Senza via d’uscita?

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SENZA VIA D’ USCITA

SENZA  VIA  D’  USCITA?

I  ATTO

Il sipario si apre e la scena è al buio, ma con un minimo di luce che permetta di intravvedere le sagome dei personaggi.

Alessandra, sbadiglia sonoramente e poi esclama spaventata: “Oddio! Perché sono seduta sul pavimento? Perché è tutto buio? Che cosa sta succedendo?”

Valerio ribatte brusco: “ Sei Alessandra? Calmati ! Non fare l’isterica!”

Alessandra, incredula: “Valerio??? Ci sei anche tu? Ma dove siamo finiti?”

Valerio: “Non lo so! Mi sono appena svegliato e sto cercando di capirci qualcosa!...Ma senza isterismi!....Non ho idea di dove siano finiti il mio accendino e il mio cellulare…Volevo fare un po’ di luce….”

Letizia grida: “Ahhh! Aiuto! Dove sono?”

Valerio, in tono sarcastico: “Un’altra che starnazza! Sono forse finito in un pollaio?”

Letizia, in tono circospetto: “Chi sei?”

Valerio sospira e risponde: “Sono Valerio e dalla tua voce tu dovresti essere Letizia!”

Letizia, sorpresa: “Sì, sono Letizia….E tu chi sei?”

Valerio, spazientito: “Te l’ho appena detto! Sono Valerio! Ma dai, vuoi dire che non hai riconosciuto la mia voce?”

Letizia, in tono piagnucoloso: “Perché mi hai rapita, Valerio?”

Valerio, esasperato: “L’avevo detto che siamo in un pollaio….Ma si può essere più oca?...Perchè  mai avrei dovuto rapirti?”

Letizia, con voce incerta: “Non so…forse per chiedere un riscatto a mio marito?”

Valerio, arrabbiato: “Oh, Signore aiutami!”

                                                                                                                             

                                                                                                                                     -2-

Sergio grida spaventato: “Oddio! Oddio! Che succede?”

Valerio, sempre in tono sarcastico: “Eccolo! Ci mancava giusto il gallo!”

Anna esclama: “Sergio!!! Sergio, dove sei? Ci sei anche tu?”

Sergio risponde: “Sì, sono qui, Anna! Sono qui! Non agitarti! Ma dove siamo?”

Anna: “Non lo so, non ne ho la più pallida idea!”

Dario tossisce e poi, con voce impastata chiede: “Ma… sto sognando o sono sveglio?”

Tutti gli altri in coro: “Sei sveglio!”

Dario, confuso: “Chi siete?”

Tutti si mettono a parlare insieme, ognuno dicendo qualcosa e facendo una gran confusione.

Dario esclama: “Bastaaa! Tacete tutti! Non sto capendo niente!”

Valerio: “O.k.! Parlo io!”

Alessandra: “E perché dovresti parlare tu? Sei il solito prepotente!”

Letizia: “E’ vero! Valerio è nato prepotente!”

Anna: “Sì, vi ricordate quella volta che al Collegio Docenti ha…..”

Valerio, arrabbiato: “Oh insomma! La volete piantare? Ci troviamo in un posto sconosciuto, al buio, senza sapere come ci siamo finiti e voi vi mettete a dissertare sulla mia ipotetica prepotenza!”

Anna, ridacchiando sarcastica: “Ipotetica?”

Valerio: “Basta, Anna! Per carità!...Piuttosto, vediamo di fare un po’ di luce …giusto per renderci conto di dove siamo!...Qualcuno di voi ha l’accendino…. o il cellulare?”                                                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                    

                                                                                                                                    

 

                                                                                                                                     -3-

Alessandra: “No….non trovo il mio cellulare…ma del resto lo tengo sempre in borsa e non so dove sia finita!”

Anna: “Anch’io tengo il cellulare in borsa e la borsa non ce l’ho!”

Sergio: “Tranquilli! Io ho sempre l’accendino nella tasca dei jeans…Ora lo prendo…No! Non c’è!...Ma non può essere scivolato fuori dalla tasca….E’ stretta!”

Letizia, piagnucolosa: “Neanche io trovo più la mia borsa….E’ una Chanel….Mi è costata un occhio della testa!”

Valerio: “Ma guarda questa! Siamo nei guai fino al collo e lei pensa alla sua…Chanel!” (E pronuncia con calcato sarcasmo la parola Chanel)

Dario: “Niente accendino né cellulare neppure io…Quindi se ho capito bene, qui siamo tutti colleghi….C’è Anna, Valerio…poi poco fa, se non sbaglio ho riconosciuto le voci di Alessandra, Letizia e….Sergio!”

Sergio: “Giusto, Dario!”

                                                                                                                             

Valerio, sarcastico: “Perfetto! Adesso che abbiamo finito di fare l’appello, vogliamo cercare un modo per fare luce qui dentro?”

Alessandra: “Sì…questa è una cosa sensata….anche se esce dalla tua bocca,Valerio!”

Valerio: “Sempre gentile tu!”

Alessandra, rivolta a tutti: “Allora gente, diamoci da fare….Strisciamo contro tutte le pareti e cerchiamo un interruttore…o qualcosa del genere!”

Tutti obbediscono e urtano cose o sbattono l’uno contro l’altro creando il caos.

Valerio: “Per la miseria! Così non va!”

Sergio: “E se provassimo uno per volta?”

Valerio: “Sì, buona idea! Comincio io….Fatevi da parte!”

                                                                                                                                     -4-

Alessandra: “E ti pareva se non incominciava lui!”

Valerio, in tono piccato: “Vuoi fare tu, Alessandra? Accomodati, rompi…..scatole!”

Alessandra: “Con vero piacere!”                                                                                                                                  

Letizia, piagnucolosa: “Oh insomma voi due la piantate di litigare sempre? Mi sembrate una vecchia coppia di sposi che battibecca per ogni cosa!”

Valerio: “Seee….Deve ancora nascere quello che sarà capace di sopportare quell’arpia!”

Alessandra sarcastica: “Potrei dire lo stesso di te!”

                                                                                                                                                                                                                                                              

In quel momento la luce si accende.

Tutti i presenti sul palco esclamano per la sorpresa.

Sergio, soddisfatto: “ Visto? Mentre voi litigavate, io ho trovato l’interruttore!”

Tutti si guardano attorno.

Anna corre da Sergio ed esclama: “Ma dove ci troviamo? Sembra uno scantinato...Sarà quello della nostra scuola?”

Dario guardandosi intorno: “Ma no! Non è lo scantinato della scuola…Io ci sono stato diverse volte per cercare gli attrezzi per la palestra e ti posso garantire che non ha nulla a che fare con questo posto che è decisamente più piccolo, sa di muffa ed è pieno di robaccia!”

Alessandra si fionda sulla porta che si trova su una parete e prova ad aprirla, ma inutilmente. “E’ chiusa!”

Valerio, in tono di scherno: “E' ovvio, no? Chiunque sia stato a metterci  qui, aveva l’intenzione di tenerci rinchiusi! Solo a te poteva venire la balzana idea che la porta fosse aperta! L’unica speranza è di riuscire a forzare la serratura in qualche modo!”

Alessandra, altrettanto sarcastica: “Ha parlato il genio della lampada!”

                                                                                                                                    -5-

Letizia: “O Dio, la mia Chanel, l’ho cercata dappertutto…. non c’è!”

Ci sono degli scatoloni appoggiati ad una parete.                                                                                                                                                                                                                                                                        

Letizia si avvicina e ne apre uno guardandoci dentro e grida indietreggiando inorridita.

Anna, spaventata: “Oh Dio, cosa c’è? Cosa c’è li dentro?”

Letizia, schifata: “Sembra un animale morto….Che schifo!!!”

Valerio sbuffa e raggiunge lo scatolone a grandi passi. Ne estrae una pelliccia sintetica che sventola davanti al naso di Letizia che lancia un nuovo urlo ed indietreggia ulteriormente.

Valerio: “Ecco qua il tuo animale morto! E’ solo una vecchia pelliccia!”

                                                                                                                               

Sergio: “Ragazzi, ci diamo una calmata, tra tutti?...Voglio dire….siamo stati rinchiusi in questo posto, al buio, chissà perché e chissà da chi…Per di più…a quanto pare, ci hanno tolto i cellulari per impedirci di chiedere aiuto e tutto quello che sappiamo fare è azzannarci tra di noi come lupi!”

Dario:” Sergio ha ragione! Guardiamoci intorno e cerchiamo di scoprire degli indizi su dove ci troviamo e perché!”

Sovrapponendo le loro voci l’una all’altra tutti dicono:

Valerio: “D’accordo al cento per cento!”

                                                                                                                                 

Dario: “Benissimo!”

Alessandra: “O.k.!”

Letizia: Sì, dai!”

Anna: “Certo!”

E tutti incominciano a muoversi nell’ambiente che li circonda.

                                                                                                                                 

                                                                                                                                     -6-

Alessandra si avvicina ad uno scaffale dove si trova di tutto un po’.

                                                                                                                                                                                                                                                                    

Sergio si avvicina ad un bancone su cui si trovano dei cacciavite ed un martello.

.

Dario raggiunge un attaccapanni al quale sono appesi diversi indumenti vecchi.

Valerio continua ad esaminare gli scatoloni.

Letizia ed Anna spostano delle sedie pieghevoli e scoprono che erano state appoggiate contro ad una finestra.

Anna esclama: “Ragazzi, qui c’è una finestra!”

Tutti accorrono.

Alessandra: “Dove, dove?”

Sergio: “Si può aprire?”

Dario che è il più muscoloso la apre, però poi non riesce a spostare la grata metallica che è fissata saldamente davanti.

Dario: “Niente da fare! La grata è saldata alla finestra! A meno che non troviamo una cassetta degli attrezzi, da qui non si passa!”

Alessandra: “Ma riesci a vedere fuori? Possiamo chiamare aiuto?”

Dario: “Mah, non si vede niente! E’ buio pesto…Penso che sia notte e comunque dobbiamo essere lontani dal centro abitato perché non vedo nessuna luce!”

Anna: “Ma che ora è?”

Valerio: “Il mio orologio fa l’una e mezza!”

Letizia: “Anche il mio!”

Sergio: “Pure il mio!”

Alessandra: “Allora è notte!”

                                                                

                                 

                                                                                                                                     -7-

Sergio ritorna al bancone e prende il martello e due cacciavite. Dà il martello a Dario, dicendogli: “Prova con questo!” Poi si rivolge a Valerio: Vieni con me! Ho trovato questi cacciavite!”

Valerio, seguendo Dario: “Voi donne cercate qualche altro attrezzo!”

Sergio e Valerio raggiungono la porta ed iniziano ad armeggiare coi cacciavite intorno alla serratura.

Dario inizia a martellare contro la grata e le donne si aggirano per lo scantinato.

Alessandra trova un libro sullo scaffale ed esclama: “Sentite qua che titolo: “La vendetta va servita fredda!”

Letizia, che sta frugando in un altro scatolone, si ferma ed esclama: “Allora siamo vittime di una vendetta!”

Dario, smettendo per qualche attimo di martellare: “Ma per favore!                                                                                                                         Siamo seri! Siamo dei professori di liceo, siamo gente innocua!”

Anna che sta guardando con Letizia negli scatoloni, dice a Dario: “Conosco parecchi miei alunni che dissentirebbero volentieri dalla tua affermazione!”

Dario, sventolando il martello in aria: “Beh, quanto meno abbiamo un’ arma e chi volesse farci del male….”

Valerio, agitando il cacciavite in aria, sarcastico: “Senti, Dario, lo sai anche tu che alcuni degli adolescenti che frequentano la nostra scuola sono dei veri e propri colossi e se volessero farci del male, quel martelletto e questo cacciavite a loro farebbero un baffo!”

                                                                                                                                    

Letizia piagnucolosa: “Sì, per esempio prendete Alvise….quello lì ha due manacce….Ogni volta che lo chiamo alla lavagna a risolvere un’equazione, non posso fare a meno di notare come il gessetto gli si frantumi fra le mani….”

Sergio, in piedi vicino a Dario:” Di chi parli, Letizia? Alvise? Non c’è nessun Alvise al liceo!”

                                                                                                                                  

                                                                                                                                     -8-

Anna: “Ma sì! Ho capito chi è….Ma tu Letizia quello lo chiami Alvise? Perché per tutti  è IL PALESTRA!”

Dario esclama: “Ah, sì, hai ragione, Anna! IL PALESTRA! E’ quello col giubbotto nero di pelle e il tatuaggio del teschio sul braccio sinistro!”

                                                                                                                          

Anna emette un gridolino e da uno scatolone estrae un manubrio proprio di quelli che si usano in palestra. “Ragazzi…guardate…mi sa che è stato proprio lui a rapirci!”

Alessandra distoglie lo sguardo dal libro aperto che ha in mano ed esclama: “Ma dai!

Non crederete sul serio che ci abbia rapito IL PALESTRA! E’ un ragazzone innocuo…Non una cima a scuola…difatti ha già ripetuto la terza liceo due volte……

Ma da qui a dire che ci abbia rapito!!!”

