Shakesperiamo che vada tutto bene

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SHAKESPERIAMO CHE VA TUTTO BENE

di LUIGI GALLI

Commedia in dialetto milanese in due atti

PERSONAGGI

Rosa:               La madre di Gino, moglie di Carlino e quella che in casa comanda.

                        Signora attorno ai 55 anni, piuttosto ben messa. Veste come una massaia, grembiule                       e ciabatte, mantenuti anche sotto al cappotto quando esce per fare la spesa.

Carlino:           Marito di Rosa e padre di Gino. Succube della moglie, ècontrario alla vendita del                          terreno, cosa che invece vorrebbe Rosa. Alto, smilzo, capelli grigi, della stessa etàdi                      Rosa, veste comodo e con delle pantofole, il berretto portato sempre in testa.

Gino:               Figlio di Rosa e Carlino. Ragazzo sulla trentina, con grossi problemi di pronuncia.              Ma, strano ma vero, i suoi problemi scompaiono quando parla in dialetto. Il suo                                    sogno èquello di recitare Shakespeare e gira sempre in casa vestito da Amleto, anche              quando sopra a questo costume porta quello di Otello o del frate, ecc.

Berta:              Zitella amica/nemica di Rosa. Abitano nello stesso cortile. L’etàèattorno alla                                 cinquantina - comunque un po’piùgiovane di Rosa - mentre gli abiti sono piùo                             meno quelli di Rosa, anche se con un po’piùdi eleganza apparente.

Gina:               Altra amica/nemica di Rosa, ma, a differenza di Berta, sposata con Tarcisio e con                           una figlia, Mariolina, in etàda marito. Per l’etàe i vestiti vale quanto detto per Berta.

Mariolina:        Figlia di Gina e Tarcisio. Forse ex promessa sposa di Gino, ora libera e ansiosa di                           accasarsi. Magra, della stessa etàdi Gino, veste normalmente, ma necessariamente                         con la gonna.

Tarcisio:           marito di Gina e padre di Mariolina. Èun muratore per il quale esistono solo due                            cose: il lavoro e il Milano. Èattorno alla cinquantina, come la moglie, anche se                                portati sopra a una bella pancia e ad abiti da lavoro.

Postino:           Sardo, giovane (la stessa etàcirca di Mariolina), prestante. Entra ed esce sempre                             canticchiando. Èinnamorato di Mariolina, ma teme Tarcisio. Veste come un postino,                     con divisa e cappello.

Giovanni:        Èil becchino comunale. Veste un grembiule nero durante il primo incontro con il                            postino, mentre nella scena della dichiarazione veste normalmente. Ha la stessa età                         del postino.

Lo Gatto:        Il primo dei due furfanti. Giovane, elegante, dalle belle maniere, veste bene e ha un                       modo di parlare caldo e convincente.

la Volpe:          Altrettanto elegante di Lo Gatto, ma con vestiti portati male, occhiali spessi,                                  impacciato e goffo. Entrambi sono abbastanza giovani.

Fantasma:        Èlo spirito della mamma di Rosa. Camicia da notte bianca, cuffietta e candela in                           mano. Anziana, con i capelli bianchi che escono dalla cuffia.

PRIMO ATTO

SCENA 1

(Gino, Rosa, Carlino)

            II sipario si apre sulla casa di Rosa e di Carlino. Entra in scena, vestito da Amleto e con il classico teschio in mano il loro figlio Gino. Gino vorrebbe fare l'attore, ma non riesce a                        parlare italiano perchési emoziona. Allora vorrebbe riuscire a tradurre tutto Shakespeare in   dialetto. Recita il monologo d'Amleto.

Gino                Essere o non essere.

                        Stàal mond o lassàla pell ...

                        Vardee che l'èon tribuleri, vardee che l'èon spuell.

                        El saràmej spettàche te riva in sol coo la stanga del carell,

                        o, invacci, ingerniss, e buttàin ari boeu e tornarell?

                        Morire, dormire... niente più.

                        Sta chi: a taccàlitt, strapenaa, taccaa su…

                        L’èforsi mej indormentass a dessedàs pù.

                        Morire, dormire…Dormire…Sognare, forse…forse!

                        Ma l’èquest chìel disaster pussee gross:

                        finii de stàal mond, se l’èche te salt adoss?

                        Perchéstàchi a sopportàde …diventàvegg,

                        quei che te ciappen per el nas, quei che te tiren i oregg,

                        sopportài prepotent, i barlafus, i cafù,

                        quei che te dìsen “te voeri ben”, incoeu, e doman gh’hinn giamòpù?

                        Perchéfàfadiga e termentass, se, cont on cortèll

                        mi podi stàquiett e destaccàl’anima de la pall?

                        Chi l’èche el voraria stàchìa patìe sudà

                        se l’èminga per la paura del quèll che el troeuva de là?

                        Inscì, la conoscenza, cont el dubi de la ferma:

                        forsi l’èmej stàmal un poo adess, chì, che poeu, de là, patìin eterno!

            (Entra Rosa, la mamma, che rimane a guardarlo)

                        Ma silenzio: arriva la dolce Ofelia.

                        Ricordati di me nelle tue orazioni.

Rosa                Alter che oraziòn: a ti, gh’éde menatt a Lourdes! Oh gent, vardee come l’èconsciaa.                     Descantet, va a cambiass e damm indree la mia calzamaglia, che doman gh’hoo de                         andàal mercaa e  el fàanmòfregg. E te foo vedèmi a damm de l’Ofelia! Ogni                               offellee el fàel sòmestee, e mi hoo fina venduu ona manzetta per fàche seret                           promss, quand te studiavet de elettricisra: quindi al alvoro, sciagurato!

Gino                Ma mamma: era Shakespeare.

Rosa.               Shakesperemm che te la mocchet de fàel ciola e che te cambiet svelt. (Gino esce)                          L'èpropri nassuu de venerdì. Vardèche razza d'on fioeu che m'ècapitaa: balengh                                come sòpà! Ma almen, el mèomm, l'èinscìperchèel bev. L'hoo faa studià, gh'hoo               trovàon post de lavorà, e che ringraziament a gh'hoo? Semper a sconfòndes denter in                    di quei liber lì. Te gh'hee trent'ann, mètt el coo a post, disgraziaa! E pensàche l'è                                 figlio unico: visto i risultati del primo esperimento ho preferito lasciar perdere. Se                               l'era per el mèomm, gh'avevi chi una squadra de ballòn. Sapete, lui èun tipo                                     mediterraneo, un tipo focoso; ma ghi smorzi mi, quei fiamm lì! All'inizi l'era divers,                        ma... si sa: el prim'ann amor e bas; el second patej e fass, el terz me giri e te vardi pù;                      el quart quanto mai che t'hoo cognossuu! Tel lìvà, el mandrillo de la bassa padana              ch'el riva. Vegn avanti cretino.

Carlino            Carlino, non cretino, Carlino. Te sbagliet semper a dìel me nomm Rosaa. A gh'hoo                        idea che te set adree a perd la memoria. Come quella volta che t'hee lassaa avert el                     gas intanta che seri buuaa gio sull'ottomana.

Rosa                Quello èstato uno sbaglio!

Carlino            Lassà avert el gas?

Rosa                No lassàaverta la finestra! Altrimenti... il metano ti da una mano. (Rosa esce)

Carlino            Quanti te diset quei robb chi... quand te me tratet inscì... me vegn un gròpp... a me                         vegn voeuia de sentiss mal per el dispiasè: svengo. (Fingendo di svenire, si sdraia sul                     divano e subito si mette a russare)

SCENA 2

(Gino, Rosa, Carlino)

            Entra vestito do Cassio, con un lenzuolo a mo' di toga e un serto d'alloro. Recita indicando           Carlino su divano e rivolto al pubblico.

Gino                Amici, romani, concittadini: son qui per seppellire Cesare, non per lodarlo.

                        Quand on omm el moeur, spèss se ricordom se l'ha faa del mal. El ben el sotterom              cont lù, stemm lìminga a contall.

                        Il nobile Bruto el dis che Cesare l'era no tropp onest.

                        Se l'èinscì, gite l'hann faa pagà, l'hann consciaa per i fest.

                        Mi, chi, cont el permess del Bruto, omm d'onor,

                        voeuri parlàdel Cesare, el mèamis miglior.

                        Bon con mi, sinccr e giust, uomo di cuore.

                        Bruto dice ch'era ambizioso. E Bruto èun uomo d'onore.

                        L'ha fàa tanti guerr, un sacch de presonee.

                        Cont i riscatt l'hàa impienii Roma de danee.

                        Ambizios, per quest?

                        I pover piangeven e Cesare cont lor.

                        Ma Bruto dice che era ambizioso, e Bruto l'èomm d’onor.

