SHERLOCK BARMAN
(Liberamente tratto da “Sherlock barman” di Stefano Benni)
Personaggi principali:
-barista
-cliente
(Un bar, luce bassa, notturna)
BARISTA Qualcosa da bere, signora?
CLIENTE Mi porti qualcosa di forte, di molto forte.
BARISTA Ha bisogno di tirarsi su, signora?
CLIENTE Ebbene sì.
BARISTA Cosa le porto? Un whisky, un Bloody Mary o un Alexander?
CLIENTE Mi porti un Alexander.
BARISTA Una delusione d’amore?
CLIENTE Come lo ha capito?
BARISTA Dal sospiro, signora.
CLIENTE Dal sospiro?
BARISTA Esattamente. Faccio la barista da qualche anno e non mi è difficile riconoscere il sospiro dell’innamorato deluso: lei ha tutti i sintomi di una donna abbandonata di fresco.
CLIENTE Beh, non ci vuole molto. Basta guardarmi in faccia.
BARISTA Certo, un uomo moro.
CLIENTE Questo come fa a saperlo?
BARISTA Deduzione di barista. Lei ha un capello scuro sulla camicetta.
CLIENTE E mi sa dire altro, cara la mia Sherlock Barman?
BARISTA L’uomo si chiama Alessandro e fa il pilota.
CLIENTE E’ tutto vero. Ma lei è una medium, un’indovina o cosa?
BARISTA Le ripeto, semplice spirito di osservazione baristica. Lei ha trasalito quando ho detto il nome del cocktail Alexander, dal che ho dedotto che Alessandro dovesse essere il nome dell’uomo che la turba. Inoltre, lei ha posto qui, sul tavolo, un pacchetto di sigarette senza marca da bollo, e non essendo lei il tipo da acquistare al contrabbando, ne deduco che gliele compri lui sull’aereo. E anche il suo foulard è di un modello che si vende nelle boutique aeroportuali.
CLIENTE E’ esatto. Ma allora mi può dire anche perché Alessandro mi ha lasciata?
BARISTA Beh, innanzitutto la sua gelosia morbosa per quell’hostess.
CLIENTE Vero anche questo. Ma come fa lei a…
BARISTA Ovviamente, se lei è innamorato di un pilota, non può che essere gelosa di una hostess. Infatti vedo che lei indossa gonna blu e camicetta bianca, quindi, inconsciamente, tende a vestirsi come una hostess, per competere con il fantasma della sua rivale.
CLIENTE Va bene, va bene. Ma adesso non mi dica che sa anche perché abbiamo litigato.
BARISTA I piatti, signora?
CLIENTE E’ vero… ha tirato ad indovinare?!
BARISTA No, le riassumo come è andata. Lei torna a casa stanca ma si mette a cucinare. Quella macchia di pomodoro fresco sulla camicetta lo testimonia. Poi lei chiede ad Alessandro di lavare almeno i piatti. Lui si rifiuta. Si mette a farli lei, allora, come testimonia l’odore di detersivo che viene dalla manica della sua camicia. Ma poi rompe un piatto e si ferisce l’indice della mano destra, proprio lì.
CLIENTE Ma…
BARISTA Non mi interrompa. Lei si arrabbia e gli si scaglia contro gridando “Sei sempre il solito egoista”. Lui la afferra per i polsi per bloccarla, noto il segno rosso sui suoi polsi. Vi avvinghiate e, come spesso succede in questi casi, finite per fare l’amore.
BARISTA Questo come lo sa?
CLIENTE Camicetta abbottonata storta e infilata male nella gonna. Dopo aver fatto l’amore, ricominciate a litigare. Lei scappa di casa, senza nemmeno il cappotto, e ora è qui, disperata, davanti a me.
CLIENTE Lei mi fa paura. Ma se sa tutto, mi sa anche dire come finirà?
BARISTA Posso provarci. Alessandro è furioso. Il suo ormai, mi scusi, ex uomo corre a farsi consolare dalla sua hostess al Gipsy Bar, quello dove si trovano tutte le hostess a quest’ora. Ma oggi è lunedì, e il Gipsy Bar è chiuso. Allora fa cento metri e la trova al Bar Linda. Le dice: “Andiamo da un’altra parte”. Perché “Linda” è il suo nome, signora, c’è scritto sul ciondolo che lei ha al collo e Alessandro è così furente che non vuole nulla che gli ricordi lei.
CLIENTE Va bene. Ma allora, che fanno?
BARISTA Dato che cinque minuti fa si è messo a piovere, si rifugiano nel bar più vicino.
CLIENTE E cioè?
BARISTA Questo, signora. Secondo i miei calcoli, dovrebbero arrivare qui più o meno tra un minuto…
CLIENTE E cosa accadrà allora?
BARISTA Penso che lei, signora, andrà su tutte le furie, perché non sopporterà la vista dei due abbracciati, poiché niente come la pioggia avvicina sentimentalmente e carnalmente un pilota e una hostess.
CLIENTE E allora?
BARISTA Allora lei, furiosa, si precipiterà fuori dal bar ed estrarrà la pistola che, incidentalmente, ho intravisto nella sua borsa. Ma è un grosso errore. Perché, qui fuori, c’è sempre di ronda un poliziotto in borghese: lo riconosco dal taglio di capelli e dalle scarpe. L’agente tirerà fuori la pistola d’ordinanza che porta infilata nella cintura, sotto il rigonfio, e la fredderà in meno di un istante.
CLIENTE Ridicolo. E poi il minuto è passato e non si è ancora visto nessuno.
BARISTA Davvero? Eccoli! Si sono appena fermati davanti al bar.
CLIENTE Oh Dio, no…
BARISTA Stia calma, signora!
CLIENTE Io l’ammazzo!
BARISTA Signora, si ricordi quello che le ho detto.
CLIENTE No, io vado e l’ammazzo. L’ammazzo! (Si alza e va dietro le quinte, correndo)
BARISTA Signora, si fermi… (La insegue ed esce)
VOCI DA DIETRO LE QUINTE
LINDA Alessandro… che piacere vederti! Lei chi è?
ALESSANDRO Linda, ti prego, non fare piazzate.
LINDA Non mi hai risposto: lei chi è?
ALESSANDRO Non è nessuno in particolare. E’ una collega, una hostess che vola spesso sul mio aereo.
LINDA Sì, una collega… Vedo che ci hai messo pochissimo a sostituirmi. Ma io t’ammazzo! Anzi, prima ammazzo te e poi ammazzo lei.
ALESSANDRO Linda, sei impazzata? Metti giù quella pistola?
LINDA No, me la dovete pagare, entrambi! Chissà da quanti anni mi prendevate in giro voi due. Ma ora me la pagherete!
POLIZIOTTO Ferma! Polizia! Metta giù quell’arma o sparo!
LINDA Bastardo, io ti uccido!
1.SPARO
2.URLO
3.TONFO
VOCI DI GENTE DA DIETRO LE QUINTE
§Oh Dio, l’ha uccisa!
§Ho dovuto sparare signorina, quella pazza stava per far fuoco…
§Chiamate un’ambulanza…
§Perde molto sangue, non ce la farà.
§Cos’è successo?
§C’è stata una sparatoria, un agente ha sparato ad una donna ma quella si è abbassata di colpo ed è stata colpita a morte la barista.