Sempre con me

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Mauro Eberspacher

Mauro Eberspacher

Sempre con me


PERSONAGGI

Micaela:

Caterina:

Lisa:

Sonia:

Giulia:

Denny:

Manuela:

AMBIENTAZIONE

In una villa, salone centrale con molte entrate, tante quante sono le entrate di quinta. Le donne, inizialmente sono tutte sedute tranne Micaela.

INDICE:

1) Ouverture..................................................................................................... 3

2) Storia di Caterina....................................................................................... 8

3) Brava Caterina......................................................................................... 10

4) Storia di Giulia......................................................................................... 11

5) Brava Giulia............................................................................................. 14

6) Storia di Denny......................................................................................... 15

7) Brava Denny............................................................................................. 17

8) Storia di Lisa............................................................................................ 18

9) Brava Lisa................................................................................................. 21

10) Storia di Sonia........................................................................................ 22

11) Brava Sonia............................................................................................ 24

12) Storia di Micaela.................................................................................... 25

13) Brava Micaela........................................................................................ 27

14) Storia di Manuela:................................................................................. 28

15) Brava Manuela....................................................................................... 31

16) Epilogo.................................................................................................... 32

SIPARIO......................................................................................................... 35


1) Ouverture

Tutte sedute in semicerchio; Micaela è in piedi con una cartellina in mano, sembra una presentatrice.

MICAELA:    (rivolta alle altre presenti) Vi ringrazio per la disponibilità. Adesso…

DENNY:        (alza la mano) Scusi…

MICAELA:    Sì ?

DENNY:        Ma…è sicura che le persone che lavorano, di sotto, non gradiscano un tè, o qualcos'altro…

MICAELA:    La ringrazio molto da parte loro, ma…no, grazie. Quando lavorano non si fermano per niente al mondo, sono molto coscienziosi.

CATERINA:  È fortunata. Il mio Saverio doveva stare sempre con due occhi così!

LISA:             Anche Clodio, sa? Se non stava attento lo fregavano subito!

SONIA:          Tutti così, gli uomini: scansafatiche, inaffidabili… (vivace reazione di Lisa e Caterina) Salvo parenti e congiunti, è logico!

MICAELA:    (a Caterina) Perché ha detto che il suo…

CATERINA:  Saverio?

MICAELA:    Sì, ecco. Perché ha detto che il suo Saverio "doveva"…? Non…non…non lavora più, per caso?

CATERINA:  Ehm, già: si è ritirato dagli affari. Da qualche tempo!

Micaela volge lo sguardo a Lisa

LISA:             (prima che Micaela parli) Pure il mio! Non vedeva l'ora, sa?

MICAELA:    (alle altre) E voi? I vostri compagni, si sono tutti ritirati, oppure esercitano ancora? Che lavoro fanno?

GIULIA:         Il mio fa più niente da un pezzo.

SONIA:          Anche Gabriele: ha lasciato tutto alle commesse e via!

DENNY:        Franco era tanto stanco! Non ne poteva proprio più!

MICAELA:    (a Manuela) E lei? Anche il suo uomo ha smesso di lavorare?

MANUELA:  (incerta) Io? Oh, il mio…! Per carità, non…non credo che la cosa interessi,,,

LE ALTRE:    E dài! - Su, Manuela, io gliel'ho detto! - Non fare sempre la vergognosa! - Dillo a me, se ti vergogni, che non lo so.

MANUELA:  E…e va bene. Randolph non ha mai lavorato. Almeno: non nel senso che s'intende di solito…

GIULIA:         E in che senso, scusa?

SONIA:          Mo' esce fuori che hai pescato l'ereditiero?

MANUELA:  Si potrebbe anche dire così, ma… Era un esperto d'arte, lo pagavano per le sue consulenze, tutto qui!

MICAELA:    Ha smesso anche lui?

MANUELA:  (imbarazzata) Eh…sì, ha smesso…anche lui, sì.

Un silenzio durante il quale le donne si guardano

MICAELA:    Ma…Ecco, insomma, siamo arrivate proprio all'oggetto del mio       questionario. Come vi dicevo, la mia ditta si occupa anche di…sì, insomma: di assistenza matrimoniale. Perciò sarei davvero felice se mi deste delle informazioni…

SONIA:          Che c'entra con i topi?

DENNY:        Non siete qui per la derattizzazione?

MICAELA:    È la differenziazione, capisce? Oggigiorno un'azienda non può più presentarsi sul mercato senza un'offerta vasta, completa… E così noi, la "Pulisci e Sistema", offre anche tanti altri servizi, oltre all'eliminazione dei parassiti! "Pulisci la tua casa da qualunque ostacolo alla tua felicità", è il nostro motto! Quindi ci occupiamo dei nostri clienti dalla cantina al tetto, compreso quello che c'è in mezzo!

CATERINA:  Brava! Bella idea!

DENNY:        (alza la mano) Scusi…

Proteste da parte delle altre

DENNY:        Voglio solo fare una domanda! Scusi, signorina, ma…in che senso: " in mezzo"? Che intende?

CATERINA:  Ecco, sì! I muri?

LISA:             Le finestre?

GIULIA:         Arrivi sempre dopo, te! Vuol dire tutto l'impianto idraulico, quello elettrico…

MANUELA:  Ma forse…si riferisce al mondo di affetti che c'è dentro, alla casa…

SONIA:          La solita romanticona! La scusi, sa, signorina, ma tutto quello che vede lo trasforma in un'avventura dell'Ottocento!

MICAELA:    (sorridendo) Certo, capisco. Però è anche l'unica che ha indovinato il senso!

GIULIA:         Ma no?

Caterina, Lisa e Denny si congratulano con Manuela

SONIA:          Lo vedi? Dalle e dalle, una volta c'azzecca!    

MANUELA:  (si schernisce) Oh! Su! Io…io mi vergogno… Ho solo fatto caso che aveva parlato di "assistenza matrimoniale" e così…

MICAELA:    Bene, allora. Se voleste partecipare mi fareste una grande cortesia…

Tacito consenso di tutte

MICAELA:    Ecco qua: io farò delle domande. Certo, di solito il questionario è piuttosto dettagliato, contiene anche domande abbastanza personali…

GIULIA:         Se vuole ce ne andiamo mentre lei si rivolge ad una per volta…

DENNY:        (alzandosi) Ecco, sì. Faccio un salto in cucina a preparare un tè, se le va.

CATERINA:  (alzandosi anche lei) Io invece in bagno…mi capisce…

Un po' tutte le stanno imitando

MICAELA:    No! Non ve ne potete andare!

Tutte le donne si fermano girandosi a guardarla interrogativamente

MICAELA:    Per carità: siete a casa vostra, però i miei uomini sono molto permalosi, sapete? Se si trovano tra i piedi qualcuno si corre il rischio che si arrabbino e…poi magari mollano tutto e se ne vanno lasciando le cose a metà…

SONIA:          L'ho detto: tutti uguali, gli uomini!

MICAELA:    Nessun problema, siamo salve! Ho uno schema adatto alla situazione; c'è proprio scritto sul manuale: "domanda in caso di campione interamente femminile".

CATERINA:  Campionessa, vorrà dire!

MICAELA:    Come?

