Simmaco di Capua

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San Simmaco di Capua Vescovo

Simmaco di capua

Storia romanzata del Primo Vescovo di Santa Maria Capua Vetere

in due tempi di

Salvatore Macri

Autore Posizione SIAE 184727 - Codice Opera SIAE 902393A

mail: macrisa@libero.it - anno 2012

VERSIONE IN ITALIANO DEL 7 OTTOBRE 2011

Primo tempo: Personaggi:

     Simmaco, indovino                                          U

     Roberto, discepolo                                           U

     Raffaella, Sebiba Kahina, schiava                      D

     Agata, mercante di profumi                               D

     Giosuè, mercante di frutta                     U

     Silvana, mercante di preziosi                             D

     Viola, giovane figlia di Silvana                           D

     Valerio, patrizio                                      U

     Giacinto, servo di Valerio                        U

     Vittorio, dignitario di Corte                     U

     Marianna, dignitaria di Corte                             D

     Ferdinando IV                                        U

Secondo tempo:   Personaggi (in corsivo quelli del primo tempo):

     Simmaco, Vescovo                                         

     Raffaella, Sebiba Kahina, schiava 

     Roberto, discepolo                                          

     Giosuè, mercante di frutta                              

     Agata, mercante di profumi                   

     Vittorio, gentiluomo                                        

     Marianna, gentildonna                                    

     Ferdinando IV                                                

     Viola, moglie di Nereo                                      D

     Nereo, ex gladiatore                                        U      

     Egisto, sacerdote di Mitra                       U      

     Silvia, prima Sacerdotessa                               D      

     Rosa, seconda Sacerdotessa                            D      

     Letizia, popolana                                             D

Musici e Comparse

Scena                      primo tempo: spazio aperto con sfondo l’Anfiteatro Campano (anche gigantografia); in scena siepi di arbusti verdi e sedili sagomati come rocce.

secondo tempo: spazio antistante la Basilica di S. Maria C. V.

Nota:                       Tra il primo ed il secondo tempo trascorrono circa quindici anni.


Primo tempo - Scena Prima

(Simmaco entra da sinistra, zoppicando, lasciandosi guidare da Roberto)

Simmaco            Ecco, siamo arrivati, finalmente… non vedo... la mia pietra?

Roberto               Eccola, vieni con me… (lo guida) e adesso ti puoi sedere!

Simmaco            (sedendosi) Ahhh! Non c’è ancora nessuno… non si sentono rumori o voci, solo uccelli… ma l’ora è giusta, sento il calore del sole sulla pelle... vedi venire qualcuno di lontano?

Roberto               No, non si vede proprio nessuno…

Simmaco            E noi li aspetteremo! Anzi, perché non vai a prendere un poco d’acqua per il tuo maestro? Ieri era finita …

Roberto               Quasi quasi… ho visto delle more vicino al pozzo… quasi mature…

Simmaco            …e oggi saranno maturate… però non rimanere lì l’intera giornata!

Roberto               No, mentre la bottiglia si riempie... vado e torno! (prende una bottiglia da terra ed esce a sinistra)

Giosuè                (entrando da destra con una sedia, portando un cesto coperto sotto un braccio) Eccoci qua! Speriamo che oggi avremo una buona giornata! (si sistema al centro del palco)

(entrano da sinistra Agata, Silvana, Viola e Raffaella; le prime avranno una borsa a tracolla, Raffaella porta un piccolo tappeto arrotolato tra le braccia ed un nastro ornamentale al collo, con un medaglione)

Raffaella              (posando il tappeto a terra) Giosuè, come dobbiamo dirti che questo è il nostro posto? Perché non te ne vai?

Silvana               Brutto scemo! Non ti vogliamo, qui!

Viola                   Brutto vecchio! Sciò, sciò! (si siede, prende una bambola dalla sua borsa e la mette su un sasso, sistemandola) Ecco qua, anche Mariella farà il suo mercato!

Agata                  Perché non te ne vai a piazza Seplasia, dove c’è il mercato delle verdure?

Giosuè                (facendo spazio) Ma insomma, lasciatemi stare, io voglio vendere qui… e non fate tutta questa confusione davanti a questo sant’uomo!

Simmaco            Ma cosa è questo chiasso? In questa piazza così grossa, non avete spazio?

Raffaella              E’ colpa sua! Prende sempre il nostro posto!

Simmaco            Che fastidio vi dà, uno che vende frutta? Dategli spazio, così chi vuole frutta vedrà anche la vostra merce, e forse comprerà anche da voi… e poi lui è arrivato prima di voi!


Primo tempo - Scena Seconda

(I mercanti si sistemano i loro posti; nel frattempo entrano da destra Vittorio e Marianna, a braccetto)

Vittorio                (a Marianna) Ma quanto è maestoso da questa parte! Il Re lo deve vedere!

Marianna            E’ vero! Sarebbe un peccato se gli sfuggisse questo panorama …

Vittorio                Chi sa quanti bei posti ci sono da queste parti … ehi, vecchio!

Simmaco            Dite per caso a me, signore?

Vittorio                Sì, a te! Ma… perché non ti giri verso di me e non ti alzi, quando parlo, bifolco?

Simmaco            Sì… scusate, è che sono zoppo e non vedo molto bene... mi muovo con difficoltà!

Marianna            Uh, che impressione…

Simmaco            Però non sono sordo. Dite, volete qualcosa?

Vittorio                Beh… ci siamo fatti una passeggiata qui con… certi amici… per vedere l’Anfiteatro… è bello! Ora volevo sapere se ci sono altre cose da vedere in zona… se qualche volta anche tu hai fatto un salto (riceve una gomitata da Marianna) oh, già… o qualche racconto sfizioso … (parla sottovoce) con noi c’è Re Ferdinando… si potrebbe divertire e potrebbe venire di nuovo…

Giosuè                (che ha origliato) E’ una bella cosa … ah, se il Re venisse tutti i giorni!

Marianna            E te pareva! Vittorio, ha parlato a voce troppo alta! Avranno sentito tutti! Vecchio, allora cosa ci puoi dire?

Simmaco            Eh, signora, sapeste quante storie conosco, anche vecchi racconti ormai dimenticati! Sono qui da tanti anni che tutti vengono a parlare con me, chi chiede consiglio, chi vuole rivivere leggende e favole di un tempo, e me le racconta, certe volte recitando! Sapete, l’inverno qui è molto brutto e quando piove o fa tanto freddo ci ripariamo tutti in qualche grande portone qui attorno, si accende il fuoco e mentre aspettiamo gente, tutti vogliono dire la loro…

Agata                  Sì, sì… ogni tanto, mentre aspettiamo, facciamo delle piccole recite... adattandole al momento, con pezzi nuovi improvvisati, dipende da chi c’è! Ce ne sono alcune che facciamo spesso… ad esempio l’Annunciazione, o il presepe vivente …

Marianna            Che bello! E… potreste fare anche adesso qualcosa, per farlo vedere al Re!

Simmaco            Signora… noi siamo qui per vendere, oggi è una bella giornata… la gente verrà!

Silvana               Ci dobbiamo guadagnare la giornata, oggi non piove, non possiamo perdere tempo!

Vittorio                E… se il Re vi facesse invece un bel regalo, per ricompensarvi?

Simmaco            Allora si potrebbe fare! (agli altri) Che ne dite, vi va bene?

Giosuè                Sì, sì, facciamo, è anche meglio!

Raffaella              Tanto non sta venendo neppure gente…!

Silvana               Ed anche quando viene gente, non le dà fastidio che ci siano persone che recitano… anzi, si divertono anche loro!

Viola                   (va davanti a Vittorio protendendo la bambola) Pure Mariella farà la sua parte!

Vittorio                Allora è deciso! Vado a invitare il Re! Marianna, io vado , tu sorveglia che si preparino e venga fuori qualcosa che valga la pena mostrare! (esce di corsa)

Marianna            Ehi, avete sentito bene tutti? Allora che cosa aspettate…? Sta venendo il Re, avete questa grande occasione… fatevi trovare pronti!

Giosuè                Quale storia facciamo?

Agata                  La leggenda delle noccioline!

Silvana               No, è scema… facciamo invece quella della Maddalena!

Raffaella              Quella fa piangere… ci vuole una cosa più allegra, più bella! San Simmaco!

Giosuè                Però è lunga…

Simmaco            Basta! Ha ragione… è la migliore, e al Re dobbiamo far vedere che siamo capaci di fare … (sottovoce) così siamo sicuri che ci farà un bel regalo! Preparatevi!

Marianna            Non pensate al tempo e ai soldi che perderete… il Re vi vuole bene e sa cosa fare, per voi!

Simmaco            Allora, prendete posto! Chi porta il grembiule, lo togliesse… sistematevi anche i vestiti! Roberto… dove sei?

Roberto               (entra di corsa con la bottiglia, che poi deporrà a terre, vicino Simmaco) Me le sono mangiate tutte! Squisite!

Simmaco            Roberto, ascolta… oggi facciamo San Simmaco, è per il Re, che sta arrivando! Tu farai il mio discepolo!

Roberto               Come al solito…!

Silvana               Recitiamo anche io e la mia Violetta!

Simmaco            Tutti come al solito… preparatevi… e alzatevi tutti, viene il Re!

Viola                   Io sono già in piedi!

Raffaella              I suonatori! Non ci sono i suonatori!

Simmaco            Roberto, fai una corsa… corri a chiamare quegli stupidi… sono sicuro che li trovi seduti in piazza, a contare le mosche!

Roberto               Vado! (esce e per poco non si scontra con il corteo Reale, preceduto da Vittorio)


Primo tempo - Scena Terza

Vittorio                (entrando di spalle) Accomodatevi, Maestà!

Ferdinando          (entra con sussiego, con altri due dignitari; tutti i mercanti fanno profondi inchini) Amati sudditi! Ma che è ‘sta storia? Io ho dunque dei sudditi mercanti che sanno pure fa’ il teatro? E si fa nel mercato? Bravi… se fate una bella cosa, il vostro Re non si dimenticherà di voi… ma dov’è il teatro?

Simmaco            Maestà, benvenuto! Scusate se rimango seduto, sono zoppo… e il locale è questo… all’aperto!

Ferdinando          Ah! E io dove mi siedo?

Vittorio                Vi porto subito una sedia, Maestà! (sottrae la sedia a Giosuè, che accenna una protesta, e la porta in vicinanza del Re, in ogni modo vicino alle quinte)

Ferdinando          Ahhh! (si siede) E che cosa ci farete vedere?

Simmaco            Abbiamo preparato la storia di San Simmaco, Maestà…, e viene bene qui perché ai quei tempi tutto era fatto nella piazza… noi siamo moderni, certe cose non le ricordiamo neppure… si parla di milletrecento anni fa! Il popolo non era ricco ed aveva per casa una stanzetta malandata senza porte, il letto, quando c’era, era fatto con un sacco di vegetali secchi in un angolo… ma voi lo sapete senz’altro, questo! Però non sapete che la storia di San Simmaco è un vecchio racconto che risale ai tempi dei nostri nonni e anche prima… comincia quando Simmaco non era ancora cristiano, era cieco e faceva l’indovino… come faccio io… poi, con il tempo, chi ci ha messo una cosa, chi ce ne ha messo un’altra… quando la facciamo qui, Simmaco lo faccio io… ognuno degli altri fa un personaggio con lo stesso mestiere… e siccome i nomi originari si sono persi, usiamo i nostri nomi… è rimasto solo il nome della schiava Sebiba.

Roberto               (rientrando di corsa, si inchina frettolosamente) Io sono il discepolo del cieco, Maestà! Ah, i musicisti stanno venendo!

Ferdinando          Ah, c’è anche la musica? Bravi, bravi…

Raffaella              Maestà, io faccio la… cortigiana! Sono io Sebiba!

Agata                  Io vendo profumi e sono una strega!

Giosuè                E io vendo frutta!

Silvana               Maestà, io faccio l’orafa, e questa ragazzina è mia figlia!

Viola                   (si inchina e fa inchinare la bambola) Per servirvi, Maestà! Sapete, recita anche la mia bambolina!

Simmaco            Allora… non ho sentito Valerio! Manca Valerio!

Roberto               Sta venendo! L’ho incontrato per strada, gli ho detto della recita, e viene vestito direttamente!

Simmaco            Ah, sì, Maestà, lui metterà la tunica come un senatore romano … (a Roberto, che poi esce) E tu che fai qui? Prendi il tuo posto… vai a raccogliere le more!  Allora… pronti? Maestà, cominciamo!


Primo tempo - Scena Quarta

(entrano i musici; dopo aver fatto inchini silenziosi al Re, si mettono dietro a Raffaella; sullo sfondo dei figuranti in costume nobiliare attraversano il fondo della scena conversando tra loro, poi escono; Simmaco non si muove dal suo posto; tutti i mercanti si ritirano un poco indietro poi si portano al proscenio nello stesso ordine di prima; Giosuè si sistema al centro)

Raffaella              Insomma, Giosuè, ti vuoi decidere a spostarti un poco? (sistema il tappeto a terra) Guarda… non c’è posto per i miei musici!

Agata                  Giosuè fa sempre questo, tutti i giorni!

Silvana               Ma che cosa pensi? Per caso che la piazza del mercato sia tua?

Viola                   Brutto vecchio! (sistema la bambola su un masso) Vattene!

Raffaella              Veramente, Giosuè! Vattene all’altra porta!

Giosuè                Sì, me ne vado… non perché me lo chiedi tu, ma perché chi entra veda subito la mia merce… tutta questa squisitezza la venderò almeno per cinquemila sesterzi! Il dio Mitra mi aiuterà a vendere tutto…! E poi, venissero anche da te… se hanno ancora monete…

Raffaella              Hi! E cosa pensi che siano cinquemila sesterzi per un ricco? Io oggi sai quanti balli voglio vendere? E ogni ballo che faccio io, costa duemila sesterzi!

Agata                  E’ quasi il tempo dei Misteri, ho portato molti profumi ed incensi… ed anche qualche altra cosuccia… Giosuè, ho deciso, vengo anche io con te alla porta di Roma!

Silvana               (sedendosi) Io non ci tengo proprio! Io e Viola rimarremo qui, con Sebiba… lì è troppo aperto, ci sono molti ladri…

Viola                   Sì! A me piace stare qui, così giochiamo meglio, io e Mariella!

Simmaco            Silvana, oggi porti tanto oro con te?

Silvana               No, no… tutti vogliono l’argento, sono pochi quelli che comprano oro… sapessi quante collane ho!

Viola                   (girandosi verso di lui) Uh, e perché hai chiesto? Vecchio, vuoi comprare qualcosa per il tuo servo?

Roberto               Che dici, ragazzetta? Io non sono suo servo, ma il suo discepolo!

Agata                  Allora io vado! Giosuè, muoviti…

Giosuè                Quando avrò venduto tutto, comprerò il miglior profumo che hai! (mentre escono a destra) O invece del denaro vuoi un giorno del mio lavoro…?

Simmaco            Ehi, tu che vendi i tuoi balli… non ho sentito bene la tua voce… chi sei…?

Raffaella              Sono Sebiba, la schiava di Levorino, ieri non sono venuta, forse c’è stata Fatima, a questo posto.

Simmaco            Sì è vero… e oggi ci sei tu… sempre sola sola? Ma perché neanche tu te ne scappi?

Raffaella              E dove andrei? Levorino mi ha promesso che forse mi fa liberta e mi terrà anche da lui, dopo… se ogni giorno gli porterò i sesterzi che vuole… e ieri a te com’è andata?

Simmaco            Non ho fatto niente. Spero che almeno qualcuno oggi mi chiede un oracolo di un qualche suo dio… ieri non ho guadagnato nulla, non ho mangiato, ho solo potuto bere…!

Roberto               Anche io... se non fosse stato per quelle more…! Vado a prenderne ancora! (prende una ciotola, vicino al posto della bottiglia, ed esce)

Viola                   Vecchio, allora sei ancora povero! Non puoi comprare niente neanche oggi!

Silvana               Per Diana, Agata se n’ è andata! Chi sa, forse ti poteva dare uno dei suoi filtri…a credito! A me ne ha dato uno ieri… ha funzionato proprio bene!

Simmaco            Silvana… strano che tu abbia avuto bisogno di un filtro magico per riavere il tuo uomo!

Silvana               Che gli dei ti aiutino, indovino! Come hai fatto a saperlo? Io non ho detto niente a nessuno…

Raffaella              Silvana, Simmaco per questo è indovino… ehi, Simmaco! Non ti permettere di dire in pubblico i fatti miei, hai capito…? Oh… zitti… finalmente si vede qualcuno!


Primo tempo - Scena Quinta

(Entrano alcuni figuranti -popolani e nobiliari- che daranno vita al mercato, sistemandosi o camminando sul palco e commentando le mercanzie o meravigliandosi della recita in corso; mentre Raffaella recita, accennando una danza con gesti lenti, i musici si esibiscono con una musica di sottofondo; la danza non dovrà avere valenza maggiore della recitazione, ma comunque evocare il più possibile un’offerta che va oltre la semplice esibizione. Per evidenziare la situazione, durante il canto, Raffaella si toglie il soprabito, affidandolo a Viola, fino a rimanere con una tunica bianca.)

Raffaella              Venite popolo, venite amici miei,

                          guardate il ballo, senza timidezza,

                          vicino a me vi faccio sentir dei,

                          inebriatevi con la mia bellezza!

                          Non troverete mai chi mi sia pari,

                          guardate com’è bianca la mia pelle,

                          io sono figlia del Re dei sette mari,

                          qui sono schiava, ma sono sempre bella!

                          Sono la fonte che sazia la tua sete,

                          ma non dar spazio a strali di Cupido!

 (rivolgendosi al Re ed ai dignitari, che restano imbarazzati)

                          Si, dico a te, ti chiudi in una rete,

                          se ti trova tua moglie lì, ti uccide!

                          Mi ha amato il caldo vento del deserto,

                          anch’esso mi ha voluto accarezzare,

                          ma quando si è stancato, state certi,

                          un bel regalo mi ha dovuto fare!

                          La Madre Terra e Diana Tifatina

mi fanno guadagnar la libertà!

                          Forza, venite, Sebiba ballerina

                          vi dà la gioia, e non vi tradirà!

Chi vuol comprar da me questo bel canto

e questo ballo d’accompagnamento?  

Ballo per te, davanti a te soltanto,

ti sveglierò i sensi e il sentimento!

 (rivolgendosi al Re con fare provocatorio)

E questa veste che mi vedi addosso

non è quella che uso nel privato!

Usarla qui tra il pubblico non posso,

per i… dolci momenti è riservata!

(il Re si alza a metà sulla sedia, ma viene trattenuto dai dignitari)

Andiamo, presto, la casa è qui vicina,

segui i miei passi, non ti noteranno!

Ti faccio bere un bel bicchier di vino,

te lo ricorderai… almeno per un anno!

                          Venite popolo, venite amici miei,

                          venite avanti, che aspettate ancora?

                          Son qui per tutti, nobili e plebei,

e chi non viene, vada alla malora!

(Raffaella conclude rimanendo in piedi, a braccia levate; Viola le rende il soprabito e la bacia; applausi solo dai figuranti nobiliari; il Re applaude in piedi)

Viola                   Ma come sei brava! Sebiba… anche io ho imparato questa canzone… dall’inizio alla fine! Ancora un poco e poi… la canterò anche io!


Primo tempo - Scena Sesta

(entrano Giosuè ed Agata)

Giosuè                (a Raffaella) Tu mi hai guardato col malocchio! Nessuno che si sia fermato, neppure a chiedere il prezzo! Nessuno compra! Tutti corrono qui… ma sei una strega… volessi affamare tutti i mercanti?

Agata                  E’ vero, Sebiba! Vicino alla Porta Roma ed anche alla Porta Tifatina nessuno si ferma, vengono tutti di corsa in questa piazza… forse cercano te…

Raffaella              (rimettendosi il soprabito) Io non ho fatto niente per prendere i tuoi clienti, servo di Mitra! E non ho neppure usato la magia, non sono una strega!

Viola                   E’ vero! Lei non ha fatto niente! Forze è stata Mariella a chiamarli tutti quanti! (si china a giocare con la bambola)

Valerio                (staccandosi dai figuranti) Ehi, ballerina! Quanto vuoi per cantare a casa mia?

Raffaella              Qui in pubblico costa duemila sesterzi, se invece vuoi che canto e… ballo sola con te… ce ne vogliono diecimila!

Ferdinando          (immedesimandosi nella veste di potenziale cliente) Alla faccia! Non ti sembra di chiedere troppo? (girandosi verso i dignitari) Neh, ma questi sesterzi… quanti ducati sarebbero?

(i mercanti commentano tra di loro la spropositata entità della richiesta; i dignitari fanno silenziosamente confusi calcoli, consigliano il silenzio al Re e lo fanno accomodare)

Valerio                (occhiataccia verso il Re) Io invece te ne dò ventimila! Voglio vedere che sai fare! Però… metà per volta! (girandosi verso un ragazzo che lo ha seguito) Giacinto! Vammi a prendere una borsa con cento aurei! Di corsa! (Giacinto esce)

Giosuè                (avvicinandosi) Padrone bello, compra un poco di frutta! Guarda che bella mela… questa è nata da un albero speciale… è tanto dolce che la puoi mangiare anche senza il miele!

Silvana               (avvicinandosi) Zitto, tu! Forze il mio grande signore vuole regalare una collana e due orecchini alla danzatrice? Ce li ho di oro e di argento!

Agata                  (avvicinandosi) Padrone mio, io ti posso vendere filtri magici… levano il malocchio e l’invidia!

Valerio                Andate via! Lasciatemi in pace! Tu… ballerina… ora che tornerà il mio servo lo seguirai fino a casa mia. Dovrai cantare per mia moglie… è triste e malata, cantale… qualcosa che la elevi, qualcosa di… sacro, hai capito? Sono sicuro che questo le farà piacere… tu credi a Giove, agli dei di Roma? Chi è il tuo dio?

Raffaella              Il mio Dio… non è uno di quelli di Roma! Il mio Dio… non ha nome. Ma ha un Figlio, pure lui Dio… che io non sono degna neppure di nominare…

Valerio                Ah, tu sei una ragazza ignorante… tu adori il nostro dio… Ignotus! Non sapevo che aveva un figlio, ma non mi interessa! Canterai per questo dio … però… dov’è il suo tempio? Non vorrei che si adirasse si canti di lui senza fargli almeno un sacrificio! Io neppure gli ho mai sacrificato… Apollo, Marte, Giove…, quelli sì, ma per gli altri non ho tempo… non vorrei che si adirasse contro di me!