                        A la festa, tre volt gh'hoo dàla corona e tre volt l'ha ditt de no.

                        Ma Bruto el dìs che l'era ambizios: Bruto, uomo d'onore, se discutta no.

                        Mi parli no per mètt in dubbi quel che Bruto l'ha ditt,

                        Ma per fav savèquel che so mi.

                        Ghe vorevov tucc ben: adèss piangii no?

                        Dove avii miss la reson, dove l'èche avii miss el coo?

                        Scusemm, ma el me coeur l'èchi, sotta ai sòpee.

                        E gh'hoo de fermass un attim, a spettàche el vegna indree.

                        Rosa (Entrando) Mett subit a post i lenzoeu e mett giòel làor che gh'hoo de droal per                    fàde mangià!

Gino                Ma mamma èShakespeare!

Rosa                Shakesperemm che te cambiet. Mett giòel coo, troeva una quai trolega come ti e fà f                     oeura ona specie de famiglia.

Gino                (toglie la toga e, sotto a questa porta ancora i vestiti di Amleto) Vanità, il tuo nome è                     donna…

Rosa                Gino: dev rivàgent; famm on piasè: vai a giocare sulle rotaie del treno! (Gino esce.                        Rivolta al marito) Andemm, fàno finta de sentiss mal per fatt carorà! T’el see che                          adess deven vegnìchìi mediator per vend quell tocch de terra là, quell che gh’èmm                     in valàda. Lazzaro, alzati e cammina.

Carlino            (Si alza, lamentandosi) Guàrdee cossa l’ècostrett a fàun pover omm per fass un                            sognett.

Rosa                Pover omm te seet un pover omm. Ma l’èminga che ti te feet on sognett: te see                              semper indorment.

SCENA 3

(Rosa, Carlino, Lo Gatto, La Volpe)

            Bussano alla porta i due imbroglioni. Si fingono mediatori di terreno, ma vogliono                         solamente imbrogliare Rosa e carlino acquistando la loro terra per poco e rivendendola a                     molto. Dei due imbroglioni, uno èsveglio, l’altro èun po’piùlento.

Lo Gatto         (Entrando) Permesso? Si può?

Carlino            A dir la veritànon si potrebbe ma se proprio volete…

Rosa                Tas, che hinn chìper famma guadagàun poo de danee. Prego, prego, che si                                    incomodino.

Carlino            Mi quell tocch de terra làel vendi nò. A gh’èsotteraa el mècan.

Rosa                Ti t'el vendet, se te voeuret no fàla fin del to can.

Carlino:           Ti te gh'avariet el coragg de mazzamm?

Rosa:               Te doo tant de chi bott che ghe voeur la scientifica per capìchi l'èche te seet!

Carlino            Oh che robba grossa! Crudele! Podi pùandàavanti inscì. Farò una rivoluzione, una                        rivoluzione francese.

Rosa                T'hann cuntaa la storia de la Carlotta e del Marat?

Carlino            Mi, quand a voo al gabinet, a sari semper su tusscoss ...

Rosa                Ben, ti quell tocch de terra làt'el vendet, se te voeuret pagàel mutuo de la cà.

Carlino            Guàrdee che robba: quei de la mutua ti e vedet mai, ma quei del mutuo ti e càscet                          foeura della porta e poeu vegnen dent de la finestra. Pegg di formigh.

Lo Gatto         Come va signor Carlo? E lei, signora Rosa, come sta? Sempre piùbella, vero?

Carlino                        Io non vado troppo bene, ma anche la sua vista mi sembra che... fa Battista.

La Volpe         A mio cugino si è abbassata la vista e ha dovuto mettere gli occhiali sulle ginocchia.

Rosa                Non dateci retta, a mio marito. In effetti sono piùbella, da quando uso Frufrux, il                          sapone per le stelle.

Carlino            Io uso giùs, il profumo delle stalle.

La Volpe         Io uso "Nientanissun", per l'uomo che non chiede mai.

Carlino            Bravo, non chieda niente, quella lìèla porta: prendere e andare.

                        Toeu su e mena.

Lo Gatto         Signora: vedo che suo marito non èben disposto nei nostri confronti. Lei lo sa, vero,                      che noi vogliamo il suo bene? Lei lo sa, vero, che vicino alla vostra proprietàdovrà                  passare la strada? Lei lo sa, vero, che molto probabilmente il terreno sarà                                           espropriato? Noi lo facciamo nel vostro interesse ma se voi non volete ...

La Volpe         Si, sì, noi lo facciamo nel nostro interesse, ma se non volete ci perdiamo un sacco di                       soldi ...

Lo Gatto         (Dàuna gomitata al socio) Il mio collega voleva dire che ci perdete dei soldi. Sapete,                     si immedesima troppo nella parte del cliente che, in questo caso, siete voi.

Rosa                Capisco, capisco.

Carlino            Oeu! L'èuna capisona, lee! Capissi de chi, capissi de la... tutta la càumida!

Rosa                Tas! Quel terreno lìfaceva 13 quintali di grano. Di "grana", quanti ne fa?

Lo Gatto:        Diciamo alla pari, 13 milioni. Èun prezzo di favore, che facciamo solo per voi,                               perchésiete gente simpatica ...

Carlino            Una simpatia... simpaticom propi!

La Volpe         Un prezzo speciale per voi. Altrimenti sarebbe molto piùalto ...

Lo Gatto         (Interrompendolo) Il tasso d'inflazione sulla percentuale del reddito minimo annuo                        per l'acquisto di proprietàagricole colte, semicolte, incolte e riparametrate. Il tasso                   d'inflazione, sarebbe piùalto, il tasso d'inflazione. (Asciugandosi la fronte e dando                una gomitata al socio)

Carlino            Io ho fatto il vaccino tetanico e l'inflazione non la prendo, nanca cont i ciòd ruggin!                       E poeu... Mi quella terra là, la vendi no. Gh'èsepolto il mio cane.

Rosa                Non dateci tratto, èun po' indietro. Èun sentimentale: a ghe manca el sentiment! Ma                     parliamo del valore effettivo, non di quello affettivo. Non vi sembra un po' scarso?

La Volpe         Oh certo, molto scarso ...

Lo Gatto         (Gomitata al socio) Voleva dire scarso per un terreno edificabile, ma la vostra è                              un’appezzatura di terreno che molto probabilmente verràespropriata dalla regione,                         che vi darebbe molto meno. Comunque eccovi i documenti necessari: voi controllate                    tutto con calma. Ci vediamo la settimana prossima per la firma del contratto, dal                                    notaio. (Al socio) Dagli le carte.

La Volpe         (Tirando fuori un mazzo di carte) Cosa facciamo: briscola? Scopa? Sette e mezzo?

Carlino            Bravo. Te fai il mazzo che io taglio. Voo a toeu el motosega…

Lo Gatto         Calmo, calmo. (Fermandi Carlino che stava uscendo) Ecco qui. (Prende dei                                    documenti dalla borsa e glieli porge)

Carlino            (A Rosa) Mi che la terra làla vendi no! Hoo sotterraa làel me can.

Rosa                Tas, che a fagh semper ciappàaria ai dent, marsciss la dentera.

Carlino            Va a cà, nana. L’èbella franca, la mia prostata.

Rosa                Scemo, se di protesi.

La Volpe         A mio cugino hanno fatto un ponte, ma non con gli scalini, come quello di Robecco.

Rosa                Lu, ma che razza de parent l’èch’el gh’ha? Sono tutti cosìtirati arento?

Lo Gatto         Non si dia pena, signora mia bella.

Carlino            Oh, che bestema!

Lo Gatto         Non si dia pena. L’importante èche siano sani affari. Arrivederci alla prossima                               settimana, dal notaio. (I due imbroglioni escono di scena)

                       

            Si chiude il sipario

SCENA 4

(Lo Gatto, La Volpe)

            I due imbroglioni si portano sul proscenio. Dietro al sipario si prepara la scena del cortile.

Lo Gatto         Ma sei scemo? A momenti ci facevi scoprire.

La Volpe         Perché?

Lo Gatto         Come perché! Perchénoi lo sappiamo benissimo che quel terreno diventerà                                    edificabile, dato che la strada passeràa 50 metri da lì, ma loro non devono saperlo,                        bestia.

La Volpe         Ah, ho capito... no, non ho capito! Ma scusa, noi che cosa ci guadagniamo?

Lo Gatto         Comperiamo il loro terreno a 13 milioni e poi lo rivendiamo a 130 milioni. Te capì?

La Volpe         Ma, allora, siamo disonesti?

Lo Gatto         No, siamo soltanto un po' piùfurbi di questi paesanotti. E poi dicono che "il                                   contadino, piede grosso e cervello fino"! Piùche fino èquasi inesistente!