Valerio, che ancora armeggia intorno alla porta insieme a Sergio: “Dai Alessandra! Dici che è innocuo perché spesso ti porta in classe la borsa coi libri….”

Alessandra avvicinandosi a Valerio minacciosa,: “Cosa vorresti dire?”

                                                                                                                                   

Valerio: “Che IL PALESTRA è il tuo cocco, bella!”

Alessandra corre verso Valerio e con gesto fulmineo gli dà il libro in testa.

Valerio le strappa il libro dalle mani e sibila: “Guarda: non ti rendo il favore solo perché sei una donna!”

Alessandra, sarcastica: “Uhhh! Sai che paura!”

Valerio fa come per dare a sua volta il libro in testa ad Alessandra.

Sergio interviene e glielo toglie di mano. Nel fare ciò, gli cade in terra il cacciavite. Appoggia il libro per terra e raccoglie il cacciavite, esclamando: “Andiamo! La volete piantare?”

Anna: IL PALESTRA è una schiappa in storia dell’arte! Nell’ultima interrogazione mi ha detto che il Crocifisso della Basilica di Santa Croce a Firenze è stato dipinto da Ligabue invece che da Cimabue….dopo di che tutti i suoi compagni si sono messi a cantare  la  canzone  “Certe Notti” di  Ligabue  e  non  riuscivo più  a  farli  smettere!

                                                                                                                                    -9-

Nel primo quadrimestre gli ho dato l’insufficienza…Che se la sia legata al dito per questo?”

                                                                                                                                

Valerio alza le spalle: “IL PALESTRA è’ una schiappa in tutte le materie, Anna! Lo sai che in geografia ha avuto il coraggio di dirmi che il Nepal è una regione del Sud Africa?”

Alessandra prende una delle sedie e si siede ridacchiando: “Le uniche cose che ha imparato quest’anno in inglese sono le parolacce e di sicuro non le ha sentite  nelle mie lezioni…..La settimana scorsa ha preso ‘inclassificabile’ nel compito di grammatica!”

                                                                                                                                 

Dario, tra una martellata e l’altra: “Beh, io non faccio testo perché nelle attività motorie è bravo, manco a dirlo! E’ alto e nelle partite di pallacanestro con le altre scuole, non c’è storia!!! Vinciamo sempre!”

Alessandra: “Dai ragazzi! Non credo proprio che se mai uno dei nostri alunni ci abbia rapito per vendicarsi di noi, si tratti del PALESTRA!”

Valerio: “Non lo credi solo perché è il tuo cocco, Alessandra!”

Alessandra batte un piede a terra e stringe le mani a pugno: “Mmmm! Ricominci, ora?”

Valerio: “La verità offende….Del resto, se non ricordo male, hai sempre avuto un debole per i ragazzotti tutto muscoli e niente cervello, anche quando eravamo noi studenti al liceo!”

Alessandra ruggisce come un leone. Balza in piedi e si slancia contro di lui: “Adesso basta!”

Valerio indietreggia di un passo per non essere colpito di nuovo.

Dario, smette di martellare: “Ma insomma! La piantate sì o no?”

Alessandra: “Ma non senti cosa dice questo?”

Letizia ridacchiando: “Eh, è geloso, si vede che gli piaci!”

                                                                                                                                   -10-

Valerio gettando gli occhi al cielo: “Ecco l’oca che starnazza di nuovo!”

Letizia, arrabbiata: “La smetti di dire che sono un’oca?”

Sergio: “Piantala di fare la comare, Valerio e aiutami. Proviamo a sollevare la porta da sotto. Facciamo leva coi cacciavite”.

Alessandra torna verso lo scaffale e sposta un po’ di cose su di un ripiano. Poi esclama: “Ragazzi! Secondo me, qui dietro c’è un’altra stanza!”

Gli altri, increduli, echeggiano:“Una stanza?”

Tutti smettono di fare quel che stavano facendo e accorrono da Alessandra.

Alessandra: “Dai, aiutatemi a spostare lo scaffale! Dobbiamo tirarlo verso di noi!”

Letizia si osserva le mani e piagnucola: “Beh, io non posso! Le mie unghie perfette ne risentirebbero!”

Valerio getta lo sguardo al cielo ed ha un gesto di stizza. Poi dice brusco: “Le donne, via! Ci pensiamo noi!”

Alessandra indietreggia sarcastica. “Maschilista!”

Valerio: “Vuoi farlo tu? Prego! Accomodati!”

Anna esclama stizzita: Valeriooo!” Afferra Alessandra e Letizia una per braccio e le porta con sé, lontano dallo scaffale.

Valerio batte le mani soddisfatto. “Oh! Ora si ragiona! Ragazzi, qui bisogna mettersi uno per parte e uno davanti allo scaffale e tirare piano!”

Le donne li osservano dalla loro postazione.

Alessandra a braccia conserte e con aria sarcastica dipinta sul volto.

Letizia a bocca aperta.

                                                                                                                                   -11-

Anna con interesse.

Valerio: “Al mio tre: uno, due, tre!”

Gli uomini iniziano a tirare lo scaffale. Poco dopo lo scaffale è abbastanza in avanti per permettere di infilarvisi dietro.

Valerio: “Vado io!”

Alessandra, sarcastica: “E te pareva!”

Anna la scuote per un braccio facendole: “Ssst!”

Valerio intanto gira intorno allo scaffale ed entra nella stanza adesso raggiungibile.

Tutti fissano col fiato sospeso il punto da cui è sparito.

Valerio all’improvviso esclama“Ahi!”

 Letizia grida.

Anna ed Alessandra si fissano impaurite.

Dario: “Tutto bene lì, Valerio?”

Sergio muove un passo per andare a vedere.

Però, ecco che Valerio ricompare sul palco zoppicando.

Sergio, per tutti: “Allora?”

Valerio scuote il capo. “Nulla! Sembra una specie di sgabuzzino chiuso senza né porte né finestre.

Letizia, piagnucolosa: “Ma allora perché hai gridato poco fa?”

Valerio arrabbiato: “Perché ho sbattuto il piede contro la gamba di una sedia di ferro ed ho sentito un gran dolore!”

Letizia: “Ma come fai a dire che era una sedia se non vedevi niente?”

                                                                                                                                   -12-

Valerio, sbuffa: “Sì che ci vedevo! Dentro a quella specie di sgabuzzino, appesa al soffitto, c’è una lampadina con una cordicella da tirare”.

Alessandra ad Anna: “Andiamo a vedere, dai!”

Anna annuisce.

Valerio sarcastico: “Ma sì, lasciamo fare alle due grandi esploratrici!”

Le due donne non rispondono alla provocazione e spariscono nello sgabuzzino dietro allo scaffale.                                                                                                                                   

Sergio: “Tanto vale dare un’occhiata, no?” E sparisce anche lui nello sgabuzzino.

                                                                                                                                Valerio, rivolto a Dario e Letizia, rimasti sul palco. “Ehi! Sentite anche voi?”

Dario: “Che cosa?”

Letizia, spaventata: “Che cosa dovremmo sentire?”                                                                                                                                  

                                                                                                                             

Dario: Un momento…Sì hai ragione! Si sente un rumore di passi!”                                                                                                                                   

Letizia: “Gridiamo aiuto tutti assieme? Così magari ci liberano!”

Dario: “Sì, buona idea!”

Valerio: “E se chi sta arrivando fosse quello che ci ha rinchiusi qui?”

Dario: “Beh, io direi di provare a gridare! Se non proviamo, non avremo neanche la possibilità di essere liberati!...Tu che ne dici Letizia?”                                                                                                                                  

                                                                                                                                  

Letizia: “Giusto!”

Dario: “Bene, allora gridiamo?”

Valerio: “No, no! Aspettate!...Se si tratta del rapitore e ci sente urlare….magari è armato…entra qui dentro e ci ammazza tutti!”

                                                                                                                                  

                                                                                                                                   -13-

Letizia lo ignora e si mette a gridare a squarcia gola: “Aiutoooo! Siamo chiusi qua dentro! Liberateci per favore!”

Valerio sussulta.

A quel grido, gli altri che erano nello sgabuzzino ritornano sul palco.

Anna: “Che succede?”

Valerio: “Ssst! Zitti tutti! Non fiatate!”

                                                                                                                                 

Segue un momento di silenzio in cui tutti restano sospesi.

I passi si avvicinano sempre più e poi si fermano.

                                                                                                                                                                                                                                                                   

Anna si stringe a Sergio.

Letizia si fa il segno della croce, piagnucolando.

                                                                                                                

Dario e Valerio si avvicinano cautamente alla porta pronti a piombare su chiunque entri.

                                                                                                                                  

All’improvviso si sente una risata maschile stridula e poco dopo un foglio viene passato sotto alla porta.

Valerio urla: “Ehi tu!  Apri immediatamente questa porta! Hai capito?”

La risata stridula si ripete e poi i passi si allontanano velocemente.

Alessandra si avvicina alla porta, si china a prendere il biglietto e lo legge a voce alta: “E’ venuto per voi il tempo di espiare tutti i torti che mi avete fatto!”

                                                                                                                                                                                                                                                                   

Letizia, piagnucolando: “Lo dicevo che era stato Alvise…IL PALESTRA a rapirci!”

Alessandra appallottolando il foglio e gettandolo a terra: “Oh insomma! E’ assurdo! Se IL PALESTRA avesse voluto farcela pagare per qualcosa, sarebbe stato più diretto! Conoscendo il suo carattere, non credo proprio che sarebbe stato in grado di organizzare un rapimento!”

                                                                                                                                 -14-

Dario: “Sono d’accordo!

Sergio: “Sì anch’io….Però una cosa mi domando….Chiunque sia stato a portarci qui, come diamine ha fatto?”

Letizia, sempre piagnucolosa: “Forse... ci ha ipnotizzato!”

Valerio, sarcastico: “Ecco! L’oca ha sentenziato!”                                                                                                                                 

Letizia, arrabbiata: “Ti ho già detto di non chiamarmi così! Sei…sei un cafone!”

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

Anna: “E bastaaa!....L’idea non è poi da scartare…”

Valerio, interrompendola: “Oooh! Per favore!”

Anna: “Stai zitto!....Non ho detto che siamo stati ipnotizzati….Però il rapitore ha utilizzato un metodo che potesse metterci tutti….diciamo…..”fuori gioco” contemporaneamente, così da poter poi disporre di noi come più gli piaceva!”

                                                                                                                                 

Dario, intanto, esclama: “Vado a vedere se trovo qualcosa di meglio per rompere la grata della finestra! E’ troppo robusta! E ad occhio e croce, sembra messa da poco!”

Valerio: “Vengo con te! Quattro occhi vedono meglio di due!”

Dario e Valerio spariscono nello sgabuzzino.

Alessandra: “O.k.! Allora sediamoci un attimo e vediamo di ragionare.”

Prendono altre sedie e  si siedono.

                                                                                                                                                                                                                                                                

Sergio: “Ragazzi….Io ho le idee un po’ confuse….Qualcuno di voi si ricorda dove si                                                                                                                                    

trovava prima di risvegliarsi qui dentro?”

Anna: “Ma sì, caro…Io e te eravamo a cena fuori….Era il nostro anniversario di matrimonio…Ricordi?”

Sergio: “Eh no, Anna! Lo vedi che sei confusa anche tu? Il nostro anniversario di matrimonio è stato il mese scorso!”

                                                                                                                                   -15-

Anna fissa Sergio con aria sgomenta: “Hai ragione!...Sì….Oh Dio!....Allora, anch’io non mi ricordo dove mi trovavo!” Si volta verso Alessandra: “E tu Ale?”

Alessandra si concentra per qualche attimo e poi esclama: “No!....Tabula rasa!....Non rammento nulla!”                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

                                                                                                                                 

Anna: “Eppure, ragazzi, io ho questo forte ricordo di me seduta a tavola con Sergio di fronte…No….mi sa che c’eri anche tu Ale…E’ possibile che siamo andati in pizzeria?”

Alessandra: “Mi dispiace, ma non posso essere d’aiuto!”

Sergio: “Però Anna ha ragione….Adesso ho come la sensazione di aver fatto un brindisi!”

                                                                                                                                

Anna: “Oh caro! Come me prima, forse ti confondi con la cena del nostro anniversario!”

                                                                                                                             

Letizia esclama: “Ma sì! C’ero anch’io! Ero seduta ad una tavolata e mi è caduta la forchetta!…..E seduto di fronte a me c’era Valerio!”

Alessandra: “Vi state suggestionando a vicenda!...Poco fa nessuno ricordava niente e adesso tutti vi ricordate di un brindisi e di una tavolata! E’ improbabile!”

Sergio: “Un momento!...Ho appena avuto una visione di Gervaso con in mano un bicchiere!”

Alessandra: “Gervaso? Gervaso Bolzorelli, il nostro collega di biologia?”

Sergio: “Conosci per caso un altro Gervaso?”

Alessandra: “Beh, allora è proprio un finto ricordo! Nessuno di noi sarebbe andato a pranzo o a cena  fuori con Gervaso Bolzorelli! E’ di una noia mortale!”

Letizia: “Ma sì! Mi ricordo anch’io di Gervaso! Ha recitato anche dei versi, se non ricordo male!”

