (SVIENE)

DOMENICO   (agli altri) Ma, voi altri che fate?Alzatevi,intervenite!

MARIANNINA.     Non muovete il culo dal pavimento.Iammo,mo se volete cacciatece.Nuie stammo ccà.

BIASIELLO E DETTI

BIASIELLO. Donna mariannì, è caduto ‘o palazzo….

GIOVANNI (casca giu)

MARIANNINA.  Madonna mia è  cadute maritime.

Fine primo atto

Secondo Atto

La scena è sempre la stessa del primo atto, in giro si troveranno panni stesi utensili da cucina pogiati in posti piu’ strani.In scena troviamo Carmela e Mariannina, Giovanni e Rosella che stendono i panni tra le colonne del convento.

GIOVANNI. Ma tu è capite? mo ieve abbasce

ROSELLA. E vabbuo’ tu si abituate

GIOVANNI. Io a cheste, a rompa a faccia.

MARIANNINA. Giuva’, mo te ne stai piglianne na Malatia? te veco troppo alluccate, forze damme na mane, stennimme e panne

CARMELA. Cummà , ca ci stà nu bello venteciello e si vene a chiovere nun se nfonnene, stamme proprie quiete

MARIANNINA. Sti monache tenene tante comodità e nun e sfruttano, dico io e panne addo e vane a stennere?

ROSELLA. Ma chelle e monache mica se lavene? Mi ca se spogliene annure’ è peccate

MARIANNINA. Ruse, ma che dice? Io canosce a cierte monache che sanne a mecca a lecca e a mevera secca, stamme a senti’ a mme tu si chiù monache  e lore

CARMELA. Rusè, damme na mane a mettere e corde sotte e culonne..

ROSELLA. Ma simme sicure che so resistente sti culonne…nun è che…

GIOVANNI(prende una pezza e la imbavaglia) mo baste…

MARIANNINA ruse, tut e sta’ zitte , ca se cade ‘o cunvento addo ce ne iamme…ma nun si cuntente e chelle che è fatto?

GIOVANNI. Mo te chiure dinte a na celle e clausure accussi tutte chelle che dice to truove nguolle a tte

                          NINETTA BIASIELLO CARMINIELLO E DETTI.

NINETTA. Mamma, mammà, è murte l’aucelluzze a dinte a caiola

CARMELA. È segne e salute pe nuie, e overe cummà

MARIANNINA. Certo è vero, è bona augurie

RUSELLA. Ma è chille aucelluzze che aggia viste poche fa mane e frate tuie

BIASIELLO. Si è proprio isso donna ruse

GIOVANNI. Ma ti rendi conto che sei pericolosa..ti rendo conto?

RUSELLA. Ma io aggia ditte sulamemente comme è bellille chiste auciello e basta

MARIANNINA. E che vulive dicere chiu’?

CARMENIELLO. Mamma, mamma, ‘a cummara rusenella ha ditte che belli capille che tiene (piangendo)

Tutti si guardano poi parla Giovanni

GIOVANNI. Meglio che ha ditte e capille…ce stanne e parrucche..se diceve e mane..nun era peggio?

MARIANNINA. Giuvà, tu si peggio e soreta..statte zitte, cummà nun ce penzate, anze facite na cosa, purtatele dinte a chiesa e  o lavate a cape dinte a l’acqua santa…vedite che se passe!iamme a parte e dinte tra poche scure notte

RUSELLA. Vache a piglià appuntamente che monache pe dimane

GIOVANNI. Ruse, m’arracumanne, nun te permettere e dicere, sorelle fate un lungo sonno, oppure, sorelle dormite profondamente…chelle quatte ne so..falle durà nu poche

ROSELLA. È meglio che nun vi risponne, nun vulite capì che songhe coincidenze e basta, e che so fatte veramente ‘o lampe e o tuono? (in scene appare un lampo e un tuono)

Tutti scappano via

RUSELLA (guarda in cielo poi fa segno come una croce sulla bocca mimando che non parla piu’) VIA

BADESSA DA SOLA POI ALESSIO, ZI NDONIO  E GEGGé IN SCENA.

BADESSA. (pregando) Santa costantinella mia,  che taggia dicere? Tu gia’ lo sai , mi devi aiutare, ma non solo per il convento, fosse sule cheste! Ma io da qui non mi posso muovere, ho una missione da portare Avanti, è vero, forse è un prezzo che devo pagare, per un peccato commesso, ma ormai è fatta, senze che me facite veni’ e scrupele, chille è belle a essere sante comme a vuie , ve mettite a coppe a n’altare e senteziate, ma nuoie, che stamme ccà bascie, simme fatte e carne ,no i gesse comme a vuie, essere fatte e carne, avita vedè comme è difficile , perchè la carne urla…urla….e  brucia, percio’ famme a grazie si no te mengo a coppe all’alatare abbascio. Nel nome del padere del filgio e dello spirit santo. Ammenn

ALESSIO E BADESSA.

ALESSIO. Badessa, vui state cca?

BADESSA. e addo’ puteve sta’?

ALESSIO. Io ve vulevo dicere, che io ho visto tutti i documenti, noi non abbiamo il numero politico per poter essere operativi, io non so come devo fare

BADESSA. caro ragioniere , io ‘o sacce che vuie già vi state facendo il terreno Avanti , pensate piu’ alla vostra posizione politica che al convento

ALESSIO. Ma che dicite? Io mi sto facendo in quattro per portare Avanti la vostra causa, che è pure la mia

BADESSA. vui site nu mbruglione, vi pensate che non vi ho visto, che mentre succedeva quello ch’è successo, vui faciveve ie annanze e arrete i vostri volantini politici, scuorne scuorne , mettiteve scuorne

ALESSIO. Badessa, ma parlammece chiare , se il convento chiude, io vache mieze a na via..quindi..

BADESSA. Santa Costantinella, tu ‘o siente? E meglio che nun parlo…(VIA)

ALESSIO. (Inseguendola) badessa…badessa…badessa… (via)

                                       ENTRANO ZIO NDONIO CON GEGGé

ZI NDO. Aggia dicere a verità, io cca dinte me trove troppe buone

GEGGé. E se capisce, ce stonghe io che te faccio d’accompagnamento

ZI NDO. Nun te mettere sempre a mieze, io parlo dal punto di vista cabalistico, de nummere,Questi sono numeri  sicure, 33 ‘e monache, 72 ‘a meraviglia, 90 ‘o popolo che parla…se non escono questi…nun sacce che mi devo giocare piu’

GEGGé. E io quante faccio? ‘o zi

ZI NDO. Tu fai schifo e basta. (VIA)

GEGGé. (gridandogli dietro) io faccio schifo, tu tiene ‘o per fore ‘o canciello ggià fiete …vuo’ fa na cosa ? vatte a fa i fanghe, accussi accumince a  piglià a cunferenza co turreno…vedite che se passe

ROSELLA SUOR RESTITUTA E SUOR ORTENSIA

ROSELLA. Sorella , poi domani mattina vi insegno la pasta e faggioli con le cozze

S.ORTENSIA. che bello, già ma sente mmocca….

GEGGé. Maronna mia..avita campà cient’anne, mane a chesti doie steve piglianne ‘o fecato, vedite ccà (mostra il viso) io teneve na bella carnaggione, poi, nu poche e cannel, nu poche ‘o mangià e sti doie , me so fatta gialla comme a nu limone.

S. ORTENSIA Sorella Restutita, finalmete non facciamo piu’ le cose congelate e scarfate, sughi pronti, venti salti in padella…

S. RESTITUTA. Sorella Ortensia…. nun me fa’ parlà, se  io faccio a robba scarfate ,tu t’accate i ricame mane i cinesi e dice che l’hai fatte tu!

S. ORTENSIA.  Tienemente sta piezze e…munacona, che me  vene a dicere

ROSELLA. Iamme non litigate, voi siete suore ,le suore non litigano

GEGGé. P’ammore e dio loro non litigano …s’appichene se pigliano a capille…avite vedè che succere quante gioca ‘o napule, cheste (indiacndo a sour Ortensia) è juventina e chestate è Napulitana, e nun vane maie d’accordo,avite viste a cella i sour Restituta?Tene  a Maradone appise

ROSELLa. E vabbuo’ che c’è di male, io dinte a stanza tengo Al bano e Romina

GEGGé e riuscite a durmi? Cu chille duie musei dinte a stanza.

ROSELLA; voglio dire che non c’è niente di male avere appesi i propri idoli nella stanza

GEGè . niente di male comme dicete vuie, ma no che stanno annure mentre se fa ‘ a doccia

ROSELLA. Veramente tenite a Maradone il pibe de oro annure?…’con tutto l’obolo da fuori? ‘o voglio vede’.

