Senti chi parla!

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SENTI CHI PARLA

SENTI CHI PARLA!

(LOOK WHO’S TALKING)

di

Derek BENFIELD

Traduzione di

Giovanni Lombardo Radice e Mariella Minnozzi


PERSONAGGI:

                                     

                                               LESLIE

                                               BRIAN

                                               ANDREW

                                               CAROLE

                                               JANE

        

La commedia si svolge nel salotto della casa di campagna di LESLIE e Andrew, nell’Hertforshire.

                            Atto primo:      una domenica mattina. D’estate.

                            Atto secondo: lo stesso. Qualche minuto dopo.

                            L’azione si svolge ai giorni nostri.


ATTO PRIMO

                            Il salotto della villetta di Andrew e Sheila, nell’Hertfordshire. Una domenica mattina d’estate. Splende il sole.

                            Due gradini portano ad ampie porte scorrevoli di vetro, attraverso le quali si ha un’incantevole vista del giardino e del patio lastricato, con mobili da giardino e numerose piante in vaso. Un ombrellone da sole, dai colori vivaci, è lì, chiuso. Sulla destra c’è un’altra finestra, e, alla sinistra delle porte scorrevoli, c’è una porta a molla che immette in cucina, attraverso la quale possiamo intravedere i mobili della stessa. Un arco, nell’angolo in fondo a sinistra, immette nell’atrio e alla porta d’ingresso. Contro il muro, dalla parte dell’arco c’è un tavolo ovale con quattro sedie intorno. Al centro destra, un comodo divano con dietro un tavolinetto della stessa altezza ed una poltrona con un tavolinetto alla sua destra. In fondo a sinistra c’è un tavolo a mezzaluna con sopra degli scaffali per i libri incassati nel muro. Un’altra libreria è nel muro in fondo a destra. L’ambiente è piacevole e arredato con gusto. I mobili hanno l’aria di essere costati parecchio.

                            I giornali della domenica giacciono disordinatamente sul divano: sul tavolo dietro al divano, una radio portatile sta trasmettendo musica leggera. (L’idea sarebbe una versione vocale di “Sunday”, da “Flower Drum Song”)

                            LESLIE entra dalla cucina, con indosso un grembiule da cucina a strisce. Sul braccio ha uno straccio per i bicchieri e porta tre bicchieri da vino. E’ un’attraente donna di mezz’età, tipicamente alto-borghese e abituata  ad una vita comoda e ordinata.

                            Va al tavolo per sistemare i bicchieri.

                            Fuori, nel patio, vediamo apparire BRIAN, che si guarda intorno. E’ evidente che viene lì per la prima volta. E’ un uomo allegro e di bell’aspetto, di qualche anno più giovane di LESLIE. Ha in mano un mazzo di fiori. LESLIE non lo vede. Ma lui la vede, eccome!…Sorride ed entra nella stanza in punta di piedi, guardandola mentre spolvera i bicchieri e li sistema a tavola.

                            LESLIE torna in cucina, sempre senza vederlo, e ritorna poi con delle posate. Va di nuovo al tavolo.

                            In punta di piedi, BRIAN va alla radio e la spegne. LESLIE si volta, sorpresa, e lo vede.

LESLIE      - BRIAN! (Le posate le cadono di mano)

                            (Lui la guarda e sorride)

BRIAN       - Salve…

LESLIE      - Oh, mio Dio…! (Si china a raccogliere le posate,  cercando frettolosamente di nascondere il fatto che, ovviamente, lo ha riconosciuto)

BRIAN       - (con un gran sorriso) Beh… Eccomi qua! (Le porge il mazzo di fiori)

                            (LESLIE si alza in piedi e per un istante guarda i fiori in silenzio. Poi…)

LESLIE      - Cerca mio marito?

BRIAN       - (guardando i fiori, divertito) No. Non regalo fiori agli uomini, di solito. Sono per te.

LESLIE      - Ehm… Prego?

BRIAN       - su, andiamo... Non mi dài un bacio?

LESLIE      - (sgomenta) Come osa?

BRIAN       - (sorpreso dalla veemenza di lei) Come dici?

LESLIE      - Non ho l’abitudine di baciare ogni sconosciuto Tom Dick o Harry che capita nel mio soggiorno con un mazzo di fiori.

BRIAN       - (con un ghigno divertito) Oh, andiamo! Non sono uno scono-sciuto. E lo sai che non mi chiamo né Tom né Dick né Harry.

LESLIE      - Lo so?

BRIAN       - Mi hai appena chiamato Brian.

LESLIE      - Ah, si?

BRIAN       - Quando sono entrato.

LESLIE      - (agitatissima) Io….. non so perché l’ho fatto.

BRIAN       - ah, no?

LESLIE      - No!

                            (Brian le si avvicina con un sorriso penetrante)

BRIAN       - Perché stai facendo finta di non conoscermi?

LESLIE      - Non sto facendo finta! Non la conosco proprio. Senta… se è venuto per leggere il contatore del gas è giù in cantina.

BRIAN       - (ridendo) Non sono qui per quello.

LESLIE      - Ah, no?

BRIAN       - Certo che no! (Le porge di nuovo i fiori) Questi sono per te.

                            (Leslie cerca di nascondersi sotto una maschera di dignità oltraggiata)

LESLIE      - Senta… Questa è una proprietà privata! Lei non ha nessun diritto di introdursi qui con un mazzo di fiori.

         (Torna al tavolo e comincia a lustrare bruscamente le po-sate con lo straccio, evitando deliberatamente lo sguardo di lui. Brian la guarda sorridendo e va intenzionalmente proprio dietro di lei)

BRIAN       - Leslie…

LESLIE      - (sobbalzando) Non mi arrivi alle spalle in questo modo !

BRIAN       - Non sei nervosa, vero?

LESLIE      - Se ne vada o chiamo la polizia (Fa per andare di nuovo in cucina)

BRIAN       - Non li metti nell’acqua?

LESLIE      - Certo che no. Non hanno niente a che fare con me.

                            (Va in cucina, ma riappare immediatamente)

LESLIE      - Se scompare qualche pezzo d’argenteria, la farò arrestare.

         (Scompare in cucina. Brian ridacchia, alza le spalle e posa i fiori sul tavolinetto dietro il divano)

BRIAN       - (chiamando) Ti dispiace se mi siedo? E’ una bella passeggiata dalla stazione. (Non riceve risposta, ma si siede comunque)

         (Leslie torna dalla cucina con il sale e il pepe lo vede sul divano e reagisce, allarmata)

LESLIE      - Non ha nessun diritto di sedersi sul mio divano! Per favore, se ne vada… (Va al tavolo, posa il sale e il pepe e comincia di-strattamente a sistemare le posate)

BRIAN       - (guardandola) Sai…  Sei anche più attraente di quanto mi ricordassi.

                            (Leslie lascia cadere una forchetta)

LESLIE      - C…come?

BRIAN       - Penso che dipendesse dalla luce. Qui posso vederti meglio.

LESLIE      - Senta, penso che adesso si sia riposato abbastanza, quindi, per favore, vuole andarsene?

                            (Cerca di farlo alzare in piedi. Brian la guarda sorpreso)

BRIAN       - Non essere sciocca. Sono appena arrivato.

LESLIE      - Beh, qui non può rimanere!

BRIAN       - Perché no?

LESLIE      - Perché aspetto una persona a pranzo.

BRIAN       - Sì. Me.

LESLIE      - No, non lei. Qualcun altro.

BRIAN       - Oh, accidenti. Speravo che avremmo pranzato da soli. (Fa un sorrisetto) Dài, mi stai prendendo in giro! Certo che pranziamo da soli. Sai che faccio? Vado di là a sbucciare le patate. (Si alza e va verso la cucina) Di qua, vero?

LESLIE      - Le patate sono già sbucciate.

BRIAN       - Davvero?

LESLIE      - Le ha sbucciate la signora Garbut ieri sera.

BRIAN       - (entusiasta) La vecchia cara signora Garbut, eh?

LESLIE      - Ha diciotto anni.

BRIAN       - Ah, sì? Non l’avrei mai detto. Non so perché, ma “la signora Garbut” non fa venire in mente una diciottenne.

LESLIE      - E’ il nome di suo marito.

BRIAN       - Ah, beh, questo spiega tutto (Ridacchia contento) Allora ne sbuccerò un altro po’ per me. (Fa di nuovo per andare verso la cucina)

LESLIE      - Lei non resta a pranzo.

BRIAN       - Ma sono venuto apposta da Amersham.

LESLIE      - Allora suggerisco che se ne torni là immediatamente.

BRIAN       - Perché stai facendo finta di non ricordarti?

LESLIE      - (evasiva) Non so di che sta parlando. Non c’è niente da ricordare (Si dà un gran daffare con i piatti)

BRIAN       - Niente?… La scorsa settimana? Giovedì sera?

LESLIE      - Giovedì sera? Non mi ricordo niente di giovedì sera.

BRIAN       - Non mi sorprende. (Allusivo) Il vino era buono, vero?

                            (Lei si gira e se lo ritrova faccia a faccia)

LESLIE      - Che ne sa del vino?

                            (Lui si limita a sorridere. Lei si sposta, a disagio)

LESLIE      - Io… Non mi piace come sorride… E’… allusivo. (Sfugge al sorriso andando verso il divano)

BRIAN       - Scusa. Cercherò di non farlo più. Comunque non dovresti stu-pirti. Dopo quello che mi hai detto giovedì sera…..

LESLIE      - Senta, gliel’ho detto, non mi ricordo neanche di averla vista giovedì, figuriamoci parlarle!… Quindi beva il suo caffè e se ne vada!

BRIAN       - Non mi hai dato del caffè.

LESLIE      - Oh, beh, se si sbriga farà in tempo a prenderlo alla stazione prima di prendere il treno.

         (Brian avanza di nuovo verso di lei. Lei si sposta, a disagio)

BRIAN       - Ti ricordi, vero?

LESLIE      - (distogliendo lo sguardo) No! (Fugge verso il tavolo e comin-cia piegare i tovaglioli in modo improbabile)

BRIAN       - (seguendola) Abbiamo bevuto un po’ di vino… Abbiamo cominciato a parlare… Sai com’è…

LESLIE      - No, non lo so com’è!

BRIAN       - io ho detto così… tu hai detto colà, e… ecco com’è successo.

LESLIE      - Non è successo niente!

BRIAN       - (sorridendo trionfante) Ah!… Hai detto che non ti ricordavi!

LESLIE      - Quello me lo ricorderei! Senta… sono andata a cena fuori giovedì scorso, e so con chi. E non era lei. (Si sposta intorno al tavolo e piega un altro tovagliolo)

BRIAN       - Jane Fletcher.

LESLIE      - Esattamente.

BRIAN       - Da Florio.

LESLIE      - Sì. Siamo vecchie amiche.

BRIAN       - E avete bevuto un bel po’.

LESLIE      - (sulle difensive) Stavamo festeggiando! Era una riunione di vecchie compagne di scuola.

BRIAN       - Siete rimaste solo voi due?

LESLIE      - Era una scuola molto selettiva. Comunque, lei come lo sa che ero a cena con Jane Fletcher?

BRIAN       - (avvicinandosi di nuovo) Perché è stata Jane a chiedermi di bere qualcosa con voi.

LESLIE      - E lei… ha accettato?

BRIAN       - Sì.

LESLIE      - Un bicchiere di vino?

BRIAN       - Due o tre, direi.

LESLIE      - Due o tre?

BRIAN       - Tre o quattro. Ho perso il conto. E anche tu. Penso sia stato per questo che tu… (Si ferma, lasciando la frase allusivamente sospesa)

LESLIE      - Che io cosa?

BRIAN       - Beh… Hai detto quello che hai detto… e hai fatto quello che hai fatto.

         (Leslie lo guarda un momento, allarmata. Poi il buon senso prevale e scaccia l’idea che possa essere successo davvero. Gli sfugge di nuovo andando dietro il divano)

LESLIE      - Non credo neanche una parola di tutta questa storia! Tanto per cominciare, Jane non mi ha mai neanche parlato di lei. (Si ferma e si volta) Da quanto tempo la conosce?

BRIAN       - (avvicinandosi) Oh, la conosco a stento. Ci siamo conosciuti qualche settimana fa ad un party all’agenzia di stampa dove lavoro e mi è capitato di riconoscerla al ristorante, giovedì.

LESLIE      - Allora avrebbe dovuto avere la buona educazione di salutare un attimo e andarsene. Non c’era nessun bisogno di fermarsi a bere con noi.

BRIAN       - No. Ma sono molto contento di averlo fatto. (Sorride)

LESLIE      - (nervosamente) I-in che senso?

BRIAN       - Beh, se non mi fossi fermato non ti avrei conosciuta e oggi non sarei qui.

LESLIE      - (perdendo il controllo) No, e ne sarei contenta!

                        (Suona il telefono. Leslie sobbalza. Brian va a rispondere e le porge la cornetta con un sorriso. Lei la prende, guardandola incerta)

LESLIE      - Sì?… Ah, Jane, sei tu! (Si siede sul divano) Non dirmi che non puoi venire?… Ah, meno male. (Scivola lungo il divano per allontanarsi dallo sguardo di Brian) Oh, verso mezzogiorno e un quarto.

                            (Brian si sposta in modo da tagliarle la ritirata)

Ma certo che non mi sono dimenticata. Ti ho invitata giovedì, quando ci siamo viste da Florio. Perché mai avrei dovuto dimen-ticarmene?… Beh, forse sì, un po’… Ma anche noi ragazze abbiamo diritto ad un bicchierino ogni tanto, no? (Vede Brian che sorride) La smetta! (A Jane) Cosa?… Oh, gli stavo solo di-cendo di smettere di sorridere… Ehm… Al lattaio!… La dome-nica mattina è sempre eccessivamente gioviale... Sì, si è fermato un momento e adesso se ne va! (Guarda Brian) Cosa?…

                        (Guarda Brian nervosamente e poi si china sul telefono, attaccandosi la cornetta all’orecchio, in modo che non possa sentire quello che sta dicendo Jane)

                   …In che senso com’è andata giovedì?… Noooo!… Siiiii?… Che cos’ho fatto dopo cena?… Noooo!…Siiiii? (Frettolosa) Senti Jane, ti dispiace se ne parliamo dopo? Mi è sembrato di vedere ANDREW che arrivava dal giardino… Sì… va bene. Ciao. (Balza in piedi, riattacca la cornetta e guarda Brian allarmata ed ansiosa) E’ successo!

BRIAN       - (sorridendo trionfante) Forse adesso posso avere un caffè?

LESLIE      - Non è il momento di pensare al caffè! (Va su e giù, agitata)

BRIAN       - Un gin and tonic?

LESLIE      - Niente!

BRIAN       - Oh, santo cielo!

LESLIE      - Qualunque cosa abbia detto, non avrebbe dovuto credermi. Che cos’è che ho detto?

BRIAN       - questo non posso dirtelo! Sono troppo beneducato.

LESLIE      - Non tanto da stare alla larga da casa mia!

BRIAN       - Beh, ma è stata un’idea tua.

LESLIE      - Ah, sì?

BRIAN       - sì. Hai detto che qui non c’erano problemi e che di domenica ti è sempre piaciuto.

LESLIE      - (oltraggiata) Sono sicura di non aver detto niente del genere (Evasiva) Può darsi che abbia detto, vagamente, che doveva ve-nire a pranzo una volta o l’altra. E’ normale buona educazione. Lo dico a tutti. Ma non mi aspetto di essere presa sul serio.

BRIAN       - Mi hai dato l’impressione che avremmo ricominciato da dove ci eravamo interrotti. Ecco perché sono qui.

LESLIE      - Dove ci eravamo interrotti? (Apprensiva) E dov’è che ci eravamo interrotti?

BRIAN       - Non ti ricordi neanche di questo?

LESLIE      - (nervosamente) Non… non so di cosa stia parlando. (Si gira verso il patio e vede qualcosa in giardino) Oh, Santo cielo…!

BRIAN       - Che è successo?

LESLIE      - Che diremo quando torna mio marito?! (Indica con la mano verso il giardino)

                            (Brian sembra allarmato e si affretta verso di lei)

BRIAN       - Non mi avevi detto che ci sarebbe stato tuo marito!

LESLIE      - Abita qui!

BRIAN       - Sì, lo so che abita qui. Ma non pensavo che sarebbe stato qui.

LESLIE      - Beh, è qui!

BRIAN       - Davvero?

LESLIE      - Sì. E’ fuori in giardino con stivali e zappa. E’ un appassionato di giardinaggio. Famoso per le sue zucche. Forse ci ha fatto caso, arrivando.

BRIAN       - Non stavo cercando verdure.

LESLIE      - No (Dà un’occhiata ai fiori) I fiori sono più il suo genere, vero?

BRIAN       - Tornerà fra molto?

LESLIE      - Non credo. E’ già fuori da due ore. E tende a stufarsi con una certa facilità. Oddio, cosa penserà quando rientrerà e la troverà qui?

BRIAN       - Beh, non ho intenzione di aspettare per scoprirlo! (Si avvia per andarsene)

LESLIE      - (trattenendolo) Non può scomparire come se niente fosse! Potrebbe averla vista arrivare.

BRIAN       - Bene, ora può vedermi andar via! (Prova ad andarsene)

LESLIE      - (aggrappandosi al braccio di Brian) Mio marito è un avvocato!

BRIAN       - E questo che c’entra?

LESLIE      - Gli avvocati fanno domande! Se l’ha vista arrivare e vede che è scomparso, vorrà sapere chi è e cosa ci faceva qui! E cosa gli dirò?

         (Brian si stringe nelle spalle, nervosamente, ansioso di andarsene)

BRIAN       - Non lo so! Digli qualunque cosa! Digli - Digli che sono tuo fratello! O l’uomo che pulisce le finestre o qualcosa!

LESLIE      - Cosa?!

                        (Brian sta per andarsene quando entra Andrew dal patio. Andrew appare nel patio, proveniente da giardino. Indos-sa stivali da giardinaggio, è un uomo di aspetto piacevole e tranquillo)

ANDREW - E’ pronto il caffè?

LESLIE      - Andrew, non mi dirai che hai già finito in giardino?

ANDREW - (sorpreso) Di solito rientro a quest’ora, no? Per il caffè. Sono le undici.

LESLIE      - Stai diventando terribilmente abitudinario.

ANDREW - Non direi che prendere una tazza di caffè alle undici si possa definire una fissazione. (Va al tavolo da pranzo e comincia a togliersi il maglione)

LESLIE      - Beh, comunque non mi hai avvisato di mettere su il caffè.

ANDREW - Di solito non hai bisogno di nessun avviso. (Comincia a sfilarsi il maglione dalla testa)

LESLIE      - E tu di solito non rientri prima delle undici e mezzo!

BRIAN       - Beh, immagino che oggi si sia stufato prima del solito. (Fa un ampio sorriso)

                        (Andrew si gira. La faccia viene fuori da dentro il maglione. Vede Brian per la prima volta. E’ sorpreso)

ANDREW - Come ha detto, scusi?

                            (Brian smette subito di sorridere)

BRIAN       - Oh, spiacente. Non devo farlo.

ANDREW - Cosa?

BRIAN       - Sorridere. A lei non piace.

ANDREW - Ah, no? (A Leslie) Non ti piace, cara?

LESLIE      - Beh, non in continuazione.

ANDREW - No, certo. In continuazione sarebbe un po’ eccessivo. (Posa il maglione) Non che io abbia niente contro i sorrisi, per carità. Anzi, sono sicuro che rispetto alla media dei sorrisi, il suo sia un bel sorriso. Ma suppongo che in continuazione sia comunque un po’ troppo. (Va verso Brian, un po’ incerto) Mi scusi… Io non …ehm… non credo che siamo stati…

LESLIE      - (intervenendo rapida) Stava proprio per andarsene. Ha fatto una capatina per riposarsi e adesso se ne va.

ANDREW - (a Brian) Oh, non deve affrettarsi per causa mia. Sono rientrato solo per prendere un caffè.

LESLIE      - Vorrei che usassi la porta di servizio dopo che hai lavorato in giardino. Hai gli stivali tutti infangati.

BRIAN       - Già. Non se li toglie?

ANDREW - (un po’ stupito) Come scusi?

BRIAN       - Gli stivali! Non vorrà mica sporcare tutto il pavimento, proprio oggi che avete gente a pranzo.

ANDREW - Oh? Lo sa? (Si gira a guardare Leslie)

LESLIE      - Beh, dovevamo pur parlare di qualcosa. Se ne stava lì, seduto, come un baccalà!

ANDREW - Oh, capisco. Sì effettivamente non è il caso di sporcare il pavi-mento. Sarà meglio che me li tolga.

                        (Andrew si siede sul divano per togliersi gli stivali. Brian gli si avvicina rapidamente, ansioso di rendersi utile)

BRIAN       - Aspetti che l’aiuto!

ANDREW - (un po’ sorpreso dell’offerta) Non è la prima volta che lo   faccio.

BRIAN       - Ma sarà stanco! Sono le undici e non ha ancora bevuto il suo     caffè. Forza, le dò una mano!

                        (Si inginocchia davanti al divano per aiutare Andrew. Andrew si gira a guardare Leslie che gironzola nervosa-mente)

ANDREW - Hai niente in contrario, Leslie? Se mi aiuta a togliermi gli stivali.

LESLIE      - Per me può fare quello che gli pare.

ANDREW - Purchè non sorrida, eh?

                        (Leslie evita lo sguardo di Andrew e va a piegare un altro tovagliolo. Andrew nota i fiori sul tavolo dietro il divano)

ANDREW - Non avrai comprato dei fiori, vero cara?

LESLIE      - (sussultando nervosamente) Come?

ANDREW - Ne abbiamo a tonnellate in giardino.

LESLIE      - Oh… un tizio si è presentato alla porta con quelli in mano. Non          sono riuscita a sbarazzarmene.

                            (Leslie guarda Brian con intenzione)

BRIAN       - (all’improvviso) Ehi, dico, i suoi carciofi sono enormi!

ANDREW - Come?

BRIAN       - I carciofi.

ANDREW - Ah, li ha visti?

BRIAN       - Sì, sono passato dal retro.

ANDREW - Non grandi come l’anno scorso.

