Siepe a Nord Ovest

Stampa questo copione

MASSIMO BONTEMPELLI

Siepe a nordovest

Farsa in prosa e musica

Persone

Attori

Laura

Mario

Carletto

Un Uomo

Una zingara

Il Marionettista

Marionette

Il re

La Principessa

L'Eroe

Due Ministri

Operai

Popolo

Burattini (per il prologo e gli intermezzi)

Colombina Napoleone Bonaparte

Nota. Chiamo Marionette quelle mosse dall'alto con fili, Burattini quel­li mossi dal disotto. Le Marionette saranno alte poco più della metà di un uomo.

In un angolo della ribalta, a sinistra e molto avanti (di qua dal sipario), è un teatrino per burattini.

(Teatrino)

Prologo

Mentre il sipario della scena è ancor chiuso, s'alza il sipa­rietto del teatrino; appare Colombina - costume goldo­niano - guarda in giro, poi si rivolge in giù verso l'interno del teatrino, e chiama:

colombina    Napoleone! Napoleone! Vieni a vedere anche tu.

            Appare Napoleone col cappello a lucerna e le braccia in­crociate sul petto.

napoleone     Che vuoi, femmina?

colombina    Ah no: non tollero di essere chiamata femminada nessuno, e molto meno da te... napoleone            Calmati, calmati, donna.

colombina    E non voglio essere interrotta da nessuno, e molto   meno da te, che per la magra             ragione che sei Napo­leone Bonaparte cerchi di prenderti troppe             licenze.

napoleone     Amabili licenze, che tu mi hai permesse, gra­ziosa amica e ancella.

colombina    Come sarebbe a dire, ancella?

napoleone     Sarebbe a dire cameriera, ma è più bello.

colombina    Non voglio !

napoleone     Non offenderti: ho detto anche « amica ».

colombina    Ecco gli uomini celebri. Seducono la loro ca­meriera innocente, e poi lo rinfacciano a      ogni occasione.

napoleone     Facciamo la pace: non ti abbraccio perché, da quando è uscita quella poesia II cinque      maggio, debbo te­nere le braccia al sen conserte; ma dammi tu un bacio e la­sciami tornare a           dormire.

colombina    No, voglio che tu rimanga.

Napoleone    A che fare?

colombina    A vedere.

napoleone    Che c'è mai da vedere?

colombina    Molte cose interessantissime.

napoleone    Prima di tutto è buio.

colombina    Ma quando avremo finito il nostro prologo, lascena si illuminerà.

napoleone    Allora finiamolo.

colombina    No, perché non è finito.

napoleone    E che cosa vuoi che interessino le cose che si possono vedere di qui, all'Imperatore          Bonaparte che ha vi­sto tutto il mondo ai suoi piedi? colombina Intanto per ora non sei che            un burattino che vaa letto con la sua cameriera...

napoleone    Ancella.

colombina    ... e poi io, che non ho l'obbligo di stare con lebraccia come te, ti darò due grandi            ceffoni...

napoleone    Non sarebbe, ahimè, la prima volta.

colombina    ... se mi lasci ancora qui per andare a dormire.

napoleone    Vieni anche tu, cara: io non chiedo di meglio.

colombina    Zitto; per ora il nostro dialogo è finito e comin­ciano quelli là.

napoleone    Dove?

colombina Taci, sta' attento.

Si oscura l'angolo del teatrino, e si apre il sipario del teatro.

Atto PRIMO

La scena è tutta scura, tranne una porzione a destra in avanti. È una parte di campagna con alcuni alberi, in primo piano, e due amache, appese ai rami di questi. A destra de­gli alberi tre o quattro gradini si perdono nell'interno della scena e portano manifestamente a una villa, che non si vede.

Nella più alta e più a destra delle amache è sdraiato Mario, nell'altra Laura. Mario s'alza a sedere entro l'amaca, sbadi­gliando. Entra da destra, scendendo i gradini della villa, Carletto.

carletto       Su, su. Scommetto che vi siete rimessi a dormire.Che diavolo fate?

laura Ci annoiamo.

mario             Non è lusinghiero per me.

laura Tra marito e moglie non sarebbe bello lusingarsi.

carletto       Scotetevi. Andiamo a passeggio: arriviamo finoal fiume.

laura Io no.

mario             Io sì, si. È un'ottima idea. Vado a fare una visita al canotto.

carletto (a Laura)E lei rimane? Peccato!

laura C'è lui: le basta.

carletto       Faccia uno sforzo.

laura                         No. Ho sonno. Buon passeggio. (Si volta e chiude gli occhi).

mario             Non farci caso, Carletto: vengo io. Aspetta che mi musica" sgranchisco, mi aggiusto la               cravatta, mi fabbrico due o tre sigarette, e sono con te.(Musica 1)

carletto       E sta bene.

Siede su un tronco, tagliato a sedile assai basso, che è avanti agli alberi verso la ribalta; e aspetta, mentre Mario esegui­sce lentamente le operazioni annunciate. Intanto da qualche momento il fondo a sinistra della scena s'è venuto illuminando, e il chiarore ha poi rapidamente in­vaso tutta la scena. In fondo nel mezzo, è un monticello basso, in forma di poggio. Al fianco sinistro, un po' avanti, si vede appoggiata una quinta, come nei vecchi scenari, senza nessun legame col rimanente della scena. Dietro il poggio si sentono le voci confuse e gioiose delle Marionet­te, che ancora non si vedono. Gli attori non mostrano di sentirle, come non mostreranno mai di sentire e vedere nulla di quanto avviene nel mondo delle Marionette, che rimane loro ignoto. E similmente le Marionette non ve­dono e non sentono gli uomini.

Alle ultime battute di Mario e Carletto - sono apparsi in cima al poggio il Re, la Principessa e l'Eroe: sùbito dietro loro sono saliti due Ministri. Tutt'attorno al poggio il Po­polo delle marionette, gridando:

popolo           Evviva! Evviva!...

primo ministro        Silenzio! Parla Sua Maestà.

Il Popolo fa silenzio.

re       Popolo amatissimo!

popolo (alzando le braccia e movendosi confusamente)Viva il Re!...

re       Grazie, Popolo, di queste grida, che giungono gratissime al mio paterno cuore. Oggi è giorno     di festa per la nostra potente nazione, che ha finito di costruire la sua grande ca­pitale. Eccola            laggiù (accenna dietro il poggio) stendersi ai vostri piedi, come un monumento imperituro di      gloria.

popolo           Viva il Re ! Viva la Principessa ! Viva noi, urrah ! urrah!...(Il tumulto continua).