RESTITUTA. Geggè, tu nun te fa mai fatte tuoie?poi che fa? dinte a chiese stanne tante angiulille annure e io tengo a Maradona

ROSELLA. Ma l’angiulille so piccerelle..quinde tenene tutte peccerille

 RESTITUTA isse no….(ridendo)

S. ORTENSIA.  (sorride) no no…

ROSELLA. Sentite…’o voglio vedè…accumpagnateme

S. ORTENIA. E doppe venite pure dinte a du me io tengo a Platini’…

GEGGé addo ‘o tiene?

S. ORTENSIA. Addo’ o pozze tene’….appise..mannaggia a morte , ogni notte prego ca scennesse a dinte ‘a foto…Maronne che sto dicenne

RESTITUTA. Nun me fa parlà…viene Ruse’ viene cu nuie…te facimme vede’

GEGGé. Uè ..monache depravate vengo puriooo…sa vulevene vedè sule lore…

(VANNO TUTTI VIA PARLOTTANDO)

MICHELE.  (uscendo timorono per non farsi notare, sussura)Ammore mio… Ammore mio….Ma, comme mai, cheste nun se vede ancora? comme aggia fa?  ogni sera vengo qui , basta che dico ammore mio e essa esce,questa sera mi sta facendo aspettare troppo,(sente rumori) chi sta venenne mo? Nun se capisce chiu niente (si nasconde )

DOMENICO. (ENTRANDO CON PATRIZIA) Signorina le ripeto che mi trovo in servizio…

PATRIZIA. E pure la notta faticate?

DOMENICO. Purtroppo si…questa badessa mi chiama sempre, anche per un minimo problema, la verità è che le voglio anche bene, mi ha visto crescere.

PATRIZIA. È una vostra parente?

DOMENICO. Io parenti non ne ho, come si dice a Napoli, sono figlio della Madonna,prima questo monastero accoglieva I figli di nessuno, quelli indesiderati, quelli che adesso buttano nell’immondizia,la Badessa e le altre consorelle mi hanno fatto da mamma.

PATRIZIA. Che bella storia, dicemme che dinte a sfurtuna site fortunate. Quindi ‘a mamma vosta nun l’avite mai cunusciute?

DOMENICO. No, ma non mi interessa , la vita mi ha dato tanto e sono felice cosi’

PATRIZIA. Che belli parole…vuie me facitte azzellià i carne a cuolle

DOMENICO cosa????

PATRIZIA. Lasciamm perdere, per questo, ve vuleve chiedere nu favore, siccome che me so resa conte che nun angarre tante a parlà il Taliano, volevo sapere se vuie mi potete fare delle lezione di Taliano…

DOMENICO. Signorina con vero piacere, cosi’ non vedete piu’ i rumori

PATRIZIA. Nata vota mo’ , ma ollora cu me ve vulite propio appicicà?

DOMENICO. Ma come farei a litigare con un fanciulla come lei

PATRIZIA. Io sono fanciulla?

DOMENICO certo…la verità è, che se  mi otturo le orecchie, lei è bellissima ma appena la odo parlare…mi casca il mondo addosso

PATRIZIA. Allora è meglio che nun parlo?

DOMENICO. Iniziamo subito subito…ripeta con me, : allora è meglio che non parli?

PATRIZIA. E meglio ca nun parl’io, no vuie

DOMENICO no io…voi..

PATRIZIA é meglio che voi non parlate?

DOMENICO nooo dovete ripetere come me…

PATRIZIA. Me state mbriacanne…

DOMENICO. Dovete ripetere quello che dico io

PATRIZIA. Dovete ripetere quello che dico io

(I due vanno via ripetendo il tutto)

MICHELE  POI SUBITO GIOVANNI E MARIANNINA

 MICHELE (Sussurrando) ammore mio…

GIOVANNI (uscendo ) maronna mia chi è?

MICHELE (Ripete) Ammore mio

MARIANNINA..(sentendo) uè nun te mettere niente ngape.Maronne che nuttate chine è stelle ..giuvà tienemente una stella carente….

GIOVANNI. Menumale che non ce stà ruselle si no ca faceve cade’ nfronte

MARIANNINA. Giuva’ doppe tant’anne ce truvamme sotte a nu ciele chine e    stelle dinte a sta pace

MICHELE (SEMPRE NASCOSTO) Ammore mio..

GIOVANNI. A verità ..me fa nu poche imbressione ..me pare e sta dinte a nu campusante

MARIANNINA. Maronna mia. E che dice affa amore mio? Nun si capace e fa nu poche ‘o ramantico?E dico io, stai a sule a sule cu me doppe tanta’anne ,io sto tutta calma e predisposte e chille che me dice? Me pare ‘o campusante

GIOVANNI. Che c epozze fa? Io sente sta addore e cannel che vene a dinte  a chiese tutte stu ciardine attuorne attuorne…e penze ‘o campusante.

MICHELE (sempre nascosto) amore mio

MARIANNINA. Nata vota..ferniscela, Io invece penze e sta dinte a na villa, ca so addiventata ricca.. e tengo e cammarera attuorne attuorne…cu na bella vesta longa nu piezzo e tuppe, e scarpe co tacche , tu nun  pienze a stessa cosa?

GIOVANNI cioè e sta ca vesta longa  e co tuppe?

MARIANNINA . te scurdate e scarpe co tacche…

GIOVANNI. Aspiette Marianni’ pe meze che aire te stette a sentì e me mettette a coppe a fenesta, mo, t’avissa credere pe te fa cuntente me mettesse a fa a vita?

MARIANNINA. Ma perchè nun me capisce? Io dico nun pienze di essere ricco ei cummanna’’a tutte quante:per esempio chiamme a cammarera :Cammareraaaaaa…vieni subbito qua? Portame nu bicchiero d’acqua gelate …fai preste , chella piglie e mo porta, e io subbito le dico: seconto te questa acqua è gelata? Purtamenne nate

GIOVANNI. Io invece penze, ca appena une penze ca tene e denare, fa comme hai fatto tu , piglia e caccia a brammusia, nun è meglio a penza’ ca ce murimme e famme e stamme abbasce ‘o campusante?

MARIANNINA. Nooooo…io maggia spartere a te…si troppo pessimista.. io ‘o sacce che nun diventamme mai ricche, ma ognune dinte a capa soie tene nu suonne? Senza suonne Giuva’ a vita nun va annanze…

GIOVANNI. E io comunque me sonne che stonghe abbascio a nu campusante

MARIANNINA. Allora sai che te dico? Va muore, accussi’ il tuo sogno si avvera, e vire e muri’ sotte a na machine mentre stai ngoppe e srtisce pedonale acussi i solde ra assicurazione me piglio io e si avvera anche il mio sogno di avere la cammerera e sta chine e solde dinte a na villa…e te vengo a truvà ‘o cimitero

GIOVANNI. Ma comme sei pessimista e catastrofica..e mai possible che devi pensare sempre a male

MARIANNINA. E mai possible che io e te nun putimme fa nu poche e sentiment, nun ‘o facimme a mane ‘o cippe e furcelle chisa’ chi ma cecate sta notte e fa la dolce cu te, chille piglie e m’atterre..per lo piu’ dinte a nu campusante ca tene isse ngape.

GIOVANNI. Marianni’ , nui simme nate dinte a miseria, se ce vuleven arricchi ‘, ce mettevene a cumercià sigarette droga robbe arrubbate, invece no, avimme vulete fa’ gli onesti

MARIANNINA. E ‘o dice pure? P’amore e Dio e chi se mettesse ca cape ngoppe ‘o cuscino, te ricurde che a masciate ce venettere a ffà, e cu quale curaggio I me mettesse a vennere sta robbe che fa muri’ I figli e mamma..p’ammore e Dio

GIOVANNI. Allora marianni’, nuie rappresentamme na minima parte e nu popolo Napulitane che ancora crede che tutte po cagnà a nu mumento a nato…fai buone, suonne marianni’ e suonne ce fanne vivere… ce fanne ie annanze.

MARIANNINA. Giuvà , e sunnamme che sule cheste ce rimaste, ma mo che stamme a sule a sule taggia chiedere na cosa

GIOVANNI. Dimme tutte!

MARIANNINA. A gatta è figlia   a tte?

GIOVANNI. Iammuce a cuccà ..chè meglio. (VIA)

MICHELE (urlando) ammore mio

MARIANNINA. Giuva’ ma che de’ sta voce? Io taggia viste tu nun è parlate

GIOVANNI.nun fa scema..tu ‘o saie che pe na paura che me piglia se ne cadettere e capille…nun fa sceme ..mo se n’avessa cade’ coccata cosa?

MICHELE (divertito) iateve a cuccà…se no non so quello che succede

GIOVANNI. Marianni’ si state tu?

MARIANNINA. E che tengo a voce i omme?giuvà, aggia sentute nu rummore comme a nu tonfo ca veneve a sotte a tte che se ne carute?

