Si fa presto a dire mostro!

SI FA PRESTO A DIRE MOSTRO! (La vera storia di Frankestein) di Chiara Tambani

(Entra il mostro, si rivolge direttamente al pubblico)

No perché si fa presto a dire mostro… Allora innanzitutto non ho chiesto io di venire al mondo… Sì va bene, questo non lo avete chiesto nemmeno voi… Volevo dire che non ho chiesto io di venire al mondo… così!! (Fa chiaramente riferimento alla sua bruttezza… poi scruta tra il pubblico) Oddio, vedo che alcuni di voi nonsono messi tanto meglio… Ma voi avete sicuramente avuto una mamma e un papà che vi hanno amato così come siete…

Ecco il mio papà invece… Il mio papà si chiamava Viktor Frankestein, un brav’uomo per carità… solo che aveva un grande problema che lo tormentava… gli era morta la mamma quando era bambino e questo trauma non l’ha mai del tutto superato. E così da grande decide di fare il medico… Cosa nobilissima dico… sì solo che lui non vuole fare il medico per guarire i malati… no… lui vuole ridare la vita ai morti! E allora dico io, caro papà Frankestein, capisco il trauma e il dolore, però mi sembra un tantinello esagerato, qualcuno là di sopra (indicando con il dito verso l’alto) si potrebbe arrabbiare… e poi in tutta sincerità papà Frankestein… non è che l’esperimento ti sia venuto proprio bene… volevi riavere la tua mamma e guarda che cosa hai creato… Ora o che la tua mamma era proprio molto molto brutta, oppure hai un senso estetico pari a zero! Per fortuna che non hai preso la specializzazione in chirurgia estetica sennò era proprio un macello!!!

Comunque il mio buon papà Frankestein, animato dai più nobili principi, per due anni scoperchia tombe, trafuga organi, taglia, ricuce, unisce vene e vasi sanguigni finché… in una notte buia e tempestosa, mentre me ne sto ancora senza vita nel mio sarcofago, un fulmine mi va a colpire proprio sulla capoccia… ed ecco… sento una fortissima scarica elettrica che mi attraversa dalla testa ai piedi, un tremore e un bruciore dappertutto … era la vita, la vita che entrava dentro di me! Ricordo ancora il mio primo respiro (fa un verso animalesco) e la bellissima sensazione di essere… VIVO!!!

Il mio occhietto giallo si apre lentamente (il gesto dovrà essere esagerato, in quanto tutto nel mostro è brutto e deforme) e lo vedo lì davanti a me, che mi guarda con un’espressione attonita… il mio papà!!!Allungo la manina verso di lui (si guarda un attimo la mano che in realtà è grossa e deforme)… ehm… insomma, alla fine ero un bambino appena nato… sfodero il mio più candido e dolce dei sorrisi (fa in realtà una smorfia orrenda) e cerco di dire con tenerezza e gratitudinepa.. pa… be’insomma, non avevo ancoradimestichezza con la parola, forse quello che mi è uscito è stato più un …. AHHHHHHHHH!!! (fa un verso orribile)

E il mio papà cosa fa? Invece di abbracciarmi teneramente e piangere lacrime di gioia per la mia nascita… Lancia un grido disumano e se la dà a gambe!!!

Ma dove vai papà? Sono io! Il tuo piccolo Frankesterin ….(si ferma un attimo, rendendosi conto che in effetti

lui non è per niente piccolo….) insomma il tuoFrankesterin Junior… non puoi abbandonarmi papaaaaaaa!!!!

(Il mostro guarda sconsolato il pubblico, fa capire che il papà se n’è andato e lui è rimasto solo)

Eh… si fa presto a dire mostro… provate voi… appena nato e già rifiutato, abbandonato in un posto sconosciuto, tutto solo in balia di un terribile destino…

E allora scappo via, vado alla disperata ricerca del mio papà ma fuori è buio, i miei occhietti gialli non vedono nulla, e finisco in un bosco terrificante, correndo sbatto contro gli alberi, cado a terra, mi rialzo, intorno a me sento versi terribili che mi circondano e io ho freddo e fame e tanta paura… Piango e grido 1

tutta la mia disperazione… (lancia un grido terribile) Oddio... che mi spavento anch’io a sentire la mia voce… e infatti tutti gli uccelli notturni che mi volavano intorno e che forse volevano mangiarmi scappano via… finché alla fine, stremato, cado a terra e mi addormento, pensando di non risvegliarmi più…

