Se zio Calogero sa la verità… perdiamo l’eredità

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Si ‘U Ziu Calogero sapi a verita pirdemu l’eredità

Se zio Calogero sa la verità… perdiamo l’eredità

                                                                                                                      

commedia brillante in tre atti

(di  Calogero Maurici)

(elaborata da Pietro Maurici)

Personaggi

Calogero             (lo zio del Canadà)

Nino                    (il fratello di Calogero)

Mela                    (la moglie di Nino)

Roberto               (il figlio sacerdote)

Orazio                 (il cameriere)

Concetta              (la cameriera)

Precisina              (l’infermiera dello zio Calogero)

Angelina             (la vicina di casa)

Paolina                (la figlia di Angelina)

Carla                            (la sorella di Mela)

Tania                            (la figlia di Carla)

Francesco             (padre di Mela e di Carla)

                                                                                                                                     (tel. Aut. 090/638009)

(Titolo originale)

Si u ziu Calogero sapi a verità…perdemu l’eredità.

(commedia brillante in tre atti di Calogero Maurici)

(elaborata da Pietro Maurici)

La scena si svolge in un piccolo paese della Sicilia tra gli ani 1960/70 (chi lo ritiene opportuno anche negli anni 1990 eovviamente in un’altra regione)

 Il sig. Antonio Puleo, vive agiatamente grazie all’assegno mensile che il fratello Calogero emigrato in Canadà gli manda puntualmente avendo fatto un’immensa fortuna grazie ad una vincita super milardiaria. Calogero dopo circa trentacinque anni di assenza dal paese natio, comunica al fratello che prima di morire vuole venire a fare testamento al nipote Roberto unico erede, visto che sta esaudendo il desiderio di vederlo laureato in medicina. Ma Calogero arrivando al paese si troverà davanti ad una brutta verità… La scena rappresenta una porta laterale o centrale d’ingresso, due porte nell’altre pareti che portano alle stanze, divanetto, poltrona, quadri, sedie ed un tavolino.

A T T O  I°

S C E N A  I°

(Nino, Mela, Angela)

Nin.  (passeggia nervoso con il telegramma in mano) Mela, Mela come faccciamo ora, eravamo sicuri che ormai dopo trentacinque anni non sarebbe più venuto…tutto filava liscio liscio e ora ha inviato questo telegramma dicendo che vuole venire. (lo legge) CARO FRATELLO, PENSAVO DI NON VENIRE MAI PIU’        A CAUSA DEI MIEI MALANNI, MA I MEDICI HANNO DETTO CHE     PARTIRE PER POCHI GIORNI SENZA PERO’ STANCARMI TROPPO, NON VEDO L’ORA DI VEDERE MIO NIPOTE ROBERTO, IL MEDICO DELLA FAMIGLIA PULEO. DATO CHE QUESTO DESIDERIO MIO MA PRINCIPALMENTE DI NOSTRO PADRE, SI E’ AVVERATO, FARO’TESTAMENTO NON APPENA ARRIVERO’. ABBRACCI PER TUTTI TUO AFFEZIONATISIMO FRATELLO CALOGERO.

Mel.  L’hai letto trenta volte già…se tuo figlio si sta facendo prete al posto di

         dutture la colpa è tua.

Nin.  Senti che bella! Forse non dovevo portarmelo a messa la domenica?

Mel.  Non voglio diri questo, però di quante volte gli dicevi: Roberto prega…

         prega…prega sempre cosi il Signore ci aiuta sempre…tanto lo facevi

          pregare che ora spegne candele!…

Nin.  Però fin’ora tutto è filato liscio.

Mel.  Bella lettera che ti ha inviato tutta scritta in italiano.

Nin.  Pare che scrive lui, ha un sacco di segretari che parlano un saccu di lingue,

         è circondato di dottori, infermeri, camerieri…

Mel.  Lo sò che ha a tutti questi, piuttosto pensiamo a cosa organizzare…

Nin.  Giustu, pensiamu a organizzare perchèi questa eredità non deve scappare.                     

Mel.  Se sa la verità, tutto perdiamo, ci ha sempre tenuto troppo che Roberto si facesse dottore…ma io dico perchè ci pigliao in testa a tuo padre proprio dottore? Non poteva dirgli in quel momento: se ti fai prete ti lascio tutto.

Nin.  Se in quel momento gli avesse detto di farsi prete, sicuro che tuo figlio si sarebbe fatto dottore…(in quel momento entra Angela, vicina di casa pettegola)

Ang. Auguri…auguri Mela, auguri… (li bacia)      

  

Nin.  Proprio ora doveve venire! (seccato)

Ang. Chi lo doveve dire chi…chi…chi…chi…che Roberto si sarebbe fatto sacerdote, quando ci penso non riesco a crederci, chi lo doveva dire chi…chi…chi…chi… fra tre mesi abbiamo un sacerdotino paesano, speriamo che resta nella nostra parrocchia!

Mel.  Mi pare difficile, si deve parlare col vescovo, col sindaco, col…

Nin.  (interrompendola) Con mio fratello del  Canadà…

Ang. Ma chi lo doveva dire, ma chi…chi…chi..chi…chi…

Nin.  Ancora! Peggio di un discu incantato pare.

Ang. Con quella faccia d’angelo, scherzoso, birbante, quanto ha sofferto mia figlia         Paolina, per ora già sarebbero sposati, mah! Vuol dire che il signore al posto del camice bianco, voleva che si mettesse la tunica…Mela ma quando arriva?

Nin.  (al pubblico) Speriamo che arriva prima di mio fratelo!

Mel.  Anche Robertu amava Paolina, ma non possiamo farci niente, i preti non si  possono sposare!

Ang. Ninu, Mela, dobbiamo raccogliere le firme di tutti i paesani per farlo restare nella nostra chiesa; tanto prete fisso non ne abbiamo…ma chi lo doveva dire..ma chi…chi...chi…chi…chi….

Nin.  (fa capire alla moglie di liberarsene) questo disco è un lamento…

Mel.  Angelina devo preparare per mangiare, se vuoi restare!

Ang. No, perché devo fare la spesa, da quanto mia figlia Paolina sa che fra tre

         mesi Roberto diventa prete, ci sviluppao una fame…quanto mangia e quanti soldi che se ne vanno! Volevo fare una casetta in campagna e per ora non posso fare niente…pazienza, vi saluto ora.  

         (mentre esce) Chi lo doveva dire...ma chi…chi…chi…chi…

Nin.  E questa doveva fare parte della famiglia? Meglio che si fà prete!

Mel.  Meglio che si fa prete, però quando pensi all’eredità diventi tuttu bianco

          in faccia…

Nin.  Vero è! Decidiamo come dobbiamo fare, mio fratello seine deve ritornare   senza il  minimo sospetto.

Mel.  Hai ragione, ma comu facciamo a dire a Roberto questo…fra tre mesi

                è prete…è scherzoso, ma quando si tratta di Dio non si scherza…

Nin.  Dobbiamo trovare un piano perfetto, però non possiamo fare niente se non

          abbiamo l’aiuto di Roberto…

Mel.  A Calogero gli diciamo che si è laureato ed è partito per una vacanza.

Nin.  Ma che dici…mio fratello viene perivedere a lui e per sentirsi dire: zio sono dottore, e gli diciamo che è partiti pe una vacanza?.. E’sofferente,    lamentoso però non è scemo…(squilla il telefono) Pronto chi parla…Calogero (singhiozzando) fratello mio, da quanto tempo non ci vediamo…si, giustu (alla moglie) “dici che si è fatto vecchietto”…Calogero che dici? Roberto, si certo che Roberto è già dottore; (alla moglie) “dici che non vede l’ora di vederci”… Anche noi, certu che il quadro della mamma e di papà è sempre appeso nello stesso posto, per ora li stò gguardando, che pena che fanno, (invece c’è un altro quadro) la radio quella antica? Certu che è sempre quà sopra il  mobiluccio, (invece ce n’è  uno moderno) Va beni ci vediamo Giovedi mattina, ciao (chiude)

Mel.  (ansiosa, stava vicina al marito) Che ti ha detto…

Nin.  Giovedi…giovedi mattina arriva…(confuso)

Mel.  Mamma mia, cosi presto…fatti veniri qualche idea, telefona a Roberto,

         digli di venire subito dal seminario…

Nin.  Oh!  Giovedi…giovedi mattina arriva…(confuso) Oh! Finiscila, fammi

          calmari…fammi calmari…

Mel.  Non ti preoccupare, gli parlaimo belli puliti e lo convinciamo…

Nin.  Belli puliti! Ci facciamo il bagno prima?…

Mel.   Giovedi mattina perciò arriva…calmiamoci, sangue freddo…

        

S C E N A  II°

(Nino, Mela, Orazio, Concetta)

Nin.  Chiamiamo Orazio e Concetta e gli diciamo che vanno a prendere subitu il quadro di mia madre, mio padre e pure la radio, perché se arriva all’improvviso e non vede niente si mette a piangere e non la finisce più.

          Ma perché li hai tolti?!

Mel.  Cose troppo antiche, anzi li stavo buttando allora…

Nin.  Buttando? Consumati eravamo, Orazio, Concetta…

Mel.  E calmati che sistemiamo tutto, oggi martedi è!

Nin.  Pare che ha detto che manca un mese…due giorni mancano…Orazio, Cuncetta ma dove se ne vanno questi…(subito dopo entrano dall’altra stanza)

Ora.  Sig. Nino, qua siamo…(giovane molto ingenuo)      

Nin.  Ma dove eravate…

Ora.  Veramenti ci stavamo dando qualche bacettino e non sentivamo…

Con. (al pubblico)Tutto racconta…dicci pure quanti me ne hai dati.

Nin.  Ma quanto bacettini vi date durante il giorno…ogni volta che vi chiamo

         venite sempre in ritardo, quindi vuol dire che vi baciate sempre…

Mel.  E lasciali stare, non vedi che sono due piccioncini?

Nin.  Due piccioncini, ora li chiudiamo dentro a una gabbia…

Con. Ci perdoni sig. Ninu, non lo facciamo più!

