Se fosse vero!

Stampa questo copione

1° TEMPO

”Se fosse vero”

di Carla Calabrò

carlastefania@libero.it

1° TEMPO

Casa moderna,tavolo,sedie,porta entrata,finestra,porta del bagno, della camera, divano letto, angolo cottura, tavolino, telefono,quadri,tappeto.

Arturo entra, appoggia la borsa,le chiavi accanto al telefono; si sfila le scarpe, la giacca, la camicia, tutto.

Rimane in mutande.

Accende la radio, musica italiana e lui canta e va in bagno.

Si sente piano un’altra voce che canta la stessa canzone. Voce di donna che canta prima piano , poi più forte. Arturo esce dal bagno e si guarda intorno, accende la luce in cucina e vede una donna seduta al tavolo, maglietta e jeans che canta serena.

Lui la  guarda sconvolto e sorpreso. Lei lo guarda tranquilla sorridendo.

Arturo: Chi è lei, cosa ci fa qui?

Laura: Lei può vedermi?

A: Certo che la vedo, non sono un cieco! Cosa ci fa qui?

L: Ma è fantastico! Davvero riesce a vedermi?

A: Non ci trovo niente di straordinario! ( irritato) Cosa ci fa qui? A casa mia?

L: Lei non si rende conto… mi tocchi il braccio per favore…

A: Eh no! non la toccherò di certo! Ma che succede qui?( si avvicina)

L: Mi tocchi il braccio per favore ( toccandogli il polso ). Può sentire il mio tocco?

A: esasperato) Certo che la sento! Sento e vedo perfettamente. Se ora mi fa la cortesia di dirmi chi è e che cosa vuole, gliene sarò grato!

L: felice) E’ fantastico! E’ proprio fantastico! Lei riesce a vedermi, a sentirmi, io…

A:Signorina adesso basta. Non sono dell’umore giusto. Cos’è questo? Uno scherzo della mia socia? Chi è lei? Una “ragazza squillo” inviata in regalo per la mia nuova casa?

L: Ma lei è sempre così volgare? ho forse l’aria di una di quelle?

A: sospirando) No! Non ha l’aria di una “gentile signorina” Ma si è intrufolata nel mio appartamento, a mezzanotte e passa…

L: E poi, se vogliamo precisare, il più nudo tra noi è proprio lei!

A: prende imbarazzato i pantaloni e li indossa) Va bene! Adesso basta!

 ( alzando la voce) Ora lei esce da qui, torna a casa sua e dice a Paula che non è stato uno scherzo simpatico.

L:Intanto non so chi sia Paula, e poi abbassi il tono della voce; non sono sorda;sono gli altri che non mi sentono, io ci sento benissimo.

A: Signorina, ascolti, sono molto stanco, ho appena finito di traslocare, e preferirei stare un po’ tranquillo. Sia gentile, la prego, riprenda le sue cose e se ne torni a casa sua o dove meglio crede.

L: Con calma,con calma, non è così facile spostarsi, anche se negli ultimi giorni, è andata un po’ meglio.

A:Che cos’è che è andato meglio?

L:Adesso ci provo, chiuda gli occhi…

A: Ci prova a far che? ( esasperato)

L: A muovermi, ad andarmene, come vuole lei. Mi devo concentrare …Chiuda gli occhi…

A: Questa è matta da legare (guardando il pubblico)

L: La smetta di essere sgradevole, stia zitto e chiuda gli occhi o rimarremo qui così tutta la notte.

A: incredulo obbedisce,chiude gli occhi, aspetta).

L: a fatica si muove, fa qualche passo fino al divano, si siede sul pavimento,guarda con interesse il tappeto) Non male, vicino al divano ci sono arrivata,,non male!

A: apre gli occhi, la guarda).

L: Vedo che ha lasciato il tappeto, molto bene; ma quei quadri non li sopporto!

A: perdendo la pazienza) Appendo i quadri che mi pare e dove mi pare, e adesso gradirei andare a dormire. Quindi se non vuol dirmi chi sia non importa, ma ora fuori! Se ne vada a casa sua, se ne ha una!

L:Ma io sono a casa!…cioè ero…E’ tutto così sconcertante e inspiegabile.

A: Ascolti ho preso in affitto questo appartamento da 10 giorni e quindi questa è la “mia” casa.

L: Si, lo so, lei è il mio inquilino post-mortem, è piuttosto divertente!…Non trova?

A:Non so chi lei sia , ma la proprietaria è una signora ultrasettantenne. Intende questo per “inquilino post mortem”?

L: La signora sarebbe contenta di sentirle dire ciò !, ma di anni ne ha 62, ed è mia madre, attualmente anche il mio tutore legale.In realtà la proprietaria sono io!

A: Lei ha un tutore legale?

L: Si, tenuto conto della situazione, al momento ho qualche problema a firmare documenti ufficiali

A: Si trova forse…in qualche situazione difficile, qualche problema di salute?

L: Si, è il minimo che si possa dire.

A: Devono essere molto preoccupati per lei. La riaccompagno da qualche parte?

L: Scusi, mi ha preso forse per una squilibrata fuggita da un manicomio?

A: No,…no

L: Come primo incontro non c’è male! Prima mi ha preso per una ragazza squillo e adesso per una pazza.

A: Signorina ascolti bene: Non mi interessa se lei fa il “mestiere” o se è una matta da legare adesso sono veramente sfinito e voglio semplicemente “andare a letto!”

L:ammiccando prima verso il pubblico e poi verso A) Come mi trova?

A:Non capisco la domanda!

L: Fisicamente, voglio dire,come mi trova?

A: Scusi,ma che c’entra?

L: Sa, non vedo attraverso gli specchi, come sono?

A:esitando) Altezza normale, bel sorriso, un viso dolce, “ un bel portamento…”ogni cosa mi sembra al posto giusto!!!

L: Mmh! Descrive sempre le donne in modo così dettagliato?

A: Come è entrata qui? Ha un mazzo di chiavi?

L: Non ne ho bisogno.E’ un vero miracolo che lei riesca a vedermi… Si sieda qui accanto a me. Quello che sto per dire non è facile da capire, ed è impossibile da ammettere; ma se vuole ascoltare la mia storia, se vuole avere fiducia in me ,allora forse mi crederà, ed è molto importante perché lei, a sua insaputa, è la sola persona la mondo con la quale potrò condividere questo segreto. 

A:rassegnato) Va bene, l’ascolto.

L:Mi chiamo Laura Claro, sono un medico, ho avuto un terribile incidente d’auto 6 mesi fa causato dalla rottura del cambio. Da allora sono in coma. No, non dica niente,mi lasci spiegare. Non ricordo niente dell’incidente, ho ripreso conoscenza in sala di rianimazione dopo essere stata operata.

Sentivo tutto ma non potevo muovermi, comunicare.Ho desiderato ma era difficile farla finita senza poter muovere neanche un dito. C’era mia madre vicina ed io col pensiero la supplicavo di soffocarmi col cuscino.

Poi era entrato il mio professore dicendo a mia madre che forse ero in grado di percepire  i segnali esterni, ciò che succedeva intorno a me.

La mamma gli aveva chiesto se un giorno mi sarei potuta risvegliare ma quello aveva risposto che il “ coma” era ancora un mondo in cui la disciplina medica non era padrona del campo.Bisognava attendere e sperare.

