WILLIAM SHAKESPEARE
SOGNO D’UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
Commedia in 5 atti
Traduzione e adattamento di Antonio Mazzara
DEPOSITATO IN SIAE in SETTEMBRE 2007
Per qualsiasi utilizzazione rivolgersi a :
toni.mazzara@libero.it
Titolo originale: “A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM”
PERSONAGGI
TESEO, duca d’Atene ( poi OBERON )
EGEO, padre di Ermia ( poi COTOGNA )
LISANDRO, DEMETRIO corteggiatori di Ermia ( poi FLAUTO e BOTTONE )
COTOGNA, falegname ( PROLOGO E CHIARO DI LUNA)
CONFORTO, stipettaio ( LEONE )
BOTTONE, tessitore ( PIRAMO )
FLAUTO, riparatore di mantici ( TISBE )
NASONE, calderaio ( MURO )
IPPOLITA prossima sposa di Teseo ( poi TITANIA )
ERMIA, figlia di Egeo, innamorata di Lisandro ( poi NASONE )
ELENA, innamorata di Demetrio ( poi CONFORTO )
OBERON, re delle fate
TITANIA, regina delle fate
PUCK, folletto
UNA FATA
SCENA I – Nel Palazzo di Teseo
TESEO : (Al pubblico)La luna … la vedi la luna, Ippolita? Non si muove! Sembra prenderci gusto a non sparire, a restare lì nel cielo per non far passare questi quattro giorni e ritardare la nostra prima notte, come una ricca vedova che si ostini a vivere troppo a lungo per assottigliare le rendite del suo giovane erede.
IPPOLITA : Quattro giorni passano in fretta, Teseo e la luna nuova salirà a contemplare sulla terra la nostra prima notte
Entra Egeo seguito da Ermia , Demetrio e Lisandro
EGEO : Ogni piacere a Teseo, nostro Duca
TESEO : Grazie, Egeo, ma che succede?
EGEO : E’ a causa di mia figlia Ermia. Lo vedi quest’uomo? Demetrio. Bene io voglio che lui sposi la mia bambina, ma quest’altro, Lisandro, le ha stregato il cuore.. E rime, e serenate, e pegni d’amore, e braccialetti fatti con i suoi capelli e ciondoli, e un sacco di quelle cianfrusaglie che hanno sicuro effetto sulle ragazze giovani. Le ha rubato la fantasia! Ed ora lei, invece di obbedire a suo padre, come dovrebbe, si ribella e dice che mai, mai, mai sposerà Demetrio. Ebbene se lei non acconsentirà a sposarlo, io mi appello all’antica legge di Atene e la mariterò alla morte.
TESEO : Eh .. calma .. calma … Ermia … che dici? Pensa bene a quel che fai. Demetrio è un gentiluomo.
ERMIA Anche Lisandro lo è !
TESEO : Certo, ma siccome gli manca il consenso di tuo padre, l’altro dev’essere considerato migliore
ERMIA : Vorrei che mio padre guardasse con i miei occhi
TESEO : Non dovrebbero essere i tuoi occhi a guardare con i suoi?
ERMIA : Chiedo perdono Duca, io non so da dove mi nasca questa forza che mi fa essere così sfacciata, ma io Demetrio non lo sposo … Anzi, vorrei sapere cosa mi toccherebbe per il mio rifiuto
TESEO : (Facendole il verso) Non lo sposo … non lo sposo … Ti toccherebbe una condanna a morte o la clausura. Non posso impedire a tuo padre di avvalersi di una legge in vigore. Quindi pensaci bene. Te la senti di passare il resto della tua vita in un convento? Per carità, io ammiro e benedico chi, frenando gli impulsi dell’istinto, percorre il sentiero della castità, ma non è più felice la rosa da cui si ricava il profumo di quella che appassisce su uno sterile spino?
ERMIA : Così voglio crescere, così voglio vivere, così voglio morire piuttosto che dare la mia verginità all’uomo sotto il cui dominio l’animo mio non vuol restare
TESEO : Va bene. Prendi tempo per riflettere. Alla prossima luna nuova, cioè nel giorno delle mie nozze, devi darmi una risposta: obbedire al desiderio di tuo padre o pronunciare i voti.
DEMETRIO : Ermia, hai sentito? Non c’è niente da fare! Lisandro anche tu, rassegnati. Il mio diritto è incontestabile e la tua pretesa è assurda
LISANDRO : Hai l’amore di suo padre, Sposati lui, piuttosto e lasciami Ermia
EGEO : Che insolente! Si Demetrio ha il mio affetto e avrà tutto quello che è mio ed Ermia è cosa mia.
LISANDRO : Duca, la mia famiglia è illustre e benestante come la sua, il mio amore è più grande del suo, le mie ricchezze sono pari se non maggiori, e ciò che vale di più io da Ermia sono riamato! Demetrio prima di Ermia amava Elena e lei tuttora impazzisce per lui .. è un uomo leggero, screditato ed incostante!
TESEO : In effetti di questo amore m’era giunta voce e m’ero già riproposto di parlarne a Demetrio …... quanto a te Ermia preparati a far coincidere le tue volontà con quelle di tuo padre altrimenti, come ho detto, le nostre leggi, che in nessun modo posso attenuare, ti costringeranno alla clausura o alla morte. Egeo e Demetrio, venite con me, devo parlarvi di cose che ci riguardano.
Escono Teseo, Ippolita, Egeo e Demetrio
LISANDRO : Ma perché il corso di un amore vero non può mai essere senza ostacoli … o è la disparità di nascita,
ERMIA Ah, la nascita
LISANDRO o la differenza d’età,
ERMIA Ah, l’età
LISANDRO O perché a scegliere sono i parenti …
ERMIA Ah, i parenti!
LISANDRO Cosa?
ERMIA Scelgono
LISANDRO e perfino quando c’è armonia e corrispondenza o la guerra
ERMIA La guerra!
LISANDRO Basta! … O la morte o qualche altro accidente rendono l’amore sempre provvisorio come un suono emesso nell’aria
ERMIA : Scusa Lisandro, ma se gli amanti veri sono sempre stati ostacolati vuol dire che il nostro è amore vero. Un vero amore porta sempre con se sospiri e lacrime. E’ un segno del destino! Che bello! E’ amore vero! Ma come faremo?
LISANDRO : Ascoltami, non c’è altro modo. Bisogna fuggire da questa città. Domani notte io ti aspetterò nel bosco dove ti ho incontrata una volta con Elena, ti ricordi? E di la andremo fin dove la legge di Atene non può raggiungerti. Io ho una zia vedova, che abita poco distante da qui, ci rifugeremo da lei e lì ci sposeremo.
ERMIA : Oh Lisandro, io giuro per l’arco più forte di Cupido, per la più veloce delle sue frecce, per le candide colombe di Venere, per tutto ciò che lega i cuori degli amanti, per il fuoco che arse la regina di Cartagine, per tutti i giuramenti cui gli uomini hanno sempre mancato, che in quel luogo io mi incontrerò con te domani notte
LISANDRO : Brava, amore, mantieni la promessa, guarda viene Elena
ERMIA : Dove vai, bella Elena?
ELENA : Bella si, … se Demetrio ama te è la bellezza tua che io vorrei … vorrei avere il suono della tua voce, la purezza del tuo sguardo, la tua figura, il tuo respiro … insegnami i segreti dell’arte con cui riesci a fare in modo che Demetrio ti ami
ERMIA : Io lo guardo male e lui continua ad amarmi, lo maledico e lui mi offre amore, più lo detesto e più mi insegue
ELENA : E io più l’amo e più lui mi detesta
ERMIA : Se può consolarti, ti dirò che non mi vedrà mai più. Io e Lisandro fuggiremo di qui. Ci incontreremo nel bosco dove io e te tante volte ci siamo scambiate i nostri segreti e di là saluteremo questa città, che per me era un paradiso e ora è diventata un inferno. Addio cara compagna di giochi …
(Accingendosi a partire, a Lisandro che la vuol baciare)
No Lisandro, mantieni la promessa. Fino a domani non possiamo sfamarci col cibo degli amanti
LISANDRO : La manterrò, mia cara. Buona fortuna, Elena. Che Demetrio possa impazzire d’amore per te come tu impazzisci per lui
Escono
ELENA : Ah quanto uno può essere più felice di un altro !!! Tutta la città dice che io sono bella come lei, ma a che serve se proprio Demetrio non vuol vedere quello che vedono tutti? L’amore non guarda con gli occhi ma con il cuore e con i sensi … ecco perché Cupido viene dipinto bendato … perché l’amore è un impulso incontrollato, senza equilibrio … amore è un bambino e come i bambini, per gioco, non si preoccupano se raccontano bugie, così amore è ovunque e sempre spergiuro. Demetrio prima di conoscere Ermia giurava di amarmi ..ed ora? Compare Ermia e scompare l’amore per me …. Andrò ad informarlo della fuga di Ermia così domani la inseguirà per tutto il bosco. Mi consolerà vederlo andare là e poi tornare indietro.
SCENA II – Casa di Cotogna
COTOGNA : Ci siamo tutti?
BOTTONE : Meglio chiamarli uno per uno seguendo la lista
COTOGNA : Questo è l’elenco di quelli che in tutta la città sono considerati capaci di recitare il nostro interludio davanti al duca e alla duchessa la sera delle nozze
BOTTONE : Di cosa tratta il dramma?
COTOGNA : il titolo è : La molto lacrimosa commedia e la crudelissima morte di Piramo e Tisbe
BOTTONE : Ah un capolavoro, benissimo, allora facciamo l’appello
COTOGNA : Rispondete quando sarete chiamati, Nicola Bottone, tessitore
BOTTONE : Eccomi dimmi che parte devo fare e poi vai pure avanti
COTOGNA : Tu farai la parte di Piramo
BOTTONE : E chi è Piramo?
COTOGNA : Il primo amoroso che poi si uccide per amore
BOTTONE : Beh .. ci vorrà qualche lacrima … modestia a parte se mi ci metto dagli occhi degli spettatori sgorgheranno uragani, anche se mi viene meglio la parte del dittatore … Ercole ad esempio .. farei cadere il teatro … Rocce ruggenti … Urti frementi … Romperanno i battenti … di Febo la briglia .. da lungi scintilla .. rompe e scompiglia … eh?
