Se sposi quello, figlia mia, ti sistemi

Stampa questo copione

SE SPOSI QUELLO, FIGLIA MIA, TI SISTEMI

SE SPOSI QUELLO, FIGLIA MIA, TI SISTEMI

Commedia in tre atti
di

Salvino Lorefice

(SIAE: posizione DOR n. 52246)



PERSONAGGI:
Donna Assunta, padrona di casa;
Mariella, figlia di Donna Assunta; è in età da marito;
Gilberto, figlio di Donna Assunta è un aspirante attore e si fa chiamare “Jilbert”;
Cesarino e Mariannina, vecchi servitori;
Gaspare, il gobbo, altro servitore-factotum;
Santo, figlio di Cesarino e Mariannina;
Manuel, Barone, spasimante innamorato di Mariella.

L’azione si svolge nella casa di una famiglia borghese, ormai in precarie condizioni economiche, nei primi anni del ‘900.

Sul fondo della scena c’è una porta che dà in giardino. Sul lato sinistro della scena vi sono due porte: una dà in cucina, da dove entrano ed escono i servi; l’altra dà nell’ingresso, da dove entrano gli ospiti.

Sul lato destro della scena vi è una sola porta che dà nelle camere interne della casa.
Arredamento d’epoca. 



ATTO PRIMO


Scena Prima


Soggiorno della casa di Donna Assunta. E’ giorno. Sono presenti Donna Assunta e sua figlia Mariella.
Donna Assunta passeggia avanti e indietro con aria un po’ irata. E’ preoccupata; la figlia è seduta su un divano, ha l’aria imbronciata. E’ come se le due donne fossero nel pieno di una discussione.

Donna Assunta: Capisci, figlia mia? Un buon matrimonio è quello che ci vuole per te.
Mariella (imbronciata): Ma perché vuoi farmi sposare? Io non voglio sposarmi… e poi non amo nessuno.
Donna Assunta: Ma l’amore verrà poi, cara Mariella. Dai retta a me che ho esperienza.
(Mariella guarda scettica, la madre.)
Donna Assunta: Quando sposai il tuo povero padre, che Dio l’abbia in gloria, non sapevo nemmeno cosa fosse un bacio. (Sorride maliziosa) Dopo la prima notte, invece… (Resta qualche attimo con aria sognante e sospira.)
Mariella: Ma non posso sposare il primo venuto…
Donna Assunta: E lo chiami “il primo venuto”, un giovane ricco?
Mariella: Ma non ne conosco nessuno!
Donna Assunta: Oggi ne conoscerai uno.
Mariella: “uno”, chi?
Donna Assunta (misteriosa): Un giovane…un bel giovane… un bel giovane ricco! (pausa) E ti piacerà.
Mariella: E se non dovesse piacermi?
Donna Assunta: Ti piacerà!
Mariella: Ma come fai a saperlo?
Donna Assunta: Perché a me, suo padre, una volta è piaciuto.
Mariella (con ironia): Ah, beh, se è così…
Donna Assunta: Figurati che di bello ha persino il nome: Manuel…
Mariella (interrompendo): Manuel non è un bel nome!
Donna Assunta: Aspetta. Manuel … Santoro! Capisci?
Manuel Sant-oro! (E ammicca con significativi gesti, sorridendo sotto i baffi) …Oro!
Mariella: Ma…ma non è delle nostre parti!
Donna Assunta: E che vuol dire? E’ figlio di un discendente spagnolo. Suo padre ha possedimenti da qui alle “Spianate”. Manuel è un Barone, ha viaggiato molto ed ha studiato nei migliori collegi d’Europa. La sua dote di figlio unico è immensa…
Mariella (scocciata): Ma come fai a pensare sempre alle proprietà e ai soldi? Mamma, io non ti capisco…
Donna Assunta: Da quando è morto tuo padre, le nostre rendite sono diminuite bruscamente. Purtroppo ha lasciato molti debiti, e per far fronte…
Mariella: (interrompendo): non annoiarmi con questi discorsi, mamma!
Donna Assunta: ma ormai sei grande, devi conoscere le condizioni economiche della famiglia.
Mariella: ma c’è Gilberto, per questo, no? E’ suo dovere pensare alla famiglia.
Donna Assunta: ma lo sai meglio di me: Gilberto vuole fare l’attore e…
(Improvvisamente entra in scena Gilberto, con aria da attore consumato, snobistico).
Gilberto: Aaalt: Quante volte devo ripetervi che non mi chiamo più con quel villanesco nome di Gilberto, bensì col più nobile, francese nome di Gilbert ?
Mariella: Faresti meglio a darti da fare per pensare a noi, tua madre e tua sorella, anziché al tuo “sogno” di fare l’attore.
Gilberto: (infuriato): Non è un sogno. Io ho già fatto l’attore, e tornerò a farlo; tornerò a recitare. In quanto alla famiglia … beh, tutto potrebbe essere risolto, prima e più facilmente, se tu sposassi quel … Santoro…
Donna Assunta: ha sentito tutto…
Mariella: Occupati dei fatti tuoi…
Gilberto: E tu non fare la smorfiosa. Questo o quello, che importanza ha? Tutti gli uomini sono uguali. ……… ma non nella ricchezza!
(Mariella infuriata e offesa esce di scena).
Donna Assunta: Ecco io l’avevo quasi convinta, ma sei arrivato tu ed hai rovinato tutto!
Gilberto: Ma si convincerà, stai tranquilla. Piuttosto dimmi: davvero la nostra condizione versa in cattive acque?
Donna Assunta: Cattive acque? Una tempesta! Se non fosse per Gaspare, che pensa alle poche terre che tuo padre non ha perso al gioco, credo che dovremmo elemosinare persino il pane.
Gilberto: Gaspare si dà da fare, con i contadini, le terre, i raccolti… Si dà da fare come fossero suoi.
Donna Assunta: E’ affezionato alla nostra famiglia. Tuo padre lo prese con sé quando era proprio preso a calci da tutti, e i ragazzini gli correvano dietro per toccargli la gobba mentre lo ingiuriavano. Gaspare è con noi da molti anni. Vi ha visti nascere, te e Mariella.
Gilberto: Già ricordo: da bambino giocavo spesso con lui.
(Entra in scena Mariannina, la vecchia servitrice; ha in mano un vassoio e lo va a posare sul tavolo.)
Donna Assunta: Ah, Mariannina, stasera verrà a farci visita un giovane Barone…
Mariannina (interrompendo): Ho capito, ho capito: dovrò essere molto gentile con lui!
Donna Assunta (soddisfatta): Molto bene.
Gilberto: (recitando, mentre si avvia ad uscire di scena): Essere o non essere, questo è il dilemma…
Donna Assunta: Aspettami, Gilberto, devo parlarti. (Esce seguendo il figlio).

Scena Seconda

Mariannina resta sola in scena; spolvera qua e là con uno straccio.
Mariannina: (lamentandosi) Devi farlo sentire a suo agio…devi essere gentile… Sempre così, con ogni nuovo giovane che si mostra possibile marito. Speriamo che questo Barone sia quello buono. Barone? Mah! (Entra in scena Cesarino, marito di Mariannina. Ha tra le braccia un grosso vaso di fiori.)
Cesarino (stanco): Dove lo metto questo vaso, stavolta?
Mariannina: Mettilo qui (indica il posto).
Cesarino (posa il vaso e poi va a sedersi, stanco, su un divano): Aaah! Ogni volta la solita storia. Non capisco perché Donna Assunta, ogni volta che un nuovo giovane viene a farle visita, vuole una nuova pianta con nuovi fiori.


Mariannina: Veramente, marito mio, non è a Donna Assunta che vengono a fare visita, bensì alla signorina Mariella. Deve prendere marito e non sa decidersi ad abbassare la testa.
Cesarino: E va bene ma … perché una nuova pianta?
Mariannina: Perché secondo Donna Assunta, se Mariella non dice sì, la colpa è della pianta che c’è nella stanza. Perciò la fa cambiare, sperando in meglio per il pretendente successivo.
Cesarino: Se fosse ancora vivo il povero padrone, scommetto che glielo avrebbe già trovato il marito, altro che cambiare le piante di fiori!
Mariannina: Se fosse ancora vivo il povero padrone, invece, la signorina non saprebbe ancora cosa vuol dire la parola matrimonio. Fino a ieri giocava ancora con le bambole!
Cesarino: Ma allora perché tutta questa fretta di Donna Assunta di trovare marito alla figlia?
Mariannina: Perché è avida, ecco perché. Le vuole dare a tutti i costi una persona ricca.
Cesarino: Ma è diritto di ogni buona madre sperare in un buon partito per la propria figlia. Per noi servi, manco a pensarlo, ma per i nostri signori … beh!
Mariannina (preparandosi ad uscire): Io non capisco nulla, ma una cosa è certa: Donna Assunta ha rifiutato tutte le richieste di matrimonio per la figlia. Richieste fatte da giovani e meno giovani appartenenti a famiglie rispettabilissime ma, ahimè, momentaneamente in disgrazia.
Cesarino: Beh, il momento è difficile per tutti, Donna Assunta potrebbe anche accontentarsi…
Mariannina (seccata): Oh, non capisci mai nulla, tu! Anche la famiglia di Donna Assunta è in disgrazia – non troppo in disgrazia grazie a Dio – ma quel tanto che basta perché si renda urgente e necessario che il matrimonio della figlia avvenga con un ricco signore che venga a sanare le finanze di Donna Assunta:
Cesarino (sorpreso): Vuoi dire che Donna Assunta pensa più a se stessa che alla felicità della figlia?
Mariannina: Perché ti meravigli tanto? Non conosci Donna Assunta?
(Mariannina e Cesarino escono scuotendo il capo).



Scena Terza

Entra in scena Donna Assunta, legge da un foglio che tiene in mano. E’ allegra.

Donna Assunta: Manuel Rodriguez Cordoso de la Nueva, sposato con Isabelita Concita Spinoza Martez, Nobile di Spagna e introdotto nelle più nobili famiglie d’Europa. Possedimenti in Francia, in Italia e, naturalmente, in Spagna. L’unico figlio, Manuel Martinez Santoro, è l’ereditiero del titolo, del nobile casato, delle ricchezze tutte. (Smette di leggere). Ottime queste informazioni! Valeva la pena di incaricare certe discrete agenzie d’informazioni. (Riprende a leggere). Manuel Santoro ha studiato in un collegio di Parigi per le prime formazioni scolastiche, ed ha completato gli studi in Svizzera.
(Entra in scena Mariella. Donna Assunta nasconde prontamente il foglio tra le pieghe delle vesti).
Mariella (entrando): Mamma…
Donna Assunta: Sì? Che c’è?
Mariella: Ho deciso che non voglio neppure conoscere questo…Manuel Santoro.
Donna Assunta: (paziente): Ci risiamo? Ti assicuro che ti piacerà. E’ ricco…
Mariella: Ti ho già detto che la ricchezza non mi interessa.
Donna Assunta: Deve interessarti!
Mariella: Quelli che sono già venuti a conoscermi e che volevano la mia mano…
Donna Assunta (interrompendo): Quelli non erano abbastanza ricchi!
Mariella: Uffa!
(Entra Gilberto. E’ allegro. Ha un giornale in mano.)
Gilberto: Forse è arrivato il mio momento, gente. In città arriverà la Compagnia di Enzo Bustini (indica il giornale); si esibirà in teatro con la sua nuova commedia. Gli chiederò di sentirmi recitare, naturalmente è una formalità, nella speranza che accetti di prendermi nella sua Compagnia.
(Le due donne lo guardano scettiche).
Donna Assunta: Gilberto…
Gilberto (interrompendo): Gilbert, prego!
Donna .Assunta (insistendo): Gilberto! Quando la smetterai di sognare di fare il saltimbanco e ti metterai la testa a posto?
Gilberto: Essere attori non vuol dire essere saltimbanchi.
Mariella: Lascialo perdere mamma, Gilberto pensa solo a quelle fesserie.
Gilberto: E tu pensi sempre al marito ricco.
Mariella (risentita): Io?
Gilberto (con tono accusatore): L’ho capito sai?
Mariella: Hai capito “ cosa”?
Gilberto: Che fai la scena, quando dici che vuoi un bel giovane anche se non è ricco…
Mariella: E’ così.
Donna Assunta: Tua sorella ha avuto decine di offerte di matrimonio…
Gilberto: Solo due mamma, solo due!
Donna Assunta: E va bene: solo due…
Gilberto: Una quella del conte Totò Della Pergola…
(Mariella ha un gesto di stizza).
Donna Assunta: Visto? Un conte “ Della Pergola” !
Gilberto: Che va in giro con le pezze al sedere!
Mariella: Ma io gli ho detto di no.
Gilberto: (sarcastico): E ti credo!
Donna Assunta: Perché? Doveva dirgli di sì, secondo te?
Gilberto: (ironico): E’ un bel ragazzo, Totò Della Pergola, no?
(Donna Assunta afferra un cuscino dal divano e lo scaglia contro Gilberto, mentre Mariella prende a piangere. Gilberto, scansando il cuscino, esce di scena scappando e ridendo.)
Donna Assunta (consolando la figlia): Non dargli retta, bambina mia, non dargli retta, e vedrai che un marito ricco lo troveremo.
Mariella: Lo troveremo?
Donna Assunta (correggendosi): Lo troverai, lo troverai!
(Mariella continua a piangere, La madre l’abbraccia consolandola.)

