Solo cento volte

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“ SOLO CENTO VOLTE “

di Emiliano De Martino

Tutti i diritti riservati

-depositato alla SIAE il 28/10/2011 num.posizione 197116

-PERSONAGGI : N° 4 UOMINI – N° 2 DONNE

-ATTO UNICO

-NOTE DI REGIA :

-Il testo è sviluppato su un Fil-rouge di leggerezza e divertimento, lasciando comunque spazio alla rifressione nel senso piùstretto del termine. Descrive una sindrome reale e rarissima del
ramo psichiatrico “la sindrome di GANSER”, che dal 1848 ad oggiconta solo 100 casi accertati.
E’ la storia di Lorenzo, un giovane psichiatra ossessionato dalla sindrome, riesce ad individuare la malattia in due dei suoi pazienti. Sasà un ragazzo impulsivo e cupo sempre affiancato dalla figura fraterna e più solare di Piero; e Camilla cinica e depressa anch’ella affiancata dalla bella e sorridente sorella Susy. Le loro sono solo visioni? Esistono davvero? È la lotta Del dott. Lorenzo Malena contro il “Ganser”, un corpo a corpo, una figura presente e tangibile, come “IL Mostro” che la nostra mente riesce a creare difronte alle paure più oscure.

DESCRIZIONE DEI PERSONAGGI

CAMILLA: bassina,portamento goffo e caratterialmente buia e ribelle, ma allo stesso tempo non poco sensuale, anzi ha un forte ascendente verso il sesso opposto…ma la sua vita trascorsa e le influenze negative della sua apparentemente semplice infanzia ma in realtà devastante alla sua formazione l’hanno portata ad essere cio’ che vediamo.

SUSANNA: esattamente l’opposto di Camilla, attenta alla forma fisica, solare caratterialmente socievole e disinibita…per lei il passato non esiste, lei vive esclusivamente per il presente e la sua difficoltà più grande è il rapportarsi con la sorella quotidianamente con la quale condivide tutto, casa,lavoro…amicizie..ma non la visione della vita.

PIERO : corporatura normale,capello sempre pettinato e faccia da bravo ragazzo, all’apparenza è un simpaticone , giocoso e sfacciato ma vive il rapporto col fratello come un’eterna lotta un dover dimostrare a tutti i costi la sua acutezza lo rende a volte buffo ed ingenuo.

SASA’ : un tipo , apparentemente trasandato ma dal suo punto di vista tutto è sempre come ha deciso che fosse…il suo aspetto, il suo modo di essere, il suo esternare continuamente al fratello la sua superiorità non solo d’età bensì di ruolo nella loro vita comune lo rende spesso crudo e allo stesso tempo ironico.

DOTT.MALENA: sguardo attento e sempre scrutatorio, psicologO/A e psichiatra di professione , si rapporta sempre ai suoi pazienti in maniera molto professionale ma non distaccata, si pone al paziente in base alle problematiche dello stesso, cerca di metterlo a proprio agio, in tutto.

GANSER : è una figura pregna di carica emotiva, energia pura e impulsività. La sua presenza in scena è la chiave che apre allo spettatore il susseguirsi delle crisi psichiche e lo stato di calma che caratterizza i due pazienti in cura.

LA SCENA

La scena è composta da 1 scrivania , 1 letto singolo , 3 sedie (2 uguali) , 1 sedia da dietro la scrivania, 1 lampada, 1 stampa dell’ultima cena ( di Leonardo), 1 chais-long, 1 sgabello.

p.s. DX e SX si intendono guardando il palco dalla regia

SCENA 1

TR.DISCO-sipario-controluce tappeto+cono ghiaccio tappeto

su cambio musica si aggiungono controluce studio / contr.camera con rispettive lampade

Lorenzo si china e BUIO TOTALE, solo torcia antonio, lorenzo si rialza via torcia e MEMORIA DISCO (tutti i controluce)+strobo+tagli proscenio+leggero cono DX

P : buonasera … che fai? Che fai?

C : eh che faccio ballo che n’o vedi? 

P : si si lo so , dicevo … bevi qualcosa? Facciamo due passi, ce fumamm’ na sigarett’ e   po’  …. (occhiolino ambiguo)

C : e che me rappresenta sto ( rifà l’occhiolino) ma che poco poco ce stai a provà?

come te chiami te?

P : Piero..per gli amici

C : e per i non amici ?

P : ehh niente si nu so amici … nu me sanno e si nu me sanno che  me chiamman a  ffa?

I due ridono lei è un po’ perplessa nel vederlo così tronfio di piacere, ma il piacere di lui è rivolto al fratello che ha osservato la scena e  Sasà mentre sta per accendere una sigaretta è Susy ad andare da lui…

S : ciao, hai da accendere?

Sasà: certo …( e accende la fiamma)..

S: Grazie

Sa :  ( rimane un po’ con la fiamma accesa) e che amma’ fa nu falò…?

S : come scusa?

Sasà : non volevi fumare? Mi hai chiesto se ho da accendere.

S : no grazie non fumo … era tanto per attaccare bottone …( sorridono) sei nuovo di

    qui? Non ti ho mai visto..io vengo spesso qua

Sa : si non vivo qui a Roma ci vengo ogni tanto per lavoro.. poi non sono il tipo da      discoteca è mio fratello che m’ha fatt’ na capa tanta..ma stasera mi andava di bere qualcosa e devo dire che non ho fatto male a venire..

( lei trema lui si toglie la giacca e gliela porge lei stupita accetta la gentilezza)

lui mette la giacca sulle spalle di susi ma la giacca cade a terra in un unico cono di luce che la sottolinea

buio lento /attraversamento del palco dal Ganser e cambio ambiente C.A.

memoria studio

                                                                      SCENA 2

Dott. Malena sistema lo studio srotola la carta sulla chise lounge da terapia ,  si siede alla scrivania dove su di essa c’è il plastichino con scritto Dott. Lorenzo Malena,guarda l’agenda capisce chi è il primo paziente e comincia a prepararsi … prende un raccoglitore, lo apre. riepiloga il lavoro fatto fino a quel giorno e si siede in attesa  della prima paziente della giornata. prende il telefono e compone un numero e riattacca

QUANDO RICOMPONE IL NUMERO SCEMA LA MUSICA

M : buongiorno dottor Mazzi, si la chiamo per avere notizie di quel meeting che vorrei fare con tutti voi..i massimi luminari italiani della psichiatria, ma io….dicevo io… volevo solo dire che io sto seguendo con estrema attenzione la mia paziente affetta dalla sindrome…si si d’accordo…sospetta, molto sospetta sindrome…(mi può attendere un attimo?) certo..attendo in linea….. TR.ATTESA TELEFONICA ¾ SEC.

eccomi poi ci sarebbe anche l’altro paziente..per favore io ho bisogno di esporre la mia teoria , …la richiamo lunedi…d’accordo…grazie …buona giornata dottore.

                                                                  SCENA 3

Bussano

M : avanti, buongiorno … come sta?

C : chi?

M: lei

C : ahh io..bene grazie..oddio bene..si stavo bene nu stavo qua..è che oggi me sento tutta sballottata … me sento … me sento … scecherata …

M : ( sorriso finto la invita a sdraiarsi)allora mi dica, mi dica sta funzionando questo nuovo metodo nel rapportarsi..sta pensando di uscire come le ho detto di fare? Si sent

C : ahhh dotto’ ma che te posso fa na domanda?

M : certo

O: ma che hai combinato ai capelli? Ma che gnente gnente fai e zozzerie su sto lettino quanno nu ce sto io?? Ohhh a me me fa schifo … pe sicurezza ce posso mette n’artro strato de sta specie de carta igienica pe elefanti???

M : ma che dice faccia pure..

C : sa com’è non è maniacalità la mia è prevenzione…io comunque da oggi te vojo parlà der prima…fino ad oggi abbiamo parlato de come vivo il presente, di quello che mi piace e quello che me fa schifo, di quello che me fa n’cazzà e via dicendo…ma mo’ vojo aprimme voglio fare uscire da dentro sto corpo tutta sta monnezza che me pesa come n’sercio…

M :  what?come un ?

C : sercio!!ahhh annamo male dotto’…a proposito che s’offenne se a chiamo pe nome? Come te chiami?

M :my name is lorence

 C : si ma pure te dammi del tu, chiamame Camilla , se ogni vorta che parli me ce vo un tempo per realizzà che parli con me e non co n’artro..

M  : va bene Camilla. parlami di questo sterco.

C : sto che?

M : lo sterco che dici di avere dentro di te.

C : ma che stai a di? Ma che mo dentro c’ho o sterco..er sercioo, un sasso un macigno!! Ammazza sei de coccio pure te..famo na cosa..te resta la appollaiato sul trespolo e io te parlo..sai come me vorrei libberà? C’hai presente quanno te schiacci i brufoli e te schiacci a puntina bianca e te esce fori tutta qua robba? Così! tieni ben impressa questa immagine ok?