Una notte, sognando la vita al di là della porta, ho immaginato i colleghi al lavoro che entravano ed uscivano dalle stanze. E per la prima volta è successo!

Mi sono ritrovata in mezzo al corridoio.Ho visto le porte dell’ascensore aprirsi, colleghi con un paziente in barella, l’odore del cibo. Mi passavano accanto senza vedermi.

Dopo alcuni  mesi esercizio sono riuscita a viaggiare fuori dall’ospedale e sono andata a casa di mia madre. Ma mi faceva troppo male starle vicino senza poter comunicare. E allora sono tornata qui a casa mia, l’unico posto che mi faccia star bene.

Vivo in totale solitudine.

Lei non immagina cosa voglia dire il non esistere nella vita degli altri.

Capirà adesso la mia sorpresa e la mia eccitazione quando stasera lei mi ha parlato e quando ho capito che poteva vedermi (toccando il mento di Arturo).

Pensa ancora che sia matta?

A: No, tutto ciò è, come dire, sconvolgente, sorprendente, insolito. Non so che dire. Vorrei aiutarla ma non so che fare…

L:Mi lasci stare qui. Non la disturberò,non interferirò con la sua vita.

A:Ma lei crede veramente a tutta questa storia che mi ha raccontato?

L:Lei quindi non mi crede ancora, pensa di avere di fronte una squilibrata?

A:Ma signorina, si metta al mio posto.Lei come avrebbe reagito in una situazione simile? Cosa avrebbe pensato?

L:sorride) Credo che a caldo, avrei sicuramente urlato di paura. Per favore, Arturo, mi creda. Nessuno inventerebbe una storia del genere.

A: Oh si! La mia socia potrebbe sicuramente farlo. Lei potrebbe immaginare uno scherzo del genere.

L: La smetta di pensare a questa sua socia, Arturo, lei non c’entra nulla , non è uno scherzo.

A:Ma lei come fa a conoscere il mio nome?

L:Ero già qui quando lei si è trasferito in questa casa. L’ho vista visitare l’appartamento, firmare il contratto sul tavolo di cucina. L’ho vista aprire gli scatoloni, appendere quel quadro. Ha spostato 20 volte il divano. Sono con lei dal suo primo giorno qui.

Sempre.

A: Lei è qui anche quando vado a letto, quando mi faccio la doccia?

L: Non sono mica una guardona! Ma comunque lei è ben fatto, direi niente male:

A: spazientito) Senta, ho deciso che la sua storia non ha alcun senso. Se lei ci vuole credere, faccia pure. Io non sono il suo psichiatra né il suo analista. Voglio solo dormire ed essere lasciato in pace.Posso se vuole ospitarla qui questa notte; io dormirò sul divano,le lascio la mia camera. Domani rientrerà in ospedale o dove diavolo vuole e fine della storia.

L:Vuole che le  elenchi tutta una serie di azioni che lei ha compiuto negli ultimi giorni? Posso farlo sa? Mi creda! Ha rotto due tazze svuotando gli scatoloni, si è svegliato tardi e si è bruciato sotto la doccia bollente e non trovava le chiavi che erano lì a bella vista sul tavolino all’entrata. Lei è piuttosto distratto.

A: Mi sta spiando da parecchi giorni, perché?

L: Perché dovrei spiarla?

L: Prenda le chiavi della macchina!

A: Per andare dove?

L:All’ospedale, la porto lì a vedermi.

A: Ma certo! E’ quasi l’una del mattino,mi presento all’ospedale e chiedo all’infermiera di accompagnarmi nella camera di una donna che non conosco, perché il suo fantasma è apparso nel mio appartamento!

L: La prego faccia uno sforzo, per un momento cerchi di…

A: Ma cosa ho fatto di male al buon Dio perché mi capitasse questo!?

L:Guardi che lei non crede in Dio; lo diceva alla sua socia l’altro giorno. Metta in discussione per cinque minuti le sue certezze. Solo questo, la prego, ho veramente bisogno di lei, lei è l’unico…

A:si avvia verso il telefono e compone il numero della socia) Ti ho svegliata?

Socia:fuori campo) No, certo che no, è solo l’una di notte e aspettavo giusto che mi chiamassi.

A: Perché, dovevo chiamarti?

S: No, non dovevamo sentirci caro.Dovevi solo svegliarmi! Cosa vuoi a quest’ora?

A:Voglio passarti qualcuno e voglio anche dirti che i tuoi scherzi sono sempre più stupidi. ( passa la cornetta a L ) Parli !

L: Non posso prendere la cornetta, non posso tenere in mano alcun oggetto.

S: Ma con chi stai parlando?

A: sorridendo stizzoso) Mi senti Paula?

S: Si che ti sento! Ma che gioco è? Arturo caro vorrei dormire per favore!

A: Anch’io se è per questo. Aspetta un attimo. Dica qualcosa Laura,( accostandole il telefono all’orecchio) adesso!

L: Come vuole (sospirando rassegnata ) Buonanotte Paula, so che lei non può sentirmi ma il suo socio non vuole capire.

S: Allora Arturo? Senti se mi devi chiamare in piena notte per non dire nulla, allora è davvero molto tardi ti saluto!

A: Rispondile!

S: A chi?

A: A chi ti ha parlato.

S: Eri tu e ti ho risposto.

A: Vorresti dire che non hai sentito nessun altro??

S: Sento Giovanna D’Arco, mai stai bene? Hai una crisi di superlavoro? Pronto Arturo, mi senti?

A: Va bene Paula, scusami, dimentica questa storia, ti spiegherò, scusa ancora e buonanotte, per quel che resta.

S:Arturo! Cosa c’è che non va? Hai bisogno di aiuto? Stai bene, vuoi che passi da te?

A: Si,si, sto bene, stai tranquilla, va tutto bene, ti ringrazio.

S: Di niente caro. Svegliami quando vuoi per le tue stupidaggini, siamo soci nel bene e nel male.Posso riaddormentarmi o c’è dell’altro?

A: Buonanotte Paula.

L: Allora, mi accompagna in ospedale? A quest’ora saremmo già lì.

A: No che non l’accompagno.Uscire da quella porta sarebbe come dare credito a questa storia inverosimile. Sono stanco, signorina e vorrei andare a dormire. Vale la mia ultima proposta: lei in camera mia ed io sul divano, oppure se ne vada, esca di qua!

L: Lei è veramente testardo. Stia pure nella sua camera, io non ho bisogno di un letto.

A: E lei cosa farà?

L: Che differenza fa?

A: Mi importa, ecco tutto.

L: Rimarrò in salotto.

A: Fino a domattina e poi…

L: Si fino a domattina e grazie per la sua ospitalità.

A: Non verrà mica a spiarmi, vero?

L: E perché? Forse perché dorme nudo? L’ ho già vista, sa?

A: imbarazzato) Buonanotte!

L: Ecco, buonanotte e sogni d’oro.

A:si avvia in camera e tra sé e sé) E’ una pazza, che storia incredibile! Ma dopo un po’ riesce dalla camera finendo di rivestirsi

L: va alla finestra) Adoro questo panorama, lei no?

A: Bene, andiamo dunque!!

L: sorpresa) Davvero? Cosa le ha fatto cambiare idea così all’improvviso?

