SOTTO IL
CIELO DEL SUD
Monologo per attrice
di
PASQUALE STANZIALE
Avete visto mai il cielo del Sud certi giorni
di tardo inverno...
Ah!
Ho trovato il tempo di guardare il cielo perche' sono una donna, semplicemente.
Una donna che guarda il cielo.. certi pomeriggi di febbraio, già un odore di
primavera.. quando ci si ferma, ci si ferma, si stacca la spina, stop- e allora
ecco il cielo meridionale della nostra infanzia, della nostra vita.. e allora?
Allora, allora ..nun- me- ne- fotte- cchiù- 'e- niente: punto zero,
chi è dinto è dinto e chi è fore è fore.. e io ... stongo fore! Out.
Vecchia storia, signori, vecchia storia,
già scritta
e recitata.
Ma il problema e che ritorna, ritorna, come la vita:
'a munnezza cambia di secolo
ma è sempe 'a stessa, sulo che adesso è più patinata, più ammacchiata come si
dice, ma sempe munnezza è.
(Musica)
Comm' bella sta musica.. ah na tazzulella 'e cafè comme diceva Eleonora
spruffunnata in una cella della Vicarìa.. ma il problema che oggi nessuno più
ti uccide, ti taglia la testa-
rullio di tamburi, rumori di ferri,
rombo di carrarmati, colonne in marcia,
abbiamo perso la battaglia dell'Ebro,
sangue e macerie di cui abbiamo sentito parlare,
muti ci stringiamo nei nostri gelidi letti,
reduci da sogni violenti,
al bar una parola, una sola,
niente da comunicare,
l'equipaggio non ha nulla da segnalare,
la periferia risponde all'appello,
muti cimiteri meridionali pieni di mimose,
troppi fiori e troppo mare,
ne abbiamo avuto abbastanza.
Cosa diremo a nostra madre
quando ci darà un'ultimo sguardo...
Voglio che mia madre dica una parolaccia,
che urli sulla mia vita,
che mi chiami stronza
perchè ho osservato tutte le regole del gioco,
perchè è uno schifo far portare i gigli ai bambini,
perchè restiamo muti ad osservare il fumo della sigaretta
dopo il sudore dei corpi, dopo parole smozzicate,
dopo il sussulto delle carezze ...
e quella paura che sulla punta delle dita ti guida
verso insenature d'erba a cui il vento cambia colore,
ma più da vicino, da vicino,
osceni scorpioni che si accoppiano velocemente
e poi si suicidano infiggendo, con un secco movimento,
il proprio pungiglione nella giuntura delle scaglie:
un tremito violento, si rivoltano con la pancia all'in su,
e poi rimangono immobili
mentre arrivano insetti necrofori..
Ci si perde, ci si perde.. cumm'è bello stu cielo del Sud.
(Musica)
Rice: "..una mattina gregorsamsa si trovò trasformato in insetto."
Rice: "..natura, natura perchè di tanto inganni i figli tuoi?"
Rice: "ai em a vertical ..."
Rice: "io sono impegnato nel sociale"
Rice: " io diverto e aiuto a capire quello che succede."
Ma, molto umilmente, chi-te-muorto-aiuti: TU SEI QUELLO CHE SUCCEDE!
NOI siamo quello che succede.
E io cosa "succedo"?
(Musica)
Ma vi rendete conto, vi rendete conto in che epoca stiamo vivendo? Ah,
interessante, troppo interessante.. voi tutti potrete dire: io c'ero quando ci
furono grandi cambiamenti:
muri che sono caduti,
partiti che sono caduti,
simboli cancellati,
banche ingrossate,
disoccupazione scoppiata,
aggregazioni e ammucchiate,
intellettuali allineati, seh, pronti per essere fucilati,
poeti ammutoliti,
politici scappati, politici arrestati,
la zia di Pasquale col femore fratturato,
tasse aumentate,
computers molto diminuiti,
ma la televisione, core de mamma soia, a chi,
a chi crederanno le massaie rurali,
a chi daranno il loro cuore i pastori sardi,
i metalmeccanici napoletani,
i mobilieri della Brianza,
e Fausta, mia nipote, che occupa tre stanze...
