Commedia in un atto
di Marcel ACHARD
Titolo originale dell'opera: LES SOURIRES INUTILES
Versione italiana di Sergio Cenalino
da IL DRAMMA n. 190 del 1° Ottobre 1953
LE PERSONE
SYLVIA
MARTON
LO SPETTATORE (MARIVAUX)
IL CAVALIERE
* Tutti i diritti sono riservati.
Nel camerino di Sylvia al « Théâtre des Italiens » il 12 maggio 1722. Della celebre attrice un contemporaneo ne dà questa descrizione: « Elegante, spigliata, nobile nel portamento, appropriata nel gestire, affabile, sorridente, gentile con tutti, piena di spirito senza la minima affettazione... In lei tutto era naturale e l'arte che la perfezionava rimaneva sempre nascosta ».
(Morton, la cameriera e la confidente di Sylvia, è sola in scena. Canticchiando, dispone su una poltrona gli abiti della signora. Ad un tratto irrompe Sylvia).
Sylvia Ah, come sono bravi!
Marton Ma sono poi davvero tanto bravi?
Sylvia Quei signori mi acclamano ancora benché la commedia sia finita da più di un quarto d'ora. (Si lascia cadere su una poltrona e si stira voluttuosamente).
Marton Sono proprio bravi.
Sylvia (lentamente, trasognata) Devono aver adorato le scene d'amore fra quella contessa ch'io interpreto e Lélio. Hanno adorato Marivaux e la sua « Surprise de l'amour »... Mi hanno applaudita così fragorosamente che ho ancora adesso le orecchie frastornate.
Marton Magnifico! Dopo questa tisana di allori ci troveremo nella miglior condizione per dormire.
Sylvia Dormire? Perché dormire? Non voglio mai più dormire.
Marton Eh, eh, eh...
Sylvia Altrimenti non avrò mai tempo sufficiente per pensare a lui.
Marton E non volete neppure cambiarvi?
Sylvia No. Ho bisogno di gustare sul posto la mia gioia senza perdere un attimo. (Sospira).
Marton Ecco un sospiro che non fa presagire niente di buono.
Sylvia Ah, Marton! Se quell'uomo mi corteggiasse un poco... l'amerei pazzamente... non avrebbe neanche bisogno di corteggiarmi... basterebbe che mi dicesse semplicemente che mi desidera... (Sospira).
Marton Picard mi dice sempre che le donne sono pazze. Madame, adesso, sembra che facciate del vostro meglio per dargli ragione.
Sylvia Marton, sei una impertinente!
Marton Scusatemi, signora... d'altra parte sì sa benissimo che voi non avete senso comune. Vi sembra normale mettersi a sospirare in quel modo per un uomo che non avete neppure visto?
Sylvia Darei tutto per poterlo conoscere. Deve avere degli occhi superbi.
Marton Che sfortunatamente ha logorato sui suoi scritti e che vi guarderebbero come se foste tradotta dal latino.
Sylvia Neri. Sono sicura che ha dei grandi occhi neri.
Marton Da dove viene tanta sicurezza?
Sylvia Da ciò che fa dire alla contessa.
Marton (con ironia) Oh, in tal caso...
Sylvia Tutta quella ingenuità, quella finezza... quella malizia... No, Marton, Marivaux deve per forza avere degli occhi neri.
Marton E indubbiamente deve anche avere la più graziosa bocca del mondo, no?
Sylvia Certo.
Marton Una bocca che si può indovinare da ciò che fa dire a Lélio, vero?
Sylvia Puoi esserne certa.
Marton Se fossi al pesto vostro a quest'era mi sarei già seccata. Perciò non mi resta che raddoppiare la mia impertinenza e pregarvi di riprendervi.
Sylvia Lo conosco più di quanto tu creda. Conosco bene il suo cuore. (Sospira).
Marton E quando il cuore è bello, il volto è avvenente, vero? Bella massima questa.
Sylvia Bellissima.
Marton Accidenti a Picard che me lo descrive quasi villano.
Sylvia Ah, come sa parlare d'amore! (Sospira) E con quanta gaiezza! (Un po' indispettita) Scommetto che non ha mai sofferto.
Marton Non riesco immaginare quale bel ragazzo meriterebbe dei sospiri così perfetti.
Sylvia (in collera) Basta! Sei una sciocca.
Marton Però...
Sylvia Ti ho detto basta!
Marton Bella ragione! E convincente, anche! Come lo spiegate voi che questo grazioso giovane uomo, dai superbi occhi neri, con una bocca tanto seducente non si sia ancora fatto vedere? Sylvia(sospira con comicità) Già!
Marton (continuando) È da dieci giorni che tanto alla corte come in città non si parla d'altro che del successo che voi avete ottenuto in « Surprise de l'amour »...
Sylvia (c. s.) Già!
Marton E lui è da dieci giorni che ha la sfacciataggine d'ignorare tutto questo.
Sylvia Riconosco che è una cosa singolare, per usare un'espressione a lui cara e che gli viene spesso alla penna.
Marton Singolarissima! Forse l'avrà vista e non le sarà piaciuta...
Sylvia (sospira, sinceramente preoccupata) Già!
Marton Bisognerebbe che fosse più matto di voi per non trovarla piacevole.
Sylvia Ah, se Marivaux si fosse soltanto degnato di leggerci la sua commedia, l'avrei recitata cento volte meglio... Mi avrebbe vista e lo avrei conquistato... Dio mio, come sono disgraziata! Non ti pare? (Ripete quest'ultima frase di fronte all'assoluta indifferenza di Marton) Non ti pare?