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

Anna: “ Dai Sergio….e anche tu Letizia…Non facciamo gli ipocriti! Nessuno di noi

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sarebbe uscito a pranzo o a cena con Gervaso Bolzorelli! Non lo sopportiamo!”

Sergio, scrolla le spalle: “Forse era qualcuno che gli somiglia!”

Letizia, arrabbiata: “Ma no! Vi dico che era proprio lui!”

Alessandra esclama: “Oh mio Dio! Forse ho capito chi è stato a rapirci!”

                                                                                                                                

Anna, Sergio e Letizia la fissano.

Anna:” Chi Ale?”

Alessandra: “Alberto Foschetti!”

Sergio: “Vuoi dire il secchione della terza A?”                                                                                                                              

Alessandra: “Sì, proprio lui!”

Letizia esclama: “Ma sì! Forse è stato davvero lui! Un giorno io l’ho sgridato perché risponde sempre anche al posto degli altri…Gli ho detto…Oh mio Dio cosa gli ho detto! L’ho reso ridicolo davanti a tutta la classe!”

Anna: “Oh come sei tragica, Letizia! Ma cosa gli hai detto infine?”

Letizia: “Che se non la piantava di rispondere sempre al posto degli altri durante le interrogazioni, lo avrei accompagnato alla scuola elementare qua di fianco a noi, perché si comporta proprio come un bambino piccolo! Gli altri hanno sghignazzato e fatto battutine…Avrei proprio potuto risparmiarmela, anche perché lui è tra i  ragazzi meno popolari della scuola!”

Dario rientra sul palco e dice a Sergio: “Va’ un po’ tu a cercare nello sgabuzzino, per favore! Valerio mi sta facendo incaz….incavolare!”

Alessandra, in tono sarcastico: “Ma va’?”

Sergio:  “O.k.! Vado io!” Si alza e sparisce nello sgabuzzino.

Dario si siede al posto di Sergio. “Di che state parlando?”

                                                                                                                                   -17-

Anna: “Di Alberto Foschetti e di come tutti lo tormentiamo!”

Dario sospira: “Beh, anch’ io l’ho tormentato il mese scorso!”

Alessandra: “Che cos’hai fatto?”

Dario: “Siccome nelle partite di pallavolo sta sempre in panchina come riserva, l’ho fatto giocare, ma erano più le volte che si faceva colpire dalla palla che tutto e allora la battuta mi è nata spontanea: all’ennesima volta che la palla l’ha preso gli ho chiesto se aveva capito di star giocando a pallavolo e non a palla avvelenata. Lui  è  andato a nascondersi negli spogliatoi mentre i suoi compagni ridevano come matti….Non ne sono orgoglioso, ecco!”

Anna: “Complimenti per la sensibilità, Dario!”

Alessandra trae un grosso sospiro: “Temo di essere colpevole anch’io! La settimana scorsa, durante un compito in classe, l’ho beccato che passava un foglietto con le risposte a Katia, la belloccia della sua classe e….beh, non volendo rovinargli la media dei voti dandogli un  tre per il fattaccio, gli ho strappato il biglietto di mano, ho fatto finta di leggerlo e che fosse un biglietto d’amore e ho esclamato a voce alta: “Le dichiarazioni alla tua bella le potrai fare durante l’intervallo, Foschetti!”….Lui,                                                                   poveretto è diventato rosso come un peperone e gli altri hanno incominciato a ridacchiare e fare commenti…Ho dovuto riportarli all’ordine con la minaccia di un altro compito in classe di lì a due giorni….Però, ripensandoci adesso….e conoscendo i miei “polli”, temo proprio che all’uscita della scuola lo abbiano preso in giro fino allo sfinimento!”

Anna: “Ale!!! Hai battuto Dario per insensibilità!”

Alessandra: “Sì, beh….non ne vado fiera!”

Dario, come colpito da un pensiero improvviso: “,Ma dai! Stiamo parlando d’aria fritta! Come diamine avrebbe fatto Alberto Foschetti, mingherlino ed imbranato com’è, a rapirci tutti e portarci qua dentro?”

Alessandra: “Beh, intelligente, è intelligente….E non gli mancano le risorse….Suo padre è ricco come Creso! Può aver ingaggiato delle persone per fare il cosiddetto lavoro sporco per lui!”

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Dario: “Questo però non spiega come abbiano fatto a portarci qui!”

Letizia: Per me, l’unica spiegazione è che ci abbiano drogato per farci addormentare e poi ci hanno portato via senza troppa difficoltà!”

Anna: “Brava, Letizia! Hai ragione….Può essere andata così!”

Dario: “Ma sì!...Dobbiamo essere stati drogati mentre facevamo quel famoso brindisi con lo spumante!”

Anna: “Scusate! Se fossimo stati in un ristorante, non avrebbero potuto metterci la droga nei bicchieri…Come diamine avrebbero fatto poi a portarci via addormentati, senza che nessun altro cliente se ne accorgesse?”

Letizia: “Magari eravamo in una saletta privata!”

Alessandra: “Ma come è possibile? Ammesso che fossimo tutti assieme in un risto-                                                                                                                         rante, cosa che come ho già detto, io non ricordo, e ammesso anche che fossimo in una saletta privata….Se qualcuno ci avesse drogato, non sarebbe comunque passato inosservato al personale del ristorante mentre ci portava via privi di conoscenza!!! E’ un’assurdità!”

Letizia: “E se avessero pagato quelli del ristorante per tenere la bocca chiusa?”

Alessandra, sarcastica: “Quest’ ipotesi è ancora più assurda dell’altra!”                                                                                                                                   

Letizia, piagnucolosa: “E allora suggerisci tu qualcosa di meglio, intelligentona!”

Dario: “L’idea dell’esser stati drogati, non è comunque da scartare….forse non eravamo in un ristorante ma…..ma…..”

Letizia, interrompendolo: “Eravamo in casa di qualcuno!”

Anna: “Ma sì! Letizia, hai ragione! Qualcuno ci ha invitato a casa sua a festeggiare qualcosa e….”

Alessandra: “Se è così….questo esclude automaticamente IL PALESTRA e Alberto Foschetti…Non saremmo mai andati da loro a festeggiare alcunché!”

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Dario, battendosi una mano sulla fronte: “Il torneo!”

Anna, Alessandra e Letizia lo fissano.


Dario: “Il torneo di pallavolo!...La quinta A ha da poco vinto la partita finale del torneo regionale dei licei contro il liceo “Dante Alighieri!”

Alessandra: “Scusa tanto: spiegami perchè diamine avremmo dovuto anche noi  festeggiare la cosa? Il professore di educazione motoria sei tu, non noi!”

Dario, un po’ risentito: “Beh, capisco che per una sedentaria pantofolaia come te è quasi impossibile comprenderlo, ma può darsi che per gli altri colleghi, il fatto che una squadra di pallavolo della nostra scuola abbia vinto il torneo dopo quasi vent’anni, sia una cosa da festeggiare!”

Alessandra, sarcastica: “E secondo te, a casa di chi sarebbe stato festeggiato un simile evento di portata nazionale?”

Letizia: “Alberto Foschetti, o meglio, i suoi, hanno una villa megagalattica poco fuori città!”

Alessandra: “E Dai, Letizia! Dario ha detto poco fa che Alberto Foschetti è una schiappa a pallavolo! Per non parlare del fatto che lui è nella terza A, non nella quinta!”

Anna: “Scusa, Dario…Senza nulla togliere alla quinta A che ha vinto il torneo di pallavolo, io credo che stessimo festeggiando qualcosa che riguardasse tutti!”

Letizia: “Un compleanno, magari?”

Alessandra: “Il mio compleanno è stato il mese scorso…Qualcuno di voi l’ha appena festeggiato?”

Anna: “No,  il mio compleanno è stato tre mesi fa e quello di Sergio due mesi fa!”

Dario: “Il mio è il mese prossimo…e se non ricordo male…anche quello di Valerio!”

Letizia: “Il mio è la settimana prossima!”

                                                                                                                                   -20-

Anna: “Ma scusate…Guardate un po’ come siamo vestiti…Dario indossa la tuta da ginnastica e io di sicuro non avrei mai partecipato ad una festa in pantaloni. Sapete che al di fuori dell’ambiente scolastico, mi piace vestirmi sempre in modo elegante! E certamente non avrei fatto indossare a Sergio un paio di jeans!”

Alessandra: Sì, vero!…Anche Letizia ed io ci saremmo cambiate….Valerio naturalmente non fa testo perché ad una festa sarebbe andato vestito come ora e….”

In quel momento la luce nello scantinato si spegne e tutti si spaventano. (Resta un minimo di luce per consentire di vedere le sagome dei personaggi che si muovono).

                                                                                                                           

Letizia piagnucolosa: “Oddio che succede ora?”

Valerio: “Per la miseria!”

Anna: “Sergio! Valerio! Tutto bene lì dentro?”

Sergio: “Sì! Tutto ok! Non preoccuparti!”

Anna: “Calmi tutti! Adesso mi alzo e cerco l’interruttore!”

Letizia: Sì, fai in fretta. Detesto il buio!”

Anna: “Ecco! Ci sono! No, la luce non si accende! Devono aver tolto la corrente!”

Dario: “Ehi, lì fuori! Chiunque tu sia, riaccendi subito la luce!”

Alessandra: “Sì, idiota! Riaccendi subito la luce e lasciaci andare!”

Una risata cattiva e sarcastica risponde loro da dietro la porta.

Poi si sente la chiave girare nella toppa e la porta si apre cigolando; dopo di che qualcosa viene gettato con un tonfo sul pavimento.

Letizia urla.

Alessandra: “La porta, la porta! Blocchiamola prima che la chiudano di nuovo!” Si muove e poi grida: “Ma che cavolo…Aiuto….ho inciampato in qualcosa!”

                                                                                                                                   -21-

Dario:” Ti ho preso, stronzo! Adesso vediamo chi sei! Nooo! Accidenti! Si è liberato!”

Letizia grida di nuovo.

La porta viene chiusa di scatto e si sente la chiave girare nella serratura.

Alessandra: “Ragazzi, mi sa che ho cozzato contro un corpo!”

Letizia: “Oh Dio! Moriremo tutti!”

Valerio: “E piantala, oca!”

                                                                                                                                 

D’improvviso la luce si riaccende.

Alessandra, fissando il corpo steso a terra: “Nooo! Ma questo è IL PALESTRA!”

Letizia: “Oh Dio è morto!” E cade a terra svenuta.

Sergio e Valerio, intanto sono usciti di corsa dallo sgabuzzino e sono tornati sul palco.

Valerio, vede Letizia svenuta a terra: “Ecco, almeno non starnazza più!”

Anna, che è accanto a Letizia: “Valerio, per amor del cielo!Piantala e dammi una mano!” E si china a darle leggeri schiaffetti sulle guance.


Valerio le solleva le gambe per mandare sangue al cervello.

Dario e Sergio si chinano su “IL PALESTRA”.

Sergio gli tasta il polso: “Buone notizie: è vivo!”

Dario dà a “IL PALESTRA” degli schiaffi sulla faccia e poi esclama: “Macchè! Questo sembra sotto l’effetto di qualche potente sonnifero!”

In quel momento, però, IL PALESTRA si riprende e rapidamente mette le mani attorno al collo di Dario, gridando: “Io t’ammazzo! Io t’ammazzo!”

                                                                                                                                   -22-

Dario cerca di liberarsi dalla morsa delle mani de “IL PALESTRA”, ma non ci riesce.

Sergio  e Alessandra, che sono lì accanto a loro, cercano di togliere le mani del ragazzo dal collo di Dario, ma non ce la fanno perchè è troppo forte.

Alessandra: “Alvise, smettila!”

Sergio: “Calma, ragazzo calma!”

Alessandra: “Valeriooo! Per la miseria! Muovi il tuo grosso deretano e vieni qui ad aiutarci prima che questo gorillone ammazzi Dario!”

Valerio lascia andare rudemente le gambe di Letizia e corre verso Sergio e Alessandra ad aiutarli. Afferra IL PALESTRA per le gambe tentando di tenergliele inchiodate al pavimento.

Dario riesce a liberarsi e, respirando a fatica si massaggia il collo.

Sergio, Valerio ed Alessandra hanno il loro bel daffare a tenere fermo IL PALESTRA che ruggisce come un toro e guarda Dario con sguardo assassino.

Anna, intanto aiuta Letizia a raggiungere una sedia.

IL PALESTRA, dimenandosi come un matto, mentre gli altri tre continuano a tenerlo fermo sul pavimento: “Quello lì è un uomo morto! Ha tentato di uccidermi!”

Anna, in piedi accanto a Letizia, rivolta a “IL PALESTRA”: “Ma sei matto? Dario ti ha dato solo qualche sberletta per farti rinvenire! Invece di prendertela con lui, dovresti prendertela con chi ti ha buttato qua dentro poco fa!”

IL PALESTRA sempre tenuto dai tre professori, si guarda attorno e ruggisce: “Dov’è? Dov’è quel pezzo di merda?”

Valerio, sarcastico: “Bella domanda, caro! Da un po’ ce lo stiamo chiedendo tutti!”

