Signorina, vi ho già visto in qualche luogo

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SIGNORA, VI HO GIA’ VISTO

IN QUALCHE LUOGO

Commedia in tre atti

Di LASZLO FODOR

PERSONAGGI

YVONNE

ROBERTO

PAOLO LETMANY

MARCELLO JULASZ

SCUTZER

LIZZI LUISA

DON RAMON

MADAME CHARLOTTE

COLETTE

KITTY

TEDDY

PORTIERI DI ALBERGO

Il primo atto a Montecarlo, il secondo e terzo atto a Budapest

Fodor Laszlo

 

 Fodor Laszlo, é, con Jean Sarment, uno dei più giovani commediografi d'Europa. Laszlo é anzi più giovane di Sarment: ha soltanto ven­ticinque anni. E non si accontenta di essere gio­vane: é anche bello, é anche elegante, é anche un perfetto gentleman mondano. I suoi successi teatrali sono oscurati unicamente dai suoi suc­cessi amorosi. Non sappiamo dire con preci­sione a quali Laszlo tenga maggiormente. Fatto sta che i viali della verdissima isola di Santa Margherita, lo vedono sovente a braccetto, du­rante passeggiate a sfondo sentimentale, delle più belle donne di Budapest. Si dice che l'amore vieti agli uomini d'ingegno di scrivere delle opere che esprimono tutte le loro possibilità: l'amore sarebbe così il più temibile nemico del­l'ingegno. Oscar Wilde diceva anzi, che le donne ispirano agli uomini i capolavori, ma vietano loro di compierli. Wilde esagerava. Nel caso di Laszlo poi, il suo aforisma cadrebbe nel vuoto. Egli non é ancora al suo capolavoro, perché é giovane e perché non si considera pa­cificamente e borghesemente un arrivato, ma vuole essere uno scrittore in pieno cammino, che vede le proprie mete al di là di due decenni di lavoro. Aspettiamo dunque che Laszlo compia i quarantacinque anni. E allora forse i capola­vori potremmo contarli numerosi. Intanto diciamo che ha debuttato a venti, o poco più, con una commedia ironica e brillante: Margherita di Navarra, rappresentata ovunque con grande successo: anche i buoni Nevvyorkesi l'hanno applaudita per molte sere. A breve distanza egli ha dato, Signora, vi ho già vista in qualche luogo, e che il pubblico ha accolto simpaticamente. Più recente é La Dottoressa Szabo Jucci, rappresentata infinite volte in Austria, protagonista la celebre Costantine, in Germania, Spagna e Stati Uniti. Questa commedia che dà forse la misura completa di questo singolarissimo scrittore, é stata acquistata per l'Italia da tra compagnie, ed avrà una protagonista inimitabile in Dina Galli. Anche Baghetti e la Ferrari Giorda ne cureranno due esemplari edizioni, Infine, dobbiamo ricordare l'ultimissimo trionfo di questo commediografo dandy, ottenuto con l'ultima commedia Amo un'attrice. Tutte le sue numerose innamorate si sono alquanto offese per questa esclusiva professione di sentimenti.

ATTO PRIMO

Hall della villa « Gabbia d'Oro » seducente nido d'amore degno del suo nome. Nel fondo, a sinistra, una grande porta a vetri che dà sopra una larga terrazza. In lontananza si distinguono le cime nevose delle Alpi. Ai lati dell'hall, due scale di legno, le cui ringhiere sono ornate di candelabri, conducono al mezzanino. La disposizione della scena, é alquanto capricciosa. Presso l'entrata trovasi una graziosa gabbia d'oro, come simbolo del luogo. A sinistra, un grande orso polare, tende le zampe verso gli spettatori. E' primavera. Gli attori vestono chiari vestiti estivi.

 (Mentre s'alza il sipario, il viveur ungherese, Dottor Marcello Julasz - già palesemente gri­gio - dall'aspetto ancora giovanile, discute ani­matamente Gon Lizzy, una piccola bionda e graziosissima cocotte. La discussione s'interrompe soltanto a tratti, quando qualche coppia attra­versa la scena).

Lizzy                             - ... ma questo io non lo posso permet­tere...

Marcello                        - Ma Lizzy...

Lizzy                             - Io non sono venuta a Montecarlo per lasciarmi tradire!

Marcello                        - Ed io non sono venuto per liti­gare!

Lizzy                             - Ah, sì? Ebbene, ti farò vedere io!...

Marcello                        - Ma smettila, via, con le minacce! Ormai sono stufo di queste scene.

Lizzy                             - (con forza) E tu osi ancora contrad­dirmi!? L'hai guardata o non l'hai guardata?

Marcello                        - Non l'ho guardata! Domandalo a madame Charlotte.

Lizzy                             - (ridendo) Madame Charlotte?! La proprietaria della pensione! Quella che par­teggia sempre per gli uomini!

Marcello                        - E allora, come vuoi l'ho data.

Lizzy                             - Ah! Ammetti, dunque?

Marcello                        - Sì, ammetto.

Lizzy                             - Vergognati! Almeno, avessi il coraggio di negare!

Marcello                        - Ebbene: lo nego.

Lizzy                             - E osi negare, ora? Invece di ricono­scere...

Marcello                        - Ma insomma, cosa vuoi, da me? Se nego, non ti va; se lo riconosco, non ti va nemmeno. E allora? Da dieci anni che esercito la professione di avvocato, una cosa simile non mi é mai accaduta!...

Lizzy                             - Da due anni che mantengo relazioni, una cosa simile, ti assicuro, non mi é mai capitata!... Mi ami o non mi ami?

Marcello                        - Ma io ti adoro!

Lizzy                             - Menti!

Marcello                        - Beh! allora non ti adoro.

Lizzy                             - E questo osi dirmelo in faccia? Bada, Marcello, sta in guardia! Non eccitarmi!... Durante la colazione, non hai fatto che con­templare i suoi capelli...

Marcello                        - Non ha forse dei capelli biondo-ramati meravigliosi?

Lizzy                             - ... e durante il pranzo hai continuato ininterrottamente a farle segno con gli occhi!

Marcello                        - Non ha forse degli occhi incan­tevoli?

Lizzy                             - E poi, durante il tennis, non hai lun­gamente guardato le sue gambe?

Marcello                        - Al contrario - ammiravo gli orec­chi... sembrano di madreperla...

Lizzy                             - Come madreperla? Credi forse di far­mi scoppiare? Ma io non scoppio affatto! Canaglia!

Marcello                        - Continua!

Lizzy                             - Dongiovanni!

Marcello                        - Benissimo, e tu?...

Lizzy                             - Tu... tu... credi di farmi arrabbiare?) Ma io ti tolgo gli occhi, con queste... (mostrandogli le mani dalle unghie aguzze).

Marcello                        - Smettila, vengono gli inglesi.

Kitty                             - (a destra di Teddy, passatido) Teddy?

Teddy                           - My Kitty!

Kitty                             - My darling...

Teddy                           - My love... (escono abbracciati, verso sinistra).

Lizzy                             - ... E questa é la più grande vigliac­cheria! Mi hai trascinata a Montecarlo e devi anche sottostare alle conseguenze.

Marcello                        - Lo avessi immaginato prima!...

Lizzy                             - Ingrato, non sei felice, con me?

Marcello                        - La felicità é troppo grande!... Tu mi uccidi con la tua gelosia. Infine, non sei mica mia moglie.

Lizzy                             - E tu credi forse di non dovermi per questo alcun riguardo? Non dovrebbe esistere forse fra un avvocato di Budapest ed una « co­cotte » di Pest, una certa solidarietà da ca­naglia dorata?

Marcello                        - Sì, ma dovrei forse bendarmi gli occhi?

Lizzy                             - Certo! perché adesso appartieni a me - e se ancora una volta mi accorgo che fissi queste femmine straniere...

Marcello                        - Pardon! non siamo forse all'este­ro? Quindi...

Lizzy                             - Per te non deve esistere altra donna ali'infuori di me! Tu non mi conosci ancora! Sono capace di mandare in frantumi questo specchio veneziano...

Marcello                        - Tutto, ma non quello...

Lizzy                             - Mi strappo i capelli!...

Marcello                        - Bah! questo, almeno, non costa nulla...

Lizzy                             - Ah! tu credi?

Marcello                        - Io credo tutto, ma piuttosto fammi il favore di dirmi perché non andiamo a bisticciare in camera nostra?

Lizzy                             - Perché ci riappacificheremmo troppopresto. Sei troppo esperto, tu, per ristabilire la pace.

Marcello                        - E non sarebbe la miglior cosa? Vedi, come tutti questi forestieri come si vo­gliono bene, come si amano?

Lizzy                             - E' vero. Madame Charlotte, non può lamentarsi. Nella sua «Gabbia dorata », si esercita l'amore come pazzi. Ma gli altri, non flirtano con donne straniere come fai tu. Io qui voglio essere rispettata come una signora, io desidero trascorrere la breve durata della nostra relazione, come se fossimo una coppia di giovani sposi.

Marcello                        - Non hai mica delle cattive idee, tu.

Lizzy                             - E poi c'é soddisfazione ad essere una volta tanto - per quattro settimane - persone per bene...

Marcello                        - Provalo anche per quattro anni...

Lizzy                             - Ma credimi, in fondo in fondo, io sono una donna molto borghese... la moglie nata... e purtroppo, invece, per lungo tempo ancora, dovrò continuare questa vita, fino al giorno che potrò permettermi una vita onesta. Ma quando sarò finalmente una persona per bene, allora tutti gli uomini potran­no andare al diavolo!

Marcello                        - Dunque, facciamo subito la pace, prima che sia troppo tardi...

Lizzy                             - Ma per l'ultima volta...

Marcello                        - Non parlare, baciami.

Lizzy                             - Canaglia     - (lo bacia)

(Entra Madame Charlotte, vecchia dignitosa francese).

M. Charlotte                 - Bon jour... Oh!... che bel bacio!... fa bene a vedersi!

Marcello                        - Pardon, madame...

M. Charlotte                 - Ancora una volta, per favore. Mi fa tanto piacere.

Lizzy                             - Ben gentile, madame...

M. Charlotte                 - Siete soddisfatta della vostra

camera?

Lizzy                             - Sì, sì... solamente... quei vicini...

Marcello                        - I loro rumori...

M. Charlotte                 - Ah! la brasiliana e l'amico... Ma siate indulgenti con loro: si amano con tale passione!... Ah! é così bello! Io com­prendo benissimo i loro sentimenti! Signor Marcel... scusatemi se vi chiamo col nome di battesimo, ma non riesco a pronunciare il vostro cognome.

Marcello                        - Dottor Julasz...

M. Charlotte                 - (cercando di ripetere) julas... Julacc... Che nome difficile, avete! Posso chiedervi di che paese siete?

Marcello                        - Di Budapest.

M. Charlotte                 - Beu-da-pest? Ah! Budapé! Budapé! In Hongris... il paese dove tutti ballano la «Czardas »...

Marcello                        - Vedo che siete molto colta, ma­dame...

M. Charlotte                 - Pel mio mestiere, bisogna essere internazionali. Credetemi, non é facile, aver a che fare con delle coppie d'amanti. E' uno dei compiti più spinosi. Specialmente qui, in questa gabbia.

Marcello                        - L'avete battezzata voi?

M. Charlotte                 - Ma naturalmente! Nome mi­gliore non si poteva dare... Questo é il pa­radiso degli amanti. Poco distante da Monte­carlo... a un salto dalle Alpi... due passi dalla Riviera... E' per questo che durante la sta­gione qui si danno convegno le coppie più eleganti del mondo.

Paolo                             - (giovane elegante e pieno di sussiego, en­tra in scena dal fondo) Bon jour!

M. Charlotte                 - Oh, Monsieur Paolo! Come vi sentite dopo la passeggiata?

Paolo                             - Merci... benissimo.

M. Charlotte                 - Sono assai malcontenta di voi.

Paolo                             - Che male ho fatto?

M. Charlotte                 - Che domanda! Prendete esem­pio dal nostro amico! Monsieur Marcel é sceso alla « Gabbia d'oro » con una signora. Voi cercate invece di rimanervi senz'amore.

Paolo                             - Questa é la vera medicina per ripo­sare, Madame.

Marcello                        - Giustissimo.

Lizzy                             - (a Marcello) Tu ne hai proprio biso­gno.

M. Charlotte                 - La cameriera mi ha raccon­tato...

Paolo                             - (interrompendola)... che io conduco - con vostro gran dispiacere - una vita di costumi illibati...

M. Charlotte                 - ... che voi tutte le mattine andate a passeggio a piedi nudi sull'erba ba­gnata.

Marcello                        - Bah – e se ciò gli fa piacere?

Lizzy                             - L'amore non gli procura più alcuna soddisfazione.

M. Charlotte                 - Tanto peggio per lui...

Paolo                             - Pardon! solo una certa specie d'a­more!...

M. Charlotte                 - Comunque sia, io credo che voi abbiate lo spleen...

Paolo                             - Credete?

M. Charlotte                 - Oh! di certe cose me ne intendo!... Tre cose, comprendo perfettamente: gli uomini, l'amore e l'allevamento dei ca­narini.

(In questo istante, si ode il trillo di un ca­narino).

Paolo                             - Infatti, si sente...

Colette                          - (entrando da destra) Madame...

M. Charlotte                 - (volgendosi) Che c'é?

Colette                          - Per favore, madame, un taffetas... subito…

M. Charlotte                 - Un taffetas? Per chi serve?

Colette                          - La brasiliana ha morso la guancia all'amico.

Lizzy                             - Hai sentito, Marcello?

Marcello                        - Vuoi forse prendere esempio da lei?

M. Charlotte                 - Oh! queste donne tropicali, sono meravigliose! Che temperamento! (ri­volta a Colette) Questa é la chiave dell'armadio dei medicinali.

Colette                          - Grazie, madame... (Si allontana da destra).

M. Charlotte                 - Vedete, Monsieur? questo é il vero amore. Questi brasiliani son come due pantere, ma voi! Potrei chiedervi quanti anni avete?

Paolo                             - Ventotto.

Marcello                        - Ven-tot-to!

M. Charlotte                 - Mon Dieu! Alla vostra età, mio marito mi tradiva contemporaneamente con tre donne.

Paolo                             - E malgrado tutto, voi vi ricordate ancora di lui?...

M. Charlotte                 - Si può dimenticare, colui che si é amato?

Paolo                             - (con un sospiro) Disgraziatamente in­vece, io dimentico assai facilmente.

M. Charlotte                 - Allora é segno che non avete mai provato l'amore vero. Vedete? io ho sem­pre rispettato l'amore. E per dieci anni, non mi sono mai riposata. Adesso vivo di nuovo per l'amore. Per l'amore degli altri.

Lizzy                             - Ed anche per l'allevamento dei cana­rini.

M. Charlotte                 - Questo non ha nulla a che ve­dere con l'amore. Udite questo concerto?.1.. E' evidente che voi non siete un poeta.

Paolo                             - Non sono un poeta?

M. Charlotte                 - Ma sì: i poeti cantano la loro disgrazia; gli uomini e i canarini, la loro felicità, (alzandosi),

Colette                          - (comparendo) Madame, vuol favo­rire un momento?

