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Soap!

Soap!

di

Alberto Milazzo



Tempo:
Oggi

Luogo:
Milano. Un cinema porno.

Personaggi:
Lucien, marchetta, fra i venti e i trenta.
Harvel, marchetta, fra i venti e i trenta.
Dimitri, pappa, fra i quaranta e i cinquanta.
Igor, spia di Dimitri, fra i trenta e i quaranta.
Cesco, marchetta, fra i venti e i trenta.
Greg, spacciatore, fra i venti e i trenta.
Barbie, transessuale, fra i venti e i trenta.
Alcuni clienti.
Due ignoti che si aggiungono solo alla fine.

Ogni scena avviene con un leggero spostamento in avanti nel tempo. Pochi secondi, a volte qualche minuto, poco di più se serve. Fra una e l’altra, buio.

I ragazzi si riconoscono a fatica nella penombra della sala. Per questo quando si incontrano si chiamano per nome, per essere sicuri di chi hanno davanti.



PRIMO ATTO

Milano. Interno cinema porno. Oggi. I ragazzi, tutti albanesi, si muovono lenti fra le poltrone del cinema, si prostituiscono. Sono svogliati. Ostentano superiorità, sicurezza. Lo fanno per soldi, non per piacere. Così lasciano intendere. 
Sono sopravvissuti alla nausea. 


Prologo
Harvel parla con Lucien. E’ un momento qualsiasi di un giorno qualsiasi.

Harvel - Chi c’era prima di noi?
Lucien - I turchi.
Harvel - E prima dei turchi?
Lucien - I marocchini.
Harvel - E prima?
Lucien - I siciliani.
Harvel - Mm. 

Un tempo 

Harvel - E dopo? Chi ci sarà dopo di noi?
Lucien - Gli slavi.
Harvel - Ma siamo noi gli slavi.
Lucien - Appunto.


Scena 1
Lucien dorme su una poltrona del cinema. Harvel lo guarda a lungo. Poi decide di svegliarlo.

Harvel - Sveglia, Lucien.
Lucien - Ah?
Harvel - Sveglia.
Lucien - Harvel?
Harvel - Sì, è ora.
Lucien - Di già?
Harvel - Hai dormito un film intero.
Lucien - Cazzo. 

Un tempo

Lucien - (Allarmato all’improvviso) Dimitri?
Harvel - Non ti ha visto.
Lucien - Mi hai coperto?
Harvel - Andiamo. Alzati, Lucien.
Lucien - Cazzo, amico. Ho la nausea. Mi addormento al buio. Mi sveglio al buio.
Harvel - Alzati.
Lucien - Ok, mi alzo. Cazzo.
Harvel - Perché non dormi in prima fila?
Lucien - E dove le metto le gambe?

Un tempo

Harvel - Facciamo un giro insieme?
Lucien - Fai il doppio turno?
Harvel - Ho bisogno di soldi.
Lucien - Questa è nuova. Cazzo, Harvel, tutti abbiamo bisogno di soldi.
Harvel - Con i turni di Dimitri si guadagna troppo poco.
Lucien - Che vuoi? Comprarti una casa? Una moglie? Un cane? E una macchina?
Harvel - Voglio mangiare. Bene.
Lucien - Merda.


Scena 2
Poco dopo, un cliente si avvicina ad Harvel. Lucien osserva la scena con distacco.

Cliente - Hai da accendere?
Harvel - Che?
Cliente - Niente.
Harvel - No, no. Aspetta. Sì, ho da accendere.

Un guizzo di luce sul volto del cliente. Harvel gli accende la sigaretta. I due si guardano negli occhi. Poi il cliente scruta meglio Harvel, come si fa con un articolo da comprare.

Cliente - Quanti anni hai?
Harvel - Ventitre. E tu?
Cliente - Sei carino.
Harvel - Sì?

Boccate di fumo. Lucien si allontana.

Cliente - Allora?
Harvel - Aspetta, Lucien. Non te ne andare. Faccio con questo e ti raggiungo.
Cliente - Andiamo?


Scena 3
Dimitri e Greg si parlano ai lati opposto della sala. Urlano per farsi sentire da tutti. Nel brusio di marchette e clienti che contrattano prestazioni e soldi, è un modo per ostentare sicurezza. Una spavalderia che squarcia il silenzio pruriginoso e …

Dimitri - (Urlato) Greg!
Greg - Che cazzo è?
Dimitri - Dove cazzo sei?
Greg - Qua.
Dimitri - Tua madre è una troia.

Risate delle marchette.

Greg - (Urlato) Dimitri!
Dimitri - Ah?
Greg - Tu sei un troia.

Risate ancora più forti.


Scena 4
Lucien si riallaccia i pantaloni. Harvel lo raggiunge.


Lucien – Harvel?
Harvel – Lucien.
Lucien - Quanto?
Harvel - Cinque euro.
Lucien - Per?
Harvel - Un pompino.
Lucien - Merda.
Harvel - Sono buoni. Cinque euro, cazzo.

Un tempo

Harvel - Hai fame?
Lucien - Un po’.
Harvel - Sei magro come un chiodo. Non mangi un cazzo.
Lucien - Ho la nausea. Sempre.
Harvel - Sono gli hamburger.
Lucien - No.
Harvel - Sì. Non ne posso più del Mc. Ho bisogno di cibo vero. Un bel burek, ci vorrebbe.
Lucien - Quello è cibo.
Harvel - Una giornata intera di doppi turni e porto anche te al ristorante.
Lucien - Ristorante?
Harvel - Sì.
Lucien - Io e te al ristorante?
Harvel – Sì, Lucien. Io e te al ristorante. Mangiamo fino a scoppiare, fino a vomitare e poi ricominciamo daccapo.

Un tempo

Lucien - Harvel?
Harvel - Eh?
Lucien - Non fanno entrare quelli come noi al ristorante.
Harvel - Se porto i soldi, merda se mi fanno entrare.
Lucien - Ti sei visto?
Harvel – Maschio, eh?
Lucien - Idiota. Sei vestito di merda. E puzzi pure di merda.
Harvel - Io, ho fame. Cazzo. E voglio che tu vieni con me.


Scena 5
Dimitri osserva la sala. E’ un porcaio che osserva la sua porcilaia. Igor, accanto a lui, gioca con un elastico.

Igor – Hai sentito?
Dimitri – Che?
Igor – Lucien ha un fratello.
Dimitri - Sì? E chi se ne fotte?
Igor – Dicono che è arrivato in città.
Dimitri – Un altro pezzo di merda a farcire questa fogna.
Igor – Già.

Dopo una breve pausa, Dimitri ha un’intuizione.

Dimitri – Gli somiglia?
Igor – La merda è tutta uguale. Merda e lacrime non le distingui.
Dimitri – Come si chiama?
Igor – Non lo so. Vuoi che mi informi.
Dimitri – No. Sì, informati.
Igor – Ok.
Dimitri – Adesso, vai. Cosa sono tutte queste chiacchiere? Stai attaccato alle mie mutande per non lavorare? Ti credi furbo?
Igor – Vado.
Dimitri – Aspetta.
Igor – Cosa?
Dimitri – Con discrezione. Chiedi, ma con discrezione. E adesso vai a fare in culo.


Scena 6
Lucien si fa spompinare da un cliente. Il ritmo aumenta. Lucien gode. Il cliente continua a succhiarlo. Lucien lo allontana a forza.

Lucien – E che cazzo, mollami.
Cliente – Scusa.
Lucien – Che vuoi? Svuotarmi i coglioni?

Il cliente ride e si ripulisce la bocca con il dorso della mano.

Lucien – Però ci sai fare.
Cliente – Ti è piaciuto.
Lucien – Sono 20 Euro.
Cliente – (A voce alta) Venti?
Lucien – Zitto. Non urlare.

Da lontano arriva la voce di Dimitri insospettito dall’urlo del cliente di Lucien.

Dimitri – Lucien!

Lucien – Facciamo presto. Dammene quindici.
Cliente – (Giocando con l’ansia di Lucien) Come ti chiami?
Lucien – Che te ne fotte? Dammi i miei soldi.
Cliente – (Alzando la voce apposta) Venti euro per un pompino?
Lucien – Ti ho detto di non urlare.

Più vicino.

Dimitri – Lucien!

Lucien – Arrivo! Quanti soldi hai lì?
Cliente – (controllando le sue finanze) Ti chiami Lucien? Dieci.
Lucien – (Strappandogli dalle mani due biglietti da cinque) Dammeli e vai fuori dai coglioni.

Dimitri si avvicina ai due. Guarda il cliente che dopo aver sostenuto il suo sguardo si allontana.

Dimitri – Lucien?
Lucien - Cazzo, Dimitri. Lo sai che hai una voce di merda.
Dimitri – Chi era quello?
Lucien – Abbiamo saltato le presentazioni.
Dimitri – Perché urlava?
Lucien – Perché con me godono come troie. 
Dimitri – Mm. Quanto gli hai preso?
Lucien – Il solito.
Dimitri – I prezzi li stabilisco io. Lo sai vero? Puttana di merda.
Lucien – Dimitri fa i prezzi. 

