Se ridi ti sparo

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SE RIDI TI SPARO

SE RIDI TI SPARO

di

Paolo Zuccari

Personaggi

Raffaele professore di matematica 40-45 anni

Lidia analista 40 anni

Iole paziente 20-25

Emma paziente 25

Lorenzo commissario 35-40 anni

SCENA PRIMA

Soggiorno dellíappartamento di Lidia Maroni.

Notte.

Un uomo Ë in piedi febbricitante di fronte a una donna. Líuomo indossa un impermeabile, la donna una vestaglia.

RAFFAELE (Ansimando) Mi scusi se la disturbo, dottoressa... lo so. Eí molto tardi. Ma non potevo veramente...

Líuomo vacilla e urta contro un tavolo.

LIDIA (Avvicinandosi per sorreggerlo) Signor Minghetti...

RAFFAELE (Allontanandola con la mano) Tutto bene. Tutto bene. Fa solo un poí caldo e allora... la pressione bassa... tutto qui...

Pausa.

RAFFAELE Come va?

LIDIA Come va...?

RAFFAELE Mi dispiace per líora, dottoressa...

LIDIA Cosa Ë successo?... non lího mai vista cosÏ, professore... ha la faccia completamente bianca...

Raffaele scoppia a ridere.

RAFFAELE Bianca...

Lidia lo guarda sconvolta, lui smette di ridere.

RAFFAELE (Con stentata aria composta, reprimendo ancora il riso) Stia tranquilla, dottoressa. Eí normale. Tra un poí mi sar‡ passato tutto... ho spesso queste crisi...

LIDIA Che crisi?...

Pausa. Raffaele non risponde e si muove per la stanza guardando líarredamento come se studiasse qualcosa.

LIDIA Mi scusi, professore, ma sono le tre di notte, io ho bisogno di dormire e...

RAFFAELE FarÚ presto...

Pausa.

LIDIA Far‡ presto...?

RAFFAELE Dove guarda lei quando io sono steso sul lettino, dottoressa?

Pausa.

LIDIA Dove guardo?...

RAFFAELE Si...

LIDIA Non capisco... che vuol dire dove guardo?

Pausa.

RAFFAELE CíË un vetro nel mobile del suo studio... ha presente il mobile che ha messo stamattina...?

LIDIA Si.

RAFFAELE LÏ cíË un vetro da cui oggi mi Ë capitato di vederla... mentre ero disteso...

Pausa.

RAFFAELE E lei ha guardato quasi tutto il tempo sulla scrivania...

Pausa.

RAFFAELE Cosa stava facendo?

LIDIA Niente...

RAFFAELE Niente? A cosa pensa quando io parlo...?

LIDIA A cosa penso? A lei... non capisco che cosa...

Pausa.

RAFFAELE Lei non pensa a me.

Pausa.

RAFFAELE A cosa pensa?

LIDIA Senta, io credo che lei professore...

RAFFAELE Ho sempre avuto fiducia in lei, dottoressa.

Pausa.

RAFFAELE Lího voluta avere questa fiducia! PerchË io non mi fido mai di nessuno... Eí stato un grande sforzo per me, dottoressa, fidarmi di lei. Mi creda...

LIDIA Me ne sono resa conto...

RAFFAELE E lei... lei mi delude cosÏ...?

Pausa.

LIDIA Io... davvero... non capisco cosíË successo di cosÏ grave per...

RAFFAELE Eë successo che lei ha messo quel mobile. Il mobile con il vetro, dottoressa.

Pausa.

RAFFAELE Oggi... si ricorda... le raccontavo di quella volta al ristorante che mi portarono un conto sbagliato...?

LIDIA Si...

Pausa.

RAFFAELE In quel momento lího vista per la prima volta.

LIDIA E allora?

RAFFAELE Si ricorda cosa ha fatto?

LIDIA (Cercando di ricordare) Cosa...?

Pausa.

RAFFAELE Rideva.

Pausa. Raffele riprende a muoversi.

LIDIA Che vuol dire ridevo?

RAFFAELE Rideva.

LIDIA Signor Minghetti... cosa dice... forse... sorridevo...

RAFFAELE Rideva.

LIDIA (Alterandosi) Ma ridevo di cosa? Sta scherzando? AvrÚ sorriso perchË ci sono cose che possono far sorridere. Che cíË di strano?

RAFFAELE (Si ferma) Quel cameriere aveva messo nel conto ventimila lire in pi_.

LIDIA Si...

RAFFAELE Quel cameriere lo aveva fatto apposta.

LIDIA E allora?

RAFFAELE Non Ë giusto.

LIDIA Certo. Ma...

RAFFAELE Lei ride di me.

LIDIA Io non rido di lei.

RAFFAELE Lei rideva! Guardava il soffitto e rideva... PerchË?

Pausa.

LIDIA Eí incredibile...

Pausa.

RAFFAELE Cosa Ë incredibile, dottoressa?

LIDIA Lei. La sua testa. Il suo modo di ragionare in modo cosÏ...

RAFFAELE Paranoico?

LIDIA Si.

RAFFAELE E mi dica. Mi dica. PerchË lei non parla mai, fa parlare solo me...

LIDIA Lei non sta bene, signor Minghetti.

RAFFAELE Grazie. Di questo me ne ero gi‡ accorto. Mi dica. Vediamo. PerchË sarei paranoico?

Pausa.

LIDIA In alcuni momenti... come questo, per esempio... perde le proporzioni delle cose e ingigantisce quello che non ha nessun peso. In questo senso...

RAFFAELE E lo farei... cosÏ? Senza motivo?

LIDIA No. CíË un motivo.

RAFFAELE Ah, ecco. E qualíË?

LIDIA Il motivo Ë che... lei ha scambiato la realt‡ con la matematica e la matematica con la realt‡.

Pausa.

RAFFAELE Potrebbe spiegarmi questa frase tanto bella?

Pausa.

LIDIA Lei Ë cresciuto tra i numeri, professore, ne abbiamo gi‡ parlato. Lei non Ë cresciuto tra gli affetti. I suoi affetti sono stati e continuano a essere solo i numeri. Come suo padre! Lei Ë educato a sommare, comparare, dividere... tutto. Qualunque cosa. Ma la vita non puÚ essere presa cosÏ. La vita la respinge. Quindi lei Ë frustrato, profondamente, sta male ovviamente... e deforma tutto quello che le Ë intorno...

RAFFAELE Quanto Ë brava dottoressa...

Pausa.

RAFFAELE Lei non si Ë mai resa conto di niente.

Pausa.

LIDIA Di cosa mi dovevo rendere conto?

RAFFAELE Delle bugie.

Pausa.

LIDIA Le bugie?

RAFFAELE Si, le bugie...

LIDIA Beh... le davo per scontate.

RAFFAELE Ah, le dava per scontate...

Pausa.

RAFFAELE E sa quante bugie le ho raccontato?

LIDIA Credo che...

RAFFAELE Tutte.

Pausa.

RAFFAELE Tutte, dottoressa. Almeno sulle cose fondamentali della mia vita.

Pausa. Raffaele riprende a muoversi.

RAFFAELE Io non sono mai stato sposato. Io non ho due figlie. Non ho amici. Sono solo. A parte i miei genitori che vivono lontano, perchË sono vivi i miei genitori. Mio padre non si occupa minimamente di matematica e non si Ë mai suicidato. Io vivo completamente solo e le uniche parole che pronuncio durante il giorno sono quelle alle lezioni dellíuniversit‡ e quelle delle sedute con lei. Io non parlo mai con nessuno. Io ho inventato tutto, dottoressa. PerchË mi piace inventare storie. PerchË io non so chi sono... cosa sono... so solo che ho un cervello che funziona straordinariamente bene e che ogni tanto síinceppa...

Pausa. Raffaele si siede.

RAFFAELE Sono stanco...

Pausa.

LIDIA (Forzatamente gentile) PerchË non ne parliamo domani quando...

RAFFAELE (Interrompendola) Ieri mattina una segretaria delle poste mi ha chiesto di aspettare cinque minuti allo sportello perchË doveva prendere delle cose. Invece si Ë andata a fumare una sigaretta nel bagno. Lího vista con i miei occhi. Avevo fatto mezzíora di fila. Quando Ë tornata le ho fatto presente quanto avevo visto, ritenendo opportuno che mi rivolgesse delle scuse. La signorina Ë scoppiata a ridere. A ridere, capisce?

Pausa.

RAFFAELE Lího aspettata fuori, poi lího seguita fino a casa, sono rimasto lÏ nella macchina tutto il giorno e la sera poi, quando Ë rincasata da non so che festa, le ho sparato tre colpi. Io sparo sempre tre colpi, dottoressa. Poi lího presa, lího portata a casa, le ho segato le braccia e me le sono mangiate. Alla fine lího avvolta nella plastica e lího scaricata nel bidone della spazzatura davanti allíufficio postale. Spero che líabbiano gi‡ trovata e che si stiano tutti domandando: perchË davanti al nostro ufficio postale?

Pausa.

RAFFAELEPerchË non sapete cosíË il rispetto!

Pausa. Raffaele si accascia. Lidia Ë immobilizzata dalla paura.

RAFFAELE (Girandosi improvvisamente verso un angolo della stanza) Non ridere!

LIDIA Non sto ridendo!

RAFFAELE Non sto parlando con lei!

Pausa.

LIDIA E... con chi sta parlando?

RAFFAELE Lei.

LIDIA Lei... chi?

Pausa.

RAFFAELE (Col braccio indica verso una parte del soggiorno) Quella della posta.

LIDIA (Guardando nella stessa direzione) ...?

RAFFAELE Eí lÏ, dietro quella porta. Ci sta guardando e sorride.

LIDIA Signor Minghetti...

RAFFAELE Eí una di quelle terribili.

Pausa.

LIDIA Signor Minghetti, lÏ non cíË nessuno.

RAFFAELE Mi segue ovunque... Non ne posso pi_... come tutti...

Pausa.

LIDIA Tutti chi?

Pausa.

RAFFAELE Tutti quelli che uccido.

LIDIA (Terrorizzata) Per favore...

RAFFAELE Il cameriere... quello del conto sbagliato... me lo sono portato dietro sei mesi...

Pausa.

RAFFAELE (Verso il solito angolo) Stai zitta, tu! (Pausa. A Lidia) Eí questo il mio problema, dottoressa.

LIDIA (Terrorizzata) Quale?

RAFFAELE I fantasmi.

LIDIA I fantasmi?

RAFFAELE Si, tentai di parlargliene il primo giorno che ci siamo visti. Si ricorda? LIDIA Mi sembra di si...

RAFFAELE Non Ë vero. Lei non si ricorda.

Pausa.

RAFFAELE Peccato, perchË quel giorno io... le stavo dicendo la verit‡. Ma mi sono fermato. Se lo ricorda perchË?

LIDIA Veramente io...

RAFFAELE Fa niente fa niente... Ë inutile che cerca di ricordarselo... Fa niente...

Pausa.

RAFFAELE Ogni volta che uccido qualcuno, dottoressa, questo prende il posto del fantasma precedente e comincia a seguirmi ovunque. Mi tormenta con mille domande, mi osserva, mi prende in giro. Eí solo questo il mio problema. Per questo sono infelice. Eí solo questo.

Pausa.

LIDIA Eí... Ë armato adesso?

RAFFAELE Non si sa mai...

Pausa.

LIDIA Vuole qualcosa... da bere?

RAFFAELE Da bere? No, grazie...

LIDIA (Allontanandosi verso uníuscita) Io devo bere qualcosa...

RAFFAELE Dove va?

LIDIA Volevo bere un poí díacqua...

RAFFAELE Devo ancora finire.

LIDIA Non potremmo continuare domani, signor Minghetti...

RAFFAELE (Senza ascoltarla) Ho ucciso trentaquattro persone, dottoressa.

Pausa.

RAFFAELE Diciotto le ho mangiate. Sei le ho regalate ai miei cani. Una era una mia allieva esuberante, poi il mio commercialista che non sapeva fare i conti... la prima Ë stata mia zia Gertrude... avevo dodici anni... nessuno ha mai sospettato di me... (Improvvisamente allíangolo) Tu zitta, perchË stai per scomparire per sempre!

LIDIA Signor Minghetti... io... io mi sento male.

RAFFAELE Lo so. Eí normale.

LIDIA Non faccia sciocchezze.

RAFFAELE Lei non vuole ascoltarmi...

LIDIA (Premurosa) Si. Si che voglio ascoltarla.

Pausa.

RAFFAELE (Con sguardo folle) Davvero?

LIDIA Si. Prima... prima perÚ... volevo bere dellíacqua... poi mi racconta tutto fino alla fine...

RAFFAELE Lei ha paura...

LIDIA No... no...

RAFFAELE Se sapesse quanto Ë buffa ora dottoressa... ha uno sguardo...

LIDIA (Tremando) Si...?

RAFFAELE Come le viene in mente di ridere di me?

Pausa.

RAFFAELE Come? Come le Ë potuto venire in mente?

Lidia improvvisamente cerca di scappare. Raffaele tira fuori velocemente la pistola da una tasca e le spara tre colpi. Lidia cade e muore. Pausa.

RAFFAELE Non doveva metterlo quel mobile, dottoressa.

Buio.

SCENA SECONDA

Un commissariato di polizia.

Mattina.

Lorenzo, un uomo intorno ai quarantíanni, Ë seduto ad una scrivania. Di fronte a lui Ë seduta una ragazza sui venticinque anni, Iole. Silenzio.

LORENZO (Controllando dei fogli sulla scrivania) Dunque... lei dice di andare... (Con un colpo di tosse) di essere andata dalla dottoressa per circa un anno...

IOLE Mmh.

LORENZO Il mercoledÏ, il giovedÏ...

IOLE (Interrompendolo) Commissario...

LORENZO (Alzando la testa) Si?

Pausa. Iole non risponde.

LORENZO Che cíË?

IOLE (Alzandosi) Sto male. Devo andare via.

Iole prende la borsa.

LORENZO (Alzandosi) Ehi...

IOLE (Agitata) Non posso stare qui. Mi dispiace, commissario...

LORENZO (Interdetto) Ma... perchË? Non capisco...

IOLE Mi sento male, commissario.

LORENZO Ma cosa Ë successo?...

IOLE (Va per uscire) Arrivederci. Mi scusi ancora...

LORENZO (Innervosendosi) Ma Ë solo una crisi di panico, signorina. Niente di pi_...

Pausa. Iole si gira sconvolta.

IOLE PerchË... ?

LORENZO Cosa?

IOLE Come fa a dire che Ë una di crisi di panico?

LORENZO Come faccio?

IOLE Da cosa...

LORENZO Si. Si. Va bene.

IOLE Va bene?

LORENZO No, Ë che... e allora? Succede...

IOLE Come fa dire che io soffro di crisi di panico... !

LORENZO Non ho detto che lei soffre...

IOLE Dove lo ha letto?

LORENZO Dove lího letto? Ma cosa dice? Tanti ne soffrono...

Pausa.

IOLE Lei ha letto i quaderni...

Pausa.

LORENZO (Preoccupato) I quaderni?

IOLE Lei ha letto i quaderni della dottoressa.

LORENZO Signorina, senta...

IOLE Cíera scritto crisi di panico? Al nome Iole Farina cíera scritto crisi di panico... ?

LORENZO PerchË?

IOLE Posso leggerli? Mi piacerebbe sapere... leggere... Ë un mio diritto, no...?

LORENZO Sono stati rubati!

Pausa.

IOLE Rubati?

LORENZO Si!

Pausa.

IOLE Dallíassassino...?

LORENZO Da chi sennÚ?

IOLE E perchË?

LORENZO Non ne ho la minima idea, signorina.

Pausa. Raffaele prende una bottiglia díacqua e beve.

LORENZOSpero solo che... (Si asciuga il sudore sulla fronte) mah...

IOLE Spera solo che...?

LORENZO Si. Insomma... che ce li faccia riavere in qualche modo...

Pausa.

IOLE Riavere... a chi?

LORENZO A noi. Alla polizia. A me.

IOLE E perchË dovrebbe?

LORENZO Non so... non mi sembra molto corretto nei confronti dei pazienti...

Pausa.

IOLE Ma... cosa gliene importer‡ a lui.. dei pazienti?

LORENZO Beh, forse anche lui Ë un paziente. E potrebbe capire...

IOLE Anche lui un paziente...?

LORENZO (Senza averla sentita) Anzi... questa Ë una cosa che dirÚ a tutti, quindi non si inquieti...