Invece il mattino dopo, mi sento all’improvviso avvolto da uno strano calore… Apro lentamente i miei occhietti gialli e… cosa vedo sopra di me… Uno splendido cielo azzurro, un sole meraviglioso che riscalda le mie stanche membra, e intorno a me alberi carichi di foglie di un verde brillante! Mi alzo barcollando, sono attratto dal rumore dello scorrere di un torrente, un po’ impaurito e tremante allungo la mano verso l’acqua e… oh che meraviglia sentire l’acqua fresca sulla mia pelle, che ristoro poterla bere a lunghe sorsate… e intorno a me odo i canti melodiosi degli uccelli e il leggero stormire delle foglie mosse dal vento… ora, alla luce del sole, la vita mi si mostra in tutta la sua bellezza e io non ho più paura… mi butto disteso sull’erba, guardo le nuvole che scorrono nel cielo e penso dentro di me “questa è la meravigliosa bellezza del creato… sono così felice di farne parte”!.

E gioisco per ogni respiro che mi viene dato e osservo in estasi i colori brillanti dei fiori, nelle loro più svariate sfumature e mi lascio inebriare dal loro profumo…. Che bella, che bella la vita!! Ma cosa ho fatto

per meritare una così grande meraviglia!! E guardo gli scoiattoli rincorrersi tra gli alberi, gli uccelli volare liberi nel cielo e mi nutro di buonissime bacche… Oddio buonissime… non è che avessi ancora molte nozioni di arte culinaria… diciamo che la meraviglia per quello che avevo intorno me le faceva sembrare deliziose…

Cosa potevo desiderare di più? Ma le sorprese non erano ancora finite per me… perché… cammina cammina… un giorno arrivo a un villaggio! E che stupore nel vedere che era abitato da esseri come me!! (Come rendendosi conto che un po’ di differenza tra loro e lui c’è) be’ insomma… diciamo simili a me! Allorami apposto dietro gli alberi e li osservo e… Oh, quanta gioia sento sgorgare dentro il cuore nel vedere i bambini giocare felici, accuditi dalle loro mamme che li baciano e li abbracciano… nel vedere coppie di giovani che passeggiano sorridendosi… Anch’io volevo fare parte di quel mondo bellissimo, anch’io volevo sorridere e ricevere abbracci e allora pieno di entusiasmo sbuco fuori dagli alberi e con i miei occhietti gialli sfavillanti di gioia e sfoderando il mio migliore sorriso corro incontro a questi simpaticissimi esseri lanciando loro un saluto che più o meno deve essere suonato così … AAAAAHHHHHH!!! (Urlo terrificante)

Ma come… cosa succede? Improvvisamente quei simpatici esseri cambiano espressione, i sorrisi si spengono e i volti si trasformano in maschere di orrore, i bambini piangono terrorizzati, le donne cadono a terra svenute e gli uomini corrono nelle case a prendere lunghi oggetti affilati e mi si avventano contro e mi picchiano con violenza urlando parole che non capisco… ma perché, perché? Io sono solo un bambino che ha bisogno di amore, di carezze e di affetto… Io voglio essere come voi, voglio ridere con voi, giocare con voi. Io conosco solo la gioia e la bellezza… ma questa cosa che cos’è che cos’è… ah, ecco… la crudeltà…

Alzo un braccio solo per fermarli, non voglio fare male a nessuno, ma getto a terra dieci uomini… Ho una forza incredibile, il mio papà forse ha esagerato un po’ con gli anabolizzanti… e allora quelli si arrabbiano ancora di più e iniziano a far esplodere dei botti fortissimi…. Questi fanno male davvero… ho iniziato presto a capire che cosa fossero gli spari!!

E allora scappo via disperato e corro e piango finché arrivo sulla sponda del mio torrente e lì mi butto sulla riva e per la prima volta… mi vedo… vedo la mia immagine riflessa nell’acqua… Oddio, non che avessi tanta esperienza per fare dei paragoni, il concetto di bellezza e bruttezza non mi era ancora ben chiaro… però capivo di essere…. molto diverso da loro… avevo una testa e braccia e gambe come loro ma come dire…

c’era qualcosa nelle mie fattezze di irregolare, di poco armonico… eh??? Come dite voi???? Brutto??? 2

Orrendo???? Be’, diciamo diverso… io ero semplicemente… diverso!!! Ma i miei occhi erano buoni, il mio cuore era innocente e i miei sentimenti sinceri… Non bastava questo per essere accolto e amato?