Lucien allunga un biglietto da cinque a Dimitri

Dimitri – Non mi sei mai piaciuto, Lucien. Hai una faccia che non mi piace. Te la spaccherei volentieri a forza di pugni. Ma rende di più così.

Dimitri mette in tasca i soldi.

Lucien – Io devo lavorare. Se il signore mi vuole scusare?
Dimitri – Vaffanculo, Lucien. Vaffanculo. Di un po’, dopo di te tua madre si è fatta mettere un tappo alla fica, vero? O è stata così stronza da cagare un altro Lucien?
Lucien – Che c’è, Dimitri? Ti faccio guadagnare così tanti soldi che ne vorresti due di Lucien? 
Dimitri – Ti spacco la faccia, prima o poi. Il tuo turno è finito. Vai a dormire, bestia.


Scena 7
Igor ha abbordato Harvel per ottenere da lui informazioni sul fratello di Lucien.

Igor – Perché tu sei amico di Lucien.
Harvel – Io non sono amico di nessuno.
Igor – State sempre insieme. Vi ho visto.
Harvel – Che merda vedi tu? Col buio che c’è qua dentro non ti trovi neanche il cazzo per pisciare.
Igor – (Ridendo) Basta che fai un fischio e te lo trova subito qualcun altro, qua dentro.

Harvel sorride. Igor approfitta del momento d’intimità.

Igor - (Continuando a ridere) Allora è vera o no questa storia del fratello di Lucien?
Harvel – Ti ho detto che non so niente di Lucien.
Igor – Dicono che è venuto a cercare il fratello.
Harvel – Ma a te che te ne frega?
Igor – Così. Tu non ne sai nulla?
Harvel – No.
Igor – Io mio fratello non ce lo porto qui.
Harvel – Fai bene.
Igor – Fra questa merda e quella, preferisco la merda di casa. Almeno sa di casa. Puzza di buono. Mio fratello a girare fra queste poltrone… cazzo, mai.
Harvel – Non so se mi fai più schifo perché ti fai succhiare il cazzo dagli italiani o perché lecchi il culo a Dimitri. In ogni caso sei una merda, Igor.
Igor – Ti rode? Sei invidioso? Vorresti starci tu sul culo di Dimitri? Si sta comodi fra le sue chiappe. O A te piace più il cazzo?
Harvel – Fottiti.

Cesco che ha sentito tutto, si avvicina ai due.

Cesco – Ne ho sentito parlare anch’io.
Igor – Chi è? Quella checca di Cesco?
Cesco – Sì, tesorino. La tua checca personale che te lo pianta nel culo quando nessuno sta a guardare.
Igor – E cos’è che avresti sentito?
Cesco – Del fratello di Lucien. Dicono che è già arrivato in città. E forse, dico forse, il fratellino è già passato di qua.
Igor - Vale a dire?
Cesco – Farà la marchetta anche lui. Oppure è solo passato a cercare Lucien. Che ne so?
Igor – Escono solo cazzate dalla tua fogna di bocca, Cesco. Entrano cazzi e escono cazzate.
Cesco – Vaffanculo, Igor. 
Harvel – Sì, Igor. Perché non te ne vai a fare in culo sul serio? Hai un alito di merda a forza di leccare culi.


Scena 8
Lucien si è addormentato di nuovo su una poltrona. Harvel lo guarda. Si avvicina piano alla sua faccia. Lo annusa. Sembra che stia per baciarlo. Poi nota che qualcun altro sta osservando Lucien che dorme. Un cliente. Harvel decide di svegliare Lucien.

Harvel – Lucien?
Lucien – Chi?
Harvel – Sveglia, Lucien.
Lucien – Harvel?
Harvel – Sì.
Lucien – E’ già ora?
Harvel – Sveglia.
Lucien - Mi hai portato le pantofole e il latte caldo? E il giornale?
Harvel – Scherza, scherza. Voglio vedere il giorno che Dimitri ti trova a dormire.
Lucien – E cazzo, Harvel. Ridi ogni tanto, no? Dimitri finisce male prima o poi. Sta sul culo a tutti. Prometti, Harvel, che se non gliela spacco io la faccia gliela spacchi tu.
Harvel – Mm, adesso alzati. 
Lucien – Mi alzo. Cazzo, come godrei. Dopo il primo pugno, un altro e poi ancora un altro. Non riuscirei più a smettere. Finché quella faccia di merda diventa una poltiglia di sangue e carne. (Notando il ragazzo che lo osserva qualche poltrona più in là) E questo chi è?
Harvel – Ti si è seduto accanto mentre dormivi… non smette di guardarti.
Lucien – S’è innamorato. Di’ un po’ tu? Sì, dico a te. Che guardi? Guardi me? Ti sei innamorato? Cazzo, Harvel, guardalo. Ha la faccia di una bambola. Mi guarda come un bambino che vuole le tette della mamma. Hai sete, bambolina? Vuoi un po’ del mio latte?

Lucien si alza. Si stiracchia mostrando i muscoli e si avvicina al cliente.

Harvel – Io vado. 
Lucien – (Sedendosi accanto al cliente) Harvel? Un giorno andiamo al ristorante insieme. Lo fottiamo questo mondo di merda, Harvel. E per questo che siamo finiti qua, no? Per fare pratica.
Harvel – Insieme?
Lucien – Lo fottiamo insieme. Ce ne andiamo da questa merda di città. Prendiamo il primo treno e andiamo a spaccare il culo al mondo. Però prima facciamo un giro al ristorante. Che ne dici?
Harvel – E dove andiamo?
Lucien – Non lo so ancora… Che ne dici?

Il cliente lentamente si allontana.

Harvel – Dico che la tua faccia di bambola sta scappando.
Lucien – (Al cliente) Ehi, tu?


Scena 9
Barbie passa vicino a Cesco e Igor. Ha un passo studiato che la fa ondeggiar pericolosamente sui tacchi alti. Fischi e schiamazzo al suo indirizzo. Barbie osserva i due ragazzi con sguardo vacuo. Un sorriso storto si disegna sulla sua faccia. Fa per allontanarsi.


Cesco – E’ arrivata la principessa.
Igor – E quella chi cazzo è?
Cesco – La principessa. La chiamano Barbie.
Igor – Barbie?
Cesco – Barbie. Una che si dà un sacco di arie e non parla con nessuno.
Igor – (A Barbie) Vieni un po’ qua. 

Barbie, di schiena, si ferma. Attende qualche secondo, poi si volta lentamente come ha visto fare alle dive nei vecchi film. Tira su lo sguardo e inclina la testa da una parte. Con un gesto ampio si tocca il petto. Le sue labbra dicono: Moi?, ma non esce un suono dalla sua bocca. Sembra una scena in moviola. 

Igor - Sì, tu. 

Barbie si avvicina. Un piede davanti l’altro.

Igor - Allora come ti chiami?

Barbie sbuffa, alza le spalle e guarda altrove.

Igor - Non me lo vuoi dire? Ti chiami Barbie? Eh? Barbie ti sta proprio bene come nome. Qua dentro non se ne vedono molte di bamboline come te. Girati un po’. 

Barbie fa un giro su se stessa. Sembra un carillon.

Igor - Fatti vedere. Cazzo, Barbie. Sei una fuoriserie. Guarda che carrozzeria.
Cesco – E’ rifatta.

Barbie prova ad allontanarsi visibilmente annoiata dalla conversazione.

Igor – Dove vai? Non lo stare a sentire. Cesco è buono solo a dire cazzate. Sei proprio donna. Una gran figa. Sei vera? St, non me lo dire. Non lo voglio sapere. Infondo, è meglio sognare che sei vera. La mano fra le gambe non te la metto.
Cesco – Io sì.

Cesco allunga una mano fra le gambe di Barbie, che scappa via.

Igor – Che cazzo fai, Cesco? Sei un coglione. L’hai fatta scappare. Tanto ti rivedo, Barbie. (A Cesco) Stronzo.
Cesco – Vaffanculo.

Un tempo

Igor – Hai sentito niente di nuovo sul fratello di Lucien?
Cesco – L’hanno visto al McDonald’s che chiedeva informazioni su Lucien.
Igor – Al Mc? Chi l’ha visto? 
Cesco – Sono voci. Non lo so. 
Igor – E perché vuole vedere suo fratello?
Cesco – E chi ha detto che lo vuole vedere?
Igor – Non lo vuole vedere?
Cesco – Ha chiesto di lui. Magari vuole evitarlo.
Igor – E per evitarlo viene fino a Milano? Per evitarlo poteva rimanersene a casa dov’era. Che cazzo di ragionamenti fai, Cesco. Cazzo, siete tutti rincoglioniti qui dentro.


