Si cambia

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Sèeeeeh

S i     c a m b i a !

di Giuseppe Corea

                   E’ l’ultimo dell’anno. Ha fatto buio da un pezzo.

                   Nelle stanze illuminate delle case, le famiglie pensano ad addobbare le tavole per il cenone, ad organizzare giochi di società, a mettere da parte tricche-tracche e petardi per il gran finale di mezzanotte. Anche se da un terrazzo sparano già qualche botto, questa è l’ora - più che altro - dei mortaretti, delle stelle filanti, delle girandole di fuoco colorate.

                   Una nevicata leggera ha incominciato ad imbiancare i tetti della città.

*

                   Un uomo è in casa, seduto su una seggiola. E’ solo. A terra un elenco telefonico ed un telefono. L’uomo prende l’elenco e comincia a sfogliarlo con foga, poi si ferma su una pagina. Tiene una mano sopra l’elenco aperto, l’altra la allunga verso il ricevitore, la ritrae. Vuole vincere l’incertezza, vuole farla finita con quel tormento! Alla fine compone un numero. Al primo squillo getta l’elenco del telefono in terra. La luce intanto s’è accesa su una donna, seduta ad una scrivania.

                   Driiin......       Driiin......     Driiin......


DONNA    (fa squillare il telefono a lungo, si sta limando le unghie; prima di                         sollevare la cornetta si dà un’aggiustata alle ciglia. Poi, finalmente,                         solleva la cornetta). Sììììì!... Pronto sono Claudia, che cosa desidera?...               Che cosa vuole da me?                          

UOMO      (Con intonazione lacrimosa, supplichevole) Pronto, senta!... Mi                                                                                                                              ascolti… Mi ascolti, per favore… Io… Io non sto affatto bene, io… Ho                  bisogno… di aiuto, capisce?..

DONNA   …Di aiuto ha detto che ha bisogno? E chi glielo dà oggigiorno un aiuto,                 signore mio?

UOMO     Mah, non lo so… Lei, magari.

DONNA   Io?.. Senta un po’: ma lei lo sa o non lo sa che oggi tutti quanti abbiamo                  i nostri problemi, i nostri guai... Lo sa o non lo sa che oggi nessuno                             ascolta più nessuno, che tutti se ne infischiano del prossimo, eh?… No             dico! E lei viene qui, insomma mi telefona, e mi chiede… un aiuto?!?                            Ma ci vuole una bella faccia tosta, ci vuole, caro lei, a chiedere un aiuto                così: d’emblée. A me, poi! Sèh: altro che un aiuto le darei io, caro                           signore!

UOMO      Ma… Ma come altro che un aiuto le darei io?... Ma io… Io signora sono                disperato, guardi… Mi creda: sono disperato… (gemendo): Sono        

                  proprio disperato!..

DONNA    E’ disperato, signore? Si butti al fiume, allora!

UOMO      Al fiume?!?...

DONNA    Sì, nel Tevere!.. Oddio, c’è anche l’Aniene, volendo: è un fiume un po’                 periferico, l’Aniene… Comunque, alla bisogna…

UOMO      … Ma come sarebbe a dire: alla bisogna?... Ma che diritto ha lei di…                     Ma con chi diavolo sto parlando poi, eh?... Chi è lei?... Lei: chi è?...                          Avanti! Mi dica chi è!

DONNA    Perché: non lo sa, forse?... Sta facendo mica lo gnorri, per caso?

UOMO       Io non sto facendo nessuno gnorri! Voglio sapere con chi diavolo sto                              parlando!

DONNA   E bene. Se proprio lo vuole. Lei sta parlando con VOCE ACIDA,                     signore.    

UOMO    Con VOCE… ACIDA?!?

DONNA   Si-ssi-gnore! Siamo un Ente privato, riconosciuto, ai sensi di legge.

UOMO    (Dopo una breve pausa)…Ma andiamo!... Basta con questi scherzi!... Un                Ente privato… Riconosciuto… Ma che razza di storia è questa?... Eh?