IL PALESTRA fissa Valerio: “Lei …lei è il professore di geografia!”

                                                                                                                                   

                                                                                                                                   -23-

Valerio, sempre sarcastico: “Complimenti! Un bel dieci per il tuo spirito d’osservazione, ragazzo!” E, visto che IL PLAESTRA non si agita più, gli lascia libere le gambe.

Anche Alessandra e Sergio lo lasciano libero.

IL PALESTRA si mette in piedi e fissa Alessandra e Sergio: “Anche il prof di filosofia e la strafiga d’inglese!...a che cosa sta succedendo qui?”

Valerio ridacchia e, fissando Alessandra: “Bella domanda! Chiediamolo alla strafiga (e calca sulla parola strafiga) d’inglese! Lei sembra sempre avere una risposta per ogni cosa!”

Alessandra, strattona il braccio de IL PALESTRA: “Ehi ragazzo, un po’ di rispetto! Sono una tua insegnante, non una delle tue compagne di classe!”

IL PALESTRA: “Ma prof, perché si offende? Le ho detto che è una strafiga, non che è una racchia! Dovrebbe essere contenta, le ho fatto un complimento!”

Valerio, ridacchiando sarcastico: “E dai, Alessandra! Ti ha fatto un complimento, sii contenta!”

Alessandra guarda prima lui e poi Valerio e poi esclama: “Ma andate a quel paese tutti e due!” E va a raggiungere Anna e Letizia.

 IL PALESTRA guarda Valerio e Sergio e domanda: “Ma che ho detto di male?...Strafiga mica è una parolaccia, no?”

                                                                                                                                

Valerio, sempre ridacchiando: “No, no! Anzi! Strafiga è una bella parola!”

Sergio: “Valeriooo! Ci diamo un taglio?”

IL PALESTRA: “Ecco sì, diamoci un taglio e spiegatemi cosa sta succedendo qui dentro!”

Dario, continuando a massaggiarsi il collo: “Che cavolo ti è preso, deficiente! Per poco non mi strozzavi!”

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IL PALESTRA, in tono tra il vergognoso e il lamentoso: “Ma dai, Prof! Non ho agito con cattiveria! Lei mi stava schiaffeggiando e io mi difendevo! Nessuno colpisce “IL PALESTRA” senza restare impunito!”

Valerio, sarcastico: “Degna frase da tramandare ai posteri!”

IL PALESTRA fissa Valerio e domanda confuso: “Che c’entrano i poster, prof?”

Valerio, ridacchiando: “Ecco, appunto!...Va’ a fartelo spiegare dalla Prof strafiga, va’!”

Alessandra: “Valeriooo!”

Valerio alza le spalle: “Che c’è? Tu sei brava nelle spiegazioni!”

Alessandra afferra un libro dallo scaffale e glielo tira contro.

Valerio si sposta appena in tempo e il libro va a colpire la gamba di Dario.

Dario: “Ahia! Porca miseria! Ma ce l’avete tutti con me, oggi?  Valeriooo, piantala!”

Valerio: “Oh insomma! Che cosa c’entro io? Il libro l’ha tirato Alessandra e  poi…vi piace così tanto il mio nome per urlarlo in continuazione?”

Sergio: “Certo che sei proprio un provocatore, eh? Che sei polemico lo sapevo, ma questa tua vena provocatrice la sto scoprendo adesso!”

Valerio: “Beh, dipende…Dal mio punto di vista sono sempre gli altri a provocarmi!”

Anna: “Basta, voi due, piantatela!....Vediamo invece di escogitare un modo per uscire da qui!”

Alessandra: “Mi sa tanto, Anna, che se usciremo da qui sarà solo grazie a noi donne!”

All’improvviso il locale incomincia a riempirsi di fumo.

Sergio: “Che succede?

                                                                                                                                 

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Alessandra, spaventata: “E’ fumo! Da dove sta venendo?”

Letizia puntando un dito verso la porta: “Entra da sotto la porta!”

Valerio: “Coprite naso e bocca come potete! Presto!”

IL PALESTRA, piagnucola: “Oh Dio! Ci vogliono ammazzare!”

Sergio: “Alvise, Sant’Iddio, sei grande e grosso! Taci e copriti la faccia!”

Il palco si riempie di fumo e tutti i personaggi incominciano a tossire.

Alessandra apre la finestra e poi dice, inframmezzando colpi di tosse: “Ok!....Ho spalancato….la finestra!....Non potremo uscire….ma almeno….potremo respirare!”

Anna, inframmezzando colpi di tosse: “Il rapitore….vuole bruciarci…vivi….qua dentro!”

Valerio, inframmezzando colpi di tosse: “E’ solo un…..codardo!....Non ha il….coraggio….di mostrare la sua faccia…mentre ci uccide!”

Una risata forte e sarcastica risponde da dietro la porta.

Letizia presa dal panico inframmezzando colpi di tosse: “Senti….se è solo….se è solo questione…..di soldi…., dicci quanto vuoi….Ma facci….uscire di qui!”.

La risata sarcastica si fa ancora più forte.

Sergio, inframmezzando colpi di tosse: “Ehi tu….assassino…se….se dobbiamo morire…almeno dicci….di cosa ci accusi!”

Pochi istanti dopo, un biglietto viene infilato sotto la porta e Sergio, che è il più vicino, riesce a vederlo.

Sergio afferra il biglietto ed esclama, sempre inframmezzando colpi di tosse: “Ehi!...Sei proprio….sei proprio un idiota! Come dovremmo….leggere il biglietto…con tutto questo fumo?”

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In quel momento si sente un gran tonfo.

 Dario esclama, inframmezzando colpi di tosse: “Oh Dio… IL PALESTRA è….stramazzato a terra!”

Tutti si affrettano a raggiungere Il PALESTRA , sempre tossicchiando.

Intanto il fumo si sta diradando.

Dario si china e tasta il collo a IL PALESTRA e poi, sempre inframmezzando colpi di tosse, dice: “Il battito c’è….E’ vivo….E’ solo svenuto!”

A quel punto si sente un altro tonfo. Tutti si voltano e vedonoLetizia che è a sua volta stramazzata a terra.

Alessandra ed Anna la raggiungono.

Anna: “Oh, no! Ancora!”

Valerio, sempre inframmezzando colpi di tosse: “Ecco qua!...Bene l’oca e il gorillone …sono di nuovo fuori gioco!...Adesso…Adesso possiamo morire tranquilli!”

Alessandra ed Anna all’unisono: “Valeriooo!”

Valerio, sempre inframmezzando colpi di tosse: “E la volete piantare….Guardate che…..vi faccio pagare un euro….per ogni volta che….che gridate il mio nome!”

Sergio e Dario esclamano all’unisono: “Valeriooo!

Valerio: “Ecco…(e tossicchia)! Appunto!”

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

Letizia rinviene ed Anna l’aiuta ad alzarsi da terra e sedersi su di una sedia.

Alessandra, in piedi accanto ad Anna, a braccia conserte, fissa Letizia con aria torva.

Intanto il fumo è quasi completamente diradato e i personaggi non tossiscono più.

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IL PALESTRA si riprende e riesce un po’ barcollando a raggiungere una sedia vicino a Letizia, continuando a ripetere come un disco rotto: “Sto male! Sto male! Sto male!”

Valerio: “Ehi tu, PALESTRA…Se non la pianti immediatamente mi sfilo una scarpa e te la ficco in bocca!”

Anna: “Valeriooo!”

Valerio: “Si ricomincia a esclamare il mio nome? Ma che cos’ha di così bello?...Un euro a me, grazie!”

Alessandra: “Anna, ignoralo, per favore!”

Valerio: “Sì, Anna, ignorami! Dà tutta la tua attenzione a “miss Perfezione!” (e calca sulle parole “miss Perfezione”)

Sergio: “Vieni qua, Valerio! Aiuta me e Dario a interpretare il biglietto del nostro rapitore!”

Valerio: “Sì! Almeno faremo qualcosa di utile!” (E raggiunge gli altri due uomini)

Sergio porge il biglietto del rapitore a Valerio che lo prende e lo legge in silenzio.

Anna, a voce bassa, ma non troppo, rivolta ad Alessandra: “Ale, ma che cos’ha Valerio contro di te? Cosa diamine gli hai fatto perché abbia tutta questa acredine nei tuoi confronti?”

Valerio, in tono sarcastico: “Anna…Guarda che il sottoscritto ti sente!”

Letizia intromettendosi: “E poi l’oca sarei io, eh? Chiaro perché Valerio è così brusco con Alessandra….Ve l’ho già detto prima…lei gli piace!”

Alessandra, in tono sdegnoso: “Oh taci, Letizia! Valerio è brusco anche con te, ma mica gli piaci!”                                                                                                                                                                                                                                                                  

Letizia: “Beh, forse sì! Forse gli piaccio anch’io, dopotutto!”

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Valerio, scaraventando il biglietto a terra con gesto brusco: “La piantate di starnazzare a vanvera? Non mi piacete affatto! E questo vale per entrambe!”

Letizia scrolla le spalle e risponde serafica: “Oh beh, non importa sai, tanto io sono già felicemente sposata!”

Alessandra: “E io altrettanto felicemente dirò che sono soddisfattissima di non piacerti!”

Sergio: “E adesso stooop! Visto che tutti e tre siete pienamente d’accordo nel non piacervi a vicenda, possiamo darci un taglio e cercare di trovare il modo di andarcene da qui?”

Valerio: “Con piacere, anche se leggere questo messaggio del rapitore (e sventola il biglietto che ha raccolto da terra) non ci porterà molto lontano nell’ intento!”

Alessandra raggiunge Valerio a grandi passi e gli strappa il foglio di mano.

Valerio: “Che finezza!...Ma prego…accomodati!”

Alessandra: “Adesso lo esamino io!”

Anna: “Leggi ad alta voce…Almeno abbiamo qualcosa da fare qui dentro per far passare il tempo!”

Alessandra: “Sono delle frasi scritte in rima!”

Dario: “Beh, in letteratura non sono molto bravo….perciò mentre voi vi dedicate a questo, io tornerò a cercare nello sgabuzzino qualcosa di utile per rompere quella maledetta grata sulla finestra!”

IL PALESTRA balzando in piedi dalla sedia: “Prof, l’aiuto anch’io…Neppure io sono una cima in letteratura!”

Valerio, in tono sarcastico: “Oddio, se proprio vogliamo mettere i puntini sulle i, tu non sei una cima in praticamente nulla, Alvise!”

IL PALESTRA fissando Valerio in cagnesco: “Che cosa vorrebbe dire prof?”

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    

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Valerio: “Dove si trova il Nepal, Alvise?”

IL PALESTRA: Che domanda! In, Sud Africa Prof!”

Valerio: “Ecco…Appunto!”

IL PALESTRA resta lì impalato a fissare Valerio, senza sapere cosa rispondere.

Dario mette una mano sulla spalla de IL PALESTRA. “Dai, andiamo!” lo esorta. Ed entrambi spariscono nello sgabuzzino.

Sergio a Valerio: “Vieni, Valerio! Torniamo alla porta. Prima stavamo per provare a far leva coi cacciavite!”

Valerio: “Sì, andiamo!”

Alessandra ed Anna si siedono sulle sedieaccanto a Letizia.

Alessandra: “O.k.! Noi intanto leggiamo: dunque, vediamo…Le rime sono sette…Anche noi qua dentro siamo in sette….Allora…forse ce n’è una per ciascuno!”

Anna: “Sì…Può essere!....Leggi la prima!”

Alessandra: “Come un pavone ha tante piume, ma nel cervello non c’è lume, sembra proprio di grande bontà, ma quando rifiuta pietà non ha! La sua colpa deve espiare e quindi il dazio dovrà pagare!”

Anna e Alessandra si fissano un attimo e poi esclamano: “Letizia!”

Letizia sussulta sulla sedia su cui è seduta. “Eh? Cosa? Ragazze… Mi state facendo agitare!”

Sergio inginocchiato vicino alla porta:“Come avete dedotto che questa rima stia parlando di Letizia?”

Letizia: “E perché una rima parlerebbe di me?”                                                                                                                                                                                                                                                      

                                                                                                                                  

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Valerio, inginocchiato vicino alla porta, si volta ed esclama: “Oh poveri noi!”

Sergio: “Zitto, tu! Non farla agitare più di quanto non sia già!”

Letizia, fissando prima Anna e poi Alessandra, piagnucola: “Io non so proprio cosa vogliano dire quelle parole!”

Valerio, a Letizia: “Bene, oca: te le traduco io: come un pavone ha tante piume vuol dire che tu ci tieni tanto al tuo aspetto fisico.”

Letizia si alza in piedi, si avvicina a Valerio e lo interrompe: “E che male c’è scusa?”

Valerio, ignorandola, prosegue: “Nel cervello non c’è lume vuol dire che non spicchi per intelligenza….”

Letizia lo fissa a bocca aperta per lo sdegno.

Alessandra: “Certo che tu….sensibilità proprio zero!”

Valerio: “Ho soltanto interpretato quei versi in rima, che peraltro, ed è un particolare non trascurabile,…non ho scritto io…Anche se devo ammettere che, di per sé, li sottoscrivo in pieno!”