M. Charlotte                 - Arrivederci, (via dal fondo)

Lizzy                             - In ogni modo, é stata più furba di me.

Paolo                             - Che cosa dunque vi affligge, Lizzy?

Lizzy                             - La mia disgrazia, la mia più grande sfortuna, é quella di possedere un cuore. Quanto ho dovuto faticare per diventare una grande « amoreuse », per accalappiare qui qualche ricco forestiero. E invece capito nelle braccia di quel vecchio spilorcio, avvocato di Pest e mi invaghisco di lui! Non é questa una vera jaltura?

Marcello                        - E cosa dovrei dire, io? Sono venuto qui appositamente in cerca di una piccante donnina francese e, invece, eccomi legato ad una vecchia pianticella viennese. Non é proprio una « guigne »?!

Lizzy                             - (delicatamente) Non si sta forse deliziosamente, in questa gabbia? (si baciano)

Ramon                          - (entra da destra bendato e con in mano un pezzo di taffetas - Brasiliano imponente con modi patetici) Signore e signori... Don Ramon, il « caballero », entusiasmato per quel bacio.

Lizzy                             - Ah! Grazie! Volete che ce ne diamo un altro? Senza complimenti...

Paolo                             - Mio signore, ma che aspetto avete? Ritornate forse da un duello?

Ramon                          - Già, da un duello. L'eterno duello con la donna.

Paolo                             - Spero che almeno, siate stato il vincitore.

Ramon                          - Sì, ho vinto! E come, ho vinto (sod­disfatto di se) Ora sonnecchia, la mia avversaria divina... e spero che non si svegli prima che la Venere sia visibile al firmamento. La Venere: il suo astro!

Paolo                             - Monsieur, qual'é la vostra professione?

Ramon                          - Sono ufficiale di marina. Al Brasile, ho sedato tre rivoluzioni. Parola d'onore, che, fu un giuoco da bimbi, in confronto a questa donna, (con alterigia) Per essa ho ucciso parecchi rivali!

Lizzy                             - (a Marcello) Senti, Marcello?

Ramon                          - Ognuno con un colpo in fronte. Le mie pallottole colgono sempre nel segno. Vedete voi questa dama di cuori? (prende dà tavolo un mazzo di carte e ne getta in aria la dama di cuori) Io so colpirla a volo in pieno cuore! (Imita con la mano il colpo del revol­ver, e infatti la carta cade a terra) Ecco.... Del resto, io sono una persona'innocua...

Paolo                             - Dal vostro aspetto esteriore, non lo si I crederebbe.

Ramon                          - Questa ferita io la porto con fierezza, essa mi abbellisce. Non trovate, madame?

Lizzy                             - Sono perfettamente del vostro parere.

Ramon                          - Grazie. E adesso vado a respirare un po' d'aria fresca. I giganti della montagna, devono vedere come é un vero uomo... (via dal fondo).

Lizzy                             - Sì... quello sì, che é un vero uomo!

Paolo                             - Quello sì, che ha per l'amore il ri­spetto...

Marcello                        - ... che manca a te...

Paolo                             - Tutt'altro... Però io ho una qualità moltostrana.

Marcello                        - Cioè?

Paolo                             - Già lo dissi: dimentico le donne.

Marcello                        - Allora annotale sul taccuino...

Paolo                             - Ma voglio intendere le donne che ho stretto almeno una volta fra le braccia - mi spiego? Non é triste, questo?

Marcello                        - Piuttosto, é allegro...

Paolo                             - Lo credi tu! Se ti fosse accaduto quan­to é accaduto a me questa primavera a Buda­pest

Marcello                        - Che cosa ti é accaduto?

Paolo                             - All'« Astoria » vengo presentato a una signora, e, senza malizia, raccontando, la­ scio sfuggirmi il suo nome Ne risulta questo…..

Paolo                             - Cosa?...

Paolo                             - Che già ci eravamo conosciuti.

Marcello                        - Dove?

Paolo                             - Dove? A letto. Tre anni prima, una notte... di passaggio nella regione di Sommering.

Lizzy                             - E tu non l'avevi riconosciuta? Imma­gino che viso avrà fatto!

Paolo                             - Non me ne parlare! Ma io non ne ho colpa.

Marcello                        - E di chi, allora?

Paolo                             - Del nostro secolo. Un giovane d'oggi, che possegga un aspetto gradevole, abbraccia in dieci anni più femmine che Re Salomone durante tutta la sua vita. C'é dunque da me­ravigliarsi, se in cose d'amore la nostra me­moria é più debole?

Marcello                        - E per questo tu corri tutte le mat­tine a piedi nudi sull'erba bagnata?

Paolo                             - E pensare che il novanta per cento dei miei amori, sono state avventure di viaggio!

Marcello                        - Ma sono le più gradevoli.

Paolo                             - Sarà. Ma madame Charlotte ha ra­gione... perché le avventure di viaggio non sono che il disprezzo dell'amore: fra l'arrivo di un treno e la partenza di un altro! Noi viviamo moltissimo, ma non impariamo a conoscere l'amore; non abbiamo il tempo di imprimerci nella memoria l'effige di una don­na; non ricordiamo il suo profumo e il suo colore... Per conto mio, posso contare sulle dita le donne che rammento.

Marcello                        - E di quelle, cosa rammenti?

Paolo                             - Di quelle, ricordo appena che erano donne. Tutto il resto, i loro tratti individuali, i dettagli, si confondono...

Lizzy                             - Quali dettagli?...

Paolo                             - Le sfumature, per le quali la norve­gese differisce dalla francese, l'italiana dall'americana.

Marcello                        - E cosa rimane?

Paolo                             - Quelle sfumature che sono interna­zionali.

Marcello                        - E' ciò che più importa.

Paolo                             - E io, invece, del più importante ne sono sazio. E poi, la Riviera é stata creata af­finché l'uomo si riposi.

Lizzy                             - E' questione di vedute e di tempe­ramento.

Paolo                             - Gli amori di passaggio non mi attrag­gono più. Queste donne che popolano le fer­rovie e le stazioni balneari, si somiglian l'una all'altra. Quando uno meno se lo aspetta, ap­paiono alla superficie e si trovano improvvi­samente sulla soglia. In costume grigio, da viaggio, con la veletta gettata all'indietro... i bauli verniciati in nero... ordinano alle ca­meriere un bagno tiepido e un'ora dopo sono le vostre amanti...

(In questo momento entra Yvonne in costume grigio da viaggio, con veletta gettata all'indie­tro, un cagnolino giapponese sul braccio. E’ se­guita dal portiere che trasporta attraverso l'hall, verso la scaletta di destra, un baule nero. Con­temporaneamente entra la cameriera).

Yvonne                         - Grazie. Dov'é la padrona di casa?

Colette                          - Vado subito a chiamare Madame

Charlotte                       - (fa per andare)

Yvonne                         - A che ora parte il prossimo treno?

Colette                          - Alle 23,10. Eccole l'orario, (le con­segna l'orario).

Yvonne                         - Grazie. Attendete un momento.

Colette                          - Comandi, signora...

Yvonne                         - Fatemi preparare un bagno tiepido...

Colette                          - Subito, signora, (via dal fondo)

 (Yvonne si siede e si immerge nella lettura del suo Baedecker. Gli altri tre la osservano con curiosità).

Paolo                             - (dimenticando il suo spleen, come se fosse elettrizzato) Che ne dite? E' il tipo.

Marcello                        - Abito grigio, da viaggio... veletta gettata all'indietro...

Paolo                             -... baule di lacca nera...

Lizzya                           -... il bagno tiepido...

Paolo                             - Tutto corrisponde!... La signora che viaggia sola.

Marcello                        - Un'altra donna che dimenticherai.

Lizzy                             - Un'avventura di viaggio..

Paolo                             - Questa però é più graziosa. La mia voce interna mi dice...

Marcello                        - Che ti dice?

Paolo                             - Che quella donna incantevole, divina, magnifica, é una francese del sud!

Marcello                        - Da che lo deduci?

Paolo                             - Solo le francesi meridionali sanno ab­bracciare così caldamente.

Lizzy                             - Come fate a sapere che questa signora abbracci tanto caldamente?

Paolo                             - Ancora non lo so, ma una voce in­terna me lo dice. Volete farmi una gentilezza, abbiate la compiacenza di andarvene.

Marcello                        - Vieni, Lizzy, abbandoniamolo al suo destino! « Au revoir »! A quel cacciatore non si augura buona fortuna, (insieme via dal fondo).,

(Paolo, dopo una piccola pausa, avanza verso Yvonne, e le chiede disinvolto, come se la cono­scesse da un pezzo)

Paolo                             - Come state, signora?

Yvonne                         - (alza il capo dal Baedécker e con poca urbanità) Desiderate qualche cosa?

Paolo                             - (senza batter ciglio) Mi permetto solo chiedervi come state.

Yvonne                         - Grazie. Eccellentemente, (si alza e si siede più avanti, sopra un'altra sedia)

Paolo                             - (per nulla piccato) Siete forse stanca pel viaggio?

Yvonne                         - Appartenete al personale della casa, voi?

Paolo                            - (stupefatta)             Come? Cosa dite?

Yvonne                         - Mi pare di non avervi chiamato.

Paolo                             - Grazie - ben gentile! Ma per parlare con voi, mi lascerei assumere anche in qualità di « Lift-boy ».

Yvonne                         - Le vostre maniere non sarebbero adatte per fare quel mestiere, (si immerge nuovamente nella lettura).

Paolo                             - Caspita! Ha parlato chiaramente!... (facendo un nuovo tentativo) Signora...

Yvonne                         - Che altro desiderate?

Paolo                             - Oh, nulla, nulla...

Yvonne                         - (rivolgendosi al cagnolino giapponese) Allora, Lulù, dì a questo signore che mi secca. (Il cagnolino abbaia due volte).

 Paolo                            - (rivolgendosi al cagnolino) Lulù, hai | voglia di parlare?... Tu godi del favore della tua padroncina nella misura più illimitata... (il cagnolino dà segni di allegrezza)

Yvonne                         - (severamente) Lulù, vai dentro!

Paolo                             - Nella tua privilegiata posizione, non puoi affatto comprendere la mia. Tu non puoi immaginare, caro Lulù, che cosa significhi per un uomo l'improvvisa apparizione di una bel­lezza così travolgente, così piena di fascini...

Yvonne                         - Vi vieto di...

Paolo                             - Pardon! m'intrattengo soltanto con Lulù...

Yvonne                         - (al cagnolino) Cuccia lì! Non stare a sentire questo signore.

Paolo                             - Lulù mi ascolterà perché é una per­sona intelligente.

Yvonne                         - Lulù non é maschio.

Paolo                             - Allora é femmina?Tanto meglio; al­lora mi trovo nel mio elemento. Dunque, cara, Lulù, io sono convinto che voi siete una damigella piena di spirito e che saprete com­prendere come un uomo, di fronte a così alta bellezza muliebre, perda la testa e diventi anarchico. Chi é bella come la vostra padron­cina, ne dovrà subire le conseguenze.

Yvonne                         - (ha uno scoppio di risa) Finitela! Adesso ne ho abbastanza!

Paolo                             - (felice) Ridete? (la guarda) Grazie a Dio, ridete. Io non lo speravo di essere già a questo punto.

Yvonne                         - (di nuovo seria) A che punto?

Paolo                             - Al riso. Questa é la prima stazione. Una signora che ride, non può essere in collera...

Yvonne                         - In quanto a questo, siete in errore!

Paolo                             - Non negate. Voi sapete benissimo che ho ragione. Credete a me, non vi é nulla di più bello di una signora che rida... essa ci  lascia guardare nel suo cuore...

Yvonne                         - Siete davvero infatuato di voi.

Paolo                             - E' possibile. Ma ho ragione. Le la­crime possono mentire, ma il riso mai. Am­mettetelo pure tranquillamente che vi sono simpatico.

Yvonne                         - (laconicamente) Voi siete un pazzo!

Paolo                             - Questo lo dissero già molte, ma esse soggiunsero sempre: un caro pazzo.

Yvonne                         - O meglio ancora: una sfacciato...

Paolo                             - Questo non lo dovreste dire!... Come si può essere sgarbati in una bella giornata di primavera? Vedete, da noi, a casa mia... (inghiottisce) in Scozia... sì, in Scozia, le donne non sono così ostiche.

Yvonne                         - (con risvegliato interesse) Siete scoz­zese, voi?

Paolo                             - Da un certo tempo             - e più precisa­mente: da ventotto anni.

Yvonne                         - Questo non me lo sarei immaginato. Gli scozzesi, in genere, sono molto più freddi.

Paolo                             - Io appartengo a quegli scozzesi di san­gue più caldo.

Yvonne                         - Molto interessante...

Paolo                             - Ma la signora appartiene alle fredde francesi meridionali...

Yvonne                         - Una francese del sud? Come fate a saperlo?

Paolo                             - (fieramente) Una voce interna me lo ha detto.

Yvonne                         - (ride) Perfettamente. Avete indovi­nato. Io sono della Francia meridionale. Permettete che mi congratuli con voi per il vostro acume...

Paolo                             - La donna della Francia meridionale la riconosco fra mille. E se io penso...

Yvonne                         - Che cosa?

Paolo                             - Quante volte nel corso dei secoli le nostre nazioni si sono unite...

Yvonne                         - Allora?

Paolo                             - Posso chiedervi il permesso di pre­sentarmi?...

Yvonne                         - Grazie. Non faccio conoscenze.

Paolo                             - Allora va bene       - non mi presen­terò. Restiamo buoni amici

Yvonne                         - Buoni amici?          - (rivolgendosi al ca­gnolino) Hai udito, Lulù? Che ne dici?

Paolo                             - Cara signorina Lulù, dite una parola buona in mio favore.

Yvonne                         - E' tutto inutile. Lulù é contraria - Lulù é una dama corretta e non accetta rela­zioni con signori stranieri... Al contrario...

Paolo                             - Al contrario?...

Yvonne                         - Al contrario: Lulù odia gli uomini.

Paolo                             - E voi, signora?

Yvonne                         - Lulù ed io, siamo sempre della stessa opinione. Di fronte a voi, tuttavia, pare che faccia una eccezione. Vi prego solamente...

Paolo                             - Dica?...

Yvonne                         - Di accontentarvi del successo presso Lulù.

Paolo                             - E di sparire? Escluso! Forse il cielo del vostro sorriso si rannuvola di nuovo? E' troppo crudele, signora! Vi faccio osservare i che la cosa...

Yvonne                         - Avrà una cattiva fine.

Paolo                             - Al contrario: una buona fine! Una fine stupenda! Voi non sapete ancora fino a che punto può giungere un uomo amareggiato.

Yvonne                         - Mai come una donna amareggiata! (si alza) Voi non siete solamente un inva­dente, ma mi sembra che abbiate anche perduto il senno.

Paolo                             - Signora! pensate: siamo in primavera, ed ogni uomo ha diritto di essere folle.

Yvonne                         - Questi sono affari privati...

Paolo                             - E di questo splendido diritto di follia,

voglio farne uso.

Yvonne                         - Spero non di fronte a me.

Paolo                             - Siamo alla fine di marzo... Il Monte Bianco scintilla candido... azzurro il Medi­terraneo... A Nizza stormiscono i cipressi... a Montecarlo tremano i giuocatori - dapper­tutto vita - dappertutto belle, calde e fra­granti signore... Non posso padroneggiarmi più a lungo...