(Musica)
Vedo fiumi di gente, lunghe teorie di gente
che aspettano,
vado veloce per strade urbane, file infinite di macchine,
velocità, una porta..
sono in una realtà virtuale,
spettacolo ineffabile della nuova vita informatica,
i vostri desideri saranno tutti realizzati sapete..
tessere magnetiche, bancomat, ticket, rocket, target,
ma che succede.. non c'è accesso.. cosa.. la parola d'ordine
password.. io.. non ho la parola d'ordine..
il paradiso per una parola d'ordine..
vi prego.. qual'è la parola d'ordine..
oddio ho dimenticato l'estratto conto!
(Musica)
E un giorno vi parlero' del popolo, questo popolo che ormai non ha più parole
(sell'anno arrubbate tutte quante!), popolo che sta bbuono e se ne frega,
popolo ca sta male e nun tene voce, popolo che vuole cambiare, ma cosa vuole cambiare,
cosa, niente, nulla.
(Ritmando)
Cuncettina sta nchiusa tutto 'o juorno
dinto all'appartamentino
e cucina
e lava
e stira
e s'apparecchia ogni tanto
e esce ogni tanto
e s'‘a piglia 'o marito 'a notte, ogni tanto
e se vere 'a televisione, 'a matina, o juorno, 'a notte,
e tene nu solo desiderio
ca le coce- 'a matina - o juorno e 'a notte
e vuole una casa a beverliills
na figlia ca se chiammasse samantha
nu marito ca se chiammasse ridge
e spenne, vuole spendere, spendere, spendere,
e s'accatta na pistola
e vota pe ppippobaudo...
cosa deciderà questa donna, sorella sperduta nella nebbia....cosa..
addio, addio, addio, guuudbai, bai, bai.
Comm'è bella 'a staggione, comm'è bella
'a cadillac, comm' bello Vicienzo ca s' sparato mmocca
pecchè era troppo felice e oltre la felicità che ce sta?
Niente, niente.
Comm' bello stu spitale chino ‘e terminali- ca nun songo
computer, no, ma persone, gente ch'adda sulo murì, comm'a tutti quanti, sulo ca
loro ce song'arrivati
e 'o ssanno,
e si 'o ssanno allora.. musica ..
(Musica)
Ieri mentre ero al consiglio comunale quasi ho toccato la storia. Ah, una
sensazione di onnipotenza.. no, tutti in democrazia possono fare la storia, la
storia sta allà, aspetta solo che uno la faccia, voi la volete fare? Ma già la
fate stasera, qui, signori miei eh.. si stiamo facendo la storia di questo
grande paese, stiamo discutendo, io discuto, ma in fondo voi pure, sui massimi
sistemi, eh si, non vi preoccupate, bisogna solo inventarsi dei problemi, un
nemico, l'avversario, eh si, fatevi un avversario, qualcuno che so, da odiare,
e costruiteci sopra una teoria, l'importante che ci facciate molte chiacchiere
attorno, che mettete che so, dei manifesti, fate interpellanze, scrivete libri,
articoli, oppure eh, il massimo della storia, l'apoteosi, con le nuvole,
l'aureola, le tuniche azzurre e i canti gregoriani, si, un'intervista
televisiva, qualunque canale, o una trasmissione intera.. un'ora di
televisione.. e i vostri nipoti, sui libri delle medie e delle superiori il
vostro nome, eh la storia, come una malattia subdola, virale, vi si insinua nel
sistema circolatorio, si incomincia davanti al bar, poi l'articolo, la
conferenza e poi il massimo: ma si signori, maurizio-costanzo-sciò, sciò, sciò,
sciò, sciò... ma che vonno sti cciucciuvettole!
(Musica)
Una donna guarda il cielo del sud, questa immenso coperchio di stelle, profumi
d'erba, vecchi amori...
abbiamo bruciato la nostra vita
credendo in un sogno..
compagni di viaggio, compagni di viaggio ....
notti e giorni tra sigarette, maglioni, scarpe da ginnastica,
caffè e gente, gente, gente..
strategie, slogans, cortei..
abbiamo navigato in un mare di fotocopie
e siamo approdati a chi-songh'io-e-chi-si-tu..
ma chi siamo noi...?