Scena 10
Harvel fuma appoggiato ad un muro. Sa che un cliente lo sta osservando. Decide di parlargli senza guardarlo in faccia.

Harvel – Che c’è? Sei timido?
Cliente – Scusa.
Harvel – E di che? Non ti ho ancora pestato.
Cliente – Hai intenzione di pestarmi?
Harvel – Come ti chiami?
Cliente – Diciamo Luca.
Harvel – Luca. Sei giovane.
Cliente – No.
Harvel – No? Come vuoi. Secondo me non sei nemmeno maggiorenne.
Cliente – Certo che ho diciotto anni.
Harvel – Diciotto anni.
Cliente – Se no, non mi facevano entrare.
Harvel – Calma, calma. Quella vacca della cassiera. E’ proprio il tipo che chiede la carta d’identità prima di staccare il biglietto. 

Boccate di fumo.

Harvel - Ti piace questa merda di film?
Cliente – E’ divertente.
Harvel – E che ci trovi di divertente?
Cliente - Sembra che si divertano.
Harvel – Divertente. Non ci avevo mai pensato. E tu? Ti diverti?
Cliente – Si può migliorare.
Harvel – Vuoi divertirti con me?
Cliente – Non lo so? Ho paura che poi mi pesti.
Harvel – Se vuoi ti pesto prima. O durante. Per me è lo stesso. 
Cliente – Stai scherzando?
Harvel – Vuoi che scherzo o che faccio sul serio?


Scena 11
Igor sta riferendo a Dimitri quello che ha scoperto. Gioca col suo elastico. E’ un modo per scaricare la fifa nera che lo pende quando parla col capo. 

Igor – L’hanno visto al Mc Donald’s. E anche qua dentro, pare.
Dimitri – Sei sicuro?
Igor – Ne parlano tutti.

Dimitri continua ad osservare i movimenti in sala. Finalmente degna di uno sguardo Igor. Lo vede giocare col suo elastico. Lo disprezza. Torna ad osservare la sala.

Dimitri – E Lucien? Che dice Lucien di questa storia? 
Igor - Niente.
Dimitri – Niente? Suo fratello si è fatto tutto il cazzo di viaggio fino in Italia e lui non dice niente? Non lo vuole nemmeno vedere? Non si informa?
Igor – Forse non lo sa. Oppure hanno litigato.
Dimitri – E com’è? Come si chiama?
Igor – Non lo so.
Dimitri – E che cazzo sai, allora? Niente. Non sai un cazzo di niente. Hai solo voci. Lucien è più furbo di te. 
Igor – E’ tutto quello che ho sentito.
Dimitri – Allora hai sentito un mucchio di cazzate.
Igor – E che devo fare?
Dimitri – Chiedi a Lucien.
Igor – A Lucien?
Dimitri – Cazzo, Igor. Se viene quel finocchio di tuo fratello in Italia tu lo sai, o no? Secondo me, Lucien su questa storia sa più di quello che racconta. Non mi piacciono i misteri. 

Dimitri tira fuori dalla tasca dei pantaloni un involto di banconote. Ne conta alcune e le allunga a Igor.

Dimitri -Tieni.
Igor – Cosa sono?
Dimitri – Soldi, idiota. Ce ne sono degli altri se mi porti una cazzo di notizia decente.


Scena 12
In un angolo della sala Harvel pesta un cliente. Harvel è in piedi. Il cliente è per terra, fra le poltrone. I gemiti del cliente sono più di piacere che di dolore. Harvel pesta più forte. Il cliente smette di gemere. Rimane in silenzio sotto i colpi di Harvel. Harvel si ferma. Lo guarda. Dall’altra parte della sala giunge la voce di Dimitri.

Dimitri – Harvel! Dagliene un po’ anche per me.

Harvel molla un calcio al cliente. Un urlo soffocato. 


Scena 13
Lucien trova Harvel che ansima, appoggiato ad un muro.

Lucien – Che hai fatto?
Harvel – Niente.
Lucien – Sei tutto rosso.
Harvel – Lascia stare.
Lucien – Ne hai pestato un altro?

Harvel si massaggia le nocche delle mani.

Harvel – Che mi dici di tuo fratello?
Lucien – Mio fratello?
Harvel – Hai un fratello tu?
Lucien – Chi se ne frega? Magari ce l’avevo. Magari avevo anche una famiglia. Magari avevo anche una vita. Con il sole di giorno e la luna di notte. Gli uccellini sugli alberi e le cazzo di stagioni.
Harvel – Dicono che tuo fratello è arrivato in città.
Lucien – Kalash? A Milano?
Harvel – Che è venuto a cercarti.
Lucien – Mio fratello non sa che sono a Milano. E’ impossibile che kalash sia venuto qua a cercarmi.
Harvel – Va bene. Allora non ne parliamo più.
Lucien – Cazzo, Harvel, se anche Kalash finisce in questa fogna lo ammazzo. Ammazzo prima lui e poi mi ammazzo anch’io.
Harvel – Hai ragione. Se non hai detto a nessuno che venivi a Milano tuo fratello non può essere qui.
Lucien – Se lo vedo girare fra queste poltrone, Harvel… gli spezzo le ossa. E tu mi dai una mano.
Harvel – Io? Che c’entro io?
Lucien – Tu mi aiuti a fargli sputare l’anima dal culo. Lo fai e basta. Se mio fratello finisce anche lui qui dentro… gli facciamo solo un favore a scannarlo.
Harvel – Io non c’entro.
Lucien – Sei mio amico o no? E poi non fai altro. Pesti cazzoni tutti i giorni. Che differenza fa pestare anche Kalash?
Harvel – Che è tuo fratello.
Lucien – Se entra da quella porta non è più mio fratello. E’ carne. Carne in vendita. Nessuno guadagna sulla carne della mia famiglia. Se entra da quella porta è carne avariata. E tu lo ammazzi con me.
Harvel – Non sarà lui.
Lucien – E’ meglio se non lo è.


Scena 14
Igor si avvicina a Greg. Ha i soldi di Dimitri in mano. Li conta con ostentazione sotto il naso di Greg.

Greg – Serpe. Cosa stai tramando?
Igor – Greg. Niente.
Greg – Tu? Niente? Sai perché sei una serpe, Serpe?
Igor – Me lo dici sempre, Greg, per il mio colorito verdognolo.
Greg – E perché sei viscido. No, non solo per quello, Serpe. Tu sei una serpe perché come le serpi hai la lingua biforcuta: così riesci a leccare due culi in una volta. Sei venuto a leccare il mio, adesso?
Igor – Passavo.
Greg – Già. 

Un tempo. 

Greg - Quelli cosa sono?
Igor – Soldi. Ne hai mai visti?
Greg – Cazzo, si fanno tanti soldi a strisciare per terra, Serpe. 
Igor – Ce ne sono anche per te.
Greg – Io non striscio per terra.
Igor – Come vuoi. 

Igor rimette i soldi in tasca. Sta per andare, poi ci ripensa.

Igor - Ho sentito che ti piacciono le caramelle.
Greg – Serpe. Prima o poi viene una bella Madonna anche per te e ti schiaccia la testa. E’ la fine che fanno tutti i serpenti del cazzo come te. Con la testa sotto il piedino santo della Beata Vergine.
Igor – Ho sentito che hai tanti amici a cui piacciono le caramelle.
Greg – E se non lo fa la Madonna…

Greg tira su il piede e lo pesta per terra guardano Igor in faccia.

Igor – A Dimitri non piacciono le caramelle. Lui non le mangia mai. E nemmeno gli piacciono quelli che le offrono in giro.
Greg – Cosa vuoi?
Igor – Poco. Niente. Informazioni.
Greg – Su cosa?
Igor – Tu sei amico di Lucien. Parlate, mangiate insieme…
Greg – Ehi, serpe, dura la vita, eh? Tu vedi due che parlano e mangiano la stessa merda e pensi che sono amici. Ti basta così poco per sentirti amico di qualcuno, eh? Sedertici a mangiare. Eh, ma i serpenti strisciano in solitudine.
Igor – Lucien ha un fratello. Così dicono. E dicono anche che sia qui, in città. L’hanno visto al Mc Donald’s, qualcuno l’ha visto anche qua dentro. Parla con Lucien, vedi cosa riesci a capirci. A Dimitri non piacciono i segreti. Se Lucien ha un fratello… deve essere di Dimitri. Qui dentro è tutto di sua proprietà. Anche il tuo culo di merda. Anche le tue caramelle se lo viene a sapere. Ma lui non lo sa. Non ancora… Tu mi passi una piccola informazione e le caramelle rimangono nelle tue tasche. E in quelle dei tuoi amici.


Scena 15
Harvel si avvicina a Greg. Non hanno bisogno di troppe parole. Sanno entrambi cosa vogliono.