Nin.  Per me vi potete baciare, però quando vi chiamo sbrigatevi anzi

         Sbrigatevi prima di subito…

           

Con. E’ lui che mi dice: un altro, un altro, un altro, un altro…

Nin.  Ora capisco perché venite in ritardo! Sentite, scendete in garage e pigliate

         il quadro dei miei genitori e lo mettete qua al posto di questo quadro…poi

          pigliate la radio quello antico e lo mettete al posto di questo moderno…

          Deve venire mio fratello Calogero!

Con. Suo  f ratello! Quello ricco del Canadà?

Mel.  Date una bella spolverata, perché saranno pieni di polvere.

Con. Certo sig. Mela…come sono emozionata, non vido l’ora di conoscere

         a Don Calogero, e tu Orazio…

Ora.  Pure io, quando penso che è quello che ci mantiene a tutti…

Nin.  Per forza la parola in più doveva dire!

Con. Ora scendiamo e li prendiamo, io sò di precisu dove sono…

Nin.  (mentre escono) Ah! sentite, portateli subitu, non restate nel garage

         a…(fa il verso di baciucchiarsi)

Ora.  Subitu facciamo, strada facendo ci diamo qualche bacio. (escono)

Mel.  Nino, io telefono a Roberto…

Nin.  Si, digli di venire entro stasera…cerchiamo di preparare tutto preciso,

          altrimenti  mio fratello se non ci diamo ‘nna scossa, ci rompe le l’ossa e

          cadiamo tutti dentro una fossa.

Mel.  Io telefonu di là dentro, cosi tu pensi comu dobbiamo fare…(Mela và)

Nin.  (inizia a riflettere) Quando lui arriva a me davanti, io devo essere

         sicuro, altrimenti resto con le tasche vacanti vacanti…(poi entra la moglie)

Mel.  Tuttu a postu a momenti arriva, neppure se le fatto dire.

Nin.  Questo non siè fatto dire, vediamo poi appena gli diciamo fai la parte del

           Dottore cosa risponde…ma ti ha fatto domande?

Mel.  No, anzi non vede l’ora di conoscere questo suo zio.

Nin.  Appena gli dico quello che ho in mente, se ne ritorna al seminario…

Mel.  Tu cerca di studiare i particolari, dato che hai sta fantasia di scrittore,

          io a Roberto lo prendo dal cuore, e il cuore di una mamma parla e il figlio

          sente…

Nin.  Cerca di fallo sentire bene, perchè appena sà quello che gli devo dire

                   diventa sordo…e oltre il cuore cerca di fare parlare la pancia altrimenti

           restiamo morti di fame, e a voglia sentire il rumore dell’intestino…

         (entrano Concetta ed Orazio)

Nin.  Quà siete, bravi…bravi…

Ora.  Solo un bacio ci siamo dati sig. Nino.

Nin.  Per questo avete ritardato quattro secondi…

Con. Ecco la radio, già è spolverato…

Ora.  Ecco il quadro…( guarda un attimo) Sig. Nino, ma come mai non

         assomiglia né a sua,  madre e né a suo padre…

Nin.  A quei tempi i figli venivano diversi dei genitori…metti il quadro…

Ora.  Sig. Nino, ma se suo fratello viene ogni mise, noi che facciamo leva e metti?

        

Nin.  Prima ringraziamo  il Signore che ci salviamo questa volta,  se viene

         ogni mese e scoprisse la verità, moriremmo tutti di fame…altro che

          assegno mensili, regali, case,terreni, voi due potreste campare di baci, io e

          mia moglie potremmo fare i chierichetti a mio figlio Roberto, a voglia

         di spegnere candele!

Mel.  Ora fate pulizia generale cosi mio cognato appena arriva resta contento.

         Mi raccomando, perchè è vecchietto e sofferente.

Con. Non vedo l’oa di conoscerlo…

Ora.   Andiamo Concetta cominciamo a pulire subitu altrimenti non ci resta

          tempo manco per un bacio.(escono)

Nin.  Questo appena si sposa dieci figli gli fa fare.

S C E N A   III°

(Mela, Nino, Carla Ciccu)

Nin.  Mela, purtroppo abbiamo bisogno anche della malalingua di Angelina, sua

                   figlia Paolina e si ce ne fosse qualche altra sarebbe ancora meglio.

Mel.  E perché tutte queste persone.

Nin.  Ti ripeto, mio fratello deve ripartire per il canadà senza il minimo

          sospetto.

Mel.  Questo l’ho capito, ma già sai come fare?

Nin.  Tutto  nella testa ho, stasera quando ci corichiamo ti spiego

          tuttto. (bussano,          entrano Carla con il padre Cicco)

Mel.  Comu mai  sorella a quest’ora qua! Ciao papà.

Car.  Come mai a quest’ora! Ti scordi che  stamattina dovevi venire a prenderti

          papà per tenertelo una settimana?

Nin.  Pure questa ci mancava…

Car.  Che  hai tu di lamentarti, ormai avete la pancia piena!

Nin.  (al pubblico) Speriamo di avercela per sempre.

Mel.  C’ è stato un poco di confusione e l’ho scordato.

Car.  Troppe cose ti scordi da quanto c’è questo assegno bello grosso al mese…

Nin.  (al pubblico) Questa è un uccello di malaugurio…

Car.  Siediti papà, ora resti qua per un paio di giorni.

Cic.   (soldo come una campana) Paio di corni? Chi ce l’ha sti corni!..

Nin.  La salsiccia è fatta!

Cic.   Dovè questa gatta…

Nin.  In qusto momento ci voleva come il pane!

Cic.   Dovè questo cane, tutti questi animali avete…

Mel.  Siediti sorella, stiamou aspettando Roberto…

Car.  Come mai viene Roberto,  non doveva venire la prossima settimana?

Mel.  Viene mio cognato dal Canadà…

Car.  Per questo siete pensierosi, c’è qualche cosa sotto?

Nin.  Certo, perché altrimenti facciamo il botto…

Car.  (si avvicina al cognato) Allora viene tuo fratello Calogero, il miliardario,

         vedi che lo voglio conoscere…

Nin.  Veramente vorrei conoscerlo pure io, è partito cosi giovane…io ero

          piccolo…

Car.  Mela dillo a papà, cosi resta cuntentu quà…

 

Nin.  Lui resta contento quà…e siccome è surdo si sfascia il piano resto

         come un baccalà…

Mel.  Papà, viene mio cognato Calogero, dopo domani viene…

Cic.   Certu che ti voglio bene…

Car.  (grida) Papà, viene Calogero, Calogero dal Canadà…

Cic.   E non gridare che non sono sordo completo…è da trentacinqe anni che

           non viene, da quando è partito.

Nin.  La memoria ce l’ha meglio di me (al pubblico)

Car.  (si accorge del quadro e della radio) Avete fatto cambiamenti, il quadro, la

           Radio…

Nin.  Senza questi cambiamenti non avremmo più niente…

Car.  E per convincere a Roberto ccome fate, anzi come facciamo!   

Nin.  E che c’entri tu?

Car.  Se mia sorella vuole una mano d’aiuto, mi metto a disposizione, mia sorella merita e poi sapete che io sono brava a combinare intrighi…

Nin.  Hai ragione, te né do atto, sei proprio una intrighiera!…

Mel.  Nino, tu hai detto che Calogero non deve avere il minimo sospetto che si sta facendo prete, e hai detto pure che abbiamo bisogno di tanti, quindi…

Nin.  Ho capito cara cognata, vuoi mangiari pure tu, e va bene, tanto tu per gli intrighi di tutti gli intriganti che possiamo chiamare per intrigare, tu sei la più intrigante…Però giusto ora dovevi purtare il vecchietto?

Cic.   (l’unica parola che capisce subito al volo, si mette a piangere)

Mel.  Ti scordi che questa è l’unica parola che appena la sente subitu si mette a

         piangere?

Car.  (conforta il padre) Facci capire che non volevi dire questa parola…

Nin.  (si avvicina al vecchio) Pa…pa…papà scusa non volevo dire vecchietto

         (Ciccu si rimette a piangere peggio di prima) Volevo diri bello…bello…

Cic.   (Ciccu smette) Calogero, quando arriva!

Nin.  Giovedi matina…

Cic.   Non camina? Chi ci capitau!

Nin.  Iu nesciu pazzu…

Cic.   ‘U sacciu ca si saziu…

Mel.  Papa, giovedi…giovedi veni…

Cic.   E non gridari ca non sugnu surdu completu…

Car.  Comu ‘nna campana!

Cic.   Senza suttana? E comu stai?

Nin.  Haiu i scatuli chini…

Cic.   E tu senza mutandini?

Car.  Quantu mi ‘nni vaiu, giovedi sugnu ccà e cosi cuminamu tarigli, picchi si

         Calogero scopri a verità nenti eredità…

Nin.  E iu restu comu un baccalà…e non mu ricurdari sempri.

Car.  Non ti preoccupari ca tutti cosi sistimamu…

Cic.   Pisciamu? Io non haiu…(Carla saluta ed esce)

S C E N A  IV°

(Nino, Mela, Roberto, Angelina)

Nin.  (in preda alla confusione passeggia nervoso) Fra tarigli, baccalà, ‘u surdu

         e l’eredità, i cosi non vannu… e ammia a testa mi si sa asciucannu…

Mel.  Ninu, tu mentri pensi accumpagnu a me patri ‘nna so stanza…

Cic.   (mentre vanno) Iu bona l’haiu a panza…(Mela si secca)

Nin.  (rimasto solo riflette) Me soggiru è surdu e sapi ca Robertu si sta facennu

         parrinu; me frati sapi ca si sta facennu  dutturi, si chissi si ‘ncontranu,

me soggiru mi cumina frittata…ma giustu ora l’avia a purtari stu vicchiareddu! (Ciccu dall’altra stanza si mette a piangere) Madonna santa,

puru di ddà dintra senti sta parola…(passeggia di nuovo, poi entra Mela)

Nin.  (precipitoso) Mela a m’affari in modu ca me frati e tò patri non sannu

         ‘ncuntrari…

Mel.  Chiddi dopu tanti anni, almeno si vonnu salutari.(entra Roberto)

Rob. Papà…mamma…(Tunica o giacca e pantaloni)

Nin.  Beddu…(si abbracciano)

Mel.  Beddu meu comu stai…

Rob. (chiudendo gli occhi ed aprendo le braccia) Non sono stato cosi bene in

         vita mia, quando penso che fra tre mesi prenderò i voti…sicuramente se

         avessi studiato per medico, sarei stato sempre male…

Nin.  (al pubblico) ‘U corimi scura!…

Mel.  Chiddu chi cunta a mamma è a saluti…

Nin.  E puri i soldi…

Rob. Papà, sono contento e non vedo l’ora di conoscere lo zio Calogero e di

         chiarire questa situazione…sono sicuro che capira a primo colpo…

Nin.  Si non cci veni un colpu… a primu colpu…

Rob. Tu mi hai detto che è religioso, che ha fede…

Nin.  Ah! si…si, pi iddu ‘u Signiruzzu è o primu postu, ha fatto costruire pure    due chiese…

Rob. Sono sicuro che appena gli dico: zio, mi sto facendo prete e non dottore,     mi abbraccerà forte forte e non mi lascia più…

Nin.  Di abbrazzariti ti abbrazzerà di sicuru, in quantu a lassariti, haiu i me dubbi ca possa lassari!