Oggi tutto si confuso nelle nebbie di
vudiallen, si ombre e nebbie..
la vedete questa nebbia che sale, sale dai televisori,
da notti urbane, da inverni tenui tenui..
fumi che vengono da squarci nella madre terra,
dai copertoni bruciati sulle strade,
da automobili bruciate, da villaggi bombardati
mentre mangiamo il dessert..
fumi, miasmi irraccontabili..
fumo e nebbie..
E gli amici, li vedo tra la nebbia,
camminano tutti decisi..
dico i loro nomi che sono parte della mia vita di donna,
li ripeto, ma loro vanno, vanno disinvolti,
ognuno con un fine, con uno scopo chiaro.
(Tra il pubblico)
Eccola.. lei lotterà fino in fondo, c'è una spada alla sua vita, i suoi capelli
sono fiammeggianti, porta delle carte in una mano e un codice..
Più indietro eccoli, sono loro, si muovono veloci tenendosi per mano, dicono di
si e di no alternativamente, arriveranno presto.
E ancora, sono tutti amici, ma il loro volto fisso, hanno capito tante cose.
Io, invece, la donna che guarda il cielo del Sud, vede che diversa è la sua
sorte.
Questi amici non mi vedono piu', credono che ci possa sempre essere
un'italia-germania-quattro-a-tre. Che si possano raggiungere posti pieni di
sole e di gente libera. Seguono il cammino-slalom costruito sul percorso, giù
fino in fondo.
Non mi guardano piu', navigano, approdano, sanno, parlano, ridono, smorfiano, tradiscono,
e forse uccidono, si, li ho visti più da vicino, hanno coltelli e pistole
nascoste.. oddio.. io non ho nulla, guardo il cielo e guardo la terra, non
potrò mai combattere contro di loro, non potrò mai guardarli negli occhi e
intanto affondargli il coltello nel ventre.. io li abbandonerò nella loro
nebbia, io mi perderò nel fumo che sale dalle strade, guarderò i morti
sull'asfalto e avrò pietà, forse mi fermerò, forse mi fermerò.. mi sono già
fermata.. non mi prenderanno in ostaggio, cercherò di uscire da questa fiumana
di corpi, da queste ombre ingioiellate.
(Risale)
No.. finchè c'è confusione c'è speranza..non è vero... per quelli.. diomio,
quanti sono, che vogliono arrivare sui confini della storia per cambiare
finalmente il guardaroba.
Io non potr combatterli, ma non sarò un ostaggio, sarò una donna che guarderà
il cielo e la terra e finalmente potrò bere una cocacola intera.
Ah, l'amore, l'amore..
(Musica)
E allora andiamo, io e io, andiamo.. ma vi siete mai chiesti dove va, ma addò
va tutta sta ggente? Vanno, con grandi macchine, con grandi trucchi, con grandi
parole, vanno alla grande, vanno, vanno, tutti.. lo sapete dove vanno?