Greg – Harvel?
Harvel – Greg?
Greg – Hai una faccia di merda.
Harvel – Sto bene.
Greg – Non sei tagliato per il lavoro che fai. Lascia i pestaggi a qualcuno più grosso di te.
Harvel – Più grosso? Più grosso forse sì, ma più incazzato no. E se abbiamo finito con le cazzo di confidenze, passiamo ad argomenti più interessanti. Le hai portate?
Greg – (Tirando fuori l’ecstasy) Certo, certo. E poi non mangi abbastanza. Dove le trovi le forze per scopare e tirare cazzotti se non magi mai? 

Harvel strappa le pasticche dalle mani di Greg.

Greg - Questo non è cibo, Harvel.
Harvel – Che vuoi? Ce li hai tu i soldi per il cibo vero? Se c’è una cosa che voglio è andare a mangiare al ristorante. Voglio mangiare tanto da vomitare sulle loro belle tovaglie bianche e poi cambiare tavolo e ricominciare daccapo. 
Greg – Ti devo portare al ristorante per farti contento?
Harvel – (Cercando in fondo alle tasche i soldi per pagarlo) Decido io con chi andare.
Greg – Davvero? E cosa decidi se tutti i soldi che hai in tasca li baratti con le mie caramelle?
Harvel – Te li do. Te li do i soldi. 

Harvel allunga i soldi a Greg.

Greg – Tieniteli.
Harvel – Cosa? 

Harvel rimette in tasca i suoi soldi.

Harvel - Non te le rendo le caramelle.
Greg – Tieniti anche quelle.
Harvel – E cosa vuoi in cambio?
Greg – E’ vero che Lucien ha un fratello?

Una lunga pausa. Harvel ha capito tutto. Vorrebbe rendere le pasticche. Poi desiste. Si odia per quello che sta per fare.

Harvel – Quella merda di Dimitri compra tutti, eh? Che vuoi sapere? Ce l’ha un fratello, si chiama Kalash, come tanti, ma non è qui. E’ a casa sua. E’ rimasto là. Come dovevamo fare tutti.

Greg mette una pasticca sotto la lingua. Poi la ingoia.

Greg – Kalashnicov? Sei sicuro? Si chiamano tutti così ormai. Kalash, Nico, …
Harvel – Dimitri non avrà due Lucien. E se non la smette di rompere il cazzo non ne avrà più neanche uno. Non so se gli conviene. Nessuno fa i soldi come Lucien. Nessuno è come lui.
Greg – Mm. 
Harvel – Diglielo. Non ci sono altri Lucien in giro. Diglielo al tuo amico Dimitri.
Greg – (Improvvisamente furioso) Non è mio amico. Dimitri non è mio amico. Io non c’entro un cazzo con quella merda.
Harvel – Già, tu c’entri solo con quella. Tu ti occupi solo delle tue caramelle. Non sanno di un cazzo. Non puzzano. Sono pulite. Come te. Ti senti pulito tu, eh?
Greg - La prossima volta che te lo sento dire ti spacco la faccia. 
Harvel – (Con un sorriso amaro sul volto) Qualcuno lo farà prima o poi. Mi renderanno il favore.

Un tempo

Greg – Harvel?
Harvel – Mm?
Greg – Ci porti Lucien al ristorante?


Scena 16
Lucien si imbatte per caso in Cesco. Lo urta.

Lucien – E togliti, no? 
Cesco – (Mellifluo) Scusa, Lucien. non ti avevo visto.
Lucien – Cesco? Ecco cosa sei: una merda che uno scansa all’ultimo minuto.
Cesco – Io sto bene, grazie. E tu, Lucien?
Lucien – Vaffanculo.
Cesco – Sai dove me ne andrei invece?
Lucien – Cesco, basta che ti togli dai ciglioni…
Cesco – In Sicilia.
Lucien – Dove?
Cesco – In Sicilia. A Piana degli Albanesi.
Lucien – E che cazzo è?
Cesco – C’è quest’isola al sud di questo paese di merda. Circondata da un mare azzurro, quasi come il nostro. E in mezzo all’isola c’è Piana degli Albanesi. Un paese dove sono tutti albanesi da secoli. E parlano ancora la nostra lingua. Ci sono le nostre chiese. E le nostre donne. Si coltiva la terra…
Lucien – Le nostre donne?
Cesco – E anche la terra che coltivano sembra la nostra.
Lucien – No. Non può esistere un paese così. Questa è l’Italia. Nessuno parla la nostra lingua. E nessuno la parlerà mai. Non la insegneranno mai nelle cazzo di università. A nessuno fotte un cazzo di che lingua parliamo noi. Mi stai prendendo in giro?
Cesco – Ti giuro… è la verità.
Lucien – La verità? La verità è che in questo paese non ne sanno niente di noi. E non ne vorranno mai sapere niente. Se ti fingi italiano e se sei bravo, forse, cominciano a guardarti in faccia, altrimenti…
Cesco – Altrimenti?
Lucien – Altrimenti sei solo un pezzo di carne in vendita. Gli italiani ti comprano a tranci. Si comprano un pezzo solo: le mani, oppure le gambe, e se ti va peggio il cazzo. E se sei proprio uno sfigato di merda, si comprano il tuo culo. 
Cesco – Oppure vai a Piana degli Albanesi. Lì è il paradiso. Sei in Italia e c’è la nostra gente. Te lo immagini?
Lucien – Siamo pezzi di carne.




ATTO SECONDO



Scena 1
Igor aspetta in un angolo della sala. Si guarda intono. Non vuole che lo si veda in compagnia di Barbie. 
Barbie compare dal buio. Igor è incerto se andarle incontro. Si ferma. Aspetta che sia lei a raggiungerlo. Poi la afferra per un braccio. La tira a sé. Le parla in un orecchio. Barbie cerca per tutto il tempo di sottrarsi alle mani di Igor, che la trattengono e la palpeggiano ovunque.

Igor – Sei venuta alla fine. Lo sapevo. Dicono che tu sei muta. Muta come un pesce. E a me piacciono le mute. Qui tutti parlano. Parlano troppo. Hanno tutti delle gran cose da dire… e se non ce le hanno ti fanno credere che invece sì. 
Credi che in questo cazzo di notte eterna sono tutti alla ricerca di sesso? In questa grotta? In questo buco nella terra? In questa tomba? No, Barbie. Sono tutti alla ricerca di storie. Di tutte quelle storie che alla luce del giorno non si raccontano. E io aiuto le storie a girare, di bocca in bocca. Le conosco tutte. Appena entri qui dentro comincia una nuova storia. E alla fine fai il pieno di storie. Le storie del buio sono tutte uguali. Tu fai bene a startene zitta. Muta come una scema. Come una bambola con la testa di gomma. Così tutti raccontano storie su di te. E ogni storia può essere vera. Oppure no. Ma tutti parlano di te e delle tue storie. La vuoi sapere una cosa, Barbie? Non mi interessano le tue storie. Ti preferisco muta. E’ quello che voglio. Un po’ di silenzio. Qualcuno che non fa domande, che non ha storie, che non vuole risposte. Un silenzio perfetto. 
Godi in silenzio tu? Scommetto di sì. Non ne posso più di gemiti e urli. Mi piacciono le donne che sanno farlo in perfetto silenzio. Come una cosa. Anch’io sai? Zitto. Non un fiato. Controllo perfetto. Ci troveremo bene io e te. Vedrai. E nessuno ne saprà niente. Perché nessuno dei due parlerà. Io non dirò una parola. Barbie? Chi la conosce? E anche tu non dirai una parola. Vero? Non scherzare. Non scherzare con me. E guardami negli occhi. Non dirai una parola su di me. Su di noi. Non voglio che nessuno parli di me insieme a te. Perciò non gettarmi la tua merda addosso e io non ti rovino per sempre. Ci tieni a tutta la tua plastica, no? E’ costoso quel budino di merda gelata con cui ti sei fatta farcire il culo e le tette… 
Vedrai che sarà una gran bella storia la nostra.


Scena 2
Lucien dorme. Harvel lo sveglia preoccupato.

Harvel - Lucien? Sveglia, Lucien.
Lucien - Harvel?
Harvel - Dimitri è incazzato nero. Sta venendo qua.
Lucien - Ho fatto un sogno. Un sogno, Harvel. Non sognavo da… 
Harvel - Alzati. Sta arrivando. Ti uccide se ti trova a dormire.
Lucien - L’ultima volta che ho sognato ero ancora a casa mia.
Harvel - Cazzo, Lucien. Io non ti posso parare il culo in eterno.
Lucien - Non lo vuoi sentire il mio sogno? (Urlando) A nessuno interessa il mio cazzo di sogno qua dentro?

Da lontano

Dimitri - Lucien!
Lucien - Ho sognato la Sicilia. Piana degli Albanesi.
Harvel – Ancora? Vaffanculo tu e la Sicilia. Alzati e vatti a sedere accanto ad un frocio qualsiasi o quello ti spacca il culo.
Lucien - Un paese che è il paradiso. Dove avevo una moglie e un cane… e parlavo la mia lingua. Merda, me la sto dimenticando la lingua di mia madre. Perché io non la parlo la lingua di mia madre qua dentro. 