Mario (intanto ha finito le sue operazioni, e si è rivolto a Carlet­to) Sono pronto. Andiamo. carletto (che sta guardando Laura, si scuote)Dove?

mario L'hai detto tu: a fare un giro verso il fiume. (Scendedall'amaca, e s'avvia).

carletto       (alzandosi a malincuore) è vero... (Lo segue).

            Mario e Carletto traversano la scena obliquamente a sini­stra, passando accanto al poggio;           sempre, s'intende, senzavedere le Marionette né sentirle, e senza esserne né visti né sentiti.           Mentre Mario e Carletto scompaiono a sinistra - il Primo Ministro fa cenno al Popolo di       tacere.

primo ministro        Ora silenzio: parla ancora Sua Maestà.

popolo           Viva il Re!

re        Non voglio che gridiate viva a me solo. Voglio un grido di ammirazione a questo mio     grande soldato e amico, al purissimo Eroe, che con la sua spada vi ha conquistato una patria. popolo        Viva!

re        Solo dopo l'opera sua, che ci ha dato pace e prosperità, abbiamo potuto tranquillamente costruire, per il vostro la­voro e il vostro riposo, la più grande e bella città dell'univer­so.     (Accennando dietro il poggio) Se non siete cuori di legno...

popolo           No! No!...

re ... dovete gridare con me: Viva l'Eroe!

popolo           Viva l'Eroe! Viva l'Eroe!

eroe               Grazie, mio Sovrano. Io non ho fatto che il mio dovere. Musica

re        E ora, mio Popolo, tornate alle vostre case e alle vostre famiglie. Voi, miei Ministri, rimanete      a colloquio con me.     (Musica 2)

            Il Popolo si squaglia dietro il poggio, sempre con voci con­fuse e animate, che rapidamente         dileguano.

principessa   Padre mio, concedete ch'io nel frattempo vadaalquanto a passeggiare al rezzo degli         alberi?

re        Sì, Principessa: andate a passeggiare, e cercate di sgom­brare la malinconia che vela il vostro       cuore.

principessa   II mio cuore è tranquillo, padre mio.

re                   Va e sii benedetta. (La Principessa scende, viene lenta­mente fin sotto gli alberi della        villa, e va a sedere sul tronco — ove era prima seduto Carletto. Laura è sempre sull'amaca;   ogni tanto cambia posizione, sbadiglia, sonnecchia, sospira forte. - La Principessa medita e       sospira. Intanto il Re e i Mi­nistri si sono avanzati nel centro della scena. Il Re accenna in        direzione della villa). Miei cari Ministri; come voi sapete, una cosa ancora manca alla       compiutezza della nostra città.  I venti che vengono da nordovest (accenna gli alberi davanti     alla villa) scivolando tra quel boschetto, passano sopra al poggio (lo indica) e vengono a        battere con estrema violenza sui primi quartieri della metropoli. Avete studiato il modo ». di      liminare questo gravissimo inconveniente?

primo ministro        Sì Maestà lo abbiamo studiato,

re        E quale è questo modo?

primo ministro        Nominare una Commissione, avendo curache vi siano rappresentati tutti i             partiti politici.

re        II sistema ha il vantaggio d'essere stato adottato molte volte dalle nazioni più colte ed evolute. Ma temo abbia per contro un inconveniente.

primo ministro        Quale?

re        Passeranno parecchi inverni prima che la Commissione abbia deliberato il da farsi, e intanto i      cittadini e le costru­zioni stesse soffriranno del vento brutale, che non rispetta le Commissioni.

primo ministro        Eppure la nostra Costituzione vieta che si adotti alcun provvedimento che non     sia indicato da una Commissione.

secondo ministro   Permetta la Maestà Vostra; secondo la Costituzione, non può prendersi    alcun provvedimento di carattere definitivo. Ma nulla impedisce che si adotti un provvedimento           provvisorio.

re       Benissimo.

secondo ministro    Ora io, fin da quando la Maestà Vostra ci additò il problema, ho fatto alcuni studi, specialmente topografici; e ho calcolato che in brevissimo tempo alcune squadre di operai scelti potranno, dopo aver fissato solida­mente un palo su quel punto del poggio, stendere buon nu­mero di stuoie, tendoni e graticci, di materia resistentissima, mediante corde ritorte che vadano dal palo stesso fino al primo di quegli alberi. {Accenna gli alberi davanti alla vil­la) Si è calcolato che un tale riparo sarà sufficiente, almeno per il primo inverno, a rompere la forza del vento.

re        Avete i materiali adatti?

secondo ministro    Si, Maestà; nei magazzini del Genio Civile; senza contare quelli di circostanza che si possono raccogliere abbondantemente nei dintorni, i quali ho per­corso in persona.

primo ministro        Allora nel prossimo Consiglio dei Ministri si potrà deliberare intorno a questo provvedimento transi­torio.

re       Non occorre. Voglio che oggi stesso s'incominci il lavoro.

secondo ministro   Sarà fatto, Maestà.

primo ministro        S'intende che questo lavoro dovrà essere distrutto quando la Commissione avrà   deliberato per un provvedimento definitivo.

re        Si, si, Primo Ministro; abbiamo dinanzi a noi parecchi anni di tempo. Ora vogliate precedermi    alla Reggia. (I due Ministri s'inchinano e partono). Voi, mio Eroe, rimanete meco un istante.       Vi prego, discorrete un po' con la Princi­pessa. (La addita) Cercate di capire le cause della sua            ma­linconia. A me, suo padre, non osa dirle per timidezza; forse a voi sarà più facile penetrarle.

eroe   Tenterò, Maestà.

re        Se riuscirete, mi direte sinceramente il frutto della vostra scoperta. E farò di tutto per darle la     gioia che si merita. Non potrò essere pienamente felice fin che non la vedrò sorridere e           sollazzarsi, come si addice alla sua età. Addio. Musica

eroe   Maestà.                            (Musica 3)

           

            Il Re sale il poggio, e scompare dall'altra parte. Mentre l'Eroe s'avvia lentamente verso la           Principessa.

laura (si alza a sedere sull'amaca) E ancora non torna ! Nonsa, che lo aspetto?

principessa   Da questa ridente natura, tutti i miei pensierisalgono più liberi a Dio.

laura Potesse liberarsi, e venire da me ! (Si sdraia di nuovo).

eroe(è arrivato a qualche passo dalla Principessa e dopo alcuni istanti di contemplazione le parla)       La mia Principessa mi permette di accostarmi a lei, e domandarle se posso esserle utile in            qualche cosa?

principessaGrazie, Eroe. Non mi occorre nulla.

eroe   Vi reca disturbo la mia presenza davanti a voi?

principessa No. Voi siete caro a mio padre, siete il benefat­tore della nostra Patria, dunque non potete             riuscirmi sgra­dito.

