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                                               SLOT MACHINE

Di  Fiammetta Veneziano (pos. SIAE 180135)

Personaggi

ANNAMARIA  

STEFANIA    

LUCA

MARCO        

 SIGNORA PASQUALETTI

Antefatto

Stefania e Annamaria sono cognate. Annamaria ha sposato il fratello di Stefania, Luca, che l’ha lasciata da tre anni per correre dietro ad una ragazza dell’est.  Annamaria piano piano ha superato il trauma. E’ una persona fragile.

Stefania non ha più lavoro: è stata costretta a licenziarsi perché il suo capo la molestava.  Ha chiesto ospitalità ad Annamaria e si è adagiata nella situazione di ospite. E’ vagamente nevrotica.

Marco, il datore di lavoro di Annamaria, è un tipo serio, un po’ insicuro, timido, balbettante. Dirige alla vecchia maniera il suo negozio e si appoggia in tutto e per tutto ad Annamaria, la sua addetta agli acquisti.

Luca, l’ex di Annamaria, è il classico “guappo di cartone”. Spaccone  e sfruttatore  crede di avere sempre ragione. In realtà  è un parassita che si nasconde dietro un atteggiamento arrogante. Pensando di fare soldi nell’est europeo, si è trovato invischiato in affari poco puliti .

La signora Pasqualetti è la padrona di casa: impicciona, guastafeste e asfissiante.

La commedia ha inizio un paio di giorni prima del ritorno di Luca.

Il tutto  si svolge in una stanza con un divano, un tavolo, qualche sedia e un tavolinetto per il telefono. Tre porte o uscite: camera da letto, cucina e ingresso.

Scena 1

Annamaria sta evidenziando delle proposte di lavoro sul giornale. Stefania è agitata.

STEFANIA-   A te sembra normale che una persona normale  a causa di un cane non si presenti   ad un       appuntamento?

ANNAMARIA-(distratta)Un cane?

STEFANIA-   Un cane malato.

ANNAMARIA -Se gli vuole bene…

STEFANIA-   Embé? Non vieni ad un appuntamento di lavoro,             di lavoro capisci, perché il tuo cane….

ANNAMARIA -Quale appuntamento, con chi?

STEFANIA-    Con me.

ANNAMARIA- Sul serio? Hai trovato lavoro?

STEFANIA-   No, no…Era un colloquio. Ma lui non si è presentato per il cane.

ANNAMARIA- Per il cane .

STEFANIA- E’ quello che hanno detto.  Pensa che scusa si sono andati ad inventare!

ANNAMARIA-  E’ troppo assurda per essere una scusa

STEFANIA- Mi sento avvilita, sminuita. Conto di meno di un cane.

ANNAMARIA- Il cane è il suo, a te che ti conosce?

STEFANIA- Sono un essere umano. Ho una sensibilità un …(squilla il telefono, si precipita a rispondere) Pronto, pronto  sì,  casa    Graziaplena. No, sì, non compriamo niente. Anzi vendiamo un lettore dvd praticamente nuovo a 50 euro le interessa? No, è sicuro? Il tasto play a volte s’incanta ma per il resto funziona benissimo…( ad Annamaria) Hanno riattaccato.

ANNAMARIA- Sei matta?

STEFANIA-   E’ una tattica. Se ribalti la situazione è lo scocciatore che viene scocciato.

ANNAMARIA- Allora proponiti come venditrice telefonica. Se sei così brava…

STEFANIA-   No, non posso vendere niente, con le parole va bene, ma con i conti sono un disastro. Che fai?

ANNAMARIA-Tieni , ho sottolineato tutte le offerte  possibili, guarda un po’… Questa volta vedi di stare in campana.  Per un motivo o per l’altro ti fai sfuggire tutte le occasioni. Non riesco a capire se capitano tutte a te o se cerchi di evitarle.

STEFANIA-  E’ una congiuntura negativa, molto negativa. Da   quando…

ANNAMARIA- Non ne voglio parlare, non voglio riaprire la questione. Stop, basta alt. Ti ho ascoltato anche troppo.

STEFANIA-   Io non ne volevo parlare. Volevo sfogarmi un po’.

ANNAMARIA- Sfogarti?  Sono mesi che mi hai preso per la tua            psicanalista. Basta, non voglio più sentirti parlare ok? Quel che è stato è stato. Il tuo capo ti molestava e sei stata costretta a licenziarti.    Chiuso!

STEFANIA -  Cattiva. Brutta e cattiva.

ANNAMARIA- Sì, sì sono brutta e cattiva. (prende la borsa)

STEFANIA-   Esci?

ANNAMARIA- Esco con Carolina e il suo fidanzato.

STEFANIA-   E che fai, reggi il moccolo?

ANNAMARIA- Mi presenta uno.

STEFANIA-   Ancora? Non ti sei stancata delle presentazioni? Non c’è  in giro un uomo che valga la pena di conoscere. Divorziati con figli, vedovi,  finti single che hanno la moglie dietro l’angolo, drogati, viziati…

ANNAMARIA- Non me lo devo mica sposare,  ci facciamo una pizza e basta.

STEFANIA-    Oppure sono gay.

ANNAMARIA- Pensa quello che ti pare, io ci esco.

STEFANIA-      Te la fai offrire la pizza?

ANNAMARIA- Vediamo.

STEFANIA-   Guarda che se te la fai offrire lui si aspetterà                                              qualcosa in cambio.

ANNAMARIA- Per una pizza?

STEFANIA-    Embé? Presuppone una certa confidenza.

ANNAMARIA- Mettiamola così: se mi piace me la faccio offrire, se no pago io. Va bene?

STEFANIA- Uh. Ciao. ( Annamaria esce).Quella non ci sa                         stare proprio senza un maschio, oh! Da quando mio    fratello s’è dato con quella, avrà conosciuto            almeno dieci uomini. Mah!        Fammi vedere gli annunci…Cercasi babysitter …No,  per carità i ragazzini tutti viziati, piagnoni e            isterici. Uhm, collaboratrice domestica…Ah, grazie!  La serva ! Vorrebbe che io facessi la     serva! Vacci tu a fare la serva. Uhm …cercasi        segretaria tuttofare per studio medico. Esperienza.  Ecco qui, perfetto per me. Pulito, poco stressante…io ci vado. Esperienza…e chi è più esperta di me: sono stata anni a portare mia madre in ospedale, entra e esci. So tutto. Via dei Gerani 1. Domani alle 9. E sì che ci vado.

BUIO

            Scena 2

La mattina dopo Stefania sta facendo colazione ingozzandosi di biscotti e cereali  con il latte.

ANNAMARIA- (entrando dalla camera) Già ti sei alzata! E com’è?

STEFANIA-    Colloquio.

ANNAMARIA- Sempre quello del cane?

STEFANIA-   No,  uno di quelli che mi avevi segnato.

ANNAMARIA- Ahhh, bene.

STEFANIA-  Già ma non la babysitter o la serva!

ANNAMARIA- Sono lavori come gli altri. Per pagare l’affitto basta un lavoro qualunque.

STEFANIA-   Il lavoro qualunque lo fai tu, commessa!

ANNAMARIA- Io non sono una semplice commessa, sono addetta agli acquisti e consiglio il proprietario sulla linea di mercato da tenere. Santo cielo ma ti            sei spolverata tutto!

STEFANIA-   Vai anche col padrone?

ANNAMARIA- Smettila sai? Pensa a te che a me ci penso io.

STEFANIA-   Com’è finita ieri sera? Ti ha offerto la pizza?

ANNAMARIA- Voleva ma aveva dimenticato il portafogli a casa.

STEFANIA-   Non ci posso credere! Che pidocchio

ANNAMARIA- Non è un pidocchio, si era veramente scordato il  portafogli e così abbiamo pagato io e Carolina.

STEFANIA-   Perché anche il suo non aveva il portafogli?

ANNAMARIA- No, lui ce l’aveva , ma aveva solo la carta di credito e in pizzeria non l’accettavano!

STEFANIA-   Ma dove li pescate dico io, dove, ‘sti morti di                                           fame!

Squilla il telefono. Stefania corre a rispiondere.

STEFANIA-   Sì Germana Graziaplena. No, sì…certo ma …NO! Sì…cosa?  Ma va a quel paese maiale, di un maiale, di un maiale.

ANNAMARIA- Chi era?

STEFANIA-   Un maiale.

ANNAMARIA- Che voleva?

STEFANIA-   Che può volere un maiale? Che schifo.

ANNAMARIA-         Come tuo fratello.

STEFANIA-   Che c’entra mio fratello?          

ANNAMARIA- Stessa specie. E’ scappato perché era un maiale.

STEFANIA-   Mio  fratello si era innamorato.

ANNAMARIA- E’ statp dopo quel lungo periodo in cui sono stata male con la schiena: l’operazione, poi il letto,  alla fine  è come se l’avessi spinto tra le braccia di quella!

STEFANIA-   Questa è l’ultima versione?

ANNAMARIA-E’ la verità!

STEFANIA-   La versione che vai raccontando perché qualche sfigato s’intenerisca?