Yvonne                         - Che cosa vi salta in testa?

Paolo                             - Io bacio la vostra mano...

Yvonne                         - Lasciatemi!...

Paolo                             -... cingo la vostra vita col mio braccio...

Yvonne                         - Chiamo aiuto!...

Paolo                             -... guardo la vostra meravigliosa bocca rossa...

Yvonne                         - Infame!

Paolo                             -... vi bacio fino a quando voi, innamo­rata, mi sussurrerete nell'orecchio che gli scozzesi appartengono alla più grande na­zione...

Yvonne                         - Mascalzone! (lo respinge senza che egli sia riuscito a baciarla)

 (Entra dal fondo Madame Charlotte).

M. Charlotte                 - Monsieur Paul!

Paolo                             - Ah! Madame!...

M. Charlotte                 - Sono al massimo grado morti­ficata, monsieur Paul!...

Paolo                             - Perdonate...

M. Charlotte                 - Voi vi permettete d'infasti­dire una dama, e, peggio ancora, senza suc­cesso?

Paolo                             - Che volete, mi dispero anch'io!

M. Charlotte                 - Carlyle dice - come anche voi dovreste sapere - che certi slanci sono giustificati soltanto quando si sa di avere suc­cesso...

Paolo                             - Purtroppo, non ho avuto fortuna...

M. Charlotte                 - Mi sembra anzi che sia stata un « debacle »... Io credo che la migliore cosa che potreste fare, sarebbe...

Paolo                             - Quella di ritirarmi nella mia stanza...

M. Charlotte                 - Lasciando il tempo alla signo­ra di riflettere se può perdonarvi...

Paolo.                            - Credete che sia possibile? Allora mi ritiro felice, (via verso sinistra)

M. Charlotte                 - Madame... ma si calmi...

Yvonne                         - Io tremo d'indignazione...

M. Charlotte                 - Lo vedo - tremate - ma siate sincera: solo per indignazione?

Yvonne                         - Ma io sono una signora seria.

M. Charlotte                 - Ca ne fait rien - mio amore - ciò é molto più piccante, disponete pure di me...

Yvonne                         - Ma non so come incominciare. Vi vedo per la prima volta nella mia vita...

M. Charlotte                 - Lo comprendo, é una questio­ne delicata. Ma verso di me ogni donna ha sempre avuto fiducia.

Yvonne                         - Ognuna?

M. Charlotte                 - Ogni donna bella, giovane e piena di cuore. Mi si chiama la mamma degli innamorati, (si siede),  

Yvonne                         - Che cosa graziosa! Tenterò, allora...

M. Charlotte                 - Brucio dalla curiosità...

Yvonne                         - Dunque, io mi trovavo a Monte­carlo...

M. Charlotte                 - Avete perduto?...

Yvonne                         - Solo mio marito.

M. Charlotte                 - Il banco lo ha svaligiato?

Yvonne                         - No, una femmina, lo ha svaligiato e me lo ha rapito. Io credo che ora essi mi tra­discono, qui, in casa vostra.

M. Charlotte                 - Vostro marito non é qui.

Yvonne                         - Ne siete sicura?

M. Charlotte                 - Senza dubbio - per queste cose ho l'occhio clinico. Mi accorgo dei mariti anche in lontananza. Per il momento non si trova nella « Gabbia » alcun marito.

Yvonne                         - Allora starà per venire.

M. Charlotte                 - Questo può esservi indifferente, madame, poiché anche se vostro marito fosse qui, non potreste avvicinarlo.

Yvonne                         - Perché?

M. Charlotte                 - Vi ho detto che io sono la mamma degli amanti. Io sorveglio e difendo la gabbia da ogni tempesta e da ogni cattivo tempo... Io sono l'angelo custode dei miei colombi...

Yvonne                         - Non mi volete dunque aiutare?

M. Charlotte                 - Qui non si fanno questioni di gelosia: chi pone piede in casa mia, può dor­mire tranquillo.

Yvonne                         - Ma che casa é dunque questa?

(Pasano Teddy e Kitty).

Kitty                             - My Teddy...

Teddy                           - My Kitty...

Kitty                             - My darling...

Teddy                           - My love...

14

 

Yvonne                         - Adesso comprendo... Un hotel per novelli sposi in luna di miele.

M. Charlotte                 - E per amanti... Anche voi ap­profitterete forse una volta della nostra di­screzione.

Yvonne                         - Io??

M. Charlotte                 - Sì, voi, cara signora! Anche nella vostra vita verrà il momento nel quale, agognerete un luogo sicuro; un nido nel quale possiate godere indisturbata la vostra feli­cità...

Yvonne                         - Ma madame!...

M. Charlotte                 - Calmatevi, mio amore, tocca una volta a tutti!

Yvonne                         - Io ne avrei veramente il diritto mo­rale: occhio per occhio, dente per dente.

M. Charlotte                 - Questo non é il punto di vista giusto, cara signora! Non si ama per vendetta, ma si ama per nostalgia. Da questo si vede) che voi non avete mai ingannato vostro ma­rito...

Yvonne                         - Ma questa volta ne avrei proprio la voglia...

M. Charlotte                 - Poco fa ne avete avuto ap­punto l'occasione... eppure l'avete lasciata sfuggire.

Yvonne                         - Non sono ancora arrivata al punto di gettarmi nelle braccia del primo venuto... benché mio marito lo merita... La prima don­na che gli si presentò dinnanzi, lo rapì...

M. Charlotte                 - E voi gli volete rimanere assolutamente fedele?!

Yvonne                         - Non posso fare diversamente. Que­sta é la scuola che ho avuto da mia madre.

M. Charlotte                 - Ah! la cara mamma...

Yvonne                         - Essa mi disse sempre che bisogna amare un solo uomo; soltanto uno, fino alla tomba.

M. Charlotte                 - Sì, essa ha ragione. Anch'io fui fedele a mio marito fino all'ora della sua morte.

Yvonne                         - Ah? vostro marito é morto?

M. Charlotte                 - Il poveretto fu preso da un colpo.

Yvonne                         - Quando?

M. Charlotte                 - La prima notte di matrimo­nio... Voi dunque volete assolutamente sor-j prendere vostro marito?

Yvonne                         - Io so che verrà qui...

M. Charlotte                 - E voi avreste il cuore di di­sturbarlo?...

Yvonne                         - Da noi, le donne non permettono che le si tradisca.

M. Charlotte                 - Sì, ma, di dove siete?

Yvonne                         - I... io?

M. Charlotte                 - Scusate, é forse un segreto?

Yvonne                         - Ma nemmeno per sogno! Io sono di Budapest.

M. Charlotte                 - Ah sì! Budapé... Budapé... Io amo gli hongrais...

Yvonne                         - Spero che sia scesa da voi gente di Budapest.

M. Charlotte                 - A questa domanda non posso rispondere. I nostri ospiti amano l'incognito.

Yvonne                         - Oh! mio marito sapeva bene dove poteva tradirmi meglio!

M. Charlotte                 - Non prendetevela con lui... parlate piuttosto col vostro cuore: vi darà si­curamente migliori consigli...

Yvonne                         - Io guido il mio cuore come il mio cagnolino. Non é vero, Lulù?

M. Charlotte                 - State in guardia: il più docile cagnolino, una volta può diventare rabbioso!

Yvonne                         - Avete ragione... Esso oggi vorrebbe...

M. Charlotte                 - Che vorrebbe?

Yvonne                         - (con occhi lampeggianti)   -... Essere feroce come una tigre! E adesso vi prego, madame, di assegnarmi la mia stanza.

M. Charlotte                 - Se permettete, vi accompagno di sopra, signora  - (Insieme via da destra)

 (Luisa, vecchia e raffinata « cocotte » pari­gina, entra trascinando Roberto)

Luisa                             - Ma entra dunque...

Roberto                         - (marito tipico di Budapest, entra guardandosi attorno con circospezione) Ci accetteranno qui?

Luisa                             - Nella gabbia di madame Charlotte? Altro che!

Roberto                         - (poco contento) Questa é la oc gab­bia »?

Luisa                             - Sì, la gabbia - la « Gabbia d'oro »... ove saremo felici, ove ti trasporterò in estasi...

Roberto                         - Te ne ringrazio fin d'ora, amore.

Luisa                             - Me ne sarai grato? Ma non fremi al solo pensiero di quel che ci attende? Rober­to?... io credo che tu sia un buono a nulla...

Roberto                         - (distrattamente) Come?

Luisa                             - A che pensi?

Roberto                         - Non ti pare che sia di cattivo pre­sagio il guasto alla nostra auto? Mia moglie...

Luisa                             - Sei forse pentito?... Io me ne vado!...

Roberto                         - Ma nemmeno per sogno, angelo mio! Io credo, del resto, che questo capiti a ogni marito che tradisce per la prima volta sua moglie...

Luisa                             - Tu tradisci tua moglie per la prima volta?

 Roberto                        - Perché ti stupisci? Sì, tradisco mia moglie per la prima volta.

Luisa                             - Se sapessi come questo mi agita! Vieni! Dammi subito un bacio!

Roberto                         - Te ne prego... Aspetta almeno di essere in camera nostra!

Luisa                             - Dio! quanto sei noioso: Non sai pen­sare che ad una donna...

Roberto                         - Che posso farci io?... Soltanto ades­so mi accorgo...

Luisa                             - Di che cosa?

Roberto                         - Che amo mia moglie... la poveretta si annoia, laggiù a Montecarlo... piangerà disperatamente, anche pensando che io abbia dovuto assentarmi per affari... Questo é un peccato...

Luisa                             - Ma un peccato inebriante... baciami! (si baciano)

M. Charlotte                 - (entra da destra insieme a Co­lette) Ah! che quadro! Benvenuti nella gabbia! Ah! Signorina Luisa! Mi compiaccio che siete di nuovo scesa da me e per di più, in compagnia di un signore così distinto.

Roberto                         - Madame...

M. Charlotte                 - Se non erro, voi siete sposato.

Roberto                         - Da che cosa lo arguite?

M. Charlotte                 - Dal vostro anello matrimo­niale.

(Yvonne giunge in questo momento circospet­ta dalla scala destra e si nasconde dietro un candelabro).

Luisa                             - Giusto! Dove hai messo la fede?

Roberto                         - In tasca. Io sono superstizioso. Con la fede al dito, non tradirei mia moglie.

M. Charlotte                 - Ciò dimostra che avete una anima delicata e sensibile! Colette! conducete i signori nella loro stanza.

Colette                          - Per servirla, madame!

Roberto                         - Au revoir, madame, (via con Luisa e Colette).

Yvonne                         - (fuori di se dalla collera) Furfante!

M. Charlotte                 - Come, l'avete visto?

Yvonne                         - Ho udito la sua voce. Ma gliela farò scontare! (vuol seguirlo).

M. Charlotte                 - (sbarrandole la strada come un cherubino) Pardon, madame! Io faccio la guardia sulla soglia degli amanti.

Yvonne                         - E io ho il diritto di penetrare nella camera di mio marito.

M. Charlotte                 - Calmatevi dunque, mia cara. Poco fa eravate così ragionevole...

Yvonne                         - Poco fa non potevo ancora persua­dermi che mio marito mi potesse tradire; ora che ciò avviene innanzi a me... Madame, vi prego...

M. Charlotte                 - Che desiderate?

Yvonne                         - Un uomo!

M. Charlotte                 - (fuori di sé dalla gioia) Ma dite sul serio?

Yvonne                         - Assolutamente! Lo tradirò col primo venuto!

M. Charlotte                 - Ma madame, se siete già de­cisa a questo passo, siate allora avveduta. Perché proprio col primo venuto? Se volete tradire vostro marito, lasciate la scelta al de­stino.

Paolo                             - (entrando da sinistra) Buona sera...

M. Charlotte                 - Buona sera, monsieur Paul... Non vi é stato mai fatto un oroscopo?

Paolo                             - Mai.

M. Charlotte                 - Sono convinta che siete nato sotto la protezione di Venere.

Paolo                             - Voi parlate misteriosamente, ma­dame...

M. Charlotte                 - Non parlo misteriosamente... ma voi non v'intendete affatto di stelle, (via dal fondo), (Piccola pausa. Paolo e Yvonne si ritirano istintivamente in direzione opposta. Yvonne si inoltra lentamente verso destra).

Paolo                             - (avvicinandosi) Siete in collera con me?

Yvonne                         - (con voce delicata) Sì, ce l'ho con voi!... Buona sera... (fa per andarsene)

Paolo                             - Signora...

Yvonne                         - Che volete?

Paolo                             - (sbarrandole la strada) Perdonatemi! Non vi lascio andar via prima che mi abbiate perdonato.

Yvonne                         - (ridendo) Ma guarda! Sapete anche essere educato.

Paolo                             - Signora, mi permettete di baciarvi la mano?

Yvonne                         - (porgendogli la mano) Se vi fa pia­cere.

Paolo                             - Grazie, (eseguisce) Se voi mi permet­tete ancora...

Yvonne                         - Ancora un desiderio?

Paolo                             - Sì, sì; ma qualche cosa mi rattrista, signora... i vostri occhi vogliono sorridere ma la vostra voce é cupa...

Yvonne                         - Non lo nego. Ma infine, ci sono nella vita situazioni...

Paolo                             - Alludete alla nostra situazione?

Yvonne                         - (con un cenno alludente alla situazione generale) Non proprio alla nostra... a quella in generale... (Guarda nella direzione ove crede il marito) Vi sono delle situazioni in cui la mano si trasforma in pugno... (pausa) Allora si affacciano alla mente cattivi pensieri.

Paolo                             - (rivolto verso di lei, pieno di speranza) Stupidi pensieri?

Yvonne                         - Sì... e vedete, ciò nonostante... (re­trocede).

Paolo                             - Ciò nonostante?

Yvonne                         -... noi donne possiamo essere migliori degli uomini. Arrivederci.

(s'avvia verso destra).

Paolo                             - Ve ne andate?

Yvonne                         - Parto. Col prossimo treno...

Paolo                             - E non avete una parola buona per me?

Yvonne                         - Oh, sì!

Paolo                             - Davvero?

Yvonne                         - Salutatemi i boschi di pini della Scozia...

Paolo                             - Scherzate?

Yvonne                         -...e Lady Macbeth...

Paolo                             - Non mi prendete in giro!...

Yvonne                         -... ed anche quelle signore che... nel­la mia situazione si sarebbero mostrate più! accondiscendenti.

Colette                          - (venendo dal fondo) Bon soir!

Yvonne                         - Attendete un momento: a chi portate dello champagne?

Colette                          - Ai signori che sono arrivati questa sera.

Yvonne                         - Lasciate qui questo champagne.

Colette                          - (stupita) Comanda?...

Yvonne                         - Ma non capite?... Posate qui questo champagne... fa molto caldo stasera, ed io ho tanta sete...

Colette                          - Posso portarne un'altra bottiglia..

Yvonne                         - No, io voglio berne di questa bottiglia...

Colette                          - (stupita) Prego, signora... (Posa lo champagne sulla tavola e va via).

Paolo                             - Perché gli occhi vi brillano così?

Yvonne                         - Non fatemi domande. Sapete aprire questa bottiglia?