BRIAN       - (colpito) Più grandi di così l’anno scorso? Incredibile.

ANDREW - Grandi come il mio pugno (Dimostra)

BRIAN       - Santo cielo! (Sta aiutando Andrew a togliersi gli stivali)

ANDREW - (compiaciuto) Si interessa di giardinaggio?

BRIAN       - Oh, sì.

ANDREW - Bene, bene. Allora dobbiamo fare una bella chiacchierata.

BRIAN       - (perdendo coraggio) Beh… non che io abbia un giardino molto grande.

ANDREW - Un paio di aiuole, eh?

BRIAN       - (modestamente) Un vaso sul davanzale.

ANDREW - Non ci può coltivare molti carciofi, eh?

                        (Si divertono alla battuta. Leslie per niente. Brian mette giù gli stivali di Andrew e prende un paio di scarpe da dietro la poltrona)

BRIAN       - Queste sono le sue scarpe?

ANDREW - Sì. Un po’ grandine per te, eh Leslie?

                            (Lui e Brian si divertono anche a questa. Brian porta le scarpe ad Andrew)

ANDREW - Grazie. Beh, adesso il caffè lo prenderei proprio.

LESLIE      - (puntuta) Perché non la smetti con questo caffè?

ANDREW - Beh, ci si stanca lì fuori, sai. Tutto quello zappare. (A Brian) La terra è molto dura qui. Argillosa. C’è molta argilla nel suo vaso?

                            (Ridono insieme)

Non c’è niente che faccia venire sete come il lavoro fisico (Comincia a mettersi le scarpe)

BRIAN       - (cercando di essere d’aiuto) Lo metto su io il caffè. (Si avvia verso la cucina)

ANDREW - No, no, per carità… Non si deve disturbare.

LESLIE      - Perché no?… Se vuole!

ANDREW - (sorpreso) Come?

LESLIE      - Beh, non è molto difficile, no?

ANDREW - No, non sono sicuro che è capace di mettere su il caffè, anzi è molto carino da parte sua… solo pensavo che forse tu… o io… saremmo più indicati. Visto che viviamo qui. Comunque non sa dov’è la cucina.

LESLIE      - E’ di là! Non avrà certo problemi a riconoscerla! (Cerca di spingere Brian verso la cucina)

ANDREW - (piuttosto sconcertato dal comportamento di lei) Sì, cara. Questo non lo metto in dubbio. E’ facilmente identificabile… i fornelli, il frigorifero… quel genere di cose lì. Non difficile da riconoscere. Come cucina. Pensavo solo che uno di noi due… essendo residenti, in effetti… sarebbe più indicato.

BRIAN       - Non c’è problema. Adoro cucinare.

LESLIE      - Signore ti ringrazio!

BRIAN       - Come?

LESLIE      - Il caffè è vicino al macinino.

BRIAN       - Bene. Ci metto un attimo. E’ di qua?

LESLIE      - Sì.

BRIAN       - Bene (Si avvia)

                        (Leslie nota i fiori sul tavolo, dietro ad Andrew. Li prende              e li mette in mano a Brian. Lui se li nasconde dietro la                        schiena e scompare in cucina. Leslie torna al divano e                         cerca di sembrare tranquilla)

ANDREW - Mi sembra un tipo ammodo.

LESLIE      - Sì.

ANDREW - Molto servizievole.

LESLIE      - Sì.

                        (Una lunga pausa. Andrew comincia a sfogliare i giornali della domenica. Leslie prende il supplemento e lo sfoglia nervosamente)

ANDREW - Lo fa spesso?

LESLIE      - Cosa?

ANDREW - Capitare in casa di sconosciuti e mettere su il caffè.

LESLIE      - (sulla difensiva) Sta solo cercando di rendersi utile! (Va alla        poltrona)

ANDREW - Sì. Sì. Molto gentile. Sembra davvero molto servizievole. E penso che dovresti permettergli di sorridere ogni tanto.

LESLIE      - Non faceva altro! (Si siede goffamente sul bracciolo della   poltrona)

ANDREW - Anche se tu non avevi detto niente di spiritoso?

LESLIE      - Sì! (Sfoglia la rivista senza neanche vederla)

ANDREW - Direi che ha un temperamento gioviale.

LESLIE      - Era appena arrivato dalla stazione!

ANDREW - Oh, beh, questo spiega tutto. Un po’ di caffè non può fargli che           piacere.

LESLIE      - (brusca) Lo ha già preso alla stazione.

ANDREW - Oh. Oh, beh, tutto a posto allora. (Posa il giornale e la guarda) Ehm… Leslie…

LESLIE      - S-Sì, caro?

ANDREW - Sto perdendo la memoria?

LESLIE      - In che senso?

ANDREW - Beh, non mi ricordo di aver conosciuto… ehm…

LESLIE      - Brian.

ANDREW - Ah, è così che si chiama?

LESLIE      - Sì.

ANDREW - No. E non è da me. Di solito ho un’ottima memoria. L’ho co-nosciuto al golf?

LESLIE      - No. Non vi siete mai incontrati.

ANDREW - Ah! Beh, questo spiega tutto. Cominciavo a pensare di essermi rimbambito.

LESLIE      - Oh, no.

ANDREW - Bene. (Dopo una pausa) Allora?

LESLIE      - Cosa?

ANDREW - Chi è?

LESLIE      - E’ Brian.

ANDREW - (con una risatina) Sì, lo so come si chiama. Ma che ci fa qui?

LESLIE      - Perché?

ANDREW - Beh, immagino di avere sempre avuto una mente indagatrice.     E’ molto che lo conosci?

LESLIE      - (un po’ troppo sulla difensiva) No, certo che no! Te ne avrei  parlato, non ti pare?

ANDREW - Non è detto. Sono anni che conosco un tizio che lavora per una rivista di agricoltura. Scrive articoli sul cibo per i maiali. E non te ne ho mai parlato.

LESLIE      - L’ho conosciuto appena giovedì scorso.

                            (Brian si affaccia dalla cucina)

BRIAN       - C’è del latte?

                            (Leslie posa il supplemento e va svelta da Brian)

LESLIE      - In frigorifero. Dietro il succo d’arancia.

BRIAN       - Bene!

                            (Se ne va di nuovo. Leslie va ad aprire l’ombrellone nel                                     patio. Una pausa)

ANDREW - Pensavo che giovedì sera tu fossi con Jane.

LESLIE      - E infatti ero con lei! E’ stata Jane a presentarci.

ANDREW - Oh, bene. (dopo una pausa) E lei lo conosce da molto?

LESLIE      - (impegnata con l’ombrellone) Ehm… sì, penso di sì.

ANDREW - Da quanto?

LESLIE      - (innervosendosi) Perché continui a fare tutte queste domande?    (Comincia a mettere su l’ombrellone)

ANDREW - Mi interessa. Tutto qua. (Dopo una pausa) Da quanto tempo lo          conosce?

LESLIE      - Oh… da una vita. (Entra barcollando con l’ombrellone che si     sta aprendo)

ANDREW - Davvero?… Vuoi dire che sono imparentati in qualche modo?

LESLIE      - (senza pensare) Sì, sì!… Proprio così. E’ suo fratello!

ANDREW - (sconcertato) Il fratello di Jane?!

                        (Leslie resta impalata, realizzando di non poter più tornare indietro. Con l’ombrellone sopra la testa ha un aspetto piuttosto incongruo)

LESLIE      - Ehm… sì… proprio così. Il fratello di Jane.

ANDREW - ho sempre pensato che Jane fosse figlia unica. Non mi ha mai    parlato di un fratello. (Si tuffa nel giornale)

LESLIE      - No. Certo che no.

ANDREW           - E perché?

LESLIE      - Non lo conosce molto bene.

ANDREW - (alzando gli occhi dal giornale) Non conosce suo fratello?

LESLIE      - Beh… In famiglia non parlano volentieri di lui.

ANDREW - E perché?… Mi sembra un tipo abbastanza perbene.

LESLIE      - Vorrei che la smettessi di fare domande!

ANDREW - Sai, se continui a tenere aperto quell’affare in casa succederà qualcosa di terribile.

LESLIE      - E’ già successa.

                            (Esce con l’ombrellone, lo incastra nel tavolo del patio e ritorna. Andrew è assorto a pensare)

ANDREW - Non capisco come faccia Jane a non conoscere molto bene suo   fratello…

                            (Leslie va verso la sinistra del divano, improvvisando alla              rinfusa)

LESLIE      - Beh… perché… lui… si è trasferito… in Africa quando era        molto giovane!

ANDREW - In Africa?

LESLIE      - Sì. Era in un mare di guai.

ANDREW - Un oceano direi. Vuoi dire che aveva dei guai finanziari.

LESLIE      - (grata per il suggerimento) Si!… Sì, proprio così! (Poi, perdendo il coraggio) ...credo… Comunque loro non amano parlarne!… Nessuno di loro. (Si piega verso di lui con foga) Perciò, qualunque cosa accada, Andrew, non ne devi parlare.

ANDREW - (un po’ stupito dalla veemenza di lei) Santo cielo! E che     diavolo ha combinato?

LESLIE      - Beh, non potevo certo chiederlo a Jane, ti pare?

ANDREW - Ah, no. No. Immagino di no (Torna al suo giornale)

LESLIE      - Evidentemente vogliono che rimanga un segreto.

ANDREW - Non mi sorprende! Quindi lei non lo vede da molti anni?

LESLIE      - No! (Acquistando sicurezza) E poi improvvisamente… Eccolo  che passa improvvisamente vicino al nostro tavolo al ristorante.

ANDREW - Incredibile…

LESLIE      - Quindi, naturalmente, Jane lo ha invitato a bere un bicchiere di vino con noi.

ANDREW - Solo un bicchiere dopo tutto quel tempo in Africa?

LESLIE      - Beh… Uno o due?

ANDREW - Uno o due?

LESLIE      - Due o tre.

ANDREW           - Ah, volevo ben dire!

LESLIE      - E poi… se n’è andato.

ANDREW - In africa?

LESLIE      - No. Ad Amersham.

ANDREW - E lui lo sa che Jane deve venire a pranzo qui?

LESLIE      - (improvvisamente allarmata) Oh! No! No, non lo sa! (Si gira,      ansiosa, cercando di pensare ad una soluzione)

ANDREW - Beh, e allora cosa ci fa qui?

                            (Leslie esita solo per un secondo. Poi si gira di nuovo                    verso di lui)

LESLIE      - Jane si è dimenticata di dargli il suo indirizzo.

ANDREW - Ah, capisco. (Dopo una pausa) Ma tu non ti sei dimenticata di   dargli il tuo.

LESLIE      - Deve averlo cercato nell’elenco del telefono.

ANDREW - E non poteva cercare quello di Jane?

                            (Lei lo guarda senza rispondere. Poi…)

LESLIE      - Lei non è sull’elenco.

ANDREW - Non è mica una cantante pop o roba del genere. Perché non        dovrebbe essere sull’elenco?

LESLIE      - Non lo so!

                            (Torna Brian con un vassoio con tutto il necessario per il               caffè)

BRIAN       - Ecco qua!… Ho fatto in fretta, no?

ANDREW - Lei è davvero molto gentile.

BRIAN       - Servo io?

ANDREW - Perché no? Visto che sta facendo tutto lei.

                        (Brian sistema il caffè sul tavolo da pranzo. Leslie gli si avvicina, svelta, ansiosa, di liberarsene)

LESLIE      - Se ha fretta di andarsene, può lasciare tutto lì.

ANDREW - Ma non c’è nessuna fretta. Ancora non gli hai dato l’indirizzo    di Jane.

BRIAN       - (perplesso) L’indirizzo di Jane?

LESLIE      - (brusca) Ha dimenticato lo zucchero!

BRIAN       - No, eccolo qui. Zucchero, signore?

ANDREW - No, grazie, Brian.

BRIAN       - (stupito all’uso del suo nome) Come?

ANDREW - Non si chiama così?

BRIAN       - Sì, ma non pensavo che lo sapesse.

ANDREW - Me l’ha detto Leslie. Non era un segreto, vero?

BRIAN       - Oh, no. No. Leslie, zucchero?

LESLIE      - No, grazie. (Si siede nervosamente su una delle sedie vicino al tavolo da pranzo, con il suo caffè)

                            (Brian porta una tazza di caffè ed il piatto dei biscotti ad Andrew)

ANDREW - (prendendo la tazza) Grazie.

BRIAN       - Un biscotto, signore? (Offre i biscotti)

ANDREW - No, grazie.

BRIAN       - Biscotto, Leslie?

LESLIE      - No, grazie.

BRIAN       - Biscotto, Brian? Sì, grazie. (Ad Andrew, nervoso) E… Le ha detto nient’altro?… A parte il mio nome, voglio dire.

ANDREW - Beh… no. Non proprio (Sorseggia il caffè)

                            (Brian mangiucchia un biscotto, nervosamente)

ANDREW - Ottimo caffè, BRIAN.

BRIAN       - Oh, grazie. Mi fa piacere.

                                      (Brian lì guarda per un attimo mentre sorseggiano in silenzio il caffè)

BRIAN       - Ne prenderò una tazza anch’io… (Si avvia per prendere il caffè)

LESLIE      - Lo ha già preso alla stazione!

                            (Brian si ferma, sbilanciandosi, a metà strada. Andrew                                     sembra sorpreso dal tono di Leslie)

ANDREW - Beh, se vuole ne può prendere un altro. E’ una bella cammina-ta, dalla stazione. Prego, Brian, si serva pure.

BRIAN       - Oh… grazie (Si versa il caffè)

ANDREW - (inaspettatamente) Deve essere stata una bella sorpresa per lei, Brian, entrare in quel ristorante e vederla seduta lì (Intendendo la sorella)

                            (Brian scambia uno sguardo terrorizzato con Leslie)

BRIAN       - Ah… lo sa?

ANDREW - Oh, sì.

LESLIE      - (a Brian, per fargli capire) Stavo appunto dicendo ad        Andrew che si è seduto con me e con Jane per bere un bicchiere di vino.

ANDREW - (ridendo) Hai detto tre o quattro!

BRIAN       - (andando nervosamente da Andrew) Spero non le dispiaccia se   ho bevuto un po’ di vino con sua moglie?

ANDREW - Santo cielo, no. Perchè dovrebbe dispiacermi? Si può bere quanto si vuole. Basta non tornare a casa cantando. (A Leslie) Non sei tornata a casa cantando, vero cara? No, certo che no. Ti ho sentito inciampare sulle pantofole. Ma quello che hai detto sarebbe difficile da mettere in musica! (Ride)

LESLIE      - Non pensavo che tu fossi sveglio.

ANDREW - Quando l’aveva vista l’ultima volta?

                        (Non visto da Andrew, Brian guarda nervosamente Leslie pensando che Andrew si stia riferendo a lei, mentre in realtà si sta riferendo alla sorella di Brian)

BRIAN       - Non l’avevo mai vista. Mai, prima di giovedì scorso!

ANDREW - Non dica sciocchezza. Deve averla vista per forza.

BRIAN       - No! Glielo giuro! Era la prima volta che ci incontravamo!

ANDREW - (incredulo) Davvero?

LESLIE      - (posando il caffè e alzandosi di scatto) Andrew, non sarebbe       ora che tu tornassi in giardino?

ANDREW - (sorpreso dalla fretta di lei) Sto ancora prendendo il mio caffè delle undici.

LESLIE      - Beh, spicciati! Le erbacce staranno crescendo come pazze, là      fuori.

ANDREW - (a Brian) Naturalmente ho supposto che l’avesse conosciuta      prima di scomparire quando ha avuto quel… guaio.

                            (Brian, svelto, guarda Leslie e poi di nuovo Andrew)

BRIAN       - Che… guaio?

LESLIE      - Andrew…!

ANDREW - (scusandosi) Sì. So che avevo promesso di non parlarne, e mi rendo conto che non sono affari miei... ma… sono un avvocato, perciò forse me ne potrebbe parlare, se vuole. Sono sempre felice di poter dare un consiglio, se me lo si chiede.

LESLIE      - Brian! Perché non va a sbucciare le patate? (Afferra Brian e lo spinge verso la cucina)

BRIAN       - Pensavo che le avesse sbucciate la signora Garbut!

LESLIE      - Beh… non ne ha sbucciate abbastanza! (Supplichevole)     Brian…!

ANDREW - No, no. Brian ha già fatto anche troppo. Sono sicuro che lavora sodo tutta la settimana, quindi si merita una tranquilla domenica in campagna. 

                            (Leslie si siede)

                   (a Brian) Proprio non riesco a credere che non l’avesse mai vista prima. Presumo che i vostri si siano divisi molto presto. Quando voi eravate ancora piccoli!

BRIAN       - (totalmente confuso) Come?

ANDREW - No, dico… suppongo che i vostri genitori si siano separati quando voi eravate ancora molto piccoli?

BRIAN       - I miei genitori non si sono mai separati.

ANDREW - Ah, no? Oh, Santo Cielo! Vuol dire che sono morti tutti e due?

BRIAN       - Morti?… No, abitano a Tunbridge Wells.

                            (Suona il campanello d’ingresso. Nessuno si muove. Andrew sorseggia il caffè. Leslie fa finta di non aver senti-to. Brian guarda dall’uno all’altro per vedere se qualcuno ha intenzione di andare a rispondere. Una pausa. Non va nessuno)

                   Credo…di aver sentito suonare il campanello.

ANDREW - (con noncuranza) Sì, è la porta.

LESLIE      - (non avendo intenzione di lasciarli soli) Io non ho sentito niente.

                            (Il campanello suona di nuovo. Una pausa. Di nuovo nessuno accenna a muoversi)

BRIAN       - Io penso che fosse il campanello.

ANDREW - (bevendo il caffè) Io so che era il campanello.

LESLIE      - Potresti sbagliarti.

ANDREW - Non essere sciocca, cara. Abbiamo quel campanello da cinque    anni. Ormai penso di essere in grado di riconoscerlo.

                            (Di nuovo il campanello)

BRIAN       - (sempre servizievole) Vado io?

ANDREW - No, no. Lei ha già fatto abbastanza.

LESLIE      - Può darsi che gli piaccia andare ad aprire le porte!

ANDREW - Ha già fatto il caffè. Penso che sia più che abbastanza.

BRIAN       - No, davvero. Non c’è problema.

ANDREW - Neanche per sogno. Andrà Leslie. Tanto comunque sarà per lei.

LESLIE      - (riluttante) Oh, va bene… (Si alza e va verso l’ingresso) Ma mentre sono via non parlatevi.

ANDREW - Come?

LESLIE      - (con un sorriso luminoso) Non vorrei perdermi niente di inte-ressante.

                            (Esce verso l’ingresso)

ANDREW - (sorpreso) Non capisco che cosa le sia preso. Di solito non le crea problemi andare ad aprire la porta. (Va a posare la tazza sul vassoio e poi si gira verso Bria) Allora, quando è tornato?

BRIAN       - Tornato?

ANDREW - Dall’Africa.

                            (Brian si concentra per capire. Non ha idea di che cosa                                     Andrew stia parlando)

BRIAN       - Credo di non aver capito.

ANDREW - (rendendosi conto di aver tradito un segreto) Ah! D’accordo. Mi scusi. Capisco. Non vuole parlarne. Va bene.

                        (Andrew amichevolmente mette un braccio intorno alle spalle di Brian e lo porta verso il divano)

Sono d’accordo con lei. Qualunque cosa abbia fatto sono affari suoi. Ma adesso deve guardare avanti. E’ il futuro che conta. Ed io sono proprio il tipo di persona che potrebbe aiutarla.

BRIAN       - (sconcertato) Davvero?

ANDREW - Oh, sì. Le persone nella mia posizione… In genere possono aiutare le persone  come lei a tornare sulla retta via.

BRIAN       - Beh… Ecco… Non so se è una buona idea.

ANDREW - Ma certo! Cosa vuole fare? Tornarsene ad Amersham proprio quando lei sta per arrivare?

                            (Una pausa)

BRIAN       - (confuso) Chi sta per arrivare?

ANDREW - Ah, certo… Ma come, Leslie non gliel’ha detto?

BRIAN       - Detto cosa?

ANDREW - (sorridendo felice) Indovini chi aspettiamo per pranzo?

BRIAN       - Chi?

ANDREW - Sua sorella!

BRIAN       - (completamente perso) Mia… sorella?

ANDREW - Si.

BRIAN       - Viene a pranzo… qui?

ANDREW - Sì.

BRIAN       - Oh, Santo cielo!… Sono secoli che non la vedo!

ANDREW - (il suo sorriso svanisce) Come?

BRIAN       - Deve aver preso il treno stamattina.

ANDREW - Che treno?

BRIAN       - Dalla Scozia.

ANDREW - Dalla Scozia?

                            (Leslie si precipita dentro)

LESLIE      - Non c’era nessuno!

ANDREW - Non mi sorprende. Ci hai messo un secolo ad andare ad aprire.

LESLIE      - (andando bruscamente da Brian) Forza Brian! Adesso bisogna proprio che vada alla stazione!

                            (Con stupore di Andrei, Leslie tira su Brian dal divano e lo spinge verso l’ingresso)

ANDREW - Ma non deve andarsene.

LESLIE      - Certo che deve andarsene (Continua a spingerlo)

ANDREW - L’ho invitato a pranzo.

LESLIE      - Cosa?!

BRIAN       - (a Leslie) Già, proprio così.

ANDREW - Beh, mi sembrava assurdo che se ne andasse proprio adesso      che sta arrivando sua sorella.

LESLIE      - Ah, sì…

ANDREW - Inoltre, ci sono un paio di cose di cui dobbiamo discutere. Ci faremo una bella chiacchierata sul futuro.

LESLIE      - (in preda al panico) Non può restare a pranzo!

ANDREW - Come?

LESLIE      - Quando sei arrivato tu stava proprio per andarsene! Non può fermarsi, vero Brian?

ANDREW - Certo che può. Così può versare il vino.

LESLIE      - No, non può!

BRIAN       - Beh, l’ho fatto altre volte.

ANDREW - Bene. Allora è deciso. Lei resta a pranzo, io torno in giardino e lei va a sbucciare le patate.