ANNAMARIA- Non devi andare al colloquio? E vai al colloquio.

STEFANIA-   Certo che vado al colloquio e se mi assumono e    lo stipendio è decente me ne vado. Me ne vado da questa casa, ma soprattutto me ne vado dalla                          tua compagnia sgradita. (esce di scena)

ANNAMARIA- Amen(esce e continuano a parlare tutte e due                                       fuori scena) Sai che dispiacere, se te ne vai avrò                                              campo libero e mi troverò uno con cui                                                                        condividere le spese…

STEFANIA-   E il letto, mio fratello aveva proprio ragione: sei                           proprio …

ANNAMARIA- Sì aveva ragione: sei una mentecatta e  tua                                                         madre è morta dalla disperazione perché aveva                                            una figlia suonata!

STEFANIA-   Lascia in pace mia madre, poveretta, che quando mio fratello ti ha conosciuto è andata dal    parroco perché lo dissuadesse dall’idea di volersi sposare! (Lancia degli abiti in scena)

ANNAMARIA- Tua madre ha toccato il cielo con un dito perché finalmente poteva parlare con una persona sana          di mente.

STEFANIA-   (entrando)Povero fratello mio, ci ha messo un po’, ma per  fortuna  si è liberato.

ANNAMARIA-(entrando) Che cosa ti sei messa? Non vedi che   la gonna è tutta spiegazzata?

STEFANIA-   Che importa, vado in cerca di lavoro non a una festa.

ANNAMARIA- Dai qua che ti ci do una stirata. Devi dare un senso di ordine e pulizia.

STEFANIA-   Ho fretta.

ANNAMARIA- Non ci metto niente, anzi sai che ti dico? Metti   questa grigia che è pulita e stirata e ti sta pure meglio.

STEFANIA-   Uffa, va bene. (la prende ed esce di scena per metterla)

ANNAMARIA- Cerca di fartelo dare quel posto e non fare la schizzinosa sullo stipendio. Accetta, poi quando le cose si sistemano puoi chiedere l’aumento.

STEFANIA-   (f.s.) Vuoi che mi sfruttino, vuoi che mi umilino?

ANNAMARIA- Meglio poco pagata che senza lavoro. E’ una donna?

STEFANIA-     Non credo, io ho parlato con l’infermiera.

ANNAMARIA- Gli uomini sono sempre meglio.

STEFANIA-   (rientra in scena) Tranne quando cercano di metterti le mani addosso!

ANNAMARIA-. E che sarà mai eh? Sei da sola, non devi rendere conto a nessuno, se pure questa è la strada…

STEFANIA-   Coooosa? Ma io dico, tu vuoi che io, che io… ah   beh!

ANNAMARIA- Quanto la fai lunga, mica hai più 16 anni.

STEFANIA-   Sei tu quella che non sa stare senza un uomo. Io me e Stefania stiamo benissimo, chiaro? Io mi           sono licenziata per non stare alla mercé del mio    capo e tu mi vieni a dire…

ANNAMARIA- Vai va, che ti si fa tardi.

Squilla il telefono

STEFANIA-Pronto…, sì sono io. Ah…davvero? Sì.. Ah… Va bene. Sarà per  un’altra volta.

ANNAMARIA-  Chi era?

STEFANIA-   Quella dell’annuncio. Hanno già trovato.

ANNAMARIA- Almeno sono stati corretti e ti hanno avvisato.

STEFANIA- Com’è possibile, dico io, che abbiano trovato qualcuno prima dell’appuntamento?

ANNAMARIA- Forse l’impiegata di  prima è ritornata.

STEFANIA-   Già tu hai sempre una spiegazione per tutto, vero?

ANNAMARIA-  Preferisci che mi strappi i capelli?

STEFANIA-   Un po’ di solidarietà ti chiedo!

ANNAMARIA- Guarda che io sono solidale, cerco qualcuno che condivida l’affitto. Oddio è tardi devo andare a negozio.

STEFANIA-  Vai vai, che la linea di mercato da tenere necessita  di una polla che si intende di mercato solidale.

ANNAMARIA- Senti Stefania, la nostra convivenza è diventata             impossibile. Non facciamo che litigare dalla mattina alla sera. All’inizio mi ha fatto piacere ospitarti, condividere la casa. Ma adesso è giunta l’ora di guardare in faccia la realtà: te ne devi andare!

STEFANIA-   Sei l’unica parente che mi resta, a parte mio fratello che chissà dove si trova oggi. Siamo            cognate no? Io non so dove andare. Finché non trovo lavoro devo restare qui.

ANNAMARIA- E trovalo questo lavoro, tu cerchi lavoro e  preghi Dio di non trovarlo! Ma io non posso mantenerti a vita! Ti do una settimana di tempo. Passata la settimana sloggi, chiaro?

STEFANIA-   Sì me ne vado, sarò ben felice di lasciare questo buco. Troverò lavoro. Sicuro. Hai da prestarmi     20 euro?

ANNAMARIA- (uscendo) Non è possibile!

Scena 3

STEFANIA-                Io prego Dio di non trovare lavoro? Ma se sono andata persino in chiesa per cercare di ingraziarmi il parroco e  vedere se  mi trovava qualcosa. (squilla il telefono). Sì pronto, io non compro nulla sia chiaro…non vende niente? Allora che telefona a fare mi scusi? Qui telefona  solo chi  cerca di venderti qualcosa.  No…chi? Ah lei non…ma chi è allora? Il datore di lavoro di Annamaria? Santo cielo, è appena uscita e…Come no? Sì, due minuti fa più o meno. Aspetti. (va verso la porta la apre e chiama Annamaria) Mi dispiace è già …Ah si?, prima combinate i guai  e poi… senta signor Liberati, lei sta sfruttando mia cognata ha capito? Lavora 12 ore al giorno e non le viene dato neanche il minimo sindacale.     Già,  non fa che lamentarsi!  E siccome, mio caro signore, non si rende conto del valore di Annamaria è meglio che apra gli occhi o lei accetterà le proposte che le sono giunte da altre società!

Stefania chiude il telefono, suonano alla porta.

STEFANIA:Che è?

E’ la padrona di casa. Stefania apre e vorrebbe richiudere subito.

Sig.ra  PASQUALETTI:Buongiorno.

STEFANIA:Salve. Deve dirmi qualcosa? Io sto    uscendo.

PASQUALETTI:Immagina già quello che devo dirle.

Mentre la signora Pasqualetti si infila in casa e guarda ovunque, Stefania toglie  qualche oggetto in disordine e cerca di nascondere un vistoso murales .

STEFANIA:Veramente no. C’è qualche problema elettrico, idraulico?

PASQUALETTI:Dovete pagare l’affitto della casa.

STEFANIA:Di già? L’abbiamo pagato il mese scorso.

PASQUALETTI:Appunto: Dovete pagare questo mese.

STEFANIA:E’ già passato un mese?

PASQUALETTI: Sì.

STEFANIA:Oggi che giorno è scusi?

PASQUALETTI: Il primo dicembre.

STEFANIA:E allora? Il mese non è passato ancora!

PASQUALETTI:Dovete pagare entro il 5.

STEFANIA:Entro il 5! Adesso se non le dispiace, ho da fare.

PASQUALETTI:  E la sua amica è in casa? In fondo è lei la titolare del contratto.

STEFANIA:No, è al lavoro, mica non ha niente da fare come lei , sa? Mi scusi io devo uscire.

PASQUALETTI:Va bene, me ne vado, ma ricordate: entro il 5 non vuol dire dal 5 in    poi, vuol dire fino al 5.

STEFANIA:La pagheremo. (la signora esce contrariata.) Ci mancava pure la padronadi casa….(esce)

Buio. Scena 4

ANNAMARIA-  (rientrando) Dove sei? Esci fuori che ti ammazzo? Ma chi me la doveva mandare questa, prima il fratello, adesso lei! Stefania, dove ti sei cacciata? Non sarà mica uscita per cercarsi lavoro! Figurati ! Non ci credo neanche se….

Suonano alla porta. Annamaria va ad aprire furente.

Entra Luca, ex di Annamaria e fratello di Stefania.

LUCA- Ciao.

Annamaria  lo guarda e, spaventata, cerca di richiudere la porta, ma lui è più forte.

LUCA-            Ehi, piccola!

ANNAMARIA- Ccchi sei?

LUCA- Non mi riconosci?

ANNAMARIA -Nnno!

LUCA- Come stai?

ANNAMARIA-   Non lo so.

LUCA-  Fammi entrare.

ANNAMARIA- No!

LUCA-            Cocca sono tornato!

ANNAMARIA-Cccche  ci fffai qui?

LUCA-            Fammi passare!

ANNAMARIA- No!

LUCA-            Stefania è qui?

ANNAMARIA- No!

LUCA-            Dov’è?

ANNAMARIA- Non lo so.

LUCA-            (entra con decisione).Posso andare in bagno?

ANNAMARIA  (mentre già è andato, mestamente) Va bene.

Annamaria, non sa che fare. Rimane immobile.

LUCA- (rientrando) Qui non è cambiato niente.