Paolo                             - Non ho fatto altro in vita mia.

Yvonne                         - Allora siate gentile!

Paolo                             - Con molto piacere... (guardandola) Come siete divina, ora!

Yvonne                         - Può darsi. Si dice che le donne, in certi momenti appaiono più belle.

Paolo                             - In quali momenti?

Yvonne                         - Un'altra curiosità?... Versate!

Paolo                             - Per servirvi, signora! (mesce)

 

Yvonne                         - E voi?

Paolo                             - Se permettete, (si riempie il bicchiere e poi lo solleva) Al caso...

Yvonne                         - Al caso...

Paolo                             -... riconoscenti di questo incontro

(toccano i bicchieri e bevono)

Yvonne                         - E' delizioso... Ancora un altro...

Paolo                             - Alla salute di chi?

Yvonne                         - Aspetti... Alla primavera? al ma­re?... al Simplon-Express?... Ah! ecco: alla salute dei forestieri!...

Paolo                             - Dei forestieri?

Yvonne                         - Sì, dei forestieri, che rimangono sempre tali.

Paolo                             - Forse anche quando li amiamo... (bevono).

Yvonne                         - Mi piace sempre di più. (ridendo) E quei lassù? (sempre ridendo) sopra di noi?

Paolo                             - Hanno sete, poveretti...

Yvonne                         - Sete? Allora, un terzo bicchiere...

Paolo                             - Come sapete essere gaia! (versa ancora un bicchiere).

Yvonne                         - Alla salute degli uomini infedeli...

Paolo                             - A quella delle mogli infedeli...

Yvonne                         - Forse... più tardi! Io insisto sul­l'ordine delle cose, (bevono)

Paolo                             - Come brilla lo champagne sulle vostre labbra...

Yvonne                         - E' squisito!... Io mi sento così li­bera... e voi?

Paolo                             - Io?...

Yvonne                         - Siete molto più gentile di quanto sul principio non immaginavo.

Paolo                             - Vedete, signora, io sono uno stupido... Adesso mi viene in mente di essermi dimen­ticato...

Yvonne                         - Cosa?

Paolo                             - Di presentarmi a voi...

Yvonne                         - Non fatelo... non ditemi il vostro nome... tutt'al più, il vostro nome di bat­tesimo... Ciò é molto più interessante...

Paolo                             - Mi chiamo Giorgio...

Yvonne                         - Un vero nome scozzese...

Paolo                             - E voi, come vi chiamate?

Yvonne                         - Come la celebre cortigiana...

Paolo                             - Manon?

Yvonne                         - Ninon... ma per alcuni prescelti: Ninette,...

Paolo                             - Stupendo!... Giorgio e Ninette... in una sera di marzo...

Yvonne                         - Non vorrete cantarmi una romanza?

Paolo                             - Benché vi sia tanta melodia in questa frase: Giorgio e Ninette, nella gabbia...

Yvonne                         - La nominate troppo spesso, questa gabbia...

 Paolo                            - Perché non posso sottrarmi al fascino del luogo... Un piccolo nido sopra il mare... e due esseri... l'uno viene dal Nord, dal paese dei tetri pini...

Yvonne                         - L'altro dal Sud, dove le palme bru­ciano dal sole... Questo potrebbe essere del poeta Heine...

Paolo                             - Un bicchiere alla salute del poeta...

Yvonne                         - Del poeta... (bevono)

Paolo                             - Non é strano tutto ciò? Chi potrebbe credere che noi non ci siamo mai veduti prima di oggi?

Yvonne                         - E che forse mai più ci rivedremo?

Paolo                             - Per una sera di marzo il vento lieve di primavera ci ha avvicinati... (con calore) Ninette, ci si può ribellare?

Yvonne                         - Ribellarsi si può sempre... però non bisogna...

Paolo                             - Nevvero? non bisogna... mia cara e piccola signora... (le si avvicina)

Yvonne                         - Fate attenzione!

Paolo                             - A che cosa?

Yvonne                         - Avete pestato la dama di cuori...

Paolo                             - Davvero!... La dama di cuori giace in terra... (raccoglie la carta da terra)... io ho pestato il tuo cuore! (...e la pone sul tavolo. Piccola pausa) Non sentite come il destino ci ha regalato questa bella e calda notte? E questo dono non si può, non si deve trascu­rare

Yvonne                         - Io parto... parto col prossimo treno.

Paolo                             - Riflettete bene. Sareste capace, ora, di lasciarmi solo?

Yvonne                         - Lasciatemi andare... questo é sol­tanto un sogno... un momento di sciocchezze.

Paolo                             - Il momento é eterno, perché anche Be il nostro incontro dovesse durare tanto che una stella cade o quanto un fiore trema al vento, sarebbe in esso tutta l'immortalità dell'amore...

Yvonne                         - Domani... domani...

Paolo                             - Non esiste domani!... Ninette... Un bicchiere per brindare alla nostra bella, ma­gnifica, indimenticabile avventura!...

Yvonne                         - Giorgio...

Paolo                             - Ninette!... (bevono) Anima mia su­blime!

Yvonne                         - E' proprio vero?... E se é così... an­che la mia ora sarebbe venuta...

Paolo                             - Eccola... ride nel nostro cuore... é più forte di noi... (si abbandonano sul divano ricoperto da una enorme pelle di orso polare)

Yvonne                         - (scattando con un grido e liberando® da Paolo) E' orribile! Dio! L'orso polare!)

Paolo                             - (stupito) Dove? Un orso? Dove?

Yvonne                         - (accennandolo) Lì... lì... Mi é venuto in mente mio marito...

Paolo                             - Non vi comprendo...

Yvonne                         - Durante il nostro viaggio di nozze….

Paolo                             - Siete stati al Polo Nord?

Yvonne                         - No, ma in Norvegia, quando per la prima volta entrammo nella nostra camera...

Paolo                             - Ebbene?...

Yvonne                         - Giaceva sopra un divano un orso polare. Comprendete ora?

Paolo                             - Comincio a capire...

Yvonne                         - Quindi... io non potrei tradire mia marito davanti all'orso polare, (ridendo) Lo champagne... lo champagne... Io sono ubria­ca... ubriaca... non é vero? Molto ubriaca!...

Paolo                             - Non più dì quel che si conviene...) Amatemi...

Yvonne                         - Sì, Giorgio... e non per lo champagne, ma perché siete buono... perché vi amo... (Paolo l'abbraccia e la conduce verso destra, si ode il riso di Yvonne che a poco a poco dimi­nuisce).

Fine del primo atto

ATTO SECONDO

 Elegante studio dell'avvocato Marcello Julasz; stanza con tre porte: quella di fondo conduce nell'Ufficio; quella di sinistra nell'abitazione e quella di destra nella sala d'aspetto. Nel fondo, a sinistra, ad angolo, la scrivania. Davanti alla scena, una grande poltrona a dondolo.

Marcello                        - (aprendo la porta dell'ufficio chia­ma) Schutzer...

Schutzer                        - (il sostituto) L'avvocato desidera?

Marcello                        - Per le 5,30 ho dato appuntamento alla signora Meszeleny. Avvertitemi subito appena giungerà.

Schutzer                        - Un divorzio?

Marcello                        - Sì; é un'epidemia, qui, a Buda­pest. C'é ancora qualcuno?

Schutzer                        - Una signora...

Marcello                        - Bella?...

Schutzer                        - Non lo so.

Marcello                        - Ma non l'avete guardata?

 

Schutzer                        - Con lo stipendio che mi date sta­rei fresco se guardassi le donne!

Marcello                        - Ma guardare non costa nulla.

Schutzer                        - L'atto no, ma le conseguenze... e poi io ne ho abbastanza, da dieci anni che sono qui ho visto passare le più belle donne

di Budapest.

Marcello                        - E più da vicino, non ne avete

osservata alcuna?

Schutzer                        - Signor avvocato, manca poco alla fine del mese e voi mi parlate di donne? E' da collega, questo?

Marcello                        - Avete ragione, Schutzer... Allora, fate entrare la signora.

Schutzer                        - Sissignore. (Aprendo la porta) Si accomodi, signorina! (Fa entrare Lizzy, poi via).

Lizzy                             - (in un costume che la rende nel primo istante irriconoscibile) Buona sera, signor avvocato...

Marcello                        - (riconoscendola) Sì! Lizzy... sei tu?

Lizzy                             - Come vedi.

Marcello                        - Stento a crederlo.

Lizzy                             - Ma lo puoi ben credere; sono pro­prio io.

Marcello                        - Che sorpresa!

Lizzy                             - Ti fa veramente piacere?

Marcello                        - Son fuori di me dalla gioia

(Complimentandola) Sempre la stessa piccina deliziosa - e questi occhi magnifici - e que­sta bocca... e questa...

Lizzy                             - Basta con i dettagli!...

Marcello                        - Come ti sei fatta bella! mia pic­cola...

Lizzy                             - In questi tre anni, mi sono totalmente ringiovanita.

Marcello                        - Come? é tanto tempo che non ci si rivede?

Lizzy                             - E' proprio così, Marcello.

Marcello                        - Tre anni! Come passa, il tempo!

Lizzy                             - Ti ricordi ancora, la « Gabbia d'Oro »?

Marcello                        - Come si fa a dimenticarla?

Lizzy                             - E Madame Charlotte!

Marcello                        - Madame Charlotte - la graziosa, giovane signora di sessant’anni...

Lizzy                             - ... col suo allevamento di canarini... Io avrei tanto voglia di cinguettare ancora una volta...

Marcello                        - Ci sto anch'io.

Lizzy                             - Taci! Miserabile... Non mi hai ancora domandato il motivo che mi ha condotta qui.

Marcello                        - Volevo giusto chiedertelo...

Lizzy                             - Mi occorre un certificato di residenza.

Marcello                        - Come, tu non possiedi alcuna re­sidenza?

Lizzy                             - Questo non lo so; però mi necessita un certificato nel caso che dovessi sposarmi.

Marcello                        - Tu vuoi sposarti?

Lizzy                             - Naturalmente, ed é perciò che voglio preparare tutto per tempo. Oggigiorno gli uomini vogliono sposarsi subito...

Marcello                        - Ed hai già un candidato?

Lizzy                             - Non ho ancora fatto la mia scelta, ma può darsi che sia per te. Bada! se getto la mia rete...

Marcello                        - Io sono uno scapolo irriducibile.

Lizzy                             - Sì... quelli che si pescano più facil­mente... Non credi che sarei una buona mogliettina?

Marcello                        - Disgraziatamente adesso non ho il tempo di constatarlo. Aspetto una cliente. Ma se ne hai voglia, abbi la bontà di pas­sare nel mio appartamento. Io verrò appena avrò finito...

 

Lizzy                             - Benissimo... Allora parleremo di tutto, Ma prima un bacio...

Marcello                        - Toh!... (la bacia).

Lizzy                             - In questo, sei sempre tu!... tu!... (via a sinistra).

Marcello                        - (Suona un campanello, mentre un sorriso gli brilla leggermente in faccia),

Scrutzer                         - Signor avvocato...

Marcello                        - La signora Meszelenyi non é an­cora venuta?

Scutler                           - Non ancora.

Marcello                        - Queste signore che vogliono di­vorziare, non sono mai puntuali. Ora ci mancava che sopraggiungesse un caso ur­gente. (Improvvisamente) E cosa direste, voi, Schutzer, se domani io dovessi partire?

Scrutzer                         - Che cosa dovrei dire? Continue­rei a dirigere lo studio da solo. Io sono già abituato alle assenze del signor avvocato.

Marcello                        - Dite, signor Schutzer, siete mai stato a Montecarlo?

Schutzer                        - A Montecarlo? io! ma mi pren­dete forse per una «cocotte? » Io a Montecarlo... Montecarlo contro Schutzer... imma­ginatevi questo!...

Marcello                        - (tra se) Preferisco non farlo... Schutzer, Schutzer... Se voi apprezzaste le bellezze della vita...

Schutzer                        - Signor avvocato, ve l'ho già detto: prima aumentatemi lo stipendio, e poi parle­remo delle bellezze della vita.

Paolo                             - (entrando impetuosamente da sinistrò) Salute, Marcello!

Marcello                        - Tu, Paolo! Ma che sorpresa! Sii il ben venuto! (si abbracciano) Vi prego, signor Schutzer, non dimenticatevi la signora Mszelenyi; deve essermi subito annunciata.

Schutzer                        - Sarà eseguito, (via per la porta d'ufficio).

Marcello                        - A che deve Budapest, la grande fortuna del tuo ritorno?

Paolo                             - Sono stanco di girovagare all'estero, ma ti assicuro che non pensavo di essere accolto presso di te così amichevolmente!

Marcello                        - In che modo?

Paolo                             - Arrivando al tuo alloggio ed entran­do nella tua stanza, mi salta improvvisamente al collo una donna.

Marcello                        - (ridendo) Ah! comprendo!...

Paolo                             - Mi copre di baci e grida: « Paolino, Paolino! Tu vivi! » e tutto ciò prima che io avessi potuto riavermi.

Marcello                        - E' curiosa!

Paolo                             - Per maggiore sicurezza, le ho domandato se avesse avuto per caso relazioni con me. « Con te, no ». Mi ha risposto, e ha soggiunto di essere Lizzy, amica tua.

Marcello                        - Ti ricordi ancora di Lizzy?

Paolo                             - Se non ricordo le mie proprie aman­ti, immagina le; altre!

Marcello                        - Anche quelle con le quali fummo insieme a Montecarlo?

Paolo                             - Aspetta!...

Marcello                        - Aiuto subito la tua memoria: nella « Gabbia d'oro »... la « Gabbia d'oro ».

Paolo                             - Ah!... é vero...

Marcello                        - E Madame Charlotte...

Paolo                             - Madame Charlotte?...

Marcello                        - La proprietaria della pensione... la mamma degli amanti...

Paolo                             - Ah! me ne ricordo, ora! Quando fummo colà?

Marcello                        - Tre anni or sono.

Paolo                             - Tre anni fa!... Noi invecchiamo, ami­co mio! Diventiamo vecchi e non abbiamo ancora messo giudizio...

Marcello                        - Questo non lo metteremo mai. Quando sei arrivato?

Paolo                             - Ieri.

Marcello                                  - Dove sei stato?

Paolo                             - Sul lago di Garda.

Marcello                        - Era bello?

Paolo                             - Stupendo!

Marcello                        - Naturalmente, le montagne...

Paolo                             - Ma che montagne!... Le donne! Negli ultimi giorni feci la conoscenza di una deliziosa viennese...

Marcello                        - Complimenti!...

Paolo                             - Era di passaggio.

Marcello                        - Me lo immaginavo.

Paolo                             - E una notte... Una notte sola, mi regalò per ricordo.

Iarcello                          - (con curiosità) E sai chi fosse?

Paolo                             - Dimenticai di chiederle il nome.

Marcello                        - Era bionda?

Paolo                             - Non te lo posso dire con precisione.  

Marcello                        - Oh! Ma questo é il colmo!

Paolo                             - Scusami: ci conoscemmo di sera, alla luce artificiale.

Marcello                        - E al mattino?

PAOLO                        - Chissà già dove si trovava: ripartì per Venezia col primo treno.  