Marton Oh sì! Quanto siete disgraziata! Eppure non più di quindici giorni fa ci avete minacciati di andarvi a chiudere in un convento.
Sylvia (gaia) Chissà dove avevo la testa allora.
Marton (ironica) Chissà...
Sylvia (va allo specchio) Sono disgraziata, ed è un vero peccato perché mi sembra che questa sera avrei potuto essere abbastanza graziosa. Nessuno è mai riuscito a sentirsi giovane come me in questo momento. (Sivolta di scatto a Marton) Ma come farà a non sentire il desiderio di venirmi a conoscere, di ammirare da vicino i miei occhi, di scoprire il mio vero nome, di sapere se sono lieta o triste e se sono degna come la contessa dell'amore di Lélio?
(Bussano).
Una voce (di fuori) Marton! Mi hai dimenticato?
(Marton apre la porta del camerino e fa entrare lo spettatore).
Marton Mi ero proprio dimenticata. La mia memoria è bacata e i vostri scudi debbono esserci passati attraverso senza lasciare tracce.
Sylvia (a Marton, severa) Da dove viene quel signore?
Marton È Un onesto spettatore che vuol solo offrirle la sua ammirazione. Ha dovuto arricchirmi con un pugno di scudi per poterle parlare due minuti. (Rivolgendosi allo spettatore) Avete turbato le nostre fantasticherie. Ritornate quando vi chiameremo.
Lo Spettatore Non posso fermarmi troppo in camerino fra gli abiti di madame.
Sylvia (altezzosa) E perché?
Lo Spettatore I vostri abiti sono impregnati del profumo dei vostri segreti.
Sylvia Ah!
Lo Spettatore Da questi abiti vengo a sapere troppe cose.
Marton Risparmiateci le vostre facezie.
Sylvia Marton, sei una sciocca!
Marton (sorpresa) Davvero?
Sylvia (allo spettatore) Non sono affatto curiosa di sapere cosa avete scoperto, ma siccome deve esservi costato parecchio venire in camerino - conosco Marton molto bene - sono qui ad ascoltare i vostri complimenti.
Lo Spettatore (sconcertato da questa offerta così inaspettatamente vantaggiosa) Dunque, madame...
Sylvia Vi ascolto.
Lo Spettatore Ho da dirvi molte cose.
Sylvia Riassumetele.
Lo Spettatore (decidendosi) Dunque... Madame, non credo che a Parigi esista una donna più completa di voi.
Sylvia Volete dire che non mi manca niente?
Lo Spettatore Sì, infatti non vi manca certo né la bellezza, né lo spirito, né la grazia che è ancora più preziosa della bellezza e dello spirito.
Sylvia Siete di una onestà meravigliosa.
Lo Spettatore Siete perfettamente bella e bella senza preoccuparvi di esserlo.
Sylvia Sì, proprio senza preoccuparmi di esserlo e talvolta me ne stupisco da sola.
Lo Spettatore E piena di spirito senza volerlo.
Sylvia Vi esprimete molto bene. Infatti io non faccio nulla per essere spiritosa e spesso qualcuno rimane estasiato da qualche parola che a me sembra di dire con la massima naturalezza.
Lo Spettatore Lo splendore dei vostri occhi spegne tutto ciò che si avvicina a voi. Al confronto, quelli di Flaminia sembrano mal dipinti
Sylvia È quello che dico anch'io; « Flaminia ha degli occhi talmente vuoti che si crede sempre li tenga chiusi ».
Lo Spettatore I vostri invece si vedono anche quando abbassate le palpebre.
Sylvia (imperiosa, a Mento») - Gli renderai i suoi scudi.
Marton Questa poi...
Lo Spettatore Questi occhi talvolta ardono, tal altra raggelano.
Sylvia Ma li avete guardati quando in scena dico: « Ecco là la via per fuggire »?
Lo Spettatore Sì, ho osservato.
Sylvia (trasognata) In verità non posso fare a meno di ringraziare l'autore della fiamma che ha saputo accendervi.
Lo Spettatore Invece non mi piace tanto quel gesto che fate dopo per sbirciare Lélio senza farvene accorgere.
Sylvia (fredda) Ah...
Lo Spettatore In quel momento cessate di essere contessa.
Sylvia Davvero?
Marton È troppo impertinente il signore. Mi tengo i suoi scudi.
Lo Spettatore Infatti una delle cose che ho scoperto venendo nel vostro camerino è che non abbandonate mai completamente il costume dì Colombina. Sylvia Anche quando conservo quello della contessa, come questa sera?
Lo Spettatore Avete recitato troppo la parte di questa perfida maschera italiana. Ne avete conservata l'impronta. Anche questa sera non siete che la contessa Colombina.
Sylvia Oh...
Lo Spettatore Vi ricordate troppo di aver ingannato Cassandre e Pantalon. Sono rimaste in voi le menzogne della cattiva compagnia, una gaiezza da anticamera e una bricconeria elementare con la quale sono più che sicuro che non sarete soddisfatta di voi stessa con il vostro amante.
Sylvia M'auguro però che anche lui non sia soddisfatto di sé.
(Ridono).
Lo Spettatore Sorvegliate il vostro riso, soprattutto. Come fate ad accontentarvi di ridere in questo modo quando avete a vostra disposizione un sorriso meraviglioso?
Sylvia Ma signore! Voi dovete essere il diavolo o l'autore.
Lo Spettatore Non sono il diavolo.
Sylvia (soffocata dall'emozione, dopo una lunga pausa) Marton, mi sento mancare.