ANNAMARIA- Non avevo i soldi per cambiare qualcosa!

LUCA-            Dove vive Stefania?

ANNAMARIA- Abita qui. Dividiamo le spese, o meglio se lei riuscisse a trovare lavoro, potremmo dividere le spese.

LUCA- E tu, stai ancora al negozio?

ANNAMARIA- Sì.

LUCA-            Ti sfruttano sempre?

ANNAMARIA- Sono contenta di farmi sfruttare. Non desidero             altro io. Io ho fatto l’abitudine allo sfruttamento: prima i miei, poi te, il lavoro, adesso Stefania

LUCA-            Non lavorava come segretaria nello studio di quell’avvocato?

ANNAMARIA- Finché non le ha messo le mani addosso. O  almeno lei dice così.

LUCA-            Se lo dice sarà vero, perché sei così acida?

ANNAMARIA- Mi stai chiedendo perché sono acida? Hai la memoria corta vedo.

LUCA- Sto parlando di mia sorella. Perché ce l’hai con lei?

ANNAMARIA- Perché combina guai! Mette in odine ed io non trovo niente, cucina e spreca quantità di olio e formaggio, non accetta alcun lavoro che non sia estremamente gratificante, perde le bollette ed     io sono costretta a pagare la mora, consuma tutta l’acqua calda e dimentica di accendere lo scaldabagno, finisce le provviste e non va a fare la spesa e oggi, in ultima istanza, mi ha combinato un guaio a negozio.

LUCA- Adesso ci sono io e sistemo tutto. Eh tesoro, Luca sistema tutto. 

Annamaria scoppia a ridere in modo convulso e poi dal

riso passa al pianto isterico.

ANNAMARIA- Tuuuu? Tuuu sistemi tutto? Se io sono in questo casino sei tu che mi ci hai messo. Tu e quella…quella…

LUCA- Non ci sto più. E’ tornata al suo paese.

ANNAMARIA- E l’hanno ripresa?

LUCA- Senti tesoro, mi dispiace. In questi mesi ho avuto modo di riflettere.

ANNAMARIA- E’ stata lunga la riflessione, sono tre anni che non ci vediamo. Ed io preferirei che tu uscissi da questa casa. Non ho voglia di parlare con te, di           sentire le tue scuse, di vederti. Esci per favore, e non chiamarmi tesoro!

LUCA- Ho bisogno di parlare con Stefania. L’aspetto qui.

Arriva Stefania.

STEFANIA-   La gente è tutta uguale, nessuno si assume alcuna responsabilità, mettono scuse: le faremo sapere, lasci un recapito, ha troppa            esperienza…sono tutti come quell’imbecille di mio fratello. Tutti porci…

LUCA- Il porco è qui!

STEFANIA-   Luca? Sei vero o sei un fantasma?

LUCA- Come stai?

STEFANIA-   Mi chiede pure come sto! Con che faccia tosta! E quella sgallettata con cui sei scappato, dov’è?

Squilla il telefono

STEFANIA-               Pronto. No, non compriamo. Abbiamo un fratello da vendere, anzi lo regaliamo. Bello pronto, intatto,          un po’ consumato nelle parti basse, ma diciamo         ancora efficiente.

LUCA-                        Stefania, ascolta…

STEFANIA-   Che cosa devo ascoltare? Che sei sparito, che hai lasciato la mamma, questa povera derelitta…

ANNAMARIA- Povera derelitta ci sarai tu. Anzi devo dirti due paroline. Che cosa hai combinato al  negozio? Che cosa sei andata a dire a Liberati?

STEFANIA-   Che cosa sono andata a dire? Ho parlato bene di te, ho detto che …

ANNAMARIA- Niente dovevi dire, niente. Ascoltatemi bene voi due. Io adesso esco e quando torno non voglio più trovarvi  qui dentro. Il contratto di affitto è intestato a me e voi dovete sloggiare. Visto che hai detto che sistemavi le cose, portati via tua sorella e fuori di qua!

LUCA-                        Ehi tesoro…

ANNAMARIA- Grrrr. (a Stefania) Che cosa hai combinato?

STEFANIA-   Combinato? Io ho semplicemente detto al tuo capo che ti sta sfruttando e che deve pagarti di più e che non sa quanto sia preziosa la tua collaborazione, ecco!

Scena 5

Suonano alla porta, Annamaria va ad aprire. E’ Marco Liberati, il padrone del negozio dove lavora. Porta sempre con  una  cartella con il manico che spesso tiene con due mani. Quando afferma cose secondo lui importanti, sorride a se stesso con uno sghignazzo.

MARCO-Salve, scusate l’intrusione.

ANNAMARIA-Oh, prego entri entri. (A Stefania) Sparite!

STEFANIA-   Non mi presenti?

LUCA-                        Salve, io sono Luca

MARCO-   Oh, buonasera sono Marco Liberati.

STEFANIA-   Io sono Stefania.

MARCO-Marco Liberati. Se sono di troppo, levo il disturbo.

ANNAMARIA-Assolutamente no. Si accomodi, le posso offrire             un succo di frutta? ( a Luca sottovoce) Sparisci e portati via tua sorella!

LUCA-                        Niente affatto. Voglio sentire che cosa deve dirti.

STEFANIA-   Anche io. In fondo ci siamo conosciuti al telefono. Sa, ero io che le ho parlato questa mattina. E’ venuto per motivi di lavoro?

MARCO-Sì, ecco io…ma forse non è il momento…

LUCA-Parli pure liberamente, noi siamo di famiglia.

ANNAMARIA-(acida)Quale famiglia? Adesso Luca e Stefania escono. Hanno un impegno.

LUCA-            Veramente io sono appena arrivato e sono anche distrutto. Da qui non mi muovo!

MARCO-Ah, e da dove viene?

ANNAMARIA- Dall’inferno!

MARCO-Come scusi?

LUCA-            Voleva dire da un posto infernale. Infatti sono appena arrivato da un paese non molto civilizzato fuori dall’Italia.

MARCO-       Perché  dice che è un inferno?

STEFANIA-   Credo per via del clima, non è vero?

ANNAMARIA-Per gli indigeni del luogo. Le donne poi non ne parliamo.

MARCO-       Conosce il posto Annamaria?

ANNAMARIA-E’ là che l’ho spedito.

 MARCO-E dov’è?

STEFANIA-   Stiamo qui per discutere di viaggi  o per ascoltare la sua proposta lavorativa?

MARCO-       Prego?

ANNAMARIA-(a Luca e Stefania) Basta per favore! (a Marco)Mi scusi, non è un buon momento. Forsedomani in negozio potremo parlare con più calma.

MARCO-Se non è possibile parlare, allora la chiamerò da fuori.

ANNAMARIA-Da fuori?

MARCO-Vede, nei prossimi giorni io non sarò in città, ho bisogno che lei venga a dirigere le ragazze e a controllare che tutto sia in regola. So che già lo fa abitualmente, ma questo sarebbe un incarico ufficiale         di tutta responsabilità.

ANNAMARIA- Per  quanto tempo?

STEFANIA-   Un momento. Lei sta chiedendo ad Annamaria di svolgere delle mansioni speciali, di responsabilità. più di quanto già non faccia abitualmente.

ANNAMARIA-Stefania, non ti immischiare.

LUCA-                        Sono d’accordo con Stefania: lei deve trattarla con i guanti e, soprattutto, deve aumentarle lo stipendio!

MARCO-Veramente già ci avevo pensato. Quando ritornerò…                                               

LUCA-                        Eh, no! Le cose devono cambiare fin da ora!

ANNAMARIA-Per favore, non immischiatevi. Il sig. Liberati non ha bisogno dei vostri consigli. E’ meglio che ci lasciate soli.

MARCO-Ascolti Annamaria, vogliamo uscire a prendere             un caffè?

ANNAMARIA-Molto volentieri.

STEFANIA     La vuole invitare fuori perché così può circuirla a suo piacimento eh?

MARCO-       Prego?

 ANNAMARIA-Presto, usciamo!(prende la borsa e lo spinge fuori)

Scena 6

Stefania e Luca rimangono soli .

STEFANIA-   Ah, se non ci fossi io! Annamaria si fa sfruttare proprio da tutti.

LUCA- Beh, almeno lei un lavoro ce l’ha, no?

STEFANIA-Iiio sono stata vittima di  molestie sessuali,      chiaro?         Non ho intenzione di farmi sfruttare,      ecco perché ho difficoltà a trovare lavoro!

LUCA-            Sarà.

STEFANIA-Che non ci credi?

LUCA-            Boh!

STEFANIA-   Disgraziato, sei mio fratello e non mi credi?                       

Squilla il telefono

STEFANIA-   Pronto…sì sono io. Sì ho risposto alla vostra            inserzione. Domani? Va bene. Certo, certo, sono disponibile. Ah…tre mesi di prova? Ci sarà un rimborso spese? Noo? E che campo, d’aria? Sfruttatori,  schiavisti (riattacca) non posso crederci! Non me ne va bene una!

LUCA  -Lavoro?

Stefania annuisce e comincia a girare per la stanza nervosamente.