A:  Ormai ha sconvolto la mia nottata e così sarà meglio risolvere questa storia questa notte. Domani si dal il caso che debba lavorare. Ho un impegno alle dieci e vorrei dormire per un paio d’ore, quindi andiamo ora. Si muove dunque?

L: Cominci ad andare avanti, la raggiungo.

A: E come vorrebbe raggiungermi?

L: La raggiungo, le dico, abbia fiducia per una volta. Ricordi,Laura Claro, quinto piano,camera 505.

A: aprendo la porta) Non è affatto facile tutto questo, non è facile! Esce chiudendosi la porta alle spalle.Buio sul palco, Laura esce.

Luci,fasci improvvisi,sibili e rumori in sottofondo poi ancora buio, poi luce in scena.Arturo riapre la porta. Laura seduta alla finestra.

A: Ma è impossibile…dica la verità, lei ha una sorella gemella…

L:Lei è scoraggiante!Non ho sorelle. Sono io che lei ha visto sdraiata su quel letto. Non c’è trucco e lei non sta dormendo né sta avendo visioni. Arturo non ho che lei. Deve credermi. Ho bisogno del suo aiuto.  Dopo tanti mesi lei è l’unica persona su questa terra con la quale posso parlare, l’unica persona che sente la mia presenza anche se non mi capisce e non mi crede.

A: Ma perché proprio io?

L: Non lo so, non lo so davvero.

A:E’ terribile, ho quasi un senso di paura.

L: Crede forse che io non ne abbia? Sto assistendo alla mia morte e ho una fifa nera. Sono un fantasma umano. Quanto durerà questa condizione? Quanti giorni mi restano prima che il mio cuore si arresti per sempre?

A: Per morire bisogna andarsene ma lei è ancora qui.Ora ci diamo una calmata sull’effetto fantasma e cerchiamo di riordinare gli eventi.(Pausa )  E’ una storia pazzesca,lo ammetta. E’difficile da accettare. Comunque ho deciso di crederle,anche se non so ancora perché.

L: Si, ma non possiamo stare qui tutta la notte a ripetercelo.

A: Per quel che resta di questa notte…

L:Dovrebbe adesso andare a dormire un po’, non le restano molte ore di sonno.Io rimango qui in salotto, starò benissimo. Ne riparliamo domani, va bene?

A: Sono proprio molto stanco, buonanotte Laura

L: Buonanotte.( lo chiama ) Arturo ! Scusi, le dispiacerebbe darmi un bacio sulla guancia? E’ da sei mesi che nessuno lo fa.

A: ( si avvicina,la bacia sulle guancie,quasi si abbracciano )

L: Grazie Arturo,grazie. Vada a letto adesso. La sveglierò in tempo( lo guarda andare in camera, si sdraia sul divano, si addormenta. Buio sul palco.Poi luce, L apre gli occhi ) Accidenti! E’ tardissimo ! Arturo ! ( bussa alla porta ) sono quasi le dieci!

A: da dentro la camera) Piano Anna, piano, non così forte, parla piano !

L: Molto divertente ! Ora si svegli, sono le dieci ed io non sono Anna !

A:affacciandosi in mutande ) Lei è ancora qui? Allora non era un sogno.

L:Questa se la poteva risparmiare, ma me l’aspettavo. In ogni caso si sbrighi, sono già le dieci.

A: Cosa? Ma non avrebbe dovuto svegliarmi? ( ad alta voce)

L: Guardi che non sono sorda, forse lo era Anna. Comunque mi dispiace,mi sono addormentata, non mi era mai successo da quando sono in ospedale; avrei voluto festeggiare, ma vedo che lei non è esattamente dell’umore giusto. 

A: ( entra ed esce continuamente dalla camera al bagno vestendosi) Senta, non è il caso di usare quel suo tono ironico, mi ha rovinato la notte e vedo che ora sta iniziando con la giornata, quindi per cortesia…

L: Lei è molto simpatico al mattino,ma la preferisco quando dorme

A: E ora cosa fa, una scenata?

L:Neanche per sogno,si figuri.Finisca di vestirsi o sarà di nuovo colpa mia. Buona giornata (va verso la porta per andarsene, suona il campanello)

A: Chi è?

P:da fuori) Sono io, Paula.aprimi.

A: apre la porta) Buongiorno, entra.

P: Ancora così?Siamo in forte ritardo e hai un aspetto orrendo. Faresti bene a prenderti delle vacanze.

A: Datti una calmata,Paula e non contribuire al mio cattivo umore.

P: Sei gentile oggi, molto gentile.

A: Per favore…

P:Per caso hai rivisto Anna?

A: No,non ho rivisto Anna. Con lei è andata, lo sai.

P: Il fatto che tu stia in questo stato significa due cose: o Anna o una nuova.

A: Non c’è nessuna nuova, dai andiamo siamo in ritardo.

P:Come si chiama?

A: Come si chiama chi?

P: Sembra che tu abbia trascorso la notte sotto i cingoli di un carro armato. Avanti, racconta.

A: Non c’è nulla da raccontare.

P: E quella telefonata notturna, con quelle stupidaggini?

A: Senti, ieri sera ho mangiato schifezze, ho avuto incubi e non ho praticamente dormito.Dai,per favore, andiamo.

P: Sono tua amica , vero? Se avessi dei problemi me ne dovresti parlare.

A: Ma che ti prende? Ho solo dormito male stanotte, questo è tutto. Non fantasticare.

P: D’accordo. Senti,l’appuntamento è all’una, se vuoi andiamo insieme e poi vado in studio.

A: No, no, prendo la mia macchina , preferisco.

P: Come vuoi. Faccio un caffè?( nello stesso momento Laura inciampa sull’orlo del tappeto e finisce a terra).

A:guardandola) Ti sei fatta male?

L: No,no, tutto bene.

P: Perché dovrei essermi fatta male?

A:No, non tu.

P:guardandosi intorno ironica) Non siamo in molti qui dentro.

A: Pensavo ad alta voce.

P: Pensavi ad alta voce che mi fossi fatta male?

A: Ma no, pensavo a qualcun altro e ho parlato ad alta voce, non ti succede mai?

L: Volevo scusarmi per stamattina, sono stata scortese.

A: E’ colpa mia, sono di pessimo umore.

P: Sei di pessimo umore…faccio il caffè.

L: Senti, vorrei parlarti.

A: Aspetta un momento, dammi un minuto.

P: Quanto zucchero? ( preparando le tazzine)

L: Scusa per questa situazione assurda.

A: Devo solo rilassarmi un po’ e tutto andrà meglio.

P: Vuoi rilassarti? Tu mi preoccupi Arturo! Allora c’è qualcuno,lo sapevo. Come si chiama? Quando me la fai conoscere?

A: Non credo sia possibile.

P: Magari la conosco. Chi è?

A: E’ complicato…vedi…é…una specie di..fantasma. Il mio appartamento è stregato, l’ ho scoperto ieri per caso. Si tratta di una donna fantasma. Era seduta lì, cantava. Ho trascorso la  notte con lei e ad onor del vero, nel genere fantasmi, è carina. E’ della categoria dei restanti, perché non è poi del tutto morta, il che spiega questo. Ora è più chiaro?

P: guardandolo strano)Va bene, ti porto dal medico.

A: Smettila Paula, sto benissimo. ( poi rivolto a L) Non sarà facile!

P: Cosa non sarà facile?

A: Non parlavo con te.

P: Parlavi forse al fantasma? E’ qui?