COTOGNA : Francesco Flauto, riparatore di mantici
FLAUTO : Eccolo
COTOGNA : A te tocca la parte di Tisbe
FLAUTO : Chi è? Un cavaliere errante?
COTOGNA : E’ la donna di cui Piramo si innamora
FLAUTO : Una donna? Ma … ho la barba
COTOGNA : Basta mettersi una maschera e recitare con la vocina più acuta che puoi …
BOTTONE : La faccio io la parte di Tisbe, ascolta : Tisbetta Tisbetta … Oh Piramo amore caro, sono la tua Tisbetta …
COTOGNA : Smettila, tu fai la parte di Piramo e Flauto fa Tisbe … Tommaso Beccuccio, calderaio
BECCUCCIO : Eccolo qua
COTOGNA : Tu farai la parte del padre di Piramo mentre io farò il padre di Tisbe e Conforto, c’è Conforto?
CONFORTO : Eccomi,
COTOGNA : Non cominciare a distrarti .. tu farai la parte del leone
CONFORTO : E’ già scritta? Perché se ce l’hai vorrei cominciare ad studiarla che io ho bisogno sempre di molto tempo per imparare la parte
COTOGNA : La potrai improvvisare .. devi soltanto ruggire
BOTTONE : Voglio farla io la parte del leone … ruggirò con una potenza tale che il duca dirà “Fatelo ruggire ancora”
COTOGNA : Ruggendo così forte potresti spaventare la duchessa e le sue dame che comincerebbero a strillare per la paura e ce ne sarebbe abbastanza per mandarci tutti alla forca
BOTTONE Farò un leone leggero leggero … ruggirò come un usignolo (esegue)
COTOGNA Ho detto che tu fai la parte di Piramo e basta… a tutti, le vostre parti sono qua .. mi raccomando a memoria per domani. Ah … siccome in giro ci sono tanti curiosi, per non svelare i trucchi del mestiere domani sera ci troveremo nel bosco, fuori città e lì faremo le prove … chi manca è un vigliacco
BOTTONE : Ci saremo.
TUTTI : A domani
ATTO II
SCENA I – Il Bosco
Entra Puck
PUCK (al pubblico) Fin qui tutto chiaro, no? … Però .. che noia voi umani … Chiara ama Luca .. Luca ama Cinzia che però ama Goffredo che a sua volta ama Lucrezia che però ama … da quanti anni va avanti questa solfa? Non vi stufate mai? E soprattutto: perché? Cos’è che vi fa impazzire per uno piuttosto che per un altro .. non hanno tutti gli umani due braccia, due gambe, due (mima le tette) …eh? … mah … il sesso? … e non è sempre uguale anche quello? … boh … Però non voglio fare confusione …in questa commedia Ermia ama Lisandro e Lisandro ama Ermia … e fin qui … però Ermia è amata anche da Demetrio, che prima però aveva giurato amore ad Elena e quindi Elena continua ad amarlo, Demetrio, ma Demetrio di Elena non ne vuol più sapere … per ora … e quindi …
(li indica con dei burattini a dita?)
entra una Fata
PUCK : Toh, una fata …. (al pubblico) Secondo atto! … Ehilà spirito dove vai errando?
FATA : Per boschi e cespugli, per monti e vallate io servo Titania, regina delle fate. Ora sto cercando gocce di rugiada da appendere come perle all’orecchio di ogni primula sì che le facciano da scorta al suo passaggio. Vai via spirito insolente, la nostra regina sta per arrivare.
PUCK : Ah ah ! E invece è proprio qui che Oberon, il mio re, vuol dare una festa stanotte e dì alla tua regina di stare lontana, ché Oberon è fuori di sé dalla rabbia per via di quel bellissimo fanciullo che la tua regina Titania ha rubato ad un re indiano per farne il suo paggio. Oberon, invidioso, lo vorrebbe per se e così ogni volta che si incontrano quei due sono liti e battibecchi e fracasso e urla, tanto che perfino gli elfi, per paura, corrono a rannicchiarsi nelle ghiande.
FATA : Ma tu sei, per caso, quello spirito che chiamato Robin spaventa le fanciulle del villaggio, screma il latte, fa inacidire il burro, rende inutile il lavoro delle massaie, fa smarrire la strada ai viandanti per ridere di loro, mentre quelli che ti chiamano Puck li aiuti nel loro lavoro e gli porti fortuna. Sei proprio tu?
PUCK : Certo, mia cara. Sono Puck il nottambulo e faccio da buffone a Oberon. A volte mi diverto ad ingannare lo stallone in calore imitando il nitrito della puledra oppure mi trasformo in una mela cotta e in fondo a un boccale e quando la comare beve … zac, le salto sulle labbra e le rovescio la birra sul collo pieno di rughe. Oppure a volte mi trasformo in sgabello e se una comare vi si siede per raccontare la più seria delle storie io le scappo di sotto e la mando a gambe all’aria e quella tossendo grida “Assassini” e tutti si tengono la pancia dal ridere e giurano che non si erano mai divertiti tanto .. sono proprio io. Ma spostati fata, arriva Oberon
FATA E anche la mia padrona … oh oh
Entrano da parti opposte Oberon e Titania
OBERON Cominciamo male!
TITANIA Anche tu qui? Fate, andiamocene via! Non ho più niente a che fare con quest'uomo
OBERON Fermati! Non sono forse il tuo signore?
TITANIA Coosa? Ah beh, quindi io dovrei essere la tua signora? Sarebbe carino … se tu non fossi fuggito di nascosto dal paese delle Fate, travestendoti da pastore! Perché ti trovi qui? Sarai accorso da chi sa dove solo perché la tua bella Amazzone Ippolita, sta per sposare Teseo, e vieni a dispensare al loro talamo gioia e prosperità. Non è così?
OBERON Alludi? E la tua antica passione per Teseo, allora?
TITANIA Lo dici solo perché sei geloso! Ah ! Non c’è stata una volta, da quando è cominciata questa estate, che, ovunque c’incontrassimo tu non abbia fatto una scenata. Per questo i venti hanno succhiato acqua dal mare e l’hanno rovesciata nei fiumi che sono straripati, il grano è marcito, gli ovili sono vuoti e i corvi ingrassano con gli animali appestati. Persino la luna, stanca dei nostri litigi, fa marcire l’aria, tanto che ovunque ci sono tossi e catarri. E a causa di questo noi vediamo alterarsi le stagioni: la primavera, l’estate, il fertile autunno ed il rabbioso inverno si scambiano i loro vestiti consueti e il mondo, sbalordito, non sa più distinguere dai frutti una stagione dall’altra. E tutta questa caterva di mali la si deve ai nostri litigi, alle nostre continue ostilità;
OBERON Sta a te rimediare . Esaudisci il mio desiderio e la facciamo finita. Io in fondo non ti chiedo che un bimbetto, un bimbetto rubato nella culla … per farne il mio paggetto…
TITANIA Mettiti il cuore in pace: non basta tutto il regno delle fate a comprare da me quel fanciulletto. Sua madre mi era devota e nelle profumate notti indiane, spesso abbiamo chiacchierato e sdraiate sulla riva del mare ridevamo guardando lontano le vele ingrossarsi, ingravidate dal vento vizioso e lei, che aveva già nella pancia il mio paggetto, le imitava ondeggiando e raccoglieva per me le conchiglie più belle ; Ma era donna mortale, e partorendo il fanciullo morì, lasciandolo solo. Così io l’ho allevato per amor suo e per questo non me ne separerò mai.
OBERON Quanto intendi restare in questo bosco?
TITANIA Fin dopo le nozze di Teseo. Se tu hai voglia di restare, buono e tranquillo a festeggiare con noi sotto la luna, resta pure; se no stammi lontano, come io lo starò da te.
OBERON Dammi quel ragazzo e io verrò con te
TITANIA Nemmeno per tutto il tuo regno! Fate, venite, andiamo, andiamo via! Se resto qui, si litiga e basta ! (Esce con tutto il seguito)
OBERON Va’, va’, vattene per la tua strada…Non uscirai da questo bosco senza che io ti abbia punito per questa offesa. Puck, vieni qui. Ricordi, mio caro quella volta che seduto su uno scoglio ascoltavo una sirena che sul dorso di un delfino cantava così soavemente che il mare da agitato diventò improvvisamente calmo?
PUCK Ricordo
OBERON Tu non avresti potuto vederlo, ma in quel momento io ho scorto Cupido attraversare il cielo e prendere di mira una bella fanciulla. Fa partire dal suo arco una delle sue frecce infuocate, ma la freccia non colpisce la fanciulla e si va a spegnere sulla luna lasciando la verginella alle sue caste meditazioni, indifferente a qualsiasi pensiero d’amore.
PUCK Molto interessante … e allora?
OBERON Bene, io ho visto dov’è caduta quella freccia: su un fiorellino che allora era bianco come il latte ed ora è rosso cupo, per la ferita d’amore ricevuta. Una volta ti ho fatto vedere la sua pianta. Il suo succo spremuto sugli occhi di chi dorme lo fa impazzire d’amore per il primo essere vivente che si trova davanti al suo risveglio. Va’ quindi, prendimi quel fiore e torna prima che puoi
PUCK In quaranta minuti posso mettere una cintura intorno alla terra (esce)
OBERON E quando avrò tra le mani questo succo seguirò Titania di nascosto e quando si addormenterà glielo spremerò sulle ciglia e della prima cosa che vedrà appena sveglia, sia orso o leone, lupo o scimmia, si innamorerà come non mai … E prima di toglierle l’incantesimo mi farò dare quel suo paggetto Ma chi arriva? … Sono invisibile … posso ascoltare quello che dicono
SCENA II
Entra DEMETRIO seguito da ELENA
DEMETRIO Non ti amooo, non ti amo, lo sai, smettila di venirmi dietro. Dove sono Lisandro ed Ermia ?… Lui lo ammazzo, ma intanto lei ammazza me! M’hai detto che erano fuggiti in questo bosco; ... (la chiama) Ermiaa ... (ad Elena) Elena, vattene, non mi seguire più!
