Se gli uomini avessero la coda

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XVIII

SE GLI UOMINI AVESSERO LA CODA

(Ipotesi in tre quadri)

Personaggi: BARONESSA GIORGIA; LUISA, cameriera; ADOLFO; IL GARZONE DI BOTTEGA; VISCONTE CARLO; BARONE GIULIO; MARCHESE DE GUIGNY; PRINCIPE GLAZUNOSKI; PRIMO INVITATO; SECONDO INVITATO.

      INVITATI, PASSANTI, MUSICI, PAGGETTI, DOMESTICI, DAME, eccetera.

      Nota bene: I personaggi hanno tutti la coda.

      L'azione si svolge ai giorni nostri.

Avvertenza: I nomi, il soggetto e gli episodi della presente commedia sono del tutto immaginari. Qualunque coincidenza con persone esistenti o con fatti realmente avvenuti deve pertanto ritenersi puramente casuale.

Tratto da

“La moglie ingenua e il marito malato”

di A. Campanile


QUADRO I

      Rapida visione d'una strada affollata: uomini, donne, ragazzi, d'ogni etàe condizione, gendarmi, venditori ambulanti, pezzenti, cantastorie, gente che si saluta, gente al caffè, camerieri, coppie a passeggio, capannelli, eccetera. Tutti hanno la coda sul tipo di quella delle volpi e la portano con disinvoltura, presumendosi che sia un normale attributo fisico. La coda sporge da un apposito pertugio dietro i pantaloni degli uomini o dietro le gonnelle delle donne. Statua equestre in cui anche il cavaliere ha la coda. Il sipario si chiude subito e si riapre subito sul

QUADRO II

      La scena rappresenta un salotto in stile settecentesco. Alle pareti, arazzi raffiguranti scene pastorali e di caccia. Naturalmente, le ninfe e i cacciatori degli arazzi hanno la coda. Da un lato, una scultura rappresentante le tre Grazie con tre graziose code.

      In fondo, pianoforte a coda.

I

GIORGIA, SUONATORI, ANCELLE. Poi LUISA.

      La baronessa Giorgia èadagiata su un divano e legge scacciando le mosche con un molle ondeggiar della coda. Un quartetto d'archi suona un minuetto in mezzo al salotto; il direttore batte il tempo, oltre che con la bacchetta, con la coda. Intorno a Giorgia, ancelle le fanno il fresco agitando mollemente le rispettive code, a cui sono legati dei flabelli.

      Entra Luisa, la cameriera, che ha una graziosa coda simile a quella d'un cane volpino e aspetta che il minuetto sia terminato.

      LUISA - C'èil codiere, signora.

      GIORGIA - Che entri.

      Le ancelle si disperdono fuggendo con piccoli gridi, come uno stormo di passere spaventate.

      I suona tori si ritirano con inchini. Luisa si fa da parte per lasciar entrare il codiere Adolfo.

      S'ode avvicinarsi dalle altre stanze una potente voce baritonale che canta l'aria di Figaro:

Tra lalallàlalallàlalallà,

làlà

Tralallà, lalallà, lalallà

II

GIORGIA, LUISA, ADOLFO, RAGAZZO.

      Salutato da uno scrosciante applauso del pubblico entra Adolfo il codiere col ragazzo di bottega. Adolfo èfornito d'una ricca coda molto curata e arricciata, il ragazzo ha il suo bravo codino ritto e reca la borsa con gli strumenti e un treppiedi.

      ADOLFO (cantando):

                        Oh, che bel vivere,

                        che bel piacere,

                        per un codiere

                        di qualità,

                        di qualità.

(S'inchina al pubblico. Indi alla baronessa Giorgia).

      ADOLFO (inchinandosi cerimonioso) - Riverisco la piùbella dama della cittàe dintorni, m'inchino alla piùelegante signora della capitale e immediato retroterra.

      GIORGIA - Siete in ritardo, Adolfo. (Scherzosamente severa) Dovrei tirarvi la coda.