Più vicino

Dimitri - Lucien!
Harvel - Adesso che cazzo gli diciamo?
Lucien - Ammazziamolo. Io stavo sognando il paradiso e lui mi sveglia per rigettarmi nell’inferno. Ammazziamolo. Chi si metterà a piangere?
Dimitri - Lucien!
Harvel - Siamo qua, Dimitri. Che cazzo urli?
Dimitri – (A Lucien) Perché sei seduto tu? E’ il tuo turno. Devi stare in piedi. Come un cavallo.
Lucien - Seduto, in piedi. Siamo a messa?
Dimitri - Sì, siamo a messa. E io sono dio. Quindi quando mi vedi ti metti sull’attenti a mani unite.
Lucien - Dio…
Dimitri - Dio.
Lucien - Gli è finita male al tuo dio, se ricordo bene. Appeso ad un legno a buttare sangue, finché ce n’era. 
Dimitri - Stai attento a come parli, Lucien.
Lucien - Tu sei dio? E allora devi morire sulla mia croce per tutti i peccati che si commettono in questa merda… in questo paradiso malato che hai inventato. 
Harvel - Basta, Lucien. Andiamo. Adesso andiamo, Dimitri. Lucien ha la febbre.
Dimitri - E’ pazzo. Credi di essere immortale? Credi che la tua faccetta da angelo durerà in eterno? Ne arrivano a migliaia di tuoi fratelli. Vomitati ogni giorno direttamente sulla mia tavola. Credi di essere la carne più tenera? Stai marcendo, Lucien. Stai marcendo da dentro. Sento il puzzo da qua. Non durerai in eterno. E allora io mi prenderò uno dei tuoi fratelli. Uno qualunque. Uno come te. Uno meglio di te. 
Lucien - Non ho fratelli io. Per te non c’è nessun fratello. Per te io non ho famiglia. Per te non ho passato. Vuoi la mia carne? Mangiatela e strozzati. Ma non nominare la mia famiglia. Non sono mai nato per te. 
Dimitri - Cominci a puzzare, Lucien. E presto i miei clienti vorranno carne fresca.


Scena 3
Cesco ferma Barbie.

Cesco - Ferma, ferma. Dove scappi? 
Barbie - Ahi.
Cesco - Ti ho fatto male? Ti mollo. Sei delicata tu.
Barbie - Già.
Cesco - Ma allora ce l’hai la lingua. E la sai usare anche per parlare oltre che per spompinare?
Barbie - A volte.
Cesco - Non mi piaci. Non mi piace niente di te. Sei finta fuori e finta dentro. Chi lo sa che cazzo sei? Sei un sacco di plastica, quello sei. E che c’è in fondo al sacco? Merda. Di solito, in fondo al sacco di plastica, c’è solo tanta tanta merda. 
Adesso il punto è: vogliamo aprire il sacco e vedere se davvero c’è solo merda lì dentro?

Cesco punta un coltello sul petto di Barbie.

Barbie - Metti via il coltello.
Cesco - Perché? Hai paura? Non ti farai male. Se si sgozza un vitello, cola sangue e senti le grida di dolore. Io ci ho passato l’infanzia fra i vitelli sgozzati. Ma se apro una come te… che cazzo cola? Silicone? Sei una specie di alieno. Quanto bisogna affondare la lama per arrivare alla verità? A che punto sentirai veramente male? Eh, Barbie?
Barbie - Metti via il coltello. 
Cesco - Proviamo?
Barbie - Mettilo via.
Cesco - Lo metto via? Facciamo così, dimmelo tu che cazzo c’è lì dentro…
Barbie - Ci sono io qui dentro.
Cesco - E chi cazzo sei tu? Chi cazzo sei per venire qua con quelle tettine di gomma che sbatti sotto il naso di Igor? Eh? Che vuoi tu da Igor?
Barbie: Che cosa vuoi tu, Cesco?
Cesco - Voglio la verità.
Barbie - La verità? Se esiste, non la conosco. Non conosco niente. Non so un cazzo di niente. So come si mette il rossetto, so quanto pesano le mie tette, quanto sono dure, quanto costano. So come si cammina sui tacchi. Chi se ne frega della verità. So tutto quello che devo sapere.
Cesco - Io scommetto che sai di più di quello che dici. E adesso ti apro per vedere quanta carne ti è rimasta addosso. Quanto sei vera? Igor dice che sei tutta vera, ma adesso gli dimostriamo che si sbaglia. Dici che sarà ancora innamorato di te quando vedrà di che merda sei farcita? 
Barbie - Non lo fare. Non lo fare o urlo.
Cesco - Urli? Urli. E chi cazzo ti viene a salvare? Ken? Dove l’hai nascosto il tuo Ken, Barbie? Ti aspetta di fuori? Nel camper rosa? 


Scena 4
Igor si avvicina a Dimitri con una certa sicurezza. Che svanisce subito.

Igor - Lucien non ha fratelli. Erano solo voci.

Un tempo

Dimitri - Ridammi i miei soldi.
Igor - Cosa?
Dimitri - Rivoglio i miei soldi. Io ti pago per avere informazioni. E tu mi porti quelle sbagliate. Quindi rivoglio i miei soldi.
Igor - Non ce li ho più. E poi è quello che ho scoperto. Giuro. Lucien non ha fratelli.
Dimitri - Hai parlato con Lucien?
Igor - No, Lucien non parla con me. Ma ho parlato coi suoi amici.
Dimitri - Ci ho parlato io con Lucien. Ha paura. Per la sua famiglia. La protegge dalla sua stessa merda. Dimmi una cosa, Igor, perché Lucien protegge la sua famiglia se non ne ha una? Perché salta in aria quando si parla di fratelli se non ne ha? Lucien non durerà a lungo. Sono sicuro che c’è un fratello e se tutti ne parlano deve essere arrivato in città. Lo voglio. Capito, Igor? Lo voglio. E voglio anche i miei soldi.
Igor - Non ce li ho.
Dimitri: Trovali. 
Igor – Ma…
Dimitri - O trovami il nuovo Lucien.


Scena 5
Harvel è euforico. 

Harvel - Andiamo.
Lucien - Andiamo? E dove andiamo?
Harvel - A mangiare.
Lucien - Non ho fame.
Harvel: Ti porto. Ho soldi. Ti porto a mangiare come un signore.
Lucien - Hai i soldi?
Harvel - Cazzo, Lucien. Stasera mangiamo. Tu e io. Mangiamo fino a scoppiare. 
Lucien - Perché?
Harvel - Perché? Che cazzo vuol dire perché?
Lucien - Perché?
Harvel - Perché ho i soldi, merda. Ho i soldi, ecco perché.
Lucien - Perché vuoi che vengo con te? Perché continui a svegliarmi? Perché mi stai sempre addosso? Perché vedo la tua faccia tutte le volte che apro gli occhi?
Harvel - Vuoi mangiare o no?
Lucien - Non ho fame. 
Harvel – Che vuol dire non ho fame. Io ho fame. Usciamo di qui. Poi la fame ti viene.
Lucien - Usciamo? E dove andiamo? Al ristorante? Ci sediamo a un tavolo come due troie che hanno avuto una bella serata? O come due criminali che hanno fatto il colpo? Scegli. Ci vedranno in un modo o nell’altro. O in tutti e due. Io il criminale e tu la troia. Se preferisci, io la troia e tu il criminale. E tu riesci a mangiare? 
Harvel - Puzzo. Puzzo di patate fritte. Lo senti? Lo senti il mio puzzo? E’ la merda del Mc Donald. Il nostro pane quotidiano. Dovrei esserci abituato. Non dovrei sentirla più la puzza. E invece la sento. Sniffo i miei vestiti e me la sento addosso. Sembra che ci ho fatto il bagno nei loro cestelli di patate del cazzo. E mi viene la nausea. Non ce la faccio più. Lucien, io non ce la faccio più. Se devo ritornare a mangiare al Mc mi uccido. Non mangio, piuttosto. Muoio di fame. Io ho la nausea solo a vedere l’insegna da lontano. Prenderei a calci il clown di merda all’ingresso che mi sorride. Al ristorante pensano che sono un criminale o una troia? E’ la verità. Sono un criminale, e sono una troia. Sono una schifosa troia criminale impasticcata e sadica che ha la nausea di cheeseburger e patatine fritte. E adesso alza il culo e vieni con me. 
Lucien – E quando abbiamo finito di mangiare? Torniamo nel buco?




Scena 6
Cesco scivola lentamente accanto a Igor. Gli parla quasi sussurrando. Come un diavolo appollaiato sulla spalla.

