Solo quando rido

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SOLO QUANDO RIDO

      

SOLO QUANDO RIDO       

 di Neil Simon

traduzione di Sergio Jaquier

adattata da Sergio Grati

versione aggiornata 9/98

PERSONAGGI

James Perry, detto Jimmy   (40 anni) 

Manuel (20 anni)

Toby Landau  (40 anni)

Evelyne Meara, detta Evy  (42 anni)

Polly Meara   (17 anni)

Lou Tanner  (35 anni)

LA SCENA

L'azione si svolge in un appartamento ex-elegante nella zona ovest di New  York.

Atto I : Un tardo pomeriggio di metà novembre

Atto II : Tre settimane dopo, circa le 9 di sera

Atto III : Il mattino dopo


ATTO PRIMO

Un appartamento al terzo piano di un edificio ex-elegante di New York.Il soggiorno, una camera

da letto e sulla sinistra la cucina.Locali ampi, soffitti alti. Il tutto non perfettamente riverniciato. Il

mobilio e gli arredi in genere testimoniano a fatica una trascorsa eleganza.Contro una parete un

pianoforte scalcinato su cui sono in mostra foto di personaggi di ambiente dello spettacolo. Sul

tavolo un  mucchio di posta non aperta. Gettato su una poltrona, un giaccone di montone

rovesciato. Dalla cucina si sente scorrere l'acqua e il canticchiare di un uomo che ora entra in

scena con un vaso  da fiori. E' JAMES PERRY (JIMMY), quarantenne corpulento, probabilmente

omosessuale. Indossa  ampi calzoni e un maglione blu scuro accollato.Va alla finestra e guarda

fuori come se stesse  aspettando qualcuno, poi si volta e cerca una sistemazione per il vaso.

Prova sul pianoforte ma non  va. Prova allora a poggiarlo sul tavolino, peggio che mai.

Jimmy                      Orrore! (ravvivando i fiori) Su, belli, che oggi dev'essere festa grande, eh?

                                 Una scampanellata. Guarda l'orologio nervosamente poi va alla porta e chiede) Chi è?

Manuel                     (f.s.) El droguero.

Jimmy apre la porta e da un'occhiata al garzone Manuel, uno spagnolo sui 20 anni. Ha due grossi

sacchetti tra le braccia.

Jimmy                      Era ora! Credevo che aveste chiuso bottega! Porta in cucina, per favore.

Manuel                     (sulla porta) Senora Meara habita aqui?

Jimmy                      Sì. La signora Meara abita qui. Porta in cucina ,grazie.

Manuel                     (senza muoversi) Es 14 dollari e venti-ocho cents.

Jimmy                      Bene, magnifico. Segna in conto. Vai, porta in cucina.

Jimmy si avvia per fargli strada ma vede che il garzone non si muove.

Manuel                     Senor D'Alessandro dice che devo avere 14 dollari e venti-ocho cents.

Jimmy                      No. Non hai capito. La signora Meara ha il conto. Il conto! Sai cos'è?

Manuel                     (annuisce) Es un conto.

Jimmy                      Evviva! Io non abito qui. Sono un amico della signora Meara. Fai segnare sul suo conto.

Manuel                     Senor D'Alessandro me ha dicho: “si te dicono de segnar en conto, tu dice a ellos che no se puo mas segnar en conto. Tu dice: 14 dollari e venti-ocho, Manuel!”. So yo Manuel.

Jimmy                      Vuoi che chiami il signor D'Alessandro? Avanti, com'è il numero?

Manuel                     El numero? Numero di telefono? Es 7-6-6 e... otra cosa. Yo no soy. Yo non gli telefono mai... Se lei parla con senor D’Alessandro lui dice che es 14 dollari e venti-ocho cents.

Jimmy                      (irritato) Nessuno mi costringe a comperare da voi! Anche Bohak vende roba in scatola!

Manuel                     Bohak es bueno. Mio cugino lavora da Bohak. Sono todos igual.

Jimmy                      (lo guarda) Non li ho 14 dollari e 28 cents. Non ho denaro con me. Non ho el contante! Comprendido?

Manuel                     Seguro. (si volta)

Jimmy                      Dove vai?

Manuel                     Torno di senor D’Alessandro.

Jimmy                      Aspetta un momento. (Prende il portafoglio. Il ragazzo gli sorride. Jimmy gli volta le spalle in modo che non possa guardare dentro il portafoglio. Tira fuori una banconota) Ho dieci dollari.

Manuel                     (alza le spalle) Yo le do un pacco.

Jimmy                      (occhiata seccata) Aspetta, vedo se ci arrivo... (Va verso il suo giaccone. Manuel avanza di qualche passo) Dove vai, fermo lì!

Manuel                     Cosa è, senor, tiene paura che yo rubo in casa? Yo non rubo en las casas.

Jimmy                      No, di giorno mai... (Tira fuori un libretto e qualche banconota. Tiene il libretto in una mano e conta il denaro) Quanto hai detto che era?

Manuel                     Siempre 14 dollari e venti-ocho cents. (Il ragazzo mette giù i sacchetti. Jimmy conta quattro biglietti da un dollaro e li porge al ragazzo: Nello stesso momento gli cade il libretto. Manuel lo prende e lo guarda) Oooh, la libreta de disocupacion. Usted es disocupado, senor?

Jimmy                      (Glielo strappa di mano) Ma di che t’impicci?? Eccoti i tuoi 14 dollari. Vattene ora.

Manuel                     (Tende la mano) E venti-ocho cents.

Jimmy                      (Cerca in tasca e tira fuori gli spiccioli. Li da al ragazzo uno alla volta) 10... 15... 25... 26, 27 e 28 cents. (Manuel guarda e annuisce) Niente mance. Io non abito qui. Non do mance dove non abito.

Manuel                     Yo no vuole mancia. Hombre senza trabaho no deve dar mance.

Jimmy                      E io non ho bisogno della tua compassione. Sei sfacciato come garzone.

Manuel                     Cosa è con te, hombre, no te gustan los espanoli?

Jimmy                      Chi ha detto niente degli spagnoli? Sei tu l’unico che non mi piace. E adesso, per favore...

Manuel                     (Sulla porta) Yo so quale tipo de gente te gusta, senor! (Atteggia le labbra ad un bacio)

Jimmy                      Fuori!!! (Il ragazzo sorride e corre via. Jimmy chiude la porta e mette il paletto) Non vivrei in questo quartiere neanche se mi pagassero... (prende i pacchi e va in cucina) Non si può più dire niente, hanno tutti in testa solo la razza! Sporco ispanico! (Entra in cucina. Squilla il telefono. Jimmy rientra con una scatola di caffè e va a rispondere) Pronto? ... No, non c’è, la sto aspettando anch’io. Chi parla, per favore?... Bene, e a che proposito?... Oh, beh, sono certo che la signora Meara non l’ha fatto apposta a non pagare il telefono. E’ stata via dieci settimane, era malata... Ma non glielo staccherete, vero? Pagherà appena torna... Già il quarto avviso? Oh, madonnina... Tanto sapete che è solvibile. Insomma è Evelyn Meara, la cantante... Entro martedì, sì, glielo dirò, certo. Grazie infinite. Arrivederci. (riattacca) Tre anni per darcelo, un telefono, ma siete svelti a staccarcelo, eh? (Sta per tornare in cucina. Una scampanellata. Jimmy si volta verso la porta. E’ terribilmente ansioso. Posa il caffè su una sedia, si asciuga le mani nei pantaloni e va alla porta. Grida senza aprire) Chi è?

Toby                         (f.s.) Siamo noi. Siamo a casa! (Jimmy  è quasi preso dal panico. Va a ravvivare i fiori) Sorridere! Sorridere, eh? (Fa per aprire la porta, ma non ci riesce. Ha dimenticato il paletto. Con difficoltà cerca di toglierlo) Un momento!... Sono così nervoso. (Finalmente apre ed entra TOBY LANDAU, una donna molto carina sui 40 anni, ma senza dimostrarlo. Ottenere questo risultato è la sua principale attività. E’ ben vestita, porta una grossa valigia non molto elegante) Guardami, sto tremando!

Toby                         (entrando) Non lagnarti con me! Ho passato quattro ore in taxi sulla superstrada. Affacciati: vedrai un tassista ricchissimo.

Jimmy                      E lei dov’è? (guarda fuori dalla porta) Evy?... Dov’è Evy?

Toby                         Sta salutando una vicina... Non dovevi dare una riordinata alla casa? Non avevi detto che l’avresti sistemata per Evy?

Jimmy                      Ho cercato di sistemare diversamente i mobili, ma sembrava lo stesso una stazione dei pullman. Dov’è? Sta bene?

Toby                         Sì, ma ti prenderà un colpo quando la vedrai. Ha perso venti chili.

Jimmy                      Oh, madonnina!

Toby                         Ti assicuro che una casa di cura per alcoolizzati è il posto più deprimente del mondo.

Jimmy                      Non avrei mai creduto che ce la facesse. Sono così nervoso. Ora che le dico? Come mi devo comportare davanti a lei?

Toby                         Abbracciala, baciala e soprattutto dalle fiducia.

Jimmy                      Io la uccido se tocca un altro drink!... Dove diavolo è?

Sentiamo la voce di Evy proprio fuori dalla porta.

Evy                           (f.s.) Sono sul pianerottolo... Sei pronto?

Jimmy                      Pronto. (Evy entra. Ha una pelliccia e dei libri in mano)

Evy                           Avanti, dillo: sono maledettamente “bbona”!

Jimmy                      Oddio!... Oh, madonnina, non posso crederci. Chi è? Chi è questa favolosa creatura?

Evy                           Guai se non fossi io, avrei buttato 2700 dollari.

Jimmy                      Ci è concesso abbracciarti?

Evy                           Concesso. (Jimmy la prende tra le braccia e la stringe a sé. La palpeggia)

Jimmy                      E’ vero. Spariti. Venti chili sono spariti. Che fine hanno fatto?

Evy                           Li vuoi? Sono nella valigia.

Jimmy                      Non mi capacito! Come parlare con un’estranea. Qualcuno vuole presentarci?

Toby                         Jimmy, ti presento Evelyn Meara. Ricordi? Quella che cantava nei nights.

Jimmy                      Quella grassa... Che beveva tanto? Che parlava come uno scaricatore? No! Questa è una bella donna snella. Le metti uno straccetto, puoi portarla dappertutto.

Evy                           Non voglio andare in nessun posto. Voglio starmene qui, in casa mia... Com’è bello essere a casa. (si guarda intorno) Gesù, come la vedo diversa, da sobria. Credevo che i mobili fossero il doppio.

Toby                         Perché non ti siedi? ( a Jimmy) Non vuol sedersi. Non voleva sedersi nemmeno sul taxi!

Jimmy                      Avrai fame. Quando hai mangiato l’ultima volta?

Evy                           Ho mangiato un’insalata di pollo a luglio. Non ho fame.

Toby                         I medici mi hanno detto che ha collaborato più di tutti gli altri pazienti. Anche le infermiere erano fierissime di lei.

Evy                           E’ vero . Ero la più brava ubriacona del piano... (guardandosi intorno) Cristo, ora mi ricordo!... L’altra metà dei mobili li buttai dalla finestra!

Jimmy                      Voglio prepararti qualcosa. Lascia che ti prepari un toast e un po’ di caffè. Siediti. Faccio in un momento.

Evy                           Credevo che mia madre mi avesse svezzato. Lasciami in pace. Mi sono martirizzata per perdere venti chili!...

Toby                         Smettila, Jimmy, la farai innervosire.

Jimmy                      Mi preoccupa. Se qualcuno non le prepara qualcosa, questa non mangia.

Evy                           Avrò tutto il tempo per mangiare in avvenire... Sto bene. Sono a casa . Lascia che me la goda.

Jimmy                      Chi te lo impedisce? (a Toby, sottovoce) Sta bene, secondo te? (Toby annuisce) Deve prendere qualcosa? Pillole o altro?

Toby                         Solo qualche tranquillante. Li ha in borsa.

Jimmy                      Ma niente di forte... Roba pesante?

Toby                         Solo un sedativo leggero perché dorma meglio.

Evy                           (Sulla porta della cucina) Se voi dottori volete restare da soli, posso sempre tornarmene in clinica... Che avete da bisbigliare?

Jimmy                      Non stiamo bisbigliando. Parliamo sottovoce.

Evy                           Stavate bisbigliando.

Jimmy                      Non stavamo bisbigliando. Parlavamo sottovoce.

Evy                           Perché parlavate sottovoce?

Jimmy                      Perché non volevamo che ci sentissi.

Toby                         Jimmy è preoccupato per te, tutto qua...

Evy                           Che si preoccupi a voce alta. Non sopporto i bisbiglii. In clinica, ogni volta che un dottore bisbigliava , il giorno dopo c’era un funerale.

Jimmy                      Mi dispiace. Scusami.

Evy                           Ci sono volute dieci settimane per curarmi, e tu in cinque minuti mi hai fatto arrabbiare.

Toby                         Jimmy non l’ha fatto apposta, cara.

Evy                           Senti chi parla! Stavi bisbigliando anche tu.

Toby                         Per forza. Mi ha chiesto una cosa bisbigliando.

Jimmy                      Perché non la facciamo finita?

Toby                         Io non avrei neanche cominciato.

Evy                           Gesù, mi trovavo meglio con i matti!

Jimmy                      Mi dispiace, Evy. Va bene? Sono così nervoso che parlo a vanvera. Non so come comportarmi davanti a una che è appena tornata a casa dopo una cura.

Evy                           Sii naturale. Come sei sempre stato con me.

Jimmy                      Ma io mi sono sempre comportato così.

Evy                           Ah, sì? Forse per questo mi ero messa a bere.

Toby                         Mio Dio, che bel ritorno a casa!

Evy                           (si calma un po’) Scusami. Forse sono io che sono un po’ nervosa... Non fateci caso. Jimmy, lo sai cosa vorrei più di ogni altra cosa al mondo? Un toast e una tazza di caffè.

Jimmy                      Dici sul serio?

Evy                           Due cose mi sognavo tutte le notti: di far l’amore e di mangiare un toast

Jimmy                      Il toast te lo porto subito. Per il resto non posso aiutarti. (va in cucina)

Toby                         (Si guarda allo specchio) E io posso fare qualcosa, Evy?

Evy                           Sì: smettila di guardarti allo specchio e dammi una sigaretta.

Toby                         Sei nervosa, eh?

Evy                           Odiavo tanto quel posto che mettevo da parte fiammiferi con l’idea di dargli fuoco. Era una maledetta prigione. Eppure, quando è arrivato il momento di andarmene, ho avuto paura... Improvvisamente mi sono sentita a mio agio, là... Mi dai questa sigaretta?

Toby                         Ne hai fumate quasi un pacchetto da quando abbiamo lasciato la clinica. Sicura che ti abbiano detto che puoi fumare?

Evy                           Una volta che hai pagato il conto e sei uscita, non gli frega neanche se ti fai scopare da king-kong. (accende la sigaretta) Pensavo di fare centomila cose, a casa. Sono qui da sei minuti e già mi annoio a morte.

Toby                         Devi darti tempo, Evy. E poi vedrai che comincerai tutta un’altra vita, fino a diventare una persona meravigliosa come me.

Evy                           Che roba è? Cos’è quella porcheria che ti metti in faccia?

Toby                         E’ una porcheria speciale che protegge la pelle. Hai notato ce non mi si vedono mai i pori? Da quando mi conosci hai mai visto un solo poro della mia faccia?

Evy                           Veramente non ho mai visto neanche la tua faccia... A proposito, chi sei?

Toby                         Una donna non è mai abbastanza bella. E’ il suo primo dovere. Io mi piaccio, tu no?

Evy                           Sei uno schianto. Anche se fossi calva e sdentata, saresti sempre splendida. Smettila con tutta quella roba.

Toby                         Non posso. Non è tremendo? E’ un ossessione.

Evy                           Mi ricordi la psicopatica mia vicina di stanza. Tutte le sere si faceva lo shampoo alle sopracciglia. Pensava che tutti i dottori fossero innamorati di lei. Una vergine folle ottantasettenne.

Jimmy                      Oh, quanto mi mancavano queste conversazioni. Dopo il sesso, non c’è niente di meglio che stare con le donne!

Toby                         Starai lì seduta in eterno? Non vuoi disfare la valigia?

Evy                           Per tirar fuori cosa? Un paio di pigiami e un flacone di lassativi? E poi non entrerò più in quella camera. Mi ci sono rovinata mezza vita. Per l’altra mezza non voglio rischi.

Toby                         Ti capisco. Ma come farai per andare in bagno?

Evy                           Salirò sul tetto e mi calerò dalla grondaia. Tu preoccupati della tua faccia, d’accordo?

Toby                         Posso preoccuparmi anche di due cose per volta, sai? Vorrei poter restare con te, stanotte.

Evy                           E allora perché non resti?

Toby                         Sono a cena con Marty al Pavillon. Cena d’affari. Io servo a distrarre il cliente.

Evy                           Bell’amica sei!

Toby                         Non dire così. Sono un’amica straordinaria. Sono sensibile. Vuoi che mi offenda.

Evy                           Non mettere il broncio. Ti si crepa il trucco e corri il rischio di smottamenti.

Toby                         Comunque Jimmy può restare con te, stanotte.

Jimmy                      (affacciandosi dallo sportello passavivande) Jimmy ha un’audizione alle cinque.

Toby                         Avevi detto che eri libero stasera.

Jimmy                      Lo ero, ma poi è saltata fuori l’audizione. Devo pur mangiare...