M : mmhh no grazie del suggerimento. parla parla inizia da dove vuoi,delle cose che ti piacciono, della tua infanzia

C : ecco, io sono profondamente legata alle cose anche a quelle più vecchie e luride che nu servono a n’cazzo conservo tutto…pure sta treccia che mi madre me fece taglia’ quanno c’avevo 12 anni perché c’avevo i pidocchi, figuriamoci ai ricordi alle emozioni, ai dolori passati..io c’ho na sorella se chiama Trusiana ma se fa chiamà Susanna pecchè deve fa la figa, lei è bella pe carità chi lo nega, ma è così superficiale, dice che io so come un cesso perché accolgo tutti i rifiuti che un uomo normale butterebbe senza problemi, ma che ce posso fa se nu ce riesco?

Devi sapè che io e trus…susy siamio gemelle ma nu semo monozigote…peccato da na parte ma mejo dall’altra almeno i primi 9 mesi de vita me so fatti n’santa pace,io so nata a mezzanotte e 17 ossia alle 00.17 di venerdi 13 novembre  semplici numeri all’apparenza ma hanno influito in maniera catastrofica sul mio oroscopo astrale.

SQUILLO TELEFONO ( 3 SQ.) Casa dei ragazzi, Sasà risponde al telefono

MEMORIA CAMERA

S : pronto, si, si…. Quando devo venire? Domani alle 8.00in punto in via Bari 18, 4°piano  e solita procedura. grazie a domani.

MEMORIA STUDIO

C : so nata de culo e venni fori corta, viscida e sottile tanto che sembravo n’anguilla mi madre appena me vide se mise a piagne, ma a cosa che ancora me porto dietro è na strana malattia che credo di avere, ho fatto delle ricerche su “ io dottore” e sono affetta da una rara forma di PINGUEDINE INFANTILE..

M : cioè? Scusi se interrompo il suo schiacciamento di brufolo ma devo capire..

C : so rimasta nanaa!!ma che nu me vedi?!

M : dove ha vissuto i suoi primi anni ?

C : ho passato la mia infanzia in una pensione, i miei dopo il matrimonio decisero di lasciare la carriera artistica, erano circensi, mi padre domatore de tigri…dice..io nu ce credo..nu c’ha manco na foto, mi madre era na specie de valletta che portava a bacchetta a mi padre e sorrideva…va bbè, se so presi in gestione nA’ pensione a bufalotta e quello è stato il mio inferno…ti giuro Malè crescere in un pensione è na tragedia è destabilizzante pe na bambina, gente che entra che esce è come crescere alla stazione centrale solo arrivi e partenze nu facevo n’tempo a affezzionamme a quarcuno che se n’annava!! Io ero na specie de bestia..sai quei cani randagi..che come gliè fai na carezza te se appioppa..ecco io ero così…e tutti mi schifavano.la vicinanza de mi sorella nu me ha aiutato pe niente poi.. ogni notte na camera diversa nu ja potevo fa…avevo scelto come posto mio er mega zerbino di benvenuto da’pensione…e me ricordo che quanno arrivava qualche cliente a ore…de notte e me trovava la e doveva fa un giro più lungo pe passà sentivo co a coda d’orecchio ma che quer coso peloso ? ammazza che cesso…invece vedi quella bimba li che gioca con l’ascensore…che bella sembra un angioletto…e pure mi madre me sa che preferiva  susanna perché la vedeva molto femminile, aggraziata dato che mi madre de femminile nu cià niente…ha du occhi grandi , na fronte gigante e na bocca talmente grande che me pare n’cavallo…ero l’unica bambina che pur avendo un domicilio mi sentivo una senzatetto, quella precarietà mi gettava nello sconforto,tutti i miei averi me li tenevo in un cartone e me lo tiravo dietro tutto il giorno con a cordicella, come na tartaruga cor guscio..mi sorella invece sempre felice, sempre entusiasta, ma che cazzo c’avrà avuto da ride..ancora oggi nu riesco a capillo.

Sale la musica Camilla continua a parlare per un  po’…Dott.Malena guarda l’ora si alza la interrompe la invita ad uscire. Camilla saluta esce,  il Dott.Malena si sistema  e torna a sedersi ,pensa è stanco cerca di capire…scrive…prova a telefonare a qualcuno..poi prende un paio di libroni e inizia a spulciarli e a riempirli di postit e segnalibro poi si addormenta. cambio luce (giorno-notte) scende la musica bussano. SI sveglia di soprassalto.. Se ne avvede e esclama fra i denti, ‘shit!’. Sentiamo bussare ancora. Si ricompone alla meglio ..

TR.PASSEGGIATA DA ZERO A 100 GRADUALE +  LUCE TAPPETO

orologio 12 ore avanti EFFETTO NOTTE/GIORNO

QUANDO LORENZO DORME SFUMA MUSICA E RITORNA MEMORIA STUDIO

SCENA 4

M : avanti, avanti prego..ahh bene Camilla sempre puntualissima (ironico)

S :  buongiorno!! Come sta?

M : ma non dovevi darmi del tu?

S : ok…Io benissimo oggi è una giornata bellissima, ho passato una notte strepitosa con un tipo che ho conosciuto ieri in disco..ma sono in ritardo? Scusi io sono sempre in ritardo,però detesto i ritardatari, odio quelli che si approfittano del mio tempo come se fosse meno prezioso del loro. in quanto al tempo degli altri non è colpa mia, ma non riesco proprio a stargli dietro.

M : prego si accomodi sul lettino

S : (si sdraia…annusa un po qua e la) ma, ma… c’è un odore strano che mi sembra di conoscere…

M : oddio scusi non ho cambiato il foglio di carta sul lettino, un attimo e provvedo

S : ma no, perché, danneggiare l’ambiente, già questo pianeta è pieno di gas e zozzerie vogliamo contribuire anche noi a distruggerlo?

M : ah va bè se non le fastidio allora..

S : scusi dottore ma non ci dovevamo  dare del tu…

M : ma certo ..come vuoi…( guardando sull’agenda)Camilla

S : cosa?

M : (pensando, capisce ) Trusiana, si, scusami.

S : meglio Susy

M : Susy, si..

S :  è più solare, sente che energia positiva che carica il solo pronunciarlo… dimentica trusiana… è una dei motivi che mi hanno portata a tagliare via il passato, anche quello più prossimo… al massimo la mia autonomia di memoria e di un paio di gigabyte… rapportati in tempo… siamo in 36/48 ore massimo.

Dott.Malena, ti posso fare una domanda? Ma tu cosa sei esattamente? Uno psichiatra, un sensitivo, uno psicologo, un podologo, sai io credo molto nella cromoterapia … quindi  se potessi vestirti un po’ più colorato sarebbe perfetto…

M: ci proverò,ma adesso parlami un po’ di te ma non come le altre volte, è proprio di questo rifiuto del passato che dobbiamo parlare, tu lo lasci dietro ma così ti perdi tante cose, tanti ricordi, emozioni che sono preziose.

S : sono d’accordo, d’altronde se sono qui è per questo, per affrontare quegli ostacoli che solitamente non supero, ma evito.

Dott.Malena : ecco la prima regola è “ evitare di evitare”…

S: (la scrive)… ci sto, ecco Dott.Malena vedi io detesto il passato, io amo la roba di giornata, se una sta sempre a guardarsi indietro trova una caterva di cose storte per le quali crucciarsi, ogni volta che mi sovviene una preoccupazione penso subito che comunque andrà finirà e che presto arriverà un altro presente bello e pulito, io sono serena Dott.Malena ho un bella luce dentro di me, un bel paio di mutandine colorate sotto di me…le vuoi vedere?

M : no, hai una sorella vero?

S : si chiama Camilla, lei si ricorda tutto…non butta via niente ne di materiale ne di memoria, è un archivio di schifezze lei..in confidenza sai come la chiamo? CESSO!e per forza accoglie tutti i rifiuti dell’umanità.

la voce di lei va in playback e lui si palesa con il suo ragionamento..