Letizia, piagnucolante: “Grazie tante! Allora io, secondo te non sono intelligente?”

Alessandra si alza e si avvicina a Letizia, appoggiandole una mano sulla spalla: “Non ascoltarlo! Sai…lui è sempre il solito egocentrico che apprezza soltanto se stesso!”

Valerio si alza in piedi “Che male c’è?...Perfino Oscar Wilde, nella sua commedia ‘Il marito ideale’, fa dire ad un suo personaggio…testuali parole…. : ‘Amare se stessi, è l’inizio di un idillio che dura tutta la vita’!”

Alessandra: “Sai che cosa dovete fare tu ed Oscar Wilde….andare a….”

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     

Anna si intromette e richiama Alessandra e Letizia: “Ragazze, torna qui, dai! Passiamo al terzo verso della rima…Alessandra rileggilo, per favore…”

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Alessandra e Letizia voltano le spalle a Valerio e tornano a sedersi

Alessandra legge a voce alta: “Sembra proprio di grande bontà, ma quando rifiuta pietà non ha!”

Sergio, rivolgendosi a Letizia: “Hai rifiutato qualcosa a qualcuno di recente, Letizia?”

Letizia: “Eh?”

Valerio: “Ecco! Per l’appunto!”

Sergio gli afferra il braccio e lo strattona. “Piantala, tu!”

Letizia: “Sì, piantala tu!”

Valerio: “Guarda Letizia che sei un’oca, non un pappagallo!”

Di nuovo, Alessandra, Anna e Sergio esclamano in coro: “Valeriooo!”

Valerio, senza scomporsi: “Ottimo! Altri tre euro per me!”

Sergio: “E basta, però!”

Valerio: “Anche voi dateci un taglio nel gridare il mio nome! Sembrate Il Piccolo Coro dell’Antoniano!”

Anna, rivolgendosi a Letizia: “Allora, cara, ignora Valerio e dicci: hai rifiutato qualcosa a qualcuno di recente…che so….un favore, una cosa….Concentrati, per favore!”

Valerio, sarcastico: “Non è una verbo che fa parte del suo vocabolario!”

Sergio: “Ancora??? Ti giuro, Valerio, che se fossi stato un mio alunno, ti avrei già dato un due in condotta, Sant’Iddio! Non sai startene buono neanche per un minuto!”                                                                                                                                

                                                                                                                                

Letizia esclama: “Ah, forse ci sono! La settimana scorsa ho negato a mia suocera di prendere in prestito  la  mia pelliccia di visone….Santo cielo!  Volete dire che può es-

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sere stata lei a rapirci?”

Valerio esclama: “Signore mettimi una mano davanti alla bocca!”

Alessandra, a Valerio: “Sì bravo, morditi le labbra!”

In quel momento Dario esclama dallo sgabuzzino: “Ehi, Valerio e Sergio! Venite a darci una mano….qui nello sgabuzzino abbiamo trovato una gattaiola!”

Valerio e Sergio abbandonano la porta e raggiungono Dario e IL PALESTRA.

-.-

                                                                                                                               

II  ATTO

Si apre il sipario.

Letizia, Anna ed Alessandra sono sedute sulle sedie e stanno ancora guardando il foglio con le rime.

Alessandra sbuffa ed esclama, guardando verso lo sgabuzzino: “Ehi voi là dentro, vi serve aiuto?”

Valerio comparendo sulla soglia dello sgabuzzino: “Voi donne…vade retro! Siamo già in troppi qui…Continuate a trastullarvi con le rime che così magari scopriamo chi è il rapitore!”

Alessandra, furente: “Vade retro? Valerio, ma sei fuori? Come ti permetti poi di dirci quello che dobbiamo fare?”

Le risponde il silenzio. Allora si rivolge ad Anna.

Alessandra: “Anna, giuro che una volta fuori di qui, farò in modo di vedere Valerio il meno possibile!”

Valerio, comparendo di nuovo sulla soglia dello sgabuzzino, esclama: “Ti ho sentito!” E si ritira.

                                     

                                                                                             

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Alessandra, sarcastica: “E allora? Non volevo certo farne segreto!”

Anna, ironica: “Ragazzi, voi due non la raccontate giusta!”

Alessandra, aggressiva: “Che cosa vorresti dire?”

Letizia: “Beh, non è difficile da capire! Anna vuol dire che tu e Valerio vi trovate reciprocamente interessanti, santo cielo!”

Valerio ricompare sul palco: “Mai stato interessato alle strafighe!”

Alessandra con veemenza: “Né io ai misogini! E tornatene subito da dove sei venuto, per favore!”

Valerio: “Non montarti la testa! Non sono tornato per ribattere a te! IL PALESTRA mi  ha mandato a cercare qualcosa di più pesante per allargare il buco della gattaiola!”

  

Alessandra, ignorandolo ostentatamente si mette a riguardare il foglio e legge, sibilando, ad alta voce: “Siete amiche per la pelle e siete pure entrambe belle, ma nel giudicar la gente non vi risparmiate per niente. In questo prive di pietà siete e pagar pure voi dazio dovrete!”

Letizia: “Ma chi è questo tizio…questo Dazio che bisogna pagare?”

                                                                                                                                  

Alessandra ed Anna si guardano in faccia e scoppiano a ridere loro malgrado.

Intanto si sente martellare contro il muro.

Alessandra: “Forse questa rima riguarda noi due, Anna!....Ma allora, anche se le rime sono sette, non c’è n’è una per ognuno di noi!”

Anna: “Sì, sì…Questa rima è su di noi, Ale! Proviamo a pensare… A chi possiamo aver dato un giudizio così brutto a tal punto che questa persona voglia vendicarsi?”

Letizia: “Alessandra dice sempre cose irritanti a Valerio!”

Alessandra, fissandola come se volesse fulminarla: “Ma se hai detto poco fa che gli

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piaccio...deciditi, Letizia!”

Valerio che ha sentito il discorso mentre cerca per il locale: “Sì, e io l’ho smentita dicendo che non è vero!”

Alessandra: “Ah…allora sei stato tu a chiuderci qui dentro?”

Valerio: “Certo che sei idiota forte! Se fossi stato io a rinchiudervi qui tutti quanti, perché cavolo mi ci sarei chiuso anch’io?”

Alessandra: “Uhmmm…Vediamo….magari per non far ricadere i nostri sospetti su di te?”

Anna: “Ma, sì, Ale, hai ragione!”

Valerio, secco: “La vicinanza con Letizia vi ha rincretinito entrambe!”

Letizia, protesta: “Ma insomma, Valerio, che cosa ti ho fatto?”

Alessandra: “Non fartene un cruccio….Le donne a lui danno fastidio solo perché esistono e respirano!”

Letizia, spalanca la bocca e poi esclama: “Vuoi dire che è gay?”

A Valerio sfugge un oggetto che aveva in mano e che va a cadere sul pavimento con un colpo secco.

Valerio esclama: “Ma per la miseria, Letizia! La pianti di aprire quella tua boccaccia solo per darle aria?”

Letizia: “Ma è Alessandra che ha fatto intendere che ti piacevano le persone del tuo stesso sesso!”

Valerio: “Basta! Mi avete scocciato! Starnazzate da sole! Io intanto ho trovato un baule!”

Alessandra: “Sì, ragazze, starnazziamo da sole….e sentite qua che bello starnazzo  vi faccio! (Si mette a leggere un’altra rima): ‘E’ un gran snob spocchioso impenitente e

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degli altri non gliene frega niente. Se per primeggiare, la gente deve schiacciare, senza problemi lo farà ed il sonno non perderà!...Anche lui non potrà evitare, il giusto dazio di pagare.’ Ragazze…non vi ricorda qualcuno questa descrizione?”

Anna ridacchia e annuisce.

Letizia: “No! Chi? Ditemelo! Ditemelo!”

Alessandra: “Oh, sciocca! E’ la descrizione precisa di mister spocchioso Valerio!”

Valerio, inginocchiato per terra, sta armeggiando attorno al baule. Si volta e sibila: “Guarda che quella rima è anche la tua descrizione perfetta!”

Alessandra: “La rima dice un gran snob….E’ al maschile, se conosci l’italiano….La verità offende, caro mio!”

Valerio: “Primo: non sono il caro tuo e secondo conosco l’italiano meglio di te che passi le tue giornate a fingere di parlare in inglese!”

Alessandra stringe le labbra e lo ignora, rivolgendosi invece ad Anna: “Beh, per quanto riguarda Valerio “lo spocchioso”, si farebbe prima a pensare a chi può non avercela con lui che non il contrario!”

Letizia ridacchia. “Questa l’ho capita! E’ vero!”

Valerio: “Ma guarda! C’è qualcosa che forse capisci, Letizia?”

Alessandra ed Anna, all’unisono: “Valeriooo!”

Valerio le ignora. Raggiunge il bancone ed afferra altri due cacciavite. Poi esclama: “Sergiooo!”

Sergio esce dallo sgabuzzino e viene sul palco. “Che c’è?”

Valerio gli tende un cacciavite: “Ho trovato un baule, vieni! Dobbiamo far leva sul coperchio.

Anna ad Alessandra: “Leggine un’altra, Ale!”

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Alessandra: “O.k.! Degli sport è il re incontrastato, ed in questo il suo lavoro ha trovato, ma non perde mai occasione al mio fisico di fare allusione come se i muscoli avessero il vantaggio, di farlo diventare un uomo saggio. Anche per lui momento ci sarà che il dazio pagar dovrà!”

Letizia: “Però ancora non mi avete spiegato chi è questo Dazio!”

Valerio, chino sul coperchio del baule, si volta verso Letizia ed esclama: “E questa sarebbe una professoressa! Santa Cunegonda Vergine, se esisti guarda giù!”

Sergio, chino sul coperchio del baule: “Valeriooo! Concentrati sul baule, per favore!”

Pochi attimi dopo, il coperchio del baule cede alla forzatura di Valerio e Sergio e si apre con un colpo secco.

Valerio: “Ragazzi ce l’abbiamo fatta!....Oh….Miseria nera! Sono solo vecchie stoffe!”

                                                                                                                            

Subito la luce si spegne nello scantinato.(Resta comunque un minimo di luce per permettere di vedere le sagome dei personaggi che si muovono).

Le donne gridano.

Valerio, seccato: “Ancora!”

Sergio: “Anna, amore tutto ok?”

Valerio: “Ssst! Zitti tutti! Non sentite anche voi?”

Letizia, piagnucolosa: “Che cosa?”

Alessandra: “Sì….è come il suono di qualcosa che viene trascinato!”

Sergio: O.k. ! Io sono il più vicino alla porta! Se si apre, agirò!”

Anna: “Fa’ attenzione, però!”

Si sente la chiave girare nella toppa e la porta che si apre cigolando.

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Sergio: “Adesso ti prendo bastardo!”

Si sente un agitarsi di corpi, un sonoro “Ouch!” seguito da un tonfo e subito un altro.

Letizia urla.

Valerio: “Piantala!”

Anna, allarmata: “Sergio, tutto bene?”

Sergio: “Qualcuno cerchi di tenere la porta aperta!”

Si sente una risata stridula e la porta viene richiusa con un colpo secco e la chiave rigira nella toppa.

Alessandra furente: “Stronzo! Chiunque tu sia! E’ facile tenerci rinchiusi qua dentro visto che agisci a luce spenta! Fatti vedere se hai il coraggio!”

Come obbedendo alle sue parole, la luce si riaccende nello scantinato.

Ci sono due uomini stesi a terra, uno è Sergio che si lamenta e l’altro, privo di conoscenza è Gervaso Bolzorelli.

Alessandra: “Ma…ma quello è Gervaso Bolzorelli!”

Anna corre verso Sergio a terra.

IL PALESTRA e  Darioescono dallo sgabuzzino e tornano sul palco.

IL PALESTRA vede i due uomini a terra ed esclama ad alta voce: “Cazz…arola!”

Valerio sbuffa: “O.k.! Anche il nostro sospettato numero due è fuori gioco! E tu Alvise modera il linguaggio!”

IL PALESTRA: “Scusi Prof, ma quando ci vuole, ci vuole!”

Valerio: “Hai ragione! Doppia cazzarola!”

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Sergio, lamentoso: “Ahi! Sono stato colpito con qualcosa di pesante….Che male!”

Alessandra si avvicina a e dice a Dario: “Tastagli il polso dai, vediamo se è vivo!”

Letizia: “Ma certo che Sergio è vivo! Ha appena parlato!”

Valerio: “Non Sergio, Gervaso, oca! Anche questa volta hai perso l’occasione di stare in silenzio!”

Letizia, piagnucolosa: “Sei proprio antipatico, Valerio!”

Sergio intanto cerca di rimettersi in piedi, massaggiandosi il torace e lamentandosi.

Dario, esclama: “Bella notizia: Gervaso è vivo!” E gli dà qualche sberletta sulla faccia.

                                                                                                                                

Valerio, sarcastico: “Bella notizia,….”

                                                                                                                                 

Anna: “Valerioooo!