Cesco - Ti sei messo a giocare con le bambole, Igor? Che eri una femminuccia lo sapevamo tutti, ma adesso esageri.
Igor - Di che parli?
Cesco - La metti seduta. Le cambi le mutandine rosa. Le pettini i capelli per ore. 
Igor - Sei una checca di merda. Hai finito?
Cesco - Le provi le scarpette. Il vestitino nuovo. E quando è pronta la carichi nella macchina di Ken. Un Ken qualunque. Uno che ti va bene. 
Igor - Sei pieno di merda.
Cesco – Non quanto lei. Cos’è successo? Una volta eri tu la bambolina. E salivi solo in macchina con Dimitri. Io mi ricordo. Eri il più bello di tutti. Poi è arrivato Lucien e la portiera di Dimitri non si è più aperta per te. C’era solo Lucien. Lucien il sole. Lucien l’angelo mandato dal Signore. E io? Io ero il tuo unico amico. L’unico che ti preferiva a lui. E adesso? Adesso è arrivata Barbie con il suo carrozzone di plastica rosa e sei passato dall’altra parte. Adesso vuoi fare tu Ken. Vuoi fare il pappa, il padrone, il fidanzato modello. E ti dimentichi i vecchi amici. E Dimitri? Dimitri lo sa che combini con le bambole nelle ultime file? Lo sa come sbavi fra le sue mutandine di pizzo? E come ti infuri se è lei a scegliere i clienti al posto tuo?
Igor - Chi te l’ha detto? Chi te l’ha detto, cazzo?
Cesco - Chi me l’ha detto? Oh, oh. Adesso s’incazza. Me l’ha detto… Ken. O forse me l’ha detto Barbie in persona?
Igor - Te l’ha detto lei. Te l’ha detto quella troia?
Cesco - Ma alla tua età… eri una promessa… e guarda come ti sei ridotto: mendichi le attenzioni di Dimitri e giochi con le bambole di nascosto. Che cosa sei diventato, Igor?


Scena 7
Barbie e Harvel sono appoggiati al muro, uno accanto all’altra.

Barbie - Che c’è? Sei triste?
Harvel - Che cazzo vuoi?
Barbie - Sembri triste. Dio, come sembri triste. 

Barbie accarezza Harvel fra le gambe.

Barbie - Sembri triste come mia madre. 
Harvel - Tu sei Barbie?
Barbie - Io non sono triste. Ho un spider rosa, una casa con l’ascensore, un ranch coi cavalli bianchi, e un camper per le vacanze. Ho tutto quello che una donna può desiderare.
Harvel: Brava.
Barbie - Mia madre era una donna triste. Non c’era niente che la faceva sorridere. Niente. Io, invece, sorrido di tutto. Se riesci a sorridere di tutto… sto per dirti un segreto… non so perché lo dico a te… ma se riesci a sorridere di tutto sei come Dio. Capisci? Dio sorride di tutto. Perché è tutto così piccolo e insignificante. E lui lo sa. E perciò ride. 
Harvel – (Guardandola bene per la prima volta) Sei bella. Somigli a un mio amico.
Barbie - E’ bello il tuo amico?

Barbie tira giù la cerniera dei pantaloni di Harvel e fa scivolare una mano dentro. Poi la muove piano.

Harvel - Nessuno ha visto mai un ragazzo più bello.
Barbie - Tu sei un artista. Qualcuno mi ha detto che chi si interessa alle cose belle è un artista. Tu lo sei?
Harvel - Un artista?
Barbie - Io lo sono. Io ho talento per le cose belle. Hai visto i miei capelli? Anche tu lo sei. Certo che lo sei. Si vede da come parli del tuo amico. Non lo sai. Magari non lo sai. Ma lo sei.
Harvel - Ha le tue labbra. E i tuoi occhi.
Barbie - E’ buio qui. Vedi i miei occhi? Avvicinati.
Harvel - I tuoi occhi. La tua pelle. (Afferrandole il collo) Lo stesso collo, liscio.
Barbie - Lasciami il collo.
Harvel - Scopa con me. 

Harvel getta Barbie in ginocchio davanti a sé.

Barbie - Lasciami.
Harvel - Scopiamo. Subito. Qui. Adesso.
Barbie - No.


Scena 8
Dimitri aggredisce Cesco che, nervoso, gli gira intorno.

Dimitri: Che c’è Cesco. E’ un po’ che mi ronzi intorno come una mosca. Non hai altre merde a cui attaccarti? 
Cesco – Barbie… quella puttana di gomma… non è muta. Parla.
Dimitri – Mm. E che dice?
Cesco – Dice che Igor ti vuole fottere.

Un tempo

Dimitri – Igor? E lei che ne sa?
Cesco – E’ innamorato di lei. E’ questo il punto. E così innamorato che la vuole tenere lontano da te. Vuole gestirla da solo. Dice che ormai ha imparato il mestiere. Che tu non durerai in eterno. Qualcuno ti deve rimpiazzare. E lui… è il tuo braccio destro, no? Sta facendo le prove generali per quando te ne vai in pensione, Dimitri. 
Dimitri – E chi vuole andare in pensione?
Cesco – Se non ci vuoi andare di tua volontà, Sarà Igor a costringerti… volevo dire convincerti.
Dimitri – Mi devo fidare di quello che racconti tu? Chi cazzo sei tu? Niente. Sei un buco per i vecchi delle ultime file. 
Cesco – Barbie vuole essere solo tua. Perché pagare te e anche Igor? Fra i due sceglie te. E’ ovvio. Ma Igor la vuole per sé. La ama. Lo capisci?
Dimitri – E perché non viene a dirmelo di persona?
Cesco – Barbie? Ha paura. Lei è nuova di qui. Non vuole fare passi falsi. 
Dimitri – Sono tutte cazzate.
Cesco - Quanti soldi ti ha portato quel manichino ambulante? Quella troietta di gomma?
Dimitri – Non sono cazzi tuoi.
Cesco – Pochi. Niente forse. E sai chi se li tieni tutti i soldi delle sue marchette? 
Dimitri – Igor?
Cesco – E ne fa di soldi quella troia. E’ una rarità. E’… esotica. Va controllata o ci rovinerà il mercato.


Scena 9
Lucien abborda un possibile cliente.

Lucien - Stai calmo. Che hai?
Cliente - Ho paura.
Lucien - E di che hai paura? 
Cliente - Non lo so.
Lucien - Se hai paura del buio sei venuto nel posto sbagliato.
Cliente - Ho paura di quello lì.
Lucien - Chi?
Cliente - Quello lì, dietro la tenda.
Lucien - Non vedo un cazzo. Gli devi qualcosa?
Cliente - No.
Lucien - Lo conosci?
Cliente - No.
Lucien - Sei armato?
Cliente - Armato? No.
Lucien - A volte chi è armato ha paura. Hai paura se tieni una pistola in tasca.
Cliente - Io non pistole in tasca.
Lucien - Allora non sei uno sbirro.
Cliente - No. Non lo sono. Mi sta guardando. Mi sta guardando?
Lucien - Che cerchi? Che sei venuto a fare qui?
Cliente - Niente. Sono entrato per smettere di pensare.
Lucien - Bravo. Nessuno pensa qui dentro. E’ meglio non pensare qui dentro.
Cliente - E’ sempre meglio non pensare. Anche la fuori.
Lucien - A che cos’è che non vuoi pensare?
Cliente - A tutto. A me. A mia moglie. Alla mia vita. Alla mia casa. Alla mia macchina. Mi dà la nausea.
Lucien - Hai fatto bene. Qui nessuno ti chiede niente. Quello che hai non conta. Quello che sei non conta. Conta solo se hai i soldi per un pompino, e poco più. 
Cliente - Io non cerco sesso. 
Lucien - Fidati, quasi nessuno cerca sesso qua dentro. Si fa sesso. Un casino di sesso. Ma si cerca altro.
Cliente – E tu cosa cerchi?
Lucien – Un passaggio.
Cliente – Per dove?
Lucien – Per il sud.

Un tempo

Cliente - Ecco che si avvicina.
Lucien - Sei sicuro. Ma dove?
Cliente - Là.
Lucien - Io continuo a non vedere un cazzo. Di un po’: sei pazzo?
Cliente - Che?
Lucien - Scappi. Ti nascondi. Non cerchi sesso, non hai armi. Vedi nel buio. Sei pazzo?
Cliente - Vaffanculo.
Lucien - Ce li hai i soldi per un pompino?
Cliente - Non voglio un pompino.
Lucien - E io non ho intenzione di fartelo. Non ne faccio mai. Ma tu ce li hai i soldi?
Cliente - Vuoi i miei soldi?
Lucien - Perché credi che sto qui a sentire le tue cazzate? Dovrei sentirle gratis? Non sono meglio di un pompino. Quindi pagami come fanno tutti. 
Cliente - Tu fai pagare per quattro chiacchiere?
Lucien - Hai una pistola in tasca.
Cliente - Ti pago.
Lucien - E hai paura di qualcuno che forse è qua dentro. Ma non sappiamo se c’è. 
Cliente - Ho detto che ti pago. Quanto vuoi per questo pompino che non mi fai? O che non ti faccio?
Lucien – Si nasconde là dietro, ma forse non c’è. E intanto tu hai una pistola carica in tasca. L’ho sentita, mentre ti strusciavi addosso a me. Una pistola è pericolosa. Più pericolosa per chi la tiene in tasca, che per chi se la ritrova puntata contro. Io ci vivo qua dentro. Vedo al buio. Sento al buio. E io lo so cosa vuoi.
Cliente - Non voglio niente. Non voglio un cazzo di niente. 
Lucien - Tu vuoi darmi la tua pistola. E io me la prendo. In cambio dei tuoi soldi per il pompino che non mi hai fatto.
Cliente - Vuoi la mia pistola?