ELENA Sei tu che mi attiri come una calamita. Ma non attiri dello squallido ferro, perché il mio cuore è temprato come l’acciaio. Smetti di attirarmi e io smetterò di seguirti
DEMETRIO T’attiro, io? Ma se ti dico e ti stradico che non ti amo?
ELENA Sarà per questo che io ti amo sempre di più. Sono come un cagnolino che più lo picchi e più ti viene dietro. Trattami come un cane, picchiami, trascurami, disprezzami, ma lascia almeno che possa seguirti. Ti chiedo solo questo, d’essere trattata come il tuo cagnolino e già mi sembra una fortuna
DEMETRIO Non tirare troppo la corda … io sto male solo a vederti
ELENA E io sto male a non vederti
DEMETRIO Non ti sembra di aver già attentato abbastanza alla la tua reputazione seguendomi in un bosco, da sola, di notte ?
ELENA Non è mai notte quando ti guardo e se tu per me sei il mondo chi potrà dire che sono sola se tutto il mondo è vicino a me?
DEMETRIO Vado a nascondermi nella foresta, e ti lascerò da sola, in preda alle bestie feroci.
ELENA La bestia più feroce non ha il cuore più duro del tuo. La storia è rovesciata. Apollo fugge e Dafne gli da la caccia, la colomba insegue il falco, la cerbiatta vuol mangiare la tigre. Noi donne siamo fatte per essere corteggiate e non per corteggiare…
Esce Demetrio
Ti seguirò, Demetrio, dovunque vai, e l’inferno per me sarà un paradiso se morirò per mano di chi adoro. (Esce)
OBERON Addio ragazza, ma prima che tu esca da questo bosco sarai tu a fuggirlo e lui a inseguirti
Rientra PUCK
Ben tornato giramondo! Quel fiore allora, l’hai trovato?
PUCK Eccolo!
OBERON Benissimo. C’è un posto in riva al fiume dove Titania di solito si addormenta. Io mi apposterò lì e bagnerò i suoi occhi col succo di questo fiore e questo avrà il potere di riempirla di un desiderio insopprimibile. Prendine un po’ anche tu, e cerca in questo bosco una ragazza Ateniese innamorata di un giovane che la respinge. Sono gli occhi di lui che devi bagnare. Ma solo se sei sicuro che la prima cosa che vedrà al suo risveglio sarà la ragazza, così che lui si innamori di lei più di quanto lei lo sia di lui.. Va’ e torna qui prima che canti il gallo
PUCK Non dubitare, padrone: il tuo servo farà tutto come vuoi. (Escono)
SCENA II – Da un’altra parte del bosco
Entra TITANIA ed una fata
TITANIA Forza, su, svelta. Un girotondo, una canzoncina e poi, mentre io riposo, tutte all’opera! Uccidete i bruchi che rovinano i boccioli delle rose e poi date la caccia ai pipistrelli per fare con le loro ali dei bei mantellini per gli spiriti piccolini e poi tenete a bada il gufo, che con il suo canto acuto di notte spaventa i nostri spiritelli. Avanti, cantatemi la ninna nanna e poi al lavoro … e lasciatemi riposare
La Fata intona una ninna nanna senza parole, poi esce
Titania dorme. OBERON entra, s’avvicina a Titania e le spreme il succo del fiore sugli occhi
OBERON
Il primo che vedrai, quando sarai desta,
senza posa ti farà girar la testa.
Orso o leopardo, scimmia o cerbiatto
bello e buono ti parrà e il tuo cuor darà di matto.
Perciò sol ti sveglierai quando lui davanti avrai.
(Sparisce)
Entra LISANDRO con ERMIA appoggiata al suo braccio
LISANDRO Amore mio, questa lunga camminata per il bosco ti ha stancata e, a dir la verità, io mi sono perso. Che ne dici, Ermia, se ci riposiamo qui, ad aspettare l’aiuto del mattino.
ERMIA Va bene Lisandro. Trovati un posto, io appoggerò la testa su questo ciuffo d’erba
LISANDRO Allora questo ciuffo può fare da cuscino a tutti e due. Un solo cuore, un solo letto.
ERMIA Eh no, Lisandro; se mi vuoi bene devi coricarti un po’ più in là e non così vicino
LISANDRO Non pensavo niente di male, non fraintendermi. Dicevo solo che di due cuori possiamo farne uno solo. Non dirmi di no, ti prometto che non ti comprometto
ERMIA Lisandro è abile a giocare con le parole. Maledette le mie di parole se Ermia intendeva dire che Lisandro voleva ingannarla. Ma ti prego lo stesso, fallo per amore e cortesia: sdraiati più lontano da me, come fa un giovane perbene con una ragazza vergine. Buona notte, amore mio e questo tuo amore per me non cambi mai finché avrai vita
LISANDRO Amen, amen. Il mio letto lo farò qui e a te il sonno dia pieno ristoro. Buona notte e sogni d’oro.
ERMIA Questo augurio riposi per metà, sugli occhi di chi vita e gioia mi da
Dormono. Appare PUCK
PUCK “Tutto il bosco, fino in fondo,
“sono andato ispezionando,
“il ragazzo invan cercando
“sulle cui ciglia provare
“se davvero questo fiore
“può far nascere l’amore.
“Notte… non si sente alcun rumore…
(Vede Lisandro addormentato)
E questo chi è? Dal vestito mi sembra di Atene. Ah! E’ lui il disprezzatore della ragazza ateniese. Eccola infatti, dorme lontana da questo screanzato senzacuore
(S’avvicina a Lisandro che dorme, e gli spreme il succo sulle palpebre)
To’, miserabile!
Sui tuoi occhi, delinquente,
verso il filtro mio potente.
Quando ti sarai svegliato
sui tuoi occhi già insediato
sarà Amore, così audace,
da impedirti sonno e pace.
(Sparisce) Entrano DEMETRIO ed ELENA, correndo
ELENA Demetrio ti prego, fèrmati un attimo, anche solo per uccidermi.
DEMETRIO Elena, vattene! E smetti di seguirmi!
ELENA Vuoi lasciarmi qui, al buio? Ti supplico, Demetrio!
DEMETRIO Vuoi restare? Affari tuoi. Io me ne vado. Solo!
Demetrio esce
ELENA Più lo prego e meno mi ascolta. Come sono triste! Mentre Ermia è felice, ovunque sia. Ma cos’hanno i suoi occhi da apparire così luminosi agli occhi di Demetrio. Non certo le lacrime, ché io ne ho piante più di lei. No, no, io sono brutta, ecco! Ma brutta forte! Persino le bestie vedendomi fuggono spaventate, e allora perché non dovrebbe fuggire Demetrio? Come ho potuto credere di poter competere con gli occhi di Ermia che sono stelle? Ma chi c’è qui?… Lisandro?… Per terra?… Addormentato?… Morto?… Non vedo sangue… non mi sembra ferito…(Scuotendolo) Lisandro, amico mio, se sei vivo, svégliati!
LISANDRO (Svegliandosi) Elena! Affronterò qualsiasi prova per amor tuo, Dov’è Demetrio? Oh, chi ha questo nome merita solo di essere ucciso dalla la mia spada!
ELENA Non dire così, Lisandro, per favore! Che t’importa se lui ama la tua Ermia? Ermia ama solo te, puoi essere contento.
LISANDRO Accontentarmi di Ermia? Ma io mi pento di tutti i minuti di noia che ho passato con lei. Macché Ermia! Io amo Elena! E chi non cambierebbe una cornacchia con una colomba? Finalmente ho aperto gli occhi. Le cose non sono mature finché non arriva il loro tempo. Ero ingenuo e non capivo. Ora sento di poter leggere nei tuoi occhi le storie d’amore più preziose che furono mai scritte
ELENA Ma cosa ho fatto per meritare di essere presa anche in giro? Non ti basta che io non abbia potuto né mai potrò avere uno sguardo benevolo da parte di Demetrio? Devi anche deridermi per la mia pochezza? E’ triste che una donna rifiutata da un uomo debba per questo essere umiliata da un altro. Ti credevo un ragazzo perbene, ma devo ricredermi. Addio. ( Esce)
LISANDRO Non s’è accorta di Ermia… Ermia, tu continua a dormire qui, e che Lisandro non ti veda più. E come la sazietà di dolci porta alla nausea, come le eresie, una volta abbandonate, portano chi le ha sostenute ad odiarle, tu per me sei stata sazietà ed eresia. Spero che ti odino tutti e io sarò il primo. Darò tutto l’amore di cui sono capace ad Elena. Che io possa stare finalmente con lei!
ATTO TERZO
SCENA I - Nel bosco
TITANIA è addormentata
Entrano COTOGNA, CONFORTO, BOTTON,E FLAUTO, NASONE
BOTTONE Ci siamo tutti, allora?
COTOGNA Tutti, e questo posto sembra fatto apposta per le prove. Useremo questo prato come palcoscenico così ci potremo muovere come se fossimo già davanti al Duca.
BOTTONE Però, Piero Cotogna…
COTOGNA Cosa c’è Bottone ?
BOTTONE In questa storia di Piramo e Tisbe ci sono cose che al pubblico non piaceranno. Primo, che Piramo tira fuori la spada per ammazzarsi, che ne diranno le signore? Non lo sopporteranno.
CONFORTO E’ vero, fa paura
NASONE Beh si può togliere l’ammazzamento
BOTTONE Ma no, basta scrivere un prologo in cui si spiega che le nostre spade non fanno male e che Piramo s’ammazza per finta. Anzi per maggior sicurezza si dirà che Piramo non è Piramo, ma sono io, Nicola Bottone Tessitore
COTOGNA Va bene, scriveremo questo prologo
NASONE E le signore non avranno paura anche del leone?
CONFORTO Acc … penso proprio di si
BOTTONE E’ vero … portare un leone tra le signore …
NASONE Vuol dire che nel prologo si dirà che anche il leone non è un leone vero
BOTTONE Anzi, si dovrà dire chi è l’attore, nome e cognome, dichiarando una cosa più o meno così : “ Signore” anzi no “Belle signore… vi chiederei… o, meglio, “ vi supplicherei di non aver paura e di non tremare: Se pensate ch’io venga davanti a voi come un leone vero in carne ed ossa, povero me! Ma non sono un leone. Io sono un uomo come tutti gli altri…”. E a questo punto dice il proprio nome, che è Nasone, stipettaio.