Dott.Malena : io non so se è giusto questo mio modo di assecondare il suo bipolarismo. trattare la paziente come fosse la suo proiezione aiuta lei nella descrizione delle sue visioni ma confonde me. Che faccio? Perché non mi date retta pezzi di merda! Luminari  un cazzo!

gioco di playback inverso Malena si spegne e susi riparte

Pero’ se proprio ti devo raccontare il mio passato, pensandoci bene, non ho ricordi brutti, la mia infanzia è stata meravigliosa e mi ritengo fortunata perché ho vissuto la più bella esperienza che una bambina possa desiderare: ho vissuto in un pensione. detto così può sembrare una cosa come un’altra; ma non è così. sai che vuol dire, che emozione si può provare giorno per giorno, nel vivere ogni singolo giorno come una nuova vita? Ogni notte poter dormire in una stanza diversa, non dover star li a rifare il letto, non avere l’orario per la cena, quelle cose tristi “alle 8 tutti a tavola puliti e pettinati!”. io mangiavo dove capitava, cosa capitava, al tavolo della suite imperiale o sulla lavastoviglie in cucina, e così ogni giorno mi inventavo una storia, una vita, un giorno facevo finta di essere la figlia del miliardario di turno il giorno dopo ero la figlia del lavapiatti. e ho vissuto una varietà di vite in quegli anni che mi hanno portata a non dover ne voler più vivere nel passato perché è stato talmente pieno di esperienze che il mio obiettivo oggi è solo quello di mantenere quello stile di vita,  io non ho tempo di piangermi addosso perché sono impegnata a costruirmi il mio oggi.

MEMORIA CAMERA A SCHIAFFO

                                                                 SCENA 5

S: Piero….Piero…ohhh ma che stai facenn?( Entra piero con la schiuma da barba )

P : ua  e che d’è che stai nervoso?

S : no ma quann’ te chiamm’ e a veni’ subito…se no che te chiamm’ a fa…??

P : dimmi, che c’è ?

S : domani lavoriamo, alle 8.00 in punto dobbiamo stare sul posto…

P : dove?

S : che…

P : do sta stu posto?

S : e pecchè o vuò sape’?

P : devo venire pure io?

S : e se capisce…ma devi guidare tu?

P : No…

S : o telefono o tengo io o tu?

P: ( indica col dito sasà)

S : e allora statt’ o posto tuoio. il capo sono io e tu devi solo venire con me! poi la procedura è la solita, la sai. a proposito e lavoro, io nu saccio’ quello che hai combinato ieri pecchè io me ne so juto  cu na tipa che ho conosciuto in discoteca, non dire niente a nessuno di noi, del lavoro, o ssai no?

P : uà e lo so, lo so, mica so scemo. io so n’ommo e parola…n’ommo CA panza…

S : ma chi tu?

P : eh!

S : ma vir a do a j…va te fa sta barba ca me pari grande puffo cu sta schiumm’ bianca nfaccia…e poi si dice omm’e panza no omm’ ca panza….ignorante!

CAMBIO MEMORIA A SCHIAFFO DA CAMERA A STUDIO

SCENA 6

Susy :  io credo negli ufo,credo nella vita extra terrena,non io amo viaggiare e amo perdermi le cose, adoro l’idea che una mia pinzetta per capelli sia rimasta in un cassetto pieno di sabbia a bora bora. non so perché ma mi riempie di gioia.

M : e cos’altro ti arreca gioia, libertà, dammi degli elementi pratici, dei dettagli su cui poter lavorare insieme. le tue passioni più intime, quelle piccole intendo, quelle cose che tutti facciamo perché sono le cosiddette “fisse” delle quali non parliamo mai. i nostri momenti veri.

S : mi da gioia il colore, io ho un asciugamano giallo per il viso che stimola il sistema nervoso, uno rosso per il bidet perché stimola la circolazione; l’acqua, io mica la bevo così. No! la metto in dei boccioni di vetro colorato, la magnetizzo. Camilla dice che io sono superficiale perché non mi fermo mai a pensare e a guardare il vuoto dentro di me, il fatto è che lei è internata dentro di se.

Dott.Malena : va bene, ma torniamo alla pensione, a quella fase della tua vita che è servita e ha contribuito a strutturare in te questo modo di essere, costituendo la tua peculiarità per eccellenza, ossia la positività. torniamo lì.

S :  L’ ALBERGO era una qualcosa di fantastico, gente che veniva che andava; i clienti mi adoravano, tutti mi coccolavano, mi davano caramelle. Camilla invece sembrava una barbona! aveva sempre un cartone ammuffito con le sue cose e se lo tirava dietro con una cordicella. ma le botte che ha preso dagli sposi quando si è presentata nel bel mezzo di un matrimonio con un cane infestato di mosche che si è tuffato sul trionfo di gamberi,  tirandosi dietro la cascata di prosciutto, l’hanno pestata come l’uva.

MUSICA DA 0 100 RAPIDAMENTE  TR.PAISA’+ MICROFONO

studio dottore, si vede M che rilegge gli appunti presi durante le sedute precedenti poi prende il registratore e preme REC

M: DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO DÌ PERSONALITA’, è incapace di gettare via oggetti consumati o di nessun valore anche quando non hanno nessun significato affettivo. Paziente n°1245. I sospetti riguardo all’effettiva manifestazione della sindrome di Ganser si fanno più fondati. Si nota che quella che in principio sembrava avere tutte le caratteristiche di una rimozione, si sta rivelando come  una profonda dissociazione, frutto dell’evento traumatico. Lo sdoppiamento che ne deriva crea una vera e propria proiezione, un individuo, un familiare, spesso fratello o sorella, che vive delle sue paure e dei suoi desideri.

CAMBIO AMBIENTE DA STUDIO A CAMERA + PICCOLO CONTROLUCE CAMERA

                                                                   SCENA 7

                                                                     

Camilla da una scatola sta osservando vecchie foto. è seduta a terra.Ganser dietro al letto

C : e ride lei…ride …ma che te ridi? Co sti boccoli sta bocca aperta…e io nu ce sto?...ma come? Me ricordo che ce stavo…

S : ci sei ci sei…(si avvicina a lei) eri nascosta dentro al secchio della spazzatura. vedi, qui? Ma tu, perché ce l’hai tanto con me?

O: io nu ce l’ho co’ tte…io ce l’ho co mme…nu faccio mai n’cazzo giusto..tu piaci a tutti , tutti ti cercavano tutti te volevano e a me? Mai nessuno..ma che c’avevo a rogna? E pure mamma e papà! sempre a tentare de darmela vinta ma per compassione mica pe’ affetto? mica gliene fregava tanto dei miei perché? L’importante che nu’ piagnevo. e io piagnevo, apposta!

Si asciuga le lacrime

Ieri ho conosciuto n’tipo. Caruccio, un po’ mbranato. nu m’ha voluto di tanto, nu m’ha detto che lavoro fa, ne de dov’è. certo d’accento nu me sembrava de bergamo. mezzo napoletano. forse se rivedemo. m’dato er numero. poi o’ chiamo

S : bene, brava! chiamalo subito! Che aspetti? che se ne trova un’ altra? Gli uomini vanno presi al volo, sono come gli uccelli: appena li lasci liberi volano via. goditi la vita.

G : TIN

C : ahhh e che palle ma che ricominci? (esce)

DA FUORI

Appena te do n’po de corda parti a razzo e fatti na chilata de cazzi tua … sempre a da consigli … ce o so ce o so che te sei perfetta, sei bella e figacciona … ma io so er fatto mio… o chiamo … ma quanno dico io … no quanno dici te! Ok? RIENTRA

QUANDO SUSY ESCE LENTAMENTE CAMBIO MEMORIA DA CAMERA A STUDIO

 E mo vattene che c’ho da ripercorre’…il giorno del 13° compleanno, mo me metto qua e penso a tutti i dettagli de qua giornata…e si sdraia..come ipnotizzata..

il Ganser SPOSTA LANCETTE IN AVANTI DI 3 ORE

M : ho pensato che una caramella ti può addolcire un po’ (gliene porge 2 tic tac e lei le prende e le mangia)

C : io a mi sorella mica a sopporto quanno fa a maestrina? Glie vengono e botte de sto cazzo..sa tutto lei, sempre a damme consigli, a dimme a cosa giusta da fa? Ma chi t’ha chiesto?pero’ nu ne posso fa a meno quanno nu ce sta me sento vota..me manca n’pezzo me manca ..nu so co chi n’cazzamme, almeno co lei so co chi pigliammela..lei nu se n’cazza mai, nu me risponne, ma da sempre vinta, me sorride e se ne va._Tranne OGGI. se ne annata ma con a faccia strana…e mica ho capita sta cosa..è a prima vorta che se ne va co qua faccia strana….

camilla si alza QUADRO UOMO VITRUVIANO VIA MEMORIA CAMERE E ON MEMORIA TAPPETO PIENO (QUANDO SI SCIOGLIE LA FIGURA RITORNA MEMORIA STUDIO

C : A Malè, che me dai n’artra caramella…so bone..