La Volpe         Anche il mio cugino il cervello glielo hanno dato come optional.

            Il socio lo spintona fuori ed escono entrambi.

SCENA 5

(Gino, Gina, Berta, Mariolina, Postino, Rosa)

            Il sipario si apre sulla scena del cortile. Entra Gino e, con la faccia tinta di nero e con                     qualche tappeto sulle spalle a mo' di mantello, recita un monologo dell'Otello.

Gino                Voeuri no trà via el so sangh, saria on peccaa.

                        Ne la sua pell, bianca come ona tomba, podi no roinà.

                        Perògh’hoo de mazzala, lussa la viv a podi pù

                        se no, sul mèelmo, chissa se la me cascia su.

                        Sont decis! Foo on poo de scur, smorzi la candila ...

                        La candila... se me pentissi podi pizzala ancamò, anca stasira.

                        Dopo smorza a la toa lus, modell de la natura,

                        dovèpizzal anmò, vardee che l'èdura.

                        Una volta che ho spento te, Desdemona mia,

                        podi ciappài solfa nei e trai via.

                        Appena che la rosa, da la pianta, cont un taj t'hee divis,

                        te podet fàquell che te voeuret, ma la passiss.

                        Allora usmi el tòprofumm, profumm che incanta,

                        adess che te see chì, anmò per pocch, sulla tua pianta.

                        Oh, che profumm, el me va al coo, el me conscia come un Geremia.

                        El pòconvinc la Giustizia a ciappàla spada e trala via.

                        Un bacio. Un altro ancora. Anmò on alter e fann trii.

                        Quand t'avaroo mazzaa, per piasè, resta inscì.

                        Guàrdee che robba: dovèmazzat e voret anmòben...

                        Damm on basin, l'ultim, e inscìhoo faa el pien.

                        Mi piangi, ma hinn lacrim de cattiv:

                        per Desdemona che moeur e dann la mort a chi sta viv.

                        Ma, si sveglia ...

Berta               (Entra Berta, una delle comari del cortile. Entrando) No grazie, non compero niente,                      ci ho giàtutto, pronta di andare in giro a vendere anch'io.

Gino                Ma Berta, sont mi, el Gino!

Berta               (Tra se') Savevi che i so eren consciàmal, ma al pont de vend i tappee per tiràinnanz                     no, però.

Gino                Sto facendo Otello, il moro di Venezia, di Shakespeare. (Mentre continua a recitare                       in scena)

Berta               (Tra sé) Shekesperemm che almen lùel riessa a vend in quaicoss. Mah, povera gent.

           

            Entrano Gina e Mariolina. Gina èla mamma di Mariolina.

Gina                Ti, chi l’era quella faccia tencia là? Mi ha fatto venire un patema d’animo…

Berta               L’hooo mangiaa ier el patè, d’oca però, no d’aneda. Comunque quell lìl’era ul fioeu                      del la Rosa. El va in gir a vend i tappee per fàsu on poo de danee. El m’ha fina ditt                 la marca: spaccia nè, me par che ghe disen…Shakespeare.

Gina                Shakesperemm de consciass no inscìanca numm. Guàrdee gent: fàel mutuo per toeu                     la càa savède vess minga bonn de pagal. Quella famiglia lìgh’ha minga bisogn del               barbee: gh’hann minga de coo!

Berta               L’èlù, che l’ha bevuu foeura tuscoss!

Gina                L’èlee, che tutti i fognit je troeuva!

Berta               La Rina la m’ha fina ditt, in tutta confidenza, che adess la dev vend la terra, per fà                        saltàfoeura on quaicoss. Oè, tel disi in segreto, fa no come la Ninetta, che ghe l’hoo                      ditt ier sira e incoeu, in del prestinee, el saveven giamòtucc!

Gina                Ciombia! L’era giamòuna stria prima, figurmess adess, che anca de mudand ghe                            n’ha do para: voeùna adoss e l’altra al foss.

Rosa                entra in scena con la borsa della spesa.

Rosa                Buongiorno donne. Di che stavate sparlando?

Gina                Serom adree a parlàde la “Febbre d’ardore”. Te l’hee vist ier? Èstato bellissimo!

Berta               Beautiful!

Gina                No, Febbre d'ardore. Il protagonista ha comprato una casa ma non èstato capace di                       pagarla. E allora ci e toccato di vendere anche la moglie e i figli per quattare giù i                           debiti. (facendo l'occhiolino alla Berta).

Berta               Sì, l'èvera. Ha venduto anche un pezzo del ranch per pagare quei mutui lìgrossi che                      fanno in Merica. (Occhiolino)

Gina                Meno male che chìa succeden no chi robb lì. (Occhiolino)

Rosa                Ben, mi voeuri savènient de quei stupidad lìde la television. Gh' hoo i me de                                problema. Mi gh'hoo i fastidi magher, minga quei grass, come vialter dò! (Esce)

Berta               T'hee vist me la ghe tacca? La malalingua batte dove il dente duole.

Gina                Ti, le la gh'avràanca i fastidi magher, ma el sòomm l'èbel gras sott!

Berta               L'èno grass, l'èsgonfi: da' beve a dai fastidi. Mi el soo no se i de bit tegnen past, ma,                    a quanto pare, viven domàde quei!

Gina                E ti pensa che mi vorevi quasi combinàla mia tosa con el sòfioeu. Ma adess...                                voeuri no che quell lì el vegna a taccàsu el cappell in càmia. Proeuva a cercà de                             comprendom: la Rosa e el sò omm gh'hann giamòuna bella età; se d'ereditàghe                             lassen chìcio mài debit... voeuri no vedèla mia tosa che la se strascia de lavoràper                mantegnìi alter.

Berta               Te fee ben, tosa, te fee ben. E poeu, lùel gh'ha giamòona bell'età. Quanti ann l'è                           ch'el gh'ha?

Gina                Trenta.

Berta               Oh, oramai l'èvegg. E la tua tosa quanti ann l'èche la gh'ha?

Gina                L'ède la stessa leva, trenta anca lee.

Berta               Oh, l'ègiovina anmò. Te se matta a sposala inscìprest?

Gina                Per quel l'èvera. Anca se mi sont stada previdenta e la clota ghe l'hoo giarnòtutta                          preparada.

Postino            (Entrando) Scusate: il signor Carlo Brambilla?

Berta               Bell robb che te cerchet! Non c'èe se c'èècome se non ci fosse.

                        Puttòst: ch'el staga attent alla soa donna: l'èona belva.

Gina                Ona belva foeura de la gabbia.

Berta               Foeura de la grazia di Dio.

Gina                Foeura de coo ...

Rosa                (Da fuori, mentre spintona dentro Gino, ancora vestito da Amleto) Foeura di ball!

           

            Nel frattempo il postino comincia a lumare la figlia di Gina.

Gino                (Entrando, alla mamma) Ma mamma: era Shakespeare.

Rosa                Shakesperemm che te cambìet! Ma oramai l'ètardi: se te guaris sett de testa, el                               gambon el te resta. E poeu, me piasaria savèchi l'èsto Shakespeare.

Gino                Il grande drammaturgo inglese!

Rosa                Ingles, anca. Hinn minga assee tucc i lazzaron che gh'èchi, anca i ingles el va a                               toeum! Fatt ona compagnia chi taccaa: a Casterna, a Mesar, a Cuggionn: lassa stà                          l'Inghilterra! E lassa stài drammi turgidi: te gh'hee minga di amis che fann i                                    meccanich, i magutt, i prestinée…insomma, mestee utile, che renden!

Gino                No! Ho in me il sacro fuoco dell’arte!

Berta               Sentivi mi on cald…

Gino                Il sipario saràil mio sudario.

Berta               Te vedet ch’el suda?

Gino                Io porteròsulle scene il gobbo di Londra, il principe di Danimarca, Arlecchino,                              Cesare, Coriolano... Mio, questo pubblico, che con me riderà, piangerà, soffriràed                         esulterà. Perchésono io, l'istrione!

Berta               Mi, se gh'avevi on fioeu ch'el parlava inscì, ghe vongevi la lengua con la colla.

Gino                Io da grande sarò...

Rosa                Morto: Anzi: pussee ancamò! Ricordati, in nove mesi ti ho fatto, in nove secondi ti                        disfo! Se te vedi ancamòuna voeulta inscìmascheraa, te deesfi. Guai a tì, se te vedi                      ancamòconscia a come on scemo. (Gino esce) Noeuv mes, noeuv mes sont stada                             mal, per colpa sua: ma l'era domàel prologo. Quanto temp, quanto temp che hoo traa                 via. E vialter, coriosoni, andéa càvostra, che l'èmej. Donne di malaffare. (Esce)

Gina                A chi donne di malaffare?