Toby                         Non puoi rimandarla? Per Evy?

Jimmy                      Non la rimanderei per Paul Newman! (Rientra)

Toby                         Oh Dio Evy! Mi dispiace! Cosa farai stasera?

Evy                           Accenderò la televisione e mi metterò nuda davanti a J.R.. Che vuoi che faccia sola come un cane?

Toby                         Potresti telefonare a Polly. Forse è già tornata da scuola.

Evy                           Ancora non mi sento pronta per vedere mia figlia, grazie. Quello che vorrei fare veramente è andarmene da questa topaia.

Toby                         E perché non te ne vai?

Evy                           Perché, sciocchina, pago ancora 120 dollari per tre locali e mezzo. Praticamente ce l’ho in subaffitto da Abramo Lincoln!

Toby                         Marty ed io potremmo aiutarti finché non riprendi il lavoro.

Evy                           Lavoro? Cantare nei nights? L’ultimo lavoro lo ebbi a Pittsburgh due anni fa, battendo tutti i record del locale. Caddi dallo sgabello diciassette volte in una sola sera.

Toby                         Acqua passata. Non voglio più sentirne parlare.

Evy                           Dividevo il camerino con uno che lavorava vestito da donna. S’era preso una cotta per me Credo che abbiamo anche scopato ma non ricordo in che modo.

Toby                         Non c’è bisogno che canti nei night. C’è la televisione... Marty conosce qualcuno nella pubblicità. Magari fai il gatto in uno spot per il tonno e fai soldi a palate... Devo andare

Evy                           Così Presto?

Toby                         Purtroppo sì. Marty mi aspetta.

Evy                           E così mi molli qui come una lattina vuota. Credevo che saresti rimasta a invecchiare con me.

Toby                         Non dire sciocchezze. io non invecchierò mai... Non ci vado, se sei proprio disperata.

Evy                           Mi hai mai visto che non fossi disperata?

Toby                         Mai. Se hai bisogno di me, mi trovi in ufficio da Marty e poi al Pavillon. Posso mandarti qualcosa?

Evy                           Che ne diresti del maître?

Toby                         Armando? Non gli piacciono le donne.

Jimmy                      (Entra con un vassoio con le tazzine di caffè) Fallo venire lo stesso, qualcosa da fare glielo troviamo...

Toby                         Evy, questo potrebbe essere uno dei più bei giorni della mia vita.

Evy                           Toby, se non fossi venuta tu, oggi, a prendermi...

Toby                         Te l’ho detto... Non vivo se il giovedì mattina non mi faccio la superstrada di Long Island. Dimmi ancora quanto sono bella.

Evy                           Elena di Troia non reggerebbe il confronto.

Toby                         Ti credo, Evelyn, davvero... Ti chiamo dal ristorante. (Va alla porta. Si ferma) Evy... Dimmelo ancora.

Evy                           Che cosa? Che sei carina?

Toby                         No... Quello che mi hai promesso n taxi.

Evy                           (Pausa) Farò la brava ragazza. Nei secoli dei secoli.

Toby                         Oh, Cristo! Finirò per piangere... E addio trucco! (Esce rapidamente. Evy si volta verso Jimmy)

Jimmy                      Smilza bastarda! Sono così fiero di te!

Evy                           Per questo non sei venuto a trovarmi neanche una volta in dieci settimane?

Jimmy                      Non posso entrare negli ospedali, lo sai. Svengo negli ospedali. Se andassi sotto una macchina chiederei di fami portare in farmacia!

Evy                           Non era un ospedale. E’ una casa di cura per alcoolizzati.

Jimmy                      Avevano camici e scarpe bianche. Per me è più che sufficiente (le da il caffè) No ti ho telefonato tutti i giorni? Non ti ho mandato io gli ultimi best-sellers?

Evy                           Sì, quali? “lettere a una nipote emofiliaca”? Ma non potevi mandarmi un manuale sul sesso, porca miseria?

Jimmy                      Scusa se sono stato carino con te. La prossima volta ti manderò un telegramma: ”buona bonifica”!

Evy                           Quanto ti devo per la drogheria?

Jimmy                      E’ tutto gratis! Ho avuto una storia con il garzone.

Evy                           Allora quando torna vado io ad aprire. Dammi il conto.

Jimmy                      Non essere ridicola. Dove li prendevo i soldi?

Evy                           Hai appena fatto uno spettacolo, no?

Jimmy                      E’ stato in ottobre. Due serate sole e la polizia ci ha fatto chiudere. E ti prego, non chiedermi cosa ho dovuto fare, nudo, con sei persone in scena.

Evy                           Erano robe di sesso?

Jimmy                      Non saprei. Avevo gli occhi chiusi... Giuro che è l’ultima volta che mi spoglio in pubblico. da allora non ho più lavorato. Sai che cosa ho fatto per sopravvivere? Ho venduto copri-asse per water in pelle di serpente, giuro su mia madre!

Evy                           (affacciandosi) Non vedo uomini per la strada... Ragazzini, capelloni, froci, neanche un uomo.

Jimmy                      Quello che mi uccide è che sono bravo. Tanto bravo che faccio paura. Ma è troppo tardi. La stagione ormai è iniziata: dopo ottobre non ti prendono da nessuna parte. L'unico spettacolo che puoi fare è fischiare per la strada... Sono nato con troppo talento e troppo tardi... Che fai lì alla finestra? Chi cerchi?

Evy                           Niente.

Jimmy                      Hai l’aria stanca. Perché non ti stendi un po’?

Evy                           Non voglio stendermi un po’.

Jimmy                      Ogni tanto devi riposarti.

Evy                           Balle. Ho conosciuto gente capace di stare in piedi per anni.

Jimmy                      (preso dai propri problemi) Non mi prenderanno, stasera. L’audizione

                                 è con un produttore diciannovenne che ha trecentomila dollari e un diploma di regia preso alla facoltà di agraria... Ma quali probabilità

                                 ha oggi un attore intelligente?... Oddio, quanto vorrei essere una star!

                                 Vorrei essere una grande star con tre agenti, due avvocati,

                                 un amministratore  e un addetto stampa e poi li licenzierei tutti e ne prenderei di nuovi. E vorrei farli pagare a tutti i ventidue anni di sangue sputato in questo mestiere. Non farei recite di beneficenza,

                                 un centesimo di carità, diventerei una delle più grandi carogne

                                 di tutti i tempi. Non è un sogno meraviglioso, Evy?

Evy                           (guardandosi intorno) Non mi ha lasciato le sigarette, stupida donna!

Jimmy                      (Tira fuori un pacchetto di sigarette sgualcito) Tieni, prendi tutto quello che ho... I soldi, il sangue, tutto quello che vuoi, basta che ti calmi, perché non mi fido di te quando diventi nervosa.

Evy                           Ho deciso: non mi piaci.(prende una sigaretta)

Jimmy                      Non ti sono mai piaciuto. da quindici anni è stata un’amicizia a senso unico. Sono io che mi preoccupo sempre per te, ti raccolgo da terra, ti metto a letto, ti nutro... E in cambio di che? A Natale mi hai regalato un'altra volta il tuo disco!... Beh, sono stufo. Non ce la faccio più. Sei magra e disintossicata, d’ora in poi arrangiati!

Evy                           Che ne diresti di un bacione sulla bocca?

Jimmy                      Che ne diresti di un toast di prosciutto e groviera? Siediti, è pronto. (va in cucina)

Evy                           (gridando) Jimmy, resta qui a parlare con me!

Jimmy                      (si ferma) Di cosa vuoi parlare?

Evy                           Di qualunque cosa, perdio... Scegli un argomento.

Jimmy                      Perché non me lo chiedi, Evy? Perché non ti decidi e me lo chiedi?... No, non l’ho visto e non ci ho parlato, va bene?

Evy                           (Pausa. Annuisce) Bene.

Jimmy                      Non è vero. L’ho visto in un pub la settimana scorsa. Non credo se la passi bene perché ha preso una birra e si è mangiato tutte le patatine nel piattino.

Evy                           Era solo?

Jimmy                      Sì. Lo so perché quando se ne è andato ho guardato  attraverso la vetrina sperando che finisse sotto un autobus... Che altro vuoi sapere?

Evy                           Niente. Era curiosità, non interesse.

Jimmy                      Oh, davvero? Per questo continui a guardare fuori dalla finestra? Per questo non vuoi entrare in camera? Di che cosa hai paura? Di vedere il suo fantasma seduto sulla tazza del cesso che fa i cruciverba? Andiamo! Vinciti e vai in camera, per la miseria! (Evy lo guarda poi entra in camera da letto. una pausa. Poi sentiamo la voce di Evy)

Evy                           (f.s.) Come hai fatto a togliere le macchie di vino rosso dal muro?

Jimmy                      Ci ho appeso sopra il tuo accappatoio.

Evy                           (rientra) Sai cosa farò? La rifarò bianca. Tutta la camera da letto bianca, da cima a fondo. Pareti, pavimento, coperte, camicie, pantofole; tutto bianco. Dimenticherò tutto quello che è successo lì dentro e diventerò Una felice signora dal culo quadrato che guarda la TV: Che ne dici?

Jimmy                      Che morte meravigliosa!...

Scampanellata: Evy sussulta

Evy                           Aspetti qualcuno?

Jimmy                      Non abito mica qui!... Devo aprire? Suoneranno di nuovo. (scampanellata) Visto?

Evy annuisce. Jimmy apre la porta. E’ Manuel con u pacco tra le braccia.

Manuel                     Yo dimenticado le bibite... Sei lattine de Coca, sei lattine de agua tonica. Due dollari y 40 cents.

Jimmy                      Ti ho già pagato prima, no? (tenta di prendere il pacco)

Manuel                     Me pagato per otra cosa, no pagato per esta cosa. Due dollari y 40 cents, por favor.

Jimmy                      (arrabbiato) Hai detto al signor D’Alessandro che la signora Meara si servirà da altri?

Manuel                     A lui no importa. lui dice: porta Coca Cola da altra parte.

Evy                           (viene avanti) Che succede?

Jimmy                      Non succede niente (a Manuel) Aspetta fuori. vado a prendere i soldi. (va in cucina)

Manuel                     Yo no quiero de entrar in su casa

Evy è al centro della stanza e Manuel la vede solo ora

Evy                           Jimmy, non lasciarlo così sul pianerottolo. (a Manuel) Avanti, puoi entrare.

Manuel                     (la guarda e sorride) Oh, gracias. (entra)

Evy                           (sorridendo) Sono la signora Meara.

Manuel                     Ah, sì? Buenos dias, senora Meara, mucho encantado. (Inchina più volte la testa, squadrandola da capo a piedi) Ho portato sei Coca Cola e sei acquatonica, OK?

Evy                           Ma certo. Segna in conto e calcola 50 cents per te.

Manuel                     Oh, gracias!

Evy                           Di niente.

Manuel                     Ma yo necessito di due dollari y 40 cents... Senor D’Alessandro dice...

Evy                           So quello che ti ha detto il signor D’Alessandro. E’ tutto a posto. Tu digli che la signora Meara è ritornata a casa e pagherà di nuovo tutto con assegni. Glielo dirai?

Manuel                     Sì. Yo dirò esto a lui. Ma lui dira me de no dire esto.

Evy                           Come ti chiami?

Manuel                     Senor D’Alessandro.

Evy                           No, come ti chiami tu.

Manuel                     Yo? Quiere saber mi nombre? Manuel!

Evy                           Manuel?

Manuel                     (annuisce) Manuel. Sì. es mi nombre. Mauel. Yo soy espanolo. (Jimmy esce dalla cucina)

Evy                           Non ti avevo mai visto, Manuel. Che ne è stato dell’altro garzone?

Manuel                     Pablo? Pablo è sposato y ahora fa un trabaho mejor. Es da Bloomingdale.

Evy                           Davvero? Così giovane?

Manuel                     Da Bloomingdale no guarda di età.

Evy                           Per sposarsi, volevo dire.

Manuel                     Oh, Pablo ha venti anni, come me.

Evy                           Tu hai vent’anni?

Jimmy osserva la scena, costernato.

Manuel                     Sì, yo venti.

Evy                           Bene, auguro anche a te di sposarti e di trovare un lavoro migliore, Manuel.

Manuel                     Muy bien por trabaho mejor, ma non voglio sposarmi. Yo sto bene asì, comprende?

Evy                           (sorride) Vuoi dire che preferisci avere un sacco di ragazze, vero?

Manuel                     Senora, porque no?

Evy                           Bene, dì al signor D’Alessandro che gli salderò il conto il primo di ogni mese. D’accordo?

Manuel                     Il primo de ogni mese. Riferirò.

Evy                           E segna 50 cents per te. Non ho spiccioli, ora.

Manuel                     No es problema. Yo tornerò. Usted se ocupa de me proxima volta. Comprende? (C’è un’allusione nel suo tono che non sfugge a Evy e Jimmy) Hasta la vista, senora Meara. (A Jimmy) Bueno, senor, ahora que todo es en orden, siempre amici, sì? (strizza l’occhio ed esce)

Jimmy                      (grida) Santo cielo! Perché non l’hai invitato a sentire i tuoi dischi? Sei impazzita?

Evy                           Oh, andiamo, è solo un garzone.

Jimmy                      Ho visto come ti ha guardato e so cosa ti vuole consegnare

Evy                           Non sono ancora a quel punto!.. Forse, fra qualche settimana...

Jimmy                      Non mi fido di te. Non mi fido di lasciarti sola neanche dieci minuti.

Evy                           Per dieci minuti sono affidabile.

Jimmy                      Ti conosco, Evy. Non ti lascerei sola col Papa la settimana santa... No hai avuto abbastanza guai quest’anno?

Evy                           Ne ho avuti abbastanza per tutta la vita. Per L’amor di Dio, non ho intenzione di farmi sbattere da un garzone. Non ho neanche di che dargli la mancia.

Jimmy                      Lo farai mettere sul conto, come tutto il resto.

Evy                           Oddio, Jimmy, quanto bene ti voglio! Non sai quanto sia bello avere qualcuno che si preoccupa per te.

Jimmy                      E invece a me non piace preoccuparmi per qualcuno. Ho già abbastanza problemi a preoccuparmi per me... Ho quarant’anni e non riesco più  a trovare un lavoro, con o senza vestiti. Se hai voglia di farti il piccolo Sancho Gonzales sono fatti tuoi!

Evy                           (abbraccia Jimmy) Con tanti schifosi che ci sono al mondo, almeno  tu  non lo sei.

Jimmy                      Beh, sono contento. Finalmente ti rendi conto che tutti gli altri sono schifosi.

Evy                           Perché non mi sposi?

Jimmy                      Perché tu sei una ninfomane alcoolizzata e io sono gay. In quale scuola accetterebbero i nostri figli, me lo dici?... Devo andare, sono in ritardo. Se prometti di fare la brava, sarò carino con te quando sarò una star.

Evy                           Jimmy!

Jimmy                      (si ferma) Che c’è?

Evy                           Niente. Solo che ti voglio bene e voglio ringraziarti per essere qui, oggi.

Jimmy                      Non ringraziarmi... Ti ho fatto caffè fino a febbraio. Ti ricorderai di berlo?

Evy                           Bere è una cosa che ricordo.

Jimmy                      E dormi un pochino.

Evy                           Prometto.

Jimmy                      Ti telefono appena avrò perso il lavoro...E se Manuelito si fa rivedere, non aprirgli. La prossima volta si presenterà con un cotechino!

Jimmy esce chiudendosi la porta alle spalle. Evy si guarda intorno e realizza di essere sola.

Sola di  nuovo per la prima volta, dopo mesi. prende la valigia e la tira letteralmente dentro la

camera da letto.

Evy                           Va bene, niente panico. Una cosa per volta, ok? (Si guarda intorno. Spiumaccia i cuscini. Si siede) Ok, per oggi basta.. (Si alza. Va al piano, accenna “Close to you” poi canta la prima strofa) Grazie, grazie...

                                 Nel prossimo numero, Frank  ed io ci accoppieremo in scena...

                                 (Sospira. Si sforza di non perdere il controllo. Guarda il telefono.

                                 Va verso di esso. Si siede e forma un numero) Pronto?... C’è la signorina Meara?...  No, non la signora Meara, la signorina!... Oh! Da quanto?...

                                 Bene, quando rientrerà le dica perfavore che... (Improvvisamente si sente

                                 la chiave girare nella serratura e la porta si apre. E’ POLLY MEARA,

                                 con una grossa, pesante valigia. Polly è carina, ha 17 anni, capelli lunghi

                                 e lisci. Veste semplicemente con Jeans, maglione e giacca. Lunga pausa carica di emozione, quando le due si guardano. Evy, al telefono)

                                 Non importa. Grazie. (Riattacca e guarda Polly)

Polly                         Non vorrei che ti facessi illusioni, ma credo di essere tua figlia.

Evy                           Non è vero. Mia figlia sarebbe arrivata prima... (Non riesce a contenersi) Ragazzaccia, vuoi farmi venire un infarto? (Si precipitano una verso l’altra e si stringono in un caloroso abbraccio. Evy l’allontana un po’ da sé) Oddio, Polly, Polly...

Polly                         Speravo di arrivare qui prima di te, ma sono uscita tardi da scuola. Di tutti i giorni, proprio oggi... (Si sciolgono. Evy si asciuga gli occhi)

Evy                           Ok, sto piangendo. Soddisfatta? Hai appena distrutto una povera donna indifesa... Ma perché diavolo non piangi, tu?

Polly                         Sono troppo felice. Non riesco a crederci. Mio Dio, fatti vedere.