CATERINA:  Se è interamente femminile si tratterà di una campionessa, no?

MICAELA:    Ma veramente…

DENNY:        Secondo me ha ragione!

GIULIA:         Giusto! L'Italiano è Italiano!

MICAELA:    Ma no, scusate! La parola "campione" sta ad indicare un gruppo di persone, a prescindere dal sesso, o da altre caratteristiche.

CATERINA:  Come sarebbe a dire! Io, al sesso mio ci tengo!

DENNY:        Anch'io!

LISA:             Al suo? (espressione interrogativa di Denny) Al suo, di sesso, ci tieni? E perché?

DENNY:        Ma che dici?

MICAELA:    Madonna, che confusione! Ma sapete che siete proprio simpatiche? Lasciatemi fare questa domanda, riguarda tutte, e poi vedremo. Siete d'accordo?

SONIA:          E va bene, sentiamo.

Tutte le donne, esclusa Micaela, si siedono e si pongono compitamente ad ascoltare.

MICAELA:    La…la domanda che mi propone il questionario…beh, non è propriamente una domanda; è più un…tema, diciamo, che ognuna di voi deve svolgere. (sconcerto tra le donne) Ma non si deve fare un compito, come a scuola; niente di scritto, tranquille! Si tratta solo di raccontare qualcosa della vostra storia con l'uomo della vostra vita: un aneddoto, non importa se iniziale, nel mezzo o…Non c'è bisogno che sia la storia della vostra vita con alti e bassi eccetera. Semplicemente basta che in un momento qualsiasi diciate: "sempre con me". (si guarda intorno) È chiaro? (silenzio delle donne, incerta) Non…non avete capito qualcosa…volete che vi spieghi meglio…

GIULIA:         No.

CATERINA:  A me pare semplice.

DENNY:        Pure a me!

SONIA:          Che ci dovrebbe essere di complicato?

LISA:             Già: che cosa?

MANUELA:  Io lo trovo…romantico!

MICAELA:    Bene…benissimo, anzi! Chi vuole cominciare, allora?

Le donne si scambiano sguardi preoccupati

CATERINA:  L'ho detto prima: devo andare un momento in bagno…

GIULIA:         Scappi, eh?

CATERINA:  Ma che "scappi"! Torno subito…

MICAELA:    Ma…veramente…ci sono i miei uomini che…

DENNY:        Come sono?

GIULIA:         Forti?

LISA:             Sporchi?

SONIA:          Sudati?

GIULIA:         Decisi?

MANUELA:  (un tempo) Passionali?

MICAELA:    Un po' tutte queste cose, ma…

SONIA:          (si alza) Andiamo!

Tutte si alzano dopo di lei.

DENNY:        Sì! Pipì collettiva!

MICAELA:    Ma no, no! Il…il questionario! L'azienda si aspetta che porti il risultato e se non lo faccio mi licenziano!

GIULIA:         Ma non possono!

LISA:             Oh, poveretta!

DENNY:        Che peccato!

MANUELA:  Ma…allora…forse sarebbe meglio che facessimo quello che ci chiede e dopo, magari…

SONIA:          E va bene. Ma facciamo una cosa svelta, eh?

CATERINA:  Sì, anche perché io al bagno ci devo andare proprio.

Le donne tornano a sedersi

MICAELA:    Bene, grazie. Apprezzo molto la disponibilità. (un tempo) Allora, chi vuole cominciare?

CATERINA:  Comincio io, così dopo…?

MICAELA:    Per quello, come ho detto, è meglio aspettare un pochino se le è possibile. Ma…cominci, la prego. (alle altre) Un bell'applauso per la vostra amica!

Applauso divertito delle altre

CATERINA:  Rompo il ghiaccio, insomma! Cos'è che devo dire?

SONIA:          Se non lo sai te!

CATERINA:  Ma dài! (a Micaela) No, intendo: quella frase che bisogna metterci dentro…

MICAELA:    "Sempre con me". Può scegliere un momento qualunque della sua storia: buffo, romantico, casuale…come vuole.

CATERINA:  Ah…ho capito, grazie. Allora…vado? (assenso di Micaela) Penso…penso che parlerò dell'inizio…va bene? (c.s.)

MICAELA:    Venga qui, al centro, così la possono vedere tutte. Venga, venga.

CATERINA:  (si alza e va a mettersi al centro, a fianco a Micaela, che si fa un pochino indietro) Va bene qui? (assenso di Micaela) Penso…penso che parlerò dell'inizio…va bene? (c.s.)

 


2) Storia di Caterina

CATERINA:  Ah! L'uomo che fa per me è sempre stato quello protettivo, tranquillizzante, preoccupato di non farmi mancare niente...

GIULIA:         Tolto tuo padre, insomma...(segno di "niente") !

CATERINA:  Ma che dici! (risolino) Lo so che può apparire strano, ma io un uomo così lo cercavo da tanto... Altre occasioni non mi sono mancate, per carità, ma ogni volta c'era qualcosa che non andava...una coperta corta, insomma, non so se mi spiego. (controscena affermativa delle altre) M'ero rassegnata: se doveva andare così, pazienza. Buttarmi via col primo che capitava, neanche a parlarne...

SONIA:          Eh sì, sai che fila!

CATERINA:  No, non dico che ci fosse una folla di uomini a cercarmi, ma...insomma, anch'io le mie occasioni le ho avute, che ti credi! E così... alla fine è capitato per caso che ho incontrato quello che doveva restare sempre con me. Quella mattina ero uscita di casa un po' tardi e nella fretta m'ero dimenticata di prendere una cosa importante per l'ufficio...ora non mi ricordo che cosa fosse, ma...

DENNY:        Doveva essere importante assai!

CATERINA:  Eh, già, capitano queste cose, no? In quel momento era la cosa più importante del mondo, ma quel che è successo dopo l'ha talmente superata in importanza che non significa più niente. Quel che conta è che servì a farmi decidere di prendere di corsa l'ascensore, cosa che altrimenti non avrei fatto mai. Perché io dell'ascensore ho paura, sapete? Come di tutti i luoghi chiusi. Non lo prendevo mai, facevo sempre le scale...

MANUELA:  Fa bene fare le scale!

CATERINA:  Sì...abitavo al settimo piano...(controscena divertita delle altre) Ma insomma, dovevo essere proprio in extremis... Comunque: appena mi giro verso l'ascensore vedo che si apre la porta e allora prendo un gran respiro e mi ci butto dentro senza guardare, praticamente ad occhi chiusi e vado a sbattere in un uomo che ci stava dentro. Si trattava di un inquilino del palazzo, che non avevo mai notato prima. Oltre a scusarmi devo aver farfugliato qualcosa riguardo al fatto che andavo di corsa e che avevo paura di prendere l'ascensore, perché lui, gentilissimo, non ha perso tempo: ha chiuso la porta ed ha spinto il bottone del mio piano.

LISA:             Alla faccia della gentilezza! A me pare più che altro uno coi riflessi pronti!