Rosa                (Da fuori) Pépépépé...

Berta               L'affari l'ha faa el to onm. El credeva de toeu ona donna e inveci l’ha tolt la fanfara                       di bersaglier.

Berta e Gina, fingendo di suonare e correndo, escono di scena.

SCENA 6

(Mariolina, Postino, Berta, Gina, Tarcisio, Carlino, Rosa)

            Sono soli in scena Mariolina e il postino.

Mariolina         Sono content di averla conosciuta.

Postino            Anch'io.

Mariolina         Éstato un piacere.

Postino            Anch'io.

Mariolina         Ma adesso devo andare.

Postino            Anch'io.

Mariolina         Io mi chiamo Mariolina

Postino            Anch'io.

Mariolina         Eh?

Postino            No, cioè, insomma... Aristide mi chiamo io, Aristide Pieru.

Mariolina         Che bel nome. Lei che cosa fa?

Postino            Beh, come si puòdire, sono un letterato, ho un lavoro di responsabilitàin comune...                       ho una certa corrispondenza... ho il mio bel posto... piccolo, un postino anzi, se vuole              una raccomandata,

                        ehm, una raccomandazione.

Mariolina         Grazie. Lei e molto carino.

Postino            Anche lei èmolto carina.

Mariolina         Ma... possiamo anche darci del tu.

Postino            No! Davvero?

Mariolina         Se vuoi... possiamo darci del tu.

Postino            Tu.

Mariolina         Tu.

Postino            Tu.

Mariolina         Tu.

Postino            Tu, tu, tu, tu, tu ...

Mariolina         Occupato?

Postino            Libero, liberissimo. E... tu?

Mariolina         Beh, io... visto che... il Gino... Ma sì, libera, libera.

Postino            Allora posso sperare che ...

Berta               (entrando) Gina l'èchi la toa tosa. La s'èperduda minga. Anzi ...

Gina                (Arriva di corsa) Mariolina dov'eri, che pensavo che ci venivi dietro, invece eri                               rimasta indietro. Cosa sei dietro a fare?

Mariolina         Stavo parlando con un mio amico ...

Postino            (A Gina) Mamma!

Gina                Mamma a chi l'è?

Berta               Lù, l'ha bevuu in del stess biccer del Gino?

Postino            No, veda: èche per me sua figlia èstata il raggio di sole che squarcia le nubi, un                             fulmine a del sereno, il rombo di tuono, il vento che spazza il cielo, la pioggia di                             marzo, argentina, che batte ...

Berta               Signor, come el cambia svelt el temp, al dìd'incoeu! L'èun parent del Bernacca?

Postino            Quindi non voglio dire adesso, so che èpresto, ma... quando ci saremo conosciuti                          meglio... fra due o tre giorni... se lei dice sì, la voglio impalmare.

Berta               Ah! El ghe metta adoss i mani

Postino            No, cos'ha capito? Io la voglio sposare.

Gina                Ué, ten giùi man dalla frutta! Ma de doe l'èche te rivet, tì?

Postino            Dalla Sardegna, dalla Barbagia.

Gina                Sì! El sòpà, se te gh'ee minga el petigree de milanes, te la faa sposàno de sicur.

Postino            Non abbia paura: l'amore vince ogni cosa. Arrivederci, tesoro. (Esce, e uscendo                              incontra Tarcisio, marito di Gina che entra) Scusate, il signor Carletto Brambilla?

Tarcisio            Mena, mena. Se te restavet a càtoa, nel tuo paesello, la gente la conoscevi tutta. Hai                      voluto espatriare? Venire a travagghiare qui? Te vorsuu la bicicletta? Pedala!

(Il postino esce di scena)

Tarcisio            Tìt'el cognosset?

Tarcisio            S'el cognossi? El passa pussee temp al circol lùch'el barista.

Gina                Eppur el gh'ha ona faccia de lavorador.

Tarcisio            Ma te gh'hee vist i man? Man de signorina, minga de copp. Guarda i mède man:                            gh'hoo tant copp che podi quattàgiòon tecc.

Berta               Tarcisio, non c'èbisogno di fare il magutto per essere un lavoratore.

Mariolina         Sì, papà. Potrebbe essere un laureato.

Tarcisio            Sì, un laureato in lettere. Tosa, el fa el postin!

Mariolina         Éun lavoro interessante, specializzato ...

Tarcisio            Inscìtanto che gh'hann faa studiàtrii mes de solfeggio prima de fagh sonàon                                citofono.

Berta               Peròl'èon bel fioeu.

Tarcisio            Berta, el tòoculista el te dis pùnient, eh? Ma non hai visto i tratti somatici?

Gina                E anche se fosse, così, per esempio, sardo, che male ci sarebbe?

Tarcisio            Che ma le ci sarebbe? Ma el tòcervell el fonziona o t'el droeuvet domùper dagh pes                      al coo? La cultura èdiversa. Potrei mai, io, con la mia salda tradizione milanista,                                accomunarmi a vun che el tifa Cagliari?

Mariolina         E …se per caso …lui mi vorrebbe sposare?

Tarcisio            (ridendo) Questasìche l’èproprio bella! Se la conti su doman a laoràa foo borla giò                       on quaidun dal pontegg. (esce)

Mariolina         Mamma, hai sentito?

Gina                E se te credet, che le vincia lù?

Berta               Ma sicuro. Non puòmica negare la felicitàdi sua figlia.

Gina                El soo mi se ghe voeur (Convinta)

Berta               Cosa?

Gina                (Disperata) On miràcol! Doman cominci a fagh oma novena a Sant’Antoni.

Berta               E poeu…la dota l’ègiamòpronta!

Gina                L’èvera. Nana, fagh vedèche bel sottanini che hoo tolt per tì.

La ragazza alza la gonna e, in quel momento, entra Carlino.

Carlino            Colpo grosso! Mi, quanti vedi chi robb lì…proeuvi quai coss ...ma me regordi pù              cosa!

Berta               Tel chi va el Carlin. Come la va, la vita?

Carlino            Me la gh'ha de andà; adree a la zenta di calzon.

Gina                Oh, quand gh'èla salut l'èassee.

Berta               La salut, i danee ...

Gina                O, perlomeno, minga de debit.

Carlino            Oh, la salut la gh'è:

Berta               E i debit?

Carlino            Anca.

Rosa                (Da fuori) Carlini Vegn in cà!

Gina                Il risveglio dei morti viventi.

Rosa                (Entrando) Se te vorevet dì?

Gina                Niente, pensavo a voce alta.

Rosa               Faccia de palta.

Gina                Cosa?

Rosa                Solo per la rima. "Pensavo a voce alta - faccia de palta".

Berta               Hai fatto la rima e sei piùin bolletta di prima.

Rosa                Gh'hoo tanti danee che, se voeuri, te quatti.

Gina                Sì, tucc i ser ghe tocca voltai perchè, se no, ciappen la muffa.

Rosa                Gh'hoo tanti danee che ier hoo perfina tolt la pelliccia.

Berta               Vera no de sicur. La saràginecologica!

Rosa                Vialter dòringraziee la protezione animali, se no ve ciappavi a bott.

Gina                Grama, grama come el rugh del porscell.

Carlino            L'èvera, l’e vera. Su quest se pòno dagh tort. Grama, te seet grama. Cerchemm de                        vess onest.

Rosa                Ti passa in cà; vialter dòmej che vì in gir domàal ses genar: Befane!

Carlino                        esce, lentamente, ascoltando cosa si dicono.

Berta               Ha parlato la perla della Lombardia

Gina                Se mi sont ona befana, ti te set el camel di Re Magi.

Carlino            Beh, on pocch de goeubba, se pòno scondela ...

Rosa                Varda che a pensàte croden i cavei.

Carlino            Va a cànana, ghi hoo ancamòtucc, i me cavei.

Rosa                Appunto!

            Carlino esce definitivamente

Berta               Senta come l’èspiritosa la iena.

Rosa                Ti te gh'èel cervell gross insci: perchèl'èsgonfi!

Berta               Te metti minga i mani adoss perchème bordeghi.

Rosa                Lassa stà, che l'ultima voeulta che t'hee toccaa el savon l'èstaa per sbali. Lavet,                              lavativa.

Gina                Adesso bastu, adesso parlo io ...

Rosa                Sara quella sciavatta lì, che ghe vegn foeura domàstupidad.

Berta               Sentela, l'intelligentona. Ma se t'hee passaa la prima elementar a pesciad ...

Rosa                Tìtas, scema.

Berta               Proeuva a dill ancamò.

Rosa                Scema.

Berta               Prova a dill ancamò.

Rosa                Scema.

Berta               (A Gina) L'ha ditt ancamò.