A: Si. È qui.E’ una donna ed è seduta proprio vicino a te,sulla sedia.

P:passando la mano sulla sedia) Ascolta, so che spesso ti ho fatto impazzire con le mie stupidate, ma questa volta mi fai paura, davvero.

A: Va tutto bene Paula. Sarò stanco,avrò dormito poco,avrò pure un aspetto orribile, ma va tutto bene, dentro va tutto bene.

P: Dentro sei in forma, fuori sei distrutto: come si spiega?

A: Paula, non sei il mio psichiatra o il mio analista e poi non ne ho proprio bisogno.

P: Senti, sarà meglio che all’appuntamento ci vada da sola. Non vorrei che grazie a te perdessimo il contratto. Hai un aspetto che proprio…

A: OK.adesso basta. Ho un aspetto allucinato? Va bene! Vorrà dire che andrò a farmi una passeggiata! Andiamo Laura!

P: Bravo Arturo! Hai del talento! Il tuo numero è stato davvero fenomenale!

A: Non sto facendo alcun numero, Paula, tu sei troppo, come dire, convenzionale,razionale per potere solo immaginare ciò che mi sta accadendo.

P:Ma hai ascoltato la tua storia? E’ assurda!

A: Si,l’ hai già detto. Senti, non preoccuparti. Vai da sola all’appuntamento, va bene così.Io vedrò di riposarmi un po’ e tornerò in studio domani e sarà tutto a posto.

L:Mi dispiace, sto creando un sacco di problemi.

A: Non è il caso, non ti preoccupare . E’ da un po’ che non prendo un giorno di vacanza.

L: E’ proprio irritante essere presi per…fuori di testa, vero?

A: Direi di si. Usciamo?

P: Scusa Arturo, solo una domanda, il tuo…fantasma è ancora qui?

A: Si, certo, ancora qua.

P: Sii gentile, chiedi a Casper rilasciarci soli, ho bisogno di parlarti in privato.

L: Esco, vado a vedere il mare. Non sei obbligato a dire la verità. Se la situazione diventa impossibile…

A: E’la mia socia ed anche la mia migliore amica, non posso mentirle.

P: Ti faccio notare che stai parlando di me con il posacenere sul tavolo. Anch’io, sai, ieri sera rientrata a casa, ho aperto il frigorifero e ho parlato di te con il panetto di burro e con una lattuga per mezz’ora buona!

A: Non sto parlando con il posacenere ma con lei.

P: E va bene! Chiedi a Lady Casper di andarsi a stirare il lenzuolo così possiamo parlare un po’. ( pausa ) E’ andata via?

A: E’ una lei, non un lui. Si, si è allontanata, sei talmente cafona! Bene, cos’hai da dirmi?

P:Volevo che fossimo soli, voglio parlarti di cose personali.

A: A proposito di cosa?

P: Degli effetti secondari che talvolta sopraggiungono anche a distanza di molti mesi da una separazione.

A: Cosa mi vuoi dire?

P: Voglio dire che Anna non era la persona giusta per te, ti ha fatto soffrire molto, una vera malata della felicità. Una perfezionista, sempre attenta ai minimi dettagli, una vera e propria lagna, lasciamelo dire.Quindi se si è rifatta viva dopo mesi di assenza totale dalla tua vita, se ti ha chiesto di uscire con lei, di andare a cena, o qualcosa di simile, evita di farlo.Nonfarti sorprendere in una nuova storia con lei, io vorrei che tu…

A: Senti Paula, perché mi parli di lei? Da quando sei arrivata è la terza volta. Come devo dirtelo? Non l’ ho vista, non ci siamo parlati, se è questo che sospetti, stai sbagliando. So che può sembrarti inverosimile, ma ho veramente incontrato una creatura di solo spirito, senza il contenitore del corpo.

P: Arturo,io insisto, ti porto veramente da uno medico specialista.

A: Ma cosa posso fare ancora per farti capire la realtà di ciò che mi sta succedendo?

P: Sta a sentire, se un giorno tu mi sentissi raccontare storie strampalate e mi vedessi parlare ad un muro e cedere il passo ad un nessuno e cose simili e ti raccontassi che ho incontrato un fantasma e non c’è nessuno intorno a me, spero che anche tu saresti preoccupato per me come lo sono io adesso per te.

A: Quando l’ ho vista seduta in cucina ieri notte ho pensato che fossi tu che mi stavi propinando uno dei tuoi scherzi. Non ci sono cose che non ti ho detto, non ci sono omissioni. Lo so, sembra ridicolo, sembro pazzo. Non voglio coinvolgerti in una storia assurda che non riesci né a capire né a concepire. Ma è successo. Non posso farci niente. Ho solo bisogno di fare ordine nei miei pensieri, di capire questa storia, di capire quanto e perché ne sono coinvolto.

P: Ho paura che tu abbia perso il lume della ragione. Stai perdendo di vista te stesso. Non ti ho mai visto in queste condizioni e per una donna poi! Non è da te!

A: Non so capire neanche io cosa mi succede. E’ come se da ieri sera qualcosa si sia inceppato dentro di me e abbia preso un corso diverso, una nuova strada che non so dove mi porterà, ma la voglio percorrere sino in fondo. 

P: Cosa posso fare? Come posso rendermi utile?

A: Rimanere la mia amica più grande.

P: Non sono sicura che il tuo gioco mi diverta. Ne riparliamo più tardi.Ora devo andare.Ne riparleremo più tardi, ciao.( si abbracciano, Paula esce)

 BUIO MUSICA POI LUCE ARTURO DORME LEI LO GUARDA POI LUI SI SVEGLIA

A: Dormo da molto tempo?

L: Da qualche ora…. Senti stavo pensando….che non è giusto che tu viva recluso in questo appartamento solo perché ospiti un fantasma.

A: Intanto devi smetterla di chiamarti  “ fantasma “ . Tutto sembri tranne che quello. E poi non drammatizzare la situazione; in fondo mi sono solo preso qualche giorno di permesso dal lavoro.

L: Ti stai addentrando in un gioco pericoloso e senza via d’uscita, ed io non voglio. Non devi affezionarti a me, non posso offrirti niente Arturo, non posso nemmeno prepararti un caffè!!

A: Ah beh! Se non puoi nemmeno prepararmi un caffè non c’è alcun futuro possibile!! Senti, non ho chiesto io di incontrarti qui, a casa mia, che poi è anche  la tua casa. Sei qui, è la vita, è così. Nessuno ti sente o ti vede, tranne me. So bene che tutto questo è rischioso, per noi due, per te, per le false speranze, per il tempo che impiegherò e per il casino che ne deriverà, ma è la vita, appunto. E’ una situazione delicata e io ti aiuterò, mi prenderò cura di te. Se il tuo destino fosse stato di morire, sarebbe già successo, e invece sei qui. E voglio stare vicino a te.

L: Anche io voglio stare qui con te, ma ho paura che il prezzo per tutto questo sia troppo alto e che tu un giorno…

A: Vieni qui, stammi vicino e non pensare troppo.

L: ………Hai avuto molte donne nella tua vita?

A: Quando si ama non si tiene il conto.

L: E di quelle che contano ne hai avute molte?

A: E tu?

L: Sono io che ho fatto la domanda!