Scena quarta

Dall’ingresso laterale entra in scena Gaspare, il servo gobbo; tiene il berretto in mano, in segno di rispetto. In questa scena Gaspare ha un carattere remissivo, ossequioso, per la moglie di chi lo ha preso in casa.
Entra silenzioso, fa alcuni passi e si ferma.

Gaspare: E’ permesso?
(Le sue donne si accorgono della presenza di Gaspare; Mariella cerca di darsi un contegno, ricomponendosi e asciugandosi le lacrime. Donna Assunta va accanto a Gaspare).
Donna Assunta: Ah, sei tu, Gaspare? Ormai sei già entrato! Che c’è?
Gaspare: Beh, mi dispiace venirla a disturbare ma i contadini vogliono essere pagati…
Donna Assunta (interrompendo): Ah, già. Vedi … Non potresti dire loro di pazientare ancora qualche giorno?
Gaspare: L’ho già fatto, ma non vogliono sentir ragioni.
Donna Assunta: Quei bifolchi!
Gaspare (difende timidamente i contadini): E’ già un bel po’ che aspettano la paga.
(Donna Assunta siede esausta non sapendo cosa fare).
(Gaspare si accorge dei singhiozzi di Mariella).
Gaspare: Ma che ha la signorina Mariella, piange?
Donna Assunta: Oh, non è niente. Roba da signorine.
(Mariella scoppia a piangere fragorosamente ed esce di scena correndo. Gaspare è imbarazzato.)
Gaspare. Beh… dirò ai braccianti che prossimamente saranno pagati. Poi… poi si vedrà.
Donna Assunta (riconoscente): Oh, bravo Gaspare. Se non ci fossi tu, non so come farei a mandare avanti tutto.
Gaspare: Ma che dice, Donna Assunta! Io sono solo un povero servitore. Mi sento come se fossi della famiglia, questo si, ma sono pur sempre un servitore. 
Mariannina (entrando): Per quante persone devo preparare per cena? (e si accorge del cuscino: brontolando, lo raccoglie rimettendolo sul divano.)
Gaspare: Beh, io vado Donna Assunta. Buondì. (esce).
Donna Assunta: Buondì, Gaspare. (A Mariannina): per cena ? Dunque, per cena saremo… due… tre… (così, mentre Donna Assunta conta sulle dita, le due donne escono dalla porta che dà in cucina).





Scena quinta

Per qualche secondo la scena resta vuota. poi, dalla porta che dà nell’ingresso, entra in scena, accompagnato da Cesarino, Manuel Santoro; un tipo basso, con grosso naso, lunghe basette e baffi: quasi la caricatura del classico amatore spagnolo. E’ molto timido.

Cesarino: Prego, accomodatevi signor Barone. La signora arriverà subito.
Manuel (porgendo il cappello e il paltò) : Devo aspettare qui ?
Cesarino: Sì …qui. La signora è stata avvertita del vostro arrivo, l’aspettavamo.
Manuel (impacciato) : Ma…ditemi …
Cesarino: Sì ?
Manuel: E’… vero che Donna Assunta … ha una figlia…
Cesarino: Certamente! La signorina Mariella. Anche lei sapeva del vostro arrivo, signor Barone.
(Manuel, a queste parole, si tocca il cuore barcollando per l’emozione).
Manuel: (quasi parlando a se stesso). Dunque, mi aspettava ?
Cesarino (congedandosi): Con permesso, sig. Barone.
(Manuel si muove ansioso, in attesa della comparsa di Donna Assunta e sua figlia. Quando, invece, entra in scena Gaspare, Manuel sussulta, poi si calma e si tranquillizza, sapendo che in casa c’è qualcuno più brutto di lui).
Gaspare (entrando): Ma dove andrò a prendere tutti quei soldi per pagare i contadini … (Si interrompe, accorgendosi della presenza di Manuel). Oh, buon giorno. E voi chi siete?
(In questa scena Gaspare ha un tono e un comportamento spavaldo, nei confronti di una persona a cui non deve nulla e non ha di che essere riconoscente; ma, a tratti, è un tono pur sempre di rispetto, nei confronti di un Barone, per di più pretendente di Mariella).
Manuel (Imbarazzato e quasi indignato del tono usato dal “ servo”, nei suoi confronti): chi sono io? Tsè! (Guarda Gaspare dall’alto in basso e viceversa). Chi siete “voi“, piuttosto.
Gaspare: Già, scusate: io sono solo un povero servitore. Ma è come se fossi della famiglia, capite? Mi chiamo Gaspare, il servo gobbo factotum.
Manuel: Ah, sì: avevo sentito parlare di voi. Si dice che siete molto apprezzato in questa casa, e tenuto molto in considerazione per le decisioni d’affari.
Gaspare: Sì. Ero il braccio destro del povero marito di Donna Assunta. Ora bado io agli interessi di questa casa. (pausa). Ma voi non vi siete ancora presentato.
Manuel: (scattando sull’attenti per darsi un contegno): Manuel Martinez Santoro Cordoso della Nueva: Baronetto della regina di Spagna.
Gaspare (da ignorante lo guarda imbambolato): Ah!
(I due restano in silenzio, guardandosi in cagnesco. Manuel guarda la gobba di Gaspare. Gaspare si tocca il naso come se toccasse quello di Manuel).
Gaspare: Beh… Siete venuto per conoscere la signorina Mariella, no?
Manuel (dandosi un contegno di distacco) : Gaspare ! Come vi permettete?
Gaspare: Sì, sì. Avete ragione: non posso permettermi. Arrivederla, signor Barone. (Esce).

Scena sesta

Entra in scena Donna Assunta, con un largo sorriso ipocrita “ stampato” in viso.

Manuel (ossequioso): Come state Donna Assunta?
Donna Assunta: Bene, caro Barone, grazie. E voi?
Manuel (timido): Ve ne prego, Donna Assunta, chiamatemi Manuel.
Donna Assunta: Oh, Manuel. Come siete gentile, e che bel nome avete!
Manuel: Mio padre mi ha molto parlato di voi e della vostra famiglia, sapete?
Donna Assunta: Ah sì ? il caro Rodriguez! Dite: gradireste un “cordiale”, caro Manuel? Ve lo faccio portare (fa per alzarsi)
Manuel: (con vanto e con falsa modestia): No no. Sapete? Io non bevo neppure vino.
Donna Assunta: Oh, ma che braaavo! Avete anche questa virtù!
Manuel: (schernendosi) Beh! Devo essere intellettualmente sempre in forma, come si addice a un gentiluomo. Nella mia posizione… capite?
Donna Assunta: perfettamente, caro Manuel, perfettamente. (Confidenziale:) E vi farò una confidenza. Sono sicura che anche Mariella apprezzerà le vostre virtù.
Manuel: (ansioso). Dite davvero?
Donna Assunta: Ma certo. E poi siete un così …diciamolo pure: siete un così bel giovane!
Manuel: (timido) Donna Assunta vi prego, mi fate arrossire. (Si schernisce) Lo dite solo per farmi piacere.
Donna Assunta: Ma che dite, Manuel. E poi quei baffi vi danno… non so: un fascino particolare.
Manuel (sospirando): Oh, come vorrei che fosse vero!
Donna Assunta: (alzandosi): Ed è vero! Ma ora scusatemi, Manuel, se vi lascio solo. Vado a vedere se Mariella è pronta per fare la vostra conoscenza. (Uscendo): se volete, potete anche aspettare in giardino e fare due passi (esce).
(Manuel, rimasto solo, fa alcuni passi poi si decide ad andare in giardino ed esce).

Scena settima

Entra in scena Santo, un bel giovane, elegante, atletico. Un po’ volgare, ma non tanto, nei modi di fare. E’ spavaldo e si muove come se fosse a casa sua.
Entra guardandosi intorno, seguito da Gaspare, il quale in questa scena, ha un comportamento da padrone di casa, nei confronti di uno sconosciuto.
Santo è molto misterioso nel rispondere e nel suo comportarsi.

Gaspare: Ecco, accomodatevi. Chi devo annunciare?
Santo: Chi sono non ha importanza.
Gaspare: Questa è bella. Siete qui, in casa di Donna Assunta, e per voi non ha importanza dire chi siete?
Santo: Già. Credo che non importerà nulla, di me, a Donna Assunta. (ripensandoci) O forse sì?
Gaspare: Beh, credo che l’unico modo per saperlo sia quello di presentarsi.
Santo: (deciso) non credo.
Gaspare: Ma allora perché siete venuto in questa casa?
(Santo guarda Gaspare, pensa qualche istante, poi si decide a rispondere).
Santo: Perché sono venuto qui? Per trovare i miei genitori.
Gaspare: I vostri genitori?
Santo: Sì. (Pausa, durante la quale si muove guardandosi attorno). I miei genitori.
Gaspare: E chi sarebbero i vostri genitori?
Santo: Volete proprio saperlo? Si chiamano Cesarino e Mariannina. Facevano i servitori in questa casa. Ma credo che lo facciano tuttora.
Gaspare: (sorpreso) Tu? Tu sei il figlio di Cesarino e Mariannina?
Santo: Proprio così
Gaspare: Non posso crederci! (contento) : mi avevano detto di avere un figlio, questo sì, ma non li ho mai presi sul serio, anche perché mi dicevano che eri in giro per il mondo (ride).
Santo: Tu sei Gaspare, vero? Mia madre mi ha scritto di te (gli guarda ostentatamente la gobba).
(Gaspare si gira la testa per guardarsi la gobba).
Gaspare: Sono facilmente riconoscibile, no? (Pausa) Ma allora è vero quello che mi raccontava Mariannina! Che eri via…
Santo: Sono andato via di qui che avevo sei anni, anzi mi portarono via. Ero figlio di servi, perciò il mio destino doveva essere quello di fare il servo. E Donna Assunta, la tua padrona, non so come, convinse i miei genitori a permettere che il conte de’ Bosis e la sua gentile consorte mi prendessero con loro.
Gaspare: Già, ora ricordo. Tua madre mi racconta spesso questa storia, ma io non ci credo e la prendo in giro, scherzandoci sopra. Quando accadde io non ero ancora arrivato qui. Mi pare a …
Santo: (interrompendo): Il conte de’ Bosis viaggiava molto. E mi portava quasi sempre con sé. Nei primi tempi veniva anche sua moglie e io ero il loro … “infante di compagnia”; mi trattavano come un giocattolo o come un figlio, a seconda dei casi e dei punti di vista. Ma devo confessare che non me la passavo male. I conti de’ Bosis mi hanno fatto studiare, mi hanno insegnato le buone maniere… E man mano che crescevo sono diventato il loro cameriere, il loro “ambasciatore”, il loro contabile e poi uomo di fiducia. Poi la contessa morì e il conte smise di viaggiare e, stabilendosi nella sua villa di Torino, visse lì i suoi ultimi giorni di vita.
Gaspare: Ma … ma… e tu… (indica l’eleganza e la raffinatezza di Santo). Come hai fatto a … voglio dire: non hai l’aspetto di un servitore.
Santo: Il conte e la contessa de’ Bosis non avevano figli, e nel loro testamento si sono ricordati di me lasciandomi erede di gran parte dei loro beni. Così, grazie al conte de’ Bosis (con astio) ma anche grazie a Donna Assunta, che mi ha staccato dai miei genitori… (pausa, si calma) oggi posseggo quello che posseggo. E non è poco. Però non ho nessun titolo nobiliare e rimango un figlio di servi. Arricchito, sì, ma sempre figlio di servi.
Gaspare: Così ora sei venuto a trovare i tuoi genitori! Ma aspetta che li vado a chiamare.
(Gaspare esce velocemente, contento.)
Santo: Aspetta, Gaspare… (desiste).