Pausa.

LORENZO Se, per uníipotesi assurda lei fosse líassassina, come possono esserlo tutti quelli che interrogherÚ... beh, si trova il modo per far riavere anonimamente qualcosa...

IOLE Se per caso io fossi...

LORENZO Sto parlando dei quaderni.

IOLE Ho capito che parla dei quaderni. Lei pensa che io...

LORENZO Io non penso niente.

IOLE Crede che io possa essere...

LORENZO Eí uníipotesi, glielího detto. Lo so. Sicuramente lei non Ë líassassina, lo so signorina, ma devo dirglielo. Eí uníordinanza dallíalto.

Pausa.

LORENZO Ora... si vuole sedere solo un minuto?

Pausa. Iole si siede. Lorenzo si va a sedere di fronte a lei. Prende dei fogli sulla scrivania. Li consulta.

LORENZO Lei andava il mercoledÏ, il giovedÏ e il sabato...

Pausa.

IOLE Si.

LORENZO Sempre alle sei...

IOLE Si.

Pausa.

LORENZO Le Ë mai successo di notare qualcosa di particolare, di insolito...?

Pausa.

IOLE Per esempio?

LORENZO Qualche telefonata strana? Una lettera magari lasciata sul tavolo... un appunto...

IOLE No...

LORENZO Un portadocumenti?

Pausa.

IOLE Un portadocumenti...?

LORENZO Si.

IOLE Che cíentra...?

LORENZO Faccio io le domande.

Pausa.

IOLE No... Non ho mai visto un portadocumenti.

Pausa.

LORENZO E gli altri pazienti...? Ne ha conosciuto qualcuno?

Pausa.

IOLE No.

LORENZO Neanche di vista?

IOLE No. La dottoressa, tra una seduta e líaltra, lasciava sempre venti minuti. Se anche qualcuno arrivava in anticipo rimaneva gi_, in strada. Non cíera neanche la sala díaspetto...

LORENZO E in strada, sotto, neanche lÏ ha mai visto un altro paziente?

IOLE Davanti al portone?

LORENZO Si.

IOLE No.

Pausa.

IOLE Ma che cosa Ë successo alla dottoressa?

Pausa.

IOLE Voglio dire... in che modo Ë stata uccisa...

Pausa.

LORENZO (Guardandola fisso negli occhi) La dottoressa Ë stata ritrovata... con tre colpi calibro 8 nellíaddome e... senza braccia... Le ossa della faccia completamente frantumate a colpi di martello e il viso deformato in un riso....

Pausa.

LORENZO Ci troviamo di fronte a un serial killer... i tre colpi calibro 8 sono inconfondibilmente suoi...... le altre cose... non le fa proprio sempre, ma... spesso troviamo cadaveri che ridono... si insomma, con la bocca come se...

Suona líinterphone. Lorenzo risponde.

LORENZO Si? (Voce dellíinterphone: ìHa chiamato la televisione. Hanno detto che saranno qui tra un quarto díoraî. Lui guarda terrorizzato líorologio) Un quarto díora? Avevano detto a mezzogiorno...

Lorenzo toglie la comunicazione. Si alza in piedi e comincia a camminare. Iole lo guarda.

LORENZO Assurdo, arrivano con mezzíora di anticipo. Fanno come vogliono... Cosa posso sapere in pi_ io rispetto a ieri?

Pausa. Lorenzo torna improvvisamente alla scrivania e attiva líinterphone.

LORENZO (Allíinterphone) Fai passare subito Minghetti.

Lorenzo chiude la comunicazione poi tende la mano a Iole.

LORENZO Signorina, per oggi puÚ bastare...

IOLE (Dandogli la mano) Lího vista ieri al telegiornale...

Pausa.

LORENZO Mi ha visto?

IOLE Si...

LORENZO Ah...

IOLE Era ... emozionato?

LORENZO PerchË?

IOLE Balbettava un poí...

Pausa.

LORENZO Non balbettavo, signorina... cercavo le parole...

Pausa.

LORENZO E lei? Cosa pensa invece di sË lei?

IOLE In che senso?

LORENZO Pensa di aver tratto giovamento da questa terapia...?

IOLE Si. Penso di si.

LORENZO Se la sentirebbe di dire che ha avuto dei miglioramenti nel corso dellíanalisi?

IOLE Beh, si... PerchË?

LORENZO Si o no?

IOLE Ma... cíentra qualcosa con le indagini?

LORENZO Si o no?

IOLE Beh, si.

LORENZO PerÚ la dottoressa le diceva che aveva le crisi di panico...

IOLE Ma stanno diminuendo progressivamente...

LORENZO E adesso che non cíË pi_ lei, come far‡?

IOLE Beh... non lo so.

LORENZO Ah, non lo sa!

IOLE Emma dice che... (Si blocca)

Pausa..

LORENZO Chi?

IOLE Cosa?

LORENZO Emma chi?

Pausa.

IOLE No... Emma Ë una mia amica...

Pausa.

LORENZO Conosceva la dottoressa?

Pausa.

IOLE Sospettate anche... dei pazienti del passato?

Pausa.

LORENZO No... perchË?

Pausa.

IOLE Emma... era stata sua paziente... un poí di tempo fa... Ë stata lei... a consigliarmi la dottoressa e...

LORENZO Emma come?

IOLE Iovine.

LORENZO (Riflettendo tra sË e sË) Emma Iovine...

Entra Raffaele. Iole, vedendolo, cerca di non farsi vedere.

RAFFAELE Buongiorno, commissario.

LORENZO Ah, professore. Venga venga.

IOLE Allora, arrivederci, commissario

LORENZO (A Iole) Ai. Arrivederci.

Iole esce quasi scappando. Raffaele la guarda uscire e rimane interdetto.

LORENZO (Non guardandolo) Si accomodi, professore. Si accomodi.

Raffaele si avvicina e guarda la sedia su cui era seduta Iole.

RAFFAELE (Indicando la borsa sulla sedia dove era seduta Iole) La signorina Iole... ha dimenticato la borsa...

LORENZO (Vedendo la borsa) Ah... accidenti. Va bene... gliela faremo avere al pi_ presto. Prego, si accomodi.

Raffaele si siede.

LORENZO (Alzando improvvisamente la testa) La signorina Iole...?

RAFFAELE Si.

LORENZO La conosce?

RAFFAELE Beh, si. La incontro sempre al bar...

LORENZO Al bar? Quale bar?

RAFFAELE Quello sotto lo studio della povera dottoressa.

LORENZO Ah...

RAFFAELE Lei va a lezione di canto da quel cieco che sta al piano sopra quello della dottoressa, no?

LORENZO Ah si?

RAFFAELE PerchË? Non lo sapeva?

LORENZO E a lei chi glielíha detto?

RAFFAELE Che prende lezioni di canto?

LORENZO Si.

RAFFAELE Lei.

LORENZO La signorina Farina?

RAFFAELE La signorina Farina?

LORENZO Si, Iole Farina...

RAFFAELE Ah, si chiama Farina... non lo sapevo. Si, comunque. me lo ha detto lei.

Lorenzo rimane a pensare, poi si alza improvvisamente e di scatto

LORENZO Mi scusi un attimo.

Prende la borsa e si avvia verso líuscita.

LORENZO Torno subito.

Lorenzo esce di corsa. Raffaele rimane a guardare per un poí nella stessa direzione da cui Ë appena uscito il commissario, poi si siede frugando nei fogli sul tavolo. Dalla destra entra Lidia Maroni. Richiude la porta con un piede. Non ha le braccia. Raffaele sembra non accorgersi della sua presenza. La dottoressa si siede alla sedia del commissario e sbircia anche lei tra i fogli.

LIDIA Che sta facendo?

RAFFAELE Ssh.

Pausa.

LIDIA Stavo pensando una cosa, professore.

RAFFAELE Stia zitta, per favore.

LIDIA (Abbassando la voce) PerchË? Mi possono sentire?

RAFFAELE No. La sento solo io purtroppo, ma ora deve stare zitta.

Pausa.

LIDIA Ma perchË lei Ë venuto in cura da me? PerchË se stava lÏ tutto il tempo a raccontarmi balle se non aveva bisogno di me!?

RAFFAELE Io avevo bisogno di lei! Eí questo che lei non ha ancora capito.

IOLE Ma se mi ha detto tutte bugie?

RAFFAELE Pensavo che una brava analista capisse che mentivo. Potevo dirle la verit‡? Potevo dirle sono un serialkiller eccetera eccetera... Lei doveva capirlo!

LIDIA Si, si, ma... io non ho ancora capito che voleva. Qualíera il suo vero problema, professore, perchË... io... non Ë che non líabbia sentita, ma...

RAFFAELE Che cosa sta facendo lei?

LIDIA Io?

RAFFAELE Si. Lei! Adesso. Cosa sta facendo? Mi sta seguendo?! Mi parla? Mi fa domande, mi tormenta... ? Ecco. Volevo tanto risolvere questo problema!... Io vorrei tanto starmene un poí da solo!

Pausa.

LIDIA Lo sa che la trovo... improvvisamente affascinante?

Pausa.

RAFFAELE Dottoressa...

LIDIA No. Davvero. Questa sua doppia vita Ë eccezionale. Vede che non bisogna mai fidarsi delle apparenze? Lo sa professore che solo in questo momento... riesco a vederla per quello che Ë! E... devo essere sincera... Ë troppo bello starle accanto, vederla vivere... Ë...

RAFFAELE Per favore...

LIDIA Proprio quello che io ho sempre sognato di fare. Vede comíË strano? Uno finisce a vedere la vita intima di uníaltra persona e trova un altro mondo...

RAFFAELE Se ne vada adesso, per favore!

LIDIA Va bene, starÚ zitta.

RAFFAELE Devo concentrarmi.

LIDIA La capisco.

RAFFAELE Allora se mi capisce, perchË non si fa un giretto?

Pausa.

LIDIA (Accondiscendente) Si.

Pausa.

LIDIA Professore, ma...

Pausa.

LIDIA Se ho capito bene come funziona, alla prossima vittima... io... non ci sarÚ pi_...?

Pausa.

RAFFAELE No...

LIDIA Ah...

Pausa.

LIDIA E... ogni quanto di solito... fa fuori qualcuno?

Dalla destra entra trafelato e ansimante Lorenzo. Con sË ha ancora la borsa di Iole. I pantaloni sono strappati e le mani sporche.

LORENZO Mi scusi, professore, ma... stavo rincorrendo la ragazza, quando sono inciampato e...

RAFFAELE Si Ë fatto male?

LORENZO Una sciocchezza... Ë gi‡ arrivata la televisione...

Lorenzo cerca di pulirsi.

RAFFAELE La televisione?

LORENZO Si, per un intervista... Fanno come gli pare. Mi scusi. Arrivo subito. Vado un secondo in bagno.

RAFFAELE Faccia con comodo, commissario.

Lorenzo esce dalla parte opposta.

LIDIA (Tra sË) Lorenzo Vacca...

RAFFAELE Come?

LIDIA Lorenzo Vacca...

Pausa.

RAFFAELE Che dice?

LIDIA Eí Lorenzo Vacca. Un mio paziente.

RAFFAELE Il commissario un suo paziente?

LIDIA Si. (Ridendo) Incredibile. Non posso crederci.

RAFFAELE NON RIDA!

Iole smette improvvisamente di ridere.

IOLE Ma non sto ridendo di lei.

RAFFAELE Non le Ë bastato quello che le ho fatto?

LIDIA Ma Ë Lorenzo Vacca, capisce...? Il commissario che indaga sulla mia morte Ë un mio paziente...

RAFFAELE Ma per favore...

LIDIA Eí la verit‡!

RAFFAELE Sa quanti fantasmi ho avuto come lei? Che si mettono a tormentarmi con i giochetti pi_ cretini?

LIDIA Va bene, faccia come le pare...

RAFFAELE Come fa un suo paziente ad essere il commissario che fa le indagini?

LIDIA Lorenzo Vacca Ë un mio paziente. Glielo giuro. Ho saputo che faceva il commissario dopo tre mesi di sedute.

RAFFAELE Dopo tre mesi?

LIDIA Si, aveva il complesso di andare dalla psicanalista. Diceva che se i colleghi líavessero saputo, per lui sarebbe stata la fine...

Rientra Lorenzo da sinistra.

LORENZO Eccomi qui.

RAFFAELE (Alzandosi) Ah, commissario.

LORENZO Mi scusi. Ma... temo di non avere molto tempo... volevo solo farle poche... pochissime domande...

Lorenzo si siede. Lidia fa in tempo ad alzarsi per fargli posto.

LORENZO Come conosceva la signorina Iole...?

LIDIA Ah, quella! Se sapeste perchË Ë venuta da me quella!

Raffaele guarda Lidia per farle capire che deve stare zitta. Poi torna a guardare Lorenzo.

RAFFAELE Intende dire...?

LORENZO Nel senso... ci parlava al bar... come mai... cosÏ... insomma...

RAFFAELE Beh, era sempre lÏ... e... beh... Ë anche una ragazza carina...

LORENZO Certo.

RAFFAELE Era sempre lei poi ad attaccare discorso veramente...

LORENZO Un rapporto formale, diciamo?

RAFFAELE Si

LORENZO E non sapeva che fosse una paziente?

RAFFAELE Una paziente? No.

Pausa.

LORENZO Lei va... (Coreggendosi) Andava dalla dottoressa... il mercoledÏ... il venerdÏ e il sabato...

RAFFAELE Si.

LORENZO E... ha mai notato qualcosa di particolare mentre era nello studio della dottoressa?

RAFFAELE Per esempio?

LORENZO Non lo so. Un telegramma... un appunto... una telefonata strana?

RAFFAELE No.

LORENZO Un portadocumenti?

LIDIA Eí il suo. Se lo Ë dimenticato una volta in studio. Líavevo messo in cassaforte.

Pausa.

RAFFAELE Un portadocumenti? No... mi pare di no.

LORENZO Non ne Ë sicuro?

RAFFAELE Si. Si, ne sono sicuro.

LORENZO Ci pensi bene, magari.

RAFFAELE Me lo ricorderei, commissario.

Pausa.

LORENZO E... altri pazienti? Ha mai conosciuto altri pazienti della dottoressa?

LIDIA Vuole sapere ovviamente se lo ha mai visto.

RAFFAELE No, era impossibile perchË...

LORENZO (Interrompendolo) Ma in strada neanche? Al bar, per esempio?

RAFFAELE No. A parte la signorina Iole, ma le ripeto... non sapevo...

LORENZO Senta... ora le dirÚ una cosa assurda... non ho molto tempo per spiegarle... perÚ...

Pausa.

LORENZO Nellíipotesi remota che lei fosse líassassino, come possono esserlo tutti quelli che interrogherÚ, in questa richiesta le assicuro non cíË nessuna insinuazione... insomma, sono spariti i quaderni della dottoressa. E... sarebbe il caso che tornassero dove erano... si puÚ farlo rimanendo nellíanonimato... spedendoli direttamente a me...

Suona líinterphone. Lorenzo risponde. (Voce: ìLa televisione dice che ha frettaî)

LORENZO (Allíinterphone) Ho finito!

Lorenzo chiude la comunicazione, si alza e comincia a camminare nervoso. Raffaele con lo sguardo interroga Lidia.

LIDIA Eí completamente nel pallone. Ha il terrore delle interviste.

LORENZO Ma lei... professore... poi la devo lasciare...

Pausa.

LORENZO Cosa ne pensa della psicoterapia?

RAFFAELE Io?

LORENZO Si, dico... si sente migliorato da quando ha cominciato líanalisi? Mi scusi, se le chiedo...

RAFFAELE No, no. Si figuri.

Pausa.

RAFFAELE Penso di si... si.

Lorenzo va a sedersi, ha il fiatone. Beve líacqua, si asciuga il sudore, si stende sulla sedia.

LORENZO (Distrutto) Ha visto il telegiornale, ieri sera?

RAFFAELE Come?

LORENZO Mi ha visto ieri nellíintervista?

LIDIA Gli dica di si.

RAFFAELE Si.

LORENZO Cosa ha pensato?

LIDIA Gli dica qualcosa di carino.

RAFFAELE Beh, io...

LORENZO Secondo lei, balbettavo?

RAFFAELE No.

LORENZO No? Non ha pensato che... fossi emozionato?

RAFFAELE No. Mi sembrava molto... convinto...

LORENZO Convinto?

RAFFAELE Si.

Pausa.

Suona líinterphone. Lorenzo si rialza energicamente.