M : no basta troppe fanno male, a tutto c’è un limite, ci vuole misura e autocontrollo

C : ammazza sei pure tirchia e che t’ho chiesto ao’ pe na caramella…comunque Malè me sento n’ansia strana..come qua vorta che me so addormita sur tavolo da cucina dell’pensione..che c’avevo 14 o 15 anni  e era de notte so scesa n’cucina a quattro zampe pecchè volevo capì che se prova a cammina’ come un cane..volevo vede’ er monno dalla prospettiva de mosca..che era un cane tanto bono che me s’era tanto affezionato..avevo chiamato mosca pecchè era sempre pieno de mosche..a tutti facevo schifo…e dato che io pure facevo schifo a tutti ho pensato che eravamo fatti l’uno per l’altra…insomma stavo sur tavolaccio da cucina e m’è salita n’ansia, na voglia de fa quarcosa de strano, così che tutti potessero di è stata Camilla, damme finalmente un po’ d’attenzione…avevo pensato na cosa…volevo ammazza’ tutti cor gass…ho aperto er bocchettone e me so messa sul tavolo … quella sensazione un po’ me piaceva, un po’ me faceva paura..fatto sta che me so sturbata sur tavolo e la’ m’hanno ritrovata a mattina…m’ha svegliato er cuoco egiziano che m’ha detto…cazu fai subra u tavulo..scindi scindi..porca putana ca si mi vede papa tua me stacca culioni e sci scioca a bocci.. e tra il rincoglionimento der gas che me so respirata pe tutta a notte a puzza de cipolla appena tagliata da mustafà e a paura desse morta …me ne so annata nel bosco e pe tre giorni e tre notti ho dormito e mangiato erba…sembravo na capra…volevo vede’ che se provava a esse capra..e da quel *giorno quell’ansia m’è rimasta addosso…e ogni vorta che me viene senza un motivo logica corro a chiama’ mi sorella e me ce n’cazzo, m’aiuta a nu pensacce, me distraggo e il fatto che lei nu se n’cazza, che sorride sempre, me da fastidio al momento, ma in realtà me tranquillizza perché so che nu se offesa e che ce sta,sempre … quanno voglio io,ma ieri che se ne annata co qua faccia strana…m’ha destabilizzata….ah Manò …io da ieri nu l’ho più vista..e si nu torna? Io co chi m’encazzo? Come ma faccio passa’ a scimmia che me sale e me piglia a schiaffi er sistema nervoso…

M : bene, bene, Camilla…brava..sei stata molto acuta ed intensa oggi hai toccato dei punti molto significativi per quanto riguarda il percorso di retrospettiva che stiamo facendo…ora ci dobbiamo salutare…vai in camera,rilassati,e vedrai che susy torna…e se non dovesse tornare non è detto che sia un male…anzi..auguratelo…cosi’ comincerai finalmente a vivere la tua persona, a ragionare con la tua testa,e se la testa ti fa troppo male, senti quel fischio fastidioso e non sai come sfogarti mangiati una bella caramellina e vedreai che andrà subito meglio…ma solo se non riesci a farne a meno…altrimenti ingrassi ( sorride), ma ti aspetto domani alle 4…ok?puntuale.

PARTE DA ZERO TR.PASSEGGIATA SALE LENTA

C : e certo che va bene.(arrossisce…come le fosse stato proposto un incontro galante) .nu vedo l’ora…allora a domani…Malè…ma….me fai trovà altre caramelle? Te saluto bello…se vedemo domani a e quattro.puntuale!

CAMILLA ESCE + CONTROLUCE TAPPETO ganser mette orologio ore 16.10

via contr.tappeto ON MEMORIA STUDIO

SCENA 8

M : buongiorno potrei parlare con il professor Mazzi? sono il Dott Lorenzo Malena., grazie attendo….

Professore….no no non volevo disturbarla so che orario di visite ma non ho ancora avuto risposta per il congresso sulle sindromi rare…ricorda? io sto proseguendo con i due pazienti e siamo arrivato allo snodo dello sviluppo sintomatico.. io ho bisogno di capire come proseguire , devo sapere da che parte andare se bloccare queste loro ….ora però…prego…attendo..( un’attesa lunga + MUSICHETTA DI ATTESA  )…mi richiama lei…ma se lei….arrivederla..( chiude)

lorenzo compone nuovamente un numero, e capiremo che parla con la sua donna , inizia a parlare in inglese lentamente e la musica lo segue, cresce con il crescere del suo tono di voce fino ad accavallarlo…e lui si sfoga in uno sfogo pregno di rabbia e passione.

e nel lato opposto del palco ganser danza per tutto il tempo

la musica scende il suo tono anche la musica sfuma lui conclude dolcemente…riattacca si ricompone..

SCENA 9

bussano SFUMA MUSICA A ZERO

M : avanti avanti…        

Entra susy

S : scusa il ritardo o so che dovevo venì a e quattro ma c’era sciopero dei mezzi… e nel senso che ha scioperato mia sorella…ahaha…uhhhh…che corsa…però che bello me so presa un po’ de sole, l’aria de sti tempi è proprio bella…me riempie er core…

M : allora …caramella?

S : ammazza…grazie…

M : come dicevamo ieri stiamo facendo un bellissimo lavoro..ma dobbiamo approfondire anche un altro punto, la sessualità, il rapporto col sesso opposto…

S : io so venuta l’altro ieri comunque , mha io…… nu so stata mai fidanzata, ho avuto delle storie, di sesso principalmente, na botta e via ecco…e che io non ho tempo per tutte ste cose..io devo corre sempre avanti e indietro, e riempi i boccioni de vetro colorati per l’acqua, e lava asciugamani gialli …quelli rossi e o yoga, e mi sorella…mia sorella mi toglie l’anima…mi prende tanto tempo, tante energie, e una sanguisuga di energie…ma non riesco a farne a meno…non la lascio mai da sola, l’altra sera l’ho persa un po’ di vista perché l’ho portata con me in disco, ma ho conosciuto un tipetto un po’ tamarro…ma carinoo…un po’ strano, a dire la verità non mi ha voluto dire che lavoro fa, dove abita, come mai sta qua a Roma, comunque so riuscita a farmi dare il numero di telefono e quasi quasi lo chiamo..mia sorella dice che lo devo chiamà subito..ma a me nu me va…mica mo deve di lei quanno chiamà?ieri gli ho mandato un messaggino…così pe rinfrescargli la memoria e poi ho deciso che lo chiamo domani …in mattinata tra le 8.18 e le 8.39 che sono le coordinate fortunate del mio oroscopo de sto mese…portasse bene…oddio lui mi ha detto di non chiamarlo mai…solo in caso di vita o di morte…ma a me che me frega a quell’ora starà a dormi’…così magari rimbambito dar sonno me dice quarcosina in più…tipo che lavoro fa, andò abita,se è fidanzato..

CAMBIO MEMORIA STUDIO / CAMERA

SCENA 10

P : Volevo chiederti una cosa.

S :  Che fai lì fuori?

P Beh, stavo solo...

S :  E o cafè ?

P : mo o’  faccio.

S :  E ja, fallo.

P :  Si, adesso. (Si siede su una sedia. Rimuginando) Beh,non posso dire che stavolta non ci abbia fatto trovare un bel servizio c’è un servizio di tazze CHE è A FINE DO’O MUNNO. È a righe. C'è una riga bianca. (S legge). Devo dire che è proprio bello. (S gira la pagina). Sai, tutto intorno alla tazza. Intorno all' orlo. Per il resto è tutta nera. Anche il piattino è tutto nero, è bianco solo al centro, li dove appoggi la tazza. (S legge). Anche i piatti sono uguali, sai. Solo che loro hanno una riga nera... i piatti... di traverso, nel mezzo. Si, mi piace proprio questo servizio.

S : (sempre leggendo) Che te ne fotte dei piattini? Non sei qui per mangiare.

P :  Ho portato dei biscotti.

S :  Ti conviene  che te li mangi  in fretta.

P : Mi porto sempre qualche biscotto. O una fetta di crostata, o nu panino’ c’a frittata, se No  nu riesco a me piglià o’ cafè  senza niente.

S : (sbattendo giù il giornale) azz…!

P : Che è?

S : A otto anni uccide un gatto.

P :  Ma dài.( ironico) e sti cazzi nu c’ho mietti?

S :  Uccidere un gatto a otto anni! Ce vonno e palle!

P : più che altro ce vo nu gatto…

S : lo brucia con lo sguardo…

P : Ma come ha fatto a ucciderlo, quel bambino?

S : Era una bambina.

P : Come ha fatto? la bambi-na…

S : ( lo guarda come a far capire che è inutile fare lo spiritoso) giornale e lo legge attentamente) Non lo dice.

P Come mai?

S : ehhh si pesant’ o frate…aspetta.. (legge). Dice solo che... Il fratello, di undici anni, ha assistito alla scena dal capanno in giardino.

P : Ma dài!

S : Cazzo, ma è assurdo.

Pausa.

P : Scommetto che è stato lui.

S :  Chi?.

P : Il fratello.