Gina                Sont restada senza paroll.

Berta               Tì, se rendet cont de quell che t’hee dii?

Rosa                Hoo dit che te seet scema.

Berta               Prova a dighel anca a lee.

Rosa                (A Gina) Scema.

Berta e Gina    Oh mamma…

Rosa                Vialter fariov ben a fas pùvedèchi taccà, perchève lavi la faccia senz’acqua. (Rosa                       esce)

Gina                (Riprendendosi) Uè, la gh’ha pùdanee, ma la grinta la monna minga.

Berta               Dig de mangiàquella, allora. Che la s’ingossa!

Gina                (Alla figlia) Andiamo via che qui c’èl’aria infetta, peggio che l’afta epizootica con                        certi epizooticoni…

           

            Escono tutti di scena.

SCENA 7

(Postino, Giovanni)

            Si chiude il sipario e sul proscenio entrano il Postino e Giovanni il becchino.

Postino            Hai capito, Giovanni? Sono innamorato. Innamorato!

Giovanni         Sì, sì, l'èprimavera, ghe va in calor i gatt, le api, gli uccellini e tutte quelle cose lì.

Postino            Ma io non sono un gatto, sono un uomo. E sento il sangue che ribolle!

Giovanni         Sbassa la fiamma.

Postino            Sono ubriaco d'amore!

Giovanni         (Al pubblico) Basta dagh de bev, nè? Che dopo me tocca a mi soportall.

Postino            Giovanni, Giovanni: tu mi devi aiutare.

Giovanni         Pieru, guardami: io faccio il necroforo, il becchino, el sepoltò: Non faccio l'agenzia                         matrimoniale.

Postino            Ma anche lei mi ama.

Giovanni         E allora, se l'èche te voeuret de mì?

Postino            Mi devi far diventare milanese.

Giovanni         E basta? Ciombia, allora l’èfacil…Uè, balengh, sont minga la fata turchina! L’unica                     cosa che si puòfare per farti diventare milanese, èimboraggiarti e farti rostire: podi                    fat diventàoma cotolètta!

Postino            Ti prego aiutami. Siamo colleghi, abbiamo un lavoro in comune.

Giovanni         Alt! Lavoriamo in comune, ma non siamo colleghi. Ti te feet el postin, io faccio il               necroforo. Non èla stessa cosa! Io sono un professionista. Mi foo de chi foss, ma de               ci foss…su misura! Come un sarto. Ricordess: de quei che hoo sitemaa mì, gh’è                            vegnuu indree mai nissun a lamentass!

Postino            Per l'amicizia che ci lega ...

Giovanni         Che amicizia l'è?

Postino            Ti pago!

Giovanni         (Convinto) Cià, che vedom cosa se pòfà... Chi l'èla dama?

Postino            Mariolina.

Giovanni         La tosa dal Tarcisio magutt? Niente da fare, tempo perso. Putòst che datt la soa tosa                      el te fa ona gettada in di pee e el te mett a moeui in del Navili.

Postino            L'amore èpiùforte!

Giovanni         Allora droeuvel per s'ceppà el cement.

Postino            Questo èil mio cimento: conquistare la fiducia del padre, dopo aver avuto il cuore                         della figlia.

Giovanni         Senti un po', Edmondo De Amicis: mi se dovaria fà?

Postino            Insegnarmi il milanese.

Giovanni         T'hee dii nient!

Postin              Mica tutto, solo qualche frase. Sono sicuro che se imparo la sua lingua, il Tarcisio                           Magutt mi diràdi sì.

Giovanni         Per me èun caso disperato, ma... se te paghet... Ben, comincièmm cont questa:                               proeuva a dì: "Duu oeuv rostii in sul foeugh". (Escono, continuando a ripetere questa                     frase)

SCENA 8

(Gino, Gina, Tarcisio, Rosa)

            Si apre il sipario. La scena deve rendere l'idea di una Chiesa. In scena un candeliere, una               panca o delle sedie e la statua di S. Antonio. Entra Gino vestito da frate.

Gino                Mah, forse qui, in sacrestia, riusciròa provare tranquillamente.

                        Guarda tèse, che ne so, Gassman, per esempio, ha mai chiesto asilo politico in                                chiesa per poter studiare. Ma, el secrista, mi ha detto che podi fàdomàpart de pret e                     de fraa. Vietati personaggi osceni. Scendiamo a patti, per amore del teatro. Sono                             frate Lorenzo, colui che ha sposato Romeo e Giulietta. Oh, Signor, la Gina! Femm                     finta de nient. (Entra Gina, mentre Gino si copre la testa con il cappuccio del saio)

Gina                Scusi, padre, dov'èche avete messo la statua di S. Antonio? (Gino indica la statua)                        Seguitii a spostàtusscoss anca chi in gesa. Pagament gh'hoo pressa. Gh'èfoeura el                         mèmari che el me speccia. Al sabet el me mena lùa fàla spesa; poeu el segutta a                             lamentass perchèstoo in gir, perchècicciari, perchèspendi... Scommetti che s'el                                 vegn denter chi el se mett a contrattàanca sul prezzi di moccolott. Ma... lù... el gh'ha                     nòona faccia noeuva ...

Gino                Si confonde, signora. Mi son foresto. Son... de Venesia. Prosit, oremus, urbi et orbi,                       alea iacta est!

           

            Gina si avvicina alla statua, mentre Gino cerca di uscire dall'altra parte.

            Viene, però, fermato da Tarcisio che sta entrando.

Tarcisio            (Entrando) Gina, moeuvet. Anca chi te tacchet botton? Séguita minga a pizzà                               moccolott: te vedet no cosa costen? Tel seet minga quanti mur gh'hoo de riboccàper                      podèn toeu ona scatola? Lù, scior fraa, l'èno che fasii on quai trii per duu di                              moccolott? Ma vardee che robba! On poer omm el lavora tutta la settimana e poeu, al               sabet, ghe tocca anca portala a fàla spesa. Moeuvet, che gh'hoo de fàel mangiàper i                pùi. Sii fortunàvialter, che gh'avii no 'sti problemi chi. Lù, scior fraa, l'ha capii se l'è               che hoo dii? Lo capisce lei il dialetto? O 'l parla domàel so latin?

Gino                No, figliuolo, lo capisco, lo capisco, lo capisco il dialetto. Sono di …Rogoredo.

Tarcisio            Lùsìche l’èun brao fioeu, minga el postin., El sa? La mia tosa la m’ha mettu on                            pures in l’oreggia. Me sa che la voeur mes’ciàla razza…Lùse l’èch’el pensa?

Gino                Mellio abundare quam deficere.

Tarcisio            Cossa el voeur dì?

Gino                Meglio essere abbondanti, che deficienti.

Tarcisio            Ah…E…cosa c’entra cosa?

Gino                Mah…Le vie del signore sono infinite.

Tarcisio            Giusto, giusto.

Gino                Beh, figliuolo, adesso devo andare…

Tarcisio            Mah…Ma second lù, la mia tosa, la parlava inscìper parlào la gh’aveva in coo on                         quaicoss de specifico, de ciar?

Gino                Alea iacta est!

Tarcisio            Ah…cossa el voeur dì?

Gino                Mah…

Tarcisio            Hoo capì! Lu el dis che dovarissi fàfinta de nient?

Gino                In hoc signo vinces!

Tarcisio            El problema l’ècge quel lìel fa el tifo per el Cagliari. Disi: sèmm matt? L’ha capii?

Gino                Imprimatur!

Tarcisio            Pòdass, pòdass che el sia on brao fioeu…o no?

Gino                Mens sana in corpore sano.

Tarcisio            Sicchè, second lù, podaria vess no nanca on mal?

Gino                Tu quoque Brute fili mi?

Tarcisio            Sì, forse el gh’ha reson. Adess ghe pensi. Poeu gh’el foo savè. Grazie, nè? Gina? Te                       se moeuvet o no? L’èminga domàtòel Sant’Antoni. Arrivederci, nè, e grazie, grazie                         ancamò.

Gino                Ite, missa est. Prosit, prosit. Troppo pericoloso, la chiesa: torno a casa! (Per la                                 seconda volta tenta di uscire, ma vede arrivare Rosa. Tenta allora di uscire dalla parte                    opposta) O Signor! La mia mamma. Stavolta la me desfa. Scappi.

Gino                Madre.

Rosa                Cos'è?

Gino                Ogni donna èmadre. Ogni uomo èpadre. Siamo tutti fratelli.

Rosa                Chissàche pigna de assègn famigliar!

Gino                Beh, sorella, io devo andare ...

Rosa                Domàon minutt, domàon minutt. Gh'hoo de confessas.

Gino                Da mè?

Rosa                L'èno on fraa, lu?