Il cliente mostra la pistola a Lucien.


Scena 10
Igor sta prendendo a schiaffi Barbie. Che non reagisce.

Igor - Puttana. Ti ammazzo. Te lo giuro che ti ammazzo. Tu parla ancora di me e te in giro e io ti ammazzo. Hai capito, troia?

Un pugno in pancia e Barbie si piega in due dal male, e si inginocchia a terra.

Igor - Ti avevo avvisata. Non provocarmi. Non provocarmi!

Igor si allontana. Barbie singhiozza.
Cesco le si avvicina.

Cesco - Che cos’è questa cosina rosa raggomitolata per terra? Un sacco di plastica? Un sacchetto della spesa?

Cesco molla un calcio a Barbie che la manda lunga per terra.

Cesco - Un sacco di merda rosa. 

Spasimi di Barbie. Cesco si allontana.
Harvel raggiunge Barbie.

Harvel - Che cazzo fai lì per terra? Alzati. 

Harvel si china e solleva il busto di Barbie.

Harvel - Non ti ho fatto niente. Non ti ho fatto niente che gli altri qua dentro non ti fanno. Anzi. Meglio con me che con gli altri, no? 

Barbie perde sangue dalla bocca.

Harvel - Cazzo. Sanguini. Barbie, non sono stato io. Sono stato io? Non me lo ricordo. Posso averlo fatto. Lo faccio spesso. Non faccio altro. Sesso e botte per mangiare una merda decente. Sesso e botte. Che ti aspettavi? Lo sano tutti. Non mi ricordo. Non ti farei mai male, Lucien. 


Scena 11
Dimitri ferma Lucien. Lucien nasconde la pistola.

Dimitri - Vieni con me, Lucien. Devo parlarti.
Lucien - Non adesso. 
Dimitri - Che hai da fare? Un cliente?
Lucien - No.
Dimitri - E che altro hai da fare se non è un cliente?
Lucien - Devo vedere Harvel.
Dimitri - Harvel? E a me non ci pensi?
Lucien - Ti penso. Cazzo, Dimitri, non sai quanto ti penso. Ti penso tutti i giorni, tutte le ore. Sempre.
Dimitri - Bene. Perché anche io penso a te. E mi dispiace che litighiamo. Tu dici quello che pensi. E anche se non lo dici lo fai capire. Sei onesto. Io ho bisogno di gente così. C’è chi non è onesto qua dentro. Lo sai che ti voglio bene. Lo sai vero? Nessuno ha il tuo trattamento. 
Lucien - Già. Mi piace il lusso in cui vivo. 
Dimitri - Scherza, scherza. E’ da un po’ che non stiamo insieme. Tu e io. Mi ricordo che ti piaceva stare con me. Cosa è successo, Lucien? Sei cambiato.

Lucien ci pensa su. Poi ride.

Lucien – Te l’ho mai raccontata la storia dei miei nonni e il gatto?
Dimitri – Il gatto?
Lucien - Una volta uno lascia un gatto ai miei nonni. Quelli dicono: certo, ci prendiamo noi cura di lui. Ci farà compagnia. E dopo due settimane vado a trovarli. Per vedere il gatto. Lo tenevano in un fustino, di quelli del detersivo per la lavatrice. Lo tenevano lì. Si prendevano cura di lui. Ogni tanto lo facevano uscire. Quello schizzava per tuta la casa come un pazzo. E graffiava qualsiasi cosa incontrava. Allora lo rimettevano dentro. I miei nonni. E così si prendevano cura del gatto.

Dimitri si accende una sigaretta.

Dimitri - Non hai futuro. La tua giovinezza se ne va. Sei un po’ di presente. Presto sarai solo passato. Io amo il passato, ma vivo nel presente, Lucien. Lo capisci.
Lucien – Lo capisco? Se io capisco? Che differenza fa?

Dimitri si avvicina a Lucien e gli mette la sua sigaretta in bocca. Ha un fare deciso e seduttivo.

Dimitri - Dammi un motivo. Un motivo per non buttarti nel cesso. Ci sto pensando, sai? A quando dovrò buttarti via. Non hai più tanti clienti. Non lavori come un tempo. Possoi riciclarti. Posso metterti al posto di qualcuno che è marcio da tempo. Qualcuno come Igor.
Lucien - Ho un sacco di clienti.
Dimitri - Hai gli amici. Quelli con cui vai ti conoscono da tanto che sono come parenti. Con loro è praticamente incesto. Presto verranno con te per ricordo di quello che eri. E un giorno anche il ricordo sarà svanito.
Lucien - Hai fatto palate di soldi con me, bastardo. 
Dimitri - Non mi lamento. Ma adesso? Dammi un motivo per tenerti. E io ti tengo.
Lucien - Che motivo vuoi?

Dimitri recupera la sigaretta dalla bocca di Lucien. Aspira una boccata di fumo e la soffia in faccia a Lucien.

Dimitri - Dimmelo tu.
Lucien - Devo andare.
Dimitri - Da Harvel?
Lucien - Già.
Dimitri - Già. (Spegnendo la sigaretta) E dove andate?
Lucien - Al ristorante.

Dimitri ride.

Lucien – Che c’è da ridere?
Dimitri – Tu e Harvel? Al ristorante? Insieme?
Lucien – Che c’è da ridere?
Dimitri – Rido quanto mi pare. 
Lucien – No. Tu non ridi per niente. (Tirando fuori la pistola) La vedi questa?
Dimitri – Lucien. Dove l’hai presa?
Lucien – Non ridi più?
Dimitri – Toglimi quella pistola dalla faccia.
Lucien – Non ridi più?
Dimitri – Toglila.
Lucien – Eppure è divertente. E’ la cosa più divertente che riesco ad immaginare. Che c’è di più divertente di vedere schizzare il tuo cervello fuori dal cranio? Che c’è di più divertente della tua cazzo di faccia in questo momento? Eh? Dimmelo.
Dimitri – Mi ripaghi così? Dopo tutto quello che ho fatto per te?
Lucien – E io? Io non ho fatto niente? Quanto tempo è che mi svuoto le viscere fra queste poltrone, per te? E se un giorno decido di andare a mangiare bene tu ridi? La mia giornata… che dico giornata, qui nemmeno il giorno esiste. Bestie chiuse dentro un pozzo a mangiare la propria merda, annusare il proprio piscio. Per riconoscerci. -sangue - sperma - vomito - saliva, quanti cazzo di liquidi produce questo schifo di corpo?
Dimitri – Non rido.
Lucien – Merda. In ginocchio. Mettiti in ginocchio! 

Dimitri si mette in ginocchio. Lucien gli punta la pistola contro la testa. Tremano entrambi.


Scena 12
Harvel è seduto per terra e tiene in braccio Barbie.

Harvel – (Offrendole una pasticca) Tieni questa.
Barbie – Mi fa male la testa.
Harvel – Sanguini. Chi ti ha ridotto così?
Barbie – Non lo so.
Harvel – Non lo sai? Prendi. Inghiotti.
Barbie – Cos’è? Una medicina?
Harvel – E’ una delle mie caramelle. Ti farà bene.
Barbie – Una caramella?
Harvel – Non ti fidi? La prendo anch’io con te. Una tu e una io. Facciamo due.
Barbie – Anche tu hai male?
Harvel – Tienila sotto la lingua e poi inghiotti.
Barbie – E tu?
Harvel – La prendo anche io. Vedi? 

Harvel inghiotte una pasticca. Poi un’altra. Barbie lo imita e ne ingoia una anche lei.

Harvel - Ti ho fatto male?
Barbie – No. Un po’. Non mi sono sporcata il vestito di sangue? Devo pettinarmi.
Harvel – Cazzo, le mie caramelle, se sono buone.
Barbie – Chi è quello lì?
Havel – Chi? 
Barbie - Quello con la pistola.

Una luce inquadra Lucien che sta per ammazzare Dimitri.

Harvel – Cazzo, ha una pistola. L’angelo. L’uomo perfetto. Il più pagato. Lucien.
Barbie – Cosa? Come hai detto che si chiama?

La luce su Lucien lentamente svanisce.