LORENZO Mi scusi, professore. Ma devo lasciarla. Quello che mi ha detto puÚ gi‡ essere sufficiente. Le farÚ sapere per un prossimo interrogatorio pi_... tranquillo.

RAFFAELE Va bene.

LORENZO Arrivederci. Mi scusi ancora...

RAFFAELE Ma si figuri. Arrivederci.

Raffaele e Lidia escono. Lorenzo rimane solo. Si siede esausto, poggiando la fronte sulla scrivania.

LORENZO (Tra sË) Convinto... convinto... convinto...

Una pausa. Suona di nuovo líinterphone. Lorenzo alza bruscamente la testa.

LORENZO Forza! Forza! Un poí di palle! Nessuno sapr‡ che andavi dallíanalista! Quella stronzetta ti ha detto che balbettavi per fare la stronza! Ti ha pure detto che non conosceva nessun paziente e invece parlava col professore! Eí una stronza! Poi la sistemi per bene! Adesso stai calmo! Respira! Sorridi. Sei grande, capisci? Grande! Sei fantastico. CONVINTO! CONVINTO! VAFFANCULO!

Si rende conto di avere il fiatone. Cerca di regolarizzare il respiro. Si mette a posto il vestito. Poi i capelli. Lentamente raggiunge la scrivania, si siede con calma. D‡ un colpetto di tosse, poi attiva la comunicazione dellíinterphone. Eí sudato e distrutto.

LORENZO Si? (Voce: ìLa televisioneî) Fai passare.

Buio.

SCENA TERZA

Il soggiorno di un appartamento. Tele dipinte sparse ovunque. Una porta díingresso sul fondo.

Iole passeggia parlando tra sË e sË.

IOLE PerchË dirmi tutte quelle bugie? Ti rendi conto di cosa Ë diventata ora la mia vita? Hai sempre detto di amarmi... Dal primo giorno che ci siamo visti... Come hai potuto farmi questo... come... ? (Scoppia a piangere)

Si apre la porta sul fondo. Entra Emma, con delle buste della spesa in mano. Emma ha intorno ai 25 anni, capelli e occhi scuri. Guarda Iole, la quale non si accorge della sua presenza.

IOLE (Piangendo) Nei tuoi occhi avevo visto... avevo... visto... (Smette improvvisamente di piangere e cambia tono) Avevo visto cosa? Noo... Cazzo! Nei tuoi occhi avevo visto...

EMMA Ciao.

IOLE (Distratta, a Emma) Ehi... (Tira fuori dalla tasca un foglio e legge) ... avevo visto il coraggio di vivere ...fanculo. PerchË me lo dimentico sempre? Il coraggio di vivere!

Pausa.

EMMA (Chiudendo la porta) Ma cosíË?

IOLE Niente. Un provino...

EMMA Ah, stai preparando un provino...

IOLE Non ti piace?

EMMA CosíË... Pirandello...?

IOLE No no. Lího scitto io.

EMMA Ah, líhai scritto tu... Nei tuoi occhi avevo visto il coraggio di vivere...?

IOLE Si, Ë una... Emi... (Si butta improvvisamente contro Emma baciandola sulla guancia) Come stai?

EMMA Bene. Tu?

IOLE Bene.

EMMA Ma scusa... Ë un provino per...?

IOLE Niente. Una cosa di pubblicit‡. Ma insomma?... non mi chiedi niente?

EMMA Di che?

IOLE Come di che? Di oggi no? Líinterrogatorio...

EMMA Ah gi‡. Certo. ComíË andata?

IOLE Non sai, Emi...

EMMA Cosa Ë successo?

IOLE Non so neanche da dove cominciare. Una mattinata allucinante...

EMMA Racconta...

Ripongono insieme il contenuto delle buste in un armadio.

IOLE Prima di tutto il commissario... hai presente quello che abbiamo visto al tg che tartagliava?

EMMA Si.

IOLE Ecco... Si chiama Lorenzo Vacca. Una persona assurda. Stranissima. Suda come un pazzo e quando parla sembra come se... non so, come se avesse paura di essere sentito da qualcuno. Strano, ti dico. Agitatissimo. Allíinizio infatti me ne stavo andando...

EMMA Ma uno in gamba?

IOLE Noo... Ë uno di quelli che pensano a tuttíaltro... un poí, come dire... come se fosse preoccupato di... non so... di questi che ti studiano, che fanno gli psicologi ma coglioni...

EMMA Conosco.

IOLE Ecco. Strano proprio... Poi capisci, soli io e lui...

EMMA Come soli tu e lui?

IOLE Infatti... io non ho mai visto uníinterrogatorio cosÏ...

EMMA Neanche un appuntato... un assistente...?

IOLE Nessuno. Mi dice che Ë un colloquio preliminare... E gi‡ qui infatti mi sono stranita.

EMMA Ti credo.

IOLE Poi... comincia a farmi tutte domande strane...

EMMA Tipo?

IOLE Tipo... aspetta. Ah: ìse per caso lei fosse líassassina, la pregherei di farci riavere i quaderni...î

EMMA Come?

IOLE Pi_ o meno cosÏ.

EMMA Ma scusa... riavere... quali quaderni...?

IOLE I quaderni dove la dottoressa prendeva le note dei pazienti... non li usava anche quando ci andavi tu?

EMMA Ah, come no? Certo. E sono stati rubati?

IOLE Si. Dallíassassino. Ma non sai la cosa pi_ assurda.

EMMA Cosa?

IOLE Líassassino Ë un serial killer.

EMMA Stai scherzando...?

IOLE No no.. Líhanno ritrovata... non sai in che stato... senza braccia... mangiate...

EMMA Le braccia... mangiate?

IOLE Si. E líassassino, da quanto ho capito... dovrebbe essere un paziente.

EMMA Ma davvero?

IOLE Eh!

EMMA Un paziente...? Te líha detto il commissario?

IOLE Me líha fatto capire... anche se... poi mi ha detto...

Pausa.

EMMA Cosa?

IOLE Mi ha detto... non di quelli del passato e...

Pausa.

EMMA E...?

IOLE Senti, Emi... Eí successo che... va tutto bene, eh!

Pausa.

EMMA Che Ë successo?

IOLE Niente. Il commissario voleva sapere... se io per caso avevo conosciuto altri pazienti.

EMMA Ah...

IOLE E... allíinizio gli avevo detto di no...

EMMA Allíinizio?

IOLE Si. Dopo Ë successo che... mi sono distratta un attimo e.... allora... ho detto... ho detto Emma... e allora.. mi Ë scappato e...

EMMA (Preoccupata) Cosa gli hai detto?

IOLE Verammente... vedi, quando lui... mi ha fatto capire che non sospettava dei pazienti del passato... tipo te...

EMMA Mi vuoi dire che cosa gli hai detto?

IOLE Gli ho detto... che insomma... eri stata tu a consigliarmi la dottoressa e che tanto tempo fa eri stata sua paziente...

EMMA Cazzo...

IOLE Lo so. Lo so. Hai ragione, ma ero confusa. Cerca di capire. Ero in uno stato...

Pausa.

IOLE Non Ë cosÏ grave, Emi... davvero...

EMMA Gli hai detto il mio nome?!

IOLE Si. Ma tanto prima o poi lo troveranno da qualche parte... Eí solo questione di tempo... Scusa, non ci sar‡ una lista di tutti i pazienti... anche quelli del passato...?

EMMA CHE CAZZO DICI?

Pausa.

IOLE (Allibita) Ehi...

EMMA Sei stata tu a essere chiamata, non io!

IOLE Stai calma...

EMMA Sai che vuol dire? Che mi hai voluto mettere in mezzo per forza! Questo vuol dire! PERCHEí?

IOLE Emma, stai...

EMMA Vaffanculo!

Pausa.

IOLE QualíË il problema? Che ho fatto di grave?

EMMA Gli hai detto che io ero una sua paziente?!

IOLE PerchË questa paura?

EMMA Non Ë paura.

IOLE E cosíË allora?

EMMA Eí... Dio mio... ti devo spiegare tutto? CosíË? Eí che sto male. Lo capisci questo?

IOLE Si, questo lo capisco. Ma che cíentra?

Pausa.

IOLE Non sei solo tu a stare male, Emi...

EMMA (Ridendo) PerchË tu stai male?

IOLE Io...

EMMA (Interrompendola) Se stessi tanto male non andresti in giro a fare provini di pubblicit‡!

Pausa.

EMMA Vado a fare una doccia (Fa per andarsene)

IOLE (Scoppiando a piangere urlando) Emi...?

Emma si ferma. Pausa.

EMMA Che cíË?...

Pausa.

IOLE PerchË ce líhai con me?

EMMA Non riesco a parlare con le persone che piangono... come te lo devo dire?

IOLE Tu non ti rendi conto di quanto sei dura...

EMMA Non fai altro che piangere...

IOLE E allora? Non ho il diritto di piangere...? Solo tu puoi soffrire?

EMMA Non Ë questo...

IOLE Pensi che io dovrei stare bene? Anche a me Ë morta líanalista, sai! Anzi, si d‡ il caso che io fossi ancora in analisi quando Ë morta... Ed ho ancora le mie cazzo di crisi di panico!

EMMA PerÚ vai a un provino...

IOLE Si. PerchË penso che distrarmi sia la cosa migliore! Che cíË di sbagliato?

EMMA Niente...

IOLE Niente. Certo. Tanto per te la cosa fondamentale Ë farmi sentire in colpa, no?

EMMA Ah, ti senti in colpa?

IOLE No. Mi dispiace. Questa volta no!

EMMA Vado a fare la doccia

IOLE Vai...

EMMA Grazie...

IOLE Vaffanculo tu! Tu vai affanculo! Tu e la tua doccia!

Pausa.

EMMA Senti, Ioí...

IOLE Vai!

EMMA Stai dicendo delle cose senza senso...

Pausa.

IOLE (Piangendo) Era anche la mia dottoressa. O no?

EMMA Si...

IOLE E allora? PerchË ti devi comportare cosÏ di merda?!

EMMA Va bene...

IOLE Tu ci sei andata per quattro anni. Va bene! Ma io lího vista fino a tre giorni fa! Permetti che esista anche il mio dolore?

EMMA Si...

IOLE (Interrompendola) Grazie!

Pausa.

EMMA Siamo tutte e due un poí nervose...

IOLE Parla per te!

Pausa.

EMMA Fai bene ad andare al provino... fai bene a distrarti... fai bene a fare tutto...

Pausa.

IOLE Lo so da me che faccio bene.

Pausa.

EMMA Comunque... insomma... ti avevo solo chiesto un favore... ti sei dimenticata... pazienza... non Ë successo niente...

Pausa.

EMMA Cerchiamo di non sfogarci tra di noi...

Pausa.

IOLE Chiedimi scusa.

EMMA Scusa.

Pausa.

IOLE Ritira il vaffanculo.

EMMA Ritiro.

Pausa.

EMMA Ritira anche il tuo perÚ.

IOLE Ok.

Lunga pausa.

IOLE Oggi... ho incontrato lui...

Pausa.

EMMA Lui... Raffaele?

IOLE Si.

EMMA Ma dai.

IOLE Mmh.

EMMA Anche lui interrogato?

IOLE Si.

EMMA E vi siete parlati?

IOLE No. Appena lího visto, sono scappata.

Pausa.

EMMA Come sei scappata?

IOLE Se lui mi parlava davanti al commissario, questo avrebbe subito capito che ci conoscevamo, no?!

EMMA E allora?

IOLE Prima io al commissario avevo detto di non aver incontrato nessun paziente...

EMMA E perchË?

IOLE PerchË Ë la verit‡, a parte lui. Chi li ha mai visti gli altri? Che cosa gli potevo dire al commissario? Che parlavo con Raffaele tre volte a settimana al bar da tre mesi... PerchË? Gli potevo dire che ci andavo apposta solo per parlare con lui perchË volevo vederlo e lo amo...? Scusa...

EMMA Lo ami?

IOLE Beh...

Suona il citofono. Pausa.

EMMA Aspetti qualcuno?

IOLE No. Stavo uscendo...

EMMA (Al citofono) Si? (Ascolta) Si, Ë qui. (Ascolta guardando interrogativamente Iole) Ma lei chi Ë? (Ascolta) Va bene. La prima porta a piano terra. (Attacca) Il commissario Vacca.

IOLE (Terrorizzata) Noo...

EMMA Dice che Ë passato per riportarti la borsa.

IOLE (Ricordandosi allíimprovviso) La borsa...! Eí vero...

EMMA Líhai dimenticata al commissariato...?

IOLE Io non posso riceverlo.

EMMA Come no?

IOLE Oggi... non sai... ero appena uscita dallíinterrogatorio e andavo a prendere líautobus... quando sento il commissario che mi chiama per darmi la borsa...

EMMA E allora?

IOLE Allora... in quel momento... non so che míË preso... ho cominciato a correre verso líautobus.

EMMA E perchË?

IOLE Ero presa dal panico, come mi succede... sai no? Lui ha cominciato a corrermi dietro... correva pi_ di me... ero disperata... poi alla fine Ë pure caduto e síË fatto male....

EMMA Eí caduto?

IOLE Si, sospetta di me ormai, capisci?

EMMA PerchË?

IOLE Come perchË? Magari Raffaele gli ha detto di conoscermi, poi la fuga... e poi... scusa, ma ti sembra normale che mi porta la borsa a casa?

EMMA Senti, IÚ... Stai calma.

IOLE No no. Io devo andare... non posso farmi trovare qui... Esco dal cortile... passo per la finestra della camera da letto.

EMMA Ma dove vai?

IOLE Al provino.

EMMA Ah, tu vai al provino?

IOLE Ma si, Emi. Non posso affrontarlo adesso. Non sono pronta. Eí meglio se mi distraggo.

EMMA Ho capito. Ma che cíentro io?

IOLE Dai su. Ti prego. Prendi la borsa e lo mandi via. Che ti costa?

EMMA No...

Suonano alla porta.

IOLE Che vuoi che succeda? Fallo per me. Ti prego. Líhai detto tu che faccio bene ad andare al provino, no?

EMMA Adesso che cíentra...

IOLE Se comincio a parlare col commissario arriverÚ tardi. Chiss‡, forse Ë la volta buona che mi prendono. (La bacia calorosamente) Grazie.

EMMA Ehi ...

Suonano di nuovo alla porta.

IOLE E stai tranquilla! Ti chiamo pi_ tardi per sapere comíË andata. Ciao.

EMMA Aspetta...

Iole esce da una parte.

EMMA Iole...?

Suonano di nuovo alla porta. Emma, innervosita, va ad aprire la porta sul fondo. Appare Lorenzo Vacca.

LORENZO Buonasera. Sono Lorenzo Vacca.

EMMA Si...

LORENZO (Interrompendola e dandole la mano) Piacere...

EMMA (Stringendogli la mano) Piacere.

LORENZO Ero venuto per la borsa.

EMMA Si...

LORENZO (Dandole la borsa) Ecco.

EMMA Grazie, Ë stato molto gentile... mi scusi... Ë capitato in un momento un poí particolare. Stavo uscendo di corsa...

LORENZO La signorina Farina?

EMMA Eí uscita.

LORENZO Uscita?

EMMA Si.

LORENZO Prima, al citofono ha detto ìË quiî.

EMMA Ho detto Ë qui? Ah, si. Volevo dire che abita qui...

LORENZO No no. Ha detto ìË quiî come se...

EMMA PerchË sul citofono cíË un altro cognome... per questo. Per farle capire che abita qui. Non volevo che...

LORENZO Lei...?

EMMA Cosa?

LORENZO Abita qui anche lei?

EMMA Si...

Pausa.

LORENZO Iovine...?

EMMA Come?

LORENZO Sul citofono... cíera scritto Iovine.

Pausa.

EMMA Si.

LORENZO Ah, lei... Ë Emma Iovine?

EMMA Veramente...

LORENZO Saranno un paio díore che la sto pensando.

EMMA Io...?

LORENZO La signorina Iole mi ha parlato di lei...

EMMA Di me...?

LORENZO Mi perdoni. Solo una domanda.

Pausa.

LORENZO Lei in passato Ë stata in analisi dalla dottoressa Maroni?

Pausa.

EMMA No.

LORENZO No?

EMMA No. Mai andata...

Pausa.

LORENZO La ringrazio.

EMMA Ora devo veramente scappare... Purtroppo... Mi chiami domani... se posso esserle utile...

LORENZO Eí lei che dipinge?