GIOVANNI. Nun se ne cadute niente marianni’…Rifiuti organici

MARIANNINA. (Otturamdosi il naso )sacco bianco umido…e se sente..fuimme a dinte  (VIA)

MICHELE POI MARGHERITA

MICHELE e sule accussi aveva fa’

ENTRA MARGHERITA

MARGHERITA. Ammore mio…ce staie?

MICHELE. Finalmente (si abbracciano)

BUIO, dopo GIORNO SEGUENTE, MATTINO

ROSELLA. Sto pensando , a Maradona, stanotte non ho potuto chiudere occhio,Però, aggia dicere a verità, io qui dentro mi trovo bene, mo sapite caggia fatto? Maggia iute a sciaquà a faccia dinte all’acqua santa forse , me so accuncciata? Voglio fà una prova, e che prova faccio? Aspetta allora adesso penso a mio Fratello Giovanni.

(RUMORE INTERNO) mamma mia e che succieso?

PATRIZIA. A zi curre a dinte Papà abbelle e buono è caruto do lietto

ROSELLA. Nun me so accunciate, anze aggia peggiorate..baste che o penso

PATRIZIA. Avite accattate e giurnale?

ROSELLA evviccanne

PATRIZIA e ghiamme dinte, no aspiette a zi, devo ripetere, Ghiammo Dentro

ROSELLA. Brava , te stai mbaranne l’inglese? (VIA)

BADESSA SUOR RESTITUTA SUOR ORTENSIA E MARGHERITA

BADESSA.  tra poche ore arriva la solerella ispettrice da Roma, appriparamme a fa e valige, io badessa e buona non credo nei miracoli, embè,chelle sta’ a badessa e Capodimonte, che sta chine e monache, io nun aggia capite perchè vanno tutte la?

S.ORTENSIA. perhè lla fanno un sacco di cose, la ceramiche le marmellate

BADESSA. ‘e a colpa è a mia se tengo a doie comme a vuie che nun sane fa niente? Sule annanze a na televisione , e nun parlamme quante stanne e partite e Pallone

S. ORTENSIA. Badessa, mo nun ce murtificate, nuie ggia stamme tutte amaraggiate che ci dobbiamo dividere

S. Restututa. Pure io , sto amareggiata, qui finalmente avevo trovato il mio equlibrio, mangiavo mangiavo e nisciune mi diceva niente e poi mi mancherete tanto, pure sta meza matte e sour Ortensia mi mancherà tanto

S. ORTENSIA. E pure tu Restitu’..(PIANGONO)

BADESSA.  iamme baste, ‘o guaio è ‘o mio ,dove mi manderanno? Io non posso stare lontano da questo posto, come faccio a lasciare il mio Dottore

S. ORTENSIA. (rivolta a s. Restituta) cheste tene proprio na fissazione po dottore!

MARGHERITA.  Sorelle care , Badessa, stiamo tranquille , io credo che qualcosa succederà non disperiamo prepariamoci forti per affrontare la venuta di questa consorella da Roma.

BADESSA. tu parli bene perchè sei giovane….io non so se riesco a riceverla, se riesco a parlare con questa Kaiser, chiamate il medico ‘o duttore mio, facite ambressa.

S. ORTENSIA. (chiamando verso l’interno) Geggè geggè..vieni subbito qua…va a chiamre il medico

GEGGé          Un momento..un momento…devo portare la spesa a donna Mariannina (chiamando verso l’interno) Donna Mariannina è permesso?

ROSELLA     (entrando in scena) Chi è?

BADESSA. questo mi ha fatto schiattare nella pancia, adesso  fa il servitor loro..cose e pazze

ENTRANO  MARIANNINA, GIOVANNI, ROSELLA E ZI NDONIO CHE LEGGONO GIORNALI

ROSELLA    Stammo liggenno ancora ‘e giurnale,’ e vverite? Mo si era pe’ vuie steveme tutte quante Sotte’’e prete

GEGGé . E va buono,nun ‘e  guardate accussì! Uno che ne puteva sapè?

GIOVANNI   Gesù,Gesù, vuie ce pensate?(leggendo) Crolla un palazzo abbandonato pochi giorni prima da tutti gli inquilini.

GEGGé.         Eh, ‘o saccio,’o saccio!! E’ stata proprio una cosa che ha fatto rizzare i capelli.

PATRIZIA. Mammà, ccà so arrivate sti giuranale cchiù meglie ‘ chelle d’aiere. Vì che sta succendenno!

MARIANNINA(entra dalla comune con asciugamano,tenendo A Pasqualino per mano) Aspetta, all’anema ‘e mammeta ca songh’io! Fatta asciuttà buono ‘ rrecchie(ficca il capo di Pasqualino sotto l’asciugamano) e si fai ancora ‘o terribbele te facce mangia’ da badessa

BADESSA e che songhe ‘o mammone

MARIANNINA    Io nun pozzo cammenà cchiù p’’a via,me fermeno tutte     quante.

ROSELLA     E’na cosa mondiale.Si avisse acciso a quaccheruno         manco accussì.

MARIANNINA       (a pasqualino) ‘O siente,a mammà? ‘O siente? Mo asceva ‘ncoppo o giurnale ca tiene ‘e recchie sporche e nun t’’e vvuò lavà.

PASQUALINO        E allora lavancelle pure a Zi ‘Ntonio.

ZI NDO         Io?

MARIANNINA. Va buò, zi ‘Nto,iammo! Nunn’’accuminciate ‘ e ssolite putacarelle, sò guaglione tenene  Arteteca cana!  (parlando di Pasqualino)

BADESSA. io tengo arteteca cana?

MARIANNINA. Veramente? Tenite  l’areteca Cana? E pure me parite meza morta

BADESSA ma voi , mi avete detto che tengo l’artetica cana?

S. RESTITUTA. Si è vero cosi’ avete detto, ho sentito pure io…

S. ORTENSIA è vero cosi ha detto, arteteca cana vicino alla badessa

S. RESTITUTA ortensia hai sentito pure tu? È vero? Mica simme sorde

MARIANNINA ( fa per parlare) ma io… (viene interrotta)

S. RESTITUTA. Sentite non mi sembra il caso di chiedere scusa…voi avete offeso

S . ORTESIA alla nostra Badessa…la quale non lo merita proprio

MARIANNINA ueeeeee… sour prostitute sour niche nocche.. a vulite ferni?

io ce l’aveva cu mio figlio Pasqualino…e mamma mia e comme state appezzate! Mo capisco perchè nun ve site sposate

GIOVANNI se pe cheste allora nun t’avive spusà nemmene tu?

MARIANNINA. Ero meglio che nun te spusave, accussi steveme ngrazie e Dio, anze sai che te dico , se turnasse arrete, me facessa monache anze Badessa comme a chesta

BADESSA. signora io non sono chesta come dite voi

MARIANNINA. (indicando a S. Restituta) ‘o sacce che nun site cheste, siete la badessa.

BADESSA. vabbè lasciamo perdere che è meglio. Sorelle accompagnatemi un attimo in cappella (TUTTE VANNO VIA)

 CARMELA  NINETTA  BIASIELLO E CARMINIELLO E DETTI

BIASIELLO. Ultimissime notizie liggite ccà

CARMINIELLO. Cca ce stanne altri giornale, siamo uscite pure sopra a cronaca vera

BIASIELLO. addo stanne chelle cu tutte cose a fore….Siamo famosi

CARMELA   (entrando dalla comune con un giornale spiegato) neh.neh. ccà ce sta pure ‘a fotografia.

ZI NDO. Cu tutte cose a fore?

MARIANNINA. Zi ndo’ vo dico sempre …dinto ‘o bagne avita fa cierte servizi

CARMELA. Ma che decite? Sta a fote do palazzo cadute

PATRIZIA (avvicinandosi a lei) Uh famme vedè,famme vedè.

CARMELA  (dando il giornale ad Patrizia) E’ rimasta allerta sulo na facciata ‘e muro. Se vere ‘a trezza ‘ll’aglie for’’o balcunciello mio.

GIOVANNI.             Chi ce l’aveva dicere all’aglie tuie ce avevano jì a fernì ncoppo ‘’o giurnale.

PATRIZIA.              ‘E rimpett ccà ce stava ‘ casa nu giovane ca mme guardava sempe.Mo addò me trovo cchiu chillo?

ZI NDO.        (prendendo il giornale dalle mani di Patrizia) Patri’, ‘o zio! Nuie stamme ncopp’ ‘ a tutte’’e giurnale. ‘O legge ‘e vene ccà.