Viola                   (tirandola per il vestito) Mamma, mamma, presto, questo è il momento!

Agata                  (avvicinandosi a Valerio) Signore mio, ho un filtro magico per proteggere te e la tua famiglia…

Valerio                Ma vattene, voglio stare in pace… tu, indovino!

Simmaco            Dimmi, mio signore…

Valerio                Tu sai se Ignotus si arrabbierà con me? Che vedi nel futuro?

Simmaco            Caro padrone mio, i miei occhi sono chiusi per sempre, ma vedo più cose di te… tu non fai differenza di dei… credo che non hai mai sentito nominare questo della ballerina… e neppure io, però… sento una cosa… come se fosse qui, adesso!

Valerio                (si guarda intorno) Ma qui non ci sono statue, non vedo dei… intendi dire che lui è qui come spirito? Io non voglio spiriti intorno a me!

Viola                   Mamma, hai sentito… spiriti! Io ho paura!

Giosuè                Spiriti? Ci sono spiriti, da queste parti? (prima esitante, poi scappa via, lasciando la cesta a terra) Aiuto, aiutatemi!

(gli altri mercanti esprimono atteggiamenti timorosi; il Re si gira intorno, spaurito)

Silvana               (accorre da Viola e l’abbraccia) No, piccolina mia… non aver paura, non ci sono spiriti, qui, neppure Mammone… ci sono solo le braccia della tua mamma!

Valerio                Tu, che fai la strega! Cos’hai contro gli spiriti… lo spirito di un dio?

Agata                  Io… contro a queste cose nessuno può fare niente, padrone mio… io ho filtri di magia per gli uomini, ma se un dio si mette contro di te, potresti ingraziartelo solo facendo sacrifici! Io ho profumi rari… li ho presi dalla Libia, dall’Egitto… se li usassi durante un sacrificio, sarebbe un rito molto potente…

Valerio                (aulico, con le braccia levate) Giove, dio dei tuoni, padre di tutti i dei, ascoltami! Per i sacrifici che ho fatto nel tuo tempio, non permettere che un tuo figlio mi sia nemico, io gli farò un sacrificio… (a Raffaella, cambiando tono) neh, ballerina, ma cosa piace al tuo dio?

Raffaella              Il mio Dio non vuole sacrifici di animali, di cibo o di sangue. A lui piace la vita, l’amore, è il Dio del perdono e della misericordia!

Valerio                Ah, allora non si arrabbierà con me! Bene, bene… mi piace! E’ un dio facile e comodo… ma dove l’hai trovato?

Raffaella              E’ una lunga storia… io no lo cercavo, è stato lui che mi è venuto incontro e mi ha trovato.

Valerio                Tu sei una schiava fortunata… io cerco, cerco e non trovo mai nulla!


Primo tempo - Scena Settima

Roberto               (rientra portando la ciotola sotto il braccio) Maestro… io te ne volevo portare qualcuna, ma erano troppo buone... ed avevo tanta fame! Le ho mangiate mentre ritornavo!

Simmaco            Stai parlando di quelle more, vero?

Roberto               Sì, Maestro… ci sono molti rovi, vicino alla sorgente... sai, sono soddisfatto; anche se erano poche, la fame mi è passata! (si siede al fianco di Simmaco)

Simmaco            (accarezzando Roberto) Padrone mio, hai sentito?Costui non voleva molto, si è mosso per averlo ed ora è contento! Chi veramente vuole, che si muova…

Ferdinando          (alzandosi in piedi, poi convinto a sedersi dai dignitari) La ballerina, io voglio la ballerina alla Reggia!

Valerio                (riprende dopo un’occhiataccia a Ferdinando) E’ contento per così poco… che felicità è mai questa?

Viola                   (a Silvana, indicando Roberto) Mamma, quanto mi piace quel ragazzo!

Giosuè                (rientra guardandosi intorno, ancora incerto) Io non ho visto niente… chi sa questi spiriti ci sono ancora… ah! Meno male che nessuno mi ha toccato la merce! Che bellezza!

Valerio                Pure tu sei contento? Per quella cesta sfondata?

Giosuè                Ma che dici, quando mai è sfondata? Uh, scusate padrone… volevo dire che ero preoccupato per la mia magnifica frutta, ahhh… che odore… (controlla nella cesta)

Silvana               (avvicinandosi a Raffaella con una collana) Signore mio, volessi regalare una collana alla tua ballerina…? Così sarà più bella quando canterà… guarda come le sta bene! E non è molto grande... va bene anche se vuoi fare un regalo ad una ragazza più piccola… come mia figlia… guarda come le sta bene! (esegue)

Raffaella              Signore mio, ma devi aspettare ancora? Il tuo servo non si vede… io devo guadagnare, altrimenti stasera non porterò nulla al mio padrone!

Valerio                Il patrizio Valerio ha una parola sola! Aspetta qui, il mio servo tornerà subito e non perderai il tuo denaro!

Viola                   (a Silvana che le vuole togliere la collana) No, mamma, lasciamela, adesso mi serve!

Giosuè                (avvicinandosi a Valerio) Forze, mentre aspetta, il mio padrone vuole deliziarsi con un poco di frutta succulenta?

Valerio                Sei noioso come una mosca! Adesso basta, servo! (gli strappa la cesta e la getta fuori scena)

Giosuè                Noooo! La povera roba mia…! (corre fuori scena)

Agata                  Sebiba, Silvana, vado a dare una mano… guardatemi la roba! (esce)

Viola                   Vado pure io! Tu stai attenta a Mariella! (indica la bambola ed esce)

Silvana               E tu non perdere la collana!

Giacinto              (entrando da sinistra, con un sacchetto) Padrone mio, qui c’è la borsa con cento aurei. Perdonami se ho ritardato, ma ho dovuto attendere che la padrona fosse libera... stavano facendole un salasso...

Valerio                Taci, non m’interessa! Dai la borsa alla ballerina!

Giacinto              (esegue) Va bene, obbedisco al tuo volere! (si va a sedere accanto a Roberto, e dopo convenevoli gestuali comincia a giocare a morra con lui)

Valerio                (a Sebiba) Contali, se vuoi. Ci sono diecimila sesterzi. Il resto lo avrai a lavoro finito!

Raffaella              Padrone ma allora… io vado adesso? Tu non vieni?

Valerio                Vorrei venire con te …

Ferdinando          (si alza in piedi) Non ti preoccupare se non puoi, ci vado io insieme con lei!

(scena dei dignitari per calmare il Re)

Valerio                (riprende, irritato con Ferdinando) Vorrei venire con te e ascoltarti… ti ho pagato bene! Ma c’è quella lamentosa di mia moglie… comincerebbe a tormentarmi con i suoi mali inesistenti, che le fa male questo e quello… e non parliamo dei suoi cerusici… ancora peggio!

Raffaella              Ma io non posso stare senza lavorare, padrone mio… il mio padrone mi picchierà!

Simmaco            Ballerina non esagerare! Sei pagata due volte! Canta prima qui per il padrone, così sentiremo anche noi, e poi vai a casa sua e canti per sua moglie!

Valerio                E’ vero…io ho pagato due volte… perciò comincia!

Ferdinando          (solita mimica) Io ti voglio alla Reggia! Ti pagherò dieci volte!


Primo tempo - Scena Ottava

Raffaella              Caro padrone, mi hai chiesto un canto sacro… sarà molto diverso da quello di prima… a me questo me piace veramente, ma se non ti piacesse, lo cambierò! (fa un gesto ai musici) Ecco… Questo è ciò che sentirà tua moglie… (luce su di lei, penombra sul palco, si avvia la musica, mentre lei recita, senza ballare. Gli altri figuranti sospendono ogni attività, anche i nobili sul fondale)

                          Canto l’amor divino che mi ha amato,

                          e che ho trovato senza  mai cercare.

Tutto se stesso Egli mi ha donato       

ed io non lo potrò mai ricambiare!

                          Io nacqui in una Reggia sopra il mare

                          venne la guerra e diventai una schiava,

                          e la mia gente l’ho vista trucidare.

La morte in lungo e in largo camminava      

Lì persi la famiglia e l’innocenza.

Fuggire via, scappare... e dove vado?

Provavo solamente indifferenza,

senza speranza, vivendo come ubriaca.

Venduta tante volte, anche marchiata,

nessuno mi trattava con rispetto,

ma la mia mente non si è mai fermata;

tutte le notti, sveglia nel mio letto:

                         

                          “Ma quale dio mi può porgere aiuto,

io sono “cosa”, posso mai pregare?

Non sono degna neppure d’un rifiuto,

non ci son dei con cui si può parlare!

Diana solare, Madre Tifatina,

o Venere e Minerva, ma ci siete?

Io sono qua, la schiava ballerina,

                          son qui che piango e voi non vi muovete!

                          Un giorno fui venduta un’altra volta

                          e fui portata in una  casa strana.

                          Quell’uomo ad un dio nuovo era devoto:

                          il mio nuovo padrone era cristiano.

                          Lì mi parlarono della carità

e del significato del dolore.

All’improvviso capii la libertà

e tanta pace scese nel mio cuore!

Essere schiava e serva della gente

ormai non era più l’assillo mio.

Fu Lui che scelse; io non feci niente.

Mi battezzai, e son figlia di Dio.

Chi sono io, eletta dall’Amore,

che per me pure, ha dato la sua vita?

Per noi sofferto ha tutto, ogni dolore,

per il suo amore e sua bontà infinita!

E Lui ci chiama amici suoi e compagni;

e come un vero amico, ci consola;

che posson fare, quest’idoli grifagni?

Con Lui io non mi sento mai più sola!

Questo mio canto è di lode e d’amore

solo per Lui, Amore sopratutto!

L’anima mia magnifica il Signore,

pure se il corpo mio l’hanno distrutto!

(Raffaella conclude appoggiandosi su un ginocchio; tra le Nobildonne figuranti qualcuna applaude, Ferdinando prende un fazzolettino per asciugare gli occhi, imitato da qualche dama)


Primo tempo - Scena Nona

Simmaco            Padrone mio, hai capito ora chi è il Dio della ballerina?

Valerio                Sì… ne ho sentito parlare… anche qualche suddito di Roma ha rinnegato i nostri dei per passare a questa nuova religione… e quando lo fanno, pure i servi fanno lo stesso.

Roberto               Maestro, perché gli uomini cercano un dio? Quelli non si muovono, non fanno mai niente… che ce ne facciamo?

Raffaella              (rialzandosi) Padrone, allora ti è piaciuto il canto? Pensi che piacerà alla tua consorte?

Valerio                E’ un poco strano… hai cominciato con parole tristi, ma alla fine… la tristezza ha lasciato posto alla speranza!

Giosuè                (rientra con Agata, portando la cesta) Grazie ancora, compagna cara… se non ci fossi stata tu… e senza l’aiuto di Mitra…! (si siedono, Giosuè verifica la cesta, Agata fa cenni di ringraziamento a Silvana, e controlla i suoi oggetti)

Viola                   (rientra mangiando un frutto e si siede a giocare con la sua bambola)

Silvana               (va a controllare che la collana di Viola sia al suo posto) E mettila bene… falla vedere ma non la perdere!

Roberto               Maestro Simmaco, allora, che mi rispondi?

Simmaco            Ascolta bene, Roberto. Tutti sono contenti perché sentono che sono stati aiutati dai loro dei… e tu domandi ancora a cosa servono?

Giosuè                (urla ad un gruppo di nobili in transito sullo sfondo del palco) Io ho le mele belle! Pere spadone, tutte mature! Venite qui, non c’è nessuno con frutta come la mia!

Valerio                Aggio deciso, schiava. Tu vai a cantare ciò che io ho sentito a casa mia, a mia moglie. Non cambiare niente! Giacinto!

Giacinto              (si alza e si avvicina a Valerio) Padrone, comanda!

Valerio                Vedi questa donna? Portala a casa mia e dici a mia moglie che è mia volontà che lei ascolti il suo canto. Dille anche che le dia cento aurei quando ha finito e dopo…  torna subito qui!

Giacinto              Ehi, avete sentito? Alzatevi, voi, e seguitemi tutti… è un ordine del padrone! (attende un momento che i musici si alzino e si raggruppino e poi esce a destra, seguito da loro e da Raffaella)

Agata                  (vede avvicinarsi un gruppetto di figuranti e mostra la sua mercanzia. Nessuno si avvicina a Silvana o Giosuè) Venite qui… vendo filtri di magia e profumi speciali…!

Silvana               Vado anche io con loro… chi sa, forse a quella signora serve una collana nuova… (si alza e segue il gruppo) Andiamo, Viola!

Viola                   (si alza e segue la madre in silenzio, assorta nel gioco)

Giosuè                Io questa occasione non la voglio perdere! Qui nessuno compra… (si alza e segue il gruppo)     

Ferdinando          (solita mimica) Stanno andando tutti lì… tutti quanti! Adesso vado pure io!

Valerio                (irritato verso Ferdinando) Tu…, indovino! Voglio che mi fai una predizione! A mia moglie piacerà il canto della ragazza? Stai però attento a ciò che dici, se sbagli, sei morto!

Simmaco            Padrone mio, io non ho paura della morte, in libertà ti rispondo che a tua moglie il canto piacerà, ma non come pensi tu. Le piacerà in maniera diversa!

Valerio                Come ti permetti, maledetto servo? Tu stai dicendo che sai ciò che penso, quel che ho nel mio cuore! Non ci provare più o sei condannato!

Simmaco            Padrone mio, non serve che ti incollerisci, io ho solo risposto alla tua domanda… adesso tu puoi giudicare… quando tornerà il tuo servo ti dirà…

Valerio                E se a mia moglie non l’è piaciuto?

Simmaco            Io non sono degno di dire come ti devi comportare. Se a lei è piaciuto, allora fammi avere una forma di pane… e se non le fosse piaciuto, punisci la mia lingua!

Roberto               Maestro… stai rischiando parecchio… quel padrone te la farà tagliare!

Simmaco            (accarezza Roberto) Ancora non hai fiducia a ciò che faccio, Roberto?

Valerio                Una forma di pane? Indovino, la tua felicità costa poco!

Simmaco            Padrone, tu non sai cos’è una forma di pane per un affamato… o la serenità che scende in un cuore affranto… la mia felicità è proprio in quel pane, che darà a me e al mio discepolo qualche giorno di tranquillità. Non mi serve altro.


Primo tempo - Scena Decima

Giacinto              (entra spedito) Padrone, eccomi ai tuoi comandi! La ragazza ha finito… o quasi!

Valerio                (guardando intenzionalmente Simmaco) E mia moglie, cosa dici di lei?

Giacinto              Io sono ero lontano da lei, non ho sentito molto, ma posso dirti che quando è finito il canto, tua moglie ha chiesto alla ragazza di ricominciare di nuovo!

Roberto               (esulta) Le è piaciuto!

Valerio                (a Giacinto) Allora le è piaciuto?

Giacinto              Padrone mio, le è piaciuto! Mentre uscivo per venire da te, ho sentito che cacciato via i cerusici… le volevano fare un altro salasso!

Valerio                Indovino, hai guadagnato il tuo pezzo di pane!

Simmaco            Il mio padrone è molto buono, grazie!

Roberto               (danza e manifesta gioia) Si mangia, si mangia!

Valerio                Giacinto, vai al banco del pane e compra un bel pezzo… se trovi anche quello speziato con le uova è meglio… poi dallo all’indovino… ma quanto costa il pane?

Giacinto              Uno come hai detto, quatto o cinque sesterzi, padrone mio!

Ferdinando          (verso i dignitari alle sue spalle) Ehi, portate qualcosa anche a me, mi è venuta fame!

Valerio                (irritato con Ferdinando; fruga in una borsa che ha alla cintura e dà del denaro a Giacinto) Prendi questi dieci sesterzi… e compra tutto il pane che puoi… indovino… la tua felicità costa veramente poco!

Roberto               Giacinto, aspetta! Maestro, Hai bisogno di me o posso andare con lui?

Simmaco            Vai, ma rispetta gli altri… non rubare niente!

Roberto               Grazie, Maestro! (a Giacinto) Andiamo, che aspetti? Io ho fame! (escono)

Agata                  (si avvicina a Valerio) Padrone, a per tua moglie ora ci vuole un filtro d’amore… o preferisci tornale da lei con una collana di perle profumate?

Valerio                Taci, strega, non voglio niente! Indovino… come hai fatto a sapere di mia moglie? Hai fatto qualche magia o hai interrogato un dio?

Simmaco            No, padrone mio, niente magia, neppure invocazioni… io non posso pregare nessun dio, non ho denaro per il sacrificio … tutti gli dei vogliono qualcosa e io non ho tengo niente. Ho solamente capito… una voce che mi veniva dal cuore, mi ha detto che tua moglie… cercava quel canto!

Valerio                Da quello che ha detto, quel dio della ballerina… sembra che non voglia sacrifici di animali…

Simmaco            Padrone mio, hai ragione, anche a me sembra così… domanderò meglio quando…

Raffaella              (rientra con i musici, che riprendono i precedenti posti; riceve i complimenti dei figuranti; si ferma vicino al Re e gli sorride, destando un forte coinvolgimento in Ferdinando; dopo ritorna al suo posto e stende di nuovo il tappeto a terra) Padrone, a tua moglie il mio canto è piaciuto molto… me lo ha fatto fare tre volte… dopo l’ho vista serena, con gli occhi lucidi… diceva che il dolore alla testa le era passato e mi ha congedata. Mentre uscivo ho visto che si metteva sul triclinio e… è caduta addormentata prima che io uscissi!

Valerio                E come hai fatto? Quella è una donna impossibile da sopportare per i suoi lamenti… tu andrai ancora da lei, ti darò tutto quel che vuoi… ah, no! Questo significa solo sprecare aurei per darli al tuo padrone… risolverò diversamente! Ho deciso di comprarti! Tu resterai nel mio palazzo per cantare a mia moglie, da mattina a sera! Chi è il tuo padrone?

Raffaella              Io mi chiamo Sebiba Kahina, sono schiava del senatore Levorino… e di sua moglie… padrone mio.

Valerio                Conosco Levorino…

Ferdinando          (scatta in piedi, infervorandosi) Quello lo conosco pure io! E’ un infame, lui e sua moglie! E’ un dannato avaraccio, non dà niente a nessuno, neppure ai suoi lavoranti! Povera ragazza! (i dignitari obiettano l’incongruenza temporale, a mezza voce)

Valerio                (riprendendo) Levorino… gli ho fatto molti favori in passato, a me non può dire di no! Da adesso, ritieniti di proprietà di mia moglie, capito?

Raffaella              Sì, padrone mio e ti ringrazio… ma io ho bisogno pure della musica…

Valerio                Per la felicità di mia moglie, non guarderò alla spesa! Compro anche i musicisti, ma tu… devi curare mia moglie, con la tua voce ed i tuoi canti! A proposito… questi canti… ne hai diversi o solo quello che ho sentito?

Raffaella              Io… sì, padrone mio… si può fare… ma tu intendi canti non... per uomini… ho capito bene?

Valerio                Sì, voglio solo canti sacri, solo quelli sono adatti per lei… li hai pronti o li devi ancora fare?

Raffaella              Molti sono già pronti, padrone… siccome nessuno li ha mai voluti, li facevo solo per me… certe notti in solitudine, quando si guardano le stelle in silenzio… entrano certe cose nel cuore… e senza sapere come, esce un canto…

Valerio                Allora cantamene un altro, adesso!

Simmaco            Sebiba, anche io vorrei sentire, ti prego, accontenta il tuo nuovo padrone.

Ferdinando          (si fa più avanti con la sedia)

Raffaella              Padrone mio, non sai come mi fa piacere quel che mi hai chiesto, però… sarebbe meglio dove non c’è troppa gente… non parlo di te, Simmaco…

Valerio                Ma allora tu usi la magia… i tuoi canti non sembrano pericolosi… ma chi dovrebbe aver paura delle tue parole?

Ferdinando          (si porta più indietro con la sedia)

Simmaco            Padrone, rispondo io… le parole di una donna, e pure schiava, non possono toccare te o la tua famiglia, ma possono dare fastidio a chi non piace questo nuovo dio… gente molto gelosa… capace anche di uccidere la tua serva!


Primo tempo - Scena Undicesima

Agata                  (avvicinandosi a Valerio) Padrone mio, ascolta la voce di una che ti vuole bene… un filtro magico può aiutare la tua schiava! Toglierà malocchi e fatture a lei ed anche a te!

Giosuè                (entra con Silvana e Viola) Agata… hai sbagliato a non venire con noi! Il dio Mitra ci ha mandato l’abbondanza! E’ vero, Silvana?

Silvana               Vero! Ho venduto quasi tutto quello che avevo, ed ho comprato pezzi bellissimi per niente!

Viola                   E pure io ho guadagnato! Mi hanno regalato un topolino! (mostra un sacchetto di tela)

Ferdinando          No! Queste schifezze regalano nel mio Regno? Poveri sudditi miei!

Simmaco            (staccandosi un momento dalla recitazione secondaria) E dalli… Maestà, noi stiamo recitando! Non vi dimenticate che questa storia è vecchia, ha più di mille e trecento anni… il vostro Regno non c’era ancora… se vi sta piacendo,  fateci continuare!

Valerio                E state zitto, altrimenti nessuno capisce più niente… Maestà!

Ferdinando          (mette le dita in croce sulla bocca)

Agata                  (riprendendo) Giosuè, dove si è manifestata la potenza di Mitra?

Giosuè                Vicino il suo tempio, qui, dietro la piazza… sono usciti certi fedeli, molto ricchi, con i servi al seguito… hanno comprato tutta la mia frutta e pure quella ancora sugli alberi…! Ho incassato un sacco di sesterzi! Adesso posso bere e mangiare senza risparmiare, voglio… terre… schiavi, cani e cavalli…! Mitra mi ha mandato l’abbondanza! Tu, schiava, fammi un canto!

Valerio                Come ti permetti, contadino mangiaterra? Io…

Raffaella              (interrompendo) Padrone mio, aspetta… ascolta la tua schiava… parlo io con costui, non ti abbassare al suo livello! Giosuè, adoratore di Mitra… io non canterò per te e neppure per il tuo dio!

Giosuè                Ma io ti pagherò bene! Ho tutti i sesterzi che voglio! Ti pago veramente!