                            (Comincia a togliersi le scarpe)

BRIAN       - Posso sbucciarle io!

LESLIE      - Sì. E io vengo con lei. Così le spiego.

ANDREW - gli spieghi?

LESLIE      - Come sbucciarle.

ANDREW - Sbucciare le patate non è particolarmente complicato.

LESLIE      - Ci sono molte altre cose da fare oltre alle patate.

BRIAN       - (ad Andrew) Allora a dopo.

ANDREW - Certo!

                            (Brian va in cucina)

ANDREW - Proprio un tipo simpatico. Simpatico e servizievole.

LESLIE      - (dubbiosa) Sì… (Verso la cucina) Brian! (Andando verso la        cucina) Brian!…

         (Brian se ne va in cucina. Andrew va a prendere gli stiva-     li, torna al divano e si accinge a metterseli. In giardino                 compare Carole. Vede che la porta del patio è aperta ed     entra in soggiorno. Ha con sé una valigia ed una borsa e chiaramente non conosce il posto. E’ una ragazza molto carina, di circa ventisei anni con un carattere stimolante e impertinente. E’ deliziosamente semplice. Vede Andrew e sorride felice)

CAROLE    - Salve!

                            (Andrew alza lo sguardo e la vede, sorride amabilmente)

ANDREW - Santo cielo…! Carole! Cosa ci fa qui?

CAROLE    - Ehi, dico! I suoi carciofi sono enormi!

ANDREW - Non grandi come quelli dell’anno scorso.

CAROLE    - Più grandi di così, l’anno scorso?

ANDREW - Grandi come il mio pugno! (Dimostra)

CAROLE    - Santo Cielo…! (Sta ferma lì sorridente, con la valigia in mano) Ho suonato il campanello, ma non ha risposto nessuno. Perciò sono passata dal giardino. E’ molto bello.

ANDREW - Ah, bene. Sì, ho zappato un po’ stamattina.

CAROLE    - Strano che abbia avuto il tempo per zappare oggi.

ANDREW - Ah, beh, vede, non sono andato in chiesa. (Sorride)

CAROLE    - Comunque, conoscendola, immagino che abbia preparato tutto ieri sera.

ANDREW - (stupito) Come scusi?

CAROLE    - Posso posarla?

ANDREW - Mmm?

CAROLE    - La valigia.

ANDREW - Se vuole.

CAROLE    - La metto qua. Va bene?

ANDREW - Oh, sì… sì.

                            (La posa)

ANDREW - Un po’ pesante, no?

CAROLE    - (con un sorriso) Beh, c’è tutto quello che mi serve…

ANDREW - (vagamente confuso) Oh, Oh… capisco. (Dopo una pausa) Ho   dimenticato di firmare delle lettere… o qualcosa del genere?

CAROLE    - No, no. Le ha firmate tutte prima di lasciare l’ufficio, venerdì.

ANDREW - Ah, bene. No, tanto per sapere…..

CAROLE    - (loquace) Non è che potrei avere una tazza di caffè?

ANDREW - Non l’ha preso alla stazione?

CAROLE    - (un po’ sorpresa) Beh, io… Non ci ho pensato. Perché non ce n’è?

ANDREW - Oh, sì certo che c’è. A tonnellate. Come vivere in Brasile! Un attimo e glielo faccio.

CAROLE    - (guardando il giardino) Ooooooh! E’ una giornata fantastica!    Non siamo fortunati?

ANDREW - (alzando gli occhi dagli stivali) Mmm?

CAROLE    - Con il tempo. Voglio dire… poteva piovere.

ANDREW - (con un sorriso) In quel caso non avrei zappato! Beh… E’ stato carino da parte sua, passare qui, Carole. Stava andando da qual-che parte, vero? E ha pensato di passare a fare un salutino, eh?

CAROLE    - Oh, lei scherza sempre, vero?

ANDREW - Scherzo?

CAROLE    - Beh, dovevo passare prima qui, no?

ANDREW - A Little Buckden?

CAROLE    - Beh, certo!

ANDREW - Oh. (Si  stringe nelle spalle, non capendo)

                        (Carole vede il vassoio del caffè sul tavolo. Mette la borsa              sul tavolino dietro il divano e va verso il caffè)

CAROLE    - Qui ce n’è.

ANDREW - Cosa ?

CAROLE    - Caffè. Ma ci sono molte tazze, qui. Ha avuto ospiti?

ANDREW - Sì. In effetti è passato qualcuno… Sarà freddo, ormai. Un          attimo e lo rifacciamo. Allora dove se ne va di bello?

                            (Lei sorride, pazientemente, e scherzando gli dà una spin-              ta, cosa che lo sorprende un po’)

CAROLE    - Non faccia lo sciocco! Al colosseo… no?

ANDREW - Ah. E’ un ristorante italiano? Pasta e via dicendo?

CAROLE    - (ridacchiando) Ma che dice? E’ un posto. A Roma.

ANDREW - Ah… intende… ehm… quello vero?

CAROLE    - Sì! (Poi, incerta) E’ a Roma, vero?

ANDREW - Ah, sì. E’ a Roma (Pensieroso) Bene, bene. Il colosseo     passando per le campagne del Nord Inghilterra… Però!

                            (Va a mettere le scarpe dietro alla poltrona)

CAROLE    - Quindi ha avuto da fare tutta la mattina?

ANDREW - Oh, sì. Ho zappato un po’. Ho fatto un falò. Una bella      fiammata.

CAROLE    - Ah. Voleva lasciare tutto in ordine?

ANDREW - (tornando) Beh, sa com’è con la robaccia in giardino, Carole… Basta lasciarla lì un paio di settimane… Un po’ di pioggia… e diventa peggio di un immondezzaio.

CAROLE    - Sua moglie sarà contenta.

ANDREW - Non penso che ci farà caso. A Leslie  non interessano molto i     falò. Il prato. Portare un po’… questo è più il suo genere.

CAROLE    - (avvicinandosi un po’ timorosa) Ma… Non lo sa, vero?

ANDREW - (ridendo) Non le interesserebbe.

CAROLE    - Sì, se lo scoprisse.

ANDREW - No, no. Le assicuro di no. (Con una risata) Non glielo dico mica ogni volta che lo faccio, sa?

CAROLE    - (allarmata) Vuole dire che lo ha già fatto altre volte?

ANDREW - Beh, Santo Cielo, sì! Se posso, mi piace farlo una volta alla settimana.

CAROLE    - (niente affatto contenta) Una volta alla settimana? Questo non    me l’aveva detto!

                            (Andrew non riesce a capire l’interesse di lei per i falò)

ANDREW - Beh, non è esattamente il genere di cosa che mi scappa fuori mentre sto dettando una lettera ad un cliente. “Gentile Signore, in risposta alla sua del dodici corrente mese…..” oh, a proposito, oggi ho fatto un falò.

CAROLE    - Non stavamo parlando di falò!

ANDREW - No?

CAROLE    - Volevo dire… E’ sicuro che lei non sa di me?

ANDREW - Oh… no. Non penso. Non penso di averle mai parlato di lei. Dopo tutto non è da molto che lei lavora nel mio ufficio. (Ha un’idea improvvisa) Senta… Non ha intenzione di andarsene subito, vero?

CAROLE    - Certo che no.

ANDREW - Oh, bene. Allora vado a cercare Leslie e le dico di venire a salutarla sarà felice di conoscerla. (Fa per andare in cucina)

CAROLE    - Leslie? Vuol dire che sua moglie è qui?

ANDREW - Beh, abita qui.

CAROLE    - Sì, lo so che abita qui. Ma non pensavo che sarebbe stata qui.

ANDREW - E’ in cucina con Brian. Stanno preparando il pranzo. Sa com’è ...la domenica… Roastbeef, pasticcio di carne… in questa casa è una specie di tradizione.

CAROLE    - Chi è Brian?

ANDREW - (pensieroso) Beh, con esattezza proprio non lo so… Comunque aspetti un minuto. Chiamo Leslie! (Si avvia di nuovo)

CAROLE    - Ma non  si chiederà cosa ci faccio qui?

ANDREW - (si ferma e si gira) Sì. Penso di sì. Cosa ci fa qui?

CAROLE    - Gliel’ho detto. Sto andando a Roma.

ANDREW - Ah, sì… certo. (Si avvia di nuovo)

CAROLE    - E a Venezia…

ANDREW - Anche lì? Credo che sia molto bella.

CAROLE    - E a Pisa!

ANDREW - (entusiasta) Ah, ci sono stato!

                            (Oltrepassa la porta a vento della cucina)

CAROLE    - Beh, ci tornerà. Con me!

                            (Andrew torna immediatamente e la guarda ottusamente per un momento)

ANDREW - Come ha detto, scusi?

CAROLE    - Beh, è per questo che ho la valigia.

ANDREW - Già, me l’ero domandato.

                            (Lei si allunga sul divano)

CAROLE    - (romantica) Ha detto che voleva andare in tutti i posti più          romantici del mondo, con qualcuno di molto, molto speciale…        Cioè io.

         (Andrew le si avvicina considerando quello che lei ha detto)

ANDREW - Io… ho detto questo?

CAROLE    - Certo! (Sorride deliziata)

ANDREW - Santo Cielo! (Pensieroso) Non è esattamente il tipo di cosa che   dico di solito.

CAROLE    - E’ stato il mese scorso, al party dell’ufficio.

ANDREW - Ah, beh… Questo spiega tutto! Ai party degli uffici la gente dice un sacco di cose che non pensa davvero. Succedono cose strane ai party degli uffici. Si tende ad esagerare.

CAROLE    - E’ quello che ho detto io.

ANDREW - Quando?

CAROLE    - Al party.

ANDREW - Ecco, vede?

CAROLE    - Sì, ma lei ha detto “Sono un avvocato e la mia parola è sacra”.

                            (Andrew non può credere alle sue orecchie)

ANDREW - Nooo!

CAROLE    - Sì!

ANDREW - Mi sembrava che mi facesse un po’ troppi sorrisi, ultimamente.           Mi guardava in maniera strana… Mi chiedevo perché.

CAROLE    - (con un gran sorriso) Beh, ora lo sa.

ANDREW - Sì.

CAROLE    - Abbiamo preso un appuntamento là per là. L’ho scritto subito sull’agenda.

ANDREW - Lei si porta sempre l’agenda, ai party dell’ufficio?

CAROLE    - Beh, non voglio correre il rischio di dimenticarmi quello che mi avete detto.

ANDREW - Si dicono un sacco di cose alle segretarie, ai party d’ufficio.        Uno si aspetta che il giorno dopo non se ne ricordino.

CAROLE    - Allora non bisognerebbe dirle, no? (Con un gran sorriso felice) Perciò eccomi qui! Con la valigia fatta e pronta a partire!

         (Andrew, con la sua pacifica domenica a pezzi, pensa a                  che tattica usare. Guarda nervosamente verso la porta                della cucina, poi si siede vicino a Carole e le parla in tono confidenziale)

ANDREW - Senta… ehm… Carole, penso che ci sia stato… come potrei dire… un piccolo malinteso e…

CAROLE    - (allegramente) Non c’è nessun malinteso. Mi ha chiesto di andare via con lei ed io ho detto di sì. Se non è convinto delle cose che dice, non dovrebbe dirle. E’ abbastanza grande da saperlo!

ANDREW - (riflettendo un attimo) Forse posso spiegarglielo in un altro modo… Vede Carole… Il fatto è che sono stato un po’ a lavorare in giardino… Un paio d’ore per l’esattezza… e stavo per mettermi a tavola. Voglio dire, io e mia moglie…

CAROLE    - …e Brian.

ANDREW - E Brian, sì… Stavamo per metterci a tavola. Roastbeef, pastic-cio di carne… Quel genere di cose lì. Quindi in effetti… Sarebbe un po’ difficile… in questo preciso momento… cambiare i miei piani. Perciò, la cosa migliore da fare, e sono sicuro che sarà d’accordo anche lei, ...è che io prenda la macchina, la porti alla stazione e la rimetta sul treno in dieci minuti. (Ricomincia a togliersi gli stivali)

CAROLE    - No.

ANDREW - Ah. Speravo in un sì.

CAROLE    - Non poteva proprio aspettarselo.

ANDREW - No, immagino di no. Ma deve capire… che sarebbe molto          difficile… nella mia attuale posizione rinunciare…

CAROLE    - …al Roastbeef e al pasticcio di carne.

ANDREW - Al roastbeef e… no, non solo quello. Insomma capisce… dovrei fare le valigie e prendere un aereo per chissà dove, solo per una cosa che ho detto – ubriaco – ad un party dell’ufficio.

CAROLE    - (con ragionevole dolcezza) Se si sta preoccupando per il pranzo                    domenicale, posso sempre aspettare.

ANDREW - Sì… beh, questo è molto carino da parte sua, Carole, davvero    molto carino. E per favore non pensi che io non lo apprezzi.      Perché lo apprezzo. Davvero. E’ solo che, con tutta la buona      volontà, ho la sensazione che Roma, o anche Venezia, se è per      questo, sia un po’ troppo lontana per andarci con il roastbeef ed          il pasticcio di carne sullo stomaco.

CAROLE    - Ah, capisco! Non vuole viaggiare a stomaco pieno. Beh, non      mangi, allora! (Si alza)

ANDREW - (lamentoso) Ma ho fame!

CAROLE    - Non si preoccupi, mangeremo qualcosa in aereo.

ANDREW           - (disperato) Carole - mia moglie è di là in cucina.

CAROLE    - Peggio per lei! (Risolino) Basta che le dica che è un viaggio         d’affari.

ANDREW - Ma non sto parlando!

CAROLE    - (ferma) Oh, sì! (Va a prendere la borsa)

                            (Andrew intravede una via d’uscita e la segue in calzini)

ANDREW - Ah. Sì… Aspetti! C’è un’altra cosa! (Cerca di sembrare    dispiaciuto) In questo periodo dell’anno gli aerei sono pieni e     temo di non aver prenotato i biglietti.

CAROLE    - Non c’è problema. Li ho prenotati io.

ANDREW - Come?

CAROLE    - Non per niente sono la sua efficiente segretaria.

                        (Tira fuori dalla borsa due biglietti d’aereo, glieli dà e va              verso il tavolo da pranzo. Andrew esita, incerto, con i bi-             glietti in mano)

LESLIE      - (da fuori) Andrew!…

                            (Lui nasconde svelto i biglietti sotto una rivista. Leslie                    entra dal giardino)

LESLIE      - Hai visto Brian?

ANDREW - Pensavo che fosse in cucina con te.

LESLIE      - E’ andato in giardino. E adesso non riesco a trovarlo da   nessuna parte. Perché ti sei tolto le scarpe?

ANDREW - (seccato) Me le stavo mettendo.

                            (Va a cercare le scarpe dietro alla poltrona. Leslie si ac-                corge di Carole. Non ha idea di chi sia)

LESLIE      - Oh, salve!… (Si volta a guardare Andrew e lo vede a quattro      zampe) Andrew!… Andrew che stai facendo?

ANDREW - Sto cercando le scarpe!

                            (Leslie sorride imbarazzata a Carole. Va da Andrew, agitata)

LESLIE      - Andrew! Andrew non ci presenti?

ANDREW - (alzando lo sguardo da terra) Ah, sì. Questa è mia moglie.

LESLIE      - (sussurrando con insistenza) andrew! Lo so chi sono io!    Voglio sapere chi è lei!

ANDREW - (sussurrando anche lui) Non lo so!

LESLIE      - Come?

ANDREW - E’… ehm… è appena entrato dal giardino. (Striscia dietro alla   poltrona, cercando le scarpe)

                            (Leslie va da Carole, con l’educato sorriso della padrona              di casa)

LESLIE      - Ah, quindi era lei alla porta!

CAROLE    - (nervosa) Sì, mi dispiace tanto…

LESLIE      - Alle volte Andrew è terribile. Si è rifiutato di andare ad aprire (Torna svelta da Andrew) Andrew!…

ANDREW - (facendo capolino da dietro la poltrona) E’… è venuta per         vedere il giardino. (Scompare di nuovo)

LESLIE      - (tornando da Carole con un gran sorriso) Ah, capisco! Le          piacciono i giardini?

CAROLE    - (incerta) Beh… mi… mi piace guardarli.

LESLIE      - (sorridendo graziosamente) Ah, bene.

CAROLE    - Il vostro è bellissimo. Lei deve essere molto brava.

LESLIE      - Ah, no. E’ Andrew l’esperto. Tutto quello che riesco a far          crescere io è un po’ di insalata. (Torna alla poltrona)        Andrew!…

         (Da dietro la poltrona, emerge Andrew con le scarpe in mano)

LESLIE      - Andrew, smettila di giocare a nascondino!

ANDREW - cosa?

LESLIE      - (piano) Chi è?

ANDREW - (sussurrando, impaziente) Non lo so! Le piace guardare i fiori.    Non c’è niente di male, no?

LESLIE      - Ma il nostro giardino non è aperto al pubblico.

ANDREW - Beh, evidentemente lei pensava di sì!

                            (Si siede sulla poltrona per mettersi le scarpe)

LESLIE      - (girandosi verso Carole) Lei non ha un giardino?

CAROLE    - No, abito in un condominio. Non lo voglio un giardino.

LESLIE      - Vuole dire che preferisce guardare quelli degli altri?

CAROLE    - Beh… io…

ANDREW - (indaffarato con le scarpe) Un momento e ci sono…

LESLIE      - (amabilmente) Sono davvero spiacente, ma quando lei è    arrivata ero in cucina.

CAROLE    - Sì, lo so. Con Brian.

LESLIE      - (sorpresa) Ah, sa di Brian?

CAROLE    - So che era in cucina.

                            (Leslie guarda Andrew. Lui sorride con innocenza)

ANDREW - E’ venuto fuori nel discorso.

LESLIE      - Sì, certo, come no. “Le azalee mi stanno venendo su proprio bene quest’anno e Brian è in cucina”!

ANDREW - Non è andata così!

LESLIE      - Ah, no?

ANDREW - No. Le azalee non le abbiamo neanche nominate.

CAROLE    - (a Leslie) spero non le dispiaccia se mi sono fermata a      guarda-re il vostro giardino.

LESLIE      - Certo che no. Anzi. Basta che non ne parli a tutti i suoi amici. Non vogliamo orde di appassionati si precipitino a scrutare le petunie. A meno che non paghino, naturalmente! Sa come si chiama di cognome?

CAROLE    - Chi?

LESLIE      - Brian.

CAROLE    - Ah, no.

LESLIE      - Neanch’io… (Guarda pensierosa verso la cucina)

ANDREW - (alzandosi, con decisione) Bene, mi sono messo le scarpe e         adesso la porto subito alla stazione. (Si affretta verso Carole)

CAROLE    - Non devo andare alla stazione!

LESLIE      - (a Carole) Ha preso una tazza di caffè?

CAROLE    - Era freddo…

LESLIE      - Glielo rifaccio subito.

ANDREW - Non ha tempo per il caffè! Deve prendere il treno!

CAROLE    - Non è vero!

LESLIE      - Oh, Santo Cielo! Di domenica non ci sono molti treni a Little     Buckden.

ANDREW - Bene! Vado a tirar fuori la macchina! (Si avvia verso il       giardino, portandosi dietro Carole)

CAROLE    - Non ce n’è bisogno.

ANDREW - E invece sì. Voglio accompagnarla alla stazione.

LESLIE      - Andrew! Sembri un pastore con un gregge di pecore.

ANDREW - Sbrighiamoci! Se ci spicciamo facciamo in tempo per il treno     delle dodici ed un quarto.

         (Andrew trascina Carole in giardino. Leslie è un po’ per-plessa, ma dà una scrollata di spalle. Ha cose più impor-tanti a cui pensare. Va alla svelta verso la cucina e chiama)

LESLIE      - Brian!… Brian!… (Visto che non è là, va verso l’ingresso e lo chiama ancora) ...Brian!… Brian!…

                            (Brian arriva dal giardino)

BRIAN       - Leslie!

                            (Leslie sussulta impaurita. Si gira  e lo vede)

LESLIE      - Dove si era cacciato?

BRIAN       - Sono andato in giardino.

LESLIE      - (piuttosto arrabbiata) Lo so! E non avrebbe dovuto! L’ho           portata in cucina perché volevo parlare.

BRIAN       - Stavo solo cercando di rendermi utile. Immaginavo che ser-        visse della menta per le patate.

LESLIE      - Non c’era bisogno di metterci tutto questo tempo!

BRIAN       - Beh, comunque non sono riuscito a trovarla. Dove diavolo l’ha nascosto Andrew?

LESLIE      - (impaziente) Brian, dovevo dirle delle cose di estrema        impor-tanza.

BRIAN       - Più importanti della menta?

                            (Leslie guarda furtivamente verso il giardino. Poi porta                                     Brian vicino al divano)

LESLIE      - Ora senta… Per evitare situazioni imbarazzanti… ho dovuto      dire ad Andrew certe cose, e le sarei grata se…

BRIAN       - Chi era quella ragazza?

LESLIE      - (interrotta mentre orami aveva preso il via) Come?

BRIAN       - ho visto una ragazza in giardino con Andrew.

LESLIE      - (senza interesse) Non lo so. Una strana ragazza che pare ami       andare in giro a guardare i fiori degli altri. Ora senta, il fatto è    che…

BRIAN       - Non si è presentata?

LESLIE      - No!… Ma che importanza ha?

BRIAN       - Beh, avrebbe potuto essere mia sorella.

LESLIE      - Ecco, appunto… Le volevo proprio dire che…

BRIAN       - E’ stata sempre molto timida.

LESLIE      - Senta Brian…

BRIAN       - Spero di riconoscerla. Non la vedo da anni. Prima di trasferirsi in Scozia è stata molti anni in Australia.

LESLIE      - Chi?

BRIAN       - Mia sorella.

LESLIE      - (disperata) Mi vuole ascoltare per favore!

BRIAN       - E’ stato molto carino da parte tua, invitarla. Non sapevo neanche che conoscessi mia sorella.

LESLIE      - Sì, questa è appunto una delle cose di cui volevo parlare…

BRIAN       - Dove l’hai conosciuta?

LESLIE      - (forte) Brian!

                            (Dall’ingresso entra Andrew)

Come hai fatto a fare così in fretta? Devi aver guidato come un pazzo.