Pausa.

eroe E... e... (guardandosi attorno) oggi il tempo è bello, mi | pare.

principessa Bellissimo.

            Pausa.

eroe   Posso domandarvi a che cosa sono rivolti i vostri pensieri?

principessa   I miei pensieri sono il mio conforto, e mi son cari, e come tutte le cose care, amo tenerli nascosti.

eroe   Si nascondono le cose colpevoli: invece i vostri pen­sieri sono certamente purissimi. (Pausa).       E... posso do­mandarvi se mai nessuno dei vostri pensieri si posa anche fuggevolmente sulla     mia persona?

principessa   Si, Eroe: voi siete caro a mio...

eroe ... a vostro padre, sono il benefattore eccetera. Oh, lo so. Ma io sono anche un uomo,        Principessa: un uomo che ha un cuore in petto, e sa amare, e anela a essere amato. principessa Si.

eroe   Come è fredda la vostra risposta, Principessa! Essa gela le parole che vorrebbero sgorgare. Oh    ditemi ditemi: ho tanto bisogno di essere amato!

principessa   Dio vi ama, come una sua creatura, e delle piùelette.

eroe               E voi? voi?...

principessa   Io vi amo, come amo il mio prossimo, per amore di Dio.

eroe   Le vostre parole sono sempre più desolanti. Il mio amore non vi commuove. Le mie ansie vi       lasciano indiffe­rente. Il vostro petto è dunque privo di cuore?

principessa   No, Eroe. Ma il mio cuore è tutto di Dio. Poi­ché mi parlate così, vi confesserò i miei       pensieri, che volevo tenere celati. Da qualche tempo ho sentito sorgere in me una irresistibile   vocazione verso Dio. Egli occupa tutta l'a­nima mia. Voglio farmi monaca.

eroe   Oh, Principessa: voi volete sottrarre alla luce del cielo una delle sue più fulgide creature? No!     Dio non vi ha fatta tanto bella e intelligente perché nascondeste il suo capola­voro tra le fredde mura di un chiostro.

principessa   Dio mi ha ispirata, quando ho scelto così.

eroe   E pensate a vostro padre, e al vostro Regno: essi vo­gliono darvi uno sposo; aspettano da voi      un erede, e un so­vrano per i tempi venturi.

principessa   Io non so pensare. Sento così, irresistibilmen­te. Mi sento muovere verso Dio,       irresistibilmente. Mi sem­bra che un filo divino mi porti, e guidi i miei passi.

eroe   No, Principessa, non dobbiamo dire così. Non c'è nulla di irresistibile per esseri dotati di             coscienza e di vo­lontà, come noi. Noi non siamo miseri strumenti in mano di un operaio:            siamo faville divine, siamo padroni o signori del nostro volere e della nostra riflessione.

            Pausa. L'Eroe, aspettando la risposta appoggia con indifferenza una mano sull'amaca di Laura. - Laura a quel movimento si sveglia. (musica 4)

laura Chi è? Dio, ecco il vento ricomincia. (S'alza a sedere) E Carletto ancora non torna. Mi    lasciano sola in questo de­serto.

eroe (che intanto s'è scostato dall'amaca) Voi non mi ri­spondete?

principessa Tacete, Eroe. Cercate di raccogliere i vostri pensieri, contemplando le bellezze del             creato. (Si alza) Ac­compagnatemi, poiché mio padre lo permette, ma impa­rate il dolce secreto         dell'amicizia silenziosa. Venite a con­templare di laggiù, verso quella radura, la bellezza      sconfi­nata dell'orizzonte.

            S'avviano verso il fondo, e si fermano, a destra del poggio, una accanto all'altra, in silenzio         con le spalle volte alla ri­balta. - Intanto da sinistra è rientrato Carletto e ha attra­versato la        scena.

carletto       Laura!

laura Era tempo! Non è piacevole venire in campagna per starmene sola tutto il giorno.

carletto       Perché non ha voluto venire al fiume?

laura Non mi diverte.

carletto       Lo so, non era divertente, con Mario alle costole. Per fortuna gli è venuta voglia di          remare.

laura Le proibisco di parlar male di mio marito.

carletto       Ne parlo benissimo. Ma lei sa quello che sento per lei; mi ha quasi permesso di     dirglielo; mi ha, credo, esortato a sperare... E forse lei scherzava col mio affetto, con la mia           ansia, con la mia...

laura Dica addirittura «passione».

Carletto      Sì, passione. E tu osi dubitarne, della mia passione? - (musica 5)  Oh Laura, io ti ho        seguito fin qui lasciando le mie cose più care; io vinco ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, il ri­morso di tradire l'amicizia di tuo marito; io ti ho offerto tutto me stesso, ti ho proposto:        «vuoi fuggire con me?» ti ho detto: «sii mia per un'ora e poi getta il mio corpo alle fiamme e   la mia anima all'inferno...» Laura, Laura, non scherzare con la mia passione. Io ti amo, come      nessuno ha mai amato al mondo. E tu, tu...

laura Calmati, via... Lo sai che... ti voglio bene. E per que­sto non accetto nessuno dei   sacrifici che mi offri. E ti ho... promesso...

carletto       Dunque?

laura Ma devi pure intendere quanto soffro, lottando con­tro questa forza che mi trascina         verso te: mentre solo un pensiero di dovere mi trattiene.

carletto       La vera passione non conosce doveri, non senteche trascinamenti irresistibili.

laura Come vorrei lasciarmi trascinare verso te, amoremio! Ma so, ancora, farmi forza. carletto       No. Soltanto gli Dei sanno dirigere i propri atti, Laura. Non pensare. Abbandonati. Noi            non siamo Dei, siamo povere cose: non siamo che marionette tirate da un filo, Laura...

laura E tu l'ami, dimmelo, la tua marionetta?

carletto       Oh tanto!

La cinge, ed ella gli appoggia il capo su di una spalla.

laura Vieni, amore, passeggiamo un poco cosi...

Si avviano, allacciati, lentamente verso il centro della sce­na. Intanto anche la Principessa e l'Eroe si sono mossi.

principessa   Non vi ha detto nulla, Eroe, il silenzio contem­plativo della natura?

eroe               Mi ha detto che voi siete tutta del cielo, e che a me non resta che morire.

principessa   Dio solo è signore della vita e della morte. Ve­dete, laggiù (accenna verso la sinistra        del fondo, attraverso i corpi, per lei invisibili, di Laura e Carletto) si accendono i primi lumi             in città. Andiamo da mio padre, Eroe.