Raffaella              Ma io non voglio cantare per te. Non canto per Mitra, o per Pan o per Giove! Non sono la tua serva, ed i soldi tuoi non mi servono! Il mio padrone vuole che io canti il mio Dio mio, e pure io voglio cantare solo Lui!

Giosuè                Tu sei una schiava… chi ti dà tanta autorità? Guarda che io lo dirò al tuo padrone… gli dirò che non lavori, che rifiuti i clienti… se non fai quello che voglio io!

Simmaco            Giosuè, sei tu che stai parlando, vero? Taci subito, idiota! Le parole volano… si te sente il padrone che ricatti la sua schiava, ti farà gettare in galera!

Valerio                (sarcastico) E’ tardi, indovino… il padrone ha già sentito tutto!

Giosuè                (impaurito) Ah, ma sei tu il suo padrone? Abbi pietà, scusa la mia lingua… io non sapevo… perdonami, grande signore, io non volevo offenderti!

Roberto               (entra precedendo Giacinto che porta un sacco) Maestro, sta arrivando il pane! La signora che vendeva ci ha dato il pane a buon peso e mi ha anche regalato una pagnottina… ha chiesto che tu le faccia un’invocazione a Mercurio perché guadagna poco… e se non è troppo, anche ad Esculapio, perché si conservi in salute! (si siede a fianco a Simmaco)

Giacinto              (a Valerio) Padrone, ciò che hai ordinato è stato fatto! (porge il sacco a Roberto, che lo fa tastare a Simmaco e poi lo mette da parte)

Valerio                Questo va bene. Adesso però voglio sapere cosa fa mia moglie… corri a casa, controlla e ritorna con le ali di Mercurio ai piedi!

Giacinto              Sarà fatto, padrone mio! (esce a destra)

Viola                   (a Roberto) Ehi, discepolo! Vuoi fare il papà della mia bambola?


Primo tempo - Scena Dodicesima

Raffaella              Musicanti, forza! (si avvia la musica)

Ho un sentimento nuovo dentro il cuore,

che, se potessi, spiegherei al padrone!‘

Mi sentirà cantare un nuovo amore

che non vivevo e invece adesso “sono”!

Io stessa sono amore, finalmente,

Dio vive in me ed io vivo d’amore!

Mi sembra di volare tra la gente,

portata tra le mani del Signore!

 

Un giorno io sentii queste parole

che mai nessuno aveva detto prima;

parole più splendenti di ogni sole,

dette su un monte, quasi sulla cima.!

“Beato chi si sa accontentare,

e dal denaro non sarà guastato!

Beato chi non vive per mangiare,

perché dal Padre Iddio sarà saziato!

Beato chi per me soffre nel cuore,

perché Dio Padre lo consolerà!

Beato chi adesso è nel dolore,

perché nell’altro mondo riderà!

Ma guai a chi i soldi li usa male,

ed ai fratelli suoi non fa del bene!

Ma guai a chi nutre solo gli animali,

rimarrà solo, in eterno, nelle pene!

Tu benedici chi ti fa soffrire

a chi ti picchia, lo devi ringraziare.

Ricorda, solo il corpo può ferire,

sopporta e prega, Dio t’aiuterà!

Ma guai a chi ti strappa pure i panni,

daglieli pure, senza protestare!

E se dell’altro ancora va cercando

non dire no, tu faglielo pigliare!

Quello che tu volessi, dallo agli altri,

e non domandar mai restituzione;

Iddio guarda nel cuore degl’ingrati,

tu pensa solo a fare buone azioni!

Non giudicate e condannar la gente,

volete bene pure a chi è nemico;

chi segue questa legge non si pente;

Dio stesso è Amore, in verità vi dico!

Chi per amore mio tutto ha accettato,

e ha sopportato insulti e le disgrazie,

sarà vicino a me, ed aiutato,

e pure sulla terra vivrà in grazia!

Chi ascolta la mia voce e si converte,

sarà dal Padre Nostro perdonato;

del Paradiso avrà la porta aperta,

la casa sulla roccia ha fabbricato!”

Chi ha questo dentro il cuore mio?

Ho fede in Lui, che mai neppure ho visto:

visse da uomo, ma Figliol di Dio,

generato dal Padre... Gesù Cristo!

(Raffaella conclude appoggiandosi su un ginocchio; Ferdinando incita i nobili all’applauso)


Primo tempo - Scena Tredicesima

Giosuè                Ma tu sei pazza davvero! Ti rendi conto di cosa stai dicendo, schiava?

Agata                  Sebiba, non puoi andare contro gli dei di Roma ed il dio Mitra! Guarda che i cristiani fanno tutti quanti una brutta fine!

Viola                   Mariella, stai attenta alla ballerina…!

Silvana               Diana del monte Tifata, perdonale questo grande sacrilegio! Minerva, falle ritornare la ragione nella mente! Richiamala a te!

Valerio                Tu allora sei contro i dei di Roma… i dei miei?

Raffaella              Io non sono contro nessuno. Io sto con Lui, il mio Dio, solo non voglio sapere niente degli altri! Vi piacciono? Teneteveli pure tutti!

Giosuè                Rinnegata! Male venga a te e alla tua gente!

Silvana               Questa nuova setta di atei… fanatici… stanno cancellando le tradizioni dei nostri antichi dei… poi ci si è messo anche l’Imperatore Costantino!

Valerio                Ma come puoi affermare che preferisci il tuo dio a Giove?

Raffaella              Io dico solo che il Dio mio è diverso. Lui ha sofferto, per noi, pure per me, senza mio merito. Quando mai Giove o un altri dio ha fatto una cosa del genere?

Valerio                Allora tu non capisci! Questo dio ti ha… confuso le idee, ma io te le metterò a posto!

Simmaco            Padrone mio, perdonami se parlo, ma una cosa la devi considerare. Questa schiava ti ha obbedito, ha cantato per il suo Dio… e allora? Lascia che creda quello che vuole, è inoffensiva… e se pensi che Giove si sia offeso, fai fare un canto di gloria anche per lui, così si placherà!

Raffaella              Ma io non farò mai un canto di Gloria a Giove! Come non ho voluto per Mitra, neppure adesso canterò! Se vuoi ti posso fare un canto d’amore, quello sì… ma i canti sacri sono solo per il mio Dio!!

(i mercanti esprimono meraviglia)

Agata                  Ti maledico, male che ti venga… subito, rinnegata, traditrice! (si alza in piedi, braccia levate e recita salmodiando in tono minaccioso)

                          Ti venga addosso una sorte nera,

                          Febbre quartana ti entri nel cuore,

                          punta o coltello prima di sera,

                          chi Mitra nega, oggi stesso muore!

(sputa in direzione di Raffaella e si risiede)

Silvana               (durante la maledizione si avvicina a Viola e le tappa le orecchie)

Ferdinando          Madonna del Carmine, aiutaci! (ai dignitari) Non ho mai udito una maledizione più brutta! State attenti, questa non è una mercante, è veramente una strega! (scongiuri generali)

Valerio                (dopo aver guardato male Ferdinando, a Raffaella) Sei cocciuta come un mulo! Ma lo sai che io posso pure decidere della tua vita?

Raffaella              E tu, padrone mio, ha capito bene le mie parole? Tu hai diritto di vita su di me, ma io ho diritto di morire, senza tradire il mio Dio!

Simmaco            Che stai dicendo… è mai possibile che abbia una passione così forte per lui?

Raffaella              Sì, Simmaco. Tu a chi credi?

Simmaco            Io non ho un dio speciale. Il mio dio è quel pane che ho guadagnato, che mi assicurerà vita per qualche giorno. Ma questo tuo dio m’interessa… mi puoi dire di più di lui? Perdonami, padrone, mi sono fatto prendere dalla foga… tu le permetti di parlare?

Raffaella              Se il mio padrone mi permette… io avrei tanto da dire… ma non riesco a fare un canto che contenga tutto… è troppo lungo, non è possibile!

Valerio                E quello che hai detto non basta? Tu hai rinnegato i dei di tutto il mondo! Che altro vorresti dire?

Simmaco            Ballerina… Sebiba… ma tu stai dici il vero? Ci sono davvero molte altre cose da sapere?

Raffaella              Sì… il problema è che io non ricordo tutto… il libro che ho letto era tanto grosso …

(i mercanti esprimono meraviglia)

Viola                   Mamma, hai sentito che sciocchezza ha detto Sebiba?

Agata                  (ride) Quella non sta bene… ora sta sognando!

Valerio                Ma tu davvero ci vuoi far morire dalle risate? Tu, una donna, una schiava…  pretendi di saper leggere? Per Giove me lo proverai! E se non ci riesci, ti ucciderò con le mie mani!

Raffaella              (spot di luce su di lei) Io sono figlia di un Re. Un Re che era potente e bravo. Quando ero piccola mi ha fatto studiare molte cose, e so leggere e parlare anche il greco. In quel libro c’erano tante cose, quasi come dei brevi racconti, che parlavano della vita semplice di tutti i giorni… ma quella vita era scritta con parole di fuoco, che entrano nel cuore e trovano il posto che era stato preparato per loro… da quando sono nata. Solo chi lo legge può capire… è come essere nel deserto, sembra che non ci sia nulla, poi esce una bufera, col vento che ti prende, ti sbatte, ti gira come vuole lui… la mia voce è debole come un soffio al confronto, non posso dire quelle cose con quella forza… e mi dispiace. Non ho la forza di fermare il male che è intorno a voi… e che vi possiede, vi schiaccia… posso solo soffiare… al resto… ci penserà Lui!

Simmaco            Io sono un povero zoppo e cieco che non fa male a nessuno… chi potrebbe volere il mio male?

Raffaella              Amico mio, sei tu stesso che ti fai del male, rifiutando il dono di Dio.

Valerio                Ancora con questa storia, schiava? Nessun dio regala qualcosa… tutti vogliono sacrifici e riti speciali! E poi…, quale sarebbe il regalo del tuo dio?

Raffaella              Il dono è accettare il suo amore, e ricambiarlo, volendogli bene e amando tutti, in questo amore!

Giacinto              (rientra da destra) Padrone mio! Tua moglie ora è sveglia e vuole che tu le mandi di nuovo la ballerina che canta …

Valerio                Hai sentito? Vai, che aspetti? Invece di parlare a vuoto come una stupida, vai a lavorare per me, accontenta mia moglie in tutto!!

Raffaella              Faccio ciò che ordini, padrone mio… musici, andiamo! (prende il tappeto ed esce a destra con gli altri)

Valerio                Giacinto, vai pure tu, voglio sapere da te cosa succederà, hai capito?

Giacinto              (batte la mano sul petto ed esce) Ai tuoi comandi, padrone mio!

Giosuè                Io vado a chiamare i Pretoriani! Mitra aiutaci, questa è pericolosa! (esce)

Silvana               I Pretoriani… Agata, andiamocene… se vengono quelli cominciano a fare domande, a chiedere roba… e poi non la pagano!

Viola                   Hai ragione mamma, pure Mariella si è stancata! Mariella… fai la brava… dici arrivederci a tuo papà!  (moine verso Roberto)

Agata                  Io sento qualcosa di strano nell’aria… certe volte distinguo l’odore degli spiriti e delle ombre… quasi come adesso… ma ora è diverso! Deve essere un maleficio! Andiamo subito via, qui ci saranno dei guai… andremo a vendere all’altra porta… (escono; i figuranti clienti del mercato ed i nobili si ritirano tutti anch’essi, gradatamente)


Primo tempo - Scena Quattordicesima

Roberto               Maestro… tu non mi hai mai parlato di cose del genere! Questo dio sembra che serva a qualcosa, finalmente… mi piace!

Simmaco            Io vorrei capire meglio… ce vorrebbe un saggio che ci leggesse e spiegasse quel libro… le donne non dovrebbero leggere niente… servono solo a cucinare e a pulire la casa!

Ferdinando          Maestro… veramente servono anche per altre cose!

Valerio                (irritato come sempre, usando volutamente il singolare per la prima battuta) E stai zitto… servi! State zitti! Devo pensare… non mi è mai capitato qualcosa del genere… tu, indovino… che sai di questa religione?

Simmaco            Padrone, la tua schiava ha detto che chi si accontenta rimane soddisfatto… ed io sono d’accordo, lo dico sempre! Chi placa le smanie del momento è contento anche delle piccole cose che ha… e vive meglio!

Roberto               Sì, maestro, però ha detto pure che si deve voler bene alla gente… ricordi?

Valerio                Questa è una sciocchezza! Non è possibile voler bene ad un nemico, ad uno che ci potrebbe fare del male… indovino, tu ameresti chi ti rubasse quel pane, o ti picchiasse a bastonate??

Simmaco            Eppure lei diceva così… le sue parole sono state chiare… forze c’è qualche altra cosa che non ci ha detto… uno spirito che ti sostenga… ed io sento sempre una presenza, non so dire meglio… forse uno spirito speciale!

Giosuè                (entra da sinistra) Non ce ne sono di spiriti, Simmaco… ho controllato io stesso e non ho trovato niente!

Roberto               Giosuè… ma tu non avevi paura degli spiriti?

Giosuè                Ho preso un filtro magico da Agata, e adesso non ho più paura!

Roberto               E perché sei tornato?

Giosuè                Ma tu che vuoi? Non devo mica chiederti il permesso per muovermi! Fatti i fatti tuoi! (sbircia nervosamente verso le quinte e si gira in ogni direzione) I tribuni non si vedono ancora!

Valerio                Ecco… tu, discepolo, tu riusciresti a voler bene a costui (ironico) Se ti piace questa religione, lo devi fare!

Simmaco            Cha strana dottrina… ma allora pure tu, padrone mio…dovresti voler bene ai servi tuoi…

Giosuè                (ritornando verso i tre) Simmaco… quella schiava che canta, Sebiba… sai dove è andata?

Roberto               Lo so io! E’ andata alla porta Anfiteatro… s’ è fatta l’ora dei giochi e ci sarà tanta gente!

Giosuè                Sicuro! Hai ragione… io la debbo trovare! (esce a sinistra)

Simmaco            Roberto… perché dici le bugie? Sebiba non è andata lì!

Roberto               Hai ragione, maestro, ma neppure io so perché l’ho detto!

Simmaco            Comunque penso che tu abbia fatto bene… quel mercante non mi piace…

Giacinto              (entra da destra) Padrone mio! Sono successe cose grandi nella tua casa! Tua moglie dopo che ha sentito di nuovo la tua nuova serva, ha mandato via i cerusici, si è alzata dal letto e si è vestita con la migliore tunica…

Valerio                Io questa schiava non la venderò mai! Ha portato la pace nella mia casa! Farò un sacrificio a Concordia!

Giacinto              Padrone mio… il sacrificio a Concordia è giusto, ma forse è meglio farne prima uno a Esculapio… tua moglie ha detto che si sente bene… e sta uscendo! Sta andando al cenacolo cristiano!

Roberto               Maestro… tu l’avevi predetto, questo!

Simmaco            No, Roberto, che dici? Io ho solo detto che il canto su di lei avrebbe avuto un effetto diverso.

Valerio                Giacinto… servo mio… con chi è andata la tua padrona?

Giacinto              Ha preso con sè due serve, il cenacolo non è lontano… la schiava nuova non ha voluto accompagnarla, perché lei è conosciuta e non ha voluto che si sparlasse di tua moglie!

Valerio                Questa schiava sa anche come comportarsi darò a Levorino qualunque cifra, pur di averla!

Simmaco            Roberto, ho avuto una illuminazione… mi devi portare a quel cenacolo! Io sento che devo parlare con quella gente, forse lì si trova il saggio che mi può spiegare … (mentre fa per alzarsi, entra Raffaella)

Roberto               Maestro, Sebiba è di nuovo qui!

Simmaco            Ah, no… allora aspetta… prima voglio farle una domanda!


Primo tempo - Scena Quindicesima

Raffaella              (rientra con i musici; stende di nuovo il tappeto a terra) Padrone mio, non ti devi arrabbiare se non sono rimasto a casa tua. Fino a quando Levorino non mi vende a te, io devo tornare da lui ogni sera, e portargli il guadagno giornaliero… perciò sono qui, devo lavorare ancora! (i musici si siedono come nelle scene precedenti) Forse se tu gli mandassi un messaggero, potresti avermi prima…

Valerio                Giusto! Non ci avevo pensato! Giacinto…

Simmaco            Signore mio, mi dai il permesso di parlare con la tua schiava? Per me è molto importante… e forse se risponde, ti interesserà …

Valerio                Va bene, ti concedo…

Simmaco            Allora Sebiba, rispondimi: dici che il tuo dio ha sofferto anche per amore tuo… ma se è veramente un dio, come può soffrire?

Raffaella              Io non sono sacerdotessa, e non conosco tutta la Legge… sono solo un’umile figlia di Dio. Prego che lo Spirito Santo mi aiuti a rispondere…

Valerio                Allora, che rispondi?

Raffaella              Simmaco, ce l’hai presente una famiglia? Padre e mamma sono diversi dai figli, ma se i figli per errore si fanno male, i genitori provano dolore per loro. Forse la stessa cosa è per Dio, anche se lui si è fatto davvero del male, nella sua forma umana, consegnandosi ai boia… non lo so spiegare, è un mistero!

Valerio                Allora tu parli di un dio talmente grande e potente che può pure scegliere di soffrire per noi?

Raffaella              Io non so Dio quanto è grande. Ho capito che è infinito, Amore infinito…

Valerio                Hm? E se il tuo dio è così grande, perché non lo vediamo in cielo?

Raffaella              Io credo che si nasconde per amore. Se lo vedessimo, non avremmo fede in Lui. Tu vedi il Re? E allora sai che c’è e che sei suo suddito. Ma Dio non vuole sudditanza, vuole fiducia ed amicizia!

Ferdinando          (si pavoneggia)

Simmaco            Questa è una cosa giusta.

Valerio                Allora questo dio non si fa vedere, ma se è infinito, occupa anche tutto il cielo e la terra, perciò… adesso è qui?

Raffaella              Io credo che il suo Spirito Santo adesso sia qui, vicino a me… con noi.

Simmaco            Io ho sentito qualche cosa… una presenza… da stamattina.

Roberto               Se Giosuè il mercante avesse sentito, ora sarebbe fuggito di nuovo… dove si trova questo spirito? Io non vedo niente! E se questo dio non ha templi, statue, come si sacrifica a lui?

Ferdinando          (ai suoi dignitari, ad alta voce) Ma com’erano ignoranti, a quei tempi!

Valerio                (con intenzione, rivolto a metà verso Ferdinando) E stai zitto… per sempre… servo! Lo sai che stai dando un sacco di fastidi… con queste domande?

Raffaella              (con agitazione, per calmare Valerio) Padrone… padrone mio… calmati! Scusa questa… curiosità giovanile! Discepolo, ho qualcosa da dirti… Dio non vuole sacrifici come gli altri dei… vuole solo amore vivo nei nostri cuori, che si dimostra con le buone azioni verso tutti… tutta la gente che ci circonda, senza distinzioni. Volete sapere che cosa ha fatto Dio per me? E l’ha fatto anche per voi, che siete ciechi di fronte al suo amore, poveri fratelli miei che non credete in Lui…, ancora.

Primo tempo - Scena Sedicesima (musica adatta; spot di luce su Sebiba)

Raffaella              Figlio dell’uomo, quanto bene hai fatto!

                          Con il tuo Amore ci hai riconciliato

                          col Padre Santo, ed hai riscritto il Patto,

quando, morendo in croce, ci hai abbracciati!

Avesti sempre pessima accoglienza!

Ancora in fasce volevano ammazzarti,

invece di chinarsi in riverenza,

chi fu con te, voleva utilizzarti!

Avesti solo invidia e gelosia,

e poi t’hanno venduto per denaro!

Per tacitarti, scelsero la via...

farti morire in modo infame e amaro!

Ma tu quel calice lo bevesti intero

Invece di reagire come Dio;

t’abbracciasti la croce per davvero:

”Adesso è tutto nuovo, Padre mio!”

Tu potevi fermare quel macello,

prima che ti stordissero a frustate,

e t’inchiodassero, peggio di un agnello

sopra una croce, tutto sfracellato!

Chi ti voleva morto con disprezzo

fu davanti la croce a festeggiare:

“Tu, scendi a terra, avrai gloria e salvezza!

Se sei Dio vero, ti potrai salvare!”

Fu volontà del Padre e pure tua condivisa

di portare la cosa fino in fondo;

per scontare il peccato, fosti ucciso;

tu solamente, hai salvato un mondo!

Ti disse un tormentato, reo brigante:

“Ricordati di me, del viso mio!”

“Tu oggi stesso starai vicino ai Santi.”,

rispose quella carne, ch’era Dio.

Di quelli tuoi più fidi, solo uno

scelse di star con te, sotto la croce.

Quando si ride, non manca mai nessuno,

Se stai piangendo, chi sente la tua voce?

La Madre tua soffrì vicino a te,

da quel processo iniquo e le frustate,

e poi tutta la via, e fino a che

sentì, anche nel cuor, le martellate.

Lacrime, ormai, non ne versava più;

qualcuno la reggeva per le braccia,

pregava Dio... il figlio suo, Gesù:

“Dio mio, fammi morir, non ce la faccio!”

Quando moristi, il mondo si cambiò:

il terremoto, forti lampi in cielo,

un vento forte, il Sole s’oscuro’;

del santo tempio fu stracciato il velo.

Chi si batteva il petto e chi fuggiva,

disse un grande Tribuno : “Questi è Dio!”

Nel silenzio di morte si sentiva

un flebile lamento: “Figlio mio…!”

(Raffaella conclude appoggiandosi su entrambe le ginocchia)

Ferdinando          (ripete la scena del fazzoletto, per il tempo necessario a far diminuire la tensione, soffiandosi rumorosamente il naso alla fine)

Valerio                E questo sarebbe il tuo dio? Questo è quel che ha fatto? Farsi uccidere? Ma siete pazzi tutti quanti!

Simmaco            Però ce ne sono tanti, di questi pazzi… sono troppi, quelli che scelgono questa religione… vuoi vedere che ci sia qualcosa di vero? Roberto, io devo  parlare con quella gente, i cristiani! Portami da loro!