Mel.  Assettati a mamma ca ti spiegamu megliu comu stannu i cosi.

Rob. Non capisco, che c’è da spiegare…

Nin.  C’è da spiegari e comu si c’è…

Rob. Papà forse vi preoccupate che non vedendomi dottore non lascia niente?

Mel.  Proprio cosi, iddu avutu sempre stu desideriu, picchi a bon’anima o megliu da camurria di so patri, cioè me soggiru, ‘u patri di tò patri,

         ‘nsomma tò nonnu cci dissi prima di moriri: Calogero fallu studiari

         pi dotturi…

Rob. Mamma calmati…

Mel.  Scusa Robertu.

Nin.  Robertu tu devi aiutari i toi genitori.

Rob. Certo papà, farò in modo che con le preghiere il Signore illumini lo zio.

         (dolcemente e chiudendo gli occhi)

          

Nin.  Ma quali illumina e illumina, chiddu appena sapi a verità s’astuta…autru

         ca s’illumina…i preghieri non bastanu, iddu è troppu camurriusu…

         è sofferenti ma è troppu furbu…

Mel.  In fin dei conti si tratta di ‘nna para di jorna, iddu è sofferenti e non po’

         stari assai ccà, ormai è abituatu in Canadà…

Rob. Non sto capendo niente, ma che cosa dovrei fare!

Nin.  (entra Angelina con la figlia Paolina, la ragazza era innamorata di Roberto)

Ang. Roberto ciao, madonna santa ma sei più bello di prima…

Pao.  (timida con gli occhi abbassati non sapendo cosa dire) Ciao Roberto…

Rob. Ciao Paolina…

Ang. Abbracciatevi, siete cresciuti assieme ed eravate pure fidanzati.

         (i due rimangono impacciati, poi Roberto sta per darle la mano ed Angela

         spinge la figlia per abbracciarlo)

Rob. (si svincola) Signora Angela non esageriamo…

Ang. Ma chi lo doveva dire…ma chi….ma chi…ma chi…ma chi…

Nin.  Un’altra volta !

Ang. Roberto sacerdote! E pensarei che stavi divintando mio genero… Speriamo che rimani nella nostra parrocchia…

Pao.  No…no, meglio che non resta nella nostra parrocchia (singhiozzando) poi

          Come faccio a confessarmi con lui…(piange)

Mel.  (la conforta) Non ti preoccupare, poi ti abitui…

Nin.  (al pubblico) Quanto danno che ha fattoi studiando per prete!..

Rob. Paolina, se io resto qua, ti interesserai del catechismo, dei canti…

Pao.  (piangendo) Io non posso starie vicino a te…quando ti vedo con la tunica,

quando allarghi le braccia per la messa…’in quel  momento penso a quando le allargavi per abbracciare me…(piangendo di più)

Nin.  In questa casa piangono tutti, e ancora deve arrivare mio …un altro

          piangnucolone (Mela ed Angelina confortano Paolina)

Ang. Roberto prega sempre per noi.

Rob. Certo…Paolina, sai che pure io ero affezionato a te, ma il Signore ha deciso diversamente, dobbiamo accettare la sua volontà!

Pao.  Io ho pregato tantu che ti spogliavi e ti facevi dotture…

Nin.  (al pubblico) Era bello se queste preghiere funzionavano!

Ang. Ma chi lo doveva dire…ma chi…ma chi….ma chi…. Ma chi…

Nin.  Ogni tanto se  lo ricorda  e le si impunta la lingua…

Mel.  Angelina, non ti sseccare, mio figlio è arrivato adesso e si deve sistemare.

Ang. Lo‘so che è arrivato adesso, eravamo affacciati alla finestra, io dal lato

         Davanti e mia figlia da l’altro lato, cosi da dove passava passava una delle

         due lo vedeva.

Mel.  Venite domani magari…

Ang. Va beni, ma verso che ora…

Nin.  Pure l’orario vuole sapere!

Pao.  Ciao Roberto…(mentre sta per uscire si gira e gli dice:) Come mi viene

         difficile poi chiamarti Padre Roberto…(piange)

S C E N A  V°

(Nino, Mela, Roberto)

Rob. Mamma io non mi sento per niente in colpa…

Mel.  Ma tu non sei in colpa a mamma…

Rob. Papà, ritorniamo al discorso di poco fa. Ancora non ho capito come devo fare per aiutarvi  ad avere questa  eredità…

Nin.  A mamma non è difficili, basta averi un poco di volontà…  

Nin.  Per non fare capire niente a mipo fratello del Canadà…

Rob. Il mio dovere è quello di aiutarvi, avete fatto tanto per me…

Nin.  Bravo cosi mi vai piacendo.

Mel.  Robertu, noi prima non avevamo niente. Questa casa con tutte queste

          stanze, questi due ragazzi camerieri che abbiamo tolto di mezzu alla

          strada…

Rob. Si, lo so, ho studiato con i soldi che  lo zio ci manda, facemu

         beneficenza grazie all’assegno dello zio, ma chi ci posso fare se la mia

         vocazione…

Nin.  (interrompendo) Niente…niente ci poi fari, infatti io e tua madrei eravamo convinti che ti facevi dottore, poi il Signore ha voluto cosi…prima

         Siamo rimasti sbandati, poi abbiamo accettato, però non potevamo sapere che mio fratello dopo qurantaanni  diveva venire, diceva che non veniva più.

Mel.  Poi diceva sempre uan cosa il dottore Roberto, mio nipote dottore

         come possiamo perdere questà eredità.

Nin.  E poi restiamo come i baccalà!

Rob. Mi state facendo confonfere ma forse devo dire che non mi faccio sacerdote?       Mai e poi mai, meglio restare come i baccalà…

Nin.  (al pubblico) Pure   lui lo dice!

Mel.  Noi non vogliamo, questo  mai…e poi mai…

Nin.  Robertu come puoi pensare questo di noi! IO non camperei con questo rimorso ricordati che io ti portavo sempre in chiesa…

Rob. Io non mi scordu nenti, ma insomma c’affari pi non perdiri…

Mel.  (interrompendo) No tu sulu a mamma, puru io, to patri, e abbiamo bisogno pure di altre persone…

Rob. Autri cristiani? Sto rincretinendo, spiegatimi preciso…(breve pausa)

Nin.  (prima imbarazzato, poi deciso) Spo…spo…spogliati per un paio di giorni

         di prete e fai il dottore…

        

Rob. (stupito) Tuttu potevo pensare, ma nò arrvare a questo punto…ma ti rendi

         conto di quello che hai detto? Che peccato hai commesso nel dirlo e che peccato facessi io nel farlo? Mamma e tu sei d’accordo! Oh! Dio mio,

         quanto dovrò pregare per voi!

Nin.  Ti ho detto che le preghiere ssole non bastano…Roberto ma che ci fa per    un paio di giorni…

Mel.  Si tratta di un piccolo sacrificio, cosi tu finisci di studiare, a noi non ci mancherà niente, e passiamo la vecchiaia tranquilla…

Rob. Ma io non vi sto riconoscendo più…(s’inginocchia) Perdona loro perché

         non sanno quello che dicono…

Nin.  Alzato che mi fai piangere…

Mel.  Non fari cosi  a mamma…(Rob. si alza)

Rob. Si il vescovo sa tanto di questo, ci scuminica a tutti.

Nin. Va bene, basta, non fare niente, appena entra to zio Calogero diglielo

          Subitu che sei quasi pprete, già è sofferente e di sicuru muore prima…io e

          Tua madre         restiamu senza ina lira, i due camerieri li liceinziamou, poveri

          sventurati…Dimmelo tu si questi non ssono peccati!.. Va beni…Mela mi

          vaiu a coricare. (entra nell’altra stanza)

Mel.  Robertu fallo per me, è un’opera di bene che fai, il Signure lo vede, e si

         peccato è: sono sicura… sarà perdonato.        

Rob. (adirato) Mamma basta, non accetterò mai e poi mai…

Mel.  Va bene, pure io vado a corcarmi, buna notte (entra nell’altra stanza)

Rob. (s’inginocchia pregando, poi si alza e comincia a passeggiare riflettendo…

         si consiglia un sottofondo musicale, preferibile qualche canto gregoriano)

         no…non posso, no…mai e poi mai…(s’inginocchia di nuovo recitando una

         preghiera a scelta, poi si rialza e ricomincia a passeggiare) Mai e poi mai...

(ad un tratto si ferma) Forse lo potrei fare, perché aiuterei a tanti poveri, cu tutti sti miliardi! Certo il  peccatu di da una mano ci sarebbe,

però io lo faccio per la chiesa, per i bisognosi, per i malati…(passeggia

ancora per alcuni secondi poi chiama i genitori) Papà, mamma, venite…

Nin.  (esce con la moglie in vestaglia) che vuoi…

         (Rob. passeggia, Nino e Mela si guardano di continuo)

Rob. Va beni, accetto…

Nin.  (allargando le mani verso l’alto) Quanto è grande Dio…(s’inginocchiano,

         mentre Roberto rimane al centro…pochi secondi e si alzano)

Mel.  Bello mio dolce dolce…(lo baciano)

Rob. Ma ad una condizione…

Nin.  Anchi a mille  papà…

Rob. Io prendo questa eredità, farò beneficenza a tanti, farò costruire chiese,

         istituti per orfani, case di cura…e voi avite sempre l’assegno mensile…

Nin.  Menumale, mi sembrava  che sti stavi scordando di noi.