A: Diciamo 3 amori; uno da adolescente, uno da ragazzo, e uno da “ quasi uomo” ma non ero abbastanza maturo, ecco perché non ha funzionato. Forse ero troppo… integro.

L: Forse troppo possessivo?

A: Mia madre mi ha riempito la testa sull’amore ideale, sull’intelligenza del cuore, sull’umiltà dei sentimenti…. La logica senza cuore non è un gran che… E tu, hai mai amato?

L: Ho condiviso 4 anni della mia vita con un bel ragazzo, poco disponibile, molto superficiale, un po’ egoista, l’uomo ideale insomma.

A: E allora?

L: E allora… una relazione tra egoisti e priva di interesse, una storia scucita e ricucita centinaia di volte, sino a quando arrivi a sbranarti e non  c’è più niente da dividere e da condividere. Per fortuna era finita due mesi prima dell’incidente, così oggi non è responsabile di niente…( silenzio )…ma a te cosa è successo?

A: Perché questa domanda?

L: Perché tu non sei come gli altri.

A: I miei due nasi e quattro gambe ti imbarazzano?

L: Niente di te mi da fastidio, sei diverso. Sei una persona…serena ecco!

A: E’ forse un difetto?

L: No, certo che no, ma sembra che per te nulla sia un problema.

A: Forse perché mi piace cercare le soluzioni, così non ho paura dei problemi…

Senti, sai cosa facciamo? Prepariamo una buona cena…

L: E poi?

A: Una cena speciale, apparecchiamo la tavola con candele,fiori, un buon vino…

 L:E poi? 

A: E poi balliamo, balliamo,…Basta pensare all’ospedale, al coma, al perché e al percome, ci siamo io e te, qui, adesso, e ho voglia di stringerti forte, viviamo questo momento senza troppi imbarazzi e troppe domande…Vuoi affidarmi la tua vita? Vuoi dividere con me un po’ di felicità? Così, semplicemente, dammi le tue mani e ti porterò a vedere l’arcobaleno… ( musica cresce, ballano, ridono, BUIO.)

   

Laura alla finestra,fogli, libri, giornali sparsi ovunque, Arturo legge dispense.

A: Tre settimane di ricerche sull’argomento per essere più o meno al punto di partenza o saperne poco di più di prima: il coma è tutt’oggi un mistero per la medicina ufficiale. Una zona oscura dove il corpo vive separato dalla coscienza che lo anima e gli da vita. Vedrai Laura, da qualche parte troveremo una soluzione, non dobbiamo arrenderci, siamo insieme, siamo una forza…eh? Non rispondi? Che c’è? Hai messo il muso, piangi?

L: Non ho lacrime,come vuoi che riesca a piangere?

A: Ma tu stai piangendo! Cosa succede?

L:Niente, non è successo niente,lasciami,lasciami!

A: Ma cosa c’è?

L: Vogliono farla finita!

A: Fare finita cosa?

L: Oggi sono stata in ospedale e la mamma era lì. L’ hanno convinta a staccare la spina che mi tiene in vita. Si chiama eutanasia.

A: Che cosa? Chi l’ha convinta a farlo?

L: Lo staff medico che mi ha in cura.Le hanno detto che ormai sono un corpo senz’anima, tenuto in vita dalla mia famiglia con un costo sociale mostruoso.

Ormai ogni strada terapeutica conosciuta è stata tentata, non è una questione di vigliaccheria.

 Mia madre è dipendente da quel corpo ma non ha più niente di quel che era sua figlia. Piangeva mia madre, dicendo loro che non poteva autorizzare ciò che le stavano proponendo. Non poteva farlo.Ma un pò alla volta le argomentazioni della psicologa hanno insinuato il dubbio, con delicatezza,con parole sempre più convincenti e adducendo anche il fatto che il posto da me occupato in ospedale impediva ad altri pazienti di sopravvivere.

E così alla fine la mamma ha accettato  alla condizione però di attendere ancora qualche giorno per preparare sé stessa e le persone care intorno al momento ultimo.

Poi è venuta da me  piangendo e mi ha detto “ non ne posso più tesoro, come vorrei essere al tuo posto”… e così sono venuta qui a vedere il sole e il mare da questa finestra…

A: Va bene, lasciami un po’ di tempo per riflettere.

L: A che serve? Forse hanno ragione loro.

A: Come fai a dire questo? Come potrà tua madre colmare il vuoto che lascerai? Credi davvero che la tua rinuncia sia la cosa migliore per lei?…ed io?

L: Tu cosa?

A: Può darsi che tu sia invisibile agli altri ma non a me.

L: E’ forse una dichiarazione? Perché mi stai intorno e ti dai da fare per me? Perché? Cosa non funziona nella tua testa? Io ho solo una mezza vita e sto distruggendo quella di mia madre. Anch’io non ne posso più di essere un fantasma. Mi mancano le persone che amo, non posso entrare in contatto con loro e questo non fa che rattristarmi sempre di più.  In effetti io non esisto più, sono in una eterna solitudine.

A: Tu non sei un fantasma. Non sei morta. Il tuo cuore sta battendo e la tua anima vive altrove. Momentaneamente separati. Ecco tutto. E’ necessario capire perché e cercare di rimetterli insieme. Non ho intenzione di arrendermi, bisogna che tu esca dal coma perché i fenomeni sono riconducibili a questo.

L: Hai fatto un bel passo avanti nelle tue ricerche…

A: Diamoci da fare ancora, cerchiamo su internet testimonianze di pazienti che si sono svegliati dal coma. La loro esperienza potrebbe esserci utile.

L: ti chiedo ancora una volta, perché lo fai?

A: Se non riesco ad aiutarti, tutta la bellezza che ci circonda, tutta l’energia positiva, tutta la materia vivente, diventerebbero per te e per noi insieme, definitivamente inaccessibili. Ecco perché lo faccio. Riuscire a riportare te alla vita cosciente e reale, darebbe un senso alla mia vita. Quante occasioni avrò ancora di fare un dono così grande? Quando incontro un’altra come te?

L: Quanto vorrei che questo nostro stare vicini durasse per sempre.

A: Ed allora aiutami ad aiutarti. Abbiamo bisogno di tempo per risolvere questo problema dello sdoppiamento tra corpo ed anima e forse mi sta venendo in mente una soluzione…A quali trattamenti è sottoposto il tuo corpo in ospedale?

L: Vuoi dire escluse le operazioni di pulizia?

A: Si, insomma, quali sono le terapie mediche?

L: Ho le flebo per alimentarmi. Tre volte a settimana mi iniettano un antibiotico. Poi i massaggi per evitare le piaghe. Non ho la respirazione assistita. Per le funzioni vitali sono autonoma ed è questo il problema, altrimenti avrebbero staccato la spina da tempo.

A: Allora perché dicono che sei un costo?

L: Per l’ospedale non è importante il tipo di terapia che viene applicata ad ogni degente. Occupo un letto da sei mesi e più e questo è già un onere giornaliero notevole.

A: Forse risolveremo il nostro ed il loro problema in una sola volta.

L: Qual è la tua idea?

A: Saresti in grado, con il mio aiuto, di occuparti del tuo corpo’? E’ possibile procurarsi i prodotto per le flebo e gli antibiotici?

L: Si…credo di si…ma cosa vuoi fare?

A: Ti portiamo via da lì !

L: Cosa? Ma come?

A: Ti portiamo via. Niente corpo , niente eutanasia.