Roberto               (aiuta Simmaco ad alzarsi, prende il sacco col pane e lo guida verso sinistra; Giacinto li aiuta) Andiamo, maestro… sentirò molto volentieri anche io… (escono)


Primo tempo - Scena Diciassettesima

Raffaella              (si rialza) Padrone, scusa, non volevo farti arrabbiare, ma ho solo risposto la verità alla tua domanda… forse non ti piace quel che dico? Eppure a tua moglie ha fatto tanto bene …

Valerio                Lascia perdere! A me importa solo che mia moglie mi lasci in pace… a proposito! Giacinto!

Giacinto              (si avvicina al Valerio) Dici, padrone mio!

Valerio                Mia moglie non deve essere criticata! Va’ a quel cenacolo e se la trovi, dille che le ordino di tornare a casa!

Giacinto              Vado, padrone mio! (batte il pugno sul petto ed esce a sinistra)

(la scena si rianima con i figuranti che entrano ed escono sul fondo)

Raffaella              Padrone mio… forse ti sei dimenticato che volevi mandare un messaggio al senatore Levorino…

Valerio                E’ vero! Hai ragione, l’o debbo proprio fare! Appena torna Giacinto, ricordami e lo manderò da lui!

Silvana               (entra da sinistra, parlando con Agata) Speriamo che qui ci sia ancora gente…

Viola                   Sì, sì! A Mariella piace questo posto … ma quel discepolo dov’è?

Agata                  Io sento ancora quella presenza, qui… sei tu, schiava rinnegata che la porti con te? Sei dunque maledetta fino alle ossa?

Silvana               Io con questa traditrice non voglio averci a che fare! (sputa nella direzione di Ferdinando e poi si siede)

Ferdinando          Ehi, che schifezza…! (verso i dignitari) Quella donna, per poco non mi colpiva! Fatela arrestare! (scena dei dignitari che rabboniscono il Re, mentre continua la recitazione)

Valerio                Uffa…! Strega! Che senti?  Di chi parli?

Agata                  (avvicinandosi a Valerio) Padrone e signore mio… questa donna è maledetta! Porta con lei gli spiriti dell’Averno… dovresti fare un rito di purificazione… cacciare gli spiriti… sacrificando al dio che non si nomina… io ti posso vendere i profumi e gli incensi più adatti… potrei anche fare io il rito magico per te …

Valerio                E che dovrei sacrificare al dio Ade?

Agata                  (sgomenta) Zitto! Non dire quel nome, padrone! Il dio degli inferi solo per questo, ti potrebbe nuocere! (con complicità)‘Dovresti fare un grande sacrificio… uno che piace al dio… un bel lupo adulto!

Raffaella              Padrone… non stare a sentire queste cose… chiedo perdono se ho sbagliato, rimedierò, mi sforzerò… ma non farti convincere a sacrificare a falsi dei!

Silvana               (compiangendola) Povera donna pazza!

Agata                  Minerva ti desse la sua luce soia, rinnegata… (si avvicina a Raffaella e le gira intorno) sì… li sento… sei tu che porti gli spiriti con te… padrone, il sacrificio è urgente, prima che gli spiriti entrino dappertutto, infestino le nostre case… e infestino anche casa tua!

Viola                   (segue Agata nel giro, con la bambola tra le braccia)

Valerio                (incerto) E che dovrei fare?

Agata                  (complice) Non comprare questa schiava, padrone mio… butteresti il denaro! Sento che non basta il sacrificio di un lupo… si deve sacrificare proprio lei!

Ferdinando          (scatta in piedi) Madonna del Carmine, aiutaci! Simmaco, o come ti chiami… questa… che vuole fare? (solito lavoro dei dignitari)

Valerio                (taglia l’accenno di risposta di Simmaco) Per Giove, Marte e Nettuno, basta strega! (cambiando tono) Vattene, o chiamo i Tribuni! Mi stai augurando che mi crolli addosso la casa, a causa di spiriti che senti solo tu! Questa schiava ha guarito mia moglie solo cantando, mentre i cerusici non ci sono riusciti, neppure con i più accorti salassi, e io la dovrei sacrificare... far uccidere come una bestia?

Agata                  (ritraendosi) Mi stai confermando, o mio padrone, che questa donna ha più potere dei cerusici… padrone mio, pensa bene a quel che fai… io ti sono sempre devotamente vicina e, quando vorrai, faremo il sacrificio…

Giacinto              (entra da sinistra) Padrone… la tua consorte e mia padrona ha ricevuto il tuo messaggio e sta tornando a casa, ma ti chiede che le mandi di nuovo la ballerina…

Agata                  (interrompendo) Nooo! Non lo fare, padrone… non mandarla! Quella ha stregato tua moglie!

Valerio                Basta, strega! Stai zitta! Schiava… hai sentito? Vai a casa mia… che canto farai?

Raffaella              Le canterò dell’apertura dell’Ade, e della festa in cielo quando il mio Dio è ritornato dagli Inferi…

Silvana               Come Proserpina! Il tuo dio non ha fatto niente di nuovo!

Agata                  Padrone… il sacrificio di questa schiava è necessario davvero… lascia che mi occupi io di tutto…

Valerio                Non ti voglio più vedere, vecchia strega! Tu… ti chiami Sebiba, vero? Vai da mia moglie ed accontentala …

Raffaella              Faccio quello che comandi, padrone mio. (Raffaella fa un cenno ai musici ed esce con loro, prendendo il tappeto)

Valerio                Ma stavolta vengo pure io… così certe persone… (volto a metà verso Ferdinando) non le vedrò più! Ahhh! Che soddisfazione! Giacinto, andiamo! (escono)


Primo tempo - Scena Diciottesima

Agata                  Giosuè aveva ragione! Questa schiava è pericolosa… sta stregando pure il suo padrone! Silvana, io la debbo fermare!

Silvana               Ci penserà Diana Tifatina a mandarle un guaio… e poi tu l’hai gia maledetta!

Viola                   Agata, vorresti… di più?

(entrano un gruppo di figuranti nobili che percorreranno adagio il fondo scena, entrando ed uscendo; Viola va da loro con la bambola in braccio, mostrando la collana)

Giosuè                (entra da sinistra) Avete visto per caso quella ballerina? Io la cerco da tempo, ma niente!

Agata                  Giusto tu! Vieni qui, Giosuè… me serve pure un uomo! Voglio fare un rito al dio Mitra per punire quella rinnegata che cerchi… e pure tu, Silvana, mi devi aiutare!

Silvana               Che cosa ti serve?

Giosuè                Io non mi tiro indietro, se questo la farà tacere… per sempre! Ma per il rito ci vuole un sacrificio…

Agata                  Sì, ci vuole proprio… (guarda Viola)

Silvana               Che stai guardando…? (inorridita) Mia figlia? Perché guardi lei?

Agata                  Non abbiamo niente… mi serve proprio lei…

Silvana               Sei pazza! Vorresti forse sacrificare mia figlia? Io…

Agata                  Calmati, non la voglio uccidere… (a voce bassa) mi serve come ara virginale, sarà lei a reggere la vittima che ci manderà Mitra… facciamo presto! Chiamala e falla sedere qui… voi mettetevi vicino a me… e dite così quando vi faccio segno … (parla all’orecchio dei due, poi prende un bruciaprofumi a candela dalla sua sacca e lo dà a Giosuè; terrà in una mano un sacchetto di incenso) Tieni, accendi questa candela e mettila qui davanti!

Giosuè                (accende la candela del bruciaprofumi con un accendino –girandosi in modo da non essere visto dal pubblico–, simulando difficoltà, e la sistema nel bruciaprofumi che poi poserà sul palco) Quest’esca è un poco umida… ecco… no… sì! S’ è accesa!

Silvana               (va a prendere Viola e la fa sedere accanto al fuoco sacro, lei e Giosuè si siedono alle sue spalle, lasciando spazio tra loro) Ecco, assettate qui e impara…! Questo non si fa ogni giorno, è un rito molto potente e difficile!

Agata                  (mette dell’incenso sul fuoco e poi si mette al fianco di Viola) Allora, ascoltatemi bene! Viola, china lo sguardo, viene il dio Mitra, e sentirà tutto quel che diremo… cominciamo!


Primo tempo - Scena Diciannovesima

(faro [basso] su Agata, luci ridotte sul palco; i figuranti si fermano)

Agata                  (a braccia levate, periodicamente aggiungerà incenso colorato sul fuoco sacro)

                          Grande dio Mitra, ascolta questa voce!

Io voglio che il tuo nome sia onorato!

Ti chiedo morte, per chi segue la croce,

nessuno che l’aiuti o sia salvata!

Una tua figlia nacque dopo il mare,

e ti rinnega, è questo che l’accusa!

Servendo te, incominciò a ballare,

adesso adora un altro e ti ricusa!

Ha rinnegato tutto del passato,

e tutti i riti fatti al tempio, a suo piacere!

Adesso è di una religione stralunata,

di un uomo-dio che non si fa vedere!

Deve morire! Ci vuole un segno chiaro,

chi non rispetta Mitra con creanza

deve morire, e con la morte amara,

neppure la consoli dea Speranza!

(fa un cenno verso Giosuè e Silvana ed aggiunge incenso)

Giosuè e Silvana (insieme)

                          Ti s’avvicina, Mitra l’eterno

                          con un coltello ti dà la morte,

                          scendi in galera dentro l’Averno;

                          schiava dannata, questa è la sorte!

Silvana               (a Viola) Viola, dici pure tu!

Agata                  Zitti! Altrimenti si spezza il rito e Mitra non accetta il sacrificio e non manda il suo divino segno… Viola, china la testa di fronte a Mitra, egli ti sta fissando, adesso! (fruga nella sua borsa ed estrae un appariscente coltello, nascondendolo alla vista di Giosuè e Silvana, ma non del pubblico, e lo infila sotto la tunica)

Dio Mitra, accogli questa mia preghiera:

fa’ scendere Sebiba nell’Averno,

con sè portasse la fede menzognera,

entrambe seppellite per l’eterno!

Ritorni pace in questo dolce luogo

morendo questa schiava e la sua fede!

Il sangue suo bruciasse come fuoco,

incenerendo chi le dà ragione e crede!

E se non vuoi che muore di coltello,

Falla morir bruciata dentro a un fuoco,

piena di frecce, ridotta ad un crivello

o per veleno o corda che l’affoga!

Vuole la croce? E croce le sia data!

Spogliata ed inchiodata sopra un legno,

che in questa piazza resti svergognata,

fino quando di Mitra non sia degna!

(fa un cenno verso Giosuè e Silvana ed aggiunge incenso)

Giosuè, Silvana e Viola (insieme)

Ti s’avvicina, Mitra l’eterno

                          con un coltello ti dà la morte,

                          scendi in galera dentro l’Averno;

                          schiava dannata, questa è la sorte!

Agata                  (a Viola) Avanti, chinati con le mani a terra, ed anche voi! (i due si inginocchiano)

Viola                   (eseguendo ed assumendo la posizione di un tavolino) E la mia bambola, dove la metto…?

Agata                  Dammela qua… la metto sulla tua schiena… (esegue)

Grande dio Mitra, senti che domando,

quello che voglio tu fammelo avere!

Io sono serva tua, tutti lo sanno,

or mostra a tutti quanti il tuo potere!

Vieni tra noi, in veste di leone,

spezza, di questa ribelle, vita e sorte,

spaccale il cuore, a questa sporcacciona,

buttale addosso la rete della morte!

Scenda la notte sopra l’impunita,

notte protegga questo rito sacro!

(si abbassano le luci)

Io t’offro il sacrificio di una vita,

come trafiggo questo simulacro!

O grande Mitra, questo mi hai mandato

e faccio questo rito per tuo onore!

Il sacrificio sarà perfezionato:

oggi è di pezza, domani ne avrai il cuore!

(buio sul palco, luce solo su Agata che estrae il coltello e pugnala la bambola, bucando una bustina di succo di pomodoro prima sistemata nella stessa; leva in alto la bambola ed il coltello, ormai sporchi di rosso, mentre Giosuè, Silvana e Viola recitano i versi successivi)

Ferdinando          (simula un malore, viene circondato dai dignitari che gli fanno aria)

Giosuè, Silvana e Viola (insieme)

Ti s’avvicina, Mitra l’eterno

                          con un coltello ti dà la morte,

                          scendi in galera dentro l’Averno;

                          schiava dannata, questa è la sorte!

(la luce ritorna sulla scena)

Giosuè                (ancora chino) Agata, questo è un miracolo! Mitra ha cacciato il dio Sole… si è eclissato a metà giornata!

Silvana               (anche lei ancora chinata) Agata… è finito? Quello era il segno della benevolenza di Mitra?

Agata                  (pulisce il coltello sulla bambola e lo rimette nella veste) Cos’altro vorresti? Non ti basta questo segno così evidente? E’ fatta… Sebiba tra poco sarà come questa bambola! (ride, levandola in alto)

Viola                   (rialzatasi) Ahhh! Mariella… è morta! (la prende e cerca di pulirla)

Agata                  Non è morta, scema! La tua bambola non è mai stata viva!

Giosuè                E allora… il sangue?

Agata                  Segno della potenza di Mitra e della magia del sacrificio… hai mai visto un dio che scaccia il Sole dal cielo?

Silvana               Si, ma quel sangue… da dove viene?

Agata                  E’ il sangue di quella rinnegata! La potenza di Mitra l’ha mandato qui, così il rito si è completato!

Giosuè                Allora Sebiba è morta? Ma il suo corpo, dov’è?

Silvana               Io non ci credo se non lo vedo, freddo e immobile!

Agata                  Tu stai attenta quando parli, a Mitra certe cose non piacciono… andiamo a casa del suo padrone, la troveremo lì! (esce con Giosuè e Silvana; Viola rimane da sola)


Primo tempo - Scena Ventesima

Viola                   (seduta, sguardo fisso nel vuoto, recita a bassa voce, cullando la bambola)

Venite popolo, venite amici miei,

                          guardate il ballo, senza timidezza,

                          vicino a me vi faccio sentir dei,

                          inebriatevi con la mia bellezza!

                          Non troverete mai chi mi sia pari,

                          guardate com’è bianca la mia pelle,

                          io sono figlia del Re dei sette mari,

                          qui sono schiava, ma sono sempre bella!

                          Sono la fonte… la fonte… ho dimenticato il resto! (si china e nasconde la testa fra le braccia)

Silvana               (entra alle sue spalle, recita a bassa voce)

Sono la fonte che sazia la tua sete,

ma non dar spazio a strali di Cupido!

                          Si, dico a te, ti chiudi in una rete,

                          se ti trova tua moglie lì, ti uccide!

(va vicino a Viola, che gradatamente si riprende) Tu ti eri dimenticata la canzone… e io mi ero dimenticata di te, ma solo per un momento… però hai visto come sono subito tornata indietro? Senti, figlia mia, Capua non fa più per noi, vogliamo andarcene a Roma?

Viola                   Quella strega ha ucciso la mia povera Mariella…

Silvana               Non sapevo che intenzioni avesse… ora se ne è andata… ma fammi vedere meglio questa bambola… (esamina la bambola) hm… non si può usare l’unguento armario… ma la ferita non è grave! Vedi che non esce più sangue? ci sono solo delle macchie!

Viola                   Allora lei può guarire?

Silvana               Ma sicuro! Vieni, torniamo a casa, basta con il mercato, per oggi! Le laviamo la ferita con vino ed acqua, poi ci mettiamo la ragnatela, la cenere bianca… e poi tu le cucirai la ferita! Guarda che ti darò l’ago nuovo e il filo di cotone!

Viola                   (si alza e trascina via Silvana) Allora svelta, che aspetti? Corri! Facciamola guarire subito subito!

Silvana               Si, vengo… andiamo, Mariella! (escono insieme)

Ferdinando          (applaude all’uscita delle due)

                         


Primo tempo - Scena Ventunesima

(Simmaco entra da sinistra, lasciandosi guidare da Roberto)

Simmaco            Ecco, questo è un terreno familiare… dov’è la mia pietra?

Roberto               Maestro Simmaco, è qui… siediti!

Simmaco            Sono stanco, dammi dell’acqua…

Roberto               Prendi, maestro… (gli porge una scodella) nessuno ha toccato nulla, qui.

Raffaella              (entra, senza tappeto, senza musici e con un nastro al collo diverso, senza medaglione; userà un tono di voce più basso) Oh, Simmaco… ave!

Simmaco            Sei tu ballerina…? Sai, io ho avuto risposte importanti, al cenacolo… sto pensando che in futuro diventerò anche io cristiano.

Roberto               E pure io… solo adesso sto cominciando a capire com’è il tuo Dio, per te ed anche per me. Ti debbo ringraziare…

Raffaella              Io non ho fatto nulla. Sono solo la serva del Signore, è Lui che opera in me, che si serve della mia apparenza… io ci sono, ma potrei anche non esserci… sono come un fantasma che percorre questa terra al suo servizio, solo Lui è vivo e reale.

Simmaco            Ma come parli strano… però ti capisco… e perché dici questo?

Raffaella              Perché questo è il mondo della vanità. Tutto passa: ricchezza, povertà, padroni, schiavi, guerre, fame, peste… nulla è eterno, siamo polvere, e polvere ritorneremo. Sono passati quattro secoli da quando è venuto sulla terra e tutto è passato… tranne Lui e le sue parole. Chi crede in Lui ha destino di salvezza eterna. E se non credete in Lui sarete perduti! Non aspettate tanto prima di convertirvi!

Roberto               Le tue parole le ha dette anche il saggio che ci ha letto quel Libro…

Simmaco            Sebiba… tu sai tante cose… molte di più di quelle che conosce una donna… sei forse una strega?

Raffaella              Non sono strega e non faccio magie… mi aspettavo che venissi qui, e sono tornata per farti ascoltare il mio ultimo canto… nessuno è degno come te di sentirlo… e poi quando sarà terminato, capirai molte altre cose… anche tu, discepolo. E allora son sicura che quest’idea che hai… che avete, diventerà certezza. Tu farai molto bene agli altri, Simmaco; finora hai aiutato chi ti chiedeva di intercedere per loro per i loro dei; da domani salverai il loro spirito!

Simmaco            Se questa non è magia, è veramente lo spirito del tuo Dio che si manifesta in te!

Raffaella              Taci ora, ed ascolta! Ho poco tempo… (musica da fuori scena)

Io credo nel Dio Padre Onnipotente,

Colui che fu, che è, solo Creatore,

giammai creato e sempre pre-esistente

che si rivela in Cristo salvatore!

Il primo error dell’uomo fu l’orgoglio,

che fece entrar nel mondo morte e male.

Come in un mare azzurro, nero scoglio

causa rovina e lutti e non ne cale!

Soltanto Dio poté ristabilire

la persa pace e amore vivo e vero;

amando l’uomo, volle altresì soffrire,

per fare tutto nuovo il mondo intero.

Con un piccolo Fiore immacolato

lo Spirito di Dio generò l’Uomo.

Figlio del Padre, scevro da peccato,

offrì se stesso, in olocausto e dono.

Ma Dio morir non può, per sua natura,

quand’anche fosse un uomo trucidato;

dopo tre giorni dentro tomba scura

resuscitò, nel mondo rinnovato!

Negl’Inferi discese a liberare

i morti che attendevano la vita;

chi visse con amor, potette andare

a contemplare la Bontà infinita.

Dopo aver vinto morte ed il peccato

or dimora con noi, anche qui, adesso.

Ci chiede amore, come lui l’ha dato:

“Ama il prossimo tuo come te stesso!”

Per darti il modo di capire meglio,

la fede in Lui può fare bene assai:

ferma una guerra chi domanda al Figlio!

Nel nome del Dio vero, tu vedrai!

(termina in piedi con le braccia levate)


Primo tempo - Scena Ventiduesima

Silvana               (entra da sinistra, con Viola che porta la bambola) Sebiba! (la prende e la porta lontano da Simmaco e Roberto, impegnati a parlare tra di loro) La dea Fortuna ha voluto che ti trovassi! Vogliamo andarcene a Roma, stamattina sono stata al tempio di Feronia, per cercare qualcuno che mi accompagnasse… l’oracolo mi ha detto che avrei trovato una persona libera, una schiava! Sei stata affrancata? E’ vero? Vuoi venire con noi?

Viola                   (aggrappandosi al suo braccio) Dici di sì, vieni, ti prego… c’è il carretto pronto a partire!

Raffaella              Posso venire. Sono finalmente libera… e qui ho finito.

Viola                   Uh, come parli strano… e hai cambiato il nastro…

Raffaella              Un ladro ha rubato quel che avevo, ma un… amico me ne ha regalato un altro… questo mi piace molto di più!

Silvana               Allora andiamo! (si avvia) E forza!

Viola                   (esce tirando Raffaella e agitando la bambola verso Roberto) Mariella, saluta tuo padre! (escono entrambe)

Ferdinando          (si muove per seguirle, ma viene trattenuto e dissuaso)

Roberto               (pensoso, che ha risposto con un cenno distratto al saluto di Viola) Maestro… la ballerina ha ritto che guarirai… che ti si apriranno gli occhi e vedrai… ma forse voleva dire altro… questa è una cosa impossibile! Però… se fosse vero, che bellezza!

Simmaco            Quella donna è piena della sapienza del suo Dio… ma credo che hai ragione, Roberto. Per quanto potente Lui possa essere, nessuno può farmi tornare la vista…

Giosuè                (entra da destra) Che stai dicendo, indovino? Ho sentito solo le tue ultime parole… da quale dio sei andato, per chiedere una guarigione così difficile? Neppure Esculapio lo ha mai fatto!

Simmaco            Non mi sono rivolto a nessun dio. Sebiba ha detto che io guarirò …

Giosuè                Sebiba la ballerina? Quella schiava rinnegata che stava qui?

Roberto               Sì… proprio lei…

Giosuè                Indovino, pensi che io sia ubriaco, per dirmi certe scemenze? La ballerina è morta, l’ho lasciata a terra, sulla via Tifatina… le ho tagliato il collo io stesso… continuava a negare Mitra! Ecco… guardate… (si fruga in una tasca e mostra il nastro) ho preso il nastro che portava, come trofeo!

Ferdinando          (ai suoi) Quest’uomo è un assassino! Fatelo arrestare… lo condannerò a morte! Ha confessato in pubblico!

Roberto               E quando l’hai… quando è successo?

Giosuè                Eh… oramai il corpo si sarà fatto pure freddo…

Simmaco            Roberto… Roberto… io adesso… vedo!

Roberto               Maestro… ma che stai dicendo? Sei diventato pazzo? Vorresti dire… che vuoi dire…? Puoi…? (gli si para davanti) Sono davanti a te, mi vedi?