DONNA   E’ la storia di una piccola azienda che nel tempo è cresciuta, s’è fatta                     grande. Oggi gestiamo questo servizio per conto del Comune, sa? Altro            che scherzi!

 

UOMO    Per conto… del Comune?!?

DONNA  Del Comune, sì, del Comune. Ha presente il Comune?.. La piazza del                      Campidoglio… Il monumento con il signore a cavallo… coso, là… come             si chiama?.. il Marc’Aurelio, no?

UOMO      Nosenta, dunque no: guardi, aspetti. Aspetti un momento, per favore.                              Noi… Noi dobbiamo cercare di uscir fuori da questo equivoco,                                 capisce?

DONNA    Lei non può dire: uscir fuori, sa?

UOMO      Ah no?

DONNA   No.

UOMO     E chi me lo vieterebbe, questo?... Lei?

DONNA    Bah, io certo che no. Ma la logica sì.

UOMO      Uh bella. La logica. E perché mai?..   

DONNA    Ma perché nel concetto di uscire c’è già il concetto di fuori… Basta dire,              semplicemente: uscire dall’equivoco. Oppure, anche: venir          fuori                              dall’equivoco.

UOMO      Dunque, allora: prima d’impazzire. Cerchiamo di venir fuori da questo                  stramaledetto equivoco.

DONNA    Ecco.

UOMO     …Ecco. Io, poco fa, ho fatto lo zero sei/nove sei, nove sei quattro: che è                 il numero di VOCE AMICA. Mi risponde VOCE ACIDA. Dunque lei,                 gentile signora che non so nemmeno come diavolo si chiama…

DONNA    Ma gliel’ho già detto: Claudia.

UOMO     Ah ecco, benissimo: Claudia. Dunque, gentile signora Claudia, lei che è                  così tanto amica della logica, no?...

DONNA   Sì…

UOMO     Lei, a questo punto, sarà d’accordo con me sul fatto che io ho sbagliato                   a comporre il numero, vero? Non è così?...      

DONNA    Ma lei non ha sbagliato proprio nulla, signore. Il numero che lei ha fatto                era esattamente quello di VOCE AMICA: zero sei/nove sei, nove sei                             quattro: né più, né meno.

UOMO      Ah ecco. Dicevo io. Era quello il numero di VOCE AMICA, eh! Mi                         sembrava strano. E… adesso?

DONNA    (agitando una mano in aria): E adesso, e adesso!.... E adesso è il                             numero di VOCE ACIDA, no? Ma come glielo debbo dire? Uffa!..                           Possibile che non capisce?

UOMO      No. Sì. No, ho capito che il numero di VOCE ACIDA è questo, adesso:                   ho capito. Ma il numero di VOCE AMICA, adesso, qual è? Me lo può                  dire, per cortesia?

DONNA    Ma VOCE AMICA non c’è più, signore. Il Comune l’ha soppressa!                          (Non sente più la voce dell’interlocutore, che rimane come                                                 stralunato)… Ha sentito quello che ho detto?... E’ ancora in linea,                       signore?... Dica!!!... Signoreeee…

UOMO      (Riallacciando con un filo di voce la conversazione): Eeeee…. Com’è                            che l’ha soppressa, il Comune, VOCE AMICA? Così, per sapere…

DONNA    Oh ma lei è proprio un tipo, sa: prima sparisce dalla conversazione e mi                mette in ansia. Poi si rifà vivo e non mi chiede neppure scusa. E che                     modi!

 

UOMO      (Con ironia) Le chiedo scusa, signora. Le chiedo sinceramente scusa                               per averla messa in ansia. Anzi: la ringrazio per avermi atteso in linea,                 per non avere riagganciato la cornetta. Davvero grazie. C’è… una                      qualsiasi cosa che posso fare per lei?