Evy                           Che te ne pare?

Polly                         Sei la mamma più snella che ho mai avuto. Ora potrò mettermi i tuoi vestiti.

Evy                           Che taglia porti?

Polly                         La 44...

Evy                           Invece io, ragazzina, ho la 42 (si asciuga di nuovo le lacrime) Accidenti, lo sapevo che finiva così. Non dovevano dirti che ero a casa. Avevo bisogno di tre giorni, prima di affrontarti.

Polly                         Stamattina ho telefonato in clinica. Non avrai pensato che potevo aspettare, vero?

Evy                           Nemmeno io!... Oh, Dio, abbracciami ancora, non resisto! (si abbracciano) Va bene, se dobbiamo lasciarci andare, meglio chiudere la porta... Già si chiacchiera abbastanza su di me nel palazzo. (Evy chiude la porta. Polly prende la valigia)

Polly                         La porto io. (la solleva)

Evy                           Hai già cenato?

Polly                         Non ho neppure pranzato. Ero troppo agitata.

Evy                           Ho appena fatto provviste per l’inverno. Faremo un festival gastronomico. Coraggio, togliti la giacca e fatti guardare. Ehi, cos’hai fatto ai capelli?

Polly                         Niente.

Evy                           Appunto. Niente da almeno tre mesi. Quando andrai dal parrucchiere?

Polly                         Lascia perdere il mio look. Non ho ancora deciso. (Va verso la camera da letto con la valigia)

Evy                           Avessi io i tuoi problemi!... Dove vai con quella?

Polly                         In camera da letto.

Evy                           Che cos’è?

Polly                         (guarda la valigia) Sembra una valigia.

Evy                           Grazie tante, l’avevo immaginato. Ma che c’è dentro?

Polly                         (alza le spalle) Vestiti, scarpe, libri, roba così.

Evy                           Perché li tieni nella valigia?

Polly                         Beh, sennò cadono per terra.

Evy                           Ok, ok, Alt! A nessuno piace avere una dritta per figlia! Cosa sta succedendo qui?

Polly                         Niente. Non posso rimanere?

Evy                           Stanotte? Ma sì che puoi.

Polly                         Ok. Resto stanotte. (Si avvia di nuovo verso la camera da letto)

Evy                           Con tutta quella roba? Devi avere del sonno arretrato.

Polly                         Ok, due notti. Non sottilizziamo.

Evy                           Ehi, ehi! Un Momento! Posa la valigia. (Polly la guarda poi posa la valigia) Ora guardami.

Polly                         Ti guardo.

Evy                           Lo so che cos’hai in mente! Oh, no, è impossibile!

Polly                         Perché?

Evy                           Perché non ho bisogno di compagne di camera. Grazie tante... Se avessi la barba, ancora ancora...

Polly                         Non voglio dividere la camera con te... Voglio vivere con te.

Evy                           Ti senti sola? Ti mando in campeggio. hai una casa, perché ti disturbi per me?

Polly                         Non puoi cacciarmi! Sono carne della tua carne!

Evy                           Mi sono appena liberata della mia carne, quindi non metterla sul sentimentale!

Polly                         Ho già deciso: mi trasferisco qui. Non puoi rifiutarti.

Evy                           In primo luogo, piccola idiota, non puoi abitare qui. Non dipende né da me né da te.

Polly                         E in secondo luogo?

Evy                           Non serve un secondo luogo. Il primo ha già chiuso l’argomento. Tu vivi dove tuo padre ti dice di vivere.

Polly                         Appunto. Dove metto la valigia?

Evy                           Vuoi dirmi che tuo  padre ti ha dato il permesso di venire a stare con me?

Polly                         Esatto.

Evy                           Tuo padre?

Polly                         Proprio lui.

Evy                           Uno alto, coi capelli brizzolati, sempre in blu e che sputa un po’ quando parla?

Polly                         Vuoi parlarci tu?

Evy                           Non da sobria, per carità. E che ne pensa la tua matrigna? Come si chiama... Lucrezia?

Polly                         Esperia.

Evy                           Esperia, ma che nome! Chi sa lui come sputa bene, quando lo dice! Esperia!... E lei ha sempre la protesi che fa clik clak?

Polly                         Sì.

Evy                           Dev’essere una gran bella vita con lui che sputazza e lei che clicchetta. Grazie a Dio no ha avuto anche me, in custodia.

Polly                         Per questo ti scongiuro di tenermi qui. Non riesco a fare i compiti con tutti quei rumori.

Evy                           Giura che è vero, Polly. ha detto proprio di sì?

Polly                         Mi vuole bene. Non scherzerebbe con la mia vita.

Evy                           Devi convincermi. Non ci credo.

Polly                         Ne abbiamo parlato per settimane! Lui sa quanta volontà ci hai messo. Ha parlato con il tuo dottore, sa che stai bene e... pensa che ora tu abbia bisogno di me.

Evy                           Ora ho bisogno di te? Dove crede che sia stata negli ultimi sette anni? In Guatemala?

Polly                         Lo sa dove sei stata.

Evy                           E tu? E’ questo che vuoi veramente?

Polly                         Sei anni di week-end e di vacanze insieme non hanno compensato i sette anni che non sono stata con te.

Evy                           Vuoi sapere una cosa? Tremo con tutto il corpo. Paralizzata dalla paura. Non saprei da dove cominciare per occuparmi di te.

Polly                         Ho già 17 anni... Non sarà tanto difficile.

Evy                           Sarò sincera con te: non è la cosa che so far meglio. Una volta da ragazza mi sentivo molto materna e comprai due tartarughine d’acqua per 85 cents. Le chiamai Irving e Sam. Gli detti da mangiare una volta... Il giorno dopo galleggiavano pancia all’aria. Non vorrei passarci un’altra volta.

Polly                         Non ti preoccupare. Io nuoto benissimo.

Evy                           Dio mio! Mi era rimasta una sola speranza: di non avere una figlia scema... Ma che razza di ascendente avrei su di te? Sono sboccata. Sono sempre stata sboccata. Sono una sboccata congenita.

Polly                         Stronzate.

Evy                           Non molto spiritosa.

Polly                         Farò meglio in seguito.

Evy                           Ma cos’è che ti attira tanto? Credevo ti bastassero i week-end insieme a me.

Polly                         Ricordi cosa mi regalasti per Natale quando avevo nove anni?

Evy                           Una bottiglia di whisky vuota? Non lo so. Non mi ricordo neanche di ieri.

Polly                         Non ricordi la casetta di marzapane con la donnina di marzapane alla finestra?

Evy                           Se lo dici tu...

Polly                         L’ho sempre conservata, in tuo ricordo. Certo oggi è solo una grande scatola di briciole. Dai, sii buona. Compramene un’altra a Natale.

Evy                           Non so se ne avrò il coraggio.

Polly                         Di che hai paura?

Evy                           Di lasciarti un’altra volta con le briciole... Sai come sono.

Polly                         Ti ho visto ubriaca... Di solito non mi piacevi, ma un paio di volte sei stata spiritosissima.

Evy                           Eh, già... “solo quando rido”

Polly                         Solo quando ridi cosa?

Evy                           E’ una vecchia barzelletta. Un tizio ha un coltello piantato nella schiena e un amico gli chiede: ti fa male? E lui risponde: solo quando rido.

Polly                         E tu saresti quello col coltello nella schiena?

Evy                           Ero... E l’accoltellatore... Ma no, ci sono cose che non posso dirti. Oh, Cristo, tanto vale che te lo dica. Tu sapevi di Lou Tanner?

Polly                         L’ho incontrato qui un paio di volte.

Evy                           Sapevi che abbiamo vissuto insieme qui per otto mesi?

Polly                         Non pensavo certo che fosse arrivato qui in pigiama...

Evy                           Gesù, almeno fingiti scandalizzata!

Polly                         Ho un’amica di 16 anni che ha mollato la scuola perché è incinta. Tu ne hai 43. se non lo puoi fare tu...

Evy                           Adesso sta a vedere che divento “Madre dell’anno”!

Polly                         Non voglio giudicarti, Evy. Voglio solo vivere con te.

Evy                           Hai 17 anni, è ora che tu mi giudichi! Però non voglio che tu creda che 80 chili di alcool puro mi rendessero una “cicciona felice”. Molte notti avrei voluto buttarmi da quella finestra, se solo ci fossi passata... Non sono proprio quello che si dice una persona “emotivamente stabile”. Sai quante volte sono stata veramente innamorata da quando abbiamo troncato con tuo padre? Ho incontrato “l’uomo giusto” qualcosa come sette o otto volte. Incontro anime gemelle due volte la settimana... Certo, riconosco il vero amore, quando lo vedo. E’ che lo vedo dappertutto.

Polly                         Non sei tenuta a dirmi queste cose.

Evy                           Devo, accidenti!... Voglio che tu sappia tutto , Polly, prima di prendere una decisione. Ho vissuto qui con quel chitarrista otto mesi fra i più felici della mia vita. Perché negarlo? Era bello, simpatico, dieci anni meno di me. Che poteva volere di più una donna? Se ne stava seduto tutto il giorno su quella sedia a suonare e a comporre, e io l’ho nutrito e amato per otto incredibili mesi... e poi quello stronzo schifoso... Scusa, cercherò di non dirlo più.

Polly                         Bene.

Evy                           Ma no, al diavolo! Stronzo e schifoso! Mi ha piantato nel pieno della notte per una diciottenne pellerossa... Sì, ma lascia che la principessa “cagnetta che scopa “ invecchi un po’ e cominci ad assomigliare a Toro Seduto... Sono rimasta seduta davanti a quella finestra sei settimane, aspettando e sperando, mentre prosciugavo due negozi di liquori solo in questo quartiere... Finché un giorno arriva Toby e mi trova faccia in giù nella vasca... Poi mi sono risvegliata in quella casa di cura di Long Island. Il resto non è molto interessante, sempre che non ti piacciano le storie di torture umane... Ma l’ho superata ed eccomi qua. E calcolo, micia mia, che ho solo un’altra possibilità di far parte degli esseri umani. E se toppo questa volta, forse mi seppelliranno in una distilleria... E se questo è il tipo di persona con cui ti piacerebbe vivere, Dio mi ha castigato con una figlia che è la più grande babbea di tutti i tempi!

Polly                         (sorride) Ci verresti a fare un discorso alla mia scuola?

Evy                           (commossa) Finirò per preferirti a una pelliccia di visone! (abbraccia Polly) Hai sempre intenzione di provare?

Polly                         Dopo quello che mi hai raccontato, pagherei il biglietto.

Evy                           Oh, no! Se vieni a stare con me, trasformeremo questa casa in “Piccole donne”: lenzuola pulite, centrini sui mobili, la guida TV, una vera famiglia americana.

Polly                         E potremmo andare in chiesa la domenica. A proposito, di che religione siamo?

Evy                           Ci guarderò. Ce l’ho scritto, da qualche parte... Mi troverò un lavoro. Non nello spettacolo... Un lavoro vero. (comincia ad andare in su e in giù)

Polly                         Io torno a casa da scuola alle quattro. Potrei preparare la cena.

Evy                           Sai cucinare?

Polly                         Sì, solo che le cose che faccio non sempre si riescono a mangiare.

Evy                           Che altro sai fare?

Polly                         So andare a cavallo.

Evy                           Perfetto. Quando staremo per morire di fame, potrai saltare in sella e andare a cercare aiuto.

Polly                         Ora posso disfare la valigia?

Evy                           Sì, ora puoi disfarla!... santo Iddio, Polly, improvvisamente sono così eccitata... Com’è, io con tanta fortuna?

Polly                         (alza le spalle) A volte capita.(si avvia verso la camera da letto con la valigia)

Evy                           Tu guarda che cosa c’è di buono in cucina, io metto via la tua roba.

Evy va in camera da letto, Polly in cucina. Sono entrambe f.s.

Evy                           (f.s.) Ma che diavolo hai qua dentro, un emporio?

Polly                         (f.s.) E’ la mia collezione di dischi.

Scampanellata.

Evy                           (f.s.) Vedo tante mutandine, qui, ma non vedo reggiseni. Non porti reggiseno?

Polly                         (f.s.) No. Mi perdo una grossa emozione?

Pollly entra dalla cucina. Guarda verso la camera da letto, ma a quanto pare Evy non ha sentito

suonare. Polly va ad aprire. E’ LOU TANNER. E’ sui 35 anni, ha un’aria trasandata, baffi incolti,

maglione girocollo sporco, stivali color sabbia molto consumati. Eppure, malgrado il suo aspetto,

è attraente. Polly è scossa dal suo arrivo intempestivo.

Polly                         Ciao, Lou.

Lou                           (la guarda poi entra) Ciao, Polly.

Evy                           (f.s.) Non ti chiedo a cosa servono queste pillole perché non voglio saperlo.

Lou                           Sta bene?

Polly                         (ancora scossa) Cosa?... Sì, sta bene.

Lou                           Posso entrare?

Polly                         (guarda preoccupata verso la camera da letto) Sì... certo. (Lou viene avanti e chiude la porta) Come stai?

Lou                           Credevo che fosse sola... Magari dovrei ripassare più tardi...

Polly                         No... Non sono sicura che voglia vederti. (chiama) Mamma!... Ci sono visite!

Lou guarda verso la camera mentre Polly lo osserva nervosa. Evy appare sulla porta. Forse ha

riconosciuto la voce di Lou. Esce dalla camera e va verso di lui.

Lou                           Ciao, Evy.

Evy                           (ostentando una certa freddezza) Ciao, Lou...

Silenzio imbarazzato.

Lou                           Sei meravigliosa.

Evy                           Grazie.

Lou                           Come hai fatto a perdere tanti chili?

Evy                           Pura felicità.

Polly                         (si sente di troppo) Io vado a finire di disfare la valigia. Ciao, Lou.

Evy                           Puoi restare, sai.

Polly                         Preferirei dio no, se non ti dispiace. (un cenno a Lou) Ciao.

Esce rapidamente. Evy e Lou sono in piedi uno accanto all’altra.

Lou                           Ho chiesto in clinica. Mi hanno detto che tornavi a casa oggi. Brutto posto, eh?

Evy                           No, mi piaceva. Il sabato sera c’era il cinema. Come sta la squaw?

Lou                           Abbiamo troncato un mese fa.

Evy                           Ah, che peccato. Come mai, non faceva piovere?

Lou                           Non faceva e basta. Hanno un mucchio di tabù sessuali, i Cherokee. (si guarda intorno) Non mi offri una sigaretta?

Evy                           No, ma se vuoi fare un bagno, accomodati. Sembri la seconda settimana di sciopero dei netturbini. Abiti al coperto?

Lou                           Eddie è in viaggio e io sto a casa sua.

Evy                           Spero che ti abbia lasciato da mangiare. Sei un po’ traballante.

Lou                           I musicisti non mangiano, Evy, lo sai. Ci nutriamo con l’anima.

Evy                           Di chi?

Lou                           Non rifiuterei una birra gelata.

Evy                           La chiedi o la implori?

Lou                           E’ questo che vuoi sentire? Va bene, la imploro.

Evy                           (ironica) Ho sempre saputo che un giorno avresti sfondato. (gli porge una sigaretta) Tieni, è l’ultima. Fumala quando sei più grande.

Lou                           (cerca di agguantare Evy) La mia Evy...

Evy                           (respingendolo) Sei un inestimabile bastardo!... Dovevi capitare qui proprio oggi, eh? Hai calcolato bene il momento per trovarmi coi nervi tenuti insieme con lo sputo e il caffè.

Lou                           Che cosa volevi che facessi, che ti chiamassi da un telefono a gettoni? “Ciao Evy, indovina chi sono?”

Evy                           L’unica cosa che te l’ha impedito è stato il gettone.

Lou                           Andiamo, Evy. Ho fatto sette isolati con queste scarpe imprestate. Sii carina con me.

Evy                           Come se niente fosse successo, vero?

Lou                           No, è successo, ne parleremo. Ma è difficile, se non mi guardi. ho la sensazione di essere solo, in questa stanza.

Evy                           (si volta e lo guarda) Conosco bene la sensazione.

Lou                           Dirò una cosa sola in favore dei pellerossa: in generale non sono un popolo vendicativo.

Evy                           Davvero, Lou? E che cosa ha fatto lei, quando l’hai piantata? Ha cavalcato verso il tramonto? Ha fatto una danza rituale? Si è dimenata col suo bel corpicino sodo? vuoi parlarmi del suo bel corpicino sodo di diciottenne, Lou?

Lou                           Non proprio.

Evy                           Andiamo. Confidati con me. Parlami dei tuoi problemi, Lou. Avrai tutta la mia comprensione.

Lou                           Nessun problema, Evy. Niente che non si possa risolvere.

Evy                           Lou, ho 43 anni e mi sforzo di essere una sensata signora. I dottori mi hanno detto che non devo più bere o avere relazioni con chitarristi di 33 anni. Ti ringrazio della visita. Ora va’ a casa, trovati una della tua età e fumati tutte le cicche che hai seminato per casa.

Lou                           (sorride) Se non altro, Evy, hai sempre la battuta facile. Ti citavo sempre, parola per parola. Naturalmente quella scemetta indiana non capiva niente: umorismo zero. Comunicavamo in altri modi. Ma ogni volta che avevo bisogno di una bella risata, dovevo citare te... Tu non eri presente ma eri sempre lì, capisci quello che voglio dire?

Evy                           E’ un’immagine che serberò in eterno... Senti, c’è Polly di là, quindi tagliamo corto.

Lou                           Voglio ritornare, Ev. (pausa) Oggi, domani, la prossima settimana.... Ma voglio tornare.