EMMA ...Pi_ che altro mi diletto...

Pausa.

LORENZO (Guardando un quadro) PerÚ io non capisco. PerchË la signorina Farina mi ha detto che lei era stata in analisi quattro anni dalla dottoressa Maroni...?

Pausa.

EMMA Davvero le ha detto...?

LORENZO Si.

EMMA Come Ë possibile?

LORENZO Eí quello che mi sono chiesto anchíio. Il suo nome non me lo ricordavo proprio.

Pausa.

LORENZO Infatti sono andato a controllare.

EMMA A controllare...?

LORENZO Si. Per scrupolo sono andato a rileggermi líelenco di tutti i pazienti negli ultimi dieci anni...

EMMA E quindi?

LORENZO Non cíera nessuna Emma Iovine.

EMMA Certo.

LORENZO Allora... perchË?

EMMA Non... saprei...

LORENZO Eí impossibile che qualcuno vada da uníanalista per quattro anni e non risulti da nessuna parte.

EMMA Certo...

LORENZO PerchË allora dirmi una bugia cosÏ stupida? Sapendo che líavrei subito scoperta. A che scopo mi chiedo...

EMMA Non lo so. Mi sembra molto strano.

LORENZO E non Ë stata líunica! Ha detto anche che non conosceva nessun paziente e poi invece ho scoperto che tutte le volte parlava con il signor Minghetti. Un professore... non so se lei...

EMMA No.

LORENZO Poi aveva detto al signor Minghetti che andava a lezione di canto al piano di sopra e ovviamente ho scoperto che non Ë cosÏ. PerchË?

Pausa.

EMMA Non so proprio come aiutarla.

Pausa.

LORENZO Non siete amiche voi due?

EMMA Veramente... no...

Pausa. Lorenzo la guarda insistentemente.

EMMA Credo comunque che... non sia facile perdere uníanalista quando si Ë nel pieno di una terapia...

LORENZO No...

EMMA Deve essere una figura importante... uníanalista.

Pausa. Lorenzo cambia progressivamente umore.

LORENZO Molto importante.

EMMA Per questo dicevo...

LORENZO Molto importante, ma... bisogna saper reagire.

EMMA Certo.

LORENZO Pensi se tutti gli altri pazienti facessero come lei... Ë un modo assurdo... irresponsabile di reagire...

EMMA Eí vero, ma... a volte non riusciamo a controllare....

LORENZO No. Mi permetta. Queste cose non le posso sentire. Voglio dire... scherziamo?

EMMA Non... capisco...

LORENZO Voglio dire... potrebbe anche esserci qualcuno che sta soffrendo pi_ di lei e... che perÚ, nonostante tutto, cerca di controllarsi... mi scusi, eh!

Pausa. Lorenzo si siede.

EMMA (Perplessa) Certo...

LORENZO Ed Ë un grandissimo sforzo... credo. PerchË sicuramente non Ë facile... Non so lei cosa ne pensa.

EMMA Io?

LORENZO Si. Secondo lei, voglio dire... qualíË il modo pi_ giusto per reagire alla morte della propria analista?

EMMA Beh... .

LORENZO Vede? Non Ë facile... Ma questo, ora lei mi dir‡, che cíentra? Niente. Niente. PerÚ... bisogna anche un poí sdrammatizzare... no?

EMMA Si...

LORENZO PerchË in fondo... ora gli altri pazienti non lo sanno, ma alla fine uníanalista... Ë una persona come tutte le altre.

EMMA Oh si.

LORENZO Anche uníanalista puÚ avere dei problemi. Dei segreti... delle debolezze. Cose che un paziente neanche immaginava...

EMMA Si... Certo. Bisogna smitizzare.

LORENZO Anche se... (Asciugandosi il sudore) Devo dire che... Ë proprio... difficile...

EMMA Cosa?

LORENZO Beh, se fossi... dico se fossi stato un paziente... si. Mi sarei un poí sconvolto a...

Pausa.

EMMA A...?

LORENZO (Alzandoso improvvisamente in piedi) Io mi chiedo solo questo. Poi veramente me ne vado. Ma come Ë possibile? Uníanalista di quasi quarantíanni, dallíaspetto rassicurante, dai modi eleganti, che si fa pagare ottantamilalire líora e che vive in uno dei quartieri pi_ in della citt‡... cosa fa nella vita privata?

EMMA Cosa?

LORENZO Gioca alle corse dei cavalli fino ad arrivare ad un debito complessivo intorno ai cento milioni... relazioni sessuali varie ed eterogenee sparse per il mondo... denunciata per coltivazione di marijuana... simpatizzante dei gruppi armati di estrema sinistra... e buddista. Mi spieghi! Uníanalista freudiana... buddista. Non Ë assurdo?

EMMA Si.

LORENZO Ottantamila lire líora. CíË gente che per pagare quei soldi deve lavorarne tre di ore! Mi scusi. Ma delle volte si scoprono delle cose veramente assurde... e anchíio che... diciamo dovrei restare distaccato, lucido, si lo so... ma non riesco a capire... comunque... mi scusi... mi sto un poí perdendo. Mi sono fatto prendere... Che stavo dicendo?

EMMA Diceva di... debiti, marijuana...

LORENZO Ah, ecco. Si, insomma... va bene. Forse non avrei dovuto dirglielo, comunque... domani tanto sar‡ su tutti i giornali... quindi... fermiamoci pure qui... mi scusi ancora per il disturbo.

EMMA Ma le pare.

LORENZO Spero che la sua amica avr‡ voglia di spiegarmi tutto al pi_ presto... io le consiglio di farlo... per se stessa...

EMMA Va bene.

LORENZO Se poi invece fosse lei un giorno a volermi dire qualcosa... non si sa mai... (Le d‡ un biglietto da visita) mi puÚ trovare a questo numero...

EMMA Grazie.

LORENZO Arrivederci. Piacere díaverla conosciuta.

EMMA Arrivederci.

Lorenzo esce. Emma richiude la porta, esausta. Si va a sedere su una poltrona. Guarda fisso davanti a sË. Dalla sinistra, molto lentamente, entra Iole. Ha uníespressione turbata. Emma non la vede. Iole guarda Emma.

IOLE PerchË...?

Emma si gira di scatto. Pausa.

EMMA Che fai qui?

Pausa.

IOLE Avevo dimenticato la tessera dellíautobus.

EMMA Ah. E... (Guardandosi intorno, a disagio) dovíË?

IOLE (Mostrandogliela) Era in camera mia...

EMMA Ah.

IOLE Lího trovata...

Pausa.

IOLE Qualche minuto fa.

Pausa.

IOLE Non trovano il tuo nome... oppure il tuo nome...

EMMA IÚ...

IOLE Non cíË mai stato...?

Pausa.

IOLE Sono mesi che non parliamo díaltro che di lei. Tu sai tutto di lei... Tu sei stata sua paziente...

Pausa.

IOLE Tu sei stata sua paziente?

Pausa.

EMMA ...Si.

Pausa.

IOLE PerchË non trovano il tuo nome?

EMMA Non lo so.

Pausa.

EMMA Vado.

IOLE Dove?

Pausa.

EMMA Non sai arrivarci da sola? Secondo te, sono una sua paziente?

IOLE Secondo me...?

EMMA Si. Secondo la tua testa! Usa la tua testa!

Pausa.

EMMA Hai delle prove concrete del fatto che io sia stata in analisi dalla dottoressa Maroni... ovviamente prove che non siano i miei racconti?

Pausa.

EMMA Rispondi!

IOLE No...

EMMA Mi hai mai visto rispondere al telefono alla dottoressa e scambiarci qualche parola?

IOLE Tu non vuoi mai rispondere al telefono... (Realizza cosa vuol dire e smette di parlare)

EMMA Lei ti ha mai parlato di me? No! Tu le hai mai parlato di me? No! E perchË tu non le hai mai parlato di me? Te lo ricordi perchÈ? PerchË io - non te lího - mai - permesso!!

Pausa.

EMMA Sei in grado di fare un piccolo quadro della situazione o devo ancora aiutarti?

Pausa.

EMMA Io non sono mai stata in analisi dalla dottoressa Maroni.

Pausa.

EMMA Eí una cazzata!

Pausa.

EMMA Non posso spiegarti perchË lího fatto. Quindi ti prego di non chiedermelo.

Pausa. Iole non riesce a parlare, guarda Emma come se fosse la prima volta che la vede.

IOLE Emi...

EMMA Hai il diritto di odiarmi, di non volermi pi_ vedere. Mi dispiace molto... soprattutto che in questo momento tu stia male. Spero ti passer‡ presto. Mi dispiace davvero. (Pausa) Vado a fare le valigie...

IOLE Emi...

EMMA Non chiedermi....

IOLE Io voglio sapere...

EMMA Non posso.

IOLE Devo sapere chi sei...

EMMA (Ridendo) Chi sono?

IOLE Sono mesi che mi racconti balle e pensi di andartene cosÏ... senza spiegare nulla?

Pausa.

EMMA Non ci posso fare niente.

Pausa.

IOLE Sai... cosa mi diceva sempre la dottoressa?

EMMA Cosa?

Pausa.

IOLE CíË qualcosa di strano nella sua vita di cui lei non vuole parlarmi, ma che sento... le procura delle sofferenze... una persona direi... una persona che la obbliga a non parlarmi di lei e che ha un effetto deleterio sulla sua vita...

Pausa.

EMMA (Furiosa) Quella... donna...

Pausa.

EMMA Non avrebbe dovuto neanche emettere un suono... che riguardasse me. Chiaro?

Lunga pausa.

EMMA Vado a fare le valigie.

Buio.

SCENA QUARTA

Mattina.

Su una panchina Ë seduto Raffaele Minghetti. Lidia Maroni Ë in piedi. Silenzio. Raffaele compie un movimento rotatorio della testa, poi guarda davanti a sË.

RAFFAELE Per esempio... non so... guardiamo lÏ...

Lidia guarda nella stessa direzione in cui guarda Raffaele.

LIDIA Si...

Pausa.

RAFFAELE Cosa guarda lei?

Pausa.

LIDIA Beh... la piazza.

RAFFAELE Si, certo, la piazza... ma cosa nota... nella piazza?

Pausa.

LIDIA (Girando la testa su un lato) Una chiesa...

RAFFAELE Davanti davanti.

LIDIA Ah, davanti... la strada... gli alberi... due ragazzi...

RAFFAELE (Interrompendola) Due ragazzi. - Cosa fanno?

LIDIA Si abbracciano...

RAFFAELE Ecco. Con trasporto, direi...

LIDIA Si.

RAFFAELE Va bene. Fermiamoci qui.

Pausa.

RAFFAELE Eí un esempio, ovviamente...

LIDIA Si.

Pausa.

RAFFAELE Secondo lei, dottoressa, quei due ragazzi laggi_... per come sono fatti... potrebbero amarsi?

Pausa.

LIDIA Beh... si...

Pausa.

RAFFAELE (Ripetendo tra sË e sË) Si...

Pausa.

RAFFAELE Ora... mi segua bene perchË Ë un ragionamento molto semplice ma occorre attenzione.... tutti sappiamo, dottoressa, che líamore... dovrebbe essere un sentimento assoluto... giusto?

Pausa.

LIDIA Si...

RAFFAELE E líassoluto, lei míinsegna dottoressa, Ë libero da ogni tipo di condizionamento...?

LIDIA Si, anche se...

RAFFAELE Quanto sar‡ alta secondo lei, la ragazza?

Pausa.

LIDIA Beh, non saprei... uno... uno e settanta, forse...

Pausa.

RAFFAELE E lui?

LIDIA Uno... e sessanta, credo...

Pausa.

RAFFAELE Ci saranno quindi dieci centimentri di differenza circa... Giusto?

LIDIA Si.

RAFFAELE Bene. Allora... (Illuminandosi) Oh... si baciano... finalmente... ecco... allora... cominciamo subito dallíappoggio delle labbra...

Pausa.

LIDIA Líappoggio...

RAFFAELE Osservi il tipo di bacio... Inclinazione della testa intorno ai quarantacinque gradi con pressione di lei su di lui dallíalto verso il basso...

Pausa.

LIDIA Si...

RAFFAELE Eí lei che bacia. Chiaro, no? Non lui.

Pausa.

LIDIA Si.

RAFFAELE Eí pi_ alta... ovvio... E questa Ë una cosa. Attenzione... líappoggio del bacino ora... ecco... cosa nota lei in quellíappoggio?

Pausa.

RAFFAELE Lui tende a cavalcare la coscia di lei... lo vede? Non Ë lei che cavalca la coscia di lui... Attenzione... attenzione... Mi segue, dottoressa?

LIDIA Si.

RAFFAELE Guardi adesso come lui... la afferra prendendola per le spalle... come se si aggrappasse... come se dovesse tirarsi su, vede?... (mimando i gesti) vede adesso come scende sui fianchi con le mani rivolte in su? Non in gi_ come farebbe uno pi_ alto... a scavare, per capirci... no, in su... guardi guardi, ecco... la mano va sui glutei in un movimento orizzontale giocando sulle zone latelari e centrali... Ë ovvio che uno alto avrebbe toccato le parti esattamente contrarie giocando su un movimento in verticale, mi segue?

LIDIA Si, perÚ...

RAFFAELE Attenzione... alza il ginocchio... per.. per posizionarlo allíinterno delle cosce di lei... attenzione... vediamo... (Pausa) niente... non ce la fa...

LIDIA No...?

RAFFAELE Eí troppo scomodo... Non lo vede? (Ride) Non puÚ stare con la gamba alzata per molto tempo. Perde líequilibrio. Eí basso. Non puÚ. Capisce? E allora? Quante volte la ragazza potr‡ avere in mezzo alle cosce il ginocchio del ragazzo? Quante? Mai! A meno che non siano sdraiati su un letto. Quante volte lei potr‡ essere baciata al contrario, cioË con lui che fa pressione su di lei! Mai! Ameno che lui non salga su uno scalino. E allora? Eí giusto, questo? Eí amore questo, dottoressa? DovíË líassoluto?

LIDIA Ma non possiamo...

RAFFAELE GUARDI!

LIDIA Cosa?

RAFFAELE Guardi come lei gli mette le mani sulla testa...! Da sopra! Guardi! Lo vede?

LIDIA Cosa?

RAFFAELE (Alzandosi in piedi e gesticolando) Come cosa? COSA? Guardi... Dio... lei lo copre... Si rende conto? Lei gli mette le mani sulla testa! Lo protegge. Eí alta! Sopra! Dieci centimetri. Capisce? Lui si aggrappa, lei protegge... Questo! Questo Ë il loro rapporto... Chi sta sopra, chi sta sotto, chi decide, chi subisce, questo Ë, sono esseri umani... finiti limitati... Le sembra assoluto? Per favore... Dieci centimetri. Questa Ë la realt‡. Dieci centimetri. Guardi guardi... Ecco... niente... si sono staccati... coglioni... si ostinano a sottrarsi alle leggi fisiche, alla matematica, alla scienza... si ostinano.... pensando di amarsi. Come tutti. Come lei!

LIDIA Come me?

RAFFAELE A cosa serve la sua arte, dottoressa? I suoi disegni? I suoi dipinti?

LIDIA Cosa cíentrano i dipinti?

RAFFAELE Líarte cosíË? Mi segua. Una forma díamore. Questo le voglio far capire! Tende verso líimpossibile... Ma perde. Perde, dottoressa....

LIDIA Ma non capisco, perchË...

RAFFAELE PerchË siamo predeterminati. Siamo animali. Organismi viventi. CíË una legge... (Prendendo il giornale) Prenda il giornale. Guardi...

LIDIA Il giornale?

RAFFAELE Si, per esempio... tutti quei coglioni che adesso si interessano al suo caso... anzi, al mio dovrei dire... sulle spiagge... in macchina... alle cene... tutti a cercare di sapere, di capire, di... insomma... perchË, secondo lei? Lo sa?

LIDIA No...