L: Sei completamente pazzo!

A: Non poi più di tanto.

L: Come mi rapirete? L’ospedale non è un supermercato. Per un trasferimento ci sono una infinità di pratiche amministrative, autorizzazioni mediche…permessi…

A: E qui entri in gioco tu, Laura, mi aiuterai a trovare tutti questi documenti. Tu sai dove si trovano e io li prenderò.

L: Ma come…

A: Li riprodurremo e poi mi aiuterai a compilarli. Non mi resta che chiamare Paula. Ho bisogno di una complice. ( telefona ) Pronto? Si, sono io, senti, il tuo patrigno carrozziere si occupa sempre di riparazioni sui mezzi di soccorso delle strutture sanitarie, delle ambulanze? Si? Senti vengo da te, devo parlarti, ho un idea e  tu mi devi aiutare…no, non chiedermi, vengo lì e te ne parlo ( continuando a parlare col telefono in mano, prende le chiavi, fa una carezza a Laura che lo guarda allibita, esce)

BUIO

Fine 1° ATTO

 

2° TEMPO

L: Grazie per quello che fate. Nessuno si è mai occupato di me in questo modo.

A: Allora, come mi trovi col camice del Dott. Bronsoni? E Paula come sta? Dottoressa Fillosi è stato un piacere collaborare con lei.

P: Ti sei innamorato di una donna in coma, parli col suo fantasma e ora ne abbiamo rubato il corpo. Questa storia mi costerà una seduta di almeno duemila euro dallo psicanalista.

A: Grazie ancora di tutto. Non avrei potuto far niente senza di te.

P:  Ma di che cosa? Stiamo solo rischiando dieci anni almeno di carcere.

A: Vieni Laura, sistemiamo il tuo corpo in camera mia. Paula porta la flebo e tutto il resto.

P: Come vorrei che tutto questo fosse uno scherzo. Qualcuno mi aiuti ad uscire da questo incubo. Mi sembra di essere in un film di Tarantino. Dimmi che è uno scherzo, ti prego.

A: No, non lo è. E’ impossibile da capire, questo si, perciò è inutile spiegare.

P: Certo, la domenica sera, mi è sempre apparsa un po’ triste e monotona, almeno così la rendo più frizzante.

( Laura ride)

A: Ti fa ridere?

P: Non ti va proprio di smettere di fingere di parlare da solo?

A: Non sto parlando da solo. E lei sente tutto quello che dici.

L: Siete sempre così voi due?

A:  Spesso.

P: Spesso cosa?

A: Non stavo parlando con te.

P: Beh, allora smettila che mi da fastidio.

A: Ma cosa?

P: Il tuo modo assurdo di parlare da solo.

A: Io parlo con Laura, devi credermi.

P: Io credo che tu debba farla finita con questa storia. Hai bisogno di aiuto.Credi a storie inverosimili e mi coinvolgi in una avventura completamente folle.

A: E’ ormai un mese che Laura è apparsa nella mia vita. E’ una ragazza dolcissima e con un carattere forte e sicuro. Abbiamo spesso litigato ma ho imparato ad apprezzare ogni cosa di lei. E sai? Il mese trascorso con lei è stato più importante di qualsiasi altra cosa vissuta finora.

P: Se lei è veramente qui, mio caro, ti sei fregato.

A: E perché?

P: Perché quello che hai appena detto è una dichiarazione bella e buona.

A: Adesso taci.

P: Non ti avevo mai visto arrossire! Signorina alla quale abbiamo rubato il corpo? Se lei è qui, le posso assicurare che il mio amico è proprio cotto!

A: Basta Paula!

P: Crederò alla tua storia perché sei un amico e non ho scelta; ma se mi dovessi svegliare da questo sogno e ti telefonassi per raccontartelo, non ridere più di tanto e non mi prendere in giro.

A: Piuttosto, l’ambulanza l’hai riportata in officina?

P: Certo, e mentre trafficavo con le chiavi per entrare è passata un auto della polizia che si è fermata a domandarmi se mi ero persa. E sai cosa mi sono inventata? Che stavo portando Daisy, l’ambulanza, al garage per l’ultima volta, andava in pensione dopo 10 anni di onorato servizio. Il poliziotto ha scrollato la testa, non capiva, ma mi ha detto di sbrigarmi a sistemarla se non volevo destare troppi sospetti nel quartiere.

A: Avranno immaginato qualcosa?

P: Spero di no. Quando ho ripreso la mia macchina non c’era più nessuno in strada, quindi stai tranquillo e cerchiamo di riposare un po’ perché è stata davvero una lunga giornata per tutti.

A: Si, ce l’abbiamo fatta. Non so come dirtelo, hai rischiato molto e ti ringrazio.

P: Ora dormi, i ringraziamenti non mi piacciono.

BUIO, POI LUCE, Paula esce.

A: Bisogna che esca a comprare qualcosa  da mangiare. Non abbiamo più niente.

L: Per quanto tempo pensi di rinunciare alla tua vita?

A: Dobbiamo parlarne proprio adesso?

L: Potrei rimanere in queste condizioni per anni, e mi chiedo se ti rendi conto dell’impegno che hai preso. Tu hai un lavoro, degli amici, delle responsabilità, il tuo mondo.

A: Non ho un mondo, Laura, siamo da una settimana in questa situazione, con il tuo corpo di la, immerso in un sonno profondo. Quel che conta è oggi, il presente. Preferisco 100 volte questi attimi con te, la tua presenza, il tuo sorriso a tutto quello che c’è la fuori…

( suonano alla porta )

A: Chi è?

P: Sono io, Paula, apri!( entra con commissario )

A: Ciao…ma lei chi è?

COM: Sono il commissario Pilar. Mi scusi se la disturbo ma sto svolgendo delle indagini sul rapimento di un corpo in coma  di una giovane donna, tale Laura Claro.

A: E perché viene a raccontarlo a me?

COM: Perché Laura Claro abitava  questo appartamento prima dell’incidente d’auto 7 mesi fa e pensavo che lei, vivendo qui, fosse un suo amico e potesse darmi qualche indizio, un aiuto a capire chi  possa avere interesse a rapire un corpo e perché.

A:Prego si accomodi… Mi dispiace deluderla ma è solo una pura coincidenza che io abiti qui. Non conoscevo questa ragazza e non potrei aiutarla.

COM: La sua amica qui, Paula, mi diceva che dividete lo stesso studio di architettura da parecchi anni e siete legati da una profonda amicizia.

A: E questo cosa c’entra?

COM:Cerco di fare delle indagini, mi scusi. Sinceramente non abbiamo una vera e propria pista da seguire e così…andiamo un po’ a tentativi…Signora Paula, lei ha le chiavi  del garage del suo patrigno?

P: Io? Si certo che ho le chiavi, uso quel garage per parcheggiare anche la mia macchina qualche volta.

COM: Quindi avrà notato che all’interno del garage, oltre alle macchine di normale amministrazione, c’è anche un’ambulanza del modello… un attimo (guardando blocco appunti) FORD 71?

P: Si, sono anni ormai che quell’ambulanza viene tenuta sotto cellofan. Credo che ormai sia inutilizzabile.

COM: Io non ne sarei così sicura. Lo sa che quel modello di ambulanza è l’unico che si possa guidare come un automobile?

P: Ah si?