COTOGNA Va bene si farà così. Ma ci sono ancora un paio di problemi. Come si fa a portare il chiaro di luna nella stanza? Perché Piramo E Tisbe si incontrano al chiaro di luna
NASONE Ci sarà la luna la notte della recita ?
BOTTONE Un calendario, forza. Guardate nel calendario, cercate la luna!
COTOGNA (Estrae dalla borsa un calendario e lo sfoglia) Eccolo qua. Sì, quella notte ci sarà la luna.
BOTTONE Bene, allora lasceremo aperta una finestra del salone dove reciteremo e così il chiaro di luna entrerà da lì
COTOGNA Altrimenti può entrare in scena uno con una lanterna e dire che lui rappresenta il chiaro di luna … ma c’è un altro problema: nella stanza dev’esserci un muro perché Piramo e Tisbe si parlano attraverso la fessura di un muro
NASONE Ma non possiamo costruire un muro nella stanza! Che ne dici Bottone?
BOTTONE Vorrà dire che uno di noi farà il muro. Basta un po’ di malta addosso, un po’ di gesso in faccia e per far vedere la crepa attraverso la quale Piramo e Tisbe si parlano terrà le dita aperte così
COTOGNA Benissimo, Forza, a provare! Piramo attacca tu e poi, finita la battuta vai dietro quella siepe. E così gli altri, come da copione.
Appare PUCK, restando sul fondo, non visto
PUCK Che ci fanno qui questi bifolchi? Cosa cianciano così vicino al rifugio della regina delle fate? Che? Provano una commedia? Farò da spettatore e forse anche da attore, se ce ne sarà bisogno
(Resta sul fondo, invisibile)
COTOGNA Vai Piramo, Tisbe vieni avanti
“Tisbe, soavi profumano nell’aria i fiori odiosi …
COTOGNA (Interrompendolo) “Odorosi, fiori odorosi !”
BOTTONE/PIRAMO (Seguitando a recitare)
… i fiori odorosi,
Oh, Tisbe mia così il tuo fiato
sembra che anch’esso odori,.
Ma zitta! Sento una voce. Aspetta,
vado un attimo a vedere fuori…
(Va dietro la siepe)
PUCK (A parte) Uno dei più eccezionaliPiramo che si siano mai visti!
(Va anche lui, sempre invisibile, dietro la siepe dove c’è Bottone)
FLAUTO Tocca a me adesso ?
COTOGNA Tocca a te! Tocca a te! Piramo è uscito per vedere un rumore, quindi tocca a te
FLAUTO/TISBE (Recitando)
O Piramo splendente che del giglio hai il colore
Del tuo amore tutto il mio cuore rimbomba
Fa’ ch’ io possa giurarti eterno amore
Come tu hai detto, di Ninì alla tomba
COTOGNA Di Nino. Che Ninì? Di Nino alla tomba. E poi questa è la risposta che darai a Piramo. “rimbomba” è l’attacco per far entrare Piramo, Piramo entra e poi Tisbe va avanti e chiude la battuta. Non devi recitare tutto di seguito. Piramo entra, hai perso l’attacco
FLAUTO/TISBE Gliela ripeto:
“tutto il mio cuore rimbomba”…
Rientra BOTTONE, che ha una testa d’asino. PUCK riappare in fondo.
BOTTONE/PIRAMO (Recitando)
“Se fosse vero, o Tisbe,
“di certo tuo sarei…”
COTOGNA Oh, un mostro! Ahhhh! Scappiamo, ! Scappiamo tutti, ! Aiuto, aiuto! Si è trasformato!!! Siamo stati stregati! Scappate!
(Escono, spaventati, Cotogna, Conforto, Flauto, Nasone e Il Lanca)
PUCK Vi seguirò e vi farò girare in tondo. Per fossi, rovi, sassi, macchie e fratte. Mi sentirete latrare o nitrire, ruggire o grugnire, mi vedrete comparire in ogni luogo come un cane, un cavallo, un orso, o … una fiammella (Scompare)
BOTTONE Perché sono scappati? E’ uno scherzo per mettermi paura
Rientra NASONE
NASONE Bottone, ma come ti sei conciato? Cos’hai sul collo?
BOTTONE Cosa vuoi che abbia? Una testa d’asino come te
(Esce Nasone) Rientra COTOGNA
COTOGNA Bottone … iddio ti benedica … ti sei trasformato
(Scappa)
BOTTONE Ah, ho capito lo scherzo. Vogliono farmi passare per un asino per farmi spaventare. Ah, facciano quello che vogliono io non mi muovo di qui. Andrò avanti e indietro … e canterò … per fargli vedere che non ho paura
(Canta)
“Il merlo, dalla folta piuma nera,
“il tordo, la gentile capinera,
“l’allegro cardellino
“dal rosso pennacchino…
TITANIA Quale angelo mi sveglia dal mio letto di fiori?
BOTTONE (Sempre cantando)
“L’allodola, il fringuello,
“il vispo colombello,
TITANIA Oh, canta ancora, cortese mortale, le tue note mi hanno incantato ed il potere delle tue virtù è così forte su di me, che da quando ti ho visto, io devo dir, devo giurar, che a te non resisto.
BOTTONE Gentile signora, non mi pare che siate dalla parte della ragione a innamorarvi proprio di me. E’ anche vero che al giorno d’oggi amore e ragione non vanno d’accordo, Ed è un vero peccato che non ci sia qualcuno che li riappacifichi.
TITANIA Saggio quanto bello!
BOTTONE Non direi, se fossi davvero saggio saprei come uscire da questo bosco, non chiedo di più
TITANIA Nooo! Non pensare di uscire da questo bosco. Che tu lo voglia o no rimarrai qui con me. Sono uno spirito importante, nel mio regno è sempre estate e io ti amo! Vieni con me, tutte le mie fate saranno a tua disposizione, cercheranno per te gioielli in fondo al mare e mentre tu riposerai su un letto di fiori loro canterano per te ed io affinerò la tua pesante essenza mortale per trasformarla in puro spirito. Fata!
Entrano la Fata
FATA Eccomi. Cosa c’è da fare? Dove dobbiamo andare?
TITANIA Siate carine e premurose con questo cavaliere, fate per lui salti e capriole, coglietegli albicocche, mirtilli, uva e fichi,
BOTTONE Anche due mele
TITANIA Tutto quello che vuoi … rubate il miele alle api e con la loro cera fabbricate lumini per rischiarare al mio amore la strada per il letto e l’ora del risveglio. E delle ali delle farfalle fate dei ventagli per riparare i suoi occhi addormentati dai raggi della luna. Inchinatevi a lui, spiritelli, e riveritelo.
BOTTONE Ma grazie, grazie davvero a tutte le vostre signorie
TITANIA Avanti, scortalo verso la mia alcova. La luna guarda con occhio triste e se la luna piange, piange ogni piccolo fiore.
BOTTONE Ma io …
TITANIA Sssss, cucigli la lingua e accompagnalo in silenzio
(Escono)
SCENA II - Altra parte del bosco
Entra OBERON
OBERON Sono proprio curioso di sapere se Titania s’è svegliata e che cosa si sia trovata davanti, che ora la fa delirare d’amore
Entra PUCK
Allora, spirito dispettoso, che incanto c’è stanotte nel bosco?
PUCK Ah! La regina s’è innamorata di un mostro. Stava dormendo nel suo rifugio segreto e un branco di buffoni, dei grezzi artigiani, si erano radunati lì vicino per le prove della recita che vogliono rappresentare per le nozze di Teseo. Il più stupido della compagnia, quello che faceva Piramo, a un certo punto esce di scena e si nasconde dietro una siepe. Non mi sono fatto scappare l’occasione e gli ho ficcato addosso una bella testa d’asino. Torna in scena per dire la sua battuta a Tisbe e quando gli altri lo vedono, scappano urlando e starnazzando ai quattro venti, “Aiuto! Assassino! “ come oche selvatiche allo sparo del cacciatore. Lo spavento gli fa perdere la ragione, credono che anche le cose inanimate li aggrediscano, rovi e spine gli strappano le maniche e le brache. Li ho sparpagliati così, terrorizzati, lasciando lì da solo il bel Piramo con la sua bella testona. Tu guarda la combinazione .. proprio allora Titania si sveglia e s’innamora dell’asino.
OBERON Neanche a farlo apposta, eh? E hai spremuto il succo d’amore sugli occhi di quel ragazzo ateniese, come ti ho detto?
PUCK Fatto, capo! Lui dormiva e la ragazza era al suo fianco. L’avrà vista per forza svegliandosi.
Entrano DEMETRIO e ERMIA
OBERON Ecco l’ateniese, facciamoci da parte
PUCK Ahi ahi .. La donna è lei, ma l’uomo non è lui
DEMETRIO Perché tratti così chi ti ama? Parole così cattive dovresti conservarle per il tuo peggior nemico
ERMIA Dovrei trattarti ancora peggio, e ho paura di avere tutte le ragioni per maledirti. Se hai ucciso Lisandro nel sonno uccidi anche me. Il sole non è stato mai fedele al giorno come Lisandro a me, non mi avrebbe mai lasciata addormentata e sola. L’hai ucciso, non c’è dubbio. Hai anche la faccia dell’assassino, triste e cupa.
DEMETRIO Questa non è la faccia dell’assasino, ma quella dell’assassinato. Il mio cuore è trafitto dalla tua crudeltà, mentre tu, l’assassina, splendi come Venere.
ERMIA Cosa c’entra questo con il mio Lisandro? Dov’è ora? Dov’è? Dimmi che me lo ridarai
DEMETRIO Preferirei che le sue ossa le mangiassero i miei cani
ERMIA Tu sei un cane, bastardo! Vattene via! L’hai ammazzato mentre dormiva. Vigliacco!