RAFFAELE Eí scritto nella loro struttura genetica... questo. PerchË il giallo, dottoressa mi segua... sciogliere i nodi... far tornare le cose Ë proprio... Ë proprio della struttura del nostro cervello! CosíË un giallo? Un giallo Ë uníoperazione matematica in cui devono tornare i conti. Come il puzzle... i mosaici... cose antiche quanto il mondo... Eí innato quindi genetico... comporre... Ë... lei lo sa che per interpretare la realt‡, il cervello prima la capta con i sensi, poi la scompone come un mosaico in tante tessere e spedisce ogni tessera a gruppetti di cellule specializzate, i nuclei, per poi ricomporre tutto da qualche altra parte in uníunica immagine? Comporre... organizzare... Cosa fa lei quando dipinge? Faceva, diciamo... com-po-si-zio-ne. E se questo non accade? Se lei non riesce a comporre un quadro, come si sente...? Eí come non mangiare, non bere, non dormire... Eí ansia, insoddisfazione... eppure líuomo si ostina ancora ad innamorarsi... a pregare... a scrivere storie díamore... i gialli... a dipingere... Che senso ha? Sono sogni díassoluto... sogni di composizioni infinite... ma solo sogni... Quei due laggi_ sognano! Líamore Ë incomponibile... infinito... come líarte... pensi a tutti i grandi artisti, quelli veri, i geni...! Quelli lÏ alla fine della loro vita, dottoressa, capiscono... capiscono e cosa fanno? Le opere incompiute... In-con-piu-te! PerchË quelli non sono pi_ uomini... sono dentro il loro sogno... sono il loro sogno... e non ci sono margini, limiti... non cíË una fine... quelli sanno amare... E noi? Che facciamo intanto noi comuni mortali? Rassegnazione... Pazienza... Sperando... sperando che magari un giorno la scienza arriver‡ a capire.... la scienza..! non noi... e forse conosceremo ogni piccola funzione del nostro cervello, forse sapremo davvero di che cosa abbiamo bisogno, davvero! capiremo anche noi quello che cíË da capire e non dovremo pi_ assistere a scene pietose come quella di quei due coglioni laggi_ che si sbaciucchiano sbilenchi pensando che quello che provano sia líamore perchË la scienza allora finalmente avr‡ dimostrato che líamore non esiste se non nella negazione dellíessere umano! Ecco comíË! Eí un paradosso! Líamore non esiste se non fuori di noi! Nel sentirsi aria... terra... merda! (Sporgendosi in avanti con le braccia) Coglioni! - Coglioni!

Lunga pausa. Raffaele si siede e si asciuga il sudore.

RAFFAELE Ad un certo punto mi lascio un poí prendere e... perdo un poí il discorso principale...

Pausa.

LIDIA Professore...

Pausa.

RAFFAELE Eh...

LIDIA I due ragazzi... ci stanno guardando...

Raffaele guarda di fronte a sË.

RAFFAELE (Ripensandoci) Mi stanno guardando... perchË lei, dottoressa... lei Ë invisibile, se lo ricorda, si?

LIDIA Si, scusi... volevo dire... la stanno...

Pausa.

LIDIA Professore?

RAFFAELE Si.

LIDIA Lui... sta venendo verso di noi... di lei volevo dire...

Pausa. Raffaele smette di asciugarsi il sudore.

RAFFAELE Che fa? Ride?

LIDIA No...

Pausa.

RAFFAELE Vieni vieni... voglio vedere... voglio vedere se ha il coraggio di ridere... ne ho gi‡ fatto fuori uno cosÏ una volta...

LIDIA Per favore...

RAFFAELE Se ride, gli sparo...

LIDIA Si Ë fermato.

Pausa.

RAFFAELE Ah... torna indietro.

Pausa.

RAFFAELE (Con uno scatto) Basta. Che ore sono?

LIDIA (Guardando verso la chiesa) Le undici.

RAFFAELE (Insofferente) Non ce la faccio pi_! Ma che avr‡ da dire quello l‡ dentro?

LIDIA Professore, mi scusi... ma...

Pausa.

RAFFAELE Che cíË?

LIDIA PerchË siamo venuti qui?

Pausa.

RAFFAELE Dottoressa, come glielo devo dire? CosíË questo noi? Io sono venuto qui. Io! Lei mi segue!

LIDIA Si si. Scusi. PerchË lei Ë venuto qui oggi, professore?

RAFFAELE Come perchË... Ë il suo funerale, no...? Dovevo venirci.

Pausa.

LIDIA E perchË... se Ë il mio funerale... rimane qui fuori?

RAFFAELE Detesto le funzioni....

LIDIA PerchË io...

RAFFAELE Vuole vedere il suo funerale! Ho capito. Lo vogliono vedere tutti. Lo so. Non me lo chieda perÚ. PerchË io non mi sposto di qui.

Pausa.

LIDIA PerchË?

RAFFAELE PerchË no!

Pausa.

LIDIA Soltanto un minuto...

RAFFAELE Senta... Lo faccio per lei. Eí meglio restare qui. Mi creda. I miei momenti pi_ angoscianti li ho vissuti quando mi Ë venuta líidea folle di portare i miei fantasmi ai loro funerali e ho dovuto sopportare la loro depressione per giorni interi. Eí una brutta esperienza vedere il proprio funerale, mi creda!

LIDIA Ma io voglio solo...

RAFFAELE Non insista...

LIDIA Solo...

RAFFAELE Cosa vuole vedere? Cosa? Una sfilata di facce completamente assenti che si perdono tra domande tipo: ìDovíË andata finire? Non cíË pi_? Si scompare cosÏ? CosíË la morte? E quando morirÚ io? Come sar‡? Dove andrÚ?î PerchË a questo pensano. Cosa crede? Mica a lei. Glielo garantisco. Lasci stare...

Pausa.

LIDIA Devo vedere se cíË una persona.

Pausa. Raffaele la guarda.

RAFFAELE Che persona?

Pausa.

LIDIA Non glielo posso dire...

Pausa.

RAFFAELE Continua a non dirmi le cose... fa parlare me e...

LIDIA Che cosa non le ho detto?

RAFFAELE Che cosa...? Dottoressa! Per favore!

LIDIA Cosa?

RAFFAELE Lasciamo stare.

LIDIA No no, mi dica.

RAFFAELE Non insista.

LIDIA Per favore.

Pausa.

RAFFAELE Tanto non entriamo, Ë inutile che fa cosÏ...

LIDIA Va bene. Ma mi dica comunque cosa non le ho detto.

Pausa.

RAFFAELE Che fine ha fatto il mio ritratto?!

Pausa.

LIDIA Ma ancora con questa storia...

RAFFAELE E no! Lo vede? Non me lo vuole dire...

LIDIA Lei si Ë immaginto delle cose...

RAFFAELE Io mi sono immaginato... Senta, a tutti, a tutti i suoi pazienti il primo giorno che li ha incontrati gli ha fatto un ritratto! A me no! Anzi, me lo ha fatto, ma poi lo ha strappato! Vero?

LIDIA Non lo so. Non me lo ricordo...

RAFFAELE Non se lo ricorda... Líunico quaderno con la prima pagina strappata. DovíË?

LIDIA Non lo so.

RAFFAELE Líha buttata?

LIDIA No, io non butto mai nulla di quello che disegno.

RAFFAELE Se non líha buttato, allora dovíË?

LIDIA Non me lo ricordo.

RAFFAELE Le faceva schifo? Era venuto male?

LIDIA No...

RAFFAELE DovíË?

LIDIA Ma cosa gliene importa...?

RAFFAELE PerchË insomma... io capisco tutto... capisco che lei era una pittrice frustrata... che mentre i suoi pazienti le vomitavano addosso la loro intimit‡, lei intanto faceva i disegni sul quadernino. I suoi debiti, le sue droghe... insomma, tutto capisco. Capisco tutto! Ma mi spieghi perchË... perchË manca proprio il foglio del 25 Luglio 1999! Il giorno della mia prima seduta e del mio profilo! PerchË proprio quel!?...

LIDIA Ssh...

Dalla chiesa arriva un uomo con cappello, sciarpa, occhiali da sole. Raffaele smette improvvisamente di parlare e si mette a leggere il giornale. Líuomo con fare circospetto si avvicina a Raffaele. Eí Lorenzo Vacca.

LORENZO Professore?

RAFFAELE (Fingendo di vederlo adesso) Si?

LORENZO (Togliendosi gli occhiali) Sono il commissario Vacca. Non si giri.

RAFFAELE Si.

LORENZO Sono qui in incognito.

Pausa.

LORENZO Cosa sta facendo, professore?

Pausa.

RAFFAELE Eh... leggo...

LORENZO Mi scusi, non vorrei essere troppo... perÚ... siccome tutto sta diventando sempre pi_ strano e io... insomma, non so pi_ se mi immagino le cose o... ecco, mi sembrava che parlasse con qualcuno come se... ha presente quando vede quelli in mezzo alla strada col cellulare col microfono che gesticolano e sembrano dei pazzi?

RAFFAELE (Ridendo tranquillo) No... Stavo... stavo pensando alla lezione di domani... e tra me e me ripassavo un poí le cose...

LORENZO Ah, ecco. Quindi... non... ah, ecco...

Pausa.

LORENZO E come mai Ë rimasto qui fuori, professore?

RAFFAELE Ah, beh io... io sono ateo... si, insomma... sono venuto solo per una forma di... come si dice? rispetto per la dottoressa. Ma... la funzione, quella me la risparmio volentieri...

LORENZO Si, infatti anchíio non... non amo molto... e stavo andando via... si...

RAFFAELE Ho capito.

Pausa.

LORENZO Líha visto, professore?

Pausa.

RAFFAELE Chi?

LORENZO Castellani. Renato Castellani. Il pittore. Quello famoso.

RAFFAELE Ah, no. Non sapevo.

LORENZO Ma lo conosce?

RAFFAELE Si. Si. Certo.

LORENZO Pittore. Famoso.

Pausa.

LORENZO Che ci fa qui, secondo lei, Renato Castellani?

RAFFAELE Non lo so, forse... (Guarda Lidia) conosceva la dottoressa.

Pausa.

LORENZO Gi‡.

Pausa.

LORENZO Lo sa lei che la dottoressa in realt‡... non era una dottoressa?

Pausa.

RAFFAELE No? E... cosíera?

Pausa.

LORENZO Una pittrice.

RAFFAELE Davvero?

LORENZO Si.

Pausa.

LORENZO Che effetto le fa?

RAFFAELE Non... non lo so. Eí una notizia talmente...

Pausa.

LORENZO Lei ha dato fiducia per anni a una pittrice che fingeva di essere una psicoterapeuta, professore! Eí agghiacciante, no?

RAFFAELE Si...

LORENZO Non si sente male?

Pausa.

RAFFAELE Si...

LORENZO Non mi sembra convinto.

RAFFAELE Si si.

LORENZO PerchË Ë imbarazzante essere cosÏ ingenui! Non trova? Eí cosÏ facile allora credere alle persone? CíË da stare veramente male....

RAFFAELE Beh...

LORENZO PerchË io al suo posto, sinceramente, professore, io...

Pausa.

LORENZO Io impazzirei!

Pausa.

LORENZO Mi scusi. Devo andare. Sta arrivando gente. Comunque professore... io non mi rassegno, eh? Non la lascio a nessun altro questíindagine. No. Devo andare avanti cosÏ, anche se mi fanno pressioni dallíalto. Dicono che voglio oscurare le indagini. Solo perchË mi rifiuto di collaborare con gli altri. Io voglio indagare da solo. Che cíË di male?! Non voglio indagare solo per avere qualcosa di piccante da raccontare ai giornalisti! Un poí di rispetto. E insomma! Voglio decidere io. Eí una faccenda... mia. E sono pronto a tutto. Anche... anche a perdere il mio posto. Si. PerchË io ho gi‡ capito come andr‡ a finire. Ma non mi arrendo. AndrÚ fino in fondo. Io! Comunque.

Pausa.

LORENZO Arrivederci.

RAFFAELE Arrivederci.

Lorenzo si allontana. Raffaele e Lidia si guardano e commentano con uno sguardo. Dalla chiesa si avvicina Iole.

IOLE Buongiorno.

RAFFAELE (Vedendo Iole, sorpreso) Ah, buongiorno... Come va?

Pausa.

IOLE Ha due minuti per me, professore?

Pausa.

RAFFAELE Due minuti...? Si...

Pausa.

IOLE Devo dirle una cosa e poi vado via subito...

RAFFAELE Mi dica...

Iole si accende la sigaretta. Le tremano le mani. Guarda Raffaele. Silenzio.

IOLE (La voce Ë rotta da uníemozione costante) Professore, io... io sono disperata. Non so pi_ cosa fare della mia vita. Mi sta cadendo il mondo addosso. Credo di aver sbagliato tutto. Ma sento il bisogno di parlare con lei e dirglielo. Devo chiederle scusa. Sono una vigliacca. Una bugiarda. Voglio che lei lo sappia.

Iole respira profondamente, poi riprende.

IOLE Forse questo Ë uno dei giorni pi_ brutti della mia vita e forse solo per questo io ora le sto parlando. Ho 22 anni, e non 26 come le ho detto. Non sono mai andata a lezione di canto. Non faccio la cantante. Odio i cantanti! Per vivere lavoro come cameriera in pub di notte. Studio per fare líattrice e forse sto solo perdendo il mio tempo. Anchíio ero una paziente della dottoressa ma non ho avuto mai il coraggio di dirglielo perchË me ne vergognavo. Se lei ogni volta che andava al bar mi trovava lÏ era perchË io mi ci facevo trovare, perchË volevo vederla, parlare con lei. Solo per questo. Ovunque fossi, partivo per venire a quel bar e parlare con lei. Io sono pazza di lei. La amo. Ho sempre il desiderio irresistibile di baciarla, di abbracciarla, di fare líamore con lei e coccolarla per ore tra le mie braccia. Da mesi aspetto solo che arrivi la notte per addormentarmi e sognarla. PerchË io la sogno sempre... in quel bar... sempre in quel bar... a parlare io e lei.... ore interminabili... sogno i suoi sorrisi, il suo modo di girare gli occhi... il suo modo di bere... quelle leggere pacche sulla spalla... come di un padre, affettuoso ma gelido... Ma non mi basta sognarla. Io.. io ho bisogno di vederla. E ora che non cíË pi_ la dottoressa non so pi_ dove poterla incontrare. Dove parlare con lei. Per guardarla posso venire allíuniversit‡, come gi‡ faccio dal primo giorno che lího incontrata, ma lÏ Ë impossibile parlarle. Non sono neanche riuscita a farmi vedere lÏ, o forse non volevo. Non lo so. Fatto sta che io lÏ non riesco a farmi avanti. Eí tutto troppo difficile, troppa gente, Ë... allora stavo pensando se lei tante volte avesse voglia di vedermi. Forse lo vuole, mi sono detta. Allora se lei vuole incontrarmi me lo dica, me lo faccia capire in qualche modo, perchË...

Vede qualcuno o qualcosa che la distrae. Si blocca.

IOLE PerchË...

Estrae un foglio da una tasca.

IOLE (Leggendo il foglio) ... me lo faccia capire in qualche modo, perchË io ho assoluta necessit‡ di saperlo. Quello che io le sto dicendo in realt‡ Ë un foglio scritto che ho imparato... (Alza la testa come per chiedere scusa) Va bene. Questo lo salto. (Leggendo) Forse dopo queste parole non ci vedremo pi_, ma non mi importa. PerchË per me Ë importante averglielo detto. Grazie per avermi ascoltato... vorrei poter avere cura di lei, scaldare il ghiaccio che ho letto nei suoi sguardi, perchË penso che lei dentro di sË abbia un mondo straordinario, lo voglio conoscere, voglio passare il tempo della mia vita con lei, vorrei che sapesse tutto questo. (Alzando la testa) Grazie.

Guarda nella direzione di prima. Pausa.

IOLE Mi scusi...

Pausa.

RAFFAELE Veramente...

Pausa.

IOLE Lo so. Capisco... forse lei ora Ë un poí sorpreso... immagino... non dica niente... scusi...

Iole esce fuggendo. Raffaele rimane impietrito a guardarla. Emma entra guardando nella direzione da cui Ë uscita Iole. Supera Raffaele guardandolo distrattamente. Poi si ferma. Si gira. Lo guarda con attenzione. Torna indietro.

Lidia piange.

RAFFAELE (Guardando Emma) Si?

EMMA Mi scusi... mi sembrava di...

RAFFAELE Ci conosciamo?

EMMA No... non credo, perÚ...

RAFFAELE Infatti neanchíio credo di...

Pausa.

EMMA Mi scusi...

Emma entra in chiesa. Lidia continua a piangere.

RAFFAELE PerchË piange? Che Ë successo? Dottoressa... quella... Ha detto solo che aveva pensato di pi_ a me che a lei, perchË... perchË dice Ë innamorata... dottoressa, quella ragazza ha detto di essere innamorata di me...? Era questo che voleva dire? Si... PerchË... ha visto come lo ha detto? Strano, no? Ha detto ìio la amo. Sono pazza di leiî. Ecco, questa... si, insomma non me líaspettavo... non me ne ero mai accorto... mi ha chiesto se volevo rivederla... (Ridacchia) Strano Io... beh... Dottoressa...?