Rob. Cosi i camerieri lavorano sempre, tanto l’assegno è bello grosso…

Nin.  Menumale pare che mi sono sollevato da un fosso …

Mel.  Grazie Roberto, che il Signore ci perdona…

Nin.  Ci perdona, Ci perdona…

Rob. Papà, dimmi comu facciamo per organizzare questa buffonata…

Nin.  Non ti peoccupari, ho tutto in testa, ora andiamo a coricarci

         che domani ti faccio diventare dottore e professore…

Mel.  Pi fantasia non lo supera nessuno…

Nin.  Robertu, io sono contento che ti fai sacerdote, perchè pensandoci bene:

         chia ha a casa un sacerdotino, ha un giardino!

Rob. D’aranci, limoni, mandarini…

Nin.  Bravu…lo vedi che stai divintando spirituso, stai entrando nella parte…

         Ora andiamo a riposarci che domani dobbiamo essere lucidi per

          organizzare…menumale che ho questa testa  altrimenti niente più ci

           resta… (entrano)

 

                        

(Fine atto I°)              

A T T O   II°

S C E N A VI°

(Nino, Mela, Roberto, Ciccu)

Nin.  (con aria soddisfatta) Oggi è mercoledi, entro stasera per filo e per segno

           dobbiamo essere pronti in ogni movimento, in ogni espressione, in ogni

           gesto cosi tuttu fila liscio e se ne va presto…

Mel.  Sono sicura che non hai dormito stanotte!

Nin.  E come potevo dormire! Si e no, qualche ora e ho fatto  un sogno strano…dottori chi entravano ed uscivano da questa casa, tutti con i camici bianchi, sacerdoti che spegnevano candele, dottori che litigavano con i sacerdoti, infermieri che si pigliavanu a cazzotti con i sacrestani …poi da lontano ha vistoi a unu ccon una specie di capello rossou ma non capivo chi era, mi guardava brutto, arrabbiato e mi diceva: farabutto, farabutto…

Mel.  Era il vescovo…

Nin.  (spaventato) Si, si hai ragione, era lui…(in quel momento entra Roberto)

Mel.  Ciao Piccolino ha dormito bene?

Rob. Si mamma, però sentivo russare nell’altra stanza.

Nin.  Tuo nonno FRancesco , poi dice che non dorme mai.

Mel.  Quanto vado a dirgli che si quà…

Nin.  Però poi fannillu iri subitu, asinò è capaci di cuminari a frittata (Mela và)

Rob. Papà, io non capisco niente di medicina, non so neppure cos’è  l’aspirina…

Nin.  Non ti preoccupare, lui basta che vede confusione al posto di stare quattro o cinque giorni, a due giorni  p a r t e  e la  roba ci   s p a r t e.

Cic.   (entra con Mela) Robertu bello di nonno…

Rob. Ti vedo buono…

Cic.   Che voi  il cono? …

Mel.  Papà dice che ti vede buono.

Cic.   Ah! buono…

Rob. Manco pare l’età cche hà, bene si mantieni…

Cic.   Devi apriri un cantieri? Ma non tti devi fare prete?

Nin.  Più passa il tempo  più sordo si fà.

Rob. Al seminario c’è un prete di cinquant’anni che sembra più vecchietto  di lui…

Cic.   (si mette subito a piangere) Vecchietto mi ha detto…

Nin.  Oh! Santo cielo! Roberto hai scordato che è l’unica parola che sente?

Rob. Scusa nonno…volevo diri bello…(gridando) bello…

Cic.   (smette subito) Sempre bello sono stato io.

Mel.  Andiamoi papà, ti accumpagnu nella tua  stanza, ti metti in balcune e ti piglil’aria  fina.

Cic.   (mentre vanno) Con Pina chi è sta Pina

Nin.   Tua zia Carla lo doveve portare portare proprio ora….(entra Mela)

Mel.  Allora che facciamo nino…

Nin.  Ora facciamo una riunione, abbiamo bisogno di tutti anche di donna Angelina ccon sua figlia Paolina, tua sorella Carla ccon sua figlia Tania…      

Rob. Ma che hai in testa papa? Non fare troppe cose complicate…

Nin.  Mela comincia a chiamari Orazio, Concetta, Angelina e sua figlia Paolina…per ora va beni cosi, poi quando arriva Carla vediamo …ogni tanto dacci un’occhiata a tuo padre, non vorrei che arriva all’improvviso, con mio fratello comincia a chiacchierare e comincia a scassare…sslo di lui mi spavento io.

Mel.  Stiamo attenti anche ad Orazio…

Rob.  Ma è sempre ingenuo…

Nin.  Peggio di peggio…tra una baciata e una baciatella si deve fare sempre nna

         toccatella… Mela dai vai  a chiamare tutti.

S C E N A  VII°

(Nino, Orazio, Concetta, Paolina, Angelina, Tania e Carla)

Rob. Papà ma chi tipo è zio Calogero!

Nin.  Ora vi dico tutto, punti deboli, punti forti, cosi dritti e storti…Tu però cerca di essere il Roberto scherzoso e furbu come eriprima di entrare in seminario…

 

Rob. (facendosi il segno di croce) Che il Signore ci  perdona!

Nin.  Il Signore già ti ha perdonato e per ora ti sta dicendo: forza Roberto pigliati sti gran soldi, tutti sti proprietà e distribuiscili ai poveretti, grossi, magri, brutti e retti…(entrano Mela, Angelina Paolina, Concetta e Orazio)

Nin.  Eccovi tutti qua…

Ang. Ma che sta succedendo…

Cun. Forsi dobbiamo recitare il rosario?

Nin.  Si, dobbiamo recitare, ma no il rosario…dobbiamo aprire un sipario…

         Tu Angelina…

Ang. Dimmi Nino…(alzandosi)

Nin.  Quella casettaa in campagna ci teni sempre a fartela vero?

Ang. Non vedo l’ora…

Nin.  Te  la faccio io…

Ang. (contenta) Vero? Ma vero dici?…

Nin.  Te lo prometto, basta che fate quello che  vi dicu io precisamente (in quel momento entra Carla con la figlia Tania)

Car.   Un momento ci sono pure io e mia figlia…

Mel.  Sorella sei tornata un giorno prima…

Nin.  Tua sorella cara moglie, si vule riempire a panza…senti odore di soldi

          anche a chilometri di distanza…(poi i due salutano Roberto) Dunque,

          domani arriva mio fratello do Canadà…sapete tutti che fa fatto una

          fortuna immensa: soldi, alberghi, terreni, e sapete tutti che l’unico erede è

          Roberto…

Car.  Siccome si sta facendo prete dobbiamo recitare per fargli capire che è dottore. 

Ang. MA ci lo doveva dire…ma chi….ma chi….ma chi…ma chiiiiiiiiii…….

Nin.  S’incantao il disco…Cara cognata Carla, tu capisci tuto al volo, sei perspicace.

Ora.  Perpicace!? Che significa cretina?   

Nin.  Roberto voli distribuire tutto ai poveri, però voi avrete una bella ricompensa.

Pao.  (ad un tratto) Roberto, ma perché neppure mi guardiiiiiiiiiii….

Nin.  (al pubblico) S’incantau puru stu disco…Roberto rispundi…

Rob. Sono concentrato a quello che dice mio padre.

Pao.  (piagnucolando) Pare che manco mi conosci più.

Mel.  Dai Paolina…dai non fari cosi…

Ang. Senti quello che dici tuo suocero a mamma..oh! scusa Nino, certe volte me lo scordo che Roberto si sta facendo prete…ma chi lo doveva dire… ma chi….ma chi…ma chi…ma chiiiiiiii…..

Nin.  Angelina ora basta e cerca di scordarlo veramente per un paio di giorni che è prete…

Pao.  Ancora non c’è, ed io ho sempre un poco di speranza

Car.  Disperata muori…

Nin.  Per favore ora basta… dobbiamo fare in modo che mio fratello ritorna in Canadà senza capire niente, altrimenti non c’è niente per nessuno…adesso ripetete uno alla volta cosi vi entra in testa per sempre, Roberto è dottore…(iniziano a ripetere uno alla volta, appena arriva il momento di Orazio che ancora non parlava, Nino lo chiama)

Nin.  Orazio, Roberto è…

Ora.  Robertu è prete…

Nin.  Senti figlio bello, iu ti voglio bene, ti do da mangiare, ti faccio lavorare, ti faccio baciare, ti faccio sposare ma la scena non me la devi rovinare…devi diri che Roberto è dottore…dottore…

Ora.  Si, Roberto è dottore…dottore…dottore…dottore…

Nin.  Quà dintro tutti i dischi s’incantano…Paolina tu farai la moglie di Roberto, (Roberto si alza di scatto) Non ti preoccupari, calmati altrimenti tutto roviniamo…Paolina farai finta di essere incinta, insomma avete fatto la scappatella, pperchè mio fratello sà che non è sposato ancora, sà che è fidanzato…in questo modo più confusione vede prima se ne và in Canadà…

Pao.  (piagnucolando) Io non  posso fare quata parte, perchè stando vicino a Roberto poi mi tradiscoooooooooooo….

Cun. La posso fari io…(Orazio fa capiri che non vuole)

Mel.  La fà Tania che è brava mmia nipote a recitare…

Ora.  Giusto la fa Tania, perché Concetta sa la fai tu e capita che Roberto non si fa più prete, questo bambino a chi resta poi… 

Nin.  Calmati Orazio, è tutto per finta…la moglie la fa Concetta perchè Tania ha un’altra bella parte…Concetta tu ora ti prepari per essere incinta (Roberto si fa il segno do croce) invece Tania farà l’ex innamorata di Roberto…ogni tanto entra ed esce con tua madre e fate capire che ti ha lasciato…più confusione vede prima se ne và. Orazio tu farai sempre il cameriere, Angelina e Paolina, fanno i pazienti, ogni tanto venite per farvi visitare dal dottore  R o b e r t o!…Carla mi raccomando a te, tu sei una una professionista…

Car.  Che battuta!

Tan.  Che tipo è questo zio Calogero…

 

Nin.  Lamentoso, capriccioso assai…vi faccio un esempio: appena entra si mette a piangere,  lo so perché per telefono fa sempre cosi, tutti quelli che siamo qua dentro dobbiamo piangere appressu a lui, perché se vede unu non piangere lo rimprovera…

Rob. Papà pure devo piangere.