      ADOLFO (collocando il treppiedi in mezzo al salotto) - Alle tre avevo la coda della contessa Nespoli che si èfatta la permanente.

      GIORGIA - Va anch'ella al ballo degli Ambasciatori?

      ADOLFO - Direi di no se non avessi l'assoluta certezza di dir cosa inesatta. Un da fare, con questo ballo, da alzar l'idea. Ho dovuto fare la coda a mezza città; dico, a mezza cittàelegante: tingerla alla baronessa Simpson, arricciarla alla marchesa Patana, pettinarla alla Fioravanzo, platinarla alla Dalton, farne una finta alla vecchia principessa Candela, metterla in piega alla Varclès, spuntarla alla Drigo, raderla a miss Stephenson, sfumarla alla signorina Rumphi, ondularla a donna Betta Botta, decolorarla a Paola Czvècs. E non sono che al principio.

      (Intanto la cameriera ha collocato un panchetto presso il treppiedi, Giorgia vi si èseduta. Adolfo le ha adagiato delicatamente la folta e morbida coda sul treppiedi e ha cominciato a lavorare a punta di forbici con estrema delicatezza e con mille attenzioni fermandosi ogni tanto e facendo un passo indietro per rimirare l'effetto. Il ragazzo gli porge a volta a volta pettini, forbici di varia misura e asciugatoi).

      GIORGIA - Èvero che la duchessa Castagna ha la coda finta?

      ADOLFO - Non èassolutamente vero che si possa negare che non sia inesatto affermare esser falso che sia vero; ma non lo ripetete a nessuno.

      GIORGIA - Non ci riuscirei nemmeno. Insomma èvero o èfalso?

      ADOLFO - Èfalso che non sia vero.

      GIORGIA - Allora èvero che non sia falso.

      ADOLFO - Direi di no se non avessi la matematica certezza d'esprimere il contrario del mio pensiero e, quel che piùconta, del reale stato delle cose.

      GIORGIA - Sia lodato il cielo. A proposito, ho letto nei giornali che in America le signore cominciano a tagliarsi la coda. Èvero? Ma rispondetemi brevemente.

      ADOLFO - Direi...

      GIORGIA - No, dite senz'altro.

      ADOLFO (senza interrompere il lavoro; con volubilità) - L'ha tentato qualcuno, baronessa, ma non attacca. Sarebbe una moda antiestetica. Ridicola. (Al ragazzo). Pettine.

      GIORGIA - Ènaturale che ragioniate così, voi codieri.

      ADOLFO - No, a parte ogni considerazione egoistica io trovo che una signora senza coda non èbella. Mi farebbe l'effetto di quei cagnolini fox ai quali s'usa di mozzare barbaramente la coda. Col pompon in punta al solito, baronessa?

      GIORGIA - Sì. Certo anche a me pare che senza coda sarei ridicola. Ma se la moda l'imponesse non esiterei a sacrificarla.

      ADOLFO - No, no, baronessa, non c'èpericolo. Ci possono essere stravaganze isolate e di cattivo gusto, ma credete pure che la coda resta. Èuna questione d'estetica.

      GIORGIA - Credo anch'io. No, no, niente ricciolo in punta.

      ADOLFO - Vi astenete anche voi dal non andare al ballo degli Ambasciatori, baronessa?                    GIORGIA - Cioè, Adolfo?

      ADOLFO - Ci andate?

      GIORGIA - Direi di sìse volessi affermare cosa in tutto e per tutto rispondente al vero.

      ADOLFO (cantando):

                        Oh, fortunato quel ballo

                        se a piedi o a cavallo,

                        se in tram o in tassì...

      RAGAZZO (cantando):

                        per intrecciare la danza,

                        con molta baldanza

                        ci va quella lì.

      ADOLFO e il RAGAZZO (a due voci, cantando):

                  Guardiam di qua,

                  guardiam di là,

                  beltànon par

                  ch'a lei sia par.

                  Non c'ènessuna,

                  sia bionda o bruna,

                  che, appetto a tal,

                  ci cal.