DONNA    Certo che c’è. Potrebbe ascoltarmi, càspita. Anch’io ho bisogno di                          parlare, sa? Che si crede? Che soltanto lei è inguaiato a questo mondo?

UOMO     Uh va bene: l’ascolto. Mi dica.

DONNA    Io, caro lei, sono rimasta orfana a quattro anni, sa?

UOMO      Oh, mi dispiace.

DONNA   Avevo soltanto mamma e papà a questo mondo. Nessun parente.

UOMO     Oh.

DONNA   Sono cresciuta dentro un istituto di suore. Una bella infanzia mi sono                     io, sì! Proprio bella.

UOMO    Beh, però c’erano tanti bei bambini insieme con lei, dentro quell’istituto,               no?

DONNA   Sì. E glieli raccomando. Tutti la faccia da funerale avevano!

UOMO    Oh.

DONNA  A sedici anni, poi (caro il mio signore disperato) sono stata stuprata da                            una suora. Ha capito?

UOMO     Oddio.

DONNA   Come fa una suora a stuprare una ragazza?... Non era una suora! La                         violenza sessuale mi provocò un trauma indelebile. La ASL mi                                       riconobbe l’invalidità civile e così, attraverso l’Ufficio di                                               Collocamento, grazie ad una corsia preferenziale, entrai nello staff di                       VOCE ACIDA. Oggi sono la vice-presidentessa di VOCE ACIDA. Ha             capito?

UOMO   O-ò-ò-ò-ò-ò!... Ma insomma!... Basta! Sono io che l’ho chiamata. E io mi               devo sfogare, non lei! Lei pensi a fare la telefonista. Cerchiamo di non             invertire i ruoli. Chiaro?

DONNA  Ah per me va bene.

UOMO    Oh!.. Siamo mica a teatro, qua!

DONNA   Difatti: lei sta a casa sua ed io nel mio ufficio. E’ l’ultimo dell’anno e                      sta per arrivare mezzanotte. Mi dica quello che mi deve dire, dài: su.

UOMO      Sì. Dunque. Allora. Stavamo dicendo. VOCE AMICA non c’è più.                            Giusto?

DONNA    Giusto.

UOMO      Il Comune l’ha soppressa.

DONNA    Soppressa.

UOMO      E… perché l’ha soppressa?

DONNA    L’ha soppressa - vede - perché i volontari del servizio VOCE AMICA -                  è vero? - dopo un’ora che stavano al telefono - mi segue? - cadevano                             tutti in depressione! Per cui il Comune ha soppresso il servizio VOCE                AMICA, gestito dai volontari, e l’ha sostituito con il servizio VOCE                    ACIDA, gestito da personale stipendiato ed in regola con i contributi…                                                   Il Comune, come lei sa, ha cambiato colore, signore. Nuova giunta…                      nuova amministrazione. Ri-stru-ttu-ra-zio-ne dei servizi. Si cambia!!!                     Ha-ha!.. Ha capito adesso, finalmente, signore?

UOMO    Ah ecco, ecco… Sì, ho capito… Va bene, mi scusi. Mi scusi tanto,                            allora, signora: come non detto. (Intanto prende una pistola che teneva                    sul mobiletto del telefono, l’accosta alla tempia).

DONNA   Ma di nulla, signore: non si preoccupi. (Si sente uno sparo, luce spenta                  sull’UOMO). Uh, che bello! Anche da lei hanno cominciato con i botti.             Che bello!... Però adesso senta, stia a sentire quello che le dico adesso                            perché dopo non glielo dico più, eh. Lei, questa sera, prima della                                     mezzanotte, è meglio che si butti al fiume. D’accordo?... Siamo intesi?...                    Me lo promette?... (Comincia a sentirsi un frastuono crescente di botti,                 petardi, fuochi d’artificio…). Come dice?... Non ho capito: ripetere…                         Oh!... Bene, bene… Uh ma che bravo signore che è lei… Uh ma lei è                       proprio bravo, sa?... Uh ma che bravo… Che bravo!!!