Le due coppie si sfiorano, senza vedersi né sentirsi. Le Ma­rionette vanno verso sinistra, e scompaiono - gli altri due tornano verso la villa.

carletto       (mormorando) Amore...

Carletto e Laura entrano a destra. Intanto a sommo del poggio sono comparsi Quattro Ope­rai e il Capo Operaio (marionette) con un palo lunghissi­mo. Due di essi portano una corda, e con essa scendono correndo verso gli alberi di destra: gli altri rimangono sul poggio.

capo operaio(dal poggio) Su, al lavoro. In otto giorni tutto dev'essere finito, se siete uomini di carne e ossa.

La scena si oscura, e si illumina il teatrino.

(Teatrino)

Primo intermezzo

colombina    Ebbene, ti sei divertito?

napoleone     Non troppo.

colombina    Sono curiosa di sapere come se la caveranno quei piccolini a costruire la siepe per            ripararsi dal vento.

napoleone     Ecco le donne. Non sanno intendere se nonl'aspetto meschino delle cose.

colombina    E tu che cosa ci intendi, grand'uomo?

napoleone     La deplorevole cecità degli uomini.   Se essi ve­dessero le Marionette, potrebbero organizzare alcuni bat­taglioni, e, mandate le pattuglie a fare un'azione dimostra­tiva dalla cima          del poggio, col grosso delle forze lo             aggirerebbero e si abbatterebbero sulla città,            conquistandola.

colombina    Bravo, e poi?

napoleone     E poi, e poi... e poi quel signor Mario, per esempio, se ha un fratello, potrebbe farlo         viceré della città delle Marionette.

colombina    E questo non gli impedirebbe che la moglie gli metta le corna.

napoleone     La peggior disgrazia dell'uomo non è quella di avere le corna.

colombina    Davvero? Meriti che ti prenda in parola, e mimetta col primo che mi trovo tra i piedi. napoleone            Come vuoi trovarti qualcuno tra i piedi, se non li hai?

colombina    Se non ho i piedi, ho due buone braccia, e te le faccio sentire, Napoleone bello, così,       cosi... (Lo batte bu­rattinescamente con le braccia sulla testa).

napoleone     Ahi ahi, stai ferma ! pensa che sono l'Imperatore.

colombina    Me ne infischio.

napoleone     A piacer tuo. E ora possiamo andarcene?

colombina    No, sciocco: viene il più bello.

napoleone     Io mi annoio.

colombina    Tu di teatro non hai mai capito niente.

napoleone     È una cosa puerile.

colombina    Invece è una cosa meravigliosa: pensa che in questi pochi momenti, è passata una            giornata. Zitto, zitto.

Si oscura il teatrino e s'illumina la scena.

(Scena)

Atto secondo

Laura è nell'amaca più bassa. - Gli Operai sul poggio hanno fissato il palo, che si perde nel cielo della scena. Dal basso del palo, a circa mezzo metro da terra, parte un filo, che va fino al primo degli alberi del proscenio: due operai lo stanno legando al basso dell'albero. Il Capo Operaio è sul poggio.

capo operaio            Mentre noi finiamo di rinforzare qui, tu legabene la corda all'albero.

operaio (legando) In una giornata, mi pare che abbiamoconcluso poco.

l'altro          Ci sono otto giorni di tempo.

capo operaio            Olà, come va il lavoro laggiù?

operaio          È fatto.

l'altro          è fatto. (Tende la corda) è solidissima.

capo operaio            Andate intorno a cercare un po' di materiale.

operaio          Ne abbiamo già visto qui vicino. (Addita le ama­che).

capo operaio            Allora aspettate che qui sia ben fermo.

            I due operai siedono sul tronco basso presso le amache. - Entra dalla villa Carletto, e      silenziosamente dà un bacio a Laura.

laura Ah!... Sei troppo imprudente. Può vederci dalla ve­trata. (Accennando alla villa). carletto       (sempre sottovoce) Andiamo più in là.

laura                         No: più si va in là (accennando a sinistra) meglio sivede, da quella terribile vetrata. carletto            Lui è dall'altra parte: sta terminando di vestirsi. Ora scende. Io scappo. Ho detto che      avevo bisogno d'aria, di moto, che non resistevo più, che correvo avanti a preparare il canotto;   ho detto questo, per avere un minuto da stare con te.

laura Che cosa conta un minuto?

carletto       Un minuto, sono venti baci. Vuoi provare? (Co­mincia a darglieli).

laura(lo trattiene) No no: ho troppa paura.

carletto       Mi ami?

laura                         Si. Ma sta' in guardia. Ti darò tutta me, che vuoi di più? Ti chiedo soltanto d'essere più             prudente. Guai se per­desse la fiducia in noi.È geloso.

carletto       Amore !...

laura Vai, ora; più tardi...    (Musica 6)

voce di mario (di dentro)Laura, dove sei? 

laura Eccolo! Vattene sùbito!

carletto       (fugge precipitosamente: a mezzo la scena inciampanel filo e cade) Accidenti!

laura Che c'è?

carletto       Chi è lo sciocco che s'è divertito a mettere un fi­lo?(Si rialza).

capo operaio            Perdio! S'è rotto,

I due operai  (s'alzano dal tronco) Oh diavolo!

laura Sarà stata la bambina dell'ortolano. Si è fatto male?

carletto       No no. (Via di corsa a sinistra).

            Entra dalla villa Mario con aria di sospetto.

mario             Che c'è?

laura Niente, il signor Carletto ha inciampato in una corda.

mario             «Il signor Carletto»? Non sapevo che fosse ancora qui. O se era tanto smanioso di           andarsene?

Pausa.

capo operaio(sempre dal poggio) Fermilì: vediamo di far­ci un nodo.

laura Come dici?

Mario            «Come dici»? Dico che non sapevo che tu lo chia­massi « il signor Carletto ». Vi credevo meno in cerimonie, ecco tutto.