Marcello                        - E tu non l'hai seguita?

Paolo                             - Ne avevo intenzione, ma proprio allora feci la conoscenza di una meravigliosa signora di Dresda...

Marcello                        - Il cui colore dei capelli avrai notato...

Paolo                             - Sicuramente. Aveva i capelli di un rosso tizianesco... Cioè, no   - mi sono sba­gliato - Tizianesca era un'altra...

Marcello                        - Paolo! Paolo! non ti cambierai mai!

Pàolo                             - Me lo propongo sempre, ma c'é sem­pre un'altra donna che rende nulli i miei propositi. Ah! se sapessi come sono stanco, di queste avventure di sfuggita!...

Marcello                        - Di nuovo il vecchio ritornello?

Paolo                             - (sincero) Una sola donna, si dovrebbe amare, mio caro   - un'unica donna - e quella, di tutto cuore... Se il matrimonio non mi spaventasse!

Schtzer                          - (affacciandosi all'uscio) C'é la si­gnora Meszelenyi.

Marcello                        - Ah! Finalmente!

Paolo                             - La signora Meszelenyi? chi é?

Marcello                        - Una signora che vuol divorziare.

Paolo                             - Allora, domattina sarà in treno. Le donne che divorziano, mantengono in effi­cienza il movimento dei forestieri in Europa.

Marcello                        - E tu approfitti... Paolo, per fa­vore, permetti?...

Paolo                             - Fai pure.

Marcello                        - Se vuoi, intrattieniti con Lizzy...

Paolo                             - All right! Ne avrai per molto tempo?

Marcello                        - Cercherò di sbrigarmi. (Paolo via da sinistra).

(Marcello siede allo scrittoio, in posa di prammatica. Yvonne entra smagliante nella sua bellezza che in questi tre anni si é maggior­mente affermata).

Yvonne                         - Buona sera, signor avvocato.

Marcello                        - (colpito dalla bellezza di Yvonne, dimentica la sua posa, e si alza di scatto per andarle incontro) Signora! Lietissimo!... Finora ci siamo conosciuti soltanto per tele­fono... ma adesso sono addirittura entusia­smato...

Yvonne                         -... di riuscire a farmi ottenere il di­vorzio, non é vero?

Marcello                        - E' così! Io sono convinto di ren­dere un servizio prezioso all'umanità liberando una donna bella come voi dalla catena del matrimonio.

Yvonne                         -... Adesso capisco perché mi siete stato raccomandato tanto caldamente da tutte le mie amiche... Un avvocato che fa la corte alla cliente subito dopo le prime parole...

Marcello                        - Una signora il cui avvocato s'in­vaghì fin dal primo istante ai suoi piedi, potrà tranquillamente iniziare parecchi proces­si di divorzio.

Yvonne                         - Per ora, definiamo il primo.

Marcello                        - Con piacere. Ditemi allora come si sono svolti i fatti.

Yvonne                         - Molto semplicemente. Mio marito mi ha tradito, cioè, mi tradisce ininterrot­tamente.

Marcello                        - (meravigliato) Allora, é vostro ma­rito, il colpevole!

Yvonne                         - (offesa) Come, credereste che fos­si io?

Marcello                        - Perdonate... Di fronte a una bella signora é facile che un avvocato faccia indu­zioni…

Yvonne                         - Con me, potete stare tranquillo...

Marcello                        - Allora sono proprio curioso di conoscere quella faccia d'idiota che ha potuto tradirvi.

Yvonne                         - E' per l'appunto mio marito. Oc­corre dire di più?

Marcello                        - E quando lo coglieste, la prima volta?

Yvonne                         - Tre anni or sono.

Marcello                        - (meravigliato) Come? E soltanto adesso chiedete il divorzio?

Yvonne                         - L'ho minacciato più volte, ma egli promise sempre di emendarsi; supplicò, scon­giurò, telegrafò a mia madre...

Marcello                        - Ed ora?

Yvonne                         - Ora la sua relazione é conosciuta da tutti. Non si può più perdonare.

Marcello                        - Avete perfettamente ragione. Vo­lete favorirmi i particolari?

Yvonne                         - Non é necessario. Parlate sempli­cemente con mio marito; accordatevi con lui sopra un plausibile e facile motivo di divorzio. Per esempio: abbandono, infedeltà.

Marcello                        - E se vostro marito non volesse di­vorziare?

Yvonne                         - Allora sarei sempre in tempo a darvene i particolari. Posseggo una dozzina di prove. Immaginatevi: la prima volta mi tra­dì quasi sotto i miei occhi. Fui presente quando si ritirò con una signora, in un di­screto appartamento.

Marcello                        - A questo fatto era presente anche qualcun'altro?

Yvonne                         - Un'attempata signora francese.

Marcello                        - Non potreste, eventualmente, dar­mene l'indirizzo?

Yvonne                         - (riflettendoci un poco) Il suo indi­rizzo?... s'intende... (improvvisamente) Ma non si arriverà fino a tanto!

Marcello                        - E non avreste altri testimoni?

 

Yvonne                         - Oh, sì! Un altro... uno che li vide uscire...

Marcello                        - E' sufficiente. Potrei sapere.., chi era?

Yvonne                         - (imbarazzata) Uno scozzese...

Marcello                        - Uno scozzese? Il suo indirizzo

Yvonne                         - (malinconica) Non lo conosco.

Marcello                        - In questo caso, sarà molto difficile rintracciarlo. E dove avvenne l'adulterio?)

Yvonne                         - Lasciamo andare questo discorso avvocato. Mi vergogno di parlarne...

Marcello                        - Oh! me lo immagino!... Era certamente un piccolo nido d'amore...

Yvonne                         - Sì, sì... un vero nido...

Marcello                        - Conosco questi luoghi di rifugio per amanti. A volte, sono molto civettuoli…! Perdoni, signora, ora non parlo come avvocato, ma come uomo. In questi piccoli, suggestivi nidi d'amore, é talmente seducente il  peccare che é quasi impossibile il resistervi…

Yvonne                         - (decisa) E credete che vi siano delle eccezioni?

Marcello                        - Questo dipende dalle stagioni, In primavera, ad esempio, non é tanto facile resistervi... La primavera é sempre un attenuante...

Yvonne                         - Un attenuante?

Marcello                        - Scommetto che anche vostro marito vi tradì in primavera.

Yvonne                         - La prima volta, fu in primavera... allora ero anche meno indignata... (riflettendo) Una volta può capitare a tutti, special­mente in marzo, quando la primavera é nel periodo più pericoloso... Nel cielo brillano le stelle... bianche le montagne... azzurro il mare... allora é perdonabile se l'anello matrimoniale scompare per qualche ora nelle tasche del « tight ». Ma la canaglia mi ha tra­dita anche di novembre, durante un tempo grigio e piovoso, quando ogni marito per bene soffre di influenza. Per questo non c'é perdono!

Marcello                        - E dite, signora: vostro marito sa  che voi in quel tempo lo spiavate?

Yvonne                         - Io non gliel'ho detto, benché qual­che volta, quando tranquillamente e sfaccia­tamente mi tradiva a destra e a sinistra, avrei voluto gridargli in faccia: « Sei un cretino! »...

Marcello                        - E se lo sarebbe certo meritato...

Yvonne                         - ... « Sei uno stupido! »... (ridendo dolcemente) «. Se tu sapessi... Se tu avessi immaginato il mio segreto... Se io te lo rac­contassi... una vera fiaba...

Marcello                        - ... in un lontano paese di fiabe...

Yvonne                         - In tutti i casi, all'estero... C'era un marito che tradì la moglie... ma la moglie….

Marcello                        - La moglie?

Yvonne                         - ... non dormì nel proprio lettino, a casa sua...

Marcello                        - Bensì si trovava anche lei sul luogo del fatto...

Yvonne                         - (trionfante) E come ci si trovava!...

Marcello                        - Una fiaba graziosa... dovreste occasionalmente raccontarla a vostro marito...

Yvonne                         - Dopo il divorzio... Quanto tempo credete che ci voglia?  

Marcello                        - Dobbiamo prima protocollare l'atto e farlo firmare da due testimoni. Se poi vostro marito non crea difficoltà, in quattro settimane tutto é definito.

Yvonne                         - In quattro settimane!... Sarebbe meraviglioso! Mio caro avvocato... fra quattro settimane sarò di nuovo in ferrovia...

Marcello                        - E terrete in efficienza il movimento dei forestieri in Europa... (preme un bottone, Schultzer, entrando) Bchultzer             - L'avvocato desidera?  

Marcello                        - Fate dattilografare le causali del­l'adulterio: abbandono, infedeltà. Con onorari.

Schultzer                       - Con onorari? sissignore. In ogni i modo, signor avvocato...

Marcello                        - Cosa?

Scultzer                         - Il signor Meszlenyi é in anticamera.

Yvonne                         - Mio marito!

Marcello                        - Benissimo... Ditegli che pazienti; ancora un minuto...

Yvonne                         - (indignata) Signor avvocato, non \ voglio incontrarmi con lui!  

Marcello                        - Prego, sarebbe mio dovere...

Yvonne                         - Quale dovere?

Marcello                        - ... fare almeno un tentativo di riconciliazione...

Yvonne                         - Questo non avrebbe alcuna probabi­lità di riuscita.

Marcello                        - Allora si compiaccia passare nella sala d'aspetto.

Yvonne                         - Grazie, molto gentile. Spero non duri a lungo! (accompagnata da Marcello, esce per la porta di destra).

Marcello                        - (dalla porta dello studio, chiama) Signor Meszelenyi.

Roberto                         - (entrando e presentandosi) Meszlenyi.

Marcello                        - Avvocato Julasz.

 Roberto                        - (agitato) Signor avvocato... mia moglie...

Marcello                        - Non vi vuol vedere.

Roberto                         - Ha ragione. Io sono un mascalzone.

Marcello                        - La vostra signora é della stessa opinione.

Roberto                         - Io sono un infelice che adora sua moglie e però la tradisce continuamente. Comprendete?

Marcello                        - Altro se lo comprendo!

Roberto                         - E dire che mia moglie é un angelo! Da tre anni essa sa tutto e... (tace)

Marcello                        - Una grande rarità...

Roberto                         - ... non pensa nemmeno ad una ven­detta...

Marcello                        - Ne siete certo?

Roberto                         - Per Yvonne, metterei una mano sul fuoco. Fra mille uomini sono forse ,l'unico che non é stato mai tradito dalla propria moglie. E verso quest'essere così eccezionale, io fui vile...

Marcello                        - O piuttosto inavveduto...

Roberto                         - Avete indovinato. Io non posso ve­ramente tradire, e ciò nondimeno, tradisco. Se mia moglie volesse perdonarmi ancora questa volta...

Marcello                        - Essa non vuol saperne...

Roberto                         - Purtuttavia io voglio tentare... vo­glio parlare con lei.

Marcello                        - E' assolutamente inutile.

Roberto                         - Ma io insisto.

Marcello                        - Non ve lo posso impedire, ma voi stesso vi convincerete subito che é inutile (chiama verso destra) Signora...

Yvonne                         - (entrando) Ah!... (indispettita) Signor avvocato!

Roberto                         - Mia cara Yvonne...

Marcello                        - Perdonate, ma vostro marito ha insistito per ottenere un colloquio con voi. Io non voglio aver nulla a rimproverarmi. Eccovi insieme, e per quanto riguardi una riconciliazione, lascio a voi la questione... (via da sinistra)

Yvonne                         - I tuoi tentativi sono inutili!

Roberto                         - Yvonne, mia carissima... io sono di nuovo qui...

Yvonne                         - Lo vedo...

Roberto                         - ... so che hai ragione, ma so anche che sei buona e che mi perdonerai...

Yvonne                          - Mai più.

Roberto                         - Non senti che in fondo in fondo io sono innocente?

Yvonne                         - (sconcertata) Innocente! ma questo é troppo!

Roberto                         - Tu non conosci i misteri dell'anima degli uomini. Tu non sai, Yvonne, che le avventure non hanno alcuna importanza nella vita dell'uomo.

Yvonne                         - (veemente) Davvero?

Roberto                         - Sì, perché l'uomo sovente non ri­corda neppure di sfuggita le donne che ha strette nelle sue braccia.

Yvonne                         - (sbuffando) Questo é impossibile.

Roberto                         - E' così, invece.

Yvonne                         - Tu affermi che l'uomo non ram­menti le dolci ore... (riprendendosi) Eppure esse devono essere ben dolci, nevvero?

Roberto  .                      - Piuttosto profumate... ma il pro­fumo evapora...

Yvonne                         - Questo dipende dalla qualità del profumo... e dalla personalità della donna. Io penso che un uomo non possa mai dimenti­care una donna, quand'anche l'abbia tenuta nelle sue braccia una sola volta...

Roberto                         - Quanto sei ingenua, bimba mia! Si vede che tu non hai idea di quel che sia avventura...

Yvonne                         - Hai ragione. Non ne ho proprio idea. Ma me la posso immaginare... Posto per esempio... naturalmente é solo una supposi­zione... che io una volta, anni fa, abbia avuta un'avventura...

Roberto                         - (ridendo) Una cosa simile non la si può nemmeno pensare...

Yvonne                         - Supponiamo che sia accaduta... credi tu che anche quell'uomo mi avrebbe dimen­ticata?

Roberto                         - Assurdità!...

Yvonne                         - Ma io voglio saperlo! Dimmi, l'hai tu dimenticata?

Roberto                         - Voglio essere sincero. Della prima

Yvonne                         - Vedi? Anche tu te ne ricordi anco­ra... della « Gabbia d'oro »...

Roberto                         - La « Gabbia d'Oro »!

Yvonne                         - E Madame Charlotte?

Roberto                         - Mio Dio! sai tutto?

Yvonne                         - Come vedi...

Roberto                         - Ah! comprendo!... Tu mi hai se­guito, mi hai spiato!?...

Yvonne                         - Già.

Roberto                         -E questo me lo hai taciuto per tre anni di seguito? Tu sei un angelo! E dovrei divorziare da una donna di tale sentimento e di tale tatto? Ah! mai!

Yvonne                         - Io allora avrei dovuto subito chie­dere il divorzio e fuggire in quella meravi­gliosa notte di primavera...

Roberto                         - Imbecille che fui!!

Yvonne                         - Proprio quella notte, mentre tu mi tradivi, ho anch'io...

Roberto                         - Che cosa hai fatto?

Yvonne                         -... riflettuto... Improvvisamente caddero tutte le illusioni che mi ero create intorno al matrimonio. Constatai che per tra­dire non é necessario altro che due esseri si incontrino per caso insieme.

Roberto                         - Non l'avessi mai incontrata, quelli donna! Dimmi, Yvonne, che cosa hai provato quella notte?

Yvonne                         - Non parliamone... una notte simile non si dimentica...

Roberto                         - Povera cara!... Chissà come avrai sofferto!

Yvonne                         - Il tuo tradimento era per. me qualche cosa di enorme, di mostruoso, ma anche di eccitante, (rovente) Quando al mattino, sve­gliandomi, mi stiracchiai felice nel mio  letto...

Roberto                         - Felice?

Yvonne                         - Sì; nel primo momento non mi ri­cordai quel che era accaduto...

Roberto                         - Ah! e allora?...