Scena Ottava

Mentre Santo ancora guarda verso la porta che dà nelle cucine, da dove è uscito Gaspare, alle sue spalle entra in scena Mariella. Santo non la sente arrivare. Mariella sembra esitare, sta per tornare sui suoi passi, poi si fa ancora coraggio, esita e viene sorpresa da Santo che, nel frattempo si è girato e l’ha vista.
Santo: Mademoiselle…
(Mariella non può più andare via; si gira e i due si guardano in silenzio per qualche istante. Sono affascinati l’uno dell’altra. Santo rimane ammutolito, sembra aver perso tutta la sua baldanza).
Mariella: (componendosi): Buon…Buon giorno Barone Santoro.
Santo: Buon giorno a voi, ma io non sono…
Mariella: (interrompendolo): No, non dite nulla, Manuel ve ne prego. Sarebbe peggio.
Santo: (non capendo): Peggio di che cosa?
Mariella: Questa conoscenza così improvvisa…
Santo:(Continua a non capire) Non capisco, ma voglio dirvi…
Mariella: Non dite nulla. Non vi sbilanciate, vi prego.
Santo: Io vorrei spiegarvi …
Mariella: (interrompendolo): No, non spiegatevi così presto. Mia madre mi ha detto che eravate già arrivato, che mi stavate aspettando (confusa) oh, non sarei dovuta venire da sola; non era mia intenzione presentarmi da sola, ma mia madre ha tanto insistito…
Santo: Ma non avete fatto nulla di male, credetemi.
Mariella: Mia madre mi ha detto che eravate in giardino, Barone Manuel Santoro, ah! ah! (ride nervosamente), non so come chiamarvi, e trovarvi qui, nel salotto, è stata una sorpresa, ah! ah! (idem), stavo per tornare indietro.
Santo: Questo l’avevo capito, ma lasciate che vi spieghi…
Mariella: (scappando) Oh no, non spiegatevi. Non ancora. Tornerò con mia madre (esce correndo).

Scena Nona

Santo è ancora confuso dall’improvvisa apparizione e sparizione di Mariella, quand’ecco entrare in scena Gaspare, Cesarino e Mariannina.

Gaspare (contento ai due servi): Venite, venite.
Cesarino (entrando): Dov’è, mio figlio, dov’è?
Mariannina: il mio Santo! Santino!
(Subito dopo la loro entrata in scena, Cesarino e Mariannina si bloccano e rimangono sorpresi nel constatare che il loro figlio è vestito come un signore e non come si conviene ai domestici).
Santo (contento): Beh ? Mamma, non mi riconosci?
Mariannina: (imbarazzata): Sei…sei molto cambiato.
Santo: Tu, invece, non sei cambiata affatto! (si avvia ad abbracciare la madre).
Cesarino: è molto tempo…
Santo: …Più di dieci anni, quando veniste a trovarmi quell’estate afosa. Non la dimenticherò mai. (si rivolge a Gaspare). Ma ci siamo sempre scritti, però!
Mariannina (commossa): Ci avevi sempre scritto che eri al servizio del conte.
Gaspare (contento): e lo era, al servizio del conte. Solo che il conte l’ha preso a ben volere e lo ha fatto studiare e alla sua morte gli ha lasciato dei beni.
(Santo si stacca dalla madre e va ad abbracciare Cesarino).
Mariannina: Ci avevi scritto che non saresti arrivato prima della fine del mese…
Cesarino: Non ti aspettavamo e noi non avevamo ancora avvisato nessuno, qui, del tuo arrivo.
Gaspare: Meglio così, farete una sorpresa.
Cesarino (un po’ scorbutico): Sorpresa a chi?
Gaspare: Come “a chi”? A Donna Assunta…
Mariannina: (interrompendo): A quella? Fu lei ad indurci a separarci dal nostro piccolo Santo.
Cesarino: Si può dire che ci costrinse a cederlo alla contessa, il nostro Santino. Lei, la contessa, non poteva avere figli e appena vide il nostro bambino disse che era proprio come lo avrebbe voluto lei.



Mariannina: e quella ruffiana di Donna Assunta fece di tutto per accontentarla, facendo in modo che adottasse il piccolo. Minacciò persino di licenziarci, nel caso non avessimo acconsentito per l’adozione (scoppia a piangere).
Cesarino: (a Santo, come se volesse giustificarsi) noi eravamo ignoranti e poveri, la miseria ti avrebbe fatto crescere gracile e malaticcio.
Mariannina: Ci consolammo col fatto che ti sapevamo in buone mani; il conte, che era un brav’uomo, non ti avrebbe fatto mancare nulla.
Santo: quel che è stato è stato, mamma. Non tutto il male viene per nuocere.
Gaspare: pensate! non sarebbe diventato un signore, se il conte non l’avesse preso con sé. Guardatelo ora, che bel giovane è diventato vostro figlio: sembra veramente un nobile.
Santo: a proposito di nobile. Ditemi…chi è quella ragazza, giovane e bella che gira in questa casa…
Mariannina: ah quella? È la figlia di Donna Assunta. Sono uguali, lei e sua madre.
Gaspare (con rimprovero): Mariannina!
Mariannina: è così! Stanno dando la caccia a un giovane e nobile possidente spagnolo. Oh, lo vedeste che tipo! (sorride).
Gaspare: Già, Manuel Santoro:
Santo: come hai detto? Manuel Santoro? Ora capisco.
Cesarino: capisci cosa?
Santo: prima del vostro ingresso, quella ragazza è stata qui e mi ha chiamato Barone Santoro: deve avermi scambiato per quell’altro.
Mariannina: (ridendo) scambiato te per quell’altro? Questa è buona.
Santo: (non curandosi dei presenti, con aria sognante) è una ragazza bellissima.
Mariannina: è una cacciatrice di dote. Peggiore della madre. Quella mira solo ai soldi, anche se va dicendo di voler sposare un uomo solamente se le piacerà per il suo aspetto e i suoi modi, e non per la ricchezza.
Santo: ma basterà non dire che sono ricco…
Cesarino (intuendo le intenzioni del figlio, lo interrompe) cosa, cosa, cosa? Che ti passa per la mente? Santo, non fare sciocchezze.
Gaspare: non voglio che si faccia del male alla signorina Mariella, lei non c’entra con le azioni della madre. E poi, con me, Donna Assunta si è sempre comportata bene.
Santo: ma che hai capito, Gaspare. Che avete capito tutti quanti? Io non voglio fare del male a nessuno. Io … io credo di essermi innamorato di quella ragazza. Come avete detto che si chiama? Mariella.
Mariannina: figlio mio, quella ragazza ha il cuore di sua madre.
Santo (come in trance): Non può essere… ha un viso così angelico! (riprendendosi, si rivolge alla madre). Senti mamma. Le due donne non dovranno sapere che ho ereditato parte dei beni del Conte de’ Bosis. Io farò la corte a Mariella, e se mi vorrà, se si innamorerà di me, dovrà essere solo per me stesso.
Cesarino: ma la madre non acconsentirà né ora né mai.
Gaspare: questo è da vedersi.
Mariannina: Gaspare, anche tu ti ci metti?
Gaspare: è ora di smetterla, per Donna Assunta, di torturare la figlia per farle sposare un uomo ricco, anche contro la sua volontà, e solo per interesse. Mariella è una bella ragazza e merita di sposare un bel giovane. Se poi è ricco… tanto meglio. Inoltre Santo, mi sembra sincero.
Santo: e lo sono!
Gaspare: perché impedire il loro amore?
Cesarino (a Gaspare): sai che ti dico? Hai ragione.
Mariannina: e io dico che Donna Assunta non acconsentirà.
Gaspare: non è Donna Assunta che dovrà decidere, stavolta.
Cesarino: quella donna merita una lezione. Così impara cosa vuol dire per un genitore vedersi portato via un figlio contro la propria volontà.
(Stanno per entrare in scena Mariella e Donna Assunta).
Mariella: (voce da fuori scena): su, vieni mamma.
Donna Assunta: (da fuori scena): aspetta, non correre.
Santo: stanno arrivando.
Gaspare: non devono vederti. Donna Assunta non dovrà sapere della tua presenza in questa casa, altrimenti ti metterà contro la figlia.
Mariannina: presto, usciamo di qua, andiamo in cucina.
(Santo, Mariannina, Cesarino, e Gaspare escono).


Scena Decima

Entrano Mariella e Donna Assunta. Mariella si mostra contenta. Donna Assunta molto meno, ma sorride.

Mariella: (riferendosi a Santo, che crede sia Manuel): Oh, mamma. È un uomo stupendo, Manuel Santoro.
Donna Assunta: (intendendo che Mariella si riferisca al vero Manuel): beh, tutti i gusti sono gusti. Però se fosse un po’ più alto…
Mariella: più alto? Oh mamma, ma va !
Donna Assunta: (remissiva) Figlia mia, se va bene a te!
Mariella: è la prima volta che mi capita un pretendente di bell’aspetto. Bello.
Donna Assunta: mm … bello….mica tanto…(minimizza).
Mariella: come dici?
Donna Assunta: (prontamente): sì, sì! Bello! (pausa). E ricco.
Mariella: appena l’ho visto ne sono rimasta affascinata. Sa parlare, è gentile…
(Donna Assunta ha una smorfia di disgusto e di stupore: non riesce a capire dove avrà trovato quelle doti in Manuel Santoro, il vero).
Donna Assunta: … non beve…(poco convinta). Te lo avevo detto io che ti sarebbe piaciuto!
Mariella: (guardandosi attorno) ma dove è finito? Era qui qualche minuto fa.
Donna Assunta: forse sarà andato in cortile. Andiamo a cercarlo.
(Le due donne escono dalla porta che dà nell’ingresso).

Scena Undicesima

Per qualche istante la scena rimane vuota, poi, dalla porta del giardino, sul fondo, entra Manuel. Spazientito.

