Sinceramente bugiardi

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SINCERAMENTE BUGIARDI

SINCERAMENTE BUGIARDI

di alan aycbourn

traduzione italiana di Luigi Lunari

personaggi

GREG

GINNY

PHILIP

SHEILA

ATTO   PRIMO

Sabato.Il soggiorno di un appartamento londinese. L’arredamento dà l’idea di un appartamento di ragazza sola e indipendente.Piccolo, modesto ma di gusto. Ci sono due porte. Una dà in un cucinino, l’altra nella camera da letto. Greg entra in scena dalla camera da letto, semisvestito. Comincia ad annodarsi la cravatta. Suona il telefono; Greg lo fissa. Il telefono suona di nuovo; Greg risponde

GREG-3467......(attende)....Pronto? Pronto..... chi parla? (indugia un momento, quindi  mette giù la cornetta. Continua ad annodarsi la cravatta. suona il telefono)

GINNY-(Da fuori) Greg...(Greg è ancora assorto) Greg.....

GREG-(andando verso la porta) Mmmmm?

GINNY-Cosa stai facendo?

GREG_sto...sto.....Niente....

altro borbottio. Greg torna verso il centro della stanza. Dopo un attimo entra Ginny ancora assonnata, spettinata, in vestaglia e a piedi nudi. Dà un occhiata al telefono. Quindi va verso Greg e lo bacia)

GINNY- era il telefono?

GREG- quando?

GINNY- un attimo fa.

GREG- no.

GINNY-ah.

(Ginny sembra imbronciata, si gira e si ficca in cucina. Da quella direzione si sente un forte rumore di padelle)

GREG- fai il caffè? ( ancora rumore)  Bene! ( Ginny torna e si ferma in piedi)

GINNY- Dove sono le mie sigarette?

GREG- ( lanciandogliele) Qui.

GINNY- ( lasciandole cadere- sarcastica)  Grazie! ( Un momento di silenzio, poi lei gli tira una sigaretta, Greg con un fiammifero accende a tutti e due; Si siedono)

GINNY- Che ore sono?

GREG- Sono le sette di un Sabato sera e tutto va bene.

GINNY-( Con gentilezza ironica ) Grazie. ( Pausa) Sei sicuro che non era il telefono?

GREG-( Ignora la sua domanda) A che ora hai il treno, domani?

GINNY- Alle nove e  qualcosa.

GREG- Cosa?

GINNY- Oh.....( Si alza)  Insomma!.....( va in cucina)

GREG- ( Prende una rivista)....essenzialmente, femminilmente vostro.... che fa sparire quella brutta pancia e lusinga il derrière...’Ah oui, ma’moiselle, quelle derrière extraordinaire....ceci une derrière formidable....

GINNY- (Ritorna con le tazze) Cosa?

GREG-Avez-vous une derrière?

GINNY-( Mettendo giù le tazze) Cosa?

GREG-Oui, vous avez....

GINNY- Di cosa stai parlando? (Si siede)

GREG-( Alzando la tazza) Alla salute.

GINNY- Cin cin. (Bevono)

GREG- A cosa pensi?

GINNY- Come?

GREG- Vediamo. Io dico che stai ammirando le mie pantofole.

GINNY- Le tue pantofole?

GREG-( Mostrandogliele ai piedi)   Guarda.

GINNY- Che idea!

GREG- Oh. Non stavi pensando alle mie pantofole?

GINNY- Spiacente. No.

GREG- Ah.

GINNY-Non mi ero neanche accorda che tu le avessi su.

GREG-Già! E’ questo il nocciolo della questione!

GINNY- eh? ( lo guarda divertita) Ma figurati! ( Pausa) Sentirai la mia mancanza domani?

GREG- No. Mi divertirò immensamente.

GINNY- davvero?

GREG- Non avrò neanche un minuto, per pensare a te.  Vediamo: a colazione ho il  Contrammiraglio, poi c’è la festa della Domenica mattina, in costume adamitico, nel  seminterrato; non devo perderla assolutamente; Pranzo con degli amici di papà e poi  ricevimenti, festa una dietro l’altra....( da una risata esultante che termina  bruscamente)

GINNY- Anch’io sentirò la tua mancanza.

GREG- Davvero?

GINNY- Si, davvero. (pausa) davvero chi credi che non mi mancherai? Greg...

GREG- Dipende si ti divertirai o no, suppongo.

GINNY- eh? Con i miei genitori?! Non farmi ridere.

GREG- E allora perchè chi vai?

GINNY- Bisogna che vada, sono secoli che non li vedo.

GREG- (Annuendo) Ah. Dovere.

GINNY- Non solo. Gli voglio anche bene sul serio.

GREG- Sono simpatici? Voglio dire, pensi che mi piacerebbero?

GINNY- Non lo so. Può darsi. E’ gente un po’ strana, direi. Mio padre almeno. Però a te la  gente strana piace, non è vero? Comunque, con mia madre ti troveresti bene. Lei ti

 adorerebbe.

GREG- Beh, posso venire anch’ io.

GINNY- Prima o poi dovrai venire per forza.

GREG- Domani , con te?

GINNY- No, te l’ho detto....non ti aspettano. Se proprio vuoi conoscerli, ti  ci porterò un’ altra  volta. Chi andremo apposta, un altro week-end.

                                                              (  GREG si fissa i piedi )

GREG- Devo confessare che queste pantofole mi affascinano. Tu cosa ne dici?

GINNY- Di che?

GREG- Delle mie pantofole. Ti piacciono?

GINNY- Non male. Perchè?

GREG- Niente; volevo solo sentire il tuo parere.

GINNY- Beh...sono.....pantofole, no?

GREG- Già. Sono pantofole. (pausa)

GINNY- Scusa , sai, ma certe volte non ti capisco.

GREG- No?

GINNY- Per esempio, prendi oggi. Sei là seduto e non fai altro che provocarmi.

GREG- Sciocchezze.

GINNY- Oh si è proprio vero.

GREG- E perchè mai dovrei provocarti? Sentiamo. Perchè dovrei provocarti?

GINNY- oh...Va all’inferno. ( si siede con aria accigliata,fumando la sigaretta) Le tue  pantofole sono la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia.

GREG- Grazie. ( pausa)

GINNY- Senti, se sei stufo di me, dillo pure. Non ho nessuna voglia di andare avanti così per  tutta la vita. (guarda Greg attendendone la reazione, ma Greg resta impassibile)

 son giorni e giorni che dura questa storia! Io ho bisogno di te, Greg: sempre! Sul   serio.  Non lo sai? ( Greg le sorride) oh non so proprio come faccio a sopportarti!

GREG- No, non sono stufo di te.

GINNY- Ti conviene.(Greg lancia il pacchetto delle sigarette da una mano all’altra)  Vuoi  un altro po' di caffè?

GREG- Chi abita a Villa dei Salici, Pendon di sotto, Buckinghamshire?(Ginny lo fissa in  silenzio) Eh?

GINNY-Come fai a conoscere quell’ indirizzo?

GREG- Chi ci abita?

GINNY- Dove l’hai trovato?

GREG- Sembra roba di lusso, villa dei Salici.

GINNY- Hai frugato tra la roba mia?

GREG- No.

GINNY- Allora dimmi dove hai pescato quell’indirizzo. Voglio saperlo.

GREG- l’ho trovato scritto qui sopra. (mostra il pacchetto delle sigarette) Tè.

GINNY- Oh!

GREG- Però, che casa! Villa dei Salici,Pendon di Sotto, Buckinghamshire. E’ gente che  conosciamo?

GINNY- No.

GREG- E allora chi è?

GINNY- Sono i miei.

GREG- Ah.

                               ( Pausa Ginny si alza bruscamente)

GREG- beh- direi che come memoria devi essere proprio a zero. Insomma: io non sono certo  quel che si dice un figlio devoto e assiduo- I miei genitori potrebbero confermartelo-  ma se non altro dove abitano, me lo ricordo.

GINNY- Ho scritto il loro indirizzo li per darlo ad una persona, in ufficio....

GREG-(non lasciandola finire) A chi?

GINNY- A una ragazza.

GREG- Ah.

GINNY- Ma si vede che si è dimenticata di prenderlo.

GREG- Ho capito.

GINNY- Conosce i miei perchè eravamo a scuola insieme.

GREG- Si, va be’, ho capito.

GINNY- Voleva scrivergli....

GREG- d’accordo ,ho capito.

GINNY- Basta cosi? O vuoi vedere il mio certificato di nascita?

GREG- E dàgliela....

GINNY- o il loro certificato di matrimonio? Contento? - Soddisfatto?- Beh, io mi prendo  un’altro caffè. ( si dirige verso la porta della cucina)

GREG- (chiamandola indietro) Ginny?

GINNY- Cosa c’è?

GREG- La pianti? (lei lo fissa per un secondo, poi comincia a ridacchiare. Ridono tutti e  due)

GREG- Dimmi, come fai a sopportarmi?

GINNY- Ah, non lo so.

GREG- Come fai?

GINNY- Me lo chiedi sul serio?

GREG-Si: perchè mi sopporti?

GINNY- Forse per la stessa ragione per cui tu sopporti me. ( Greg sorride e si alza per un secondo. Quindi la sua attenzione viene attratta ancora una volta dalle pantofole, se le toglie e le prende in mano. Ginny ritorna con la sua tazza. proprio mentre lei sta per sedersi, Greg posa le pantofole sul piano della sedia di lei. Ginny siede, salta su e spande il caffe’)

GINNY- Oh Dio! ( depone la tazzina e vede le pantofole) Ah, che bello scherzo.( scaglia le pantofole sul pavimento, prende un fazzoletto dalla tasca e si pulisce la vestaglia) Accidenti! Ma si può fare uno scherzo più idiota? Si può sapere che cosa ti è saltato in testa?

GREG- ( pentito) Scusa.

GINNY- Figurati. Guarda qui. Dovrò prendere uno straccio per asciugare per terra. Certe volte ti comporti proprio come un deficiente. ( torna in cucina)

GREG- Un deficiente?

( Lei torna quasi subito e senza guardare Greg va in camera da letto. Torna portando il soprabito di lui, una borsa di tela e le scarpe. Getta il tutto a terra vicino a lui)

GINNY- Mi pare che sia ora che te ne vada a casa, no?

GREG- Va bene. Se te la prendi tanto....

GINNY- (arrabbiatissima) Se me la prendo. Fantastico. Spero solo che Lunedì ti sia passata, ecco. Ho abbastanza grane a cui badare senza che ti chi metti anche tu.              

GREG- (Girandosi verso di lei bruscamente) E tu, per me, che cosa credi di essere?

GINNY- (presa alla sprovvista) Come? (suona il telefono. Ginny continua a guardare Greg per un momento poi risponde al telefono)  Pronto.....si....no, no....guardi che ha sbagliato numero....si....buongiorno.( riattacca) ( Greg si mette le scarpe) che cosa intendevi dire Greg?....

GREG- Pensaci un po’ durante il tuo ameno week-end alla Villa dei Salici, Pendon di sotto....

GINNY- Greg...

GREG-( astioso) Ma va un po’ a quel paese. (si alza, controlla il contenuto della sua borsa e fa per chiuderla)

GINNY- Non dimenticare le tue amate pantofole, per piacere.

GREG- Ah, quelle!

GINNY- ( le prende e gliele porge) Te’.

GREG- Non le voglio.

GINNY- Oh, per l’amor del cielo....! Prenditele.

GREG- Che numero sono? Tanto per saperlo?

GINNY- E io cosa ne so!

GREG-(mettendosi il soprabito) Deve esserci scritto da qualche parte, prova a guardare. Forse dentro...

GINNY- 44, c’è scritto. perchè?

GREG- non mi servono, io porto il 40; prova un po’ se vanno bene a te.

GINNY- Un po’ una stupidaggine, no?

GREG- Che cosa?

GINNY- Comprare il 44. Se tu hai il 40...

GREG- Non le ho mica comperate io!

GINNY- E chi allora?

GREG- Non ne ho la minima idea. Io, di pantofole, ho il 40.

GINNY- Beh, ma allora di chi sono?

GREG- non lo so. Io le ho trovate qui in giro....

GINNY- dove?

GREG- sotto il tuo letto:

GINNY- Ah.  (pausa. Greg la guarda)

GREG- Sotto il nostro letto. O comunque, sotto il letto....quello di là. Forse appartiene al padrone delle pantofole.

GINNY- Allora è per questo...

GREG- E’ stata una cosa piuttosto strana, davvero. Quando mi sono svegliato, sai che sono sempre un po’ intontito....mi sono seduto sulla sponda del letto...tu dormivi ancora...e ho fatto come faccio sempre...Con i piedi ho cercato le mie pantofole, a tentoni sotto il letto. E’ una mia abitudine, una piccola idiosincrasia...comunque, stavo facendo la mia ricerca con i piedi e a un tratto mi son detto: attento, figlio mio, che devo darti un brutto colpo. Qui è impossibile che tu trovi le tue pantofole. Non sei a casa tua: sei a casa di lei. Non farti prendere dal panico. Invece, colpo di scena: un paio di pantofole sconosciute si sono infilate, da sole, ai miei piedi. Una cosa molto sgradevole

GINNY- Tu te la fai e te la disfi....vero?

GREG- Beh, per quel che riguarda queste pantofole...

GINNY- Davvero! Lui se la fa e se la disfa!

GREG- Sempre, come quando mi domando perchè, quando rispondi al telefono, tu prima dici si e poi dici no... non riesco proprio a venirne a capo.

GINNY- Per esempio?

GREG- Per esempio poco fa hai risposto al telefono?

GINNY- Non mi ricordo.

GREG-Qualsiasi cosa ti abbiano detto, tu hai risposto “ si”. Forse ti hanno chiesto: Parla il 3457 ?

GINNY- Può darsi. Qualcosa del genere. Ma che importanza ha?

GREG- No, impossibile. Se no tu avresti risposto: No, qui parla il 3467.

GINNY- Dove vuoi arrivare?

GREG- Oppure hanno chiesto se era il 2467 e tu hai creduto che dicessero 3467. E’ cosi?

GINNY- Può darsi. Magari ho capito male io!

GREG- Così lui credeva di parlare con il numero giusto?

GINNY- No, no.

GREG- Per forza; se gli hai detto di si!... Insomma: se e quando telefono a qualcuno, e mi rispondono, io chiedo: Parlo con il 2467; se la risposta è si, io sono abbastanza portato a crederci. Tu no?

GINNY-In ogni modo lui si è subito accorto di aver sbagliato.

GREG- Era un lui, vero? Che cosa ha detto?

GINNY-(stancamente) Oh, non me lo ricordo proprio. ha detto, sei Jack, o qualcuno del genere? ( pausa)

GREG- Jack? Tu hai risposto di si, e lui ha chiesto: sei Jack? Oh povero vecchio Jack. Non deve essere mica tanto a posto questo Jack, vero? Vorrei sapere che cosa gli può essere successo, a Jack.

GINNY- Forse ha detto Betty, che ne so? Lui mi ha chiesto se ero il tal dei tali e il tal’ altro, e io gli ho detto di no.

GREG- Va bene, decidiamo per Betty.

GINNY- Come vuoi tu, purché tu sia contento.

GREG- Credo che anche Jack preferirebbe.

GINNY- Benissimo. Soddisfatto? Sei felice? Tutto sistemato? Bene!

GREG- Grazie. Beh, allora, au revoir. Buon Week-end. Se fossi in te darei una rapida occhiata sotto il letto .Chissà che non ci sia anche il padrone delle pantofole.

GINNY-Tu, di me, non hai nessuna fiducia, vero?

GREG-(aprendo la porta per uscire)Non te la sarai presa sul seri, vero?

GINNY-Beh, me la prendo si. Perchè stai diventando insopportabile. e poi, non devi andartene via così.

GREG- Perchè?

GINNY- Perchè non mi va.

GREG-Ma se hai voluto tu, mandarmi via!

GINNY- ( con improvvisa durezza) Te lo dirò io quando devi andartene!(Greg si gira a  guardarla sorpreso)

GREG- Va bene. ( chiude la porta. Mette giù la borsa e resta li’ con aria docile)

GINNY-(dirigendosi verso di lui) Tu sei matto, lo sai? Sei matto completo. Sei da ricoverare.

GREG-( a lei) Uhm!   (si baciano. Ginny siede)

GINNY- Se mi lasciassi adesso......

GREG- ( la bacia dolcemente) no.

GINNY- Dobbiamo prometterci di non lasciarsi mai, mai, subito dopo aver litigato, a  qualsiasi costo. Prima dobbiamo fare pace.

GREG-( allegramente) O.K.

GINNY- Non potrei sopportare nessun altro, ormai. In ufficio sono tutti cosi noiosi. Gente che non fa che parlare del giardino di casa, del cricket, di pentole a pressione. Lo sai  che c’è n’è uno che da quando sono li io,  è tutto una conferenza sui combustibili senza fumo? “ Buongiorno, Mr. Jones. Come stanno sua moglie e l’antracite? (improvvisamente) Credi che un giorno o l’altro ci sposeremo?

GREG- Non ti sorprenderebbe, vero?

GINNY- No.(sorride) Lo sai, stavo pensando....alla prima volta che ti ho visto; ti ricordi?

GREG- Son passate solo tre settimane! Non sono io quello della memoria balorda.

GINNY- Ti ho visto, seduto la in fondo, e ho pensato.... lui! Voglio conoscerlo. Sembra interessante. Ha un aspetto diverso dal resto della massa. Ho guardato verso di te, ti ho sorriso e tu mi hai risposto con una faccia feroce... che carino! Allora ho pensato: non gli piaccio; ma farò in modo di piacergli...così ho cominciato a farti la corte.     

GREG- E io ho pensato: chi è questo uccellino che non smette mai di cinguettare?

GINNY- Non esageriamo.

GREG- ( allontanandosi) Dopo neanche dieci minuti mi avevi raccontato tutto sulle tue INFELICI ESPERIENZE. Non sapevo se baciarti o darti due scellini. (si ferma presso il telefono) A proposito di infelici esperienze....

GINNY- Come?

GREG- Niente, niente.

GINNY- Tutto dimenticato, se è questo che vuoi sapere.

GREG- compresa l’ultima?

GINNY- Si.

GREG- Di quella non mi hai mai detto niente, vero?

GINNY- ( secca) No.

GREG- (provocandola ancora) Mi pare proprio che tu non me ne abbia mai parlato. Una storia piuttosto losca, no?

GINNY- Quale?

GREG- Quella fra te e quell’ uomo che hai già dimenticato.

GINNY- Si.

GREG- Mi dispiace.

GINNY- A me no.

GREG- Già, però io lo so come si resta quando uno ti pianta asso. Può far male...Poveracara! In un certo senso è stata una fortuna che tu mi abbia incontrato proprio in quel momento. ( una pausa. Ginny è turbata)

GINNY- Non mi ha piantata. Sono io che ho piantato lui.

GREG- ( con esagerata comprensione)  Ma certo.

GINNY- ( leggermente irritata)  Sul serio!

GREG- ( calmandola) Ma si, ci credo che l’hai piantato tu. Stavo solo pensando: è proprio un fatto strano! Tu, hai mai conosciuto nessuno che sia stato piantato? Cioè: io conosco dozzine di persone che, tutte, un giorno o l’altro, hanno piantato qualcuno. Ma non ho mai incontrato nessuna di quelle persone che quelli avevano piantato. Non ti pare un po’ strano? Dove va a finire, tutta quella povera gente piantata in asso? Che tutti stiano galleggiando sui fiumi non è possibile: ormai sarebbero ostruiti. Forse spariscono, come gli elefanti quando stanno per morire, o come le mosche quando vien l’inverno, non credi?