ROSELLA    (gurdando a sua volta di sulla spalla di Zi’Ntonio) Uh ‘è ferramente!‘A puteca d’’o ferramento, e rimaste ancora allerta

GIOVANNI. E nno doppe che l’è ditte tu se ne carute

ZI NDO. ‘e certo…

GEGGé          Ma faciteme vedè pure a me(guarda di sulla spalla di zi ndonio)

ZI NTO.         (scostandosi subito) E vvire! Vulite leggere vuie? (dando il giornale a Giovanni )Liggite,liggite (con ironia) Voi leggete bene.

CARMELA facimme leggere a Ninetta, chelle legge comme a chelle dinte ‘o telegiornale

NINETTA. Mamma, tu ‘o ssaie che io quante legge vache e presse

  GIOVANNI Cummà, nun è cosa è meglio che leggo io, se a figlia vosta va e presse comme fa sempre, nuie nun capimme niente  (leggendo) Pare che Mariannina Fioravanti abbia visto in sogno san Pancrazio che le ordinava  Di abbandonate il palazzo con tutti gli inquilini.       ‘E vvilloco,mo accumenciano ‘e fesserie! Ma chi l’ha misa mmiezo sta voce? Quella è stata come una cosa telepatica che si è verificata ‘ncuorp a Mariannina.  Con la il malaugurio di Rosella

CARMELA.   Ma chi sa se ‘e pumpier ‘a putessere piglià chella ‘nzerta d’aglie!

ZI NDO.        Si è capace ca tenene famma e s’hanna fa dduie vermicielle aglio e uoglie.

CARMELA  Ma che c’entra? Io che dico pe’ll’aglie? Io dico per affezione.

NINETTA   Pe’ tenè nu ricordo d’’o balcunciello nuoste

PATRIZIA. E ti pigli una preta del palazzo…

NINETTA e pure dice buone…

GIOVANNI. E chelle sule na preta mane a cheste ce vo, accussi addirittura nun parle chiu’

PATRIZIA     a zi’, liggite chist’ato. Vene ‘a Milano.

GIOVANNI              (fiero) Nientedimeno parlano ‘e nuie fino a Milano.(a Rosella)Aiz’’a voce.

ROSELLA     (leggendo) Curiosa…curiosa chiarovicenza…

ZI NDO.        Ma che ce azzecca onna Vicenza? Chella è stata Mariannina.

GEGGé.         (prendendo il giornale di mano a Rosella)Permettete?

ZI NDO.  .     (fra se)Mo legge ‘o primm d’’a classe.

GEGGé          (leggendo) Curiosa chiaroveggenza di una donna del popolo.

                        Salve per miracolo quindici famiglie.

PATRIZIA.              (scoppia in pianto)

ZI NDO.        Ma cher’è?

PATRIZIA               Ma vuie ce pensate? Mo ereme muorte tutte quante.( a Geggè) Liggite liggite.

GEGGè          Crolla un vecchio stabile . Nessun morto grazie…

ZI NDO.        Prego.

GEGGé.         …grazie al misterioso presentimento di una straordinaria assistita.La città dice grazie…

ZI NDO.        ( ribattendo) Prego.

GEGGé.         E ssò ddoie! “La città dice grazie a Mariannina Fioravanti”.

BADESSA S. RESTITUTA, S.ORTENSIA e MARGHERITA

BADESSA. la città dice Grazie a Mariannina, e a me che vi ho ospitato non mi menziona proprio..cose e pazze cose ‘e pazze, Geggè…

GEGGé (imitandola) corri subbito subbito a chiamare il mio medico fa ambressa!  Ma io non ho capito, chille hanno inventato il telefono , tantu bello perchè devo andare sempre io?

BADESSA e lo sai benissimo, quello a telefono non mi risponde, invece tu l’acchiappi e lo porti qua.

GEGGé. Se fosse a me e averè addo’ mo purtasse…

BADESSA. ma che dice…? Ma comme aggia fa con questo?

GEGGé badessa, ‘o purtasse a fa na bella passeggieta..maronne e comme vi allarmate presto..Gesu’ Giuseppe Santanna e Maria… ( FA PER ANDARE E SI IMBATTE CON IL DOTTORE)

DOMENICO E DETTI

DOMENICO. Cercavate me, eccomi qua

GEGGé. Dottò..avita campà tremila anni…già state ccà?

BADESSA. E  come mai?

DOMENICO. Vi ho anticipato

BADESSA. bravo,  bravo ( poi rivolta a tutti) avete finito di fare questo mercato?forza liberate l’atrio. Tra poco viene L’ispezione da Roma e ..almeno cercate di non farvi notare (rivolta a Domenico) andiamo vi preparo la colazione e parliamo un poco

DOMENICO. Avviatevi subito  sono da voi

BADESSA E SORELLE VANNO VIA TRANNE MARGHERITA.

MARGHERITA. Che vi devo dire! Siete capitati in un brutto momento, donna Mariannina, voi che siete una donna energica risoluta, perchè non pensate a qualcosa per aiutarci? Se aiutate noi di conseguenza andate bene anche voi

MARIANNINA. Faciteme penzà. Giuva’ riuniamci in camera di consiglio tutti quanti

ZI NDO. Anche i consiglieri anziani?

MARIANNINA. Tutti quanti..rusè però tu non hai diritto alla parola

GIOVANNI . e nemmeno al pensiero

ZI NDO. E nemmeno alle intenzioni

ROSELLA. Mo, nu ce vengo proprio…

CARMELA. Allora venimme pure nuie?

MARIANNINA. Si si cummà , facciamo un bel consiglio dei ministri. Iamme venite con mè….

ZI NDO. Montecitorio apre le porte

ROSELLA. Si chiure na porte e ….

GIOVANNI .e statte zitte.

MARGHERITA. Bravi…fate bene..fate un bel consiglio, anzi fate un conclave, io vado dalla badessa

PATRIAZIA FA PER ENTRARE E POI RITORNA DA DOMENICO

DOMENICO. Lei non si ritira per il conclave?

PATRIAZIA (cercando di parlare in italiano) no…io resta a prendere un poche de arie

DOMENICO. Brava…inizia a ragionare su quello che dice

PATRIAZIA. Mi stongo spremmendo a parlare buone

DOMENICO. Dovrebbe imparare questa poesia: Faro’ della mia anima uno scrigno per la tua anima, del mio cuore una dimora per la tua bellezza, del mio petto un sepolcro delle tue pene.

PATRIZIA. Faro’ della mnina mia una nicchia per la tua anima, pe chelle è mammete e pe chelle e soret…..(avvilita) non ci riusciro’ mai

DOMENICO. Forza, basta volerlo (la guarda negli occhi) venga con me (via)

MARGHERITA E MICHELE

MARGHERITA. Ma sei pazzo? Vieni cosi’ all’improvviso?

MICHELE. Ormai il convento è pieno di gente non ci fanno caso

MARGHERITA. Michè, sono sicuro che questa gente ci aiuta, il mio obbiettivo e che non devono chiudere il convento, poi sono tutta tua, si abbracciano..

GEGGé, ALESSIO CON  SUOR KATARINA

GEGGè. Accomodativi suora Kaiser (vedendo i due) puzzate sculà

KATARINA. Cosa succede? Chi fare questo scandalo in convento?

ALESSIO. Accuminciamme bbuone, guaglio’ ma tu chi si?

MARGHERITA. Sorella, scusatemi, è mio fratello, e da parecchio tempo che non lo vedevo

GEGGé. Tienemete che faccia de corne vecchie, si è vero sono Sorella e Fratello

ALESSIO. Forza guaglio’ vattenne, (poi sottovoce) poi facimme e cunte mo non posso parlare

MICHELE. Ma io sono il fratello

GEGGé io sono la sorella…

KATARINA. Ma non potere ospitare familiari qunato non è il giorno di visita

MARGHERITA. Chiedo scusa sorella, ma lui imbarca è marittimo qundi deve partire…

GEGGé. E.. le venute a salutà..forza iatevenne, chille a verità è passate a salutà pure a mme è vero? Damme nu vase viene ccà fratello, fatte abbraccià (lo abbraccia e lo tocca da pertutto) viene cu me mo ta accumapgne io fore

MICHELE. Non ce bisogno..vado da solo ciao Margherita, sorella scusatemi

KATARINA. No, preoccupare io capito

GEGGÉ . Iamme viene cu miche..ti accompagno

MICHELE. E dalle..(via insieme a Geggè)

ALESSIO. Suor Katerina, adesso vado dalla badessa e le annuncio il suo arrivo.

KATARINA. Bene , bene, io adesso vato in chiesa e vi aspetto

ALESSIO io vado con permesso(via)

MARGHERITA sorella, vi accompagno io

KATARINA. Crazie, cosi’ mi spiechi un poco di cose

MARGHERITA. Non c’è nulla da spiegare, il nostro è un classico convento

KATARINA. Un classico convento se non stesse a Napoli..