Valerio: “Eh dai, su! Non facciamo gli ipocriti! Quando abbiamo sospettato che fosse lui il rapitore, siamo stati tutti d’accordo nel dire che nessuno sarebbe mai uscito a pranzo o a cena con Gervaso!”

Alessandra, colpita da un’idea improvvisa: “Se Gervaso stesse fingendo? Magari, è davvero lui il rapitore ed è entrato qui dentro per ammazzarci  uno ad uno!”

Valerio, sarcastico: “Sì ci ammazzerà uno ad uno con la noia mortale che sprizza da tutti i pori!”

In quel momento Gervaso, all’ennesima sberla di Sergio si riprende e lancia un urlo.

Letizia grida a sua volta.

Alessandra: “Cosa succede? Cosa succede? Perché urli?”

Letizia: “Perché ha urlato Gervaso!”

                                                                                                                                 

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Valerio sarcastico: “Eh sì! Quando urla Gervaso bisogna urlare tutti! A chi tocca adesso?”

Letizia: “Sei proprio antipatico! Io me ne vado nello sgabuzzino così non ti vedo più!” E ciò detto, volta le spalle a Valerio e raggiunge ed entra nello sgabuzzino.

Gervaso, con voce impastata: “Dove sono?”

Sergio, intanto si è rimesso in piedi e dice: “Sei qui con noi, Gervaso! Guarda, siamo i tuoi colleghi del liceo!”

Gervaso: “I miei occhiali…Dove sono i miei occhiali? Non vedo nulla!”

Anna: “Saranno caduti in terra….Forza, cerchiamo tutti gli occhiali di Gervaso!”

Sergio: “Eccoli! Sono qui ai miei piedi…però per favore, li raccolga qualcuno al posto mio perché mi hanno dato davvero un brutto colpo e non riesco a piegarmi!”

Alessandra raccoglie gli occhiali e poi li porge a Gervaso: “Toh, Bolzorelli, mettiteli!”

Gervaso: “Sei tu Alessandra?”

Valerio, sarcastico: “Purtroppo per te sì, Bolzorelli! E’ lei!”

Gervaso afferra gli occhiali ma invece di indossarli si guarda attorno: “Chi ha parlato adesso? Sei tu Valerio? Non ci vedo!”

Valerio, con impazienza: “Inforca quegli aggeggi che hai in mano invece di fare “Il cieco di Sorrento”!”

Gervaso mette gli occhiali e poi si guarda attorno di nuovo, esclamando ad alta voce: “Sergio Anna, Letizia, Valerio, Alessandra, Dario e…. IL PALESTRA! Ma che cosa sta succedendo? Cosa fate tutti qui?”

Valerio, sempre sarcastico: “Domande da un milione di dollari!”

Gervaso: “Un momento…Adesso ricordo….Ho bevuto qualcosa e mi sono addor-

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mentato….E poi….E poi mi sono svegliato in questo posto brutto!...Voi!....Voi mi avete drogato! Che cosa volete da me? Che cosa intendete farmi?”

IL PALESTRA muove qualche passo verso di lui dicendo:” Si calmi, prof! Noi non vogliamo farle niente! Siamo tutti sulla stessa barca! Hanno drogato anche a noi e ci hanno rinchiuso qui dentro! Stiamo cercando di liberarci! Ci dia una mano!”

Gervaso, arretra da seduto: “Fermo lì! Fermo, ho detto! Tu…Tu Alvise sei il peggiore di tutti loro…Sempre a fare le battutine su di me durante le ore di lezione!”

IL PALESTRA si ferma e protesta: “Le battutine le faccio durante le ore di lezione di tutti i prof!”

Gervaso, arretrando ancora e fissando IL PALESTRA in cagnesco: “Nooo! Non è vero! Ci godi un mondo a prendermi per i fondelli!”

IL PALESTRA si stringe nelle spalle e mette le mani in tasca.

Intanto Gervaso continua, fissando i colleghi uno ad uno: “E anche tu,  tu, tu e tu! Tutti voi! Sempre a deridermi ogni volta che apro bocca! Chi cavolo vi credete?”

Valerio: “Oh cielo! Siamo finiti in pieno dramma Shakespiriano!”

Gervaso lo fissa e sibila: “E tu, Valerio! Sempre sarcastico, sempre  con  quello                                                                                                                                 sguardo da prendere in giro!...No! Non m’ingannate….Lo so che siete stati voi a rapirmi…O magari mi state solo filmando e poi metterete tutto questo su You Tube per farmi fare la figura del fesso!”

Anna: “Nessuno qui vuol farti fare la figura del fesso, Gervaso! Anche tu rammenti di aver bevuto qualcosa, non è così?...Alcuni di noi si ricordano di una tavolata e di aver fatto un brindisi!”

Gervaso: “Un brindisi?”

Dario: “Sì…Mi ricordo che avevi in mano un bicchiere!”

                                                                                                                                  

Letizia: “E io che tu hai recitato dei versi!”

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Gervaso: “No…io non ricordo….Un momento…. Sì….mi sembra di ricordare una scena…Io ero in piedi e stavo dicendo qualcosa in rima e mi sono accorto che Valerio rideva a più non posso!”

Letizia: “Sì, lui ride sempre alle spalle degli altri!”

Anna: “Ti ricordi qualcos’altro?”

Gervaso scuote il capo negativamente e poi esclama: “Ma sì! C’era anche Possenti!”

Alessandra: “C’era anche il preside?...Ne sei sicuro?”

Gervaso: “Sì…sì…Era accanto a me…e sì, era seduto ad un lungo tavolo!”

Sergio: “Beh questo apre nuove possibilità!”

Valerio: “Vale a dire?”

Dario: “Che potrebbe essere lui il nostro rapitore!...Ci ha invitato a cena e poi ci ha rapito!”

Tutti gli altri lo fissano attoniti mentre rimuginano sulla cosa.

Valerio: “Non è possibile! Non saremmo mai andati fuori a cena con il preside…E’ noioso quasi quanto Bolzor….”(S’interrompe ricordandosi che Gervaso è lì).

Gervaso sarcastico: “Continua Valerio…Finisci la frase, non essere timido! Lo so cosa pensate di me voi tutti qui dentro!”

Alessandra, sarcastica:  “Sì, Valerio. Non essere timido! Con noi donne non lo sei!”

Valerio: “Oh, insomma, Bolzorelli! Lo sai anche tu di essere noioso!”


Alessandra, Anna; Sergio e Dario all’unisono: “Valeriooo!”

Valerio: “Non fate gli ipocriti! Anche voi lo trovate noioso!”

Gervaso, sarcastico: “Eppure, a quanto pare, ci siete venuti tutti a cenare con me!...E

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comunque, se non sbaglio, si stava facendo l’ipotesi che sia stato il preside a rapirci…”

IL PALESTRA: “Beh, a me il preside mi odia Prof…All’inizio dell’anno scolastico ha trovato bucate le gomme anteriori della macchina e ha accusato me!”

Valerio, spazientito: “Oh, basta! A me non interessa un accidenti capire chi ci ha rapito! Non so voi, ma personalmente sono stato rinchiuso qua dentro per troppo tempo! Voglio andarmene!”

Il PALESTRA: “Si accomodi prof! Il martello è là nello sgabuzzino…Io, con i miei muscoli non sono riuscito ad allargare il buco nel muro e col fisico che si ritrova lei….(e lo fissa con aria sprezzante) penso proprio che non combinerà un caaa…..un cavolo!”

Valerio si avvicina allo scatolone in cui Anna aveva trovato il manubrio da palestra, lo afferra e si avvicina a IL PALESTRA, dicendogli sarcastico: “Con questo forse riuscirò a combinare un caaa…volo?”

IL PAESTRA fissa il peso sorpreso. “Quello è mio!”

Valerio, con tono inquisitore: “Scusa, ma come fai ad essere sicuro che questo attrezzo sia proprio tuo e per giunta, come farebbe un tuo manubrio da palestra ad essere finito qui? Spiegacelo, avanti! Pendiamo tutti dalle tue labbra!”

Gli occhi di tutti si fissano su IL PALESTRA.

IL PALESTRA si schiarisce la gola: “Ecco….me l’ha sequestrato il preside all’inizio della scuola…Una mattina ero arrivato in ritardo…Appena sono entrato nell’atrio, lui mi è zompato addosso come un avvoltoio e mi ha portato in presidenza…Non so perché abbia avuto questa idea, ma mi ha fatto svuotare lo zaino…Dentro c’era uno dei miei manubri da palestra nuovi. Lo avevo portato per mostrarlo ai miei amici a scuola. Lui ha detto che si trattava di un’arma impropria che non poteva essere portata in classe e perciò me l’ha sequestrato e ha promesso che me lo avrebbe ridato a fine anno scolastico!”

Alessandra fissandolo con attenzione: “E…per caso…non è che le gomme anteriori dell’auto del  preside sono state trovate bucate proprio quel  giorno  o  qualche giorno

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dopo?”

IL PALESTRA si dondola sui due piedi con fare agitato: “E va bene, prof! Mi ha beccato! Le gomme gliele ho bucate io!...Però lui non aveva il diritto di tenersi il mio manubrio nuovo! Io ce l’avevo bisogno per usarlo con l’altro che avevo lasciato a casa!”

Sergio: “O.k. ragazzi questa è evidenza: a rapirci è stato il preside!”

Letizia, piagnucolando: “Ma perché?...Non gli abbiamo mai fatto niente di male!”

Dario tossicchia imbarazzato. “Ehmmm….Scusate….In effetti…io spesso lo prendo in giro per il suo fisico non molto prestante….Faccio battutine che a me sembrano innocue…ma probabilmente….”

Alessandra, si intromette interrompendolo: “Proprio come nella rima!”

Dario: “Come?

Alessandra legge dal foglio: “Non perde mai occasione al mio fisico di fare allusione!”

Anna: “Va bene! Ci ha rapito il preside!”

In quel momento la luce si spegne nuovamente (lasciando comunque un minimo di visibilità in modo che si possano vedere le sagome dei personaggi che si muovono).

Tutti lanciano un grido.

Si sente girare la chiave nella toppa e la porta aprirsi cigolando.

Valerio, furente: “Ragazzi, stavolta prendiamolo, per Dio!”

Sergio grida: “Ce l’ho! L’ho preso! Auchhh!”

Anna, grida: “Tesoro! Tutto bene? Tesoro! Rispondi!”

Sergio, dolorante: “Sì…almeno credo…Ho preso…ho preso un pugno tremendo

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sull’orecchio destro!”

Alessandra: “Ci sono! L’ho preso! L’ho preso io!”

Valerio: “E mollami Alessandra! Hai preso me, non il rapitore!”

Letizia, piagnucolante: “Ho pauraaa! Aiutooo! Sono qui sola nello sgabuzzinooo!”

Valerio: “Chiudi quella ciabatta, oca!”

Dario: “Ecco! L’ho afferrato!”

Valerio: “Seee!!! Dario, sono sempre io!”

Alessandra arrabbiata: “E allora togliti di mezzo, idiota!”

In quel momento si sente la porta richiudersi cigolando e la chiave nella toppa girare.

Anna: “No! Non di nuovo chiusi dentro!”

Le luci si riaccendono e un nuovo corpo è steso sul pavimento privo di conoscenza.

Tutti lo fissano ed esclamano, increduli, all’unisono: “Il preside???!!!”

Valerio, sarcastico: “Perfetto! Un’altra teoria che va a putt….a farsi friggere!”

Letizia, intanto esce dallo sgabuzzino e, gridando, si lancia tra le braccia di Anna.

Valerio la fissa con disgusto.

Dario: “Non ci capisco più niente! Ma chi cavolo è stato a rapirci, allora?”

Sergio: “Io a questo punto avrei giurato che si trattasse proprio del preside Possenti!”

Valerio, guarda tutti i presenti nello scantinato: “Qualcuno non la racconta giusta!”

Alessandra fissandolo con durezza: “Cioè?”

Valerio: “Uno di noi, preside compreso, sta fingendo!”

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Anna: “Ma dai, Valerio, non è possibile! Siamo stati tutti drogati!”

Valerio, con ostinazione: “Uno di noi può aver finto di esserlo stato!”

Alessandra: “Anche tu!”

Valerio: “Senti, svampita…Se fossi stato io, sarei stato così fesso da sollevare questa possibilità? Non sarei forse stato zitto?”

Letizia: “Forse l’hai detto perché vuoi confonderci!”

Valerio, in cagnesco: “Tu continua a fare l’oca che ti riesce bene!”

IL PALESTRA: “Oh, però il prof ha ragione!”

Letizia, in tono di rimprovero: “Alvise, un po’ di rispetto! Già è grave che il collega continui a dirmi che sono un’oca, ma da un alunno non lo accetto!”

IL PALESTRA: “Ma no, professoressa! Ha capito male! Intendevo dire che forse il prof ha ragione quando dice che uno di noi sta fingendo di essere una vittima e invece ci ha rapiti tutti!”

In quel momento dei lamenti arrivano dal preside.

Come per tacito accordo, tutti fanno cerchio attorno a lui.

Preside Possenti, ancora sdraiato, si porta una mano alla testa e dice: “Ahi! Che botta!” E fa per alzarsi.