GINNY- Veramente non saprei.

GREG- Perchè l’hai piantato?

GINNY- Avevo le mie buone ragioni.

GREG- oh!

GINNY- Guarda, non ho nessuna intenzione di raccontarti questa storia, quindi puoi anche smetterla.

GREG- d’accordo ( si stringe nelle spalle) D’ accordo. (pausa. Greg aspetta)

GINNY- comunque non vedo perchè ti dovrebbe interessare.

GREG- Mi piacerebbe saperlo.

GINNY- Non vedo proprio perchè. A me non importa un fico secco del tuo passato.

GREG- ah, ma la mia vita è cominciata quando ho conosciuto te.(sorride con aria angelica)

GINNY- Si?

GREG- comunque, per un uomo è diverso. Agli uomini piace sapere queste cose.

GINNY- Me ne sono accorta.

GREG- A un uomo piace sapere tutto di una donna. Comprese le sue simpatie,le antipatie.Se per esempio le piacciono i mutandoni lunghi fino al ginocchio, la marmellata con dentro i pezzettini di frutta, i petti pelosi e le camicioline di filo. Se odia wagner, il piano superiore degli autobus e gli uomini pettinati con la riga nel mezzo. E ancora: se questa donna.....

GINNY-Beh, questa donna odia gli uomini che mettono qualcosa su una sedia proprio mentre lei si sta sedendo, e che continuano a far domande.

GREG- Basta questo per piantare un uomo?

GINNY- ( con ira ) Era sposato.

GREG- Davvero?

GINNY- ( rapidamente, ironica) Con dodici figli, naturalmente.

GREG- Fantastico.

GINNY- Son queste le cose che vuoi sapere?

GREG- Più o meno. più o meno. Davvero era sposato?

GINNY- Si.  ( pausa ) Però non aveva dodici figli.

GREG- Se li avesse avuti, non avrebbe avuto molto tempo da dedicare a te, non ti pare?

GINNY- In un certo senso. naturalmente, non sarebbe stata la stessa cosa. ( pausa)

GREG- Guardandola ) Un altra donna, eh?

GINNY- L’altra donna ero io.

GREG- Sui giornali se ne leggono, di casi come il tuo. (medita) Sai, io non credo che lo farei.

GINNY-Che cosa?

GREG- Andarmene con la moglie di un altro.

GINNY- solo perchè tu sei una persona molto più perbene di me.

GREG- Beh, adesso sappiamo tutto, no? (pausa)

GINNY- Per noi non cambia nulla, non è vero? Quella storia....

GREG- No.

GINNY- Sicuro?

GREG- Non è tutto passato? Dimenticato?

GINNY- Si.   Oh Dio! Qualcosa potrebbe cambiare, forse, se solo lo vedessi ancora. Voglio dire: se lo frequentassi sarebbe molto diverso, non è vero?

GREG- Si. Certo. (pausa) Lo frequenti ancora?

GINNY- Chi?

GREG- Quello la.

GINNY- Non mi ricordo neanche più che faccia abbia. (pausa) E’ solo che da quando ti ho conosciuto, continuo a pensare a sua moglie....

GREG- Brava!

GINNY- No, continuo a cosa proverei.....

GREG- Dove sono le sigarette?

GINNY- Se saltasse fuori un’altra donna e mi portasse via te....

GREG-Dove sono, nella tua borsa?

GINNY- No, eccole qui.

GREG- Grazie  (si alza e va alla finestra)

GINNY- Sto cercando di dirti......

GREG- Si?

GINNY- Ma mi stai ascoltando?

GREG- No.

GINNY- Il che vuol dire che sei stufo di parlare.

GREG- Si.

GINNY- Perchè?

GREG- Ho esaurito l’interesse.

GINNY- E va bene. Allora, tutto dimenticato?

GREG- Si.

GINNY- Vado a vestirmi.(andando verso la camera da letto)

GREG- Ginny.... aspetta un momento.

GINNY- (fermandosi) Cosa c’è?

GREG- Scusami.

GINNY- Va bene. ( pausa. Lei sorride) Dove andiamo stasera?

GREG- Lo stesso.

GINNY-Beh, siediti lì e pensa a qualche bel posto dove andare. Qualsiasi posto va bene, stasera tocca pagare a me.

GREG-(preoccupato) Ginny?

GINNY- Si?

GREG- Come han fatto quelle pantofole a finire sotto il tuo letto?

GINNY-(con un grido di disperazione) Oh, Dio del cielo.( esce con passo deciso)

GREG- ( borbottando dispiaciuto) Ho solamente chiesto. Avrei diritto di sapere, in ogni caso.( prende in mano le pantofole) Bello schifo comunque, di chiunque siano!   ( chiamando) Ginny!

GINNY- ( da fuori) Eh?

GREG- Andiamo al cinema?

GINNY-( da fuori) se vuoi.

GREG- E’ che sono un po’ corto di ispirazione, stasera. Non mi viene in mente altro.

GINNY-(da fuori) Beh... potremmo andare a bere qualcosa...o a cena...o, dato che è Sabato, potremmo andare a ballare...

GREG- No. Non ne ho voglia, di ballare. Andiamo al cinema. Si fa meno fatica. Purchè non sia un film con i sottotitoli. E’ la cosa più faticosa del mondo...

  ( Ginny entra e si mette davanti a Greg, voltandogli la schiena, con il vestito che evidentemente non e’ riuscita ad allacciare di dietro)

GINNY- Per piacere.

GREG- Ah subito...(comincia piano piano ad allacciare il vestito) Sai, stavo pensando....credo che sarebbe una buona idea se chi sposassimo.

GINNY- Come? Stasera?

GREG- No...

GINNY- Ah meno male! Volevo dire... se no mi toccava andare a cambiarmi un’altra volta.

GREG- No stò parlando sul serio.

GINNY- Come mai ti è venuta questa idea?

GREG- Beh, lo sai che io sono un po’ geloso?

GINNY- Un pochino, si.

GREG- Deve essere una bella seccatura, per te. Per me è peggio ancora. Pensavo che se chi sposassimo forse sarebbe meglio. (pausa)

GINNY- Devo prenderla come una domanda di matrimonio?

GREG- Si. Credo di si. Se vuoi chiamarla cosi.

GINNY- Ma è una domanda di matrimonio o no?

GREG- Si è una domanda di matrimonio.

GINNY-Ho capito, scusa, ma non stavamo per uscire?

GREG- Possiamo uscire anche fra cinque minuti, no? Ti chi vuol tanto tempo per rispondere si o no?

GINNY- Ho paura di si.( pausa) Se lo dici seriamente, non so proprio cosa fare. Cioè io ti voglio molto bene, più di quanto ne abbia mai voluto ad altri. Lascia che chi pensi su per un po’ e credo che forse, un giorno o l’altro, ti dirò di si. Ma non adesso, ecco tutto.

GREG-Ho capito.

GINNY- e tu, Greg?

GREG- Io?

GINNY- Si.

GREG- Io, naturalmente, voglio sposarti.

GINNY- Si, ma...Greg, chi hai veramente pensato? Mi dispiace chiedertelo....ma il fatto è che tu non mi stai invitando a passare insieme un week-end, o qualcosa del genere. E neanche un mese.

GREG-Ma a stare insieme tutta ‘sta maledetta vita; lo so.

GINNY- Mi hai messo davanti ad un problema molto importante, non ti pare?

GREG- Certo.

GINNY- Quante altre ragazze hai conosciuto prima di me?

GREG  - Beh , ne ho conosciute un sacco............vediamo un po’: Doris, Felicita, Agnese,

                        Mabel.......

GINNY- No, voglio dire........ conosciute davvero........hai capito quel che voglio dire.

GREG- Beh, qualcuna , lo sai.

GINNY- Oh, questi uomini! Sempre così maledettamente falsi. Avete vergogna di ammetterlo.

                        Perche’ non vuoi dirlo? Sono io la prima: dì la verità!

GREG - Puo’ darsi. Se e’ così evidente........

GINNY- Tu pensi forse che io ti stimi meno o ti voglia meno bene?

GREG- No. Ma allora:se ai tu la prima?

GINNY- Niente, per quel che mi riguarda. Non me ne importa proprio niente. Ma e tu? Per

                        quel che ne sai, a paragone di un’ altra, io posso essere la piu’ grande puttana della

                        terra. Come fai a dir di no?

GREG - Ma lo sei?

GINNY- Sarebbe bello che chi sposassimo, e poi tu te ne accorgessi quando ormai e’ troppo

tardi. Non ti pare?

GREG - E allora che cosa devo fare? Provarne tante altre? Fare un censimento?

GINNY- Io voglio solo che tu sappia bene quel che fai, ecco!

GREG - Io lo so benissimo.

GINNY- D’ accordo.

GREG - So perfettamente quello che faccio,  non preoccuparti.

GINNY- Va bene, va bene.    

(breve pausa)

GREG - Non puo’ darsi il caso che tu ti decida per il sì entro domani?

GINNY - Perche’?

GREG - Beh, potrei venire con te dai tuoi.....

GINNY - No Greg.

GREG- Perche’ no?

GINNY - Quante volte te lo devo ancora dire? Non ti aspettano.                                              

GREG - Ma loro sanno di me? Non glielo hai detto?                                                                  

GINNY - Si, certo. Pero’ non ti aspettano. Mia madre non ti perdonerebbe mai se ti portassi   a casa sua senza averla avvertita in tempo, non posso, devi capirlo. Lo capisci

                       vero?  

GREG - (rannicchiandosi nella poltrona) Si.

GINNY- (andando a sedere vicino a lui) Caro......... c’e’ tutta la prossima settimana.

GREG - Mmmmm.

GINNY- Ti prometto che non andro’ in nessun posto.A meno che non sia tu a volerlo.

GREG - Mmmmm.

GINNY-E così tutte le domeniche dopo.

GREG - Mmmmm.

GINNY- E domani pensero’ a te tutto il giorno. Pensero’ a te e cerchero’ di immaginare quel

che stai facendo.

GREG - Dormiro’ .

GINNY - Davvero?

GREG- E poi mi alzero’ e mangero’ della carne in scatola- una grossa Manzotin, e poi faro’

una bella camminata fino al piano di sotto per chiacchierare con la padrona di casa.

GINNY- (alzandosi) Pensa a me. Domani devo alzarmi alle sette . Anche se e’ Domenica....

(Ginny va nella camera da letto)

GREG - Se non altro mangerai decentemente. Non so proprio perche’ non mi vuoi lasciar

venire . Io sono bravissimo con i genitori. Per lo meno con quelli degli altri. Alla villa

dei Salici,Pedon di Sotto, saprei affascinarli. Te lo assicuro.

(ha di nuovo le pantofole in mano e ne fa picchiare le suole insieme, come per u                   accompagnamento funebre)  

GINNY- (da fuori) Mi do solo una spazzolata ai capelli.

(Greg cammina su e giu’ per la stanza) (da fuori)

Stasera mi sento di andare a vedere un film proprio brutto. E tu no?Almeno chi tirerà su di morale.

GREG - Probabilmente non avremo altra scelta. (a se stesso)”Il  Nemico dimensione tre metri Cammina Ancora”.............

(Ginny rientra)

GINNY - Avremmo dovuto uscire prima .(allo specchio)Oh Dio, sono orribile. Pazienza. Tanto ce ne stiamo al buio, no?

GREG   -Si e quando accendono le luci, puoi nasconderti sotto la poltrona

GINNY - Allora,  sei pronto?Mi pare di no .

GREG - Piu’ o meno.

(Greg sta fermo in piedi, con le pantofole in mano, come se qualcosa lo trattenesse)

GINNY - Allora andiamo.

GREG - Bene.

(Greg allora lancia le pantofole su una poltrona. Ginny lo guarda)

GINNY- Sai, mi e’ venuto in mente in questo momento.

GREG - Che cosa?

GINNY- Di dove vengono quelle pantofole.

GREG - E di dove vengono?

GINNY - Hai mai conosciuto Jane?

GREG - Jane chi?

GINNY - La ragazza che aveva preso questo appartamento con me? No, non l’ hai conosciuta.

Se n’ e’ andata poco prima che chi incontrassimo.

GREG - Sono sue?

GINNY- No pero’ lei aveva un cucciolo.

GREG- Un cucciolo?

GINNY- O meglio, un cane . Sono sue.

GREG- Ah, capisco. (pausa)Che cos’ era un danese?

GINNY- No era un .....

GREG- Un San Bernardo

GINNY- No, un ......come si chiama?

GREG- Un gorilla.

GINNY- No, uno di quei cani piccoli . Come si chiamano?

GREG- Beh , possiamo dire questo a sua discolpa :avra’ avuto anche solo due gambe, poveretto, ma certo aveva un bel paio di piedoni per un cane della sua eta’........

GINNY- Un dachshund, cos’ era.

GREG- (andando verso la camera da letto)Aspetta.

GINNY - Dove stai andando?

GREG- A vedere se riesco a trovare l’ altro paio. Mi e’ insopportabile il pensiero di quel povero cuccioletto con due piedoni enormi......che barcolla in questo appartamento. E’ troppo . Devo trovare l’ altro paio di pantofole o stanotte non chiudero’ occhio. Aspetta un momento. Forse usava le pantofole solo per le zampe davanti. E quando usciva aveva stivali alla Wellington, per le zampe  dietro. Si deve essere così. Usava calzature diverse a seconda se doveva uscire o restare in casa. Intelligente quel cane!

GINNY- L’ hai finita?

GREG - Quasi.

GINNY- Soddisfatto?

GREG- Oh, abbastanza.

GINNY- Se chiami l’ ascensore, spengo le luci.

GREG- Funziona?

GINNY - Stamattina funzionava.

GREG- Bene. L’ascensore sara’ pronto tra due minuti esatti.

GINNY- Chi saro’ anch’ io.

 (Greg mette le pantofole nella sua borsa ed esce.Ginny prende la sua borsetta, entra ed esce  dalla camera da letto spegnendo le luci, si sta dirigendo verso la cucina e verso la porta quando suona il telefono, Ginny esita. Il telefono suona di nuovo. Ginny allunga il collo per sincerarsi che  Greg non possa vedere

e quindi risponde)

GINNY   - Si?.........Senti: non è possibile che tu vada avanti a telefonarmi a questo modo.........intento perchè è molto seccante........si.........(Greg entra silenziosamente e per un momento si ferma ad ascoltare) Si, e’ qui.........senti, ne abbiamo gia’ parlato giovedì, no? Oh, si come no!...... No, perchè sto uscendo...... sì........sì........sì.......(Mette giù la cornetta, e resta immobile per un momento. Greg, che era sgattaiolato fuori , rientra vivacemente.)

GREG- (Allegramente) Pronta?

GINNY- Si......

GREG- Qualcosa che non va?

GINNY- No, niente. Andiamo.

GREG- Era per caso il telefono, un momento fa?

GINNY- No dev’essere stato nell’appartamento qui  di fianco.

GREG- Ah, si. Dev’essere stato così.

GINNY- Beh, andiamo. (Ginny esce. Greg esita per un istante guardando accigliato il telefono. Dà un’occhiata in giro per la stanza, la attraversa velocemente e prende il pacchetto delle sigarette  fissandolo pensierosamente)

GINNY- (Da fuori) Vieni, Greg. Altrimenti perdiamo di nuovo l’ascensore.

GREG- Vengo, amore . Sto venendo.

(Esce dietro di lei. Ora piuttosto disinvolto, una volta tanto)

SCENA SECONDA

PHILIP, SHEILA,  GREG, GINNY.

(Mattino di sole. Un patio che porta da un grande casa piuttosto moderna, nella Home Counties (le sei contee vicino a Londra) verso il giardino. PHILIP  e SHEILA siedono al tavolo della prima colazione e si sente il canto degli uccelli)

PHILIP- Non posso dire che questa marmellata di arance mi entusiasmi.

SHEILA- Neanch’io.

PHILIP- E allora perchè l’hai comprata ?

SHEILA- Non potevo saperlo, vedendola, no?

PHILIP- Hm. (Torna al suo giornale)

SHEILA- Quella che piace a noi non c’era.

PHILIP- Meglio niente, piuttosto che questa roba.

SHEILA- Lo dici adesso, lo dici perchè........

PHILIP- Se proprio lo vuoi sapere stavamo molto meglio senza marmellata.

SHEILA- Fai presto a dirlo!

PHILIP- Lo dico e ripeto. (Silenzio)

SHEILA- Un altro po’ di te’?

PHILIP- Si..........Se ce n’è una ........se ce n’è una.......si.

SHEILA- (Gli versa una tazza di te’) Servito. (Philip borbotta qualcosa. Sheila siede.)Vai a giocare a golf. stamattina?

PHILIP- Non credo

SHEILA- Oggi è una  giornata magnifica.

PHILIP- Si

SHEILA- Staresti molto bene là in cima. In una giornata così.

PHILIP- Là in cima dove?

SHEILA- Sul prato.

PHILIP- Sul prato?!

SHEILA- Oh, come sei duro. Sul prato di golf.

PHILIP- Campo.

SHEILA- Eh?

PHILIP- Campo, campo di golf si dice. Il prato è per il pascolo.

SHEILA- Ti farebbe venire appetito. Io chi andrei, se fossi in te.

PHILIP- Mi pare che potresti anche lasciare che mi organizzi da me la mia mattinata.

SHEILA- D’accordo. Pensavo solo che ti avrebbe fatto bene. (Philip legge il suo giornale. Improvvisamente si mette a ridere)

PHILIP- Divertente questo articolo. Dice che ......ehm.....”l’84% delle persone interrogate hanno risposto che”.......ehm......ah, accidenti!

SHEILA- Risposto cosa?

PHILIP- Niente. Niente.

SHEILA- Risposto cosa?

PHILIP- Niente, mi sembrava divertente e invece no.

SHEILA- Ah. (Silenzio)

PHILIP- Niente lettere stamattina?

SHEILA- Ho paura di no.

PHILIP- No? Neanche una ?

SHEILA- No.

PHILIP- Oh Santo cielo, qui c’è qualcuno che marca visita.

SHEILA- Cosa vuol dire?

PHILIP- In realtà non mi aspettavo nessuna lettera oggi, quindi non sono deluso. Dovresti essere delusa tu.

SHEILA- Non capisco quel che vuoi dire.

PHILIP- Voglio dire: in questa casa chi sono due persone e tu sei l’unica che riceva posta anche di Domenica. Ripeto: di Domenica!  e chi mai riceve lettere di Domenica? Io non ne ho mai ricevute, e sono piuttosto geloso.

SHEILA- E’ successo solo tre volte.

PHILIP- Mi pare abbastanza.

SHEILA- Beh, oggi non ho ricevuto niente.

PHILIP- Forse il postino si è rotto le scatole.

SHEILA- E’ possibile. (Una pausa) comunque sono contenta che oggi tu sia a casa.

PHILIP- Mmmmmm.

SHEILA- Ti si vede poco in questi tempi.

PHILIP- Oh non direi.

SHEILA- Sei sempre via da qualche parte.

PHILIP- Non posso mica stare sempre a casa: Anche le belle cose vanno usate con parsimonia; non ti pare?

SHEILA- Ah, per carità, certo! Per carità!

PHILIP- E dunque! e poi anche tu hai bisogno di un po’ di tempo per te stessa.

SHEILA- Per che cosa?

PHILIP- Per le tue cose.

SHEILA- Ah già!

PHILIP-Guarda i  Coopers. Sposati da quasi trent’anni mai vista una coppia più felice di quella. E io sono sicuro che molto dipende proprio dal fatto che lui passa nove mesi all’anno a Rio de Janeiro.