Yvonne                         - Nel mio cuore si infiltrò allora tu sentimento insolito, una sensazione strana, indimenticabile, inesplicabile... io rivissi ancora, col pensiero, tutta la notte... la notte dell'adulterio... mi pizzicai il braccio per ac­certarmi che fosse realtà... ma non poteva essere un sogno poiché vicino a me dormivi quell'uomo...

Roberto                         - Quell'uomo?!...

Yvonne                         - ... che tutta la notte aveva abbrac­ciato una donna straniera...

Roberto                         - Sì, é possibile ch'io mi trovassi pro­prio nella camera adiacente...

Yvonne                         - E sai, allora dovetti improvvisamen­te ridere... pensai... e risi... Attraverso la finestra penetrava raggiante il sole... mi pre­sentai allo specchio, m'inchinai e parlai: « Buon giorno, signora, buon giorno! Ed ora, che dite in merito? Avete una relazione!...».

Roberto                         - Una relazione?!...

Yvonne                         - Vostro marito e quella donna...

Roberto                         - Povera, infelice creatura!

Yvonne                         - Sì, amico mio, questa é la storia del nostro primo adulterio.

Roberto                         - E gli altri?

Yvonne                         - Agli altri non ho partecipato. Io ebbi parte solo nel primo, i rimanenti saranno stati probabilmente tutti eguali... Alla fine si prende congedo... arrivederci... buona fortuna... Era tanto bello... Mi hai fatto felice... Ti amo... e non ti dimenticherò mai...

Roberto                         - Chi dice questo, la donna o l'uomo?

Yvonne                         - Tutti e due.

Roberto                         - Ma solo la donna lo mantiene. Que­sta é la legge dell'amore. L'uomo dimentica. La donna vive nel ricordo.

Roberto                         - Mai... mai più troverò una donna così fedele, così sincera, così pura come lo sei tu...

Yvonne                         - (con un po' di tristezza) Meriti per addio soltanto un bacio... ma sulla fronte, però, (lo bacia sulla tempia sinistra)- (Poi, con slancio) Bacio l'uno e bacio anche l'altro.

Roberto                         - Quale altro? (bussano alla porta di sinistra)

Marcello                        - (entrando) Dunque, signora... vi siete riconciliati?

Yvonne                         - Ci siamo rappacificati e ci lasciamo in pace.

Marcello                        - Anche questo é già qualche cosa. Almeno l'incontro ha avuto uno scopo! Dal momento che il divorzio é di comune accordo stabilito, le formalità verranno rapidamente espletate, (suona un campanello) Ora bi­sogna soltanto sottoscrivere la procura...

Schultzer                       - (entrando) L'avvocato desidera?

Marcello                        - Avete redatto l'atto di separa­zione?

Schutzer                        - Eccolo, (porge il documento)

Marcello                        - Volete firmare, signora?

Yvonne                         - (firmando) Ecco fatto.

Marcello                        - Mi congratulo. Il signor Schutzer sarà tanto gentile di firmare come testimo­nio

Schutzer                        - Ma s'immagini! (firma)

Marcello                        - Come secondo testimonio, mi chia­mi il signor Keleman.

Schutzer                        - Il signor Keleman é già andato via... (esce)

Marcello                        - Beh! per questa piccola formalità la cosa non andrà a monte! (va alla porta di sinistra chiamando) Paolo, vieni un momento, per favore...

Voce di Paolo               - (dalla stanza di sinistra) Che desideri?

Marcello                        - Vieni. Devi firmare qualche cosa.

Paolo                             - (di dentro) Una cambiale?

Marcello                        - Un atto di divorzio.

Paolo                             - (di dentro) Questo sì! (entra)

Yvonne                         - (scorgendo Paolo) Ah!

Marcello                        - Non vi sentite bene, signora?

Roberto                         - Che hai, Yvonne?

 Yvonne                        - (dominandosi) Nulla... nulla... Sola­mente l'emozione del divorzio...

Marcello                        - Accade così... ma ci si abitua presto... Permettete, signora, che vi presenti il mio amico?

Paolo                             - Signora... Paolo Letmanyi...

Yvonne                         - Co... co...sa?

Paolo                             - (tranquillamente) Paolo Letmany. (Yvonne lo fissa sconcertata) Oh!... ma... signora...

Yvonne                         - (spaventata) Ebbene?...

Paolo                             - Signora... vi ho già vista in qualche luogo...

Yvonne                         - (rapida)  E' impossibile.

Paolo                             - (senza nulla supporre e con disinvoltura) Signora, é notò ch'io possiedo una cattiva memoria, ma quando affermò. « Signora, vi ho già vista in qualche luogo... » (deciso) Par­don! Ho dimenticato presentarmi al vostro ex-marito: Paolo Letmany!

Roberto                         - Meszleny!

Paolo                             - Vi dirò di più: anche vostro marito, l'ho già visto in qualche luogo...

Marcello                        - E' possibile.

Paolo                             - Non é solo possibile: é certo. Sapete, signora... (improvvisamente) Adesso so per­fino dove ci siamo incontrati...

Yvonne                         - (interrompendolo fulmineamente) All'Hotel Riz...

Paolo                             - Ma per carità!...

Yvonne                         - All'Astoria?...

Paolo                             - Nemmeno per sogno...

Yvonne                         - A Gerbesud?

Paolo                             - Nemmeno...

Yvonne                         - A Dehmany?...

Paolo                             - Niente affatto...

Yvonne                         - All'Opera?...

Paolo                             - Vi sbagliate!...

Yvonne                         - (esausta) E allora, dove?...

Paolo                             - Io non comprendo perché la signora voglia proprio indovinarlo. Glielo dirò subito io, con esattezza...

Yvonne                         - (presso a svenire) Con esattezza...

Paolo                             - (gaio) Sì! Nella Metropolitana. Fra Piazza Gizella e il ponte.

Yvonne                         - E' possibilissimo... (sollevata) E' fa­cile che nella Metropolitana ci si sia già in­contrati.;.

Paolo                             - Non solo é possibile, ma anzi é certo. Oggi nel pomeriggio, fra le 4 e le 5.

Yvonne                         - Prima che venissi qui...

Paolo                             -   Perdonatemi, signora, ma non posso fare a meno di dirvelo: voi possedete dei tratti così caratteristicamente belli, che quando si sono visti anche una sola volta, non si pos­sono dimenticare più...

Yvonne                         - Siete molto gentile...

Marcello                        - Paolo, per favore, adesso. sottoscrivi la procura di divorzio.

Paolo                             - Ma sì, subito... (mentre sottoscrive, rivolto a Yvonne) Non vi sembra, signora, che la vita sia davvero comica? Se un'ora fa, quando v'incontrai per la prima volta nella ferrovia sotterranea, qualcuno mi avesse det­to (ridendo) che fra centomila uomini sarei stato prescelto proprio io come testimonio al vostro divorzio, gli avrei riso in faccia...

Yvonne                         - Caro Roberto...

Roberto                         - Che cosa cara?

Yvonne                         - Permettetemi di allontanarmi da sola.

Roberto                         - Anche questo... se lo desideri. Addio!

Yvonne                         - Addio!

Roberto                         - Ora che abbiamo definito la que­stione morale, io vorrei, avvocato, parlare di quella materiale.

Marcello                        - Col più grande piacere. Questo lo potrete definire senz'altro in istudio...

Roberto                         - Come volete... (a Paolo) Buona sera, signore, (entrambi, con Schutzer, entrano nello studio)

(Yvonne titubante, pronta per uscire, eviden­temente in attesa che Paolo si avvicini).

Paolo                             - Signora, io mi sento altamente felice... oltremodo felice di aver fatto la conoscenza di una così bella creatura... e specialmente nel momento in cui essa divorzia...

Yvonne                         - E credete che questo per voi rappre­senti un vantaggio?

Paolo                             - Questo non lo so ancora, ma lo spero. Sperare si può sempre. La vita mi ha inse­gnato parecchio...

Yvonne                         - Solamente la vita?...

Paolo                             - E' vero, anche le donne... Una donna, una volta mi rivelò che tutto si può ottenere se si sa afferrare il momento giusto...

Yvonne                         - Chi era questa donna?

Paolo                             - Sfortunatamente non me ne rammento più. Ricordo soltanto che possedeva un ca­gnolino giapponese...

Yvonne                         - (sconcertata) Un cagnolino giappo­nese...

Paolo                             - di quello me ne ricordo unicamente perché la signora gli impartiva proprio questi insegnamenti...

Yvonne                         - Probabilmente, ad essa, gli uomini non sembravano intelligenti abbastanza...

 

Paolo                             - E' possibile, ma l'importante é che io mi sia fissato la teoria del momento giusto. Esiste un momento più favorevole di quello del divorzio? Quando il divorzio é imminente, é necessario che il successore si annunci. Ed é per questo, signora (sull'attenti e gentilissimo) che mi presento...

Yvonne                         - (sprezzante) Vi presentate così im­palmato come un ufficiale... (aspra) come un ufficiale scozzese.

Paolo                             - (incantato) Quale acume! Dovreste sapere che io viaggio spesso in Iscozia! Mia sorella viene educata in un collegio scozzese.  Se non l'avreste a male, vi confesserò una piccola furfanteria. All'estero... in certe situazioni... uso farmi passare per scozzese...

Yvonne                         - (seccata)     - E questa voi la chiamate una piccola furfanteria?

Paolo                             - Chi danneggia?

Yvonne                         - (con ira trattenuta) Avete ragione!... Chi danneggia?... Ma credete dunque di riu­scire con questo ad imporvi a qualcuno?

Paolo                             - Alle donne, sempre. Non ho ancora incontrata una donna sulla quale ciò non ab­bia fatto effetto. A quanto sembra, gli scoz­zesi sono molto in auge presso le europee...

Yvonne                         - E' una fortuna che non abbiate an­cora incontrata una donna della mia tempra...

Paolo                             - Ma già, voi!... Naturalmente, voi siete un'eccezione... Chi oserebbe usare uno stratagemma così antico, con una signora in­telligente e superiore come voi? Signora, per­donate l'espressione... ma voi non ci ca­dreste...

Yvonne                         - (scattando fra se) Furfante!

Paolo                             - Avete detto?

Yvonne                         - Nulla,  (tamburella con rabbia re­pressa sul bracciuolo della poltrona)

Paolo                             - Perdonate... non comprendo... tam­burellate?...

Yvonne                         - (scatta in piedi, con gli occhi fiammeg­gianti) Sì!... La Marcia Nazionale Scoz­zese!... Presuntuoso che non siete altro! Gli uomini non meritano che le donne si conce­dano sia pure un solo istante a loro. Voi non meritate nemmeno un sorriso, nemmeno uno sguardo... non la minima confidenza... Degli altri, poi, nemmeno a parlarne...

Paolo                             - Ah! adesso comprendo!...

Yvonne                         - Che cosa comprendete?

Paolo                             - La signora non odia gli uomini in ge­nerale, ma uno solo.

Yvonne                         - Questo é inaudito!

Paolo                             - Un uomo che si é mostrato indegno di voi. Siate dunque sincera, siete stata tra­dita?

Yvonne                         - Per questo ho chiesto il divorzio.

Paolo                             - Voi sapete benissimo che io non vo­levo alludere a vostro marito... Si può trat­tare di un altro...

Yvonne                         - (irata) Vi proibisco di...

Paolo                             - Perché vi irritate tanto?... Da questo mi accorgo che sono sulla giusta traccia... siate dunque sincera verso di me. Vi fu egli infe­dele?... Vi mentì?... non fu galante con voi?... Vi ha dimenticata?...

Yvonne                         - Dimenticata?

Paolo                             - Sì... (tristemente) vi sono uomini ca­paci anche di questo.

Yvonne                         - (indignata) Cosa? Voi osate sup­porre ch'io sia una donna che si può senza altro dimenticare?

Paolo                             - Dimenticare? Sarebbe impossibile! Di questo ne sono il miglior testimonio.

Yvonne                         - Voi?

Paolo                             - Vi ho veduta una sola volta nella fer­rovia sotterranea, eppure vi ho subito ricono­sciuta. Se poi qualche cosa fosse intercorsa fra noi...

Yvonne                         - Che cosa osate dire?!...

Paolo                             - Perdonate questa supposizione, se vi ha offeso. Io volevo semplicemente alludere,signora, che voi appartenete a quella categoria di donne il cui viso, il sorriso, lo sguardo, rimangono impressi per tutta la vita nel cuore degli uomini.

Yvonne                         - Sentite grazie per la buona opinione che avete di me...

Paolo                             - Non siate ironica, signora! Mi sem­bra che voi non valutiate che complimento é questo. La maggior parte delle donne che incontriamo nella nostra vita sono - e debbo purtroppo dirvelo - solamente buone a roccorciarci alcune ore noiose. E coteste sono, come io mi esprimo: donne che si liquidano fra due treni...

Yvonne                         - Ve ne sono anche di queste?

Paolo                             - Altro, se ve ne sono! In ogni vettura restaurant, in Ogni sala d'aspetto, in ogni al­bergo, improvvisamente esse sorgono sulla so­glia, in abito da viaggio grigio, con la veletta gettata all'indietro, la valigia verniciata di nero... Ordinano alla cameriera un bagno tiepido... e dopo un'ora sono le vostre amanti. Il giorno dopo non si pensa più nemmeno se esse siano nel mondo...

Yvonne                         - E' orribile!...

Paolo                             - Vi sbagliate. Se sapeste come é fatta oggi, la vita amorosa di un giovane. Una enorme quantità di avventure... ma senza una scintilla d'amore...

Yvonne                         - Amore?...

Paolo                             - Mai, questo sentimento! E quando finalmente si giunge al traguardo... quando finalmente s'incontra la prima donna... la prima che ci insegna il vero amore... (con un gesto largo) dev'éssere cosa più bella dello spettacolo dei fari arrivando a Versailles....

Yvonne                         - (dolcemente) Sembra che la coscien­za, in voi, non sia morta del tutto.

Paolo                             - Al contrario. Io comincio a svegliarmi soltanto ora. Signora, non abbiatevene a male, ma non ho affatto l'impressione che ci si conosca soltanto da un quarto d'ora.

Yvonne                         - Strano, ho anch'io la stessa impres­sione...

Paolo                             - Voi siete la donna che forse avrà nella vita mia un'influenza decisiva...

Yvonne                         - Eh, eh...

Paolo                             - Per mia disgrazia, in vita mia, non ho mai incontrato prima d'oggi una signora come voi....

Yvonne                         - Eppure forse una volta ne avrete incontrata una...

Paolo                             - Sfortunatamente mai. Voi siete la prima.

Yvonne                         - Credetemi, avete delle presunzioni.

Paolo                             - Voi non mi conoscete!

Yvonne                         - Ne siete sicuro?

Paolo                             - Del tutto. Ma se voleste imparare a conoscermi...

Yvonne                         - Nulla di più facile, mostratemi la palma della mano...

Paolo                             - La mano?

Yvonne                         - Sì, lì c'é segnata tutta la vita di un uomo. Non ci credete?

Paolo                             - Voi ci credete?

Yvonne                         - Sì.

Paolo                             - Allora ci credo anch'io, (mostran­dole il palmo della mano) Prego...

Yvonne                         - Guasto, ma non cattivo!... La vita vi ha troppo accarezzato, e per questo vi ha reso egoista...