Nin.  Tu il primo di tutti…

Ora.  Ma quanto tempo piange di solito!

Nin.  A volte anche dieci minuti…

Tan.  Qua dento facciamo un lago…

Mel.  Nino digli pure che è sofferente.

Nin.  Certo, questa è la cosa più importante: dobbiamo fare confusione, però sempre nel limite, perché ha un sacco di malanni e ogni tanto ci piglia pure la tremarella…mi raccomando, ognuno a so parte ca Robertu a nessuno lascia in disparte…

Tan.  Certo che fate la fidanzata lasciata con mio cugino mi viene difficile!..

Car.  Tu sei brava a mamma a recitare…

Nin.  Da chi poteva prendere!

Cun. Io per essere incinta che mi metto uni cuscino?

Ang. Un cuscino morbido…

Car.  Meglio un pallone, sembra più vero…

Cun. Di quanti mesi devo essere…

Rob. Oh! Gesù, Giuseppe e Maria!...

Nin.  Meglio di sette mesi.

Ora.  A me stu fatto del pallone non mi piace tanto assai!

Mel.  Non ti preoccupari Orazio, tutto pi finta facciamo….

Cun. Anzi poi t’abitui meglio quando ho la pancia vera…

Ora.  E quanto giorni stiamo senza baciarci…

Nin.  Per carità, cercate di stari lontano … altrimenti rovinate questo bello piano…poi quando se ne và, vi baciate, vi mordete, fate quello che volte fare…

Ora.  (abbraccia Cuncetta) Poi recuperiamo…

Nin.  Ognuno cerchi di avere più fantasia possibile, io mi nascondo là dietro, mia moglie fa la parte di mia moglie perché con tutte le fotografie che ha la  conosce…ora andate e studiatevi bene la parte…

Ang. Facciamo di tutto per aiutare a Roberto…sicuramente Calogero di me e di Carla non si ricorda…

Mel.  Dopu quasi quar’antanni,  è partito piccolino…

Nin.  Orazio, Cuncetta ora andate e fate le ultime cose…perché poi non avete più tempo…

Ora.  Andiamo, che ci aspettano le ultime baciate…(escono)

Tan.  Zio farò l’ex zita in modo perfetto…una fidanzata sedotta e abbandonata…

Rob. Sedotta toglilo…

Tan.  Roberto tu però in quel momento pensa che sei dottore, cosi a me viene più facili la parte…

Rob. Gesù, Giuseppe e Maria…

Nin.  (alza le braccia in alto) Chi tutto fila liscio e ci porta nella giusta via.

 

Car.  Roberto io ti riempio di brutte parole, perchè logicamente lascianno a mia figlia, devo fare la parte di  una madre arrabbiata…cerca di essere forte e pensa che sei dottore…

Rob. Gesù, Giuseppe e Maria…

Pao.  Hai lasciato la tua Paolina sola sola come una  cretina … (piangendo)

Car.  Andiamo Tania, ah! Mela papà te lo tiene tu ancora per un paio di giorni, tanto è bello tranquillo …(esono)

Ang. Andiamo pure noi, ti raccumado Nino la casetta in campagna…

Pao.  Ciao Roberto…(breve pausa, lo guarda…) Ma chi lo doveva dire…chi…chi…chi……(escono)

Nin.  Quando non s’incanta la madre, s’incanta la figlia…

S C E N A  VIII°

(Nino, Roberto, Mela)

Nin.  Che il Signore ce la mandi buona…

Mel.  E che la madonnina ci mette una buona parola…

Rob. (confuso) Papà ma io di medicina non capisco niente, se gli fa male la gola

           Che devo fare…

Nin.  E che ci vuole! LA guardii, e poi gli zio:           hai una laringo-faringo-

          tracheite!

Rob. Come….

Mel.  Troppo lungo e difficile è…accorcialo…

Nin.  Digli solo che ha una faringite,  gli dai dieci gocce di novalgina e lo metti

         a posto…

Rob. Se capita che gli fa male la testa!

Nin.  Gli dai una tachipirina…

Mel.  Ma la tachipirna non è per la febbre?

Nin.  Febbre, testa, l’importante fare confusione… di comu stiamu organizzando questo piano, manco se portassei 007 con lui capirebbe qualcosa. Tu Mela, mentre lui entra, spolvera il qadro cosi ci fai capiri di quanto eri affezionata…ora vado riposarmi perchè domani quà dentro ci saranno momenti di concentrazione massima…

Mel.  Mai  l’avevo spolverato questo quadro, visto il momento…non ne posso fare a meno…

Nin.  (al pubblico) Solo cosi lo poteva spolverare…in trent’anni mai l’ha fatto…buonanotte, Mela mi raccomando a tuo padrei Cicco, perche se entra…mio figlio non c’è più ricco…(esce)

Rob. (si fa il segno di croce) Mamma non vidu l’ora che finisce sta situazione…

Mel.  Non ti preoccupare a mamma, un sacerdote d’oru sei tu…   

Rob. Ma quando si avvilisce assai dice che comincia a tremare tutto, ma casomai cosa devo fare…

Mel.  Tuo padre dice che gli fanno massaggi in Canadà, casomai fai cosi e subito si rimette a posto,  ora vado a riposare anche io…(esce)

Rob. (inginocchiandosi) Per  l’eredità  mio padre non resta come un baccalà…

Signore venga il tuo regno e mio padre non perdi questo assegno…io lo faccio per i poveretti e con tanto amore  però devo fare  il dottore…(conclude recitando l’Ave Maria o il Padre Nostro, mentre si va chiudendo il sipario)

A T T O  III°

S C E N A IX°

(Ninu, Roberto, Mela, Cuncetta, Orazio, Precisina, Calogero)

                           

                             (tutti ansiosi per l’arrivo dello zio Calogero)

Mel.  Ma a che ora arriva…

Nin.  L’orario non me l’ha detto, mai ha detto solo di mattina…Roberto tua moglie dov’è…

Rob. Oh! Signore…(segno di croce)

Nin.  Stai attento se ti fai la croce mentre c’è mio fratello, dov è tua moglie!

Mel.  Si sta facend i capelli, si sta sistemando…

Nin.  Stiamo attenti se si scorda di mettersi  il pallone  per sembrare incinta…

Rob. Oh! Signore…(aprendo le braccia ed alzando gli occhi al cielo)

Nin.  E finiscila di dire sempre oh! Signore…oh! Signore…(entra Orazio)

Ora.  Buongiorno, a me fidanzata dov’e?

Nin.  Senti Orazio, non ti voglio dire più: per ora scordalo che è la tua fidanzata, per ora è la moglie di Roberto…

Ora.  A dov’è la moglie di Roberto, quella che poi deve diventare mia moglie?

Nin.  Devi dire solo dov’è la moglie di Roberto altrimenti ti taglio la lingua col seglietto…

Ora.  Dov’è Concetta a…a…a…la moglie di Roberto…

Mel.  A momenti viene.

Ora.  Certu che sta situazione non mi piace tanto…pazienza!

Nin.  Dai, cosi poi vi sposate…

Ora.  Prima che arriva lo zio Calogero la posso ancora baciare?

Mel.  Poi glie li dai tutti assieme…non t’impressionare appena la vedi con la pancia.

Nin.  Mela hai preparato la stanza del dottore Roberto!..

Mel.  Tutto pronto è…ho messo un sacco di medicinali sparsi, ricette, un camice bianco…(bussano, entra Precisina, infermiera personale e di massima

         fiducia di Calogero)

Pre.   Buongiorno, mi chiamo Precisina e sono l’infermiera personale, di massima fiducia, di massima accortezza, accuratezza, fermezza del sig.

         Calogero Puleo. (con accento straniero)

Nin.  (al pubblico) E di massima rompiscato-lezza…piacere!

Ora.  Stavo pensando che il sig. Calogero era cosi!

Rob. E mio zio Calogero dov’è?

Mel.  Già, mio cognato dov’è.

Ora.  (adirato) A dov’è il signor Calogero…(Nino lo calma)

Pre.   Io, stò con lui giorno e notte, notte e giorno, mattina e pomeriggio,

         pomeriggio e mattina…

Nin.  Ha dimenticato la sera…(chiama a parte il figlio) Roberto stiamo attenti, questa è troppo precisa!..

Pre.   Io sono arrivata con la macchina fin qui davanti, lo zio sta arrivando a piedi, voleva sentire il sapore del suo paese natio, dopo circa quarant’anni!

         (si sente rumore)

Mel.  (guarda) Sta arrivando, (si mettono tutti bene)

Cal.   (emozionatissimo, si regge col bastone) Mamma mia non mi pare vero…Nino!...

Nin.  Calogero…non mi pare vero…

Cal.   Nino…

Nin.  Calogero…

Cal.   Nino…

Nin.  Calogero…

Cal.   E vieni ad abbracciarmi, altrimenti fino a stasera ci chiamamo …

Nin.  Vero è fratello mio. (si abbracciano facendo scena, piangono e Nino fa segnale a gli altri di piangere, Calogero dopo un po’ si accorge che Orazio non piange, gli si avvicina e gli dice:)

Cal.   E tu perché non piangi…

Ora.  Stanotte ho pianto assai, le lacrime mi sono finite…

Rob. (per sviare subito lo zio) Zio…zio Calogero…finalmente…

Cal.   Tu sei Roberto!…Bello mio, nipotello mio, dottore…dottore mio, stammi attento in questi giorni che sono quà…l’infermiera mia è bravissima, a momenti  ne capisce più lei ca certi medici, e fra lei e te mi sento sicuro…(poi alla cognata) Tu sei Mela…

Mel.  Iu sono…la moglie di Nino, la madre di Roberto…oh! Scusa cognato, sono troppo emozionata!

Cal.   Certu che sei la moglie di mio fratello e la madre di Roberto…sei precisa come nella foto…mamma mia mi sento emozionato…(comincia a tremare)

Pre.   Sig. Calogero, si sieda, fatelo sedere, la medicina presto…(un po’ di confusione, mentre Precisina da la pillola a Calogero)

Rob. (in veste da dottore) Calma…calma, è l’emozione…

Nin.  Ti senti meglio Calogero! (Calogero fa qualche tic a scelta poi si calma)

Ora.  Ma ha il tic?