Pausa

RAFFAELE Come sta dottoressa?

LIDIA Eí venuta.

Pausa.

RAFFAELE Chi?

LIDIA Eí venuta... Alla fine Ë venuta.

Pausa.

RAFFAELE Di chi sta parlando?

Pausa.

LIDIA Di lei.

RAFFAELE Di quella ragazza che prima ha detto...

LIDIA Dellíaltra. Lei. Questa che Ë appena entrata...

RAFFAELE Ah. Quella che mi guardava... PerchË mi guardava cosÏ? Chi Ë...?

Pausa.

LIDIA Lei... Ë quella che ha il suo ritratto, professore...

Pausa.

RAFFAELE LEI?

LIDIA Si.

RAFFAELE E... perchË lei... chi Ë lei?

Pausa. Lidia guarda Raffaele.

LIDIA Come dice?

RAFFAELE Chi Ë quella ragazza?!

Pausa.

LIDIA Promette che non lo dir‡ a nessuno?

Pausa.

RAFFAELE Prometto.

Buio.

SCENA QUINTA

Studio della dottoressa Maroni.

Lidia Maroni Ë seduta dietro una scrivania e disegna su un quaderno.

Raffaele Minghetti Ë seduto al centro della stanza, di profilo rispetto alla dottoressa.

Silenzio.

LIDIA Ho capito che mi deve parlare di una cosa delicata, professore... ma... sar‡ qualche minuto che non dice pi_ niente...

Pausa.

LIDIA Líultima cosa che ha detto Ë stata... ìmio padreî...

Pausa.

LIDIA Pensa che non sia pi_ tanto importante dirmi questa cosa?

Pausa.

RAFFAELE Le assicuro che quello che le devo dire, dottoressa, non Ë importante, Ë molto di pi_... Ë... Ë un passo che mai avrei pensato di fare e non ho ancora capito perchË lo sto facendo...

Pausa.

LIDIA E allora?.. PerchË si Ë fermato?

Pausa.

RAFFAELE (Sorridendo) Praticamente... ho cominciato a pensare a tutta uníaltra cosa, dottoressa.

Pausa.

LIDIA Uníaltra cosa?

RAFFAELE Completamente.

LIDIA ComíË possibile?

Pausa.

RAFFAELE Ci avevo pensato anche prima... appena ero entrato... poi perÚ líavevo accantonata perchË mi era sembrato díaverla capita...

Pausa.

RAFFAELE Questo non vuol dire che mi sia dimenticato quello che le devo dire, eh, anzi... perÚ adesso non riesco ad andare avanti, finchË non...

Pausa.

LIDIA Dica dica...

Pausa.

RAFFAELE (Scandendo) Ma lei, dottoressa... prima... mi ha detto che non devo guardarla... sempre... oppure soltanto quando parlo...?

Pausa.

LIDIA Se le ho detto che non deve guardarmi...

RAFFAELE Ah, sempre, quindi...

LIDIA Si.

Pausa.

RAFFAELE Allora era giusto il dubbio... vede?...

Pausa.

LIDIA PerchË?

RAFFAELE PerchË io prima... sa, arrivando qui ho notato il palazzo. Costruzioni recenti. Al massimo quindici anni. Le mura non sono molto spesse. La sua stanza Ë larga circa quindici metri quadrati, sufficientemente vuota per produrre una risonanza particolarmente alta della voce. Poi ho capito che dietro la parete che Ë alle sue spalle ci dovrebbero vivere persone anziane. Arrivando sul pianerottolo ho notato un sacco dellíimmondizia aperto e ho intravisto una serie di medicine per cardiopatici... Sono le tre e mezza del pomeriggio. Ho pensato, di l‡ sicuramente stanno facendo un riposino. Se io invece indirizzo la voce qui verso la finestra, ho pensato, il disturbo che posso arrecare Ë sicuramente minore... questo mi sono detto... perÚ se lei adesso mi dice che anche quando sto zitto non mi posso girare... allora il motivo per cui io sono qui in mezzo alla stanza di profilo a guardare immobile non so cosa non era quello, giusto...?

Lunga pausa.

LIDIA Giusto.

RAFFAELE Ecco.

Pausa.

LIDIA Professore... io... mi rendo conto che questo Ë il nostro primo incontro... Ë giusto... perÚ... mi sembra opportuno chiarirle subito, professore, una cosa.

RAFFAELE Mi dica.

Pausa.

LIDIA Vede... la mia prima regola... per me líunica cosa veramente imprescindibile... e che io personalmente metto come condizione, líunica, per avviare una terapia... Ë la fiducia, professore...

RAFFAELE Certo. Mi sembra...

LIDIA (In un crescendo) La seconda regola invece, mi segua bene e non míinterrompa... Ë che la sua fiducia, la sua nei miei confronti... io non mi prendo assolutamente la briga di conquistarmela, professore, deve essere data a priori! E io.. anzi... sono proprio io la prima a dirle... se non ha questa fiducia... di alzarsi... si, di alzarsi adesso e andarsene... in questo istante!

RAFFAELE (Incredulo) Dottoressa, ma io volevo soltanto sapere...

LIDIA A cosa servono domande di questo tipo?

RAFFAELE Che tipo...?

LIDIA Vuole sapere perchË Ë lÏ in mezzo alla stanza e non puÚ guardarmi? Va bene. Glielo dico.

RAFFAELE Ma io non volevo assolutamente...

LIDIA Non cíË problema. Non Ë questo il punto...

RAFFAELE (Alzando la voce) Dottoressa! La prego. Lei non mi ha capito. Che cíentra la fiducia? Cosa vuole che me ne freghi del perchË io sono qui in mezzo alla stanza. Eí solo una curiosit‡ a cui mi Ë molto difficile rinunciare! Nientíaltro!

LIDIA Lei crede di poter venire qui a chiedermi secondo quale metodo io la metto... perchË... senta, professore...

RAFFAELE Non Ë cosÏ!

LIDIA Ha letto il mio curriculum, l‡ fuori?

RAFFAELE Ma si! Certo! Il punto Ë un altro, dottoressa.

LIDIA Lo sa con chi sta parlando?

RAFFAELE Come no... certo... Il punto perÚ Ë un altro, dottoressa. Il punto Ë che... mentre io le sto dicendo una cosa estremamente importante mi perdo improvvisamente a pensare a uníaltra cosa minuscola, inutile, senza ragione di esistere...!

Pausa.

RAFFAELE Capisce? Questo Ë il punto!

Pausa.

RAFFAELE PerchË io in realt‡... dentro di me... vorrei dirle... líaltra cosa.

Pausa.

RAFFAELE La prima...

Pausa.

LIDIA Io mi sento comunque in dovere di farle presente...

RAFFAELE Si, lo so. Tutta colpa mia. Si. Accetto tutte le sue regole. Adesso perÚ mi faccia parlare per favore....

LIDIA Sono io professore che decido chi parla e quando parla!

RAFFAELE Va bene. Posso parlare, dottoressa?

Pausa.

LIDIA Forza.

Pausa.

RAFFAELE Grazie. Allora...

Pausa.

RAFFAELE Mio padre... mio padre era un eminente professore di matematica...

Pausa.

RAFFAELE Eí... Ë morto quando io avevo circa sette anni... in circostanze misteriose... tutti hanno sempre detto suicida... io... io non cího mai creduto... perchË... io lo so che non si Ë ucciso... me lo ha detto lui...

LIDIA Glielo ha detto lui?

RAFFAELE Si. Ho avuto la possibilit‡ di parlarci... diverse volte... dopo che era morto... Lui Ë stato il primo...

Pausa.

LIDIA Per quanto tempo ha avuto questa apparizione?

RAFFAELE Un paio díanni.

Pausa.

RAFFAELE Poi Ë subentrata... zia Gertrude, il commercialista, la studentessa, tanti... quasi una trentina a tuttíoggi. Uno per volta. Anche adesso ce níË uno. Un cameriere. (Si gira a guardare in un punto preciso) Ma loro, dottoressa, li capisco. Capisco perchË stanno lÏ a rompermi le palle, dopo quello che gli ho fatto. Ma mio padre, no. Non líavevo mica ucciso io...

Pausa.

LIDIA (Ridendo) Beh, neanche gli altri, spero...

Pausa.

RAFFAELE Gli altri? Questo Ë il punto, infatti...

Suona la sveglia di un orologio. Lidia con molta calma, la spegne con il telecomnado, poi chiude il quaderno. Raffaele non riesce ad andare avanti..

LIDIA Il nostro primo incontro Ë finito.

Pausa.

RAFFAELE (Confuso) Un momento un momento... io le stavo finendo di dire...

LIDIA Continueremo la prossima volta, professore...

RAFFAELE Ma le stavo dicendo una cosa estremamente importante...

LIDIA Questa Ë la quarta regola. Rispetto assoluto per gli orari.

RAFFAELE Ma lei sta esagerando... quando io finisco le lezioni allíuniversit‡...

LIDIA Questa non Ë líuniversit‡, professore...

RAFFAELE Eí un problema di... momento giusto... io in questo momento mi sentirei di dirglielo... con calma...io... si risieda solo un minuto...

LIDIA Fa parte del suo lavoro di paziente riuscire a concentrare quello che deve dire nel tempo stabilito. Eí una regola molto importante, professore. Bene, allora ci vediamo venerdÏ prossimo alla stessa ora.

Lidia si alza e lo raggiunge. Raffaele si alza.

LIDIA Sono sicura che molto presto capir‡ quanto sia giusto sapere che esiste una fine. Eí importante adattarsi, professore. Arrivederci.

Pausa.

RAFFAELE (Insoddisfatto) Arrivederci.

Raffaele sta per uscire.

LIDIA Ah, senta... uscendo, per favore, potrebbe richiudere da sË la porta díingresso... la mia segretaria Ë gi‡ uscita.

Pausa.

RAFFAELE Va bene.

LIDIA Grazie.

Raffaele esce. Lidia torna verso il quaderno su cui stava disegnando durante la conversazione e si mette a completare il disegno.

Silenzio.

Bussano timidamente alla porta.

LIDIA Chi Ë?

Dalla porta socchiusa entra Emma.

EMMA Buongiorno...

Pausa.

LIDIA Si?

EMMA Non Ë lo studio Maroni?

LIDIA Si.

EMMA Avevo un appuntamento alle quattro. Sono un poí in anticipo e...

LIDIA Ah, lei Ë... la nuova... la signorina...

EMMA Iovine...

LIDIA Ah, Iovine. Certo. Si, ma... comíË entrata?

EMMA Ho incontrato il signore che usciva e... sono passata... pensavo ci fosse una sala díaspetto.

LIDIA No, mi dispiace, ma la sala díaspetto non cíË. Pensavo che la mia segretaria le avesse detto... non si puÚ salire prima dellíorario stabilito.

Pausa.

EMMA Ah, non lo sapevo. Mi scusi.

LIDIA Non si preoccupi. Anzi... mi dispiace mandarla via adesso... ma stavo lavorando...

EMMA Certo certo. FarÚ una passeggiata... Arrivederci.

LIDIA Arrivederci.

Emma si avvia.

LIDIA Signorina...

EMMA Si?

Pausa.

LIDIA No... stavo pensando... visto che lei... Ë líultima... potremmo anche fare subito... perchË, si insomma... stavo pensando che... cosÏ poi torno a casa prima... si... Se vogliamo anticipare...

Pausa.

EMMA Come vuole. Per me... Ë lo stesso.

Pausa.

LIDIA Síaccomodi. Prego.

EMMA Grazie.

Pausa.

EMMA (Indicando la sedia al centro della stanza) Qui?

LIDIA Si.

Emma si siede. Anche Lidia raggiunge la scrivania, prende un nuovo quaderno e si siede.

LIDIA Lei conoscer‡ il mio curriculum dai fogli che sono allíingresso, immagino...

EMMA Si, ho letto qualcosa...

LIDIA Quindi sa pi_ o meno che cosa ho fatto. Bene. CosÏ evitiamo minuti preziosi.

Pausa.

LIDIA Se invece lei vuole raccontarmi... chi Ë, come ha avuto il mio indirizzo, quali crede che siano i problemi che líhanno condotta da me... Cerchi di guardare verso la finestra... ecco, questo Ë il primo incontro e... dovremmo cercare di restare immobili in questa posizione. Dalla prossima useremo il lettino...

Pausa.

EMMA CosÏ?

LIDIA Si.

Pausa.

LIDIA Prego.

Pausa.

EMMA Io... io mi chiamo Emma Iovine. Ho ventiquattro anni. Studio... allíuniversit‡... per mantenermi faccio quello che posso... cameriera, o commessa... dipende... ma la mia passione Ë la pittura... Ë dipingendo che passo la maggior parte del tempo... e poi... si, ho avuto il suo indirizzo... tramite... un amico di un amico... non mi ricordo ora come si chiama...

Pausa.

LIDIA Che genere di pittura?

EMMA Come?

LIDIA Ha detto che ha una passione per la pittura. Che genere?

EMMA Figurativa...

Pausa.

LIDIA Vada avanti.

Pausa.

EMMA Si. E... riguardo al motivo per cui sono qui... non Ë molto facile spiegarglielo. Io... Dunque...

Pausa.

LIDIA Cominci col dirmi... non so... motivi familiari...?

EMMA Si.

Pausa.

EMMA Eí un poí difficile per me capire come dirle...

Pausa.

LIDIA Vuole dirmi qualcosa... della sua famiglia?

Pausa.

EMMA Si.

Pausa.

EMMA La mia famiglia... Ë una famiglia... un poí conosciuta... per dire la verit‡ il mio vero nome non Ë Iovine... Ë... non so se... devo dirglielo?... perchË io preferirei... se magari potessi dirglielo pi_ in l‡... quando...

LIDIA Non cíË problema...

EMMA Grazie...

Pausa.

EMMA E... mia madre... mia madre Ë una professionista realizzata, molto intraprendente... non saprei cosa poter dire di male di lei... perÚ... non la amo... e non so perchË... non lího mai capito... mio padre... Ë una presenza molto difficile per me... lo amo e lo odio... fondamentalmente lo odio... ma... ho una sorta di tenerezza per lui... comunque non lo vedo quasi mai... mio padre Ë uníartista... ha altro a cui pensare nella sua vita... io sono andata via di casa a diciotto anni... e... insomma... ho sempre sentito che mi mancava qualcosa...

Pausa.

LIDIA Le mancava qualcosa... in che senso?

Pausa.

EMMA Non lo sapevo neanchíio...

Pausa.

EMMA Fino a un mese fa.

Pausa.

LIDIA Eí... Ë successo qualcosa di particolare un mese fa...?

Pausa.

EMMA Si.

Pausa.

EMMA Un mese fa... mio padre mi ha invitato a cena fuori in uno di quei suoi ristoranti molto chic al centro... e mi ha detto. ìTra un mese compi ventiquattro anni. Io non ancora non riesco a farmi amare. Penso che sia giunto il momento di dirti una cosa.î

Pausa.

EMMA Da quel giorno non faccio che pensare a quello che lui mi ha detto. E nella mia vita Ë nata improvvisamente una nuova luce.

Pausa.

LIDIA PuÚ dirmi che cosa le ha detto suo padre?

Pausa.

EMMA Si.

Pausa.

EMMA Ha detto : ìLa tua vera madre non Ë quella signora che conosci da quando sei nata, perchË quando tu sei venuta al mondo, io lei non sapevo ancora chi fosse... Tua madre Ë una donna che io ho conosciuto tanti anni fa... in una galleria díarte... era una ragazza... molto particolare... faceva uso di varie droghe... e non si capiva bene di cosa vivesse... si dilettava díarte, diceva lei... abbiamo avuto una breve storia... di quelle che pensi non la incontrerÚ pi_... alcuni mesi dopo invece si Ë ripresentata incinta di nove mesi e mi ha detto: abbiamo un bambino.

Pausa.