S : Forse hai ragione. (Pausa. Sbattendo giu il giornale) Non male, eh? Un ragazzino di undici anni che uccide un gatto e dà la colpa alla sorellina di otto! tene e palle!

SCENA 11

C : Trusia’..Trusiaaa.. .oh nu sente mai…trusiana!!!mha! ( a bassissima voce) Susy

S : ( arriva subito) Camilla hai chiamato?

C : senti n’po’ susy ma te come o vedi er dottore..a me…me piace…co’ quei capelli quell’occhi!

S : ma quelle sono solo le apparenze , a me interessa quello che ha dentro, C : io nu t’ho chiesto quello che t’enteressa a te, nu comincià! Io volevo sapè solo come ce vedi insieme..a me e lui..

S : ma io insieme non vi ho mai visti…e sinceramente non vi ci vedo e non credo che tu possa essere il tuo tipo.

C : ahh e perché chi sarebbe il tipo suo? Tipo te?

S : ma io piaccio a tutti lo sai bene , poi mi guarda in un modo ..secondo me è già pazzo di me!

C : ohhh a come te chiami ? ma vedo d’annattene! Poi dici che so io, te voi pija pure er dottore? Pijatelo fai pure l’hai sempre fatto.io tanto c’ho er tipo d’a discoteca che se ne more pe’ mme!

S : hai finito? Io vado di la che devo riempire i boccioni blu per l’acqua che berrò domani , sai il blu magnetizza e stimola la serotonina e la serotonina produce adrenalina e l’adrenalina…

C : ohhh ( le tira una scarpa) e vattene, che pesantezza!

SUSY ESCE , CAMILLA MANDA UN SMS TR.SMS

SCENA 12

P : A che ora si faceva vivo? (S legge). A che ora si faceva vivo?

S : Ma che vuo’? Può essere a qualsiasi ora. A qualsiasi ora.

P : ah quindi adesso?

S : no ho detto a qualsiasi ora

P : adesso allora..hai detto ora?

S : ma ho detto pure qualsiasi però che fa nu conta? tu si scemo t’o dico io!

P :  (andando ai piedi del letto di Sasà) Beh, volevo chiederti una cosa.

S : Eh?

P : Hai sentito quanto ci mette a riempirsi lo sciacquone?

S : Quale sciacquone?

P : Quello del gabinetto.

S : No.

P : È pazzesco.

S :  E allora?

P :  Cosa pensi che sia?

S : Niente! Che dev’essere?

P : Niente?

S :  Non funzionerà il galleggiante. Che dici?

P : Non funziona cosa?

S : Il galleggiante.

P : Davvero?

S :  Secondo me, sì.

P : Ah! Non ci avevo pensato. (Va verso il  letto e prova il materasso) lo non ho dormito bene, e tu? Non è un gran che questo letto. E poi ci voleva un'altra coperta. (Si accorge di un quadro alla parete) SASà ma tu l’e visto? sasà ma tu le visto?

GANSER SI SENTE SCOPERTO POI SI RENDE CONTO CHE PARLANO DELLA FOTO E VA ALLO STUDIO

S :  (leggendo) Cosa?

P : La foto dei dodici apostoli

S : Cosa?

P :  C'è una foto qui dei dodici apostoli!

S : Il mio, ‘cosa’, si riferiva al fatto che la chiami foto. È la stampa di un famoso quadro: è ‘L’ultima cena’.

P : (osservando bene la foto) Di chi? Qui non lo dice.

S : Sì, sì, è ufficiale: tu sei scemo! Piè, e allora sto caffè?

Scena 13

CAMBIO MEMORIA DA CAMERA A STUDIO

OROLOGIO AVANTI DI UN ORA

M : senti cara oggi abbiamo poco tempo perché ho una serie di appuntamenti, ho pensato che dopo la seduta di oggi dobbiamo affrontare un periodo di astinenza totale, dobbiamo vedere come reagisci al distacco da me, dalla terapia.

S : (terrorizzata) ma come così all’improvviso, io mi dovevo preparare a questa cosa, me lo potevi dire prima,oggi ero così felice nel venire qua, me sentivo così bella infatti quasi quasi volevo chiamà a mi sorella che da ieri non l’ho ancora vista….ma comunque voi uomini siete tutti uguali…

M : ah tua sorella non si è fatta più viva?

S : no…zero…

M : ma le hai mangiate tutte e due le caramelle che ti ho dato ieri?
S : si pecchè me sentivo n’ansia, me sentivo giu’…ero sola…c’avevo voglia de un po’ de dolcezza…ingrassero’ un pochetto…ma che me frega…

M : ecco, ( scrive) senti cara, ho controllato un po’ di cose ieri dopo che ci siamo viste, e non mi risultano dei documenti , o meglio ce li ho ma non combaciano..

S : de che?

M : la tua famiglia aveva un pensione in via della bufalotta a Roma, Hotel Roma

S : aveva? Ha! ( agitatissima)

M : (le porge una caramella) ave-va-no fino al giorno dell’incidente…te lo ricordi?

G: fa un TIN

S : no..ma di che parli…te stai a sbaglià..

M :Camilla tu hai rimosso cose molto importanti, e piano piano dobbiamo riportarle alla luce, l’incidente non ti dice nulla? In quell’incidente i tuoi genitori e tua sorella hanno perso la vita e tu da quel giorno sei andata via di casa..sei stata portata qui dal fratello di tua madre e abbiamo iniziato un percorso che mi sta permettendo di valutare diverse opzioni e svariate strade possibili da intraprendere, esiste un disturbo dissociativo dove si sviluppano due distinti stati di personalità, dove si verificano vere e forti amnesie verso la personalità che si va a soccombere…cioè se io oggi ti dico questo e ti senti 1, domani probabilmente ti sentirai 2 e di queste parole non ricorderai assolutamente nulla…ma non volutamente…si chiama disturbo dissociativo di trance…alterazioni episodiche dello stato di coscienza(mentre il dott.parla Susy scioccata si alza non risponde, ora vai in camera, riposati , poi passero’ io a verificare le tue condizioni.

Ganser si alza dalla scrivania PARTE TR.PASSEGGIATA GRADUALMENTE ACCENDERE PASSAGGIO RETROPALCO CENTRALE E DOPO IL PASSAGGIO GANSER CAMILLA

MEMORIA CAMERA

 

SCENA 14

P : (Va verso il proscenio, guarda verso la platea, e poi si guarda in giro) lo non ci vivrei in questa topaia. Se almeno ci fosse una finestra

S : Che te ne faresti di una finestra?

P : Beh, a me piace un po' di vista. il tempo passa più in fretta. (Cammina per la stanza) Cioè, entriamo in una stanza che non conosciamo quando fa buio, ci dormiamo tutto il giorno, facciamo quello che dobbiamo fare, e poi quando ce ne andiamo, è di nuovo notte. (Pausa). A me piace guardare un po' fuori. Con questo lavoro è impossibile.

S : Hai le ferie, no?

P : Solo quindici giorni.

S : (abbassando il giornale) Mi fai morire. Sembra che lavori tutti i giorni. Ma quante volte ci capita un lavoro? Una volta al mese? Di che ti lamenti?

P : Si, ma dobbiamo sempre essere pronti, a disposizione. Non possiamo mai uscire di casa perché la chiamata può arrivare da un momento all'altro. Sul fisso poi neanche sul cellulare! Sul fisso! ma perché sul fisso?

S : perche’ questa è la regola

P : ho capito ma chi l’ha fatta sta regola?

S : mia nonna…

P : over ? a nonna faceva e regole?

S : no a nonna faceva e pastiere!! o dottor’ chi l’aveva fa?

P : si ma perché? ….io forse lo so…

S : sentiamo

P : perché è tirchio..

S : chi?

P : o’ dottore..chiamando a casa si risparmia, se sa che sul fisso costa meno..

S : sient’ Piero io te voglio bene, ma me fai preoccupà…

P : pecchè so giallo? ( toccandosi la faccia)

S : no si scem’! tu lo sai qual’è il tuo guaio?

P : Quale?

S : Non hai interessi.

P : lo ho moltissimi interessi.

S : Ah, si? Dimmene uno.

P : e femmene!

S : si e poi a parte e femmene?

P : e altri moltissimi interessi….

S :Sai quanti hobbies  ho io?

P : Non lo so. Quanti?

S : Leggo. Faccio le palline con le molliche di pane. Mi hai mai visto con le mani in mano?

P : No stai sempre con ‘ste molliche in mano!

 S : Non sto mai con le mani in mano. So come sfruttare il tempo nel migliore dei modi. E quando arriva la chiamata, io sono sempre pronto.

P : Non ti annoi mai?

S : Annoiarmi? E perché?

BUSSANO

S : Dica pure

M : dammi del tu

S : tu che vuo’

M : Ho fatto questa sangria

S : E io che dovrei fare

M : Puoi assaggiare e mi dici com’è?