MARGHERITA. Questo è vero (vanno via)

PATRIZIA E DOMENICO

PATRIZIA. Faro’ della aninma….Nun ce riesco

DOMENICO. Mi sto quasi per arrendere…ma è cosi’ semplice

PATRIZIA. (imbarazzata poi si guardano e si baciano dopo il bacio Patrizia parla un italiano perfetto) Faro’ della mia anima uno scrigno per la tua anima, del mio cuore una dimora per la tua bellezza, del mio petto un sepolcro delle tue pene.

DOMENICO. Fantasticoooo….lei adesso è ancora piu’ bella

PATRIZIA. Voi trovate? A me sembra di aver ingoiato una Radio.

DOMENICO lei è perfetta…perfetta… (si abbracciano)

BADESSA E DETTI

BADESSA. uèèè e che succede qui fuori? Tienemente cose e pazze

DOMENICO. Badessa ..posso spiegarvi

BADESSA. che vuoi spiegare? Io aggia viste tutte cose? Questo matrimonio non sa da fare?

DOMENICO. Badessa , io vi stimo e vi rispetto, ma voi non potete entrare nella mia vita privata.

BADESSA. ma che dice? Io non posso entrare? Ma se non entro io chi entra? Anni e anni di studio li butti con una come questa? Che non sa parlare nemmeno una vrenzola di parola in italiano?

PATRIZIA. Faro’ della mia anima uno scrigno per la tua anima, del mio cuore una dimora per la tua bellezza, del mio petto un sepolcro delle tue pene.

BADESSA. u maronn! E questa tiene il diavolo in corpo (si f ail segno della Croce)

MARIANNINA E DETTI

MARIANNINA. Patri’ , vuo’ trasi’ o no? nuie stamme aspettanne a te

BADESSA. avete fatto un complotto contro di me? Vostra figlia circuisce a mio figl…al mio dottore…

MARIANNINA. Ne ma che state accucchianne? Patri’ che sta succerenne?

PATRIZIA. Faro’ della mia anima uno scrigno per la tua anima, del mio cuore una dimora per la tua bellezza, del mio petto un sepolcro delle tue pene.

MARIANNINA. Ma qualu pene? Patri’ a mamma parle buone, maronne cheste se mangiate ‘a televisione?

DOMENICO. Donna mariannina ma non siete contenta, vostra figlia adesso è una bellissima ragazza, ed io me la voglio sposare

BADESSA. santa costantinellaaa….chiamate il mio medico fate presto

GEGGé. Eccomi mo lo chiamo io  dotto’ vi vuole la badessa

BADESSA . animale….ti  prendi gioco di me…

ALESSIO E DETTI

ALESSIO. ( di corsa) sorelle sorelle…Badessa è arrivate suo Catarina Kaiser

BADESSA proprio adesso…maronna sto male (sviene la sistemano su una sedia)

MARIANNINA. Maronn è morta a badessa…giuvaaaaa aisce acca fore è morta ‘a badessa

ALESSIO. Badessa, non facciamo scherzi arrepigliatevi

GIOVANNI ROSELLA E ZI NDONIO

ROSELLA (uscendo) io nun sacce niente, nun aggia ditte niente

GIOVANNI. Sta vote ave ragione, nun l’ha proprio nummenate

DOMENICO state tranquilli, è un semplice svenimento.

GEGGé. Maronne, ma fatte fa ‘o gialle, ma chelle nun parle

MARIANINNA. Forza , signora bedessa

DOMENICO fatela respirare ..toglietevi di torno

PATRIZIA. Fate largo fate largo,non toglietegli il respire

GIOVANNI. Scusate, ma voi siete Patrizia Fioravanti

PATRIZIA. Papa ma come non mi riconosci?

GIVANNI. Ma che te magnate?

ROSELLA. Patri’ bella da zia, ma, te siente bone?

DOMENICO. Voglio fare annunciarlo publicamente, io sposero’ Patrizia

GIOVANNI. Maronna mia, marianni’ avimme avute a Grazia

MARIANNINA. Vabbene dottore, ma adesso vediamo di arripigliare alla badessa

MARIANNINA. Io a veche na faccia curiose comme si fossa…

GIOVANNI. Viva, comme si fossa viva, he capito

ROSELLA. Ma io vuleve dicere che nun sta

GIOVANNI. Che sta bene..ruse’ che sta bene..

ALESSIO. Dotto’ che dite chiamiamo l’amulanza?

DOMENICO. Il polso è regolare…non vi preoccupate…

ALESSIO. Intanto sta  la Monaca ispettrice da Roma, e mmo comme Se fa? Per come è fetosa quella, sicuramente pensa che è una scusa

MARGHERITA E DETTI

MARGHERITA. Cosa è successo? Badessa Badessa..

GEGGè. Nun ve preoccuopate , è uno svenimento

MARGHERITA. Cosa gli è successo? Quella questa mattina già accusava un leggero mal di testa e una nausea

RUSELLA. Fosse incinta?

GIOVANNI. Embè si succere cheste, t’atterra viva viva

GEGGè. Ma che decite? Dinte a stu cunvente comme a omme ce stogne sul’io..quindi..

GIOVANNI. Stamme a pposte

ALESSIO. Belli’ perchè io non conto

GEGGè. Ma tu gia’ stai in meno pausa..statte zitte

ZI NDONIO E DETTI

ZI NDO. Ch’è succiese? Maronne, Badessa morta dinte a cabbele nun esiste

GEGGé. E vedite monaca morta

ZI NDO’. Nun è a stessa cosa

GEGGé. E vedite mana morta ( e cerca di toccarlo)

Zi NDO. Ma a vuo’ ferni’ ‘o no…o vuo’ capi’ che songhe mascule

GEGGé. E io pecheste te tocche…

MARIANNINA. Zi ndo’ ma voi dentro vi siete organizzati?

ZI NDO. Manchiamo solo noi

MARIANNINA. Allora avviateve che poi vengo pure io…Rusè nun durmi?, avviateve…

BADESSA . (rinviene) per favore, portatemi nella mia stanza…dottore…No al dottore non lo voglio piu’

DOMENICO. Badessa, ma cosa vi ho fatto?

BADESSA. nun te voglio vedè chiu’….Don Alessio, come facciamo è arrivata la sorella ispettrice

ALESSIO certo. Sta in chiesa, ho detto che tra poco l’andiamo a ricevere

BADESSA. margherita, vai tu..io non ce la faccio, ormai ho capito ce ne dobbiamo andare….che ce stonghe a ffà cca’

MARGHERITA. Badessa ma io sono una novizia non è meglio che mandiamo a sour Restituta e sour Ortensia?

BADESSA. chelle so doie sceme, tu sai parlà, vai tu è meglio, Geggè accompagniami in cella tu , don Alessio voi andate con Sorella Margherita

DOMENICO. Adesso vi accompagno io

BADESSA. no ..voi no..potete andare ( la badessa va via)

DOMENICO io non capisco cosa è successo? Il suo è stato sempre un bene morboso

PATRIZIA. Domenico, non ci pensare , pian pianino le cose si mettono a posto

Cu paglia e pacienze s’ammaturene e sovere

DOMENICO. Patrizia!

PATRIZIA. Domenico, i  proverbi Napoletani non si possono tradurre, perdono il senso

DOMENICO. È meglio che vado a vedere la badessa come sta…(via)?

PATRIZIA. Si è meglio…io ti attend (entra in casa)

MARGHERITA. Patrizia , che cambiamento noto in te

PATRIZIA. Lo sai ci siamo fidanzati.

MARGHERITA. Sono contenta, ma adesso non abbiamo tempo affrontiamo questa situazione e facciamo chiudere il convento, Don Alessio avviatevi in chiesa trattenele la Kaiser

ALESSIO. Nun ve proccupate..me lo vedo io, ma facite ambressa

MARGHERITA. Siamo alla frutta…lo sapevo, questa fine era inevitabile, mi dispiace che non siamo riuscite a far nulla

MARIANNINA. Cosa avete detto? Allora non avete capito con chi avete a che fare? Signuri’ io quante nasciette, nasciette cu na capa tanta, e Mammà e Papà se spaventaiene, facette a vammane: e che ve spaventate cheste tene a cape comme a Donna Marianna ‘a cape e napule, ‘a sapite?

MARGHERITA. La testa che  si trova sotto palazzo S. Giacomo che dicono appartiene alla Sirena Partenope

GIOVANNI. Precisamente, anticamente quante tenevene nu problem e femmene e napule se rivolgevene a sta cape e marme, a facevene e feste e chelle e faceve a grazie.

MARIANNINA allora mammà pensai buone e me chiammà Marianna, comme ‘a capa e Napule, a gente do quartiere sapenne stu fatte, appene hanna risolvere nu problem venene addu me e io tengo una soluzione pronta pronta

GIOVANNI. Invece se devono passare un guaio si rivolgono a mia sorella

MARGHERITA. Allora quale sarebbe questa soluzione?