LUCA-            Potevi almeno vedere di cosa si trattava.

STEFANIA-   Lo so di cosa tratta.  E’ una  libreria: cercano personale che cataloga i testi in arrivo e poi, in base agli  argomenti di cui trattano aiuta ad esporli  nei vari reparti con un certo criterio. 

LUCA-            Non era male.

STEFANIA-   Già, però non davano un soldo.

Squilla di nuovo il telefono.

LUCA-                        Ancora?

STEFANIA-   Pronto? Sì sì sono io. Davvero?(euforica)  Ma certo. Quando? Ci sarò senz’altro! Arrivederci! (comincia a saltellare) Finalmente, finalmente. Un lavoro come dico io!

LUCA-                        Quanto ti danno?

STEFANIA-   Chiedimi che lavoro è, non quanto mi pagano!

LUCA-                        Allora?

STEFANIA-Devo  fare da accompagnatrice a Rose Lohan qui in visita.

LUCA-                        E chi è?

STEFANIA-   L’attrice, la cantante show girl più famosa in tutto il mondo!

LUCA-            E chiedono a te di accompagnarla? Se non sai neanche l’inglese!

STEFANIA-   Che cosa c’entra? Ci sono i traduttori no? Ma io    posso accompagnarla in centro, farle da dama di compagnia, mostrarle...

LUCA-            Che? La Stefania che conosco non sa nulla, non va mai da nessuna parte, non si interessa a niente. Secondo me è uno scherzo. Tu sei      proprio la persona adatta da infinocchiare.

STEFANIA-   Piantala di sputare sentenze. Arrivi dopo tre anni, dico tre. Ti presenti a casa mia e fresco fresco mi boicotti? Tu non sai niente di me.

LUCA-                        Vai, vai. Poi mi faccio due risate.

STEFANIA-   Certo che ci vado.

LUCA-            Comunque io avrei bisogno di un posto per dormire. In fondo questa era anche casa mia.

STEFANIA-   Veramente tu da questa casa te ne sei andato e non credo che Annamaria  abbia intenzione di ospitarti. Vuole cacciare persino me che cerco di aiutarla in tutti i modi!

LUCA- Annamaria deve solo provarci a buttarmi fuori. Solo per un paio di notti, magari tre.

STEFANIA-   E per il lavoro, come fai? Quando sei partito hai mollati tutto e tutti.

LUCA-            Non ti preoccupare. Due telefonate e sistemo tutto.

STEFANIA-   I soldi ce li hai?

LUCA-            Ecco appunto, volevo chiederti…Puoi prestarmi qualcosa?

STEFANIA-   Ma ci sei o ci fai? Non hai capito che non lavoro?

LUCA-            Sì, però mamma qualcosa in banca l’aveva messo            da parte.

STEFANIA-   E’ stato speso tutto per pagare i medici, le cure e  il funerale.

LUCA-                        Addirittura?

STEFANIA-Quando te ne sei andato,  parte di quello che papà le aveva lasciato, era già finito.

LUCA-                        Vabbè, vuol dire che li chiederò a Annamaria.

STEFANIA-   Oddio, questa è bella! Ma se anche lei ha uno stipendio quasi da fame. E poi non puoi proprio azzardarti a chiederle soldi.

LUCA-                        Ma se Liberati le dà l’aumento…

STEFANIA-  Sei proprio uno sfruttatore. Ha ragione Annamaria: dovevi rimanere laggiù dove sei scappato.

LUCA- E invece sono tornato, va bene? Speravo di lavorare lì e di guadagnare un mucchio di soldi.

STEFANIA-               Come ti sei illuso di poter guadagnare tanto?  La gente di quelle parti vieni qui da noi per trovare lavoro. E tu che fai? Vai laggiù, ma perché?

LUCA-                                   Perché tutti hanno il vizio del gioco. Anche i poveracci. Avevo studiato tutto. Coi soldi che mi ero portato avrei dato l’anticipo per una trentina di slot machine da piazzare nei bar. Poi col guadagno ne avrei comprate altre e avrei aperto una casa da gioco.

STEFANIA-   E tu che ne sai di slot machine e case da gioco?

LUCA-                        Con chi ti credi di parlare eh? Qui dentro (indicando la testa) C’è  un cervello. Io mangio il fuoco sai! Mi scoppia  la testa per le idee geniali che mi vengono, così a raffica. Perché io sono un cranio hai capito?

STEFANIA-   E allora?

LUCA-                        Beh, non è andata come previsto. Sono dovuto scappare. Ho fatto girare le scatole a       qualche pezzo grosso, qualche trafficante  di slot Di contrabbando. Era il loro territorio. Ma io ero sicuro che fosse un campo redditizio miseriaccia.

Suonano.

Scena 7

LUCA:                                    Già qui? Proprio il tempo di un caffè eh? ( va ad aprire e si trova davanti la signora Pasqualetti)

PASQUALETTI: Ah, allora avevo visto bene,  è lei!

LUCA:                        Buonasera signora, come va?

PASQUALETTI:        Quando è tornato? Sono secoli che non la vedo… E la sua ehm… come sta?

LUCA:                        Bene. Che cosa c’è?

PASQUALETTI:        Oh, ecco io, ero già venuta prima…sa l’affitto…

STEFANIA:               Oggi è uno!

PASQUALETTI:                   Entro il 5, il 5.

LUCA:                        Cosa?

PASQUALETTI:        L’affitto. Non è che lo può pagare lei?

LUCA:                        (scoppia a ridere) Divertente…

STEFANIA:               Signora, la prego. Quando viene Annamaria.

PASQUALETTI:                   Perché, non c‘è? Quando la cerco non c’è mai dico. Ma proprio mai. Non è che si nasconde eh?

STEFANIA:               Stiamo scherzando?

LUCA:                        Stefania non c’è, quindi..(fa l’atto di farla andar via)

PASQUALETTI:                   E’ancora il marito o è divorziato? Perché se è ancora il marito deve pagare lei se sua moglie non paga sa?

LUCA:                        Sono ancora il marito, ma non pago, chiaro?

STEFANIA:               Mancano 4 giorni.

PASQUALETTI:        E che saranno mai 4 giorni eh? Se pagate oggi vi levate il pensiero.

LUCA:                                    Esca subito se non vuole fare una brutta fine capito! (le si avvicina minacciosamente)

PASQUALETTI:        Va bene, va bene. Si ricordi però.

STEFANIA:               4 giorni, sì. Non un minuto prima.

PASQUALETTI:        Perché se mi pagate prima…

LUCA:                        Se ne vuole andare! Se paghiamo prima, il prossimo mese pretenderà l’affitto ancora prima.

PASQUALETTI:        Noo, ve lo giuro è che questo mese ho delle scadenze…

LUCA:                        Adesso fuori! (lei esce). Ma che le è preso?

Scena 8

Sentono girare la chiave nella toppa. E’ Annamaria con Liberati

ANNAMARIA- (f. s.) Grazie allora.

MARCO-                   (f.s.)Grazie, lo sai che conto molto su di te…

ANNAMARIA-(f.s.)Lo so. Io  sono sempre disponibile per lei.

STEFANIA-   Quanto fa la svenevole!

LUCA-                        Adesso mi sente.

STEFANIA-   Zitto invece, andiamo di là…

LUCA-                        Voglio sentire…

STEFANIA-   Anch’io, ma non facciamoci vedere. (escono)

ANNAMARIA-(entrando)Le posso offrire qualcosa? Il caffè l’abbiamo preso, magari un succo di frutta.

MARCO-       No, grazie, adesso vado via…

STEFANIA-   No, così presto!

MARCO-Devo ancora preparare le valigie. E poi lei ha ospiti.

ANNAMARIA-Dovrebbero essere andati via. Solo un momento.

MARCO-                   Va bene, cinque minuti.

ANNAMARIA-Si sieda, la prego.

MARCO-                   Grazie.

ANNAMARIA- Mi dispiace che parte sa…

MARCO-                   Anche a me veramente.

ANNAMARIA-Il negozio sarà diverso senza di lei.

MARCO- Solo per pochi giorni, poi…

ANNAMARIA-Sembrerà un’eternità…

LUCA-            Sfacciata, spudorata.

STEFANIA-   Zitto!

MARCO-Lei Annamaria è veramente impagabile, io non  posso fare a meno del suo aiuto prezioso. Io…

ANNAMARIA-   Sì…continui la prego…

MARCO:                   Ecco, io è da tanto tempo che…

ANNAMARIA: Non si interrompa, dica…

MARCO:                   Iiiio, lei…noi…

Annamaria attira Marco  e si baciano.

LUCA-                        Coosa!?

MARCO-                   Oh, mi scusi, non volevo…!

ANNAMARIA-       E’ colpa mia…

STEFANIA-   Proprio come pensavo, eccola lì, pronta a farsisfruttare.

LUCA-                        Adesso gli faccio vedere io!

Luca entra  in scena arrabbiato, Stefania non riesce a bloccarlo e  lui si butta addosso a Marco cercando di picchiarlo.

ANNAMARIA-Luca smettila, smettila, lascialo! (gli salta    sulla schiena)

STEFANIA-   Luca!