CATERINA:  Sei maligna, sei! Invece fu premuroso, mi fece parlare per distrarmi. Si vedeva che ero agitata e così...per esempio: mi disse che una volta arrivati al piano avrebbe tenuto l'ascensore occupato per darmi il tempo di prendere quello che mi serviva e scendere subito. Non volevo, ma poi mi convinse che con le scale c'avrei messo di più e così...accettai. Ma tanto...che dire: era destino! L'ascensore si fermò all'improvviso e io mi ritrovai a tremare fra le sue braccia.

GIULIA:         Ed è stato lì che t'ha fatta sua!

CATERINA:  Uffa! M'ha parlato, m'ha rassicurata, m'ha detto che sarebbe ripartito subito, m'ha carezzata, cullata... E' stato tanto bravo che ad un certo punto m'ha fatto notare che lui le braccia le aveva aperte, ma ero io che rimanevo avvinghiata! Mi staccai scusandomi...mi vergognavo...e mi ritrovai a conversare, così, del più e del meno. A un certo punto della fretta, dell'ambiente chiuso, di tutte le mie ansie non m'importava più niente. Come dire? Quell'uomo m'aveva rasserenata, ecco! Glielo dissi. Lui mi guardò molto, molto intensamente; aprì la bocca per parlare e...

MANUELA:  E...?

CATERINA:  E fu proprio in quel momento che l'ascensore ripartì.

DENNY:        Beh, ma che jella!

CATERINA:  Una volta arrivata al piano, mi sentivo così bene e grata che gli chiesi se voleva entrare, così..., a prendere qualcosa...per ringraziarlo, capite? (controscena affermativa delle altre)

SONIA:          (ironica) Ma non andavi di fretta?

CATERINA:  Non...non lo so...me n'ero scordata, mi capite? Mi sentivo così sollevata...! E lui...accettò, entrò e...

LISA:             E...?

CATERINA:  Poi uscì fuori che m'aveva notata da molto, che aveva cercato altre volte l'occasione per scambiare due parole, ma io ero schiva, andavo sempre di corsa! E...poi usci fuori che l'ascensore non s'era fermato per caso! (controscena ironica delle altre) L'aveva fermato lui, ma non m'ero accorta di niente perché ero agitata, tenevo gli occhi bassi...e così! Poi uscì fuori che ci sperava proprio che l'invitassi a casa mia. Poi...

DENNY:        Poi uscì, fuori?

CATERINA:  (con un sorriso compiaciuto) Poi, fuori, non è uscito più.

 


3) Brava Caterina

Applauso delle donne, "Brava", "Bene"

CATERINA:  Ma dài, mi fate arrossire…

LISA:             Che coraggio! Non credo che ce la farò, io.

MANUELA:  Neanche io, no, no!

GIULIA:         Le solite fifone! Che ci vuole, basta raccontare…c'è mica niente da nascondere, in fondo, no?

DENNY:        E allora perché non lo fai tu, adesso?

SONIA:          E perché tu no?

DENNY:        Mi vergogno!

SONIA:          Tanto se non è adesso è dopo!

DENNY:        Eh! Meglio dopo!

MICAELA:    Non vi preoccupate, siete tra di voi. Se non c'è qualcosa che volete tenere per voi… (pausa durante la quale studia con serietà le espressioni delle donne) Nessuna delle altre potrà prendervi in giro, perché prima o poi toccherà ad ognuna. Allora?

DENNY:        (a Giulia) Vai tu, no? Tanto non sei fifona come noi!

GIULIA:         (alzandosi) Ma certo, non c'è problema. (va vicino a Micaela) Dove mi devo mettere, qui? Bene, comincio?

 


4) Storia di Giulia

GIULIA:         Capitò durante un viaggio in Tunisia, che... voglio dire: venivo da una storia disgraziata, assurda addirittura! Avevo stretto amicizia con un uomo...mai crederci se un uomo vi dice di essere amico, eh? E' proprio vero: pensano ad una cosa sola, altro che amicizia! (controscena affermativa delle altre) Stavamo seduti al bar, quando gli chiedo che cos'ha...perché era un po' di tempo che lo vedevo strano, nervoso, distratto... Penso che abbia di nuovo problemi con la moglie, tra di loro le cose non funzionavano, ma si trascinavano all'infinito...E così, a freddo, senza neanche prepararmi un po' me lo dice: s'era innamorato di me, il cretino! E giù tutta una storia...che non vuole rovinare l'amicizia, che non dorme più, che mi desidera però non se la sente di essere scorretto -scorretto, capite?- nei confronti della moglie...

LISA:             E tu c'hai parlato, l'hai fatto ragionare, hai cercato di salvare l'amicizia...

GIULIA:         Manco per niente! Gli ho detto che per me non era più un amico e me ne sono andata! Mi sono sentita tradita, eh, capirete...! Che faccio: confido le mie cose, i miei problemi più intimi ad uno che intanto pensa solo a come portarmi a letto? No, grazie!

Borbottio tra le altre: chi è d'accordo e chi e contraria

GIULIA:         Ho deciso così, non c'ho pensato due volte. Mi sono alzata dal tavolino e via verso casa! Strada facendo sono passata davanti ad un'agenzia di viaggi; ci sono entrata, ho sfogliato un paio di cataloghi e mi sono regalata un viaggio in Tunisia! Una settimana dopo ero già in groppa a un cammello! Non mi limitavo alle escursioni previste: uscivo, compravo, giravo...L'unica cosa che non facevo era dormire e... sarà stato per questo che...durante l'escursione nel deserto...

DENNY:        (sognante) Sei stata rapita dai Tuareg!

GIULIA:         No, che rapita! Facevamo un'escursione in un'oasi...

MANUELA:  (sognante) L'oasi!

GIULIA:         Bella, sapete? Un posto verde accuratamente coltivato e custodito, alimentato da queste misteriose vene d'acqua che scorrono nel deserto. Ma il bello era il contrasto con le alture che la circondavano, brulle e secche... Insistei tanto che la guida ci portò al difuori dell'oasi, in una passeggiata panoramica, a vedere le onde di sabbia, le dune formate dal vento, infinite come il mare... Beh, l'incanto fu tale...ma forse ero io che stavo un po' fuori di testa...che, insomma: ad    un certo punto mi guardo intorno ed il mio gruppo era sparito. Mi ero persa! Per essere più precisa, me ne accorsi solo quando sentii, inattesa, una voce di uomo...

DENNY:        (sognante) Il beduino!

GIULIA:         Era uno del gruppo che m'aveva seguita, credendo che sapessi quello che facevo. Mi domandò: "Ma non ci siamo allontanati un po' troppo?"

CATERINA:  E lui ti salvò portandoti sulle sue forti braccia...

GIULIA:         Non ce l'avrebbe mai fatta. Era...come dire...un omuncolo, un ometto, alto quanto me...anzi, più basso, anche! Un po' di pancetta, stempiato...un ragioniere, ce l'avete presente? Quello. E così...ci eravamo persi. Io non sapevo come fare, lui meno di me. Figuratevi che gli tremavano tanto le mani che fece cadere nella sabbia  l'unico cellulare satellitare, che c'avrebbe permesso di chiamare aiuto!

MANUELA:  E tu che hai fatto?

SONIA:          Io l'avrei strozzato!