DEMETRIO Stai sprecando la tua rabbia per un errore. Io non ho ucciso Lisandro, che tra l’altro, per quanto ne sappia, non è morto
ERMIA Allora è vivo? Dimmi che è vivo, ti prego!
DEMETRIO Se te lo dico, cosa mi dai in premio ?
ERMIA Il premio di non vedermi mai più. Che lui sia vivo o morto non comparire più davanti ai miei occhi (esce)
DEMETRIO Non è il caso di seguirla adesso. E’ troppo arrabbiata. Mi fermerò un po’ qui. Il sonno rende più grave il peso dell’angoscia ed ora chiede il suo tributo. Meglio riposare e pagarne una rata.
(Si stende per terra e s’addormenta)
OBERON Ma cosa hai combinato? Hai sbagliato tutto! Hai spremuto il succo sugli occhi di un innamorato sincero. E adesso invece di trasformare un amante sleale in uno fedele, hai trasformato un amore vero in odio
PUCK Allora è il destino a fare tutto al contrario. Del resto, per uno che è fedele ce ne sono milioni che tradiscono continuamente
OBERON Va’, corri come il vento per il bosco e trovami Elena. E’ pallida d’amore perché il suo giovane sangue le fa pagare cari i sospiri. Portala qui con qualche trucco e intanto io incanto gli occhi di questo qui, per quando se la vedrà davanti
PUCK Vado! Più veloce di un freccia! (esce)
OBERON (Si avvicina a Demetrio addormentato e gli spreme il succo del fiore sulle ciglia)
Fior che rosso hai il tuo vestito,
fior d’amore, di Cupido,
scendi, affonda in questi occhi
sì che amor per quella il tocchi
privo d’ogni volontà
sulla quale li aprirà
Riappare PUCK
PUCK Capitano! Elena è qui! E c’è anche il ragazzo che ho stregato per sbaglio. E’ innamorato pazzamente di lei e la sta tempestando di richieste d’amore. Dai, vediamo come litigano. Sono pazzi questi mortali!
OBERON Facciamoci più in là. Demetrio si sveglierà alle loro grida.
(Oberon e Puck si ritirano in disparte)
Entrano ELENA e LISANDRO
LISANDRO Elena, perché se giuro di amarti credi che ti prenda in giro? Se scherzassi non piangerei e invece piango e le lacrime, da sempre, sono il segno della sincerità
ELENA E insisti! Questi giuramenti li hai fatti già ad Ermia. Vuoi rinnegarli? Se metti un giuramento contro un altro il risultato è zero. Se li metti su una bilancia pesano uguale, anzi sono entrambi leggeri, come il vuoto delle tue parole.
LISANDRO Quando li ho fatti a lei non ero maturo
ELENA E non lo sei nemmeno ora che la rinneghi
LISANDRO La amerà Demetrio, che non ama te
DEMETRIO (risvegliandosi) Elena! Dea, ninfa, perfezione divina! Occhi splendenti al cui confronto il cristallo è solo fango! E le tue labbra? Ciliegie da baciare. Lascia che ti riempia di baci
ELENA All’inferno! Tutti d’accordo per prendersi gioco di me! Se foste dei signori non mi offendereste così. Non potete continuare a odiarmi come sempre, senza allearvi per prendermi in giro? Riempirmi di complimenti quando sono certa che mi odiate! Siete rivali nell’amare Ermia, ora volete esserlo anche nel deridere Elena? Bel gesto, coraggioso, far piangere una ragazza, solo per divertirvi.
LISANDRO Sei insensibile Demetrio. Non lo fare. Tu ami Ermia e io ti cedo la mia parte del suo amore. Tu lasciami quello di Elena che io amo e amerò fino alla morte
ELENA Non ho mai visto due buffoni così sprecare tanto fiato
DEMETRIO Lisandro la tua Ermia tientela pure. Se l’ho amata, ora quell’amore è finito. Il mio cuore ha soggiornato con lei come un ospite in un albergo ed ora è tornato a casa, da Elena, per restarci
LISANDRO Elena non gli credere
DEMETRIO Non ti permettere di offendere un amore che non conosci, se no la pagherai cara. Guarda arriva il tuo amore, la tua Ermia
Entra ERMIA, affannata
ERMIA Lisandro! Finalmente ti trovo. Per fortuna il buio della notte acuisce il senso dell’udito. Ho seguito il suono della tua voce! Perché sei andato via e mi hai lasciato lì da sola?
LISANDRO Perché avrei dovuto restare se l’amore mi spingeva ad andare?
ERMIA Quale amore poteva spingerti ad andartene?
LISANDRO L’amore di Lisandro per la meravigliosa Elena, che illumina la notte più di qualsiasi stella. Perché mi cerchi? Non ti basta per farti capire che mi disgusti?
ERMIA Non puoi pensare una cosa del genere. Non è possibile!
ELENA Anche lei complice! Tutti e tre a farmi questo bello scherzo! Bella amica, Ermia! Anche tu alleata con loro per ridere di me! Tutti i segreti che ci siamo detti, i nostri giuramenti di sorelle, le ore che abbiamo passato insieme, con la paura che il tempo passasse troppo in fretta e ci separasse … tutto questo l’hai dimenticato? E l’amicizia del tempo della scuola, la nostra infanzia passata cantando insieme la stessa canzone come se fossimo una persona sola? Tu, donna, vuoi spezzare questo affetto per unirti a degli uomini, nel prendere in giro la tua amica?
ERMIA Ma cosa dici? … Non ti prendo in giro io, mi prendi in giro tu.
ELENA Non sei stata tu a istigare Lisandro a seguirmi e a farmi tutti quei complimenti? Non sei stata tu a suggerire a Demetrio, che fino a poco fa mi scacciava a calci, di adularmi chiamandomi Dea, Ninfa, Perfezione Divina … perché dovrebbe parlarmi così uno che mi odia, se non perché tu lo hai spinto a farlo? E perché mai Lisandro dovrebbe rinnegarti se non perché glielo hai suggerito tu
ERMIA Non capisco perché parli così
ELENA E va bene, continuate ancora, fatevi l’occhiolino, andate avanti con questo scherzo, sarà da raccontare ! … La colpa è anche mia che vi sto a sentire … ma saprò rimediare, mi toglierò di mezzo o mi ammazzerò
LISANDRO No! Elena! Non andartene! Ascoltami, vita mia, anima mia, Elena bella!
ELENA Ma bene! Benissimo!
ERMIA (A Lisandro) Dai, non trattarla così
DEMETRIO (A Lisandro) Se non ti convince lei, ti convincerò io a smetterla
LISANDRO Elena io ti amo! Te lo giuro sulla mia vita!
DEMETRIO E io ti amo più di quanto non sappia amarti lui
LISANDRO Se lo dichiari a parole spostiamoci e dimostramelo con la spada
DEMETRIO Quando vuoi, andiamo!
ERMIA Lisandro, perché tutto questo?
LISANDRO Vai via, ciospa !
ERMIA No, che lui … (lo trattiene)
DEMETRIO Fai finta di divincolarti, ma non vieni. Sei un fifone!
LISANDRO (Divincolandosi da Ermia) Togliti di dosso, zecca. Lasciami andare schifosa.
ERMIA Perché sei diventato così volgare? Che ti succede amore mio?
LISANDRO Amore mio? Vattene medicina disgustosa. Vai via di qui, intruglio rivoltante
ERMIA Stai scherzando?
ELENA Ma si che scherza, e tu continui a farlo con lui
LISANDRO Demetrio, ti ho dato la mia parola e la manterrò
DEMETRIO Ah la tua parola! Per quello che vale. Basta che lei ti trattenga un po’ e tu rimani lì fermo
LISANDRO Cosa vuoi, che la picchi? La devo uccidere? La odio sì, ma non voglio farle male …
ERMIA Che male peggiore puoi farmi che odiarmi? Ma perché? Povera me ! Che ti succede amore? Non sono più Ermia? E tu non sei più Lisandro? Sono bella come prima, fino a stanotte mi hai amato eppure stanotte mi hai lasciata. Allora davvero mi vuoi abbandonare? Dio non voglia!
LISANDRO Si Ermia, te lo giuro. Non ti voglio più vedere. Togliti ogni speranza, amo Elena.
ERMIA Povera me! (A Elena) Verme annidato nel fiore! Ladra d’amore! Sei venuta di notte a rubare il cuore del mio amore
ELENA Questa è proprio bella. Hai perso ogni freno, Vergogna! Vuoi per forza strapparmi dalla bocca male parole. Bugiarda, ignobile, gatta morta
ERMIA Gatta morta? Perché? Ah ecco, ho capito. Lo ha convinto a confrontarsi con me; sì è fatta bella con lui ed è riuscita ad attirarlo. Ma se ti metto le mani addosso …
ELENA (A Demetrio e Lisandro) Vi prego non fatela avvicinare. Io sono una donna e non sono brava a picchiare. Non pensate che possa avere la meglio solo perché lei è una gatta morta
ERMIA “Gatta morta”: sentite? E lo ripete, ancora!
ELENA Ermia io ti ho sempre voluto bene, ho solo detto a Demetrio che eri fuggita in questo bosco, ma l’ho fatto perché lo amo. Lui ti ha seguita e io ho seguito lui. Lui mi ha scacciata minacciando di picchiarmi, frustarmi e persino di uccidermi. E adesso se mi lascerete in pace me ne torno in città, con la mia pazzia e non vi seguirò più. Come vedete sono sincera … come sono innamorata
ERMIA E vattene allora, chi te lo impedisce?
ELENA Uno stupido innamorato che io lascio qui
ERMIA Lisandro?
ELENA Demetrio!
LISANDRO Non preoccuparti, Elena, non ti farà niente
DEMETRIO Non le farà niente, anche se ci sei tu dalla sua parte
ELENA La conosco, quando è infuriata diventa feroce, è un’arpia !