Marton (affrettandosi a porgerle i sali, le sussurra piano) Però non ha gli occhi neri.
Sylvia (annusando i sali, a bassa voce) Quanto mi piace!
Marivaux Madame, mi state scrutando e capisco benissimo che devo avervi disillusa. Per un attimo avete sperato ch'io fossi il diavolo.
Sylvia Niente affatto. Credetemi, sono felicissima che siate l'autore.
Marivaux Grazie.
Sylvia Però non siete bello come credevo.
Marivaux Noi autori, disilludiamo sempre.
Sylvia ... In compenso mi sembra che si potrebbe parlare dei vostri occhi tanto quanto dei miei.
Marivaux (deciso) Vi prego di risparmiarvi questa fatica.
Sylvia In tutti i modi è certo che non mi guardate come se fossi tradotta dal latino.
Marivaux (un po' stupito) No... non credo... No, no.
Sylvia Dico questo per una sfrontata di mia conoscenza.
Marton Sì, sì, la sfrontata sarei io.
Sylvia Ma ditemi, è vero che per la vostra commedia vi siete servito come modello della De Mailly?
Marivaux No.
Sylvia Tanto meglio. Era un dubbio che mi tormentava... e vi credevo cieco per aver trovato in quella donna tante qualità.
Marivaux Adesso non mi ritenete più cieco.
Sylvia Se non è stata la De Mailly, è vero che vi siete ispirato alle De Chouin? Me l'hanno assicurato questa sera stessa.
Marivaux Tanto meno la De Chouin.
Sylvia La De Simiane, forse?
Marivaux Neppure.
Sylvia Spiegatevi allora. Non si riesce a strapparvi che dei « sì » e dei « no ».
Marivaux Non so copiare io. So solamente sorprendere in me i pensieri che il caso fa sorgere. Andrei in collera se non dovessi metterci nulla di mio.
Sylvia Perciò la contessa sareste... voi...
Marivaux (sorridendo) Ma certo...
Sylvia (guardandolo a lungo prima di parlare) Adesso comprendo bene le vostre esigenze e le vostre critiche. (Con ardore) Vi aspettavate da me la donna che avreste voluto essere. Quante perfezioni ha quella donna! Conosce il gran mondo perché il signor Marivaux è gentiluomo e l'amore perché il signor Marivaux ha amato. Disprezza gli uomini ridicoli perché il signor Marivaux si é visto preferire a qualche sciocco e questa donna gli permette così di passare sopra ad un vecchio rancore con molta grazia. (Cambiando tono) Potete negarlo?
Marivaux (che si diverte visibilmente) La vostra perspicacia mi spaventa,
Sylvia (senza intenzione di provocarla) Marton, puoi andartene.
Marivaux Ah, può uscire?
(Marton esce).
Sylvia (continuando con ardore) Questa donna che sognate si nasconde a colui che ama perché il signor Marivaux conosce il potere dell'assenza; scrive dei biglietti perché il signor Marivaux sa che una parola scritta ferisce più profondamente di una parola pronunciata a voce... soprattutto se è scritta dal signor Marivaux.
(Marivaux si inchina)
Sperate che ammiri la vostra grazia premeditata...
(Marivaux si inchina per la seconda volta)
... e di ottenere la vostra felicità...
Marivaux (sorridendo) ... Per la quale finora non ho saputo far niente.
Sylvia (con voluta civetteria) Quella donna è come voi: fine senza essere preziosa, violenta senza scatti e tenera senza servilismo.
Marivaux Madame, se qualche fata mi permettesse di diventare quella donna, non ne farei la vostra amica. Le portereste via tutti gli amanti.
(Sylvia a sua volta s'alza e si inchina).
Sylvia Volete prendere in considerazione i mezzi che avevo per realizzare questa chimera di poeta? Qualche gesto, una voce e un paio d'occhi. Che c'è da stupirsi se detestate qualcuno di quei gesti? Non sono leggeri come i sogni. (Prosaica) Però non ho sentito lamentarvi dei miei sguardi.
Marivaux È vero.
Sylvia (che è venuta a trovarsi dietro di lui, si pone un neo sul seno) Se poco fa avete parlato così bene dei miei occhi è perché stimavate che me ne ero servita bene. (Si scopre leggermente una spalla).
Marivaux (dopo averla guardata) Potreste impiantare una scuola di civetteria.
Sylvia Purtroppo, signore, non si insegna la civetteria. Ci vedete farse tener conto delle nostre attrattive o mettere in musica i nostri sospiri? Sull'argomento Marron saprebbe insegnartene più di me. D'altronde una donna che fosse conscia di tutto ciò che fa non sarebbe più una vera donna...
Marivaux Ammettete quindi di non comprendervi del tutto, vero?
Sylvia Mi indovino appena. (Sorride. Pausa).
Marivaux Lo sapete che mi spaventate?
Sylvia (languida) Soltanto il signor Marivaux potrebbe comprendermi... ma vorrà provarsi?
Marivaux Non credo.
Sylvia (più languida ancora) È a furia di cercare in noi che ci si diverte.
Marivaux E vi piacerebbe ch'io vi divertissi?
Sylvia Moltissimo.
Marivaux Desiderate che ci mettiamo in due a cercare in voi?
Sylvia M'auguro solo che non troviate troppo presto.
Marivaux (riprendendosi) Cominciate a togliervi quel neo! (Indica il neo che Sylvia s'era posto sul seno).
Sylvia (facendo l'ingenua) Di che neo parlate?
Marivaux Di quello lì.
Sylvia Ma dove?