MARIANNINA. Che ci vogliono nuove monache

MARGHERITA. E questo lo sappiamo…ma non ci sono nuove vocazioni

MARIANNINA. Ma noi facciamo uno strappo alla regola… Forza sorelle uscite

ZI NDONIO, ROSELLA, ,CARMELA, NINETTA  e BIASIELLO

VESTITI DA SUORE. Mentr CARMENIELLO e  PASQUALINO da chirichetti.

ZI NDONIO. Io sono suor Priscilla la suora anziana che fa scintilla

ROSELLA. Io sono sour Consuelo la suora che fa sul serio

CARMELA io sono sour  Beatrice la suora stiratrice

NINETTA io sono sour saetta la suora che va di fretta

PATRIZIA. Io sono suor diletta, quella ch’è perfetta.

BIASIELLO io sono suor pupetta la suora che scoppietta.

ZI NDO’. E fa nu sacche e purpette (ridendo)

MARIANNINA. Avita viste comme so bellelle?

MARGHERITA. Siete un genio..un vero genio.

GIOVANNI é vero, tene sempe nu genio

MARIANNA. Forza Giuvà iammece a priparà nuie, tu è fa a badessa, si chiu grosse le fa mettere appaura

GIOVANNI. Ma songh’io che me mette appaura..

MARIANNINA. Nun te preoccupà tu fai a badessa comme presenza, ma parlo io, sono la matre segretaria della badessa…facimma ambressa

GIOVANNI. C’hanna vedè chiu’ l’uocchie mie?

MARIANNINA. Cammina statte zitte, cheste nun è nienete e averè ancora (VIA)

MARGHERITA

MARGHERITA. Allora…speriamo che vada tutto bene, dovete essere convincenti, dobbiamo farci trovare in piena attività

ROSELLA. In che senso?

MARGHERITA ogniuno deve fare qualcosa, vi dovete mostrare impegnate

CARMELA. Facimme che io mette I bigodine ngape a ruselle, mentre ninette ce mette ‘o smalte

ZI NDÒ .  e a mme, me luvate e calle a sotto e  piere

PATRIZIA. Ma che dite? Dobbiamo avere mansioni suoresche

MARGHERITA. Ma non capite? Noi dobbiamo simulare un convento, no un centro estetico.

MARGHERITA. Forza, zi ndonio, prendete una sedia Prendede questo (piglia della stoffa da ricamo) e ricamate

ZI NDO’. Ma io non so ricamare

MARGHERITA. Fate finta di ricamare, voi , Donna Carmela, fate finta di fare delle marmellate, insieme ai vostri figli

CARMELA. Biasie’ va dinte a cucina piglia, tutte e buccaccielle ca truove e puortele ccà , puorte  pure o poche e frutta

BIASIELLO. Subitto faccio, carmeniè viene cu mmè

CARMINIELLO. Ma io non sono suora

CARMELA si orfanello…quindi devi lavorare, statte zitte

NINETTA. Quindi noi facciamo le marmellate

PATRIZIA. Io invece mi mette a cucire…che dici?

MARGHERITA benissimo

ROSELLA. E io che faccio?

MARGHERITA. Biscotti, lei è brava negli impasti farà i biscotti

ROSELLA. Benissimo, mi piace

GEGGÉ e DETTI

GEGGÉ. Maronna mia e chi sono sti monache?

ZI NDO’ io sono suor Priscilla, la suora che fa scintilla.

GEGGÉ . ‘o diceve io…avevo sentito l’uosimo, tu si chiu’ femmina e me

ZI NDO’. Ma che dice? Nun ti allummare, noi dobbiamo salvare il convento

MARGHERITA. Geggè dobbiamo, far capire alla suore ispettrice che il convento è popolato di monache

GEGGÉ . Bella penzata, allora me vache a priparà pur’io

MARGHERITA. Ma di suore ce ne sono abbastanza

GEGGÉ . Embè e avita sfucà sule vuie, …subito vengo(via di corsa)

SUOR RESTITUTA E SUOR ORTENSIA

S. RESTITUTA. Margherita, è finita, la badessa ci ha detto che è arrivata la ….(VEDE LE SUORE) ma chi sono?

S.ORTENSIA. ma queste sono nostre colleghe

S. Restituta. Ma hanno un aria familiare

ROSELLA.  Sorelle, adesso siamo come voi

Zi NDO. Foza, dobiamo salvare il convento, tutti per uno uno per tutti

PATRIZIA, facciamo la battaglia delle capinere

MARGHERITA. Mi raccomando dovete essere credibilissime, evitate di parlare, specialmente voi zi ndonio..

ZI NDO. Uè…ogni poche si raccomadano di me..nun ve ne ncaricate, io come suora anziana devo essere rispettata…. qundi devo parlare e basta.

ROSELLA. Zi ndo’, iamme nu facite ‘o creature, voi è meglio che non parlate

Anzi fate una cosa, fate la Suora Sordomuta

ZI’ NDÒ . Embè se divento sordomuto, t’accire, to giure ngoppe  a stu curdone t’accire

PATRIZIA. Forza organizziamoci,

RESTITUTA. Sembrate piu’ monache di noi, questo convento non ha mai visto tanto movimento

ORTENSIA. È vero, sembra un vero convento,

MARGHERITA. Zitte zitte..arrivano , andiamo di la, ci concertiamo tutto quello che dobbiamo dire

ZI NDO. Io ‘o saccie, sono una grande ricamatrice…che pacienze che ce vo

VANNO TUTTI VIA CON MARGHERITA

MARIANNINA E GIOVANNI

MARIANNINA. Giuvà, viene, fatte vestì, nun fa ‘o nziste, imme cercamme e salvà a sti cape e pezze e ce salvamme pure nuie

GIOVANNI. Ma è mai possible che io aggia fa tutto chelle che dice tu? A quante ce simme spusate ‘e volute commannà sempe , io me so sfastriate, l’ate iuorne me stive facenne menà abbasce ogge me vieste a monache, che devo fare più?

MARIANNINA.(Vestita da suora e parlando come tale) Giovanni’, ma perchè ti vuoi ribbellare proprio adesso? Se non ti stave bene questa situazione ‘o diceve trentanne fa, mo si ghiude in prescrizione, giuva’ si scadute  e baste

GIOVANNI. Ma po essere mai che tu è avè sempe ragione…

MARIANNINA. È certo fratello, alora cagne nu poche sta voce, f a voce e monaca

GIOVANNI.sorella…io te ciaccasse… Sta venenne a Badessa co duttere

MARIANNINA. Viene ccà nguattamece acca derete , sti duie nun ma contene juste

GIOVANNI. E che vuo’ dicere?

MARIANNINA. Alluccute, tu nun capisce mai niente, chille ‘o dottore se vo spusà a Patrizia nostra , io aggia capi’ pecchè sta badessa sta sempe appezzate …

GIOVANNI. Ma po essere mai che tu tiene sule cattive pensiere…

MARIANNINA. È certo , e stai tranquillo che verro’ a scoprire pure ‘o fatte da gatta, mettimece adderete a sta colonna ( Si Nascondono)

BADESSA E DOMENICO

BADESSA. dottore , la situazione è diventata troppo pesante

DOMENICO. Pesantissima direi, Madre, io non ho capito perchè avete fatto quella sceneggiata Avanti a tutti?

BADESSA. perchè penso che tu essendo un medico, devi prenderti una ragazza perbene, con una buona posizione, una buona famiglia

DOMENICO. Buona famiglia,Che ppena sentono che sono medico mi fanno un sacco di cerimonie, però appena sanno che sono figlio della Madonna, il tutto cambia e dopo pochi giorni mi scacciano, perchè non ho parenti illustri

BADESSA. ma la colpa non è tua

DOMENICO. Già, è della famiglia  che non ho mai avuto, ma per lo piu’ della mamma che mi ha abbandonato

BADESSA. forse neanche lei ha colpa

DOMENICO. E con chi dovrei prendermela?

BADESSA. con nessuno, è destino, hai ragione , segui la tua strada, io ho agito da Mamma, un mamma vuole sempre il meglio per il figlio

DOMENICO. Ma voi non siete mia mamma!

BADESSA. infatti, tua mamma, era una brava donna,ebbe un figlio con il suo grande amore, ma questo grande amore già aveva famiglia, ma la poverina non lo sapeva… e per scontare le sue pene la misero in convento, la fecero diventare suora, lei fu contenta perchè  capito’ nello stesso orfanotrofio dove aveva rinchiuso suo figlio.

DOMENICO . Voi? Mamma?

BADESSA. da madre …a mamma…si ( si abbracciano) vieni cone me ti spiego tutto , sarà il nostro segreto, adesso posso anche lasciare questo convento, vieni.