SHEILA- Spero che tu non abbia intenzione di imitarlo.

PHILIP- Oh no, il Sud America non mi interessa.

SHEILA- E a proposito: quegli affari in Europa? Quel viaggio che dovevi fare per la Ditta?

PHILIP- Ah, quello? Non è stato ancora proprio deciso.

SHEILA- Spero solo che non vada in fumo chi terrei abbastanza.

PHILIP- Sei sempre della stessa idea, allora?

SHEILA- Certo. E tu no?

PHILIP- Mi sono informato di che cosa si tratta in effetti. Se ti devo dire la verità mi sembra piuttosto noioso.

SHEILA- Noioso?

PHILIP- Non esattamente vacanza. Più che altro sembra una corsa ,Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Olanda, Danimarca e Svezia. Tutto in dieci giorni. Viaggiare di notte correre da una stazione all’altra. Una grande stancata e  per niente divertente.

SHEILA- Non sembrava così, quando ne hai parlato l’altro giorno.

PHILIP- E invece è proprio così.

SHEILA- Allora preferiresti che io non venissi?

PHILIP- Guarda tu. Non credo certo che riusciresti a divertirti.

SHEILA-Dici?

PHILIP- Comunque se ti sai adattare.

SHEILA- D’ accordo staro’ a casa.

PHILIP- Io dico che sarebbe meglio per te. Oltre tutto non mi avresti fra i piedi per un paio di settimane.

SHEILA- Dieci giorni.

PHILIP- Piu’ o meno.

SHEILA- Faro’ il festival delle colazioni solitarie.(Senza entusiasmo) Evviva! (pausa) E ,tu non ti sentiresti solo?

PHILIP- Devo dire che e’ piuttosto strano che tu riceva lettere ai week end.

SHEILA- Perchè?

PHILIP- Beh, insomma:io sono via tutta la settimana e tu ricevi lettere il Sabato e la Domenica. Io mi organizzerei in un altro modo.

SHEILA- E come.........ti organizzeresti?

PHILIP- Scriverei quando il marito è via, così non lo scoprirebbe mai.

SHEILA- Può darsi che io riceva lettere anche durante la settimana...........

PHILIP- Si. Ma se scrive lettere che arrivano qui per il week end ,è pressochè certo che io, presto o tardi, scopra tutto. Mi sembra una tattica molto strana.

SHEILA- Mi pare che ne abbiamo già discusso, no?

PHILIP- E’ un fatto che una buona metà del divertimento, se uno ha un’ avventura, è proprio quella di tenerla segreta . Specialmente se sei sposata.

SHEILA- Per te,  forse.

PHILIP- Stò parlando in linea teorica. Ma ormai il gioco è a monte, ho scoperto tutto.

SHEILA- E che differenza fa?

PHILIP- Niente di speciale. So che cosa tu stai pensando:stai pensando che io dovrei essere un po' piu’......come dire.......un po' piu’ sconvolto.Ma , non so’, non riesco ad agitarmi.

SHEILA- E’ ovvio.

PHILIP- Forse se chi incontrassimo - io e lui- faccia a faccia.

SHEILA- Certo.

PHILIP- Sarebbe molto interessante non credi?

SHEILA - Si (pausa)

PHILIP- Bistecche di cosa?

SHEILA- Di maiale.

PHILIP- Benissimo(pausa)Beh, io mi occuperò un po' dell’ orto, quest’ oggi. Tanto per cominciare, mi dedicherò alla verdura. L’hai visto di recente?........l’ orto!

SHEILA- No.

PHILIP- Una cosa fantastica. E’ bastato un paio di settimane, dovresti vederlo- ti arrivano al ginocchio: erbacce, ortiche e cardi selvatici, tutto insieme. E quelle cose che sembra che striscino....... come si chiamano? Quelle che sembrano piante di fagiolini, stese per terra. Naturalmente, dato  l’ orto ,potrebbero benissimo esser proprio fagiolini. Non che abbiano l’ aria di essere in buona salute, non credere.Pero’ bisogna stare attenti,

L’ultima volta mi sono dovuto far largo tra il rabarbaro a colpo di falcetto. Ti ricordi? Tutto quel maledetto rabarbaro. Ne abbiamo mangiato anche a colazione, è vero o no ? Neanche quel libro non serve a un cavolo, del resto: non c’è verso che dica niente della roba che coltivo io. E non riesco neanche a riconoscere qualcosa dalle illustrazioni. Infatti io credo che la natura cambia molto aspetto, in bianco e nero. Credo di avere sbagliato a non prendermi qualcuno. Sarebbe stato molto meglio: qualcuno del villaggio - qualcuno che se ne intenda sul serio. Il tuo socio, ne sa per caso qualcosa?

SHEILA- No.

PHILIP- Peccato, avrebbe potuto darmi una mano.

SHEILA-beh, non ne sa proprio niente.( pausa) Forse me ne vado un po’ nel Kent, sai?

PHILIP- Scusa?

SHEILA- Forse uno di questi giorni vado a passare un fine settimana nel Kent.

PHILIP- Perchè?

SHEILA- Ho voglia di cambiare un po’. Natalia mi ha scritto invitandomi.

PHILIP- E’ tua cugina?

SHEILA- Si. Ha un cottage nel Kent e mi ha invitata.

PHILIP- Non sapevo che tu avessi una cugina che si chiamasse Natalia.

SHEILA- Beh, non è che ne parli molto. E’ un po’ può anziana di me.

PHILIP- Va bene, Va pure.

SHEILA- Non ti secca?

PHILIP- No, affatto.

SHEILA- Dovrai stare qui da solo. Dovrai badare a te stesso per tutto un week-end. Pensi di farcela?

PHILIP-Penso di si.

SHEILA- Se vuoi posso chiedere alla signora Thing...

PHILIP- No, me la caverò senza bisogno della signora Thing. Non sopporto quella donna. SHEILA- (senza espressione) Bene. Allora è deciso.(fa per andarsene)

PHILIP- Sheila...

SHEILA- Si?

PHILIP- ( persuasivo) Su, dai!...

SHEILA- Come?

PHILIP- Oh, senti, piantiamola! Tu lo sai, io lo so, lo sappiamo tutti e due. Che senso ha?

SHEILA- Che senso?

PHILIP- Continuare con  ‘sta storia. Dove vuoi arrivare?

SHEILA- Temo di non riuscire a seguirti.

PHILIP- ( cominciando ad arrabbiarsi )Oh, per l’ amore di Mike, Sheila; cosa credi di ottenere con tutte queste sciocchezze? Eh ? Chi credi di prendere in giro? Lo so di sicuro e lo sai benissimo. E allora perchè vai avanti con tutte queste storie?

SHEILA- Quali storie?

PHILIP- Lo sai anche troppo. Questo ridicolo tira e molla . Ogni Domenica! Ogni tanto mi sembra di avere a che fare con una pazza. Che venga, oggi? Ha scritto? Ha telefonato? Beh per un po’ ci sono stato, anche troppo. Adesso sono proprio stufo, hai capito? Questo è il fatto. E penso seriamente che dovresti andare a farti visitare. Non hai la testa a posto.

SHEILA- ( Dopo una pausa )Hai finito ?

PHILIP - Si

SHEILA- Mai visto o sentito in vita mia un uomo comportarsi in un modo così incredibile! Proprio ! Ma che cosa ti è saltato in mente? Io dico che davvero ti farebbe bene giocare un po’ a golf. E fartela passare. Qualsiasi cosa sia. (entra in casa con il vassoio )

PHILIP- Oh......ci rinuncio! ( getta via il giornale  e si alza. Va verso le aiuole e le guarda borbottando)

Queste qui stan venendo su bene. Lo dicevo io ( le guarda attentamente da vicino ) Mi par proprio che stian venendo bene. (le controlla ancora piu’ da vicino) Si, stan venendo su. Guardate che ho investito un sacco di capitali in voi altre! Voglio vedere dei bei dividendi. Continuare così( prende un paio di cesoie e comincia a potare un cespuglietto. Cerca di renderlo simmetrico, ma ben presto ne resta solo il gambo. Sheila torna per prendere la tovaglia e le altre stoviglie) Sai una cosa?Ho il pessimo presentimento che il bel tempo non durera’ . Non mi meraviglierei se oggi pomeriggio venisse giu’ un po' di pioggia.

SHEILA- Farà bene ai fiori.

PHILIP- Non ne sono sicuro . Credo che di pioggia ne abbiano avuta gia’ abbastanza per un anno.

SHEILA- Se lo dici tu che sei l’ esperto. Non sarebbe meglio che vangassi un po’

PHILIP- No, adesso zappo. Stamattina non ho nessuna voglia di vangare. (Philip se ne va verso il giardino. Sheila ripiega la tovaglia molto lentamente. Ha un’ aria sognante. Greg entra nel giardino con circospezione, venendo dalla casa. Esita quando vede Sheila. Ha la borsa e un impermiabile sul braccio)

SHEILA - (tra se, con un sorriso)Da come vanghi tu, no si puo’ dire che ci sia molta differenza.

GREG- (dopo una pausa indecisa)Buongiorno.

SHEILA- (spaventata)Ah! AH , salve.

GREG- Salve.

SHEILA- Lei è........ehm....?

GREG- Scusi?

SHEILA- Cercava qualcuno?

GREG- Si.

SHEILA- Mio marito?

GREG- No........... a dire la verità........

SHEILA- Cercava me?

GREG- Anche.

SHEILA- Va bene .(sorride)Si accomodi.

GREG- Grazie. (si siede) ( Sheila resta in piedi)

GREG- Che splendido giardino.

 SHEILA- Noi ...........ne siamo?????innamorati.

GREG- Non credevo che fosse così bello. Magnifico.

SHEILA- Si , è vero.

GREG- Ma guarda quei grandi Delfiniums! Sono enormi. Come fa, ad ottenere Delfiniums di quelle dimensioni?

SHEILA- Oh , beh .......basta starci dietro, direi. Mio marito per queste cose ha le mani fatate......

GREG- Sembrano altee!

SHEILA- Ma sta parlando proprio dei delfiniums?

GREG- Beh, di quelli affari li. Come si chiamano?

SHEILA - Oh , ma quelli sono lupini.

GREG- Non importa , son molto belli lo stesso.

SHEILA- Grazie. (pausa. Lei sorride un po’ incerta)

GREG- Questa è la villa dei Salici , vero?

SHEILA- Si

GREG- Pendon di sotto.

SHEILA- Si.

GREG- Ah, bene. Sa, tutto ad un tratto ho avuto la sgradevole impressione di avere sbagliato indirizzo.

SHEILA- La villa dei Salici.

GREG- Allora è questa.(pausa)

SHEILA- Le piace il nostro albero?

GREG- Si, lo stavo ammirando.

SHEILA- C’è qualcosa di così maestoso negli alberi, non è vero?

GREG- Qualcosa di regale , direi.

SHEILA- Un senso di.......stabilita’.

GREG- Già , infatti sarebbe difficile tirarlo via in quattro e quattr’ otto.

SHEILA- Già. (pausa) Ci siamo già conosciuti, per caso?

GREG- No, a me parrebbe di no.

SHEILA- Infatti.

GREG- Però a me pare quasi che ci siamo gia’ conosciuti.

SHEILA- (ridendo)Si, si, è proprio così anche per me.(pausa)

GREG-Senta io lo so chi è lei. Io sono Greg........

SHEILA- Ah si?

GREG- Gregory

SHEILA- Sheila, piacere.

GREG- Piacere.

SHEILA- Viene di lontano?

GREG- Da Londra.

SHEILA- In macchina?

GREG- No, in treno. Ho preso la prima corsa di stamattina. Proprio per....

SHEILA- Proprio per.....? (un pensiero improvviso) Si è per caso fermato qui per bere un bicchiere d’ acqua?

GREG- No, perchè?

SHEILA- Un’ idea che mi è venuta ,così. Qualcuno ogni tanto lo fa.

GREG- Davvero? Ma ci sono per caso delle terme?

SHEILA- Dove?

GREG- Qui.

SHEILA- Ah no. Non credo proprio. Purtroppo io non so niente di storia. Dovevano esserci una volta, credo,ma adesso no di sicuro.

GREG- Ah.

SHEILA- Non sarà mica venuto fin qui per niente, no?

GREG- Perchè?

SHEILA- Per passare le acque. Non avrà pensato per caso di far la cura delle acque da queste parti, no?

GREG- No.

SHEILA- Ah.

(Pausa . Lei si sente in imbarazzo e lei pure)

GREG- Credo di essere arrivato per primo.

SHEILA- Primo?

GREG- Si.

SHEILA- Perchè , ne devono venire degli altri?

GREG- No, solo lei. Ma vede; lei non sa che ho deciso di venire anch’ io.

SHEILA- Ah, no?

GREG- No. E’ facile che mi strozzi quando mi vedra’ qui.

SHEILA- Oh.

GREG- Spero che non se ne abbia avuto a male, se sono arrivato così all’ improvviso.

SHEILA- Niente affatto.

GREG- Vede, il fatto è che avevo deciso di trovarmi alla stazione quando lei sarebbe scesa dal treno, e di farle una bella sorpresa. Ma credo che quel treno lì l’ abbia perso. E così sono venuto qui  direttamente.

SHEILA- Già

GREG- E Ginny, niente.

SHEILA- Mmmmmmm?

GREG- Ginny niente.

SHEILA- No, ho paura che non ne abbiamo. Neanche un goccio. Abbiamo dello Sherry, però se vuole.

GREG- Non ora , grazie.

SHEILA- Va bene.

GREG- Grazie lo stesso. (pausa. La guarda)Incredibile.

SHEILA- Scusi?

GREG- Proprio incredibile.(le sorride e scuote la testa)

SHEILA- Temo di............ non capire.

GREG- Spero che non se la prenda per quello che le dico. Vuol essere un complimento.

SHEILA- Prego.

GREG- Il fatto è che..... lei mi ammazza se glielo dico, mi ammazzerà senz’ altro.........la credevo piu’ vecchia.

SHEILA- Piu’ vecchia?

GREG- Si, molto piu’ vecchia. So che è una stupidaggine, ma la credevo più sul tipo capelli bianchi, vecchia nonnina...

SHEILA-( ridendo con un’ aria un po’ tesa) Mi piacerebbe sapere di dove le è venuta questa strana idea.

GREG- Beh, in genere uno è portato a credere che tutte debbono essere come la sua.

SHEILA- La sua, cosa?

GREG- Sua madre:

SHEILA- a, ah... già, certo. Scusi, ho i riflessi molto lenti...

GREG- S’ immagini. Forse sono io. Divento nervoso quando conosco gente nuova. Non solo con lei, ma con tutti. Persino con i bigliettai degli autobus. Sa, ci sono delle mattine che io salgo sull’ autobus, e non so se a lei succede lo stesso, mi siedo; ed ecco che il bigliettaio percorre tutto l’ autobus e viene verso di me; ed io penso tra me e me: Vedrai che stamattina non riesco a dirgli niente. Neanche una parola. Lui mi dirà: per dove? e io aprirò la bocca e farò huuuhh... avrò la bocca aperta ma non ne uscirà fuori niente. Così, quando mi capita di sentirmi in questo stato, mi metto a fare le prove. Stò li seduto e continuo a ripetere dentro di me:....un biglietto da quattro penny, un biglietto da quattro penny... Una mattina stavo proprio facendo così, stavo facendo le prove per tutto quanto, perfino per dire buongiorno alla padrona di casa...sono salito sull’autobus e ho chiesto dieci sigarette: per tutto il giorno non son più riuscito a parlare.

SHEILA-(molto poco divertita) Si, la capisco, ma io di solito giro in macchina.

GREG- Beh, allora...

SHEILA- Già. Il problema non si pone. Sebbene io mi ricordo che una volta ho dovuto recitare qualcosa di fronte a tutta la scuola, che mi sono sentita terribilmente nervosa. Ero molto giovane, d’ accordo. Era una gara, di dizione poetica, mi pare. tutto ad un tratto mi son sentita la testa completamente vuota. E purtroppo, la poesia ho dovuto leggerla.

GREG- O, che scalogna.

SHEILA- Si, ma come succede in questi casi, ho vinto il primo premio lo stesso, così tutto è andato a finire bene. L’ unico primo premio che io abbia mai vinto in vita mia.

GREG- Che cos’ era il premio?

SHEILA- Non me lo ricordo più. (pausa)

GREG- Non capisco dove sia andata a finire. Ormai dovrebbe essere qui.

SHEILA- Oh, santo cielo!

GREG- Senta, ormai glielo posso dire... vede, la questione è che ieri sera ho chiesto la mano  di Ginny...

SHEILA- Ah, si?

GREG- Vorremmo sposarci.

SHEILA- Davvero?

GREG- Si.

SHEILA- Congratulazioni.

GREG- Non è in collera?

SHEILA- Io ?

GREG- Si.

SHEILA- Perchè dovrei esserlo?

GREG- Non se l’ aspettava, è vero?

SHEILA- Direi di no.

GREG- E lei pensa - sapendo quel che sa di me, il che bisogna ammettere non molto -che potrebbe andar bene?

SHEILA- Che cosa?

GREG- Il nostro matrimonio?

SHEILA- Credo di si.... lei mi sembra abbastanza sano e robusto...se voi....vi amate...

GREG- oh, si.

SHEILA- E allora non vedo perchè non dovrebbe andar bene. Naturalmente io non è che conosca...

GREG- A sufficienza...certo. (dopo una breve pausa, egli sorride rassicurato) Sapevo che saremmo andati d’ accordo. Gliel’ avevo detto. Ginny diceva che lei si sarebbe messa a urlare, soltanto a vedermi.

SHEILA- E perchè, poi?

GREG- Ah, mi aveva fatto di lei un ritratto decisamente incredibile! Lei non sa... mi ha detto che quando qualcuno si ferma a pranzo da lei all’ultimo momento, lei si lascia prendere addirittura dal panico. tutte cose di questo genere.

SHEILA- davvero?

GREG- SI.

SHEILA- Ginny, vero?

GREG- Si. Ma evidentemente non la conosce molto bene, vero?

SHEILA- Ah, per niente!

GREG-Forse stava pensando di scaricarmi. E’ una possibilità anche questa

Non chi avevo pensato.

SHEILA- A che cosa?

GREG- Gelosia subliminare...

SHEILA- eh?

GREG-Nasce dall’ essere stato svezzato troppo presto,o cose del genere.

SHEILA- Ah.

GREG- Dicono che l’allattamento artificiale non sia la stessa cosa, non è vero?

SHEILA- ah, si?

GREG- Così almeno ho letto. Nessuna ripercussione su di lei, naturalmente.

SHEILA- Naturalmente. Aveva parlato per caso di restare a pranzo?

GREG- Molto gentile da parte sua. Grazie.

SHEILA- Lei è il benvenuto. Penso che sarebbe meglio....cominciare a preparare qualcosa...lei mi scuserà. Chissà mai dove si è ficcato mio marito...

GREG- Posso aiutarla?

SHEILA- Oh, non sapevo che...

GREG- Ho tutto il tempo che occorre per parlare con suo marito, no? E io faccio miracoli con le patate.

SHEILA- Ah, va bene. Allora grazie. Dato che è qui, ne approfitto. Venga. Farò un po’ di caffè

GREG- Posso lasciare qui la mia borsa?

SHEILA- Si, qui è al sicuro, a meno che non si metta a piovere.

GREG- Non si preoccupi. Non intendo star qui una settimana, niente del genere. E’ solo che non mi sento tranquillo se non me la porto sempre dietro. Non si sa mai dove si può andare a finire.

 SHEILA- Molto giusto.

GREG- Potrò fare due chiacchiere con suo marito quando avrà finito, non è vero?