Pausa.

capo operaio            Ma vedete che razza di materiale! Sarà benefare una protesta al Ministro dei        Lavori Pubblici.

operaio          Via, ora si riannoda. (In mezzo alla scena cominciail lavoro).

mario             Non rispondi?

laura Rispondere? E che cosa vuoi che ti risponda? Non vorrei nemmeno capire quello che      dici. Mario, sei ammat­tito?

mario             No. Tu sai se ho sempre avuto fiducia in te.

laura Me la rinfacci? Ti pare, dunque, che io non l'abbia meritata?

mario             Sì, Laura. Ma tu sai com'è fatta la fiducia. Guai seuno comincia a perderla.

laura Mario, tu mi offendi profondamente. Il tuo sospetto è atroce.

mario                         è vero. Ma l'importante è sapere se è giusto.

laura Mario, Mario, tu non mi avevi mai parlato in questo modo, in tre anni di unione. Tu         non ricordi più , dunque, tutto il nostro amore, la devozione di cui ti ho circondato, non ricordi     più niente, egoista. Sei sazio di me, e ti diverti a torturarmi. (Piange).

mario             No, senti, sentimi, Laura... (Fa per accostarsi a lei). laura (singhiozzando) Va' via,        va' via.

            Mario, perplesso, siede sull'altra amaca, e guarda Laura per un poco in silenzio.

            Intanto gli Operai hanno finito di riannodare il filo.

operaio          Fatto. Andiamo addirittura a pigliare uno di quei tendoni, che andranno benissimo.

            Gli Operai si avviano all'amaca di Mario, e cominciano a segarla da un parte.

laura (alzando il viso) Non mi dici più niente? ( musica 7)

mario             Si... forse... ti chiedo perdono.

laura (scende dall'amaca e s'avvicina a Mario) No, non do­vrei perdonarti, ma ti voglio troppo             bene.

            Fa per chinarsi sopra di lui. - In questa gli Operai hanno finito di segare da una parte     l'amaca, che si stacca. -Mario cade e ruzzola verso il proscenio.

mario             Ah...

operaio          Ecco fatto. Ora dall'altra parte.

            Cominciano a segare l'amaca anche dall'altra parte.

laura Dio!

mario(in terra) S'è staccata l'amaca.

laura Mario, Mario, ti sei fatto male?

mario             Non credo. (Fa per alzarsi in piedi) Ahi che fitta! (Si palpa una coscia) C'era un sasso! (S’è alzato e tenta di cam­minare) È stato un fiero colpo. (S'appoggia all'albero).

laura Per carità, non ti sarai rotto un osso?

mario             Non esagerare. Rientriamo.

laura                         Si, ti farò un po' di massaggio, con l'arnica. (Mario s'avvia a stento). Aspetta, caro,             t'aiuto. (Lo sorregge; s'av­viano su per i gradini) Lo vedi? Dio t'ha punito sùbito per il dolore      che m'hai dato.

mario             Ti ho chiesto perdono, non parliamone più, dunque.

            Entrano a destra.

operaio(tranquillamente)Ed ecco fatto anche da questa parte. Prendilo per li, e trasciniamolo. (Al         Capo Operaio) Si può collocare?

capo operaio (dalpoggio) Sì. E poi venite qui, a legare la corda numero due; attenti che non sia           troppo tirata, come l'altra.

I due Operai hanno trascinato e appoggiato l'amaca sulla corda, e vanno a raggiungere gli altri presso il poggio. Tutti insieme cominciano a legare una corda al palo. Il Capo Operaio intona una canzonetta legnosa, gli altri s'aggiun­gono e fanno coro.

Musica 8)

(canzonetta)

tap tup lì làtira di là

picchia di qua

così s'è fatta la gran città

teppa toppa tippa là o lì

noi di qui voi di lì

la nostra gloria al sole salì

tuppè truppe struppe ta té

ci sto io stacci anche te

dell'universo noi siamo i re.

Ti

Mentre dura il canto - è rientrato Carletto da sinistra, e percorrendo il palcoscenico va verso la villa. Intanto il can­to cessa.

carletto (gridando verso la villa) Mario, che fai? credevo che mi seguissi.

laura (affacciandosi a destra) Venga un momento, Carletto, c'è stato un incidente. (Rientra nella         villa seguita da Car­letto).

capo operaio            Alt, ragazzi. Sospendiamo un momento il la­voro, che passa il Re.

            Entrano lungo il poggio il Re e l'Eroe.

re        II mio cuore è molto sensitivo alle vostre pene, mio caris­simo Eroe. A nessuno più           degnamente che a voi potrei con­fidare mia figlia, e, un giorno, il mio regno.

eroe   Dunque voi mi confortate a sperare?

re        Io tuttavia non voglio violentare le inclinazioni di mia figlia. Se veramente Dio le ha dato la       vocazione, obbligan­dola a rinunziarvi la farei infelice per tutta la vita.

eroe   Ma le sorti del regno?

re        Lo so, e per questo voi mi vedete combattuto. Il mio cuo­re si lacera in questo dissidio. Voglio    riflettere qualche giorno.

eroe   O mio sovrano, datemi qualche impresa straordinaria da compiere, qualche cosa di          sovrumano, che possa com­muovere di stupore il cuore della Principessa e farmi più degno ai         suoi occhi.

re        Voi non conoscete le donne, mio caro Eroe. Non c'è am­mirazione che nel loro cuore possa          tenere le veci di amore. La più pura delle fanciulle potrebbe ammirare voi come un Dio e           innamorarsi del peggior mascalzone che viva in tutto il regno.

eroe   E allora non mi resta che morire?                 

re        Non siate cosi impaziente. Il tempo ha più ingegno di noi uomini nel trovare le soluzioni di         molti problemi. La Prin­cipessa è giovane. Sperate, mio caro figlio, e spiate le occa­sioni di         cogliere l'insperato. E voi, lavoratori, riprendete l'opera con alacrità.

capo operaio            Si, Maestà.

re        Addio.

            Il Re e l'Eroe rientrano a sinistra.

capo operaio            Forza, forza, ragazzi: siamo indietro. Prima di tendere la corda numero due          mettiamo un palo più bas­so qui ai piedi del poggio. E voi due salite su quell'albero e aspettate li per legarla a suo tempo. Quella è l'altezza giu­sta.

            Due Operai salgono sul primo degli alberi, portandosi una corda. - Entrano da destra Laura     e Carletto, parlando sot­tovoce.

carletto       Un caso curioso. (Vuol cingerla con un braccio).

laura No no, è appena assopito. Potrebbe svegliarsi da unmomento all'altro. Ha avuto   qualche sospetto.

carletto       Davvero ? !...

laura Si. Per questo, credo, s'è fatto portare la poltrona vicino alla finestra.        (Musica9)

carletto       Ha la gamba fasciata... laura Ma gli occhi aperti.

carletto       Anche ora che dorme? laura Quasi... Stai più in là.

capo operaio (dal poggio, a quelli dell'albero) Legatela for­te.

operai(di sull'albero) È fortissima.