ANDREW - Oh, no. Non ha lasciato che l’accompagnassi. E’ scappata via   prima che potessi fermarla.

LESLIE      - E come fa ad arrivare alla stazione?

ANDREW - Non lo so. Si farà dare un passaggio dal lattaio. L’ho visto che gironzolava.

LESLIE      - Ci metterà una vita ad arrivare alla stazione. Quei carrettini non          dànno l’idea di essere molto veloci.

ANDREW - Ti sbagli. In discesa diventano delle saette.

                            (Leslie va irrequieta verso il fondo scena)

BRIAN       - Senta, è sicuro che quella ragazza non fosse mia sorella?

ANDREW - Non sia sciocco. So benissimo che faccia ha sua sorella.

BRIAN       - Ah, si?

ANDREW - Certo.

BRIAN       - Vorrei poter dire altrettanto.

LESLIE      - (perplessa) andrew…

ANDREW - Sì?

LESLIE      - Devi andare da qualche parte?

ANDREW - Può darsi che fra un momento torni in giardino. Prima, però de-vo rimettermi gli stivali.

LESLIE      - No, volevo dire… Hai intenzione di fare un viaggio?

ANDREW - (con una reazione esagerata) No!!!

LESLIE      - (stupefatta dalla veemenza di lui) Come?

ANDREW - (più calmo) Voglio dire… certo che non devo fare un viaggio. Perché mai dovrei fare un viaggio?

LESLIE      - Beh, qui c’è una valigia.

ANDREW - (nervosamente) Cosa?

                            (Leslie gli porta la valigia. Lui la guarda impassibile per               un momento)

                   Sì… Sì… È proprio una valigia.

LESLIE      - (guardandola più da vicino) Ah, ma non è tua, vero caro?

ANDREW - No, non è mia (Improvvisamente) Probabilmente è della signo-ra Garbut.

LESLIE      - Perché mai la signora Garbut dovrebbe portarsi dietro una vali-gia, per venire a fare le pulizie?

ANDREW - (speranzoso) Stracci per spolverare?

LESLIE      - Non essere ridicolo, Andrew! Le donne delle pulizie non arrivano con le valigie.

ANDREW - Allora dev’essere tua!

LESLIE      - (pazientemente) Andrew, lo so come sono fatte le mie valigie.

ANDREW - (con un’ispirazione improvvisa) Lo so!… La sorella di Brian!… Sicuramente avrà dei bagagli.

BRIAN       - Ma non è ancora arrivata!

ANDREW - Consegna bagagli a domicilio.

BRIAN       - No. Non credo. Mia sorella non affiderebbe mai i suoi bagagli    a degli sconosciuti.

                            (E’ la volta di Leslie ad avere un’ispirazione)

LESLIE      - Ma certo!… Dev’essere di quella ragazza!

ANDREW - (con apprensione) Quale ragazza?

LESLIE      - La vagabonda dei giardini (La giardiniera errante)

ANDREW - E perché dovrebbe portarsi dietro una valigia?

LESLIE      - Non saprei tesoro. Ma se non è di nessun altro, dev’essere sua. (Mette la valigia sul divano) Adesso l’apriamo e diamo un’occhiata dentro. Probabilmente da qualche parte ci saranno il nome e l’indirizzo.

ANDREW - Non puoi aprirla!

LESLIE      - Perché no?

ANDREW - Sarà chiusa a chiave!

LESLIE      - Allora la porta in cucina e forzo la serratura con lo spiedo (Si     avvia con la valigia)

                            (Lui si ferma. Si contendono la valigia.)

LESLIE      - Caro, voglio solo allentare un po’ la serratura. Dobbiamo scoprire di chi è, no?

ANDREW - Sì, lo so, ma…

LESLIE      - Beh, c’è un solo modo di scoprirlo. Lo spiedo!

                   (Lei vince la battaglia, sbattendogli la valigia su un gi-                            nocchio. Si avvia in cucina, maestosamente. Andrew la                            segue, sfregandosi il ginocchio.)

ANDREW - No, senti… Aspetta un momento!… Leslie! Leslie!…Non puoi manomettere le proprietà altrui!…

                            (Va in cucina dietro a Leslie. Carole entra dal giardino)

CAROLE    - Salve!…

                            (Brian si gira e la vede. Sorride speranzoso)

BRIAN       - Appena arrivata?

CAROLE    - Ehm… beh…

BRIAN       - Con il treno?

CAROLE    - Sì, sono venuta in treno, ma…

BRIAN       - Bene!… Benvenuta!… (Sfolgora di gioia)

CAROLE    - (collegando) Brian?

BRIAN       - Esatto!

CAROLE    - L’avevo immaginato.

                            (Lui sorride entusiasta)

BRIAN       - Lo sapevo che avevo ragione! Sei tu, vero? Sei davvero tu! E ti stavano mandando via! Devi aver pensato che fossero terribil-mente maleducati. Vedi, non hanno capito. Oh, è meraviglioso vederti di nuovo!

CAROLE    - (un po’ presa alla sprovvista) Come?

BRIAN       - Beh, diciamo le cose come stanno. E’ eccitante, no?

CAROLE    - Ah, sì?

BRIAN       - Non sapevo a che ora saresti arrivata di preciso. Hanno fatto     tutto di nascosto. Se l’avessi saputo sarei venuto a prenderti alla stazione… Accidenti, non avrei mai… Fatti guardare!

CAROLE    - Come?

BRIAN       - Dài… gira… fatti guardare per bene.

                            (Sconcertata, Carole fa lentamente un giro su se stessa)

                   Bene, bene… Bisogna dire che sei diventata proprio un bel bocconcino.

CAROLE    - (stupefatta) Oh, grazie tante.

                            (Si allontana, pensierosa, verso il divano)

BRIAN       - (ridacchiando) Certo che non hai più i denti da latte…..

CAROLE    - Beh… non ho problemi a masticare.

BRIAN       - (ridacchiando soddisfatto) Aaah! Non ti è mai mancato il senso                    dell’umorismo!… Non ti  avrei mai riconosciuta. Certo è passato          tanto di quel tempo.

CAROLE    - Mi dispiace. Non credo di…

                            (Brian le si avvicina e le offre la guancia)

BRIAN       - Su… dài!

CAROLE    - Cosa?

BRIAN       - Dammi un bacio!

                            (Si ritrae stupefatta)

CAROLE    - Come?

BRIAN       - E dài! Si direbbe che è la prima volta che mi vedi.

CAROLE    - Infatti, non l’ho mai vista in vita mia.

BRIAN       - Come?

CAROLE    - Si comporta così con tutte le ragazze che incontra?

BRIAN       - Non fare la stupida! Tu non sei una ragazza qualsiasi.

CAROLE    - Ah, no?

BRIAN       - Certo che no. Sei mia sorella.

                            (Una pausa)

CAROLE    - (confusa) Sua sorella?

BRIAN       - Sì. Non sei appena arrivata dalla Scozia?

CAROLE    - Non ci ho mai messo piede in Scozia.

BRIAN       - Ma se ci abiti!

CAROLE    - Io abito a Londra.

BRIAN       - A Londra? Non lo sapevo! Perché non mi hai mandato il nuovo indirizzo?

CAROLE    - Ma si può sapere che sta dicendo?

BRIAN       - Dì la verità. Mi avresti mai riconosciuto?

CAROLE    - E come avrei potuto? Non l’ho mai vista prima.

BRIAN       - Ma smettila!… Sono tuo fratello!

CAROLE    - Io non ho fratelli.

                            (Lui la guarda incredulo. Una pausa)

BRIAN       - Non hai fratelli?

CAROLE    - No.

BRIAN       - (perplesso) Io pensavo che tu fossi mia sorella e che venissi a     pranzo.

CAROLE    - Invece sono io e vengo per la mia valigia.

                            (Brian capisce)

BRIAN       - Oh! Oh! Capisco!… Lei è l’Appassionata di Giardini! (Senten-dosi ridicolo) Mi scusi… Pensavo che fosse… Deve avermi preso per un idiota.

CAROLE    - Sì.

                            (Carole va a cercare la sua valigia e non la trova più)

                   Ma… Dov’è?

BRIAN       - Cosa?

CAROLE    - La mia valigia.

BRIAN       - Ah. In cucina.

CAROLE    - (sorpresa) Come?

BRIAN       - Sì, ce l’ha portata Leslie. Sta cercando di aprirla con uno spiedo.

CAROLE    - La mia valigia.

BRIAN       - Sì. Vede… Aspetti un momento. Se è qui per guardare i    giardini, perché si è portata dietro una valigia?

CAROLE    - Non sono qui per guardare giardini.

BRIAN       - Allora che ci fa a Little Buckden.

CAROLE    - Sto andando in Italia.

BRIAN       - In Italia?!

CAROLE    - Sì.

BRIAN       - (sorridendo) Ah, capisco… (Un pensiero improvviso) Aspetti un momento… Non sapevo che esistesse una strada per l’Italia che passa da Little Buckden.

CAROLE    - (sorridendo, con cautela) Beh… Non ci vado mica da sola, no?

BRIAN       - (Con il solito sorriso) Vorrei ben vedere! Una ragazza carina come lei. Non potrebbe proprio andarci da sola. Sa come sono questi italiani. Tutti pasta e pizzicotti. In men che non si dica sarebbe tutta un livido.

CAROLE    - Avevamo appuntamento qui.

BRIAN       - Lei ed il suo amico?

CAROLE    - Sì.

BRIAN       - A Little Buckden?

CAROLE    - Sì.

BRIAN       - Non sarebbe stato meglio un posto più vicino all’aeroporto?

CAROLE    - Beh, lui abita qui.

BRIAN       - Ah, capisco! E lei non si ricorda più l’indirizzo?

CAROLE    - Come?

BRIAN       - Ed è venuta qui a chiedere.

CAROLE    - Oh, no! Vede, lui abita… (Si ferma appena in tempo)

                            (Brian arriva lo stesso alla giusta conclusione)

BRIAN       - Abita qui? Non vorrà mica dire che parte con…? (S’illumina di gioia al pensiero) Non con lui? Con Andrew? Oh, santo cielo!…

                            (Leslie entra dalla cucina con la valigia)

LESLIE      - Niente da fare. Non ci sono riuscita (Vede Carole) Oh, pensavo che se ne fosse andata (Cerca di nascondere la valigia dietro le gambe)

CAROLE    - Ho dimenticato la valigia.

LESLIE      - Quindi era sua?

CAROLE    - Sì.

LESLIE      - Ah, bene!

CAROLE    - Lo spiedo non ha funzionato, eh?

LESLIE      - (innocente) Spiedo?

CAROLE    - Per aprire la valigia.

                            (Leslie lancia un’occhiata a Brian)

LESLIE      - Non so di cosa stia parlando.

CAROLE    - Brian, non mi ha detto che stava cercando di aprire la valigia     con uno spiedo?

LESLIE      - (a Brian, freddamente) Vedo, che avete fatto una bella chiac-chierata.

BRIAN       - (sorridendo affabilmente) Volevo solo essere socievole. Ho         cercato di mantenere viva la conversazione.

LESLIE      - Beh, mi sembra che ci sia riuscito.

BRIAN       - Direi. (Sorride a Carole)

LESLIE      - (a Carole) Vede non sapevamo di chi fosse e pensavamo che      dentro potesse esserci un recapito.

CAROLE    - Posso riaverla?

LESLIE      - Sì, certo. Eccola.

                            (Dà la valigia a Carole che la posa)

LESLIE      - mi dispiace che si sia dovuta prendere il disturbo di tornare in-dietro. Brian, andrebbe a dire ad Andrew di tirar fuori la macchi-na. (Allontanandosi per controllare il tavolo da pranzo) Così può accompagnare questa signorina alla stazione.

CAROLE    - Non vado alla…

BRIAN       - (tutto sorridente) Oh, ho un’idea molto migliore!

LESLIE      - (sospettosa) Ah, sì?

BRIAN       - Potrebbe restare a pranzo!

                            (Leslie non è affatto contenta. Ma fa del suo meglio per                                     essere bene educata)

LESLIE      - A pranzo?… Beh, io…

BRIAN       - A quest’ora sarà affamata, no?

LESLIE      - Immagino di sì, ma non sono sicura che non le va di restare a pranzo qui.

BRIAN       - Ma certo che le va. (A Carole) Le va, vero?

CAROLE    - Io… credo di dover andarmene.

                            (Arriva Andrew dalla cucina)

ANDREW - Chi ha nascosto l’apribottiglia? Non riesco a trovarlo da nessuna parte. (Vede Carole) Perché diavolo è tornata?

LESLIE      - (scioccata dai suoi modi) Andrew!

BRIAN       - (calcando) E’ tornata a prendere la valigia.

                            (Andrew esagera la sua sorpresa)

ANDREW - Ah, era sua? Ah… Bene. Non riuscivamo a capire. Nessuno di noi riusciva ad identificarla. Ed era la sua! Ma pensa!

CAROLE    - Lo sapeva che era mia.

                            (Leslie guarda Andrew, meravigliata)

LESLIE      - Lo sapevi, Andrew?

ANDREW - (svelto) Certo che no. Come avrei mai potuto sapere che era       sua?

LESLIE      - Beh, dopotutto eri qui quando è arrivata.

BRIAN       - E presumibilmente l’aveva con sé.

ANDREW - No, non ce l’aveva!

CAROLE    - Sì che ce l’avevo!

BRIAN       - Visto? Ce l’aveva.

ANDREW - Davvero?

CAROLE    - Non si ricorda?

BRIAN       - Sicuramente avrà notato che aveva una valigia?

ANDREW - Beh… ho notato che aveva… qualcosa. Però non mi ricordo di aver pensato che fosse una valigia.

BRIAN       - E cosa ha pensato che fosse? Il tosaerba?

ANDREW - (a Carole) comunque sia, adesso che se l’è ripresa non c’è ragione di perdere tempo. Il tempo di tirare fuori la macchina e la porto subito alla stazione.

LESLIE      - Andrew…?

ANDREW - (esitante) Uhm?

LESLIE      - Pare che non vada alla stazione.

ANDREW - Certo che va alla stazione! Quando si parte si va sempre alla stazione.

BRIAN       - Ah! Ma lei non parte.

ANDREW - Certo che parte.

BRIAN       - No. Resta a pranzo.

ANDREW - No!…

                            (Tutti guardano Andrew con sorpresa)

LESLIE      - Andrew!

ANDREW - Beh… Non c’è posto a tavola.

BRIAN       - Ma un po’ di spazio possiamo sempre farglielo. Può infilarsi vicino a lei? Sono sicuro che non avrebbe niente in contrario, no?

                            (Andrew è perplesso per il tono insinuante di Brian)

ANDREW - (disperato) Ma non può restare a pranzo! (andando da Carole) Vero che non può restare a pranzo, Carole?

LESLIE      - Carole? Si chiama così?

ANDREW - No?

CAROLE    - Sì.

ANDREW - (a Leslie) Ecco, vedi? Si chiama così.

LESLIE      - Non mi sembrava che fosse stato detto. Tutto qua.

ANDREW - Certo che è stato detto. Altrimenti come avrei fatto a saperlo?    L’ha detto quando è arrivata. Me lo ricordo benissimo.

BRIAN       - Ah! Il nome se lo ricorda, ma la valigia no. Strano…

                            (Andrew si avvicina a Brian fissandolo)

ANDREW - Non può restare a pranzo!

BRIAN       - Sì, che può. Ne sarebbe felicissima. Vero, Carole? (Ad Andrew) Sì, ne sarebbe felicissima.

LESLIE      - Così dopo pranzo potrà andare a guardare qualche altro bel       giardino.

                            (Ma Carole è arrivata al limite della sopportazione)

CAROLE    - Vorrei che la piantaste con questi giardini. Non mi piacciono i   giardini.

                            (Tutti la guardano con sorpresa)

ANDREW - Certo che le piacciono! Li adora! L’ha detto lei!

CAROLE    - E invece no. Li odio.

LESLIE      - Beh, allora, se non le piacciono i giardini perché diavolo perde tempo ad andare a guardare quelli degli altri?

CAROLE    - Non stavo guardando giardini!

                            (Andrew vorrebbe essere morto)

LESLIE      - E allora che stava facendo?

         (Andrew si avvicina velocemente a Leslie, quasi inciam-pando nella valigia)

ANDREW - (con violenza) Non è affatto obbligata a dirtelo! (A Carole) Non è obbligata a dirglielo! (a Leslie) Non capisco perché non la smetti di fare domande! Quello che stava facendo sono affari suoi!

LESLIE      - Andrew, non c’è nessun bisogno di scaldarsi tanto.

ANDREW - Non mi sto scaldando. Penso solo che non stia bene fare un sacco di domande ad una persona appena mette piede in casa. Quando tua zia è venuta a trovarci da Sidlesham, non le ho chie-sto perché era arrivata con tre valigie ed un sacco pieno di pacchi.

LESLIE      - Era venuta per Natale.

ANDREW - Comunque sia non sono stato a parlare per ore dei suoi bagagli.

LESLIE      - Non vedo proprio che male ci sia se Carole ci dice che cosa        faceva qui. Non le pare, Brian?

BRIAN       - (innocente) No, anzi penso che potrebbe essere divertente saperlo.

                            (Ammicca a Carole che sembra in apprensione. Leslie le si avvicina)

LESLIE      - Allora, Carole? Che ci faceva qui?

                            (Frettolosamente, Andrew cerca di salvare la situazione)

ANDREW - I Boy Scout!

                            (Tutti lo guardano con sorpresa)

LESLIE      - I Boy Scout?

                            (Andrew dà il saluto dei Boy Scouts. Brian ride)

ANDREW - Lo sai cosa sono i Boy Scouts, no? Cappelli buffi, calzettoni! …quella roba lì.

LESLIE      - Sì, lo so cosa sono i Boy Scouts. E’ solo che guardando Carole,          i Boy Scouts non sono esattamente la prima cosa che viene in       mente. Carole, cara, so che le sembrerò terribilmente ottusa, ma   che cosa faceva con i Boy Scouts, qui a Little Buckden?

CAROLE    - Beh, ecco… io…

ANDREW - La raccolta! Stava facendo raccolta di oggetti per la vendita di beneficenza dei Boy Scouts. E’ la settimana prossima. E natural-mente è per questo che aveva la valigia.

         (Leslie si gira verso Carole, profondamente impressionata dal suo spirito altruistico)

LESLIE      - Vuol dire che la sua valigia è piena di oggetti per la vendita?

ANDREW - Certo!

LESLIE      - (fredda) L’ho chiesto a Carole. Allora?

                            (Momento di panico per Andrew. Guarda Carole,       chie-dendo soccorso, lei decide di levargli le castagne dal fuoco)

CAROLE    - Sì.

                            (Andrew tira un sospiro di sollievo. Brian guarda Carole               con finta sorpresa)

BRIAN       - Come?… Niente vestiti carini, bikini minuscoli, camicie da         notte trasparenti…?

CAROLE    - (decisa) No. (Evita lo sguardo di lui)

BRIAN       - Santo cielo. Che peccato.

LESLIE      - Non è affatto un peccato. Carole sta facendo una cosa molto      bella. I Boy Scouts saranno entusiasti.

                            (Suonano alla porta)

ANDREW - Ah, ecco Jane.

LESLIE      - (disinteressata) No, è troppo presto. (Si gira verso Carole)

BRIAN       - (perplesso) Jane?… Non sapevo che venisse anche lei…

LESLIE      - Quindi lei vive a Little Buckden?

CAROLE    - No. Abito a Londra.

LESLIE      - A Londra?

                            (Brian si avvicina ad Andrew con aria sarcastica)

BRIAN       - Santo cielo, Andrew, ma non è meraviglioso? Che ragazza incantevole! Venire fino qui da Londra, per collaborare ad una vendita di beneficenza! Sembra quasi incredibile (Ammicca)

                            (Andrew lo guarda in modo buffo, sorpreso dai suoi modi.            Suonano di nuovo alla porta)

CAROLE    - (ad Andrew) Credo di aver sentito un campanello.

ANDREW - Si, è la porta.

CAROLE    - Ma in questa casa non va mai nessuno a rispondere alla porta?

LESLIE      - L’ultima volta sono andata io. Adesso tocca ad Andrew.

ANDREW - Come vuoi. (Va verso l’ingresso, sollevato dall’aver superato      il momento critico)

BRIAN       - Andrew…

                            (Andrew si gira)

ANDREW - Sì?

BRIAN       - Per un pelo, eh?

ANDREW           - Come?

                            (Brian ridacchia, con l’aria di chi sa. Andrew gli lancia                          uno sguardo dubbioso e va in ingresso.

                            Leslie si gira verso Carole, entusiasta)

LESLIE      - dio, che cosa eccitante! Adoro le vendite di beneficenza!   Proprio non riesco a capire come mai  non sapevo niente di questa! (A parte a Brian) Brian, dobbiamo parlare!… C’è una cosa che deve sapere…

BRIAN       - Se è per questo c’è anche una cosa che tu dovresti sapere…!

                        (Leslie lo guarda per un istante, sorpresa, poi torna a                    girarsi verso Carole cercando di mantenere le apparenze)

LESLIE      - Sono sicura che anche noi possiamo darle qualcosa. Andrew ha un paio di giacche sportive che sono un orrore e delle cravatte che non mette mai.

CAROLE    - (nervosa) Credo di avere già abbastanza roba… (Si allontana con la valigia)

LESLIE      - Per queste cose la roba non è mai abbastanza. Lo so per    esperienza. Qualche volta mi sono occupata anch’io di vendite di     beneficenza e posso assicurarle che la roba non basta mai! (a        Brian, con urgenza) E’ a proposito di sua sorella!

                            (Brian si avvicina pensieroso al tavolo)

BRIAN       - Santo cielo! Me n’ero dimenticato…

LESLIE      - (a Carole) Su, cara, venga qui!… Perché non apre la valigia e mi fa vedere che cosa ha raccolto?

                        (Leslie fa per prendere la valigia. Carole la trattiene fer-mamente. C’è un piccolo tira e molla fra le due)

CAROLE    - No!

LESLIE      - Come?

CAROLE    - No!

LESLIE      - Non sia sciocca…

CAROLE    - No!!