SHEILA- Certo. Sono sicura che le sarà di molto maggiore aiuto di quanto non lo sia stata io.

GREG- Mi dica un po’....E’ un tipo facile?

SHEILA- Facile?

GREG- Per quel che riguarda....sa...

SHEILA- Ah, per il mangiare è facilissimo!

GREG- No, volevo dire...

SHEILA- Comunque me lo dica prima che cominciamo.

GREG- eh?

SHEILA- Se qualcosa non le piace, può anche lasciarla lì. Mi pare che lei stia un po’ esagerando, con il suo senso d’ insicurezza. L’ unica cosa che mio marito non può sopportare, son le cipolle.

GREG- Le cipolle?

SHEILA- Si, è strano, vero? Io le adoro. Oh eccolo. Può parlargli adesso.

                        ( entra PHILIP. Ha lavorato nell’ orto.  Ha le maniche della camicia rimboccate e un paio di stivali. E’ accaldato e di cattivo umore)

PHILIP- Sheila....! Sheila....oh. ( li guarda sorpreso)

SHEILA- Che cosa vuoi caro?

PHILIP- Non riesco a trovare la zappa:

SHEILA- Che seccatura!

PHILIP- ( fissando Greg) Già...

SHEILA- ( Facendo le presentazioni) Ah Philip, questo è Gregory: Mio marito, Philip.

GREG- Piacere.

PHILIP- Piacere.

GREG- Stavo proprio ammirando il suo giardino.

PHILIP- Ah, si?

GREG- Deve averci lavorato molto.

PHILIP- Si.

GREG- Però il risultato si vede. Veramente bello.

PHILIP- Mi fa piacere.

GREG- Niente cipolle, però, eh? ( ride)

PHILIP- Ha conosciuto mia moglie, vero?

SHEILA- Naturalmente.

GREG- Si, grazie. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata.

PHILIP- Bravi.

SHEILA- Credo che anche voi vogliate scambiarvi due parole, no?

PHILIP- Perchè?

SHEILA- Credo che Gregory abbia da dirti qualcosa.

PHILIP- Ah si?

SHEILA- Credo.

PHILIP- E a che proposito?

SHEILA- Penso che dovresti chiederlo a lui. Io tornerò in casa.

PHILIP- Perchè?

SHEILA- Credo che si tratti di una cosa piuttosto riservata.

PHILIP- Ah si?

GREG- Beh, più o meno.

PHILIP- Ah. Ci siamo già conosciuti, per caso?

GREG- No.

PHILIP- Uhhmm.  Vuole accomodarsi, signor....?

GREG- Poynter.

SHEILA- Beh, io vi lascio.

PHILIP- Scusa un momento. ( a Greg) Scusi un momento. (Tira in disparte Sheila) Chi è?

SHEILA- Non lo so. E’ venuto a parlare con te.

PHILIP- Io non lì ho mai visto prima d’ ora. Che cosa vuole?

SHEILA- Una cosa molto riservata. Non hai sentito quel che ha detto?

PHILIP- E che cos’ è questa cosa?

SHEILA- Chiediglielo. ( a tutti e due)  Beh, io scappo. (Sheila entra in casa. Un momento di silenzio, Philip si gira incerto e squadra Greg da capo a piedi)

PHILIP- Si accomodi, signor....

GREG- ( si alza e si siede di nuovo) Grazie.

PHILIP- Mia moglie mi dice che lei desidera parlarmi?

GREG- Esatto.

PHILIP- Ah.

GREG- Le ha dato molto da fare, vero?

PHILIP- Eh?

GREG- Il giardino.

PHILIP- Ah, si. E’ una lotta continua.

GREG- L’uomo contro la natura.

PHILIP- Già                             

GREG- Le darei volentieri una mano, se non che probabilmente le rovinerei tutti i fiori.

PHILIP- Non è il caso. Saremmo in due a far la stessa cosa e sarebbe troppo.( Ridono, pausa) Si tratta di una cosa - ehm - importante?

GREG- Effettivamente, si.

PHILIP- Ah, ( pausa) Viene da lontano?

GREG- Da Londra.

PHILIP- Davvero? (Pausa)

GREG- In un certo senso, è piuttosto imbarazzante...

PHILIP- Eh?

GREG- Mi sento come nel bel mezzo di un tifone.Cioè..voglio dire..era solo stamattina            quando mi sono alzato e improvvisamente ho deciso di venire a trovarvi..ed ora eccomi

PHILIP- Capisco.

GREG- Già.

PHILIP- Già. I treni da Londra sono abbastanza comodi.

GREG- Io non so fino a che punto lei sia a conoscenza della questione...

PHILIP- Non ne so niente.

GREG- ah.

PHILIP- Credo anzi di non ricordare neppure il suo nome.

GREG- Gregory.

PHILIP- Ah.

GREG- Allora non le ha detto niente?

PHILIP- Di che?

GREG- Di noi?

PHILIP- Di noi due?

GREG- No, di me e di lei.

PHILIP- Di voi due?

GREG- Si. ( pausa. Philip non capisce)

PHILIP- Di voi due? Vuol dire...lei e quella là?

GREG- Noi, insomma.( pausa. Philip lo guarda)

PHILIP- ( lentamente) Ho capito.

GREG- Gliel’ aveva già detto?

PHILIP- Oh, si certo. O si, si. Mi ha già parlato di lei. Me ne ha parlato. Non deve assolutamente preoccuparsi.

GREG- ah...bene, questo rende tutto più facile

PHILIP- Che cosa rende più facile?

GREG- Quello che sono venuto a chiederle.

PHILIP- Ah, si, lei mi ha già detto tutto. e poi le lettere...

GREG- Le lettere?

PHILIP- Si. E così lei ha pensato di fare un salto fin qui e di venirmi a trovare. E’ così?

GREG- Si.

PHILIP- Molto gentile. Spero solo che lei non si aspettasse una reazione violenta da parte mia. Non ho nessuna intenzione di mettermi a fare a pugni con lei. E neanche andrò di sopra a spararmi. I due comportamenti normalmente raccomandati in questi casi, se non erro.

GREG- Lei dunque sa perchè io sono qui, vero?

PHILIP- Credo che lei possa concedermi di arrivarci da solo.

GREG- Non è il caso.

PHILIP- Preferirei.

GREG- Oh.

PHILIP- Mia moglie ed io possiamo anche vivere a una certa distanza, ma tra di noi c’è pur sempre una certa comprensione. Vede, ogni tanto chi telefoniamo.

GREG- Ah, si? Sembra una soluzione piuttosto comoda.

PHILIP- Infatti. Dopo tutto il telefono, nelle giuste mani, può diventare uno strumento molto intimo - non è d’accordo?

GREG- Sicuro.( pausa) Vede, stamattina non sapevo proprio se venire o no. Pensavo: avrò il coraggio di chiederglielo.

PHILIP- Mi pare che stia andando bene.

GREG- Grazie.

PHILIP- Si direbbe addirittura che non sia la prima volta.

GREG- Il fatto è, vede, che lei non lo sa che io sono venuto qui.

PHILIP- Non lo sa?

GREG- No. Ma poi ho pensato: che cos’ ho da perdere?

PHILIP- Molto poco, immagino.

GREG- Esatto. Ho pensato: Per Giove, in fondo non mi mangerà mica! Così, eccomi qui. Se lei vuole farmi qualche domanda, faccia pure.

PHILIP- Quali sono i suoi progetti immediati?

GREG- Beh...

PHILIP- Le dispiace la mia domanda?

GREG- No. Beh, sa, noi ci accontentiamo di poco. Non vorremmo affrettare troppo le cose. Intendiamoci, non è che a me piacciono i fidanzamenti lunghi. Quindi, se lei è d’accordo, ho pensato che ci si potrebbe sposare dopo Natale.

PHILIP- Sposare?

GREG- Si.

PHILIP- ( dopo una pausa) A lei non fa difetto il senso umoristico, vero signor...?

GREG-. No, per fortuna. E credo che in un matrimonio sia proprio quello che ci vuole.

PHILIP- Certo,certo...

GREG- Per adesso io guadagno quindici sterline la settimana, meno contributi, presso una Compagnia di Assicurazione. E mi è stato detto che ci sono eccellenti probabilità che dopo quindici anni venga passato di grado. Prima di trovare questo impiego, ho fatto tra le altre cose il commesso in un negozio di calzature, l’imballatore in un grande magazzino, l’aiuto-giardiniere al comune di Londra, e qui mi hanno licenziato. Poi ho fatto provvisoriamente il postino, e anche il facchino alla stazione di Euston.

PHILIP- Quindici sterline, hmm?

GREG- Esatto.

PHILIP- Beh, dovrebbe comunque riuscire a darle una buona prima colazione. Questo è l’importante.

GREG-(sorridendo)Farò il possibile perchè ogni tanto chi sia anche il pranzo.Cosa ne dice?

PHILIP- Ne dubito, con quindici sterline, meno i contributi, direi di no.

GREG- Non saprei.

PHILIP- Io lo so. Io l’ho mantenuta.

GREG- Ci sono tanti che ce la fanno.

PHILIP- Si, ma non quella. Lei è unica al mondo.

GREG-( con aria sognante) Oh si, questo è vero.

PHILIP- Una volta ho fatto i conti. Quella mi costa trenta sacchi alla settimana; esclusi gli extra. Farebbe bene a sollecitare quella promozione, mio caro amico, quello è tutto quello che le posso dire. Domani per prima cosa ne parli al suo capo. Gli dica che per impreviste circostanze le sue esigenze sono triplicate durante la notte.

GREG- Ho capito.(medita un momento) insomma devo concludere che lei non è soddisfatto della mia posizione finanziaria. Lei non crede che io possa mantenerla nello stesso tenore di vita a cui è stata abituata.

PHILIP- Beh, non vedo chi potrebbe farlo. Le sue abitudini tendono ad aumentare di anno in anno.

GREG- Non posso dire di avere notato che sia molto spendacciona. E non so quanto tempo  ancora ci  vorrà, prima che possa ottenere un aumento.

PHILIP-Da quanto tempo è in quella ditta?

GREG- Da tre settimane.

PHILIP- Già, mi sembra prematuro chiedere un aumento. Certo è un bel problema. Peccato che lei non faccia il giardiniere...

GREG- Insomma, devo arguire che lei mi respinge solo per motivi economici.

PHILIP- No, io no. Ma credo che sarebbe lei, la prima a farlo.

GREG- Lei sa quanto guadagno, eppure è disposta a rischiare.

PHILIP- Davvero?

GREG- Si ( pausa)

PHILIP- ( improvvisamente) D’accordo, faccia pure.

GREG- Vuol dire che mi da il suo consenso?

PHILIP- Non ho altra scelta.

GREG- Possiamo sposarci?

PHILIP- No, credo che questo sia fuori discussione.

GREG- Eh?

PHILIP- Credo di doverle chiarire le idee su due o tre punti, mio caro amico. Per quanto mi riguarda voi poteste andarvene quando e dove volete. Avete la mia benedizione. Le mie sole condizioni sono queste: non ho nessuna intenzione di finanziarvi e un matrimonio è assolutamente fuori discussione.

GREG- Ma...?

PHILIP- Lei deve capirmi che un uomo nella mia posizione non può permettersi pubblicità di questo genere.

GREG- In altre parole lei preferirebbe che noi convivessero senza sposarci?

PHILIP- Senz’ altro.

GREG- ( studiandolo) Mi sembra che lei abbia un certo peso sullo stomaco, o mi sbaglio?

PHILIP- Io?!?!

GREG- Dal mio punto di vista direi di si. cosa c’entra poi questa storia della pubblicità?

PHILIP- Andiamo, su...

GREG- Cosa c’è di male a sposarsi? In questi ultimi tempi di cose strane se ne sono lette parecchie, ma....

PHILIP- La questione, più che altro, è quella di “ chi “ si intende sposare; non crede?

GREG- VUOL dire che io sono una scartina: è così?

PHILIP- No, affatto.

GREG- Oh, si, capisco benissimo quel che lei intende dire.

PHILIP- A me pare che, date le circostanze, il mio comportamento sia estremamente ragionevole

GREG- Ah si, eh? Per lei è così! Bene, voglio che lei mi ascolti per un minuto. Io le sto facendo un favore: Se lei non lo sa, glielo dico io! Tanto per cominciare io non sono il primo. Comunque, in questo non c’è niente di straordinario.

PHILIP- Davvero?

GREG- Al giorno d’oggi non ci si deve meravigliare più di niente, caro amico, lei è rimasto un po’ indietro. Ma lo sa con chi andava, prima di me?

PHILIP- Prima?

GREG- Con un tale che era abbastanza vecchio per poter essere suo padre: ecco con chi!

PHILIP- Cosa?

GREG- Si. Sapevo che la cosa le varrebbe fatto impressione! Un vecchio porco, di almeno trent’ anni più vecchio di lei, stufo del suo matrimonio, aveva deciso di sconquassarle la vita. Solo che si dà il caso che io le voglia bene abbastanza per non volere che la cosa si verifichi....

PHILIP- Trent’ anni?

GREG- Più o meno.

PHILIP- Un signore abbastanza straordinario.

GREG- Non mi crede?

PHILIP- Si direbbe piuttosto...

GREG- Ho le prove!

PHILIP- Dove?

GREG- Nella mia borsa.

PHILIP- Cosa?!

GREG- Gliele faccio vedere subito.

PHILIP- Aspetti. Vuol dire che ce ne sono stati degli altri?

GREG- L’ho capito io...lei non dice molto.

PHILIP- Quanti?

GREG- Beh, una cosa giusta.

PHILIP- Come sarebbe una cosa giusta?

GREG- Beh, non so - dicono - quattro o cinque....

PHILIP- Mio dio ( pausa) Quattro o cinque?!

GREG- Almeno.

PHILIP- Uomini?

GREG- E’ presumibile.

PHILIP- io........

GREG- Io ci penserei.( Philip ci pensa)

PHILIP- Bene, bene, signor.....

GREG- Poynbter.

PHILIP-Vivendo si impara. Ah si, bisogna dire che è proprio vero.(Sheila entra con un vassoio)

SHEILA- Spero di non aver scelto un momento inopportuno?

GREG- Oh, salve.

SHEILA- Ho pensato che potremmo prendere un Sherry.

GREG- Grazie.

SHEILA- E’ proprio splendido, qui fuori!(passando il bicchiere a Philip) Sherry, caro? Greg?

GREG- Grazie, molto gentile.

SHEILA- E’ un piacere. Beh. alla salute.

GREG- Salute!( bevono. silenzio)

SHEILA- Allora avete fatto una bella chiacchieratina?

GREG- Si, abbiamo....discusso un po’ di due o tre cose.

SHEILA- Andato tutto bene, spero. Non sapevo se avevate finito o no. Ho messo fuori il naso un momento e mi è sembrato di si.

GREG- Spero che non l’abbiamo costretta a star chiusa in casa?

SHEILA- No. Stavo pulendo un po’ di verdura e cose del genere.Ho pensato che potremmo farci un bel pranzetto intimo, qui fuori, solo noi tre.( Philip sbuffa) Stai bene, caro? Non è troppo dolce per te? ( Philip sbatte per terra il suo bicchiere) Philip!

PHILIP-(arrabbiato fissandola)  Non trovo più la mia zappa. La sapevi questa?

SHEILA- Si, caro, Me l’hai già detto.

PHILIP- E mi pare che l’ultima ad adoperarla sei stata tu!

SHEILA- Oh no, caro.

(Philip comincia a passeggiare per il giardino in cerchio sempre più nervoso. Gli altri lo guardano)

PHILIP- Spero che tu ti renda conto che ho sprecato l’intera mattinata; avrei potuto starmene qui seduto a leggere il giornale, o fare un percorso al golf, com’ era mia prima intenzione. E avrei fatto molto, ma molto meglio. E invece ho sprecato tutta la mattina a cercare qualcosa che non avrebbe mai dovuto muoversi dal suo posto, tanto per cominciare!

SHEILA-Sono proprio spiacente.

PHILIP- Dovresti esserlo, si!

SHEILA- Ma perchè io?

PHILIP- Sei stata tu ad adoperarla per ultima.

SHEILA- Ma no caro: Guarda che ti sbagli.

 PHILIP- (Urlando nervosamente) L’ ultima ad adoperarla sei stata tu ; me lo ricordo perfettamente.

SHEILA- (Con voce stridula) No.

GREG- (Debolmente) Che non sia nel capanno degli attrezzi?

(Silenzio. Philip è in piedi, impotente di rabbia, gettando occhiate ora all’ uno , ora all’ altra. Va verso il tavolo. Con un movimento violento spazza via il giornale. )

SHEILA- Ma cosa fai?

PHILIP- Sto cercando la mia zappa. (con forza) Ma non l’ hai ancora capita? Non riesco a trovarla. Non c’ è più, volatilizzata.......... completamente scomparsa.......!( Ormai sta gridando . Si ferma per riprendere fiato.)

SHEILA- (Glaciale) Lì sopra non può essere, non ti pare?

PHILIP- Molto improbabile, sicuro!

(Esce a grandi passi verso il giardino. Sheila e Greg stanno muti per un momento)

SHEILA- Che cosa diavolo gli ha preso?

GREG- Non ne ho idea.

SHEILA- Non avete mica litigato, per caso?

GREG- Non proprio. Una specie di..............  discussione un po' animata, potremmo definirla.

SHEILA- Oh si. A lui piacciono molto. Specialmente alla prima colazione o al cinema. Credo che sono anni che non andiamo al cinema senza aver avuto un animata discussione sul piu’ bello del film.

GREG-Ha delle idee......... piuttosto originali, non è vero?

SHEILA- Crede?

GREG- Lei non l’ ha notato?

SHEILA- Forse ormai mi ci sono abituata: dopo tanto tempo ....

GREG- Il suo punto di vista sul matrimonio, per esempio.

SHEILA- Davvero?

GREG- Sembra che non ci creda.

SHEILA- Già, di tanto in tanto me ne accorgo anch’ io.Però credo che la sua principale obiezione al matrimonio sia io.

GREG- No, è una questione generale. Non crede al matrimonio per nessuno.

SHEILA-Questo mi consola l’ ho sempre presa come un fatto personale.

GREG- Oppure, semplicemente, può darsi che io non gli sia riuscito simpatico.

SHEILA- Oh no, son sicura di no. Comunque lei non prenda troppo sul serio quello che dice.

GREG- Forse sono stato un po' troppo sfacciato con lui.

SHEILA - Vuole che cerchi di sistemare le cose per lei?

GREG- Sarebbe un aiuto . Le dispiacerebbe?

SHEILA- Probabilmente si arrabbierà ancora di piu’ , ma ci proverò. Non c’ è niente di particolare che vuole che gli dica.

GREG- Beh,  no.Basta che cerchi di convincerlo.......capisce? Gli dica che le mie....... intenzioni sono serie......... che è una buona idea, che lei pensa che io vada bene.......o cose del genere.

SHEILA- Una calda raccomandazione.

GREG- Basta una parola.

SHEILA- Se vuole che tiri fuori qualcuno dei suoi titoli, delle sue commendatizie...........Io me ne intendo così poco di affari.... Quel che voglio dire, cioè è che lei non abbia bisogno di una raccomandazione per un posto di stenodattilografo.

GREG- No, direi di no.

SHEILA- Forse se io gli dicessi che lei dimostra buone qualità di organizzatore, che ha polso, che è una persona di cui ci si può fidare, che ha un modo di fare modesto e simpatico, che ha il senso della realtà, questo dovrebbe essere un buon passaporto non è vero?

GREG- Si.