      (Adolfo e il ragazzo di bottega eseguono alcune figure di danza. Indi Giorgia si alza. Si guarda allo specchio. Adolfo le tiene un altro specchio dietro la coda perchéella possa vedersi).

      GIORGIA (soddisfatta per l'opera del codiere) - Va bene.

      ADOLFO (raccoglie i propri arnesi e fa per andarsene) - Riverisco, baronessa.

      GIORGIA - Aspettate. (Fruga nella borsetta; Adolfo e il garzone nell'attesa della mancia scodinzolano. Giorgia dàla mancia a entrambi).

      ADOLFO - Grazie, signora baronessa.

      RAGAZZO - Mancia! (Si ritirano, con inchini, scodinzolando).

      VOCE DI ADOLFO (allontanantesi):

                        … di qualità,

                        di qualità.

III

GIORGIA e LUISA

      (Giorgia suona il campanello, poi si guarda la coda allo specchio soddisfatta. Luisa entra).

      GIORGIA - Mettete un po' d'ordine, Luisa.

       LUISA - Subito, signora baronessa. (Volta le spalle a un mobile e si mette a spolverarlo con la propria coda che muove a guisa di piumino per la polvere. Indi passa a spolverare con lo stesso sistema gli altri mobili). Occorre altro?

      GIORGIA - No, Luisa, non ho piùbisogno di voi. Uscite pure.

      LUISA - Grazie, signora baronessa. (Via scodinzolando).

IV

GIORGIA e il VISCONTE CARLO

     

(Giorgia va a chiudere la porta a chiave, indi apre il balcone e fa un cenno a qualcuno nel giardino. Il visconte Carlo si arrampica dal balcone e salta nella stanza).

      VISCONTE CARLO (mette un ginocchio a terra reggendosi la coda acciocchénon si sporchi sul pavimento) - Mia divina. Era mezz'ora che aspettavo nel giardino e' credo d'aver preso un leggero raffreddore.

      GIORGIA - Alzatevi, Carlo. Se dopo le vostre insistenze mi sono decisa a concedervi questo convegno in assenza di mio marito ciònon deve nédarvi un'idea errata sul mio conto néfarvi concepire insensate speranze. L'ho fatto unicamente per dirvi ancora una volta che io sono fedele a mio marito.

      VISCONTE (torcendosi con spasimo la coda) - Ma allora perchémi avete fatto venire qui?                 GIORGIA - Per dirvi questo. E anche perchémi avevate assicurato che vi sareste ucciso se non vi avessi concesso un abboccamento.

      VISCONTE - Cielo, non siete dunque insensibile alle mie sofferenze?

      GIORGIA - Ho un cuore anch'io.

      VISCONTE - Ditemelo ancora!

      GIORGIA - Ho un cuore anch'io.

      VISCONTE - Ancora.

      GIORGIA - Ho...

      VISCONTE - Ma non c'èpericolo che vostro marito torni all'improvviso?        

      GIORGIA - Giulio non verràche al momento di uscire per il ballo degli Ambasciatori, dove immagino verrete anche voi.

      VISCONTE - Certamente. (Giorgia scodinzola suo malgrado) Oh, mia divina, udendo che saròanch'io al ballo degli Ambasciatori avete scodinzolato: dunque mi amate, confessàtelo.

      GIORGIA - Non ho scodinzolato, vi assicuro.         

      VISCONTE - Ho visto coi miei occhi.

      GIORGIA (con simulata indifferenza e tenendo ferma la propria coda con la mano) - Ebbene, ho scodinzolato pensando a tutt'altro. Pensavo, figuratevi, a mio marito.

      VISCONTE (con dispetto, tra sé) - Eppure giurerei che ha scodinzolato per me. (Forte, consultando l'orologio) Abbiamo dunque tre ore di tempo. Volete che vi declami un sonetto con la coda?

      GIORGIA - Possibile? Sapete declamare con la coda?

      VISCONTE - Il sonetto ècon la coda.