Gino                Vede, sorella, io... ho un pa papa... (tartaglia)

Rosa                Anch'io ho un papa, e allora'

Gino                Ho un parrocchiano che mi aspetta.

Rosa                E mi? Che cosa sont? Settes giòlìe scolta! Cominciamo. (Si siedono)

Gino                Va bene sorella. Dimmi.

Rosa                No! Mi sont vergognosa. Davanti a tutta quella gent chi, poeu... (Rivolta al pubblico)                     ch’el me faga parlàlù.

Gino                Vediamo... hai rubato?

Rosa                La Gina la me gratta i mollett per stend i pagn. Le Berta la me porta via i fior su la                         ringhiera.

Gino                Figliola, volevo sapere i tuoi peccati.

Rosa                Ben, cominci a dig anca quei de chi dòlà. Se vegnen chi, lùl’ègiamòpreparaa.                              Andemm innanz.

Gino                Hai litigato?

Rosa                Mai! Sont bona ‘me el pan. Mi sono solo difesa. Hinn la Berta e la Gina che tacchen                      lit. Se vegnen chi, lùel sa.

Gino                Dici le preghiere? Vai a messa?

Rosa                Ma sì. Ma la Berta l’ultima volta che l’èvegnuda a messa, l’èstaa quand l’ha faa la                        cresima. La Gina, invece, la se regorda nanca pùcome se fàel segn de la cros. Mi                           cominci a dighel: se vegne chi…

Gino                Hai desiderato l’uomo d’altri?

Rosa                Sì. Quel sì! Minga vun in particolar, chiunque. Ma minga quell che gh’hoo làin cà.                         Scior fraa - (tra sé) eppur mi l’hoo giàvist - el soporti pù. Mi ricordo che prima di               sposarsi era cosìdolce, ma cosìdolce…che prima de fagh basin me toccava fass                              on’insulina. Buono, gentile. Poeu el s’èroinà. La colpa d’èdella soa mamma: me                                  l’ha minga ditt ch’el aveva la data di scadenza: second mìl’èandaa a mal.

Gino                E con i figli?

Rosa                I figli? Il figlio. L’èassee vun. El cress. El cress…el cress de pes, ma minga de                              coo…Adess es s’òperduu via cont el teater. E in càal fa nagotta, el fa nagotta.                             Semper consciaa come ona maschera. Eppur…se mi savessi che l’èla soa strada…                         El faria studiàper fàel teater. Perchè, anche se l’èon animal, l’èsemper el me fioeu.

Gino                (Scoprendosi) Mamma!

Rosa                Te mazzi! (Rincorre Gino che le sfugge)

            Sipario.

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

SCENA 9

(Rosa, Carlino, Gino)

            Camera da letto di Rosa e Carlino.

Rosa                Andemm, moeuvet: la sera leon, la mattina poltron! T’hee ciappaa la pinola? T'hee                         ditt i orazion? T'hee smorzaa la tele? T'hee lavaa i pee? T'hee scaldaa la boulle?                                     T'hee ...

Carlino            Che rantegh! Hoo faa tusscoss, ànema in pena, hoo faa tusscoss.

Rosa                Doman mattina te desse di prest, che ghe riva chi sciori che me toeuven la terra, per                       andàin del nodar.

Carlino            La terra la vendi no! Gh'èsotterra a el me can!

Rosa                Cerca de móccala, che t'hee me straccaa on'orèggia. Cascies sotta lì, dorma strenc e                        ronfa no!

Carlino            Oh, Signor ...

Rosa                S't'hee faa?

Carlino            Hoo miss un pee in de l'orinari.

Rosa                L'èvouei.

Carlino            Sicura?

Rosa                Dorma.

Carlino            Rosa?

Rosa                Eh?

Carlino            Quant hinn i or?

Rosa                Guarda l'orelogg!

Carlino            Gh'hoo su no i oggiai!

Rosa                I vundes e mezza, dorma!

Carlino            Rosa?

Rosa                Eh?

Carlino            A gh'hoo famm!

Rosa                Te podet minga mangiàadess. Prima de anclàin del nodar, cloman mattina, te gh'è                       de fàl'esarn del sangh. Te podet mangiàdomàa digiun.

Carlino            Rosa?

Rosa                Eh?

Carlino            Perchè?

Rosa                Perchèse no l'esam el fonziona minga.

Carlino            Rosa?

Rosa                Eh?

Carlino            Te set pròpi sicura?

Rosa                Sent! Quanti esam t'hee passaa, in vita toa? Sforzes no tropp el cervell, tel disi mi:              minga nanca quel de segonda elementar. T'hann promoss per anzianità, perchète                           gh'avevet la stessa etàdel bidell. E se te manget te passa no nanca quell del sangh.

Carlino            Rosa?

Rosa               Eh?

Carlino            Ho deciso di impegnarmi nel sociale.

Rosa                Signor! L’arteriosclerosi la gh’èrivada al coo. Voo a telefonàall’ambulanza, Chissà                       se porten via anca i matt?

Carlino            No, Rosa, debòn. Se doman, a cavem el sangh, me fan nòmal, m’iscrivi a donàel                          sangh.

Rosa                Propi ti! E poeu?

Carlino            E poeu m’iscrivi ai donatori di organi. Dono tutti i miei organi.

Rosa                Te podet no!

Carlino            Per l’età?

Rosa                No! Non puoi donare gli organi perchète gh’hee nient de bon! Dorma!

Carlino            Rosa?

Rosa                El mazzi, giuri ch’el mazzi. Se te gh’hee?

Carlino            Se podi passàper scemo, podi passàanca l’esam.

Rosa                Ti de podet passàper scemo perchète seet scemo. Dorma!

Carlino            Forsi sont minga on genio, metti minga in dubbi, ma peròson on bell’omm.

Rosa                Bell de rid.

Carlino            Io piaccio.

Rosa                Anca i gainn piasen, ma ghe tiren el coll.

Carlino            Sono bello dentro.

Rosa                Allora, sulla carta d’identità, mett sùona radiografia, minga la foto. Dorma.

Carlino            Rosa?

Rosa                (piange)

Carlino            Quant’hinn i or?

Rosa                Dodes men on quart, dodes mes des.

Carlino            Sì, ma dodes men on quart o dodes men des?

Rosa                Dame ona man! Carlino: la tua linea della vita sta per finire! Anmòona parola                                sbagliafda e la podria vess l’ultima!

Carlino            Buonanotte!

Rosa                Brao. T’hee dii quella giusta. Buonanotte.

Gino                Buonanotte. Ma non tornare nel letto di…

Rosa                Ah. (Urla)

            Gino scappa. La madre si riaddormenta. Si spegne la luce sul tetto, s’illuminna la finestra,             ottenuta dall’altra parte della scena.

SCENA 10

(Tarcisio, Giovanni, Postino, Mariolina, Gina)

            Entrano insieme Tarcisio e Giovanni, chiacchierando. Il postino rimane nascosto, per non               farsi vedere da Tarcisio.

Tarcisio            T'hee capii, Giovann? El problema l'èche el fàel tifo per el Cagliari. Anca se, devi                         dìla verità, hoo parlaa cont un fraa ch'el m'ha ditt di bei parol… e che forsi el gh'ha                   minga tort. Il calcio non ètutto. Ma... come mai ti te set chi?

Giovanni         Devo incontrare un mio amico... ma non si vede.

Tarcisio            Ben, te saludi. (Tra sé) Ma magari l'èmìnga vera. Sono tutte fantasie, le mie. La                             Mariolina la voeur minga sposal debon. (Esce).

Postino            (Correndo verso Giovanni) Giovanni, Giovanni.

Giovanni         Tel chi, el Rorneo. La Giulietta dov'e?

Postino            L'ho parcheggiata fuori dal cortile, perché?

Giovanni         Lassa stà. Te see pront?

Postino            Sont pront. Hoo studiaa tusscoss.

Giovanni         Ciombia, senta che robba! Un ripassino veloce? Procuva a dì: duu oeuv sbattuu col                        zuccher.

Postino            Duu oeuv sbattuu col zuccher.

Giovanni         Duu oeuv sbattuu sul mus.

Postino            Duu oeuv sbattuu sul mus. Ma... Cosa vuoi dire?

Giovanni         L'èquel che ghe succed s'el Tarcisio Magutt el te catta.

Postino            Al Tarcisio ci pensi tu. Io penso a Mariolina. Guarda: quella èla sua finestra. La                             finestra della sua camera. Mariolina... Mariolina ...

Mariolina         (Si affaccia dall'altra parte) Son qui, son io, la tua bambina.

Postino            Ma... non èla tua camera... da un'altra finestra mi guardi adesso.

Mariolina         Per non farmi scoprire son alla finestra del cesso.