Marivaux Parlo di quel neo che vi siete messa poco fa.
Sylvia Giuro che non vi capisco.
Marivaux Di quel malizioso neo che mi continuate a far ballare davanti agli occhi.
Sylvia Che persecutore questo autore!
Marivaux Madame, vi assicuro che mi fate venire in mente quei poveri ingegni che dalla paura che lagente non ammiri i loro capolavori, si mettono a gridare: «Attenzione. Qui è la bellezza».
Sylvia (ad occhi abbassati) Oh... arrossirei, signore, se non sapeste che per me la cosa mi viene spontanea.
Marivaux (scuotendo il capo) Trovate proprio necessario mettere in stato di accusa delle forme che da parte loro non hanno nessuna colpa?
Sylvia Scusatemi se preferisco i consigli del mio specchio ai vostri. Quel neo che forse vi stucca, può darsi che riesca ad attirare, malgrado voi. qualcuno dei vostri sguardi distratti.
Marivaux E mi spiacerebbe, perché non potrei più guardare i vostri occhi.
Sylvia (furiosa) Di nuovo con questi occhi?! (Si volta per togliersi il neo) Insomma. debbo obbedirvi...
Marivaux Siete una dannata civetta.
Sylvia Chi credete di colpire con questi rimproveri? Noi donne, siamo tutte civette. Le palpebre delle donne sono un ventaglio.
Marivaux E la loro virtù, è un pugnale di seta.
Sylvia Adesso siete già più vicino al mio pensiero.
Marivaux Il fatto è che neppure a questo punto non mi interessate.
Sylvia Tuttavia poco fa ero la donna più completa di Parigi.
Marivaux Ne siete anche la più perfetta.
Sylvia Avanti, coraggio! Cos'è che vi ferma?
Marivaux La donna che io immaginavo sarebbe appena degna di farvi la serva.
Sylvia Sapete parlare in modo stupendo.
Marivaux Però credo che mi intendiate male.
Sylvia Come, come?...
Marivaux Proprio così.
Sylvia E cosa avrei dovuto intendere?
Marivaux Nient'altro che l'offerta della mia rispettosa ammirazione.
Sylvia (sorridendo) Rispettosa? Ma guarda che insolente.
Marivaux No, ammirazione profonda, totale ma rispettosa.
Sylvia (punzecchiata) Questo genere di rispetto mi piace poco. Non mi preannuncia nulla di buono.
Marivaux (stupito) Come... come...
Sylvia Non ripetete le mie stesse parole.
Marivaux Madame, mi spiacerebbe moltissimo farvi andare in collera, tuttavia è necessario che vi parli chiaro. Ho trentaquattro anni e, come voi certamente avrete già indovinato, ho provato le gioie più violente dell'amore. Una donna mi fece l'onore di amarmi e per cinque anni abbiamo vissuto delle crudeli delizie e degli squisiti affanni. Poi, un giorno, quella donna si sveglia e si accorge di non amarmi più, quasi se ne fosse dimenticata. Non me la sono presa a male. Anche se fosse la peggior disgrazia della mia vita, in fondo che colpa ne aveva lei? Quando mi amava, le era venuto l'amore per me, quando non mi amava più, quell'amore se n'era andato. Era venuto senza preavviso e se ne è andato allo stesso modo, ecco tutto. Chi potrebbe biasimarla?
Sylvia Io, se volete.
Marivaux (senza badare alla sua osservazione) Ormai sono passati tre anni e mentirei se vi dicessi che soffro ancora. Ho fatto tutto quello che ho potuto per conservare la mia pena, ma ahimè, se ne è andata più in fretta dell'amore.
Sylvia (gaia) È successo anche a me la stessa cosa.
Marivaux Addio, madame, ritornerò a trovarvi di tanto in tanto.
Sylvia (si china per raccogliere il suo ventaglio) Come, ve ne andate?
Marivaux Conservatevi allegra, ché forse è la vostra più bella qualità. (Esce svelto).
Sylvia (rialzandosi) Ma come, se ne è andato. (Chiamando) Marton! È una cosa che passa ogni limite... (Cercando di calmarsi) Ritornerà... sì, ritornerà. (Chiamando ancora) Marton!
Marton Eccomi, signora.
Sylvia Vai, corri dietro al signor Marivaux. Mi ha abbandonata nel bel mezzo del discorso,
Marton Va bene, signora, vado.
Sylvia (richiamandola) Marton! Mi ha detto che gli facevo paura e che ero appena degna di servire me stessa, ma che mi rispettava lo stesso anche se la mia virtù era una spada di seta. E tutto questo per colpa di una birbacciona che tre anni fa lo ha piantato e che lui ormai non disprezza neppure più.
Marton Se ciò che mi dite è vero, deve avere la mente sconvolta. Mi stupisco persino che sia uno scrittore.
Sylvia (ansiosa) Marton, guardami bene. Non sono più bella?
Marton Bellissima.
Sylvia Rispondimi sinceramente. Se non lo fossi più non sarebbe certo colpa tua.
Marton Siete bellissima. Più vi guardo e più me ne convinco.
Sylvia Siccome sono già tre mesi che non accetto più le tenerezze dei corteggiatori, potrebbe anche darsi che la mia bellezza fosse sbiadita un poco.
Marton L'idea è divertente.
Sylvia (andando all'armadio, apre un cassetto) Eccoti dieci scudi e facciamola finita. Sono sciupata, vero?
Marton (intascando gli scudi) Dopo gli scudi, vi trovo ancor più bella.