Scuotono forte la corda legata tra i rami, stringendone il nodo. - Cadono giù foglie e rametti stilla testa dei due amanti.

laura Ah!...

carletto       Che cos'è?

laura Dio, che paura!

carletto(guardando in su)C'è qualche gatto sull'albero? No, niente.

laura Un soffio di vento. Non ho mai visto un clima cosìperfido. Non ci voglio tornare mai      più in questo paese.

carletto       Io lo amo questo paese, ove ho avuto la promessa del tuo amore.

laura Ma un amore pieno di paura e di sospetti. Quandotorneremo in città...

carletto       Avremo un rifugio, tutto nostro. Qui non posso neppur darti il più fuggevole dei baci      quando me ne pren­de il desiderio.

laura Ti prende spesso?

carletto       Tutti i momenti...

lauraNo, sta' lontano; stai buono. Piuttosto aggiustati l'a­maca che Mario ha rotto, e mettiti là.

carletto       Dov'è?

laura             Oh non c'è più!

            Guardando attorno.     (Musica 10)

capo operaio            Ma toglietelo di lì quel tendone. Prima la­sciate mettere tutti i pali e i fili.   Portatelo qua.

I due Operai vengono dal poggio al centro della scena; si accingono a sollevare l'amaca tesa sulla corda in mezzo alla scena.

carletto       Guarda, è là. Chi è il cretino che ha messo là l'a­maca?

laura Sarà la solita bambina dell'ortolano.

carletto prende l'amaca, togliendola dalle mani dei dueOperai— che restano stupefatti e         mandano grandi grida).

operai Ah... ah...

carletto (porta l'amaca presso l'albero. - Gli Operai, veden­dola cosi allontanarsi, raddoppiano gli     urli di terrore).

operai            Miracolo! Spavento! Il tendone è vivo! (Corre an­che il Capo Operaio dal poggio. I        due che erano sull'albero si buttano giù). Madonna, aiutaci! — Mamma mamma! - Andate a      chiamare soccorsi!

capo operaio            Via via, tutti a casa, a chiamare il Re.

tutti gli operai (scappano gridando)Maestà ! - Eroe ! - Al soccorso! - Aiuto!...

            Soltanto i due precipitatisi dall'albero rimangono buttati in terra fissando l'amaca - che, nelle      mani di Carletto, si muove ancora.

voce di mario  (da destra)Carletto, Laura, venite un mo­mento?

lauraSùbito. (Entra in fretta a destra).

carletto (la segue, gettando in terra l'amaca).

            I due Operai stanno stupefatti a guardarla, tremando.

un operaio     è... è... viva.

L'ALTRO       No... no... forse ora... è morta...

operaio          ... Prendila...

l'altro .        .. Prendila tu...

operaio          ... Io... sono tutto... sudato...

tutti e due    (in una crisi di spavento) Aiuto! Aiuto!

            Entrano di corsa il Re, l'Eroe, la Principessa e i Ministri, con gli Operai e il Popolo.

re        Dove? dove?

capo operaio            Si... d'un tratto il tendone s'è alzato, da solo,

            se n'è andato: eccolo là.

un operaio    E qui la corda che s'era rotta.

un altro        Miracolosamente.

popolo           Miracolo! miracolo! Fuggiamo da questo paese! È maledetto! (Tumulto).

re        No! fermi tutti e non perdete la testa. Qui è accaduto un fatto, di apparenza sovrannaturale. primo ministro            Bisogna nominare una Commissione.

popolo           Uh - uh - via - abbasso! - iettatore! re Silenzio! Prego il Primo Ministro di astenersi         dal provo­care tumulti.

primo ministro        Ma la Costituzione...

re        Bisogna risolvere sùbito.

popolo           Via - via - via dal paese indemoniato! eroe (impetuosamente) Sacrileghi!(Musica 11)

principessa   Dio onnipotente, ispirami tu. (Tutti fanno silenzio alla sua voce ispirata). Padre mio, e     mio Re; non credete voi che in questo miracolo Dio possa avere mandato un segno, una           chiamata misteriosa per avvertirmi che l'ora della mia vocazione è venuta? Che Egli vuole       presso di sé un rappresentante del nostro popolo a pregare continua­mente per esso?

eroe   No, Principessa; permettete, Maestà. (Forse la mia ora è giunta). Maestà, Popolo; io chiedo         che domani mi silasci solo in questo luogo, a studiare la causa del miracolo, e il possibile         rimedio. Io, dinanzi al mio Re, dinanzi alla mèta luminosa del mio cuore, giuro, giuro         solennemente, che non risparmierò sacrificio o fatica o pericolo alcuno per riuscire a dare alla           città l'incrollabile siepe che il nostro Re ha desiderato.

re        Ma se l'impresa si presenta quasi sovrumana...

eroe   La compirò, o morrò. Se non potrò    compirla, voi, Principessa, prenderete il velo... e      pregherete sulla mia tomba.

re        E se riuscirete...

eroe   Se riuscirò...

principessa   Se riuscirete, sarò vostra sposa. eroe (cade in ginocchio ai piedi del Re) Padre mio! popolo       Viva l'Eroe!... viva!... viva!...

            La scena si oscura, e si illumina il teatrino.

(Teatrino)

Secondo intermezzo

colombina    (ride e batte le mani),

napoleone     Che c'è da ridere?

colombina    Rido di quei bellissimi incidenti che accadono, tutti perché gli uomini non vedono

            le marionette e le ma­rionette non vedono gli uomini.

napoleone     Invece questa è una situazione, che mi fa pen­sare.

colombina    Perché? è tutta un'invenzione per far ridere.

napoleone     E se invece tutto ciò fosse una verità? Io ho co­nosciuto il meccanismo del mondo ne'      suoi ingranaggi più minuti, eppure d'una quantità di fatti mi è rimasta occulta la spiegazione. Allora, come tutta l'umanità prima di me, ho creduto nella Fortuna.

colombina    Cominci a seccarmi.

napoleone     Non importa. Forse la Fortuna, con quelle sue leggi costanti e inafferrabili che ci disturbano, è il risultato dei fenomeni d'un mondo di esistenze che noi non pos­siamo        conoscere, e da cui non siamo conosciuti.

colombina    Ti ho già detto che mi secchi. E poi tu non capisci nulla: il fatto più strano, è che quella gente là non si vedono e non si sentono gli uni con gli al tri, e invece le cose, come gli      alberi e il resto, le vedono ugualmente questi e quelli.

napoleone     Anche di questo c'è la spiegazione.

colombina    Sarà, ma mi farai il piacere di non dirmela.

napoleone     è vero che non la capiresti.

colombina    Avanti, avanti! Quanto tardano a ricomincia­re! Non vedo l'ora di rivedere quell'Eroe e    quella Princi­pessa; credo che finiranno con lo sposarsi.

napoleone     E degli altri, di quelli di carne e ossa, non t'im­porta?

colombina    Se debbo dirti la verità, mi sono più simpatiche le marionette che gli uomini.

napoleone     Anche a me: sono gente più seria.

colombina    E gli uomini hanno un che di marionetta

napoleone     E noi che cosa siamo?

colombina    Noi siamo veri, che c'entra? Ma sta' zitto: eccoli.