SHEILA- Allora lei farebbe meglio ad andarsene in cucina. Poi verrò io a raccontarle com’ è andata. Vada dritto e poi a sinistra. E già che c’ è, mi abbassi un po' il forno .

GREG- Va bene. Lei è sicura di voler fare tutto questo?

SHEILA- Farò prestissimo. Sempre che riesca a trovarlo.

(Greg entra in casa chiamando) Philip! Philip! (Va verso il giardino e si trova davanti Ginny)Oh!

GINNY- (Nervosa) Chiedo scusa.......(Si guardano, Sheila sorride) E’ questa la villa dei salici, vero?

SHEILA- Si. Pendon di Sotto. (Pausa) Bucks.

GINNY- Ah, bene . Salve, allora.

SHEILA- Salve.

                                                 FINE DEL PRIMO ATTO

                                                  


ATTO  SECONDO

SCENA PRIMA - Sheila, Ginny, Philip, Greg

La stessa scena. Un momento dopo. Una pausa.

SHEILA-Le piacciono i nostri alberi?

GINNY- Bellissimi, si.

SHEILA- Gli alberi hanno in sé qualcosa di maestoso, non è vero?

GINNY- Si.

SHEILA- Un tal senso di...... stabilità. Infatti, non è che si potrebbe tirar via tutta quella roba in quatto e quattr’ otto, no?

GINNY - No. Credo proprio di no. (pausa)

SHEILA- Per la verità, stavo cercando mio marito? Non ha visto per caso qualcuno da queste parti?

GINNY- No.

SHEILA- Forse si è nascosto nel capanno degli attrezzi. Fa spesso così quando è arrabbiato.

GINNY- Perchè è arrabbiato?

SHEILA- Non lo so. E’ ben per questo che lo sto cercando.

GINNY- Ah.

SHEILA- Cercava qualcuno?

GINNY- Oh, scusi....... mi chiamo Ginny Whittaker.

SHEILA- Sheila Carter, piacere.

GINNY- Piacere.

SHEILA- Oh Ginny! Lei è Ginny?

GINNY- Ha già sentito parlare di me?

SHEILA- Oh si.

GINNY- Ah, gliel’ ha detto?

SHEILA- Un momento fa. Mi ha detto tutto di lei.

GINNY- Ho capito. Beh.........

SHEILA- Sono molto contenta che lei sia arrivata. Stava cominciando a preoccuparsi.

GINNY- Davvero?

SHEILA- Si, molto.

GINNY- Mi sembra che lei non sia molto seccata.

SHEILA- Lei è proprio come me la immaginavo.

GINNY- Davvero?

SHEILA- Stando a quello che mi ha detto lui. Mi perdonerà se glielo dico, ma penso che sarete proprio una bella coppia.Sono sicura che tutto andrà per il meglio.

GINNY- Per il meglio?

SHEILA- Quando sarete sposati.

GINNY- Sposati?

SHEILA- Oh, forse non avrei dovuto dir niente. Voleva forse spiegarle lui tutto quanto. Si ferma a pranzo, vero?

GINNY- Beh.....

SHEILA- Bene.

GINNY- Crede che potrei parlare un attimo con suo marito?

SHEILA- Con mio marito?Si, certo. Cercherò di trovarlo. A proposito, il suo cognome , scusi? Credo di averlo dimenticato.

GINNY- Whittaker.

SHEILA- Whittaker......Oh, Miss Whittaker? Lei lavora per mio marito?!

GINNY- Lavoravo. Ma lei lo sapeva?

SHEILA- Ma è o non è una cosa straordinaria?Ma naturale che lo sapevo. Che stupido da parte mia! Adesso tutto coincide.........Sa, l’ unica cosa che non riuscivo a capire era come mai lei era venuta fin qui. Ma adesso capisco.......Mi scusi se dal nome non l’ ho riconosciuta. Il fatto è che da come me ne aveva sempre parlato mio marito, mi ero messa in testa che lei fosse molto piu’ vecchia.

GINNY- Davvero?

SHEILA- Si. Giurerei che mi avesse detto che lei era oramai alle soglie della pensione. Ecco perchè non sapevo che lei si chiamasse Ginny. Oh comunque, che lei fosse la stessa Ginny. Lui di solito diceva:-La nostra vecchia signorina Whittaker-. (con una risata)Magari pensava che io fossi stata gelosa.

GINNY- Può darsi.

SHEILA- E’ pieno di premure. Vedrò se riesco a scovarlo. Forse quando saprà che lei è qui.....

GINNY- Si. Dovrebbe saltar fuori.

SHEILA- (gridando)Philip! Philip!

PHILIP- (da lontano)Che cosa c’ è?

SHEILA- (gridando)Miss Whiittaker.

(si sente in lontananza un rumore di arnesi da giardino che cadono per terra)

Arriva. (entra Philip )

SHEILA- Guarda chi c’ è . Finalmente ci siamo conosciute.

PHILIP- Ah (Si ferma e fissa la scena attonito)

SHEILA- Suppongo che dobbiate parlare tra voi. Quindi io me ne vado. Io so sempre quando son di troppo.(sorride)

GINNY- Grazie.

SHEILA- (Confidenziale a Ginny) Spero che tutto vada a finire nel migliore dei modi.(Sheila esce)

GINNY- Ciao, Philip.

(Philip la guarda. Resta per un momento silenzioso.)

PHILIP- Piacere di vederti.

GINNY- Ho sentito che le hai detto tutto.

PHILIP- Mmmmm?

GINNY- Di noi due. Non credevo proprio che gliel’ avresti detto.

PHILIP- Ma io non gli ho detto un bel niente.

GINNY- Bè , lei sa tutto.

PHILIP- Di cosa?

GINNY- Di noi.

PHILIP- Glielo hai detto tu?

GINNY- NO. Ma non ti ha detto niente?

PHILIP- Neanche una parola; non a questo proposito, per lo meno. Non di noi.

GINNY- Ha appena finito di dirmi che siamo una bella coppia.

PHILIP- Chi?

GINNY- E non sembra neanche che gliene importi molto.

PHILIP- Beh, se è per questo, non vedo come potrebbe.

GINNY- Sembra proprio che di te non gliene importi niente. Io credevo........

PHILIP- No. Beh, in questo momento ha altre cose per la testa.

GINNY- E’ spaventoso. Il vostro matrimonio corre il rischio di essere definitivamente rovinato e tutti e due ve ne state li tranquilli......(pausa)

PHILIP- Sono contento che tu sia venuta.

GINNY- Oh, Filippo.........

PHILIP- Cosa?

GINNY- Mi sento così colpevole! Ma come ha fatto a scoprirlo?

PHILIP- Lo sa il cielo. Ma cosa importa, come ha fatto a scoprirlo?

GINNY- Niente: Che cosa pensi di fare?

PHILIP- Consolarmi con quello che mi resta , immagino.

GINNY- Cioè?

PHILIP- Tu. (pausa)

GINNY- Perchè mi hai telefonato ieri sera?

PHILIP- Avevo voglia di chiacchierare.

GINNY- Ah si? Beh, mi pareva che ci fossimo messi d’ accordo che.........

PHILIP- Ah, si: d ‘ accordo. Ma la situazione adesso è un po' diversa, no?

GINNY- Vuoi dire, perchè lei lo sa?

PHILIP- Voglio dire perchè lei se ne va.

GINNY- Se ne va? Ti lascia? Come lo sai?

PHILIP- Me l’ ha detto lei. O meglio me l’ ha detto lui.

GINNY- lui chi?

PHILIP- Uno: è di la in cucina.

GINNY- E chi è ?

PHILIP- Non lo so ........Un giovinastro.

Un momento fa. E’ venuto qui, mi si è messo di fronte, e, fresco come una rosa mi ha chiesto di potersi sposare. Sposare! Lui e mia moglie.

GINNY- Ma no !

PHILIP- Ma si! E mi diceva lei non sta perdendo una moglie , sta acquistando un cognato, e cose del genere.

GINNY- E tu cos’ hai fatto?

PHILIP- Gli sono andato in contro piu’ che ho potuto. Ho rifiutato il divorzio, naturalmente, ma gli ho detto che, per quel che mi riguarda, se ne possono andare dove vogliono. Dopotutto, per noi è un occasione venuta dal cielo, non ti pare?

GINNY- Per noi?

PHILIP- E per chi, se no?

GINNY- No , Filippo

PHILIP- NO?

GINNY- Ne abbiamo parlato e riparlato la settimana scorsa. Non possiamo piu’ tornare indietro

PHILIP- Allora sei proprio decisa?

GINNY- Si. (Pausa) Adesso ho un altro uomo.

PHILIP- Lo so.

GINNY- Come lo sai?

PHILIP- Gli ho parlato ieri sera per telefono.

GINNY- Cosa?

PHILIP- Niente di grave, non preoccuparti. Ho riattaccato appena ho sentito la sua voce.

GINNY- Va al diavolo , Filippo.

PHILIP- Adesso non cominciare ad arrabbiarti.

GINNY- No, va al diavolo. Lo dico sul serio.

PHILIP-Naturale.Ecco quello che mi piace di te: tutto quello che fai lo fai sul serio.

GINNY- Può darsi. Solo che questa volta dovrei sposarmi.

PHILIP- Sposarti?

GINNY- Me lo ha chiesto.

PHILIP- (ridendo) E’ contagiosa, ‘sta epidemia matrimoniale. Sembra che io sia l’ unico immune.

GINNY- E quel che piu’ conta, mi manca solo di dir di si.

PHILIP- Bene. Penso che sia un’ eccellente idea.

GINNY- Lo credi?

PHILIP- Non potrebbe essere migliore.

GINNY-Per chi?

PHILIP- Per noi naturalmente.

GINNY- Filippo, se ‘sta volta mi rovini tutto, non te la perdonerò mai.

PHILIP- E di me, lo sa?

GINNY- Solo qualcosa.

PHILIP- E’ geloso?

GINNY- Come tutti.

PHILIP- Sa dove sei in questo momento?

GINNY- Perchè?

PHILIP- Non lo sa. Chissa’ che cosa farebbe se lo sapesse.

GINNY- Glielo spiegherei e capirebbe.

PHILIP- Dici?

GINNY- Naturale.

PHILIP- Allora perchè non gli hai detto dove andavi? Se è così comprensivo.....

GINNY- E chi ti dice che non gliel’ abbia detto?

PHILIP- Ma gliel’ hai detto o no?

GINNY- Può darsi di si.

PHILIP- Chissà cosa starà facendo in questo momento? Sarà seduto sul letto in preda al sospetto.

GINNY- Lui crede che sia andata a trovare i miei genitori.

PHILIP- I tuoi cosa?...........

GINNY- Beh, in fondo potrebbe essere.

PHILIP- ( ride) Tu stai proprio cercando di metterti nei pasticci. Uno di questi giorni...io non potrei sopportare una vita complicata come la tua.

GINNY- Non lo saprà mai.

PHILIP- A meno che qualcuno non glielo dica.

GINNY- Nessuno glielo dirà.( Philip le si avvicina)

PHILIP- In questi ultimi tempi hai cercato di evitarmi, eh?

GINNY- ( tirandosi indietro) Non toccarmi!

PHILIP- Perchè?

GINNY- Tua moglie. Può vederci dalla finestra.

PHILIP- Non preoccuparti: avranno anche troppo da fare a non farsi vedere da noi.

GINNY- Beh, comunque non sono venuta fin qui per fare queste cose in giardino.

PHILIP- E per cos’ altro? Se ti sei data tanto incomodo: alzarsi presto alla mattina......Lo so cosa significa per te.

GINNY- Sono venuta qui perchè avevamo fatto dei patti, e tu non li mantieni.......

PHILIP- Li mantengo, si. E’ dalla settimana scorsa che non ti vedo. Sei tu che non mantieni i patti, e che capiti qui. Io li ho rispettati alla lettera, i patti.

GINNY- Oh sì, si vede. Mi telefoni in piena notte, mi mandi i fiori.......e tutti ‘sti buon discorsi a base di restiamo buoni amici. Non è leale, Filippo , e io non lo tollero.

PHILIP- Ho capito. E’ per questo che sei venuta qui? Per dirmi ‘sta roba.

GINNY- Voglio indietro quelle lettere

PHILIP- Ah. Adesso chi siamo.

GINNY- (ferma) Per piacere.

PHILIP- Non credo che possano essere piu’ al sicuro di dove si trovano in questo momento.

GINNY- Dove sono?

PHILIP- Al sicuro.

GINNY- E hai intenzione di restituirmele o no?

PHILIP- Non lo so.Sai, per me vogliono dire molto. Valore sentimentale, cose di questo genere.

GINNY- (supplichevole) Senti, Filippo , che cosa hai intenzione di fare. Ormai fra noi è tutto finito..Abbiamo passato insieme due anni meravigliosi...........ma ora è tutto finito. Mi dispiace......di tua moglie.......ma son cose che succedono e tu lo sapevi.

PHILIP- Già. Sai, loro sono stati furbi. Molto piu’ furbi di noi. Penso davvero di aver sottovalutato quella donna. Noi eravamo lì, a muoverci furtivamente nell’ ombra, a incontrarci in oscure osterie, ad inventare i piu’ elaborati alibi, a telefonarci in gran segreto alle due di notte, senza mai esporci con lettere. Loro invece- beh, lui le scriveva tranquillamente. E lei, pensa a che punto: leggeva le sue lettere a colazione, sotto il mio naso.

GINNY- E tu non dicevi niente?

PHILIP- Io non chi credevo. Mai avrei pensato che si potesse avere una relazione illecita, comportandosi in quel modo. In effetti, io piu’ di una  volta l’ ho accusata di fare tutto questo per far scena.

GINNY- E perchè avrebbe dovuto farlo?

PHILIP- Per tormentarmi, immagino.

GINNY- Per farti ingelosire?

PHILIP- Io pensavo che lei..........fosse venuta a sapere, chissà come, che io me la facevo con te................ e che così si fosse inventata un uomo.........(ride) Anzi, pensavo perfino che mi scrivesse le lettere da sola. Il tutto piuttosto patetico, o ridicolo. Finche quell’ uomo non mi capita in casa in carne ed ossa.

GINNY- Ho capito.

PHILIP- E non è neanche il primo. Ce ne sono stati almeno altri cinque....

GINNY- Cinque?

PHILIP- Compreso uno sui settanta, a quanto sembra. E questo è stato veramente un colpo duro per il mio orgoglio. Oh beh, da questo momento è padrona di se stessa....

GINNY- La lasci andare?

PHILIP- Se ne va.

GINNY- E se tu adesso andassi a casa e le dicessi tutto, ma proprio tutto di noi due, non credi che cambierebbe idea?

PHILIP- Non credo perchè dovrebbe.

GINNY- Che non sia proprio quello che sta aspettando? Che tu le dica tutta la verità?

PHILIP- Può darsi che sia come dici tu, ma tu parti dal presupposto che io non voglio che se ne vada.

GINNY- Filippo, sii sincero, potresti davvero stare senza Sheila? Prova ad interrogare te stesso, adesso, mentre te ne stai li seduto, al sole, a dirigere la colazione che lei ti ha parato, ad aspettare il pranzo che sarà pronto a momenti, e poi il tè e poi la cena. E tu i che il letto lei te lo ha già preparato, che non fa come me.......e avrai anche il tuo bel bicchiere di latte caldo, immagino.La camicia pulita ogni mattina e i calzini da cambiare.Li che ti aspettano per quando ti alzi. E tutto questo ha un nome solo : Sheila. no sicura che, dopo che hai fatto il bagno va perfino a pulirti la vasca, è vero o no?

PHILIP- (brontolando)Sempre.

GINNY- Allora diglielo prima che sia troppo tardi.

PHILIP- Potrei anche.

GINNY- Devi. (Philip annuisce e si avvia)

PHILIP- Sai cosa ti dico ? Voglio pensarci un po' su.

GINNY- Dove vai?

PHILIP- A cercare la zappa, vieni anche tu?

GINNY- Filippo ti avverto : io vado in casa e glielo dico.

PHILIP- Se riesci a farti ascoltare, accomodati pure.Avanti, non far complimenti, vai!

(esce verso il giardino)

GINNY- (gridandogli dietro) Filippo!.........E va bene, allora, come vuoi tu!

(Dietro le sue spalle entra Greg. Indossa un grembiule e porta un vassoio sul

quale metterà i bicchieri dello sherry vuoti. Ginny si gira risolutamente come per

andare dritto filato in casa e si trova faccia a faccia con lui)

GREG-Oh, finalmente!(Ginny resta di ghiaccio)Pensavo che ti fossi persa o qualcosa del genere. Sono arrivato qui per primo.

GINNY- Greg......

GREG- Ti piace il mio grembiule?A te pare che mi doni? E’ di tua madre.

GINNY- Mia madre?

GREG- Abbiamo avuto una mattinata molto intensa.

GINNY- Chi?

GREG- Io e i tuoi.

GINNY- Che cosa sei andato a dirgli?

GREG- Calma, calma, non preoccuparti.Niente di speciale. E’ tutta la mattina che non bestemmio neanche.

GINNY- Che cosa fai qui?

GREG- Se tu non avessi perso il treno sarebbe andato tutto bene. Invece lo hai perso, il treno, vero?

GINNY- Si.

GREG- Avevo deciso di farti una bella sorpresa alla stazione qui del paese, ma tu non c ‘ eri allora son venuto qui per conto mio.

GINNY- Greg, idiota......ti avevo pregato e scongiurato di non venire.

GREG- Lo so , amore, ma non potevo darti retta, ti pare?Per quello che ne so io , avresti anche potuto telefonare ai tuoi quello della telefonata. Ho pensato che era meglio arrivar primo. A proposito: chi era?

GINNY- Chi?

GREG- Quello con cui hai parlato al telefono. Ieri sera, quando credevi che stessi chiamando l’ ascensore.

GINNY- Nessuno.......... d’ importante

GREG- Ah. Io ho pensato che potesse essere quel cane, quello delle pantofole: che magari ti telefonava per sapere se le aveva dimenticate li....

GINNY- Greg, per piacere...non ricominciamo. Non stamattina. Non potrei sopportarlo.

GREG- Mi sembra un po' tesa.

GINNY- Ti rendi conto che mi hai messo in una posizione terribile?

GREG- Perchè terribile ? Stiamo andando a gonfie vele. Per lo meno, io e tua madre senz’ altro. Pensa che si è persino offerta di mettere una buona parola per me col vecchio. Per vedere se riesco a persuaderlo.

GINNY- A fare cosa?

GREG- A lasciarci sposare. A proposito; avevi ragione sul suo conto.

GINNY- Ah, si?

GREG- Sul serio.

GINNY- Che cosa ti ha detto?

GREG- Beh, un po' eccentrico, lo è senz’ altro, no?Non è che sia riuscito a legare molto bene. Forse per colpa mia . Non lo so. Comunque non era molto entusiasta dell’ idea. Forse potresti provare anche tu a parlargli. Cerca di smuoverlo.

GINNY- Va bene , proverò.

GREG- Bene.

GINNY- Tu però , mentre gli parlo, togliti dai piedi.

GREG- D’ accordo.

GINNY- Perchè non te ne vai subito?Prendi il primo treno per Londra ed io vedo un po' quel che posso fare.

GREG- Non posso.

GINNY- Perchè no?

GREG- Sono stato invitato a pranzo. Tua madre ha tanto insistito. Si offenderebbe.

GINNY- Però se io.............

GREG- No, non posso. Devo essere ragionevole. Adesso comunque bisogna che me ne torni in cucina. Sono impegnato in un’ operazione di culinaria ad alto livello: devo arrotolare il Pan di Spagna per tua madre. E’ un lavoro di grande soddisfazione. Nessuna meraviglia che i cuochi non abbiano mai complessi di frustrazione.