LUCA-            La devi lasciar stare hai capito? Stefania è mia moglie!

MARCO-Moglie, ma io …non sapevo fosse ancora sposata!

LUCA-            Ah, non gliel’hai detto eh? Non hai avuto il coraggio!

ANNAMARIA-Non sono sposata, non sono più sposata con questo animale.

MARCO-Forse è meglio che me ne vada. (prende la sua cartella e tiene il manico con due mani) Vedo che la sua situazione è…è …non è quella che pensavo!

LUCA-                        E che cosa pensavi, bello mio? T’eri fatto il   programmino…

STEFANIA-   No, non vada via. Mio fratello l’ha lasciata. E’ stato via per tre anni.

MARCO-       Allora  perché si scalda tanto?

LUCA-                        Perché Annamaria è ancora mia moglie e io non tollero che ci si approfitti della sua stupidità!

ANNAMARIA-Ah grazie! Prima mi  offendi e poi ti permetti di fare il geloso!

LUCA-                        Geloso io, di questo, di questo…coso!

MARCO-(cercando di fare il duro, ma facendosela sotto) Cccoso ci sarà lei!

LUCA-Che vuoi fare, picchiarmi? Ah ah ah. Adesso ti faccio vedere io!

STEFANIA-   Basta Luca, per favore. Smettila!

Luca tenta di nuovo di picchiare Marco che gira intorno al divano cercando di difendersi con la cartella.      

STEFANIA-   Luca, smettila. Annamaria  lavora per lui, l’hai capito? Non puoi comportarti così!

LUCA-                        Se qualcuno si approfitta di Annamaria, io devo difenderla.

ANNAMARIA-Non dire scemenze, brutto stupido. Sparisci, vattene a quel paese. Lì ti capiscono meglio di me. Scompari dalla mia vista.

Bussano alla porta. Stefania apre. E’ la signora Pasqualetti.

PASQUALETTI: Ah bene, mi era parso di sentir rientrare  la sua  amica.

STEFANIA:    Di nuovo?.

PASQUALETTI:Prima non c’era la signora Annamaria. Senta…

Tutti si bloccano e si girano a guardare la padrona di casa che intuisce che il momento non è opportuno.

PASQUALETTI:          Beeee, se siete occupati, io allora vaaaado…

TUTTI:                       E vada, vada!

La signora esce precipitosamente.

LUCA:                        Io non me ne vado chiaro?

MARCO-Evidentemente ancora dovete chiarire le cose tra di voi. ScusamI Annamaria, non è successo niente. Finiamola qui.

LUCA-                        E bravo, l’hai capita?

STEFANIA-   E stai zitto!

ANNAMARIA- Sono… licenziata?

MARCO-No, assolutamente. Non mescoliamo il lavoro con la vita privata. Io vado, per il resto è tutto  chiaro?

ANNAMARIA- (annuisce mestamente) Allora… buon viaggio.

LUCA-                        E l’aumento? Non deve darle un aumento?

MARCO-       Non ho tempo ora, scusatemi…..

LUCA-                        (strappandogli la cartella) Eh no bello mio. Dell’aumento si parla adesso!

Stefania strappa dalle  mani la cartella a Luca e la riconsegna a Marco. Il manico però si è strappato. Marco lo guarda costernato. Sembra voglia picchiare Luca, ma ha paura. Stefania lo spinge fuori e chiude la porta.

STEFANIA-   ( a Luca) Si può sapere che ti è preso?

ANNAMARIA-Non ci posso credere! La mia vita faceva già abbastanza schifo, ma adesso che vedevo un barlume, una luce, tu…tu torni e di nuovo mi metti KO? Ma che cosa vuoi? Sei una nullità, un pazzo. Esci dalla mia vita per sempre!              

Annamaria scoppia a piangere e si dirige correndo verso la sua camera, ma inciampa in qualcosa per terra e rischia di cadere. Poi, mandando qualche accidente, entra in camera.

LUCA:                        Non sta mica tanto bene!

STEFANIA-(facendo gli occhiacci al fratello) Annamaria, coraggio vedrai che si sistema  tutto (la segue).

Luca rimane da solo. Va al telefono e compone un numero.

LUCA- Pronto, si sono io. Ho trovato il modo di avere un po’ di soldi. Qualche giorno, non di più. E’ sicuro.

                                               Fine Primo Atto

Secondo Atto

Giorni dopo. Luca è sdraiato sul divano a bere una birra. Stefania è al telefono.

Scena 9

Stefania-No guardi, se lo tenga quel posto, che cosa crede che accetti di fare la badante a sua madre? Sul giornale era scritto accompagnatrice e lei mi sta dicendo che devo badare a sua madre di 87 anni… Non importa se è autosufficiente. Se ne cerchi un’altra. (attacca)

LUCA-                        Quanto ti davano?

STEFANIA-   Quello che mi davano mi davano. Non si vive solo di pane bello mio!

LUCA-                        Non troverai mai il lavoro ideale. Sei una sciocca   illusa, come quando ti sei lasciata fregare dall’americana.          

STEFANIA-Nessuno mi ha fregato. Quando mi sono accorta che il lavoro era quello di raccoglierla da terra ogni volta  che cadeva ubriaca, a casa o fuori, e            incollarmela fino al letto, ho mollato tutto.

LUCA- L’attrice pagava bene però! Devi trovarti un lavoro al più presto che qui mancano i soldi!

Suonano  alla porta.

STEFANIA-               Suonano

LUCA-                        Ho sentito.

STEFANIA-               Non vai ad aprire?

LUCA-                        E perché, mica è casa mia!

STEFANIA-               Adesso non è casa tua eh?

Squilla di nuovo il campanello.

STEFANIA-               Sei impossibile (va ad aprire)

PASQUALETTI-       Salve.

STEFANIA-               Buonasera.

PASQUALETTI-       Beh, non è proprio sera eh!      

STEFANIA-               Buon pomeriggio.

PASQUALETTI-  Anche se il pomeriggio è quasi finito.

LUCA-                        Per quale motivo è qui?

PASQUALETTI-       Ah, salve, lei è ancora qua!

LUCA-                        Non sono fatti suoi!

STEFANIA-               Posso esserle utile? Mi deve comunicare qualcosa?

PASQUALETTI-       Non c’è la signora Annamaria?

STEFANIA-               E’ a lavoro.

PASQUALETTI-       Pensavo che fosse rientrata, ma che orario fa?

LUCA-                        A lei che cosa interessa, scusi?

PASQUALETTI-Ho bisogno di parlare con lei. Per l’affitto.

STEFANIA-               Cioè? Non vorrà aumentarcelo?

LUCA-                        (alzandosi minaccioso)Se ci tiene alla vita…

PASQUALETTI-       Noooo, che avete capito, io parlavo del canone mensile.

STEFANIA-               Si spieghi meglio.

PASQUALETTI-Sono venuta a riscuoterlo.

LUCA-                        (a Stefania)Non lo avete ancora pagato?

STEFANIA-               Certo che lo abbiamo pagato! Signora lo abbiamo pagato due giorni fa. Ha la memoria corta.

PASQUALETTI-       Ma io dicevo il canone di questo mese.

STEFANIA-               Mancano ancora 28 giorni!

PASQUALETTI-       Vi levate il pensiero…

LUCA-                        Le ha dato di volta il cervello? Fili via subito se non vuole essere denunciata per aggressione!

PASQUALETTI- Aggressione?

LUCA-                        Aggressione aggressione….

PASQUALETTI-       Ma io non vi ho mica aggrediti!

STEFANIA-               Se continua a perseguitarci per l’affitto è una specie di aggressione…

PASQUALETTI-Non vi ho aggredito, no, non vi ho aggredito!

LUCA-                        L’aggressione può anche essere verbale sa? E lei ci sta molestando!(alzando la voce sempre di più)

PASQUALETTI-Vi ho chiesto solo l’affitto arretrato….

STEFANIA-               Arretrato? Ma se il mese è appena iniziato! Lei si deve far vedere il cervello!

PASQUALETTI-       Io…io (scoppia a piangere) Devo …giocare!

STEFANIA/LUCA-   Giocare?

PASQUALETTI-                   Ho questo  vizio…gioco.

STEFANIA-                           Al totocalcio, al super enalotto?

LUCA-                                   Al gratta e vinci?

PASQUALETTI-                   Alle slot machine!

STEFANIA-               Cosa? E dove?

PASQUALETTI-          Al bar vicino alla stazione. Mi vergogno a dirlo.

LUCA-                                   Interessante, e come ha cominciato?

 PASQUALETTI- Un paio di anni fa una mia amica mi ha mostrato come si giocava. Mi è sembrata una cosa innocua, appunto come il gratta e vinci. Ho iniziato a giocare così a tempo perso,  poi tutti i giorni. Ho vinto anche qualche volta, ma sono più le volte che ho perso. Mi sono venduta gli ori e poi ho usato lo stipendio di mio marito. Lui è venuto a saperlo ed è scoppiato il finimondo. Così ho deciso di giocarmi l’affitto della vostra casa. E’ mia , me l’ha lasciata mia madre e lui non me l’ha mai controllato, ne ho sempre fatto quello che volevo.