Dove vanno casalinghe, impiegati, politici, ragionieri, commercianti, pittori,
attori, disgraziati, nevropatici, psicopatici, isterici, paranoici,
schizofrenici, scrittori, giornalisti, giornalai, lavandaie, e poi.. apostoli,
martiri, tanti martiri locali e nazionali, santi, comparielli camorristi,
artisti, magistrati, altolocati.. dove vanno, ma addò vanno... ma .. si.. vanno
al MER-CA-TO. Oh, un cammino
di luce , un profumo di gigli, ecco, venite, il luogo magico il futuro del
mondo, la gioia delle future generazioni, con garanzia divina s'intende, mica
'na cosa accussì.. eh IL MERCATO: una grande radura lucente, larghe strade con
marciapiedi mobili, palazzi illuminati giorno e notte, specchi dappertutto,
musica dappertutto, felicità dappertutto.. silenzio, non profaniamo, ecco tutti
comprano eh, tutti vendono eh, tutti comprano e vendono tutto, merci colorate,
merci impacchettate e nude, merci vegetali, animali e .. merci umane.., uomini
e donne in confezione regalo, i bulite-o-i-'gghietto, razze diverse a prezzi
diversi, grande varieta' di scelta.. e, in fondo, in alto tra le nuvole, tra
due città Standa e Upim ecco, inchiniamoci, un grande monitor celeste, schermo
superpiatto a cristalli liquidi, tecnologia digitale
matsuscita-mitsubisci-tojota-givuss-nec, un grande schermo in cui ci sono
tutti, ma proprio tutti, dai martiri ai ragionieri, soprattutto ragionieri, e c'è
una musica solenne e commovente e una voce da brivido, forse quella di
totoriina che dice: IO SONO IL VOSTRO SIGNORE E PADRONE E NON AVRETE ALTRA
LEGGE SE NON QUELLA DELLA DOMANDA E DELL'OFFERTA CHE REGOLA IL PREZZO.
(L'attrice canta una canzone di Nino D'angelo)
Periferie, periferie del grande impero, strade secondarie,
paesi di campagna e, ogni tanto, grandi discariche di sogni,
sogni di camorra e d'arte, grande circolazione di capitali,
sogni atomici e sogni rivoluzionari..
Periferie della mente, derive di umane speranze e cimiteri interminabili, ma di
tutto ci trovi, di tutto di più, solo pazienza ci vuole..
Periferie ferme all'800 con piccoli umani che si sforzano di pestare sulle
tastiere dei computers..
E così la piccola umanita'.. una donna ferma sotto il cielo meridionale, si
ferma, prova un paio di occhiali a specchio, molto moderni, proprio adatti,
occhiali in cui lo sguardo non si tradisce se sguardo d'assassino o di santo..
occhiali a specchio riflessi speculari di cielo..
Una donna che è madame batterflay, che si siede all'orientale e si trucca, che
volge le spalle al mondo, si trucca lentamente mentre sale la musica (esegue)
che ricorda la sua giovinezza, le sue periferie mentali e il suo sogno
americano e il grande amore tradito, tradito, il suo popolo tradito, il figlio
che non vedrà più, si, (si gira truccata) perché nessuno ha visto che nasconde
un pugnale... che.. guardando la grande finestra a nord, i mandorli sono
fioriti e il cielo, sempre meridionale, lentamente si infigge, molto
lentamente, molto, assaporando la vita in un grande dolore, si infigge il
pugnale nel petto e lentamente, sempre, si accascia al suolo (esegue).
(Musica)
(Si rialza)
Ma non così, è solo Cronemberg, un film recente, storie, sempre storie di donne
meridionali sotto cieli meridionali mentre i gigli marciscono insieme a
carcasse di animali morti, la sabbia piena di insetti e laminati di poliestere
bruciano, bruciano come una metafora infernale..
Macchine sempre più grandi, supermercati sempre più grandi, psichiatri sempre
più ricchi, sempre..
(Musica finale)
Piccola donna ferma sotto il cielo meridionale..
Diventeremo clandestini
e inventeremo la pace,
un silenzio senza sottofondi di domenicain
fiori artificiali e leggere camicie di cotone
tazzulelle di porcellana leggera, quasi trasparente
e cafè niro niro
stanze quasi spoglie
e legno di sandalo
(musica)
ho sentito le sirene di Eliot, ve lo giuro,
le ho viste cavalcare onde spumose
pettinate dalle maree,
vi assicuro che le ho udite cantare
ma non cantavano per me
questo è certo
(musica)
ho sentito il mare
percuotere il mio cuore
(musica)
ho sentito che stanno distruggendo il passato
per cancellare il futuro.. si,
e noi allora diventeremo clandestini
del presente, come stasera,
qui, dove giochiamo la nostra vita
dilatando un momento, qui,
dove io,
la donna che guarda il cielo meridionale
pu scegliere di morire,
di guardare
di giocare
di fuggire
o forse-
destino di tutti-
di amare.
Au revoir.
( 20.2.95)
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