GINNY- Greg...

GREG- Eh?

GINNY- C’ è qualcosa che devo dirti.

GREG-Sentiamo.

GINNY- Appena te l’ avrò detto , tu probabilmente te ne andrai via di qui e non vorrai piu’ vedermi. Sai tu hai ragione, Greg, a non avere  fiducia in me.............

GREG- Ma che diavolo stai dicendo?

GINNY- Cerco di essere leale con te,Greg, ma non so da che parte cominciare.

GREG- Eh? Cosa c’ è che ancora non mi hai detto? Vuoi dirmi di quello del telefono? E’ questo?

GINNY- Si , ma non è tutto.Oh di dove posso cominciare? Prima di tutto,Sheila, quella donna che è in cucina : non è mia madre.

GREG-Non è ...........?

GINNY- No. Non sono sua figlia. Non sono neanche sua parente. E poi io...........Oh Dio.....

GREG- Ehi, ehi, un momento.............ma che cosa vuoi che importi........

GINNY- (piangendo) Non ho finito.........

GREG- Ma non occorre, non occorre, amore. Io ti capisco.

GINNY- Ma Greg.........

GREG-Basta così !Adesso vieni qui, siediti. Cerca di calmarti. Su, non fare così. (le dà il suo fazzoletto) Prendi.

GINNY- Grazie.(si soffia il naso)

GREG- Va meglio

GINNY- Si.

GREG- Ti sei lasciata ossessionare da questa storia , non è vero?

GINNY- (debolmente) Io?

GREG- E’ per questo che non volevi che li conoscessi?Per così poco? Per tutto questo tempo ti sei tenuta dentro di te questa colpa segreta, chiamandola così, perchè avevi paura di parlarmene?

GINNY-Si.

GREG- Va bene: non è la tua vera madre. E allora? Non lo sa mica nessuno, no? E anche se qualcuno lo sapesse, nessuno può certo fartene una colpa, io , comunque, no. Perchè dovrei?Io amo te perchè sei tu e non m’ importa niente di chi siano i tuoi genitori. E adesso su, dagli un taglio. Non siamo mica piu’ nell’ ottocento, non ti pare?Non ti pianto certo per questo. Avresti potuto benissimo dirmelo subito, invece di tenertelo dentro. Bastava che mi dicessi: “ Greg, sono figlia illegittima” e io avrei risposto” O. K., va bene”. Tutto qua.

GINNY- Cosa?

GREG- Avanti, dillo. Devi superare questo complesso

GINNY- Dire che cosa?

GREG- Dì :” sono figlia illegittima.”. Dillo...

GINNY- No, Greg

GREG- “Sono figlia illegittima”. Dillo.......

GINNY- Greg, io..............

GREG- Dai,” Sono figlia illegittima”.

GINNY- Sono figlia.........no!...........

GREG- “Sono figlia illegittima”.

GINNY- Illegittima.

GREG- Di nuovo.

GINNY- Sono figlia illegittima.

GREG- Bene : ancora.

(entra Sheila. Porta la tovaglia, le posate........)

 GINNY- Sono figlia illegittima.

GREG-Ci siamo.Ancora una volta. Gridalo.

GINNY- SONO FIGLIA ILLEGITTIMA.

GREG- Perfetto(vede Sheila)Oh, salve.

SHEILA- Salve . State bisticciando?

GREG- No, no. Un po' di terapia.

SHEILA- Oh, che bello. E’ proprio la giornata adatta: con questo bel sole......!

GREG- Già.

SHEILA- Mi stavo proprio chiedendo dove fosse andato a finire, e il suo lavoro di pasticceria?

GREG- Ah si . Torno subito in cucina.........Vieni , Ginny? Possiamo trovare qualcosa da fare anche per lei, no.

SHEILA- Si, certo:

GREG- Vieni, amore.

GINNY-(debolmente) Si...

SHEILA- Voi due andate pure avanti. Io preparo la tavola.

GREG- Va bene: Per di qua. Tu dovresti saperlo da che parte si va...

(Greg e Ginny entrano in casa. Sheila comincia a preparare la tavola. Entra Philip. si ferma quando la vede, si schiarisce la gola)

SHEILA- Ciao, caro. ( senza girarsi) Tanto da fare?

PHILIP- si.

SHEILA- Sarai affamato, immagino. E’ quasi pronto in tavola.

PHILIP- Ah.(pausa) Sheila...penso che ci siano due o tre cose che dovremmo cercar di chiarire...

SHEILA- Davvero?

PHILIP- Direi di si.

SHEILA- Che genere di cose?

PHILIP- Beh, intanto mi piacerebbe sapere quali sono i tuoi progetti.

SHEILA- I miei progetti?

PHILIP- Si. I tuoi progetti per l’ immediato futuro.

SHEILA- Oh, beh, niente di spettacolare. Adesso devo finire di preparare la tavola. Poi andrò in cucina a vedere come se la cavano quei due con la torta.

PHILIP- Volevo dire: i tuoi progetti anche un po’ più in là. E non mi pare sia il caso di far la spiritosa.

SHEILA- Beh...dopo il pranzo...non è che abbia molto da fare...

PHILIP- Sheila, per l’ amor del cielo. Non è questo il momento di ignorare i problemi presto o tardi la realtà bisogna guardarla in faccia...

SHEILA- Non urlare, caro, non urlare. Ci sentiranno fin dalla strada. Che cos’ è che bisogna guardare in faccia?

PHILIP- Il tuo futuro: Che cosa pensi di fare per il resto della tua vita?

SHEILA- Ma perchè me lo chiedi? C’è da fare l’ assicurazione o qualcosa del genere?

PHILIP-(urlando) Sheila....per piacere, per piacere.... ascoltami quando ti parlo. Per una volta nella vita, donna, quando ti faccio una domanda, sforzati, sforzati di rispondere a quella domanda, e non a quella che ti immagini tu. Non ti stò parlando del pranzo e neanche dell’ assicurazione. Stò parlando di te e di quel cretino in cucina.

SHEILA- Quel cretino?

PHILIP- Va bene: quel giovanotto che è venuto da me, nel bel mezzo del mio giardino e in tutta tranquillità mi ha chiesto la mano di mia moglie.

SHEILA- Tua moglie? Cioè io?

PHILIP- Si.

SHEILA- Cioè Gregory?

PHILIP- Si.

SHEILA- Gregory ti ha chiesto la mia mano?

PHILIP- Non vorrai far finta che non lo sapevi! (pausa)

SHEILA- Hai bevuto qualcosa stamattina?

PHILIP- No...purtroppo. Perchè?

SHEILA- Si direbbe che tu non abbia fatto altro da ieri sera. Posso sapere cosa ti è successo? Poi vieni a dire che sono io ad aver la testa fra le nuvole....

PHILIP- Neghi?

SHEILA- Lui non me ne ha certo parlato. Davvero, caro, devi aver capito proprio tutto a rovescio. Io non so che cosa vi siate detti. Lasciati dire però che Gregory non ha nessuna intenzione di sposare me.

PHILIP- No?

SHEILA- Ma cero che no. E’ fuori discussione. Oltre tutto è già fidanzato. Povero ragazzo, so’ anch’io che era tutto imbarazzato! Ma tu che cosa gli hai detto?

PHILIP- Neghi anche gli altri quattro o cinque che siano?

SHEILA- Cosa?

PHILIP- E quello di settant’ anni?

SHEILA- Chi?

PHILIP- Il tuo amante!

SHEILA- Un amante di settant’ anni?! Grazie tante. Lusingatissima.

PHILIP- Ho capito. Ho capito. (pausa)

SHEILA- Sai? dovresti proprio metterti il cappello, quando lavori in giardino sotto il sole.

PHILIP- Allora è tutto...falso?

SHEILA- Si, caro.

PHILIP- Non c’ è nessun altro?

SHEILA- Ah, ah! Ti piacerebbe saperlo?

PHILIP- Però non è Gregory?

SHEILA- No, caro. E adesso perchè non ti siedi e non ti riposi un po’?! Sembri molto accaldato ed eccitato e forse hai lavorato troppo, come al solito. Sei preoccupato per la zappa?

PHILIP- La zappa?

SHEILA- Non importa: Sai che cosa? Dopo pranzo chi mettiamo tutti quanti a cercarla dappertutto per benino, eh? Sei contento Adesso siediti lì tranquillo. Non muoverti. ( entra Greg con le bottiglie e il resto) Oh, grazie Gregory, lei è molto gentile.

GREG- Ho finito con le torte. Mi sembra che siano a posto.

SHEILA- Oh, bene. Adesso chi penserò io. ( a  GREG) Veda di non far innervosire di nuovo mio marito, se è possibile. Credo che sia un po’ affaticato.

GREG- Va bene,( Sheila entra in casa) ( piuttosto nervoso) Salve.

PHILIP- Salve.(pausa) Stavo...proprio ripensando alla nostra chiacchieratina di prima....

GREG- Ah, davvero?

PHILIP- Già, credo che forse ci siamo un po’... credo che forse c’è stato qualche piccolo malinteso.

GREG- Davvero? Beh, è sperabile.

PHILIP- Certo, vede, per un cumulo di ragioni, di cui non potrei proprio rendermene conto, per una serie piuttosto complicata di circostanze....a seguito di una conversazione alquanto singolare in cui ero stato impegnato poc’ anzi, mi è sembrato di dover capire, del tutto erroneamente, che lei voleva sposare mia moglie. Questa, comunque, l’impressione che sul momento ho avuto...

GREG- Lei ha creduto che io volessi sposare sua moglie?

PHILIP- Si....uno stupido equivoco......

GREG- Ma lei è:.... Già sposata, no?

PHILIP- Mia moglie? Si, completamente. Insomma: Non so come, mi era venuta quest’ idea.

GREG- Molto strano.

PHILIP- Si. Lei non ci tiene, vero?

GREG- A cosa?

PHILIP- A sposarla?

GREG- No.

PHILIP- Ah, bene. Questo dovrebbe aver chiarito il piccolo equivoco. In queste faccende è sempre meglio mettere i puntini sulle “ i “.

GREG-Si.Però,scusi se glielo dico:mi sembra una ben strana idea da farsi venire,non le pare?

PHILIP- Beh, penso di si.

GREG- Tra l’altro, lei deve aver pensato che anch’io ero un tipo un po’ strano.

PHILIP- Ho paura di si. Abbastanza.

GREG- Infatti, sa, ho avuto l’ impressione che lei mi abbia giudicato un po’ così. E’ una sensazione orribile, sa? “ sentire” che qualcuno ti guarda e pensa che tu sei un matto e non riuscire a capire perchè lo pensa. E’ come arrivare a una festa con un vestito            nuovo e con il cartellino del prezzo ancora attaccato al fondo dei calzoni.

PHILIP- Davvero?Non..........mi è mai capitato.

GREG- Lei è fortunato. Io invece ho fatto l’ abitudine a cose del genere. Non a questa in particolare. Una volta sola in vita mia ho posseduto un abito completo ed era di seconda mano. Ma lei capisce quel che voglio dire.

PHILIP- Oh, si, si, ..................

GREG- Mi dispiace che lei abbia pensato male di me.

PHILIP- Oh, non importa..

GREG- Grazie.

PHILIP- OH, a proposito, solo un piccolo particolare.

GREG- Che cosa?

PHILIP- Se lei davvero non voleva sposare mia moglie , chi è che voleva sposare?

GREG- Beh,sua figlia.

PHILIP- Ah. (pausa) Mia figlia?

GREG- Si.

PHILIP- Lei vuole sposare mia figlia?

GREG- Se lei non ha niente in contrario.

PHILIP- Ah, beh. Adesso però mi ha creato un altro bel problema.

GREG- Io?

PHILIP- Sembra proprio che oggi non sia la sua giornata.

GREG- Eh ?

PHILIP- Mi scusi. Io ho una zia disponibile. Sono molti anni che è disponibile, quindi può darsi che non sia esattamente quello che lei sta cercando. A meno che lei non sia 1proprio ridotto alla disperazione, nel qual caso potrebbe anche andare. Vecchia zitellona simpatica. Oppure c’ è  una cugina di mia moglie, Natalia, che avrebbe anche bisogno di esser tirata un po' su di morale..............

GREG- No, a me interessa solo sua figlia.

PHILIP- Allora ho paura che lei sia proprio capitato male.

GREG- Perchè? (entra Ginny)

GINNY- Salve.

PHILIP- Oh, salve Ginny.

GREG- Salve.

GINNY- (nervosa) Bene..........Avete tutti e due un’ aria così solenne

GREG- Già. (pausa)

GINNY- Qualcosa non va?

GREG- No..... Tuo padre mi stava dicendo una cosa.

PHILIP- Eh?

GINNY- Ah,si?

GREG- Sembra che adesso voglia farmi sposare sua zia.....

PHILIP- Chi?

GREG- Sua zia .

PHILIP- Chi ha detto che gli stava dicendo una cosa?

GREG- Lei.

GINNY- Tua zia ........(ride)

PHILIP- E io chi sarei?.......

GINNY- Oh, santo cielo, che stupida sono. Scommetto che non vi siete ancora presentati.

GREG- Beh, in effetti.

GINNY- Papà, questo è Gregory, quel ragazzo di cui ti ho tanto parlato.........Gregory , questo è mio padre.

GREG- Beh......tanto piacere , allora.(breve pausa)

PHILIP- (di buon grado) Piacere, giovanotto, piacere mio.

                                                                       SIPARIO

SECONDA SCENA

SHEILA , GINNY , GREG , PHILIP .

La stessa scena, un’ ora dopo o poco piu’. I quattro sono seduti a tavola. Hanno appena finito di mangiare.

 

SHEILA- Avete tutti mangiato abbastanza?

GINNY- Grazie.

GREG- Splendido.

PHILIP- Uhm.

SHEILA- Bene.(si alza)Un momento solo e vi porto il caffè.

GREG- Posso aiutarla?

SHEILA- No, no grazie. E’ già pronto. Devo solo andarlo a prendere.(esce)

GREG- Certo tua madre sa come si prepara un pranzo, su questo non c’ è dubbio.

GINNY- Vero?

PHILIP- E’ un’ ottima moglie e un’ ottima madre.

GREG- Avete sempre abitato in campagna?

PHILIP- Oh. SI. Fin da quando Ginny era.........alta così.

GINNY- Si.

PHILIP- Si potrebbe dire che questo giardino l’ ha vista crescere, non è vero Ginny?

GINNY- Si.

PHILIP- Talvolta, sa, nelle lunghe sere d’ estate, sua madre ed io ci sediamo qui.....io con la pipa, lei con il suo lavoro a maglia........e ci pare ancora di vederla com’ era allora, come se fosse oggi....sgambettare sulla ghiaia.........

GREG- Davvero?

PHILIP- Quando era piccola era proprio un buffo cosino. Era piuttosto grassottella, sa?

GREG- Ah, si?

PHILIP- Oh,si.Anzi, si potrebbe dire grassa, senz’altro. Comunque di peso nettamente superiore al normale......

GINNY- Papà.

PHILIP- Tanto che sua madre ed io eravamo piuttosto preoccupati. Era quasi; una palla...

GREG- Non l’ avrei mai creduto.......

GINNY- Papà esagera, come al solito......

PHILIP- (animandosi sul tema)Ti ricordi il soprannome che ti avevamo dato, Ginny? Te lo ricordi?

GINNY- No, papà, acqua passata....

GREG- Com’ era?

GINNY- Niente , niente.......

GREG- Sentiamo.

PHILIP- Jumbo.

GREG- Jumbo?

PHILIP- Jumbo Ginny.........A me sembrava molto buffo......

GREG- Jumbo Ginny , simpatico.

(Ridono. Ginny li guarda con aria minacciosa)

GINNY- Siete proprio infantili!

PHILIP- Si, ma eri solo una bambina, no?

GINNY- Ma adesso non lo sono piu’ papà...........

PHILIP- Aveva anche i piedi piatti. Me li ricordo perfettamente. Dei grandi piedoni piatti......che in casa facevano il rumore di un tramvai........

GINNY- Non è vero.

PHILIP- Non te lo ricordi: eri troppo piccola.

GREG- Comunque adesso è molto cambiata.

PHILIP- Oh, si ,si. Ho sempre pensato che è una vera fortuna che le persone di cui ci si innamora non si siano conosciute da piccole. Voglio dire: chissà se lei si sarebbe innamorato così di Ginny, Greg , se l’ avesse conosciuta con la faccia sporca di marmellata di fragole , o quando aveva quella brutta malattia della pelle, o prima che le mettessero i denti a posto.......

GINNY- Papà, per piacere, piantala. A Greg queste cose non interessano per niente.

PHILIP- Voglio scovar fuori certe vecchie fotografie da farle vedere prima che lei se ne vada, Greg. Credo che le troverà divertenti.

(Entra Sheila. Porta un vassoio con l’ occorrente per il caffè)

SHEILA- Eccoci qui. (posa il vassoio)Allora, con o senza latte, Ginny

GINNY- Senza latte, grazie.

SHEILA- Sono proprio contenta di aver pensato di apparecchiare qui fuori. In casa l’ aria è così pesante! Greg?

GREG- Con un po' di latte, grazie. Si, stavo dicendo, è un posto splendido per far crescere.....

SHEILA- Si,  certo

GREG- L’ aria , tanto per cominciare.......

SHEILA- Oh,si. E  il terreno.

GREG- Il terreno?

SHEILA- Da queste parti è molto fertile.

GREG- Stavo pensando piu’ che altro ad un po' di spazio per giocare....

SHEILA- Giocare?Si, ma..........stiamo parlando di fiori o di bambini?

GINNY- Fiori

PHILIP- Senza latte.

SHEILA- Fiori senza latte?

GREG- Credevo stessimo parlando di bambini.

SHEILA- Davvero? Come mai siamo andati a finire a parlare di bambini?

PHILIP- Il terreno da queste parti è considerato l’ ideale per la coltivazione dei bulbi.

SHEILA- Si, davvero: tutta la zona è famosa per questo...

GREG- Davvero?

PHILIP- Perbacco! (pausa)

SHEILA- Sapete? Non riuscirei proprio piu’ a far senza questo sole, quest’ aria......

GINNY- Già. E’ un vero peccato che tra poco Greg ed io ce ne dobbiamo andare......

SHEILA- Ve ne andate?

GREG- Ce ne andiamo?

PHILIP- Che peccato!

SHEILA- Non ve ne andrete mica per noi, vero?Non abbiamo nessun programma per oggi , vero, Filippo?

PHILIP- Cara, come.......non dobbiamo uscire?

SHEILA- No, dove dobbiamo andare?

PHILIP- Ah, mi ero dimenticato di dirtelo. Hanno telefonato i Farquars. Ci hanno invitato per il tè.

SHEILA- Quando?

PHILIP- Appena possiamo, dopo mangiato. Mi ero dimenticato di dirtelo.

SHEILA- Ma i Farquars, non sono andati in Italia?

PHILIP- Sono tornati ieri.

SHEILA- Ma se sono partiti mercoledi.

PHILIP- Le restrizioni valutarie. Sono rimasti senza soldi giovedi sera.

SHEILA- Oh, che sfortuna!

PHILIP- Vero? Pensavo appunto che avremmo fatto bene ad andare a consolarli un po'!

SHEILA- (a Greg e Ginny) Erano tanti anni che sognavano questo viaggio in Italia!.......Credo proprio che dovremo fare un salto a salutarli. Che peccato!

GREG- Oh, non fa niente

SHEILA- Mi dispiace tanto di dovervi mandar via!........

GINNY- No, dobbiamo andare anche noi, davvero!