Giovanni         Senta che poesia, senta che robba fina.

                        Per parlàd'amor se saren in latrina.

Mariolina         Finalmente ti vedo. Tu, come Mercurio per gli dei,

                        sei il messaggero che colora i sogni miei.

Postino            Oh, Mariolina, pensavo a questo incontro giàda stamattina,

                        leggo il tuo nome su ogni espresso, raccomandata, cartolina.

Giovanni         Tutto questo ètroppo dolce, troppo dolce veramente.

                        Ancora due parole e mi si caria un dente.

Mariolina         Anch'io non vedevo l'ora. Il cor sembra scoppiare.

                        Una sola domanda ...

Tarcisio            (Da fuori) Mariolina, fammi entrare!

Mariolina         Riprendo. Una sola domanda, tra la veglia e il sogno:

                        saràsincero il tuo amor oppure ...

Tarcisio            (Da fuori) Ti prego, ne ho bisogno.

Postino            Dubiti, stella mattutina? Dubiti del mio cuore ...

Tarcisio            (Da fuori) Mariolina!

Giovanni         Pieru fa il poeta, lei dalle sue labbra la rima aspetta,

                        dentro c'èil Tarcisio che mi sembra abbia fretta.

Postino            Via, mai non sia che ti paia menzognero.

                        Tutto quel che vedi èDOC, tutto quanto vero.

                        Come l'abbacchio cerca la pecora nella Barbagia bella,

                        tu sei il mio cuor, il mio pensier, la mia favella.

                        Io e te un cuore ...

Giovanni         Pieru conta, hinn duu ...

Tarcisio            (Da fuori) Tosa, ghe la foo pù!

Mariolina         Mio padre mi pressa d'appresso

                        il suo voler d'entrare ha giàespresso.

                        Ti prego, gioia mia non ti far scoprire.

                        Al sol pensier mi sento giàsvenire.

                        Si sente il rumore dello scarico.

Postino            Ma che rumore strano pervaso ha la scena ...

Giovanni         Sveniva e, per non cader, s'èattaccata alla catena.

Postino            Come sei cinico, dell'amor tu non sai niente.

Tarcisio            (Da fuori) Mariolina, èurgente!

Mariolina         Ma questo sentimento, appena nato ègiàmaturo.

                        Sono stanca d'aspettar, ti dono il mio futuro. Ora lo dico al babbo ...

Giovanni         Al Tarcisio Magutt ...

Postino            Mariolina, sei sicura?

Giovanni         Per mi al te s'ceppa tutt!

Mariolina         Ma sì, l'amore mio èpiùforte.

Postino            Certo, raddrizza le menti contorte.

Tarcisio            (Da fuori) Tosa, t'hee finii? L'èon’ora che te set dent.

Giovanni         Ti fàme te voeuret, mi ghe disevi nient.

Mariolina         Babbo, babbino, mi voglio sposare.

                        Chi amo ènel cortile ad aspettare.

Tarcisio            (Entrando in pigiama, mentre il postino di nasconde)

                        Spetta che guardi. Voeuri vedèchi l'è.

                        Toh, el Giuan. Concesso. Cognossi, so chi l’è.

Giovanni         Oh gent, mi gh'entri nient. Di donne no ho uno stuolo.

                        Ma un Adone come me, mica puòessere d'un personaggio solo.

Tarcisio            Tosa, chi gh'èpùnissun. Io non vedo niente.

Postino            (Uscendo allo scoperto) Son io, Pieru postin, che ama ardentemente.

Tarcisio            Non se ne parla. (Alla figlia) E tu deciditi a sortire.

Mariolina         Se tu non acconsenti, qui dentro mi lasceròmorire.

Postino            Giovanni, fa' la tua parte. Rammenta: pagato sei.

Giovanni         Tarcisio, acconsenti. La vuole lui, lo vuole lei.

Tarcisio            Allora èuna congiura. Tutti come i Carbonari.

                        E mi devi dàla mia tosa a chi tifa Cagliari.

                        Abbasso il capo, benedico l'unione.

                        Se proprio volete andatevi a sposare.

                        Ma adesso, Mariolina, ti prego, fammi entrare.

            Tarcisio esce di scena, mentre vi entra Mariolina che, abbracciando il postino, esce poi con             lui dal lato opposto.

Giovanni         Cambi mestee, il cuore me lo dice:

                        ho fatto nascere un amore, faròla levatrice.

           

            Anche Giovanni esce di scena. Quando tutti sono usciti, entra Gina.

Gina                Dedree della porta hoo sentii tusscoss.

                        Signor, che penser, me tremava fina i oss.

                        Cupido cont el sòare l'èrivaa denter 'sta storia.

                        E come tutti i salmi, anca questa l'èfinida in gloria. (Uscendo) Berta... Berta... se                           gh'èsuccess... la se sposa ...

Dalla scena viene rimossa la finestra, la luce torna, notturna, sulla camera da letto di Rosa e Carlino.

SCENA 11

(Fantasma, Carlino, Rosa)

Suona la mezzanotte. Arriva il fantasma.

Voce                Mezzanotte, l'ora dei fantasmi. Chi sei, tu, spirito immondo, che vaghi nella notte?

Fantasma         Ué, giovinott, pian cont i compliment. Altro che spirito immondo.

Spirito forse sì, ma bel nett. Fin che mi seri viva, fasevi el bagn tut'i settiman. Gh'avevi el me bel seggion! Ma sont chi minga per parlàdella mia polizia. Dunque: stavamo dicendo? Ah, sìdella mia tosa. Sono la buonanima della mamma della Rosa. E se foo chi? Me piasaria savel anca mi. Ah, ecco: faccio il fantasma. Èvero. Io ho sempre creduto alla reincarnazione: infatti avevo un'unghia reincarnata che mi faceva un male, ma un male... E adesso sono qui. Nel mondo dei più. E si sta di un bene... Mai visto nessuno che torna indietro? Allora vuoi dire che qui si sta meglio. Fides, chi se sta mej. E poeu disen: "vegnomm in sogn, damm i numer". Gh'ègiamòtanta gent che i numer je da de viv, lassem stài alter! Te la chi, la mia poera tosa. Voeuren portagh via anca la terra. Hinn minga assee tutt i disgrazi che giamòla gh'ha. Per esempio: vardèche omm che l'ha tolt. El pareva minga quell, quand l'era on giovinott! Tosann: stii attent, che dopo sposaa cambien. El sòmoros, per esempio, era un altro, l'era on alter. Poeu, quellàl'èandaa a stàa Milan, e le l'ha sposaa quest chì. Che fioeu l'èche podeva vegnìfoeura? Un disastro! Ma tosa: vend no la terra. Aspetta. Cura el postin. Addio. Addio. Sparo. No, sparisco!

            Il fantasma esce di scena, mentre un taglio di luce laterale indica l'arrivo del giorno. Dopo             qualche istante si sente il canto di un gallo.

Carlino            Rosa?

Rosa                Se gh'è?

Carlino            L’ha cantaa el gall.

Rosa                Doman el mazzi.

Carlino            Rosa?

Rosa                Te foo fàla stessa fin!

            Carlino si alza dal letto ed esce dalla camera.

Rosa                Ho fatto un sogno strano. (Anche Rosa si alza e, mentre parla fra sé, si mette a rifare                      il letto) La mia mamma... Spetta, se l'èche la m'ha ditt? Una lettera... o una                           cartolina? Ben, gh'hoo mìnga temp de pensàai sogn. Incoeu riva i mediator, vemm                         in del nodar, me dann la caparra e inscìpaghi el mutuo. Gent, quanti penser. Dovevi                         fàanche un quaicoss d'alter... A, sì! Devi portàla mia disgrazia all'ospedal, per i                               esam del sangh. Carlin, Carlin ...

Carlino            (Entra con un panino) Se gh'è?

Rosa                Cossa te fé? T'hoo dii che te podet minga mangià!

Carlino            No, mangi no! El tegni in bocca un poo, scisci foeura la sostanza e poeu el spui via!

Rosa                Se mi tiri sera senza mettet i man adoss vinci el Nobel per la pace.

Carlino            Perchè, se l'èche hoo faa de mal?

Rosa                Te see nassuu! Damm el nùmer del dottor.

Carlino            23.

Rosa                23 cosa l'è?

Carlino            Via Roma 23.

Rosa                El numer del telefono.

Carlino            Scusa, esprimiti meglio. Me te seet complicada, Te me paret paret on poo                                        enigmistica.

Rosa                L'èel to coo che l'èon rebus. Fa vede in su la guida. (Prende l'elenco telefonico) 97                       77 27 37 77 6 scemo.

Carlino            Che numer long.