EMMA Quel bambino sei tu, Emma. Tu sei il pi_ grande sopruso che io abbia fatto in tutta la mia vita. Il primo gesto díamore che abbia fatto nei tuoi confronti. Il primo di tanti. Io non ho voluto lasciarti a lei. Ti ho portato via usando qualunque mezzo... ho fatto qualunque cosa per avere líaffidamento... lei allora conduceva una vita assurda! Ho fatto in modo che non ti vedesse mai. Per pi_ di cinque anni. FinchË alla fine Ë scomparsa. Lího fatto per te! Siccome vedo che fai qualunque cosa per allontanarti da me, voglio prima che tu sappia questa cosa. PerchË questa Ë la mia pi_ grande colpa che ho verso di te. Ma Ë anche líunica. Eí vero. Eí giusto che tu la conosca. Eí tua madre. Se la vuoi incontrare... ho fatto delle ricerche... questo Ë líindirizzo.

Pausa.

EMMA Via degli Asparagi, 24. Interno 9.

Pausa.

EMMA Citofono Lidia Maroni.

Pausa.

EMMA Sappi... che anche se ti ha generato lei... quella non Ë tua madre...

Lunga pausa.

EMMA Fine.

Pausa.

EMMA Stavi disegnando...?

Pausa.

EMMA Lo so che stai disegnando.

Pausa.

LIDIA Signorina Iovine...

EMMA Castellani!

Pausa.

EMMA Il mio vero cognome... Ë Castellani.

Pausa.

EMMA Il fatto che tu non mi abbia mai cercato deve farmi pensare che non avevi nessuna voglia di vedermi?

Pausa.

EMMA Oppure avevi... solo paura?

Pausa.

EMMA Anchíio ne ho avuta... poi ho pensato che...

Pausa. Emma si gira.

LIDIA Si giri!

Pausa. Emma ri rigira.

EMMA Sono dieci giorni che ti seguo. So tutto di te. So di che vivi, so i tuoi problemi...

LIDIA Io non ho figli, signorina...

Pausa.

EMMA Ti trovo fantastica.

Pausa.

EMMA Solo a guardarti, mi sono innamorata di te...

Pausa.

EMMA Pap‡ lo odio. Mamma... mamma, insomma quella lÏ... lo sentivo che cíera qualcosa che non andava... non cíË mai stato un gran rapporto... te, mamma... ti trovo come posso dire...?

Pausa.

LIDIA Io... non sono la persona che lei sta cercando.

Emma improvvisamente si alza e va verso Lidia cercando di toccarla.

EMMA Di cosa hai paura? Sei incazzata con pap‡? Io non do ragione a pap‡...

LIDIA Cerchi di calmarsi, signorina...

EMMA Ho visto cosa fai... tu ritrai i tuoi pazienti... Ë uníidea fantastica.

LIDIA Cosa faccio io?

EMMA Posso vedere come disegni?

LIDIA Ma come si permette?

EMMA Ma che fai? Ti vergogni? Mamma, io sono fiera di te!

Emma prende un quaderno.

LIDIA Stia ferma!

EMMA (Leggendo) Raffaele Minghetti.

Lo apre.

EMMA Me lo dai? Tieni. Ti dÚ questo.

Da una tasca tira fuori un foglio e lo porge a Lidia. Dal quaderno taglia accuratamente il ritratto di Raffaele.

LIDIA Che cosa fa?

EMMA Questo te lího fatto líaltro ieri. Quando sei stata circa uníora sulla panchina in villa a guardare il vuoto.

Lidia guarda il foglio che le ha dato Emma.

EMMA Che ti sembra? Non pensi che nel tratto ci sia qualcosa in comune...?

Pausa.

EMMA Mamma...

Pausa.

EMMA (Seria) Io sono come te.

Buio.

SCENA SESTA

Mattina.

Appartamento di Raffaele Minghetti.

Un ampio soggiorno con la porta díingresso sul fondo. Su un lato una finestra.

Una valigia aperta. Indumenti e oggetti sparsi.

Entra velocemente Raffaele. Dietro di lui, altrettanto velocemente, Lidia.

Lidia indossa la vestaglia di sempre e non ha le braccia.

Raffaele indossa un paio di pantaloni corti, una t-shirt, e in mano tiene una barchetta in miniatura. Al collo ha appeso un binocolo.

Raffaele va alla finestra e guarda fuori. Lidia si ferma in mezzo alla stanza.

LIDIA Professore?

Pausa. Raffaele guarda Lidia senza rispondere. Poi comincia a mettere delle cose nella valigia.

LIDIA Che cosa sta succedendo?

RAFFAELE Sto partendo, dottoressa!

LIDIA Si, lo so che sta partendo...

RAFFAELE Allora, se lo sa... cosa mi domanda?

Pausa.

LIDIA PerchË mi ha detto di non sopportare líacqua e adesso se ne sta in pantaloncini corti e con una barchetta per bambini in mano...?

RAFFAELE Questa non Ë una barchetta per bambini... lího costruita io a tre anni per quando facevo il bagno nella vasca ma non lího mai provata al mare... Ë elettrica e telecomandata... una mia invenzione...

LIDIA Si si, va bene, ma perchË ha deciso improvvisamente di partire per il mare?

RAFFAELE PerchË da un poí mi Ë presa una voglia irrefrenabile di fare tutto il contrario di quello che ho fatto finora...

Pausa.

LIDIA Davvero? A me sembra solo che penda dalle labbra di qualcuno come un povero disperato!

RAFFAELE (Sospirando) Certo...

Pausa.

LIDIA Cosa?

RAFFAELE Si Ë innamorata di me, no...?

LIDIA Chi?

RAFFAELE Lei!

LIDIA Io?

RAFFAELE Si, non sto dicendo che sia effettivamente cosÏ, eh... perÚ, dal momento che il vostro compito Ë torturarmi... no? e lei Ë una donna... quale modo migliore di quello di essere gelosa...

LIDIA Gelosa...?

RAFFAELE Si.

LIDIA Non Ë vero.

RAFFAELE Lei non puÚ capire non puÚ capire...

LIDIA Lei crede?

RAFFAELE Io ho bisogno di una vita tranquilla.

LIDIA Lei una vita tranquilla?

RAFFAELE Si. Mi sento diverso. Uníaltra persona! Lo vuole capire? E lei continua a trattarmi ancora come se...

LIDIA Lei Ë un serial killer, professore...

RAFFAELE Ero! Ero, dottoressa!

Pausa.

RAFFAELE Sono cambiato.

Pausa.

LIDIA Non vuole pi_ uccidere nessuno?

RAFFAELE No.

Pausa.

LIDIA PerchË ora non sta pensando di uccidere qualcuno?

Pausa.

RAFFAELE Che cosa sta...?

LIDIA Mi sbaglio?

Pausa.

RAFFAELE Ora... ora Ë diverso.

Pausa.

LIDIA Oh... Ë diverso... e che cíË di diverso?

Pausa.

RAFFAELE Ora ho un motivo.

Pausa.

LIDIA Un motivo...

RAFFAELE Se la mia condanna sar‡ sempre portarmi dietro una persona... per tutta la vita, dottoressa... perchË non credo che questo cambier‡... Ë giusto che io la scelga questa persona! O no?

Pausa.

LIDIA Quindi... sta per farmi fuori?

Raffaele va alla finestra e guarda fuori.

RAFFAELE Non Ë che la faccio fuori...

LIDIA Vuole uccidere qualcuno per sostituirmi, diciamo...

Pausa.

RAFFAELE Solo per questo. Lo giuro!

LIDIA PerchË ha paura che le rovini la vacanza!? Per vivere pi_ tranquillamente il suo fantastico idillio con quella ragazzina?

Pausa.

LIDIA Si. Sono gelosa. Irritata pi_ che altro. Devo vergognarmene?

Pausa.

RAFFAELE Lui non sarebbe sbagliato...

Pausa.

LIDIA Lui... lui chi?

Pausa.

RAFFAELE Lui! Chi sto guardando secondo lei?

Pausa.

LIDIA Sta scherzando?

RAFFAELE Ci penso da giorni... anche a me sembrava assurdo, perÚ alla fine mi dico... perchË no? In fondo... cosÏ... macerato dai pensieri... depresso... magari va anche a finire in prigione... forse invece... se lo uccido non faccio qualcosa di cosÏ sbagliato...

LIDIA Ma Ë come... Ë come consegnarsi alla polizia...

RAFFAELE No... no... si, ci conosciamo, questo si... perÚ... se lui fa una vita cosÏ... buttato su un marciapiede... e... allíimprovviso scompare... non Ë detto che si pensi per forza ad un omicidio...

Pausa.

RAFFAELE Lo porto su... gli offro qualcosa...

LIDIA Io farÚ di tutto perchË lei finisca in prigione, professore.

RAFFAELE (Girandosi, con un sorriso cattivo Debole speranza, dottoressa...

LIDIA Lei crede?

RAFFAELE Nessuno pensa mai a me... non so perchË, ma nessuno pensa mai a me...

LIDIA Io non sono mai stata una che si arrende cosÏ facilmente.

Raffaele sorride, poi torna a guardare fuori.

LIDIA Si ricorda ieri, professore... quando mia figlia si Ë avvicinata e le ha chiesto dovíera via Marelli...?

Pausa.

RAFFAELE (Annuendo, distratto) Mmh...

LIDIA Lo sa che era tutta una scusa per avvicinarsi? E che mia figlia la sta seguendo da un poí di tempo?

RAFFAELE Ah si?

LIDIA Si.

Pausa.

RAFFAELE E allora?

LIDIA Niente... Ë che ieri... si ricorda che lei come al solito non sapeva dovíera questa via e io glielího suggerita...?

RAFFAELE Si...

LIDIA Lei ha detto esattamente quello che le ho detto io...

RAFFAELE Si...

Si sente la chiave nella toppa della serratura della porta díingresso. Raffaele guarda verso líingresso sorpreso.

RAFFAELE Chi Ë?

La porta si apre. Appare Iole.

IOLE Sorpresa...

RAFFAELE (A Iole) Iole...

IOLE Ciao.

RAFFAELE Che fai qui?

Iole chiude la porta e bacia Raffaele.

IOLE Ero stufa díaspettare a casa. Ho preso un taxi e tího raggiunto.

RAFFAELE Ma scusa, entri cosÏ... senza suonare...

IOLE Avevo la chiave...

RAFFAELE Si, perÚ... potevi suonare, lo sapevi che stavo in casa...

IOLE Ormai sono abituata ad usare la tua chiave... non ci ho proprio pensato... scusa...

Pausa.

IOLE Ho disturbato...?

RAFFAELE No, perÚ... adesso... accidenti... non... non posso...

Pausa.

LIDIA Che cíË?

Pausa.

RAFFAELE Avevo preso un appuntamento...

IOLE Un appuntamento? Dove?

RAFFAELE Qui. A casa.

IOLE Adesso?

RAFFAELE Si. Uníoretta. Sta arrivando un mio allievo per una laurea... Avevo messo nel conto che poi avrei fatto in tempo tranquillamente per venire a prenderti...

IOLE Ah.

Pausa.

IOLE E... devo andare via...?

Pausa.

RAFFAELE Beh... forse Ë meglio che... si, che tu mi aspetti a casa.

Pausa.

IOLE Che succede?

RAFFAELE Niente...

IOLE Stai bene?

RAFFAELE Si si...

IOLE Non vuoi pi_ partire?

RAFFAELE Si. Si. Certo che voglio partire. Scherzi? Sono contentissimo di partire...

Pausa.

IOLE E perchË devo andare via?

Pausa.

RAFFAELE Ieri sera ti ho trovata fantastica...

IOLE Si, ma...

RAFFAELE Anche se cíera poca gente... cíera una partecipazione incredibile... erano tutti lÏ inchiodati. Sei grande!

IOLE Grazie, ma io...

RAFFAELE Non mi devi ringraziare. Eí quello che penso...

Iole improvvisamente abbraccia Raffaele.

IOLE Amore...

RAFFAELE Si...

Pausa.

IOLE PerchË me ne devo andare?

Pausa.

RAFFAELE Sta arrivando un mazzo di fiori a casa tua... e... mi piacerebbe che tu lo vedessi...

Pausa.

IOLE Un mazzo di fiori...? A casa mia?

RAFFAELE Si.

Pausa.

IOLE E... perchË mi hai regalato dei fiori prima di partire...?

RAFFAELE PerchË volevo... che fossero nella tua casa per tutto il tempo che staremo fuori...

Pausa.

RAFFAELE Non vorrai mica partire per un mese senza aver visto i fiori che ti ho regalato?

IOLE Ma davvero mi hai regalato dei fiori?

RAFFAELE Certo. Cosa credi? Che scherzo?

Pausa.

IOLE Allora vieni con me. E da lÏ andiamo direttamente allíaereoporto.

RAFFAELE Non posso. Devo ancora fare un sacco di cose.

Pausa. Raffaele scioglie líabbraccio.

RAFFAELE Ci vediamo tra un poí?

Pausa.

IOLE Va bene.

Pausa.

RAFFAELE Scusami, ma adesso...

IOLE Va bene va bene...

Pausa.

IOLE Ti aspetto a casa.

RAFFAELE Si.

Pausa.

RAFFAELE Ciao...

IOLE Ciao.

Iole esce.

LIDIA Non le ha creduto neanche un poí! Cosa sta facendo?

Raffaele prende il telefono, apre le pagine gialle, compone rapidamente un numero telefonico.

RAFFAELE (Al telefono) Pronto? Buongiorno... senta... avrei bisogno urgentemente di un bellissimo mazzo di fiori... ma veramente urgente... questione di vita o di morte... si, un litigio con la mia fidanzata... di quelle un poí... si, esatto... se si suicidasse, non mi sorprenderei... grazie... si... i fiori li scelga lei. Mi fido. Líimportante Ë che sia bello grande. Va bene. Va benissimo. Líindirizzo Ë Via dei Fraschetti 15. Farina. Si grazie, Io sto venendo a pagare subito. Si si. Ma lei intanto mandi i fiori. La prego. Io sono Raffaele Minghetti. Si, Minghetti. Si grazie. Arrivederci.

Attacca il telefono. Si guarda intorno cercando di capire cosa deve fare.

LIDIA Non vorr‡ mica credere che arrivino prima i fiori di lei...

RAFFAELE Stia zitta!

Raffaele va ad un mobile. Da una tasca tira fuori una chiave. Apre un cassetto. Estrae una pistola. Mette la pistola in una tasca e va alla finestra, guarda fuori, sorride e chiude le imposte. Indossa una giacca e spegne la luce.

LIDIA Professore...

Raffaele fa per uscire. Lidia lo precede velocemente.

LIDIA Professore, la prego... non lo faccia... io non la torturerÚ pi_... mi creda... non dirÚ pi_ niente.

RAFFAELE Eí tardi...

LIDIA Aspetti!

Raffaele e Lidia escono.

Qualche secondo dopo.

Suonano alla porta. Silenzio. Si sente la chiave nella toppa. Si apre la porta. Eí Iole.

IOLE (Chiamando) Ehi..!

Pausa.

IOLE Raffaele?

Iole esce a sinistra. Dopo qualche secondo rientra.

IOLE (Tra sÈ) Ma dovíË andato?

Va alla finestra per aprire le imposte. Sulla soglia della porta che Ë rimasta aperta appare Emma. Pausa.

EMMA Ioí...

Iole si gira di scatto.

IOLE (Urlando) Ah!

Pausa.

EMMA Scusa, non volevo spaventarti

Pausa.

IOLE Che... che cosa fai qui?

Pausa.

EMMA Eíuscito.

Pausa.

IOLE Eí uscito...?

EMMA Cercavi... Raffaele...?

IOLE Si....

EMMA Lího visto uscire...

Pausa.

EMMA Stai partendo...?

Pausa.

IOLE Che vuoi?

Pausa.

EMMA Hai saputo... di mamma?

Pausa.

IOLE Lo sanno tutti...

Pausa.

EMMA Mi dispiace... avrei voluto dirtelo io.

IOLE Non credo che ti sia mancato il tempo per dirmelo...

Pausa.

EMMA Come stai?

IOLE Bene. Scusami, ma adesso devo andare...

EMMA Non ho mai avuto modo di spiegarti...

IOLE (Interrompendola) Non cíË niente da spiegare.

EMMA Non ti sei mai chiesta perchË ti avevo mandato... da mia madre?

IOLE Non míinteressa.

EMMA Non vuoi parlare?

IOLE No.

EMMA Solo un minuto...

IOLE (Interrompendola) Devo partire. Non ho tempo...

EMMA Sono qui per aiutarti, non pensare che...

IOLE Aiutarmi?

Pausa.

IOLE Tu vuoi aiutarmi? A fare cosa?

Pausa.

EMMA Stai correndo un grosso pericolo, Ioí.

Pausa.