 Gli porge da bere un misurino di succo di frutta in un recipiente solitamente usato per lo sciroppo. Sasà lo guarda.

S : Piero!

Piero esce seguito ad ombra da Ganser. Il Dott.Malena non lo guarda mai; continua a fissare Sasà come se Piero non esistesse. Allunga la mano col misurino verso Sasà

P : e che vuliss mo?

Gli fa cenno con la testa di bere

P : io o’ sapevo….  (Beve) mamm’ do carmine…e che d’è… ( mette il misurino in mano  a Sasà)

S : che d’è?

P : è senza zucchero (e scappa in bagno)

S : manca un po’ di zucchero,tu

 M : Ah, vabbè. Grazie, Nì. Poi eventualmente torno più tardi. Grazie,eh. Grazie (esce.)

P : (Si siede sul suo letto) No, sul serio, questo servizio è davvero bello. Molto bello. Per il resto, lascia molto a desiderare. È molto peggio dell'ultimo posto. Te lo ricordi l'ultimo posto in cui siamo stati? Dove eravamo l'ultima volta? Per lo meno lì c'era una radio. A me pare che lui, da un po' di tempo a questa parte, non si preoccupi molto del nostro comfort.

S :  Quand'è che a finisci, me fai nu fax…(ironico)

P : o tenimme ?

S : uh madonna famme sta zitto!

P :  A rimanerci troppo in questo posto vengono i reumatismi.

S . Non ci rimarremo a lungo. Fai il caffè, da bravo. Tra un po' dobbiamo essere pronti.

P : io t’aggia addummannà na  cosa.

S : Che- sfaccimm - vuo’ ?

P : Perché ti sei fermato in mezzo alla strada, con la macchina, stamattina?

S : (abbassando il giornale) Pensavo dormissi.

P : Difatti dormissi, ehm dormivo TIN DI GANSER + TAGLI PROSCENIO E CONO DX

,stavo dormendo, ma quando ti sei fermato mi sono svegliato. Allora ti sei fermato, vero? (Pausa). In mezzo alla strada. Era ancora buio, ti ricordi? Ho guardato fuori. C'era foschia. Pensavo volessi farti un pisolino, ma eri li impalato, come se stessi aspettando qualcosa.

S : Non aspettavo niente.

P :  Devo essermi riaddormentato. E allora che avevi? Perché ti sei fermato?

S : (tirando su il giornale) Eravamo in anticipo.

P : In anticipo? (Si alza) Ma che dici? La chiamata diceva che dovevamo muoverci subito. E cosi abbiamo fatto. Ci siamo precipitati fuori. E allora come facevamo a essere in anticipo?

S : (con calma) Chi ha risposto alla chiamata, io o tu?

P : Tu.

S :chi è il capo io o tu?

P : tu

 S :Eravamo in anticipo.

P : ah mo’ si…tutto chiaro. In anticipo per cosa? (Pausa). Vuoi dire che c'era qualcuno qui che doveva uscire prima che entrassimo noi? (Controlla la coperta) Mi pareva che queste lenzuola non fossero pulite. Che puzzavano un po'. Ma ero troppo stanco per accorgermene stamattina, quando sono arrivato. Beh, questo è un po' troppo, non trovi? A me non piace dormire nelle lenzuola di un altro. Te l'ho detto, le cose stanno precipitando. Fino a ora le lenzuola ce le avevano sempre cambiate. mo pure in un solo letto: è uno schifo

S : Come fai a sapere che le lenzuola non erano pulite?

P : In che senso?

S : Come fai a sapere che non erano pulite? Ci sei stato dentro tutto il giorno, dovevi pensarci prima ..

P :  Vuoi dire che la puzza potrebbe essere la mia? (Odora le lenzuola) Si. (Si siede lentamente sul letto) Potrebbe anche essere la mia. O la tua.. Non è facile distinguere. Anche perché non conosco bene la mia puzza.

P : In che città ci troviamo? Non mi ricordo più.

S: Vicino Roma, te l'ho già detto.

P : è venerdì oggi, no? Perciò domani è sabato.

S : E molto probabilmente dopodomani e’ Domenica!

P : (eccitato) Potremmo andare a vedere la Casertana?

S : Gioca fuori casa. E poi, pure se giocasse in casa, siamo noi ad essere fuori casa.

P : Ah, si? Merda! Che peccato E che ne dici se andassimo a vedere la Roma domani?

S : (con tono piatto) Gioca fuori casa.

P : Chi?

S : la Roma

P : e allora la Lazio

S : e bastaaa, fai semp’ o scem’ …nu se po fa!

SCENA 15

COREOGRAFIA DEI TIN

VIA MEMORIE STUDIO E CAMERA DIRETTAMENTE A 100 TR.TIN

ON CONTROLUCE TUTTI + TAPPETO + TAGLI + MICROFONO

quando Ganser fa il gesto di uscire torniamo a MEMORIA CAMERA + CONO

SCENA 16

Pausa. Una busta viene infilata sotto la porta, a destra NEL CONO P la vede. Si alza e la guarda.

P : Sasà

S : Ancora?

P :  Guarda qui.

S : Che è?

P : Guarda.

S : Cos'è?

P : Una busta.

S : Grazie! Da dove è arrivata?

P : Da sotto la porta.

Fissano la busta.

S : Ci sarà scritto qualcosa? Aprila. (e gliela da)

P : Come?

S : Aprila! (Piero la apre e ci guarda dentro). Cosa c'è dentro? (Piero la svuota nella mano: vengono fuori dodici caramelle)

P : Caramelle.

S : Caramelle?

P : Sì.

S : Fammi vedere. (Piero gli passa la busta, Sasà la controlla) Non c'è niente. Nemmeno una parola. Quante sono?

P : 12. Come gli apostoli del quadro. Strano, eh?

S : L 'hanno infilata sotto la porta?

P : Credo di sì.

S : Beh, dai.

P : Dai, cosa?

S : Apri la porta e vedi se c'è ancora qualcuno.

P : Chi, io?

S : e chi io vai va’ veloce

PARTE  TR.PERCUSSIONE BREVE

P : Nessuno. ( e seguendo il cenno di Sasà gli dà il coltello.)

S : Cos'hai visto?

P : Niente.

S : Sono stati velocissimi.

P : Insomma. Abbiamo aperto dopo un quarto d’ora! (Tira fuori le caramelle dalla tasca e le guarda.) Beh, ci potranno far comodo. Non credi?

S : Si, a te mancano sempre.

P : Sempre.

S : Beh, allora ci potranno far comodo. Ne avevo bisogno. Dammene una, (la butta giù.)Ne avevo proprio bisogno.

P : Posso accendere l'acqua?

S : Eh? Accendere che?

P : L'acqua.

S : Chi?

P : Io.

S : Volevi dire il gas?

P : Se volevo dire ‘gas’, dicevo ‘gas’. Ma ho detto acqua.(Con autorità) Se ti dico di accendere l'acqua, intendo accendere l'acqua.

S : Ma come cavolo si fa ad accendere l'acqua?

P : È un modo di dire! Accendi l'acqua. È un modo di dire.

S : Mai sentito dire.

P : ‘Accendi l'acqua’: è d'uso comune!

S : Ti sbagli.

P:  In che senso?

S : Si dice metti su l'acqua.

P : (Teso) Chi lo dice? (Si fissano a vicenda, con il fiato grosso. Intenzionalmente) Non ho mai sentito dire in vita mia, ‘metti su l'acqua’.

S : Sono sicuro che mia nonna lo diceva.

P:  Tua nonna? Che poi sarebbe pure a mia. Quand'è che l'hai vista l'ultima volta?

S:  Boh, pero’ mi ricordo che faceva e pastiere…

P : ma perché tiri in ballo la nonna? (Si fissano). Sasà, non voglio sembrare insistente. Sto cercando solo di spiegarti una cosa.

S:  Si, ma, chi è il capo qua dentro, io o tu?

P : Tu.

S : Appunto! Allora ho ragione io!

P : Si, ma io non ho mai sentito dire.

S : (Furioso) Io o tu?

P : Tu.

S : Cretino! GIRANO IL LETTO

P : Voglio vedere come accendere.