LESLIE      - Ma perché?…

CAROLE    - Beh, vede, il fatto è che…

                        (Per fortuna, proprio in quel momento entra Andrew con Jane. Ha più o meno l’età di Leslie ed è provvista di un brusco senso dell’umorismo. Non vede Brian)

         (Carole si stringe al petto la valigia come fosse un bambino)

ANDREW - Vedi? Lo dicevo che era Jane.

                            (Leslie reagisce allarmata, visto che non ha potuto mettere Jane al corrente della situazione. Parla troppo forte e troppo di fretta)

LESLIE      - Sei in anticipo! Avevo detto a mezzogiorno ed un quarto!

                            (Piuttosto sorpresa, Jane guarda l’orologio)

JANE         - E’ quasi la mezza.

LESLIE      - Non è possibile! (Si riprende frettolosamente e va da Jane) Jane, cara, che bello vederti! (Mentre si abbracciano, le bisbiglia con urgenza) Devo parlarti!

JANE         - (con un sorriso stupito) Non c’è problema. Immagino che non staremo zitti per tutto il pranzo.

LESLIE      - Già… ed è proprio questo che mi preoccupa.

         (Andrew le separa e porta Jane da Carole, lasciando Leslie nel panico)

ANDREW - Lascia che ti presenti Carole!

JANE         - (sorpresa) Chi è Carole?

                            (Carole emerge dalla valigia)

CAROLE    - Sono io…

ANDREW - (con importanza) Carole sta raccogliendo roba per una vendita   di beneficenza dei Boy Scouts.

JANE         - Oh, mi dispiace, temo di non aver portato niente che faccia al     caso.

CAROLE    - Non ha importanza.

                            (andrew fa un gran sorriso alla stupita Jane)

ANDREW - Ed ora, Jane… abbiamo una grande sorpresa per te!

JANE         - Per me?

ANDREW - Proprio per te. Chiudi gli occhi! (Tira fuori un grande       fazzo-letto colorato)

JANE         - Cosa?

ANDREW - Non aprire gli occhi finchè  non te lo dico io.

         (Senza capire niente di quel che sta succedendo, Jane si lascia bendare da Andrew)

ANDREW - Non sbirciare!… Adesso vieni a vedere che bella sorpresa ti abbiamo preparato. (Conduce Jane, bendata, verso Brian)

ANDREW - Eccolo qui! (Indica Brian con un ampio gesto. Poi guarda Jane che è sempre bendata) Puoi guardare adesso.

                            (Jane si toglie il fazzoletto dagli occhi e vede Brian. Ha un             moto di stupore)

JANE         - Brian! (a Leslie) Che diavolo ci fa qui?

                            (Tutti guardano Jane con stupore)

BUIO

CALA IL SIPARIO


ATTO SECONDO

                            Lo stesso. Un attimo dopo.

                            Leslie è ora appollaiata su una delle sedie. Jane è seduta sul divano, persa nei suoi pensieri. Carole è sulla poltro-na, con Brian seduto sul bracciolo. Andrew è in piedi alla sinistra del divano. Hanno tutti un bicchiere in mano.

                            All’alzarsi del sipario, rimangono per un attimo fermi e silenziosi, come statue. Poi, inconsciamente all’unisono, alzano i bicchieri e sorseggiano i drinks.

                            Andrew, ovviamente deluso per la mancanza di entusia-smo con cui è stata accolta la sua “sorpresa”, va verso Leslie. Guarda Jane, poi di nuovo Leslie.

                            Alza le spalle, con aria sorpresa.

ANDREW           - Non mi è sembrata particolarmente contenta di vederlo.

LESLIE      - Jane non è mai stata particolarmente espansiva. Ma è contenta. Vero Jane?

                            (Jane si scuote dai suoi pensieri)

JANE         - Come?

LESLIE      - Vero che sei contenta di vedere Brian?

JANE         - (senza troppo entusiasmo) Beh… insomma…

LESLIE      - Ma certo che sei contenta! Non ti saresti mai aspettata di rivederlo così presto, vero?

JANE         - Soprattutto non mi sarei mai aspettata di vederlo qui!

ANDREW - (sorpreso) Come?

LESLIE      - Quindi è stata una bella sorpresa, no?

JANE         - Direi!

ANDREW - (consolato) Bene. Mi fa piacere.

LESLIE      - (ad Andrew) Dopo tutto, quando si sono salutati, giovedì scorso, al ristorante, non avevano la minima idea di quando si           sarebbero rivisti.

ANDREW - Ah, sì, certo! (A Jane) Avrai pensato sicuramente che tornava in Africa?

                            (Una pausa di sconcerto. Jane è sbigottita e Brian è completamente confuso)

JANE         - In Africa? Non sapevo neanche che ci fosse mai stato.

                            (Andrew si avvicina Brian)

ANDREW - Brian! Vuole dirmi che lo ha tenuto nascosto anche a lei? Ma guarda che furbo! Così per tutto il tempo che lei è stato in Africa, Jane pensava che fosse a Tunbridge Wells?

BRIAN       - (sbigottito) Ma perché continua a parlare dell’Africa?

LESLIE      - Sì, andrew, avevi promesso di non farlo!

ANDREW - Ah, già! Mi dispiace Brian, continuo a dimenticarmene. Non vuole parlarne. Capisco. Cercherò di non toccare più l’argomen-to (Si mette l’indice sulle labbra)  Come non detto. Come non detto.

LESLIE      - (a proposito) Perché non prendiamo tutti un altro drink?

                            (Ma i bicchieri sono tutti ancora pieni)

ANDREW - Ma se ancora non abbiamo finito il primo! (Si gira verso Jane)   Allora… da quanto tempo non vedevi Brian?

JANE         - L’ho visto giovedì scorso.

ANDREW - No, no. Volevo dire prima.

JANE         - Oh. Beh, vediamo… è stato…

LESLIE      - Lui era molto giovane, vero?

JANE         - (incerta) Ah, sì?

LESLIE      - Ma certo! Un bambino! Portava ancora i pantaloni corti!

JANE         - I pantaloni cori? (Guarda Brian) Francamente non me ne ricordo.

BRIAN       - Meno male. Ho delle ginocchia tremende.

                            (Lui e Carole ridacchiano)

ANDREW           - E poi all’improvviso, eccolo lì che ti passa vicino al ristorante! Deve essere stata una bella sorpresa.

JANE         - Ah, sì. Non pensavo neanche che si ricordasse di me.

ANDREW - (pensieroso) Già, effettivamente è strano. Voglio dire, visto che non vi vedevate da tanto tempo…

LESLIE      - Smettila di fare tutte queste domande a Jane! Non è mica sul banco dei testimoni. (Va da Jane con un risolino nervoso) E’ terribile essere sposati ad un avvocato. Non c’è conversazione che non si trasformi in un terzo grado.

ANDREW - Ma come hai fatto a riconoscerlo, al ristorante, se non lo vedevi          da quando era bambino? (Con un risolino) Non sarà stato in       pantaloni corti, immagino?

                            (Un attimo e Leslie ha un’ispirazione)

LESLIE      - Beh, naturalmente aveva visto delle fotografie!

JANE         - (sorpresa) Fotografie?

LESLIE      - Certo! Ti ha sempre mandato delle foto.

JANE         - Lui?

BRIAN       - Io?

LESLIE      - Ma sì! Man mano che cambiava.

ANDREW - Dai pantaloncini, ai bermuda, ai pantaloni lunghi?

LESLIE      - Gli è sempre piaciuto spedire fotografie. Vero, Brian?

BRIAN       - (sbigottito) Era la mia passione. Ma ultimamente è diventato      troppo costoso. (Guarda Carole con occhi vuoti)

CAROLE    - Ma di che state parlando!

BRIAN       - Non ne ho idea! (Fa per alzarsi, guardando Leslie) Ehm… Scusate… So di essere un po’ lento alle volte, ma vorrei che mi spiegaste…

LESLIE      - (svelta, a Jane) Un altro salatino? (Passa a Jane una scatola di   salatini)

JANE         - Preferirei un altro po’ di gin.

LESLIE      - Ma certo.

                        (Leslie va a riempire il bicchiere di Jane. Brian si risiede.                La mente legale di Andrew non è affatto soddisfatta. Si                             siede vicino a Jane con aria pensierosa)

ANDREW - Senti Jane… ma… quelle lettere che ricevevi da Brian… Sicuramente avrai notato che erano state impostate in Africa e non a Tundbridge Wells?

                            (Jane lo guarda senza capire. Leslie interviene rapida)

LESLIE      - Non ha mai guardato i francobolli!

ANDREW - Ah, no?

LESLIE      - Ma certo che no! Era troppo eccitata. Vero Jane?

JANE         - Ehm… Sì, mi eccito sempre quando ho in mano una lettera.

         (Carole ridacchia. Jane si rende conto di quello che ha         detto e prende frettolosamente il bicchiere che Leslie le porge, bevendone un bel sorso. Brian si rialza di nuovo a metà)

BRIAN       - Ehm… chiedo scusa…

ANDREW - Sì?

                            (Brian lo minaccia scherzosamente con il dito)

BRIAN       - Sta di nuovo parlando dell’Africa…

LESLIE      - Sì, Andrew, dovresti proprio smetterla. E’ un argomento scot-tante.

BRIAN       - Ah, sì?

ANDREW - Sì, sì, certo. Continuo a dimenticarmene. Davvero spiacente, Brian, vecchio mio, prometto di non parlarne più. (Fa lo stesso gesto di segretezza) Non parlo più.

                            (Brian si risiede)

CAROLE    - (piano a Brian) Perché continua a parlare dell’Africa?

BRIAN       - Non lo so!

                        (Andrew guarda di nuovo Jane con aria interrogativa. Lei si sistema, a disagio, in vista di nuovo interrogatorio)

ANDREW - Jane… suppongo che tu non abbia le stesse riserve a proposito della Scozia?

JANE         - La Scozia?

ANDREW - Sì. Voglio dire… Non hai niente in contrario a parlare della Scozia?

                            (Né Leslie né Jane capiscono di che cosa stia parlando)

LESLIE      - Perché mai Jane dovrebbe parlare della Scozia?

ANDREW - Beh, non è così inusuale che la gente parli del posto dove vive.

                        (Leslie e Jane si guardano senza capire. Andrew se ne           accorge e si gira verso Brian per avere conferma)

ANDREW - Vive in Scozia, no?

BRIAN       - Chi?

ANDREW - Sua sorella!

BRIAN       - Ah, lei! Sì, quasi sempre.

                            (Leslie realizza e cerca di sistemare)

LESLIE      - Ah, capisco! Brian ti ha detto che abitava in Scozia?

ANDREW           - Sì. Non è un segreto, vero?

                            (Jane si mette la testa fra le mani)

ANDREW - Jane, ti senti bene?

JANE         - (completamente persa) Stavo benissimo… prima di venire qui (Beve dell’altro gin)

ANDREW - Allora, a tavola, Jane ci racconterà tutto della vita nella verde Scozia (Fa un sorriso a Jane)

                            (Jane lo guarda preoccupata)

LESLIE      - (forte) Jane non vuole parlare della Scozia!

ANDREW - (guardandola con sorpresa) Come?

LESLIE      - (contenendosi) Non ne vuole parlare. Ecco tutto.

                            (Andrew si alza, sempre frustrato)

ANDREW - Ma insomma, se lei non vuole parlare della Scozia e lui non vuole parlare dell’Africa, di che diavolo parliamo?

                            (Carole guarda Andrew con un gran sorriso)

CAROLE    - Beh, perché non ci parla della sua vita di avvocato?

BRIAN       - Oh, si! Ottima idea!

                            (Andrew non sembra per niente entusiasta)

ANDREW - No, no, per carità!

CAROLE    - Perché no? Sono sicura che a sua moglie farebbe piacere sapere cosa succede nel suo ufficio.

ANDREW - Non credo. Ne ha sentito parlare mille volte.

BRIAN       - Ma io no.

ANDREW - (fissandolo) Non credo che le interesserebbe. E’ un lavoro          molto noioso (Si rifugia dietro il divano)

BRIAN       - Beh, non sarà sempre noioso, no?

CAROLE    - Non fate mai dei party, in ufficio?

ANDREW - (forte) No! Mai!

LESLIE      - Andrew, non c’è bisogno di gridare.

ANDREW - Non ho nessuna voglia di parlare di lavoro durante il week-end. Preferirei parlare dell’africa.

BRIAN       - Sì, questo l’avevamo capito. Però, il fatto è che…

LESLIE      - (interrompendo frettolosamente) Brian, sarebbe così gentile da andare a controllare il roastbeef?

BRIAN       - Eh?

LESLIE      - Il roastbeef! Sono sicura che ha bisogno di un altro po’ di          burro.

                            (Brian si alza e si avvicina a Leslie)

BRIAN       - Prima però vorrei chiarire una cosa a proposito dell’africa.

LESLIE      - No! Non adesso! (Poi con un dolce sorriso lo spinge verso la cucina) Se esauriamo tutti gli argomenti di conversazione prima di pranzo, al dessert non sapremo che dirci. Per favore, mi dia retta e vada ad ungere il roastbeef.

ANDREW - Ma non c’è bisogno che lo faccia lui. E’ un ospite. Posso benissimo farlo io.

LESLIE      - Andrew, tu sarai anche bravissimo in giardino, ma cucinare richiede un po’ di “finesse” (Sorride a Brian) Grazie Brian, lei è un angelo. I guanti per il forno sono sopra al frigorifero. (con gentile fermezza lo espelle in cucina)

                            (Esce Brian, Leslie si gira verso gli altri con un gran                      sorriso)

                   Un così caro ragazzo.

                            (Jane sta guardando Leslie e non si accorge di Andrew                           che le si avvicina da dietro il tavolo)

ANDREW - Jane!

JANE         - (sobbalzando violentemente) ti dispiacerebbe non venirmi alle spalle in questo modo? Ho i nervi scossi.

ANDREW - Vedo che sei già pronta per un altro gin.

JANE         - Detto così mi fa sembrare un’alcolizzata. Si. Grazie (Gli porge   il bicchiere)

                            (Andrew va a riempire il bicchiere di Jane)

ANDREW - Lei, Carole?

BRIAN       - No, grazie, va bene così. Piuttosto non mi dispiacerebbe un        salatino.

                            (Nessuno le dà retta. Leslie sbircia Andrew che le dà le                                      spalle e va a parlare piano e frettolosamente a Jane)

LESLIE      - Devo parlarti di giovedì scorso.

JANE         - (con un sorriso d’intesa) Ci scommetto, cara!

LESLIE      - Che vuoi dire?

JANE         - Non dirmi che te ne sei già scordata?

LESLIE      - Scordata di cosa?

                            (Andrew arriva da dietro il divano con il gin)

ANDREW - Jane! Ecco il gin!

JANE         - Oh… grazie (Lo prende con gratitudine)

LESLIE      - Andrew, sei sicuro di aver finito in giardino?

ANDREW - (lievemente sorpreso) Cara,  non posso andare in giardino ora.    Abbiamo gente a pranzo.

LESLIE      - Lo so… purtroppo!

                            (Jane fa per alzarsi)

                   Che fai, Jane, non parlavo di te.

                            (Jane si risiede)

ANDREW - (a LESLIE) Cara, credo che anche tu avresti bisogno di un altro           drink!

LESLIE      - Sì, credo anch’io. (Va in fretta a prendersi da bere)

                            (Immerso nei suoi pensieri, Andrew va a sedersi vicino a Jane, che guarda il suo avvicinarsi con apprensione, bevendo un gran sorso di gin)

ANDREW           - Jane… ehm… sicuramente di tanto in tanto avrai visto i tuoi genitori?

JANE         - (persa) I miei genitori?

ANDREW           - sì. Li avrai visti ogni tanto in tutti questi anni.

JANE         - Beh, mia madre la vedo abbastanza spesso. Abita ad Alfriston. Ma mio padre è morto.

ANDREW - (sconvolto) Morto?!

JANE         - Beh, capita.

ANDREW - Brian è proprio confuso. Ha detto che abitavano a Tunbridge     Wells.

JANE         - I miei genitori?

ANDREW - sì.

                            (Con il bicchiere di nuovo pieno, Leslie ritorna in tutta                                      fretta)

LESLIE      - Ah… certo! I vostri genitori!

JANE         - Eh?!

LESLIE      - Probabilmente abitavano a Tunbridge Wells quando lui è andato in Africa, poi il padre è morto e hanno traslocato.

ANDREW - Non vedo che scopo abbia traslocare da morti.

LESLIE      - La madre! Lei ha traslocato.

ANDREW - E si è dimenticata di dirlo a Brian?

LESLIE      - Le sarà uscito di mente.

ANDREW - (insistendo) Ma Jane… Possibile che tua madre non ti abbia mai detto che Brian era andato in Africa?

JANE         - (completamente persa) Perché mai mia madre avrebbe dovuto dirmi che Brian era andato in Africa?

ANDREW - (molto colpito) Quindi ha mantenuto il segreto? Perfino con te.   Non voleva tradirlo. Beh, è meraviglioso…..

JANE         - Vorrei proprio sapere di che state parlando.

CAROLE    - Anch’io!

LESLIE      - Andrew… a Carole non interessa l’Africa.

CAROLE    - No. Mi interessa di più l’Italia.

                        (Andrew le lancia un’occhiata. Lei gli sorride con dolcezza Leslie, sollevata per il cambio di argomento, va con entusiasmo da Carole)

LESLIE      - Fantastico! Perché non parliamo un po’ dell’Italia? (A Carole) Lei c’è mai stata?

CAROLE    - Non ancora. Ma devo andarci presto. (Getta un’occhiata ad       Andrew)

LESLIE      - Magnifico! E dove di preciso?

CAROLE    - Avevo una certa inclinazione per Pisa…

LESLIE      - Beh, certo, con la torre…

CAROLE    - Vede, una volta “qualcuno” mi ha detto che la torre pendente è meravigliosa con il chiaro di luna.

LESLIE      - Ah, ne sono certa. Andrew, tu eri in Italia durante la guerra,       vero?

ANDREW - (di cattivo umore) Sì. Ma allora era tutta un’altra cosa.

LESLIE      - La torre sarà stata pendente anche quando ci sei andato tu.

                            (Andrew offre bruscamente un salatino a Jane)

ANDREW - Vuoi un salatino?

JANE         - Grazie (Ne prende uno)

ANDREW - (guardando pensieroso Jane) Spero che tu non sia troppo          stanca.

JANE         - Mangiare un salatino non richiede un grande sforzo.

ANDREW - No, no. Voglio dire… Non è che vorresti stenderti un attimo?

JANE         - Eh?

ANDREW - Un riposino prima di pranzo? Per rinfrescarsi un po’, eh?

JANE         - Mio Dio, devo avere un aspetto tremendo!

ANDREW - No, no! Stai benissimo! Volevo dire che dopo un viaggio così lungo, potresti essere un po’ stanca.

JANE         - (perplessa) Beh, la mia macchina è abbastanza comoda… E poi in fondo sono poco più di trenta chilometri.

ANDREW - Dalla Scozia?

JANE         - no, da Hemel Hampstead.

CAROLE    - Potrei avere un salatino anch’io?

                        (Senza togliere gli occhi da Jane, Andrew porge la scatola dei salatini. Leslie, fissando anche lei Jane, la prende e la passa a Carole, che si sistema in poltrona, mangiando salatini)

ANDREW - (a Jane) Brian pensava che tu arrivassi dalla Scozia.

JANE         - Perché mai dovrei arrivare dalla Scozia se abito a Hemel Hampstead?

ANDREW - Hemel Hampestead? Ma io pensavo che tu…

LESLIE      - (all’improvviso) La zucca!

                            (Tutti la guardano con sorpresa)

ANDREW - Che?

LESLIE      - La zucca. Ti sei dimenticato della zucca. Per il pranzo.

ANDREW - Pensavo che a pranzo ci fossero i piselli.

LESLIE      - Sì. Ma c’è bisogno anche di una zucca (Lo fa alzare in piedi)

ANDREW - Perché?

LESLIE      - Perché siamo più del previsto.

ANDREW - Beh, non sono sicuro di averne una che…

LESLIE      - Ma come? Se non fai altro che gloriarti delle tue zucche!

ANDREW - Sì, ma…

LESLIE      - Benissimo, allora faccene vedere una!

ANDREW - (riluttante) Come vuoi… (a passi lenti si avvia verso il patio)

LESLIE      - Carole può darti una mano.

ANDREW - Ce la faccio da solo!

LESLIE      - Se sono davvero grandi come dici, forse in due è meglio.

ANDREW - Va bene…

                            (Leslie fa un sorriso incoraggiante a Carole)

LESLIE      - Carole, cara…

                        (Carole raggiunge Andrew, sempre mangiando salatini. Si avviano verso il giardino. Andrew mugugna)

ANDREW - Certo che… almeno la domenica uno pensa di potersi riposare. Un po’ di giardinaggio, un paio di gin, il roastbeef e poi un bel   sonnellino davanti alla televisione… invece…

LESLIE      - Andrew, dovresti cercare di non essere così abitudinario.

ANDREW - Mi piace essere abitudinario!

LESLIE      - (ferma) Tesoro… la zucca!

                            (Andrew se ne va in giardino seguito da Carole. Leslie va da Jane, agitata)

                   Jane, mi dispiace! Devi essere terribilmente confusa, ma non ho   avuto la possibilità di spiegarti…

                            (Jane si gira verso Leslie con un gran sorriso)

JANE         - Allora, bricconcella?

LESLIE      - Come?

JANE         - Non avrei mai pensato che avresti invitato Brian qui. Non con Andrew in casa.

LESLIE      - Non l’ho invitato! E’… capitato (Va a guardare ansiosamente verso la cucina)

JANE         - Che cosa eccitante!

LESLIE      - Non è affatto eccitante. Io volevo passare una domenica    tranquilla, a casa…

JANE         - Cara! Ma così è molto più divertente! Solo vorrei capire che       parte faccio io. Ho le idee molto confuse.

LESLIE      - Te lo spiego fra un attimo. Prima c’è una cosa che devo sapere prima che torni Brian (Guarda furtivamente verso la cucina, poi          va da Jane) Cos’è successo esattamente?