Sylvia (seduta alla toeletta si guarda nello specchio) Avevi proprio ragione. Mi ha guardata come una pagina di un libro, e mi rispetta in modo assoluto.
Marton Al diavolo il rispetto.
Sylvia E mi ha persino consigliato di aprire una scuola di civetteria. Poco ci manca che non voglia più sentir parlar d'amore. D'altronde può darsi che lo abbia disimparato.
Marton Non si disimpara l'amore. Ci si riposa solo per ricominciare meglio.
Sylvia Dovrei esperimentare su qualcuno il potere delle mie grazie. Su qualcuno che non mi amasse, o meglio che amasse un'altra.
Marton Via, la sua follia vi ha sconvolto!
Sylvia (sempre davanti allo specchio) Ho le labbra un po' troppo pallide...
(Entra silenziosamente il cavaliere)
E sicuramente avrà notato queste due piccole rughe.
(Mentre Sylvia parla, il cavaliere, mettendo un dito sulle labbra, tende ostentatamene una borsa a Marton facendole segno di andarsene. Marton prende la borsa ed esce)
Detesta il mio modo di ridere. E dire ch'io non avevo mai notato chefosse così volgare. (Si mette a ridere) Ah, ah, ah!
(Il cavaliere è molto stupito)
Questo modo di ridere è veramente detestabile.
(Riprova a ridere) Ah, ah ah!
(Lo stupore del cavaliere si accentua notevolmente)
Se invece ridessi così... (Ride in un altro modo) Ah, ah, ah!
(Il cavaliere si sente molto a disagio)
Che ne dici tu?
Il Cavaliere Madame...
Sylvia (senza voltarsi) Marton! Dimmi che è lui... Dimmi che è ritornato. (Tenera) Siete voi? Non oso neppure voltarmi.
Il Cavaliere Osate pure, sono solo io.
Sylvia (si volta stupita) Chi siete? E che fate qui nel mio camerino.
Il Cavaliere Di grazia. signora, non chiedo altro che due parole.
Sylvia (sogguardandolo bene) Eccolo quel qualcuno che cercavo...
Il Cavaliere Non credo. Sono il cavaliere De Chalais. Vostra bellezza non s'allarmi, non vengo per gettarmi ai vostri piedi e neppure per intrattenervi sui sospiri di un'altra donna. Sono venuto per esprimervi, nel modo più educato, la mia collera.
Sylvia (senza perderlo di vista) Ecco uno che non mi ama.
Il Cavaliere (che si aspettava una risposta ben diversa) Madame, siete molto spiritosa, persino quando tacete.
(Rapido sorriso di Sylvia)
Ne sarei sicuramente conquistato se quel diabolico vostro spirito non mi avesse fatto litigare con una persona che... mi è molto cara e che finora aveva la bontà di condividere i miei stessi sentimenti.
Sylvia (c. s.) È anche uno che ama un'altra donna.
Il Cavaliere (c. s.) La signorina Violetta...
(Sylvia si volge allo specchio).
Sylvia Non sono il tipo di essere la vostra confidente.
Il Cavaliere La signorina Violetta è buona quanto bella.
Sylvia Capisco benissimo che vi sforzate di essere noioso.
Il Cavaliere (sconcertato) Io?
Sylvia (guardandolo con occhi innocenti) Cavaliere, veniamo alla vostra lite e non sforzatevi di descrivermi Violetta, che purtroppo conosco meglio di voi.
Il Cavaliere E non avete detto che aveva degli occhi spenti come un cielo senza Dio?
Sylvia (piccata) Non li vedete spenti perché credete di essere la luce di quegli occhi.
Il Cavaliere Ma l'avete detto? Sylvia No. Non parlo mai degli occhi di Violetta... (breve pausa) ... tutto al più parlo dei suoi denti.
Il Cavaliere Oh!
Sylvia Gli occhi spenti li riservo a Flaminia. Una volta ancora Violetta si sarà vantata...
Il Cavaliere Dei suoi denti...? E che avete da ridire dei suoi denti?
Sylvia Niente di particolare. Ne parlo e questo vi deve bastare.
Il Cavaliere Deve bastarmi?
Sylvia A qualsiasi altro basterebbe. Del resto come potete pretendere di conoscere bene una bocca sulla quale vi posate sempre?
Il Cavaliere Ma io... (Riprendendosi un po' stizzito) Lasciamo stare, questo è il meno. Ma quando dichiarate, senza avermi mai visto, ch'io trascuro Violetta per correre dietro a una contessa che mi rovina, passate tutti i limiti.
Sylvia (ricordandosene) Ah, sì... L'ho detto una sera in cui la vostra amica mi aveva stuzzicata. (Ride spensieratamente, poi si riprende) Non vi piace il mio modo di ridere, vero?
Il Cavaliere No.
Sylvia Lo supponevo.
Il Cavaliere E lo trovo anche impertinente quando serve di scusa alle vostre dicerie.
Sylvia (imparziale) È vero.
Il Cavaliere Avete anche aggiunto che mi tengo Violetta solo per pietà e che quindi non si deve stupire se le faccio dei regali buoni per una persona di servizio.
Sylvia No, questa non è roba mia. Forse l'avrà detto lei quando le avrete rifiutato qualche regaluccio.
Il Cavaliere Una collana di perle non è un regaluccio.
Sylvia Ebbene, state pur tranquillo che vi ha detto quello per punirvi.
Il Cavaliere Come?
Sylvia Questo prova di quale risorse si servano le donne, anche quando sono diseredate come...
Marton (appare dietro il paravento) Ecco la mia Violetta bell'e servita.