Si oscura il teatrino e s'illumina la scena.

(Scena)

Atto terzo

In scena l'Eroe, solo.

eroe   Temo d'aver ieri promesso una cosa superiore alle forze umane. Ecco il luogo del miracolo.         Non oso nemme­no toccare le corde. Coraggio, coraggio, Eroe. Riflettiamo. Teniamo la testa a      posto. Qui sono tranquillo: un bando del Re proibisce a qualunque cittadino di venire di qua   dal poggio fin che io non chiami. Riflettiamo. E se riesco... oh se riesco, la Principessa mia         sposa e io erede del regno; io sposo della più bella donna del mondo, io Re della più grande,   della più popolosa, della più illustre potenza del­l'Universo!... Calma, calma, caro Eroe.             Esaminiamo la si­tuazione. Di là a là saranno, poniamo, due chilometri. E laggiù, ecco i    terribili tendoni indemoniati. (Si accosta; giunto alla corda si ferma) E questa è la corda. Sarà      pruden­te toccarla? (Accosta una mano, poi si trattiene) No no; un vero Eroe ha il dovere      d'essere prudente. Se la saltassi? In guerra ho saltato ostacoli molto più alti. (Prende la      rincorsa, poi si ferma) E se il malefizio fosse proprio là, nello spa­zio d'aria sopra quella corda? Allora il demonio mi porte­rebbe via come ha portato quel tendone maledetto; e la           Principessa rimane vedova prima d'aver marito, e il regno senza eredi. È meglio girare            attorno. ( Gira dalla parte della ribalta, e s'accosta all'amaca rimasta in terra) Eccolo. Chi sa         che roba è. Dev'essere il nido di qualche grande animale. Vediamo... no no: ha un che di       repugnante. Calma, calma. Eroe. Mi par meglio... ecco... (dietrofront) mi par meglio meditare    alquanto sul problema prima di cominciare l'a­zione. Prudenza, caro Eroe, prudenza.             pensiamo. (Si ap­poggia alla quinta che è a sinistra, meditando, col volto al pubblico).

Entrano dalla villa Carletto e Laura.

laura Ora s'è addormentato sodo. Ma chi   avrebbe detto che per una sciocchezza come            quella dovrà stare immobile per tre o quattro giorni?!

carletto       Non mi dispiace l'immobilità. Ma è   intollerabilequella mania di farsi mettere       davanti alla finestra.

laura Che importa?

carletto       E hai sentito il peggio: non vuole che ci allonta­niamo tutti e due insieme, vuole   aver     subito vicino almeno uno di noi da chiamare all'occorrenza.

laura Che importa?

carletto (piccato) Non importa a te. A me si. Lo sai che le mie labbra, che tutto il mio essere   freme             insostenibilmente quando ti sono accanto, quando ti vedo. Tu ridi. Cosi siete voi             donne.             Già fredda come il ghiaccio.

laura No, bambino. Sai come siamo, noi    donne? Siamomolto più ingegnose di voi. carletto          Ingegnose?

laura Sì. Stai attento. Ho detto a Mario che qui tira troppa aria, e che perciò avrei fatto            portare giù quel paravento grande che è nella sala del pianoforte.

carletto       E allora?

laura Ora lo portano. È lungo, di qua, a là. È alto: così. Seci stiamo di qua (indica verso la       villa) para il vento...

carletto       E se stiamo di là... (indica verso sinistra).

laura             ... para la vista della finestra.

carletto       Oh donna divina!

laura Di là, è sempre il deserto: non c'è anima viva.

carletto       Ci siamo noi...

laura Noi...

carletto       Io, e tu...

laura Stai fermo... Eccolo.

Da destra si affaccia un Uomo con un immenso paravento, più alto d'una persona, a parecchi battenti.

uomo Posso collocarlo signora?,

lauraSì. Qui. Guardate.

Musica12

eroe (sempre appoggiato alla parete di sinistra, col vol­to verso il pubblico) Non riesco a cavar   niente da questa miserabile testa. Riesaminiamo. (Si volge a destra) Oh, che cosa scor­gono le         mie pupille? Io sogno: (si dà dei pugni sulla lesta) svegliati, Eroe. Ma è vero. È un miracolo.            Che cosa sorge davanti a' miei occhi? Senza che nessuno lo svolga, viene, si eleva, si stende...           Mira­colo! miracolo! (S'ingi­nocchia) In un minuto! Dio ha fatto questo. Ah, certo le preghiere            della Principessa hanno fatto il miracolo! Io, ahimè, non sono riuscito a nulla; lei sola... Vedrà   in ciò un al­tro segno che il cielo la chiama. Aspetta, Eroe: non precipitiamo; qui ci vuole un        po' d'accortez­za. Pensiamo. (Si rialza e si mette a pensare).

laura(fa mettere il paraven­to in modo che i primi bat­tenti dividono longitudi­nalmente la scena fin        oltre la metà, mentre l'ultimo battente è piegato paralle­lamente al fondo. Ella      accompagna il lavoro con brevi indicazioni)Qua... cosi... giù di qui... ferma­telo per bene qui     con un sasso... qui va ripiegato... ecco... così... Grazie, va benissimo. Potete andare.

uomo(via a destra).

Laura e Carletto si trova­no ancora alla destra del paravento.

carletto       Sei una dea.

laura Credi che sarà... utile?

carletto       Bisognerebbe... provare...

            Girano sul proscenio passando alla sinistra del paravento: e sùbito con un fremito si cingono;      cosi uniti e stretti rasen­tano il paravento in tutta la sua lunghezza, verso il fondo, guardando se         si scorge di là la finestra della villa. Scom­paiono dietro l'ultimo battente, baciandosi.

eroe Assolutamente, bisogna che dica che l'ho messo io. Ma l'Accademia vorrà ch'io spieghi come l'ho costruito. I giornali vorranno interviste... No, no... Eppure... Ah, ecco, ecco! Ho trovato!... (Corre al poggio, chiamando) Popolo, Maestà, Principessa, venite, venite tutti!