Evy                           Capisco... E sarebbe con o senza vitto?

Lou                           Forse con un po’ di umiltà. Metterò insieme tutto quello che ho.

Evy                           Non voglio che tu vada a rubare per me.

Lou                           Ecco, Ev. Per questo sono tornato. per essere un po’ stimolato.

Evy                           Prova con un vibratore.

Lou                           Prova a lasciarti andare un paio di minuti. Interessati, Ev. Chiedimi come va il lavoro...

Evy                           Come va il lavoro, Lou?

Lou                           Sì, sei molto gentile a interessarti... Sto scrivendo. Non vendo niente, ma sto scrivendo.

Evy                           (senza emozione) Sono enormemente felice per te

Lou                           Non te ne frega niente, vero? Non te n’è mai fregato un bel niente...

Evy                           Troppo isterico per meritare risposta.

Lou                           Oh, ti interessavo, io.  Su questo non ho mai avuto dubbi. Affetto, amore, passione a tonnellate. Bastava un mio sguardo un po’ meno indifferente e saltavi nel letto con tutte le scarpe.

Evy                           Scusami. La frigidità non è mai stata un mio problema.

Lou                           Se avessi fatto l’impiegato al catasto, per te non avrebbe fatto nessuna differenza.

Evy                           Niente faceva differenza per me, tranne te.

Lou                           Non ti importava un accidenti se quello che scrivevo era buono o no, purché fosse finito. “Fantastico Lou! Ora vieni a letto.”

Evy                           Tu lo scrivevi, lo cantavi, io l’ascoltavo. che altro potevo fare? Non potevo mica pubblicartelo!

Lou                           Ton ti è mai veramente piaciuto, vero? non hai mai creduto che avessi un vero talento, eh?

Evy                           Mi piaceva. Tutto quello che scrivevi, mi piaceva.

Lou                           Balle!

Evy                           In effetti forse è più esatto.

Lou                           Perché diavolo non me l’hai detto?

Evy                           Avevo già abbastanza problemi ad ottenere il tuo affetto, ci mancavano solo le critiche negative.

Lou                           Non riesco a crederci. Tutto quello che scrivevo ti faceva schifo... e non mi hai mai detto niente.

Evy                           Mi dispiace che il tuo ego sia ferito a posteriori. Ok, penso che tu sia una grande promessa. Farò scrivere un annuncio su Variety, va bene? Ora lasciami stare.

Lou                           Sai, Evy, sei la donna più rompiballe e insopportabile che io abbia mai avuto... Eppure sto qui a godermela. Sono umiliato e frustrato, ma almeno so che sto in una stanza con un essere umano vivente! (sottovoce) Sono mesi che non faccio una bella litigata come questa... E in tutto questo tempo non ho scritto due note che valessero il prezzo della carta... Forse hai ragione tu. Al massimo sono mediocre... Andiamo,  Evy. La verità è che finché sono stato qui, ho funzionato. E quando funzionavo io, funzionavi anche tu.

Evy                           Evy e Lou che funzionano: una delle più belle storie d’amore di tutti i tempi!

Lou                           (con un certo humor) Beh, forse non la più bella ma certamente la più originale. Che cosa ne dici, Ev? Lo vuoi dare un contributo al mondo della grande musica?

Evy                           L’ho già dato, grazie.

Lou                           Cristo, Evy. Vuoi proprio che lo dica? Lo dico: ho un tremendo bisogno di te.

Evy                           Per quanto, Lou? Finché non scapperai con la guardarobiera cinese di un night?

Lou                           Evy, io ti giuro...

Evy                           Non farmi giuramenti! Sono appena uscita da una clinica piena di gente a cui avevano fatto giuramenti!

Lou                           Eh, no! Diciamo le cose come stanno! Tu avevi questo problema già vent’anni prima di conoscermi!

Evy                           Non discuto. Solo non voglio avercelo per altri vent’anni.

Lou                           Vuoi farmi credere che sei guarita? Che sei stata tre mesi a latte e yogurt e d’ora in avanti vivrai felice e contenta? C’è tutta una vita da vivere ancora, Evy... Non sono venuto per farti promesse. Certo, tra qualche settimana potrei trovarmi un’altra ragazzina con un bel culo e potrebbero trovare te sotto il tavolo con una cassa di bottiglie vuote. Forse sì, forse no. Evy, tu ed io messi insieme non facciamo una persona, ma forse in due abbiamo qualche possibilità.

Evy                           Quello che mi serve ora è un po’ di famiglia, non un amante. E ne ho già una di là che sta disfando le valigie.

Lou                           Vuoi scherzare?

Evy                           La vedrò tutte le mattine. E’ già molto per me.

Lou                           La mattina non è mai stato un problema per te.

Evy                           Stavamo giusto per andare a cena. Ti inviterei ma è solo per parenti stretti.

Lou                           Beh, sai... Oggi il pomeriggio non passava più... Avevo pensato di chiederti... Ok, sono contento di vederti così bene, Evy. Continua così.

Evy                           L’idea è quella.

Lou                           (sulla porta) Hai ancora dieci secondi per cambiare idea. (Aspetta. Nessuna risposta) Però, come vola il tempo! (Apre la porta, sta per andare)

Evy                           Lou! (Lou si ferma, si volta. Pausa) Mi telefonerai, qualche volta? Anche per dirmi ciao.

Lou                           (la guarda) Probabilmente no.

Si volta e se ne va chiudendosi la porta dietro le spalle. Evy rimane ferma un momento.

Si apre la porta della camera ed esce Polly.

Polly                         Non ho sentito una parola... Ma posso dire una cosa?

Evy                           Solo se mi farà ridere... Hai già disfatto la valigia?

Polly                         Ci metterei due minuti a rifarla.

Evy                           Se l’hai disfatta, vai a lavarti le mani, apparecchia e accendi il forno! E’ ora di cena!

Polly                         (allegra) Ok, Evy!

Evy                           E cos’è questa stronzata di chiamarmi “Evy”? Sono tua madre! Esigo un po’ di rispetto, cavolo!

Evy incomincia a preparare mentre Polly, felice, va in cucina.

SIPARIO

ATTO SECONDO

Tre settimane dopo. Circa le nove di sera. Polly sfoglia una rubrica telefonica. Poi fa un

numero. Guarda l’orologio preoccupata.

Polly                         (al telefono) Pronto? E’ l’Allen bar? Mi sa dire se la signore Evelyne Meara si trova lì, per favore?... Evy Meara, esatto... Capisco... Non s’è vista in tutto il giorno?

Si apre la porta , ma Polly non se ne accorge. Entra Evy con un sacchetto pieno di roba.

Evy                           Eccomi, eccomi! Proprio di questo ho bisogno, di una figlia che si fida! (chiude la porta)

Polly                         (al telefono) Non importa, grazie.

Riattacca e si volta verso Evy. Evy posa il sacchetto.

Evy                           Se sapessi che meraviglia di giornata ho passato, non ti preoccuperesti per me. Ho notizie sensazionali... Oggi uno mi ha fatto delle avances... Era sugli 80, era zoppo, col bastone, ma ci ha provato.  Non credo che mi vedesse o mi sentisse molto bene, ma ci intendevamo. Se non ho offerte migliori in settimana, credo che sarò sua nel week-end all’ospizio. Ciao micina, dai un bacio alla mamma. (Bacia Polly sulla guancia. Polly rimane impassibile.) Cosa c’è?

Polly                         Sono quasi le nove.

Evy                           Stai scherzando?

Polly                         (Indica l’orologio) Non scherzo no. Sono quasi le nove.

Evy                           Va bene, non agitarti. Che cosa mi sono persa, un’eclissi? Che è successo?

Polly                         Non telefoni, non lasci un biglietto, non dici dove vai. Ti aspetto a casa per cena alle sette e mezza e non ti vedo... E mi spavento a morte. Che cosa è successo? Dove sei stata?

Evy                           Ho gironzolato intorno alle toilette degli uomini nella metropolitana... Ho passato una bella giornata. Vuoi sapere i particolari o vuoi sgridarmi?

Polly                         Voglio sgridarti.

Evy                           Non puoi sgridarmi, sono tua madre! Sono mancata alla tua cena. Oh, Dio Polly, quanto mi dispiace! Che cosa avevi fatto?

Polly                         Non lo so. Una ricetta che ho preso da libro. Era calda e croccante. Se ne vuoi, è ancora in cucina. ora è fredda e floscia.

Evy                           (abbracciandola) Non arrabbiarti con me. Al mondo non ho che te e quello zoppetto di 80 anni, non arrabbiarti... Lascia che ti racconti cos’è successo oggi.

Polly                         Hai mangiato?

Evy                           Sì, credo... Senti che cosa è successo. Ho incontrato una mia vecchia amica che lavorava nei night...

Polly                         Che significa “credo”? Non sai se hai mangiato o no?

Evy                           Ho mangiato, sì, ho mangiato! Ho preso un sandwich a colazione. Se vuoi corro a farmi una lastra per provartelo... Vuoi sentire la mia storia?

Polly                         E non hai mangiato altro, dopo colazione?

Evy                           Forse il sandwich l’ho mangiato a pranzo. Lasciami raccontare. Cos’hai studiato oggi, a scuola, brontologia?

Polly                         Dormi male e non ti vedo mai mangiare, perciò mi preoccupo per te.

Evy                           Chi dice che dormo male?

Polly                         Ti osservo, la notte.

Evy                           Allora sei tu che non dormi bene.

Polly                         Resti in soggiorno fino alle cinque, le sei del mattino, passeggiando, fumando e tossendo. Ti sento, dalla camera.

Evy                           E’ la TV. Ascolto gli spot contro il cancro.

Polly                         E fai telefonate nel cuore della notte... A chi telefonavi alle quattro, stamattina?

Evy                           Alle previsioni de tempo.

Polly                         Alle quattro del mattino?

Evy                           Mi piace sapere che tempo farà alle cinque!... Gesù! Altri due anni così e diventerai una vera rompicoglioni!

Polly                         Ok, mi sta bene. Se non t’importa un cazzo, non m’importa un cazzo!

Evy                           E modera il linguaggio!

Polly                         Se tu non moderi il tuo, devo moderare il mio, io?

Evy                           Io parlo così. E’ un mio difetto. C’è chi è balbuziente, io sono sboccata! Cosa vuoi che faccia, che mi metta dei cerotti sulla bocca?

Polly                         Tanto varrebbe! Non hai mangiato niente, tranne il caffè a colazione!

Evy                           Ma che importanza ha?

Polly                         Perché se non hai cura del tuo corpo, non avrai cura di te.

Evy                           Non voglio aver cura del mio corpo. Di quello voglio che ne abbia cura qualcun altro. Perché credi che attacchi discorso con gli ottantenni?

Polly                         Sei impossibile. E’ come parlare a una bambina.

Evy                           (si volta) Nessuno mi rispetta. Come posso essere una madre se non mi si rispetta?

Polly                         Come vuoi che ti rispetti io, se tu non rispetti te stessa?

Evy                           (alza lo sguardo disperata) Oh, Cristo, che fallimento di madre! Tre settimane e ho toppato! Non arrabbiarti, Polly, non sgridarmi!

Polly                         E smettila di scusarti! Sei mia madre, fatti chiedere scusa per come ti ho trattata!

Evy                           Non succederà più, tesoro, te lo giuro.

Polly                         (con forza) Non giurarlo a me, giuralo a te stessa! IO non posso vivere la mia vita e la tua! Sei tu che devi prendere le redini, tu che devi comandare, qui!

Evy                           Senti, non ci sto capendo più niente. Perché non butti giù un decalogo bello chiaro così io lo seguo alla lettera, eh? Su una pagina quand’è che io sgrido te, su un’altra quando tu sgridi me... E adesso, vuoi sapere cosa mi è capitato oggi pomeriggio o no?

Polly                         (E’ difficile tenere il broncio a Evy. Polly le sorride) Che è successo oggi pomeriggio?

Evy                           Forse ho un lavoro.

Polly                         No! Dove?

Evy                           Ecco... (racconta animatamente) Ero da Gucci, cercavo un regalino per la festa di Toby, quando all’improvviso vedo una mia vecchia amica che cantava con un complessino... No riusciva a capacitarsi del mio nuovo look e mi ha chiesto cosa combinavo. Io le ho detto: “Sto cercando un onesto lavoro, preferibilmente in mezzo a un mucchio di scapoli, che so, magari su una portaerei... Perché mi guardi strana? Se pensi di riscaldare quella roba fredda e floscia, scordatelo!

Polly                         Sto ascoltando.

Evy                           Bene... Lei incomincia a dirmi che ha lasciato lo spettacolo ed è sposata a un italiano che ha quattro ristoranti a Long Island, e capisco subito che lui c’è dentro. Voglio dire: un ristorante è un’azienda, quattro è mafia... Comunque ha un locale a Garden City e cerca una hostess, garbata, che dica “buonasera, da questa parte, prego”, che sculetti e prenda 190 dollari la settimana... Allora io con molta nonchalance mi sono messa in ginocchio, le ho baciato i piedi, le ho leccato le caviglie e le ho portato tutte le borse che aveva.

Polly                         Hostess in un ristorante? E’ questo che vuoi fare?

Evy                           No, io veramente vorrei fare la massaggiatrice in un circolo maschile, ma non ho agganci... Posso finire di raccontare?

Polly                         Perché non finisci di raccontare?

Evy                           Grazie... Così, arriviamo all’angolo da Schrafft, lei mi offre uno sherry e ci sediamo a parlare fitto fitto, come due ragazzine debuttanti, io, l’ex beona e lei, la scialba mogliettina di Al Capone... E mi scrive l’indirizzo... Devo andare... (consulta un pezzo di carta che tira fuori dalla tasca) al ristorante “Blue Cockatoo” di Garden City, domani mattina alle dieci e farò un colloquio con Lucky Luciano. E tutto questo in un giorno solo! Senza dimenticare le palpate dell’ottantenne sull’autobus. E tu mi vieni a dire che Dio non esiste? (Guarda Polly speranzosa in un suo entusiasmo. Ma Polly si limita a lanciarle un’occhiataccia) ... Che c’è?

Polly                         Hai bevuto un bicchiere di sherry?

Evy                           (voltandosi) Oh, Cristo!

Polly                         Perché hai bevuto un bicchiere di sherry?

Evy                           Perché la cameriera me l’ha messo davanti.

Polly                         Non ti mettono davanti niente se non lo hai ordinato. Non ti capisco.

Evy                           E io non capisco te! Torno a casa felice, eccitata, piena di buone notizie e chi ti trovo? Un poliziotto di diciassette anni! Non sono ubriaca, non sono frustrata, sono eccitata da morire perché ho passato tutta la giornata fuori da queste quattro mura e torno a casa viva, apprezzata e perfino desiderata!

Polly                         Avevi bisogno di bere per sentirti così?

Evy                           Ero tesa, avevo paura di perdere il lavoro. E mi son fatta un fottuto drinkino. Hai mai preso un cocktail da Shrafft? La metà è dipinto sul bicchiere.

Polly                         Non è questo il punto. Potevi prendere caffè, tè, latte.

Evy                           Grazie, signorina. Tra quanto atterriamo a Chicago?... Non voglio più parlarne. Vai a studiare. Se ti promuovono in francese, ne discuteremo in una lingua straniera. Fino ad allora, togliti dai cosiddetti.

Polly                         (pausa) No, senti... (la guarda con calma per un momento) Trovo che è fantastico.

Evy                           Trovi fantastico cosa?

Polly                         Di oggi, che hai trovato un lavoro. Veramente!... Quando cominci?

Evy                           Beh, prima di tutto non l’ho ancora avuto. E poi non sono sicura che lo prenderò.

Polly                         (perplessa) E allora perché tanta eccitazione?

Evy                           Perché me lo hanno proposto... Perché mi hanno richiesta!

Polly                         Scusami... Credo di non capire.

Evy                           (va da Polly e le prende la testa tra le mani) Voglia Iddio che tu non capisca mai. (Le sorride cercando di esser più allegra) senti, dammi un’altra possibilità di essere una madre. Se fallisco tu rilevi il mio contratto d’affitto per cento dollari e io trasloco, Ok?

Polly                         (le prende la mano) E poi me chi mi cresce?

Evy                           (alza le spalle) Innesto l’automatico... (torna alla sua spesa) Su, coraggio, vestiti. Abbiamo una festa che è cominciata un quarto d’ora fa.

Polly                         Quale festa?

Evy                           Per il compleanno di Toby. (tira fuori un regalo dalla borsa) Oggi compie 40 anni. Ha promesso di togliersi il trucco e di mostrare la sua vera identità.

Polly                         Devo studiare. Lunedì ho l’esame di scienze

Evy                           Si fotta! Agli uomini non piacciono le donne troppo intelligenti. (Estrae una bottiglia di champagne e guada Polly che la osserva in modo significativo) Lo verso! Mi limito a versarlo!

Polly                         Chi viene?

Evy                           Jimmy, Marty e Toby.

Evy si avvia verso la cucina con lo champagne e Polly verso la camera.

Polly                         Che mi metto? Che ne dici dello chiffon azzurro? (***)

Evy                           (dalla cucina) Mettiti quello di crespo nero (***) , purché non ti si vedano le tette!

Polly                         (sulla porta della camera) Mamma?

Evy                           (sulla porta della cucina) Non prenderlo quel lavoro. E’ troppo poco per te. Se aspetti puoi trovare di meglio.

Evy                           Come sono contenta che tu l’abbia detto. Non so neppure dove cavolo sia Garden city... Ehi, divertiamoci, stasera! Comincio a sentirmi quella di una volta.