Rosa                (Mentre compone il numero) Che sentiment curt! Pronto? Dottore, buongiorno. Sono                     la Rosa. Sì, la mamma di Gino. Sì, ci ho messo il sonnifero nella minestra. No,                                    adesso non va piùin giro di notte a cercare lo spettro di suo padre. È suo padre che                 se el va innanz inscìel diventa lu on spettro. Non puòfare l'esame del sangue. Ha                                     mangiato. L'esame dell'urina? T’hee quel che t'hoo ditt? Dove t'hee miss la bottiglia?

Carlino            Insemma a tucc i alter, sont on fioeu ordinaa, mi!

Rosa                Dottore, anche lìc'èqualche problema. Se non la trovo mi sa che mi ricoverano con                        una gastroenterite. Allora ci pensa lei? Grazie no, mi scusi ancora. Buongiorno,                                     buongiorno. (Riattacca)

Carlino            L'ha ditt che podi fai?

Rosa                Settimana prossima.

Carlino            Inscìme tocca stàdigiun on alter dì.

Rosa                Ma, adess te curi mi. Te stee digiun ona settimana.

Carlino            E se moeuri?

Rosa                Risparmi i danee del ticket!

            Escono di scena. Il sipario si chiude.

SCENA 12

(lo Gatto, La Volpe, Berta)

            I due imbroglioni si trovano sul proscenio.

Lo Gatto         Allora hai capito? Serietà, contegno, savoire-faire.

La Volpe         Chi?

Lo Gatto         Savoir-faire.

La Volpe         Quando?

Lo Gatto         Savoir-faire! Assecondami, reggi il mio gioco, non farti scoprire.

La Volpe         No, no, non mi faccio scoprire no, col freddo che fa, ma siamo matti? Non mi passa                       neanche per il corridoio del cervello!

Lo Gatto         Anticamera del cervello.

La Volpe         Eh... anticamera. Io c'ho un monolocale ...

Lo Gatto         Io mi chiedo dove sono andato, che male ho mai fatto, per avere un socio così                               imbranato.

La Volpe         Anche mio cugino ha un socio imbranato... ma... ma mio cugino sei tu! Allora io...              Allora tu ...

Lo Gatto         Basta, non pensare troppo che ti si rovina la permanente. Andiamo dai due                                     paesanotti. Èmeglio che li accompagniamo noi dal notaio; non vorrei che                                        cambiassero idea.

            Entra Berta.

Lo Gatto         Oh, buon giorno, bella signora.

Berta               Buongustaio.

Lo Gatto         Sa mica se i signori Brambilla sono ancora in casa?

Berta               Penso proprio di sì: li ho sentiti litigare. Sa, io non voglio spettegolare, perchènon              sono il tipo, ma quando la gente c'ha i debiti, diventen brutt, cattiv ...

Lo Gatto         Mica tutti possono essere dolci e gentili come lei!

Berta               Grazie, grazie. In effetti la natura èstata buona con me!

La Volpe         Anche con mio cugino la natura èstata buona: gli ha dato un gran bel cugino: me!

Lo Gatto         (lo spinge fuori) Arrivederci signora! (fa il baciamano)

Berta               Oh Signor, diventi tutta rossa. Son tutta informighenta. Gh'hoo la salivazione a zero                      e la sudorazione a mille. Proprio un bell'uomo: fine, gentile, distinto, lucido, onesto.                 I fann pù, omm inscì, i fa nn propi pù. Proprio un raffinato, un ricercato, ecco, un                                ricercato. Teh, l'hann fina miss sul giornal. Oh Signor. L'èun lader. L'hoo dìi, che                                   m'ispirava minga fiducia. Rosa! Rosai Carlino! Rosa! (Berta esce)

SCENA 13

(Lo Gatto, La Volpe, Carlino, Rosa, Gino, Berta)

            La scena apre sulla casa di Rosa e Carlino.

Lo Gatto         (Entrando) Permesso? Oh, ecco i miei amici. Come sono contento di vedervi.

Carlino            Quand el boia el te carezza, el voeur l'anima. Mi quella terra làla vendi nò! C'è                              sepolto il mio cane

Rosa                Tas! Signori, qual buon vento?

Carlino            L'èminga vent, l'èon temporali

Gino                (Entrando) Sento che c'èdel marcio, in Danimarca ...

Rosa                Gino: foeura!

Gino                Ma mamma: èShakespeare!

Rosa                Shakesperemm che te cambiet. Giuri, se gh'avevi la garanzia te portavi indree.

Lo Gatto         Passavamo di qua e abbiamo detto: diamo noi un passaggio a questi due simpaticoni!

Carlino            Una simpatia... S'impatacom propri.

La Volpe         Diamogli un passaggio, prima che ci scappino.

Lo Gatto         Voleva dire che gli affari vanno presi al volo. Siamo pronti?

Rosa                Andiamo!

Carlino            Soltanto al pensiero di vendere la terra... sono mezzo morto!

Rosa                Te feet semper i robb a metà: Andiamo

Berta               (Entra di corsa in casa, gridando) Rosa! Fermess. Guarda se gh’è sul giornal!

La Volpe         Guarda! Sei tu!

Lo Gatto         Andiamo!! (Lo strattona)

La Volpe         No, fermo. Ma sai che sei proprio venuto bene?

Lo Gatto         Muoviti.

La Volpe         Proprio fotogenico.

Lo Gatto         Via!

Rosa                Gino! Attacca! (Gino li rincorre abbaiando ed escono tutti e tre)

Carlino            (Al pubblico) A recitare èproprio un cane!

Berta               Rosa: ti ho salvata. Mi spetterebbe una ricompensa.

Rosa                Se te doo? I debit?

Berta               Ma non hai letto? Il tuo terreno vale milioni!

Rosa                E intant ghe l'hoo in sul goeubb. Doman me scad el mutuo e danee minga! A meno                        che troeuvi minga chi mi e presta.

Berta               (Guardando l'orologio) Oh Signor, me l'ètardi! Ciao Rosa, scappi! (Esce di corsa)

Rosa                Carlin, prepara la schiscetta. Doman mangiorn a San Vittor!

Postino            (Entrando) Scusate. La porta era aperta. Il signor Carlo Brambilla?

Rosa                Gh'ègiamòrivaa l'avviso di garanzia.

Carlino            Sono mè!

Postino            Una raccomandata dell'Inpse. (Consegna la lettera ed esce cantando)

Carlino            Se la pòvess? Famm leggo Rosa, gh'ède pagà.

Rosa                Semm a post! Tanto?

Carlino            Gh'ètant de chi zeri che pussee che on numer la me par ona collana. Che villan che                        hinn! Me scriven che sono un arretrato. Sarann moderni lor! E poi c'èscritto che                             bisogna scuotere ancora. Tu avevi scuotuto qualche cosa?

Rosa                Se te seet adree a dì?

Carlino            Ma sì, scuotere ancora, riscuotere.

Rosa                Famm vedèa mi se gh'èscritti Oh mamma, Carlin! Gh'èrivài arretraa dalla pension!                      Siamo salvi! Siamo salvi!

Carlino            Tanti?

Rosa                Assee de pagàel mutuo e vanzàon quai coss.

Carlino            Allora faccio il magnanimo. Faccio un regalo, per dimostrare il mio affetto, a chi mi                       ha voluto bene.

Rosa                Carlin. El savevi che in fon le seet un brao omm: cosa mi regali?

Carlino            A ti? No, ghe foo la lapide al me can.  (Rosa, disperata, esce) A Temistocle, cane                           fedele che visse finchémorse. Eh? Se te ne diset? (Carlino esce).

FINALE

Fantasma         E qui, cari signori, finisce la guerra

                        di Carlin e la Rosa per la loro terra

                        Come si deve, come conviene

                        ognuna cosa èfinita bene.

                        Perchési sa, èuna farsa leggera

                        non si trattava della vita vera.

                        Imbroglioni scoperti, che non la fan franca

                        ecco una cosa che nel mondo manca.

                        Arretrati, pensioni, stipendi da festa

                        un'altra cosa che manca anche questa.

                        Perchénella vita reale,

                        se una cosa va giusta, almeno due van male.

                        Ogni mattina, spenta l'ultima stella,

                        inizia a scappare dal leon la gazzella.

                        Ogni mattina, col sole che spunta,

                        l'insegue il leone finchél'ha raggiunta.

                        Ogni mattina che el te desseda el Signor

                        leone o gazzella comincia a corri

                        Ma trovar la morale sia lungi da noi

                        solo quattro risate e l'abbiam fatto con voi.

                        Speriamo solo di avervi divertito.

                        Il vostro applauso èil nostro benservito.

                        E se in fondo al cuore c'èun filo di tristezza,

                        chi vuol essere lieto, lo sia, che del doman non ha certezza.