Manuel: ma dove sono andati a finire tutti quanti? Mi hanno lasciato solo. Che io non sia gradito in questa casa?
(entra in scena Gilberto. Sta ancora recitando).
Gilberto: essere o non essere, questo è il dilemma… (si accorge della presenza di Manuel). Buongiorno, signore! Permettete? Jilbert Dudollè, attore.
Manuel: (assumendo un contegno) Manuel Martinez Santoro Cordoso de la Nueva, Barone. (si inchina).
Gilberto (come se si ricordasse): aaah, sìììì. Voi siete Manuel Santoro! Il famoso Manuel Santoro!
Manuel: (impacciato): a- avete già sentito parlare di me?
Gilberto: no, mai. Solo da un paio di giorni il vostro cognome circola per questa casa. Ne parlano bene, sa? Riguardo le vostre doti e la vostra…dote, poi!
(Il Barone sta per replicare, ma Gilberto lo previene)
Gilberto: io sono il fratello di Mariella.
Manuel: capisco! Cioè… veramente … (cercando di capire): come avete detto che vi chiamate?
Gilberto: (divertito): ah! Ah! so quel che volete dire, ma Jilbert Dudollè è il mio nome d’arte … Avevo iniziato una carriera d’attore, anni fa, ma la morte improvvisa di mio padre mi ha costretto ad interrompere il mio giro con la compagnia, una grande Compagnia Primaria e ho dovuto fare ritorno nella natia casa, cioè qui. (Pausa). Ma prima o poi tornerò sulle scene e sarà un grande ritorno. (Parla con entusiasmo) Magari fra qualche giorno, con la compagnia di Enzo Bustini. Sapesse come recitavo nella mia compagnia! Ogni sera facevamo il tutto esaurito. E, facevamo un teatro nuovo noi. I “ classici” erano aboliti dal nostro repertorio. Nella capitale c’era la possibilità di emergere. In provincia, invece, bisognava presentare ancora un teatro,” bambino”, un teatro per bambini, anche se il pubblico era adulto. Figurarsi che per far colpo sul pubblico siamo stati costretti ad adottare un nome d’arte straniero. Francese ancora meglio. Ancora oggi il teatro si crede sia quello francese. Ma poco importa: per noi attori l’importante è recitare. Anche se siamo costretti a chiamarci Jilbert Dudollè et similia. (pausa.) ma forse vi sto annoiando, con questi discorsi.
Manuel: no, no. Vi prego.
Gilberto: si, invece. Ho capito che siete troppo gentiluomo per invitarmi a cambiare discorso.
(Entra in scena Donna Assunta. È agitata)
Donna Assunta: ma dove vi siete cacciato, Manuel ! ci fa gli scherzi! 
Manuel: (non capendo): veramente io…
Donna Assunta: una volta è qui, un’altra volta in giardino… e tu, Gilberto che ci fai qui?
Gilberto: come sarebbe a dire? Io…
Donna Assunta: (interrompendo con fermezza): vai a chiamare tua sorella: è in cortile.
Gilberto(recitando scherzosamente) : vado! Vado!, oh mia bella ammaliatrice. Vado or ora ad ubbidir alla bella mia mammina! (esce)
Donna Assunta: posso farvi una confidenza Manuel? 
Manuel: (timido) se vi fa piacere…
Donna Assunta (prendendolo a braccetto): ma promettete di tenervela per voi, eh?
Manuel: (sorridendo) va bene, va bene. Promesso 
Donna Assunta: (guardandosi attorno, circospetta): la mia Mariella ha avuto buona impressione di voi. E rimasta molto colpita dal vostro… (guardandolo dalla testa ai piedi:) fascino. Le piacete, caro Manuel.
Manuel: (sorpreso): ma come? Senza avermi neppure… consociu…
Donna Assunta: (interrompendo): oh, via Manuel non occorre certo un secolo, a due giovani come voi, per conoscersi. E piacersi . E innamorarsi l’uno dell’altra.
Manuel: un secolo ,no. Ma vedersi, almeno, sì.
Donna Assunta: appunto! Voi due appena vi siete guardati, avete avuto una simpatia reciproca.
(Manuel non capisce e resta disorientato.)
Donna Assunta: ma che fanno? Perché non vengono? Venite, Manuel andiamo noi a cercarli, sarà più divertente, no? (lo trascina in giardino, ridendo.)

Scena Dodicesima

Subito dopo l’uscita di Donna Assunta e Manuel entrano in scena, provenendo dalla cucina, Gaspare e Santo.

Gaspare (entrando): … e che Dio c’è la mandi buona!
Santo: tu fai la guardia alla porta del giardino: se vedi arrivare Donna Assunta e l’altro babbeo falli allontanare con una scusa.
Gaspare: bene! (e va a sistemarsi sull’uscio del giardino.)
(Entrano, dalla porta che dà nell’ingresso, Mariella e Gilberto.)
Mariella: (contenta) oh, Barone, finalmente vi ritrovo! Mio fratello mi ha detto che eravate qui.
Santo: mia senorita, anelavo vedervi.
(Gilberto si mostra sorpreso perché non è al corrente dell’intrigo. Sta per intervenire, forse per chiedere spiegazioni, ma viene fermato da Gaspare che lo trascina in disparte.)
Gilberto: (divertito): fatemi capire, gente…
Gaspare: (a bassa voce) ti spiegheremo dopo, tu stai al gioco, intanto.
Gilberto (ancora più divertito): ah, ho capito: stasera si recita a soggetto!
(Gilberto, calatosi nella nuova parte , si rivolge a Santo con molta enfasi).
Gilberto: … e ditemi, caro barone, avete fatto buon viaggio?
Santo: Ottimo! Ho viaggiato ottimamente.
Gaspare: vi faccio servire del brandy, signor Barone?
Santo: Grazie! Un cordialino lo accetterei volentieri.
Mariella (sorpresa): ma come? Voi bevete, Barone? 
Santo (ignaro del fatto che Mariella sa che il vero Manuel è astemio): sì, qualche volta, un goccetto.
(Gaspare esce per andare a prendere il liquore.)
Gaspare: vado a prendere il vassoio.
Mariella: vi piace la nostra casa?
Santo: oh, tantissimo! (si fa languido). Ma più di tutto mi piacciono i vostri occhi. (si avvicina a Mariella, cercando di prenderle la mano, ma lei si discosta, timidamente.)
(Mariella, non sapendo come rispondere né cosa fare, cerca scampo con una scusa.)
Mariella: io… vado ad aiutare Gaspare a prendere il cordiale. Quello buono, fatto da zia Rosetta. (esce di fretta)
Gilberto (a bassa voce e con aria divertita): ed ora mi volete spiegare? Chi siete voi? Cos’è questa commedia?
Santo (guardando, furtivo in giardino): tu devi essere Gilberto.
Gilberto: esatto! E voi chi siete? 
Santo: mi chiamo Santo. Hai recitato in modo perfetto.
Gilberto (con falsa modestia): beh, l’improvvisazione è sempre stata il mio forte. (pausa). Ma … avete detto che vi chiamate Santo, e va bene. Ma chi siete?
Santo: chi sono? Il figlio di Cesarino e di Mariannina, i vostri servi.
Gilberto (sorpreso e ridendo): tu? Ah, ah, ah. E se non sbaglio (mostra d’indovinare l’intrigo), state facendo uno scherzo – e che scherzo! – alla mia cara sorellina ed alla mia cara mammina.
Santo (guardando in giardino): in un certo senso, sì. Però c’è di vero, e non è uno scherzo, che amo Mariella. 
Gilberto (scoppiando a ridere fragorosamente): Ah, Ah, Ah. questa è buona! Il figlio dei domestici ama mia sorella (ride ancora). No, scusate, scusate. Rido perché sto pensando alla faccia che farà mia madre quando verrà a saperlo (ride).
Santo: non lo dovrà sapere.
Gilberto: ma, anche se non saprà chi siete, non acconsentirà a concedervi la mano di Mariella.!
Santo: questo è da vedere. Un modo per mettere tua sorella e tua madre con le spalle al muro è quello di fare innamorare Mariella di me. E per questo è necessario, per ora, che le faccia credere di essere il vero Manuel Santoro.
(Gilberto ci pensa su con serietà per qualche istante, poi improvvisamente scoppia ancora a ridere, lungamente, una risata che dovrà risultare contagiosa per il pubblico). Roba…. Roba da …. Commedia del Settecento! (si tiene i fianchi). Oh Dio! Non ne posso più.
Santo (trafelato): stanno arrivando: tua madre e Manuel. Io mi nascondo lì dietro. Tu cerca di farli allontanare. (corre a nascondersi, uscendo dalla porta della cucina).

Scena tredicesima

Gilberto trattiene a stento le risa, per non farsi scorgere da Donna Assunta e da Manuel i quali entrano in scena stando a braccetto.

Donna Assunta (nascondendo un certo disappunto): ma dove è andata a finire la mia benedetta figliola?
Gilberto (con finta indifferenza): è andata or ora in cortile. È andata a cercarvi.
Donna Assunta. Oh, voi aspettate qui, Manuel. Vado io a cercarla, e se arriva trattenetela fino a quando non sarò tornata. (Scherzando:) Trattenetela anche con la forza, se è necessario. (esce ridendo contenta.)
(Gilberto comincia a muoversi per la scena, guardando il Barone, con appropriate espressioni.)
Gilberto: oh, eccoci qui, caro Barone! Oppure… posso chiamarvi Manuel? (si avvicina con aria misteriosa ed equivoca al Barone, il quale ha un’espressione di timore e cerca di allontanarsi da Gilberto. Ma questi, inesorabilnente, gli si avvicina sempre più. Il Barone, arretrando, cade a sedere sul divano. Gilberto si china su di lui con aria equivoca.)
Gilberto: eccoci proprio qui, caro Manuel.
Manuel (imbarazzato): già…eccoci qui.
Gilberto (con aria da femmina ammaliatrice): finalmente soli!
(Entra in scena Gaspare. Ha in mano un vassoio con i bicchieri e la bottiglia di liquore).
(Gaspare, sorprendendo i due in quella equivoca posizione, prende a rimproverare il Barone.)
Gaspare: signor Barone! Mi meraviglio di lei!
(Manuel scosta Gilberto e si ricompone.)
Manuel (cercando di essere severo): Gaspare, come ti permetti? Che hai capito?
(Gilberto ride sotto i baffi e, facendo l’occhiolino a Gaspare, si avvicina al Barone e gli passa un braccio sulle spalle.)
Gilberto: Signor Barone… volevo dire Manuel, Gaspare è geloso.
(Il Barone è confuso, smarrito, non sa cosa fare. Si scosta da Gilberto.)
Gaspare: volete un po’ di cordiale Signor Barone?
Manuel (confondendosi): sì…cioè no, sono astemio.
Gilberto (con moine femminili): suvvia Manuel, solo un po’, un goccino per farmi contento.
Manuel: no… non posso.
(Intanto Gaspare ha posato il vassoio e versato un po’ di liquore in un bicchiere.)
(Gaspare prende il bicchierino e lo porge al Barone.)
Gaspare: su, bevete, signor Barone. Cosa penserebbero di voi se entrassero le signore?
Manuel (con logica): apprezzerebbero le mie virtù!
Gaspare (con tono equivoco): “quali” virtù?
Manuel (prendendo in mano il bicchierino di Gaspare): va bene, va bene, lo bevo. Però da solo. (Manuel beve sforzandosi.)
Gilberto: oh, bravo.
Gaspare: bene così, signor Barone. Ora sì che siete un uomo.
(Il Barone, tra smorfie varie, a stento riesce a bere.)
Gaspare: ecco fatto! (Gli toglie il bicchiere di mano.)
(Il Barone, dopo qualche istante, scappa im giardino tappandosi la bocca con una mano, nell’atto di trattenersi dal vomitare.)
(Gaspare e Gilberto ridono.)

Scena quattordicesima

Entrano in scena, dalla porta della cucina, Mariella e Santo: Mariella è infuriata. Santo ha l’aria implorante. Come se cercasse di farsi perdonare.