GIULIA:         C'ho pensato molto, molto seriamente. Poi ho considerato che era meglio risparmiare le forze; era pomeriggio, presto sarebbe calata la notte e per un po' non avremmo sofferto il caldo, ma il giorno dopo...! Così cercai di far finta che non esistesse, 'sto sgorbio. Cominciai a girare di qua, di là...e naturalmente persi l'orientamento del tutto. Giunse la notte e mi sdraiai a casaccio, sulla sabbia. Ero arrabbiata, furiosa: ce l'avevo con me, con lui, con il mondo intero! Non m'accorsi neanche di addormentarmi.

LISA:             E lui?

GIULIA:         Non me ne preoccupai, facesse quel che gli pareva, quell'incapace! Certo...certo che non m'aspettavo, la mattina dopo... Ma voi lo sapete che la notte nel deserto fa un gran freddo? Io ne avevo sentito, sì, un po', ma non tanto da non dormire. Con l'arretrato che avevo,poi. Al risveglio ho capito perché non l'avevo sofferto più di tanto: addosso avevo anche la sua giacca e la sua camicia, oltre alle mie cose. M'aveva coperto per ripararmi, capite?

MANUELA:  Che gentile!

GIULIA:         Lui invece stava più in là, tutto infreddolito, con addosso solo la canottiera. Ho cercato di svegliarlo, ma era intirizzito, poveretto. M'ha fatto una pena! Mi sono sentita travolgere da un'ondata incontenibile di tenerezza per quel gesto di una generosità che non avevo mai conosciuto, prima. (pausa) Allora...ho cercato di scaldarlo, di farlo riprendere...

LISA:             E lui?

DENNY:        S'è ripreso, sì?

GIULIA:         Beh, come dire...s'è ripreso, s'è ripreso...anche più di quanto pensassi! Allora, dopo esserci spartiti un paio di merendine che aveva con sé, ci siamo presentati.

SONIA:          A cose fatte, insomma!

GIULIA:         Da allora è rimasto "sempre con me", se vogliamo usare quest'espressione. L'ironia della sorte: io che ho sempre cercato - e avuto, anche - uomini forti, atletici, virili...ho finito per innamorarmi di uno che era l'esatto opposto! Quando si dice...!

 


5) Brava Giulia

Applauso delle donne, "Brava", "Bene"

CATERINA:  Più bella della mia, la tua storia!

LISA:             Poverino, che uomo gentile!

MANUELA:  Non ti credevo così.

GIULIA:         Così, come?

MANUELA:  Non so dire...in quella situazione mi sarei aspettata che avresti…non so…fatto un'altra scelta.

GIULIA:         Beh, anch'io.

DENNY:        (alza la mano) Scusi…

MICAELA:    Dica.

DENNY:        Potrei venire io, adesso?

SONIA:          "Signora Maestra" !

Tutte ridono

MICAELA:    Ma certo, venga.

Denny si alza, va vicino a Micaela, poi si guarda intorno.

DENNY:        Oddio…non me la sento mica più tanto…

MICAELA:    Coraggio! Le sue amiche hanno già fatto ed è stato…molto interessante.

CATERINA:  Se ce l'ho fatta io!

SONIA:          Eh! Se ce l'ha fatta lei!

CATERINA:  Perché? Che c'è che non ti va?

SONIA:          Come pigli fuoco! Non t'ho mica detto niente di brutto!

DENNY:        Allora…se intanto devono discutere, io magari me ne torno al posto mio…

MICAELA:    Ma no! Signore, scusate! Fatele raccontare la sua storia, può darsi che dopo le discussioni ve le sarete bell'e scordate!

Sonia, Caterina e le altre si ricompongono.

DENNY:        Allora…che faccio, comincio? (assenso di Micaela) Dunque…

 


6) Storia di Denny

DENNY:        Ci...ci siamo conosciuti una notte...una sera che ero uscita con un gruppo di amiche. Ero bella, allora. Slanciata, ben fatta, bei capelli...facevo la mia figura, insomma! Ma le mie amiche non erano da meno! Non faccio per dire, ma quando uscivamo tutte e tre, dicevamo che andavamo al concerto. Di fischi, di battute dei ragazzi... Qualcuno era anche un po' volgare,  ma era raro che succedesse. Adesso è diverso, ma a quei tempi, di essere volgare con una ragazza c'era da vergognarsi. Andava l'amore romantico, anche audace, se serviva, ma se qualcuno andava sopra le righe era tutta una corsa in difesa del nostro onore, a distinguersi come nostri paladini. Non lo so, credo che possa capitare anche adesso, ma si vedono certe facce in giro...Sono gli occhi a fare paura. Gli occhi suoi, invece...

GIULIA:         E che occhi aveva!

DENNY:        Eh? Ah, sì. Verdi, i suoi occhi, con una cornice marrone sottile sottile tutto intorno. Ci passai mezz'ora a chiacchierare solo per poterglieli guardare. Stava con un gruppo di amici, uno di loro era amico di un'amica mia, e c'incontrammo a Piazza Navona, a prendere il tartufo ai Tre Scalini. Non li conoscevo e guardavo se qualcuno di loro era bello, ben fatto...Naturalmente loro guardavano noi, ed era tutto un mettersi in mostra facendo un po' a gara tra amiche... Lui mi colpì subito. Non perché fosse il più bello, il più alto, no... Mi guardava, mi studiava... Non cercava per forza di mostrarsi simpatico, intelligente. Non si esibiva, insomma. Stava lì, un po' alla periferia del gruppo e mi guardava, anche se cercava di non farsi accorgere. Poi, com'è come non è, ci siamo ritrovati da soli a chiacchierare, a parlare di noi, della gente, del mondo...un po' di tutto, insomma.

CATERINA:  Dài che ci siamo!

DENNY:        E abbiamo continuato così tutta la notte...

CATERINA:  Lo dicevo, io!

DENNY:        ...passeggiando piano nel centro di Roma, tra il Pantheon e Piazza di Spagna, Fontana di Trevi, il Colosseo...fino al mattino. Abbiamo fatto colazione con i primi cornetti, all'alba, poi ci siamo salutati. (pausa) Non ci siamo rivisti per tre, quattro anni; poi, inatteso, in un incontro di amici eccolo di nuovo. A quel tempo ero fidanzata...era un bravo giovane, stavamo bene insieme, ma... non lo so neanche io come fu...se ne andò via un'altra notte!

SONIA:          E non l'avrete passata pure questa tutta a camminare!

LISA:             Sai che piedi!

DENNY:        Però stavolta ci scambiammo i numeri di telefono, gli indirizzi. Anche se, a dire il vero, non ce ne fu bisogno perché da allora ha passato sempre con me ogni singolo giorno. Pure in vacanza con i miei veniva! Visto Signorina? Ho messo "sempre con me" verso la fine, ma sembra naturale, no?

 


7) Brava Denny

Applauso delle donne, "Brava", "Bene"

GIULIA:         Bella passeggiata ti sei fatta!

CATERINA:  Più che un colpo di fulmine, si tratta di un colpo di tacco!

Risata

DENNY:        (a Micaela) Senta…se pensa che non vada bene, posso raccontare di un’altra volta che…

SONIA:          …che vi stavate facendo a piedi tutta la cresta delle Alpi!