Il Cavaliere Bisognerebbe avere più spirito di quanto ne ho io per scoprire la verità nei discorsi di due attrici. Se permettete, mi ritiro. (Fa per uscire).
Sylvia Ma cavaliere, Violetta è ben fortunata... (Sospira).
Il Cavaliere Lo merita.
Sylvia Non direi. Trovo che la sua fortuna è assai più completa in quanto lei non fa alcun sforzo per meritarla.
Marton (c. s.) Ohi, ohi... ho l'impressione che qui si cerchi di provare le proprie grazie su quel cavaliere.
Sylvia (dopo un altro sospiro) In compenso è ben felice! È quasi evidente che è amato dall'uomo più completo di Parigi.
Il Cavaliere Che volete dire?
Marton (sempre dietro il paravento) Si incomincia con l'adulazione, eh?
Sylvia Il più completo, ho detto? Ma no, il più perfetto.
Marton (c. s.) Questa frase debbo già averla sentita dire.
Il Cavaliere Mi imbarazzate, madame.
Sylvia Siete grazioso senza preoccuparvi di esserlo. Avete degli occhi che ardono e che raggelano.
Marton (c. s.) Se è un vanitoso, perderà la testa.
Sylvia Al confronto dei vostri, gli occhi di Arlecchino sembrano mal dipinti.
Il Cavaliere Madame, i miei pochi meriti non s'accordano a tanti elogi... che lasciano trasparire il desiderio di fare la pace... Un desiderio che avreste potuto soddisfare in modo molto migliore.
Sylvia (sincera) Finalmente! Signore, voi non siete un vanitoso e lasciate che me ne rallegri. I miei complimenti erano certamente un po' eccessivi, ma li avevo scelti per piacere all'amante di Violetta.
Il Cavaliere Addio, madame.
Sylvia (fermandolo con un gesto) Che volete, riuscirò mai a correggermi...
Il Cavaliere (freddo) Pare anche a me.
Sylvia Non serbatami rancore per questo. Ho la debolezza di dire tutto ciò che mi passa per la testa, ma ho una buona scusa: quando rifletto su ciò che dico è peggio ancora.
Il Cavaliere (sorridendo suo malgrado) Accipicchia!
Sylvia E la gente si fa una cattiva opinione di me. Ne ho forse colpa?
Il Cavaliere (più gentile) In tutti i modi un po' di colpa l'avete.
Sylvia (con malinconia ben simulata) Il mondo è mal fatto, cavaliere; dovete ammetterlo, e per le persone che vivono in solitudine come me, è difficile starci.
Marton (c. s.) Proviamo con la malinconia.
Sylvia Più siamo felici, più le altre donne ci odiano. Ce l'hanno con noi perché non condividiamo la loro triste fortuna.
Il Cavaliere Forse...
Marton (che rimarrà sino alla fine dietro il paravento) E lui ci crede sulla parola!
Sylvia (che ha osservato l'indifferenza del cavaliere) Vedo che vi annoio.
Marton Ecco il momento di spingere a fondo.
Il Cavaliere Niente affatto, madame. Riflettevo su quelle cose incredibili che mi avete detto. Siete sola?
Sylvia Purtroppo...
Il Cavaliere (accalorandosi) Sola voi, con quel volto, quel sorriso, quegli occhi?
Marton La malinconia serve ancora a qualcosa.
Il Cavaliere Gli uomini sono dunque ciechi?
Sylvia Lo fossero!
Il Cavaliere E allora?
Sylvia Non sono i miei occhi che guardano.
Il Cavaliere (imbarazzato) Ah...
Marton (esultante) Ecco un colpo da maestro!
Sylvia Rimasi orfana a diciassette anni e sembrai subito una preda facile. Un fratello di mio padre se ne abusò...
Il Cavaliere Ma come... vostro zio?
Sylvia Proprio lui.
Il Cavaliere Oh...
Sylvia (con un sorriso malizioso) Li odierò sempre, gli uomini! (Feroce) Mi auguro che non possa mai riposare in pace.
Il Cavaliere (anche lui preso dalla ferocia) Anch'io me lo auguro.
Sylvia Ah, cavaliere, il desiderio degli uomini... (Languida) Quegli sguardi orribili che penetravano tanto che i miei veli non bastavano a proteggermi.
Il Cavaliere (dopo una breve pausa, con voce alterata) È vero...
Sylvia E invece che dolcezza incontrare il vostro sguardo così chiaro, puro e amichevole.
Il Cavaliere (deve abbassare gli occhi per non far scorgere uno sguardo ben diverso) Sì, amichevole... certo...
Sylvia (con calore) Mio fratello aveva lo stesso vostro sguardo.
Il Cavaliere (disilluso) Ah sì?
Marton Ecco una fraternità che non deve garbargli molto.
Sylvia Su, prendete una sedia e chiacchieriamo un poco.
(Il cavaliere obbedisce).
Marton Addio. S'è seduto. È perso.
Sylvia A voi, adesso. Ormai sapete cosa sono stati gli uomini per me, ma ditemi, che ne pensate voi delle donne?
Il Cavaliere (sorridendo) La penso come voi.
Sylvia Non mi stupisco che abbiate tanta paura di me.
Il Cavaliere Ma io non ho paura di voi.
Sylvia Eppure, dalla sedia che avete scelto...
(Il cavaliere si alza e va a sedersi in un'altra sedia vicina a Sylvia).
Marton Disgraziato! Adesso le siede vicino...
Sylvia Un uomo come voi non dovrebbe mai aver paura. Siete ufficiale, vero?