Polly                         Oh, senti, scordavo di dirtelo... Domani siamo invitate a pranzo.

Evy                           (Dalla cucina rumore di bottiglie) Da chi?

Polly                         Da papà.

Silenzio. Evy si affaccia dalla cucina.

Evy                           (sgomenta) Quale papà?

Polly                         Il mio papà. Ricordi, il marito di Esperia?... A mezzogiorno, da Rumpelmayer.

Evy                           Perché non me l’hai detto?

Polly                         Perché non ti vedo mai. Ora ti vedo. Vuole semplicemente pranzare con noi, parlare, vedere come ce la passiamo.

Evy                           Ce la passiamo benissimo.

Polly                         Lo sa. ma vuole vederci.

Evy                           Vuoi dire che vuole controllare se sono in forma? Oh, cavolo, guarderà se ho le orecchie e le unghie sporche. Mi boccia subito.

Polly                         Vuole solo parlare.

Evy                           Ci farà delle domande tipo “qual è la capitale della Bulgaria”, eh?

Polly                         Non preoccuparti, andrà tutto bene. Ora devo cambiarmi. (va in camera da letto, poi si riaffaccia) Oh, a proposito: se te lo chiede la capitale è Sofia. (rientra in camera)

Evy                           (resta immobile per un momento) Proprio quello che ci voleva! una visita di controllo da Rumpelmayer! (andando in cucina) Dovevo prenderne due di sherry, oggi!

Pausa. Una scampanellata.

Polly                         (f.s.) Apri tu?

Evy                           (esce dalla cucina) Certo cara! Devo pur abituarmi al nuovo lavoro, no?... Muoviti a vestirti! (Apre la porta. E’ Jimmy) Buonasera, da questa parte, prego. (Jimmy non raccoglie. Appare abbattuto, privo di espressione) Neanche un bacio?... Neanche ciao?... Almeno alza gli occhi, magari hai sbagliato appartamento! (Jimmy si siede senza togliersi il cappotto. Si rosicchia le unghie. Comincia a tremargli una gamba) Se hai tanta fame, mangia qualche nocciolina. (Jimmy non raccoglie) Che cos’hai? Che cos’è successo?

Jimmy                      (continua a tremargli la gamba) Sto bene, non sono più sconvolto, sto bene... Lo so che mi trema la gamba, ma sto bene...

Evy                           Perché? Cosa c’è che non va?

Jimmy                      hanno rimandato la prima dello spettacolo. Va su martedì invece di lunedì.

Evy                           Vabbé. martedì invece di lunedì, che c’è di tanto tremendo?

Jimmy                      Con un altro attore al mio posto. Mi hanno protestato. Quel figlioletto di puttana mi ha protestato a tre giorni dalla prima.

Evy                           Oh, Cristo!

Jimmy                      Protestato da un produttore dell’ Oklahoma... Guarda la gamba. Ti rendi conto in che stato di tensione mi trovo?

Evy                           Oh, Jimmy, a chi lo dici!

Jimmy                      Se non gli piacevo, perché mi ha scritturato, eh? Tutto il cast è sconvolto... Sconvolto, Evy! Tre sere prima del debutto!

Evy                           Saranno sconvolti sì.

Jimmy                      Non ha mandato neppure un altro a dirmelo. Ha voluto dirmelo personalmente... Se ne stava lì con un sorrisetto su quella faccia da bambolotto e ha detto: ”Mi dispiace, Jimmy, ma non va”. Un ragazzetto di 19 anni, ti rendi conto, Evy? L’esercito ne richiama 10.000 al mese e quello resta a casa a produrre il mio spettacolo?

Evy                           Non so cosa dire, Jimmy. Cosa posso fare?

Jimmy                      A tre giorni dalla prima. Il mio nome era già sul Sunday Times. Ho fatto venire diciotto parenti dal New Jersey per applaudirmi... Sei mi hanno già mandato dei telegrammi. Zia Rosaria mi ha spedito dei marron glacé: non posso neanche rimandarglieli, me li sono già mangiati...

Evy                           Oddio, basta, per carità. Dimmi cosa poso fare per te.

Jimmy                      Tutta la compagnia voleva ritirarsi. Non glie l’ho permesso. Anche il regista era costernato per me... Non riesco a respirare... Non riesco a tirare il fiato, son così sconvolto... Devo calmarmi, Evy. Mi passerà.

Evy                           So quello che provi, te lo giuro. So esattamente quello che provi.

Jimmy                      Davvero? Sai che vuol dire per un uomo raccomandarsi, supplicare un bambino, eh? Un bambino, Evy! Gli ho detto: non sei soddisfatto? La farò come vuoi tu... Più veloce, più lenta, gridata.. Mi vestirò da donna, mi metterò una parrucca bionda, cagherò in scena davanti alla mia famiglia... Sono un attore, dammi la possibilità di recitare!.. Mi ha voltato le spalle e si è messo a masticare una cicca.

Evy                           Senti, forse lo spettacolo andrà male. Sarà un tonfo. Chiuderà dopo la prima sera. E sarai fortunato ad esserne fuori.

Jimmy                      Come sarebbe “forse”? E’ scontato. E’ la più grossa merdata che sia stata messa in scena. Ecco perché sono tanto umiliato. Se mi hanno buttato fuori da una pattumiera come quella, chi mi prenderà più per qualcosa di buono?

Evy                           (lo abbraccia) Mandalo a farsi fottere, tesoro. Non hai bisogno di loro. Salterà fuori qualcosa di meglio.

Jimmy                      Quando? Farò Babbo Natale ai grandi magazzini? (si allontana da lei) Sai a chi hanno dato la parte? Al mio sostituto... Non è neanche un attore a tempo pieno. Di giorno fa il tassista. Un tassista portoricano. Recita con l’accento... Mi ha portato il caffè per due settimane e ora ha la mia parte. Guarda come mi pulsano le vene del collo. E’ il sangue che sale al cervello. Mi verrà un ictus.

Evy                           Non ti verrà nessun ictus.

Jimmy                      Che cosa racconterò ai miei? Mia sorella si porta anche la figlia di 12 anni. E’ la prima volta che va a teatro. Non mi ha mai visto in scena. Crederà di avere uno zio portoricano... Stavo pensando: e se non dicessi niente a nessuno? La sera della prima vado in teatro, entro in scena... Reciteremo in due la stessa parte, uno in spagnolo l’altro in inglese. La critica sarebbe entusiasta!

Evy                           Tutto quello che vuoi. Vuoi che il teatro salti in aria? Che quel tipo venga eliminato?... Sono in contatto con la mafia, sarebbero felici di occuparsene. (Jimmy ha sempre il giaccone) Ma non voglio vederti così sconvolto, specialmente stasera. E’ il compleanno di Toby e conto su di te per farci quattro risate.

Jimmy                      (osservando la propria mano) Guarda le mie dita. Le unghie sono blu. E’ un ictus. Sto avendo un ictus e non so dove.

Evy                           (Gli si avvicina e cerca di toglierli il giaccone) Dammi il giaccone. Su dammi il giaccone, per la miseria! Vuoi prenderti una polmonite?

Jimmy                      Ma che cavolo vuoi che mi importi, ormai! (Jimmy nasconde il viso tra le mani e comincia a singhiozzare senza controllo)

Evy                           (lo osserva ansiosa) Oddio, Jimmy, no, non fare cosi! (si torca le mani impotente) Jimmy, ascolta, non puoi farmi questo... Smettila Jimmy, hai capito? Non lo sopporto!

Jimmy                      (singhiozzando) Che accidenti farò io?

Evy                           Non mi crollare... Non voglio ritrovarmi con un mortorio di festa! Coraggio, Jimmy!..

Jimmy                      (sempre singhiozzando) A chi la racconto adesso, Evy? Non ce la farò mai, non riuscirò mai a sfondare!

Evy                           Allora continua! Vuoi distruggermi? Vuoi che vada a pezzi? Sai che non ne uscirei.

Jimmy                      Da ventidue anni aspetto ancora di essere scoperto. Il più vecchio degli esordienti nel mondo dello spettacolo!

Evy                           (sta per piangere anche lei) Senti, bastardo, se comincio a piangere io è finita. Vuoi proprio vedermi piangere? Ti trasformo la stanza in una piscina!

Jimmy                      Dovevo restare a vendere le assi del cesso; a quest’ora sarei diventato caporeparto.

Evy                           No, non dovevi, perché tu diventerai una star, una grande star! Sei già qualcuno, perché buttar via tutto?

Jimmy                      (afferra Evy e si aggrappa a lei) Non dir niente. Non dire niente a Toby.

Evy                           No, giuro. Neanche una parola.

Jimmy                      Evy, tu mi hai visto in scena. Lo sai che sono bravo. Sono bravo, Evy? Dimmelo, devo proprio saperlo.

Evy                           Sei il più grande. Non c’è nessuno migliore di te. Appena apri bocca, viene giù il teatro... Aspetta che ti do un drink. Ti sentirai meglio, se bevi qualcosa.

Jimmy                      Non sono Lorence Olivier. Non ho mai detto di essere Olivier, no?

Evy                           (va in cucina) Non mi è mai piaciuto Olivier. Non si capisce la metà di quello che dice.

Jimmy                      (parlando verso la cucina) Ricordi nel “Signor Roberts” a Bucks County? O “Nata ieri” a Westport?? Non ho mai sentito tante risate in vita mia... E tu? La verità. Tu?

Evy                           (f.s.) Mai sentito tante risate in vita mia.

Jimmy                      Mai sentito tante risate in vita mia...  Ma non ho sol  fatto ridere. Mio Dio, le cose che ho fatto... “Fedra”, “Madre coraggio”, “I rinoceronti”, “Dalla terrazza”, “Detective story”... Gesù, ricordi “Detective story”? Il secondo gangster? Ero incredibile...

Evy                           (f.s.) Eri magnifico. (si sente il tappo dello champagne che salta)

Jimmy                      Ma quando mi hai visto in detective story se era a Columbus nell’Ohio?

Evy                           (Esce dalla cucina con la bottiglia e due bicchieri) Eri così bravo che non ho avuto bisogno di vederti. (porge un bicchiere a Jimmy che lo prende meccanicamente)

Jimmy                      Ho fatto la parte del delfino in “Santa Giovanna” all’auditorium di Cleveland, tre anni prima che quello scaracchietto fosse nato. (Evy versa lo champagne nei due bicchieri)

Evy                           (beve un sorso) Lascia perdere. Non ne vale la pena.

Jimmy                      L’ho proprio supplicato...  Mi sono umiliato davanti a tutta la compagnia. Senza vergogna, senza nessuna vergogna, Evy. (beve) La sera della prima mia madre si butterà sotto una macchina.

Evy                           E’ la cosa migliore che possa capitare a tua madre. (ancora qualche sorso)

Jimmy                      Non auguro mai del male a nessuno. Non maledico mai nessuno. Io voglio che tutti vivano la loro vita sani e senza guai. Ma prego Iddio che a quel bastardo gli arrivi in bocca una palla alla Joe di Maggio e che gli esca dal culo. (Beve ancora. Evy ne versa dell’altro. Improvvisamente la guarda e si rende conto di quello che sta accadendo) Oh, mio Dio! Ma che sto facendo? Sto qui seduto a bere con te. Sei pazza? Ti ha dato di volta il cervello? Metti giù quel bicchiere! (fa per prenderglielo, ma lei si ritrae)

Evy                           Non bevo, sorseggio.

Jimmy                      Te ne sei già sorseggiata un bicchiere intero. Dammelo!

Evy                           Credi che starò qui  guardarti crollare bevendo gazzose? Ho bisogno di aiuto anch’io!

Jimmy                      Avvicina le labbra a quel bicchiere e altro che aiuto ti servirà.

Evy                           (alza il bicchiere) Va bene. Ho finito, ho finito. (lo porta alle labbra e lo vuota) Ecco! Va bene?

Jimmy                      Che cosa vuoi da me? Non ho avuto abbastanza angosce, oggi?

Evy                           Vedo piangere un uomo e vuoi che me ne stia qui a leggere una rivista? Scusa. Mi ha preso il panico.

Jimmy                      Non ti ha preso il panico, hai bevuto! Il panico è quando gridi e ti agiti come un pazzo!

Evy                           Terrò presente per la prossima volta, lo prometto. Ma sarà meglio che non mi parli dei tuoi problemi. Hai una nipotina di 12 anni. Parlane con lei. Ai bambini piace piangere.

Jimmy                      (si allontana da lei) Me ne sto qui a bere con lei. La vedo col bicchiere in mano e bevo con lei...

Evy                           (ancheggia davanti a lui per attirarne l’attenzione) Non sgridarmi. Oggi tutti si arrabbiano con me. Mostrami un po’ di tenerezza e io ti mostrerò una fantastica Evy...

Jimmy                      (la guarda) Come potrei sgridarti? Ti sono piaciuto in “Detective story” e non mi hai nemmeno visto? (Si abbracciano. Scampanellata)

Evy                           (a bassa voce) Non dirlo a Toby. Non dirle che ho bevuto, dille che mi ha preso il panico.

Jimmy                      Sono proprio dell’umore di far festa, Cristo!

Evy                           (chiama) Ehi, Polly, sbrigati! Sono arrivati!

Polly                         (f.s.) Non riesco a chiudere la lampo!

Evy                           (Sulla porta, a Jimmy) Cerca di essere allegro, stasera. Non dovrai più farlo per un anno intero. (Jimmy annuisce. Lei apre la porta. E’ Toby, sfolgorante in un abito nuovo. Sorride a Evy) Oddio, come siamo carine! Guarda, Jimmy, guarda com’è carina!

Jimmy                      (sorride) Oh, sì! Questa sì che è una donna!

Evy                           (a Jimmy) Vai, tesoro. Vai a dare un bacio a questo fior di donna. (Jimmy va a dare un bacio a Toby)

Jimmy                      Tanti auguri, tesoro.

Toby                         (sorride) Grazie. (Parla sottovoce. Evy va da Toby)

Evy                           Buon compleanno, splendore. (abbraccia Toby)

Toby                         Grazie, Evelyne. (va al divano e si siede aprendo la borsa)

Evy                           (guarda verso l’ingresso) Marty non è venuto con te?

Toby                         No.

Jimmy chiude la porta.

Evy                           Ma verrà più tardi?

Toby                         (incipriandosi) Non credo.

Evy                           (guarda Jimmy poi Toby) Come non credi? Non  lo sai?

Toby                         Sì, lo so. Non verrà più tardi. (si guarda intorno) Polly non c’è?

Evy                           Non viene alla festa del tuo compleanno?... Non mi dirai che lavora stasera?

Toby                         No, non lavora. Semplicemente non può venire alla mia festa di compleanno. (tira fuori di nuovo la cipria e si incipria il viso già abbondantemente incipriato)

Evy                           Perché no?

Toby                         Beh, non ho afferrato esattamente tutto quello che ha detto... Era tutto preso a fare le valigie... Ma sembra che Martin voglia divorziare. (Sorride ai presenti come se avesse detto qualcosa di molto naturale. Jimmy e Evy la guadano attoniti. Toby reprime il fiume di lacrime che sta per inondare il suo viso, tamponandosi un occhio con la mano. Poi, con un debole singhiozzo) C’è niente da mangiare nel frigo? (si precipita in cucina per dar sfogo alle lacrime)

Jimmy                      (alza gli occhi al cielo torcendosi le mani) Oh, madonnina! E tu te ne stai lì ferma? Fa’ qualcosa! Dille qualcosa! (Evy rimane immobile) Toby, Toby! (Corre in cucina. Evy si volta, si guarda in giro, si assicura che nessuno la veda e rapidamente si versa un altro bicchiere di champagne. Lo beve d’un fiato, poi posa il bicchiere. Polly esce dalla camera da letto. Appare deliziosa e femminile)

Polly                         (con le braccia tese) Tanti auguri! (si guarda intorno) Dov’è la festeggiata?

Evy                           (indica la cucina) Con il grande attore americano.

Polly                         Come sto?

Evy                           (depressa) Non contare su un applauso.

Jimmy esce dalla cucina.

Jimmy                      Va tutto bene. Diamole un momentino. (a Polly) Ciao, angelo. Sei una meraviglia.

Polly                         (pavoneggiandosi) Ce ne dici? Pensavo di mettermelo per la tua prima. (Jimmy, smontandosi, guarda Evy, poi si allontana. Polly li guarda, poi a Evy) C’è un po’ di tensione a questa festa?

Evy                           E sono solo le 9 e 10.

Toby esce dalla cucina. Sembra si sia ricomposta.

Toby                         Mi piace il dolce, Evy. E’ una torta meravigliosa... Oh, Polly, tesoro. Come sei dolce e bella! Com’ero o un tempo...

Polly                         Tanti auguri, Toby. (Va da lei. Si baciano)

Toby                         Grazie cara. Che gioia vederti. Non ti vedo mai. Ero così ansiosa di vederti, stasera, di passare un po’ di tempo con te. Non stiamo mai un po’ insieme. Vuoi scusarmi, cara? Devo parlare con tua madre.

Polly                         (perplessa) Adesso?

Toby                         Adesso.

Polly                         (alza le spalle) Vado di là a studiare. Chiamatemi quando cominciate i giochini... (va in camera)

Toby                         Diventerà bella, Evy. Non c’è niente di importante come la bellezza, nella vita di una donna. (nessuno parla) Nessuno vuole sapere del mio divorzio?

Jimmy                      Non dici sul serio. Una litigata. non c’è stato altro, vero? Una litigata.