STEFANIA-               Ho capito, quindi l’affitto dello scorso mese è già sparito.

Pasqualetti accenna di sì e scoppia a piangere.

LUCA-                        Hai visto ( a Stefania), mi potevo sistemare, giocano persino gli insospettabili.

STEFANIA-               E’ un bruttissimo vizio.

PASQUALETTI-Lo so, lo so, ma non posso farci niente.

LUCA-                        Che macchine sono quelle con le quali gioca.

PASQUALETTI-       Come?

LUCA-                        La marca dico…

PASQUALETTI- Non lo so…

LUCA-                        Ecco prenda questi(le porge 50 euro) vada a giocare e mi riferisca la marca e il tipo di gioco che fa, ok?

STEFANIA-               Cosa? Non hai un soldo e ti permetti pure di prestare 50 euro a lei invece di collaborare alle spese?

LUCA-                        Io collaboro, sono un anticipo sull’affitto, ma non ti ci abituare.

PASQUALETTI-      Grazie, grazie…vi saprò dire tutto.(esce)

STEFANIA-               Tu stai male, ti devi far vedere il cervello da uno bravo!

Scena 10

Entra Annamaria dopo il lavoro visibilmente provata.

LUCA-                        Ehi cocca che cos’hai? Il negozio ti strippa?

ARIANNA-                Non mi sento bene

STEFANIA-               Ma tu scotti! Vai subito a sdraiarti.

ARIANNA-                No , devo fare un po’ di conti.

STEFANIA-               Sei matta, guardati, non ti reggi in piedi. Ti  accompagno a letto dai.

Annamaria lascia la borsa sul divano e va con Stefania in camera. Luca apre la borsa e vede che c’è una busta con dei soldi. La prende ed esce di casa.

STEFANIA-               (rientrando) Adesso  stai calma. Ti preparo una     tachipirina, intanto vediamo quanto hai di febbre. Luca prendi un bicchiere d’acqua. Dove ti sei cacciato?

Esce dalla stanza, cerca Luca dappertutto, va a prendere   un bicchiere d’acqua e torna nella camera di Annamaria.

STEFANIA-(f.s.) Luca è uscito. Santo cielo, 41! Devo chiamare il           medico.(rientra)

ANNAMARIA- (flebilmente) Sto bene.

STEFANIA-               Sì, eccome no, stai bene. Ah se non ci fossi io qui! (compone il numero)            Pronto, vorrei parlare col dott. Mancini. E’ occupato? Chi se ne frega se è occupato, qui c’è una sua paziente, Annamaria Marinucci, con la febbre a 41, 41 capito? Se non viene a visitarla nel giro di un’ora lo denuncio per negligenza ha capito? Lo dica  al suo dottore. Chiaro?

Buio

Scena 11

STEFANIA-               (al telefono) Broncopolmonite. Per fortuna il        medico è venuto e le ha dato un       antibiotico   bomba. C’è mancato poco che dovessimo               ricoverarla. Adesso è tranquilla, però è stata          parecchio male, tosse, respiro affannoso, gialla come una banana, febbre altissima. No, non          credo possa tornare a lavoro prima di una          decina di giorni…Va bene arrivederci.

Luca entra è in pigiama con un bicchiere.

LUCA-                        Ehi, bisogna fare la spesa, di là c’è solo  pasta ,       ma io voglio la carne.

STEFANIA-               Se vuoi la carne vattela a comprare.

MARCO-                   E tu ? Non devi mangiare?

STEFANIA-               Ti sei divorato tutto quello che c’era nel frigo, ti     sei attaccato perfino ai biscotti, ai cereali. Il burro e la marmellata sono durati due giorni. Oh, cosa credi che dobbiamo mantenerti?

LUCA-                        Mantenere tu? Ma se non riesci neanche a mantenere te stessa scusa!

STEFANIA-               E poi Annamaria sta male, non è più andata in banca a prelevare e io ho finito i risparmi che avevo. Trovati un lavoro! Sei qui solo perché Annamaria è in quello stato, altrimenti…

LUCA-                        Altrimenti cosa? Questa casa è anche mia ed io     sono il marito e se non lavoro lei ha l’obbligo di mantenermi.

Mentre discutono, Luca stringe forte il bicchiere che si rompe e si taglia.

LUCA-                        Ahhhh, mio Dio, che male che male…

STEFANIA-   Fammi vedere…stai fermo, smettila di saltellare.   E’ solo un taglio e neanche profondo.

LUCA-                        Guarda il sangue, oh mi sento svenire…

STEFANIA-               E piantala, dai andiamo di là che ti disinfetto.

LUCA-                        Non dovrò andare all’ospedale eh? Forse ho          bisogno di un paio di punti…

STEFANIA-I punti bisogna metterteli in testa, se no ti perdi quel po’ di cervello che ti ritrovi!

Stefania spinge fuori Marco.  Suonano alla porta.

STEFANIA- Stai fermo qui che vedo chi è.

Apre. È  Liberati: timido, insicuro, ma anche agitato.

STEFANIA-               Oh, buongiorno signor Liberati, entri entri.

MARCO-                   Salve , buongiorno. (si guarda intorno) Annamaria?

STEFANIA-               E’ a letto. Prego si accomodi.

MARCO- Ecco io sono venuto perché sono molto preoccupato per Annamaria. Sa, a lavoro si sente la sua mancanza. Per fortuna si è ammalata solo   il giorno prima del mio ritorno.

STEFANIA-Secondo me si è ammalata proprio al negozio, facendo l’inventario in quello stanzino pieno di                    spifferi. C’è rimasta ore e ore.

MARCO-So che ha lavorato molto e gliene sono grato.

STEFANIA-Questa gratitudine dovrebbe trasformarla in             soldoni. No?

MARCO-Certo, io ecco…devo prima risolvere delle cose.

Entra Annamaria in vestaglia: è pallida e cammina a fatica.

STEFANIA-               Perché ti sei alzata? Lo sai che ha detto il      medico! Torna a letto.

ANNAMARIA-Sto bene, sto bene. Avevo sentito la voce.

MARCO-                   (scattando in piedi) Oh, Annamaria come stai?

ANNAMARIA- Sono un po’ debole, ma sto molto meglio.

LUCA-                        (f.s.) Stefaniaaaaaa!

STEFANIA-               Oh, scusate devo andare di là, Luca si è fatto          male.(esce)

MARCO-                   Tuo marito è ancora qui!(molto nervoso)

ANNAMARIA-Sono stata male e non abbiamo avuto modo di   parlare. Come vanno le cose al negozio?

MARCO-                               Oh, bene bene. Hai fatto un ottimo lavoro, peccato che ti sei ammalata. Forse ti sei stancata troppo.

ANNAMARIA- Oh, no, no.

MARCO-     Sono venuto a trovarti per vedere come stavi, sai ero preoccupato…

ANNAMARIA-Non era necessario, grazie.

MARCO-   Puoi consegnarmi la busta con gli stipendi dei ragazzi e i rendiconti degli incassi? Mi hanno detto che avevi portato tutto con te perché non ti fidavi di lasciare la busta al negozio.

ANNAMARIA-Ah, sì, sì. Li ho portati con me la sera che non mi            sono sentita bene, ora vado a prenderli. Ce l’ho   in borsa.

Annamaria esce, Marco sente parlottare Stefania con Luca. Guarda con timore verso la porta da dove vengono le voci.

LUCA-            Continua a ronzarle attorno, ma io.. (mentre lei lo disinfetta)ahhhh

STEFANIA-               Stai fermo…

LUCA-                        Sei sicura che non devo andare in ospedale?

STEFANIA-               No!

 Suonano alla porta. Visto che nessuno va ad aprire, Marco apre. E’ la signora Pasqualetti

Scena 12

PASQUALETTI-        Salve, sono la padrona di casa.

MARCO-                   Sì?

PASQUAL ETTI-       Dove sono tutti? La signora Annamaria è  guarita?

MARCO-       Non del tutto. Forse è meglio che ritorni un altro giorno.

PASQUALETTI-  Noo, iiooo non posso…sa mi servono dei soldi.

MARCO-                   Per l’affitto?

PASQUALETTI- Diciamo…che sì …

MARCO-                   Ora non credo sia il caso.

PASQUALETTI-       (aggrappandosi al bavero di Marco) Maa io ho bisogno di quei soldi. Non potrebbe anticiparmeli lei?

MARCO-          Ma sa, iiooo… in fondo sono un estraneo.

PASQUALETTI-La prego la prego, sono in grave difficoltà.

MARCO-                   Ma io non….E’ successo qualcosa?

PASQUALETTI- Ho vinto!

MARCO-                   Cosa?

PASQUALETTI-Ho giocato alle slot e ho vinto!

MARCO-                   Allora non le servono i soldi?

PASQUALETTI-Invece sì, perché poi mio marito me li ha    sequestrati.

MARCO-                   Ha fatto bene, almeno credo.