Il Cavaliere Torno adesso da una spedizione contro Cartouche.
Sylvia Io non permetterei mai di vedere qualcosa, fosse anche il pericolo, preferito alla mia persona.
Il Cavaliere Ed io l'ho preferito a Violetta.
Marton Dio mio, dove andiamo a finire!
Il Cavaliere Quel mascalzone mi ha passato il braccio con ]a spada.
Sylvia Soffrite ancora? (Posa la mano su quella del cavaliere).
Il Cavaliere Quanto sarebbe dolce poter dire di sì.
(Sylvia ritira la sua mano con una precipitazione che dovrebbe sottolineare la colpevolezza del gesto).
Sylvia (ad occhi bassi) Vi avevo veramente giudicato bene. Spero di essere la vostra buona amica.
Il Cavaliere (con ardore) Non dubitatene.
Sylvia Almeno per questa primavera, giacché alle prime ciliege mi avrete certamente già dimenticata.
Il Cavaliere Perché dite questo?
Sylvia Non mi capite? (Breve pausa).
Il Cavaliere Ma come si fa a cessare di amarvi?
Sylvia Nulla di più facile.
Il Cavaliere Parlate cosi per l'esperienza che avete avuto con qualche ingrato.
Sylvia Era un uomo come tutti gli altri e gli sono riconoscente di avermi mentito per tanto tempo.
Il Cavaliere Molto?
Sylvia Cinque anni.
Marton Magnifico! Adesso prova con lui le stesse anni che l'hanno sedotta.
Il Cavaliere Se è di animo gentile, ritornerà a voi.
Sylvia Che ne farei se tornasse?
Il Cavaliere Potrebbe darsi che l'amereste di più.
Sylvia Vi sembro in grado di farlo?
Il Cavaliere (eludendo la domanda) Siete ancora infelice?
Sylvia Lo ero anche quando lo vedevo tutti i giorni. Adesso ho solo cambiato genere di dolore.
Il Cavaliere (geloso) Era lui che aspettavate quando sono entrato?
Sylvia Sì.
Marton Dove vuole andare a finire?
Il Cavaliere Tuttavia...
Sylvia Capisco: credevate che stessi ridendo. No, non so più ridere e cercavo di imparare di nuovo davanti allo specchio. Avreste dovuto accorgervi che i miei tentativi non erano molto felici.
Il Cavaliere Infatti...
Sylvia Almeno potessi piangere... ma che volete, anche la mia tristezza se ne è andata. (Con forza, concludendo) Ecco la mia vita.
Il Cavaliere Ricominciatela,.
Marton Via. La partita è finita.
(Esce silenziosamente).
Il Cavaliere Vi restituirei il sorriso.
Sylvia E le lacrime, certo.
Il Cavaliere Non oso sperare tanto. (Con crescente foga) Ma sento che vi guarirò da questo male che vi consuma inutilmente. Vi adorerò con tutto il cuore e mi tratterete come meglio vi piacerà. La vostra presenza mi ripagherà di rutto e dovervi abbandonare sarà il solo dolore di cui potrò temere.
Sylvia (presa anche lei per un attimo da quella foga) E che mi accadrà?
Il Cavaliere Non avrete che da lottare contro voi stessa e contro quella vecchia passione che vi dà tanto dispiacere. Non vi parlerò della mia passione che nel momento in cui i miei dolori, che vedrete dipinti sul mio volto, potranno distarvi dai vostri.
Sylvia Tacete. Tanta grazia e tanto ardore, mi spaventano. Volete divertirvi di me?
Il Cavaliere Da questo istante, vi consacro la mia vita. Mio padre è morto; sono padrone della mia volontà e della mia fortuna.
Sylvia Addio, cavaliere. Non potrò mai amarvi.
Il Cavaliere Lo so, ma il mio amore non dipende dal vostro. Mi basta che lo sappiate.
Sylvia È troppo, troppo. La prova è riuscita troppo bene.
Il Cavaliere Se mi chiedete quell'uomo andrò a cercarlo in capo al mondo... e se si rifiuterà di seguirmi, lo ucciderò...
Sylvia (comicamente meravigliata) Come devo essermi comportata bene per meritare un tale amore!
Il Cavaliere (proseguendo) ...o mi ucciderà. Morire per voi sarà una cosa piena di dolcezza.
Sylvia Ma cavaliere, svegliatevi! Se non mi conoscete che da un quarto d'ora.
Il Cavaliere Il tempo non c'entra.
Sylvia Ritornate al vostro epicureismo. Ritornate a Violetta.
Il Cavaliere A Violetta? Dopo ciò che mi avete detto di lei?...
Sylvia Non so più cosa vi ho detto, ma Violetta è una brava figliola che vi ama e vi renderà felice.
Il Cavaliere Mi avete insegnato a disprezzarla, quella felicità.
Sylvia Non intestatevi nell'umiliazione di piacermi.
Il Cavaliere Madame, Dio mi è testimone che quando sono entrato vi detestavo, e se adesso ormai vi adoro, la colpa non è vostra. Io non ho fatto nulla e voi neppure. Anzi, mi avete parlato di quel vostro amore che vi rattrista e mi avete offerto la vostra amicizia. Ciò nonostante sono ai vostri piedi (cade effettivamente in ginocchio) evi imploro di accettare il mio cuore.
(Marivaux entra).
Sylvia (scorgendolo, con un grido di gioia) Ah, siete tornato!
Il Cavaliere (sempre ai piedi dì Sylvia, con amarezza) Signore, finalmente...