Toby                         No, ci sarà un vero divorzio. Proprio in questo momento lui sta chiedendo consiglio a suo fratello e comprensione da sua cognata... Sto bene. Sto benissimo. Sul serio.

Evy                           Ma cosa è successo, stasera? Non perderti a raccontarci com’eri vestita. Solo l’essenziale.

Toby                         L’essenziale è che vuole il divorzio... No avresti un tramezzino, tesoro? Credo di aver dimenticato di mangiare, nell’agitazione.

Evy                           L’hai sorpreso in albergo con una cameriera, vero?

Toby                         Non mi fregherebbe niente neanche se lo avessi pescato in casa di suo fratello a letto con sua cognata... O a casa di sua sorella a letto con il cognato... Non c’è un’altra donna.

Jimmy                      E allora cosa c’è?

Toby                         Devo bere qualcosa...

Evy                           (a Jimmy) Le signore hanno bisogno di bere.

Jimmy                      (subito) Ci penso io... (va a prendere lo champagne e riempie un bicchiere per Toby)

Toby                         (un sospiro profondo) Marty si è... abituato alla mia faccia. (E’ visibilmente ferita, ma cerca di nasconderlo) Abituato al mio tocco, abituato alla mia voce... E credo che si sia anche un po’ annoiato dei miei capelli. (Li guarda. Accenna un sorriso. Beve un sorso) Mi vuole bene, mi rispetta... è pieno di gratitudine per me... Ma ha un sacco di problemi a letto. Per qualche inesplicabile ragione - ha detto proprio così,  “inesplicabile” - non ha nessun desiderio di avere rapporti con me. Lo fa lo stesso, ma senza desiderio. E’ come se alle sue spalle ci fosse qualcuno che lo spinge... Non è stanco... Non è stressato, non è distratto. E’ semplicemente ...“scarico”.

Jimmy                      Toby, per l’amor di Dio, ...

Toby                         Sapevate che fui eletta “Miss Università”?...  Ricevevo in media 15 dichiarazioni a settimana?

Evy                           Va bene, Toby...

Toby                         A 16 anni la RKO mi offrì un contratto di sette anni. Non sapevo recitare, ma per loro faceva lo stesso... A 17 anni uno psichiatra di Los Angeles sposato si buttò con la macchina contro un albero perché non rispondevo alle sue telefonate... Tutto questo potete leggerlo sui miei diari. Li ho ancora.

Evy                           Toby, ti prego, basta...

Toby                         A 19 anni ebbi una relazione col figlio del più grande editore del mondo... A 20 la ebbi col più grande editore del modo... Il figlio minacciò di uccidere il padre, ma nel frattempo avevo una relazione col più giovane direttore d’orchestra del mondo.

Evy                           Jimmy, santo Iddio, vuoi farla smettere?

Toby                         (sempre più veloce) A 23 anni ho... dormito con un membro della famiglia reale inglese, nel Palazzo Reale Inglese... C’è un senatore che vive a Washington che voterebbe qualunque cosa gli dicessi di votare purché passassi con lui una mattinata... Ho avuto più uomini - politici, artisti, scienziati, uomini tra i più influenti del mondo- innamorati di me, affamati di me, di qualsiasi altra donna che io conosca... E quella carogna di piazzista televisivo da 400 dollari la settimana mi dice che “non è più interessato”???... E che se ne vada!! Non ho bisogno di lui!! (Incomincia a singhiozzare senza controllo) Oh, Evy, Evy!...

Evy                           (Sconvolta, si sente incapace di aiutarla. Comincia ad agitarsi) Jimmy, fa’ qualcosa o mi uccido!

Jimmy va di corsa verso Toby e si siede sul bracciolo della sua poltrona mettendole un braccio

intorno alle spalle per consolarla.

Jimmy                      Coraggio, Toby, coraggio.

Toby                         (guardando Jimmy) Sono ancora bella e desiderabile, non mi frega niente di quanti anni ho.

Jimmy                      Ma certamente, cara! (a Evy) Evy, dell’altro champagne.

Toby                         (a Evy) Evy, nessuna donna si è mai curata come me... (Evy prende la bottiglia) Oggi ho 40 anni, e la mia pelle è liscia e chiara come quando ne avevo 16.

Evy porge a Jimmy un bicchiere di champagne.

Jimmy                      (lo passa a Toby) Bevi questo, su, Toby; ti sentirai meglio.

Toby                         L’estate scorsa abbiamo passato due mesi al mare e mai una sola volta il sole ha sfiorato il mio corpo... Avevo più roba addosso sulla spiaggia che a New York in gennaio... L’anno scorso ad Acapulco, i messicani mi credevano una specie di dea bianca. Mi si inchinavano davanti per le strade... Jimmy, ti ricordi che te lo avevo raccontato?

Jimmy                      Me lo ricordo.

Toby                         (di nuovo rivolta ad Evy) In dicembre, a Los Angeles, quel ragazzo con cui avevo avuto una relazione, il figlio dell’editore, venne a trovarmi a Beverly Hills hotel. Moriva dalla voglia di vedermi. Bevemmo dei cocktails al bar... Lui sembrava mio padre. Mio padre, Evy... E poi venne il maître e giuro - che Dio mi fulmini qui, ora - mi chiese la carta d’identità... Non era sicuro che fossi maggiorenne... C’era poca luce, ma mica poi tanto poca!

Jimmy                      (a Evy, per aiutare Toby) No, ce n’è di luce, ce n’è... Io ci sono stato! Lo conosco!

Toby                         (qualche altro sorso) E non son un’oca, lo so. Ho viaggiato tanto, ho fatto buone letture, ho frequentato due università... Ho avuto splendide conversazioni con alcuni degli uomini più brillanti del mondo... Ma la cosa che gli uomini ammirano di più in una donna è la sua femminilità e la sua bellezza... E’ la verità, Evy. (a Jimmy) Non è la prima cosa che voi uomini cercate in una donna, Jimmy?

Jimmy                      (esitante) Sì... Suppongo di sì...

Toby                         (a Evy) Lo so che sono vanitosa, Evy. Non lo nego. Dedico tutta la giornata al mio viso e al mio corpo. Dormo tutta la mattina per non avere gli occhi stanchi. Faccio due bagni al giorno in acqua tiepida. Compro le creme più care del mondo. Ho un giapponese che viene da fuori città due volte la settimana solo per farmi i piedi. Lo sapevi, Evy? (Evy annuisce. A Jimmy)E tu?

Jimmy                      Non sapevo che fosse giapponese.

Toby                         Giuro. Dice che ho i piedi di una orientale. Pensa, Evy, nata nel Michigan, coi piedi orientali... Ma non l’ho fatto per me. Niente di tutto questo. Era solo per dare a Martin quello che lui voleva, quando tornava a casa la sera... Quello che vogliono tutti gli uomini: femminilità e bellezza. Ma Evy, se a Martin non interessa più, allora te lo assicuro... In qualche modo, presto, in qualche posto, ci sarà qualcun altro molto, molto interessato...

La sua voce si è fatta sempre meno udibile. Ora c’è un lungo silenzio disperato nella stanza.

Evy                           A scopo puramente terapeutico, devo bere qualcosa. (va verso la bottiglia)

Jimmy                      (minaccioso) Evy!

Evy                           Peso solo 55 chili, ma se provi a fermarmi ti uccido. Un drink, per l a miseria!

Jimmy                      Ne hai già avuto uno.

Evy                           Per i tuoi guai. Ora me ne serve uno per i suoi. (si versa da bere)

Toby                         (alza lo sguardo come se si risvegliasse) Che c’è? Che sta succedendo?

Evy                           Niente succede, per ora, ma succederà tra poco... Abbiamo avuto tutti qualche modesto scacco, ma è una festa di compleanno e, anche se la casa va a fuoco, qui si comincia a divertirsi! (vuota rapidamente il bicchiere, guarda la bottiglia e la solleva) Ci vuole un’altra bottiglia! (chiama) Polly! Risate e giochini!

Toby                         (radunando le sue cose) Io non mi trattengo. Volevo solo sfogarmi con qualcuno.

Evy                           Nessuno esce da questa stanza finché non siamo tutti allegri. E ora siediti, accidenti! Bevi la tua bomba! (Evy beve un altro sorso) Gesù, che branco di gente deprimente!

Polly                         (entrando, con un largo sorriso) Ok, con chi ballo?

Evy                           (indica Polly) Ecco chi si deve invitare alle feste! (a Polly) per ora siamo noi due sole, piccola, ma scalderemo l’ambiente. Metti un disco. Io prendo altro vino. (va verso la cucina) Ma non una di quelle cagate folk che parlano di vacche! Voglio musica vera, micina!

Polly                         (seguendola con lo sguardo) Si sente bene? Che le prende?

Jimmy                      Niente... E’ tutto a posto.

Toby                         Credo di averla sconvolta. L’ho sconvolta, Jimmy?

Jimmy                      Non solo tu. Tutti, qui. Ci sconvolgiamo a vicenda. Begli amici...

Polly                         (a Toby) Ha bevuto un drink da Shrafft, oggi pomeriggio, te l’ha detto?

Jimmy                      Da Shrafft? Ma chi ci va a ubriacarsi da Shrafft? Metà del liquore è dipinto sul bicchiere!

Toby                         Non dovevo dirle tutte quelle cose. Dovevo capirlo che era sconvolta.

Tutti guardano preoccupati verso la cucina. Un tappo salta (?). Evy entra con una bottiglia aperta.

Evy                           Accidenti allo champagne da quattro soldi. Ho dovuto fare  io il rumore con la lingua... Su i bicchieri, tutti quanti! (guarda il giradischi muto) Non puoi alzare un po’ il volume?

Polly                         (fa per prendere la bottiglia) Ci penso io, mamma.

Evy                           Oh, avete sentito? Mi chiama mamma. Se c’è una cosa che so come ottenere, è il rispetto.

Toby                         Evy, non far caso a tutto quello che ho detto prima. Sono sicura che andrà tutto a posto.

Evy                           (a Toby) No, senti. Tu hai un problema più grosso. Tu  e Marty lo fate solo due volte al giorno... se fossi in te mi ucciderei (versa champagne nel bicchiere di Toby)

Toby                         (imbarazzata) Evy, ti prego. Non potremmo parlarne dopo?

Evy                           Che c’è? Ti fai scrupolo per Polly? La mia Polly? Tu non conosci i ragazzi di oggi, eh? (mette il suo braccio attorno a Polly) Potrebbe darti una lezione di sesso da farti cadere le ciglia finte. (a Polly) E’ vero? Non è vero, Polly?

Polly si sforza di sorridere. Alza le spalle.

Jimmy                      Potrei avere da bere?

Evy                           Credi che oggi i ragazzi imparino certe cose come noi ai nostri tempi? Sui sedili ribaltabili in macchina? Oggi hanno la TV a circuito chiuso nelle scuole. (a Polly) Non è vero? Dimostrazioni dal vivo. Due supplenti si esibiscono in palestra e i ragazzi prendono appunti. Non è così?

Polly                         (sorride imbarazzata) E’ così..

Evy                           Proprio così. Polly ha una compagna di scuola di 16 anni che si è fatta mettere incinta come compito a casa. Dico bugie, eh?

Polly                         (debolmente) No, certo...

Evy                           (Versa nel suo bicchiere e beve. Ride) E’ buona questa, eh? (nessuno ride) Ooh! Infatti vedo che vi sganasciate tutti... Gesù che festa meravigliosa! Di questo passo finiremo con l’imbalsamarci. Polly, prendi un bicchiere. Devi bere alla salute di Toby.

Polly                         (tenta di afferrare la bottiglia) Posso versarmelo da sola?

Evy                           (tenendo la bottiglia) Che c’è, non ti fidi di me? Un bicchiere, ne bevo uno solo... Mia figlia si preoccupa per me. (mette ancora il braccio attorno a Polly) Sapete cosa significa avere una figlia che si preoccupa per te? E’ l’unica, la più grande soddisfazione del mondo.. Del mondo! (a Toby) Tu fatti pure fare i piedi da un giapponese... Io preferisco una figlia che si preoccupa sempre per me (Beve un sorso. Comincia a perdere coordinazione e controllo) Neanche me la merito. E’ la verità, Polly, non ti merito. Sei diventata grande vedendo il giornalaio più spesso di quanto hai visto me, giusto?

Jimmy                      Polly, perché non vai a prendere la torta?

Evy                           No, lascia stare; Polly e io ci capiamo. Abbiamo fatto un patto. Lei non rompe col mio passato e io non rompo perché lei non porta il reggiseno.

Toby                         Evy, basta, che la metti a disagio.

Evy                           Oh, no... Ti metto a disagio, tesoro? Non ti metto a disagio, vero?

Polly                         (socievole) Ti lascerò mettermi in imbarazzo se mi lasci prendere il tuo bicchiere.

Evy                           (toglie il bicchiere di mano a Polly ignorando la sua osservazione) Te l’ho detto: non la metto a disagio. Ma quanto è bella mia figlia! Toby, se la vedessi quando dorme, nuda, ti ammazzeresti. E’ tutta soda. Hai presente “soda”? No, non ti ricordi cosa sia essere soda...

Polly                         (con un sorriso forzato) Ok, ora sono a disagio.

Evy                           (continua imperturbabile) Il corpo di una ragazza è la più grande impresa di Dio... certo, poteva farlo in modo che durasse di più, ma non si può avere tutto.

Toby                         Evy, è il mio compleanno e non mi fai divertire gran che. Piantiamola col vino.

Evy                           Ma perché non vi lasciate andare un po’, eh? sembra di stare a una raccolta di fondi per paraplegici! Coraggio, un bel brindisi. Un brindisi per la mia amica Toby. Jimmy, fallo tu. sei tu l’addetto ai brindisi... Un brindisi, tutti!

Jimmy                      Evy, credo che nessuno sia dell’umore.

Evy                           E mettici tu, nell’umore! Che altro hai da fare? Non lavori! (trascina Jimmy riluttante in mezzo alla stanza)

Jimmy                      Non sono bravo in queste cose. Non so mai cosa dire.

Evy                           In alto i calici tutti! (Sta vicino a Polly. Sembra non accorgersi della tensione che provoca. Una volta sotto l’effetto dell’alcool entra in un mondo tutto suo)

Jimmy                      (alza il bicchiere) A Toby... Che tutti amiamo e stimiamo. Tanti auguri.

Polly                         Tanti auguri, Toby.

Tutti bevono.

Toby                         Grazie.

Evy                           E questo è un brindisi? Neanche fosse morta di leucemia! (facendo il verso) Una donazione di 50 dollari alla memoria di Toby Landau, che tutti abbiamo amato e stimato... E’ viva, perdio, e dille che bel pezzo di donna è!

Toby                         E’ stato un bel brindisi, Evy... Sono molto commossa.

Evy                           Sei una donna fantastica, Toby. Te lo devo dire. Sei stata l’unica a venirmi a trovare in clinica. non lo dimenticherò mai.

Toby                         Basta, Evy, o mi rimetto a piangere.

Evy                           Mettiti anche a fischiare il Parsifal col culo, ma io te lo dico: ti voglio bene, Toby! (Toby guarda Polly) Ooops! Scusa, Polly. Mamma è stata sboccata. (si versa altro vino nel bicchiere)

Jimmy                      Evy, ti prego, dammi quella bottiglia.

Evy                           Quando è vuota, tesoro.

Polly                         Mamma, prendo la torta, ora?

Evy                           Te lo dirò io quando prendere la torta. Ancora non sono pronta. Cos’è tutta questa fregola della torta? Non l’ho mica presa a noleggio, l’ho comperata!... Sto ancora dicendo a Toby quanto le voglio bene... (indica Toby con la mano che tiene il bicchiere: il vino si versa sul vestito di Toby) Oh, cavolo, mi dispiace! (cerca di asciugarlo con la mano) Per il tuo compleanno, proprio in quei paraggi... Polly, prendimi un kleenex.

Toby                         Lascia, si asciugherà.

Evy                           Rovinato! Il tuo vestito da 250 dollari, rovinato! Senti ,prenditi il mio visone. L’ho pagato 3200 dollari nel ‘41. Ci puoi fare 4 dollari, per il resto ti darò un tanto a settimana. (continua a sfregargli l’abito)

Toby                         Non importa, Evy... E’ un vestito vecchio...

Evy                           Vuoi scherzare? Te lo compro io... Quanto vuoi? Facciamo 20 dollari? Dico, non vale di più con quella macchiaccia di vino proprio davanti...

Jimmy                      Polly, perché non prendi la torta?

Evy                           (grida) Guai a te se la tocchi! Sono io che decido a questa festa!

Toby                         Evy, ti prego, smetti di bere.

Jimmy                      Evy, è l’ultima volta che te lo chiedo gentilmente: metti giù il vino.

Evy                           Ma sì, è quello che sto facendo. Lo sto mettendo giù più svela che posso... (va da Toby) Senti, ho un’idea fantastica. Perché non venite a stare con noi, tutti e due? Non ci serve nessun altro... Solo noi quattro ragazze. Che ne dite?

Toby                         (sta per crollare) Evy, devo andare. (attraversa la stanza) Grazie della festa.

Evy                           Quale festa? Due noccioline, tutti a piangere a turno e tu che mi pianti in asso.

Toby                         Evy, non posso restar qui a guardare quello che succede. (sulla porta) Polly, abbi cura di lei. Domattina ti telefono... (a Evy) Evy,... scusami! (non sa dire altro ed esce)

Evy                           (le grida dietro) Un momento! Il regalo! Non ti ho dato il regalo! Polly, richiamala!