Simmaco            Non è di questo che parlavo! Io adesso veramente non sono più cieco… vedo la gloria di Dio! E adesso capisco che cosa diceva… adesso capisco tutto… !

Giosuè                Ma che capisci? Vorresti anche tu… insomma… adesso parli pure tu con quel suo dio?

Simmaco            Sì. Lo sento... dentro al cuore. Mai ho provato qualcosa del genere… mi ha aperto gli occhi del cuore!

Giosuè                Qualcosa non va… tu dici adesso… ma Sebiba… quando è venuta?

Roberto               Giusto un poco prima che venissi tu …

Giosuè                Spirito! Maledetto fantasma! Dove sei? (girandosi intorno) Fatti vedere, finirò quello che ho cominciato… ti staccherò la testa dal corpo, e vedremo, poi! La smetterai di tormentarci… dove sei? (impugna il coltello che aveva Agata e continuando a girarsi intorno, esce)

Roberto               Maestro… io mi sento tutto strano… non ci capisco più  niente… ma quello che abbiamo visto era uno spirito o era davvero Sebiba?

Simmaco            Che importa, Roberto? (si alza da solo e cammina come in estasi a braccia levate verso un gruppo di figuranti, scansando gli ostacoli sul cammino) L’importante è che è tornata per lasciare il suo messaggio a me… a noi… ha cantato come una creatura divina! Ringraziamo Dio, che mi ha aperto il cuore… ringraziamo  Dio, che oggi mi ha fatto rinascere!

Roberto               Maestro Simmaco, aspetta! Fermati, fatti aiutare… così cadrai! Ma… tu vedi! Tu vedi davvero! Miracolo! Miracolo!

Simmaco            (entra nel gruppo dei figuranti)

Amo il Signore per quel che mi ha dato,

io non sapevo che cosa cercare

ero tra i miseri e Lui mi ha salvato,

per la mia vita lo voglio lodare!

Egli ha ascoltato la mia preghiera,

quando ero preso da funi e lacci,

tristezza e angoscia da mane a sera,

Egli è venuto e mi ha preso in braccio!

Pace è discesa sul mio cuore stanco,

anima e corpo tornati alla pace;

questo miserrimo preso dal fango

vuole lodarti e non è capace!

Il mio Signore mi ha fatto del bene,

mi ha preservato dalla caduta,

mi ha liberato delle catene,

ha ritrovato l’agnello perduto!

Io mi trovavo tra odio ed inganno,

falsa e infedele la gente dintorno;

ora che vedo, io scorgo il mio danno,

d’essere servo di ogni menzogna!

Merita tutto, il mio grande Signore,

ma non conosco il dono perfetto!

Che gli offrirò? I miei beni, l’onore,

o ‘l sacrificio di un mio caro oggetto?

Offro me stesso, siccome io sono,

anima e corpo, com’Egli m’ha fatto.

D’ora in avanti la vita gli dono,

anche se prima ho sporcata coi fatti.

Ho sollevato una coppa d’amore

colma di fede e ringraziamento;

contro il peccato, se pugna è dolore,

offro le pene del combattimento!

Meglio morir che restare sconfitto,

salvami, o Dio, da questo delirio;

per il tuo amore non resterò zitto,

anche se questo vuol dire martirio!

 (i figuranti escono assieme agli attori)

Fine primo tempo


Intermezzo

Ferdinando          (si alza e passeggia sul palco, rivolgendosi ai dignitari)‘E’ incredibile cosa sono stati capaci di fare! Questi sudditi miei meritano proprio un regalo!

Marianna            Maestà… io mi sono commossa! Meritano, e come!

Vittorio                Certo che erano veramente poveri… e poi avere a che fare con tutti quei dei…

Ferdinando          Già… i primi cristiani hanno passato molti guai… quella povera Sebiba… gentile, carina… meno male che l’anno uccisa solo per finzione! E’ vero… che ne dite?

Vittorio                Eh, si Maestà…

Marianna            Forse la Maestà vostra vorrebbe conoscere l’attrice… vedo se riesco a trovarla… permettete! (fa un inchino ed esce)

Ferdinando          E’ proprio vero! Solo le donne capiscono certe cose…! Ah, a proposito… quel dannato mercante…? Arrestatelo!

Vittorio                Maestà… ma lui faceva solo la sua parte… e Sebiba è solo un personaggio, non esiste…

Ferdinando          E che c’entra? Il mercante faceva il personaggio? E io faccio impiccare il personaggio!

Vittorio                Maestà… si sentono rumori… credo che stanno tornando gli attori!

Ferdinando          (sedendosi) E qui mi troveranno! Io non indietreggio davanti a niente è quel che inizio, finirò! (girandosi verso i dignitari) Ehi, voi! Io ho ancora fame e non mi avete portato niente! Volete per caso far morir di fame il vostro Re?

 


Secondo tempo - Scena Prima

Nereo                  (entra da destra, spingendo un carrettino con delle ceste, pezze di tessuto e materiali vari; si guarda intorno) Ah, questa sembra una basilica… allora ci fermiamo, che ne dici, Viola…?

Viola                   (entra, smarrita; sarà truccata come se fosse incinta) Ma io questa non la ricordo… sembra nuova… s’, fermiamoci un poco, prendimi una sedia, per piacere.

Nereo                  (prende uno sgabello dal carretto e lo sistema sul palco) Ecco… adesso ci vuole anche un poco d’acqua… (le dà una borraccia) ti senti bene?

Viola                   (si siede e beve) Grazie, sì… non mi sono stancata, era poca strada…

Giosuè                (entra da sinistra portando una sacca, uno sgabello e assi con cavalletti, porta vestiti logori ed una parrucca incolta) Non vi conosco! Chi siete? Da dove venite? Fate spazio!

Nereo                  (affrontandolo) E neppure io so chi sei! Vattene in pace… si non vuoi che ti faccio conoscere la mia spada!

Giosuè                Te ne approfitti perché sono vecchio, per Mitra! Io non posso lottare contro di te… e tu ne approfitti! Hai preso il mio posto!

Viola                   Sei un mercante?

Nereo                  Allora è questa la piazza del mercato?

Giosuè                No, il mercato non è molto lontano, ma oggi c’è un rito cristiano qui, ci  sarà molta gente… perciò sono venuto!

Nereo                  Viola, allora ci fermiamo qui. Aspetteremo anche noi in questa piazza!

Viola                   Chi sa di quale rito si tratta…

Giosuè                Ma io… il mio posto… tutti vengono qua…

Nereo                  Basta, vecchio! Mettiti di fianco a noi e smettila di piagnucolare!

Viola                   Aspetta, Nereo! Ma tu che vendi, vecchio?

Giosuè                Io vendo le noci. E  ho pure alcuni topi… e tu, che vendi?

Viola                   Allora puoi stare vicino a noi! Noi vendiamo stoffa… ma tu sai che rito devono fare?

Giosuè                (brontolando dispone le sue cose, prendendo il maggiore spazio possibile) Cristiani… loro e le loro processioni… che sciocchezze… il dio Mitra non vuole processioni… (continua a borbottare)

Roberto               (entrando da sinistra) Ecco, vipere, scorpioni che non siete altro! Chi v’ha detto che questo è posto di mercato? Ingordi, per del denaro, non v’importa di profanare un posto sacro! Andatevene, di qui deve passare la processione, via, presto!

Nereo                  (affrontandolo) Ehi, tu, qui c’è un sacco di spazio, c’entra la tua processione ed anche il mio banco, hai capito, idiota? Io non mi muovo e non mi allontano di un braccio! E poi, tu chi sei, per comandare in questo modo?

Roberto               Io sono il diacono della Basilica! E ti dico che non puoi rimanere qui!

Nereo                  E io ti rispondo che non me ne vado! Vediamo adesso che fai… vuoi lottare con me? E provaci, chierico della mala ora! (assume posizione di combattimento)

Giosuè                Ehi tu, stai fermo con queste mosse… la gente s’impaurisce, scappa via… e io non vendo niente! E tu, sacerdote… che fai qui, invece di partecipare al rito?

Roberto               Sono il diacono, ho detto! Devo tenere aperta la Basilica per quando arriva il Vescovo con la processione… senza ce qualcuno rubi qualcosa! E voi non potete stare qui! Andate via!

Viola                   Nereo… lascia stare questo religioso… sposta un poco la carretta, per fare spazio… mettila dietro l’angolo…

Nereo                  Chierico, ringrazia la mia sposa! (a Viola) Faccio come vuoi tu… però monto qui il banco … (esce con il carretto; ritornerà ad intervalli in scena con assi, cavalletti e mercanzia per montare un banco di mercante, poi si siederà a fianco di Viola)


Secondo tempo - Scena Seconda

Roberto               (a Viola) Eppure la tua faccia credo di averla già vista! Sei una nuova fedele? Sei stata battezzata qui?

Viola                   No, sono tornata giusto oggi… veniamo da Roma… abitavamo con mia madre, che è morta da poco…

Roberto               Ah, da parenti, qui?

Viola                   No, nessuno… ce ne siamo dovuti scappare per avere un pò di pace… nonpe’ me, ma per Nereo… (fa un cenno verso Nereo)

Roberto               Forse ho capito. Tuo marito sembra gladiatore affrancato… dove vi siete sposati?

Viola                   A Roma proprio non potevamo stare più… non è facile affrancarsi e il suo vecchi padrone potrebbe riprenderlo… così ci è mancato il tempo per… siamo cristiani, ma non ancora sposati … (distoglie lo sguardo)

Roberto               Peccatrice! Tu vai all’Inferno se non ripari… se nono riparate subito…!  Come fai a dire che sei cristiana… zitta! Stanno arrivando!

(entrano da destra alcuni figuranti che si pongono in attesa sulla sinistra)

Giosuè                Venite qui bella gente! Vendo noci saporite ed ho pure i topi per i vostri ragazzini!

(suono crescente di tamburi, con coro salmodiante indistinto, che poi diviene comprensibile: entrano da destra due portatori di turibolo, poi due tamburi, due portatori di un quadro della Vergine, ed infine il baldacchino portato da sei penitenti in cappa e cappuccio con Simmaco vestito da Vescovo. La processione attraverserà il palco salmodiando, e si fermerà con i turiboli agli estremi; al centro l’immagine della Madonna e il baldacchino, sul fondo i figuranti)

(Roberto si inginocchia al centro del palco rivolto al quadro; il ritmo della recita ricalca la metrica del “Dies Irae”)

Penitenti             Santa Madre benedetta,

“Gratia Plena” tu sei detta,

del Signore sposa eletta!

Simmaco            Madre Santa del Creatore,

figlia e madre del Signore,

sempre a te sia gloria e onore!

Sovrumana creatura,

santa Madre sempre pura,

tu confondi chi t’oscura!

Di Nestorio il grosso errore

tu redimi, per favore,

grande grazia del tuo core!

Penitenti             Santa Madre benedetta,

“Gratia Plena” tu sei detta,

del Signore sposa eletta!

Simmaco            Chiedi grazia al divin Figlio,

che ci scampi dal periglio,

del demonio tristo artiglio!

Il Creator fatto persona,

vero Iddio e non icona,

Questa è tua regal corona!

Tu che sei del Ciel regina

al tuo Figlio ci avvicina,

regal stella del mattino!

Penitenti             Santa Madre benedetta,

“Gratia Plena” tu sei detta,

del Signore sposa eletta!

Simmaco            (imponendo silenzio) Exultate, popolo! Fratelli in Cristo, laudate et benedicite Iddio per luce del Santo Spirito che Egli ha voluto mandare ai padri del Concilio! La Santa Assise giuntata a Efeso nell’anno domini quattrocento ventotto, ha condannato l’errore dell’eretico Nestorio, anche se patriarca di Costantinopoli! Laudate l’Imperatore d’Oriente Teodosio Secondo e il sommo padre Cirillo, patriarca di Alessandria, che hanno fortemente voluto questa Santa Assise! Abbiamo anche ricevuto la Bolla Imperiale che conferma la divina maternità della Vergine Maria, alla quale è stato restituito il titolo di “Theotokos”, del quale nessun vero fedele della Santa Madre Chiesa ha mai dubitato! Nestorio è stato scomunicato, come i seguaci della sua dottrina, falsa e diabolica! Anatema su Nestorio e scomunica totale et perenne a chi non segue la dottrina della Santa Madre Chiesa! Exultate, popolo! State in letizia per la ristabilita verità! Questo sia un di grazia particolare per tutti quanti, sotto la protezione della Vergine, delle luce dello Spirito Santo di Dio e dell’amore di Cristo! Exultate, popolo!

(i figuranti applaudono)

(riprendono i tamburi; Roberto va vicino Simmaco mentre la processione si riavvia per uscire a sinistra)


Secondo tempo - Scena Terza

Roberto               Padre Simmaco, grandissimo Vescovo! C’è qui una coppia in peccato! Un peccato gravissimo! Si devono confessare con urgenza!

Simmaco            Bravo Roberto, hai ragione… ma la processione non si può fermare! Siamo quasi arrivati, rimettiamo il quadro a posto, benedico il popolo e poi procederemo… forza, dammi il tuo braccio, mi serve aiuto per i gradini!

(riprende il salmodiare dei penitenti, tutti escono a sinistra, meno un gruppo di figuranti; da essi si staccano Letizia e Agata, gli altri vanno ai banchi)

Letizia                 Che cosa noiosa! M’aspettavo qualcosa di più importante… quando si fanno i Misteri di Mitra è un’altra cosa! E poi quello parla difficile, non ho capito niente… no, cara Agata, questa religione non fa per me! Non si può fare questo e non si può fare quello…! Meglio Magna Mater!

Agata                  Eppure ti dico, aspetta… io non sono stata convinta e non voglio convincere te, al momento giusto, capirai e vedrai!

Letizia                 E tu che cos’hai capito e che hai visto?

Agata                  (sospiro) Tanto tempo fa ho visto una bella ragazza… sgozzata… che dopo la sua morte è andato da Simmaco, che era cieco, allora, e gli ha preannunciato la guarigione, in nome di Dio!

Letizia                 Ancora questa storia! Tu sogni, vecchia! Forze dormivi pure allora…

Agata                  Domanda a Simmaco! E pure Giosuè stava con me… chi meglio di lui può dirti … (tace guardandosi intorno)

Letizia                 Va bene, dopo… aspetta, m’interessa quel pezzo di tela … (va da Viola)

Giosuè                (va vicino a Agata) Per Mitra, t’ho sentito! Tu la devi smettere, hai capito? Non dimenticare che eri tu quella che la teneva, mentre io… sei complice!

Agata                  Lo so bene, è una vita che pago quell’errore… ogni notte vedo i suoi occhi… lucidi e pieni di felicità… anche quando si sono spenti… brillavano sempre come le stelle… io non dormo da allora… vivo ogni giorno le pene dell’Averno!

Giosuè                Non m’interessa! Devi stare zitta o… farai la stessa fine! (ritorna al suo banco)

Simmaco            (esce con una semplice tunica, rivolgendosi ad Agata) Sei tu la donna in peccato? Ti vuoi confessare con il tuo Vescovo?

Agata                  Io… si, Vescovo… ho un grosso peccato sulla coscienza… io… non ho ucciso, ma ho aiutato…

Giosuè                Io ti ammazzo! (gira intorno al banco e corre verso Agata con le mani levate)

Nereo                  (scatta anche lui e immobilizza Giosuè) Ahò, bello! E fermati! Volessi fare del male a una donna, che è anche anziana?

Viola                   Nereo, stai attento…!

Letizia                 Magna Mater, proteggici!

(i figuranti mostrano timore ed escono)

Giosuè                Per Mitra, lasciami!

Simmaco            Fratelli, calmatevi! (a Giosuè) Tu che strilli, non peggiorare i tuoi peccati! Vieni vicino a me… io non sono un Tribuno, non ti minaccio… tu, lottatore, lascialo…

Nereo                  (esegue) Guarda che io ti seguo da lontano… e non ci metto niente a ritornare… (ritorna da Viola e la tranquillizza)

Agata                  Giosuè… questo è il momento di toglierci quel peso dal cuore!

Giosuè                Io non sento niente! E quel che ho fatto, lo rifarei!

Ferdinando          (rivolgendosi ai dignitari) Lo vedete? Personaggio o no, costui deve essere impiccato! Non ci può essere perdono o pietà, per uno come lui!

Simmaco            (riprende) Donna, allora hai fatto male a qualcuno?

Roberto               (entra e raggiunge Simmaco)

Agata                  (indica Giosuè) Quell’uomo ha ucciso una schiava che non voleva rinnegare Cristo… e io l’ho aiutato. E’ stato tanto tempo fa, ma da allora non riesco a togliermi la scena dalla mente…

Roberto               (sgomento) Gesù aiutaci! Vi dovete pentire di questo peccato e fare una grossa penitenza!

Simmaco            Povera gente… Roberto, costoro sono penitenti da quando hanno peccato… venite con me, preghiamo insieme, dopo vi sentirete meglio…

Giosuè                (ritorna borbottando al suo banco)

Viola                   Vecchia… ma chi era… ricordi come si chiamava quella schiava?

Agata                  Si chiamava Sebiba… Vescovo… è lei, la schiava che ti ha fatto ritornare la vista…

Viola                   (dal suo posto) Sebiba? Ma che scemenze state dicendo? Quella è venuta con me e la buon’anima di mia madre quando siamo partite per Roma, ricordo bene, anche se ero piccola! Poi non so che fine abbia fatto, lì… quando siamo arrivate se n’è andata all’improvviso!

Giosuè                Era uno spirito! E’ scomparsa!

Roberto               Ah… sì… adesso mi ricordo anche io…

Simmaco            Io non l’ho mai dimenticata, con quella sua dolcezza, e quella fede formidabile… ma voi siete stati travolti dal demonio …

Agata                  Sì, Vescovo, è stato un peccato grave… io sento come un muro tra me e Dio… poi ho fatto tanti peccati… a Dio lo sento sempre più lontano…

Roberto               Vescovo, pure quella mercante e… il suo uomo sono peccatori! Non sono sposati e lei è…

Simmaco            Solo chi è senza peccati può gettare la prima pietra, Roberto! Non maltrattare la gente, perché sarai maltrattato da Dio! Forza, voi che volete fare pace col Signore… venite con me nella Basilica…

Viola                   Io vengo subito, Vescovo! (a Nereo, allegra) Vieni pure tu… ci facciamo sposare!

Nereo                  E il nostro banco?

Letizia                 Ve lo guardo io! A me piace tanto questa roba!

Nereo                  (minaccioso) Ahò, senti, donna… qualcuno ci ha provato a rubare da me… ma nessuno l’ha scampata… e ha pagato tutto, con gli interessi!

Letizia                 Puoi stare sicuro, io non rubo… però quando ritornate, per Diana, mi regalerete questo pezzo di tela!

Agata                  Vescovo, vengo anche io… non reggo più questo peso… sono quindici anni che me lo porto addosso… sono stanca, non ce la faccio più …

Simmaco            Venite da me, voi che siete stanchi e affamati, e io vi ristorerò, dice il Signore… Roberto accompagnami, mi serve una mano per il matrimonio… (esce con Roberto)

(li seguono Agata e poi Viola e Nereo, abbracciati)


Secondo tempo - Scena Quarta

Giosuè                Ma quando finisce questo rito? Perché questa gente è ancora dentro?

Letizia                 Mercante… ma è vero quello che hai detto? L’hai uccisa veramente a quella? E… ti piace questo taglio? Ci potrei fare un bel grembiule, che dici? Il colore va bene per una della mia età? Poi applico una cintura rosa, con due conchiglie…o forse… no, i fiori vanno meglio… me li metto pure sui capelli…

Giosuè                Per Mitra, stai zitta! Io non mi sono sposato per non avere chiacchiere nelle orecchie!  Qui il fatto è serio! Nessuno viene a comprare e i miei topi moriranno di fame! Poi quella pettegola… sta vuotando tutto il sacco davanti al Vescovo… lei non conta niente… ma il Vescovo sì!

Letizia                 Hai ragione! Si lui parla con i Tribuni, lo ascolteranno… potrebbe anche testimoniare contro di te!

Giosuè                E’ questo che sto pensando… il Vescovo deve tacere… per sempre!

Letizia                 E come vorresti fare…? Forse vuoi uccidere pure lui?

Giosuè                No… e poi lo dovrei fare subito… ma con la Basilica piena… non posso!

Letizia                 Allora lo devi screditare, davanti a tutti!

Giosuè                Sì… so chi lo può fare! Conosco una persona importante… voglio andare a parlare con lui… tu guardami le noci, poi ti faccio un bel regalo… hai capito che vengo subito?

Letizia                 Sì, tanto sto guardando anche questo banco…

Giosuè                Se pensi di imbrogliarmi, farai una brutta fine… ma tanto qui non vene nessuno… (esce)


Secondo tempo - Scena Quinta

(entra un gruppo di comparse, che inneggiano a Viola e Nereo sposi)

Ferdinando          (applaude in piedi, unendosi alle acclamazioni) Viva gli sposi!

Viola                   (entra al braccio di Nereo) Grazie, grazie… anche se non ho il vestito da sposa, mi sento lo stesso una regina…!

Nereo                  Grazie, gente… gli auguri ci fanno piacere… ma il pranzo di nozze non l’abbiamo preparato!

Simmaco            (entra al fianco di Roberto) Cari fratelli, è bello che diate gli auguri agli sposi, ma sarebbero migliori gli auguri per essere tornati nella Chiesa, riconciliati con Dio! Questi sposi gli hanno promesso che non lo lasceranno più, ed anche voi non allontanatevi da Cristo, che è sempre vostro amico, nonostante guai e disgrazie che potete subire! Ditelo anche ai vostri figli… provate quanto è bello quando tutta la famiglia è in grazia di Dio! E’ il Paradiso in terra, non guardate ai falsi idoli che vi promettono ricchezza e successo! La pace nel cuore è l’unica cosa che conta, e chi la prova, lo sa bene!

Agata                  (entra) Grazie, Vescovo! Io mi sento rinata! Ho passato le pene dell’inferno… e ne sono uscita! Poveri quelli che ci vanno davvero… pure se fossero pene miti, sopportarle per l’eternità è insopportabile!

Roberto               Donna, l’inferno è fuoco vivo, come ha detto il Signore Gesù Cristo… i dolori si sentono e come!

Nereo                  (andando al suo banco) Allora, paesana! E’ venuto qualcuno?