Risata

DENNY:        (a Micaela) No, è la storia di quando lui, per lavoro…

Coro di proteste dalle altre

MICAELA:    Forse è il caso di far raccontare le altre.

DENNY:        Ma quest’altra è più bella, vedrà!

LISA:             Sì, sì, gliela lasci dire!

GIULIA:         (a Lisa) Ma tu non ce la vuoi far sentire, la tua?

LISA:             Ma no, lascia fare, non me la sento proprio.

GIULIA:         (a Micaela) Signorina! Adesso tocca a Lisa! Glielo dica lei, che si vergogna!

MICAELA:    Naturalmente! Chi è rimasta?

SONIA:          (riferendosi a Lisa) C’è lei, poi tocca a me.

MANUELA:  (piano) Poi ci sarei anch’io…

LISA:             (a Manuela) Ecco, brava, fa’ prima tu!

MANUELA:  No, no, non se ne parla!

MICAELA:    (sorridendo, a Lisa) Che fa, scappa?

LISA:             No, io…

MANUELA:  Lo vedi?

LISA:             (a Micaela, alzandosi e mettendosi al centro) Ma non è un granché! Devo proprio?

Protesta delle altre


8) Storia di Lisa

LISA:             La mia storia non...non so se può interessare...è una storia, come dire...normale, ecco!  Dopo le altre...ma no, è meglio che lasciamo stare.

MICAELA:    Ci terrei a sentirla. Nessuna storia è normale, sennò non ci sarebbe mai niente da raccontare, no? E allora? Avanti!

LISA:             E va bene, ma non v'aspettate un granché. (pausa) Beh, ecco qua. Quando ero piccola...sì, insomma, una giovincella, facevo i primi anni del liceo...o gli ultimi delle medie, non so bene...abitavo in centro vicino a Piazza Venezia...

SONIA:          Poverelli!

LISA:             Ma allora non era tanto da ricchi! Adesso sono tutti negozi, uffici, musei...Allora, invece, c'era tanta gente che c'abitava: gente normale, come noi. Beh, insomma... Ma volete proprio sentirla? Non è un granché! (protesta delle altre) Va bene, come volete voi. Allora: nella nostra comitiva c'era un ragazzo, più o meno della nostra età, un amico di mio fratello. Non c'avevo mai badato. Non...non ce ne'era motivo: era gentile, sì, ma per il resto non era né più bello, né più spiritoso di altri. Si andava tutti insieme al cinema, ai giardini...queste cose qui... Beh, un bel giorno da fuori la finestra sento fischiare una canzone, una canzone che mi piaceva tanto. Non so se la ricordate, se l'avete mai sentita, è un motivo tanto vecchio...stava in un film che, appunto, avevamo visto insieme, tutto il gruppo di amici... Faceva: (canta) "Sì, quest'amore è splendido..." La conoscete?

DENNY:        La conosciamo, sì. E poi?

LISA:             Beh, niente...io vado ad affacciarmi al davanzale e cosa vedo? Giù in strada c'era quel ragazzo, l'amico di mio fratello, che fischiava quella canzone. Guardava verso la mia finestra. Io allora scendo subito giù, al portone, ma quando esco lui mi vede, smette di fischiare e scappa via!

CATERINA:  E tu?

LISA:             Ci rimasi come una scema. Non capivo perché fischiare quella canzone e poi scappare così...

GIULIA:         Si vergognava.

MANUELA:  Era timido.

SONIA:          Ti stava facendo uno scherzo!

LISA:             Macché! Non c'era nessuno scherzo! Me ne tornai a casa confusa, piena di dubbi. Andai da mio fratello per domandargli di questo suo amico e...

DENNY:        Che ti disse?

LISA:             Non mi disse niente perché all'ultimo momento non me la sentii di raccontargli la cosa. In fondo...non era successo niente. Poteva darsi che avesse fischiato per un'altra ragazza che abitava nel palazzo. Quella era bella, mica io. O meglio: dopo mi hanno detto che lo ero, ma da ragazza non mi ci sono mai sentita perché...

CATERINA:  La storia è finita qui?

LISA:             Nooo... La cosa si ripeté. Poteva anche trattarsi di uno scherzo, c'avevo pensato pure io, ma in fondo mi piaceva pensare ad un giovane spinto dal coraggio a venire sotto la mia finestra a farmi la serenata. Allora, quando sentivo fischiare non andavo subito alla finestra, ma mi mettevo a cantare con lui, ballavo e poi alla fine mi affacciavo, lo guardavo, lui mi guardava e quando alla fine lo salutavo scappava via! Ma a tutta velocità, sapete? E restavo a vederlo scappare, poi, una volta sparito dietro l'angolo, tornavo a studiare aspettando la prossima volta.

MANUELA:  Che cosa romantica!

GIULIA:         E lui? Ce la fece a farsi vivo? A parlarti?

LISA:             No. Qualche tempo dopo ci trasferimmo in un'altra zona, a Monteverde. La casa era più bella, più grande e...io avevo la mia camera, mio fratello la sua, c'era il secondo bagno...più comoda, insomma. E lui...

SONIA:          E lui?

LISA:             Non lo so. Forse si trasferì anche lui, o forse ero andata a finire troppo lontano...fatto sta che non lo vidi e non lo sentii più.

DENNY:        Oh...che peccato...

LISA:             Anni dopo, però...

CATERINA:  Però?

LISA:             Tanti anni dopo, Sonianno stati un vent'anni dopo, durante una settimana bianca mi ero messa in fila al rifugio per un panino e anche perché...insomma...dopo una mattinata a sciare...al freddo...mi capite, no?

MANUELA:  Avevi fame...

GIULIA:         Le scappava la pipì, col freddo…! Ma tu sulla neve ci sei mai stata?

MANUELA:  No, perché?

LISA:             Beh, stavo in fila con gli sci in spalla quando all'improvviso mi sento qui dietro, vicino all'orecchio, una voce maschile, calda, profonda, che mi canta piano: "Sì, quest'amore è splendido..."

SONIA:          Era lui?

DENNY:        Proprio lui?

CATERINA:  Che bello!

LISA:             Sì era lui. Solo che, così, presa alla sprovvista, mi girai di colpo e...beh, insomma, con gli sci gli diedi una gran botta, tanto forte che mi guardai intorno e non vidi nessuno: l'avevo steso! (controscena divertita delle altre) Poi, più tardi, all'ospedale, ci fu modo di parlare, di raccontare...e da allora è rimasto sempre con me, non m'ha lasciata più.


9) Brava Lisa

Applauso delle donne, "Brava", "Bene", che poi presto si trasforma in un coro spontaneo: “Sì…quest’amore è splendido!”

CATERINA:  Che bella storia!

MANUELA:  Romantica!

GIULIA:         Hai capito?

DENNY:        Scappa, scappa…Una bella botta in testa e non è scappato più!

SONIA:          Così si fa!

LISA:             Ma non l’ho fatto apposta!

GIULIA:         (fingendosi maga) Tu scafa tentro de te. Tu trofa pastone in penzieri de te!

Riso di tutte mentre Lisa va a sedersi.

MICAELA:    Bene! Adesso a chi tocca? (indica Manuela) A lei?

MANUELA:  No, no, io…per carità!