GREG- (a lei) Perchè?

GINNY- (a lui)Dobbiamo andare!

SHEILA- Come?

GREG- Dobbiamo andare.

SHEILA- Se siete proprio decisi...

GREG- (a Ginny) Ma perchè?

GINNY- Ssssssssssst!

SHEILA- Abitate in città?

PHILIP- Greg?

GREG- Si, ho due stanzette.

SHEILA- Carino.

GREG- Beh , veramente è una stanza con un divisorio per i servizi.

SHEILA- Interessante. E..........?

GINNY- Io abito sempre nel solito appartamento.

SHEILA- Davvero?

GINNY- Si.

SHEILA-Ah già, certo. E’ carino?

GINNY- Oh, ma naturale: voi non siete mai stati  a trovarmi, vero?

SHEILA- No, non siamo mai venuti......

PHILIP- Nessuno dei due.

GINNY- Già. Beh, una volta o l’ altra dovete proprio venire. Non credi che gli piacerebbe , Greg?

GREG- Si.

SHEILA- Grazie.

GREG- Tra l’ altro, dovreste vedere in che condizioni vive.

SHEILA- Non vorremmo disturbare.

GINNY- Ma figuratevi!

SHEILA- Io però non è che venga a Londra molto spesso. Filippo si, naturalmente, ma io trovo che il traffico e il frastuono sono proprio insopportabili. Ho paura di essere proprio una campagnola.

GINNY- In fondo ci si può anche abituare.

SHEILA- Credo dipenda soprattutto da dove si è cresciuti.

GINNY- Si.

SHEILA- Ginny è nata a Londra o in campagna?

(Ginny si strozza con il caffè)

PHILIP- Coraggio, coraggio!.........

SHEILA- Passato, mia cara?

GREG- Ginny........

GINNY- (senza fiato)Solo....... il caffè........ potrei avere un bicchier d’ acqua?

SHEILA- Si, certo...........

GINNY- (alzandosi) No, no........Ora sto meglio . Faccio da sola. (Ginny entra in casa)

SHEILA- Sarebbe meglio che andassi anch’ io.

PHILIP- Oh, ormai le è passato.

SHEILA- Poverina. Lo so come si sta, quando.......

GREG- Niente di grave. Io so già tutto.

SHEILA- Davvero?

GREG- Sa di quella storia.......

SHEILA- Si , lo so anch’ io : e del liquido che va giu’ per i canali respiratori.....

GREG- No, volevo dire, quel suo guaio.....lei sa...........

SHEILA- E’ una valvola che non si apre al momento giusto.

GREG- Davvero? Non lo sapevo.

SHEILA- Neppure io, una volta.

GREG- L’ ha letto nel Readers Digest.

GREG- Ah.

SHEILA- Ancora un po' di caffè?

GREG- No, grazie.

SHEILA- Spero che adesso stia bene.

PHILIP- Ma si, non è niente.

SHEILA- Devo dire che è proprio una ragazza carina. Anzi: sai cosa ti dico- Filippo? Mi piace proprio; la trovo simpatica.....(Philip ride Greg si unisce a lui)Perchè ridete?

GREG- Spero bene che la trovi simpatica

PHILIP- Ci mancherebbe!

SHEILA- (ridendo incerta)Già.

GREG- Sente la sua mancanza?

SHEILA- Mmmmmmm?

GREG- Voglio dire........preferirebbe che abitasse piu’ vicino, invece che in città?

SHEILA- Sono affari suoi, no?

GREG- Comunque, voi due non è che ne facciate una malattia, no?

PHILIP- Oh no. Noi non ce ne preoccupiamo affatto.

SHEILA- Di che cosa?

PHILIP- Della gente che vive in città. Ce ne preoccupiamo tanto?

SHEILA- Direi proprio di no.

GREG- Fate benissimo. Tra l’ altro non servirebbe a niente, no?Nove volte su dieci, quando i genitori fanno troppe storie, non fanno altro che alienarsi i figli.        SHEILA- Crede davvero?

GREG- E’ un fatto.

PHILIP- Verissimo.

SHEILA- Già. (pausa) Lei gioca a bridge?

GREG- No, niente.

SHEILA- Che peccato! Pensavo, dato che siamo in quattro.........(pausa)

PHILIP- A proposito di treni. Credo che ce ne sia uno comodo, che parte tra circa un’ ora.

GREG- Eh?

PHILIP- Si. Se volete fare due passi fino alla stazione, prendetevela comoda, godetevi la passeggiata,approfittate del sole, respirare un po' di aria pura, fare un giretto in paese, sgranchirvi le gambe.......sarebbe meglio che cominciaste a prepararvi.

GREG- Oh, giusto.

SHEILA- Ma se son cinque minuti!

PHILIP- Si. Ma è sempre meglio cominciare per tempo, specialmente se si vogliono fare le cose con calma........

GREG- Si, in questo caso...

SHEILA- Non c’ è tanta fretta.

GREG- Penso che sarebbe meglio.

SHEILA- Come crede. Certo che il tempo oggi è l’ ideale per una passeggiata.

GREG- Spero che ci rivedremo presto.

PHILIP- Certo, certo.

SHEILA- Lo spero proprio.

GREG- Nel caso che non ci vedessimo per un po', comunque non dovete preoccuparvi. Chi sarò io a tenerla d’ occhio. A tenerla fuori dai fastidi.

SHEILA- Fastidi? Ci sono dei fastidi?

GREG- Beh , in un certo senso.

SHEILA- Di che cosa si tratta ; mi dica?

GREG- Ginny non le ha detto niente?

SHEILA- Neanche una parola.

GREG- Oh, allora non so se posso.....

PHILIP- No, non credo che sia il caso.

SHEILA- Oh, non sia cattivo. Ormai voglio saperlo. Di che cosa si tratta? (confidenziale). Qualcosa di spiacevole?....

GREG- Beh, si.

SHEILA- Che cosa?

GREG- Beh.....certe amicizie.....un po' strane....cose di questo genere.

SHEILA- Amicizie strane?

GREG- Si,

SHEILA- E allora? Avanti, avanti. Non può fermarsi a questo punto.

GREG- Non so se lei abbia piacere che ve lo dica.

SHEILA- Non si preoccupi: io sono di idee molto aperte.

GREG- Non che lei si sia confidata molto con me. Comunque sembra che abbia avuto qualcosa con un uomo molto piu’ vecchio di lei.

 SHEILA- Ma no!

GREG- Non che ci sia niente di male nel fatto in sé. Ma sembra che lui l’ abbia fatto solo per divertirsi un po'.

SHEILA- Per divertirsi?

GREG- Beh, lui era sposato, e cose del genere. Comunque, lei ha avuto il buonsenso di liberarsene.

SHEILA- Fatto benissimo.

PHILIP- Io......ehm......

SHEILA- Si, caro?

PHILIP- Niente.

SHEILA- Povera ragazza: Hai sentito ,Filippo? Povera ragazza:

PHILIP- Si. Stavo proprio per dire che probabilmente c’ è anche un’ altra faccia della medaglia.

SHEILA- Dalla faccia di lui, egoismo e nien’ altro.

PHILIP- E chi lo sa.

SHEILA- Io lo so .

PHILIP- E come lo sai?

SHEILA- E’ ovvio , cosa poteva dare lui a lei?

PHILIP- Dipende da che tipo di uomo era lui.

SHEILA- Non vedo che gran differenza chi possa essere.

PHILIP- Per esempio: metti che fosse un uomo di una certa classe.

SHEILA- Non sarà stata poi una gran classe, se si comportava così dietro le spalle di sua moglie!

PHILIP- A meno che non avesse una moglie di una classe poco scarsa....

SHEILA- Sarà  stata senz’ altro colpa sua , se sua moglie si è  ridotta così. E’ presumibile che lui stesse benissimo con lei, appena sposati.

PHILIP- Però poi; magari lei s’ è rivelata una delusione.Avrà preteso di essere quello che non era , risultando molto diversa da quel che sembrava.

SHEILA- Può darsi che anche lui sia risultato così a lei.

PHILIP- E’ possibile.

SHEILA- Lei però ha continuato a dritto, senza fargli brutti scherzi dietro le spalle.

PHILIP- Chi mi dice che non gliel’ abbia fatti? Dimmelo tu. Io non lo so.

SHEILA- Neanch’ io . Sto solo facendo delle supposizioni: come tu del resto.

PHILIP- Chi ti dice che io stia facendo delle supposizioni.

SHEILA- Ah, no?

PHILIP- Si. Si......beh, quel che volevo dire, è solo che ogni cosa può essere considerata sotto due punti di vista. E mi pare di averlo dimostrato!

SHEILA- Storie. Non hai dimostrato un bel niente. E’ chiaro come il sole, purtroppo che razza d’ uomo era.

PHILIP- Neanche per idea.

SHEILA- Un vecchio uomo d’ affari che approfitta di una ragazza, perchè si annoiava.

PHILIP- Puoi dirlo che si annoiava.

SHEILA- E che, come si stufa lei, la butta via con un calcio, come una vecchia scarpa.

PHILIP- Non ti sfiora l’ idea che magari sia stata lei a sedurlo?

SHEILA- Oh, andiamo.

GREG- Mi sembra un po' improbabile.

SHEILA- Anche a me.

PHILIP- Tu, in realtà , non sai come è andata: questo è il fatto.

SHEILA- Perchè tu si?

PHILIP- No,no. Ma se anche non so.......com’è andata, so come potrebbe essere andata. Bastano certi passettini per l’ ufficio, con un vestito troppo stretto, e una bella sberla piu’ corto di quello di tutte le altre........e sorridere sempre......Con l’ aria della santarellina e della sfacciata al tempo stesso.......beh, ve lo dico io!.......Si capisce benissimo quando una ragazza è in cerca di qualcosa, com’ era in cerca quella là! Ha avuto quel che cercava. Suppongo. Chiedo scusa. Vado a prendere un bicchiere d’ acqua. Con permesso. (Philip esce)

SHEILA- Questa poi! Non ho mai sentito niente di piu’ villano in vita mia. Mi dispiace proprio. Non so cosa penserà lei di mio marito.

GREG- Io penso che sia la cosa piu’ preoccupante.

SHEILA- Erano anni che non si comportava così. Santo cielo , si è scaldato come se la cosa lo riguardasse.

GREG- Spero che non le dispiaccia quel che sto per dire a .........dopotutto è suo marito.....ma mi è sembrato un po' irresponsabile.

SHEILA- L’ ha notato anche lei?

GREG- Non vedo come avrei potuto farne a meno.

SHEILA- Ha proprio ragione. Credevo che fosse solo una mia impressione. Speravo che lo fosse. Tutti quelli che lo conoscono, lo considerano una persona normale.

GREG- Strano!

SHEILA- Crede che sia uno psicopatico?

GREG- Può darsi.

SHEILA- L’ ultima volta che il dottore è venuto a visitarlo, gli ha buttato la una parolina a questo proposito.

GREG- Che cosa le ha risposto?

SHEILA- Credo che non abbia sentito. E’ un pò sordo.

GREG- Ah.

SHEILA- Eppure uno si domanda....

GREG- Io non mi preoccuperei molto.

SHEILA- No?

GREG- Non per quello che le riguarda, almeno. Mi è parso che abbia una vera devozione per lei. In modo del tutto irrazionale, peraltro.

SHEILA- Non me n’ ero accorta.

GREG- Prenda ad esempio il piccolo malinteso di stamattina. Lei lo sa: credeva che io volessi sposare lei.

SHEILA- Si, me l’ ha detto. Assolutamente ridicolo.

GREG- Gelosia patologica: ecco tutto.

SHEILA- Crede?

GREG- Direi proprio di si.

SHEILA- Non ci avevo pensato, sotto questo punto di vista. Certe volte lui è piuttosto lento a capire le cose, specialmente quando fa caldo, come oggi...                                   GREG- Poi c’ è stata questa storia di Ginny, un momento fa.Rendiamoci conto che, da come ne parlava, sembrava che a lui di Ginny non gliene importasse proprio niente. Sembra  anche che egli cerchi deliberatamente di liberarsi da qualsiasi responsabilità nei sui confronti. Voglio dire, da come la vedo io, che solo a causa di qualche antico peccato, lui si sforza soprattutto di ripudiarla. Il fatto è che, sbollita la crisi, Ginny è tanto figlia di suo marito quanto sua. Se non di piu’.

SHEILA- Mia?

GREG- Questo, almeno, è il mio punto di vista.

SHEILA- Non è mia figlia.

GREG- Voglio dire: rifiutarsi di prendere atto di quel che è successo a Ginny, per pura solidarietà maschile.

SHEILA- Si, ma non è mia figlia.

GREG- .........questo vuol dire sconfinare nell’ irresponsabilità della peggior specie.

SHEILA- Si, ma non è mia figlia.

GREG- Mmmmmmmmm?

SHEILA- Non so come le sia venuta questa idea.(Greg sospira, la guarda rassegnato) Sta scherzando, è vero? (Greg scuote la testa) Per forza, mia figlia? Ma lo ha creduto davvero? E’ impossibile. (Greg si prende la testa tra le mani. Ridendo nervosamente)Mi sta prendendo in giro?

GREG- (la guarda) Non è sua figlia?

SHEILA- Neanche per idea.

GREG- Dunque insiste nel suo atteggiamento.

SHEILA- Non è neanche mia lontana parente.

GREG- Lei non può sapere quanto mi dispiaccia sentirla parlare così!

SHEILA- Anche a me dispiace. E’ una bellissima figliola. Ma d’ altra parte, quanti anni crede che io abbia, accidenti?

GREG- Non crede che per lei sia ormai giunto il momento di arrivare ad un compromesso?

SHEILA- Ma di che cosa sta parlando?

GREG- Ma perchè sforzarsi di ignorare ciò che esiste? Una cosa che è accaduta ormai piu’ di vent’ anni fa? Qual’ è lo scopo?

SHEILA- Credo proprio di non riuscire a seguirla.

GREG- Noi parliamo dell’ atteggiamento di suo marito, ma il suo atteggiamento è doppiamente pericoloso.

SHEILA- Mmm?

GREG- (eccitandosi)Cosa crede, che sia bello per una ragazza crescere in un’ atmosfera del genere?Nessuna meraviglia che stesse per rovinarsi. Con un padre dall’ etica schizofrenica ed una madre che rifiuta addirittura di ammettere la sua esistenza.

SHEILA- Oh, povera ragazza!

GREG- Si, povera ragazza!

SHEILA- Non lo sapevo. E’ terribile.

GREG- Lo capisce anche lei , allora?

SHEILA- Oh si, certo. Nessuna meraviglia.

GREG- Eh, già.

SHEILA- Nessun senso di responsabilità. Certo che lo capisco. La gente così non dovrebbe neanche mettere al mondo i figli, non le pare?

GREG- Bisognerebbe sempre rendersi conto delle cose e assumerne le responsabilità...

SHEILA- Lo dico anch’ io.

GREG- Capisce ora dove voglio arrivare?

SHEILA- Oh si. Certo, certo.

GREG- Bene.

SHEILA- Però, io non sono sua madre. Voglio che questo sia ben chiaro.(pausa)

GREG- Si rende conto di quello che dice?

SHEILA- Lo spero.

GREG- Contenta lei........!

SHEILA- Dico e ripeto che non sono sua madre. E mi permetterà di essere bene informata su questo. Dopotutto .....mio marito ed io non abbiamo figli. Abbiamo deciso di non averne , per paura che potessero......intromettersi tra noi due, non so se riesco a spiegarmi. E’ molto bello avere dei bambini intorno, naturalmente, specie per i week- end, a Natale, a Ferragosto e occasioni del genere, però in fondo legano molto, non le pare? E’ questa la ragione per cui non abbiamo un cane. Una volta abbiamo provato con un gatto, tanto per fare un esperimento,ma abbiamo dovuto darlo via- chiedeva sempre da mangiare in piena notte. Un grosso fastidio. Avevo sempre creduto che i gatti fossero delle creature civili. No, niente bambini. Certo,qualche volta ne ho avuto voglia; quale donna potrebbe non averne? Soprattutto di sera , d’ inverno. Ma io ho sempre pensato ad un maschio, semmai; mai ad una femmina. Non sarei riuscita ad andare d’ accordo con una bambina. Io non sono mai andata d’ accordo con persone del mio stesso sesso: per niente. Ho sempre pensato che gli uomini siano molto piu’ interessanti. Le donne hanno degli interessi così limitati. Ma penso che con un bambino mi sarei trovata bene.

GREG-E’ troppo tardi per decidersi.                                                                            

SHEILA- Questo non è gentile.

GREG- Basterebbe che si interessasse un po' di piu’ della figlia che ha già.

SHEILA- Ma la vuol smettere di dire certe cose?

GREG- Il fatto è che a lei non importa niente di niente, vero?Ginny, cani, gatti, mariti,........son tutti uguali per lei: o sono divertimenti o danno fastidio.

SHEILA- Ora sta diventando molto offensivo.

GREG-  Bene. Era proprio ora che qualcuno si decidesse a offenderla.

SHEILA- Ha finito?

GREG- Si, ho finito. Ho finito........Non si preoccupi. E non mi vedrà mai più.           

SHEILA- Comincio davvero a farci conto.

GREG- Questa è la prima e l’ultima volta che cerco di fare le cose come si deve. Me lo lasci dire. E’ solo perchè amo tanto Ginny che mi sono deciso a spendere 19 scellini e 6 pence andata e ritorno, festivo, per venire a trovare i suoi genitori. Che bel gesto! 19 scellini e 6 pence - porca miseria! - per cosa? Per due  come voi, che del fatto che io a venuto, non poteva importagliene meno. Adessocapisco perchè Ginny non voleva e venissi. Se io avessi dei genitori come voi, andrei volontario in orfanotrofio.

SHEILA- Ma lo sa che è proprio matto?

GREG- Mi pare anche a me. 19 scellini e 6! Ma si rende conto che ho speso quasi una sterlina?.

SHEILA- Nessuno le ha chiesto di venire.

GREG- Vero.

SHEILA- Nè io nè mio marito, per quanto ne so io . Siete piovuti qui tutti e due senza essere invitati.

GREG- Me ne vado!

SHEILA- E avete anche mangiato gratis. Non so proprio di che cosa si lamenta.

GREG- Oh, mi scusi. Non ho pagato? Non creda che me ne vada senza pagare. Regoliamo subito.

SHEILA- Non dica stupidaggini.

GREG- Insisto. ( prendendo la borsa) E già che chi sono pagherò per tutti e due.

SHEILA- Cosa diavolo stà facendo?

GREG- ( rovistando nella borsa) Sto cercando il mio portafoglio.

SHEILA- Oh, Insomma!

GREG- (continuando a cercare)Quanto le devo? Dastano dieci scellini per tutti e due? Spiacente, ma di più non posso.

SHEILA- Senta, si può sapere cosa gli è successo?

GREG-(dandole un paio di pantofole  di spugna in custodia) ....me le tenga un momento, per piacere!

SHEILA-(prendendole automaticamente) Insomma se la cosa lo scocciava tanto, perchè è venuto?

GREG -Eppure deve essere qui da qualche parte.

SHEILA- Oh, senta,se proprio chi tiene mi mandi un assegno.

GREG- No, trovato!(tira fuori il portafoglio) Allora, Dieci svanziche, abbiamo detto! Uhmmm....(guarda nel portafoglio e vede che è vuoto. Affonda le mani nelle tasche dei pantaloni)  Credo che dovrà accontentarsi di sette scellini e sei pence.

SHEILA-Mi rifiuto di prenderli.

GREG-(sbattendoli sul tavolo) Ecco qua. Sette e sei. Il resto glielo manderò per posta.