Mariella: siete un cafone, Barone. Perché mi avete trattenuta? Non dovevate farlo.
Santo: cercate di capirmi, signorina Mariella: non avevo intenzioni volgari. Volevo solamente stare un po’ solo con voi.
Mariella (assume atteggiamenti da oersona offesa): vi credevo un gentiluomo.
Gilberto: e dai, Mariella, il Barone non voleva mancarti di rispetto: ne sono certo. Non è vero Barone?
Santo: ma certamente! Sarebbe l’ultima cosa al mondo che farei.
(Mariella comincia a calmarsi.)
Gaspare: su, signorina Mariella, ne sono convinto anch’io. Il Barone è una persona gentile ed educata.
(Mariella si decide a perdonare il Barone e, dopo averci pensato su per un po’, sorride.)
Mariella: vi perdono. Ma non fatelo mai più.
(Tutti sorridono e si mostrano contenti.)
Gaspare: che ne direste di fare un brindisi?
Gilberto: sì, sì.
Santo: sono d’accordo! (e si reca a riempire i bicchierini.)
(Ognuno prende un bicchiere.)
Santo: ai nuovi amori che sbocciano come i fiori di primavera al sole di maggio.
(Si leva un’ovazione di approvazione; fanno il “cin-cin” e bevono.)
Gaspare: ne voglio fare uno anch’io, di brindisi.
Mariella (dandosi da fare a riempire ancora i bicchieri): sì, però io non bevo più: non lo reggo, il cordiale.
Gilberto: e dai, Mariella, tanto lo sappiamo che di notte ti fai certe bevute…
Mariella (arrabbiata): oh, sei…sei… uno stupido e un cafone, ecco.
(Tutti ridono.)
Gaspare: signorina, Gibbretto scherza sempre.
Gilberto (seccato): Jilbert, Gaspare, Jilbert!
Gaspare: Gibbrett, Gibbrett! E io che ho detto?
(Anche Mariella scoppia a ridere per quella strana pronuncia.)
Gaspare (levando il bicchiere): auguro alla mia Mariella…Mi permetta di chiamarla così, signorina, l’ho sempre desiderato.
Mariella: va bene Gaspare.
Gaspare: auguro alla cara Mariella una vita felice. Accanto all’uomo che ama, chiunque esso sia. E possa il destino riservare le più brutte cose a coloro che le vogliono del male. Sii felice, cara Mariella, e sposa l’uomo che ami e che amerai, chiunque esso sia.
(Dopo una breve pausa i quattro brindano tra brevi commenti e risolini.)
Mariella: oh, gurdate: abbiamo finito tutto il liquore.
(Ridono allegri tutti e quattro.)
Gaspare: ma non fa nulla. Diremo a Donna Assunta che è stato il Barone a scolarselo.
Gilberto e Santo mangiano la foglia ed approvano, ridendo. Mariella non può fare altro che stare al gioco, ignara della verità.)
Mariella: lo dirò io stessa alla mamma. Pensate: lei crede che il Barone sia astemio!


FINE PRIMO ATTO



ATTO SECONDO


Scena prima


Per qualche secondo in scena non è presente nessun personaggio.Poi entra Donna Assunta , costernata.

Donna Assunta: Oh , ma è incredibile ! Una cosa veramente incredibile . In questa casa non si riesce mai a trovare una persona , quando la si cerca . (Guardandosi intorno , Donna Assunta si accorge della bottiglia di cordiale , ormai vuota . Si avvicina al vassoio , annusa con curiosità i bicchieri , e resta pensierosa .)
Donna Assunta (parlando come tra sé) : Ma chi mai avrà bevuto ?
(Entra Gaspare; è allegro.)
Gaspare: Oh Donna Assunta, vi stanno cercando dappertutto .
Donna Assunta (arrabbiata): Ah sì?
Gaspare (sorridendo) : Sì!
(Lentamente, entra in scena Gilberto , gesticola, muto, come se recitasse col pensiero. Donna Assunta e Gaspare non fanno caso a lui .)
Donna Assunta (a Gaspare): E dimmi : Non sai , per caso , chi ha bevuto questo liquore? (Mostra la bottiglia vuota).
Gaspare: Quale liquore? (Cerca di guardare la bottiglia).
Donna Assunta (Spazientita): Adesso non ce n’è più. Voglio dire il liquore che “C’era” in questa bottiglia. 
Gaspare (esitando): Ah , quello ? (Fa il finto tonto) .
Gilberto (intervenendo) : Il Barone Santoro e Mariella hanno fatto un brindisi … 
Gaspare (prontamente) : Già ! E hanno voluto che anch’io e Gilberto ci unissimo a loro, nel brindare .
Donna Assunta: Ma … Ma il Barone è astemio .
Gilberto (con insinuazione): Ne sei proprio sicura ?
Donna Assunta (con naturalezza) : Ma l’ha detto lui stesso ! 
Gilberto: E allora chi ha bevuto, secondo te, in questa bottiglia , eh ?
Gaspare: Era piena, prima che il Barone ci mettesse il … paltò sopra .
(Entra dal giardino del Barone Santoro . E’ abbattuto, si lamenta, come se avesse il mal di mare) .
Donna Assunta (Accorgendosi dell’ingresso di Manuel): Manuel, ma che avete? Vi sentite male? 
Manuel: Sì , Donna Assunta , sì .
Gilberto (Prendendo in mano la bottiglia vuota e guardandola controluce): Sfido io!
(Donna Assunta lancia uno sguardo fulminante a Gilberto) . 
Donna Assunta (maternamente) : Non dovevate bere tutto quel cordiale, Manuel!
Manuel : Ma ne ho bevuto solo un goccetto !
Gaspare : Già dicono tutti così.
Donna Assunta (a Gaspare) : Zitto, tu. (A Manuel) Ma non avevate detto di essere astemio, Manuel ?
Manuel: E lo sono !
Donna Assunta: Ho capito: Volevate festeggiare la conoscenza di Mariella! Un bicchiere tira l’altro e così…
(Gilberto, onde evitare ulteriori, pericolose spiegazioni, interviene portando via, quasi trascinandolo, il Barone.)
Gilberto: Ma so io come rimettere in forma il Barone. Venite, Mariannina vi preparerà un’ottima limonata.
(Il Barone e Gilberto escono, seguiti da Gaspare.)
Gaspare: Vengo con voi.

Scena Seconda


Mentre Donna Assunta guarda pensierosa la bottiglia vuota, entra in scena Mariella.

Mariella : Oh mamma, sei qui ? Sai, ho rivisto il Barone.
Donna Assunta: Lo so, e avete brindato !
Mariella: Già ! Ma tu come fai a saperlo ?
(Donna Assunta, per tutta risposta, mostra afflitta la bottiglia vuota.)
Mariella : A proposito: Perché mi avevi detto che il Barone era astemio ? Vedessi come beve!
Donna Assunta : Bah, lasciamo perdere! Mi sa tanto che ha ingannato pure me. (Accomodante) Ma sono debolezze che si possono perdonare, cara.
Mariella : Già. (Pausa. Poi sospirando) E’ un bell’uomo, il Barone, non credi ?
Donna Assunta: Lo credi un bell’uomo ?
Mariella (Sognante) : Certo !
Donna Assunta : Hai visto, figlia mia, che la ricchezza abbaglia più dell’ amore ? 
Mariella: E’ anche audace. Molto audace.
Donna Assunta : Che vuoi dire? Spiegati.
Mariella (Fingendo di essere seccata): Figurati… figurati che ha usato persino trattenermi. 
Donna Assunta: Lo credo gliel’ho suggerito io.
Mariella (sorpresa) : Mamma !
Donna Assunta : Certo! Gli ho detto di trattenerti fino a quando non fossi arrivata io.
Mariella: Ma per fortuna poi mi ha lasciata ; e mi ha anche chiesto scusa. Che uomo gentile e galante !
Donna Assunta (Suggerendo): Non lasciamocelo scappare, cara Mariella ! Se sposi quello…
Mariella : Non occorre che tu me lo dica, mamma.
Donna Assunta (preparandosi ad uscire) : Beh , sono contenta che ti piaccia . Questo faciliterà di molto le cose.
Mariella: Dov’è adesso il Barone ?
Donna Assunta : E’ andato in cucina a bere una limonata. Dovrebbe essete di ritorno tra un po’. Tu aspettalo qui. Io vado via: voglio che ti trovi sola. (Esce).

Scena terza

Rimasta sola in scena, Mariella accenna, canticchiando, qualche passo di danza. Dopo qualche secondo entra Gaspare. Mariella, pur accorgendosi della sua presenza, continua a danzare. Gaspare si dirige verso il tavolo per prendere il vassoio con i bicchieri.

Mariella (Canticchiando) : Salve Gaspare.
Gaspare: Mariella, sono contento di vederti felice.
Mariella: Felice? Felicissima. (Gaspare diventa serio pensieroso; guarda Mariella che diventa seria a sua volta.)
Mariella: Gaspare, che hai ?
Gaspare : (Imbarazzato) Senti, Mariella, io ti conosco da quando eri un cosino appena nato. Sai che voglio il tuo bene più di qualunque altra cosa al mondo… (Pausa).
Mariella: Ebbene ?
Gaspare: Ebbene… Sembra che tu ti sia innamorata veramente di Santo.
Mariella (non capendo) : Di Santo ?
Gaspare (correggendosi): Ehm… volevo dire Santoro. Si Santoro.
Mariella : Ah, sì ! Credo di essermene innamorata.
Gaspare : Ne sei sicura ?
Mariella: Certo ! Che discorsi fai, Gaspare !
Gaspare : E…e dimmi : lo ameresti anche se ti confessasse (Pausa) che non possiede nulla ?
Mariella : (Sorridendo) Nulla ? E’ il Barone Santoro!
Gaspare : Si va bene! Ma ti prego, rispondi.
(Mariella si fa fredda, nervosa, ci pensa su.)
Mariella : Perché mi fai questa domanda ?
Gaspare: No, aspetta, Mariella, non pensare male. Dicevo così, per dire. Lo so che ami quel giovane…ma vorrei farti capire…
Mariella (Interrompendolo con freddezza): Cosa, cosa vorresti farmi capire? Tu? (Gaspare si mostra indeciso, come se non sapesse se dire la verità o meno; se rivelare o no la vera identità di Santo.)
Gaspare: quello che conta più di tutto è il sentimento. Per esempio, cosa faresti se scoprissi che il giovane che hai conosciuto, e di cui ti sei innamorata non è, in realtà, il Barone Santoro?
Mariella (paziente): Ma, Gaspare, che ti succede? Il Barone Santoro è il Barone Santoro, no? E allora? E’ bello, è ricco, è galante, è figlio di un nobile spagnolo…
Gaspare (interrompendo): Mariella, ascolta. Tu sei giovane, non hai esperienza delle cose della vita. (pausa) Forse non sai neppure cosa vuol dire amare,… amore… matrimonio…
Mariella: perché, tu sì? (lunga pausa, durante la quale Gaspare guarda Mariella dritto negli occhi, con passione.)
Gaspare: sì. So cosa vuol dire… amarti… So cosa vuol dire amare una persona per quello che “è”, non per quello che “ha”, che possiede. So cosa vuol dire amare una persona per il suo modo di comportarsi, di parlare…
Mariella: Gaspare, io…
Gaspare: no, no. Aspetta. Amare vuol dire aver caro, voler bene, desiderare qualcuno con l’animo e con i sensi; vuol dire bramare una persona di sesso diverso. Amare vuol dire mettere il proprio cuore nel cuore di un altro. (Pausa.) Per questo è necessario che io sappia se ami veramente il giovane che hai appena conosciuto. Per quello che è. Ne va della tua felicità. E’ necessario che io lo sappia, Mariella, esclusivamente per il tuo bene, perché tu non abbia un giorno a soffrire.
(Mariella rimane senza parole, non sa cosa dire. Rimane pensierosa per qualche istante, si schernisce.)
Mariella (esitando): se amare vuol dire ciò che hai appena detto… allora sì, lo amo.
Gaspare (incalzando): e ameresti ancora, quel giovane, se si venisse a sapere che non possiede un centesimo?
(Mariella esita a lungo prima di rispondere, sembra in conflitto con se stessa, per quello le ha insegnato la madre e per il sentimento che nutre per Santo, libero da ogni interesse).
Mariella (decisa): sì, lo amerei ancora. (prende a parlare con foga, come se si fosse liberata del peso degli insegnamenti della madre.) Lo amerei ancora. Non mi importa se è ricco o povero. Ormai lo amo. E lo amerò.
Gaspare (avvicinandosi a Mariella): Oh, Mariella… (contento si avvicina a Mariella, come per abbracciarla, ma lei si scosta con evidenza, per evitare l’abbraccio. E Gaspare, deluso, abbassa la testa e si avvia ad uscire.)
Gaspare (sforzandosi di apparire contento): molto bene. Vado a fare compagnia al Barone. (esce).
(Mariella fa alcuni passi, avanti e indietro. È nervosa – o pentita? – per come ha trattato Gaspare. Poi, con decisione, esce di scena.)