      GIORGIA - Ohibò, non amo i versi.

      VISCONTE - Come avete passato il pomeriggio?

      GIORGIA - Ho avuto il codiere.

      VISCONTE - Permettete che vi ammiri. (Giorgia si volta. Carlo esamina con l’occhialino la coda di Giorgia). Magnifica. Ricordate la prima volta che vi seguii per la strada e voi mi scacciaste con un colpo di coda? Questa bella coda che mi ha fatto innamorare.

      GIORGIA - Anche voi avete una simpatica coda.

      VISCONTE (fatuo) - Non vi nascondo che essa mi ha procurato qualche successo con le donne. Ma voi, mia divina, come potete sopportare Giulio, un uomo con una coda simile?

      GIORGIA - In un uomo non èla coda quello che conta.

      VISCONTE - Lo dite voi. Se sapeste invece quale importanza ha una bella coda nei rapporti galanti. Quale peso ha per riuscire in amore! Tuttavia apprezzo i vostri sentimenti; ma non potete negare che Giulio ha una coda spelacchiata e cascante.

      GIORGIA - Èun uomo di pensiero.

      VISCONTE - E con questo?

      GIORGIA - Fa una vita molto sedentaria.

      VISCONTE - Che vuoi dire? Io vado a cavallo. A proposito, sapete che cosa ho scoperto? Il principe Glazunoski ha la coda finta. Ma, per carità, èun segreto.

      GIORGIA - Ah, sì? Come la duchessa Castagna.

      VISCONTE - Sì, pare che abbia perso la sua in un duello.

      GIORGIA - In un duello? Èmolto strano.

      VISCONTE - Già, difatti èstrano, ora che ci penso. E la duchessa Castagna come ha perso la sua?

      GIORGIA - Scendendo dall'autobus.

      VISCONTE - Ma parlavamo della vostra coda. Permettete? (Carezzandogliela). Com'èbella, folta, espressiva!

      GIORGIA - Mi fate il solletico. Smettete.

      VISCONTE - Se mi amaste non direste così.

      GIORGIA - Che scoperta!

      (Qualcuno scuote la porta vigorosamente. I due si guardano in faccia spaventati).

      LA VOCE DI GIULIO - Giorgia. Apri.

      GIORGIA (con un fil di voce) - Mio marito!

      LA VOCE DI GIULIO - Apri, insomma, o vado a chiamare la polizia.

      GIORGIA - Oh, sì, preferisco. Va' a chiamare la polizia.

      LA VOCE DI GIULIO - No, ora che ci penso. Apri subito.

      GIORGIA (piano, al visconte) - Nascondetevi sul balcone. (Sono entrambi atterriti). Via, via!             (Spinge Carlo fuori del balcone e chiude la porta di questo).

      LA VOCE DI GIULIO - Apri, insomma. Chi c'è?

      (La porta viene scossa con crescente furore).

      GIORGIA (apre) - M'ero addormentata.

V

GIORGIA e GIULIO

      GIULIO (entra e si guarda intorno sospettoso) - Qui c'era un uomo.

      GIORGIA - Sei pazzo? Stavo leggendo e ho preso sonno.

      GIULIO - Non volevo credere, ma ora so. Dove l'hai nascosto?

      GIORGIA - Ti giuro, Giulio...

      GIULIO - Dimmi dov'ènascosto. Ah! (Un ghigno satanico gl'increspa il volto). Il diavolo insegna a fare le pentole, ma non i coperchi. Lì, lì, guarda: dalla porta del balcone spunta una coda, rimasta presa fra i due battenti. Ora non mi sfugge, il vile! (Afferra la coda).

      GIORGIA - Giulio, lascia quella coda! Non sappiamo di chi è.

      GIULIO - Ma ora lo sapremo. (Tira la coda di Carlo. Evidentemente anche Carlo dall'esterno tira. La coda si stacca, Giulio va a gambe alt'aria, mentre s'ode un grido doloroso del visconte Carlo. Giulio si rialza, corre sul balcone, indi rientra,' ha sempre in pugno come un trofeo di vittoria la coda dell' avversario). Èscappato, il vile, èsaltato giù. Non ho potuto vederlo in faccia.