Accorrono il Re, la Principessa, i Ministri, il Popolo, gli Operai. Vedendo il paravento tumultuano.

popolo  Oh c'è, c'è: viva, viva: miracolo, miracolo! Vival'Eroe! Che è? Di che cos'è?

primo ministro        Silenzio, parla il Sovrano.

re        I nostri occhi credono appena quello che vedono. Eroe, vi lasciamo la parola, perché possiate     spiegare alle nostre anime maravigliate che cosa avvenne qui nelle ventiquattro ore che vi        avete trascorse.

eroe   Maestà, sarò breve. Invaso dall'idea della promessa che vi avevo fatta, affascinato dal premio    promesso (ac­cenna la Principessa che cade in ginocchio) ho anzitutto ri­volto una fervida         preghiera a Dio, perché mi aiutasse. E re­stando io cosi in orazione, come una fitta nube è           calata sui miei occhi, tutti i miei sensi si sono oscurati, e d'un tratto, quasi in un sogno, mi      sono sentito trasportato in una regio­ne, che prima parevami nuova, e poi ho riconosciuto per il       mio paese natio, abbandonato fin da bambino. E mi pareva di essere io stesso ridiventato             bambino, e di vedere davanti a me la mia buona nutrice. Ella mi parlava, come m'aveva   parlato allora, e io ne avevo fatalmente perduto la memoria. Mi disse: « Verrà un giorno, in       cui il tuo paese richie­derà da te una impresa sovrumana. Tu per compirla non avrai che   ripetere tre parole misteriose che ora t'insegnerò. Sappi che non ricorderai mai questo che ti    dico, fino al giorno e al momento in cui ti si presenterà l'occasione di eseguirlo. E anche le tre    parole, le ricorderai in quel mo­mento, le pronuncerai, e appena avranno il loro effetto, le             dimenticherai per sempre, perché devi servirtene una volta sola nella vita. Sappi scegliere           l'occasione». Mi disse le tre parole, e la visione sparve, la nebbia si sciolse, e mi ritrovai qui.      Credetti d'aver sognato. Ma le tre parole erano rima­ste nella mia mente. Pensai che nessuna occasione migliore di questa poteva presentarsi, poiché poneva il sovrumano potere al          servizio del mio Re e della mia Patria. Un po' dubitoso, le pronunciai, e sùbito, com'era   predetto, le dimen­ticai. Ma in quella vidi agitarsi il suolo, spuntarne rapida­mente questa         muraglia incrollabile, salire fino a quell'altez­za, solidificarsi. La visione s'era avverata. Ho      chiamato. Ecco tutto, Maestà. re Vieni, ch'io ti abbracci, o il più grande degli uomini del­         l'Universo. Popolo, lodate a gran voce il grandissimo Eroe.

popolo           Viva l'Eroe! viva! viva! in trionfo!

primo ministro        Silenzio! Maestà, sarà necessario far col­laudare il lavoro da una Commissione      ministeriale.

re        Sì, Primo Ministro. Ora lasciate che cominci a esaminar­lo io stesso.

            Mentre il Re esamina, costeggiando il paravento a sinistra, Musica e tutti assistono in      religioso silenzio - escono di dietro il paravento, a destra, Carletto e Laura, un po' languidi.

f. laura         Avrà chiamato?

            Vengono insieme sul proscenio.

carletto       Avremmo sentito.

laura Mi sento cosi stordita...

            S'ode dall'interno un canto di zingara.

carletto       Che c'è?

            Ascoltano. Pausa. Cessa il canto ed entra dal fondo destro una giovane Zingara.

laura Oh, una zingara. Da dove vieni?

la zingara    Bella signorina, volete che vi legga la mano?

laura                         si. (Glie la porge).

re (ha finito l'esame) È bellissima. E voi, Principessa, che dite?

principessa Io, col vostro consenso, mio padre e sovrano,mantengo la promessa. (Porge la mano         all'Eroe).

la zingara (s'interrompe e alza il capo) Oh che belle mario­nette!

carletto       Dove?

la zingara    Là.

re                   Siate benedetti, figli miei.

laura Che ha?è matta?

la zingara    Perché?

carletto       è matta, è matta: andiamo su.

            La piantano, ed escono a destra.

eroe   Eternamente vostro, mia Regina, ed eternamente felice.

popolo           Viva! viva!

la zingara    Ma come? Eccoli li. Quanto è carino! (Prende in mano l'Eroe).

voce del marionettista    (dall'alto) Sacramento! ! !

            Tutto il mondo delle Marionette crolla. La luce dell'aria barcolla e si fa squallida; le         Marionette si inanimano e pie­gano, si vedono tutte trascinate verso sinistra, dietro la quinta - e             davanti a questa vien fuori 0 Marionettista, mol­to alto e grosso, in ciabatte e a capo nudo, con   un lume in una mano e un fascio di fili nell'altra, trascinandosi dietro tutte le Marionette.       L'Eroe è rimasto in mano della Zinga­ra, che si spaventa vedendo il Marionettista.

voce del marionettista    Chi sei? che cosa vieni a fare da queste parti?

la zingara (tremando)         Perdoni, perdoni... non sapevo...

            Eccolo qui... (Gliporge l'Eroe).

voce del marionettista Eh non basta: m'hai rovinatotutto. Pazienza. Ricominceremo.

            Dimmi: sei libera?

la zingara    Si.

il marionettista     Appunto mi occorreva un aiuto. Vieni con me: t'insegnerò a far muovere e           parlare le marionette.

la zingaraDavvero? Crede che imparerò?

il marionettista     Certo: se hai potuto vederle, vuol dire che sei razza anche tu di burattinai, e chi   è nato burattinaio non può far altro nella vita.

la zingara    Che bellezza! Cominceremo sùbito?

il marionettista     No, non qui: qui m'hai rovinato la piaz­za. E poi, bisogna che torni un'altra volta   a persuadermi anch'io che non sono marionette di legno. Andremo lonta­no: lontano: non so       dove. Avanti, cammina; per di là.

            Spingendola avanti, s'avvia al fondo, scavalca il poggio e scompare, trascinandosi dietro tutte    le Marionette, che spazzano la scena sollevando un nuvolo di polvere, e scom­paiono dietro di    lui, mentre si chiude il sipario.

Fine della farsa

Musiche per Siepe a Nord ovest