SONIA:          (si alza e si dirige al centro) Uffa! Se aspettiamo te finiamo dopodomani. E va bene, vengo io. (a Micaela) Vado?

Assenso di Micaela mentre le altre rumoreggiano aspettando di divertirsi.


10) Storia di Sonia

SONIA:          Allora...buone tutte! Io andavo a comprare i fiori...(commenti delle altre) Buone, ho detto! C'andavo una volta a settimana, tutti i Sabati perché...mi piacciono i fiori dentro casa, ma non li voglio sfatti, mosci... Li voglio belli duri, dritti, resistenti (commenti divertiti delle altre, sempre più fragorosi) Ma la smettete, maliziose che non siete altro?

Battuta:          Senti chi parla!

SONIA:          Proprio perché sono io la maliziosa del gruppo, vi dico di smetterla! C'è tempo e tempo! Non c'è nessun doppio senso nel preferire i fiori belli fragranti e luminosi! A me quelli mezzi appassiti, con la testa in giù (mima), come dire...mi fanno tristezza, ecco!

Battuta:          Sapessi a me! (risata delle altre)

SONIA:          Mah! Ragionare con voi è tempo perso! La storia mia non vi merita. Ma andrò avanti lo stesso; non vale la pena darvi troppo retta. Magari la smetterete quando sentirete quanto sentimento, quanta sensibilità... Beh, dunque: una volta a settimana andavo dal fioraio...Quasi davanti casa ce n'era uno pieno di cose belle, un negozio grande, mica un chioschetto rimediato! Ci lavoravano anche delle commesse perché era sempre pieno di clienti, faceva prezzi buoni...

Battuta:          Poi me lo dici dov'è?

SONIA:          Sì, dopo. Insomma: a servire c'era lui, il titolare, e sempre una o due ragazze. Qualche volta mi serviva lui e qualche volta una commessa. Non faceva differenza...(controscena ironica delle altre e poi di Sonia che mima indifferenza) tanto quello che volevo lo sapevano già...(risata delle altre) Ma insomma!

MICAELA:    Basta, ragazze, così non si finisce più! Lasciatela parlare! Prosegua, Sonia.

SONIA:          (scettica) Mi sa che è inutile... Comunque: lo sapevano perché a forza di vedermi tutte le settimane i miei gusti li conoscevano...(prevenendo il divertimento delle altre) quali fiori mi piacciono di più! Se poi dovessi dire...: lui mi serviva senza fare mai differenza con le altre clienti; era cortese, gentile, ma sempre distaccato. Simpatico ma professionale, ecco! Spesso mi faceva uno sconticino, ma lo faceva anche alle altre, non solo a me. Così...una volta ci sono andata, era estate, praticamente non c'erano clienti, se ne stavano tutte in villeggiatura. Noi eravamo restati in città perché Cosimo s'era fatto male ad una gamba e non si poteva muovere e così... Quando arrivo al negozio lui mi serve, poi va nello stanzino dove confezionava i       fiori e mi fa seguire dalla commessa. La ragazza era un po' strana...c'era qualcosa nell'aria. Glielo chiesi, lei disse che non c'era niente, era tutto normale, ma non mi convinse. Alla fine passa lui che si mette a sistemare delle piante e chiede alla ragazza di aiutarlo un momento e mi fa: "Mi vuole aspettare nello stanzino per pagare?". Così faccio. Entro e che ti vedo sullo specchio? Scritto con un pennarello c'era: "Vuoi uscire con me, stasera?". (pausa) Che vi devo dire...restai sorpresa, senza fiato. Sarà che sono sempre stata sensibile alle iniziative degli uomoni, sarà che con Cosimo le cose andavano davvero maluccio, sarà...che ne so...l'estate...io a lui, da allora, me lo sono tenuto sempre con me, sempre! Non me ne sono staccata più. (sguardo di sfida alla altre) E adesso? Non ridete?


11) Brava Sonia

Applauso delle donne, "Brava", "Bene"

DENNY:        Ma lo sai che è una bella storia?

SONIA:          Perché, che t’aspettavi?

CATERINA:  Audace, lui!

LISA:             Timido, lui!

MANUELA:  Romantico, lui!

GIULIA:         Bene, e adesso, Signorina?

MICAELA:    Credo che sia rimasta…

MANUELA:  Per favore, no! Non mi sento pronta, datemi un momento!

DENNY:        E allora, che facciamo, intanto?

CATERINA:  Non saprei…abbiamo già fatto tutte!

LISA:             E allora?

SONIA:          Giochiamo a carte?

GIULIA:         Ci prendiamo un tè?

DENNY:        (alza la mano) Scusi… (Mormorio esasperato delle altre)

MICAELA:    Sì ?

DENNY:        Non potrebbe raccontare lei la sua storia, intanto?

MICAELA:    Io ? (incitamento dalle altre) Ma…non è previsto…la…la procedura non lo prevede.

SONIA:          C’ha fatte mettere in vetrina tutte quante e adesso lei non se la sente?

MICAELA:    No, è che…

CATERINA:  Fifona!

Tutte le altre si associano e cominciano a scandire: Fi-fo-na, fi-fo-na,…!

MICAELA:    Eh, no, “fifona” non me lo faccio dire da nessuno. Allora: volete sentire la mia storia?

SONIA:          Zitte, zitte, che comincia!

Le donne tacciono


12) Storia di Micaela

 

MICAELA:    Beh, a me piace l’uomo “uomo”! Che ci posso fare, ognuna è diversa e…lo voglio così: muscoli, tatuaggi e moto cromata. (le donne rumoreggiano) Lo so, lo so, è molto diverso da quelli che avete conosciuto voi, ma…a me è capitato così, senza che me l’aspettassi. Ero a…in una località di mare, per lavoro. Stavo prendendo una bibita ad un bar sulla spiaggia, quando mi sento osservare, ma forte! Mi giro e a fianco a me, col bicipite tatuato poggiato sul bancone c’è questo tipo…bel tipo…che mi guarda in modo insolente, con un leggero sorrisetto sulle labbra… Ma…vi annoio,,,?

Protesta di tutte che la esortano a continuare

MICAELA:    Va bene. Insomma, per farla breve, questo non dice una parola, mi guarda ridacchiando e basta. Io glielo chiedo: “Che c’è?” Ma quello non risponde, si beve il caffè, lascia una moneta sul bancone e se ne va! L’ho guardato andare via… Beh, che devo dire, m’aveva messo un nervoso addosso! L’avrei arrestat…fermato per chiedergli chi era, che faceva, che cosa voleva da me! Ma in fondo, non potevo negarlo…m’aveva smosso tutto! Poi…

GIULIA:         Poi ?

MICAELA:    Eh, niente…sono dovuta tornare  al lavoro. Però quello l’ho rivisto un altro paio di volte, sempre a quel baretto. La seconda è stato più o meno come la prima: apparso quasi all’improvviso, risolino sbieco, beffardo, occhio azzurro mare strizzato nella pelle abbronzata… Ma la terza…!

DENNY:        La terza ?