Valerio, avanza di un passo ed agita in modo minaccioso il manubrio da palestra che ha in mano: “Non si azzardi ad alzarsi in piedi, preside!”

Preside Possenti, mettendo le mani in avanti: “D’accordo! D’accordo! Sto seduto! Però devo darvi un messaggio!”

Sergio, affiancandosi a Valerio: “Un messaggio? Quale messaggio?”

Preside Possenti: “Di quel pazzo là fuori!”

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Alessandra: “Chi è? Ci dica chi è!”

Preside Possenti: “Non ne ho la più pallida idea!”

Alessandra, sarcastica: “Ma come! Deve per forza conoscerlo! Lui ci conosce tutti!”

Preside Possenti: “Non l’ho mai visto in vita mia!”

Anna: “Oh, insomma! E’ assurdo! Com’è possibile? Deve per forza trattarsi di qualcuno che conosciamo!”

Preside Possenti: “Probabilmente è il genitore di un alunno!”

Letizia: “Sì…Può essere così!”

Alessandra: “Ma dai! Letizia, le hai sentite anche tu le rime! Chi ci ha rapito è una persona vicina a noi….che ha a che fare con noi tutti i giorni!”

Letizia: “Perchèèè?”

Valerio: “Mettiamole un bavaglio, via!”

Anna: “Letizia, hai sentito le rime….Parlavano di noi…La persona che le ha scritte si è sentita offesa da come noi la trattiamo!”

Preside Possenti: “Ascoltatemi, per favore…C’è poco tempo….Quell’uomo là fuori, prima di darmi un colpo in testa e portarmi qua dentro, mi ha detto che devo far leggere una frase ad ognuno di voi e….beh…farvi un video con questa piccola videocamera mentre la leggete!”

Valerio, fissando il preside Possenti in cagnesco: “Io non parteciperò a questa follia!”

Preside Possenti: “Dovrete farlo tutti, altrimenti non uscirete da qui!”

Valerio: “Perchè dovremmo? Lei non è compreso, signor preside nel, ….chiamiamolo, “pacchetto”? (e calca sulla parola pacchetto).

Preside Possenti: “Il mio compito è registrare il video e portargliela!”

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Dario: “Scusi, preside, se noi non facciamo questa cosa, rimaniamo chiusi qui dentro…e a lei cosa succederebbe?”

Preside Possenti: “Che domanda! Rimarrei qui prigioniero anch’io!”

Sergio, in tono sbrigativo: “Quali sarebbero queste frasi che dovremmo leggere?”

Preside Possenti estrae un foglio ripiegato dalla tasca interna della giacca.

Valerio, sarcastico: “Vedo che lo teneva al sicuro quel foglio…Aveva paura di perderlo?”

Dario: “Non rompere, Valerio! Facciamo questa cosa e sia finita! Così almeno potremo tornarcene a casa!”

Anna: “Sono d’accordo! Avanti, preside, legga queste frasi!”

Preside Possenti, spiega il foglio e si schiarisce la voce: “Allora, la prima è per la professoressa  Letizia  Gambarelli  e  dice così: “Letizia  sono  stata chiamata  e  sono un’oca paten….”

Letizia, interrompendolo: “Oh, ma questa è una congiura! Perché tutti mi chiamano oca?”

Valerio ridacchia: “Vediamo…..Forse perché lo sei?”

Letizia, piagnucolosa: “”Beh, io non leggerò mai una cosa del genere!”

Dario: “E invece la leggerai, cara mia! Tutti leggeremo il nostro pezzo e finalmente andremo via!”

Alessandra: “Ragazzi, ma non capite: lo scopo di tutto questo è mortificarci pubblicamente…Probabilmente il video finirà sui social networks o su you tube!”

Dario: “Non me ne frega niente! Preside, dia qua la mia frase, avanti!”

Preside Possenti: “E’ la terza partendo dall’alto!”

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Dario: “O.k.! Allora prepari la videocamera e registri pure!”

Preside Possenti smanetta con la videocamera e poi dice: “Pronto! Legga pure!”

Dario si schiarisce la voce e legge: “A tal punto il mio corpo ho pompato da parer perfino dopato e anche se gli altri guardo con disprezzo, sono io invece a fare ribrezzo. Sono tutto muscoli e assai poco cervello e nel parlar corretto faccio sempre un macello!”

Preside Possenti, in tono soddisfatto: “Perfetto! E una registrazione è fatta! Chi si offre ora?”

Dario, lamentoso: “Certo che ci è andato giù pesante!”

Sergio, battendogli sulla spalla: “Dai Dario, chi se ne frega di cosa pensa questo! E’ solo la sua opinione!” Poi si rivolge al preside: “Possenti, registro la mia frase!”

Preside Possenti: “Bene! Prenda il foglio dal suo collega e cerchi la sua!”

Sergio prende il foglio da Dario e scorre le righe. “Ah, ecco dev’essere questa….Sì indubbiamente è questa!...Sì....è cattivella….O.k. Inizio a leggere!.... Sono da un po’ molto svagato e a mia moglie sto sempre appiccicato. Non penso più col mio cervello da quando son divenuto il suo fiore all’occhiello! Chi l’opinione mia conoscer vorrà, dovrà chiederla alla mia dolce metà!”

Preside Possenti: “Ottimo! Un’altra registrazione fatta!”

Anna, arrabbiata: “Certo che questo tizio è proprio stronzo!...Insinuare che mio marito sia diventato un’idiota senza cervello da quando mi ha sposato!”

Sergio, circonda le spalle della moglie con un braccio: “Fregatene Anna. Come dicevo prima, questa è solo la sua opinione e nel video si vede che stiamo leggendo! Quindi chiunque vedrà la registrazione capirà che quel che diciamo ci è stato scritto da qualcun altro….Forza, leggi la tua frase, dai!”

Anna: “Dammi quel foglio!”

Sergio le passa il foglio e lei scorre le frasi: “Ho trovato la mia...D’accordo preside,

registri!”

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Preside Possenti: “Legga pure!”

Anna: “ Mi do molte arie e mi credo assai bella, ma ho la cellulite e non solo quella. Ho una gran puzza sotto al naso e a poche persone faccio davvero caso. Quindi se non ti considero interessante, ti tratto alla stregua di un verme strisciante.”

Preside Possenti: “Fatto! Via con la quarta registrazione…Chi legge ora?”

Alessandra: “Va bene! Leggerò io…anche se mi pare che lei, preside, se la stia godendo un po’ troppo questa faccenda!”

Preside Possenti, in tono risentito: “Non è colpa mia se quest’ingrato compito è stato inflitto a me!”

Alessandra getta un’occhiata fulminante al preside; poi prende il foglio che Anna le porge, scorre le frasi, emette un grugnito ed esclama: “Avanti registriamo quest’assurdità!” E legge: “Ben so d’esser affascinante e di arie me ne do tante. Guardo giù dal mio piedistallo e tutti cerco di trovare in fallo. Nessuno mai è alla mia altezza e di persona non me ne piace mezza.”

Valerio sghignazza soddisfatto alle sue spalle.

Alessandra se ne accorge e gettandogli il foglio in faccia, gli dice in tono di sfida: “Ridi, ridi! Vediamo cosa devi leggere tu!”

Valerio si toglie il foglio dalla faccia e scorre le frasi fino a che trova la sua. Impreca a fior di labbra e getta per terra il foglio con furia.

Alessandra emette una risata sarcastica:”Ride bene chi ride ultimo, eh?”

Sergio: “Valerio, raccogli il foglio e leggi!Lo dobbiamo fare tutti e come ho già detto poco fa, quella è solo l’opinione di uno stronzo qualunque!”

Valerio raccoglie il foglio e ringhia verso il preside: “Registri, avanti!” E poi, di malavoglia legge: “Convinto son d’essere la misura del mondo, e disprezzo tutti in modo profondo. Sono un misogino impenitente, ma pure con gli uomini sono fetente. Una scortesia  ho sempre pronta da rifilare, a chi  per  sfortuna vicino  a  me si trova a                                                                                                                                 

                                                                                                                                   

                                                                                                                                   -50-

passare.”

Alessandra, sarcastica: “Valerio spiccicato!”

Valerio fa un passo verso Alessandra con aria truce.

Alessandra indietreggia e si nasconde dietro a Sergio.

Sergio: “Valeriooo! Piantala, dai!”

Valerio: “Dillo a quella lingua biforcuta che hai alle spalle!”

Preside Possenti: “Professoressa Gambarelli…siete rimasti lei e IL PALESTRA!”

IL PALESTRA sorpreso: “E io che cosa c’entro, preside?”

Preside Possenti: “Caro il mio PALESTRA, se sei chiuso qua dentro anche tu…probabilmente un motivo ci sarà, no?...C’è una frase anche per te!”

                                                                                                                           

IL PALESTRA: “Io proprio non ci capisco niente!”

Valerio sarcastico: “Quando mai ci hai capito qualcosa!”

Il PALESTRA, guardando Valerio in cagnesco: “Cos’ha detto, prof?”

Valerio fa per parlare, ma Anna gli mette prontamente una mano sulla bocca.

Dario, toglie di mano il foglio a Valerio e lo passa a IL PALESTRA, dicendogli: “Leggi, ragazzo, leggi!”

IL PALESTRA: “Di fisco è gran….”

Preside Possenti, esclama: “Stooop!...PALESTRA leggi le parole giuste!”

IL PALESTRA, lamentoso: “Ma le ho lette giuste!”

Preside Possenti: “Hai letto fisco e invece dovevi leggere fisico!”

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Alessandra, avvicinandosi a IL PALESTRA: “Dai, ti aiuto io! Riprova!”

                                                                                                                         

IL PALESTRA: “O.K., Prof!....Di fisico è grande e rosso e….”

Preside Possenti,  furente: “Stooop!  Dovevi  leggere  grosso, non  rosso!  G R O S-

S O! Capitooo?”

IL PALESTRA: “Oh preside, insomma! Io sono dislessico! I prof qui lo sanno tutti! Possibile che lei non lo sappia?”

Anna sussurra ad un orecchio di Valerio: “Non pare anche a te che il preside se la stia prendendo un po’ troppo a cuore?...In fondo a lui che importa se leggiamo le parole giuste, basta che porti il video al rapitore, no?”

Valerio: “Già e poi come mai sembra conoscere le parole delle rima del Palestra?...Forse è lui che le ha scritte e, se è davvero così….”

Anna finisce per lui: “Allora è lui che ci ha rapito!”

Valerio annuisce: “E prima non era svenuto…E’ stata tutta una messa in scena!”

Preside Possenti arretra qualche passo, passa la videocamera dalla mano destra a quella sinistra e poi con la destra tira fuori una pistola dalla tasca della giacca.

Letizia urla e gli altri sussultano.

Preside Possenti: “Adesso, nessuno di voi si muove…Il primo che ci prova prende un colpo in testa…E badate che non scherzo…Mi alleno al poligono di tiro due volte la settimana!”

Alessandra: “Perché tutto questo, preside?”

Preside Possenti, ignorandola, si rivolge a IL PALESTRA: Adesso ragazzo, leggi quella maledetta rima e vedi di non sbagliare!”

IL PALESTRA fissa la pistola come ipnotizzato.

Preside Possenti urla: “Hai sentito cosa ti ho detto?”

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Alessandra: “E’ sotto shock, non vede?”

Preside Possenti: “Beh, fate qualcosa! Devo registrare la sua frase!”

Dario batte fortemente con la mano sulla spalla de IL PALESTRA.

IL PALESTRA si riscuote ed esclama: “Ahi!”

Sergio a IL PALESTRA: “Dai, leggi qui!”

IL PALESTRA: “Ma prof, quello ha una pistola!”

Alessandra: “L’abbiamo vista tutti! Ma devi leggere, avanti!”

Preside Possenti urla: “Sbrigati! Sto perdendo la pazienza!”

IL PALESTRA, spaventato: “O.k.! O.k.!”

                                                                                                                                 

Preside Possenti: “Bene! Vedo che sei spaventato, Alvise! Hai perso tutta la tua baldanza, adesso, eh?...Avanti, leggi!”

IL PALESTRA legge: “Di fisico son grande e rosso…”

Preside Possenti, isterico, sventolando la pistola: “Nooo! Per la miseria devi leggere grosso, non rosso! Quante volte te lo devo dire!”

IL PALESTRA, ancora più spaventato: “Va bene: grosso!”

Preside Possenti: “Ricomincia da capo!”

Alessandra: “Se non si dà una calmata, il ragazzo si confonderà ancora di più e sbaglierà di nuovo!”

Preside Possenti spostando la pistola verso Alessandra: “La pianti di fare la “so tutto io”…In questi anni mi ha letteralmente rotto le scatole!”

Valerio: “In questo non so darle torto, preside!”

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Preside Possenti: “Zitto anche lei! Mi avete rotto tutti! E tu Alvise, rileggi la frase!”

IL PALESTRA: “Io non leggo un bel niente! So che sbaglierò ancora e lei dopo mi spara!”

Preside Possenti, urla: “Ti sparo se non leggi, idiota!”

Sergio: “Facciamo così PALESTRA, io ti dico parola per parola in un orecchio e tu la dici ad alta voce così il preside farà la sua registrazione e sarà soddisfatto!”