COM: Si, vede Paula, il corpo è stato portato via dall’ospedale usando una vecchia ambulanza ormai in disuso e fuori servizio da parecchi anni.                              

  Un modello ormai difficile da trovare in circolazione, il FORD 71, appunto, uguale a quella che si trova nel garage  dell’officina del suo patrigno. Lui non è certo che qualcuno l’abbia usata 10 giorni fa, abbiamo fatto un sopralluogo ieri, nell’officina, anche  perché, tramite computer, siamo venuti a conoscenza che la sera del rapimento, in questo quartiere si aggirava un’ambulanza di quel tipo che stava andando  a riposo dopo 10 anni di onorato servizio così come l’autista ha detto alla pattuglia che l’ha incrociata e fermata. Dicevo, il suo patrigno non sa con esattezza se qualcuno l’ha usata, ma controllando gli interni, il motore, siamo arrivati alla conclusione che sia stata usata e l’infermiera che la sera del rapimento era di turno all’ospedale, l’ha riconosciuta, dicendo che è proprio quella l’ambulanza che ha portato via il corpo della ragazza. I dottori che si sono occupati del trasferimento erano due, un uomo e una donna, hanno fatto un po’ di confusione nel compilare i documenti e pare che i camici indossati dai due fossero stati rubati a medici veri, cosa molto sgradevole.

P: Cosa ne pensa di tutto questo?

COM: Potrebbe anche essere un traffico di organi per cliniche con pochi scrupoli e che hanno bisogno di danaro. Oppure, cosa ancora più spiacevole, un furto per soddisfare sette sataniche che usano corpi per le loro messe nere e riti magici. La madre della ragazza è in uno stato di profonda depressione. E’ molto scossa per l’accaduto e da 10 giorni viene tenuta dai medici in una specie di dormiveglia per non farla soffrire ulteriormente. 

COM: Signor Arturo, di che genere di architettura si occupa?

A: Mi appassiona il restauro  del patrimonio artistico. Ridare vita ai palazzi antichi, conservare la pietra, ristrutturarla adattandola alla vita di oggi. Potrei raccontarle come è stata costruita la nostra città.

COM: Quindi anche la storia di tanti palazzi antichi che vediamo ogni mattina, come nasce una città, le strade…

A: Oh si! Avrei centinaia di aneddoti da raccontare se solo ne avessimo il tempo.

COM: Eh si, a volte è proprio il tempo il nostro maggior nemico…senta Arturo… come ha trascorso quella domenica sera?

A: Qui a casa mia, lavoravo ad un progetto…

P: E lei Paula, come ha trascorso quella domenica?

P: Ero a casa mia, da sola

COM: E sapreste dirmi con esattezza…

A: Commissario, lei sta facendo troppe domande e troppo personali. E’ entrato a casa mia, senza un mandato, per fare delle domande e ora ne sta venendo fuori un vero e proprio interrogatorio.

COM: Lei sbaglia a comportarsi così.

A: No,  ha sbagliato lei a mentirci. Io l’ho ospitata qui a casa mia, le ho anche servito da bere e lei…

COM: Possiamo parlarne ancora un po’?

A: Mi dica esattamente e brevemente cosa posso fare per lei!

COM : Spiegarmi la motivazione. E’ li che mi blocco.

A: La motivazione di che cosa?

COM: Sarò franco…,so che siete stati voi!

A: Ma di che cosa sta parlando?

COM: Sto parlando del corpo di Laura Claro, io vi accuso di averlo sottratto dall’ospedale nella notte tra domenica e lunedì con la vecchia ambulanza. E sono sicura che il corpo si trova qui, in questa casa, probabilmente in quella camera che da alla strada e che da 10 giorni ha le persiane chiuse.

A: Mi state spiando? Perché? Sono sotto controllo? Con quale diritto?

COM: Mi faccia vedere quella stanza senza un mandato di perquisizione.

A: Direi proprio di no!

COM: E perché, se non ha niente da nascondere.?

L: Dobbiamo confessare la verità.

A: Non ci penso nemmeno!

COM: Lei e la sua amica, avete ancora la possibilità di uscire da questa storia con una negoziazione e un danno minimo. Ho passato la mia vita a sbattere gente in galera per crimini assurdi e controversi. I colpevoli però, avevano tutti un punto in comune: erano criminali, contorti, maniaci. Questo non è il suo caso Arturo. Lei è un tipo apposto, ho fatto delle ricerche, non c’è una sola macchia nella sua vita, tutto regolare. Così come per la sua amica. Per come la penso io lei è implicato in una situazione impossibile. Me ne parli. Mi spieghi la chiave di questo mistero. Non si intestardisca su delle posizioni  che potrebbero essere più nocive di quanto lei possa immaginare. Me ne infischio di mettervi dietro le sbarre, è una vita che lo faccio. Per un reato del genere vi becchereste 5 anni, non di più. Perciò me ne frego, però voglio capire.

A: Tutto questo è molto gentile da parte sua ma…

COM: So di non sbagliarmi, il mio istinto non mi ha mai tradito. Domani tornerò con un mandato e non sarò più solo. Certo, può sempre decidere di spostare il corpo durante la notte ma nel gioco del gatto col topo sono più forte di lei, ho più esperienza e la sua vita diventerebbe un incubo. Le lascio un mio biglietto, c’è anche il numero del telefonino, in caso avesse qualcosa da dirmi.

A: Non otterrà il mandato!!

COM: A ciascuno il suo mestiere. Buona serata. ( comm. Esce )

P: Che ti creda o no devi farlo, devi dirgli tutto.

A: Bisogna che ci muoviamo a nascondere il corpo da un’altra parte!

L: No! Non voglio! Basta così!

P: Si sarà sicuramente nascosto da qualche parte e ti coglierà in flagrante.

L: Smettila Arturo! L’hai sentito? Rischiate 5 anni di carcere!

A: Quel comm. Sta bleffando! Non otterrà il mandato! Troverò il modo di far sparire il corpo questa notte, con il tuo aiuto o senza ( a Paula ) chiaro?

P Ci seguirà passo passo! Insomma cerca di ragionare! E’ un poliziotto, testardo, conosce il suo mestiere. Non puoi pensare di riuscire  a portare via il corpo! Rifletti, ti prego. Possiamo ancora uscire da questa storia senza troppi drammi. Facciamolo ora prima che sia troppo tardi.

A: ( A Laura ) Non possiamo lasciare che ti portino via, lo capisci?

 P: …Io lo chiamo. ( prende biglietto e telefono )

L: Dobbiamo avere fiducia nel comm. Pilar. Ci aiuterà. Ne sono sicura.

A: Ho paura Laura, paura che se ti portano via…

P: Pronto? Comm. Pilar? Sono Paula, senta… io e Arturo…avremmo bisogno di parlare con lei…sa…si, ecco…se potesse tornare indietro subito…grazie, grazie tante. ( A Arturo ) E’ la cosa più saggia da fare. Vedrai che andrà tutto bene, credimi.

L: Ci vuole molto coraggio a tornare sui propri passi e ammettere gli errori, ma è giusto così Arturo. Non posso permettere che rovini il resto della tua vita per me, voglio che tu viva libero.

A: Ma io sono libero con te, ho bisogno della tua presenza.

L: Non così, non in questo modo. Non posso permettere che tu faccia questo alla tua vita.

SUONANO ALLA PORTA PAULA APRE

P: Venga, comm. Arturo ha qualcosa da raccontarle.