Pre.   Vi ricordo a tutti e specialmente a lei dottore che, il sig. Calogero non appena si prende di forte emozione, il suo stato psico-fisico si accentua ed ha bisogno subito di questa mezza pillola ad effetto immediato…

Nin.  Roberto guarda pure tu…sa lui è dottore, è meglio cche controlla gli effetti collaterali,  gli dia lo scatolo che legge…

Pre.   E’ inutile che guarda! E’ una nuovissima scoperta americana, ancora non diffusa nemmeno in America…è una pillola ad effetto immediato e, a quanto pare funziona benissimo…

Cal.   Vero è, mi sento subito meglio con questa pillola.

Rob. Mi scusi come si chiama questa pillola.

Pre.   TREMARELL…

Rob. Bene, me ne dia anche a me qualcuna…sa io e mio zio dobbiamo stare tanto da soli, nell’eventualità…

Pre.   Mi dispiace, io a suo zio non lo posso lasciare da solo…giorno e notte, notte e giorno, mattin e pomeriggio…

Nin.  Questa si scorda sempre la ssera! (verso il pubblico)

Cal.   Precisina non ti preoccupari, in questa casa mi puoi lascaire solo…

Pre.   Se lo dice lei, va bene…

Cal.   (verso il fratello) E’ ammaestrata bona!

Mel.  Cognato, ora ti vuoi sistemare, vuoi fare una doccia…

 

Pre.   Mi dispiace, lui ha sempre fatto il bagno di mercoledi, venerdi e domenica alle ore 18.30, esattamente quaranta minuti prima di cenare…oggi è lunedi e non ci siamo neppure con l’orario.

Nin.  (al pubblico) Ma chi la portata a sta Precisina!

Cal.   E’ troppo precisa, per questo le hanno messo Precisina (ride)

Pre.   Infatti mi hanno messo Precisina per questo motivo, e sono l’infermiera personale del sig. Calogero Puleo…e gli devo stare a fianco notte e giorno…

Nin.  (interrompendola) Giorno e notte, pomeriggio e matina…Calogero ma la sera come fai…

Cal.   Di quantt servitù che ho la sera non c’è problema!..

Ora.  Sig. Calogero che vuole mangiare!

Cal.   Per ora niente…

Mel.  Cognato si segga quà… (gli indica il posto)

Cal.   Cognata non mi dari del lei, chiamami Calogero… ma Roberto la tua fidanzata dov’è…

Cun. (entra con la pancia, dentro ha un pallone bianco e nero) Eccomi…

         (Calogero rimane stupito) zio, sono Concettina, adesso moglie del tuo nipote sacer…dottore Roberto.

Cal.   (alzandosi) Ma com’è questo fatto Nino.

Nin.  Caru fratello, non ti ho detto niente, per non farti pigliare collera…hanno fatto la scappatella…Roberto in un momento di debolezza ha combinato danno…

Cal.   (toccandole la pancia) A momenti sono zio di un altro nipotino e manco

 Sapevo niente! Mamma, mamma…(comincia ad agitarsi e succede la solita scena.

Pre.   (dopo aver fatto sedere Calogero) Non vi preoccupate, TREMARELL ad

            effetto immediato, vedrete che si riprende come poco fa…(Calogero   

            continua a fare scena, dopo pochi attimi si riprende)

Ora.  Menomale che c’è sta tremarella…(alla fidanzata sottovoce) ma come ti sei combinata!

Nin.  (accorgendosi di Orazio) Orazio…vai a preparare la stanza di mio fratello e quella da signorina Precisina…

Ora.  Va beni! Quella da signorina Precisina la devo fare precisa precisa? (esce)

Cal.   Roberto gia è maritato e non sapevo niente.

Rob. Al municipio zio, in chiesa no ancora…volevo che sapevi tu prima…

Cal.   (va vicino a Roberto) Fatti maritari di un sacerdote bravo però…oggi giorno de sacerdoti non mi fido più tanto assai; pensa che ho fatto costruire una chiesa e ora è chiusa…il prete se la intendeva con la sorella  del sacrestanu e subito l’ho allontanato…

Cun. Zio se nasce maschio gli mettiamo Calogero.

Cal.   (emozionato) Oh! Mamma mia…mamma mia…

Nin.  Precisina spicciati, a tremarella…(solita scena)

Pre.   (dopo aver fatto tutto) Badate bene a non fargli prendere troppe emozioni in breve tempo…questo farmaco si può prendere massimo tre-quattro volte a breve distanza. (Roberto annuisce)

Nin.  Allora ci resta qualche altra volta.

Mel.  Signorina Precisina, se viene con me le faccio vedere  la sua stanza e si dà una sciacquata…

Nin.  E che bisogno c’è, gia è bella sciacquata…

Pre.   Dottore mi raccomando in mia assenza…

Cal.   Vai tranquilla Precisina, con mio nipote dottore mi sento tranquillo. (escono) 

S C E N A  X°

(Ninu, Calogero, Roberto, Cuncetta, Angelina, Tania, Carla)

                   (Nino e Calogero si guardano, si abbracciano e fanno scena piangendo)

Nin.  Fratello mio…

Cal.   Quanto tempo…quanto tempo… (anche gli altri piangono)

Nin.  Calogero…

Cal.   Nino, dov’è il quadro da mamma e  papà.

Nin.  Là guarda…(indicandolo)

Cal.   Sempre quà lo tinei vero!…

Nin.  Sempre, notte e giorno, giorno e notte, e sera…e non ci metto la mattina per non fregare a Precisina…

Cal.   Poveretti, quanti sacrifici che hanno fatto per me e per te…se fossero  ancora vivi, vvedrebbero me che sono partito con le tasche vuote e ora non so dove mettere i soldi…

Nin.   (Al pubblico)  Qua dentro c’e tanto largo!

 

Cal.   A vostro nipote Roberto dottore…(poi si gira verso il fratello) sempre lo dicevano: fatelo studiare per dottore…(poi abbraccia Roberto) e dottore  sei stato! E poi pure vedevano a Concetta con questo piccolino (le tocca la pancia) Ma dimmu Concetta di quanto mesi sei…

Cun. Di sette misi…

Cal.   Di sette mesi? Quasi quasi aspetterei per vederlo nascere.

Nin.  (di scatto) No…Calogero, con la forte emozione Concetta sbaglia pure a contare i mesi…di quattro mesi è… di quattru… (pizzicando Concetta)

Rob. Si di quattro mesi….

Cal.   Di quattro…bello grosso sarà (toccandole la pancia con dolcezza) e sarà bello tondo…E bravo a Roberto, gia ho capito che è una brava ragazza. (bussano)  

Nin.  Avanti…(entra Angelina salutando)

Cal.   Chi è tua cognata?

Nin.  Una vicina di casa…

Ang. Lo zio calogero? Piacere, io sono la migliore amica della signora Mela, ogni tanto vengo pure per farmi visitari da Roberto, io lo chiamo Roberto perché lo visto crescere…

Cal.   Meglio che lo chiami dottore Roberto…ma l’ambulatorio dov’è là dentro?

Rob. Si , per ora stiamo accomodando, fra qualche mese ci sistemiamo.

Nin.  Angelina sei venuta per farti visitare?

Ang. Si, con permesso (entra nell’altra stanza assieme a Roberto)

Cal.   (si avvicina a Cuncetta) Che  sono contento…

Cun. Se permetti zio, vorrei riposarmi nella mia stanza, il dottore mi dice sempre che non mi devo strapazzare…

Cal.   Il dottroe? Ma non ti visita tuo marito?

Cun. (assieme a Nino rispondono) Certo…certo lui…(Conc. esce)      

 

Cal.   Ninu, non pensava che dopo tanto tempo potevamo vederci…

Nin.  Manco io fratello…

Cal.   Nino sangue mio! (in quel momento entrano Carla e Tania con atteggiamento aggressivo)

Car.  Dov’e quel…di tuo figlio…gli voglio tirare il collo…

Nin.  Non ci fare caso fratello questa è pazza.

Car.  Buongiono, io sono la madre di questa  ragazza e lei chi è!

Nin.  Mio fratello Calogero.

Car.  Piacere, forse lei è più cosciente di suo fratello e di suo nipote….

Nin.  Ma io che c’entro.

Cal.   Ma signora che succecco…

Car.  Come gli ho detto poco fa, io ssono la mamma di quata ragazza…

Tan.  E iu sono la figlia, e non è giusto, non è giustu quello che ha fatto suo nipote Roberto…dopu due anni di fidanzamento mi ha lasciata per un’altra!

Car.  Nino, mia figlia non è un mazzo di cavoli!

Nin.  No…forse di lattuca!

Car.  Cerchi di scherzare di meno davanti a suo fratello…o come veru ca c’è Dio… Roberto deve rimediare…

Cal.   Rimediare?

Tan.  (triste) Quante promesse, quante carezze, quante baciate…

Cal.   Mi permetta signorina, iu sono lo zio,  quello del Canadà..

Car.  (Assieme a Tania)  Lo zio del  Canadà?

Nin.  Mio fratello del Canadà…

Car.  Mi scusi, ma ha un nipote troppo…

Cal.   (interrompendola) Non dica niente per favure…io per questo nipote ho vissuto fino ad ora!

 

Nin.  Signora che vuole soldi?

Tan.  Soldi? (piangendo) io voglio a Roberto!

Car.  Ma per chi ci ha preso, Roberto deve rimediare…dopo tanto tempo di silenzio, di quante lettere che si scrivevano…

Tan.  Di quante carezze…

Car.  Di quante toccate e toccatine l’ha lasciata come una pera cotta…

Nin.  Prima era cavolo, ora è pera cotta, fra cinque minuti diventa una noce fracida…

Car.  Ora andiamo, però ritorno e voglio conto e soddisfazione. (escono)

Cal.   Matri mia, sapia ca Robertu era birbante, ma no fino a questo punto…

Ang. (entra assieme a Roberto) Grazie dotture Roberto, che mano delicata che ha quando visita la panmcia…quando tocca il fegato…

Nin.  (al pubblico) E non parliamo di quando tocca il cuore!

Ang. Sig. Calogero arrivederci…(esce)

Nin.  Roberto, è venuta l’ex tua fidanzata e sua madre!

Rob. Ma avevano cambiato paese…e che volevano!