MARIANNINA. è capite Giuva’? questa è una telenovela brasiliana…il loro segreto…è na parola …che se ferine e fà si monache? E cheste mo nun le mporte chiu’ do cunvento, percio’ giuvà dobbiamo agire noi…te vestere a monaca e io faro’ la Badessa…

GIOVANNI. Te si fissate ..io me mette paura…

MARIANNINA. Allora nun è capite niente?

GIOVANNI mia figlia tiene la suocera Badessa!

MARIANNINA e io tengo ‘o pate Pape…fuimme fuimme stanne venenne…(via)

ALESSIO, SUOR KATARINA e MARGHERITA

MARGHERITA. Don Alessio, ho fatto preparare a tutte le sorelle per salutare la nostra consorella da Roma

ALESSIO. E addo’ so asciute sti monache?

MARGHERITA. (a bassa voce) stai zitto….e vienici dietro

KATARINA. Ma da dove uscire tutte queste monache?

ALESSIO. Infatti…

KATARINA. Nei registri ci sono solo tue nomi effettivi e una novizia

ZI NDO. Sorella mia, io sono la piu’ vecchia, aggia fatte a Guerra , e nun state a senti’ chiacchiere, noi siamo quelle che vedete qua, I registri s’appicciaiene e qundi stanne sule e nomme di quelle nuove

ALESSIO. Brava….è proprio cosi’…ha ragione suor…

ZI NDO. Priscilla, la sorella che fa scintilla

KATARINA. Tu essere una vecchietta molto simpatica

ZI NDO. Tu essere una monaca molto bona

KATARINA. Como dire

ZI NDO. Molto buona

ROSELLA. Sorella Katarina, lei quando parte? Cosi’ le preparo due biscotti

CARMELA. Io vi faccio due marmellate

KATARINA. No crazie, non disturbare, io in questa situazione non ci vedo chiaro

ROSELLA. Avete problem di vista

KATARINA. No, mai avuti, anche se atesso io fetere un poco toppio

ZI NDO. E si sapeva…

ALESSIO. Ma quindi adesso andiamo dalla Badessa

MARGHERITA. Ma la bedessa ha detto che viene lei qui

KATARINA. Ma se non si sentiva pene?

RESTITUTA. Infatti, quella ha detto che non scendeva

ROSELLA. Mo si è ripresa, sta na bellezza, mo viene

ALESSIO. Ma siete sicure?

KATARINA. Sono contenta, molto contente io

ZI NDO. Ass fa a Dio

MARGHERITA. Eccola sta venendo, è accompagnata dalla sua segretaria di fiducia

ALESSIO. Ma che sta succerenne?

GIOVANNI e MARIANNINA TRAVESTITI DA SUORE

MARGHERITA. Forza Badessa accomodatevi

MARIANNINA. Grazie grazie..e che succere qua? È venuta la pastora tedesca?

GIOVANNI. La monaca tedesca ..vuole dire

MARIANNINA. È la stessa cosa…monaca ‘o pastora

KATARINA. Finalmente vi conosco in carne ed ossa

MARIANNINA. Anco io

ZI NDO. Un applauso alla nostra badessa….

MARIANNINA. Io te spacche a facce

KATARINA. Io fetere patessa in ottima forma, anzi io fetere patessa come una quercia

MARIANNINA.Ma io non mi sento molto bona..pero’ come si dice , faccia lisce e peli….mannaggia adesso dicevo una sconciezza

KATARINA. Voi già sapere io cosa venuta a fare?

GIOVANNI. La badessa è stata informata di tutto…

KATARINA. Ma lei chi essere?

MARIANNINA. È la mia segretaria, suor Giovannella

GIOVANNI. La suora ch’è piu’ bella

MARIANNINA. E si la piu’ bella!!! La mamma invece di scioglierla il vellicolo la chiuse qui dentro…

KATERINA. Io no capire Badessa quello che vuole dire

MARIANNINA nun fa nulla, forza assettamece

KATARINA. Cosa? Assettamece?

GIOVANNI. Mettete questo sulla sedia

KATARINA capito ..sedere

MARIANNINA. (si siedono)dunquo, non capisco come mai vi siete messe in testa di voler chiudere il mio convento

KATARINA. A roma , risulata che questo convento e quasi vuoto

MARIANNINA. A Roma dicono nu cuofeno e ciucciaria

MARIANNINA. Suor giovannina, asciuttateme

KATARINA. Questa situazione puzzare…

MARIANNINA. E , quella è suor Giovannella, la quale non trattiene…..

GIOVANNI.io non ho fatto nulla badessa…ve lo guiro

MARIANNINA. Allora, cara sorella Katarina, avete visto che il convento è pieno di monache? Quindi è un peccato chiuderlo.

KATARINA. Ma io non capire perchè nei registri ufficiali non ci sono I nomi di tutte le consorelle?

ALESSIO. Ma è come vi dicevamo prima….

ZI NDO. Si sono appicciati…e siccome che  la badessa è tanta nzallanuta, si è anche dimenticata do scrivere i nomi di noi tutte

ROSELLA. È proprio cosi’, sorella Katarina, non vedete che la Badessa è mezza ammattuta?

MARIANNINA. Suor Katarina, vedete come mi vogliono bene? Già mi hanno scavato la fossa, ma io e terre a tutte quante

MARGHERITA. Io sono l’unica novizia in questo convento

BIASIELLO E CARMENIELLO E PASQUALINO

CARMENIELLO. Mammà,Mammà…..e viccanne ‘e buccaccielle

CARMELA. Brava a mammà…’e jettà ‘o sanghe…

PASQUALINO (rivolto a Mariannina) mammà io tengo famme

MARIANNINA, è un bimbo cieco che ha perso la mamma

PASQUALINO. Mamma, ma io te veco…

MARIANNINA. È vero, dovevi essere muto….

KATARINA. Cosa sentire le mie orecchie?

MARIANNINA. Senta bbona chesta…

GIORNALISTA E DETTI

GIORNALISTA. Buongiornooooo, vi  ho portato a vedere il bellissimo articolo che ho scritto per voi….abiamo avuto una rilevanza nazionale, donna Mariannina, che ci fate cosi’?Don Giovanni?

KATARINA. Chi essere questa ? cosa dire?

BADESSA DOMENICO E DETTI

DOMENICO . tutto si è spiegato,Patrizia, possiamo sposarci

PATRIZIA. Me sposo ..me sposoooo….aggia purtà na cannela tanta a San Pasquale Baylon

DOMENICO. Patrizia se continui cosi’ cambio idea….

PATRIZIA. Faro’ della mia Anima..

MARIANNINA. Maronna Mo more…

GIOVANNI. (fa segno di avere un malora) è giunta l’ora

BADESSA, ma cosa sta succedendo? E voi che ci fate cosi?

GEGGé E DETTI VESTITO VISTOSAMENTE DA DONNA

GEGGé. Eccomi a voi, io sono Jessica la Sacrestana

BADESSA, ma che stiamo a Carnevale?

GEGGé. Ma che carnevale? Tutte quante ccà se so vestute a monache e quindi io mi sono , finalmente vestita da sacrestana

ZI NDO. Sacrestana sexi

GEGGè. E se capisce, e che aveva fa a mummia comme a te?

GIOVANNI. Badessa, adesso vi spiego tutto

CATARINA. Ma chi è la Badessa?

MARIANNINA. Sono io, nun ‘a penzate, chelle è ammattuta

GIORNALISTA. Fatevi fotografare, che bella penzata, fate una manifestazione pacifica.

MARIANNINA. A sta giurnalista, accire, acussi, esco ‘e sicure ngoppe ‘e giurnale

BADESSA. io mo more…Dottore aiutatemi

MICHELE E DETTI (Vestito da prete)

MICHELE. Margheri’, ho deciso me vache a fa prevete, basta me so sfastriate e te correre appriesse….

MARGHERITA. Miché…noooo , stiamo risolvendo tutto…vieni qua abbracciami

MARIANNINA. Basta…è inutile, sicondo me, sta Kaiser nun ce crere chiu’

KATARINA. E si capisce che io non credere piu’. Adesso voi spiegare chi è la vera badessa e perchè avere organizzato tutto questoe cosa sta succedendo? questo non è un convento è una novella del Boccaccio è il decamerone

MARIANNINA. Giuva’, si sempe tu, a vuo’ ferni’ e fa I baccaccio a chesta

BADESSA. la badessa vera sono io, non ero al corrente di questa sceneggiata che si tramava alle mie spalle.

MARIANNINA. ‘a viste a Mario Merola!!!...