Paolo                             - In parte può essere vero...

Yvonne                         - La linea dell'amore é lunga, voi amerete dunque lungamente...

Paolo                             - Giustissimo... vi amerò lungamente, anzi, eternamente...

Yvonne                         - Ma la linea dell'amore é attraver­sata da un'enormità di solchi... essa dunque ha molte avventure...

Paolo                             - Alcune...

Yvonne                         - (contando) Una, due, tre, quattro...

Paolo                             - Se continuate a contare, possiamo an­che sederci, (siede vicino a lei, sul braccio della poltrona).

Yvonne                         - Non abbiate timore, smetto subito... Ma guardate... qua c'é un'avventura del tutto diversa dalle altre...

Paolo                             - Da che cosa lo deducete?

Yvonne                         - Questo solco continua... (con calo­re) e va verso la linea della vita.

Paolo                             - Adesso la cosa comincia a interes­sarmi...

Yvonne                         - (con sincerità) Anche a me!... La­sciate che guardi ancora... Voi avete un'av­ventura presso il Mar Mediterraneo...

Paolo                             - (un po' diffidente) E tutto questo lo leggete nella mia mano?

Yvonne                         - Certamente. Osservate questa linea (indica nella mano) Qui é l'Italia... qui é il Golfo di Genova... qui Sanremo... qui Men­tane... e qui?...

Paolo                             - Qui?...

(ci-

Yvonne                         - (fremente) Qui é Montecarlo (alzandosi) Qui avreste un'avventura...

Paolo                             - Di sicuro?

Yvonne                         - Sicurissimo. Qui s'incontrano le li­nee dell'amore e della vita...

Paolo                             - (rovistando nel passato) Montecarlo... sì, sì... Montecarlo... davvero... nella «Gabbia d'Oro »...

Yvonne                         - (sussurrando) La Gabbia...

Paolo                             - Dunque, là io ebbi l'avventura che pe­serà sul mio destino? Un momento... adesso mi sovvengo...

Yvonne                         - (rapida) Ve ne rammentate?

Paolo                             - Una meridionale... lasciatemi pen­sare... Una spagnuola... od una corsa...

Yvonne                         - (impazientita) Mostratemi la mano! (osserva) Una francése meridionale... Questa fossetta é la E tutto ciò é scritto Ma non lo vedete,

Paolo                             - Davvero? Da che cosa lo deducete?

Yvonne                         - (indicando) Francia meridionale...

Paolo                             - Meraviglioso!... nella mia mano?...

Yvonne                         - (un po' piccata) voi?...

Paolo                             - Ma certo, certo!... Adesso me ne ri­cordo bene... quella piccola francese! Sì, mi ricordo anche che...

 Yvonne                        - (agitata) Ebbene, ebbene?...

Paolo                             - Mi ricordo che risi tanto di cuore per questa piccola francese...

Yvonne                         - (scattando) Avete riso?

Paolo                             - E' comica davvero, sentite! Farà parte delle mie memorie...

Yvonne                         - Raccontate dunque...

Paolo                             - (ridendo) Ah! é straordinario... (ridendo ancora di più) Immaginatevi... era una donna che aveva paura...

Yvonne                         - Di chi?

Paolo                             - Voi non lo indovinate...

Yvonne                         - Di suo marito?

Paolo                             - Ma no... dell'orso polare... dell'orso polare!...

Yvonne                         - (ha un respiro affannoso) L'orso... l'or­so... (scattando indignata) E' inaudito!

Paolo                             - Come?

Yvonne                         - E non sapete altro di questa donna?

Paolo                             - No, nulla degno di rilievo.

Yvonne                         - Peccato! sarebbe stato tanto inte­ressante... Quando c'incontreremo di nuovo, prossimamente, nella ferrovia sotterranea, può darsi che vi salterà forse in mente... (Va alla porta di fondo e l'apre con veemenza) Roberto! Signor avvocato!...

Roberto                         - (accorre) Yvonne! Mi avete chia­mato?

Marcello                        - (lo segue) Signora!

Yvonne                         - Io non divorzio più da mio marito.

Marcello                        - Pardon...

Roberto                         - Davvero!??... Ah! sublime, dolce creatura!

Yvonne                         - E questo si deve a questo signore!

(Paolo é sbalordito).

Roberto                         - (contentissimo, verso Paolo) Io vi rin­grazio! Voi mi avete restituita mia moglie! Ve ne sono oltremodo grato! la nostra casa vi sarà sempre aperta... in ogni momento.

Yvonne                         - E soprattutto per la curiosità che mi spinge a conoscere la continuazione della vostra storia. (Uscendo a braccio del marito) Buona sera, signori! (Rivolta a Paolo) Sa­lutatemi l'orso polare! (escono in fretta).

Paolo                             - Maledetto orso polare: é la seconda volta, con due donne diverse che mi rovina tutto!

Fine del secondo tempo

ATTO TERZO

 Camera di Yvonne, intima e graziosa. Tre porte. Quella di fondo conduce nell'anticamera; quella di destra nell'appartamento; quella di sinistra, piccola, mascherata dalla tappezzeria, immette nel guardaroba. Largo divano con so­pra un orso polare. Questa volta l'orso non dà nell'occhio come nel primo atto. Nel mezzo, un piccolo tavolo.

(Quando si alza il sipario, Yvonne é sdraiata sul divano a leggere; preme il bottone di un" campanello e Elena, la giovane e graziosa ca­meriera, entra dal fondo).

Elena                             - (entrando) Comandi, signora.

Yvonne                         - Preparatemi la toilette verde...

Elena                             -  Bene, signora. Scusi, signora... se permette...

Yvonne                         - Volete uscire?

Elena                             -  No... Quel tal signore...

Yvonne                         - (con serietà) Ebbene?

 

Elena                             -  Ha di nuovo mandato una lettera... già la diciassettesima...

Yvonne                         - Ma se vi ho vietato...

Elena                             -  Egli mi ha obbligato.

Yvonne                         - Gettate subito la lettera nel fuoco.

Elena                             -  Non ho l'animo di farlo, signora. E’ un giovane così simpatico! Il poveretto soffre tanto ed ha un così buon cuore! Da quando adora la signora, mi ha comperato tre paia di calze di seta. Quando io ero corteggiata, non potevo permettermi il lusso di tre paia di calze di seta!

Yvonne                         - Ma questa é graziosa! Amano me e mantengono voi!

Elena                             -  Adesso potrei anche avere un abito...

Yvonne                         - E in cambio, cosa dovreste fare?

Elena                             -  Nulla di speciale   - solamente dovrei versare su questo fazzoletto alcune gocce del suo profumo...

Yvonne                         - Inaudito!... Date qui! (strappa dalle mani di Elena il fazzoletto).

Elena                             -  La prego di perdonarmi! Ho com­messo qualche cosa di scorretto?

Yvonne                         - (legge il monogramma) P. L.

Elena                             -  P. L. Il suo nome di battesimo é Paolo.

Yvonne                         - Vi fa la corte?

Elena                             -  Mi guarda sempre con rispetto di­cendomi: « Voi, Elena... voi potete entrare in qualsiasi momento nella stanza della signora..

Yvonne                         - Sentite, Elena! Io vi proibisco...

Elena                             -  Oh, signora! Spero che non vorrà farmi perdere il vestito proprio ora che viene primavera. Io vorrei anche piacere...

Yvonne                         - (ridendo) Piacere... (con idea im­provvisa) Allora, Elena, va bene, prendete. Ecco, per il vostro abito di primavera... (le porge il fazzoletto).

Elena                             -  (contenta) Signora! Grazie...

Yvonne                         - Aspettate! E la lettera?..;

Elena                             -  Avete ragione... la lettera... (porge la lettera ed esce per la porta di fondo).

Yvonne                         - (é agitata. Apre la lettera in fretta e legge sottovoce. Qualche parola si ode di tanto in tanto) Signora... non posso sop­portare oltre... i giorni e le notti... non vo­glio null'altro... che inginocchiarmi ai vostri piedi... e guardavi... guardarvi... (nasconde la lettera in seno e ripete ridendo) Ai vostri piedi... guardarvi... guardarvi... (si ode an­naspare a sinistra) Che c'é Lulù? Vuoi entrare?           - (apre la porta e solleva il cagnolino) Addio, Lulù, che ne dici?... vuoi darmi un consiglio?... Tu vedi che non é un cattivo ra­gazzo... ha già espiato abbastanza per la sua amnesia... Voglio scommettere con te, Lulù, che non mi dimenticherà più... (suona il cam­panello) Elena!

Elena                             - (dal fondo) Signora...

Yvonne                         - Mentre io sono all'« Opera », farete un bagno a Lulù. Ma fate attenzione che l'ac­qua sia tiepida.

Elena                             - (prende il cane) Non dubiti, signo­ra. Un bagno d'acqua tiepida, come al solito.

Yvonne                         - Come al solito...

Elena                             - (circospetta) E al signor Paolo, posso dire che la signora si é recata all'«Opera?»...

Yvonne                         - Ma Elena!...

Elena                             -  Perché... vede, signora... col mio abi­to starebbe bene anche un cappellino nuovo...

Yvonne                         - Inaudito! Adesso basta.

Elena                             -  Bene, signora... (esce dal fondo).

                                      - (Roberto entra da destra, in abito sportivo, pantaloni fermati al ginocchio).

Roberto                         - Posso baciarti la mano, mia cara?

Yvonne                         - Già di ritorno?

Roberto                         - Come vedi, sono perfino pronto per la partenza... per questa benedetta faccenda della, frontiera doganale, debbo recarmi a Vienna per la terza volta...

Yvonne                         - (un po' sprezzante) Poverino!....

Roberto                         - Ma domani sera sarò di nuovo presso di te, presso la mia buona, cara e indulgente mogliettina che durante la mia assenza sarà senza dubbio molto triste... Perché ti sei fatta così bella?

Yvonne                         - Vado all'Opera.

Roberto                         - All'Opera? Cosa danno?

Yvonne                         - Il « Fledermaus »...

Roberto                         - (estasiato) Il « Fledermaus »... « Fe­lice é colui che dimentica l'irrimediabile... ».

Yvonne                         - Come sei di buon umore, oggi!

Roberto                         - Oh! adesso sono sempre di buon umore... sono felice di non averti perduta... Proprio così... Immagina chi ho incontrato, or ora, proprio dinanzi alla nostra casa!...

Yvonne                         - Chi hai incontrato?...

Roberto                         - Quel simpatico giovane...

Yvonne                         - Quale giovane?

Roberto                         - Quello che... ma come si chiama?... Ah! Paolo...

Yvonne                         - Paolo?

Roberto                         - Sì, sì, quello che ti persuase che le avventure non significano nulla..

Yvonne                         - Egli mi persuase?

Roberto                         - A lui hai creduto, mentre a me non avevi voluto credere.

Yvonne                         - Eh già me lo spiego anche più chiaramente...

Roberto                         - Non importa. L'essenziale é che noi siamo di nuovo insieme, e questo lo devo a lui...

Yvonne                         - Molte cose, devi a lui...

Roberto                         - Appunto per questo l'ho invitato.

Yvonne                         - L'hai invitato?

Roberto                         - Sì. Forse non ti aggrada?

Yvonne                         - Per questa sera?...

Roberto                         - Ma cosa pensi! Gli ho detto che questa sera partivo per Vienna...

Yvonne                         - Lui sa dunque che stasera sarò sola...

Roberto                         - Certo che lo sa... Peccato che non l’abbia condotto qui... avrebbe potuto accom­pagnarti all'Opera.

Yvonne                         - Davvero... avrebbe potuto accompa­gnarmi...

Roberto                         - Tanto più che é un giovane così distinto e così buono, che gli si può affidare tranquillamente la propria moglie. Ti confesso sinceramente che adesso sono un po' in pensiero per te.

Yvonne                         - Per me? perché?

Roberto                         - Perché tu sei innamorata, mia cara!

Yvonne                         - Cosa ti viene in mente....

Roberto                         - Non negarlo, piccola mia! Da quando sei tornata a me, ti sei cambiata comple­tamente!

Yvonne                         - Come sono diventata?...

Roberto                         - Non deridermi... ma sovente ho quasi l'illusione che tu sia tornata fanciulla... mi sfuggi timidamente... la sera ti rinchiudi nella tua stanza. Quanta sublime, commovente castità di fanciulla, vi é in tutto questo!...

Yvonne                         - E da questo tu deduci che?...

Roberto                         - E' così delicato, tutto ciò da parte  tua! Vuoi allontanarmi da te fino a quando le ferite che ho inflitto alla tua anima, non siano del tutto cicatrizzate... Non cercare di nascondermelo! Nei tuoi occhi brilla l'attesa della sposa... Se tu vuoi, ti preparerò ora una gradita sorpresa... Non partirò per Vienna... resterò con te...

!

Yvonne                         - No, Roberto... Questo non lo puoi pretendere... Tu non devi trascurare i tuoi doveri... Non me lo potrei mai perdonare... E  poi, ho bisogno di solitudine... per preparar­mi al tuo ritorno...!

Roberto                         - Hai ragione, mia cara... Soltanto ora comprendo la finezza del tuo animo, pieno di infinite sfumature... Allora me ne vado, e sarò tanto più felice quando tornerò...

Yvonne                         - Addio e buon viaggio...

Roberto                         - Pensa a me... e quando la nostalgia si farà più acuta, leggi quella bella e calda lettera d'amore...:

Yvonne                         - (spaventata) Quale lettera d'amore?

Roberto                         - Quella che ti scrissi da Londra... quando eravamo fidanzati... In essa c'é pas­sione, slancio, poesia...

Yvonne                         - (mette la mano al seno, dove ha riposto la lettera di Paolo) La leggerò ancora una volta, ma prima ci verserò sopra una goccia di profumo.;

Roberto                         - Perché?

Yvonne                         - Queste vecchie lettere d'amore so­vente odorano di muffa...

Roberto                         - Però i sentimenti rimangono sempre freschi. Mi dai un bacio?

Yvonne                         - No... Forse vorresti tentare di nuovo con la tua propria moglie? Buon viaggio!

Roberto                         - Arrivederci, Yvonne!... (Yvonne via da sinistra. Roberto si guarda intorno circospetto; si avvicina al telefono e parla con voce smorzata, affinché la sua conversazione non venga udita) Pronto?... Centrale?... 14-5-27. Sì, pronto!. Se é nervosa, vada in una casa di salute... Le ho detto 14-5-27!... Ah! Final­mente!... Sei tu, Demetrio?... Roberto... Eh, non posso parlar più forte, mia moglie é nella camera vicina... Sì, le ho detto che parto per Vienna... indosserò lo smoking da te... Sì... ordina al barbiere del club che venga da te... Aspetta, un'altra cosa... io non oso chiamare Baby da qua... telefona tu e dille che ci tro­viamo, da te alle 10,30... no, no, devi venire anche tu. Oggi ho intenzione di romperla defi­nitivamente... sì... un nuovo amore... una nuova donna... L'ho conosciuta appena oggi... chi?... mia moglie stessa!... Salve!... (attac­ca il ricevitore e suona il campanello. Entra Elena).

Roberto                         - Elena, portate giù la mia valigia... fate presto (esce dal fondo seguito da Elena.