 S :Cosa? MO MI FAI VEDERE COME ACCENDI L’ACQUA ESCONO

SCENA 17

TR.MISTICA

c  E S sono esattamente sedute uguali e si muovono in modo coreografico…movimenti nervosi ed ansiosi su musica

C : io ho piu’ ricordi con susy che da sola, io non ci credo, non ci credo, non ci posso credere

S : se è vero quello che dice Malena in tutti questi anni nu c’ho capito n’cazzo, secondo me se sbaglia, io vivo la mia vita , lui puo’ solo supporre

C : come fa a sapere meglio di me cosa accade a me , io me sento viva quando sto con susy anche se incazzata…lui dice che dovrei stare meglio senza susy

S : ma non sto meglio cazzo! non sto meglio , non ci credo , non ci posso e non voglio  credere , io credo a cio’ che sento e me piace cio’ che sono

C : allora sarei pazza, ma io nu so pazza, i pazzi se movono ( Susy lo fa) avanti e indietro, se grattano,ridono senza motivo, io nu so pazza , lui è pazzo , io so normale, io sono sana

S/C : io sono ( continuando a fare c.s.) (inizia anche Camilla e vanno avanti insieme all’unisono) sana, sto bene,lui è pazzo susy è viva, mamma e papà stanno alla bufalotta in hotel, io sono sana, io sono normale, lui è pazzo, io sono sana, mamma sta a bufalotta, susy è viva, lui è pazzo, papa’ sta in hotel a bufalotta, io so sana, io so normale , lui è pazzo….

Malena arriva con la lavagnetta la mostra e Ganser scrive su di essa, malena ritorna a studio e con il suo ritorno CAMBIO MEMORIA DA CAMERA A STUDIO

REC.3

I pazienti con sindrome di Ganser manifestano atteggiamenti e comportamenti bizzarri: gli individui danno risposte inesatte, calcolano “di traverso” anche nell’esecuzione di calcoli semplici. Parlano a vanvera e fuori tema

SCENA 17

(Malena / Piero)

M : ma ci sarà qualcosa che ti piace, salvatore!

P : eh? Piero…

M : ah giusto..Piero non può essere tutto brutto..dai cos’è che ti fa emozionare?

P : e femmene

M : va bene, ma qualcosa di più intenso? una cosa senza la quale non puoi vivere

P : o’ napule! e partite, a champions league, a gazzetta d’o’ sport…ecco io senz’ o pallone nu so niente!

M : poi?

P : certo ho delle cose mie che mio fratello non condivide, per lui nu teneno importanza, per lui conta solo il lavoro…( si guarda intorno) a me me fanno m’pazzi’ e servizi da caffè,  tipo o ‘ piattino bianco ca tazza nera pero’ co’ cerchietto a do’ se posa a tazzina nero..comm’ a tazza…oppure quelli con le righine trasversali ..oppure me piace..gurda’ fora a finestra, sasà dice che so strano , so pesante e mi chiama solo per comandarmi, io invece so curioso , voglio sapè, chiedo…. e lui niente invece di rispondermi si incazza…e comm’ fa brutto!!

M : ma tra te e lui chi credi sia quallo più forte, da quanto mi hai detto precedentemente anche tra voi c’è una sorta di competizione..non proprio una competizione ma…una sorta

P : a mammeta!

M : mammeta? cosa dici?

P : tu dici soreta! statt’ o post’ tuoio dottò , nu spustà ca vocca! se no facimm’ o burdell’!

M : ahahahah sorta vuol dire specie, tipo è un modo di dire…

P :ahhhh come accendere l’acqua?

M : no al limite..metti su l’acqua?

P : vabbuo’ lassamm’ sta…se no ce pigliamm’ collera stasera…ok a posto n’è succies niente, tra noi non ci sta competizione perché lui dice ch’è il capo…e io o faccio fa’!

Malena stappa il contenitore pillole gliene da due per gli apostoli e quando piero arriva sulla soglia a sx SQUILLO CELLULARE +MEMORIA PARALLEA CAMERA E TAGLI

C : Pronto, ciao Sasà, sono Camilla, la ragazza della discoteca? Ti ricordi?

S : (Nervoso.) Certo che mi ricordo. Quella della discoteca. Perché mi chiami? Non ti ho detto di non chiamarmi mai? O solo in caso di vita o di morte?

Susy : Lo so. Scusa.

p : Stai morendo?

C : No. Però c’è pure in caso di vita.

S : Senti, Bellezza, non posso tenere il telefono occupato; sto lavorando.

P : Poi ti chiamo io! Stattene buona. (E attacca il telefono.)

Camilla e Susy si guardano il telefono. Lo mettono giù .

via tutto RESTA SOLO MEMORIA CAMERA

SCENA 18

P :(entrando) Funziona.

S : Cosa?

P : La cucina. (Va verso il suo letto e ci si siede) Chissà a chi tocca stasera. (Silenzio). oh volevo chiederti una cosa.

S : (distendendo le gambe sul letto) Oh, GESU’

P : No.no sono Piero Volevo chiederti una cosa.

S :. perche’continui a farmi domande. Che tieni?

P : Niente.

S : Non mi avevi mai fatto tutt’ sti cazz’ e domande. Che ti succede?

P : Niente, stavo solo pensando.

S : Smetti di pensare. Sei qui per fare un lavoro. Fallo e chiudi il becco.

P : Stavo pensando proprio a quello.

S : Al becco?

P : no al lavoro!

S : Quale lavoro?

P : (esitante) Pensavo che magari tu forse sapevi qualcosa. (S lo guarda). Pensavo che magari tu... cioè... hai un'idea... 

S : Ti senti bene?

P : Certo.

S : Vai a fa o cafè va’!

P : Si, certo. (Esce, a sinistra, S  lo segue con lo sguardo, Poi tira fuori la pistola da sotto il cuscino e controlla i bossoli. P rientra) È andato via il gas.

S : E allora?

P : C'è un contatore a monete.

S :Addirittura e che d’è o 40’ , comunque lo non ho monete.

P : Neanch'io.

S :Dovrai aspettare.

P : che cosa?

S : Che arrivi il dottore

P : pecchè nu te sient’ buon?

S : chi?

P : tu, in effetti si nu poco giallo…

S : so’ giallo?...( si impanica)…. comm’ è stu fatt’…me fai preoccupà effettivamente so due o tre giorni che me sento strano

P: allora chiamo il dottore

S : ma al limite chiami il medico

P: non è uguale?

S : no, se chiami un dottore po essere che arriva pur nu commercialista

P: e che amma fa cu nu commercialista?

S : niente!! nel senso che dire dottore per dire medico è da ignorante, si dice medico…dottore è chiunque possiede una laurea

P : ma pecchè tu da piccolo quando giocavi al dottere e l’ammalato faciv’ o commercialista?

S : lascia perdere va’ se no addivento over’ giallo, aspettiamo tranquilli che arrivi il dottore

P :ma chi?

S : ma ti senti bene? Il capo…lo chiamiamo il dottore è il nome in codice..

P :Potrebbe non venire. Potrebbe mandarci un messaggio e basta. Non viene mica sempre.

S : Beh, allora dovrai farne a meno.

P : mannaggia a morte

S :Te lo prenderai dopo, il caffè.semp cu stu cazz’ e cafè! Cos'hai?

P : Preferisco sempre berne uno, prima.

S : mangiati una caramella

(Gliela dà)

SCENA 19

QUANDO MALENA SI METTE ALLA SERRATURA ANDIAMO SU BUIO TOTALE E GANSER ACCENDE TORCIA, VIA TORCIA E TORNIAMO A MEMORIA CAMERA

P : Beh, sai, non so, ma a me pare il colmo, per quei pochi soldi che mi danno. (Prende il pacchetto del caffè  letto e lo butta nella borsa) Se viene, speriamo che abbia almeno un euro Ci dovrebbe pensare da solo. Dopotutto questa è casa sua, avrebbe dovuto accorgersi che non c'era abbastanza gas per un caffè

S : Chi ti dice che è casa sua?

P : Perché, non lo è?

S : Potrebbe averla affittata. Non deve mica essere per forza sua.

un gran rumore fuori dalla porta TR.RUMORE DX + CONO DX

P E S afferrano entrambi le pistole, balzano in piedi e guardano la parete del fondo scena. li rumore cessa. Silenzio. Entrambi si guardano. S fa una mossa rapida indicando la porta. P si muove lentamente verso di essa. La batte con la pistola.  S  va alla porta, con la canna della pistola rivolta verso l'alto. P posa la pistola apre e trova un foglio…lo prende…

S : Cos'è?

P : Guarda tu.

S : Leggi.

 P :(leggendo) domani ore 16.00 appuntamento confermato.

S : Fammi vedere. (Prende il foglio).

P : (a se stesso)appuntamento confermato

S : Mmnn.

P : Che ne pensi?

S : Beh...

P : è un po' strano, non trovi?

S : (rapidamente) No. Non è affatto strano. Forse prima c'era qualcuno che aveva un appuntamento

P : dici?

S : Sì.

P : allora le lenzuola le ha inpuzzolite quello? Ah aH

S : Che significa… mangia un po’ di caramelle

S : Sarà meglio sbrigarci

P : Eh?

S : c’hamma movere

P : Ah! Si Si hai ragione.