      GIORGIA - Giulio, ti giuro, forse era un ladro.

      GIULIO - Ma ho la sua coda e sapròriconoscerlo. Vèstiti, andiamo al ballo degli Ambasciatori. Delle due: o egli èal ballo e lo scopriròperchésaràscodato o avràuna coda finta; oppure non verràal ballo e poichéci saràtutta la societàelegante non saràdifficile scoprire chi èl'assente. Ho la prova in pugno e non puòsfuggirmi! (Scuote selvaggiamente la coda mozza mentre un ghigno feroce gl'increspa il volto)

QUADRO III

(Al ballo degli Ambasciatori. Salone sfolgorante di luci e specchi. Nobili invitati. Gioielli. Domestici in livrea. Bellissime donne. Musica e danze).

      PRIMO INVITATO - Non capisco il contegno del barone Giulio. Ètutta la sera che con una scusa o con l'altra fa in modo di dare una tiratina alla coda altrui. Una persona seria, mettersi a fare questi scherzi! Èdavvero inconcepibile.

      SECONDO INVITATO - In verità, non mi spiego il suo comportamento. Anche a me ha dato una strappata alla coda. E la cosa strana èche va facendo questi scherzi puerili con una faccia tetra, direi quasi di funerale.

      GIULIO (gira attorno a un incitato cercando il momento di coglierlo in posizione opportuna per tirargli la coda).

      PRIMO INVITATO - Guardàtelo là. Sta girando attorno al marchese De Guigny. Scommetto che vuol tirargli la coda. (Giulio riesce ad afferrare la coda del marchese De Guigny e le dàuna potente strappata).

      MARCHESE DE GUIGNY - Signore, come vi permettete?

      GIULIO - Scusate, un qui pro quo.

      MARCHESE DE GUIGNY - Fate attenzione a simili errori che potrebbero costarvi molto caro.         PRIMO PAGGETTO (passa reggendo la coda del padrone di casa).

      SECONDO PAGGETTO (passa reggendo la coda del Primo paggetto).

      MAGGIORDOMO (annunzia) - Il principe Glazunoski.

      GIORGIA (terrorizzata, tra sé) - Santo cielo! Ha la coda finta. Ohimè, che mai avverrà? Ohimè, che mai avverrà?

      LE SIGNORE (stringendosi sgomente intorno a Giorgia. Sull'aria della Cavalleria Rusticana) Comare Lola, andiamo via di qua.

      (Con un lungo mormorio uomini e donne escono lasciando soli nel salone il principe Glazunoski e il barone Giulio. I due uomini si girano attorno l'un l'altro, il principe Glazunoski domandandosi che mai l'altro possa volere da lui e Giulio cercando il destro per tirargli la coda).

      GIULIO (in un momento propizio dàuna strappata alla coda del principe Glazunoshi, che gli resta in mano essendo finta; con un grido di trionfo) - Siete voi, dunque!

      PRINCIPE GLAZUNOSKI (che non s'èaccorto di nulla) - Che cosa?

      GIULIO (con voce soffocata in modo che gli altri dalle altre sale non sentano) - L'amante di mia moglie.

      PRINCIPE GLAZUNOSKI (beffardamente) - Evvia! Non conosco névoi névostra moglie.               GIULIO (estrae da una tasca e gli mette sotto gli occhi la coda di Carlo) - Conoscete peròquesta coda.

      PRINCIPE GLAZUNOSKI (esaminando la coda; con indifferenza) - No.

      GIULIO (mostrandogli I'altra coda che gli ha testéstrappato) - Allora conoscerete questa. Era finta.

      PRINCIPE GLAZUNOSKI (si tocca la parte offesa e s'accorge d'essere senza coda) - Uh!(Ululando fugge a nascondersi per la vergogna).

(Sipario).