PASQUALETTI-                   La prego, le prometto che non giocherò più. Mi presti almeno 20 euro…e’ una questione di vita o di morte!(si inginocchia e lo prega)

MARCO-                   Signora, per favore. Non si renda ridicola.

PASQUALETTI-        Le prometto , giuro…

MARCO-                   Lei può giurare qualsiasi cosa …non è che mi freghi granché.

PASQUALETTI- (completamente sdraiata a terra)Mi aiuti!

Si sente un urlo di dolore di Luca.

MARCO-       (sempre nervoso)Va bene tenga, sono un anticipo sull’affitto di Annamaria.

Pasqualetti si alza e lo bacia. Rientra Annamaria e si blocca alla vista del bacio.

PASQUALETTI- Oh salve. Beh io vadoooo! (esce)

Scena 13

ANNAMARIA- (fredda) Che voleva?

MARCO-                   Un prestito.

ANNAMARIA-         Ah, non sapevo vi conosceste…

MARCO-           No… è che io…

ANNAMARIA- Comunque non trovo più la busta.

MARCO-                   Co…co…co?

ANNAMARIA-Non capisco, ricordo perfettamente di averla      messa nella borsa.

MARCO-                   Scusa Annamaria, io… non è possibile, hai   guardato bene?

ANNAMARIA-Sì. Quando sono tornata a casa quella sera  mi    sentivo male. Non so più niente. Potrei averla           perduta.

MARCO-                   Adesso come facciamo? Gli stipendi…i          rendiconti?

ANNAMARIA-Per i rendiconti, credo di ricordare, ho un foglio in cui ho scritto degli appunti, ma…

MARCO-                               (disperato)Santo cielo, io ho avuto fiducia in te,    ti ho dato un incarico di estrema responsabilità!

LUCA-                        (entrando)Ehi, di che la stai accusando eh?

MARCO-                   Iiiio non la sto accusando di niente.  Le sto solo      dicendo che contavo su di lei.

LUCA-                        Sanguisuga, sfruttatore.

ANNAMARIA-Basta Luca, è solo colpa mia.

STEFANIA-               Tu non hai colpa di nulla…

LUCA-                        Prepotente, fetente…

ANNAMARIA-Non mi sento bene, scusate (sviene)

STEFANIA-               Guardate cosa avete combinato, aiutatemi a portarla in camera.

MARCO-                   Subito, subito.(fa l’atto di sollevarla)

LUCA-                        Non ti azzardare a toccarla, esci di qua.

MARCO-                   Se non sbaglio, Annamaria aveva chiesto a lei di    andarsene.

LUCA-                        Come si permette, questa è casa mia!

Luca comincia ad inseguire Marco intorno al  divano che indietreggia sempre con la borsa in mano.

STEFANIA-               Comodi, comodi eh!  La porto io di là. Gli     uomini! (trascina Annamaria in camera)

MARCO-                   La smetta, si dia una calmata, ma che modi sono,             incivile! Bruto!

LUCA-                        Prepotente e profittatore, lascia questa casa          immediatamente o passerai la notte al pronto       soccorso!

Nell’inseguimento Marco con la borsa colpisce Luca sul dito ferito.

LUCA-                        Ahhhh, ma che fa è impazzito? Vuole uccidermi?

MARCO-                   Oh, scusi…non volevo…

LUCA-                        Assassino, vigliacco!

STEFANIA-               Che cosa succede?

MARCO-                   L’ho colpito involontariamente.

LUCA-                        E chi ci crede!

STEFANIA-   Zitti , Annamaria sta riposando. Non avrebbe        dovuto alzarsi dal letto è ancora debole.

LUCA-                        E’ colpa di questo debosciato! Ahia!

MARCO-                   Io sarei il debosciato. Sa cosa penso?

LUCA-                        Perché sai pensare?

MARCO-       Penso che se Annamaria ha perso la busta con gli             stipendi, voi due c’entrate in qualche modo!

Luca dà un pugno con la mano ferita a Marco che cade sul divano svenuto.

LUCA-                        Ahi, che dolore, che dolore!

STEFANIA-               Che hai fatto!

LUCA-                        E’ quello che si meritava! Però ci ho rimesso il dito! Ahi, ahi.

STEFANIA-               E piantala di lamentarti! Senti un po’, non avrai     preso tu quei soldi eh?

LUCA-                        Quali soldi?

STEFANIA-               I soldi degli stipendi.

LUCA-                        Ehi, di che mi stai accusando. Sono sempre tuo     fratello.

STEFANIA-               Appunto, ti conosco bene.

Stefania gli prende il dito ferito e stringe.

LUCA-                        Ahia, ma sei matta?

STEFANIA-               Dimmi la verità, subito!

LUCA-                        Lasciami, lasciami, mi fai male!!!

STEFANIA-               Allora!

LUCA-                        Sìì, li ho presi va bene? Dovevo pagare il debito.

STEFANIA-               E ti servivano tutti quei soldi?

LUCA-                        Se è per questo anche di più. Per ora mi hanno lasciato in pace, ma prima o poi torneranno a          batter cassa e se non pago, sono nei guai.(piange)

STEFANIA-               Perché non li denunci?

LUCA-                        Sono i parenti di Greta..

STEFANIA-               Quella ti ha rovinato!

MARCO-       (riprendendosi) Ero sicuro che uno di voi aveva     preso il denaro. Deve ridarmelo,  altrimenti  la            denuncio.

LUCA-I soldi non li ho. Devo dargliene anche degli altri    a quelli, non mi lasceranno certo in pace. Denunciami pure, mi fai un piacere: in galera         per un po’ starò al sicuro, tonto di mamma.

STEFANIA-(Stringendogli ancora il dito) Comportati bene disgraziato. Signor Liberati, mio fratello è uno                            sbandato, non vale niente, è un povero        deficiente, però quelli sono dei delinquenti veri.

MARCO-                   Ma se li paga pensa che la lasceranno in pace?

LUCA-Per un po’ sì, anche se mi hanno coinvolto nei       loro traffici, io però non ho mai fatto niente,                      tranne pestargli i piedi con il fatto delle  slot machine. Mi hanno costretto a comprare le loro    macchine che poi non sono riuscito a pagare.

STEFANIA-               Che stupido, non te la potevi squagliare?

LUCA-                        Sono  riuscito a tornare solo dopo che mi avevano incastrato.

MARCO-                   (con una sorta di altera dignità) Lei non solo ha     danneggiato se stesso, ma anche Annamaria.            Non riesco a capire come possa ancora essere sua moglie.

LUCA-(dimenticandosi di tutto e con violenza) Come si   permette, babbeo incapace. Chiedimi scusa per quello che hai detto!

STEFANIA-               La pianti?

LUCA-                        Niente affatto, avanti chiedi scusa o ti riduco in     pezzi, il più grande come un mattoncino Lego.

STEFANIA-               (bloccando il fratello) Vada via signor Liberati,       vada via.

MARCO-                   Vado, ma non finisce qui. (scappa fuori)

LUCA-                        (liberandosi dalla stretta di Stefania e sbattendo   contro la porta ormai chiusa alle spalle di Marco) Brutto porco! Ahia, il dito ahia.

Squilla il telefono.

STEFANIA-               Pronto (a Luca che continua a lamentarsi) E zitto! Come? Certo sì, sono ancora disponibile. Domani alle 4?  Va bene ci, sarò, grazie.

Buio.

Scena 14

Qualche giorno dopo. Luca è seduto con una vistosa fasciatura sulla mano. Guarda annoiato la televisione, forse qualche partita.  Ha una fila di lattine di birra in terra, alcune aperte altre chiuse. Beve e rutta.

Suonano alla porta.

LUCA-            Chi è?

MARCO-                   Marco Liberati.

Luca apre la porta, tira Marco per il bavero e lo trascina sul divano.

LUCA-                        Che vuoi?

MARCO-                   Sssalve…

LUCA-                        Mi pareva di averti cacciato via di qui!

MARCO-                   Sssono venuto per..

LUCA-                        Annamaria non c’è. Pure quella suonata di mia     sorella è fuori.

MARCO-                   Bbene.

LUCA-                        Dice che forse ha trovato lavoro!

MARCO-                   Chi?

LUCA-                        Stefania no? Stupido. Vuoi una birra?

MARCO-                   Nooo, non bevo grazie!

LUCA-                        E invece bevi perché lo dico io!

Luca prende una birra, la apre e spinge Marco a bere che manda giù la birra a forza.

LUCA-                        Allora, che vuoi? Siamo soli soletti io e te.

MARCO-                   Bbene.

LUCA-                        Be, beè che fai beli? Sembri una pecora , uha uha            uha!

MARCO-                   Senti Luca…

LUCA-                        Ehi, chi ti ha permesso di darmi del tu?

MARCO-                   Bbee, anche tu mi dai del tu!

LUCA-                        E vuoi fare paragoni? Bevi…bevi ho detto!

MARCO-                   Sssì, ecco sto bevendo!

LUCA-                        Allora, che sei venuto a fare?

MARCO-                   Iiio volevo dire che…

LUCA-                        Parla più forte che non ti sento!

MARCO-                   Cercavo proprio lei!