ERMIA ( A Demetrio e Lisandro) Come le permettete di continuare a insultarmi così? Ci penso io (Si slancia contro Elena)
LISANDRO (Trattenendola) Va, va rospo, robetta, blatta
DEMETRIO Ti scaldi troppo per Elena, che neanche ti considera. Non parlarne nemmeno, non difenderla, che se cerchi di mostrarle ancora un briciolo d’amore avrai a che fare con me
LISANDRO Adesso che non mi trattiene più seguimi, andiamo se hai coraggio
DEMETRIO Andiamo
(Escono Lisandro e Demetrio)
ERMIA Tutto per colpa tua. Non andartene adesso
ELENA Non mi fido più di te. Le tue mani saranno più svelte a picchiare, ma le mie gambe sono più svelte a fuggire (Esce)
ERMIA Sono confusa, non so più che dire (Esce)
Oberon e Puck si fanno avanti
OBERON Questo è il frutto della tua distrazione, o lo fai apposta a fare queste carognate?
PUCK No, mio signore, non l’ho fatto apposta. Devo aver scambiato persona. Erano tutti e due vestiti da ateniesi e io il succo di quel fiore sugli occhi di un ateniese l’ho spalmato. Sono innocente. Però sono contento che sia andata così, perché per me questi litigi sono un vero spasso
OBERON Però adesso i due amanti stanno cercando un luogo per il duello. Perciò fai presto, Robin, fai scendere la notte, così che potrai portarli in due posti diversi, che non si debbano più incontrare. Imita la voce di Lisandro e ingiuria Demetrio, poi con la voce di Demetrio insulta Lisandro e bada che si tengano lontani finché non cali su di loro il sonno profondo. Poi spremi sugli occhi di Lisandro quest’erba che ha il potere di scioglierli da ogni incantesimo facendoli tornare alla loro vista naturale. Al loro risveglio crederanno che tutto questo sia stato un sogno e i quattro amanti se ne torneranno in città, innamorati per sempre. Mentre tu concluderai questa missione io andrò da Titania a farmi dare quel ragazzo indiano e poi toglierò anche dai suoi occhi, l’incanto della vista dell’asino e tutto tornerà come prima
PUCK Mio signore bisogna fare in fretta, perché già vedo l’araldo del giorno farsi avanti e gli spiriti erranti tornare ai loro cimiteri; quelli morti in disgrazia, quelliche furono sepolti per la strada o nel fondo del mare sono già tornati ai loro letti di vermi, perché temono luce del giorno, hanno paura che possa svelare la loro vergogna e così sono condannati ad essere eterni consorti della Notte
OBERON E allora su, alla svelta! Non perdiamo tempo!
Rientra LISANDRO
LISANDRO Demetrio dove sei? Parla, fatti sentire!
PUCK (Imitando la voce di Demetrio) Sono qua, vigliacco, con la spada in mano, pronto al duello. Ma dove sei?
LISANDRO Eccomi! Arrivo subito da te
PUCK (Imitando la voce di Demetrio) Allora seguimi su un terreno adatto
(Lisandro esce, come a seguir la voce di Demetrio) Rientra DEMETRIO
DEMETRIO Lisandro, non parli più,? … Dove sei? Scappi eh, coniglio!
PUCK (Imitando la voce di Lisandro) Coniglio sarai tu.. Fai lo sbruffone con le stelle, che vuoi batterti lo urli solo al cielo. Vieni avanti moccioso, con te dovrò usare il bastone, perché adoperare la spada con uno come te è un disonore
DEMETRIO Ah, sei là?
PUCK (Imitando la voce di Lisandro) Segui la mia voce, ché qui non si può fare un duello
(Escono Demetrio e Puck) Rientra LISANDRO
LISANDRO Scappa e continua a sfidarmi e quando arrivo non si fa trovare, canaglia. Ha i piedi più veloci dei miei e adesso si è fatto buio … mi riposerò qui (Si sdraia per terra) Giorno gentile arriva in fretta che quando arriverai avrò vendetta (S’addormenta)
Rientra DEMETRIO, riappare PUCK
PUCK (Dal fondo, imitando la voce di Lisandro) E allora, codardo, perché non ti fai avanti?
DEMETRIO Fermati se hai il coraggio di guardarmi in faccia
PUCK (Dal fondo, imitando la voce di Lisandro) Eccomi, sono qui
DEMETRIO Mi prendi in giro, ma stai sicuro che con la luce del giorno ti troverò,. Per ora la stanchezza ha la meglio, e mi stenderò qui (Si stende a terra e s’addormenta)
Rientra ELENA
ELENA Oh, notte infinita, accorcia le tue ore. Sollievo della luce torna a risplendere che io possa tornare in città e allontanarmi da chi non vuole la mia compagnia. E il sonno, che spesso chiude gli occhi all’angoscia, mi sottragga per un poco alla compagnia di me stessa (Si stende a terra e s’addormenta)
PUCK “Solo tre? Manca la quarta,
“che sia qui prima ch’io parta.
“Ecco, infatti, ch’essa viene:
“non mi par stia molto bene.
“La freccia di Cupido è assai bizzosa,
“rende triste la donna più gioiosa”.
Rientra ERMIA
ERMIA Non sono mai stata tanto stanca e tanto infelice. Inzuppata di rugiada e graffiata dai rovi. Non ce la faccio più, le gambe non mi reggono. Mi riposerò qui. (Si distende a terra) Il cielo protegga Lisandro se quei due si incontreranno.
PUCK (S’avvicina a Lisandro e gli spreme sulle palpebre il succo d’amore)
Mentre dormi beato
su questo bel prato,
questo succo ti spremo sugli occhi,
perché amore ne trabocchi.
E quando li aprirai
Felice tu sarai
quando vedrai il bel volto
della donna che amavi molto.
(Sparisce)
ATTO QUARTO
SCENA I - Nel bosco
LISANDRO, DEMETRIO, ELENA ed ERMIA dormono
Entrano TITANIA e BOTTONE con la testa d’asino seguiti dalla fata; dietro di loro, OBERON, invisibile.
TITANIA (A Bottone)
Vieni a riposare
su questo mio letto di fiori,
fammi lisciare a iosa
questa tua faccia pelosa,
non si diventa vecchi
a baciar questi orecchi.
BOTTONE Dov’è la mia fata?
FATA Eccomi
BOTTONE Grattami la testa
La fata esegue
Ed ora grattami la faccia
La fata esegue
Dovrò andare dal barbiere: mi sembra d’esser tutto pieno d’una strana peluria;
io sono un asinello delicato, e basta che mi pruda un solo pelucchio che non posso fare a meno di grattarmi
TITANIA Ti piacerebbe un po’ di musica, amor mio?
BOTTONE Con piacere, ho un certo orecchio per la musica
Si sente una soave musica di flauto
TITANIA vuoi dirmi, mio amore, che cosa vorresti mangiare?
BOTTONE Uno spuntino di biada, o meglio: avena fresca, oppure … un bel fascio di fieno buono, non c’è niente di più buono
TITANIA Uno dei miei folletti andrà a cercarti tutto quello che vuoi
BOTTONE Ma ti prego, non ora ... di' a tutta la tua gente che nessuno mi disturbi : sento una certa esposizione al dormire.
TITANIA Dormi tranquillo, amore mio, ch’io ti terrò stretto tra le mie braccia.
Voi, Fate, allontanatevi. (lo abbraccia) Così, come l’edera avvolge i rami dell’olmo … come ti amo! Sono pazza di te!
(Si addormentano) Entra PUCK
OBERON Salve Puck. Che grazioso spettacolo , eh? Però comincio quasi ad avere pietà della sua follia. L’ho incontrata poco fa che raccoglieva pegni d’amore per quell’orribile sciocco. L’ho sgridata, abbiamo bisticciato e dopo averla presa in giro come meglio mi pareva, mentre mi supplicava di avere un po’ di comprensione per lei, le ho richiesto il fanciullo: me l’ha subito dato ed ora che il ragazzo è mio le posso levare l’incantesimo dagli occhi. E tu Puck, da bravo, togli quella testa di somaro dal collo di quello stupido, così che al suo risveglio se ne possa tornare in città dai i suoi compari e pensi a questa notte solo come a un brutto sogno. Va’
(Si avvicina a Titania che dorme, le sfiora gli occhi con l’erba del disincanto)
Torna ad essere com’eri
e a veder come vedevi.
Sul fiore di Cupido trionferà
il fiore di Diana con la sua regalità
Ed ora svegliati, Titania , mia dolce regina.
TITANIA (Svegliandosi) Oh, Oberon!…Oberon mio, che brutto sogno ho fatto! Mi sembravad’essermi innamorata di un asino.
OBERON Eccolo là, il tuo amore, dorme.
(Indica Bottone che dorme)
TITANIA Ahhh. Che cosa orribile? Ma come è potuta succedere? Che schifo!
OBERON Shhh … Puck, togligli quella testa
PUCK E adesso, quando ti sarai svegliato, torna a guardare il mondo con i tuoi occhi da scemo
OBERON
Ora che siamo di nuovo amici,
domani a mezzanotte, per mano, felici,
danzeremo nel palazzo di Teseo
e gioiosi lo benediremo
col nostro augurio di felicità.
E il quartetto degli amanti
le sue nozze con lui celebrerà
Escono Titania ed Oberon
BOTTONE (Svegliandosi) Quando sento le parole “ O bellissimo Piramo … “ entro in scena e … ma … Cotogna!…Oh, Flauto! Nasone … dove siete?Tutti scappati! E mi hanno lasciato solo qui, addormentato, ma che strano sogno che ho fatto … che a raccontarlo si passa per somari … mi sembrava di essere … ah non lo si può raccontare … dirò a Cotogna di scriverci su una ballata “ Il sogno di Bottone” e la canterò davanti al Duca dopo la rappresentazione, quando Tisbe è morta, così la nostra rappresentazione sarà ancora più bella (Esce)
.
Entrano TESEO, IPPOLITA, EGEO e seguito
TESEO Vieni, mia cara, da questa parte signori, venite ad ammirare la vista del palazzo da questa altura è ….. Ma, un momento: chi sono questi ragazzi?
EGEO Questa è mia figlia Ermia, mio signore, addormentata… e quest’altro è Lisandro, e quest’altro è Demetrio, e questa è Elena, Ma come mai sono tutti qui, insieme?
TESEO Si saranno alzati molto presto per celebrare la festa di maggio, e, sapendo che anche noi l’avremmo fatto, ci avranno voluto precedere qui per le nostre cerimonie… Ma dimmi, Egeo, questo non era il giorno in cui Ermia avrebbe dovuto comunicarci la sua scelta?