Letizia                 Nessuno! Guarda, pure quello che vende le noci è andato in giro… ma io ti ho guardato la roba, e tu mi devi dare un taglio di tela!

Viola                   (andando al suo banco) Fammi vedere quale ti piace… (parlano tra loro)

Agata                  (andando al banco di Viola) Aspetta, sposa… come ti chiami? (parlano tra loro) 

Simmaco            Cari fratelli, pure nella vita comune, quando comprate e vendete, offrite ogni azione al Signore! Ogni respiro, ogni momento, pensate che Lui è al vostro fianco, e regalategli tutte le gioie e le sofferenze!


Secondo tempo - Scena Sesta

(suoni di tamburello e flauto in crescendo; entra da destra Egisto, con due sacerdotesse al fianco in sontuose tuniche con strascico (stesso modello, ma in diverse tonalità di colore), due schiavi che portano ciascuno un vaso basso, due musici ed altri figuranti. Le sacerdotesse portano un’anfora ciascuna; nella seconda ci sarà dell’acqua)

Giosuè                (entra dietro il corteo di Egisto e ritorna al suo posto)

Egisto                 (fronteggiando Simmaco) E’ finalmente venuto il momento di dirti quel che penso di te, profeta di questo nuovo dio inutile e bugiardo! Tu non perdi occasione per sottomettere la gente, solo per arraffare denaro! Ma oggi hai esagerato, con questo rito per tutta Capua! Io ti fermerò per sempre!

Simmaco            Tu puoi solo uccidermi e fermerai me, non Dio!

Roberto               Ma tu chi sei, che ti permetti di parlare così al Vescovo?

Egisto                 (rivolgendosi al pubblico) Fedeli di Mitra, egli finge di non sapere io chi sia! Ti toglierò questa scusa, senti: io sono Egisto, oracolo e sommo sacerdote del dio Mitra! La sua forza è nota a tutti, è invincibile, sempre presente e i suoi Misteri sono straordinari! Egli è talmente potente che io ho bisogno di cinque o sei sacerdotesse per soddisfare i suoi desideri, quando entra dentro di me per parlare ai suoi fedeli!

Simmaco            Frati miei, sappiate che questo è un dio falso e crudele! Solo in Cristo, che ha sofferto senza limiti per la vostra salvezza, troverete la speranza della vita eterna, e chi non crede a Lui è condannato!

Egisto                 E tu, solo parlando di speranza futura, lasci questa gente a vivere da miserabili, senza nessuna felicità, senza oracoli, senza nessuno che li curi, sempre mortificandoli? Ma io ora vi mostrerò la sua ipocrisia! Dici, chi ha fabbricato questa Basilica? Dove hai preso il denaro?

Simmaco            L’ordine l’ho dato io, e il denaro viene da tutti i fedeli, per la gloria di Sancta Maria Madre di Dio! Questo fatto è noto a tutti, in città e campagna, e si sa che tanti artisti hanno lavorato senza pretendere il pagamento, anche chi ha fatto il mosaico nella volta!

Egisto                 Tu sei un illuso! Li ha fatti faticare per niente! Casa gli offri tu? Venite qui, gente, io vi dono il sangue di un toro, sacrificato proprio adesso a Mitra, e vi regalo forza, salute e ricchezza! Forza, popolo, vieni da me… e tu, sacerdote inutile, guarda chi sceglieranno, tra me e te! Sacerdotesse!

(le sacerdotesse si portano al proscenio, con movenze allusive; i figuranti faranno tutti ala alle due, ed anche Giosuè si porterà vicino a loro)


Secondo tempo - Scena Settima

Simmaco            Fedeli dell’unico Dio, queste sono creature del demonio! Non le ascoltate!

Egisto                 Silenzio, zitto! Noi eravamo qui prima di te! Perché sei venuto a tormentarci? (a un cenno di Egisto, si avvia la musica) Sacerdotesse, cominciate il rito!

Silvia                  Io porto il sangue d’un vitello nero

ch’ è stato, poco fa, sacrificato;

lo tengo al caldo col corpo e col respiro;

bello e pastoso, non solidificato!

Son io che scelgo e curo l’animale

da quando nasce, fino a che è maturo;

subito scarto chi si facesse male,

si può sacrificare solo il puro!

E poi domando a dea Selene in cielo

qual’animale a Mitra è più gradito;

li vado a ornare con del sacro velo,

il primo che lo perde, è il preferito!

Quell’animale è il meglio che ci sia,

ed ha del sangue ricco e profumato!

Viene portato al tempio, in allegria,

ed è, davanti al dio, sacrificato!

Rosa                   Invece io raccolgo la rugiada;

son la sacerdotessa delle rose,

la manda Diana, dalle sue mani cade,

quando Selene è dalle nubi ascosa!

 

Acqua lustrale pura come gemma,

rende pulito il sacrificio al dio.

E come l’oro vien pulito a fiamma,

così pulisce il corpo, l’acqua mia!

Fedeli amici, non v’accostate al rito,

prima purificatevi in persona!

Prima prendete l’acqua della vita,

e dopo il sangue, insieme agli altri doni!

Perciò, venite prima a questa fonte,

e ricevete l’acqua sulla faccia,

e quando poi sarete tutti pronti,

chinate il capo e issate su le braccia!


Secondo tempo - Scena Settima

Egisto                 (si porta al proscenio tra le due sacerdotesse, braccia tese in fuori, come un saluto romano a due mani; le sacerdotesse pongono davanti a loro i vasi e lo imitano)

                          Ecco il dio Mitra che s’ incarna in me!

Fate silenzio e datemi obbedienza!

Scende per voi dal cielo Mitra, il Re

che dà ricchezza, forza e la potenza!

Mitra vi parla usando la mia voce:

“Fate il mio rito come vi comando,

ed impegnatevi in quello che mi piace;

avreste un figlio maschio per ogni anno!

Vi eviterò la peste e carestia,

avrete dieci volte il seminato,

il gregge non soffrirà la malattia,

e se ci sarà la guerra, la scampate!

Davanti a me mettetevi in ginocchio!

E se qualcun di me ne parla male,

e mi ricusa o mi scaglia il malocchio,

sgozzatelo per me, come animale!”

Ferdinando          Madonna del Carmine, aiutaci! Che impressione!

(le due sacerdotesse si pongono su un ginocchio; i due schiavi le raggiungono e si pongono in ginocchio accanto a loro, protendendo i loro contenitori; anche Giosuè si fa avanti e si china, come qualche figurante)

Egisto                 Venite tutti quanti a questo rito,

o voi che il sacro Mitra rispettate;

prendetevi quest’acqua della vita,

venite a me, che vi purificate!

Rosa                   Acque con rose rosse consacrata,

vi farà degni d’accostarvi al dio,

venite avanti, forza! Che aspettate?

Dopo godrete tutti in compagnia!

Ferdinando          (fa per alzarsi, ma viene trattenuto dai dignitari)

(la seconda sacerdotessa versa dell’acqua nel vaso dello schiavo vicino che poi egli protende ad Egisto; quest’ultimo, servendosi di un rametto che è già nel vaso, asperge chi gli è vicino; alla fine lo schiavo riprende la sua posizione)

Egisto                 Un pò di sangue ti darà potenza,

ricchezza e contentezza come mai;

dio Mitra ti vuol bene e ricompensa

chi sta con lui e non lo lascia mai!

Silvia                  Venite allora, il dio sarà contento,

facciamo presto a chiudere i preludi;

quanti più siamo, è meglio il godimento,

perché saremo al tempio tutti nudi!

Ferdinando          (fa per alzarsi nuovamente, ma viene scoraggiato dai dignitari)

Roberto               Egisto, e tu dici che il Vescovo è lussurioso? Ma le senti le cose che dicono queste due… sacerdotesse? Dove hanno imparato queste cose?

Simmaco            Signore Dio, ferma questa pazzia, non permettere che tanta gente venga tentata da satana… Signore, per i meriti del tuo Figlio, accogli questa preghiera! Tu, che ci hai salvati dagli avversari, hai confuso i nostri nemici, aiutaci, le nostre sole forze non bastano!

(la prima sacerdotessa sorridendo in modo provocante inclina la sua anfora per versare il sangue nel vaso dello schiavo vicino, e dimostra prima sorpresa, poi paura, nel vedere che non esce nulla)

Silvia                  Potente sacerdote, il sangue è sparito! 

Giosuè                Il sangue è scomparso! Mitra si è allontanato da noi!

(meraviglia e sgomento generale; Ferdinando si segna)

Egisto                 (padroneggiando la situazione) Zitti! Parla l’oracolo del dio Mitra! Ascoltate! Lui mi ha preannunciato questo grande fenomeno, questo sacro e meraviglioso segno! Egli non vuole mostrare qui la sua grandezza, ci vuole invece tutti al suo tempio, per un nuovo sacrificio! Lì avrete sangue in abbondanza per tutti! Seguitemi!

(il corteo di Egisto si ricompone ed esce, alcuni figuranti lo seguono; i figuranti nobiliari rimangono in scena)      

Roberto               Vescovo! Il sangue dei sacrifici è scomparso! E’ un miracolo! Ed è tutto merito vostro!

Tutti                   (raggiungono Simmaco, gridando al miracolo; Ferdinando inneggia anche lui; Giosuè e Letizia si tengono da parte)

Simmaco            Roberto, che dici? (impone il silenzio) Fedeli del Dio vero, non dovete pensare come Roberto… io non ho fatto niente… è stata la volontà di Dio a fermare quella cerimonia barbara e blasfema! Come l’ho pregato che intervenisse, così adesso andiamo a pregarlo per quelle povere anime… forse Iddio aspetta solo la nostra preghiera per illuminarle… (esce accompagnato da Roberto e da alcuni figuranti; i mercanti ritornano ai loro posti)


Secondo tempo - Scena Ottava

Viola                   Nereo, che giornata… sono proprio stanca… vogliamo cercare una locanda?

Agata                  Povera sposina! Tu mi devi sempre perdonare per quel che ti feci, quando eri piccola… venite a casa mia… è qui davanti, potete sistemare il carretto nel portone, lo spazio c’è e il banco potete sorvegliarlo dalla finestra… io sono sola… troppo sola certe volte… mi farebbe davvero piacere se veniste…

Viola                   Grazie, Agata… e io ti ho già perdonato… Nereo, che ne dici? A me piacerebbe…

Nereo                  Come vuoi tu, sposina bella… (a Letizia) tu, donna… aiutami a caricare le stoffe sul carretto, il banco invece lo lasciamo …

Viola                   Sì… così domane è già montato… (porge i tessuti a Letizia, che li passa a Nereo, il quale li porta fuori scena, fingendo di caricare il carretto)

(mentre si svolge la scena, Giosuè si avvicina a Agata)

Giosuè                Allora, sei contenta, adesso? Hai vuotato il sacco col Vescovo!

Agata                  Ma io non ne potevo più… e solo così ora sono in pace con la mia coscienza e con Dio… mi sento come se fossi più leggera…

Giosuè                E io per causa tua ho perduto il nuovo sacrifico a Mitra! Forse hanno preso due tori, invece di uno… che cosa grande… e io non posso andare!

Agata                  Ma vai, chi ti tiene?

Giosuè                Io so cosa sei capace di fare… tu devi fare un sortilegio per me… adesso!

Agata                  Neppure per sogno! Io proprio ora ho fatto pace con Dio! Tu sei pazzo! Vattene!

Giosuè                O fai quello che dico io… o ucciderò la ragazza incinta!

Agata                  Non puoi fare questo! E poi, non hai paura del marito?

Giosuè                Hi! Pure lui è fatto di carne… basta pigliarlo di dietro, a tradimento… e poi lei la sgozzo, in onore di Mitra… come feci allora… doppio sacrificio… anzi… sono tre!

Agata                  Tu sei un pazzo! Non hai paura del giudizio di Dio?

Giosuè                Il mio dio si chiama Mitra, a lui piace il sangue… mi farà tornare ricco un’altra volta! Allora?

Agata                  Lascia stare la sposa… che te serve?

Giosuè                Mi serve che il Vescovo non parla col Pretore…

Agata                  (Viola e Nereo ritornano) Sti zitto, hanno finito! Aspetta qui, ci vediamo dopo… e che Dio me perdoni!

Viola                   Allora, Agata… qual’è la strada?

Agata                  Ecco, venite con me… (a Nereo) tu che sei forte, porta il carretto… (esce con Viola e Nereo)

Letizia                 (con un pezzo di tessuto in mano) Ehi, v’aspetto domani… e grazie! (a Giosuè) Hai visto? Mi sono guadagnata il pezzo che volevo!

Giosuè                Tu potresti guadagnare ancora parecchio… basterebbe volere!

Letizia                 Vai in quel vicoletto… quello lì, lo vedi? C’è una locanda piena di donne come vuoi tu!

Giosuè                Ma no, che hai capito? Ad Agata serve una donna per un rito… è un canto di ringraziamento… ha invitato pure me… (prendendola per un braccio) e dai, è un bel rito, non ti pentirai e dopo avrai anche un regalo …

Letizia                 No, io non voglio cantare, e lasciami! (si divincola ed esce)

Giosuè                Che donna fortunata! Ti sei salvata… per ora! (esce)

Ferdinando          Lo vedete? Il vostro Re ha sempre ragione! E voi a suggerire calma, prudenza, tutti a dire che non è vero! Negate forse questa evidenza così lampante? Quello deve essere impiccato, non c’è momento in cui non voglia uccidere qualcuno! E’ un assassino!


Secondo tempo - Scena Nona

Roberto               (entra da sinistra con Simmaco) Vescovo Simmaco, non ci sono più… sono rimasti solo i banchi!

Simmaco            Hai ragione, Roberto, ma chi ha lasciato il banco solo, non è lontano!

Giosuè                (entra da destra) Ahò, voi due, via dal mio banco! Vi ho sentiti! Volevate rubare le mie noci, eh?

Simmaco            No, fratello mio, non ci servono, abbiamo tutto.

Giosuè                Tu sei il Vescovo, vero? Cosa sai di me?

Simmaco            Fratello mio, io so solo che sei un peccatore come a me, e che abbiamo entrambi bisogno della misericordia di Dio!

Roberto               Vescovo, quest’uomo è quello che ha ‘a…

Simmaco            (interrompendo) Lascia perdere, Roberto! E’ solo un povero peccatore, come me e te… non serve sapere altro. Se deciderà di ricorrere al perdono di Dio, sarà meglio di me. Lui almeno si può confessare agevolmente… io posso andare solo dal Vescovo Paolino a Nola, e c’è tutta quella strada, da fare!

Giosuè                Allora tu non sai niente?

Simmaco            Te l’ho già detto, fratello mio. A me le cose della terra non importano, a me interessano solo le anime. E se ti confessi, quello che dici, lo dici a Dio, per me resterà un segreto, che mi porterò nella tomba.

Giosuè                Non ci credo!

Roberto               Ma tu credi a Dio?

Giosuè                Io credo a Mitra! Quand’ero giovane mi ha fatto ricco, poi si è dimenticato di me…

Simmaco            Il tuo dio non esiste. Tu stesso lo senti …

Agata                  (entra da sinistra) Giosuè! Oh… Vescovo, scusate… stavo aspettando quest’uomo…

Giosuè                Ah! E lei che ha fatto, neh, Vescovo?

Simmaco            E’ una peccatrice come me e te… però ora la sua anima è pulita, e ciò che mi ha detto non posso dirlo a nessuno… l’ho dimenticato!

Giosuè                Allora se io facessi come lei… quello che dico non lo puoi ripetere a nessuno? Neppure a un giudice… o al Prefetto o al Console?

Roberto               Neppure se lo torturano lo può dire!

Simmaco            Proprio così. Allora, ti vuoi confessare e fare pace con Dio?

Giosuè                E che cosa avrei, da questo Dio, se lo facessi?

Simmaco            Ti regalerà l’amore, la pace nel cuore e la vita eterna!

Agata                  E’ così! Proprio come ti dicevo io!

Giosuè                Ma non mi farà ricco?

Simmaco            Noi cristiani siamo chiamati bugiardi, eppure diciamo la verità; sconosciuti, eppure tutti ci conoscono; malati, e invece viviamo; castigati, ma non moriamo; afflitti, ma sempre contenti; poveri, ma facciamo ricchi un sacco di gente; siamo quelli che non hanno niente e invece abbiamo tutto!

Giosuè                Io non so che devo fare… Mitra lo capisco… ormai so tutto… ora dovrei ricominciare da capo, come se fossi ragazzino…

Roberto               Vescovo, fammi dire una cosa… Giosuè, pare che tu stai facendo un piacere a Dio, ma guarda che il piacere è Lui che lo fa a te! Ti ha guardato e ha deciso di darti un barlume di luce, perché tu possa intravedere senza essere abbagliato… ricorda quando eri piccolo, non capivi nulla di quello che tuo padre si aspettava da te… ora cosa vorresti capire? Puoi solo rispondere…

Simmaco            Se dici “sì”, ci sarà festa in Cielo… o rimani come adesso… e Lui continuerà, con la sua pazienza, a bussare alla tua porta, fino alla fine dei tuoi giorni… vieni con me, ti spiego alcune cose che ti aiuteranno a decidere… ma la scelta sarà sempre tua! (prende Giosuè al braccio ed escono insieme)

Agata                  Ringraziamo Dio! Diacono… dimmi una cosa… (avvicinandosi a lui, con basso tono di voce) ma fare una fattura è peccato, vero?

Roberto               E che me lo chiedi a fare? Tutto ciò che non puoi dire a voce alta, quello che non può essere mostrato alla luce del sole, tutto ciò che è nascosto, è peccato! Ma anche se ti nascondi, Lui ti vede sempre, non dimenticarlo!

Agata                  Ecco… ma se una è costretta… per evitare, che so… di far morire qualcuno… pure è peccato?

Roberto               E tu chi sei, per dire che muore qualcuno? Se Dio non vuole, le frecce si sviano, il coltello sbaglia, la fune si spezza… non si può fare il male dicendo che è per un bene futuro!

Agata                  Sì, ma… in questo caso il coltello è già vicino al collo…

Roberto               Comunque il male non si deve fare. Ti uccidono? E che ti tolgono? Tutti dobbiamo morire, non sappiamo quando… e se fosse quello il momento decretato da? Nessuno è mai sazio di vivere, vediamo sempre un futuro… ma un giorno il futuro camminerà senza di noi! E tu, non sapendo niente, volessi fare il giudice?

Agata                  Ma un altro potrebbe fare del male e uccidere…

Roberto               Sono fatti e peccati suoi. Tu non fare mai il male. Chi dovesse uccidere subirà il giudizio di Dio. E chi fosse ucciso, sarà un martire… ed accolto prima in Cielo. Io pure sono peccatore, ma vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo della mia vita… forse è scritto che morirò tra poco…, che ne so?

Agata                  E’ vero. Grazie… vado a cucinare qualcosa ai due sposi… com’è bello stare con la pace nel cuore! (esce)


Secondo tempo - Scena Decima

Rosa                   (entra con un mantello che la copre completamente) Tu, sacerdote…

Roberto               Io mi chiamo Roberto e non sono ancora sacerdote… e tu chi sei? Ti serve qualcosa da me?

Rosa                   Io t’ho visto poco fa, quando c’era il Vescovo e il sacerdote Egisto… e pure tu hai visto a me!

Roberto               Può essere… ma se non togli questo panno dalla faccia …

Rosa                   Non me la posso togliere. Nessuno mi deve vedere… io sono venuta qui solo per te!

Roberto               A me non piacciono le cose nascoste… dimmi, cosa vuoi?

Rosa                   Io ho bisogno d’aiuto… sono sola, senza marito e non ho figli… dormo in un tempio… e ho sempre fame… e non faccio niente di nascosto… solo che ho vergogna!

Roberto               Poverina! Ti posso dare un sacco di grano, ti va bene?

Rosa                   E che me ne faccio? Non ho dove conservarlo, non ho una cucina mia… lo dovrei vendere… ma tu sai che se una donna va al mercato da sola…

Roberto               Vai e mettiti vicino ad un’altra donna, tra voi potrete darvi una mano…

Rosa                   E perché al mercato non ce vieni tu? (si avvicina a Roberto) Dice che i cristiani sono bravi con la… ci vuole poco… poi, se mi aiuti… ti ricompenserò! Tu dammi il grano… (si scopre la testa e scuote i capelli)  dove lo tieni?

Roberto               E non fare così… ora ti è passata la vergogna?

Rosa                   Ma non c’è nessuno!

Roberto               Il grano è nella cucina della sagrestia… ma tu ce la farai a portare il sacco?

Rosa                   No…! Cosa vuoi che porto, con queste braccia? (si scopre le braccia) Guarda… secondo te, posso mai portare un sacco pieno? E anche tu... ma non hai un carretto? Lo mettiamo sopra, lo vendiamo… e torniamo subito! Lo sai dove potremmo andare? Vicino al tempio di Mitra c’è sempre qulache mercante di granaglie …

Roberto               Non lo so… dovrei domandare al Vescovo… lui ha bisogno spesso di aiuto …

Rosa                   Facciamo subito! Lui ora è nella Basilica, vero? Invece di andarlo a cercare, andiamo e torniamo in un baleno… io non ho forza per portare un sacco… ma le mie gambe sono buone, posso correre… (scopre una caviglia e la gamba, con studiata lentezza) che dici… questa è buona… per la corsa?

Ferdinando          (scattando in piedi) Mi hai convinto… andiamo!

Roberto               (riprendendo, perplesso) Però facciamo presto…

Rosa                   Non ti preoccupare… so come fare… sarà una cosa veloce! (prende Roberto per un braccio ed escono a sinistra)


Secondo tempo - Scena Undicesima

Silvia                  (entrando con soprabito analogo a quello di Rosa) E il primo è andato! Mitra, dammi una mano, a me è capitato il più difficile!

Giosuè                (entrando di fretta da sinistra) Le mie noci! I miei poveri topi… li ho dimenticati, fammi controllare… (controlla i sacchetti sul banco) sono morti!

Silvia                  Senti, scusa… sai dov’è il Vescovo?

Giosuè                E’ nella Basilica… povere bestioline! Cominciamo proprio bene!

Simmaco            (esce rimanendo vicino alle quinte) Fratello mio, allora, come stanno i tuoi topolini?

Giosuè                Sono tutti morti! Povere bestioline mie… a dieci sesterzi l’uno… sono rovinato! Bel regalo, ho avuto! E non ho neppure venduto le noci…

Simmaco            E vorresti dire che è colpa di Dio?