LUCA-                        Perché?

MARCO-                   Volevo dire che Annamaria è…

LUCA-                        Che?

MARCO-                   Che che?

LUCA-                        Annamaria che?

MARCO-                   Io l’amo!

LUCA-                        Cosaaa?

MARCO-                   (tirandosi in piedi e facendosi forza parla     precipitosamente) Sì l’amo. Dal primo giorno che   l’ho vista lei è entrata come un raggio di sole nel   negozio. In quel momento il vetro della porta si è            illuminato e i colori dell’arcobaleno si sono irradiati      per tutto l’ambiente. Ogni cosa è        diventata  luminosa e splendente  come l’oro e il         mio cuore, indurito da anni di solitudine, secco come una pianta inaridita, si è sciolto come neve al sole. Una  linfa vitale  ha preso  a         scorrermi nelle vene. E al centro di tutto c’era lei, il mio sole: Annamaria.

Affannato per il grande sforzo, Marco prende una lattina di birra e la beve

LUCA-                        (basito) Non è che ci ho capito molto!

MARCO-                   Sa, ho dovuto dirle quello che pensavo e …

LUCA-                        Insomma, mia moglie ti  fa ingrifare?

MARCO-                   Prego?

LUCA-                        Però è mia moglie e lei non si deve permettere      neanche di guardarla.

MARCO-                   Ma lei l’ama come la amo io?(beve ancora per      farsi coraggio)

LUCA-                        Mbeh, una volta sì…

MARCO- Ecco appunto una volta. Senta io ho una proposta da farle. Io non la denuncerò per il                                     denaro che mi ha sottratto. Ho pagato  gli   stipendi di tasca mia.

LUCA-                        Ti ho già detto che non mi importa di andare in galera!

MARCO-                   Ma se io pago tutto il debito che ha con quei signori, è disposto a concedere il divorzio ad              Annamaria?

Luca lo guarda invogliato dalla proposta, ma non vuole far vedere che accetta subito.

LUCA-                                   E questa sarebbe una proposta? Fammi ridere.     Lo sai quanto devo a quei disgraziati?     Annamaria non vale così tanto.

MARCO-               Come ha fatto quell’angelo a sposarla! Lei è un è un…(beve ancora) Uno smidollato!

LUCA-                        Vacci piano con le parole cocco. Mia moglie è una nullità e non poteva prendersi che un’altra     nullità. Solo che il risultato è sempre quello: zero più zero è sempre zero!

MARCO-                               Come si permette!(ormai è ubriaco e tenta di         picchiare Luca, ma è come se gli desse delle     carezze)

LUCA-                        Siccome sono un animo generoso, sentiamo.         Quanto pensi  che possa valere mia moglie?

MARCO-                   Dieci…

Luca fa cenno di alzare la cifra.

MARCO-                   ventimila…cinquantamila?

LUCA-                        Per ora possono bastare.

MARCO-                   Non mi rimane più niente!

LUCA -                       Ma io sono generoso. Mi accontento, dammi pure           del tu vecchio mio.

MARCO-                   Ma poi sparisci eh?

LUCA-                        Vedremo. Vuoi una birra?

MARCO-                   Oddio mi viene da  vomitare!

Suonano alla porta. Luca apre.

Scena 15

PASQUALETTI-      ( entrando di corsa) Ho vinto eh ho vinto! A lei i 50  euro e a lei  20 euro.

LUCA-                        Eh no cocca, io voglio gli interessi. Mi deve dare almeno 100 euro.

MARCO-                   Lei è un individuo veramente, veramente…(ha dei conati)

PASQUALETTI-        Va bene non fa niente. Facciamo 80 eh?

LUCA-                        Uh. Che macchinette sono allora?

PASQUALETTI-        Mbeh, sono delle Novomatic mi pare..Novostar

LUCA-                        Sì, ma che giochi ci sono?

PASQUALETTI-     Oh, tutti. Star Adventures, Dragon Castle, Beetle mania…

MARCO-                   Accidenti…

LUCA-                        Zitto… Allora?

PASQUALETTI-        Ma quella che mi piace di più è Il Bagnino: è una multilinea che funziona anche in verticale …pure Lions è carino.

MARCO-                   Accidenti!

LUCA-                        E’ un’esperta…

PASQUALETTI-        Me la cavo…

MARCO-                   Accidenti!

PASQUALETTI-        Io penso che i proprietari di ventano miliardari, capirai, con tutti quelli che si giocano lo stipendio. Io per fortuna più del vostro affitto non gioco eh! Lo sapete che fino a qualche tempo fa i giocatori sono maschi, dai  50 anni in poi. Però ora  il numero di donne colpite da azzardopatia…

MARCO-                   Che?

LUCA-                        Sì…azzopatia no?

PASQUALETTI-        Azzardopatia. Quella che ho io insomma, il vizio. Comunque il numero delle donne che giocano  è fortemente in crescita. E che i cittadini dell’Europa dell’Est, romeni, moldavi, ucraini giocano alla grande.

LUCA-                        E lo sapevo io eh!

MARCO-                   Accidenti!

LUCA-                        Smetti di dire accidenti, fammi pensare…

MARCO-                   Anche io devo pensare…

Siedono entrambi sul divano pensierosi, facendo gli stessi gesti.

La signora Pasqualetti li osserva in silenzio.

Buio.

Scena 16

Qualche tempo dopo. In scena Annamaria canticchia contenta e va avanti e indietro mentre prepara una valigia. Stefania si sta preparando un thermos e una portavivande.

STEFANIA-               Dovrebbe bastarmi.  Ad una certa ora mi     viene una fame! Ma non posso allontanarmi capisci,        con l’orario continuato allo studio si presentano   pazienti a qualsiasi ora.

ANNAMARIA-         Sì,sì. Dov’è il maglioncino bianco, dov’è?

STEFANIA-               Forse è dentro il mio cassetto.

ANNAMARIA-         Quando l’hai preso?

STEFANIA-               Tu eri in negozio ed io dovevo uscire             urgentemente e…

ANNAMARIA-         Potevi rimetterlo  a posto, no?

Stefania esce e rientra con un maglione tutto spiegazzato

ANNAMARIA- Santo cielo! Sembra sia stato in bocca ad un       cane!

STEFANIA-               Quanto la fai lunga, non l’ho fatto a posta!

Suonano alla porta. Annamaria corre: è Marco. Si abbracciano e si baciano. Marco è cambiato è molto più sicuro e deciso.

MARCO-                   Sei pronta?

ARIANNA-                Devo solo trovare un maglioncino pulito.

STEFANIA-               Ciao Marco.

MARCO-                   Come ti va il nuovo lavoro?

STEFANIA-               E’ fantastico. Mi piace essere la segretaria di un     dottore. (fanatica) Le persone mi       raccontano tutti i loro problemi e, a volte, mi sento così indispensabile, sai per gestire gli          appuntamenti, scrivere le ricette. Finalmente un   lavoro che non mi umilia e dove nessuno  mi sfrutta.

ANNAMARIA-         (mentre fa avanti e indietro dalla camera)Sì, però l’orario è pesante e non mi sembra che ti          paghino adeguatamente.

STEFANIA-               Senti chi parla, per anni sei stata sfruttata…ops     scusatemi.

MARCO-                   Altri tempi…

STEFANIA-               Sai poi per che cosa stiamo lottando il dottore ed io? Per il movimento no-slot. Quanti pazienti hanno il vizio del gioco…Mi sento veramente necessaria adesso. Li aiuto, mi chiamano se hanno la tentazione ed io corro a casa loro per distrarli.

Mentre parla Stefania, Annamaria alza gli occhi al cielo  annoiata

MARCO-                   Ah, sì? E funziona?

STEFANIA-               Cosa?

MARCO-                   Il tuo sostegno psicologico?

STEFANIA-               Così…così.

MARCO-                   Ottimo!

STEFANIA-               Cosa?

ANNAMARIA- Va bene, va bene. Siamo di fretta. Andiamo caro (lo prende sottobraccio)

Suonano alla porta. Apre Annamaria. E’ la signora Pasqualetti.

ANNAMARIA-       Ancora?

STEFANIA-             Oh no!

PASQUALETTI-     Non vi preoccupate, tutto  a posto. (e  fa l’occhietto, Stefania la guarda non capendo)

MARCO-                 Ha portato la cartellina?

PASQUALETTI-     Ecco qui. Ho segnato tutto. Andiamo alla grande!

                                Ho già parlato con i produttori, sono tutti d’accordo  per quelle date.

MARCO-                 Perfetto.

Squilla il telefono, risponde Annamaria. Ascolta e poi passa il telefono a Marco che ascolta per un po’ e poi risponde con sufficienza.

MARCO-       Luca! Chiudi il becco per un momento e apri bene le orecchie: questo mese solo 80 slot machine. La sala grande già ne ha a sufficienza.  Il mese prossimo apriamo l’altra e vedremo. E stai calmo! Stai calmo! Qui è tutto sotto controllo. (riattacca) Ah se non fosse per me!

Dà il braccio ad Annamaria ed escono.

                                                                                               

                                                           FINE

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