Scena Quarta

Per qualche secondo la scena rimane deserta. Poi entra, dal giardino, Gilberto. Sta recitando una battuta da Romeo e Giulietta.

Gilberto: che mi prendano, che mi mettano pure a morte. Sono contento, se così vuoi tu. Dirò che quel grigio laggiù non è l’occhio del mattino; non è altro che il pallido riflesso della fronte della luna. Non è l’allodola quella le cui note han colpito la volta del cielo tanto in alto al di sopra della nostra testa. Ho più desiderio di restare che volontà di partire. Vieni morte, benvenuta! Giulietta lo vuole. Come va anima mia? Parliamo. Non è giorno. Non ancora.
(Gilberto rimane per qualche istante assorto nella parte di Romeo. Poi entra Santo, applaudendo.)
Santo: Bravo! Sei veramente bravo!
Gilberto: oh, non sapevo di aere uno spettatore, altrimenti avrei… dato di più. Sai, le mie doti non si fermano a questo.
Santo: Quando reciti sembri un altro.
Gilberto: la mia patologica paura e la mia insicurezza. Proprio di questo si tratta. Ma paura e insicurezza scompaiono quando immagino di essere su un palcoscenico. In una sorta di “trance” che cancella tutto il resto del mondo, io sento di vivere. E allora divento “il personaggio”.
Santo: mi dispiace ma non riseco a seguirti, a capirti.
Gilberto (allegro): e fai bene. Meglio stare lontani da certi discorsi. Piuttosto dimmi: com’è il nostro piano? Che scopo dobbiamo raggiungere?
Santo: vedi… io amo Mariella. Me ne sono innamorato appena l’ho vista. E anche lei si è innamorata di me. Ne sono sicuro.
Gilberto (ridendo): ah! ah! ah! due novelli Giulietta e Romeo! (ne approfitta per riprendere a recitare:) il loro amore contrastato dall’opposizione della madre di lei che la vuol dare in sposa ad un ricco e nobil giovine un po’… (col dito indice si tocca la tempia per indicare “scemo”. In quel momento entra in scena Gaspare.)
Gilberto (a Gaspare): hai sentito? Questo giovane sciagurato, povero in canna, vuol fare concorrenza in amore al Barone Santoro e mettersi così contro la cara Donna Assunta!
Gaspare: Non ci trovo nulla di ridicolo, in ciò. E poi, Santo possiede qualcosa che il Barone non ha, la bellezza.
Gilberto: la bellezza?
Gaspare: Sì. E inoltre: la prestanza, l’ingegno, l’audacia, il coraggio, l’intelligenza, la fort…
Gilberto (interrompendo): va bene, va bene, ma alla cara mammina tutto ciò non interessa.
Gaspare: e noi ce ne impipiamo! L’amore di due giovani non può essere ostacolato dall’avidità di una donna.
Gilberto (ironico): giusto! Ben detto! (ride.) comunque continuiamo pure con questa recita (ride ancora.) Io mi diverto. Giuro che mi diverto.
Santo: C’è un’altra cosa che credo tu debba sapere…
Gaspare (interrompendo): Ma Santo!, non vorrai svelare…
Santo: sì. Voglio proprio che Gilberto sappia tutta la verità. A questo punto… (a Gilberto:) Io non sono “povero in canna”. Sono ricco. Ricco!
Gilberto: come… “ricco”?
Santo: Ricco. Ma tua madre non deve saperlo.
Gaspare: e nemmeno Mariella, per ora.
Santo: Nessuno deve saperlo. Voglio che Mariella mi accetti mi accetti per quello che sono, o meglio: per quello che crede che io sia. E deve riuscire a vincere gli impedimenti e e le pressioni di sua madre.
Gilberto: beh, quand’è così… ma a me nulla importa delle tue ricchezze. Tra non molto io andò via. Andrò a fare l’attore (esce correndo, allegro), via: andrò via libero, come l’aria.

Scena Quinta

Rimasti soli in scena, Gaspare e Santo si guardano per qualche istante: sono complici nel conquistare il cuore di una ragazza, e il loro piano va a gonfie vele.
Da fuori scena si ode una voce: è il Barone, che sta pe entrare dal giardino.

Manuel (da fuori scena): Donna Assunta! Donna Assunta! Ma dove siete?
Gaspare: è il Barone Santoro. Sta per entrare qui.
Santo: devo nascondermi.
Gaspare: vai nelle cucine, presto.
(Santo esce velocemente.)
Manuel ( entrando): oh, Gaspare, avete visto Donna Assunta?
Gaspare (imbarazzato): no, no. Poi, cercando di scherzare:) qundo la si cerca, Donna Assunta è introvabile.
Manuel: già. E ditemi… avete visto la signorina Mariella?
Gaspare (prontamente): no. La signorina Mariella, quando la si cerca, è più introvabile della madre.
(Il Barone non sa che dire. Resta pensieroso. Suda e siasciuga la fronte.)
Gaspare: signor Barone…
Manuel: sì? Che c’è Gaspare?
Gaspare: posso farvi una domanda?
Manuel (indeciso): beh… certo… se non è indiscreta.
Gaspare: il fatto è, signor Barone, che è indiscreta.
Manuel (guardando Gaspare con curiosità e imbarazzo): Indiscreta? Dite davvero?
Gaspare (minimizzando). Un po’. Solo… un po’ indiscreta.
(Il Barone resta a pensare ancora qualche secondo, poco convinto).
Manuel (deciso): ebbene fatela, questa benedetta domanda. Ma fatela… con prudenza.
Gaspare: sì, sissignore. (si schiarisce la gola.) dunque…
Manuel: su, parlate, Gaspare.
Gaspare:ditemi, signor Barone… (cambiando discorso:) volete prima accomodarvi?
Manuel (diffidente): e perché ma dovrei sedermi?
Gaspare: non si sa mai… potreste svenire?
Manuel: svenire? Io? Tsè! (lo guarda sprezzante) sto bene all’impiedi. Ma sbrigatevi a fare la vostra domanda: mi fate spazientire!
Gaspare: scusatemi, avete ragione. Signor Barone, mi potete dire…
(entra improvvisamente Donna Assunta. È allegra, col sorriso “stampato” in faccia. Il suo ingresso interrompe la domanda di Gaspare, che non può più formularla.)
Donna Assunta: Caaaro barooone! Mio caaaaro Maaaanuel! Siete qui? Siete sempre dove non vi cerco.
(Manuel e Gaspare non capiscono. Si guardano.)
Manuel (timido): già. Il fatto è che anch’io vi ho cercata e non vi ho trovata. Voi e vostra figlia.
Donna Assunta: Mariella? Oh, Manuel, siete un conquistatore di cuori femminili. Sapeste cosa mi ha detto, Mariella, di voi!
(Il Barone guarda Gaspare, cercando di capirci qualcosa.)
Gaspare: beh, io devo andare… (si avvia ad uscire.)
Donna Assunta (con autorità): Gaspare!
(Gaspare si blocca, come se fosse stato colto con le mani nel sacco. Si gira lentamente.)
Gaspare: comandate, Donna Assunta.
Donna Assunta: tu rimani qui, a fare compagnia al Barone, mentre io vado in cerca della mia bambina. E cascasse il mondo… li voglio vedere vicini, questi due colombi. (Donna Assunta esce e Manuel e Gaspare la guardano inebetiti.)
Gaspare: signor Barone, siete un uomo capace di affrontare qualsiasi situazione?
Manuel (con dignità e a testa alta): che domande! Ma si capisce! (poi, ridimensionado:) “quasi” tutte.
Gaspare: allora vi faccio una domanda, posso? Va bene, grazie. È quella di prima. Cosa direste, o fareste, se vi rivelassi che Donna Assunta vi vuol fare sposare Mariella unicamente per interesse?
Manuel (indignato): come vi permettete? Donna Assunta è la vostra padrona.
Gaspare: sì, va bene! Ma cosa direste, voi, se fosse così?
Manuel: non oso nemmeno pensarlo. Di sicuro c’è che siete un insolente, ecco.
Gaspare: siete ingiusto, signor Barone. Io facevo solo un’ipotesi, volevo mettervi su una certa direzione.
Manuel: e lo voglio ben credere, sangre de diablo !
Gaspare: volgiate scusarmi, signor Barone, ma… niente, niente. Come non detto. Se mai vi capiterà di rimanere deluso, non pensateci.
Manuel: Gaspare, non vi capisco proprio. Per stavolta dimenticherò le vostre parole.
Gaspare: capierete, signor Barone, capirete.
(Il Barone rimane incuriosito e sorpreso.)

Scena Sesta

Il Barone sta per replicare, sta per chiedere a Gaspare di spiegarsi meglio, quando entra, trafelato. Gilberto.