Ma poi… un po’ rasserenato dall’atmosfera di pace che avevo intorno, penso che forse avevo sbagliato io… li avevo colti di sorpresa e loro si erano spaventati… Sarei tornato e avrei fatto capire loro che non volevo fare del male… e come avrei potuto? Io conoscevo solo la bellezza e l’amore!

E allora torno a osservarli da dietro gli alberi e sento di nuovo nascere dentro di me quei bei sentimenti che mi rendono tanto felice… quando vedo i bambini giocare mi sento contento, quando vedo gli innamorati che si baciano, mi tremano le gambe dall’emozione… Però capisco anche che non tutti stanno bene, alcuni li vedo immobili nei letti, tremanti dal freddo, altri li vedo piangere alla sera soli nella loro casa, con davanti una misera razione di cibo… e allora anch’io piango per loro e provo tanta tristezza nel cuore…. capisco di provare i loro stessi sentimenti e questo me li fa sentire come fratelli…

E allora di notte vado a procurare la legna, con la mia incredibile forza non è difficile fare grandi fascine che poi metto davanti alla porta di casa di quelle povere persone… e come sono felice quando al mattino vedo le loro espressioni sorprese e grate per quel regalo inaspettato….

“Sono io… sono il vostro buon piccolo Frankestein che veglia su di voi…”.

Finalmente un giorno decido di riprovare, ho imparato anche qualche parola così non fraintenderanno le mie intenzioni… e allora eccomi di nuovo uscire allo scoperto, sempre con il mio famoso sorriso anche se in effetti non mi ha portato molta fortuna, e stavolta mentre corro verso di loro grido felice e un po’ impacciato “IO AMICOOOO…. IO BUONO AIUTA TUUUU… “ (Il tono però sarà sempre mostruoso).

Non riesco neanche a terminare la frase che gli uomini già mi stanno puntando contro i fucili e mi gridano delle parole di cui allora non conoscevo il significato ma che mi sembravano comunque molto cattive: MORTE AL MOSTRO!!!!

Morte… sicuramente doveva essere il contrario di VITA… perché la vita per me era gioia e bellezza e quella parola invece era legata a violenza e crudeltà…

E il MOSTRO… ero io!! Quello era il nome che mi era stato dato… e non mi sembrava certo un complimento… Mostro… Da quel giorno ho iniziato a chiamarmi così anch’io… in fondo neanche un nome mi aveva dato il mio papà… Almeno ora sapevo chi ero… io ero il mostro!!

E allora di nuovo scappo via, con il cuore a pezzi, piangendo per la disperazione… convinto ormai che nessuno avrebbe potuto accettarmi a amarmi… Se le mie intenzioni non vengono comprese, se non mi permettono neanche di avvicinarmi e mostrarmi per quello che sono, che senso ha essere generoso e amorevole? Perché essere buono se non riesco a ottenere in cambio bontà? Dopo tanto correre le gambe mi tremano, la vista mi si appanna, sono stremato dal freddo e dalla fame, sto per lasciarmi cadere a terra sperando di porre fine a questo tormento… quando in lontananza vedo una capanna da cui esce una flebile luce… Non so quale remota speranza mi spinge in direzione di quella piccola abitazione… Eppure ancora non mi dò per vinto, busso alla porta, come avevo visto fare nel villaggio degli uomini, stavolta pronto a reagire nel caso mi venisse puntato contro un fucile… La porta si apre, e una voce gentile mi dice “Sei un povero viandante infreddolito? Entra, accomodati qui al caldo…”… Non mi sembrava vero… per la prima volta nella mia tormentata seppur breve vita, sento rivolgermi delle parole gentili… Davanti a me vedo un uomo vecchio, ricurvo, con radi capelli bianchi in testa, e un sorriso gentile… Gli occhi mi si inumidiscono di lacrime, la voce mi trema dall’emozione, e riesco solo a dire… “IO… AMICO…” (sempre con un tono

3

abbastanza terrificante) .. “Oh… che brutta voce hai amico mio… devi avere unatremenda bronchite! Susiediti vicino al fuoco”… mi dice lui con dolcezza… E con gesti calmi ma decisi, toccando ogni cosa vicino a sé, mi prepara una sedia vicino al fuoco, mi fa sedere e mi avvolge con delle calde coperte… La dolcezza di quei gesti mi aveva nuovamente riempito il cuore d’amore… Allora non era tutto perduto, finalmente anch’io avrei potuto godere della gioia di essere accolto e amato per quello che ero, anche se così strano, così diverso!