MICAELA:    Lo vedo da distante che mi guarda stando seduto sul muretto che costeggia la spiaggia. Decisi che non mi potevo far prendere in giro: l’avrei fatto parlare, mi doveva spiegare che ci trovava da ridere. Ma appena lascio il bar per andargli incontro quello, in un battibaleno, sparisce. Andai al muretto, passai sul marciapiedi, ma di quella specie di pirata nemmeno l’ombra! A un tratto sento un rombo che s’avvicina ed una frenata fortissima!

LISA:             Oh, Madonna!

CATERINA:  E che era ?

MICAELA:    Una moto sfavillante, piena di cromature e di vernice smaltata mi s’era fermata a dieci centimetri dalle gambe; sul sellino c’era ‘sto tizio che me le guardava senza ritegno. Poi, senza nemmeno alzare gli occhi, mi fa: “E allora? Che vogliamo fare? Io ti piaccio, tu mi vai a sangue e così…” “E così?” gli chiedo io. “Monta” mi fa. Sono montata e siamo andati via.

Pausa

CATERINA:  E poi ?

MICAELA:    Niente, stiamo insieme, adesso è un bel po’.


13) Brava Micaela

Mormorio delle donne

SONIA:          E che, a lei non gliele battiamo le mani?

Applauso convinto

MICAELA:    Grazie, grazie. Adesso basta, però; (rivolta a Manuela) tocca a lei.

MANUELA:  Ma che scherziamo? Lasciamo stare, su!

DENNY:        Io l’ho fatto!

CATERINA:  Io pure!

LISA:             Tutte l’abbiamo fatto.

MICAELA:    Coraggio, venga qui. (Manuela riluttante esegue) Ecco, brava. (alle altre) Su, un po’ d’incoraggiamento!

Applauso e voci delle altre


14) Storia di Manuela:

MANUELA:  La...la mia storia non è molto interessante, non credo che...insomma, tutte le loro storie erano più...la mia è banale, come dire: da poco. Non nel senso che per me non conti, eh, ma perché al confronto non è che sia....(scoraggiata) Devo proprio?

GIULIA:         Noi l'abbiamo fatto!

SONIA:          Lo dicevo io, facciamo notte!

DENNY:        Ma è notte!

MICAELA:    Vada avanti, sono sicura che siamo tutte ansiose di conoscerla, la sua storia.

MANUELA:  Crede? Beh...se  lo dice lei... Allora: anch'io come lei (indica Giulia) venivo da una triste storia. Era un uomo...(scuote la testa) non ci voglio pensare, non lo merita. Ero partita con la voglia di farmi una bella vacanza in un'isoletta greca, così, senza fronzoli. All'aeroporto di Atene vado ad aspettare la valigia, il nastro gira, ognuno si prende la sua - mi passano davanti, mi urtano - e io aspetto. Aspetta aspetta, la mia valigia non si vede e alla fine il nastro si ferma e resto senza. Vado al banco informazioni, ma mi dicono solo che non sanno dove possa essere e che appena possibile me la faranno riavere, me la spediranno all'isola dove sto andando. Arrabbiata come una bestia prendo il traghetto e mi reco all'isola. Una volta arrivata - un'isoletta brulla e quasi deserta, solo un villaggio e per il resto niente - vado all'albergo e chiedo dove possa comprarmi qualcosa, un costume, un pareo...qualcosa, insomma.

DENNY:        (alzando la mano) Scusa...

Mormorio esasperato delle altre

MANUELA:  Sì ?

DENNY:        Ma t'eri persa proprio tutti i vestiti? Tutti tutti?

MANUELA:  Tutti, avevo solo quello che avevo indosso.

CATERINA:  E dov'era il problema?

MANUELA:  Eh?

CATERINA:  Il sole si può prendere anche senza.

GIULIA:         Anzi! Sapessi come si rimorchia!

MANUELA:  Ma...! Non...non ho mai fatto di questi discorsi! Sono una donna che queste cose...non le fa, insomma, io! (pausa) Che faccio, vado avanti? (gesto affermativo di tutte) Allora: il portiere mi dice che nel paese non c'è un negozio che venda niente di quel che cerco perché       stiamo fuori stagione, l'unico negozio aprirà tra un mese e...e    basta! Solo a ripensarci mi arrabbio di nuovo! Allora il portiere, vedendomi alterata, mi propone di domandare alla villa che sta in cima all'unica collina dell'isola. Lì c'abita un signore, un inglese, che ogni tanto riceve ospiti e allora, forse... Ero talmente furibonda che non c'ho pensato due volte: presi il sentiero e, mentre il portiere faceva un colpo di telefono per annunciare il mio arrivo, cominciai la salita verso la villa! A mano a mano che salivo mi resi conto della situazione: io, timida e impacciata come sono, stavo andando incontro ad uno sconosciuto, da sola, in un' isola quasi deserta...

LISA:             Già, non avevi paura?

MANUELA:  La rabbia era tanta che...! Beh, arrivo e suono, ma il cancelletto era appena accostato. Entro e mi trovo in un giardino...bellissimo! Era un misto di piante e di rocce, in parte bonsai ed in parte finto selvatico... Dico solo che era talmente...artistico, che la mia animosità svanì in un istante! C'erano un paio di ulivi su un rialzo di terra, fiori... Ad un tratto sento la voce del padrone di casa:...

GIULIA:         "Pupa sei mia! Chiudi il gas e vieni via!" (risata di tutte)

MANUELA:  No. Mi disse semplicemente: "Buongiorno", lo disse in Italiano e questo mi stupì. Lui dovette equivocare la mia sorpresa perché si scusò per avermi spaventata, ma sistemammo presto l'equivoco.

CATERINA:  (dando di gomito alla vicina) Lo sistemarono sì!

MANUELA:  Uff! Semplicemente m'invitò dentro a prendere da bere

CATERINA:  Eh! E io, questo intendevo!

MANUELA:  Fu gentilissimo. Una volta entrata rimasi a bocca aperta: tanto civile era il giardino e tanto elegante il suo modo di vestire, quanto raffinato era l'arredamento della casa! Un mix intrigante di moderno e antico. Con dei quadri alle pareti, poi! Riconobbi subito la scuola di Salvator Rosa e lui si complimentò: era la prima volta che gli capitava qualcuno che se ne intendesse; si lanciò in una descrizione del periodo storico, dell'autore, della corrente artistica. Non ci accorgemmo del calar della sera, dico solo questo!

SONIA:          Tu magari no, ma lui...!

MANUELA:  Insomma, mi accompagnò all'albergo e ci lasciammo con la promessa di rivederci l'indomani per una visita alle bellezze naturali del posto...

CATERINA:  Inglesi compresi! (risata di tutte)

DENNY:        Ma allora, niente mare!

MANUELA:  Il giorno dopo, dopo la bellissima gita, m'invitò a pranzo alla sua villa. Era un cuoco eccellente e raffinatissimo!

GIULIA:         Come ti sbagli!

SONIA:          Comincia ad essere monotona 'sta cosa...

MANUELA:  Poi mi portò sul retro della villa. Così vidi che c'era anche una bellissima piscina; non grandissima, eh, ma sufficiente per nuotare. Ma soprattutto con una vista mozzafiato della baia e del Mediterraneo... Quell'azzurro! Ce l'ho ancora negli occhi!

Pausa

LISA:             E poi?

DENNY:        E poi?