Gilberto: oh, Barone Santoro, siete qui? Mariella vi sta cercando per mari e per monti. Ora dev’essere in giardino, venite. (lo prende a braccetto e lo “trascina” verso il giardino. Contemporaneamente, cercando di non farsi scoprire dal Barone, Gilberto fa dei segnali a Gaspare, indicando la porta che dà nelle cucine. Poi, Gilberto e il Barone scompaiono in giardino.)
(dalla porta delle cucine entra Santo, al quale Gilberto aveva fatto i segnali di poco prima.)
Santo (entrando): Grazie a Gilberto, che mi è venuto in aiuto, ci siamo liberati del Barone. Almeno per un po’.
Gaspare: bisognerà trovare una soluzione definitiva, caro Santo. I tempi stringono.
Santo: lo so. Non possiamo continuare così in eterno.
(Improvvisamente entra Mariella.)
santo: oh, Mariella, capiti a proposito.
Mariella (sorridendo incuriosita): perché, che c’è?
Gaspare: santo ed io ti dobbiamo fare un’importante comunicazione.
Santo: perdonami, amore. Ti ho ingannata.
Mariella (il sorriso le scompare, è sorpresa): ingannata? Quando? Come?
Santo: qualunque cosa scoprirai tra un momento, ricorda che ti amo e ti amerò sempre.
Mariella: ma che vuol dire?
Gaspare (a santo): via, via, con i sentimentalismi. (a Mariella): ecco, devi sapere che il qui presente giovane… non è il Barone Santoro.
Mariella (sussultando): non è il Barone Santoro? E allora chi è?
Santo: sono…
Gaspare (interompendo): lascia che parli io, santo. È meglio.
Mariella: Santo? Ti chiami santo?
Santo: sì, ma credimi amore, io…
Gaspare: santo, non rovinare tutto.
Mariella: che strano, Mariannina e Cesarino hanno un filgio che si chiama santo e vive lontano. Me ne hanno sempre parlato. (pausa. Come se avesse intuito la verità.) Non sarai per caso…
Gaspare (prontamente): sì. Santo è il figlio di Mariannina e casarino, i vostri servi. (aspramente, per cercare di provocare Mariella) santo è figlio di servi.
Santo: io ti amo, Mariella. E anche tu mi ami, lo sento. È questo che importa, no? Abbi fiducia in me.
(Mariella resta muta, pensierosa per qualche secondo, come se stesse decidendo quel che deve fareo dire.)
Mariella: e voi due, anzi, voi tre, contando Gilberto, avete fatto credere a mia madre che santo fosse il Barone Santoro?
Santo: no… non precisamente.
Mariella: che vuol dire?
Gaspare: che tua madre non sa nulla di questo… chiamiamolo “scambio di persona”. Solo a te abbiamo fatto credere che santo fosse il Barone manuel Santoro.
Santo: tu stessa mi hai dato l’idea. Quando ci incontrammo la prima volta, proprio qui. (diventa languido.) mi innamorai subito di te, Mariella.
Gaspare(interrompendo): sì, sì, abbiamo capito, va bene. E poi? Su, continua!
Santo (riprendendosi dal languore): beh, quando ci incontrammo per la prima volta, tu stessa mi hai scambiato per il Barone Santoro e non mi desti neanche il tempo di spiegarti, di presentarmi.
Gaspare: puoi crederci, Mariella, è così.
Mariella: e la mamma? Cosa avete detto alla mamma?
Gaspare: tua madre non sa neppure della presenza di santo in questa casa.
Mariella: ma la mamma mi ha parlato del Barone, che era qui, che voleva conoscermi…
Gaspare: anche il Barone, quello vero, è in questa casa, ma tu non lo hai mai visto.
Santo: invece del Barone hai sempre visto me.
Gaspare: e tua madre crede che tu abbia sempre visto il “vero” Barone Santoro.
Mariella (incredula, cade a sedere): santo cielo! E ora?
Santo: e ora, cosa?
Mariella: ora come faremo a dirlo a tua madre? E al povero Barone? Che neppure conosco?
Gaspare: il Barone non saprà mai di questo scambio di nomi e di persone. Non deve saperlo. Al resto… lasciate che ci pensi io.

Scena Settima

Da fuori scena, dal giardino, si odono provenire delle voci concitate.

Donna Assunta (fuori scena): venga, Manuel, vediamo se la troviamo qui dentro.
Gilberto (fuori scena): ma ti dico che non c’è. Ho già guadato io.
(Donna Assunta entra in scena seguita da Gilberto e da manuel.)
Donna Assunta: ma giliberto, cosa ci costa guardare anche… ( si blocca perché scopre che Mariella è proprio nel salone.) hai visto che era proprio qui dentro? (sorridendo:) oh, manuel, eccola qui, la mia bambina, finalmente.
(Il Barone rimane estasiato ad ammirare Mariella, la quale, timida, abbassa lo sguardo. Gilberto, alle spalle del Barone e della madre, alza le spalle come per dire a Gaspare e a santo “non ho potuto farci nulla, non sono riuscito a trattenerli”.)
(Donna Assunta giro lo sguardo verso santo e, accorgendosi della sua presenza, il sorriso le scompare dalle labbra. Alza il braccio ad indicare santo.)
(Per qualche secondo c’è suspance: tutti rimangono sorpresi, muti, fermi, a guardarsi l’un l’altro.)


FINE SECONDO ATTO



ATTO TERZO



Scena Prima


Al levarsi del sipario, i personaggi sono fermi come lo erano alla fine del secondo atto. Sono presenti in scena: Gaspare, il Barone Santoro, Mariella, santo, Gilberto e Donna Assunta. Gilberto prende a muoversi per la scena. Donna Assunta guarda fisso santo, che ricambia con sguardo fiero. Il Barone è come incantato a guardare Mariella, che se ne sta a testa china. Gaspare rompe il silenzio.

Gaspare: oh, signor Barone, la signorina Mariella non vedeva l’ora di incontrarvi. (a Mariella:) non è così?
Mariella (sorridendo con sforzo): già.
Manuel (balbetta contento): di-di-dite da- da- davvero?
(Mariella non risponde, ma sbuffa seccata.)
Donna Assunta (rivolta a Gaspare e riferendosi a santo): e… questo giovanotto, chi è?
Gaspare (imbarazzato): è… è… il bovaro.
Donna Assunta: il bovaro?
(Gilberto scoppia in una fragorosa risata, per la “sparata” di Gaspare. Tutti, tranne il Barone, guardano Gilberto, poi tornano a guardare Gaspare, in attea di ulteriori spiegazioni.
Gaspare 8con ingenuità): sì, il bovaro.
Donna Assunta: ma noi non possediamo buoi.
Gaspare: una volta. Ma qualche tempo fa li ho dovuti comprare per aiutare i contadini: sa, i lavori pesanti nei campi…
Gilberto (ride ma nessuno fa ormai caso a lui): una trovata degna del grande Moliere.
Donna Assunta (poco convinta): un bovaro… (guarda i vestiti di santo) un bovaro? Mah!
(In tutto questo tempo il Barone è rimasto come incantato, con un sorriso da ebete, a guardare Mariella.)
Santo: col permesso di tutti mi ritiro. (saluta con un inchino ed esce.)
Mariella: Barone…
Manuel (prontamente): Oh, chiamatemi Manuel, ve ne prego.
Mariella: no, no: credo sia meglio che vi chiami così… Barone, non vorrei che vi faceste delle illusioni, che coltivaste delle speranze…
Donna Assunta (intervenendo allarmata): Mariella, ma cosa dici?
Mariella (con decisione): mamma, credo che dovremo parlare, io e te.
(il Barone non ha mai smesso di guardare Mariella e ancora non si rende conto della situazione.)
(Gaspare si schiarisce la gola e tossisce per richiamra l’attenzione del Barone.)
Gilberto (idem): signor Barone… Barone… (gridando) oh, manuel!
Manuel (non fa caso a nessuno dei due e prendendo un pacchettino dalla tasca si rivolge a Mariella): permettete che vi offra questo segno…
Mariella (non fa caso al Barone e insiste a voce alta): hai sentito, mamma?
Donna Assunta: non vuoi prima vedere il regalo che il Barone molto gentilmente ti offre?
(Il Barone sembra non capire, resta col regalo in mano, a braccio teso.)
Mariella: no, non voglio vederlo. Mamma, ti devo par-la-re! … Io e te. Dobbiamo parlare. Da sole. Con nessun altro presente.
(le frasi di Mariella sono sillabate di proposito per far capire al Barone e agli altri di andare via. Ma il Barone sembra non capirlo, perciò intervengono gli altri.)
Gilberto (prendendo il Barone sottobraccio): venite, Barone.
Barone (come risvegliandosi da un sogno): Eh, come? Che c’è?
Gaspare: non avete sentito?
Manuel: sentito cosa?
Gilberto (recitando): le qui nobil dame hanno si’ segreti misteri, da riferirsi l’un l’altra, che la nostra presenza sembra non aggrada lor. Vogliamo appartarci?
Manuel: come? Ah, sì, sì, certo. Col vostro permesso, signore… (s’inchina platealmente ed esce rinculando verso il giardino.)
Gilberto (recitando e guardando in cielo sospira): ah! arte, arte! Cosa tu non riesci a far! (esce anche Gilberto.)
Gaspare: col vostro permesso…
Mariella: no, gaspare, tu puoi restare.
Donna Assunta (ansiosa): allora, Mariella? Cos’è questa storia? Prima sembri cotta e stracotta del Barone, del suo fascino eccetera eccetera. Ed ora te ne esci con le tue spiritosaggini e il tuo comportamento villanesco.
Mariella: ti prego, mamma, non incominciare con le prediche.
Donna Assunta (trepidante): oh, povero Barone! Speriamo non l’abbia preso a male. (Donna Assunta, agitata, si reca sull’uscio che dà in giardino e cerca con lo sguardo il Barone. Lo vede e lo saluta da lontano, sventolando la mano.)
Gaspare (a Mariella, a bassa voce): bada a come parli, tua madre crede che conosci già da qualche ora il Barone.
Mariella: stai tranquillo.
Donna Assunta (rientrando): Speriamo proprio che non l’abbia presa a male, sennò addio matrimonio.
Mariella: non ci sarà nessun matrimonio, mamma.
Donna Assunta (sorpresa): Cooosa? Ma come? Mi avevi assicurato che il Barone ti piaceva…
Mariella (impuntandosi): E adesso non mi piace più.
Donna Assunta: così, su due piedi? Di punto in bianco?
Mariella: sì, di punto in bianco, e allora? (pausa.) Ma mamma, non hai visto come è buffo, come è goffo? Non sa neppure corteggiare una ragazza. Davvero daresti un marito simile a me, tua figlia?
Donna Assunta: Ma è ricco! Se lo sposi, ti sistemi, figlia mia.
Mariella (adirata): oh, mamma, ma non vuoi proprio capire. E’ una fissazione, tua! (stizzita, Mariella esce.)

Scena Seconda

In scena sono rimasti Donna Assunta e Gaspare. Per qualche secondo rimangono in silenzio. Donna Assunta sospira preoccupata. Gaspare la osserva.

Donna Assunta (passeggia nervosamente): hai sentito la signorina? Sarei una matta. Lo faccio per il suo bene e sono una matta.
Gaspare: beh, credo di dover andar via, ora. 
Donna Assunta: no!
Tu non te ne vai.
Gaspare: ma ci sono i contadini che mi aspettano, devo dar loro degli ordini.
Donna Assunta: te lo do io, invece, un ordine.
Gaspare: quand’è così… comandi, signora.
(Donna Assunta si muove nervosa avanti e indietro prima di decidersi a parlare. Gaspare la osserva.)
Donna Assunta: Gaspare…
Gaspare: sì? Mi dica, Donna Assunta.
Donna Assunta (parlando con energia, come se impartisse degli ordini strategici militari): tu, con l’aiuto di quell’incosciente di Gilberto dovete, ripeto: “dovete”, fare in modo di rendere quel… timidone del Barone, non dico un dongiovanni, ma almeno capace di fare la corte a Mariella. Non tutto è perduto. Non ancora. Mariella può sempre decidersi a cambiare idea.
Gaspare: ma l’ha già cambiata, l’idea, non avete sentito?
Donna Assunta: Se il Barone si fosse comportato con un minimo di naturalezza, Mariella non avrebbe di certo avuto quel senso di repulsione nei suoi confronti. 
Gaspare: Ma, Donna Assunta, forse non dipende dal fatto che il barone sappia o meno fare la corte. Una ragazza ha bisogno di ben altro. L’avete detto voi stessa: naturalezza, ci vuole. Anche se il Barone imparasse a far bene la corte, sarebbe pur sempre qualcosa di costruito.
Donna Assunta: devo tentare il tutto per tutto, Gaspare. Tu sai meglio di me in che condizioni economiche ci troviamo…
Gaspare: ma non potete pretendere di risolverle con l’infelicità di vostra figlia.
Donna Assunta: Chi ha parlato di infelicità? Che ne sai tu, della felicità di Mariella?
Gaspare: Ma si vede benissimo che Mariella non dirà mai di sì al Barone.
Donna Assunta (combattiva): lo vedremo. Voi pensate a dare al Barone lezioni di corteggiamento, e vedrai che il resto verrà da sé. Vedrai se non lo sposeremo, vedrai! (E senza aspettare repliche, velocemente, così come ha parlato, Donna Assunta esce dal giardino chiamando Gilberto e Manuel.)