Marivaux Mi aspettavate?
Il Cavaliere È la signora che vi attendeva.
Marivaux E voi, da quanto vedo, l'aiutavate a pazientare.
Sylvia Rialzatevi, cavaliere.
Il Cavaliere (rialzandosi, con ardore) Non prendetevi gioco di me, signore. Sono niente per lei; non mi amerà mai. Mi ha offerto la sua amicizia poco fa. Ho lo stesso sguardo di suo fratello, a quanto pare; ma lei non pensa che a voi, non fa che parlare di voi. Mi ha rimandato ad una povera ragazza di cui ora a malapena ricordo il volto. Signore, viadora!
Sylvia (approfittando della situazione, a Marivaux) Ascoltatelo.
Il Cavaliere E perché dovrebbe amarmi? Non sono che un povero capitano di stanza in provincia e volevo darle una lezione, ma non sono degno di lei. Quantunque non sappia nulla di voi, credo che neppure voi ne siate degno. (Con ardore) Guardatela. No, non è per noi. È una donna di un poeta. La disprezzerei, se mi avesse amato.
Sylvia (c. s.) Ascoltatelo.
Il Cavaliere Ho cercato di farvi dimenticare e renderle il gusto della vita che le avete fatto perdere...
Marivaux Le ho fatto perdere il gusto della vita? Io?
Sylvia (velocissima) Momentaneamente.
Il Cavaliere (a Marivaux) Non cercate di scusarvi, tanto non vi serba rancore. Anzi, vi è grata che le abbiate mentito per tanto tempo.
Marivaux Tanto tempo?... Un'ora!
Il Cavaliere Ritornerà a voi, signora. Questi cinque anni gli sono parsi un istante. (A Marivaux, con gelosia) Ah, signore, come siete fortunato! (Esce di corsa).
Sylvia (con ardore) L'avete sentito?
Marivaux Sì.
Sylvia E non gli credete?
(Silenzio di Marivaux)
Tuttavia è un uomo che vi detesta.
Marivaux E che voi avete spinto alla disperazione; di questo sono certo.
Sylvia No, c'è arrivato da solo. Che ne posso io?
Marivaux Vi avevo fatto dubitare dei vostri poteri di seduzione e vi siete sentita il bisogno di provarli su qualcuno.
Sylvia (sincera) Darei volentieri due anni della mia vita per non averlo mai visto... (Pausa) Ma voi siete tornato. Dimentichiamo tutto il resto.
Marivaux Aspettate che mi dichiari?
Sylvia Aspetto senza impazienza.
Marivaux È vero che avrei potuto amarvi, madame e sono tornato apposta per decidermi... ma ho visto il dolore di quel giovane.
Sylvia Di che si impiccia lui? Chi gli chiede di soffrire?
Marivaux L'ho visto e me ne vado.
Sylvia (piagnucolosa) Così, di colpo?
Marivaux Sì, di colpo.
Sylvia E non cercherete di rivedermi?
Marivaux Proverò...
Sylvia Fra molto?
Marivaux Finché non saprò di trovare l'amicizia.
Sylvia (rabbiosa) Detesto l'amicizia. Non sarò mai amica di nessuno.
Marivaux Sarete la mia amica.
Sylvia No, no... cerchiamo di non essere amici... (supplichevole) Ve ne scongiuro.
Marivaux Non posso amarvi.
Sylvia Ma che ho fatto?
Marivaux Siete troppo perfetta.
Sylvia Avete paura di soffrire?
Marivaux Ho paura di non poter più lavorare.
(Breve pausa).
Sylvia Vi piaccio troppo?
Marivaux Sì. Scoprirei le vostre trappole e sono sicuro che ci cadrei dentro a capofitto.
Sylvia Però le mie trappole potrebbero anche piacervi.
Marivaux So che non resisterei a un dolore come quello che deve provare quel giovane cavaliere ed io ho bisogno di tutta la mia ragione.
Sylvia Per che fame?
Marivaux (dando importanza ad ogni parola) Che civetta... Siete un miracolo... Tutte queste grazie non possono andar perse. Il mio dovere è di raccontarle... e non è meglio raccontarle anziché esserne vittima?
Sylvia E chi lo sa?
Marivaux Potrei incappricciarmene e il « nostro » personaggio ne soffrirebbe.
Sylvia Celimene non ha sofferto per i capricci di Molière.
Marivaux Molière era un genio.
Sylvia Lo sapeva quanto voi di esserlo.
Marivaux Io scrivo da uomo felice.
Sylvia Se non vi occorre che della felicità, ve ne procurerò fino alla nausea.
Marivaux (prima di risponderle la guarda lungamente) Rassicuratevi. Avrò per voi, in tutti i modi, un amore senza speranza.
Sylvia (sconcertata) Oh...
Marivaux Un amore perfetto, senza affanni e senza burrasche.
Sylvia (poco convinta) Un amore senza speranza...
Marivaux Sono gli amori più belli.
Sylvia Può darsi.
Marivaux Voi amerete altri.
Sylvia (interessata) Ah, amerò degli altri?
Marivaux E li amerete né più né meno come amereste me.
Sylvia Sapete parlarmi molto bene.
Marivaux E chissà se non amerete quel giovane cavaliere...
Sylvia (decisa) Oh, no. Non lui. È troppo semplice. Si contenta di troppo poco e si rattrista troppo facilmente. Ha visto bene: se lo amassi, credo anch'io che lo disprezzerei un poco.
Marivaux Però se muore...
Sylvia Saprete che è per colpa vostra.
Marivaux A domani.