EMMA Lo so che non mi credi... Ë giusto che tu non mi creda... ma... stai correndo veramente un grosso pericolo.

Pausa.

EMMA Ieri ho avuto modo di... di parlare con Raffaele... per caso... anzi, non per caso... mi sono avvicinata con la scusa di chiedergli una strada...

IOLE Cosa hai fatto?

EMMA Mi sono avvicinata a lui...

IOLE PerchË?

EMMA Volevo conoscerlo...

IOLE Stai lontana da me, per favore!

EMMA Sono stata lontana da te.

IOLE Tu non devi conoscere nessuno! Tu non devi pi_ entrare nella mia vita!

EMMA Io seguo tutti i pazienti di mamma. So tutto di tutti e ogni tanto... quando voglio capire delle cose tento degli approcci... questo Ë... non perchË...

IOLE Segui i pazienti...

EMMA Si, sto... sto cercando di capire chi possa essere stato... a... e voglio sapere... devo...

IOLE Staresti cercando di scoprire líassassino?

Pausa.

EMMA Non riesco a pensare a nientíaltro...

Pausa.

EMMA Era mia madre...

Pausa.

EMMA Tu pensi che possa essere stata io, vero?

IOLE Non Ë normale che lo pensi?

Pausa.

EMMA Ieri ho chiesto a Raffaele dovíera una via. Via Marelli...

IOLE Non voglio sentirti...

EMMA Lui ha parlato per almeno cinque minuti... dandomi delle indicazioni molto precise... dettagliate... estremamente gentile...

IOLE Vattene, per favore...

EMMA PerÚ io sentivo che cíera qualcosa di strano... allora... allora alla fine ho seguito tutte le sue indicazioni... tutte... alla perfezione...

Pausa.

EMMA Non lího mai trovata Via Marelli. Ho girato due ore.

Pausa.

IOLE Che cazzo stai dicendo?

EMMA Quando sono tornata a casa sono andata anche a controllare sullo stradario...

Pausa.

EMMA Via Marelli non esiste.

Pausa.

EMMA Solo allora ho capito.

Pausa.

IOLE Che cosa hai capito?

Pausa.

EMMA Lo so che Ë un poí difficile... che tu mi creda, ma... Ioí, per favore... non saprei a chi altro dirlo...

Pausa.

EMMA Era mia madre che parlava.

Pausa.

IOLE (Ridendo nervosamente) Tua madre?

Pausa.

EMMA Si. Parlava con un codice.

Pausa.

IOLE Un codice...? Senti, per favore...

EMMA Un codice che conoscevamo solo noi. Lo usavamo per comunicare senza che gli altri se ne accorgessero... usavamo lo stratagemma di chiederci se conoscevamo delle vie... e nel dare le indicazioni per arrivarci... usavamo dei segni come prima a destra seconda a sinistra, semaforo, salita, stop, corsia preferenziale, strisce pedonali... con dei significati connessi... che ora Ë troppo lungo spiegare... ma ti assicuro Ioí credimi... per me Ë tutto troppo chiaro. Era come se lei stesse dicendo a lui cosa dirmi.

IOLE Pensi di potermi prendere ancora per il culo?

EMMA Eí la verit‡!

Pausa.

EMMA Te lo giuro!

Pausa.

EMMA Spesso uscivamo insieme io e mamma... quando ci siamo rincontrate... e... cíË stato tutto un periodo in cui stavamo sempre insieme... perchË condividevavamo... tante cose... ci piaceva... ci piaceva fingere... inventarci situazioni... per conoscere la gente nel modo pi_ strano... era come un tarlo... che avevamo tutte e due... fingevamo di non conoscerci... nei locali... alle feste... come due bambine... o anche alle fermate dellíautobus... ovunque... avevamo questo assurdo desiderio di essere altro, di far credere di essere altro, di andare oltre. Una specie di... si, di malattia... perchË non cíera una ragione...

Pausa.

EMMA Eí inadeguatezza, senso di inferiorit‡? Megalomania? Sfiducia? Non lo so. Ma non Ë cattiveria. Io...

Pausa.

EMMA Io non so amare. Non so amare la vita... le persone... io non so amare me stessa... non...

Pausa.

EMMA Ho bisogno di sentirmi altro.

Pausa.

EMMA Se non te lího mai detto Ë stato perchË... ero sicura che non mi avresti mai capito...

Pausa.

EMMA Come probabilmente anche adesso...

Pausa.

EMMA In realt‡ nessuno puÚ capirmi.

Pausa.

EMMA Lei... era líunica.

Pausa.

EMMA PerchË era come me.

Pausa.

IOLE Che vuol dire come te?

EMMA Tutte e due avevamo questo desiderio folle di essere tutto... e di non essere niente. Di nasconderci... di sognare... inventare... ingannare, se preferisci... e ovviamente non...

Pausa.

EMMA Se lího fatto anche con te... io non... era pi_ forte di me...

Pausa.

EMMA Io... ti ho usato... si... e...

Pausa.

EMMA Ti ho mandato da lei perchË... volevo che... che tu... la conoscessi in quel suo lato... professionale diciamo... anche se professionale non era... e... mi potessi raccontare comíera...

Pausa.

EMMA Ero gelosa di quel suo mondo... che io non conoscevo... Stronzate, Ioí... stronzate, lo so ma...

Pausa.

EMMA Se sapessi quante volte stavo per dirti tutto, ma... non ce lího fatta...

Pausa.

EMMA Io lo so che... comunque tu... non potrai avere pi_ fiducia in me, perÚ...

Pausa.

EMMA Non sono qui per questo. Ho gi‡ accettato líidea di averti perso...

Pausa.

EMMA Come accettai líidea díaver perso lei.

Pausa.

IOLE Quando?

Pausa.

EMMA Il giorno che ha scoperto che... ti avevo mandato io...

Pausa.

EMMA Da quel giorno non mi ha pi_ voluto vedere.

Pausa.

EMMA Eí stato un tradimento per lei...

Pausa.

EMMA Ma adesso... capisci?... Ë come se volesse rimettersi in contatto con me... per...

Pausa.

IOLE Per...?

Pausa.

EMMA Sei innamorata di lui?

Pausa.

IOLE PerchË?

EMMA Lo ami?

Pausa.

IOLE Si...

Pausa.

EMMA Lo conosci bene?

IOLE (Urlando) Che cazzo mi devi dire?

Pausa.

EMMA Volevo solo dirti... quello che mi ha detto mamma.

Pausa.

IOLE E forza! Dillo! Che cazzo aspetti? Dillo!

Pausa.

EMMA Ha detto...

Pausa.

EMMA Io sono líassassino di tua madre.

Pausa.

IOLE (Ridendo) Tu sei completamente pazza.

Si sentono dei rumori.

Emma spegne istintivamente la luce. La porta si apre. Di spalle entra Raffaele che cerca di trascinare dentro un uomo con la barba e i capelli lunghi. Accende la luce. Lidia si accorge della presenza delle due ragazze.

LIDIA (Tra sË) Emma?

RAFFAELE (A Lorenzo) Venga, venga commissario. Non faccia cosÏ.

LORENZO No, davvero... sono tutto sporco... puzzo...

RAFFAELE E che problema cíË? Il tempo di mangiare qualcosa...

Raffaele Ë troppo coinvolto nellíazione per vedere Emma e Iole.

Emma riesce con una strattonata a trascinare via Iole nellíaltra stanza.

RAFFAELE Eccoci qui commissario. Allora vediamo...

LORENZO La prego. Non mi chiami commissario, professore. Non lo sono pi_, lo sa...

RAFFAELE Che vuol dire? Lei Ë sempre il mio commissario. Cosa preferisce? Carne? Pesce?

LORENZO Ma io non ho fame... davvero... non... non mi va di mangiare...

RAFFAELE Come no?

LORENZO Non ho pi_ bisogno di mangiare... io non mangio... non bevo... non dormo pi_... non... a che serve, professore?

RAFFAELE A che serve?

LORENZO Ma si... sto bene cosÏ...

Pausa.

RAFFAELE Lei vuole morire, commissario?

LORENZO Eh, lei lo dice scherzando, ma... (Si blocca) Ma scusi, professore...

Pausa.

RAFFAELE Dica.

LORENZO Lei non ha paura di me?

RAFFAELE PerchË?

Pausa.

LORENZO Non legge i giornali?

RAFFAELE Si...

LORENZO Quindi avr‡ saputo...

RAFFAELE Si riferisce... alla destituzione dallíincarico?

LORENZO No... si, cioË... mi riferisco... alle conseguenze, le considerazioni... le ha seguite?

RAFFAELE (Cercando di capire) Le considerazioni...

LORENZO Ha saputo almeno del portadocumenti?

RAFFAELE Il portadocumenti...?

LORENZO Si. Si ricorda quando glielo chiesi al primo interogatorio?

RAFFAELE Si...

LORENZO Eh! Era il mio. PerchË anchíio ero un paziente. Questo líha saputo?

RAFFAELE Certo.

LORENZO Di quel poliziotto molto diligente che ha trovato il mio portadocumenti e a mia insaputa lo ha consegnato al capo...

RAFFAELE Certo certo, come no? Ho letto...

LORENZO Ecco! E ha letto da quel giorno che cosa sono stati in grado di dire i giornalisti... gli esperti...? Io adesso sono un mostro.

RAFFAELE Un mostro...?

LORENZO E gi‡...

Raffaele estrae la pistola e la punta alla nuca di Lorenzo senza che questi lo possa vedere.

LIDIA Professore, la stanno guardando...

LORENZO Me lo hanno scritto sulla macchina ìSei un mostro. Crepaî. Mi sono arrivate lettere anonime... mi hanno tirato la roba addosso...

RAFFAELE Ma sono io il mostro, commissario.

LORENZO (Ridendo) Lei?

RAFFAELE Si...

LORENZO Non scherzi. Non scherzi, per favore.

RAFFAELE Non sto scherzando.

LIDIA La stanno guardando, professore.

LORENZO Non Ë facile continuare a vivere cosÏ... capisce?

RAFFAELE Certo che la capisco.

LIDIA Eí in una trappola.

LORENZO Eh... meno male che cíË lei... con cui si puÚ parlare...

LIDIA Non prema il grilletto. La stanno guardando.

LORENZO Ma si rende conto che, secondo dei sondaggi che hanno fatto, il quaranta per cento della gente pensa che líassassino sia io... ?

Pausa.

RAFFAELE La gente non sa ragionare con la testa propria.

LORENZO Gi‡.

RAFFAELE In realt‡ non vuole vedere.

LORENZO Esatto. Infatti Ë quello che penso anchíio. E mi chiedo. Ma tu, finora, Lorenzo Vacca, hai voluto vedere?

RAFFAELE Giusto.

LORENZO PerchË sa cosa penso io, adesso?

RAFFAELE Cosa?

Pausa.

LORENZO Ma non sarÚ stato davvero io e non me lo ricordo?

LIDIA Gli dica la verit‡! Faccia almeno questo! Gli dia questa soddisfazione, prima di farlo fuori! Tanto lo sta ammazzando!

RAFFAELE Stia zitta!

LORENZO Come dice?

RAFFAELE No, non... non dicevo a lei.

LORENZO E... a chi diceva?

RAFFAELE Parlavo con il mio fantasma!

LORENZO (Ridendo) Il suo fantasma... lei... lei Ë veramente un tipo strano, eh!

RAFFAELE Eí diventato troppo difficile vivere per lei. Questo Ë il punto.

LORENZO Oh si. Bravo, professore. Ad un certo punto il cervello si blocca. Non capisci pi_ niente. Quello che senti alla televisione, quello che leggi nello sguardo del fornaio, dei colleghi, persino dei tuoi genitori... Ë pi_ forte di tutto quello che tu puoi pensare con la tua sola testa. Molto! Molto pi_ forte!

Pausa.

LORENZO Ci si ammala.

Pausa.

LORENZO PerchË io, adesso, come dice il mio medico... sono malato.

Pausa.

LORENZO Sto lÏ a quellíangolo di strada... vicino casa sua... perchË lei comunque Ë líunica persona che io conosco che non mi giudica e... mi sento pi_ a mio agio... perÚ... adesso io vegeto... capisce?

RAFFAELE Non Ë giusto.

LORENZO No.

Raffaele sta per sparare.

LIDIA Iole la sta guardando!

LORENZO Pensi che cíË addirittura una che mi segue...

Raffaele rimette gi_ la pistola.

RAFFAELE Chi?

LORENZO Chi? La figlia della dottoressa. Pensi! Addirittura lei!

Pausa.

RAFFAELE Come fa a saperlo?

LORENZO Lího vista.

Pausa.

RAFFAELE Dove líha vista?

LORENZO Lei non líha vista?

RAFFAELE Io?

LORENZO Strano. PerchË gira spesso da queste parti!

RAFFAELE Da queste parti?

Pausa.

LIDIA La sta guardando.

RAFFAELE Chi?

LORENZO La figlia della dottoressa, no?

LIDIA Ma anche la sua dolce amichetta, che a quanto pare non ha mandato gi_ la balla dei fiori, Ë tornata indietro e ora... si Ë nascosta nellíaltra stanza.

LORENZO Anzi, mi era sembrato addirittura di averla vista salire.

RAFFAELE Quando?

LORENZO Qualche minuto fa. Anche líaltra... la Farina... infatti pensavo che fossero qui.

Entra Emma. Raffaele la vede.

LORENZO Strano rapporto quello, eh! Tra quelle due. Non cího mai capito granchË... ma ora sinceramente... sa che le dico? Ad un certo punto... i nodi vengono sempre al pettine.

Raffaele non riesce a muoversi. Tiene ancora la pistola in mano.

EMMA Metta gi_ quellíarma...

LORENZO (Girandosi) Ah, eccola. Lo dicevo io che era salita.

Entra Iole, piangente.

IOLE Che cosa... stai facendo...

Pausa.

RAFFAELE Io... io... non lo so che cosa sto facendo. Io...

LORENZO (Girandosi e vedendo la pistola) Professore...

Pausa.

IOLE Che cosa...

RAFFAELE Io... stavo...

IOLE Tu sei... tu sei...

RAFFAELE No... non sono io... lo studente Ë andato via e... io... si... stavo...

Pausa.

IOLE Ti prego, no... non Ë vero...

RAFFAELE Scusa... io veramente... ho capito che... Ë perchË ora... cíera un motivo... pensavo che lui volesse morire... io... non so come... ci ho pensato tanto... voglio cambiare...

Pausa.

EMMA Metta gi_ la pistola, professore...

RAFFAELE PerchË Ë andata cosÏ...? perchË tutto Ë cosÏ difficile...? perchË io non sono come gli altri...? avevo la barchetta... volevo andare al mare... la vita Ë...

Pausa.

IOLE PerchË?

RAFFAELE PerchË... come si fa a sapere perchË... io non... vorrei pagare, ma... come si fa... ho bisogno di stare con te.... io... non sono capace... scusa... non sono capace di vivere... nessuno mi ha mai detto come... Ë difficile capire... non fermarti... non pensarmi mai pi_... sono stato sempre sincero... i fiori stanno arrivando... sono poco... sono poco... tutto Ë poco per te... non bisogna contare... non bisogna fidarsi dei numeri... i numeri... non spiegano niente... coprono... non riescono...

Pausa.

EMMA Va tutto bene, professore... mi dia la pistola...

RAFFAELE (Piangendo) Ieri sera sei stata veramente fantastica... veramente bella... ho sognato... tutto questo tempo ho sognato... Ë bello... tutto puÚ essere bello... tutto puÚ essere... come il tuo sorriso... non posso...

Pausa.

RAFFAELE Che ore sono?...

Raffaele si porta la pistola alle tempie.

LIDIA (Urlando) NO!

Pausa. Raffaele guarda improvvisamente Lidia. Poi guarda Iole. Punta líarma verso di lei.

RAFFAELE Vieni con me... ?

Pausa.

IOLE Io...

Pausa.

RAFFAELE Se ti uccido... ti avrÚ sempre vicino...

Pausa.

RAFFAELE Ti amo, lo sai?

IOLE Non Ë possibile...

RAFFAELE Ridi. Prova a ridere, amore.

Pausa.

RAFFAELE Ridi, ti prego! Ridi di me!

IOLE PerchË?

RAFFAELE PerchË se ridi... ti sparo.

Pausa.

IOLE Io... non posso...

Pausa.

RAFFAELE Certo. Non puoi... Tu... tu... non puoi...

IOLE Scusa.

Raffaele si spara. Buio.

FINE