EGEO Si, oggi, mio signore
LISANDRO, DEMETRIO, ELENA ed ERMIA si svegliano di soprassalto e si stropicciano gli occhi
TESEO Cari amici, buongiorno!… San Valentino è passato da un pezzo, e com’è che questi uccellini si accoppiano solo adesso?
LISANDRO Perdono, mio signore
(I quattro s’inginocchiano a Teseo)
TESEO Su, su, alzatevi! Non eravate rivali in amore? Come può esser scesa sulla terra tal concordia d’affetti che l’odio può dormire accanto all’odio senza aver paura?
LISANDRO Signore, sono confuso, ancora mezzo addormentato; ma vi giuro di non saper come mi trovo qui. Credo, d’essere venuto qui insieme ad Ermia con l’intenzione di fuggire dalla città per poterci sposare senza imbattersi nelle leggi d’Atene…
EGEO Basta così! (A Teseo) Avete sentito: questo mi pare più che sufficiente perch’io possa chiedere per lui la giusta punizione. Hai sentito, Demetrio?L’hanno detto: volevano fuggire e rubare a te la tua sposa, e a me il mio consenso alle tue nozze.
DEMETRIO E’ stata Elena ad avvertirmi, mio signore, della loro intenzione di scappare e d’incontrarsi qui, nel bosco; io li ho rincorsi tutto infuriato, ed Elena, innamorata di me, mi ha seguito. Poi, mio signore, non so per quale incantesimo, - ché di certo qui uno ce n’è stato – improvvisamente il mio amore per Ermia s’è sciolto come neve al sole; me n’ è rimasto il ricordo come di un giocattolo con cui giocavo da bambino, ed ora la delizia dei miei occhi e del mio cuore è Elena. Prima di innamorarmi di Ermia m’ero promesso a lei ed ora, lei sola, desidero, adoro, voglio e vorrò per sempre.
TESEO Begli innamorati, è stata una fortuna incontrarvi. Più tardi ci spiegherete meglio la vostra storia. Egeo, dovrò contrastare la tua volontà; perché voglio che queste coppiesiano unite in eterno, al nostro fianco. Torniamo in città: tre coppie e un unico rito. faremo una gran festa tutti insieme. Vieni, Ippolita.
(Escono Teseo, Ippolita, Egeo e seguito)
DEMETRIO Tutto m’appare pallido, indistinto, come quando guardi da lontano le montagne, avvolte dalle nuvole.
ERMIA A me sembra di essere strabica : ogni occhio per conto suo, e tutto doppio.
ELENA Ed io lo stesso. Demetrio è come un gioiello trovato per strada; che ti chiedi : è mio o no? .
DEMETRIO Ma voi siete sicuri di essere svegli? Forse stiamo ancora dormendo, e quello che vediamo è tutto un sogno. Davvero è passato il Duca e ci ha detto di seguirlo?
ERMIA Si, era con mio padre
ELENA E con Ippolita
LISANDRO Ci ha proprio ordinato d seguirlo
DEMETRIO E allora non c’è dubbio, siamo svegli. E allora seguiamolo e per la strada ci racconteremo i nostri sogni
(Escono tutti )
SCENA II - Casa di Cotogna
Entrano COTOGNA, FLAUTO, CONFORTO e NASONE
COTOGNA Qualcuno ha notizie di Bottone ?
CONFORTO Nessuno ne ha saputo più niente. L’hanno stregato, ve lo dico io
FLAUTO Se non ritorna non si fa nemmeno la recita, giusto?
COTOGNA Eh sì, nessun altro saprebbe fare un Piramo così.
FLAUTO Sicuro! Lui è il più bravo fra tutti gli artigiani di Atene
COTOGNA E anche come fisico, è il più dotato per non parlare della voce, dolce come uno zuccherino
NASONE (guardando fuori) La cerimonia è finita, il duca si è sposato e con lui si sono sposati anche altri due o tre gran signori e signore. Se potevamo recitare adesso sarebbe stata la nostra fortuna
FLAUTO Quel minchione di Bottone! S’è perso una pensione a vita di dieci soldi al giorno; perché il Duca, che m’impiccassero, ma dieci soldi glieli avrebbe assegnati certamente dopo averlo sentito fare Piramo.
Entra BOTTONE
BOTTONE Dove eravate ? Che fine avete fatto ?
COTOGNA Bottone! Che fortuna ! Oh, che momento!
BOTTONE Non sapete! Non sapete cosa mi è successo. Vi devo raccontare
COTOGNA Dicci tutto, siamo tutt’orecchi
BOTTONE Non parliamo di me ora. Il Duca ha finito di cenare, perciò prendete la vostra roba, i costumi, le barbe e andiamo a palazzo. Ognuno ripassi la sua parte ché il nostro dramma è stato scelto per essere rappresentato subito. Tisbe, mettiti una camicia pulita; e tu leone non tagliarti le unghie, perché se no dove stanno gli artigli? E soprattutto non mangiate aglio o cipolla, ché l’ alito dev’essere dolce e gradevole come dolce e gradevole dovrà essere la nostra recita. Ma basta con le chiacchiere. Andiamo!
(Escono)
ATTO QUINTO
SCENA I - Palazzo di Teseo
Entrano TESEO e IPPOLITA
IPPOLITA Teseo, è molto strano il racconto di questi amanti.
TESEO Più strano che vero. Io non ho mai creduto alle storie di magia. Ma gli innamorarti sono come i pazzi. Hanno il cervello che bolle e una fantasia così grande da riuscire a immaginare più cose di quante la ragione ne accetti. Il pazzo, l’innamorato e il poeta sono fatti solo di immaginazione. Il primo vede sempre più diavoli di quanti ne contenga l’inferno, l’innamorato riesce a vedere anche nella più brutta la bellezza di un’Elena di Troia e il poeta, contemplando la terra e il cielo, riesce, con la sua penna e con la fantasia, a dare al vuoto nulla una casa e un nome. La fantasia fa di questi scherzi. Se si immagina una gioia se ne crea anche la causa o se di notte si ha paura, è facile che si scambi un cespuglio per un orso
IPPOLITA Però quello che è successo la scorsa notte, il fatto che tutti siano stati sconvolti allo stesso modo, prova che in questa faccenda c’è qualcosa di più della sola fantasia, qualcosa di autentico, anche se strano e prodigioso
TESEO Eccoli, i nostri quattro amanti,pieni di gioia e di allegria.
Entrano Ermia, Lisandro, Demetrio ed Elena
Felicità a tutti! Gioia e giorni d’amore accompagnino sempre i vostri cuori.
LISANDRO Più che sui nostri, possano giorni felici vegliare sopra i vostri augusti passi, la vostra tavola e il vostro letto
TESEO E allora, con quali divertimenti vogliamo far passare il tempo eterno fra la cena e il momento di andare a letto? Ho qui un breve sommario dei vari passatempi preparati. (Legge) La sanguinosa battaglia dei Centauri cantata da un eunuco ateniese con una cetra”. Questa no, vero? E allora “L’orgia delle Baccanti che nella loro furente ebbrezza dilaniano il cantore tracio”. Roba vecchia, L’ho già vista recitare quando tornai vittorioso da Tebe. “Le nove Muse in lutto per la morte della Cultura per fame”. Questa dev’essere una satira acuta e pungente, ma non s’addice a una festa nuziale. “La lunga e breve storia dell’amore del giovane Piramo per Tisbe: farsa tragica”. Lunga e breve! Tragedia e farsa! Come ghiaccio caldo o neve bollente.. Come farà ad armonizzarsi un tale disaccordo?
EGEO Pare che si tratti, mio signore, di un’opera di una decina di parole in tutto, eppure ci sono dieci parole di troppo perché, non c’è per tutto il dramma una parola al posto giusto e non c’è un solo attore tagliato per la sua parte. E’ tragica perché Piramo alla fine si uccide, il che dovrebbe far piangere, ma lo fa dal gran ridere per quanto è sconclusionata la messa in scena
TESEO E chi sono gli attori?
EGEO Una banda di artigiani, che mai finora hanno usato il cervello. Oggi però si sono dati un gran da fare per allestire questa tragedia in vostro onore
TESEO E noi la ascolteremo
EGEO No, mio signore, non è roba per voi. Ho avuto occasione di sentire la prova generale e vi posso assicurare che non vale niente. A meno che non si trovi divertente lo sforzo esagerato ed il penoso impegno messo in atto per rendervi omaggio
TESEO Voglio sentirla quest’opera. Non può esserci niente di male in quello che è offerto con devozione e ingenuità Falli entrare; e voi, signore, prendete posto.
Sistemano le sagome e vanno a prepararsi
IPPOLITA Non mi piace vedere dei poveretti affannarsi a superare le proprie incapacità, tanto da rendere inutile l’ entusiasmo che li ha mossi
TESEO No, no, tesoro, non vedremo questo.
IPPOLITA Ma se ha detto che come attori non valgono niente !
TESEO Tanto più noi saremo gentili e li ringrazieremo per questo niente. Il divertimento starà nell’intendere quello che loro fraintendono. L’animo nobile guarda all’intenzione e non al risultato. Quante volte, durante i miei viaggi, i più dotti sapienti mi hanno accolto con discorsi, interrotti a metà dall’emozione e ho visto la loro consumata arte oratoria ammutolire prima di riuscire a darmi un semplice saluto. Eppure in quel silenzio, in quella modestia, in quel timore reverenziale io ho colto un “Benvenuto” ancora più caldo che se fosse stato espresso con un’eloquenza presuntuosa e impertinente…. Quando volete, signori, potete cominciare …
Tromba. Entra COTOGNA che interpreta il Prologo
COTOGNA In questo momento io rappresento il prologo e vengo ad avvertire che se diremo qualcosa di offensivo, lo facciamo con tutta l’intenzione. Persuadetevi che non siamo venuti per offendere, ma con tutta la volontà di farlo. Dimostrarvi la nostra semplice arte, questo è il principio del nostro fine finale, visto che veniamo non con l’intenzione di piacervi, ma a vostro dispetto, per il vostro diletto noi siamo qui. Gli attori è gente alla buona, e dalla loro rappresentazione saprete tutto quello che forse sapete già.