Cal.   Volevano te, ti volevano tirare il collo…ma si birbanti, ma quante fidanzata hai avuto? Non ti preoccupari ‘nipotei, ora te la sistemo io sta faccenda…

Nin.  Calogero io vado al municipio per i documenti che dobbiamo fare…

Cal.   Vai…vai…che io parlo con mio  nipute…(Nino esce)

S C E N A  XI°

(Calogero, Roberto, Precisina, Paolina, Angelina)

Cal.   Volevi vedere com’erano arrabbiate, dici che poi  tornano e sua madre vuole conto e soddisfazione…Certu che era una bella ragazza, ma Concetta è meglio!

Rob. (fa scena) Ma ora come devo fare…non ci voleva! Sua madre è nervusa, non le posso dire che ho fatto la scappatella e aspetto un figlio…

Cal.   Non ti preoccupari, ti dico io come devi fare e  quello che devi dire!

Rob. Che gli dico zio!

Cal.   (breve pausa, risata ironica) Dicci che ti devi fare prete!

Rob. (di scatto) Come?!

Cal.   Prete,  dici che l’hai lasciatai per non farla soffrire…che il Signore ti ha chiamato per servire lui…

Rob. (confuso cerca in tutti i modi di non tradirsi) Pre…pre…prete?

Cal.   Ti faccio vedere che appena dici cosi, non vengono più…(ad un tratto si tocca la gola) Roberto, questa gola da quanto ha cambiato aria mi da un fastidiu, dammi  una controllata. (Rob. gli guarda la gola)

Rob. E’ arrossata, ti piglio deci gocci di…novalgina e ti calma.

Cal.   Novalgina! Mah!…

Rob. (poi gli controlla il cuore, la pancia e proprio in quel momento entra pian piano Precisina senza farsi notare) Zio, si a postu, non dico che sei preciso, però meno medicinali poi pigliari megio è…hai uno stomacou di ferru

         e leggermente il fegato ingrossato…

Pre.   Dottore…come può dire questo! Suo zio ha una gastrite, tre ulcere, il fegato bello ingrossato ed il suo cuore non è di quelli migliori…da che cosa deduce che non ha niente…

Rob. (prima impacciato, poi deciso) Io l’ho visitato, certo non è a postissimo, ma niente di grave.

Pre.   E’ stato visitato e rivisitato, tutt’ora in Canadà è controllato quattro volte al giorno e nessun medico aveva detto…

Cal.   Precisina, non t’arrabbiare, in questo mumento sono a posto, e poi se capitasse che si sbagliassi di una piccolezza non ci fa nientei, è da poco che è dotture…pittosto dammi la novalgina!

Pre.   Le fa male la testa?

Cal.   No, ho la gola arrossata!

Pre.   E che c’entra la novalgina per la gola…

Rob. In Italia la novalgina si usa pure per la gola.

Pre.   Non l’avevo mai sentito!

Cal.   Basta Precisina, vai a sistimare tutte le mie cosei, e non ti preoccpari che sono con mio nipotei dottore…

Pre.   Tenga dottore, nell’eventualità TREMARELL  ad effeto immediato…

         Sig. Calogero, le consiglierei di evitare la novalgina per la gola, poi faccia lei dottore Roberto…dato che lei è il dottore…(entra nell’altra stanza)

Cal.   No ci fari caso Roberto, lei  è troppo Precisa con me, mi sta attento ad ogni minima cosa.

Rob. Però è  presuntusa…

Cal.   Però è preparatissima, si non fosse per lei io a quest’ora non ci sarei più nipote!

Rob. Senti zio, evitamo le gocce di novalgina, domani ti pigli qualche pillola…

Cal.   Comu dici tu. (bussano, entrano Angelina con Paolina)

Ang. Permesso, scusate, dotture c’è mia figlia Paolina col mal di pancia, si senti tutta molla…molla…

Cal.   Ora mio nipote la fa rialzare…

Ang. L tiri su, la visiti…(Paolina e Roberto entrano nella stanza)

         Che bravo nipote…dotture proprio come volevano i suoi  genitori…

Ang. Iu l’ho visto crescere e mi pare strano vederlo con la tonic…(si riprende) col camice          bianco…(entra Mela) Mela ciao, stavo parlando di te, gli stavo dicendo di quanto siamo amici (escono Paolina e Roberto) dottore che ha mia figlia…

Rob. Niente, avrà mangiatu pesante, per tre sere si mette una supposta  di zepelin e ci passa subitu…(in quel momento entra Precisina)

Pre.   ZEPELIN? Per la pancia? Ma è un antiffiamatorio che c’entra per il mal di pancia!…

Rob. Noi in Italia la usiamo anche per il mal di pancia, abbiamo in nostro metodo.

Ang. Il dottore non ha mai sbagliato con noi…andiamo Paolina…(escono)

S C E N A  XII°

(Calogero, Roberto, Mela, Precisina, Cuncetta, Ninu, Ciccu)

Mel.  Signorina se mi vuole fare compagnia la faccio vedere la casa , il giadino e le faccio conoscere mio padre

Cal.   Dov’è tuo padre?

Mel.  Nella sua stanza

 Cal.  Ma chi lo doveva dire che Francesco doveva diventare di famiglia!

           LO vorrei salutare

Rob. Più tardi zio si sta ripusando   ora…

Mel.  E’ sordo come  una campana!

Cal.   A vecchiaia brutta è!..

Mel.  Signorina venga…

Cal.   Vai Precisina, c’è mio nipote con me non ti preoccupare!

         (Mela e Precisina escono)

Rob. (al pubblico) Il preoccupato sono io invece!

Cal.   Caro nipote, finalmente posso morire in pace!

Rob. Proprio ora!

Cal.   Che hai detto?

Rob. Niente…niente!

Cal.   Quando ho vinciuto questa grande somma, ho pensato subito a te, e sono contento che hai truvato una  brava moglie, anzi chiamala, voglio che vi abbracciate, vi baciate in presenza mia cosi vi faccio una fotografia e me  la porto ccon tutta la pancia per ricordo…

Rob. Per ora è megliu di no, perchè non si deve strapazzare.

Cal.   E che c’e di strapazzare per una baciata, anzi bene fa…e poi pensiamo a quella che gli devi dire che devi farti prete, cosi non ti rompe più le scatole.

         Concetta…Concetta…

Rob. Zio aspetta…(Concetta entra)

Cal.   Sedetevi, abbracciatevi fortei e mentre vi baciate vi faccio una  fotografia…

Rob. (si fa il segno di croce senza farsi accorgere) Zio, non la puoi fari dopo?

Cal.   Ora ha detto, voi preparativi che io vado a prendere la macchina fotografica, è rimasta dentro la valigia…

Rob. (prende lo zio da parte) Senti zio, magari mentre noi siamo abbracciati, tu non guardare, perché lei è timida si vergogna, purtroppo

la gravidanza può portare pure questo, quindi è meglio che non piglia troppe emozioni per ora!

Cal.   Ma quanto la stai facendo lunga per una baciata e una stretta!

Cun. Va beni zio, va piglia la machina fotografica…(Calogero và)   

 

Rob. Oh! Signore, Madonna Santa, S. Antonio, S.Giuseppe, S. Francesco,

         S.Giovanni, S.Gabriele…(in quel momento entra Nino)

Nin.  Tutti li sta nominando, solo S. Calogero si sta scordando…

Rob. Papà non cce la faccio più…

Nin.  Zitto, calmati...che è successo.

Cun. ‘Lo zio Calogero vuole che ci baciamo, ci vuole fare una fotografia…

Nin.  E dopu tutto questo ti tiri indietro per una baciata!

Cun. Pure io la penso cosi…

Nin.  Calmati Roberto, il Signurei lo vede che sei in bonafede!

Cun. E in buona compagnia!…

Nin.  Sedetevi e mentre le dai questo bacio prega il Signure che sei  in

         bonafede…

Cun. Io invece mentre mi bacia sogno, non vedo l’ora che mi sposo con Orazio.

Nin.  Non parlare assai, perchè se mio fratello scopre tuttu, pure tu sei rovinata…ora io mi metto fuori, casomai viene qualcuno lo blocco…dai Roberto cominciate a riscaldarivi, ricordati comu si fa…(esce)

Rob. Perdonami mio Signore! (si siedono sul divanetto e cominciano a fare scena, dopo alcuni secondi entra Ciccu)

Cic.   (li guarda stupito ma loro non si accorgono) Sordo sono, ma di vederei ci vedeo bbene…(ride)

Rob.  Cun.  (spaventati) Nonno!…

Cic.   E bravo a mio nipute, tu sarai un prete birbanti, o seminario studiate pure sti cosi? (ride) Ma pperchè hai stu camice bianco, sembri un dottore…

         (entra Calogero)

Cal.   FRancesco… (Cicco sarebbe Francesco)

Cic.   Calogero…

Cal.   Francesco…(si abbracciano ed Roberto esce) Assettati…(si accorge che Roberto non c’è)  Dov’è Roberto…

Cun. A fari a pipi!

Cic.   Dov’è Roberto!

Cun. (forte) A fari a pipi…

Cic.   (ridendo) Glie è venuto lo stimulo…Calogero abbiamo un nipute birbante, ma chi lo doveve dire…questo oggi e dumani avrà un saccu di figli sparsi in tutte le vie…(Nino si affaccia facendo scena ma senza farsi accorgere)

Cal.   Francesco ti sei fatto vecchio!

Cic.   BAlbetto? Ma quali balbetto…sordo sono però di vedere ci vedo bene…

         (guardando Cuncetta) Se ti vedeva Oraziou…diventava pazzo…

Cal.   Ma che sta dicendo…

Cun. (lo svia) E che vuole ormai l’età c’è!

Cal.   Francesco come te la passsi…

Cic.   Spassi…si spassi, a voglia di quantu spassi ci sono qua  dentro…i preti di oggi sono tutti moderni…

Cun. Eh! Zio Calogero, meglio che lo porto nella sua stanza…

Cic.   Ma quale pancia e pancia…a pancia tu ce l’hai, chi è stato Orazio o mio nipute…

Cal.   Ma che dice…

Cun. No lo capisco…

Cal.   Concetta chiama mia cognate Mela e le dici che  l’accompagna che io voglio parlare con te e Roberto.

Cun. Faccio subito.(esce)

Cal.   Ma sta pisciata di Roberto quantu dura!