Polly                         Se n’è andata, mamma.

Evy                           (va allegra da Jimmy) Credo che questo ballo sia suo, colonnello, e, a proposito: adoro la sua artiglieria!

Jimmy                      (arrabbiato) E piantala, stupida puttana!

Evy                           Ehi, tu, bada a come parli. Ho una figlia, da queste parti.

Jimmy                      Perché allora ti comporti così davanti a lei?

Polly                         Non importa, Jimmy.

Jimmy                      Importa, invece! E’ ubriaca e disgustosa e non gli frega un accidente né di lei né degli altri. Beh, allora ‘fanculo! Finisciti tutta la bottiglia! Beviti tutta la cassa, per quel che me ne frega!

Evy                           Ok, bello... Ti sei appena giocato anche la prima di una festa.

Jimmy                      E tu ti sei ubriacata davanti agli amici! Non voglio più vederti, Evy, lo giuro su Dio! Ne ho fin qui! Chiuso per sempre! Ne ho abbastanza! Io... Addio, Polly, mi dispiace. (va rapidamente alla porta)

Evy                           Neanche un bacio d’addio? (lo prende per un braccio) Avanti, un bacino sulla bocca. Farà notizia su tutti i giornali di New York.

Jimmy                      E lasciami, accidenti!

Si libera di Evy e corre fuori lasciando la porta aperta. Evy corre alla porta e grida.

Evy                           (lamentosa) Jimmy, Jimmy... Torna qui... Mi dispiace.. Jimmy, non lasciarmi, sei il solo uomo della mia vita, Jimmy.... (Ma Jimmy è andato. Rientra in casa. Cerca di ricomporsi davanti a Polly) Forse è il momento buono per la torta...

Polly                         Non ho fame. Devo fare i compiti. Metto in ordine più tardi.

Evy                           Ok, ce l’hai con me... Non so cosa ti ho fatto ma ce l’hai con me, vero?

Polly                         Non ce l’ho con te, mamma.

Evy                           Che c’è allora? Ti vergogni? Ti vergogni della tua dolce, vecchia mammina perché ha bevuto un paio di bicchieretti di vino?

Polly                         Non mi vergogno.

Evy                           Allora che hai.

Polly                         Sono dispiaciuta. Sono solo dispiaciuta. (Guarda Evy. Poi lentamente va in camera in camera da letto e si chiude la porta alle spalle. Evy rimane sola)

Evy                           (A voce alta) Dispiaciuta per cosa? Per me? Beh, non è il caso, perché non ho bisogno bella tua compassione... Sono fantastica, piccola, non te ne sei accorta? Mi è costato 2700 dollari e sono magra, bella e posso farmi qualunque vecchio bavoso del quartiere... (si calma di colpo) Oddio, Polly, scusami!... (va verso la porta della camera) Polly, non esser arrabbiata. Vieni fuori...Festeggeremo da sole.. Guarda, ora metto su un po’ di musica, eh? (va verso il giradischi e tira fuori un disco) Vieni a sentire come cantava la tua mamma quando era una grande star, tesoro... (mette il disco) Beh, non proprio una star... Ma una volta hanno dato il mio nome ad un sandwich, nel bar del teatro. (La musica inizia. Lei rimane in ascolto, bevendo) Mica male, vero? Mica male... Niente di speciale, ma mica male... (si guarda intorno) Questo più o meno era il numero dei miei spettatori... (va verso la camera) Polly, per favore, vieni fuori... Non mi va di ascoltarmi da sola... Polly? (Nessuna risposta. Guarda il telefono)  E non mi ascolterò da sola! (Prende il telefono, fa un respiro profondo e forma un numero) Pronto?... Lou?... Sei solo?... Indovina chi vuole venire a trovarti...

SIPARIO


ATTO TERZO

Il mattino seguente, sabato, verso le undici. Polly è seduta, guarda nel vuoto, è preoccupata.

Toby, vestita come fosse stata buttata giù dal letto, è seduta su una sedia e fuma nervosamente.

Toby                         Non sono preoccupata.

Polly                         E’ da stamattina alle otto che me lo dici, Toby.

Toby                         (un’altra tirata) Sta bene. L’ha già fatto altre volte. Io non sono preoccupata.

Polly                         Per questo hai fumato già nove sigarette da quando sei qui?

Toby                         Ho ben altri problemi per la testa che la scomparsa di tua madre. (fuma) Se mi restano le macchie di nicotina sui denti, non la perdonerò mai.

Polly                         Piglia, se ne va e scompare tutta la notte senza dire una parola. Dove cazzo può essere?

Toby                         Non essere sboccata, cara. A tua madre non piacerebbe. Dovresti proprio fare un sonnellino, angelo mio. Ti verranno dei brutti cerchi sotto gli occhi.

Polly                         Scusami. Non c’ero mai passata.

Toby                         Io ci sono passata per dodici anni. Per questo porto un trucco così pesante. Sotto, c’è mia madre.

Polly                         (decisa) Questa volta non gliela perdono, Toby.... Lo giuro. Appena verrò a sapere che sta bene, non gliela perdono...

Incomincia a piangere. Corre in camera e chiude la porta. Toby prende la tazza del caffè e sta per

andare in cucina quando la porta d’ingresso si apre. E’ Evy. Cerca di nascondere il viso.

Toby                         Beh, buongiorno!

Evy                           Sì, è possibile...

Toby                         Lo sai che ora è?

Evy                           Novembre?

Toby                         Evy!

Evy                           Dopo, Toby. Prima devo andare al gabinetto.

Toby                         Mi rifiuto di parlare coi tuoi capelli spettinati. Voltati e guardami. (Evy si volta rivelando un occhio pesto) Oddio, quell’occhio! Evy, che cosa hai fatto?

Evy                           Vuoi essermi amica, Toby? Niente domande e niente compassione. Sto benissimo.

Toby                         Non credo di voler sapere cos’è stato.

Evy                           Dov’è Polly?

Toby                         E’ stata in piedi tutta la notte, telefonando a mezzo mondo. Ora l’ho mandata a riposarsi.

Evy                           Beh, se dorme per tre settimane di fila, forse questo nero non lo vedrà.

Toby                         Non mi pare che ti comporti come una donna che è stata malmenata.

Toby                         Non malmenata, Toby. Solo scazzottata. Un solo piccolo, deciso cazzotto. Non e ne sono neppure accorta.

Toby                         Davvero? Ma ti sei vista?

Evy                           In confronto a te, che differenza fa? Sto bene, lo giuro.

Toby                         Siediti... Ti ci metto del ghiaccio.

Evy                           Sono già stata medicata. Un cane mi ha leccato la faccia mentre ero per terra.

Toby                         Chi è stato?

Evy                           Che importa chi è stato?

Toby                         Perché mi sento responsabile.

Evy                           Andiamo, Toby, ho avuto quello che meritavo, ieri sera, perché me lo sono cercato. (si siede) Va bene, sono seduta. Contenta, ora?

Toby                         Come posso essere contenta vedendo la tua faccia ridotta in quel modo? In quanti posti sei dovuta andare prima di trovare quello che cercavi?

Evy                           Solo in uno. Se c’è una cosa che so fare è la spesa.

Toby                         (si volta) Oh, perdio, Evy. Certe volte mi disgusti!

Evy                           Sembra sia un sentimento generale, ultimamente.

Toby                         E’ stato Lou Tanner, vero?

Evy                           Esatto. L’uomo che amo.

Toby                         Gesù mio, lo sapevo! C’è sempre stato in lui qualcosa che mi spaventava. Gli si legge negli occhi.

Evy                           Lascia stare gli occhi! Glielo leggi meglio nei pugni, credimi! Non mi offenderei, ora, se mi lasciassi da sola.

Toby                         Perché ci sei andata, Evy?

Evy                           Lui sollecitava... Io mi sentivo sola...

Toby                         Perché ti sei messa a bere, ieri? Stavi andando così bene! Perché, Evy?

Evy                           Cosa vuoi, una risposta semplice e carina? Quando avevo sei anni mio padre non mi portò al circo... Che cavolo ne so del perché faccio una cosa?

Toby                         Dieci settimane di clinica non ti hanno insegnato niente?

Evy                           Il dottore cercava di spiegarmelo, ma io ero troppo occupata a fargli il filo... E se anche lo sapessi, Toby, che cosa cambierebbe?

Toby                         Aiuterebbe.

Evy                           Se uno non mangia da tre mesi, non vuole una descrizione del cibo, vuole qualcosa di caldo dentro il piatto!

Toby                         E stanotte ti sei saziata, Evy? Te l’hanno messa qualcosina dentro il piatto?

Evy                           No, ma abbiamo negoziato, per un po’...

Toby                         Con un tipo simile? Un musicista parassita che non si fa scrupoli a picchiare una donna ubriaca?

Evy                           Non è che ti picchia così, devi chiedergliele... Gli ho spaccato la chitarra, l’ho fracassata contro il frigo, gli ho dato i pezzi e gli ho detto: “ora puoi cercarti il lavoro giusto per te”. Mi era sembrata una battuta spiritosa, ma quell’uomo non ha senso dell’umorismo.

Toby                         La verità, Evy... Quando ti picchiava, ci provavi gusto?

Evy                           Beh, per un momento mi sono detta “fa un male cane”... ma sempre meglio dell’indifferenza. (si alza) C’è niente in cucina? Ho sempre fame dopo un match.

Toby                         (arrabbiata) Ma quale match? Non c’è stato match! Tu te ne sei stata lì immobile mentre lui ti pestava.

Evy                           E’ vero, micina.

Toby                         Come ti sei sempre fatta pestare da tutti.

Evy                           Come te. Solo che Marty non ti scazzotta, ti pianta e amen. Nel tuo incantevole modo, non sei messa molto meglio di me.

Toby                         Io almeno non ho la faccia disastrata.

Evy                           No, certo! Hai passato 40 anni facendo di tutto per piacere a tuo marito e cosa ti è rimasto? Un nasino all’insù? Senti, ieri abbiamo pianto per te, oggi tocca a me.

Toby                         Io almeno ci ho provato a far funzionare le cose. Almeno ho fatto lo sforzo.

Evy                           L’unico sforzo che fai è quello di aprire il portacipria. Se ogni tanto avessi incipriato la faccia di Marty invece della tua, forse a quest’ora i calzoni li porteresti tu!

Toby                         Mi incipriavo la porca faccia perché avevo paura, ogni volta che Marty mi guardava troppo da vicino. Paura che vedesse come stavo diventando.

Evy                           Magnifico! Perché non ti vesti da Shirley Temple e non succhi un lecca-lecca? L’anno prossimo potresti avere una relazione con il nipotino di quell’editore!

Toby                         Va’ al diavolo!

Evy                           Toby. lo sai che ti voglio bene. Siamo lo stesso tipo di donna. Vorremmo scoparci l’anima tutte e due... L’unica differenza è che tu ti vesti meglio.

Toby                         Accidenti a te, Evy, perché devi essere sempre così maledettamente sincera? A che serve la verità, se questo è il risultato?

Evy                           E va bene, allora viviamo una bugia! Per quanto mi riguarda, ho 22 anni e un bel culetto. Ora trovami uno che ci creda.

Toby                         Non hai 22 anni, ne hai 43. E sei un’alcoolizzata amorale e irresponsabile. Non hai mai avuto un rapporto duraturo con nessuno che non fosse debole e inerme come te. Per questo hai amici come Jimmy e me. Spostati che non possono fare altro che raccogliere i tuoi vestiti e i bicchieri vuoti. Ci puntelliamo a vicenda perché nessuno di noi sa stare in piedi da solo. E amanti come Lou Tanner, col solo talento di spaccarti la faccia e di piantarti quando trova qualcosa di meglio. Io so come sono, Evy, e non mi piaccio... Non mi sono mai piaciuta... E così copro la facciata con Helena Rubinstein. Io uso vasetti di fondo tinta, tu bottiglie da un quarto... e il povero Jimmy usa un po’ di tutt’e due... Che gente fantastica!... Ma per chissà quale miracolo là dentro (indica la camera) c’è una ragazza pazza d’amore per te, perché è troppo giovane per capire di più... Ma continua cosi, Evy, e capirà, nel tempo che impieghi a dire la parola “whisky”... Per me hai solo due scelte: o ti prendi un libro su come si diventa una persona matura e responsabile... o te ne vai di qui prima di distruggere la possibilità che ha lei di diventarlo... Onestà e verità, Evy. E’ quello che volevi.

                                 Che ne dici?

Evy                           Veramente cercavo qualcosa di diverso, ma...

Toby                         Santo cielo, è la prima volta in vita mia che mi sfogo completamente con qualcuno. Credo che starò male...

Evy                           Toh, guarda un po’, starai mica diventando una persona vera? (va da lei e le mette un braccio intorno alle spalle) La settimana prossima, con un po’ di fortuna, butterai via le ciglia finte.

Toby                         Non odiarmi, Evy, ho ancora bisogno di un po’ di aiuto dagli amici. Dimmi che non mi odi.

Evy                           Odiarti?? Non ti posso vedere!

Toby                         Anch’io... Ma la situazione si sta facendo più chiara... Dai che ti metto qualcosa sull’occhio.

Evy                           Mi aspetta una scena madre con Polly. Non ho bisogno di un pubblico, vai a casa.

Toby                         Non posso. Marty sta ancora impacchettando le sue cose.

Evy                           Vuoi un consiglio da un’ubriacona? Vai a casa, lavati la faccia, mettiti un vestitino semplice semplice e portagli la cena davanti alla TV. Cos’hai da perdere?

Toby                         Niente... Beh, sarebbe da ridere se avessi ragione tu.

Evy                           Certo che ho ragione. Io ho sempre ragione. Per quello oggi mi ritrovo così.

Toby                         Mio Dio, improvvisamente detesto la mia faccia. Quanto mi piacerebbe riuscire a liberarmene...

Evy                           No, non farlo. Mandala a me per espresso. Potrei averne bisogno.

Toby                         Io vado (alla porta) Sono spaventata a morte, ma vado... Mi sento invecchiata di colpo di dieci anni... Guarda, Evy, guarda che bella vecchietta!

Evy                           Ha i suoi vantaggi. I ragazzini ti aiuteranno ad attraversare la strada.

Toby                         (apre la porta) Evy, non dire la verità a Polly su quello che è successo. Dì qualche bugia. Proteggila. Le madri sono fatte per quello.

Evy                           Dirò che stavo camminando per strada ed improvvisamente sono stata investita dall’espresso per Boston.

Toby                         Trova di meglio. Ti chiamo da casa più tardi... Prima devo fermarmi a dare fuoco all’istituto di bellezza. (Esce chiudendo la porta. Evy rimane immobile. Entra Polly)

Polly                         Ciao...

Evy                           (voltando le spalle) Ah, sei sveglia... Non hai dormito?

Polly                         No... C’erano notizie tremende alla radio. Parlavano di qualcuno investito dall’espresso per Boston...

Evy                           (si volta e si mostra a Polly) Ero io... Ti piace, sì?

Polly                         Oh, magnifico.. Perfettamente in tono col quartiere. Senti, non ci sono bistecche da metterci sopra. Fa lo stesso un uovo al prosciutto?

Evy                           Non mi sgriderai, vero?

Polly                         Io credevo che tu sgridassi me. Non sono neanche andata a letto, ieri sera. (si precipita tra le braccia di Evy) Oh, Evy, Evy! Come sono contenta di vederti!

Evy                           (sussulta) Ah, la mascella, la mascella! Piano!

Polly                         Senti, non dire niente a Toby. Le avevo promesso che non ti avrei perdonata.

Evy                           Non è neanche più mia amica. E’ troppo vecchia per me.

Polly                         Da domani non ti rivolgerò più la parola, ma oggi sono contenta di vederti.

Evy                           (portandola al divano) Devi ammettere che la vita qui non è monotona.

Polly                         Non ne parliamo più. Non è successo niente. Ti porto qualcosa?

Evy                           Quello di cui ho bisogno è già qui (La abbraccia. Breve pausa)

Polly                         Ho bevuto.

Evy                           Cosa??

Polly                         Mi sono bevuta uno scotch alle due del mattino. Mi martellava la testa e dovevo fare qualcosa.

Evy                           E ti è passato?

Polly                         No, ma è diventato sopportabile. E’ così, vero, Evy? E’ questo l’effetto? Rende le cose sopportabili?

Evy                           (annuisce) Mhh-Mhh. E se ne prendi abbastanza, le vedi anche belle... Gesù, tre settimane e ho trasformato mia figlia in un’alcoolizzata!

Polly                         Non mi è piaciuto. Non berrò più una sola goccia in vita mia. D’ora in poi sol marijuana.

Evy                           (abbracciandola) Tesoro della mamma!

Polly                         (sciogliendosi) Ehi, dobbiamo sbrigarci. Tra mezz’ora siamo invitate a pranzo, ricordi?

Evy                           A pranzo?

Polly                         Te l’ho detto ieri sera. Con papà da Rumpelmayer.

Evy                           Stai scherzando? Con me che sembro Rocky? Ti metterà in convento!

Polly                         Lo nascondiamo con qualcosa. Della cipria o, che so, ti metti un cappello. Con la veletta.

Evy                           Sì... Potrei mettermi seduta dietro un paravento e parlare attraverso un microfono... Non posso andare da Rumpelmayer in queste condizioni!

Polly                         Qualcosa inventeremo... Facciamo finta che hai appena girato uno spot per(****)?

Evy                           Facciamo finta che ce ne siamo dimenticate, eh?