JANE         - Quando?

LESLIE      - Giovedì scorso.

JANE         - (sorridendo) Beh, questo dovresti dirmelo tu! Io non posso        saperlo, no?

LESLIE      - Cosa non puoi sapere?

JANE         - Beh… Io so solo quello che è successo al ristorante…

LESLIE      - Che vuoi dire?

JANE         - Beh, dopo non c’ero…

LESLIE      - Dopo? Non c’è stato nessun “dopo”!

JANE         - Se lo dici tu…

LESLIE      - Ma se siamo usciti dal ristorante tutti e tre insieme!

JANE         - Sì. E poi ti ho chiesto se volevi un passaggio fino alla stazione.

LESLIE      - (grata) Grazie, cara. E’ stato molto gentile da parte tua.

JANE         - Ma Brian ha detto che lui prendeva un taxi e andava proprio     nella tua direzione?

LESLIE      - Perché?

JANE         - Beh, o perché andava davvero nella tua direzione o perché non gli dispiaceva fare… una deviazione.

                            (Leslie è sempre più in apprensione, dà un’altra occhiata in direzione della cucina, poi…)

LESLIE      - Mi stai dicendo che sono andata via con Brian, in un taxi?

JANE         - Non c’è niente di male a dividere un taxi con qualcuno, o sì?

                            (Leslie si allontana verso il tavolo con aria innocente)

LESLIE      - Oh, no. Certo che non c’è niente di male.

JANE         - Allora non hai niente di cui preoccuparti, non ti pare?

LESLIE      - Non c’è bisogno di dirlo con quel tono!

JANE         - Che tono?

LESLIE      - Come se avessi qualcosa di cui preoccuparmi!

JANE         - (con un sorriso) Beh… non si può dire che tu non l’abbia incoraggiato al ristorante.

LESLIE      - Io? Volevo solo essere gentile.

JANE         - A me sembravi incoraggiante.

LESLIE      - Davvero? Oh Santo Cielo… comunque questo non vuol dire che lo abbia incoraggiato anche nel taxi.

JANE         - E allora perché è venuto, oggi? Hai detto che non l’hai invitato,           no?

LESLIE      - Certo che non l’ho invitato! (Con meno sicurezza) Almeno non credo… comunque bisogna dire che ha fatto degli strani com-menti. Quasi… insomma… come se fosse successo qualcosa.

JANE         - (speranzosa) Forse è successo!

LESLIE      - (con veemenza) Certo che no! (Poi pensierosa) Quello me lo        sarei ricordato…

                            (Dal giardino si sentono le voci di Andrew e Carole. Jane reagisce, allarmata)

JANE         - Santo Cielo! Stanno arrivando e ancora non mi hai spiegato la situazione!

                            (Andrew e Carole tornano dal giardino con una grossa zucca)

ANDREW - (fiero) Ecco qua! Che ve ne pare?

LESLIE      - Sì, per grande è grande. (Prende la zucca) Vieni, Jane!       Andiamo in cucina.

ANDREW - di questo passo finiremo tutti in cucina.

LESLIE      - Devo occuparmi del pranzo, no?

ANDREW - Non ci vogliono tre persone per ungere l’arrosto. A meno che    non si tratti di un bue intero.

LESLIE      - E la zucca? Non possiamo mica mangiarla cruda, sai.

                            (Leslie e Jane si avviano verso la cucina. Sulla porta                      Leslie si volta indietro)

                   Facciamo in un attimo. Sono sicura che troverete un sacco di        cose di cui parlare. Carole può dirti tutto sulle vendite di    beneficenza e tu le puoi raccontare tutto dell’Italia.

                            (Leslie segue Jane in cucina. Carole si siede sul divano, a               finire i salatini)

ANDREW - Vorrei che la smettesse di parlare dell’Italia…

CAROLE    - (mangiando) Lei al party non ha fatto che parlare di quello!

                            (Andrew gira intorno al divano)

ANDREW - (goffamente) beh… c’erano delle circostanze attenuanti.

CAROLE    - Vuol dire che aveva bevuto troppo e le sono piaciute?

ANDREW - No!

CAROLE    - Come?

ANDREW - Sì, insomma… evidentemente c’è stato un equivoco e lei ha pensato che parlassi sul serio.

JANE         - Credevo che gli avvocati parlassero sempre sul serio.

                            (Andrew guarda nervosamente verso la cucina, poi va da               Carole)

ANDREW - Senta, Carole… Se al party ho fatto qualcosa di poco corretto, le chiedo scusa.

CAROLE    - Non si scusi! Mi è piaciuto!

ANDREW - Beh, non avrebbe dovuto piacerle! E non sarebbe dovuta venire qui oggi. Quindi, per favore, prenda il prossimo treno per Lon-dra. Sul serio, non può stare qui a pranzo!

CAROLE    - Ma ho fame!

                            (Brian arriva dal giardino con un sorriso ammiccante)

BRIAN       - Allora?… Che stavate combinando voi due, in fondo al     giardino?

                            (Andrew si allontana nervosamente da Carole)

ANDREW - Pensavo che fosse in cucina!

BRIAN       - Infatti, c’ero, ma poi vi ho visti dalla finestra e sono uscito a      vedere cosa combinavate.

ANDREW - Non combinavamo niente!

CAROLE    - Mi stava facendo vedere le zucchine. (Ridacchia)

                            (Leslie arriva dalla cucina e vede Brian)

LESLIE      - Oh, eccola Brian! Ogni volta che penso che sia in cucina, scompare in giardino.

BRIAN       - Sono andato a vedere come crescevano le zucche (Ammicca ad   Andrew)

LESLIE      - Beh, non stia qui. Ho bisogno di aiuto di là.

CAROLE    - Vengo io.

LESLIE      - No, cara, lei stia qui a chiacchierare con Andrew. Brian!

ANDREW - Ma si è già occupato del roastbeef! Che altro vuoi che faccia?

LESLIE      - (incerta) Oh, beh… Più tardi può darsi che abbia bisogno di una mano per il pasticcio.

                            (Torna in cucina con uno sguardo ansioso)

ANDREW - Non so proprio che cosa le sia preso oggi. Di solito non ha bisogno di organizzare un comitato per preparare il pranzo.

CAROLE    - (guardandosi intorno) Non ci sono degli altri salatini? Questi sono finiti.

BRIAN       - Se continua così non avrà bisogno di pranzare!

ANDREW - Meglio! Così può andare subito a casa.

BRIAN       - No che non può. (Sorride con aria cospiratoria) Non c’è   problema. So tutto. Non ci va proprio a casa, vero?

ANDREW - Ah, no?… Vuol dire non prima di aver pranzato?

BRIAN       - Nemmeno dopo. (Scherzoso) Andiamo! Lo sa dove deve   andare, no?

ANDREW - non lo so, affatto!

CAROLE    - Beh, può indovinare…

BRIAN       - Certo. Avrà giocato agli indovinelli qualche volta… ai party dell’ufficio?

CAROLE    - E non solo agli indovinelli! (Ridacchia)

ANDREW - Non ho la più pallida idea di dove debba andare!

BRIAN       - (ad effetto) Va… in Italia!

ANDREW - Non sia ridicolo. Perché mai dovrebbe portarsi una valigia         piena di vecchie cianfrusaglie fino in Italia?

BRIAN       - Già. Ma in realtà non è piena di cianfrusaglie, vero?

ANDREW - Ah, no?

BRIAN       - Certo che no. Lei lo sa ed io lo so. Lo sappiamo tutti e due.

ANDREW - Tutti… e due.

BRIAN       - Sì.

ANDREW - Io e lei.

BRIAN       - Già. E’ piena di vestiti, no?

ANDREW - Vestiti? In una valigia?

BRIAN       - (annuendo con aria saggia) Tutti ben piegati e pronti a partire.

ANDREW - Partire?

BRIAN       - Per la calda Italia! (Canta qualche parola di una canzone napoletana) E c’è di più… non ci va mica da sola, in Italia…

ANDREW - (turbato) Lo credo bene, sarebbe piuttosto inusuale.

BRIAN       - Mia zia Amy l’ha fatto. E’ andata a Clacton da sola per molti anni di seguito. Poi ha conosciuto un marinaio portoghese in licenza di sbarco ed è scappata con lui.

ANDREW - E adesso dov’è?

BRIAN       - (pensandoci) Nel Madagascar, credo (Ad Andrew) Allora, lei       con chi pensa che se ne vada?

ANDREW - Ce lo ha detto lei. Con un marinaio portoghese.

BRIAN       - No. Non mia zia Amy… Carole!

ANDREW - Non mi sembra che siano affari nostri! Carole è perfettamente libera di andarsene con chi le pare e penso che sia molto male-ducato impicciarmi in questo modo di cose che non ci riguar-dano.

                            (Leslie si affaccia dalla cucina, calza dei guanti da forno)

LESLIE      - Andrew, spero che tu non stia facendo troppe domande a Brian.

ANDREW - (rassicurante) Non ti preoccupare. Stiamo parlando dell’Italia.

LESLIE      - Ah, va bene (Avanza un poco) Adesso ho proprio bisogno di      aiuto per preparare il pasticcio di carne.

CAROLE    - Vengo io. (Va verso Leslie)

LESLIE      - No, no! Sono sicura che Brian sa “pasticciare” molto meglio.

CAROLE    - Ma anch’io devo aiutare in qualche modo! Perché deve fare tutto Brian? Dopo tutto sono una femmina.

BRIAN       - Sì, su questo non c’è dubbio. Vero, Andrew?

LESLIE      - (riluttante) Oh… Beh… va bene. Venga, allora.

                            (Leslie e Carole escono in cucina. Leslie lancia un’oc-chiata ansiosa dietro di sé)

BRIAN       - Proprio una ragazza simpatica, eh? Carina, allegra…

ANDREW - Sì…

BRIAN       - Lei è proprio fortunato!

ANDREW - Eh?

                        (Brian sorride allegro. Andrew, che non ha capito se Brian sa davvero tutto, vorrebbe cambiare argomento)

                   Pronto per un altro drink?

BRIAN       - Oh, grazie.

ANDREW - (a sproposito) Beh, allora se lo prenda! (Si siede sul divano)

BRIAN       - Va bene. (Va a riempirsi il bicchiere)

                        (Andrew è assorto. La mentalità da avvocato sta di nuovo prendendo il sopravvento. Dopo un istante…)

ANDREW - Io… io credevo che mi avesse detto che veniva dalla Scozia.

BRIAN       - Chi?

ANDREW - Sua sorella.

BRIAN       - Ah, lei. Sì, infatti.

ANDREW - E invece no.

BRIAN       - Come?

ANDREW - Hemel Hampstead.

BRIAN       - Ma no. Dalla Scozia.

ANDREW - Hemel Hampstead.

BRIAN       - Senta… dovrei sapere da dove viene mia sorella!

ANDREW - Dovrebbe, ma evidentemente invece non lo sa. Mi creda.

BRIAN       - (avvicinandosi con il bicchiere in mano) Hemel Hampstead?

ANDREW - Sì.

                            (Una pausa)

BRIAN       - E lei come lo sa?

ANDREW - Beh, me lo ha detto lei naturalmente.

                            (Una pausa)

BRIAN       - Mia sorella… lo ha detto a lei?

ANDREW - Sì.

BRIAN       - Davvero? Non sapevo che avesse telefonato…

                            (Una pausa)

ANDREW - Non glielo aveva scritto?

BRIAN       - Cosa?

ANDREW - Di Hemel Hampstead.

BRIAN       - No. E mi sembra strano.

ANDREW - Anche a me. Avrà pensato che non era importante. Ma dalle loro foto non si vedeva che il paesaggio non era quello della Scozia?

                            (Brian non capisce. Si siede vicino ad Andrew)

BRIAN       - Quali foto?

ANDREW - Quelle che lei le ha mandato in Africa. Voglio dire… visto che lei ha mandato delle foto a sua sorella, sicuramente anche sua sorella avrà mandato delle foto a lei?

BRIAN       - Ma io non sono mai stato in Africa!

                            (Andrew lo guarda lungamente)

ANDREW           - Non sia ridicolo.

BRIAN       - Ma è vero! Ecco perché non riuscivo a capire perché ne par-lasse in continuazione.

ANDREW - Ma Leslie ha detto che ci è stato per degli anni.

BRIAN       - Non so proprio che cosa gliel’abbia fatto pensare.

                            (Andrew considera per un attimo le conseguenze)

ANDREW - Quindi questo vuole dire che non ha neanche avuto dei “guai”?

BRIAN       - Che genere di guai?

ANDREW - Beh… finanziari.

BRIAN       - Dio Santo, no! Ho anche qualcosa da parte in banca.

ANDREW - (sorpreso) Ma se dovevamo parlarne dopo pranzo! Da uomo a uomo. Si ricorderà che mi sono offerto di aiutarla?

BRIAN       - Sì, ma infatti non capivo di che stesse parlando! Mi vuole spie-gare perché ha pensato che avessi dei guai finanziari?

ANDREW - Perché me lo ha detto Leslie!

                                      (Una pausa. Brian comincia ad essere un po’ in          appren-sione)

BRIAN       - Ah, Leslie… ehm…

ANDREW - (pensieroso) Leslie sembra confusa a proposito di un bel po’di   cose, oggi. Mi chiedo come mai…?

BRIAN       - Già, già… sembra proprio (All’improvviso) Santo Cielo! Me n’ero completamente scordato… (Si alza e posa il bicchiere)

ANDREW - Che succede?

BRIAN       - Non posso più restare a pranzo!

ANDREW - Non sia ridicolo! Con la zucca ce n’è per tutti. E poi cosa penserebbe sua sorella?

BRIAN       - Oh, dio… me n’ero dimenticato! A che ora arriva?

ANDREW - Come sarebbe? E’ già qui.

BRIAN       - Qui, dove?

ANDREW - Amico mio, ma si sente bene? E’ di là, in cucina.

BRIAN       - Davvero? (Va a dare un’occhiata in cucina) Ma no che non c’è. Ci sono solo Leslie, Carole e Jane.

ANDREW - Appunto, Leslie, Carole e sua sorella Jane.

                            (Una pausa)

BRIAN       - Jane non è mia sorella.

ANDREW - (sbigottito) No?

BRIAN       - Dio Santo, no! L’ho conosciuta ad una festa tre settimane fa. E’ lei che mi ha presentato a Leslie, giovedì scorso.

ANDREW - (alzandosi minacciosamente) E allora perché diavolo Leslie mi ha detto che Jane era sua sorella?

BRIAN       - Gliel’ha detto Leslie?

ANDREW - Si.

BRIAN       - Oh, mio Dio…! (Si allontana verso il tavolo)

                        (Dalla cucina entrano Leslie e Carole. Carole ha in mano la scatola di salatini completamente vuota)

LESLIE      - Ditemi se non è fantastico! Jane ha voluto a tutti i costi fare una torta di mele (Vede l’espressione dei due) Bene… spero che abbiate fatto una bella chiacchierata sull’Italia.

ANDREW - (cupo) L’Italia, la Scozia, l’Africa, Tunbridge Wells e Hemel Hampstead.

LESLIE      - (sorpresa dal suo tono, ma ignorandolo) Dev’essere stato interessantissimo.

ANDREW - Affascinante, direi! Considerato che qualcuno non è mai stato in nessuno di questi posti!

LESLIE      - Ma è ben per questo che si fa conversazione, Andrew. Per sapere qualcosa di nuovo.

ANDREW - (forte) E’ proprio quello che è successo! Perché non parliamo     un po’ dell’Africa, tanto per cominciare?

LESLIE      - (tranquilla) Se questo è un esempio di come ti comporti in          tribunale, mi sorprende che tu riesca a vincere una causa. La prego di scusarlo, Carole. In Italia almeno troverà uomini che        sanno trattare una signora.

CAROLE    - Oh, sì, me lo hanno detto. Pasta e pizzicotti.

LESLIE      - No, cara. Non è esattamente quello che intendevo. Santo cielo,   ha finito tutti i salatini! (Le pende la scatola vuota)

ANDREW - Brian non ha mai messo piede in Africa!

                            (Leslie cerca di incassare il colpo)

LESLIE      - Non essere sciocco, Andrew. Ho visto una sua foto in calzon-cini corti davanti al Kilimangiaro. Certo non era stata scattata a Hyde Park.

ANDREW - (allusivo) E sua “sorella”?

LESLIE      - (andando in fretta da Brian) Brian, perché non porta Carole in giardino a vedere i carciofi?

BRIAN       - (ansioso di levarsi di mezzo) Certo!

CAROLE    - Non mi piacciono i carciofi!

BRIAN       - Non li deve mica mangiare, solo guardarli!

                        (La spinge frettolosamente in giardino. Leslie resta ferma con la scatola dei salatini in mano, Andrew la guarda costernato)

ANDREW - Perché diavolo mi hai detto che Jane era la sorella di Brian?

LESLIE      - Perché lo è!

ANDREW - Brian dice di no.

                            (Leslie evita il suo sguardo, con aria nervosa. Lui si avvicina scrutandola)

ANDREW - Leslie…?

LESLIE      - Hmm?

ANDREW - Quanto vino hai bevuto l’altra sera?

LESLIE      - (senza pensare) Un bel po’ (Si corregge rapidamente) Non molto.

ANDREW - Un bel po’.

LESLIE      - (mostrando la scatola) Ha mangiato tutti i salatini.

ANDREW - Leslie… sto aspettando. Perché ti sei inventata tutte quelle         storie su Brian? Devi aver avuto una ragione.

                            (Leslie posa la scatola sul tavolo e raduna le forze)

LESLIE      - Ehm… perché non volevo che tu sapessi la verità. Non mi         sembrava corretto.

ANDREW - Corretto nei riguardi di chi?

LESLIE      - E’ molto imbarazzante.

ANDREW - Non più imbarazzante che continuare a parlare dell’Africa ad     uno che non c’è mai stato.

LESLIE      - (girandosi a guardarlo) Va bene. Se te lo dico mi prometti di non parlare?

ANDREW - Non sembrerà poco educato? Il padrone di casa che se ne sta zitto per tutto il pranzo…

LESLIE      - (in un fiato solo) Voglio dire, prometti di non dire niente di quello che sto per dirti se insisti che io te lo dica e te lo dico?

ANDREW - Va bene. Dì pure.

         (Aspetta la grande rivelazione. Leslie gli si avvicina, ricomponendosi. Un lungo respiro e…)

LESLIE      - Jane… Non è la sorella di Brian.

                            (Una pausa. Naturalmente Andrew non è molto sorpreso)

ANDREW - Sì, questo lo so. Vai avanti.

                            (Leslie si prepara di nuovo)

LESLIE      - E Brian… non è il fratello di Jane.

ANDREW - Sì. Questo si deduce logicamente da quanto affermato in   precedenza.

LESLIE      - Non sono affatto imparentati!

ANDREW - (paziente) Hmmmm…..

                            (Leslie si volta e fa esplodere la bomba)

LESLIE      - Sono amanti!

                            (Andrew è attonito)

ANDREW - (forte) Amanti?!

LESLIE      - Shhhh!

ANDREW - (incredulo) Brian e Jane?

LESLIE      - Sì.

ANDREW - (cominciando a ridere) Non essere ridicola! (Ride) Brian e…? (Ride) Oh, santo cielo…

                            (Continua a ridere)

LESLIE      - Adesso capirai perché non volevo che lo sapessi. Avresti riso per tutto il pranzo.

                            (Lui cerca di controllarsi e la guarda incredulo)

ANDREW - Brian e Jane?

LESLIE      - Sì.

ANDREW - Oh, Dio Santo! Non l’avrei mai detto. Certo questo spiega         tutto.

LESLIE      - (sollevata) Meno male.

ANDREW - Senti, senti, senti! La vecchia cara Jane! (Ridacchia)

         (Jane entra dalla cucina con un bicchiere di sherry. Al vederla, Andrew ride ancora più forte. Jane è sorpresa)

(scherzoso) Bene, bene! Vedo che ti stai dando da fare… in cucina! (Ride)

JANE         - Ma che ti prende?

ANDREW - (cercando di controllarsi) Niente… niente!… tutto a posto… in cucina?

JANE         - (sorpresa dal suo modo di fare) Sì, penso di sì. Ho messo la torta in forno.

ANDREW - Ah, bene! (Si gira verso Leslie, incapace di controllare la sua ilarità) Hai sentito, cara? Tutto a posto. Il fuoco è acceso. L’acqua bolle. L’olio frigge. Tutto come dovrebbe essere. Roastbeef. Pasticcio di carne. Tutto a posto.

JANE         - Andrew, ma ti senti bene?

ANDREW - Mai stato meglio!

                            (Jane ingoia rapidamente il brandy, per aiutarsi nella “recita” che sta per intraprendere)

JANE         - Allora… dov’è finito mio fratello?

         (Leslie fa una smorfia come di dolore. Andrew ride ancora di più)

ANDREW - Tuo fratello?!

JANE         - Era qui un momento fa. Non sarà già tornato in Africa, spero?

ANDREW - In Africa?! Oh, povero me! (collassa sul divano incapace di       controllare l’ilarità)

LESLIE      - (cercando di intervenire) Jane, cara…

                            (Ma Jane ormai ha preso l’abbrivio)

JANE         - Proprio non riuscivo a credere ai miei occhi quando l’ho visto entrare al ristorante. E’ stata proprio una sorpresa meravigliosa!

ANDREW - Come no! (Si spancia dalle risate)

LESLIE      - Jane…

         (Jane continua imperterrita, essendo evidentemente stata imbeccata da Leslie in cucina)

JANE         - Devo proprio telefonare a Mamma e Papà, dopo pranzo, e dirgli che è qui.

         (Con le lacrime agli occhi per il ridere, Andrew prende la cornetta)

ANDREW - Se fossi in te chiamerei subito! Se si sbrigano possono arrivare in tempo per la torta di mele!

         (Leslie lotta con Andrew per il possesso della cornetta, riesce a riprendergliela e la rimette a posto)

JANE         - Sarà bello essere di nuovo tutti insieme.

ANDREW - Potrebbe essere un po’ difficile. Hai detto che tuo padre era morto!

JANE         - (imperturbabile) Ma siamo sempre una famiglia. Anche se papà non c’è più è con noi in spirito.