Il vecchio in silenzio mette sul fuoco una pentola che conteneva uno stufato che emanava un buonissimo profumo e io intanto lo osservo mentre si muove con calma e attenzione nella casetta… anche lui è diverso, anche lui ha qualcosa di strano rispetto agli uomini che avevo visto nel villaggio… Poi un particolare mi colpisce… i suoi occhi… non si fissavano su quello che stava facendo, ma restavano come immobili, senza luce… quell’uomo era… cieco!!! Ecco perché non si era spaventato vedendomi!! Quell’uomo non aveva potuto vedere quanto orribile fosse il mio aspetto, ma aveva capito la bontà delle mie intenzioni e del mio animo!

Oh, buon vecchio amico, pensai io, fammi restare qui con te, tu non puoi provare ribrezzo di me e mi potrai amare per quello che sono, e io mi prenderò cura di te, andrò tutti i giorni a fare la legna così avrai sempre un bel fuoco nel camino, e lavorerò la tua terra, e ti porterò il cibo e tu sarai felice perché non avrai più preoccupazioni… e tu in cambio mi insegnerai tante cose sul mondo e io imparerò perché sono così desideroso di conoscere e di capire tutto quello che mi circonda… Però queste cose non riesco ancora a dirle, non conosco le parole, ma le sento nel mio cuore… Il vecchio mi appoggia la mano sulla spalla e mi sorride, come se sentisse i miei pensieri… io appoggio la mia mano sulla sua e in un impeto di tenerezza mi alzo e lo abbraccio per fargli sentire tutta la mia riconoscenza che non sapevo esprimere a parole… Il vecchio esclama “Ahhh….” forse l’avevo abbracciato con un po’ troppo entusiasmo, e proprio in quel

momento la porta si spalanca… entra un giovane che appena mi vede stretto al buon vecchio lancia un grido di orrore “Maledetto mostro… lascia andare mio padre” e mi si scaglia addosso colpendomi con l’attizzatoio…

A me sarebbe bastato muovere un dito per ucciderlo, ma non faccio il benché minimo tentativo per difendermi, anzi mi lascio colpire, forse voglio che quel giovane mi uccida, così da poter porre fine alle mie sofferenze… Ma ancora l’istinto vitale è più forte di qualsiasi altra cosa e mi trascino fuori dalla capanna dolorante e sanguinante… ma la sofferenza fisica non era nulla in confronto al dolore che provava la mia anima ferita a morte.

Tutto era finito per me… ormai avevo la certezza che non avrei mai potuto ricevere amore da nessuno, che a nulla sarebbero valsi i miei tentativi di essere buono, amorevole e generoso con gli esseri umani… la mia deformità avrebbe sempre prevalso, e nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di provare ad andare al di là del mio orribile aspetto per capire che cosa si celava dentro il mio cuore…

Ed è stato in quella notte buia e tempestosa, sotto una pioggia scrosciante, tra il rumore assordante dei tuoni e i fulmini che squarciavano il cielo, che urlai al mondo intero tutta la mia rabbia contro ogni essere umano: “VENDEEEEETTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!”.

Sì, la mia vendetta sarebbe stata terribile, da quel momento avrei passato tutta la vita ad accanirmi contro ogni essere umano che mi aveva rifiutato, nel mio cuore indurito dall’odio non c’era più spazio per la pietà e per l’amore… Ma si sarebbero pentiti di quello che mi avevano fatto!

4

E fu proprio in quel momento che pensai a mio papà… VIKTOR FRANKESTEIN. (Qui partirà una musica che trasmetta tutto il senso di vendetta del mostro, ad esempio il DIES IRAE del Requiem di Verdi).