Polly                         Non possiamo... Ci sta spettando... Occhiali da sole!

Evy                           Non è solo l’occhio, bambina mia. Ho i postumi di una sbronza e il tremito. Quando comincerò a rovesciargli l’acqua addosso se ne accorgerà...

Polly                         Ma se non ti vede penserà a qualcosa di peggio.

Evy                           Che ci può essere di peggio che presentarsi con una madre pestata? Viene anche Melissa?

Polly                         Esperia.

Evy                           Esperia...  Te lo vedi il quadretto? Io entro da Rumpelmayer con l’aria di un pesce morto, lei che clicchetta con la tazzina e lui che sputazza sul sorbetto!

Polly                         Lei non viene. saremo solo noi tre. Vuole parlare a noi due insieme. Gliel’ho promesso quando sono venuta qui.

Evy                           Beh, spromettiglielo. Io non ci vengo.

Polly                         (rinuncia) Ok... Gli dirò che non ti senti bene. inventerò qualcosa. Faremo per la settimana prossima. (Polly prende il cappotto) Intanto andrai da un medico.

Evy                           Sì, angelo.

Polly                         Quando?

Evy                           Appena sarò presentabile.

Polly                         Ti porterò un dolcino e un giocattolo. Tu riposati. sarò a casa tra un’ora. (apre la porta)

Evy                           Polly!

Polly                         (Si ferma. Si volta) Sì?

Evy                           E’ meglio non impegnarci per la prossima settimana. Non ancora.

Polly                         Sabato prossimo sarà a posto. Non è poi tanto grave.

Evy                           Non è per l’occhio che mi preoccupo. E’ per il resto.

Polly                         (richiude la porta) Che vuoi dire, mamma?

Evy                           Niente, bambina... E’ solo che non so se mi sono ancora rimessa in sesto del tutto. Hai visto ieri sera, si è scatenato tutto all’improvviso... In clinica mi avevano avvertito che dopo un po’ dovevo aspettarmi una specie di ricaduta... (breve pausa) Polly, credo di non essere ancora pronta per te. Ho paura di non riuscire.

Polly                         In cosa non riesci? Sono ingrassata di un chilo e mezzo da quando sono qui!

Evy                           Più che altro è merito del microonde.

Polly                         Sono viva, sono sana, non vado alla deriva... Che c’è che non va, mamma?

Evy                           Mamma, eh? Bella mamma! Non ci sono mai! Sono fuori tutto il giorno, senza fare assolutamente nulla e riesco anche a rincasare tardi! Ti vedevo di più quando non vivevi con me.

Polly                         Non mi sto lamentando.

Evy                           (di colpo alterata) E lamentati, invece! Perché sei così indulgente? Ieri sera sono stata una cialtrona! Una zozza e una cialtrona!

Polly                         E’ successo solo una volta...

Evy                           Aspetta, non è ancora uscito il numero nuovo... E poi non è successo una volta sola. Prima di ieri sera c’era stata una birra occasionale in un piovoso solitario pomeriggio... un paio di bicchieri di vino in un assolato solitario pomeriggio.. e una volta, dopo un sconcio film svedese, una doppia vodka...

Polly                         D’accordo, ma...

Evy                           Qual che devi fare è tornartene a casa tua per un paio di settimane. E quando ritornerai sarò una madre regolare tipo Doris Day, ok? Lentiggini e tutto.

Polly                         Se ti lascio da sola adesso, lo so dove sarai tre due settimane. E con due occhi neri.

Evy                           Polly, ti prego...

Polly                         E tra due settimane troverai un’altra ragione per rimandare di altre due. E prima che te ne renda conto, Evy, io sarò cresciuta e non avrò più bisogno di te!

Evy                           Non eri poi così messa male quando sei venuta qui.

Polly                         (arrabbiata) Ma insomma, è poi questo gran disonore aver bisogno di qualcuno?? Se puoi aver bisogno di una bottiglia di Scotch e di un Lou Tanner, non puoi aver bisogno anche di me??

Evy                           Ho bisogno eccome, di te, bambina mia, solo che non voglio usarti, come tutti quelli che mi stanno vicino... In poche settimane impareresti la routine. Avresti un preavviso di due ore, poi aspetteresti in camera finché tutte le bottiglie non fossero vuote e tutti i bicchieri in pezzi e la mattina dopo sarebbe tutto Alka Seltzer, caffè forti, perdoni e giuramenti. E vivremmo felici e contente per altre due settimane. E in un paio d’anni, non ci faresti più neanche caso. Come Jimmy e Toby... Ma loro non hanno niente di meglio da fare nella vita. Tu hai solo 17 anni.

Polly                         Loro sono solo amici. Io sono tua figlia.

Evy                           Ma non capisci?

Polly                         NO!! Cosa c’è, Evy? Mi sbatti fuori perché hai paura che crescendo diventi una stampella invece che una persona? o vuoi semplicemente rimanere sola perché nessuno ti chiuda a chiave il mobile bar?

Evy                           Farai tardi al ristorante...

Polly                         Si fotta il ristorante!!

Evy                           (la guarda e sorride) Mamma mia, come impari alla svelta!

Polly                         Scusami.

Evy                           Vai. Ti prego, Polly, vai ora.

Polly                         Non posso dire la mia?

Evy                           Oggi no. Mamma deve smaltire.

Polly                         Capisco... D’accordo... Se la stanza non è in affitto, non è in affitto. Quando vuoi che me ne vada?

Evy                           Adesso non drammatizzare. Non parti mica per le filippine, vai solo tra la 86ma e Madison.

Polly                         (annuisce) Tornerò più tardi a prendere la mia roba.

Evy                           Ti preparo tutto io. Se non altro, so fare benissimo le valigie.

Polly                         Beh, almeno avrai qualche cosa da fare... (Un’occhiata  a Evy, poi va alla porta. Si volta, la guarda ancora)

Evy                           Che c’è?

Polly                         Mi domandavo se mi avresti detto addio.

Evy                           No, se non vuoi assistere ad una crisi di pianto.

Polly                         Non importa. E’ il pensiero che conta.

Il telefono squilla. Polly esce chiudendo la porta. Evy è al limite della crisi. Va verso la pelliccia e

tira fuori una bottiglietta di whisky. Ne versa un bicchiere. Si siede su una poltrona con le gambe

su uno sgabello. Il telefono tace. Beve. Dopo un istante, una scampanellata. Non le bada. Si

sente la voce di Jimmy.

Jimmy                      (f.s.) Evy?... Evy, sono Jimmy... Evy, lo so che ci sei. Ho incontrato Polly per le scale. (lei beve) Accidenti, Evy, apri!

Evy                           Evy non c’è. Ha traslocato. Questa è una segreteria.

Jimmy                      (f.s.) (bussa) Evy, butto giù la porta! Lo so che cosa stai facendo! (pausa) Tre secondi, Evy, ti do tre secondi, poi butto giù la porta! (Evy lentamente e disapprovando, va alla porta) Uno... Due... (Evy apre. Jimmy la vede.) Tre!

Evy                           (tornando al suo posto) Tanto lo so che non l’avresti fatto...

Jimmy                      (la segue) Lo sapevo, lo sapevo che eri qui col bicchiere in mano a berti l’anima! (nota l’occhio nero) Oh, mio Dio, ma ti sei vista? Ti sei vista?

Evy                           Se devi vomitare, vai in bagno.

Jimmy                      Ti ha picchiato... quel figlio di puttana ti ha picchiato!

Evy                           E se provi a togliermi questo dalle mani, ti faccio vedere come ha fatto.

Jimmy                      E’ stato Lou Tanner, vero? Lo troverò. Dovessi metterci tutta la vita, lo trovo e l’ammazzo!

Evy                           Se ti sente non dorme più dalla paura... Ti dispiace chiudere le tende, Jimmy? E poi lasciami da sola, da bravo...

Jimmy                      (chiudendo le tende dopo un attimo di esitazione) Ok. Certo. Ti lascio sola. Basta che giro le spalle due secondi e bisogna chiamare il pronto soccorso. Che è successo? Come ti ha picchiata?

Evy                           Quanti modi ci sono? Pigli un cazzotto e vai giù.

Jimmy                      Ma guarda che occhio!... Con cosa ti ha colpito, con la chitarra?

Evy                           No, la chitarra fa parte dei preliminari.

Jimmy                      Voglio sapere i particolari, Evy. Come ti ha colpito?

Evy                           Da quando ti interessi di sport?

In un impeto di rabbia Jimmy le da una spinta.

Jimmy                      Lo trovi tanto divertente?? Ma va’ a guardarti!

Evy                           Com’è che siete tutti così aggressivi, ultimamente? Dov’eravate quando avevo bisogno di voi?

Jimmy                      Sei stata alla polizia? Sei stata da un dottore? Che cosa hai fatto?

Evy                           A parte sanguinare, non molto. Senti, se vuoi questo caso, è tuo. Adesso, se vuoi fare qualcosa per me, dammi un altro bicchiere, spegni le luci e vattene. Lasciami sola, Jimmy, ti prego.

Jimmy                      Non mi perdonerò mai di essere scappato, ieri sera, mai... (spegne le luci e torna da Evy, abbracciandola) Va tutto bene, ragazza... L’abbiamo superata altre volte, la supereremo ancora.

Evy                           E ancora, e ancora...

Jimmy                      Va meglio?

Evy                           Molto meglio...

Jimmy                      Che cosa posso portarti? Ti preparo qualcosa? un caffè, un panino? Qualcosa da bere? Ti darò anche un vero drink, che ne dici?

Evy                           Allora non mi diverto più. Devo farlo di nascosto.

Jimmy                      Se me ne vado e ti  lascio sola, farai un riposino?

Evy                           Per te? Qualunque cosa...

Jimmy                      Non per me, per te.

Evy                           Beh, faremo a metà. Dormirò un po’ per te e un po’ per me. Vuoi spegnere tutte le luci, per favore? (Jimmy va a spegnere un’altra lampada) Riesco ancora a vederti (Spegne l’ultima lampada. La stanza è quasi completamente buia a parte la luce che viene dalla cucina) Così va meglio...

Jimmy                      (si muove nell’oscurità e inciampa in uno sgabello) Ahhio! Cristo, non riesco a trovare la porta!...

Evy                           Non preoccuparti, caro. Vieni a letto.

Jimmy                      Dormi, stupida. (ha trovato la porta e la apre) Vado a fare due passi in Central Park. Se non torno entro un’ora ho trovato la felicità. (esce chiudendo la porta)

Evy                           E portamene un po’ anche a me, bastardo!

Rimane sola. Si alza, va al giradischi e lo riaccende. Si sente la sua voce che canta la canzone

della sera prima. Si versa da bere. Beve ascoltando. Si apre la porta d’ingresso. Appare Polly che

guarda preoccupata dentro la stanza buia.

Polly                         (preoccupata) Mamma... Stai bene?

Evy                           (dall’ombra) Cosa fai qui?

Polly                         Ho dimenticato il portafoglio. Non ho i soldi per l’autobus. Che è successo alle luci?

Evy                           Niente. Ho mal di testa.

Polly                         Non mi meraviglia. E’ così deprimente qui dentro. Sembra un film dell’orrore... (Evy spegne il giradischi. Polly accende la luce)

Evy                           (riparandosi gli occhi) Cristo, è proprio necessario??

Polly                         Devo trovare il portafoglio. Un minuto e me ne vado.

Polly si guarda intorno e vede la bottiglia semivuota. Prende la bottiglia e guarda Evy.

Evy                           Beh, se quello è il tuo portafoglio, prendilo e vattene.

Polly                         Non è il mio portafoglio...Sembra il tuo...

Evy                           Va bene, cosa vuoi, una ricompensa? Posalo e vattene. Non vedi che cerco di fare un sonnellino?

Polly                         Bel sonnellino!

Accende un’altra luce, poi un’altra ancora.

Evy                           Ma che fai??? Non voglio tutte quelle luci accese. Lascia stare quelle luci.

Polly                         (va verso la finestra) Per potertene stare qui al buio a bere?

Evy                           Non è difficile. Le trovo, le labbra. Lascia stare quelle tende!

Polly                         (aprendo le tende) Seduta qui al buio come una vecchia pazza. ho per madre una vecchia pazza!

Evy                           E io ho per figlia una rompicoglioni! Bel guadagno ho fatto a mandarti in una scuola privata!

Polly                         (aprendo altre tende) Perché non fai entrare dei gufi e dei pipistrelli? E voli per la stanza a cavallo di una scopa?

Evy                           Dov’è il mio portafoglio? Prendi un taxi, comprati una macchina... Basta che esci da qui!

Polly                         Per finire il resto della bottiglia, vero??

Evy                           Non stavo bevendo: meditavo!

Polly                         Ancora dieci minuti e avresti meditato stesa per terra! Per questo vuoi restare sola.

Evy                           Io non sono sola. C’è stato Jimmy qui. E tra un’ora ritorna.

Polly                         E farà tutto quello che gli chiedi, vero? Spegnere le luci, riempirti il bicchiere... Tutto, purché Evy sia contenta.

Evy                           Si! Sì, accidenti!!! E ora esci e lasciami in pace!!!

Polly                         Ecco perché mi hai buttato fuori... Perché hai paura di me! Vero, mamma? Ammettilo, che hai paura di me!

Evy                           Non provocarmi. Un’altra parola e arriverai al ristorante con un occhio nero come me.

Polly                         Avanti... Colpiscimi!... Non m’importa di sentir male, mamma... “E’ sempre meglio dell’indifferenza!”

Evy                           Gesù, in questa casa non si può dire una parola senza che tu ascolti da dietro la porta!

Polly                         Non c’è bisogno di stare dietro la porta. Quando sei ubriaca ti sentono fino in Brasile!

Evy                           Non sopporto questo tipo di discorsi.

Polly                         Fa lo stesso. li sopporterai.

Evy                           Basta! Basta, Polly!!!

Polly                         E dai! Fammi smettere! Avanti!

Evy                           Non mi si parla così! Attenta Polly! Te la sarai voluta!

Polly                         Sto aspettando. Ti prego. Dammelo, Evy!

Evy                           Non da me. Da tuo padre. Giuro su Dio, lo dirò a tuo padre!

Polly                         (gridando) E diglielo! Digli che cosa sono diventata dopo tre settimane! Vuoi qualcosa da dirgli, Evy? (prende un bicchiere) Ecco! (lo scaglia contro un mobile, rompendolo) Va bene?... e ora vieni al ristorante a dirglielo... Però ti prego, non restare al buio per il resto della tua vita!

Polly scoppia a piangere. Si inginocchia. Evy trova difficile andare da lei. Silenzio.

Evy                           Non potevate scegliere un ristorantino un po’ più fuori mano, non so... in Australia?

Polly                         (si volta speranzosa) Vuoi dire che hai cambiato idea?

Evy                           Non ho cambiato un bel niente.

Polly                         Va bene, non cambiare idea. Basta che ti cambi il vestito. puoi cambiare idea strada facendo.

Evy                           (alza gli occhi al cielo) E’ proprio sua figlia. Io ho troppa classe per una figlia così.

Polly                         Senti, che ne dici se non tornassi qui come figlia? Potrei essere un’ospite pagante. Resto fino ai 35 anni, poi me ne vado. Prometto.

Evy                           Non avevamo già sistemato la faccenda?

Polly                         Tu e tua figlia. io sono un’estranea. Perché non mi fai vedere il resto della casa?

Evy                           (alza gli occhi al cielo) Ma chi è questa? Chi ha mandato questo mostro a tormentarmi?

Polly                         Esperia. Non ci sopporta nessuna delle due.

Evy                           Oh, Dio, non sono abbastanza forte per resisterti... (Evy allarga le braccia. Polly vi si rifugia) Credo che la settimana prossima andrò a parlare coi tuoi insegnanti.

Polly                         Abbiamo un quarto d’ora. Che si può fare a quell’occhio in un quarto d’ora?

Evy                           Cavolo, non lo so. C’è una lavanderia a gettoni, all’angolo.

Polly                         Conosci Toby da vent’anni e non hai mai sentito parlare di trucco? Avanti, siediti.

Evy                           Non arriveremo a niente.

Polly                         Ma sì, invece. (Tira fuori dalla borsa un portacipria.)

Evy                           Mi daranno vent’anni per contraffazione di madre...

Polly                         Bene, staremo in cella insieme.

Evy                           Col cavolo! A 42 anni potrò pure vivere per conto mio! (Polly comincia a dare del fondotinta sotto l’occhio)

Polly                         Ora ricorda: una volta lì, non t’innervosire. Sii calma e disinvolta.

Evy                           E se faccio qualche fesseria come mangiare il gelato con la forchetta?

Polly                         Lo mangerò anch’io con la forchetta. Lui ci guarderà, crederà di sbagliare e lo mangerà anche lui con la forchetta... Cerca di stare ferma.

Evy                           Chi l’avrebbe mai creduto? Una beona di mezza età con un occhio nero che si preoccupa di fare buona impressione su un 47enne che sputazza.

Polly                         Bene. Ho finito.

Evy                           Come va?

Polly                         Molto meglio.

Evy                           (si guarda nello specchio) Non va meglio. sembro una che ha preso un pugno in un occhio e che ci ha messo sopra del fondotinta.

Polly                         Alla peggio gli diremo la verità. E’ un uomo fantastico, capirà.

Evy                           La verità su Lou Tanner?

Polly                         No. Quella sull’espresso per Boston. Forza. Mettiti un vestito decente. Sembri una che porta da mangiare ai gatti.

Evy                           Polly...

Polly                         Cosa?

Evy                           Da grande, voglio essere come te...

FINE