LESLIE      - (cercando disperatamente di arginarla) Jane!

JANE         - (ad Andrew) Non è per niente cambiato, sai?

ANDREW - Oramai sarà cambiato un bel po’! (Si asciuga le lacrime dagli occhi, ma non riesce a smettere di ridere)

JANE         - Non mio padre! Brian! E’ lo stesso di quando è partito.

LESLIE      - Jane! Ad Andrew non interessano queste cose.

JANE         - (perplessa) Ma tu mi avevi detto…

LESLIE      - Beh, adesso è diverso.

         (La povera Jane non riesce a capire perché viene fermata, proprio mentre stava facendo del suo meglio)

LESLIE      - Andrew, perché non apri il vino?

ANDREW - Cosa?

LESLIE      - Il vino!

ANDREW - Ah… Sì, va bene. (Si alza e va verso l’ingresso) Ci penso subito. Così respira un po’. Ci metto un attimo (Ridacchiando felice, si volta a guardare Jane, con ammicco) In effetti sembri proprio cambiata!     (Esce in ingresso, ridendo)

JANE         - (perplessa) Ma che gli è preso?

LESLIE      -Avrà fame.

JANE         - (un po’ offesa) Si può sapere perché mi hai fermata? Mi sem-brava di star facendo tutto giusto, no?

LESLIE      - Sì, ma la situazione è cambiata (Si allontana da Jane)

JANE         - Vuoi dire che non sono più la sorella di Brian?

LESLIE      - No.

JANE         - Ah. E lui lo sa?

LESLIE      - Chi?

JANE         - Andrew.

LESLIE      - Sì. Glielo ha detto Brian (Si siede sul divano, evitando lo sguardo di Jane) quindi… non avevo scelta. Ho dovuto dirgli la verità.

JANE         - (avvicinandosi) Gli hai detto che Brian ti ha fatto la corte al ristorante?

LESLIE      - (evasiva) Beh… non l’ho messa esattamente così. Non volevo far arrabbiare Andrew.

JANE         - No, certo. E come l’hai messa?

LESLIE      - Beh… ci ho ricamato un po’ sopra.

JANE         - La sta prendendo molto bene. Non sembrava arrabbiato per niente. Anzi. Gli hai detto tutto?

LESLIE      - Ma non so… tutto.

JANE         - Già. C’è solo una persona che sa tutto.

LESLIE      - Chi?

JANE         - Brian, naturalmente! Lui si ricorderà quello che è successo! Devi chiederglielo!

                            (Leslie sembra allarmata a questa prospettiva. Brian e Carole tornano dal giardino)

BRIAN       - Abbiamo guardato i carciofi.

CAROLE    - Sembra che crescano a vista d’occhio.

                            (Jane va decisa da Carole)

JANE         - Bene. Adesso le faccio vedere il bagno.

CAROLE    - Perché mai dovrei voler vedere il bagno?

JANE         - Perché il pranzo è quasi pronto e sicuramente vorrà lavarsi le mani. (Prende Carole per mano e la conduce verso l’ingresso) Venga, cara!

                            (Jane lancia a Leslie un’occhiata significativa e se ne va con Carole. Andandosene incontrano Andrew che torna con il vino. Non appena lui vede Jane, ricomincia a ridere. Se ne va in cucina con il vino, ridendo allegra-mente. Jane e Carole, stupite, se ne vanno. Brian e Leslie rimangono soli. Leslie si siede in silenzio, non sapendo bene come affrontare l’argomento. Brian le si avvicina,  notando lo sguardo ansioso di lei)

BRIAN       - Mi dispiace. Avrei dovuto capirlo…

                            (Nessuna risposta)

                   …che dovevo passare per il fratello di Jane.

LESLIE      - (guardandolo tutt’ad un tratto) Lei va spesso in taxi?

                            (La domanda lascia Brian un po’ sorpreso)

BRIAN       - Come?

LESLIE      - Mi stavo chiedendo se va spesso in taxi.

BRIAN       - Beh… qualche volta. In circostanze speciali.

LESLIE      - E… giovedì scorso era… una circostanza speciale?

BRIAN       - (con un sorriso entusiasta) Certo!

LESLIE      - Oh Signore!… è stato molto gentile da parte sua. Darmi un passaggio.

BRIAN       - E’ stato un piacere.

LESLIE      - Ah, sì? (apprensiva) E… spero che la stazione fosse di strada?

BRIAN       - (sorridendo) Ti sei proprio dimenticata, eh?

LESLIE      - Cosa?

BRIAN       - Beh… non siamo andati subito alla stazione.

LESLIE      - Ah… no?

BRIAN       - No.

LESLIE      - E… dov’è che siamo andati?

BRIAN       - A casa mia, naturalmente.   

                            (Leslie cerca di scacciare l’idea)

LESLIE      - Non sia sciocco.

BRIAN       - Non è quello che mi hai risposto l’altra sera.

LESLIE      - E che cosa avrei risposto?

BRIAN       - Beh… io ho detto “Le va di venire su per farcene uno alla svelta?” e tu hai detto di sì.

LESLIE      - (alzandosi orripilata) Spero di aver capito male.

BRIAN       - (sorridendo per rassicurarla) Ti ho chiesto se ti andava di bere un ultimo bicchierino prima di andare a dormire e tu hai detto sì, così siamo saliti su ed io ti ho dato un caffè ed un bicchiere di vino rosso. Ma davvero non ti ricordi?

LESLIE      - (diffidente) No!

BRIAN       - O stai facendo finta di non ricordarti?

                            (Leslie evita il suo sguardo e si allontana un po’)

LESLIE      - Perché mai dovrei fare una cosa simile?

BRIAN       - Perché non vuoi ammettere che sia successo.

LESLIE      - Che sia successo… cosa?

BRIAN       - (enigmatico) Il caffè… il vino… e tutto il resto.

LESLIE      - Non mi ricordo niente… figuriamoci tutto il resto!

BRIAN       - E allora che problema c’è? Se non te lo ricordi non hai nessuna ragione per preoccuparti. Dopo hai preso un taxi, sei andata alla stazione e hai preso l’ultimo treno per tornare qui.

LESLIE      - Dopo? Perché quanto sono rimasta? (Speranzosa) Dieci minuti?

BRIAN       - (guardandola in faccia) Questo sono io a non ricordarmelo.

LESLIE      - Per bere un caffè ed un bicchiere di vino rosso non ci vogliono più di dieci minuti.

BRIAN       - Sì, beh… ma poi ci siamo messi a parlare…

LESLIE      - Non avevamo parlato già abbastanza al ristorante?

BRIAN       - Senza Jane era più facile. Un’ora e mezza, direi.

LESLIE      - (allarmata) Un’ora e mezza? Oh, signore!

BRIAN       - Non c’è ragione di preoccuparsi. Io sono stato benissimo.

LESLIE      - Mi fa tanto piacere! (Sconvolta) Un’ora e mezza?

BRIAN       - Hm.

LESLIE      - E poi mi ha messa un taxi e mi ha spedito alla stazione?

BRIAN       - Beh, ti avevo chiesto di rimanere.

                            (Leslie non può fare a meno di essere gratificata)

LESLIE      - Davvero?

BRIAN       - Oh, sì.

LESLIE      - Per tutta la notte?

BRIAN       - Certo. Beh a quel punto avevamo preso un bel ritmo.

LESLIE      - Ah, sì?

BRIAN       - Sì (Con rimpianto) Ma tu hai detto che dovevi tornare a casa.

                            (La saggia signora sposata riprende il sopravvento)

LESLIE      - Certo che dovevo tornare a casa! Che cosa avrebbe detto Andrew se fossi restata fuori tutta la notte?

BRIAN       - Poteva darsi che avessi perso il treno.

LESLIE      - (quasi con rimpianto) Sono anni che non perdo il treno… (Riprende rapidamente il controllo) Comunque sia, perché è venuto qui, oggi?

BRIAN       - Perché tu mi hai invitato. Ma non sapevo che ci sarebbe stato anche il vecchio Andrew. Pensavo che saremmo stati soli. Io e te. Un pranzetto, un po’ di vino ed una bella…

LESLIE      - Beh, invece no! (Agitata) Non so con che faccia potrò affrontare il roastbeef ed il pasticcio di carne, dopo questo!

                            (Jane e Carole entrano dall’ingresso e si avvicinano a Leslie)

JANE         - Se ti dico cos’ho scoperto non ci crederai.

LESLIE      - E tu non crederai a quello che ho scoperto io!

                            (Jane capisce ed il volto le si illumina)

JANE         - Cara, non vorrai dire che…? Vecchia mia, sei proprio fortunata!

                        (Andrew arriva dalla cucina con un vassoio con cinque bicchieri ed una bottiglia di champagne. E’ tutto contento. Leslie lo guarda orripilata)

ANDREW - Bene, eccoci qua!

                            (Leslie si affretta verso di lui)

LESLIE      - Andrew, ma sei impazzito? Cos’è quello?

ANDREW - Champagne!

LESLIE      - Sì, questo lo vedo, ma perché è qui?

ANDREW - Perché l’ho portato io! (Ridendo contento, posa il vassoio sul tavolo, e comincia ad aprire la bottiglia)

LESLIE      - E’ un pranzo domenicale, non un ricevimento di nozze. Porta subito via quella bottiglia!

ANDREW - Non essere sciocca. Dobbiamo celebrare. Vero, Brian? (Strizza l’occhio a Brian)

BRIAN       - (perplesso) Ah, sì?

ANDREW - Può scommetterci! Dopo tutto è un’occasione speciale. Vero Jane?

JANE         - (anche lei perplessa) Davvero?

ANDREW - (ammiccando a lei con aria piccante) Sai… Non me lo sarei mai aspettato.

JANE         - Cosa?

ANDREW - Eh, certe persone sono proprio imprevedibili. (Apre la bottiglia) Ecco fatto! (Comincia a versare lo champagne)

CAROLE    - (a Jane) Ma di che sta parlando?

JANE         - Non ne ho idea. Ma non dico mai di no allo champagne.

LESLIE      - (apprensiva) Andrew, spero che questo non abbia niente a che fare con quello di cui abbiamo parlato prima.

ANDREW - Certo che sì! Brian, sia buono, le dispiacerebbe passare i bicchieri in giro?

BRIAN       - Va bene. (Porta due bicchieri a Carole e a Jane)

CAROLE    - Mi piacerebbe proprio sapere di che state parlando… (Si siede sul divano)

LESLIE      - (ad Andrew, con forza) Quello che ti ho detto era strettamente confidenziale.

ANDREW - Sì, lo so (Ridendo) Ma non sono mai stato capace di tenere un segreto!

                            (Brian torna da Andrew e Leslie)

BRIAN       - (a Leslie) Che segreto?

LESLIE      - Lasci perdere! (Ad Andrew) Mi avevi promesso di non dire niente.

BRIAN       - (ad Andrew) Che cosa le ha detto?

ANDREW - Mi ha detto… di lei e… (Ride)

BRIAN       - Di me?

ANDREW - Certo. Leslie mi ha raccontato tutto.

         (Leslie vorrebbe sprofondare. Brian naturalmente capisce male)

BRIAN       - Gliel’ha detto?

LESLIE      - Beh… Io…

BRIAN       - E... è questo che stiamo celebrando?

ANDREW - Certo!

BRIAN       - (attonito) Vuol dire… vuol dire che non è arrabbiato?

ANDREW - Certo che non sono arrabbiato. Sono sorpreso, questo sì, ma perché mai dovrei essere arrabbiato?

BRIAN       - Beh, sa com’è…

ANDREW - Ma per carità! E’ la storia più piccante che abbia sentito da un pezzo a questa parte!

                        (Brian non riesce a capire l’apparente gioia di Andrew all’idea che la moglie abbia una relazione con lui)

JANE         - (con il bicchiere pronto) Possiamo bere o dobbiamo aspettare un salve di cannone?

ANDREW - Beh, mi piacerebbe dire due parole…

LESLIE      - (svelta) No!

ANDREW - Perché no?

LESLIE      - Quello che ti ho detto te l’ho detto in confidenza e non voglio assolutamente che tu ne parli.

                            (Andrew non riesce a capire il perché di tutte quelle obiezioni)

ANDREW - Ma quattro di noi lo sanno già.

CAROLE    - Beh, dovete essere voi quattro, perché io non so proprio niente!

LESLIE      - Andrew, te lo proibisco assolutamente!

ANDREW - Senza brindisi sarà deprimente…

LESLIE      - Un brindisi lo puoi fare…

ANDREW - (rallegrandosi) Ah, bene!

LESLIE      - …ma senza dire a che cosa vuoi brindare!

ANDREW - (con il muso) Va bene, ma non sarà molto divertente (Alza il bicchiere) A… a quello che sapete.

                            (Tutti alzano il bicchiere)

TUTTI        - A… quello che sapete!

                            - (Tutti bevono solennemente)

CAROLE    - Vorrei proprio saperlo anch’io…

BRIAN       - (ammiccando ad Andrew) In realtà però è una celebrazione doppia. Vero, vecchio mio?

ANDREW - (cauto) Ah, sì?

BRIAN       - Beh… Carole sta per andare in Italia da un momento all’altro.

                            (Il buon umore di Andrew patisce un colpo mortale)

LESLIE      - Sciocchezze, Carole non può andare in Italia oggi. Deve finire la raccolta.

JANE         - E’ proprio questo che volevo dirti. Non sta facendo una raccolta.

LESLIE      - E allora che diavolo ha nella valigia?

JANE         - (girandosi verso Carole) Che diavolo ha nella valigia?

BRIAN       - (ammiccante) Penso che ci siano bei vestiti, bikini minuscoli, camicie da notte trasparenti…

LESLIE      - (oltraggiata) E niente per i Boy Scouts?

BRIAN       - Proprio niente!

                            (Leslie, confusa, va da Carole)

LESLIE      - Ma se non stava facendo la raccolta per i Boy Scouts, perché mai è venuta qui con quella valigia? Non mi pare che Little Buckden sia mezza strada fra l’aeroporto e Napoli.

BRIAN       - (alludendo pesantemente) Beh… ma non ci va da sola, no?

LESLIE      - Ah, no?

JANE         - No. Ci va con un uomo che abita a Little Buckden!

                            (Andrew posa rumorosamente la bottiglia di champagne sul vassoio. Tutti lo guardano con sorpresa)

LESLIE      - (a Carole) Un uomo che abita a Little Buckden?

CAROLE    - Sì…

LESLIE      - E allora perché sta a pranzo qui e non è da lui?

CAROLE    - Io… non lo so.

LESLIE      - Mi è venuta un’idea fantastica! Perché non gli telefona e gli dice di venire a pranzo qui? (Alza la cornetta)

ANDREW - Non c’è abbastanza da mangiare!

LESLIE      - Ma certo che c’è da mangiare. Quella zucca è enorme. Avanti, Carole, qual è il numero?

CAROLE    - Io… non lo so.

LESLIE      - Va in Italia con lui e non sa il suo numero di telefono?

CAROLE    - Non ha il telefono!

                            (Leslie rimette a posto la cornetta e guarda Andrew)

LESLIE      - Allora Andrew può tirare fuori la macchina e andarlo a prendere.

ANDREW           - Non ha finito di fare le valigie!

LESLIE      - E tu che ne sai del ragazzo di Carole?

BRIAN       - Oh, ne sa, ne sa…!

LESLIE      - Se lo andiamo a prendere subito può bere un pò di champagne con noi.

ANDREW - Non c’è più!

LESLIE      - Sì che c’è. La bottiglia non è ancora vuota.

ANDREW - Questo voglio conservarlo per Natale!

LESLIE      - (a Carole) Cerchi di scusarlo, Carole. Dobbiamo ritenere che voglia conservare per Natale anche la buona educazione.

ANDREW - E poi non c’è posto a tavola! Già così staremo come le sardine.

BRIAN       - Oh, non saprei. Se arrivasse il ragazzo di Carole non credo neanche che ce ne accorgeremmo.

                            (Ammicca ad Andrew)

LESLIE      - Venga Carole, la porto io in macchina.

CAROLE    - (rimanendo seduta) No, davvero! Preferisco vederlo dopo.

LESLIE      - (riluttante) Come vuole. Mi sembra un peccato. Ci sarebbe piaciuto conoscerlo, vero Andrew?

ANDREW - Su, andiamo! Cosa stai lì a perdere tempo! Finisci il tuo champagne!

LESLIE      - (sorpresa) Andrew… lo champagne si sorseggia.

ANDREW - Beh, allora sorseggialo… ma fa in fretta!

JANE         - Io l’ho finito. (Si avvicina ad Andrew) Ce n’è un’altra goccia?

                            (Andrew si gira verso Jane, sollevato per il diversivo)

ANDREW - Per te ce n’è! (Le riempie il bicchiere, ammiccando) dopo tutto   queste cose non succedono tutti i giorni, no?

JANE         - Peccato. Adoro lo champagne. (Fa per andare)

ANDREW - No, resta qui.

JANE         - (esitando) Come?

ANDREW - (sorridendo, complice) Puoi anche stare vicino a lui, sai.

JANE         - A chi?

ANDREW - A Brian, no!

JANE         - (disorientata) Sto benissimo qui, grazie. (Torna a sedersi vicino a Carole. Ridacchiando insieme) Ma di che sta parlando?

CAROLE    - Non ne ho idea.

                            (Brian va a mettere un braccio intorno alle spalle di Andrew. Molto “da uomo a uomo”)

BRIAN       - Andrew, devo proprio dire che sono contento che lei sia così disponibile. Questo rende tutto più semplice per noi.

ANDREW - (ridacchiando) Non vedo cosa cambi. Quello che fate in privato sono affari vostri nel modo più assoluto. Vero, Jane?

JANE         - Mi dispiace, ma non credo di…

LESLIE      - (fiutando pericolo) Jane! Vieni!

ANDREW - (a Brian) Adesso vanno di nuovo in cucina! (Ride)

JANE         - (alzandosi) Dove dobbiamo andare?

LESLIE      - In cucina, no?

ANDREW - (a Brian) Cosa le avevo detto?

                            (Andrew e Brian ridono)

LESLIE      - Dài, Jane!

ANDREW - Jane, prenditi tutta la bottiglia.

JANE         - Oh, grazie (Prende la bottiglia che lui le porge)

ANDREW - Dopo tutto… hai qualcosa da celebrare!

                            (Jane va in cucino, grata per lo champagne, ma senza capire le strane osservazioni di Andrew. Leslie si attarda ansiosamente sulla porta della cucina)

LESLIE      - Ah, Brian… se Andrew le dice qualcosa mentre sono via, non ci faccia caso. Oggi non è del tutto in sé.

         (Sorride nervosamente ed esce. Carole ha visto qualcosa e si alza)

CAROLE    - Oh! Lì ce ne sono degli altri!

ANDREW - Cosa?

CAROLE    - (felice) Salatini!

ANDREW - Ah, bene.

                        (Scambia un’occhiata divertita con Brian. Carole prende un’altra scatola di salatini di salatini da uno scaffale e si sistema in poltrona. Brian porta Andrew al divano e si siedono tutti e due)

BRIAN       - Beh, Andrew, vecchio mio, devo dire che è un gran sollievo.

ANDREW - Ah, sì?

BRIAN       - Ero proprio un po’ nervoso. Anche se mi aveva detto che lei non era un uomo violento. Però non potevo esserne così sicuro, no? (Ride e dà ad Andrew delle pacche confidenziali sul ginocchio)

ANDREW - Beh, in fondo non è poi una cosa di cui mi importi molto.

BRIAN       - (perplesso) No… infatti… e non riesco a capire come mai…

ANDREW - Non vedo proprio che differenza faccia. Voglio dire… dopotutto non riguarda mica me, no?

BRIAN       - (sbigottito) non riguarda lei? Neanche il fatto che l’altra sera sia venuta a casa mia?

ANDREW - Ah, è andata così, eh? Mio Dio, certo che un po’ mi sorprende. (Ride tutto contento) Bene, bene, bene…

BRIAN       - (guardandolo incredulo) E continua a dire che la cosa non la riguarda?

ANDREW - No. Certo che no.

BRIAN       - (quasi offeso moralmente) Dio Santo, ma è restata da me per un’ora e mezza!

ANDREW - Ah! Di bene in meglio! Proprio una donna imprevedibile, eh?

                            (Brian non riesce a credere che Andrew sia così tollerante)

BRIAN       - E non le dispiace?

ANDREW - Perché dovrebbe dispiacermi?

BRIAN       - (dandogli delle pacche sul ginocchio) Certo che noi inglesi siamo proprio fantastici, eh?

                            (Una pausa. Andrew lo guarda)

ANDREW - Questo che c’entra adesso?

BRIAN       - Beh, se questo fosse successo in qualsiasi altra parte del mon-do… nella sua bella Italia per esempio… la situazione sarebbe stata quanto meno esplosiva.

ANDREW - (guardandola senza capire) Non vedo perché. Lei è perfet-tamente libero di avere una storia con chi le pare. Purchè non lo faccia in mezzo alla  strada o dia scandalo.

                            (Carole emerge dalla scatola di salatini)

CAROLE    - Ah, ecco che cos’ha fatto, eh Brian? Ha dato scandalo?

BRIAN       - (lanciandole un’occhiata) Continui con i salatini che è meglio.

CAROLE    - Ho fatto solo una domanda… (torna a dedicarsi ai salatini)

ANDREW - Quindi, per quanto mi riguarda, Brian… Ci dia sotto! (gli dà delle pacche sul ginocchio)

BRIAN       - (sorpreso, ma grato) Oh, fantastico. Va bene. (Pacche ad Andrew)

CAROLE    - Ehi… volete che vi lasci soli?

                            (Brian le dà un’occhiata. Lei cambia tono)

                   Come non detto… continuo con i salatini… (Continua a mangiare)

                            (Una pausa)

BRIAN       - Comunque… in fondo è comprensibile, no?

ANDREW - Cosa?

BRIAN       - Beh, voglio dire… (Ammicca scherzoso) lei ha dei piani per conto suo, no?

ANDREW - Piani?

BRIAN       - Andiamo! Lo sa cosa voglio dire!

CAROLE    - (senza alzare gli occhi) Oh, lo sa e come. Solo non sa che lei lo sa.