Harvel – (Drogato) La scala mobile che scivola sotto i miei piedi. E scende, scende. Fino al supermarket dello sballo. Là sotto. Sotto tutta questa merda. Il più psichedelico dei supermercati.
Barbie – Come si chiama? Come hai detto che si chiama?
Harvel – Stai venendo con me al supermarket? Ci trovi tutto quello che vuoi. E’ pieno di ogni bendiddio. Ed è tutto, tutto gratis. Chi è che non vuole fare un giro nel supermarket dello sballo?
Barbie – Come si chiama?
Harvel – Vuoi un elefante azzurro? Là sotto trovi tutto quello di cui hai bisogno. Di cui hai veramente bisogno. 
Barbie – Come!
Harvel – Lucien. Lucien. E’ anche lui su uno scaffale. In vendita.
Barbie – Lucien? Mio fratello?
Harvel – Cosa hai detto?


Scena 13
Greg ferma Lucien che sta scappando.

Greg – Lucien?
Lucien – Vaffanculo.
Greg – Che è successo? Sei sconvolto.
Lucien – Hai visto Harvel?
Greg - Harvel? Ha violentato Barbie. 
Lucien – Chi? Barbie? Lasciami.
Greg – Ma dove vai? Non sarà per Kalash?
Lucien – Che cazzo dici? Che cazzo ne sai tu di Kalash?
Greg – So che è tuo fratello e che Dimitri lo sta cercando, ma io non ho aperto bocca. E poi nessuno lo ha mai visto veramente.
Lucien – Non nominare più mio fratello qua dentro. Non so chi te ne ha parlato. Ma continua a tenere la bocca chiusa. Che cazzo sta succedendo?


Scena 14 
Igor è furioso. Cesco è soddisfatto di sé.

Igor – Vieni con me?
Cesco – Certo.
Igor – Quella troia ha raccontato a Dimitri un sacco di palle su di me. Che non gli sono fedele. Che voglio prendermi i soldi delle sue marchette.
Cesco – Non mi dire.
Igor – Capito che razza di serpe? Fa la muta. Fa la santa. Le sante sono tutte morte.
Cesco - Ammazziamola. 
Igor – Ammazzarla?
Cesco – Non avrai paura? Non c’è nemmeno da sporcarsi a sbudellarla. E’ tutta plastica. E’ un sacco pieno di immondizia. E’ la discarica dell’umanità. Che ci vuole? 

Cesco mostra il suo coltello a Igor


Scena 15
Lucien cerca Harvel.

Lucien – Harvel? Dove cazzo sei fratello? Andiamo al ristorante. Insieme. Ho una pistola. 

Brusio della sala. Alcuni clienti si alzano ed escono.

Lucien - Nessuno ci tratterà da troie. Avranno paura e basta. E poi ce ne andiamo in Sicilia. Io e te, fratello. A vivere una vita normale. C’è la stazione centrale qua. A due passi. Te lo sei dimenticato? Siamo arrivati da lì noi. E da lì ce ne andremo. A sud. Che cazzo! Bari – Milano. Dovevamo fare Bari – Sicilia. Ma adesso ricominciamo.


Scena 16
Dimitri – Greg, dov’è Lucien?
Greg – Che cazzo succede a tutti stasera?
Dimitri – Dov’è?
Greg – E’ andato di là. Che succede?


Scena 17
Harvel e Barbie sono fatti di ecstasy. Lucien li trova. 

Harvel - Essere morto mentre ti scopano.
Barbie - Essere una bambola mentre ti scopano.
Harvel - Essere cibo mentre ti scopano. 

Harvel vede Lucien e lo chiama.

Harvel – Lucien!
Lucien – Harvel, perché non rispondi?
Harvel – Lucien, ti hanno mangiato?
Lucien – Che cazzo dici, fratello? Alzati. Alzati, Harvel.
Harvel – Ho tanto sonno. Chi ti ha mangiato, Lucien?
Lucien – Nessuno mi ha mangiato? Che stai dicendo? Andiamo, andiamo via insieme. Al ristorante, Harvel. Ti ricordi? Andiamo a mangiare insieme e poi prendiamo un treno per il sud.
Harvel – A sud? Giù, la scala mobile scende, e scende, a sud. Il supermercato è immenso. Vendono carne, caramelle, bambole… ho tanto sonno.
Lucien – Sveglia, Harvel. Sveglia. Non ti addormentare. Che cazzo ti sei preso? 

Fruga nelle tasche di Harvel e trova le pasticche.

Lucien - Dove la prendi questa merda?
Barbie – Lucien?
Lucien – E tu zitta, troia. Che ci fai con questa, Harvel?
Harvel – Su uno scaffale lucente… ci vendono insieme, Ken e Barbie. E Lucien.

Cesco trova Barbie. Subito lo raggiunge Igor.

Cesco – Eccola.
Igor – L’hai trovata?
Cesco – E qua, il sacco di merda.
Igor – Stronza. Che cazzo di muta sei? Sei muta con me, ma con gli altri parli. Non fai che parlare.
Cesco – Ammazzala.
Igor – (Col coltello in mano) E io che ti proteggevo. E ti consigliavo con chi andare. Chi evitare. 
Lucien – Ma che cazzo…?
Cesco – Fatti i fatti tuoi. Questa troia non ti riguarda. E’ roba nostra. Raccogli il tuo amichetto e non ti impicciare.
Lucien – Che volete farle?
Igor – Togliti dai coglioni, Lucien.

Cesco picchia selvaggiamente Barbie.

Barbie – Lucien. Lucien.
Harvel – Lucien.
Igor – Vattene, Lucien.

Dimitri trova Lucien.

Dimitri – Lucien? Tu sei fuori. Non metterai più piedi nel mio cinema.
Harvel – Il supermercato apre. Chiude. Offerta speciale.
Lucien – Tirati su. Tirati su, cazzo, Harvel.
Dimitri – Adesso esci di qui. Ti porti via la tua fidanzata e non torni neanche da morto.

Lucien prende in braccio Harvel.

Harvel – Lo lasciamo lì?
Lucien – Barbie?
Harvel – Tuo fratello. 
Lucien – Mio fratello?
Harvel – Kalasnicov. Tuo fratello.
Lucien – Deliri. Ti porto via.
Harvel – Deliro. Barbie non gioca coi fucili.
Lucien – Andiamo via.
Harvel – kalasnicov è Barbie. Barbie è Kalasnicov. Giocattoli. Per maschietti e femminucce. Insieme.
Lucien – Che stai dicendo? (A Cesco e Igor) Toglietevi di là.
Harvel – La stessa pelle, gli stessi occhi. Lo stesso odore.
Lucien – Toglietevi di là, ho detto.
Cesco – Che cazzo vuoi, Lucien. Che ti frega di questa troia.
Igor – Vaffanculo.
Lucien – Ho una pistola. Dimitri, digli di togliersi.

Dimitri fa cenno ai due di allontanarsi da Barbie. I due capiscono dallo sguardo di Dimitri che Lucien ha veramente una pistola in tasca.

Barbie – Lucien…
Lucine – Chi è quella lì? Chi è? Chi sei?

Greg si avvicina piano a Lucien.

Greg – Lucien?
Lucine – Chi è quella?
Harvel – Sveglia, Lucien. E’ tuo fratello.
Lucien – No. Adesso andiamo al ristorante e poi partiamo. La Sicilia… E’ vero Greg?
Greg – E’ Kalash. 
Lucien – (A Barbie) Sei…?
Cesco – Chi cazzo è? 
Igor – Il fratello di Lucien. Il cazzo di fratello di Lucien. Cazzo, è una troia. 
Cesco - E che altro poteva essere?

Cesco e Igor ridono insieme.

Dimitri – Certo. Certo, è suo fratello. Che cosa commovente. Adesso piango.
Lucien – (Piangendo) Kalash?
Barbie – (Sussurrando) Lucien.
Lucien – (Urlando) Io ti ammazzo. Ti ammazzo. Vi ammazzo tutti. Che cazzo hai fatto, fratello? Che cazzo hai fatto? Ti ammazzo.
Igor – Bravo, Lucien. Ammazzalo.
Cesco – Ammazzalo.
Lucien – Ti ammazzo.

Uno sparo. 
Buio.


Epilogo
Dal fondo entrano due uomini con una torcia.

Primo uomo – Vieni. Ti faccio luce.
Secondo uomo – Ahi.
Primo Uomo – Tutto bene?
Secondo uomo – Si, vai avanti.
Primo uomo – Ci viene un signor supermercato qua dentro. Qui, al posto delle poltrone mettiamo gli scaffali. Tanti bei scaffali lucidi. Ecco, guarda qui.
Secondo – Cosa?
Primo uomo – Qui mettiamo il banco carne, qui il pesce e i surgelati.
Secondo uomo - E laggiù?
Primo uomo - Laggiù saponi. E poi i giocattoli per i bambini. Fucili, Barbie…

Buio.