Sì lui mi aveva creato, e solo lui avrebbe potuto porre fine al mio tormento. E allora di notte me ne andavo in giro per la città che confinava con il bosco, per vendicarmi dovevo prima essere istruito, dovevo conoscere tante cose per superare in intelligenza gli esseri umani. Con la mia grandissima forza era un attimo arrampicarmi per le pareti delle case, scrutare attraverso le finestre, conoscere i loro strumenti, e le loro strane attrezzature. Erano esseri molto evoluti, con tutti i loro marchingegni si erano allontanato dalla natura, forse si erano dimenticati di quanto può essere bello starsene distesi su un prato a guardare il cielo e ascoltare lo scorrere di un torrente, se ne stavano per tutto il tempo con gli occhi puntati dentro piccoli schermi luminosi… Mi sono impossessato anch’io di un piccolo schermo luminoso, e il mio papà deve avermi cucito un cervello di prima qualità, perché nel giro di poco tempo ho imparato ad usare perfettamente quel piccolo marchingegno…

Ora potevo mettere in pratica la mia vendetta…

Per prima cosa ho rintracciato quel vigliaccone del mio papà, che stava facendo la bella vita in una splendida villa e aveva completamente rimosso dai suoi ricordi quel piccolo “errore di gioventù”… Aveva fondato una clinica privata, non pensava più a ridare la vita ai morti, ma a come spillare più soldi possibili ai suoi ricoverati… E’ stato un gioco da ragazzi entrare nella sua stanza di notte, spaventarlo con un bel “CIAO PAPINO” e rapirlo. Non c’è voluto molto perché accettasse di collaborare al mio diabolico piano… Una mia piccola stretta della mano gli è bastata a convincerlo che era meglio accondiscendere a tutte le mie richieste… Nella vita tutto ritorna, non si sfugge ai propri errori, prima o poi si pagano le conseguenze delle proprie azioni e così… ora il buon vecchio Frankestein mi aiuterà a portare a termine il mio terrificante e ingegnoso piano!!

Ho costretto papà Frankestein a contattare i migliori chiurghi estetici nel mondo, li ho obbligati a consultarsi, a ingegnarsi, a lambiccarsi affinché sia possibile realizzare il più grande miracolo della storia dell’umanità… no… non creare la vita dalla morte ma…

(Estrae un poster a grandezza se possibile naturale di un bellissimo ragazzo a torso nudo)

Trasformare la più orripilante bruttezza in… accecante, sfavillante, smisurata… bellezza!!! SIIIIII!!! SI PUO’ FAREEEEEE!!!! Ci vorranno tre mesi di estenuante lavoro, ma alla fine il risultato sarà esattamente questo!!!! Sì signori miei, l’orrendo, riprovevole MOSTRO diventerà l’uomo… PIU’ ESAGERATAMENTE BELLO DEL MONDO!!!

E quando tutto sarà finito… darò inizio alla mia spietata vendetta!!! Comincerò con la bella e giovane moglie del mio papà… basterà uno sguardo per farla innamorare perdutamente di me… poi tornerò in tutti i villaggi da cui sono stato cacciato, dove mi hanno picchiato, insultato e lì arriverò in tutta la mia sfavillante bellezza a cui nessuno saprà resistere… il mio splendore sarà così abbagliante che tutte le donne cadranno ai miei piedi e non stento a credere che anche molti uomini cambieranno il loro “orientamento” vedendomi!!!

Farò innamorare tutti, regalerò sorrisi, qualche rapido bacio e poi me ne andrò, lasciandoli nel tormento di avere conosciuto la perfezione, la meraviglia più assoluta ed averla poi persa per sempre… Vivranno nel dolore e nel rammarico di non poter mai più provare una tale estasi…

5

Sì signori miei, questa sarà la mia tremenda vendetta!!! Mi avete ripudiato per la mia orribile bruttezza, senza guardare la bellezza del mio cuore, e io vi ripagherò esattamente con il suo contrario… e voi non avete nemmeno lontanamente idea di quanto vi potrà far male la meravigliosa ed estasiante bellezza dietro alla quale si cela… un cuore vuoto!!! AHHH AHHHH AHHH AHHHAHHH!!!! (Risata mostruosa)

Chiara Tambani n. posizione SIAE 229455

Per contattarmi:

Tel.: 328 6339236

e-mail: gianchiaratamo@fastpiu.it

facebook: Chiara Tambani (Cremona)

6