                            (Andrew guarda Brian con sospetto)

ANDREW - So cosa?

CAROLE    - Di me e di lei. L’Italia e tutto il resto.

ANDREW - (precipitandosi da Carole) Non glielo avrà mica detto? (Le strappa la scatola dei salatini, facendone cadere un bel po’ sul pavimento. Si mette a quattro zampe per raccoglierli)

CAROLE    - Non c’è stato bisogno di dirglielo. L’ha indovinato da sé.

BRIAN       - Ho fatto due più due.

ANDREW - Beh, ha ottenuto il risultato sbagliato! Non vado in Italia con Carole!

                            (Brian si rilassa sul divano, con aria compiacente)

BRIAN       - Potrebbe anche andarci. Tanto restare qui non ha molto senso, no?

ANDREW - Altroché! Ho un sacco di cose da fare in giardino.

BRIAN       - Non vedo perché dovrebbe starsene in giardino a rattristarsi. Adesso che sa di noi, può benissimo andarsene via con Carole.

         (Avendo finito di raccogliere i salatini, Andrew si rialza in piedi)

ANDREW - Non vedo la ragione di scappare in Italia con la mia segretaria solo perché un perfetto sconosciuto ha una storia con un’amica di mia moglie (Ridà a Carole la scatola dei salatini)

                            (Brian perde sicurezza e resta zitto per un attimo, concentrandosi)

BRIAN       - Le dispiacerebbe ripetere?

ANDREW - Santa pazienza, non riesco a capire perché lei si aspetta che io cambi i miei programmi e me ne vada in Italia con Carole, solo per far sentire lei più o meno in colpa rispetto a quello che può o non può avere fatto con Jane.

                            (Una pausa terribile)

BRIAN       - Con Jane?

                            (Andrew comincia ad intuire che forse c’è qualcosa che non torna)

ANDREW - Non è di questo che stava parlando?

BRIAN       - (a disagio) Ehm… beh, no. Non esattamente.

ANDREW - Non si tratta di lei e di Jane?

BRIAN       - No. Non io e Jane.

                            (Una pausa)

ANDREW - (sospettoso) Qualcun altro?

                            (Brian tace. Andrew realizza la verità)

ANDREW - Dio Onnipotente…! Non vorrà mica dire…?

BRIAN       - (infelice) Pensavo che lo sapesse…

ANDREW - (guardandolo incredulo) Mia moglie?

BRIAN       - (piano) Sì...

ANDREW - Oh, Dio Santo… (Una pausa, mentre la verità si fa strada) Ma l’ha conosciuta solo giovedì.

BRIAN       - Sì…

                            (Una pausa)

ANDREW - Adesso capisco perché è inciampata sulle pantofole.

CAROLE    - (nervosamente) Forse è meglio se vado a dare una mano in cucina…

ANDREW - Non c’è bisogno. Non ho intenzione di fare scene, se è questo che la preoccupa. Come ha detto Brian, siamo inglesi. Sappiamo come comportarci. Credo che prenderò un whisky. Abbondante.

CAROLE    - (a Brian) Lo sapevo che stava combinando qualcosa. Me lo sentivo.

                            (Andrew torna con il whisky e guarda Brian, incredulo)

ANDREW - E lei ha creduto davvero che non mi importasse? Di questo?

BRIAN       - (infelicissimo) Beh… vede… io pensavo che lei andasse in Italia con Carole.

ANDREW - E questo secondo lei avrebbe compensato il tutto?

BRIAN       - Beh… sì. In un certo senso.

ANDREW - E come no? Potevamo mettere un annuncio sul giornale. Nella rubrica degli “scambi” (Si aggira con il whisky in mano, come un leone in gabbia) E perché diavolo è venuto qui, oggi? Certo non aveva intenzione di raccontarmi tutto?

BRIAN       - (alzandosi) Non sapevo che lei ci sarebbe stato!

ANDREW - Quindi deve essere stata una brutta sorpresa quando ha scoperto che ero in giardino.

BRIAN       - Sì.

ANDREW - Adesso capisco tutto quel desiderio di andare a fare il caffè.

BRIAN       - Pensavo solo che io e Leslie avremmo pranzato insieme. Tutto qui.

ANDREW - Ah! E avreste solo pranzato insieme, vero?

BRIAN       - Sì!

ANDREW - Non penserà certo che io creda che sull’onda di un incontro casuale al ristorante, lei abbia passato la domenica in viaggio solo per un pranzetto in campagna? E poi, non ha detto che dopo il ristorante l’ha portata a casa sua?

BRIAN       - (con rammarico) Già, l’ho detto, che stupido (Cerca frettolo-samente di rimediare) E’ stato mentre l’accompagnavo alla stazione. Abbiamo fatto appena un salto su per un bicchierino svelto, svelto.

ANDREW - Ha detto un’ora e mezza!

BRIAN       - Sì… l’ho detto… (Cercando disperatamente di essere convin-cente) Ma non è successo niente! Abbiamo solo parlato. Sa come succede. Si parla… si fa conversazione. Leslie è una donna molto interessante.

ANDREW - Ah, bene.

BRIAN       - E anche molto attraente. Graziosa, interessante ed attraente.

ANDREW - Lo so!

BRIAN       - Mi piace proprio.

ANDREW - Anche a me! (Ingoia il whisky e va a riempirsi di nuovo il bicchiere)

CAROLE    - (a Brian) Siete stati proprio scemi. Potevate vedervi da qualche altra parte.

BRIAN       - Sante parole.

ANDREW - E questa è l’unica ragione per cui è venuto a pranzo? Per parlare?

BRIAN       - Beh, veramente c’era anche un’altra ragione.

                            (Anderw si gira con il bicchiere in mano, di nuovo con la mosca al naso)

ANDREW - Ah, volevo ben dire!

BRIAN       - No, non è quello che pensa lei! Sono venuto a portare questi.

                            (Si tira fuori dalla tasca un paio di orecchini. Andrew si avvicina a guardarli, molto sospettoso)

BRIAN       - (per essere d’aiuto) Sono orecchini.

ANDREW - (irascibile) Lo so! (Li guarda più da vicino) Sono di Leslie. Glieli ho regalati io. Due Natali fa.

BRIAN       - Beh, se li è tolti e poi se li è dimenticati.

ANDREW - (guardandolo biecamente) A casa sua.

BRIAN       - No! Al ristorante! Li ha lasciati sul tavolo del ristorante.

ANDREW - (che non ci crede) Ah, sì, eh?

BRIAN       - Si! Li ho notati un attimo prima di uscire e li ho presi per ridarglieli subito.

ANDREW - Ma non glieli ha ridati.

BRIAN       - No. Me ne sono dimenticato.

ANDREW - Lo credo bene! Aveva “altre cose” per la testa, immagino. Non vedeva l’ora di tornare a casa, eh? Come faccio a sapere che se li è tolti al ristorante. Potrebbe benissimo esserseli tolti a causa sua!

BRIAN       - Sì. Ma non lo ha fatto.

ANDREW - Ho solo la sua parola, però, vero?

BRIAN       - (enigmatico) Sì, infatti…

                            (Una breve pausa mentre i due si guardano. Poi…)

ANDREW - Lo chiederò a lei! (Fa per andare in cucina)

CAROLE    - Non penso che dovrebbe.

                            (Andrew si ferma e si gira a guardarla, sorpreso)

ANDREW - Come ha detto?

                            (Carole si alza e va a raggiungere Brian)

BRIAN       - (freddamente) Se fossi in lei non direi niente. Zitto e mosca.

ANDREW - Zitto e mosca? E perché mai?

CAROLE    - Beh, non c’è bisogno che sappia che lei sa, no? Non sarebbe più gentile da parte sua fare finta di niente. Dopotutto è sua moglie.

                            (Andrew resta un attimo indeciso. Poi…)

ANDREW - Oh, no! Glielo chiedo eccome!

CAROLE    - Va bene, ma in questo caso…

                            (Andrew si ferma di nuovo)

CAROLE    - …Noi diremo a sua moglie di un certo viaggio in Italia, vero Brian?

                            (Brian prende sottobraccio Carole. Sorridono tutti e due)

BRIAN       - Certo!

                            (Andrew li fissa, impotente)

ANDREW - Ma io non avevo nessuna intenzione di andarci, in Italia.

CAROLE    - (con un sorriso di trionfo) Ma questo Leslie non lo sa!

ANDREW - (incredulo) Non lo fareste!

BRIAN       - E invece sì!

CAROLE    - Può scommetterci!

                            (Entra Leslie dalla cucina. Andrew si infila in tasca gli orecchini)

LESLIE      - (allegra) Il pranzo è quasi pronto.

                            (Andrew la guarda, ribollente, desideroso di un confronto, ma riesce a controllarsi)

LESLIE      - Andrew, spero che tu abbia intrattenuto gli ospiti.

CAROLE    - Come no! E’ stato divertentissimo!

                            (Andrew fa un passo verso Leslie, fremente, sul punto di scoppiare)

ANDREW - Senti, Leslie… c’è una cosa che…

BRIAN       - Andrew…!

                            (Andrew si ferma e si gira a guardare Brian e Carole, incerto)

LESLIE      - Ah, Andrew, sii buono, vai a prendere un po’ di menta per le patate. Brian non è riuscito a trovarla, ma tu sicuramente sai dov’è.

ANDREW - Certo che so dov’è!

CAROLE    - Beh, allora vada a prenderla!

ANDREW - Prima c’è una cosa che voglio sapere…!

BRIAN       - Non mi dica che hai dimenticato dove l’ha piantata?

ANDREW - No!

BRIAN       - Venga, l’aiuto a cercarla!

ANDREW - So benissimo dove ho piantato la menta!

                        (Si precipita in giardino. Carole sorride a Brian e segue Andrew fuori. Brian guarda Leslie. Lei coglie lo sguardo e svelta guarda da un’altra parte, colpevolmente. Lui le si avvicina, pensieroso)

BRIAN       - Mi chiedo come abbia fatto Andrew a scoprire che avevo una storia con Jane…?

                            (La guarda da vicino. Lei evita lo sguardo e si ritrae)

LESLIE      - Beh… dovevo dirgli qualcosa, no?

BRIAN       - Sì, penso di sì.

LESLIE      - E la cosa più incredibile è che ci crede!

                            (Adesso è Brian a sembrare a disagio)

BRIAN       - Ah, sì…

                            (Una pausa. Lei prende coraggio e si gira verso di lui.)

LESLIE      - Brian…

BRIAN       - Sì?

LESLIE      - Mi faccia stare tranquilla…

BRIAN       - A proposito di che?

LESLIE      - Che cosa è successo veramente giovedì scorso?

                            (Lui la guarda e sorride enigmatico)

BRIAN       - tu che pensi?

                            (Lei lo guarda incerta. Jane entra frettolosamente dalla cucina, guardando verso il giardino)

JANE         - Carole non se ne sta mica andando, vero?

LESLIE      - No, certo che no. Sta solo aiutando Andrew a cercare la menta.

JANE         - Ah, meno male. Pensavo che se ne stesse andando e si fosse dimenticata dei biglietti.

LESLIE      - Che biglietti?

JANE         - I biglietti dell’aereo. Per l’Italia. Li ho visti qui, da qualche parte (Si guarda in giro)

LESLIE      - (sorpresa) Qui? E perché mai dovrebbero essere qui? (Con un sorriso) Sicuramente li avrà l’amico di Carole.

                            (Brian ansioso di non far sapere a Leslie di Andrew e Carole, comincia ad essere in apprensione)

BRIAN       - Certo, li avrà lui!

JANE         - Beh, potrei giurare di averli visti qui…

BRIAN       - Ma non è possibile!

JANE         - Forse sono sotto ai giornali…

                            (Comincia a guardare tra i giornali della domenica sul divano. Brian le si avvicina, svelto)

BRIAN       - No! Non ci sono! Niente biglietti d’aereo! (Le strappa i giornali)

LESLIE      - (sbigottita) Brian! Ma che le prende?

BRIAN       - Niente! E’ lei! Cerca dei biglietti che non ci sono!

JANE         - (concentrandosi) so di averli visti da qualche parte… (Nota le riviste sul tavolinetto) Aaaah, forse sono qui.

                        (Jane si avvia a prendere le riviste, ma Brian la batte sul tempo, afferra le riviste e se le stringe al petto)

BRIAN       - Non sono neanche qui! Niente biglietti! Niente! Niente di niente! Solo riviste! Nient’altro che riviste!

                            (Jane va verso il divano, sempre cercando)

LESLIE      - Brian, non c’è ragione di scaldarsi tanto.

BRIAN       - Sì, che c’è…!

                        (Precipitandosi verso Jane, Brian scivola e casca a sedere davanti alla poltrona, facendo cadere le riviste. Jane mostra i biglietti, trionfante)

JANE         - Sapevo di averli visti da qualche parte.

                            (Leslie si avvicina a Jane con aria furbesca. Brian le guarda, impotente)

LESLIE      - Mi domando con chi ci va, in Italia…

JANE         - (scherzosa) Guardiamo?

BRIAN       - Noo!

LESLIE      - (sorpresa) Come?

BRIAN       - Non penso che dovreste farlo.

LESLIE      - Oh, quante storie! Non lo diremo a nessuno. Ma è troppo divertente sapere con chi va Carole. Questo è un paese piccolo e sicuramente è una persona che conosco. Non ti pare, Jane?

JANE         - Altroché!

                            (Leslie e Jane ridacchiano pregustando la sorpresa, mentre Leslie fa per aprire il primo biglietto)

BRIAN       - Non sta bene leggere i biglietti degli altri!

                            (Leslie vede il nome sul primo biglietto)

LESLIE      - Bene, questo è di Carole (Fa per aprire il secondo)

BRIAN       - (rialzandosi in ginocchio) Jane!… Faccia qualcosa! La fermi!

JANE         - Allora… (Apre il secondo biglietto e legge il nome di Andrew. Smette di ridere. Una pausa pesante. Poi Leslie alza gli occhi dal biglietto. Fredda) Bene… Ma che bella sorpresa! Ecco per-ché era venuta qui con la valigia.

                            (Leslie passa il biglietto a Jane. Jane lo guarda e reagisce)

JANE         - Oh, mio Dio…! (Ridà il biglietto a Leslie e si avvia verso la cucina)

LESLIE      - Dove vai?

JANE         - Sento puzza di bruciato…!

LESLIE      - No, resta! (Pregustando) Non vorrai perderti la scena?

JANE         - Invece vorrei proprio. Non ho mai sopportato la vista del          sangue.

                            (E Jane si rifugia in cucina. Leslie si gira verso Brian. Lui si alza in piedi con aria colpevole)

LESLIE      - Ecco perché faceva tante storie. Lo sapeva, vero?

BRIAN       - (alzando le spalle) Sì, ma non volevo che lo sapessi tu.

LESLIE      - (con gusto) Oh, non si preoccupi, ho intenzione di godermela un mondo…!

                            (Entra Carole dal giardino con un po’ di menta. Leslie la guarda con un sorriso omicida. Carole avverte che c’è qualcosa che non va.)

LESLIE      - Aah! Ecco la nostra Carole!

CAROLE    - (porgendo la menta) La menta…

LESLIE      - Eh?

CAROLE    - (nervosa) Per le patate.

LESLIE      - E Andrew dov’è? Si è nascosto in giardino?

CAROLE    - Sta… sta arrivando.

LESLIE      - (pregustando) Ah, bene!

         (Carole si avvicina a Brian e capisce dall’espressione di lui che Leslie ha scoperto tutto)

LESLIE      - Bene! Non ci mancheranno gli argomenti di conversazione a pranzo.

CAROLE    - Io non credo di avere molta fame.

LESLIE      - Non mi sorprende. Si è ingozzata di salatini!

BRIAN       - Leslie… Credo sarebbe meglio non dire niente ad Andrew…

LESLIE      - (girandosi verso di lui, con occhi di fiamma)  Ed io invece credo che avrò molte cose da dirgli. Ho intenzione di cominciare a parlare appena entrerà da quella porta e non credo che smetterò per almeno cinque minuti!

BRIAN       - (fermo) E io invece credo che sarebbe meglio non dire niente.

LESLIE      - E perché no? Non vedo l’ora.

                            (Brian e Carole scambiano un’occhiata)

CAROLE    - Bene… In questo caso… Noi diremo ad Andrew la verità su lei e Brian, vero Brian?

                            (Brian prende sottobraccio Carole. Sorridono)

BRIAN       - Certo!

                            (Leslie li guarda, impotente)

LESLIE      - Ma… Non è successo niente tra me e Brian.

BRIAN       - E tu che ne sai?

LESLIE      - come?

BRIAN       - Hai detto che non ti ricordavi…

LESLIE      - (cercando di rassicurarsi) Non è successo niente! E lo sa anche lei! (Poi, incerta) O no?

BRIAN       - Forse sì, forse no. Ma anche se non fosse successo niente, lui     non può saperlo, no?

LESLIE      - (guardandolo incredula) Non lo fareste!

BRIAN       - Certo che sì!

CAROLE    - Ci può scommettere!

                            (Leslie, come andrew prima di lei, non può fare altro che fissare le loro facce trionfanti. Entra dal giardino)

                            (Leslie si nasconde i biglietti dietro la schiena e lo guarda, fumante come un vulcano prima dell’eruzione)

LESLIE      - L’hai trovata, eh?

         (Andrew è stupito dal tono di lei, ma decide di non farci  caso)

ANDREW           - Certo. Visto che sapevo dov’era.

LESLIE      - E poi, comunque, c’era Carole per aiutarti, no?

ANDREW - (sentendo la freddezza dell’atmosfera) Uhm?

LESLIE      - Stavamo proprio parlando del “ragazzo” di Carole.

ANDREW - (cauto) Davvero?

LESLIE      - E’ strano che l’abbia fatta venire fino a qui in treno, con una valigia pesante, invece di darle un appuntamento all’aeroporto, come avrebbe fatto qualsiasi amante come si deve. (Con ira crescente) Posso solo dedurre che si tratta di uno sconsiderato… un uomo che pensa solo a se stesso!

ANDREW - Forse esageri… (Si allontana)

LESLIE      - (prendendo l’abbrivio) Non credo! Posso benissimo immagina-re che tipo di uomo è…!

BRIAN       - (intervenendo con fermezza) Sarebbe meglio di no.

                            (Leslie si ferma e lo guarda)

LESLIE      - Come?

BRIAN       - Penso sarebbe meglio non parlare del ragazzo di Carole.

CAROLE    - Sì, lo penso anch’io! Dopo tutto… Una cosa tira l’altra, vero Brian?

BRIAN       - E come no!

                            (Brian e Carole sorridono. Leslie decide di stare zitta)

BRIAN       - Su, Carole! Andiamo a vedere se le patate sono pronte (Andando verso la cucina si ferma un attimo vicino a Leslie) Posso tagliare il roastbeef? Non lo mangio da secoli! (Continua verso la cucina. Ma Carole ha un’idea improvvisa)

CAROLE    - Brian…

BRIAN       - Sì?

CAROLE    - Lei è mai stato in Italia?

BRIAN       - No, in realtà… (Capisce l’idea) Oh, Santo cielo…!

                            (Esce in cucina ridacchiando)

CAROLE    - Brian…!

                        (Lo insegue in cucina. Leslie ed Andrew rimangono soli. Nessuno dei due riesce a guardare l’altro in faccia)

ANDREW - E’ piacevole avere gente giovane in casa…

LESLIE      - Sì. Spero che non chiacchierino troppo a tavola…

ANDREW - Sì, lo spero anch’io…

                        (Una pausa. Sono tutti e due decisi se dire o no quello che sanno uno dell’altro, avendo tutti e due paura di ritorsioni. Andrew va a raccogliere le riviste lasciate a terra da Brian)

ANDREW           - Bene… Non bisogna aspettare troppo. Io roastbeef diventerà cattivo.

LESLIE      - Già, sarebbe un peccato.

                        (Leslie tira fuori i biglietti da dietro la schiena e li guarda un attimo. Non può resistere alla tentazione e si avvicina ad Andrew. Si china, prende una rivista e gliela passa. Lui la prende senza guardarla e la mette sulla poltrona con le altre. Lo stesso con un’altra rivista. Poi Leslie gli passa i biglietti d’aereo. Lui starebbe per metterli a posto con le riviste, ma poi vede cosa sono e li guarda, perso. Leslie aspetta, godendosi la situazione)

ANDREW - (innocente) E questi cosa sono?

LESLIE      - Biglietti d’aereo.

ANDREW - Eh?

LESLIE      - (scandendo) Biglietti d’aereo.

ANDREW - Oh!

LESLIE      - Credo che siano tuoi.

ANDREW - A me?

LESLIE      - Beh, su uno c’è il tuo nome.

ANDREW - Davvero? Santo Cielo… (Dopo una pausa) Devo andare da qualche parte?

LESLIE      - (fredda) Non più. (Gli strappa i biglietti)

ANDREW - Aspetta… Posso spiegarti.

LESLIE      - Non ne dubito! (Fa per andarsene)

ANDREW - distrattamente) Leslie…

                            (Lei si ferma a metà strada verso la cucina)

LESLIE Che c’è?

ANDREW - Facciamo una cosa. Io spiego quelli… Se tu spieghi questi (Tira fuori gli orecchini dalla tasca e glieli mostra, senza guardarla)

         (Leslie li vede e si avvicina per guardarli meglio. Sorride con aria innocente, felice di vederli)

LESLIE      - Oh! I miei orecchini! Credevo di averli persi. Dov’erano?

ANDREW - Dove li avevi lasciati tu. (La guarda e sferra il colpo di grazia) Nella camera da letto di Brian.

                            (LESLIE non sa cosa credere)

LESLIE      - Cosa?!

                   (Una breve pausa. Poi, lentamente e con aria colpevole, gli restituisce i biglietti d’aereo. In cambio, Andrew le dà gli orecchini. Si risente la musica dell’inizio. Si sorridono, felici e sollevati. Lui si sporge e si baciano leggermente, prima di cominciare ad andare abbracciati verso la cucina. Mentre vanno, Andrew si getta dietro le spalle i biglietti. La musica cresce di volume mentre…)

CALA IL SIPARIO