Scena Terza


Gaspare resta solo e si muove pensieroso, pensando ad una soluzione. Pian piano comincia a parlare tra sé e sé, in crescendo, sino a sfociare in un monologo involontario.

Gaspare (a bassa voce): io ti amo. (Pausa.) Sì, io ti amo. Che ci vuole a dire “io ti amo”? (A voce sempre più alta) Io ti amo. Ti amo dal primo momento che ti ho vista, Mariella. I tuoi occhi mi ricordano le lucciole, svolazzanti in una calda sera d’estate, la tua bocca, un fiore di maggio, i tuoi capelli… Ma che sto dicendo? (sorride) vecchio rimbambito che non sono altro. Non si possono dire simili frasi ad una fanciulla in fiore, anzi, un bocciolo, un gattino che appena si sta affacciando alla vita e che ha conosciuto Santo, che ama e il quale l’ama. Non si può insegnare l’amore ad esprimere l’amore. Se un uomo ama veramente, lo esprime da sé, col suo essere innamorato. Lo esprime con lo sguardo, con i sospiri, con la sua anima, in un modo o in un altro. L’amore non conosce ostacoli e si presenta da solo. L’espressione dell’amore è l’amore stesso. E non si può insegnare.
(Gaspare continua a passeggiare e a meditare.)

Scena Quarta

Entrano in scena Gilberto e il Barone Santoro, che parla concitatamente.

Manuel (ansioso): dite, Gilberto, le avrò fatto buona impressione? Pensate che le sarò piaciuto, eh? Mi sono comportato bene?
Gilberto (paziente): Sì, sì.
(Il Barone ha un sospiro di sollievo e sorride.)
Gaspare: E invece no. Non le siete piaciuto. Ve la dico io, la verità. Non le avete fatto buona impressione. Non vi siete comportato affatto come un innamorato e ha orrore per voi.
(Il Barone guarda sconcertato Gilberto, forse per farsi difendere, ma Gilberto scoppia a ridere.)
Gilberto: Questo sì che è un colpo di scena! Che volete farci Barone, se lo dice lui.
(Il Barone torna a guardare Gaspare con la massima indignazione.)
Manuel: Come vi permettete, screanzato e villano che non siete altro. Che ne sapete “voi” di buone maniere?
Gaspare (non lasciandosi intimorire): con tutto il rispetto, signor Barone, lasciate che vi spieghi.
Manuel: “Spiegarmi”?… Voi? (E gli gira le spalle.)
Gaspare: Spiegarvi, sì. Voi vi siete comportato educatamente, con buone maniere, come si conviene ad un gentiluomo, nei salotti degni del vostro titolo. Ma non vi siete comportato nel modo giusto con la donna che si ama. E voi l’amate, Mariella, vero?
Manuel: non sono tenuto a rispondere a voi. (Pausa. Ci ripensa e risponde remissivo). Certo che l’amo, che domanda!
Gaspare: e Mariella come fa a saperlo? Glielo avete detto? (Il barone rimane di stucco).
Gilberto: già, come fa a saperlo? Siete sicuro, caro Manuel, che Mariella sia al corrente dell’amore che nutrite per lei?
Manuel (rendendosi conto): no, non sono sicuro. E come potrei esserlo, se non è lei a dirmelo?
Gaspare: e Mariella ve lo dirà ad una sola condizione.
Manuel (ansioso): quale?
Gaspare: che voi le dichiarate il vostro amore.
Gilberto: sapete fare una dichiarazione? Sapete come dichiararvi a una donna?
Gaspare: un momento! Prima di tutto il barone deve sapere che si può anche essere respinti.
Manuel: respinti? Esiste questa possibilità? Cielo!
Gilberto: eh, caro Manuel, le donne! Chi le capisce è bravo.
Manuel illudendosi, forse per farsi coraggio): ma no! Mariella mi dirà di sì. Mi dirà di sì senz’altro.
Gaspare: sentite, signor barone: posso permettermi di darvi un consiglio?
Manuel: sentiamo. I consigli si ascoltano sempre perché tanto, poi, si possono anche ignorare.
Gaspare: perché non scrivete a Mariella una bella lettera d’amore e poi partite per la Spagna? Se vi ama vi risponderà.
Manuel: e se non mi ama?
Gaspare: non vi risponderà.
Manuel (pensandoci su): una lettera e poi partire?
Gilberto (entusiasta): sì, una lettera. Fece così anche Amleto con Ofelia. Una bella lettera d’amore (recitando): “Dubita del Sole, amore mio, dubita delle stelle, dubita della Luna, ma del mio amor non dubitar”.
(Restano tutti e tre estasiati per qualche secondo).
Manuel: e poi partì?
Gilberto: chi?
Manuel: questo tizio. Amleto.
Gilberto: sì, partì. Ma non per la Spagna.
Manuel: e per dove?
Gilberto: verso il suo mondo, il suo dilemma.
Manuel: no, no. L’idea della lettera non mi va.
Gaspare: e allora non resta che la dichiarazione classica. Quella che fanno tutti. E la più rapida e semplice.
Gilberto: Gaspare, non mi va che si violenti mia sorella. (Ride di questa sua battuta. Manuel non ha capito.)
Manuel: la più rapida e semplice? E quale sarebbe?
Gaspare: Mariella mia dal primo momento che vi ho vista mi sono innamorato di voi. Ecco: siete capace di ripetere questa semplice frase? Basta questa frase. Mariella capirà e il resto verrà da sé.
Manuel (poco convinto): dite?
Gaspare e Gilberto ( insieme): certo!
Gilberto: vado a chiamare mia sorella. Deve essere in camera sua.
(Gilberto sta per uscire, ma Mariella compare dalla porta della quinta di destra, sbarrando il passo a Gilberto.)
Gilberto: oh! Eccola qui. (con enfasi:) quando si dice, il destino!
(Alla vista di Mariella, Manuel torna ad incantarsi.)
Gaspare: beh, io devo andare nella Piana di Malaspina. Col vostro permesso…
Gilberto: sai che ti dico, Gaspare? Quasi quasi vengo anch’io a Malaspina, così farò una passeggiata. (al barone:) Mi raccomando, Manuel, qualcosa di rapido e semplice. (salutando:) signor Barone…cara sorella…
(Gaspare e Gilberto escono.)

Scena Quinta

Mariella è ferma sull’uscio, da dove è appena entrata. Sta muta per qualche secondo. Forse spera che sia Manuel a parlare per primo, ma il Barone non lo fa e come al solito resta trasognato

Mariella: Barone...
Manuel: signorina Mariella, avete un…un bel… un bell’abito
Mariella (paziente e amorevole): Barone, vi prego, lasciate che vi parli, che vi dica qualcosa che non ho mai confessato a nessuno.
Manuel (contento e speranzoso): sì? che volete dirmi? 
Mariella: non ve la prendete a male se ciò che sto per dirvi vi potrà deludere.
(Manuel si mostra preoccupato poi si fa coraggio.)
Manuel: dite, qualunque cosa sia saprò affrontarla a testa alta.
Mariella: non c’è niente da affrontare. Si tratta di me, del mio destino. Da molti anni sin da quando presi la prima comunione promisi a me stessa, al cospetto di Dio che avrei sposato un solo uomo, che avrei amato e servito un solo padrone e Signore: Gesù.
(Manuel si mostra sorpreso, disorientato.)
Manuel: Gesù?… Come Gesù? Volete dire Gesù Cristo?
(Mestamente Mariella annuisce.)
Mariella: fu allora che decisi di farmi suora. Finora non ho mai voluto confessare a nessuno questo mio segreto desiderio. Ma non sarete certo voi, Barone, a farmi cambiare idea. Spero mi capirete e comprenderete.
Manuel: capisco e…comprendo.
(Manuel si mostra deluso e scoraggiato. A testa bassa, si avvia ad uscire.)
(Improvvisamente, entra Donna Assunta. E’ allegra.)
Donna Assunta: oh! I miei piccioncini!
Mariella (seccata): mamma, ti prego. (Al Barone, che era rimasto sull’uscio a guardarsi indietro un’ultima volta:) addio Barone Manuel Santoro. Senza aspettare risposta, Mariella fa dietro front ed esce.)
Donna Assunta (sorpresa): addio? Che vuol dire, Manuel? 
Manuel: vuol dire che il mio sogno è infranto, che mi sono svegliato, Donna Assunta. Mariella non è per me. O meglio: io non sono per Mariella. 
(Donna Assunta è disorientata, senza parole, balbetta.) 
Donna Assunta: ma…ma… Barone, io…
Manuel: addio Donna Assunta. E stato un piacere conoscervi e mi avete fatto vivere davvero dei bei momenti di illusione. (esce.)


Scena Sesta


Donna Assunta è affranta si sente mancare e si siede. Entrano in scena Santo e Gaspare.

Gaspare (a Donna Assunta): è andato via?
Donna Assunta: Gaspare, che ci fai qui con questo…questo bovaro?
Gaspare: Donna Assunta, questo bovaro sposerà vostra figlia. 
Santo: che voi lo vogliate o no.
Donna Assunta: coosa? Questa è buona.
Santo: sì, Donna Assunta. Io amo Mariella e voi dovete concedermi la sua mano.
Donna Assunta: non lo dite nemmeno per scherzo, e smettetela di sognare. Il Barone lo ha appena fatto.
Santo: non sto sognando. 
Donna Assunta non dite stupidaggini.
Gaspare: Donna Assunta, Santo è un bravo ragazzo, ama veramente Mariella.
Donna Assunta: ci mancherebbe solo che l’amasse per finta.
Santo: io amo Mariella e Mariella ama me.
Donna Assunta: (sorpresa): come fate a saperlo?
(tutti stanno zitti in modo significativo e Donna Assunta, finalmente, capisce.)
Donna Assunta: siete già a questo punto!
Santo: e ci sposeremo.
Donna Assunta: con un bovaro? No, mai.
(Irrompe in scena Mariella)
Mariella: e invece sì, mamma, e nessuno ce lo impedirà.
(Mariella si ferma accanto a Santo, che le passa un braccio attorno alle spalle.)
Gaspare: Donna Assunta, permettete che vi faccia notare una cosa. Questi due giovani si amano non vedete come sono felici l’uno accanto all’altra? Voi volete impedire questa loro felicità? Perché mai? Forse per dare a Mariella un marito con dei possedimenti? Ma non è la ricchezza a far felici due giovani, bensì l’amore che ognuno nutre per l’altro. 
(Quasi in punta di piedi, per non disturbare il discorso di Gaspare, entra Gilberto:)
Gaspare: possedimenti e avidità non vanno d’accordo con l’amore. Donna Assunta, Mariella ama questo giovane e lo vuole sposare. Date loro la vostra benedizione.
(Donna Assunta è pensierosa, si muove pensando a ciò che deve decidere.)
Donna Assunta: e sia! (pausa.) ma con un bovaro…
Gilberto (recitando): bovaro o non bovaro, barone o non barone, questo è il dilemma. Ma ormai il cor del bovaro è conquistato.
(Donna Assunta ha un gesto di stizza. Gaspare e Gilberto ridono. Mariella e Santo si baciano.)
(Entra in scena Cesarino, va verso la pianta di fiori che ha portato all’inizio, la solleva e, mentre esce portandosela via, parla contento.)
Cesarino: finalmente non dovrò più trasportare vasi di fiori.
(Mentre Cesarino esce, entra Mariannina.)
Mariannina: la cena è servita, c’è posto per tutti.
(E mentre tutti quanti, parlottando e ridendo, escono per andare in cucina, spicca la voce di Donna Assunta, che prende a braccetto Santo.)
Donna Assunta: l’ho sempre detto che i soldi non sono tutto nella vita. Ma ditemi, mio caro Santino: non avete proprio nessuna rendita?

(SIPARIO)

FINE