SHEILA- Grazie.

GREG- Adesso siamo pari, no? Mi pare proprio di si. Va bene. Adesso trovo Ginny, e poi ce ne andiamo.(si dirige verso la casa) Arrivederci.

SHEILA- ........e le sue pantofole?

GREG- Non sono le mie. Se le tenga.

SHEILA-E di chi sono?

GREG- Lo chieda alla sua Ginny.Erano a casa sua.

SHEILA- Che cosa devo farne?

GREG- Non lo so. Le dia a suo marito, le dia a chi le pare.

SHEILA- Grazie, ma lui ne ha già un paio proprio come.....

GREG- Io me ne vado.

SHEILA- Un paio....proprio come....(caccia un grido)

GREG- Cosa c’è?

SHEILA- Scusi....io......(Una pausa)

GREG- Cosa? Si sente male? Dico...Ehi?

SHEILA-(ripensandoci) Mi scusi tanto, stavo guardando queste pantofole.....

GREG- E allora?

SHEILA- Niente. E’ solo che sono pressapoco dela misura di mio mario. Penso che sarà molto contento.

GREG- Bene( entrano Philip e Ginny)

PHILIP- Finalmente le è passato.

GINNY- Scusatemi, non riuscivo a smettere di tossire.

SHEILA- Ora va meglio?

GINNY- Si, grazie.

SHEILA- E’ molto fastidioso, non è vero? Perchè non vi sedete a godervi un po’ di sole, prima di andar via? Gregory ed io stavamo proprio per sparecchiare.( Sheila vista soltanto da Greg del tutto sconcertato, fa cadere le pantofole da una parte)

GREG- Noi?

SHEILA - Se mi fa il piacere di prendere queste cose e portarle in cucina....se solo riesco a riordinare un po’, potremmo chiaccierare un po’, prima che ve ne andiate.

PHILIP- Perfetto. (Sheila e Greg escono)   Deve avere qualcosa per la testa.

GINNY- Cosa vuoi dire?

PHILIP- Credo che sappia tutto.

GINNY- Credo che tu ti sia lasciato prendere dal panico.

PHILIP- Niente affatto.

GINNY-Fra un minuto ce ne andiamo, non preoccuparti.

PHILIP- Gli dirai la verità?

GINNY- Un giorno, forse.

PHILIP- Allora, hai proprio deciso di sposarti?

GINNY- Si.

PHILIP- Lo sai che sei pazza?

GINNY- Può darsi.

PHILIP- In tal caso immagino, mi chiederai di fare le cose per bene.

GINNY- Si, mio caro, proprio così!

PHILIP- Stavo parlando come padre!

GINNY- Filippo....

PHILIP- Voglio dire...un bel matrimonio. Mi piacerebbe molto. Riesco proprio ad  immaginarlo. La  Chiesa del paese, il vicario, il coro....tua madre, io e la nostra

 famiglia da una parte, suo padre, sua madre e i suoi parenti dall’ altra....e i tuoi veri  genitori e i tuoi veri parenti sul fonfo.... la Chiesa sarà strapiena.

GINNY- Non ho intenzione di invitarti.

PHILIP- No?

GINNY- Non ti vorrei nemmeno come sacrestano.

PHILIP- Ah.

GINNY- Vogliamo sposarci.....

PHILIP- Si?

GINNY- .......fra pochi intimi, in municipio.

PHILIP-Davvero? E col consenso di chi?

GINNY- Consenso? Io sono maggiorenne.....

PHILIP- E chi ti accompagnerà all’altare? Hai capito quel che voglio dire? Può essere scomodo per una figlia infischiarsene dei desideri di suo padre. Lui potrebbe anche far tutto il possibile per impedire il matrimonio.......

GINNY- Tu gira al largo, Filippo, ti avverto...(entra Greg)

GREG- Ci sono altri piatti, qui fuori?

GINNY- (alzandosi) Vieni, Greg, andiamocene.

GREG- Solo un momento.

GINNY- Prendi la tua roba.

GREG- Che fretta c’è?

PHILIP- Frena un momento, Ginny, tesoro...

GINNY- Ce ne andiamo.

PHILIP- Greg ed io dobbiamo almeno avere il tempo di parlare ancora un momento.

GINNY- Non occorre.

GREG- Perchè no?

GINNY- Perchè lui non ha niente d’ importante da dirti.

PHILIP- Non è questo il modo di parlare a tuo padre, Ginny.

GINNY- Oh...senti....ciao. Andiamo....

GREG- Ginny!

PHILIP- Dunque.....Col tuo permesso, Ginny... Se ho ben capito, voi due avete intenzione di sposarvi, non è così?

GREG- (Con un’occhiata di fianco verso Ginny) Oh, finalmente ci siamo.

GINNY- ( bruscamente) Si. Grazie.

PHILIP- Immagino che quello che sto per dire vi sembrerà un discorso piuttosto all’ antica. Di lei Greg, non posso dire niente, naturalmente,dato che chi siamo conosciuti solo oggi. Ma per quel che riguarda Ginny, che la conosco.........conosco molto bene, penso di poter dire, senza esagerare, che Ginny ed io siamo stati sempre molto uniti.

GINNY- Certo. Si, si: Certo.

PHILIP- Vede, la domanda che vorrei fare a Ginny, e credo che lei, Greg, potrebbe aiutarla nella risposta, è se si sente in grado di decidere una cosa tanto importante come il matrimonio.

GINNY- Oh, piantala!

PHILIP- Si, lo so, tu pensi di si. Tutti noi lo pensiamo di noi stessi. E i tribunali per i divorzi ne sono la prova.

GREG- Ginny non è una bambina. Insomma.........è in grado di prendere una decisione.

PHILIP- Da sola? (scuote la testa in segno di dubbio)Non crede di averla potuta influenzare, magari leggermente......?

GREG- Beh......

GINNY- Ho deciso con la mia testa. Senza influenze da parte di chicchesia. Amo Greg. Voglio sposarlo. E non permetto a nessuno di discuterne!

GREG- Ehi, calma ......un momento. (a Philip) Lei pensa che l’ abbia suggestionata ad accettare a sposarmi?

PHILIP- Non ho detto questo. Ho detto solo che lei potrebbe averla influenzata.

GREG- Beh, certo non l’ ho dissuasa, se è questo che vuol dire..... .Può darsi che abbia insistito un po'.

GINNY- No, che non hai insistito.

GREG- Forse un po' , si.

PHILIP- Devo chiederle una cosa, Greg. Mi risponda sinceramente. Non si sentirebbe meglio e molto piu’ felice se sapesse che la decisione di Ginny è stata del tutto spontanea, seza bisogno di propaganda da parte sua?

GINNY- Questa è una discussione completamente assurda.

PHILIP-  Sto parlando con Greg. Allora , Greg?

GREG- Vuol dire....... se sarei piu’ contento se lei mi avesse detto di si, senza che glielo chiedessi?

PHILIP- Piu’ o meno, si.

GREG- ( molto imbarazzato)Beh........non lo so........ voglio dire.............. forse se non gliel’ avessi chiesto.....è probabile che non avrebbe detto niente.

PHILIP- Chi pensi: ne val la pena.

GREG- Un momento. Vuol dire....... se io non gliel’ avessi chiesto, lei non mi avrebbe detto di si?

PHILIP- Bello poter pensare che l’ avrebbe detto comunque, no?

GREG- Si, si.

PHILIP- Ma può affermare onestamente che lei l’ avrebbe detto?

GREG- No. Non è stata lei che ha chiesto la mia mano, se è questo che vuol dire!

PHILIP- ( con aria seria)Infatti.

GREG- D’ accordo.

PHILIP- (grave) Ah.

GINNY- Ma si può saper di cosa state parlando?

GREG- No, un secondo, Ginny. Tuo padre non ha mica tutti i torti,sai?Ha tutt’ altro che tutti i torti!

PHILIP- Io mi preoccupo per voi.

GINNY- Grazie.

GREG- Si, grazie, ma......

PHILIP- Posso darvi un consiglio?

GINNY- No, non puoi.

PHILIP- Oh, non saltarmi agli occhi. Lascia che anche il tuo vecchio genitore dica la sua. Fra poco piu’ di un mese partirò per un lungo viaggio d’ affari nel continente. Una specie di grande giro d’ ispezione presso tutte le nostre agenzie all’ estero. Durerà, piu’ o meno, sei settimane: Francia, Italia, Spagna,Svizzera, Olanda, Danimarca e Svezia.

GINNY- Bene. Buon divertimento.

PHILIP- Ho pensato che sarebbe stata una bella idea se fossi venuta anche tu.

GINNY- Che cosa?

PHILIP- Ho detto che mi piacerebbe che tu venissi con me.

GINNY- Che cosa?!

PHILIP- E’ proprio quel che ti ci vuole. Un viaggio così potrebbe allargare i tuoi orizzonti. Darti quel minimo di esperienza in piu’....Non è d’ accordo, Greg?

GREG- Uhm.

GINNY- No.

GREG- Sei settimane?

PHILIP- Non  è neanche poi molto, no?

GREG- Possono succedere un sacco di cose in sei settimane.

GINNY- Puoi dirlo!

PHILIP- Si, so che è un sacrificio, Greg. Avrebbe tutto il diritto di dirmi di no. Io non ho il tere di farla venire. Ma se siete tutti e due d’ accordo , non se ne pentirà, Greg. Non lo avrà fatto qualcosa per Ginny, ma avrà anche la soddisfazione di sapere- se questo  qualche significato per lei - che ha reso un padre molto felice.

GREG- Bene.

PHILIP- Chiedo troppo? Da quanto tempo vi conoscete?

GREG- Ehm....da tre settimane.

PHILIP- (sorridendo) Hmmmmm?

GREG- Si, capisco quel che vuol dire. (riflette per un momento) D’ accordo!

GINNY- Greg!

PHILIP- (profondamente commosso) Grazie!

GINNY- (incerta) Greg, non puoi dire di si! Sei pazzo.

GREG- (incerto) Ma io non so perchè...

GINNY- Digli che non vuoi, che non sei d’ accordo!

GREG- Non so.....voglio dire.........io...........

GINNY- Digli di andare al diavolo!

PHILIP- (insieme) Insomma Ginny.

GREG- (insieme) Calma Ginny.

GINNY- Se pensate che voi due , tutti e due, potete tranquillamente starvene li seduti, a

organizzare la mia vita con tutte queste stupidaggini di chi ha chiesto, a chi , che cosa,

dove e perchè......

GREG- Cosa?

GINNY- (a Greg) E tu che........mi spedisci sul continente con quello li...

GREG- Beh, non è mica un estraneo, uno sconosciuto...

PHILIP- Sono solo tuo padre.

GINNY- Oh, piantala.....(fa per andarsene)

PHILIP- Ginny le scriverebbe, naturalmente. Starò attento io che le scriva, eh, Ginny.

GINNY- Andiamo, andiamo a prendere il treno.

PHILIP- Non che abbiate bisogno di essere sollecitata. E’ un ottima scrittrice di lettere. Qund’

eravamo lontani, mi ha sempre scritto, vero, Ginny?

GINNY- (impietrita) Io...?

PHILIP- Splendide lettere. Devo averle conservate tutte, da qualche parte: gliele farò leggere

 una volta o l’ altra, Greg: un giorno che saremo soli.

GINNY- Tu.......

PHILIP- Siediti , cara. (Ginny lo guarda minacciosa e obbedisce)

PHILIP- E’ una splendida occasione per te, Ginny. Ti prometto che ti godrai ogni minuto del

viaggio.

GINNY- Uhm. (entra Sheila)

SHEILA- Si godrà cosa?

PHILIP- Oh, ciao. Arrivi in tempo per salutarli.

SHEILA- Davvero? (a Greg) Che cosa le è successo? Non doveva aiutarmi?

GREG- Mi scusi, mi sono messo a parlare...

SHEILA- S’ immagini, dicevo così per dire. Cos’ è che si godrà Ginny?

GREG- Un viaggio sul continente.

SHEILA- Davvero? Che bello.

GREG- Lei non sembra lo trovi molto bello.

SHEILA- No? Non sa quel che dice. Non so cos’ avrei dato io, per un’ occasione del genere: certo ci sarei andata di corsa.

PHILIP- Beh, comunque è deciso......Dunque........

SHEILA- Come ci va? Da sola?

GINNY- Beh, no......no.Ma non è che sia proprio deciso.

GREG- Vanno tutti e due.

PHILIP- In un certo senso, ecco.

SHEILA- Tutti e due?

GREG- Suo marito ha deciso di portare anche Ginny nel suo viaggio d’ affari.

PHILIP- Io.....

SHEILA- Splendido.

PHILIP- Adesso non pensare che.........ehm....... affari, naturalmente.

SHEILA- Certo.

PHILIP- Tutto qui.

SHEILA- Idea tua , naturalmente.

PHILIP- Si......no.....si......Per modo di dire........

SHEILA- Ho capito.

PHILIP- Già . (breve pausa)

SHEILA- Mi pare un’ ottima idea.

PHILIP- Dici?

SHEILA- Si.

PHILIP- (fissandola) Perchè?

SHEILA- Credo che un padre abbia il diritto di godersi la figlia quando può.

PHILIP-Oh. (Ginny ride un po' nervosa. Pausa)

GREg- Verissimo.

PHILIP- Beh, beh............

SHEILA- Mmmmm?

PHILIP- Non sei arrabbiata, allora?

SHEILA- Di che cosa?

PHILIP- Che io ........ che io ......non l’ abbia proposto anche a te?

SHEILA- Santo cielo, no!

PHILIP- Ah.

GINNY- Comunque credo che non se ne farà niente.

SHEILA- Perchè no?

GINNY- Perchè l’ idea non è che mi attragga molto, ecco tutto.

SHEILA- Non ci posso credere. (a Philip) Dove hai intenzione di andare?

PHILIP- In nessun posto in particolare.

GREG- Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Olanda, Danimarca, e Svezia.

SHEILA- Come si fa a non avere voglia di visitare tutti questi bei posti?

GINNY- Ma....così.,

SHEILA- E lei, Greg , che ne dice?

GREG- Beh, la cosa riguarda Ginny: se vuole andare........

SHEILA- Ma dove, andare?

GREG- Vorrà dire che sposteremo un po' la data del matrimonio, tutto qui.

SHEILA- Perchè?

GREG- Beh, se lei se ne va.

SHEILA- Per quando sarebbe?

PHILIP- Tra un mese al massimo.

SHEILA- Avete tutto il tempo per sposarvi prima. Un mese? Ce n’è piu’ che a sufficienza.

GREG- Non so se questo era nei progetti....

SHEILA- Mi sembra la cosa piu’ logica. (dolcemente) Non sei d’ accordo, Philip?

PHILIP- Uh?

SHEILA- Che si sposino il piu’ presto possibile.

PHILIP- Oh, si.....si.

SHEILA- Io prenderei la palla al balzo, Greg. Un viaggio di nozze del genere non vi capita certamente mai piu’ .

GREG- Oh?

PHILIP- Uh?

SHEILA- Non è vero.....papà?

PHILIP- Si.

GREG- Oh, certo che la cosa cambia. Io pensavo che dovessimo aspettare il suo ritorno.

PHILIP- No, no, no. Era.....solo un’ idea che mi ero fatto. Mi ero messo in testa l’ idea- non so proprio come- ....che voi voleste aspettare ancora un po' a sposarvi.

SHEILA-Ma no, che non vogliono aspettare, non è vero?

GINNY- No. Era.....un’ idea di papà.

SHEILA- Oh, .....papà sciocchino!

(Ridono. Philip stando ostentatamente al gioco)

PHILIP- Che sciocchino di un papà!

GREG- Allora ci possiamo sposare subito.

SHEILA- Filippo?

PHILIP- Cosa? Oh.....si, si, certo.

GINNY- Grazie, papà. (lo bacia su una guancia)

PHILIP- Piacere mio.

GREG- Grazie. (si stringono la mano)

GINNY- E grazie mamma.

SHEILA- Non c’ è di che, cara- non c’ è di che. E abbi cura di te per il futuro hai capito? (sorride) Oh santo cielo, com’ è tardi! Dovete correre, se non volete perdere il treno. Venite a prendere la vostra roba.

GINNY- Subito.

SHEILA- State ben attenti a non dimenticare niente. Lo sa il cielo quando ci rivedremo ancora. (Sheila e Ginny escono)

GREG- Io.....ehm....... fisso la data del matrimonio e di tutto quanto...... e poi ve lo faccio sapere.

PHILIP- Grazie.

GREG- Penso che dovremo tornare qui ancora per metterci d’ accordo...

PHILIP- Non credo che sarà necessario.

GREG- Il fatto è che non ho ben capito chi è che paga per tutto, ecco......

PHILIP- Pagate voi.

GREG- Oh. (Ginny entra)

GINNY- Andiamo, Greg; ecco il tuo impermiabile

GREG- Grazie.

GINNY- Non dimenticarti la borsa. (Sheila entra)

SHEILA- Adesso scriverete, vero?

GINNY- Si, mamma. Ciao papà. Abbi cura della mamma.

PHILIP- Come sempre. Non dimenticarti del Giorno del Papà.

GREG- Arrivederci. Grazie di tutto.

SHEILA- E’ stato un piacere, Greg.

GREG- Felice di avervi conosciuti.

GINNY- Ciao. (Ginny e Greg escono)

SHEILA- Ciao.

PHILIP- Arrivederci. (pausa)

SHEILA- Oh, sono proprio una bella coppia. Mi hanno proprio conquistata. E a te?

PHILIP- Affascinanti.

SHEILA- Non è che sian fatti l’ uno per l’ altra. Anzi; assolutamente e totalmente sbagliati, insieme. E’ pressochè certo che sarà un matrimonio disastroso, ma sarà molto bello per tutti e due, finchè durerà.(pausa)

PHILIP- Ho arguito che hai arguito, da tutta questa storia.......il....nocciolo della situazione....

SHEILA- Un po' di nocciolo si.

PHILIP- Ah. (pausa)

SHEILA- Non credo che ci sia piu’ bisogno da andare dai Coopers, ormai, no?

PHILIP- No.

SHEILA- Allora possiamo star qui a prendere il tè! (pausa) Ti dirò una cosa. Sono molto contenta di non aver avuto una figlia. Sarebbe stata un problema continuo.......

PHILIP- Si, hai ragione. Proprio un problema.(Si interrompe vedendo le pantofole. Le tira fuori da loro nascondiglio.)

Sheila, cosa chi fanno queste , qui?

SHEILA- Non so, caro. Credo proprio che tu dovresti tenere un po' piu’ ordinata la tua roba in futuro.

PHILIP- La mia roba?

SHEILA- Si.

PHILIP- Queste non sono mie.

SHEILA- Certo che lo sono- te le ho comprate io.

PHILIP- Ma no. Si assomigliano molto. Stessa misura, stesso stile, stessa forma...

SHEILA- Allora sono tue.

PHILIP- No, le fodere sono diverse.

SHEILA eh?

PHILIP- Le mie l’ avevano rossa.

SHEILA- (Esamina una delle pantofole. Una pausa)E’ vero. Oh, cielo!......

PHILIP- Cos’ è ?

SHEILA- Niente. Mi stavo chiedendo solamente come farà quel povero ragazzo....... Nient’ altro.

PHILIP- Questo è affar suo. Ma allora di chi sono?(pausa)                                                     

SHEILA- Eh......ti piacerebbe saperlo!......

(Gli dà l’ altra pantofola e se ne va in fretta- quasi allegramente, lasciando, Philip in piedi, confuso e imbranato, con una pantofola in ciascuna mano.)

SIPARIO