KATERINA.come è possible? Io non credere che voi non sapere

BADESSA. adesso è meglio che parlo io,  devo dire a tutti chi sono e cosa sono stata, troppe finzioni, forse la mia è la piu’ terribile di tutti

KATARINA. Quante cose ho da raccontare a Roma

DOMENICO. Ma io non so se …

MARIANNINA. Non vi conviene, stateme a senti’  a mme’, non vi conviene, chi lo doveva sapere l’ha Saputo , tanta verità è meglio che non vengono a galla, e credetemi vui nun avite fatte fess a nisciune, nemmene a ‘o pataterene, si no ,nun ‘o faceve  succere nu fatte e cheste, stateve zitte e continuate a fa La madre badessa, vedite quante gente ve chiamme mamme? Simme tutte figlie a vuie

KATARINA. Ma io non capire cosa vuole dire?

MARIANNINA. Tu non devi capisciare niente, e sai cosa devi andare a dicere a Roma, che arrapessene nu poche overamente e porte re cunvente, de chiese a tanta povera gente comme a nuie.

MARGHERITA. È vero, siccome si perdono le vocazioni apriamo le porte dei conventi al sociale, creamo sia ospitalità che lavoro, perlomeno queste mura serviranno ad ospitare tanta gente

MARIANNINA è overe? Cagnamme ‘o ditte napulitane se chiure na porte e..

GIOVANNIs’arape nu cunvento

GEGGé . (venendo dalla commune con grossa cesta) badessa badessa , è succiese na cosa troppa bella , hanna mise na creature fore ‘o cunvento, sono mamma…ma cresco io

BADESSA. ma cosa dici? (aprendo il fagotto) ma questo è un gatto

GEGGé, nu gatto? È nu lione e tene pure a zella mieza a cape, ce stà nu biglietto, (leggendo) non posso stare lontano da te, firmato, scoppolecchia

MARIANNINA . avite viste ho ragione, ‘a gatte è figlia  a te e I chella gatta sbattuta da scoppolecchia

GIOVANNI. Maronna mia , fine a cca me venute a truvà gaitanone. ‘o micelle mio

MARIANNINA. Giuvà, che t’anna accirere,quante è brutte puortele a sperdere

KATERINA. Come vedo voi del sud aprite sempre  la porta a nuove idée, essere una grande idea quella di aprirsi al sociale, badessa io vado a roma e diro’ che la vostra realtà è bellissima

RUSELLA. Che bellla penzate,Sentite, io nun me ne voglio andare..anzo me voglie fa monaca, benedicetemi,qui dentro ho visto che è la vita che mi piace fare e forse combine pure mene guaie

GIOVANNI e cheste è nata grazia…maronna mia due piccione con un convento….

RESTITUTA. Che bello, badessa organizziamo un corso di piazzioli

ORTENSIA. Pizzaiole

RESTITUTA. Piazzaioli , è meglio..apriamo le porte al sociale

MARIANNINA. Chesta è restutituta overa

MARGHERITA. Allora badessa , anche me datemi la vostra benedizione io me ne vado e mi sposo a Michele

MICHELE. Finalmenete

BADESSA. Michele? Ma da dove è uscito io non ci capisco nulla

CARMELA badessa, una benedizione special pure a me e ai figli miei io sono vedova

ALESSIO. Vedova? Vi interessa una compagnia?

CARMELA. U maronna, io sarei onorata…

NINETTA mamma….nun te permettere che me ne fuie da casa

GIOVANNI mente fuie cheste  ve facite vecchia…

CARMELA. Statte zitte a mamma…nuie c’avimma sistima’, prego don alessio ne possiamo parlare

ALESSIO. Assa fa Dio…accussi’ a casa nun so chiu sule

MENIELLO. Mamma ma chistu cose addevente papa’? A me nun me piace

CARMENIELLO e nemmeno a mme….è troppo curiuso

DOMENICO badessa allora benedite anche noi, come vostri figlioli

PATRIZIA. Badessa na bella benerezione co curdone e chiene e devuzione,

DOMENICO . ma noooo..si è rotta!!!

PATRIZIA.traduco, una benedizione con il cordone e piena di devozione, domenico ogni tanto devo parlare come dico io si no schiatte nguorpe

DOMENICO e pure dice buone!

GEGGè una benedizione special pure a noi badessa a me e zi ndonio , io ho deciso mi metto  a fare il badante di questo, me piace

Zi NDONIO. ma chi t’ha chieste niente? Badessa a mme dateme tre nummere ch’è meglio

MARIANNINA. Badessa ve truvate bennerecenne benedite pure a noi

GIOVANNI. Renzo e Lucia, che dope tanta malapatenza hanna truvate nu nivo sicure

MARIANNIA zi ndo’ se permettete sta vote e  nummere ‘e donghe io diciannove

GIOVANNI’e resate  MARIANNINA quatte ….

GIOVANNI ‘o triate e sissantotto INSIEME l’appalusi

(meraviglia di tutti)

                  che schifezza ‘e munno nguaiato è! Iammuncenno, amici, iammuncenno pè vie.  E alluccanne  senza voce perché pure chelle s’hanna pigliate  però facimmece senti’…Giuvà piglie è criature  restamme unite tutte nzieme… a nostra e na famiglia..

                   e nun se po tuccà…… è sacra….. Iammucenne…

                              

MARIANNINA. Giuva’ nuie l’avimma aiutà, nun tante pa badessa che sta sempre cu na fella e limone mocche, ma pi sti munacella, me fanne na pena

GIOVANNI e comme vuo’ fa?

MARIANNINA. Secondo te io non ho pensato?

                                      

Badessa e Mariannina  al centro della scena sedute 

MARIANNINA. Badessa , io ho capito il fatto vostro, ma voi avete capito il mio?

BADESSA. Stiamo tutte e due sui carboni ardent

MARIANNINA. La vostra è una fornacella a me si tratta prorpio di una lava di fuoco, cara Badessa mai come adesso noi di qua non ci possiam prorpio muovere

BADESSA. Domani vi dico solo domani, il tempo che arriva la madre generale , se quella trova altre persone qui dentro è sicuro che me lo chiude Il convento

MARIANNINA. Ho capito, ma mia cara badessa se noi avotiam le spalle e ce ne andiamo e poi non ci fate piu’ entrare, noi come la mettiamo di nome? I aroppe achi aggia spaccà a cape? A vuie? E non è il caso

BADESSA. ma io vi do la mia parola di badessa.

MARIANNINA. Scuateme ma nun me fido tante, a peccerelle e monache m’hanna pigliate pe fesse

Second atto

CARMELA.  Che rrise, cummà. È venuto ‘biasiello (cercando qualcosa in una tasca) E ha spensato…aspettate, addò l’aggio miso? (dando il bambino a Alessio) Scusate, tenite nu mumento ‘mmano (cercando ancora) E ha spensato… (di nuovo a Alessio) Stateve attienta ca ha fatto ‘o ppuppù… (mettendo fuori dal petto dei volantini) Ha spensato sti volantine cu st’ommo curiuso ‘a coppo.

MARIANNINA       (subito) Va buò, va buò, m’ ‘o ccunte n’ata vota, aggio capite.

CARMELA (ridendo) No, no, aspettate… (ad Alessio) Si vò chiagnere mettiteve a cantà. (a Mariannina) E allora io aggio ditto “Me ne doveto dare molte, assaie, pecchè io ‘e vvaco spensanno. Tengo nun sacco di amici e di familiarie faccio avotare a tutte quante pe’ stu signore

ALESSIO.     (scambia uno sguardo di intesa con Sisina e si sfrega le mani compiaciuto)

M

Zi Ndo                      (fra sé) Chiacchiere!

MARIANNINA       vulita pazzià, eh?

Ales.                          (gentile ma fermo) Mica tanto.

Sisi.                           

Ales.                          (con altro tono) Donna Sisina, voi non dovete credere che io non mi renda conto delle vostre esigenze. Io non vorrei chiamare i carabinieri.

Sisi.                            Bravo.

Ales.                          Io vorrei evitare quel tanto di antipatico, che a volte si può vedere anche nell’esercizio…

Ales.                          (cercando di interromperlo) Di Gennà, vi prego…

Carl.                          Perciò, il signor preside, con molta democrazia, vi ha invitati a questa specie di tavola dove la gente si assettano, parlano e fanno certe belle discussioni…

Sisi.                            Senza capa e senza cora.

Carl.                          (distratto) Esatto… (poi riprendendosi) No, che c’entra? Io volevo dire…

UGO, NINETTA E DETTI

Sisi.                            (mentre Ugo entra dalla comune camminando carponi seguito da Ninetta alla stessa maniera) Guè, Fox, Rintontì!

Carl.                          (a cui Ugo sta toccando una gamba) ‘E cane!

Sisi.                            No, no, calmateve, sò ‘e bambine (ai ragazzi) Cacciuttiè, vi è venuta la famma? (I bambini confermano ripetutamente col capo e con qualche mugolio scherzoso) E andate là dentro a mangiare, via. Ubbidite alla padrona. (poi mentre i bambini, sempre camminando carponi, escono a sinistra) Quanto sò bellille, eh?

Carl.                          Assaie!