La scena rimane per un istante vuota. Yvonne entra non ancora completamente vestita).

Yvonne                         - (suona al telefono) Pronto? Siete voi, Demetrio?.., Volevate giusto chiamar­mi?... come?... se qui c'é Baby... (copre con la mano il portavoce) C'é un contatto, si crede ch'io sia una certa Baby... (parla anco­ra nel portavoce)... No: riconoscete la mia voce?... Che dite?... Roberto é da voi... in smoking?... ceniamo insieme?... Certo, cer­to... verrò... verrò subito... Arrivederci... (At­tacca bruscamente il ricevitore) Questo é il colmo!... Mi tradisce, e, peggio ancora. Però la mia domanda di divorzio é inoltrata questa volta, definitivamente.

Elena                             - (entrando dal fondo) Comandi, si­gnora...

Yvonne                         - Dite, Elena, avete consegnato il faz­zoletto?

Elena                             -  Il fazzoletto profumato? Sì...

Yvonne                         - (dopo una piccola pausa) E?...

Elena                             - (vergognandosi ) In cambio avrò il ve­stito...

Yvonne                         - Dite un po', Elena... se una volta volessi parlare con quel signore... come po­trei fare?...

Elena                             - Oh! potete farlo subito; é qui!

Yvonne                         - (furente) E' qui! Ma dove?

Elena                             - (impaurita) Fuori... nella camera della servitù...

Yvonne                         - Cosa?!...

Elena                             -  Oh! signora, per carità, non mi sgri­di!... Quando ho portato la valigia del signore fino all'automobile, il signor Paolo mi ha sorpresa...

Yvonne                         - Ah, ah! Per voi, egli é già: « Il si­gnor Paolo »?!...

Elena                             -  E mi ha promesso un completo cor­redo da sposa, se riuscivo a nasconderlo in casa...

Yvonne                         - Magnifico! Dunque, voi, qui vi rifor­nite; al completo!...

Elena                             -  Mi ha giurato di non avere alcuna cat­tiva intenzione: voleva soltanto - mentre la signora si trovava all'Opera - entrare nella stanza in cui lei vive.

Yvonne                         - Ma io non sono mica all'Opera...

Elena                             -  Per l'appunto! La signora non é an­data a teatro, ed ora...

Yvonne                         - ... ed ora avete fatto accomodare il signore nella stanza della servitù?!...

Elena                             - (col massimo imbarazzo) Sì... posso farlo entrare qui?...

Yvonne                         - (rimane un istante silenziosa, poi, con cordialità) Sì, Elena... potete farlo entrare. (Elena, raggiante, via dal fondo).   

(Yvonne va verso la ribalta, con agitazione trattenuta).

Paolo                             - (entrando precipitosamente) Signora... Yvonne... Finalmente posso vedervi?... Non siete in collera con me?...

Yvonne                         - Perché dovrei essere in collera con voi?

Paolo                             - Grazie, grazie... Signora!... Da quanti giorni, giro intorno alla vostra casa nella spe­ranza di vedervi... magari un solo istante... senza che voi neppure lo immaginaste... Un'ora fa ho incontrato vostro marito e ho saputo che partiva per Vienna... Quando l'ho visto lasciare la casa, ho perso la testa... Ed ora sono qui!... Scacciatemi, disprezzatemi... o amatemi...

Yvonne                         - Ma avete addirittura perduto il senno?

Paolo                             - Non c'é istante in cui io non pensi a voi, signora. Lo crediate o no. Stamane, alle quattro, ero già sotto le vostre finestre...

Yvonne                         - Ma... ma...

Paolo                             - Domandatelo al lattaio, se non mi cre­dete.

Yvonne                         - Al lattaio?

Paolo                             - Alle cinque viene il fumista col lat­taio... Io li ho seguiti con lo sguardo fin che sono entrati in casa vostra, signora... Il mio cuore sembrava che volesse spezzarsi... Mai, in vita mia, ho invidiato tanto un fumista..

Yvonne                         - (commossa) Che pazzo!...

 

Paolo                             - Ma questo e nulla... Ho baciato il vostro biglietto da visita...

Yvonne                         - Sul quale c'era anche il nome di mio marito...

Paolo                             - Ma c'é anche il vostro; ho baciata dalla vostra parte. Io adoro questo nome...adoro tutto ciò che vi appartiene... Da me, la sera, si apparecchia sempre per due.

Yvonne                         - Questo non lo credo!

Paolo                             - Ve lo giuro! per due persone... benché io sia sempre solo... Sulla tavola ci sono sempre due coperti... e due bicchieri da champagne...

Yvonne                         - Bicchieri da champagne?

Paolo                             - Uno per voi ed uno per me... e poi brindo...

Yvonne                         - Vedete, il pensiero é così grazioso, che vorrei realizzarlo... (suona un campanello).

Paolo                             - Perché chiamate?

Yvonne                         - Voglio che oggi brindiate veramente con me...

Elena                             - (entrando) La signora desidera?

Yvonne                         - C'é dello champagne, in casa?

Elena                             -  Sissignora...

Yvonne                         - Portatene una bottiglia...

Elena                             -  Subito, (esce dal fondo).

Paolo                             - Questa é realtà!... Non sogno?...

Yvonne                         - Che ci trovate di strano?... Ho sete!

Paolo                             - Anch'io!...

Yvonne                         - Soltanto una volta, in vita mia, ho avuto tanta sete di champagne come oggi..,

Paolo                             - Quando?

Yvonne                         - (con indifferenza) Quando tradii mio marito...

Paolo                             - No! No! Questo non é possibile!

Yvonne                         - Ma sì! Se vi dico di sì!...

Paolo                             - (disperato) Ma ciò é... é orribile...Dite che non é vero... dite che avete sete.

Elena                             - (entrando) Ecco lo champagne, Signora.

Yvonne                         - Posatelo sulla tavola.

(Elena eseguisce ed esce dal fondo).

Paolo                             - (agitatissimo) Vi prego, vi supplico dite la verità...

Yvonne                         - Ora voglio bere. Siete capace di aprire questa bottiglia?

Paolo                             - Non ho mai fatto altro in vita mia.

Yvonne                         - Allora versate...

Paolo                             - Ma signora...

Yvonne                         - Versate...

Paolo                             - Ai vostri ordini... (mesce)

Yvonne                         - Io brindo al caso...

Paolo                             - Al caso... (brindano)

Yvonne                         - Squisito, questo champagne... An­cora un bicchiere...

Paolo                             - Io non bevo più...

Yvonne                         - E se vi pregassi?...

Paolo                             - (scoraggiato) Avete ragione. Beviamo un bicchiere...

Yvonne                         - Un bicchiere...

Paolo                             - (con impeto e con scherno malinconico) Alla salute del vostro primo amante.

Yvonne                         - Benissimo! Alla salute del mio primo amante! (bevono)

Paolo                             - (getta con rabbia il bicchiere a terra) Ed ora ho l'onore di congedarmi, signora!

Yvonne                         - Siete impazzito?

Paolo                             - (con passione) Vi stupisce, forse? Ora che la mia felicità ha ricevuto questo schiaf­fo... un simile schiaffo!...

Yvonne                         - Che voi certo meritavate...

Paolo                             - Lo avete amato?

Yvonne                         - (guardandolo dall'alto in basso) Con quale diritto mi domandate questo?

Paolo                             - Col diritto del fidanzato...

Yvonne                         - Del fidanzato?...

Paolo                             - Sì! Credete forse, signora, che io mi sia atteso da voi un'avventura?

Yvonne                         - (lieta) Ebbene, che volete?

Paolo                             - Io volevo farvi divorziare da vostro marito... volevo sposarvi! Se avessi cercata un'avventura, sareste stata mia già da un pezzo... fin dalle prime ore della nostra co­noscenza... Ma non bisogna mai innamorarsi seriamente... Domani siederò di nuovo in fer­rovia...

Yvonne                         - Partite?

Paolo                             - Ricomincio daccapo, (amaramente) Camera d'Hotel... Signore che viaggiano sole... amore fra due treni... la locomotiva fischia... e finis. Io mi congedo, signora.

Yvonne                         - Ma aspettate ancora un po'!

Paolo                             - Lo desiderate?

Yvonne                         - Non vi vergognate?

Paolo                             - Perché dovrei vergognarmi?

Yvonne                         - Non capite che era mio obbligo farvi questa confessione? Potevo non farvi sapere mai ch'io ho mancato una volta nella vita... ma quando ho compreso l'intensità del vostro amore, non ho potuto tacere... altrimenti vi avrei ingannato...

Paolo                             - (colpito) Avete ragione, signora...

Yvonne                         - Vedete? così son fatte le donne; quelle donne che non sanno nascondere la propria anima. E adesso andate, buon viaggio!

Paolo                             - Mi mandate via?

Yvonne                         - Non volevate partire, cominciare da  capo?... Camera d'albergo... signore che viag­giano sole... Amore fra due treni... la loco­motiva fischia... e finis...

Paolo                             - Ma no, no, nessuna fine!... Mai!...

Yvonne                         - Potete perdonarmi?

Paolo                             - Io sono stupido, un egoista! Mai un v minuto, avrei dovuto dubitare di voi... e poi ci saranno tante circostanze attenuanti, non é vero?...

Yvonne                         - Secondo come si vogliono conside­rare.

Paolo                             - Certo... avete dovuto subire tanti di­spiaceri con vostro marito... e nella vostra disperazione avrete commessa qualche pazzia.

Yvonne                         - Come lo sapete?

Paolo                             - Voi non siete colpevole... no... perché io vi amo... non avete alcuna colpa, perché siete buona... buona... tanto buona...

Yvonne                         - (felice) Dunque, davvero?... Voi po­treste dimenticare la mia avventura?...

Paolo                             - E' già dimenticata...

Yvonne                         - E non mi chiederete nessun'altra spiegazione?

Paolo                             - Mai più. Il vostro passato non mi in­teressa... Io non voglio sapere chi fu quella canaglia... (repentinamente) Chi era?

Yvonne                         - Non lo so...

Paolo                             - Non lo sapete?

Yvonne                         - Egli non mi si presentò...

Paolo                             - Ogni gentiluomo si presenta...

Yvonne                         - Lui lo dimenticò... era un signore originale... uno scozzese...

Paolo                             - Uno scozzese?... Allora ciò avvenne all'estero?...

Yvonne                         - All'estero.

Paolo                             - Dove?

Yvonne                         - In un hotel...

Paolo                             - Ah! ho compreso.

Yvonne                         - Frequentato da signore che viaggiano sole! Amore fra due treni...

Paolo                             - E poi?

Yvonne                         - E poi fischiò la locomotiva... e finis...

Paolo                             - Inaudito! Che canaglia!... Io cono­sco questo genere di uomini... Bisognerebbe ucciderli tutti...

Yvonne                         - (con delicatezza) Questo io non Io permetterei...

Paolo                             - Non meritano alcun riguardo... Non sono nemmeno capaci di apprezzare una donna come voi!...

Yvonne                         - Ne siete certo?

Paolo                             - Ascoltate... Colui che dopo una simile avventura ha potuto abbandonarvi, non me­ritava certo la fortuna di stringervi nelle brac­cia. Se a me fosse capitata una tale felicità, se il destino m'avesse posto sul cammino una donna come voi, credete che l'avrei abbando­nata?... Avrei fatto saltare anche i binari, per non lasciarla partire! L'avrei seguita come un'ombra, per tutto il mondo, finche non fosse stata mia per sempre.

Yvonne                         - Per sempre?... Non dimenticatelo!... Avete calpestato la dama di cuori...

Paolo                             - La dama di cuori?... (riflettendo) La dama di cuori!... Yvonne!...

Yvonne                         - Paolo!

Paolo                             - Ho l'impressione di aver sentito questa frase già una volta... (improvvisamente) Addesso so quando ci siamo veduti la prima volta!

Yvonne                         - (ansiosa) Quando?

Paolo                             - Quattromila anni fa, in Egitto, sotto le Piramidi.

Yvonne                         - Quattromila anni fa? Cioé più di quanto mi aspettavo...

Paolo                             - Mia amata!... (l'abbraccia a lungo, con passione)

Yvonne                         - (sussultando) Oh!

Paolo                             - Che c'é?

Yvonne                         - Terribile!... L'orso polare...

Paolo                             - L'orso polare!... La dama di cuori!... Ma no! no! no! é impossibile. Questa é im­maginazione! demenza       - (sì sente dietro la porta l'annaspare del cagnolino) Che cosa é questo?

Yvonne                         - Lulù fa il bagno, (va alla porta di fondo l'apre e prende in braccio il cagnolino esclamando) Vieni Lulù...

Paolo                             - Lulù... (fuori di se) Signorina Lulù... Lulù, tu, cane indiavolato... Lulù, angelo mio... Lulù... sì... é mai possibile?

Yvonne                         - (ridendo) Possibilissimo, (imitando Paolo) Signora, io appartengo a quegli scoz­zesi di sangue caldo... La signora, invece, alle fredde francesi meridionali!

Paolo                             - Ninette!

Yvonne                         - Giorgio!

Paolo                             - (al colmo della felicità, quasi balbet­tando) Yvonne... Ninette... Bella... cara... Stupido, cretino che non sono altro!... Lascia ch'io baci i tuoi piedini... Anima mia... sogno mio... mio eterno pensiero... Io vorrei schiaffeggiarmi... io vorrei piangere, gioire, ridere... cantare, gridare al mondo intero la mia felicità... (in estasi suprema) Mi sem­bra d'essere il padrone del mondo... perché questa cara, dolce, indimenticabile signora... io l'ho già vista in qualche luogo!...

Roberto                         - (entra improvvisamente) Buona se... (vedendo Paolo) Signore... Voi mi dovete una spiegazione!...

Paolo                             - Sono a vostra disposizione.

Yvonne                         - La spiegazione é cosa mia. (presen­tando) Il mio ex-marito... il mio fidanzato!

Roberto                         - Che vuol dir ciò!?...

Yvonne                         - Due creature si incontrarono un giorno... Una veniva dal Nord, dal paese dei tetri pini... l'altra dal sud, dove le palme bruciano nel sole... Oggi, si son ritrovate... Voi pensavate che questa fosse una pura combinazione... ma nella vita non esistono combinazioni...

Roberto                         - E? Ora cosa farete di me?

Yvonne                         - Voi potete andare da Baby. La do­manda di divorzio é già inoltrata...

Roberto                         - ... Yvonne... Ma tutto questo... come é avvenuto tutto questo?

Yvonne                         - Molto semplicemente. Sopra Monte­carlo c'é un monte... sul monte una piccola villa s'erge... La « Gabbia d'Oro »...

Paolo                             - (felice) La Gabbia d'Oro...

Yvonne                         - (felice) La Gabbia d'Oro...

Roberto                         - (angosciato) La Gabbia d'Oro!... E poi?...

Yvonne                         - E poi nulla. Soltanto molto amore... e una piccola lezione... (al pubblico) s'intende, solo per gli uomini... Miei egregi si­gnori, nel congedarmi, mi permetto di darvi! un buon consiglio: se nella vita incontrerete una signora che vi sembri d'aver già conosciuta, siate prudenti, non dite mai: « Si­gnora, vi ho già vista in qualche luogo! »...

FINE