Silvia                  Vai vicino al Tempio di Mitra… io ne vengo da lì e ho visto che c’è molta gente…

Giosuè                Davvero? Allora vado… (raccoglie in fretta i suoi materiali ed esce)

Simmaco            Sorella mia… come mai sei così velata? Hai la lebbra, per caso?

Silvia                  No… non voglio che mi vedano… ho vergogna… volevo parlare col Vescovo…

Simmaco            Sono io il Vescovo… dici…

Silvia                  Vescovo… io sono sola, senza marito e senza figli… non ho casa e dormo in un tempio… quando lì si fanno i sacrifici, c’è gente che spinge, urla, va in estasi… io in quelle cerimonie non ci vedo niente, non mi sento niente dentro… ho sentito parlare della tua religione… e volevo che mi spiegavi… però io sono donna… se mi vedono qui…

Simmaco            E allora?

Silvia                  Perché non andiamo in un posto tranquillo… e tu mi spieghi tutto…

Simmaco            Possiamo andare nella Basilica!

Silvia                  No, potrebbe venire qualcuno che mi conosce!

Simmaco            Significa che pure tu conosci lui… e allora? V’incontrate nella casa di Dio… alla luce del sole, nessuno ti può criticare!

Silvia                  Ah… però fa caldo… è vero? (si scopre la testa e scuote i capelli)  

Simmaco            Che bei capelli! Ah, quanto è grande Dio, che bellezze che ha saputo cria’!

Silvia                  Ah, ti piacciono i miei capelli?

Simmaco            Certo, come mi piacce tutto il creato… un uccellino, una spiga al vento, il sorriso di un bambino…

Silvia                  …una bella ragazza che balla…

Simmaco            Fino ad un certo punto…per me anche chi balla è come se fosse una figlia mia… ma io nono voglio parlare di questo. Tu hai chiesto di sapere, e io ti voglio parlare di Dio… e di suo Figlio Gesù.

Silvia                  Ah! Non aveva figlie? A lui piacevano… i maschietti? E tu come la pensi?

Simmaco            Tu non sai niente, poverina… e neppure sai che stai bestemmiando… ma Lui ti perdonerà… se gli chiedi scusa.

Silvia                  Uh, io non voglio che un dio si offenda… senti… (gli si fa vicino)  ti piacerebbe fare una bella cosa… con me? (si allarga il soprabito, scoprendo il collo)

Simmaco            Bella figliola…

Silvia                  (provocante, allargando ancora di più il soprabito e scoprendo le braccia) Vieni con me, allora…

Simmaco            Bella figliola, dicevo… stai perdendo tempo, con me! Io sono innamorato di Dio, l’amore mio è solo per Lui e nessuno mi convincerà a fare peccato… (allontanandosi) vattene, satana! (esce)

Silvia                  E adesso che dirò a Egisto? Questo non ne vuole proprio sapere… non gli piace niente…

Rosa                   (entra da destra) Ohè, com’è andato?

Silvia                  Niente…! Sembra un sasso! E tu?

Rosa                   (sghignazzando) Tutto a posto, ma non sono potuta rimanere fino alla fine…! Era parecchio che non si faceva un sacrificio così speciale! Mitra sarà stato molto contento!

Ferdinando          Queste due… arrestatele! Devono essere impiccate anche loro! Impiccate tutti!

Silvia                  Qui ci vuole qualcosa di risolutivo… forse una fattura a morte di una strega di quelle molto capaci… o una bella freccia… quando esce fuori…, forse si può anche fare dentro la Basilica, quando sta seduto!

Rosa                   Hai ragione… se tu non sei riuscita… è inutile che provo pure io… si insospettirebbe!

Silvia                  No, no… lo dobbiamo cogliere di sorpresa… consigliamoci con Egisto…


Secondo tempo - Scena Dodicesima

Agata                  (entra e si ferma sul limitare della scena, incerta) Ah! E che ci fate, qui?

Silvia                  Ohè, Agata!

Rosa                   E’ Mitra che ti manda! Ci serve la tua arte magica!

Agata                  Quell’arte non la faccio più! Ora sono con Dio, di Mitra non voglio più sentirne parlare!

Silvia                  (minacciosa) Tu sai che succede a chi rinnega Mitra… (le alza il mento con un dito) te lo ricordi o no?

Rosa                   Fermati Silvia… Agata sta scherzando… (le abbassa la mano) Agata… stai scherzando… o ci mettiamo a scherzare noi… con te? Ti ricordi quanto tempo ci mettiamo, quando ci vogliamo divertire davvero?

Ferdinando          (scatta in piedi) Lancieri, a me! Arrestate queste due streghe!

Agata                  (si sottrae alle due) Adesso coltelli non ne avete, e poi mi dovrete prima prendere… lo so che siete in due, ma io non sono sola… ho Dio con me, mi sta aspettando nella Basilica… (indietreggia, verso sinistra) Salutatemi Mitra!

Egisto                 (entra alle sue spalle, anche lui con un mantello che lo copre completamente, e le cinge il collo con un braccio) Agata… come stai? E’ un poco di tempo che non tie fai vedere al tempio… che è successo? Ti fossi stancata di Mitra… anche tu?

Silvia                  Fermati, sommo sacerdote… ci serve viva!

Egisto                 Che è successo… (le leva il braccio dal collo di Agata, ma la mantiene per un braccio; poi si rivolge alle due con tono inquisitorio) …se ci serve viva la strega è perché c’è stato un errore… Silvia!

Silvia                  (si inginocchia davanti a Egisto) Non è colpa mia! Quello è come una pietra, non si fa prendere in nessun modo…

Egisto                 Tu hai sbagliato. Sai bene cosa dovrò fare io, adesso…

Silvia                  Dammi un’altra opportunità… per quello che ho sempre fatto pe’ Mitra!

Egisto                 Nessuna opportunità! Puoi solo fare ciò che non hai fatto!

Silvia                  Va bene… (si alza; Egisto lascia Agata) Agata!

Agata                  (al centro dei tre, guarda smarrita intorno e non risponde)

Silvia                  Mi serve la tua arte, ho detto!

Agata                  (smarrita) Che… vuoi?

Silvia                  Voglio il Vescovo… morto… adesso!

Agata                  E che ha fatto di male, perché lo volete morto?

Rosa                   Prima non c’erano problemi… ora i fedeli diminuiscono!

Egisto                 E’ colpa sua! E’ lui che è venuto a Capua…

Silvia                  E tu sei una delle sue conquiste! Adesso ha fiducia in te… prendi questo! (estrae dalla veste un vistoso coltello e glielo porge) E vai!

Agata                  Ma questo era mio… è quello che ho regalato a Mitra!

Egisto                 E come vedi non si è smarrito!

Rosa                   Lo hai sempre usato bene… lui ha fiducia in te…, ti avvicini…

Agata                  E se non volessi farlo?

Egisto                 Allora lo farò usare io a Silvia… ci siamo capiti?

Agata                  (assentisce tristemente) Dammi qui! (prende il coltello ed esce a sinistra)

Ferdinando          Fermatela! Chiamate le guardie, avvisate Simmaco…!

(i dignitari lo fermano)

Egisto                 Io devo controllare cosa farà Agata. Rosa, vieni con me, Silvia, avvisaci se viene gente…

Silvia                  (tra sé) Io volevo che le facesse una fattura, ma così è più veloce…

(Egisto e Rosa escono mostrando cautela nel seguire Agata)


Secondo tempo - Scena Tredicesima

Giosuè                (entra da destra e si dirige a sinistra; ha una piccola incertezza nel vedere Silvia)

Silvia                  Ehi, dove vai? Sei solo?

Giosuè                Vado a ringraziare… Dio! Ho venduto tutto, pare quasi che siano tornati i vecchi tempi…

Silvia                  Ma tu, una volta, non eri seguace di Mitra?

Giosuè                (mentre fa per rispondere, Egisto e Rosa incappucciati entrano ed escono a destra con passo spedito, ignorando Silvia) Valli a capire…!

Silvia                  (si allontana fin quasi ad uscire)

Simmaco            (entra, con voce flebile) Aiuto, aiutatemi…

Giosuè                (accorre vicino) Vescovo Simmaco, ci sono io… il mercante! Che è successo? Vi sentite bene?

Simmaco            (gli prende un braccio) Fratello mio… vieni… è una cosa tremenda, nel luogo sacro…! Io pregavo… è entrata una donna, ho udito che si sedeva dietro di me, l’ho sentita lamentarsi… e poi è caduta a terra… in un lago di sangue! Si è tirata una coltellata!

Giosuè                Corriamo…! (esce con Simmaco a sinistra)

Silvia                  Agata… sei sempre stata una testa dura…! Non hai mai voluto fare quello che ti dicevano!

Giosuè                (entra da sinistra) Silvia… tu sei donna… serve aiuto per spogliare quella poverina… il Vescovo la sta confessando, ma se la fasciamo, è meglio!

Silvia                  Che ha… questa donna?

Giosuè                E’ Agata… forse la conosci, si è data una coltellata nel petto… da sola!

Silvia                  Quanto è entrato… il coltello?

Giosuè                Non si riesce a capire, sembra parecchio… non l’ho tolto, se no quella muore subito… e muoviti!

Silvia                  Ti sembra facile? Io se entro lì dentro… sono morta!

Giosuè                Senti… io sono solo un mercante… non voglio insegnare niente a nessuno, ma ci sono certi momenti in cui non puoi stare a pensare che conviene fare… lei adesso ha bisogno! Là dentro nessuno ti uccide, c’è solo lei e il Vescovo, che male ti può fare, quello? Vai!

Silvia                  (inizia a muoversi, prima piano, poi a passo normale) Ho capito che devo fare… adesso ci penso io… (esce)

Giosuè                Questo Vescovo mi ha confuso le idee! Io non capisco… mah! I topi sono morti e li ho buttati… ma le noci le ho vendute a buon prezzo e quella bella donna ha comprati pure il banco! Forse questo Dio non gradisce che si vendono animali… non ci capisco niente…

Letizia                 (entra, frettolosa) Ehi, mercante! Cercavo proprio te! Mi serve una cesta di noci!

Giosuè                Giusto adesso? Le ho vendute tutte, poco fa… a casa ho le zucche… volessi quelle?

Letizia                 Ma tu sei scemo? Io devo fare il pane con le noci!

Giosuè                …e invece fai pane e zucca! E’ buono, a me piace molto…

Ferdinando          (si alza ed avanza un poco) Giosuè, ma tu fossi scemo veramente? E chi si mangia questa schifezza? A proposito… (ai dignitari) volete sbrigarvi a portarmi un piatto di pasta? Io ho fame!

Letizia                 (va vicino al Re, pugni sui fianchi) Maestà, avete detto la mia battuta! E io a questo che gli dico, adesso?

Ferdinando          (indietreggia, a disagio) Mah… forse…

Giosuè                Letizia, lascia stare… Maestà, non vi preoccupate… Letizia, facciamo un pezzo nuovo pure noi… vai pure tu da Agata…

Letizia                 E bravo! Così gli applausi li pigli solo tu!

Giosuè                Nossignore, lo sai bene come finisce… 

Letizia                 Allora ripigliamo… Maestà, state zitto!

Ferdinando          (mette le dita sulle labbra e si siede nuovamente)

Letizia                 Giosuè, insomma, che devo fare per avere le mie noci?

Giosuè                Donna, per ora non se ne parla… c’è una donna che sta morendo nella Basilica… si è data una coltellata… vai a vedere se è fasciata, così entro anche io!

Letizia                 E io dovrei entrare in una Basilica… cristiana? E che mi direbbe Magna Mater?

Giosuè                Non ti dirà niente… come non ha detto niente Mitra a me… anzi, ci ho pure guadagnato!

Letizia                 Vado a vedere, ma solo un momento! (uscendo a sinistra)


Secondo tempo - Scena Quattordicesima

Giosuè                Hm… parlando con questa donna, credo di aver capito qualcosa… in pratica, vi ho guadagnato… e Mitra non mi ha chiesto il mio sangue… ma allora… potrebbe essere vero, e che sia Egisto quello che mi sottraeva danaro? Qui il Vescovo non mi ha chiesto niente…

Letizia                 (affacciandosi da sinistra) Ehi, mercante. vieni, il tuo Vescovo ha bispgno di una mano!

Giosuè                Come sta quella donna?

Letizia                 Le donne ferite sono due! E c’è un coltello solo! (esce)

Simmaco            (entra, con la tunica sporca di rosso) Mercante… per carità, dammi una mano, ho bisogno di un sostegno… un poco d’aria… quanto sangue… mi gira la testa… quanto sangue…!

Giosuè                Vieni qui… (lo guida al centro) Ora respira piano… Vuoi dell’acqua?

Simmaco            No… basta che respiro aria pulita… quella donna… è caduta dietro di me… con il coltello nel petto… è entrata l’altra, le ha levato il coltello… io confessavo la prima, non ho fatto caso… stavo confessando la prima… ho sentito solo che parlava di Mitra, poi uno strillo… aveva anche lei il coltello nel petto… ho confessato anche lei e ho dato loro l’estrema unzione… povere donne… quanto sangue…!

Giosuè                E adesso?

Simmaco            E adesso sono nelle mani del Signore. Quella brava donna che è dentro le sta fasciando… le ho detto di stringere… speriamo che ce la fanno… e adesso aiutami, per favore…

Giosuè                Che ti serve?

Simmaco            Prega con me per la loro anima, per noi e per tutti…! Ci raccomandiamo alla divina Misericordia!

Giosuè                Ma io non so che devo fare, che devo dire… per me è tutto nuovo…

Simmaco            Fai come se Dio fosse tuo padre. Come facevi, quando volevi delle cose? Gesù ci ha promesso di ascoltarci in modo speciale, quando siamo almeno in due a pregare insieme, e quelle donne hanno tanto bisogno di aiuto…, avanti fai il segno di croce con me… (si segna; Giosuè lo imita goffamente) ascolta e imparerai… e dici “amen” quando finisco!

                          Sia sempre gloria al Padre Onnipotente,

al Figlio Salvatore che ci ha dato,

a Spirito d’amore, pure Santo,

tre dentro ad uno, eterno e mai creato!

Prima di tutti i tempi era così,

non è cambiato mai, neppure un giorno;

per tutti i tempi resterà così,

e così sia, per il volere Eterno!

Giosuè                Non ho capito bene… ah, già… “amen!” Cioè le parole le ho capite, ma uno… tre… come po’ essere?

Simmaco            Non sei solo…, nessuno ha capito questo mistero, e chi dice che ha capito, è un bugiardo! Noi siamo solo polvere, che possiamo mai capire? Ma tu dillo con sincerità, solo questo conta …

Ave Maria, donna perfetta,

tu che sei grazia fatta persona,

senza il peccato che Eva volette,

di sposa Celeste hai avuto corona!

Figlia del Padre, mamma del Figlio

e pure sposa allo Spirito Santo!

Rispetto a te, nessuno sta meglio,

per il tuo “sì” tutto il Cielo è contento!

Per tutti quanti tu sei benedetta

e benedetto Dio nostro, Gesù!

Da quando nacque, dentro alla grotta

Lui fu tuo figlio e non ti lascia più!

Egli ti ascolta perché sei la Mamma

ci perdonasse di giorno e di notte!

Non siamo bravi, però ci proviamo;

aiutaci pure nel tempo di morte!

Giosuè                Amen…

Ferdinando          Amen!


Secondo tempo - Scena Quindicesima

                         

Simmaco            Continuiamo, però tu ricorda bene: Gesù Cristo, quando si è fatto uccidere per noi, ci ha regalato tutto se stesso, come  un olocausto! Non interrompere, non fare domande, le farai dopo!

Giosuè                Ho capito… è per non spezzare il rito… se no, non avremo il segno!

Simmaco            Il segno? Ma chi pensi che siamo, noi? Secondo te, basta una preghiera e Dio si fa vivo…? Come se meritassimo una risposta? Noi siamo solo polvere! Servi inutili! Io comincio, tu dici “amen!”.

Padre, l’Incarnazione di Gesù

ci fa figlioli tuoi un’altra volta!

Nessun regalo può valer di più,

ritorna il Paradiso, che fu tolto!

T’offriamo il corpo e sangue di Gesù,

insieme all’anima e a sua divinità,

per l’espiazione, come hai detto tu,

di chi persegue ancora vanità!

La tua Misericordia adesso effondi,

abbraccia questo mondo e la sua gente!

Le male azioni di satana confondi,

fa’ che i suoi inganni non producan niente!

Giosuè                Amen!

Simmaco            Aspetta, ancora non è finito!

Per la dolorosa passione, a tua volontà

di noi e il mondo intero, abbi pietà!

(si rivolge al Re) Pure voi, forza! Vorreste forse dire che non avete peccati? Rispondete!

Per la dolorosa passione, a tua volontà

Ferdinando          (impressionato) di noi e il mondo intero, abbi pietà!

Simmaco            Per la dolorosa passione, a tua volontà …(incita tutti a rispondere)

Tutti                   Di noi e il mondo intero, abbi pietà!

(si ripete per altre sette volte; la risposta coinvolgerà gradatamente tutti)   

Simmaco            (alla fine) Santo Dio, Santo Forte, Santo Eterno,

per la tua misericordia, scampaci l’inferno! (si segna ed invita gli altri a farlo)

Giosuè                (incerto) Amen… e adesso le donne… stanno bene?

Simmaco            Mercante… Dio non è come un cane, se fai un fischio, non risponde!


Secondo tempo - Scena Sedicesima

Letizia                 (entra, mestamente) Come ti chiami… Vescovo…

Simmaco            (senza girarsi) Come stanno?

Letizia                 Dici al tuo Dio che le aiutasse, se ha voglia… o un familiare vada a fare un sacrificio a Esculapio… insomma stanno veramente male! Il sangue l’ho lavato… ma dovrai bruciare del miele o molto incenso, lì dentro, altrimenti l’odore non si toglierà!

Simmaco            Grazie, brava donna… chi sa Roberto che fine ha fatto… ora mi servirebbe il suo aiuto…

Giosuè                Vescovo… io non so fare niente… ma posso darti una mano… (prende Simmaco sotto braccio ed escono)

Letizia                 Magna Mater aiutaci! Io volevo fare il pane… m’è passata la voglia… povere donne!

Nereo                  (entra con decisione da destra) Qui neppure c’è! (a Letizia) Ehi… tu sei la donna della tela… per caso, hai visto quella donna che era qui…, Agata?

Letizia                 Sì che l’ho vista… sta nella Basilica… ma è come se non ci fosse!

Nereo                  Che dici? Sta partecipando a un rito…?

Letizia                 No… sta morendo… per una coltellata!

Nereo                  (chiama verso destra) Viola! E’ qui! (tono normale) Ma com’è accaduto? Chi l’ha colpita?

Viola                   (entrando) Colpita? Che significa?

Letizia                 (tristemente) Ohè sposa… quella donna… nella Basilica… si è data una coltellata, da sola…

Viola                   Madonna, aiutala! Nereo, andiamo a soccorrere!(esce a sinistra, seguita da Nereo)

Letizia                 Fermati…! Niente…! Non mi ha neppure sentito… speriamo che non le accada nulla, a lei e al bambino… certe volte basta un niente!

Nereo                  (entra) Io non posso stare dentro… ce ne sono due, mezze spogliate!

Letizia                 Ma dentro ci sono il Vescovo e il mercante…

Nereo                  Sì, ma loro sono più vecchi e poi si sono messi in disparte… io non so pregare…

Letizia                 Tu la conosci, vuoi andare tu da Esculapio?

Nereo                  Ehi, io sono cristiano, non voglio sacrificare a un dio pagano!

Letizia                 Dici che sei cristiano, e non sai come rivolgerti al tuo Dio?

Ferdinando          (interviene in scena) Questa donna ha proprio ragione! Che cristiano sei, allora? Tu dovresti prendere esempio dal tuo Re…

Letizia                 (va davanti al Re, mani sui fianchi) Ohè, Maestà… state zitto!

Ferdinando          (indietreggia, a disagio) Va bene, va bene… (mette le dita a croce sulle labbra e si siede nuovamente)

Letizia                 (riprende) Nereo… allora? Dove si è mai visto un fedele che non sa pregare?

Nereo                  Io non ho mai tenuto tempo per imparare… mi sono battezzato per stare con Viola… lei ci tiene molto, ma nono potevo farmi vedere ai riti pubblici, a Roma… facevo il gladiatore… e sono riuscito a scappare!

Letizia                 Ah, adesso è tutto chiaro… se t’acchiappavano, ti facevano la festa!

Secondo tempo - Scena Diciassettesima

Raffaella                  (entra da sinistra, con un soprabito lungo e malridotto con un cappuccio che le copre anche la testa; porterà il nastrino al collo) Fate ‘a carità…

Letizia                      Uh, e tu che vuoi? Non ho neppure un asse, vattene!

Nereo                      Tu… sei cristiana, vero?

Raffaella                  Sì, padrone… fammi la carità… ho fame… mi sono venduta pure due denti… dammi due assi… per una fetta di pane…

Nereo                      Donna, qui non ho denaro… ma se hai fame, vedo che si può fare con mia moglie…

Raffaella                  Darai consolo alle anime del Purgatorio…

Viola                        (entra da destra) Nereo! Senti… Agata… sta molto male… mi ha detto tante cose... e pure che… se muore, ci dà la sua casa!

Nereo                      Allora parla? E’ buono, significa che sta meglio…

Viola                        Pure mamma fece così, prima di morire… è l’inizio dell’agonia… è bianca come il latte… ed è fredda come il marmo… lì dentro poi il sole non arriva, si gela!

Letizia                      E perché non la portiamo fuori? E quell’altra donna?

Viola                        Se la muoviamo, si apre la ferita, è molto lunga… e quell’altra neppure parla… fa solo dei lamenti, ogni tanto…

Raffaella                  Fate la carità… bella signora…

Nereo                      Ah, Viola, questa poverina ha fame… cosa le possiamo dare?

Viola                        Pane e formaggio di pecora! Nereo, daglieli!

Nereo                      E noi, che mangeremo?

Raffaella                  A me ne basta solo un poco, padrone… solo un poco…

Nereo                      Va bene, te lo prendo! (esce a destra)

Ferdinando              (ad alta voce, girandosi verso i dignitari) Neh, il piatto di pasta per me… state ancora macinando il grano?