MANUELA:  E poi passammo il tempo a parlare d'arte, ad ascoltare i suoi dischi fruscianti, a nuotare, ad ammirare il mare...Finché per me non fu tempo di tornare a Roma.

Pausa

LISA:             Ma...e non lo rivedesti più?

MANUELA:  Oh, no. Gli avevo lasciato i miei recapiti; gli avevo promesso che gli avrei fatto da guida, anche se secondo me non ne aveva alcun bisogno. Fu così che un mesetto dopo mi venne a trovare...con la mia valigia! Era arrivata nella sua isola esattamente il giorno dopo la mia partenza! Fu così che da allora ho tenuto sempre con me sia la valigia che Randolph.

Applauso ed approvazione di tutte

LISA:             Che bello!

DENNY:        Sì, ma, scusa...con la valigia che non era arrivata...

MANUELA:  Sì ?

DENNY:        Hai detto che nuotavate, no?

MANUELA:  Mmm...sì, e allora?

DENNY:        (dopo un'occhiata d'intesa con le altre) Come l'hai fatto il bagno?

MANUELA:  (rivolta a Micaela) Vostro onore, mi è concesso di astenermi dal rispondere?


15) Brava Manuela

SONIA:          Hai capito, la gatta morta?

GIULIA:         Dì la verità: il giorno dopo la valigia era arrivata, ma l’hai buttata a mare!

MANUELA:  E perché avrei dovuto fare una cosa simile?

Risata generale

DENNY:        Eh, sì, stai a vedere che  non c’hai pensato!

CATERINA:  Che gli andavi a dire, che andare alla villa non ti serviva più?

LISA:             Che andarlo a trovare non ti serviva più?

GIULIA:         Che farci il bagno “nature” non serviva più?

Risata generale


16) Epilogo

Suona un cellulare. Micaela lo estrae e guarda il nome del chiamante.

MICAELA:    Scusate. Mi chiama il…il capo degli operai, devono aver finito e vuole riferirmi…

DENNY:        Allora un tè adesso lo prenderanno!

MICAELA:    No…beh…vedremo. Adesso, solo un minuto che…

Micaela si affaccia in quinta e prende a confabulare a voce bassa con qualcuno.

CATERINA:  E meno male che hanno finito, non ce la facevo proprio più!

SONIA:          Quando avranno finito il tè, al Capo Operaio potrò mostrare il giardino...

GIULIA:         (a Sonia) Le chiavi del capanno ce le ho io.

SONIA:          E vabbè, dopo te le ridò!

LISA:             Magari potremmo mettere un po’ di musica…

MANUELA:  A qualcuno di loro piacerà l’arte…

DENNY:        Intanto, se non altro, non avremo più topi per casa!

CATERINA:  Per dire la verità non ne ho mai visto uno.

MANUELA:  Neanche io.

LISA:             E già. Ma allora…

SONIA:          Li hai chiamati tu?

GIULIA:         No. Credevo che fosse stata qualcuna di voi…

Le donne si guardano. Micaela si stacca dalla quinta e torna al centro

MICAELA:    Ecco fatto…

DENNY:        Scusi…

MICAELA:    Devo dirvi una cosa…

CATERINA:  Senta…

MICAELA:    Un momento…

LISA:             Vorremmo chiederle…

MICAELA:    Vi dichiaro in arresto.

MANUELA:  Eh?

MICAELA:    Sono un’Ispettore di Polizia. I miei uomini hanno trovato seppelliti in cantina i corpi di sei uomini.

SONIA:          Lo dicevo, io.

MICAELA:    Era stata denunciata la scomparsa di alcuni di loro. In breve tempo le indagini hanno portato a voi, a questa casa. Per evitare un inquinamento delle prove abbiamo adottato lo stratagemma della derattizzazione e così…

DENNY:        Scusi…

GIULIA:         E lasciala parlare!

LISA:             Eh sì, è maleducazione, scusa!

DENNY:        È solo una domanda! Scusi…ma chi è stato a…sì, insomma…a dire che erano spariti…

MICAELA:    Per cominciare la moglie di Soleri Clodio, poi…

LISA:             Clodio!

MANUELA:  Era sposato?

LISA:             Mica lo sapevo!

SONIA:          Lo vedi?

MICAELA:    Avrete regolare notifica. Dovrete chiarire il vostro coinvolgimento nel decesso…

CATERINA:  Dei nostri uomini? Beh, è presto detto: li abbiamo ammazzati noi.

MICAELA:    (un tempo) E…come…

DENNY:        Gli piaceva tanto il tè! Un giorno gliene ho fatto uno…un po’ particolare, diciamo così.

CATERINA:  Il mio è caduto dalle scale mentre aspettava l’ascensore.

SONIA:          Lo sapeva che ci sono fiori velenosi?

GIULIA:         Soffocato dalle sabbiature. Sa, in nome dei vecchi tempi…

LISA:             Il mio ha sbattuto la testa in un paio di vecchi sci.

MANUELA:  Randolph è rimasto sotto una statua. È morto abbracciato ad essa. Era un nudo…

LISA:             Femminile, eh?

MANUELA:  No, maschile.

LISA:             Ah.

MICAELA:    (un tempo) Naturalmente…vi rendete conto che queste dichiarazioni Sonianno messe agli atti. E perché…

SONIA:          Gli uomini sono inaffidabili, signorina Micaela, creda a me. Di fiore in fiore, come le api. Non so se rendo l’idea!

DENNY:        Mai una parola, un po’ di compagnia…

CATERINA:  Non si curano di noi neanche un po’!

GIULIA:         Pensano solo all’aspetto fisico. Delle altre, mi pare chiaro!

LISA:             Passati i primi tempi, non vedono l’ora di darsela a gambe.

MANUELA:  Sembrano una cosa e ne fanno un’altra!

MICAELA:    (un tempo) Ah, ecco…Beh, a momenti sarà qui il mio collega, l’ispettore Gaspare Massa che vi farà…

DENNY:        Scusi…

MICAELA:    (rassegnata) Dica.

DENNY:        Ma…questo ispettore…

MICAELA:    Sì?

DENNY:        Lei ci lavora sempre? Ci sta sempre insieme?

MICAELA:    Beh…sì…perché?

DENNY:        Sarebbe lui l’uomo della sua storia…?

MICAELA:    Ma…che v’importa…?

CATERINA:  Ce lo dica, su. È lui?

MICAELA:    Beh, sì, ma…

SONIA:          Ed è ancora vivo?

MICAELA:    Eh, vorrei vedere!

GIULIA:         Ma no! No, no, no cara ragazza!

DENNY:        Gli uomini sono tanto carini, ma…

CATERINA:  Sono bugiardi…

MANUELA:  Falsi…

SONIA:          Inaffidabili…

GIULIA:         Ipocriti…

LISA:             Stonati.

DENNY:        Pure?

LISA:             Pure.

CATERINA:  L’unica maniera per tenerseli vicino è…

MICAELA:    Basta, non…non voglio ascoltare altro. Tra due minuti il mio…collega sarà qui per raccogliere le vostre dichiarazioni…

DENNY:        Scusi…se lo gradisce, potrei preparargli una bella tazza di tè! (approvazione delle altre) Che ne dice?

MICAELA:    (decisa) No!


SIPARIO