COM: Come ho detto poco fa, quel che più mi interessa è capire. Sapevo che riflettendoci, avreste poi deciso per la soluzione migliore: quella di parlarne e io sono qui…

A: Vede comm. Con questa storia che sto per raccontare, nella sua collezione c’è un matto in più. E’ una storia un po’ complessa e assurda, ma se davvero vuole sapere come stanno le cose gli dirò tutto.

COM: L’ascolto.

A: Tutto è cominciato una sera di un mese fa circa, quando, rientrando qui a casa mia, sa… mi ero appena trasferito…ho scoperto che c’era un fantasma, seduto li… al tavolo…

BUIO POI LUCE

COM: ( seduto sul divano ) …..E ora lei dove si trova?

A: In quella stanza.

COM: Così come avevo sospettato dall’inizio. Lei non se ne è accorto, Arturo, ma da 10 giorni circa, una pattuglia in borghese, passa ad intervalli regolari sotto casa sua, e il fatto che le persiane di quella stanza fossero costantemente chiuse, giorno e notte, ci ha insospettito. E poi l’ambulanza così vecchia cosi particolare, in giro quella notte in questo quartiere, insomma, abbiamo ristretto il giro delle persone sospette in breve tempo. E ora eccoci qua. Ammiro il vostro coraggio e il suo in particolare  Arturo.

A: Cosa ha intenzione di fare ora?

COM: Posso prima di tutto, verificare le condizioni del corpo di Laura?

A: Si accomodi, è di la, dorme nel mio  letto.

COM :Con permesso. ( va in camera )

P: Coraggio, andrà tutto bene…

L: E’ una persona molto comprensiva e molto umana, vedrai.

A: Spero che abbiate ragione…

COM: ( tornando ) Lei è qui? Vicino a noi?…Il fantasma intendo…

A: E’ seduta sulla poltrona di fronte a lei e la sta guardando.

COM: Certo, certo…

A: Cosa farà ora?

COM: Intanto ho deciso di credere a tutta questa storia. E se vuole sapere il  perchè è molto semplice. Per inventarsi una storia del genere, e rischiare tanto, non basta essere matti, ma completamente dementi. E voi due non mi sembrate rientrare in quella categoria. Il perché lei Arturo, abbia deciso di fare tutto questo può significare solo una cosa: che la sua storia è vera. Non credo in Dio, ma credo nell’animo umano e nelle sue potenzialità rispetto al bene, e soprattutto, voglio crederle…ecco tutto.

A: Grazie comm. ,ma cosa facciamo ora?

Com: Posso riportare il corpo in ospedale con la mia macchina, senza pericolo per lei?

A: Certo che può!!

COM: E allora, così come promesso, vi aiuterò ad uscire da questa storia assurda e complicata.

A: Ma non voglio separarmi da lei, non voglio che le pratichino l’eutanasia!

COM: Questa è un'altra battaglia, caro mio, non posso fare tutto! Riporterò il corpo al suo posto. (guarda l’orologio) Mi restano circa 16 ore, notte compresa, per trovare una buona ragione per spiegare di aver ritrovato il corpo senza aver identificato il rapitore. E’ viva e non ha subito violenza e quindi penso di poter archiviare il caso. Per ora non posso fare di più ma è già  molto, no?

A: Lo so, lo so.

P: Grazie comm.

COM: Vi lascerò la notte, tornerò domani mattina alle 8, fate in modo che sia tutto pronto per la partenza.

A: Perché sta facendo questo?

COM: Glielo detto, perché lei mi è simpatico  e vi stimo tutti e due. Non saprò mai se la sua storia è realtà o sogno. Ma in ogni caso, nella logica del suo ragionamento, lei ha agito nell’interesse della ragazza. Si potrebbe persino credere che sia stata legittima difesa o assistenza a persona in pericolo. Il coraggio appartiene a coloro che agiscono per ciò che è bene nel momento in cui è necessario senza calcolare le conseguenze in cui incorrono. Su, basta chiacchere, approfittate del tempo che vi resta. A domani. ( com. esce )

P.A: A domani commissario.

BUIO poi LUCE

( Arturo sdraiato sul divano telefono rovesciato disordine bussano alla porta)

P: Arturo,sono io, Paula. So che sei lì, aprimi (pausa) Aprimi!Aprimi, mi sono fatta male alla mano, apri !   ( Arturo si alza, va ad aprire, Paula entra)

Beh? C’è stata la guerra qui? Ehi, sei sordo?  Sono Paula , che succede? Ti hanno tagliato le corde vocali o sei talmente ubriaco che la sbornia non ti è ancora passata?

A:…E’ un mese quasi…e non l’ ho più vista. Da quando il commissario ha portato via il corpo, non l’ho più vista, è sparita. L’avranno uccisa, di sicuro. Non ce la faccio.

P: Lo vedo ( lo stringe fra le braccia ) Piangi caro, piangi fino a che ci riesci. Sembra che questo porti via la malinconia.

A: Ma se non faccio altro che piangere…

P: ( mettendo a posto il telefono) Non ricevi una telefonata da un mese e non ci badi neanche ?

A: Non me ne sono accorto…

P: Avrò fatto il tuo numero cento volte, ti scocciava molto riappendere?

A: Ho detto che non me ne sono accorto!

P: Senti, la devi smettere! Non potevo credere a tutta questa avventura, ma ora sei tu che non sei credibile.Devi riprendere il senso della realtà. Non lavori più, sembri un barbone nella sua forma migliore, sei magro come un chiodo. In studio non sei più venuto.La gente si chiede se tu esista ancora.

Ti sei innamorato di una donna in coma e ora sei in lutto per un fantasma !  Ti rendi conto che in città c’è uno psicanalista milionario che ancora non sa di esserlo? Hai bisogno di farti curare, non hai scelta. Il tuo è solo un sogno che si è trasformato in un incubo…

A: Non ho niente da dirti.

P: Non hai niente da dirmi? Ma che risposta è? Abbiamo rischiato di essere arrestati, mi hai fatto fare delle cose che solo DIO sa perché le ho fatte, adesso non hai niente da dirmi? Sino a prova contraria senza di me non avresti fatto gran parte delle fesserie che hai fatto e ho tutto il diritto di arrabbiarmi e di dirti che secondo me la devi smettere con questa pagliacciata da circo di quarta categoria e…..

( si sente movimento alla porta, qualcuno cerca di entrare, ha le chiavi.Entra il commissario con Laura un po’ incerta sui passi. SILENZIO E STUPORE )

COM:  Sono 15 giorni che chiamo al telefono e nessuno risponde… Avrei voluto avvisarvi e mettervi al corrente delle novità ma sembravate spariti tutti e due!! Comunque eccoci qua, Laura, questo è Arturo.

L:si guarda in giro, guarda strano Arturo, Paula) Perché siete nella mia casa? Cosa ci fate qui? E chi siete? ( piano piano si spengono le luci)

A: Venga Laura, si accomodi qui, vicino a me . Quello che sto per dire non è facile da capire, ed è impossibile da ammettere , ma se vuole ascoltare la nostra storia, se vuole avere fiducia in me, allora forse mi crederà ed è molto importante, perché lei, senza saperlo, è la sola persona al mondo con la quale possa dividere questo segreto…

FINE

                                                                                                                                                                                                                    

 

  

 

 

.