Letizia                      Maestà…!!!

Ferdinando              (a mezza voce) Ma quanto è terribile questa… peggio di mia moglie!

Raffaella                  (a Viola) Signora, grazie, per le anime dei vostri morti…

Viola                        Poverina… ma ha la lebbra, come mai sei così coperta?

Raffaella                  No, no… ho molto freddo… giusto adesso ho venduto due denti… quello mi ha fatto molto male, ed è scappato via senza neppure pagarmi… mi esce un poco di sangue, ogni tanto… così tra freddo e questo… ho vergogna e mi copro!

Letizia                      Porco, ladro… (si fruga in borsa e prende una moneta) Prendi… come se avessi comprato della tela!

Nereo                      (rientra, con un sacchetto e lo da’ a Raffaella) Prendi, donna, ho fatto quattro parti, una a te, una a me… e due per… (fa segno a Viola) e ti ho portato anche dieci sesterzi…

Viola                        (sorride a Nereo)

Raffaella                  Grazie padrone, grazie, bella donna… stanotte potrò mangiare qualcosa e potrò anche dormire… nella Basilica… il Vescovo non mi ha buttato fuori neppure la notte scorsa… Dio vi benedica, per quello che avete fatto! Adesso… volete mangiare qualcosa con me?

Ferdinando              (si gira verso i dignitari e mima l’atto del mangiare, facendo gesti di impazienza)

Tutti                        Ma no, ma no, che dici, poverina, mangia… mettiti dove vuoi!


Secondo tempo - Scena Diciottesima

Simmaco                 (entra) Quelle due povere donne… sono morte insieme, in pace… mano nella mano! Adesso sono nelle braccia di Cristo e finalmente possono riposare!

Nereo                      Io vorrei dire una preghiera… ma non so cosa dire… vorrei fare qualcosa per loro!

Simmaco                 Ormai non hanno bisogno che di questo. (a Viola) Tu, ricordi qualcosa?

Viola                        Vescovo, no… io… conoscevo Agata… da quand’ero piccola… sono triste, quasi come quando è morta mia madre… ho la testa così confusa!

Simmaco                 Mi dispiace… c’è una preghiera a voci alterne che vorrei recitare per loro…

Raffaella                  Forse posso aiutarvi io, Vescovo…

Simmaco                 Tu? E chi sei, tu? Sei cristiana?

Raffaella                  Io sono soltanto un’inutile serva del Signore… (si segna)

(durante la recita della preghiera [ispirata al Salmo n. 129], gli attori ed i figuranti faranno gradatamente corona intorno a Raffaella e Simmaco)

                               Questa è una voce che esce da una fossa

voce di chi è coperto di peccati,

ti chiama forte, santo Crocefisso,

Signore, che per me, t’hanno ammazzato!

Simmaco                 Questa è la provvidenza divina! Signore, grazie! (si segna anche lui)

O Dio potente, ascolta questa voce,

non so neppure bene cosa dire;

soltanto tu, per me, sei morto in croce,

soltanto tu mi ami e puoi capire!

Ti prego, non guardare al mio passato,

se ti ho lasciato per le vanità!

Ora ho vergogna di non averti amato,

non mi lasciare per l’eternità!

Raffaella                  L’anima mia confida nel Signore

      e spera con fiducia la clemenza.

Escon le cose vane dal mio cuore

entra di Dio il perdono, l’indulgenza.

Simmaco                 Se tu volessi solo giudicarmi

per quelle volte che non ti ho pensato,

Signore, non potrò giustificarmi!

Chissà mai quante volte avrò peccato!

Ma so che il tuo perdono è sconfinato,

che ci vuoi bene e che ci vuoi salvare.

Non siamo degni d’essere beati,

ma dacci il dono, non ti allontanare!

Raffaella                  L’anima mia confida nel Signore

      e spera con fiducia la clemenza.

Escon le cose vane dal mio cuore

entra misericordia e l’indulgenza!

Simmaco                 L’anima mia t’aspetta nella notte;

porto la croce, con la miseria mia,

poi viene il Sole, e aiuta la mia lotta;

che non mi manchi il tuo perdono, Dio!

Noi di peccati ne facciamo tanti,

ma la misericordia tua è infinita;

falla scendere addosso a tutti quanti,

e specialmente a chi ha lasciato vita!

Raffaella                  L’anima mia confida nel Signore

      e spera con fiducia la clemenza.

Escon le cose vane dal mio cuore

entra la pace eterna e l’indulgenza!

Simmaco                 Amen! (si segna, insieme a Raffaella; gli altri rimangono smarriti) Donna,  ma tu di dove sei?


Secondo tempo - Scena Diciannovesima

Raffaella                  Io ne vango da un paese lontano, ma non è la prima volta che noi due ci incontriamo. Ieri mi hai dato il permesso di dormire in Basilica, lo hai dimenticato?

Simmaco                 Ah, io la lascio aperta proprio per questo… le notti qui sono fredde! Ce ne sono alcuni, io non faccio differenza… e il cappuccio in testa che avete tutti è difficile riconoscervi!

Viola                        Sì, sì qui fa freddo, anche io uso sempre la coperta!

Letizia                      Allora si può sapere chi sei?

Raffaella                  Io sono soltanto una povera donna, che pensate… (si scopre la testa) oggi ci sto, domani chissà…

Viola                        Ma tu assomigli… tu sei Sebiba! Nereo, guarda! Questa è Sebiba! Quella schiava che ci aiutò e poi scomparve a Roma!

Raffaella                  (scuote la testa, negativamente)

Simmaco                 Sebiba? Quella ragazza che mi aprì gli occhi…? Signore, ti ringrazio! Sebiba, mi hai fatto tanto bene, vorrei ricambiare, vorrei benedirti davanti all’altare del Signore!

Raffaella                  La benedizione l’accetto con gioia… ma io non sono Sebiba. Mi fa piacere che l’avete conosciuta… è mia sorella… so che è venuta in questo paese, la cerco dappertutto…

Viola                        Mi dispiace, ma… penso che non la trovi più…

Letizia                      Ah… è morta, vero?

Simmaco                 E’ viva in Cielo! Ogni seme, se non muore, non dà frutto… ma chi porta tanto frutto è figlio di Dio e Lui non dimentica i suoi figli, li chiama direttamente in Paradiso!

Raffaella                  Io speravo di trovarla in vita, almeno come schiava, invece… è morta… povera sorella mia… finalmente libera! Vescovo, tu dici che sta in Paradiso? Il mio cuore era stanco di cercarla…

Ferdinando              Io… permettete…? Io però avrei voluto ancora vederla ballare …

Letizia                      (scandalizzata) Maestà…!!!

Ferdinando              (a mezza voce) Madonna del Carmine, con questa non si può neppure fiatare!

Raffaella                  (riprendendo) Vescovo… ma come fai a dire che mia sorella è in Cielo?

Simmaco                 Io sono sicuro. Se credi a Gesù Cristo, che è venuto per salvarci, non puoi negare il Cielo e il Paradiso. C’è un giudizio… e tua sorella ha fatto tanto bene… hai udito tu stessa!

Raffaella                  Allora, Vescovo, dammi questa benedizione… poi me ne vado… non so più dove, adesso …

Viola                        Senti… noi ci siamo trovati ad avere una grande casa, proprio qui… se ti vuoi riposare un poco, prima di andare… qualche giorno… così parliamo un poco di tua sorella… sai, io ricordo ancora un canto che faceva lei… forse ti piacerebbe sentirlo, e poi… mi servirebbe proprio un pò d’aiuto… c’è questo che deve nascere…(si sfiora la pancia finta)

Raffaella                  Si… grazie, starò un poco con te… con voi… questo posto mi piace… c’è pure la basilica vicina… parleremo di mia sorella… e di altro… tanto… ho finito di cercare… e mi piacciono i bambini…

Viola                        (contenta) Allora è fatta! Starai con noi… quanto vuoi… sei un poco stanca e sciupata… ti rimetterai… cucino io!

Raffaella                  Solo mi dispiace di non averla potuta rivedere… e consolare… chi sa quanti dolori ha dovuto sopportare …

Simmaco                 E chi non ha dolori, sorella? Chi si può dire felice, in terra? Tutti abbiamo una croce… aspettando la festa della nuova vita! Tua sorella adesso è consolata da Gesù e da Maria, meglio di come potresti fare tu… loro non si stancano mai! Ringraziamo sempre il Signore per i vivi e per i morti …

Giosuè                     (mentre si svolge l’azione seguente, entra con il coltello sacrificale in mano e si ferma sul limitare della scena a guardare alternativamente, incredulo, Raffaella ed il coltello; i figuranti si scosteranno, lasciandolo isolato; nasconderà il coltello sotto un braccio e si avvicinerà a Raffaela per scrutare anche il suo collo).

Ferdinando              (arretra con la sedia)

Letizia                      (si accosta a Giosuè, fingendo indifferenza)

Nereo                      Il Signore lo voglio ringraziare adesso anche io!

Viola                        (lo prende sotto braccio, sorridendo) Che cosa vuoi fare? Non sei capace…!

Nereo                      Ma il Signore lo posso ringraziare a modo mio…?

Simmaco                 Sicuro! E quella è la preghiera più sincera, più piena di amore!

Nereo                      (assume un atteggiamento da orante)

Ringrazio Dio perché mi ha dato forza,

perché son sano e bravo alle battaglie;

io vinco tutti quanti nella corsa,

so usar la spada e la cotta di maglia!

La morte mi ha sfiorato solamente,

e Dio ha voluto che incontrassi Viola;

ora che l’ho sposata, finalmente,

ringrazio Dio per la mia famigliola!

Viola                        Invece io dico grazie al mio Signore

perché mi voglion bene tutti quanti;

ho qualche difettuccio, sissignore,

litigo sempre tanto coi mercanti!

Ma ora che il figlio sta arrivando,

grande benedizione che ho avuto,

prendo con gioia le croci che mi manda

perché adesso ho pure chi m’aiuta!

Sarò sempre gentile col marito,

con i mercanti non litigherò,

e  questo bimbo bello e saporito,

appena nasce, lo porto a battezzare!

Simmaco                 Brava… bravi a entrambi! Così si parla con il Signore! Se farete una preghiera di queste al giorno, sconfiggerete il tentatore! Adesso venite con me nella Basilica, voglio benedire questa ragazza davanti l’altare… quello con l’immagine della Madonna! (esce con Viola, Nereo e Raffaella)


Secondo tempo - Scena Ventesima

Giosuè                     Ma tu hai visto quella? Secondo te, era uno spirito?

Letizia                      Ma quale spirito…,ha detto che si è venduta due denti e che aveva fame!

Giosuè                     Adesso ho capito tutto, finalmente! Mitra è contro di me perché non ho finito quello che ho cominciato! Non so cosa e successo, ma potrò sempre completare l’opera …

Letizia                      Ma che stai dicendo? Di chi parli? Ah! A proposito di fame… tu mi devi spiegare una cosa… dicevi che ti piace il pane con la zucca…

Ferdinando              Un’altra volta questa schifezza? (incrociando lo sguardo con Letizia) Va bene, ho capito, sto zitto! (mette le dita in croce sulla bocca)

Giosuè                     (distratto) Pane e zucca… si, ma adesso ho da fare… (sbirciando verso le quinte)

Letizia                      Si, e mi hai detto anche che non sei sposato! E allora chi lo cuoce? Lo fai tu? Hai il forno a casa tua? E te lo mangi tutto da solo? E quanto tempo…

Giosuè                     Ohè, basta! Tu vuoi impicciarti dei fatti miei? Io non ti ho chiesto niente, perciò…

Letizia                      Hai fatto male, amico mio! Io posso dire tutto di me! Sono pulita come l’acqua di sorgente e non ho nulla da nascondere! Domanda pure, cosa vuoi sapere? (enumerando) Non sono sposata, ho un campo di mia proprietà, una casetta qui dietro che mi lasciò mia madre, buon’anima! Lei, quando rimase vedova la prima volta, sposò Apirete, il falegname greco …

Giosuè                     Adesso se non stai zitta… ti uccido!

Letizia                      (per nulla intimidita, lo affronta a pugni sui fianchi) Ma tu pensi forse di farmi paura? Dici che hai ucciso a destra e a manca… tu non sai uccidere neppure una gallina!

(entrano Nereo, Viola e Raffaella, queste ultime parlando tra loro con voce non udibile)

Giosuè                     (le mostra il coltello) Lo vedi questo? Per Mitra, te lo pianto in gola se non taci!

Nereo                      (scatta in avanti e immobilizza Giosuè, togliendogli il coltello) E bravo il mio buon vecchietto! Volevi sbucciarti una zucca?

(i figuranti escono, impauriti)

Giosuè                     Per Mitra, ridammi il coltello… devo uccidere quella miscredente… te ne approfitti perché sei più giovane, eh?

Simmaco                 (entra) Ma che sta succedendo?

Nereo                      (lascia Giosuè) Questo coltello mi piace… e me lo prendo io! Ma chi volevi uccidere?

Giosuè                     (indica Raffaella) La schiava… Sebiba… Mitra è contro di me perché non… l’ho fatto bene…

Simmaco                 Fratello mio… Sebiba è morta da tanti anni… questa è la sorella… e volevi ucciderla per un falso dio? E tutto per due noci in più? Hai dimenticato che c’è chi è morto per te, per darti tutto il Paradiso?

Raffaella                  Allora tu sei uno di quelli che hanno tormentato mia sorella?

Viola                        Poverina! (consola Raffaella)

Giosuè                     Tua sorella… rinnegava sempre Mitra per… Gesù… le ho… le ho tagliato il collo, sissignore! L’ho lasciata come morta, ma me la trovo sempre davanti, peggio di prima… è diventata come a uno spirito che me perseguita! Ho sbagliato a non decapitarla del tutto!

Letizia                      Lo vedi? Non sei buono ad uccidere nessuno! Sei solo da troppo tempo… come me… a te serve un bastone per appoggiarti, ogni tanto… e pure a me, ormai sono anziana… appoggiati a me… io poi ti cucinerò la zucca come vuoi… ti farò rimettere in salute …

Simmaco                 E io posso aiutarvi a trovare la pace che vi serve, per una serena vecchiaia…

Letizia                      Sì… credo che pure io… su questo Gesù se ne sentono troppe… e non si possono spiegare!

Raffaella                  (con voce commossa) Che ha detto mia sorella mentre… moriva?

Giosuè                     (avvicinandosi a Raffaella, alla fine s’inginocchia davanti a lei) Non parlava con me… sembrava quasi che io non ci fossi… diceva solo “Gesù”, a bassa voce. Non si ribellava neppure… portava la fascia come la porti tu… per fare… quello che dovevo fare… gliel’ho tolta e lei era… era contenta! Aveva gli occhi aperti… le brillavano come l’acqua della notte sulle foglie, di primo mattino… sempre dicendo solo quella parola… poi… non ce l’ha fatta più… si è lasciata cadere… la donna che era con me le ha chiuso gli occhi… brillavano ancora… per me era morta… perdonami!

Viola                        (si stringe a Raffaella) Tua sorella è una santa martire!

(i figuranti rientrano gradatamente)

Raffaella                  Non sono io che ti devo perdonare. Io non sono nessuno… Vescovo Simmaco… adesso sono veramente convinta che mia sorella è in Paradiso!

Letizia                      (fa rialzare Giosuè) Povero vecchio mio… sei stato tanto tempo con questo peso dentro, senza poterti sfogare? (lo porta in disparte)


Secondo tempo - Scena Ventunesima

(i figuranti e gli altri attori fanno corona a Simmaco e Raffaella)

Simmaco                 Fratelli miei, oggi la Madonna ci ha fatto tante grazie, senza che neppure glielo avete chieste! Due donne salve in punto di morte, una famiglia è entrata nella grazia di Dio, una povera pellegrina ha trovato la pace, due anime sviate stanno tornando nel seno della Chiesa… e chi la Madonna quanto altro bene ha fatto che noi neppure conosciamo!

Nereo                      Zitti! Vescovo… aspetta… lo sentite questo lamento?

Tutti                        Ma che dici, no, no, ma quando mai…

Nereo                      Io facendo così, mi sono salvato molte volte! (esce con circospezione)

Raffaella                  Vescovo, io ringrazio la Madonna perché sono veramente contenta!

Madonna bella, Madre del mio Dio,

che grande cosa la pace ritrovata!

Adesso è in piena grazia l’anima mia,

perché Sebiba in Cielo l’ho trovata!

Io l’ho cercata per tanti paesi,

e quanta strada che ho dovuto fare;

la croce che portavo, di gran peso,

io la depongo e posso respirare!

Volevo stringerla forte tra le braccia,

volevo dirle di stare più serena,

come una mamma, farle anche la treccia,

baciarla in fronte e dir “Ti voglio bene!”.

Invece ho ora una sorella santa,

e aspetto il giorno giusto per venire;

ho gli occhi asciutti, ne ho scacciato il pianto,

solo chi crede in Dio mi può capire!

Nereo                      (rientra da destra portando Roberto supino sul carretto, con una vistosa fasciatura al collo, macchiata di rosso)  Nessuno sentiva niente, eh? Vescovo, guarda che hanno fatto a Roberto!

Simmaco                 Roberto! Ma che cosa…ti è successo…? (si china su di lui)

Giosuè                     (scostando leggermente la fasciatura) E’ capitato nelle mani di un seguace di Mitra…

Nereo                      Infatti, ma ha tagliato troppo basso… o voleva farlo morire lentamente… quegli assassini… lo hanno trattato peggio di una bestia!

Simmaco                 State zitti… è ancora vivo, respira, ma non risponde, non posso confessarlo!

Viola                        Com’è bianco!

Simmaco                 Zitti… (in ginocchio, braccia aperte, al centro del palco)

Madonna mia, il diacono sta male,

il poverino ha avuto brutta sorte,

l’hanno scannato come  un animale,

è già partita e sta arrivando morte!

Madonna mia, Roberto è stato buono,

un servo della vigna come me,

ha sempre dimostrato devozione,

e ciò che ha fatto, ha dedicato a te!

Madonna mia, tu sai le nostre cose,

tu sai che non sappiamo domandare,

ci rimettiamo a te, divina rosa,

a Dio piacendo Roberto può scampare!

Madonna mia, tu sai che cosa è meglio;

il bene suo, si sa, è il Paradiso,

per farci entrare lì, soffrì tuo Figlio

per questo fine fu maltrattato e ucciso!

Madonna mia, non far che quelle pene

non servano al povero Roberto!

al Cristo Figlio, che ci vuole bene,

digli che lo accogliesse a braccia aperte!

Madonna mia, se poi non ha finito,

e in vigna deve ancora lavorare,

fa’ che riprenda presto la salute,

perché possa tornare a faticare!

Madonna mia, ti diamo gloria e onore,

tu che sei la Regina degli Apostoli,

chiedi per noi a Cristo Salvatore

che per Roberto facesse un…

(Roberto si mette a sedere da solo)

Viola                        (indicando Roberto)  Miracolo! Miracolo… guardate…!

Giosuè                     Lo spirito! Lo spirito del diacono!

Letizia                      Giosuè… calmati… quello non è uno spirito, è vivo, è resuscitato! Non ho mai visto cose come queste… io… mi faccio cristiana!

Giosuè                     (trasognato) Non è uno spirito? Ma allora… ma allora… la stessa cosa è successa a Sebiba!

Nereo                      Io vedo e non credo…, un ferita come questa… con tutto il sangue che hai perso… e tu ti alzi? Vescovo…, è un miracolo!

Tutti                        Miracolo, miracolo! Un altro miracolo! Vescovo Santo! Sì, santo!

Simmaco                 Ma che dite? Io sono solo un povero servo di Dio… bisogna che ringraziamo Lui e la Madonna…! Roberto… ora ci aiutiamo entrambi a camminare … (lo prende sottobraccio)

Roberto                    (annuisce; tenendosi la fasciatura) Sì, si… oggi sono nato un’altra volta!

Giosuè                     Aspettate, Vescovo… quello che avete fatto a questi due, poco fa… (indica Viola e Nereo e abbraccia Silvana) si potrebbe ripetere per noi?

Letizia                      (a Giosuè) Ma tu dici davvero? Ti vuoi sposare… me…? (lo abbraccia)

Simmaco                 Vi volete unire davanti a Dio? Ma che bella notizia che me date… fratelli miei, oggi è festa, grossa festa ‘n cielo!

Giosuè                     Eh, c’è poco da fare! Questo tuo Dio è capace davvero di sviare pure le coltellate

Simmaco                 Vedrai che cose può fare… con Lui sarai sempre felice, basta che conservi l’amicizia e l’amore per Lui…

Giosuè                     Sarà anche capace di far tacere questa donna?

Simmaco                 Quando vuoi pace e silenzio, vieni nella Basilica… ti insegnerò a pregare… anzi, andiamo ora a ringraziare Dio e la Madonna, oggi è ancora la sua festa…

                               (esce salmodiando al braccio di Roberto, seguito da tutti; ad ogni sua invocazione risponderà Roberto con “Prega per noi”, e a mano a mano si uniranno nella risposta anche tutti gli altri)

Santa Madre di Dio,

Santa Vergine delle vergini,

Madre di Cristo,

Madre della Chiesa,

Madre della divina grazia,

Madre purissima,


Epilogo

Ferdinando              (applaudendo) E bravi i miei sudditi… voglio proprio fare loro un regalo… un regalo… (si rivolge ai dignitari)  come si dice?

Vittorio                    Un regalo… regale!

Marianna                 Maestà… un regalo… munifico!

Ferdinando              C’è poco da fare! Solo le donne capiscono certe cose! Munifico… mi piace… ma… dov’è Simmaco? Simmaco! Simmacooo!

Simmaco                 (esce zoppicando) Dite, maestà!

Ferdinando              Avete fatto un capolavoro e il vostro Re lo ha molto apprezzato… bravi! Vi farò un regalo… un regalo… (schiocca le dita, non ricordando la parola) magnificente! Dovete venire anche in Reggia a recitare, per la Regina …

Simmaco                 Maestà, per noi è un piacere… quando potremo venire?

Ferdinando              Subito! Facciamo domane! Però… dovete cambiare una cosa!

Simmaco                 E che vorreste che cambiamo, Maestà?

Ferdinando              Ah… ecco… quella Sebiba… è davvero una bella ragazza… mi piace molto come balla… fate uno sforzo… tanto, in mezzo a tanti miracoli, ne fate uno anche per lei… non la fate morire!

Fine