Preside Possenti: “Fate come vi pare! Basta che vi sbrigate!”

Sergio allora inizia a sussurrare le parole all’orecchio de IL PALESTRA.

IL PALESTRA ad alta voce: “Di fisico son grande e grosso, che altro dirvi di me posso? Sono un disastro come studente, in tutte le materie non valgo niente. Nella vita non farò nulla di buono e sempre resterò l’idiota che sono!”

Preside Possenti: “Ottimo…E adesso tocca alla Gambarelli!”

Sergio toglie il foglio dalla mani de IL PALESTRA e lo passa a Letizia.

Letizia: “Io leggo la rima, ma dissento da tutto quello che dice!”

              

Preside Possenti: “Non me ne frega un ca….appero se dissente, Gambarelli! Basta che legga!”

Anna sussurra a Letizia: “Leggi, dai!”

Letizia tira un sospiro e legge: “Letizia  sono  stata chiamata  e  sono un’oca patentata, la matematica dovrei insegnare, ma solo casini riesco a fare. I miei studenti dovrebbero insegnare a me, quel che sulla mia materia da sapere c’è!”

Preside Possenti, in tono soddisfatto: “Finalmente!”

Valerio, in tono sprezzante: “Adesso che ha tutte le sue amate registrazioni…Ci dica perché ci ha rapiti e come ha fatto!...Questo almeno ce lo deve!”

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Preside Possenti, sarcastico: “Io non vi devo proprio un bel nulla!...Perché l’ho fatto è presto detto: siete gli insegnanti e l’alunno più odiosi della scuola e da quando sono preside, non solo non avete mai perso l’occasione di sbeffeggiarmi, ma mi avete sempre dato un sacco di gatte da pelare!”

                                                                                                                                  

IL PALESTRA esclama: “Ma quali gatte, preside? Io sono perfino allergico al pelo degli animali!”

Preside Possenti a IL PALESTRA: “Ecco! Lo vedi quanto sei ignorante, Alvise? Neanche i modi di dire capisci!”

Letizia, piagnucolosa: “Ma perché rapirci?”

Preside Possenti: “Per prima cosa per farvi spaventare…e poi così sarebbe stato più facile farvi registrare queste belle frasi che metterò sul sito della scuola!”

Alessandra: “Lo sa che una volta fuori di qui noi la denunceremo, vero?”

Anna: “Ale, temo che il preside non ci lascerà mai andare!”

Preside Possenti: “Oh, non intendo uccidervi…Voglio solo farvi perdere il rispetto dei vostri alunni…E poi vi lascerò qui dentro fino a che qualcuno non vi troverà…Intendo indire una piccola caccia…al tesoro sul sito della scuola. Darò alcuni indizi e chi li risolverà arriverà fino a voi…Dovete solo sperare che ad arrivare non siano gli studenti sbagliati…eh, eh, eh! In quanto a denunciarmi…fate pure…tanto io a scuola non ci tornerò più….Qualche mese fa ho vinto all’enalotto e ieri ho appena riscosso la vincita che mi permetterà di avere una vita da nababbo lontano da qui!...Perciò la vostra denuncia cadrà nel vuoto, perché da stasera sparirò!”

Dario: “E come ha fatto a rapirci?”

Preside Possenti: “Al termine del Collegio Docenti di ieri pomeriggio, vi ho invitato a cena a casa mia dicendovi che vi avrei proposto un modo onesto di guadagnare una bella sommetta di denaro….Non dubitavo che avreste abboccato proprio tutti…So che  Sergio ed Anna hanno un mutuo sulla casa, che Letizia, ha il vizio di giocare alle slot machines del bar sotto casa sua e suo marito ha minacciato di mollarla se non smette. Alessandra passa gran parte del suo stipendio a sua sorella per le costose cure

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sperimentali del nipotino e Valerio ha di recente messo l’anziana nonna con l’Alzheimer in una casa di riposo lussuosa!...E quanto a IL PALESTRA, so che sogna di comprarsi una moto grossa, ma che suo padre non vuole passargli… “la grana”…come dice lui!”

Siete venuti tutti e vi ho accolto con un bicchiere di spumante corretto con una certa polverina che vi ha fatto addormentare come sassi e ha dato il tempo a me e Gervaso di trasportarvi qui nello scantinato.”

Mentre parla, tutti i professori e IL PALESTRA si guardano.

Valerio: “Un momento….E Gervaso Bolzorelli? Perché lui non ha dovuto leggere la rima?...E adesso che ci penso…Dov’è finito?...Qualcuno di voi l’ha visto dopo l’arrivo del preside?”

In quel momento, la porta dello scantinato si apre cigolando e Gervaso entra.

Gervaso: “Ottima osservazione, Valerio!...Eccomi!” E si mette di fianco al preside.

Valerio, sarcastico: “Certo! Siete d’accordo! Dovevo immaginarlo!”

Letizia: “Ma…ma come ha fatto ad uscire fuori se era chiuso qui dentro?”

Valerio: “Semplice, ochetta! Lui è uscito quando si è spenta la luce ed il preside è entrato!”

Gervaso, sarcastico: “Già…E una volta tanto, il non essere mai notato da voi perdenti, mi ha permesso di uscire indisturbato e far riaccendere la luce quando il preside è entrato così tutti avete pensato che fosse stato rapito anche lui!”

Alessandra: “Le hai scritte tu vero le nostre rime?”

Gervaso: “Certo, carina! Vi sono piaciute?”

Sergio: “E tu cosa ci guadagni da tutta questa storia?”

Gervaso scrolla le spalle: “Una bella rivincita su di voi che mi avete sempre snobbato e lasciare l’insegnamento per andare altrove ed iniziare una nuova vita all’estero come il preside! Mi ha dato una bella fetta della sua vincita! Eh, eh!”

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Anna: “Non vi sarà possibile farlo! Una volta usciti di qui, noi vi denunceremo per sequestro di persona e vi arresteranno!”

Preside Possenti: “Oh ma per quell’ora noi saremo già lontani…Ed in ogni caso…..Ci siamo procurati dei documenti falsi. Nuova vita, nuova identità!...E adesso…con il vostro permesso…o anche senza..eh,eh,eh….noi ce ne andiamo!”

Dario: “Ragazzi….Noi siamo in tanti….Fermiamoli, dai!”

Preside Possenti, punta la pistola contro Dario ed esclama con sfida: “Certo, voi siete in tanti…ma io ho la pistola…E’ sicuro di voler provare a fermarmi…Lei sarebbe il primo a morire!”

Sergio: “Non fare stronzate, Dario! Ti ricordi Stefano, il collega siciliano che insegnava matematica prima che arrivasse Letizia?....Anche lui frequentava il poligono di tiro e una volta mi ha detto che aveva visto il preside fare degli splendidi centri!”

Preside Possenti: “Sì, Sergio…dica a Dario di stare calmo!” Poi si rivolge a Gervaso Bolzorelli: “Gervaso indietreggia pian piano verso la porta ed aprila!”

Gervaso obbedisce.

Preside Possenti indietreggia a sua volta e poi con rapidità chiude la porta dietro di sé.

Tutti si precipitano per cercare di impedirgli di chiuderla, ma non riescono e la chiave gira nella toppa.

Letizia, piagnucolosa: “Sarà vero che ci lascerà qui senza farci del male?”

Alessandra scrolla le spalle: “Beh, se avesse voluto ucciderci, lo avrebbe fatto poco fa…Lui era armato e noi no!”

Valerio: “Forse vuole farci morire di fame e di sete!”

Letizia: “Oh Dio, no!”

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Anna: “Ma dai, Valerio! Sicuramente ci troverà qualcuno…Non ha detto che metterà sul sito della scuola degli indizi per trovarci?”

Valerio: “Potrebbe anche non farlo…Magari metterà solo le nostre registrazioni …e allora, chi ci troverà?...Avete visto com’è isolata la sua casa…Ci sono passato davanti una volta, anni fa…Lui oggi se ne va e….”

Letizia scoppia in un pianto isterico. “Mio marito è fuori città per lavoro! Tornerà la settimana prossima”.

Alessandra, Anna e Sergio in coro: “Valeriooo!”

Dario dà una sberla a Letizia.

Anna dice: “Qualcuno vedrà le nostre macchine parcheggiate fuori ed in ogni caso, i nostri parenti, quando non avranno avuto notizie di noi per qualche giorno, si metteranno in allerta!”

IL PALESTRA: I miei genitori purtroppo sono andati a Madrid da mio fratello che è là per l’Erasmus…Torneranno a casa solo tra una settimana….”Poi si rivolge a Valerio: “Prof…Dove ha messo il mio manubrio? Voglio provare ad allargare il buco della gattaiola!”

Valerio: l’ho posato a terra quando dovevo leggere la rima…Eccolo là dietro!”

IL PALESTRA va a raccoglierlo, raggiunge la gattaiola nello sgabuzzino ed inizia a dare colpi con il manubrio.

Dario: “Vado ad aiutare IL PALESTRA.

Alessandra ed Anna si vanno a sedere accanto a Letizia.

Valerio fissa Sergio e dice in tono rassegnato: “Mi sa che non usciremo da qui tanto presto!”

Quasi a smentire le sue parole si sentono dei passi di corsa e poco dopo una voce d’uomo esclama da dietro la porta: “Letizia, amore sei lì dentro?”

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Tutti fissano attoniti la porta.

Letizia balza in piedi dalla sedia ed esclama: “Sì, orsetto, sono qui!” Poi dà un rapido sguardo a tutti gli altri ed aggiunge: “E’ mio marito!”

Valerio, pur sollevato, recupera il suo sarcasmo: “Come? Non era orsetto? (E calca sulla parola orsetto).

Letizia: “Sì, sì! E’ lui! Ma….Non dovrebbe essere qui…Doveva tornare solo la settimana prossima!”

La chiave nella toppa viene girata e la porta viene spalancata bruscamente.

Letizia abbraccia il marito, poi lo guarda ed esclama: “Orsetto! Come mai sei già tornato?”

Marito di Letizia: “C’è stato un problema in ditta e mi hanno richiamato con urgenza. Quando finalmente sono tornato a casa, tu non c’eri ed era già molto tardi!”

Alessandra fa la domanda che è sulle labbra di tutti: “Ma come ci ha trovato? Il preside e Bolzorelli sono  appena andati via. Non possono aver già caricato le nostre registrazioni sul sito della scuola!”

Marito di Letizia: “Ho fatto un paio di telefonate ed una bidella mi ha detto di aver sentito alcuni di voi parlare di una cena per questa sera a casa del preside. Mi sono fiondato qui e l’ho incrociato poco fa sulla scala. Mi ha puntato contro una pistola. Io ho atterrato lui e l’altro tizio che lo seguiva. Ho raccolto la pistola e anche una chiave che avevano perso e son venuto a cercarvi!...Poi ho sentito le vostre voci”.

Letizia scostandosi dal marito: “Bravo orsetto! Ci hai salvati tutti!”

Marito di Letizia: “Ma perché il preside ha cercato di spararmi? E’ impazzito?”

Letizia: “Oh, orsetto caro! E’ una storia lunga. Ti racconterò tutto a casa!”

Sergio: “Ragazzi, ce ne vogliamo andare di qui prima che quelli si riprendano?”

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Dario: “Sergio ha ragione…Forza, diamoci una mossa!”

IL PALESTRA rivolto al marito di Letizia: “Lei ha il cellulare? Perché a noi li hanno levati….Bisogna chiamare i carabinieri!”

Marito di Letizia: “Certo! Subito!” Compone il numero e chiama i carabinieri.

IL PALESTRA intanto dice a Dario: “Prof, noi andiamo ad accertarci che quei due siano fuori gioco?”

Dario: “O.k. Andiamo…Bisognerà anche cercare qualcosa per legarli!”

IL PALESTRA e Dario escono di scena. Si sente uno strano trambusto.

Tutti si guardano interdetti e poco dopo IL PALESTRA e Dario rientrano nello scantinato. “IL PALESTRA trascina il preside svenuto tirandolo per le ascelle e Dario porta allo stesso modo Gervaso Bolzorelli svenuto: “Li abbiamo rimessi k.o. appena in tempo!”

Tutti si avviano all’uscita dello scantinato lasciando i due svenuti sul pavimento.

Valerio a IL PALESTRA : “Bene, Alvise, ora potrai riposarti e riprenderti in tempo per la verifica scritta di geografia di lunedì prossimo!”

Letizia: “Ah, sì…ricordati anche dell’interrogazione orale di matematica!”

IL PALESTRA : “Oh, no! Non è giusto! E pensare che ho fatto di tutto per farvi uscire di qui!”

Valerio: “Puoi sempre prendere il tuo zaino e andare in Nepal…A proposito, dove si trova?”

IL PALESTRA: “Ancora, Prof? E’ in  Sud Africa!”

Valerio: “Ecco, appunto!” (E visto che Valerio è l’ultimo ad uscire dallo scantinato, chiude la porta dietro di sé.)

FINE

Autore: Mariadonata Ciceri                             e-mail:    donata.ciceri@alice.it

Registrazione S.I.A.E.  (Sezione D.O.R.) - Protocollo nr. 202/16