Cic.   Si, Roberto ci stava facennu a cura, a cura…(ride e subito entra Orazio)

Ora.  Sig. Calogero sistimavu tutti cosi chi purtau lei e a signorina Cinesina…

Cal.   Si a giapponese! Grazie Orazio.

Ora.  Concetta dov’è (Ciccu lo guarda e ride)

Cic.   Roberto ci stava dando la cura, la stava curando…(ride)

Ora.  Non capisco cosa vuole dire…

Cal.   Grazie Orazio puoi andare…(Orazio esce)

Cal.   E’ scorbutico questo cameriere...scorbutico…

Cic.   Si, è cornutico…(entra Mela, Precisina e Concetta)

Mel.  Papà ma che fai, senza me non ti devi muovere…

Cun. Venga con me!

Cal.   (si avvicina a Concetta)  Ma come mai non lo chiami nonno!

Cic.   Iu non ho sonno…

Mel.  (per sviare) Calogero, se lo chiama nonno poi dice che si sente vecchetto…(Ciccu si mette a piangere) Mamma mia, portiamolo là dentro…(escono)

S C E N A  XIII°

(Calogero, Precisina, Tania, Carla, Nino)

Cal.   Che confusione! (entra Precisina) Precisina, quà dentro c’è troppa confusione, qualcosa non quadra, mio nipote non voleva dare un bacio a sua moglie, scappa per la pipì e ancora è in bagno ca piscia… il vecchietto dice certe cose che non mi quadrano…c’è qualcosa che non va…Precisina stai attenta…

Pre.   Anch’io ho capito che c’è qualcosa che non va…

Cal.   Davvero? E che hai capito sentiamo!

Pre.   Guardi che cosa ho trovato nella stanza di Roberto in mezzo ai suoi libri:

         (esce tante santine) S. Girolamo, S. Antonio, S. Giovanni, Padre Pio, S. Giuseppe, Madonna delle lacrime, Madonna delle Grazie…

Cal.   Basta…basta…anzi guarda se c’è  S. Calogero!

Pre.   Certo, eccolo!

Cal.   Precisina ma tu che pensi!

Pre.   Spero di sbagliarmi, ma suo nipote è troppo impreparato per essere un dottore!

Cal.   Che vuoi dire, parla più chiara, anche il vecchietto nella sua confusione diceva certe cose…ma ora che ci penso bene…

Pre.   Roberto può essere qualche altra cosa ma non un dottore!

Cal.   Mamma mia! mi stò sentendo male…(si siede e Precisina esce TREMARELL, dopo un po’ si riprende)      

Cal.   Precisina cerca di scoprire tutto, fai la 007, tu la sai fari bene, dobbiamo capire cosa c’è sotto…

Pre.   Non si preoccupi…( mentre gli guarda il polso entra Nino)

Nin.  Calogero, che c’è fratello mio…

Pre.   Si è preso di collera….

Cal.   Chiama a Roberto, è da mezzora che è andato a pisciare…ma quanto beve!          (Roberto enta in quel momento)

Rob. Zio, fatemi vedere. (gli tocca il polso per i battiti)

Nin.  Che ha Roberto.

Rob. Niente, è stata una cosa di pochi secondi,  una vampata!

Cal.   Ma quanto è durata la tua pisciata!

Rob. I battiti sono a posto, centotrenta…nella normalità!

Pre.   Dottore…centotrenta non è nella normalità…

Rob. In Canadà!.. in Italia si…

Cal.   Precisina, vai e fai come ti ha detto, tanto quà sono con mio nipote

          d o t t o r e!  (Precisina esce)

Rob. Zio capisco che è la tua infermiera di fiducia, ma è troppo impertinente…

Cal.   Chi significa…(intanto Nino si affaccia alla porta ed avvisa che stanno arrivando Carla con la figlia)

Nin.  Roberto, sta arrivando l’ex tua fidanzata con la madre…

Rob. Proprio ora, come devo fare…

Cal.   Ricordati quello che ti ho detto, dille che ti stai facendo sacerdote…io mi nascondo là dietro.

Nin.  Io stò con  Roberto…

Cal.   Tu vieni con me, falla sistimare solo a lui…(si nascondono)

Rob. (comincia a ripetere L’Ave Maria, non appena arriva al tuo seno Gesù, entrano, Roberto smette e l’altra metà la recitano Carla e Tania)

Car.  E bravo, stai prigando, ti senti in colpa…(Roberto fa dei segnali)

Tan.  Roberto, io ti amo…ti amo…perché questo silenzio!..

Car.  Faccia tosta, birbante, consuma figlie di mamme, perchè…perché hai lasciato mia figlia senza motivu…

Tan.  Roberto io ti amo…ti amo, qualunque sia stato il motivo, ti perdono…

Car.  Io voglio cunto e ragione, una madre fa tanti sacrifici per crescere una figlia, poi arriva un brocculu, un cetriolo…

Rob. Iu mi stò facendo sacerdote…sacerdote…sacerdote (Tania e Carla non sapendo rimangono sorprese ed impreparate)

Car.  Questa non c’era nella scena…ma che stai dicendo Roberto!

Tan.  Roberto, ma si ti sentiva tuo zio…forse ti stai pentendo di quello che stiamo facendo? (Rob. continua a fare segnali, ma loro non capiscono)

Car.  Roberto, non ti pigliari di emozione, ormai la parte facciamola fino in fondo, le cose stannu camminando liscie  liscie…

Rob. (si siede avvilito) Iu sono Roberto, dottoure, sacerdote, dottore, sacerdote non sò più cosa sono…

Car.  Zittoi prima che arriva tuo zio…

Cal.   (esce) Arrivato sono,  ho sentito tutto, come ho resistito là dietro non lo sò…mi stò sentendo male…male…

Nin.  (esce) Calogero calmati (confusione)

Pre.   (entra in quel momento) Sig. Calogero, non si preoccupi sono qua…

         (confusione, Tremarell e si riprende) Ho scoperto tutto, ho fatto parlare il sig. Ciccu, ho fatto fatica nel parlare e nel capirlo, ma poi ho capito tutto…quello che pensavo e sospetttavo era giusto: suo nipote si sta facendo (dirlo nel proprio vernacolo) sacerdote…(Calogero si sente di nuovo male)

Nin.  Iu sicilianu u dissi… (nen proprio vernacolo)

Pre.   Io sono nata a Cefalù e sò diri tutto, ma chi vi pare che ho le orecchie lunghe?

Mel.  (entra) Mamma mia, ora perdiamo tutto…

Nin.  Lo sapeco che tuo padre combinava danno…(Rob. s’inginocchia, recita l’atto di dolore)

Cal.   Prega…prega…ora capisco i santini, i bacetti no, a novalgina, u nonnu,

         Orazio cornutico!…(in quel momento entra Orazio)

Nin.  Calogero piango!

Cal.   (Non ci fa caso) Bravi,  avete preparato una commedia…

Nin.  Calogero piango…

Rob. (ai piedi dello zio) Perdona zio…

Cal.   Ma tu prete sei già?

Rob. Fra tre mesi zio…

Cal.   (a Carla e Tania) Voi due siete attrici?

Car.  La sorella di Mela sono, e questa è mia figlia…(entrano Angelina e Paolina)

Cal.   Siete venuti per una visita? Il dottore non visita più…ora confessa!

Ang. Si è scoperta la verità? Ma chi lo doveva dire, chi…chi…chi…

Pao.  Lo perdoni, (piange) io l’ho perdonato! Era il mio fidanzato…

Cal.   Bravi, era tutto organizzato (entrano Orazio e Concetta) e a questa chi l’ha messa incinta…

Ora.  Questa è la mia fidanzata…

Pre.   Che confusione…

Rob. Zio non è incinta…(gli toglie il pallone bianco e nero)

Cal.   Mamma mia, mi stò sentendo male…(confusione poi si riprende) non avrete niente da me, iu non mi sono sposato per non farmi mangiare i soldi di nessuno e sti quattru attori di strapazzu mi volevano fregare...parenti serpenti!

Nin.  Fratello mio non potevamo fari altrimenti…

Ang. Non lo abbiamo fatto per cattiveria…

Cal.   Come! A momenti mi mandavate al camposanto e non l’avete fatto per cattiveria? Non avrete niente!

Rob. Non ti preoccupari zio, il vescovo e tutti mi aiuteranno a diventare prete…

Ang. Tutto il paese, farà una colletta…

Car.  E tutti devono sapere che questo zio do Canadà l’aiutava perchè dottore  non perchè nipote…Tania andiamo.

Tan.  Ancora sentivo chi era stu zio Calogero…Dicevano tutti che aveva un cuore d’oru…

Ang. Il Signore è grande e ti auterà  Roberto…

Nin.  (al pubblico) E noi restiamo col sedere scoperto…

Pao.  Roberto non sò quello che dire…(piange)

Ora.  Concetta noi che facciamo, u sig. Ninu non ni po manteniri più…

Cun. Si andiamo, tanto siamo senza genitori e soli restiamo…

Cal.   Quasti mi stanno facendo sentire piùmalatu di quanto sono, aspettate…

         Roberto senti…io al Signure ho sempre creduto, ai sacerdoti tanto assai no…però è vero che ci sono sacerdoti e sacerdoti e tu devi essere un sacerdote sacerdota… perdonatimi…

Nin.  Calogero…(gli altri fanno un respiro d sollievo)

Cal.   Nino…(si abbracciano piangendo, poi tutti abbracciano Calogero) Tu sarai un prete d’oru in tutti i sensi…tu hai un cuore d’oro, questa fu la volontà di Diu e sia rispettata…(poi si avvicina col nipote verso il pubblico) Senti però a Concetta al posto del pallune bianco e nero, potevi mettere rossu e neru, io sono milanistaridono tutti abbracciandosi)

         Avevo una vita questo pensiero, mio nipote dotture e mi cura, ma pensavo a me solo egoisticamente…Invece penso che puoi curare tanta altra gente, vecchi e giovani, curare lo spirito, perchè lo spirito cura anche il fisico…  Sono contento che ho rimediato anche all’ultimu momento…perchèi uno nella vita deve fare quello che sente nel proprio cuore… (sipario)

                  

                                      (elaborata da Pietro Maurici e dallo stesso autore)                                                   

                                                    (qualsiasi gruppo che voglia rappresentare questa commedia,

                                            necessita dell’autorizzazione dell’autore) tel. 090/ 638009