TESEO Non mi sembra che ami molto la punteggiatura.
IPPOLITA Sembrava una catena ingarbugliata: niente di rotto, ma tutto fuori posto.
Entrano, preceduti da un trombettiere come nelle pantomime, PIRAMO, TISBE, il MURO, il CHIAR-DI-LUNA e il LEONE
COTOGNA/PROLOGO Gentili spettatori, forse resterete meravigliati, ma poi state sicuri che vedrete tutto chiaro. Questo è Piramo e questa bellissima donna è Tisbe, quest’uomo imbiancato con la calcina è il Muro, il perfido Muro che separa i due amanti; ed è proprio attraverso una … una …
BOTTONE Crepa
COTOGNA Io?
BOTTONE No, il muro
MURO Io?
BOTTONE No, una crepa nel muro
COTOGNA Ah si E’ proprio attraverso una crepa nel Muro che i due poveri amanti, sussurrano tra di loro. Quest’altro, con la lanterna in mano, interpreta il Chiaro di luna perché se proprio volete saperlo, questi amanti si diedero appuntamento proprio al chiaro di luna, alla tomba di Nino, per scambiarsi promesse d’amore. Questa mostruosa fiera, che si chiama “leone”, fa fuggire spaventata la povera Tisbe, giunta per prima al luogo dell’appuntamento; fuggendo perderà il suo mantello e il cattivo Leone lo macchierà con la sua bocca insanguinata. Subito dopo arriva Piramo, un giovane gentile e prestante,
BOTTONE Molto prestante
COTOGNA Molto prestante e trova lacerato dal Leone il mantello della fedele Tisbe, per cui con la sua spada, con un gesto di coraggio
BOTTONE Nobile coraggio
COTOGNA … nobile coraggio, si squarcia il fervido e sanguigno petto. Tisbe, ch’era rimasta ad aspettarlo, nel vederlo, tira fuori il suo pugnale, e si uccide anch’essa. Per il resto, lasciate che il Leone, il Chiar-di-Luna, il Muro e i due amanti vi raccontino tutta la vicenda, quando si troveranno sulla scena.
(Escono tutti, meno il Muro)
TESEO Mi chiedo se il Leone parlerà.
IPPOLITA Non ci sarebbe da meravigliarsi
MURO Come avrete capito in questo spettacolo, il sottoscritto, di nome Nasone, deve rappresentare un muro. Immaginate quindi che il muro ha un buco attraverso cui i due innamorati, Piramo e Tisbe in gran segreto, si parlano e sospirano. Questa calce e questo intonaco vi fanno capire che il muro sono io, come se fossi un muro vero e questo è il famoso buco attraverso cui i due innamorati, Piramo e Tisbe in gran segreto, si parlano e sospirano
TESEO E’ il muro più intelligente che abbia mai visto!
Entra PIRAMO
PIRAMO O buia notte, o notte tanto notte!
O notte che ci sei quando il giorno non c’ è.
O notte, o notte!
Ahimè, ahimè, che Tisbe, la mia amata
del nostro incontro, forse, s’è scordata!
E tu, muro, mio caro, muro amato,
che a dividere noialtri sei alzato
fammi vedere il tuo buco, ond’io
possa veder dal buco l’amor mio”.
(Il Muro apre le dita a “V”)
Grazie, muro, grazie in ogni dove
Pel tu servigio ti benedica Giove
Ma che vegg’io?…Veggo,la mia Tisbe che non c’è
muro cattivo, che attraverso te
letizia porti. Muro tu sia maledetto,
che mi nascondi l’amor mio diletto!
TESEO Un muro così sensibile dovrebbe quantomeno rispondergli
PIRAMO No, signore, il muro non risponde. Le sue parole “l’amor mio diletto” sono l’imbeccata per Tisbe; infatti a questa battuta lei deve entrare in scena, e io la spio attraverso il muro. Succederà proprio questo, vedrete : eccola che viene,infatti.
Rientra TISBE
TISBE “O muro, vil custode dei miei pianti amari
ché da Piramo, mio amato mi separi!
Quante volte il mio labbro di ciliegia ti ha baciato
Ha baciato i tuoi sassi e di calce si è imbrattato
PIRAMO “Vedo una voce: alla fessura in fretta
“per veder Tisbe vo’ come saetta.
“Tisbe, sei tu?”.
TISBE “E tu sei l’amor mio ?”
PIRAMO Sì, sono io;, l’udito non t’inganna.
Io son l’amor tuo e tu sei la mia manna
Oh, baciami attraverso il buco di questo vile muro.
TISBE Bacio il buco del muro, ma non bacio te.
PIRAMO Vuoi incontrarmi , dimmi sì , quanto prima alla tomba di Ninì?
TISBE Vengo subito, all’istante, o mia vita, o dolce amante
(Escono Piramo e Tisbe)
MURO A questo punto io, Muro, ho finito la mia parte, e, ciò detto, il Muro se ne parte.
TESEO E il muro è stato abbattuto
IPPOOLITA Se l’è meritato. Era un muro così curioso…. È la cosa più puerile che abbia mai visto
TESEO Il meglio, in questo genere di cose, è sempre nascosto, e il peggio non è peggio se ci si mette un po’ di fantasia.
Rientrano il LEONE e CHIAR-DI-LUNA
LEONE Voi, dame, voi, il cui nobile cuore si spaventa a vedere un piccolo topolino strisciar sul pavimento, potrete forse tremare adesso qui, quando sentirete ruggire un leone selvaggio e feroce. Sappiate allora che a ruggire così sarò io , Conforto, stipettaio, Mi sono messo solo addosso una pelle di leone, perché se fossi venuto davanti a voi come un leone vero guai a me!
TESEO Un leone gentile, non c’è che dire
IPPOLITA Quanto a coraggio, però, sembra una volpe
CHIARO DI LUNA Questa lanterna rappresenta la luna
TESEO Avanti, luna !
CHIARO DI LUNA Tutto quello che devo dire nella mia parte è che questa lanterna è la luna; io sono l’Uomo-Luna;
Rientra TISBE
TISBE “Questa è l’antica tomba di Ninì, ma l’amor mio, ahimè, non vedo qui!”.
LEONE (Ruggendo)
“Ahum! Ahum! Ahum!”
(Tisbe scappa e perde il mantello)
IPPOLITA Ben ruggito, leone, Molto bene
TESEO E brava Tisbe, ben fuggita anche lei!
IPPOLITA E anche Chiar-di-Luna. Questa luna non poteva brillare meglio.
(Il Leone fa a pezzi il mantello di Tisbe)
TESEO E perché il leone ha lacerato male il mantello?
Entra PIRAMO
PIRAMO O dolce, splendida, meravigliosa luna
Che rischiari la notte come mai nessuna
Mandami un raggio splendido e abbagliante
Fammi vedere Tisbe, la mia amante”.
(Vede il manto di Tisbe a terra, insanguinato)
Ah, fato funesto,
cosa vuol dire questo?
Piramo sfortunato
Com’è triste il tuo fato
Occhi miei, guardate!
Possibile il pensate ?
Oh, mia dolce donzella,
come!, la tua mantella
vede il mio occhio e langue
tutta piena di sangue!…
Fuori, mia spada, dal mio corpetto,
scendi di Piramo nel fiero petto,
spacca il suo cuore
come fosse un panetto
(Si trafigge)
Muore così ,
Piramo, oh sì!…
Anima vola,
voce languisci,
nel cielo tetro,
Luna, sparisci!
(Esce Chiar-di-Luna)
Morto son io,
a tutti Addio!
Piramo vola
Senza parola
(Muore)
IPPOLITA Ma il Chiar-di-Luna è andato via prima che Tisbe sia tornata a cercare l’amante!
TESEO Ci penseranno le stelle a farle luce. Eccola, la sua tirata chiuderà la tragedia
Rientra TISBE
IPPOLITA Spero che il lamento non duri a lungo
TISBE Dormi amor mio? Ma cosa vedo?
Il mio dolce amore fatto allo spiedo?
Parlami orsù, Piramo amato
Più non mi sente il suo bianco orecchio
Più non mi vede il suo verde occhio
E queste guance di un ’sì bel rosso
Sembrano scabre rive di un fosso
Urlate amanti i vostri pianti
Lingua stai muta, più non parlare
Resta una cosa ormai da fare
Spada a me vieni, lieve e profonda
Nel cuor di Tisbe la lama affonda
(Afferra la spada di Piramo e si uccide)
Amici addio, son giorni amari
Tisbe saluta tutti i suoi cari
(Muore)
BOTTONE Vi piacerebbe, ora, vedere l’epilogo con una danza finale ballata da due dei nostri attori?
TESEO Niente epilogo; il vostro dramma non ha bisogno di scuse. La morte ha già scusato i vostri personaggi. Però se chi l’ha scritta avesse fatto la parte di Piramo e si fosse impiccato con il suo reggicalze sarebbe stata una bella tragedia. Ma lo è stata lo stesso. Complimenti. Una recita memorabile.Ma sono scoccati i dodici colpi. A letto! E’ l’ora delle fate! Vorrà dire che domattina dormiremo quel tanto di più, che basta a ricompensarci del sonno rubatoci dalla veglia di questa notte. A letto. Questa nostra festa durerà ancora due settimane. Ci sarà tempo per altre danze e notturni svaghi
(Escono tutti)
Entra PUCK
PUCK
Se noi ombre non vi siam piaciuti
Provate a immaginare d’averci veduti
In sogno,
e che la nostra visone altro non sia
Che puro frutto della fantasia
Se giudicate vuota e sciocca la vicenda
Gentile pubblico faremo ammenda
E se dimostrerete a noi clemenza
Rimedieremo alla nostra ignoranza
Lo dice Puck, folletto un po’ infingardo
Ma onesto fino in fondo e mai bugiardo
A tutti buonanotte dico intanto
Lo spettacolo è finito, e anche l’incanto
Col battere sincero delle vostre mani
Dateci la speranza che domani
Si possa migliorare il nostro canto