TR WALZER BASSA

VIA MEMORIE CAMERA ON TAGLI ON TUTTI CONTROLUCE ON RINFORZO ESTERNO + FUMO

S : Hai controllato la tua pistola? No. Non hai nemmeno fatto questo. Guardala, fa schifo. Perché non la pulisci mai?

S : (annoiato) Stai zitto un attimo. Ripassiamo insieme le istruzioni.

P : Perché? Lo facciamo sempre allo stesso modo.

S : Cominciamo con te. (P sospira e si siede sul letto vicino a S. Le istruzioni saranno dette e ripetute automaticamente). Quando arriva la chiamata tu vai li e ti metti dietro alla porta.

P : Mi metto dietro alla porta.

S : Se bussano tu non rispondi.

P : Se bussano io non rispondo.

S : Ma non busserà nessuno.

P : E allora io non risponderò.

S : Quando il tizio entra...

P : Quando il tizio entra...

S : Gli chiudi la porta dietro.

P : Gli chiudo la porta dietro.

S : Senza farti notare.

P : Senza farmi notare.

S : Lui mi vedrà e verrà verso di me.

P : Lui ti vedrà e verrà verso di te.

S : A te non ti vedrà.

P : (assente) Eh?

S : A te non ti vedrà.

P : A me non mi vedrà.

S : Ma vedrà me.

P : Vedrà te.

S:  Non saprà che ci sei anche tu.

P : Non saprà che ci sei anche tu.

S : Non saprà che ci sei anche tu.

P : Non saprà che ci sono anch'io.

S : lo tiro fuori la pistola.

P : Tu tiri fuori la pistola.

S : Lui si bloccherà.

P : Lui si bloccherà.

S : Se si gira...

P : Se si gira...

S :Tu sei lì.

P:  lo sono qui. (S aggrotta le sopracciglia e si preme la

fronte) Ti sei scordato di una cosa.

S : Lo so. Cos'è?

P : Non ho ancora tirato fuori la mia pistola, secondo le tue istruzioni.

S :Tiri fuori la tua pistola...

P : Dopo che ho chiuso la porta.

S:  Dopo che hai chiuso la porta.

 P: Lo sai che questo non te l'eri mai dimenticato prima?

S : Quando ti vedrà dietro di lui...

P : Mi vedrà dietro di lui...

S : E vedrà me di fronte a lui...

P:  E vedrà te di fronte a lui...

S :Sarà incerto...

P : A disagio.

S :  Non saprà cosa fare.

P : E allora cosa farà?

S : Prima guarderà me e poi guarderà te.

P : Noi non diremo una parola.

S : Lo guarderemo.

P:  Lui non dirà una parola.

S : Ci guarderà.

P:  E noi guarderemo lui.

S : Nessuno dirà una parola.

CAMILLA PIERO SUSY E SASA’ FORMANO UN RING GANSER E MALENA LOTTANO AL CENTRO , QUANDO GANSER VA VIA METTE OROLOGIO ORE 16.25

SASA’ SI SDRAIA VIA TUTTO E TORNIAMO A MEMORIA STUDIO

SCENA 20

MALENA / SASA’

Malena prepara il tutto ,poi quando arriva Sasà ed è seduto sfuma la musica

S : ( tiene il Ganser per mano)

M : allora Sasà come ti senti? hai ancora questo rifiuto ad uscire a quanto vedo, noi dobbiamo intensificare i nostri incontri, non posso lasciarti solo sempre..

S : dotto’ ma io non sto mai da solo!

M : cosa intendi?

S : e cosa intendo io sto con mio fratello, c’è Piero cu me

M : Piero sei tu a volerlo vedere, le stai mangiando le caramelle?

S : ce le stiamo mangiando…comunque dottò ..pozz’ parlà? siamo tranquilli? vien cca’ vie’!

Malena si avvicina

S : mio fratello è strano… fa troppe domande…

M : domande ? di che tipo ?

S : su  tutto, vuole sapere di chi è la puzza nelle lenzuola, vuole sapere perché non c’è il gas , ma la cosa grave è che parla strano, secondo me parla in codice…ha dubbi su di voi, si lamenta del trattamento, vuole sapere perché chiamate sul fisso…pensa addirittura che siete tirchio..

M : e cosa ne pensi tu?

S : mi sa mi sa che ha qualche cimice addosso..( Malena si irrigidisce) ma no l’animale o microfono! dottò….diceva che voleva accendere l’acqua…lei lo ha mai sentito dire? accendi l’acqua?

M: no , veramente no, al massimo, metti su l’acqua!

S : o vvi’! o’ sapevo! dottò o saccio o’ sang’ è sang’ ma io non mi fido! che aggia fa?

M: Salvatore bello! sasa’ tuo fratello deve sparire,credimi se tu riesci a liberartene, sarà un grande passoavanti per te, comincerai ad affrontare la vita in un altro modo

S : ma vui che me state dicenn’ dottò?

M : quando sarai solo potremmo riprendere a lavorare bene insieme..

TR.PASSEGGIATA DA ZERO A 100 RAPIDA

MEMORIA DA STUDIO A CAMERA TENENDO MUSICA

SCENA 21

P : (febbrilmente) Te l'avevo chiesto prima, ti ricordi? Chi era il proprietario di questo posto?  Te l'avevo chiesto, no? (S lo colpisce con cattiveria sulla spalla. P con violenza) E allora? Cosa sono tutti questi giochetti? Questo è quello che voglio sapere. Cosa li fa a fare?

P : (con impeto, avanzando) Cosa li fa a fare? Abbiamo già superato le prove, no? Le abbiamo superate tutte, anni fa, non è cosi? Le abbiamo superate insieme, ti ricordi?

Sono anni che ci mettono alla prova, non è vero? Abbiamo sempre fatto il nostro dovere. Cosa li fa a fare? Che motivo c'è? Perché fare tutti questi giochetti?

P : Ma hai sentito?

s : a otto anni uccide un gatto

P : (con tono annoiato) ja sasà…

S : a do vai

P : A bere un bicchiere d'acqua. (Esce).

S si spolvera il vestito e le scarpe. Prende ¾ caramelle insieme P esce e trova S con le braccia allargate che lo aspetta per abbracciarlo..

sasa’ si fa trovare con le braccia aperte, ganser seduto sul letto

Piero si avvicina sorridente i due si abbracciano ma nel mentre Sasà sfila dalla tasca di dietro il coltello a molla di prima lo impugna CON ENTRAMBE LE MANI  e nell’intenzione di accoltellare  piero alla schiena la lama trapassa attraverso piero inspiegabilmente e si conficca nel petto di Sasà…il quale cade a terra morto… e piero immobile a guardarlo…

MUSICA alta e sipario fino a limite tappeto

memoria monologo controluce tappeto e cono centrale

M : signori colleghi, oggi sono qui dopo svariate richieste di udienza, ho chiesto molte volte, troppe volte l’appoggio di tutti voi per tentare di aiutare due pazienti da me individuati e seguiti giorno per giornoho visto nascere e crescere un tremendo disturbo psichico che tutti voi conoscete ma che nessuno di voi ha voluto appoggiarmi per sostenere la mia teoria…gli elementi c’erano tutti sin dall’inizio…e voi lo sapevate e avete voluto aspettare solo perché la dimostrazione pratica è meno rischiosa…per voi…ma per il paziente no…ora lui non c’è più..SALVATORE STAIANO deceduto il 16 FEBBRAIO 2014 alle ore 19.02 era affetto da sindrome di Ganser, con disturbo di personalità del gruppo B e da disturbo borderline, con ricorrenti minacce, gesti e comportamenti che lo hanno portato ad un epilogo prevedibile ed evitabile ha sviluppato una proiezione e vivendola come fratello, addosso al quale vomitare le sue angoscie e la sua rabbia portandolo in fine a non riuscire piu’ a scindere il mondo reale da quello immagiario…e si è tolto la vita senza neanche avere la consapevolezza di farlo .. 
la mia paziente la n°45 Camilla Nappi ha sviluppato la sindrome andando su un binario fondato sul passato e sui ricordi reali, anche lei ha creato una sua proiezione come Salvatore, ma lei ha scelto la sorella Susanna tragicamente scomparsa in età adolescenziale,

La mia diagnosi era ed è sindrome di Ganser.

APERTURA SIPARIO

PIAZZATO GIORNO PARTE MUSICA TR.AIZETE’ BASSA ENTRANO I PERSONAGGI VESTITI DA MEDICI

ora…non so piu’ cosa dire e cosa pensare..resto con la mia unica certezza ..ossia..che dal 1800 fino ai giorni nostri non sono più SOLO CENTO VOLTE , non sono più SOLO CENTO VOLTE, non sono più SOLO CENTO VOLTE, MUSICA MAX

 i casi accertati….ma per il mio triste merito da oggi aggiornate le enciclopedie…perché sono SOLO 102.

buio LENTO E SIPARIO

FINE